GDS 26-02-2013

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 26 FEBBRAIO 2013

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ELEZIONI 2013 CAMERA IL MOVIMENTO CINQUE STELLE È IL PRIMO PARTITO

SENATO LA MAGGIORANZA RELATIVA È PER UN SOFFIO DELLA SINISTRA

Il fatto del giorno

_le sorprese del voto

DI GIORGIO DELL'ARTI gda@gazzetta.it

Grillo vola, Berlusconi si rialza: ma l’Italia ora è ingovernabile? È un testa a testa. Il Pd prende la Camera, nessuno però ha il Senato. Oltre ogni attesa i Cinque Stelle: saranno decisivi nel Parlamento I risultati del Senato (a poche sezioni dallo scrutinio completo) sono i seguenti: Centro-sinistra 31,63% dei consensi; Centro-destra, 30,72%; Movimento 5 Stelle: 23,79%; Monti 9,13%. Queste percentuali darebbero luogo alla seguente ripartizione dei seggi: Centro-sinistra: 121; Centro-destra 117; Movimento 5 Stelle: 53; Monti: 22. Alla Camera, fino a questo momento (scriviamo all’una di notte e i numeri non sono ancora definitivi, anzi Alfano ha appena chiesto che il Viminale non li ufficializzi, viste le distanze ridotte e cioè 130 mila voti), i risultati in percentuale sono i seguenti: Centro-sinistra 29,55%; Centro-destra 29,17%; Movimento 5 Stelle 25,54%; Monti (Scelta civica): 10,56%. È presto per tradurre in seggi le percentuali della Camera, ma si sa che se il Centro-sinistra a Montecitorio vincesse, come pare in questo momento, Bersani godrebbe alla Camera, grazie al premio, della maggioranza assoluta di 340 seggi. Alcuni dati di contorno ma assai significativi. Guardando il risultato dei singoli partiti, il Movimento 5 Stelle è al secondo posto al Senato (23,79 contro il 27,43 del Pd e il 22,30 del Pdl) e addirittura primo alla Camera, in vantaggio sul Pd per uno 0,12 per cento (Grillo 25,54, Pd 25,42, Pdl 21,55). La lista di In-

cora ieri sera in un’intervista trasmessa dal suo blog, lavora per un matrimonio Pd-Pdl, cioè per la nascita della cosiddetta Grande Coalizione. È sicuro che, per questa via, si tornerà alle urne molto presto e a quel punto lui potrà mettere alla gogna i due alleati durante la nuova campagna elettorale e colarli definitivamente a picco.

4 Ma Pd e Pdl possono dialogare? Si tratterebbe di un evento inaudito…

A sinistra Beppe Grillo, 64 anni, leader del Movimento 5 Stelle. A destra Silvio Berlusconi, 76 anni, a capo del Pdl. Sono loro a sorridere alle elezioni ANSA

laParola PORCELLUM La legge elettorale, che risale al 2005, è chiamata Porcellum dal giudizio («una porcata») che ne diede il suo stesso estensore, il leghista Calderoli. Niente preferenze, il sistema è proporzionale ma cambia tra Camera e Senato. A Montecitorio conta il risultato nazionale con premio di maggioranza per il partito o la coalizione più votata; a Palazzo Madama i seggi sono distribuiti su base regionale.

groia e quella di Giannino hanno ottenuto percentuali di consenso molto basse (rispettivamente poco più del 2 e poco più dell’1% a Montecitorio) e non entrano in Parlamento. Non c’è più traccia del movimento politico di Di Pietro, che aveva tentato di riaccasarsi nel campo di Ingroia. Fuori dal Parlamento anche Gianfranco Fini, che aveva aggregato il suo Futuro e Libertà al movimento centrista di Mario Monti. All’interno di questa coalizione, la maggior parte dei voti è andata alla lista di Monti, e al secondo posto, senza superare lo sbarramento del 2%, è arrivato Casini, che sfrutta quindi il suo piazzamento di “miglior perdente” per acchiappare almeno un seggio. Fini, arrivato terzo nella coalizione con lo 0,5, rimane fuo-

ri. Intanto, le Borse orientali aprono in ribasso (Tokio -1,83) a causa del voto italiano.

perché aveva vinto nelle Regioni chiave: Lombardia, Veneto, Campania, Sicilia, Puglia.

Saranno costretti, credo. Ieri, prima Cicchitto e poi altri esponenti del Centro-destra hanno fatto capire di essere contrarissimi a un nuovo turno elettorale a breve. Il Pd, d’altra parte, sedendosi al tavolo con Berlusconi — come vogliono il Pdl e i suoi alleati — rischia d’andare in pezzi. Stefano Fassina, l’uomo vicino alla Cgil della Camusso, ha detto subito che bisogna andare a votare di nuovo e mai e poi mai rivolgere la parola ai berlusconiani. Solo che, per votare di nuovo, e ottenere un risultato diverso da questo, si deve cambiare la legge elettorale e per cambiare la legge elettorale bisogna che Berlusconi e Bersani si mettano intorno a un tavolo, cioè si parlino, cioè si accordino… È un gatto che si morde la coda. Bersani, prima del voto, aveva parlato di “scouting” dei grillini, cioè della possibilità di reclutare qualche grillino in Parlamento. Nelle dichiarazioni di ieri, il concetto è tornato, ma mi pare una pia illusione.

1Perché Grillo, che al Senato è 2 5 Sbaglio o al Senato non c’è mag- Intanto dovranno eleggere i arrivato secondo, prende meno seggi di Bersani che è arrivato terzo?

Perché l’insieme di sbarramenti e premi di maggioranza – che vanno calcolati Regione per Regione – deformano il risultato finale fino a stravolgere il senso delle percentuali che ciascuno raccoglie. A mezzo pomeriggio, quando il Centro-sinistra al Senato aveva effettuato un primo sorpasso sul Centro-destra, il Centro-destra aveva comunque più seggi di quelli assegnati alla coalizione di Bersani

gioranza?

Non sbaglia. Il Pd dovrebbe far asse con Grillo e avrebbe così 175 seggi, ovvero quelli sufficienti per governare (la maggioranza assoluta infatti è a quota 158). E in più ci sarebbero i 22 senatori di Monti. Ma sono ipotesi puramente numeriche, che non tengono conto della realtà politica dell’assemblea.

3 Sarebbe? Grillo, come ha fatto capire an-

presidenti della Camera e del Senato. E il presidente della Repubblica.

Grillo non toglierà le castagne dal fuoco a nessuno. Pdl e Pd (che il comico genovese ha sempre chiamato, significativamente, "Pdmenoelle") se la dovranno vedere tra loro. E Bersani, naturalmente, dopo un risultato tanto fiacco, è a rischio all’interno del suo stesso partito. Le campane di Matteo Renzi potrebbero cominciare a suonare molto presto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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