Nel proseguire l’organico progetto espositivo avviato fin dal 2009, l’edizione 2017 è caratterizzata da un titolo affascinante e nel contempo evanescente, difficile da costringere entro precisi confini: Dreamers. Dreamers poiché il sogno è alla radice stessa di qualunque atto creativo, artistico o intellettuale, come di ogni impresa dell’uomo immanente sulla terra. Sogno che, come scrive Shakespeare ne La Tempesta, è la sostanza stessa dell’uomo: “Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. E’ la spinta, il movente che incalza ogni costruzione umana, che già contiene in sé la certezza del dubbio, la consapevolezza della finitezza e del limite di ogni ricerca e realizzazione. Ma l’artista non vaga incerto nel mondo iperboreo, isolato nella sua torre d’avorio: l’artista lavora e combatte una quotidiana battaglia, ideale e pragmatica, fatta di successi e delusioni, per aprire nuove vie, avviare nu