Dreamers

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Ecomuseo della Pietra da Cantoni

Dreamers ArtMoleto - www.artmoleto.com


Arte e Natura ArtMoleto

Esistono luoghi dove il rapporto con l’immaginazione e la bellezza è percepito più intensamente: uno tra questi è sicuramente il Monferrato con le sue colline, i suoi vigneti, i suoi piccoli borghi. Come ha scritto Gary Zukav: “Ogni emozione è un messaggio, il vostro compito è ascoltare”.

Artmoleto è un’associazione culturale che nasce come progetto internazionale d’arte ideato da Michelle Hold in collaborazione con l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni ed un gruppo di artisti legati al Monferrato Casalese. Artisti che interpretano la realtà in maniera introspettiva attraverso la forza del segno visivo e che hanno come obiettivo comune la ricerca del rapporto uomo-natura. Il progetto “Arte e Natura” nasce nel 2009 e, attraverso un percorso tematico condiviso, si esplicita con la produzione di opere nate dal confronto tra sensazioni ed emozioni che si manifestano attraverso la forza del colore. Il nostro viaggio inizia ogni anno nel piccolo borgo di Moleto, luogo del silenzio che da poco tempo è diventato patrimonio dell’Umanità.

Progetti espositivi 2018 Passions; 2017 Dreamers; 2016 Terrae, The world is full of color, Touch of water, Shades of silence, Oltre l’immaginazione, Bright red; 2015 Sogno dell’acqua, Nutrirsi di luce, Silent view; 2014 Silenzio, Rosso vivo e l’infernot; 2013 Atlante delle nuvole; 2012 Rosso vivo; 2011 Il sogno dell’acqua; 2010 Tra cielo e terra; 2009 Colore Forma Natura.

Artisti Luciano Bobba, Giò Bonardi, Ilenio Celoria, Piero Ferroglia, Michelle Hold, Cate Maggia, Andrea Massari, Roby Pissimiglia, Teresio Polastro, Petra Probst, Giovanni Tamburelli, Bona Tolotti, Daniela Vignati. www.artmoleto.it | artmoleto1@gmail.com 2


Stream of consciousness Chiara Gatti

“Nei miei sogni trovavo un poco di quella bellezza che invano avevo cercato nella vita, e vagavo fra antichi giardini e boschi incantati». Howard Phillips Lovecraft, 1921

«L’uomo è una fune sospesa sopra l’abisso» tuonava Friedrich Nietzsche attraverso le parole di Zarathustra. Alludeva ai dubbi e alle incertezze che strizzavano il cuore dell’individuo all’alba del mondo moderno. Dieci anni più tardi, nel 1899, Sigmund Freud diede risposte cliniche puntuali ai moti della psiche nella sua celebre Interpretazione dei sogni. Col giro di boa del Novecento, le riflessioni di entrambi si sarebbero rivelate premonitrici della necessità della mente di viaggiare in territori inesplorati per cercare vie di fuga alle ansie del nuovo secolo. Inutile dire che tutto il Novecento, dagli esordi fino a tempi recenti, è stato segnato dalla volontà dell’uomo di affondare nei meandri della propria coscienza. E che la dimensione del miraggio e dell’utopia è stata considerata spesso come il riparo migliore ai drammi dell’esistenza. Gli artisti furono i primi a farsi portavoce di tale evasione oltre i confini della contingenza. Basti pensare a Chagall, che nutriva sogni d’amore fluttuanti sopra i tetti a punta delle capanne di Vitebsk. Mirò creò nel cielo di Palma di Maiorca costellazioni immaginarie per schermarsi dai disastri della guerra. De Chirico era ossessionato da architetture arcane, allegoria dei labirinti del pensiero. Magritte, affascinato dagli scherzi della percezione, dipinse calembour come metafore di un universo parallelo. La loro fonte condivisa stava nell’eredità intellettuale della grande stagione simbolista, dagli incubi di Alberto Martini o Franz von Stuck alle atmosfere fantasmatiche di Böcklin o di Moreau, padri nobili di un’arte sedotta (e abbandonata) dal “sonno della ragione”. Questa defezione dai fatti della vita concreta a favore di un’immersione nel flusso di coscienza – il famoso stream of consciousness – ha un valore quasi antropologico. Il cervello umano procede per astrazioni quando l’esperienza non gli fornisce i dati sufficienti a strutturare soluzioni verosimili. Ciò spiega l’incarnazione di creature misteriose, il dilagare di orizzonti magici, il moltiplicarsi dei colori, l’ipnotico mutare delle forme in panorami extra-terrestri. Braccato dalle paure, ma spinto anche da desideri viscerali e armato da una buona dose di spirito visionario, l’artista – demiurgo di miti nella materia – genera così proiezioni possibili, al di là della comprensione di una realtà sensibile. Se, per alcuni autori si tratta di impulsi tradotti in linguaggi figurativi e narrativi, per altri i vagheggiamenti restano apparizioni incorporee nella sfera di un immaginario astratto. Segni, tracce, gesti, onde e geometrie sono riflessi di stati mentali che hanno guidato, per esempio, la mano dei maestri dell’informale europeo e americano. Nel loro caso, il flusso di coscienza vinse sulla trasposizione dei sogni. Ma sempre di anima messa a nudo si trattava... Gli artisti di ArtMoleto raccolgono oggi questo lascito ideale traghettandolo nel contemporaneo. Pittura, scultura, grafica e fotografia sono media diversi che veicolano pensieri in libertà, strumenti di indagine sulle ombre dell’ingegno, i retroscena della logica, gli inganni del raziocinio. Ciò che è invisibile agli occhi. Ovvero, quel bisogno innato, radicato nel Dna dell’uomo dalla notte dei tempi, di spingersi verso un “altrove” sconosciuto. Che non abita spazi lontani, ma luoghi protetti dell’interiorità. chiarabgatti©

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Luciano ph. Renato Grignaschi©

Bobba “Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. (da La tempesta di William Shakespeare)

Art director e artista, Luciano Bobba, nato a Casale Monferrato, persegue la sua ricerca su questo doppio binario dalla fine degli anni Ottanta, dopo essersi formato e aver approfondito la sua vena creativa alla Otis Parsons School of Visual Art a Los Angeles. Osservatore della realtà contemporanea e amante della sperimentazione di tutti i linguaggi espressivi, ha esplorato la mail art, la pittura su tela, il disegno al tratto, il collage e la fotografia. Interessato a tutte le nuove tecnologie, è tra i primi a utilizzare il linguaggio iPhoneography come mezzo espressivo riuscendo a mettere in scena uno stile oniricopittorico, misurato negli equilibri e nelle densità cromatiche. Art director and artist, Luciano Bobba, born in Casale Monferrato, pursues his research on this double track from the late eighties, after having formed and deepened his creativity at Otis Parsons School of Visual Art in Los Angeles. An observer of contemporary reality and lover of experimenting with all forms of expression, has explored the mail art, painting on canvas, the line drawing, collage and photography. Interested in all the new technologies, is among the first to using the iPhoneography language as a medium being able to stage a style of painting-oneiric, measured in the balance and color density. www.lucianobobba.com >

Pubblivisi, Nikita, 2009 4

Pubblivisi, Lucrezia, 2008. Part. >


Pubblivisi, Beatrice, 2007, 100X70 cm 5


Giò

Bonardi “In un Paese delle Meraviglie essi giacciono, Sognando mentre i giorni passano, Sognando mentre le estati muoiono; Eternamente scivolando lungo la corrente indugiando nell’aureo bagliore… Che cos’è la vita se non un sogno ?” Lewis Carroll

Giovanni Bonardi è nato e vive a Villanova Monferrato (AL). Ha frequentando il Liceo Artistico a Vercelli e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Utilizza e si è perfezionato in varie tecniche di pittura e scultura come affreschi, mosaici, terracotta, ceramica, bronzo ... e ha sperimentato nuovi linguaggi artistici: teatro, performance, fotografia, video e computer. Ha insegnato pittura per quindici anni in istituti di istruzione superiore prima di dedicarsi completamente all’arte e al restauro del patrimonio artistico. Ha realizzato diverse opere per chiese e edifici pubblici e privati. Giovanni Bonardi was born and lives in Villanova Monferrato (AL). He dedicated himself to painting at an early age, attending first the Artistic School of Vercelli and then the Brera Academy of Arts in Milan. He furthered his studies in various painting and sculpture techniques such as frescos, mosaics, terracotta, ceramics, bronze… and experimented new expressive artistic forms through theater, performances, and using photography, video and computers. He taught painting for fifteen years in institutions of higher education before dedicating himself completely to art and the restoration of our artistic heritage. He created several works for churches and public/private buildings. www.artegiobonardi.com Teste e fiori, 2017 >

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Figura addormentata, 2016, 200X50X30 cm 7


Ilenio

Celoria “Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà” Antoine de Saint-Exupery

Nato a Casale Monferrato nel 1971. Dopo la laurea in Architettura presso l’Università di Genova inizia a dedicarsi all’insegnamento ed alla ricerca in ambito fotografico. Ha insegnato Didattica della rappresentazione per immagini e Laboratorio di educazione all’immagine all’Università di Genova, Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Sanremo. Dal 2001 insegna Tecnica fotografica all’Istituto Leardi di Casale Monferrato ed è professore a contratto alla Scuola Politecnica di Genova. Ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Biennale di fotografia di Alessandria, al Museo di Scienze Naturali di Torino, agli Istituti Italiani di Cultura di Colonia e di Vienna e in gallerie di diverse città italiane e straniere.

Ilenio Celoria was born in Casale Monferrato, Italy, in 1971. After graduating in architecture at the University of Genoa he devoted himself to teaching and researching in the field of photography. Since 2001 he has taught at the Technical Institute Leardi in Casale Monferrato and is a contract professor at the Polytechnic School of Genoa. He also taught Teaching of visual representation at the University of Genoa and Photography at the Academy of Fine Arts in Sanremo. He has exhibited at the Venice Biennale, the Biennale of Photography in Alessandria, the Museum of Natural Sciences of Turin, ArtBrescia and various Italian and foreign galleries. www.ilenioceloria.it Costellazioni, 2017 > 8


Costellazioni, 2017, Ø 30 cm 9


Piero

Ferroglia [...] nonostante tutto, ho in me tutti i sogni del mondo ...

Ferroglia è nato nel 1946 a Caselle Torinese, dove vive e lavora. Allievo di Filippo Scroppo e di Giacomo Soffiantino, fino al 1988 s’interessa particolarmente della pittura in relazione alla rappresentazione di situazioni e eventi naturali che studia attentamente avvalendosi anche del mezzo fotografico. Negli anni successivi inizia una attività di ricerca plastica in varie direzioni e con materiali diversi che influenza anche le originali soluzioni pittoriche rispetto alle quali la distinzione tra figurazione e astrazione perde significato. Numerose le mostre personali e collettive alle quale ha partecipato. Piero Ferroglia born in 1946 at Caselle Torinese, where he still lives and works. He is a student of Filippo Scroppo and of Giacomo Soffiantino. Until 1988 he was mainly interested in painting in relation to situations and natural events which he studied attentively also with the help of photographs. Since 1988 he has amplified his research with the help of sculptures that influence his paintings consequently. He has had many personal and group exhibitions in Italy. In 2015 he won the ‘Stefano Belbo Premio Pavese’ for sculpture.

Metamorfosi dei sogni, 2017

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www.ferroglia.wix.com/pieroferroglia >


Metamorfosi dei sogni, 2017, 5 elementi 25X105 cm 11


Michelle

Hold

“The dream was always running ahead of me. To catch up, to live for a moment in unison with it, that was the miracle”. Anais Nin

Michelle Hold, nata a Monaco di Baviera, è cresciuta a Innsbruck dove ha iniziato a studiare architettura. Si forma come artista e disegnatrice di tessuti attraverso diversi corsi a Parigi, New York, Hong Kong, Monaco e Londra. La sua pittura s’ispira prevalentemente a fatti e a eventi naturali. Le rappresentazioni superano l’espressione figurativa e approdano a un’astrazione vitale: penetrazione nell’invisibile, apertura su un mondo segreto che promette gioie sommesse. La ricerca accoglie suoni e rumori del silenzio in un dialogo spirituale. Michelle ha esposto in Italia e vari paesi del mondo. Ultime personali: ‘Turning Inside’ Centro Comunale Culturale Valenza, ‘Abstraction’ Salone del Mobile Milano, ’The warriors of Light’ a Debut Contemporary Londra, ‘Blue Mood’ a Milano e a Palazzo Racchetta di Ferrara. Ideatrice di ARTMOLETO. Michelle Hold is a German-born artist based in Italy who paints vibrant abstract works inspired by emotion and energy. Her canvases are loud and layered, enticing the viewer to look further and further into their depths. We just love the expressive force of Michelle’s canvases, and we’d recommend them for any interior in need of some punch. The artist, who grew up in Austria, had begun to study architecture when she fell into modelling. On her travels, she took various art and textile design classes. She then worked as a textile designer in Milan before later throwing herself full time into painting. Michelle has held solo exhibitions throughout Italy and in London, and she has participated in international art fairs in Miami, Athens, Milan and Berlin. Her works have featured in group exhibitions across Europe, Usa and China. www.michellehold.com >

Align with Clarity, 2017

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Little dreams in a big dream, 2017 >


The Dreamer’s Dream, 2017, 140X220 cm 13


Cate

Maggia Per sopprimere l’ordine razionale e logico di uno stato di dolore quotidiano si afferma una surrealtà ove il gesto estetico assume un valore ancestrale e mitizzante diventando atto assoluto.

Laureata in architettura, ha svolto interessanti esperienze nel campo del restauro di dipinti, parallelamente all’attività di progettazione d’interni. La sua ispirazione artistica ha esplorato le possibilità espressive di varie tecniche. La sua attività prosegue con creazioni di eventi artistici e nel 2008 ha creato lo Studio Ambre Italia, prestigiosa galleria d’arte. Cate Maggia was born in Borgosesia (Vercelli). After the artistic high school in Novara, she graduated in architecture at the Polytechnic Institute in Turin. She has been restoring paintings and frescos ever since and she also worked as interior designer in a company founded by her. She experimented various techniques of painting to find eventually her favorite expressive style in collage. She took part in many exhibitions and art fairs in different Italian cities like Florence, Rome, Turin, Venice and Milan, as well as in other European cities such as Paris, Nice, Casablanca, Innsbruck, Amsterdam and Helsinki. www.catemaggia.com >

Ognuno ha un sogno, 2001. Part.

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Dentro ad un sogno, 2002. Part. >


Dream, 2004, 100X100 cm 15


Andrea

Massari “La speranza è nell’opera” Vincenzo Cardarelli

Andrea Massari, milanese, vive tra il capoluogo lombardo e il Monferrato, dove ha da tempo stabilito lo studio. Già direttore di musei e collezionista, si dedica alla pittura da circa quindici anni, seguendo percorsi che traggono insegnamento dalla grande stagione dell’informale, interpretata e aggiornata attraverso esperienze, proposte e situazioni successive, orientate, nella sua ultima produzione, verso una semplificazione formale e cromatica. Andrea Massari was born in Milan and lives at present in Monferrato, where he established his studio some time ago. A former director of museums, he has been painting for fifteen years, along paths inspired by the great era of informal art. He regenerated his recent production through new experiences, proposals and situations, oriented towards a formal and chromatic simplification. www.saatchiart.com/andreamassari >

Discorso sull’Antartide, 2016

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Discorso sull’Antartide, 2017 >


Discorso sull’Antartide, 2017, 60X60 cm 17


Roby

Pissimiglia “I sogni dei bambini non muoiono mai. È passato tanto tempo, ma i sogni sono sempre quelli di allora. E non è mai troppo tardi per riprovare a realizzarli” Sergio Bombaren

Roby Pissimiglia, editore e scrittore, vive e lavora a Torino. Da alcuni anni ha eletto le colline che circondano Moleto sua terra di adozione. Qui, nei cortili, nei fienili, nelle cantine recupera attrezzi e utensili della civiltà contadina. Poi li restaura il minimo indispensabile, li dipinge e li abbina tra loro in modo da creare installazioni artistiche inedite e sorprendenti. Le dominanti cromatiche sono spesso quelle metalliche. L’oro e l’argento sembrano conferire nuova vita e dignità a oggetti ormai dimenticati. Nascono così le opere per le rassegne di ArtMoleto. Una ricerca artistica alimentata dalla passione per la matrice contadina della nostra civiltà, dall’impulso creativo di andare oltre l’immagine apparente ritrovando la magia dei tempi passati. Roby Pissimiglia, editor and writer, lives and works in Turin. Over the past few years he has chosen the hills surrounding Moleto as his adopted land. Here, in the court yards, hay barns and wine cellars, he recovers old farming tools and utensils, which he then restores and paints, combining pieces together in order to create his unique and surprising artistic installations. The use of dominant metallic colours of gold and silver, appears to give new life and dignity to the forgotten objects. The works presented for the expositions of Artmoleto are born in this way. An artistic research fueled by the passion for the traditions of the farming community, from the creative impulse to go beyond the apparent image, rediscovering the magic of times gone by. www.saatchiart.com/robypissimiglia Un Calcio Balilla tutto d’oro, 2017 > 18


Sogni del 1964, 2017, installazione 19


Teresio

Polastro “[...] Quasi vedendo in sogno la risposta [...].” Aldo Palazzeschi

Teresio Polastro., di origini monferrine, è nato a Torino. E’ stato allievo dapprima della pittrice Angiola Meucci, poi di Pippo Bercetti e infine di Filippo Scroppo. Numerose sono state le mostre personali e collettive, a partire dal 1972. Tra gli altri, hanno scritto di lui: F. De Bartolomeis, M. Corradini, G. Cordero, P. Levi, P. Mantovani, A. Mistrangelo, F. Scroppo. Ha recensito mostre d’arte che si sono svolte a Venezia, a Palazzo Grassi, al Museo Correr e alla Fondazione Cini, nelle gallerie di Torino e del Piemonte, per i settimanali d’arte: “Il Corriere di Torino e della Provincia”, “Il Corriere dell’Arte”, “Iris.to”. Ha fatto parte del comitato esecutivo della Galleria d’Arte di Palazzo Lomellini di Carmagnola (To). Teresio studied with Filippo Scroppo and has shown in many solo and collective exhibitions since 1974. Francesco de Bartolomeis, G. Cordero, P. Levi, P. Mantovani, A. Mistrangelo, F. Scroppo wrote about him. www.teresiopolastro.wix.com/polastro >

La soglia, 2017

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Ingresso ai giardini scuri, 2017 >


Interno-esterno, 2017, 70x70 cm 21


Petra

Probst Ho sognato di sognare un drago rosso, ci traghettava verso la salvezza, noi i fuggiti dal mondo.

Artista, illustratrice per l’editoria d’infanzia, vive e lavora tra la Germania e l’Italia, a Monaco e Torino. I suoi libri sono pubblicati da molti editori internazionali. Realizza e gestisce progetti artistici interculturali in scuole, biblioteche e musei indirizzati a bambini e adolescenti. È specializzata in tecniche di arte e in danza terapia e collabora con pedagogisti e psicologi in aree di prevenzione del disagio giovanile. Numerose le mostre in Italia e all’estero. Nel 2017 al Mu.MA di Genova, Museo del Mare e delle Migrazioni, ha ideato e curato insieme a Flavio Tiberti il progetto espositivo dedicato al Mare Mediterraneo “ROVI DI MARE. Visioni di un orizzonte in bilico”. Petra Probst lives and works in Munich and Turin. Artist, free-lance illustrator and author, she specializes in books for children. As an expert in art didactic programmes and in art/dance therapy techniques she organizes and leads multicultural art projects for children, teens and adults. Her art works have been displayed in several individual and group exhibitions. Recently in 2017 in Genoa, at the Mu.MA, Museo del Mare e delle Migrazioni, she curated with Flavio Tiberti the exhibition dedicated to the Mediterranean Sea and its refugee victims entitled “ROVI DI MARE. Visioni di un orizzonte in bilico”. www.petraprobst.com Dragon wave, 2017, part. > 22


Dragon wave, 2017, 80x240 cm 23


Giovanni

Tamburelli Dal suo letto dominava gli sguardi di tutte le cose. Chiudendo gli occhi avanzava come la marea permeando uno per uno gli istanti della vita.

Giovanni Tamburelli è nato a Torino nel 1952 ma vive e lavora da sempre a Saluggia (Vercelli). Figlio, nipote e pronipote di fabbri, dopo gli studi grafici all’Istituto Paravia di Torino ha molto viaggiato e molto letto, affiancando costantemente alla pratica artistica l’attività di poeta. Decisiva per gli sviluppi del suo percorso artistico l’amicizia con Maurizio Corgnati. Ha esposto in molte città italiane (Torino, Milano, Pisa, Genova, Roma) ed estere (Parigi, Barcellona, Zurigo, Città del Messico, Lugano, Colonia). Caratteristica della bibliografia intorno ai suoi lavori è la trasversalità che ha portato – tra gli altri – a presentare cataloghi di sue mostre scrittori come Nico Orengo, Sebastiano Vassalli, Gad Lerner e Frédérick Tristan (Prix Goncourt 1983). Nel 2011 è stato invitato alla 54. Biennale Internazionale d’Arte, nel Padiglione Italia, diretto da Vittorio Sgarbi, all’Arsenale di Venezia. Giovanni Tamburelli was born in Turin on 1 October 1952, but he has always lived and worked in Saluggia (Vercelli). The son, grandson and great–grandson of blacksmiths, after studying graphics at the Paravia Institute in Turin he travelled widely and read extensively, which led him to flank his artistic work with writing poems. His friendship with Maurizio Corgnati has played a fundamental role in his development. He has exhibited in many Italian cities (Turin, Milan, Pisa, Genoa, Rome…) and abroad (Paris Barcelona, Zurich, Mexico City, Lugano and Köln). To present catalogues of his exhibitions, writers like Nico Orengo, Sebastiano Vassali, Gad Lerner and Frédérick Tristan (Prix Concourt). In 2011, he was invited by Vittorio Sgarbi to the 54th Biennal of Venice – Padiglione Italia. www.giovannitamburelli.it >

Vado ovunque, 2016. Part.

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Sogno di abbondanza, 2016 >


Ho sognato di volare, 2016 25


Bona

Tolotti “In fondo alle vostre speranze e ai vostri desideri sta la muta conoscenza di ciò che è oltre la vita; fidatevi dei sogni, perché in loro si cela la porta dell’eterno. E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire”. Gibran Kahlil Gibran

Bona Tolotti, milanese di nascita, risiede in Monferrato da più di trent’anni. Autodidatta, dopo esperienze di carattere etnografico ed antropologico in centro e sud America negli anni 70/80, si è occupata nel settore comunicazione di design, arte e architettura a Milano. Trasferitasi definitivamente in Monferrato negli anni ‘90, si dedica alla ricerca artistica. Presente ad ArtMoleto dal 2010, Bona è responsabile dell’ufficio stampa. Born in Milan, a self-taught artist, inspired by her ethnological and anthropological experiences while traveling in Central and South America during the 70s and 80s. She is interested in design, communication, art and architecture and has worked with important agencies in Milan (1970/1990). Since 1990 she has been living in the Monferrato sharing her life and art with the painter Pietro Piccinelli. Currently she is working in research and artistic projects, participating in different exhibitions in Monferrato and in national and international projects as well as Italian Cultural Institutes together with the artists of ARTMOLETO. www.bonatolotti.com Breath of a dream, 2017. Part. > 26


Dreamland, 2017, 50x50 cm 27


Daniela

Vignati “Un sogno, la pittura; sogno semplicemente, no. Un sogno realizzato, ossia sogno che è entrato nella realtà, forse per la sua verità, perché non tutti i sogni possono, nemmeno attraverso la pittura, entrare a formar parte della realtà, di quella strana realtà che è l’arte”. Maria Zambrano

Daniela Vignati frequenta la scuola d’arte Antroposofica di Oriago (VE) dove incomincia a formarsi l’idea dell’attuale necessità di un arte igienico-sociale, idea che realizza offrendo laboratori artistico-espressivi per adulti e bambini. Approfondisce la sua formazione artistica in seminari con diversi maestri e imparando a lavorare i metalli. Per alcuni anni, a Milano collabora alla gestione di un laboratorio di creazione e realizzazione di gioielli e complementi d’arredo. Dal ’90 trasferisce studio e abitazione in Monferrato. Nel suo fare arte vuole essere ponte tra la realtà visibile e l’invisibile mondo di immagini oniriche, mitologiche e archetipiche che si possono cogliere nella sfera della fantasia. Daniela Vignati, born in Milano, studied at the Anthroposophic School of Oriago (VE) where she develops the idea of creating social art holding workshops with children and grown ups. She also worked closely with an egyptian artist and metalworker and created many pieces of jewelry. She has lived in the Monferrato since 1990. www.danielavignati.wix.com/coloreamoremio >

Perchè andersene? 2017

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Sogno di stanza, 2017 >


Nuvole, isole regine passano per sentieri nomadi, 2017, 120x100 cm 29


Il sognatore creativo Paola Casulli

Che cosa è il sogno se non il luogo dell’arcano e del prodigioso? Quel territorio sconosciuto e incontestato della psiche dove trovano compimento accadimenti straordinari?

Che sia immagine ingannevole e fallace, luminosa visione, proiezione della psiche o fantasia dellamente, il sogno è la rappresentazione dell’órexis celata nel profondo di ognuno di noi. Così i greci definiscono il desiderio e la tensione custoditi nel nostro inconscio. Desideri irrealizzati o rimossi, estranei alla mente vigile, che nel sogno cercano appagamento. Proprio per non tradire la natura di questi pensieri proibiti o censurati dal nostro io, il sogno deforma e dissimula il materiale psichico. Rende oscuro e confuso il desiderio che cerca realizzazione. È strano, infatti, come la parola “sogno” di regola abbia un’accezione positiva. Se diciamo “i nostri sogni” lo diciamo per indicare le nostre aspirazioni, per descrivere le nostre speranze. Ma i sogni, quelli veri, raramente sono lineari e sereni. Al contrario lasciano in noi, al risveglio, un senso di turbamento e di inquietudine. Nel silenzio ovattato della suggestione onirica, dove persino i pensieri appaiono fin troppo rumorosi, la realtà si presenta come imperfetta e torbida rispetto al normale stato di coscienza e i suoni, i rumori, gli odori, le luci, i paesaggi, tutto si dipana in un apparente stato di incoerenza che chiede interpretazione e decifrazione. E soprattuto dove la durata è un concetto che non si può applicare. La visione onirica, percepita densa di avvenimenti, è in realtà brevissima. Tutto ciò che accade durante il sogno non è cadenzato dal ritmo preciso e ineluttabile delle lancette di un orologio. Nel sogno il tempo onirico, dunque, non coincide con il tempo umano. Così come l’azione, che in esso si compie, avviene al di là di ogni nostro possibile intervento. Gli avvenimenti trascorrono e si mescolano rapidamente. Accadono e poi svaniscono senza che il sognatore possa interferire e cambiare il corso delle cose. Il vento non ha direzione e i colori sono troppo sgargianti o estremamente sbiaditi oppure fatalmente oscuri, senza veridicità alcuna. Nel sogno il dreamer non si pone domande, non cerca risposte, non compie mai una vera e propria azione, non oppone resistenza. Egli assiste passivamente e si adatta senza stupore. Ogni sogno, dunque, ha luogo in un tempo dove è impossibile entrare, un tempo sospeso dove tutto ciò che si compie sfugge all’io consapevole e le cui finalità ci vengono suggerite solo al risveglio. Sognare, infatti, è anche svegliarsi. Se i sogni non fossero un risveglio, tutto resterebbe inavvertito. Tutto rimarrebbe, sterilmente, al di là delle frontiere della coscienza. È solo al risveglio che ci viene restituito il tempo e il luogo di un’azione. Nel sogno le immagini che sorgono, subito si dileguano, restando pertanto inaccessibili e indecifrabili. Al risveglio, invece, gli oscuri significati di quanto è accaduto nel tempo onirico sono svelati. Tutto ciò che prima era in modo assoluto, ora può diventare atto creativo, movimento tangibile. L’arte ha origine dal sogno. Come scrive Maria Zambrano, “Arte è il sogno che senza cessare di esserlo è passato attraverso il tempo e dal tempo ha imparato”. L’atto creativo, dunque, attraversa il tempo, il tempo del sogno, per abbracciare la propria essenza più intima: la conoscenza. Di converso, nell’atto creativo il tempo onirico acquista senso e vocazione. Nella veglia, il dreamer, riacquista il tempo e la libertà di azione insieme al movimento, punto di partenza per una ricerca di carattere ideale. L’immagine percepita dalla fantasia onirica, non più disgiunta dallo sforzo 30


di crearla e di attualizzarla, diventa oggetto reale. Mentre nel sogno l’uomo non sente scaturire la realtà, piuttosto la accetta come prestabilita, nella veglia viene creata dalla sua stessa volontà, dal suo personale progetto di vita. Al risveglio dal sogno, insomma, l’uomo sente che deve agire e, per l’artista in particolare modo, quell’azione, o meglio la finalità di quell’azione, diventa una consegna morale, un imperativo etico. Egli sa che qualcosa è lì unicamente per lui, che è una chiamata, una vocazione tout-court. E la sua energia, talvolta segreta e nascosta, torna a fluire magicamente. Cosicché la vita stessa, nella sua interezza, diventa sogno. Veglia e sogno coincideranno finalmente senza delirio ma solo nella lucidità del sogno creatore. La materia impalpabile ed eterea dei sogni aderendo alla terra diventa colonna per il cielo, entrando nel mondo terreno diviene porta per l’universo. L’inconscio e il coscio si fondono insieme, affidandosi alla materia dei corpi e l’enigma appare come storia compiuta, senza più interruzione. Entrando, per così dire, in simbiosi. E il luogo, lo spazio, il tempo che prima avevano il sopravvento, assorbendo ogni azione del sognatore, ora si materializzano. La realtà diventa una carte blanche, una creazione artistica che prenderà vita nel “qui ed ora” mentre il vortice onirico pian piano si disvela e si appiana adattandosi alle sensazioni che si percepiscono come fondanti dell’atto creativo. L’artista, attraverso l’esperienza del sogno, dove riconosce miti, archetipi e simboli, coglie spunti per nuove storie, diventa l’artefice di nuove creazioni. Scopre nuovi orizzonti. Come fosse quel nuotatore che, trovandosi in una caverna sottomarina, con un vigoroso colpo di reni riaffiori in superficie e, a pelo d’acqua, torni a sorprendersi della bellezza dei colori così diversi dal blu delle profondità marine a cui i suoi occhi erano abituati. Così il sogno creatore, perdendo l’opacità e la claustrofobica sensazione di impotenza, diventerà vita respirata e colonizzata dall’azione. Diverrà opera d’arte che sarà opera al confine col sacro. Una lunga e ipnotica liturgia che avvicinerà al divino. Quel divino da cui, sogno o non sogno, tutti discendiamo.

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Moleto 2_ 3 settembre Serralunga di Crea Tenuta Tenaglia 9 settembre 30

novembre

Valenza

Centro Comunale di Cultura

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marzo 2018

Luciano Bobba Giò Bonardi Ilenio Celoria Piero Ferroglia Michelle Hold Cate Maggia Andrea Massari Roby Pissimiglia Petra Probst Teresio Polastro Giovanni Tamburelli Bona Tolotti Daniela Vignati


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