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Newsletter Mensile - Anno IV L’ANNO DELLA FEDE Si aprirà il prossimo 11 ottobre l’Anno della Fede per riscoprire e valorizzare la fede dei credenti. Quale il nostro contributo? ALLE SORGENTI Pagina 1 DEL MATRIMONIO Una dozzina di giovani coppie DISCEPOLI FRANCESCANI hanno partecipato il 15 e 16 Una breve riflessione in settembre al Corso Cana della occasione della festa di San Scuola di Evangelizzazione. Francesco. Pagina 5 Pagina 3

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Ottobre 2012 MARINEO SI MOLTIPLICA

Diventano due le Porziuncole a Marineo, in un crescendo che lascia ben sperare nel futuro. Pagina 6

ISCRIZIONI LAST-MINUTE

Chiuse le iscrizioni al 33° GvA, adesso si potranno accettare solo in base ai posti disponibili sui pullman. Pagina 7

PARTITO! È ufficialmente partito il Progetto Discepoli rivolto agli adolescenti. Pagina 8

L’ANNO DELLA FEDE Si aprirà il prossimo 11 ottobre l’Anno della Fede per riscoprire e valorizzare la fede dei credenti. Quale il contributo che potrà offrire il Movimento Giovanile Francescano di Sicilia? L'11 ottobre prossimo, con una solenne celebrazione in Piazza San Pietro, sarà aperto ufficialmente l'Anno della Fede, voluto da Benedetto XVI per riscoprire e valorizzare la fede dei credenti in Cristo Gesù, Salvatore del mondo. L’inizio dell’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo II (11 ottobre 1992). La coincidenza delle date è voluta. L'Anno della Fede, infatti, ha la missione di rivalutare il Concilio Vaticano II in quanto ancora non pienamente compreso ed attuato, e il Catechismo della Chiesa Cattolica in quanto compendio della dottrina cattolica, custodita e sviluppata lungo tutti i due millenni di vita della Chiesa. Detta così, sembrerebbe che l'Anno della Fede sia un anno da dedicare allo studio di documenti. E per certi versi sembra che questo sia il messaggio che è stato recepito da molti vescovi e parroci. Già si profilano all'orizzonte simposi, conferenze, dibattiti, cineforum, cicli di catechesi… con tanto di professori di teologia e non solo, a tutti i livelli e per tutte le capacità di comprensione. E ciò, personalmente, ci fa paura. Per carità, non che non sia importante approfondire i contenuti della nostra fede. Anzi. C'è troppa ignoranza al riguardo. Ma ciò che ci preoccupa è che questa abbondante pioggia vada a cascare sulle solite teste già bagnate oppure su chi ancora vive dei retaggi del catechismo dei fanciulli, confondendo la fede con il nozionismo puro e semplice. Newsletter - Ottobre 2012

Nel sesto capitolo del Vangelo secondo Giovanni troviamo una delle più belle espressioni di fede che la scrittura ci ha trasmesso. A Gesù che si rivolge con tono di sfida ai dodici, dopo che molti discepoli lo hanno abbandonato per la durezza del discorso sul pane di vita, Pietro risponde: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di 1


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vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (6,68-69). Ebbene, Pietro formula la sua professione di fede nel Santo di Dio con due termini che si susseguono e che, pertanto, indicano un percorso per tutti i credenti di tutte le epoche: credere e conoscere. Benedetto XVI, commentando questo brano all'Angelus dello scorso 26 agosto, citò, facendolo proprio, il commento di Sant'Agostino: «E noi abbiamo creduto e conosciuto. Non dice: abbiamo conosciuto e poi creduto, ma abbiamo creduto e poi conosciuto. Abbiamo creduto per poter conoscere; se, infatti, avessimo voluto conoscere prima di credere, non saremmo riusciti né a conoscere né a credere. Che cosa abbiamo creduto e che cosa abbiamo conosciuto? Che tu sei il Cristo Figlio di Dio, cioè che tu sei la stessa vita eterna, e nella carne e nel sangue ci dai ciò che tu stesso sei» (Commento al Vangelo di Giovanni, 27, 9). Ad aggiungere altro a quanto affermato da Sant'Agostino rischiamo di sminuire la portata delle sue parole: se avessimo voluto conoscere prima di credere, non saremmo riusciti né a conoscere né a credere! Poiché - aggiungiamo noi - conoscere Gesù non equivale a credere in lui. Anche satana conosce Gesù ed è capace di confessare pubblicamente che Egli è il Santo di Dio. I vangeli sono concordi nel riportare un episodio avvenuto all'inizio della vita pubblica di Gesù. Un uomo indemoniato, all'interno di una sinagoga, grida al suo indirizzo: Io so chi tu sei: il santo di Dio! (Lc 4,34). Eppure, a differenza di Pietro, anziché dire di credere in Gesù, lo allontana da sé. Conosce chi è Gesù, ma lo invita a tacere!

N E W S L E T T E R per credere e per far credere - con una evangelizzazione costante in Gesù Cristo, mediante un forte e perseverante incontro con Lui, laddove Egli è ed opera tangibilmente. E poi sia anche l'occasione per approfondire la conoscenza di Lui, del suo mistero e del suo insegnamento, custodito e promosso dal Magistero della Chiesa lungo i secoli, e ben sintetizzato nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Prima credere e poi conoscere: un percorso da coltivare personalmente e da proporre con la nuova evangelizzazione. È questo il migliore contributo che potremo dare come Movimento Giovanile Francescano di Sicilia alla Chiesa che si accinge a vivere l'Anno della Fede. Praticamente, siamo chiamati, noi che ci professiamo credenti e che abbiamo sul serio affidato la nostra vita a Gesù - mi riferisco particolarmente ai giovani delle Porziuncole, ma non solo -, a coltivare la fede con un perseverante incontro con Gesù nella preghiera, nell'ascolto della Parola, nell'Eucaristia celebrata e adorata e in un fattiva vita fraterna all'interno della comunità ecclesiale. In questo contesto di fede, non possiamo quindi eludere l'appello all'approfondimento della nostra fede, sia con l'autoformazione, poiché "non si dà formazione vera ed efficace se ciascuno non si assume e non sviluppa da se stesso la responsabilità della formazione" (Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 63), sia partecipando a tutte le proposte formative che particolarmente quest'anno perverranno dalle diocesi e dalle parrocchie, senza tralasciare i corsi della nostra Scuola di Evangelizzazione, vera spina dorsale della Proposta Formativa MGF.

Se sovrapponessimo idealmente l'affermazione di Pietro e quella dell'indemoniato, comprenderemo meglio, per contrasto, cosa significa credere: avvicinarsi a Gesù, anzi lasciarlo avvicinare fino ad entrare e stravolgere la propria vita. D'altronde il primitivo annuncio missionario che Gesù stesso rivolge alle folle e che affida ai suoi primi discepoli, così recita letteralmente: Il Regno di Dio si è avvicinato (a voi); convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1,15). E noi ben sappiamo che il Regno di Dio è la persona stessa di Gesù, crocifisso e risorto. Credere, dunque, significa andare incontro a Gesù che viene, si fa vicino a noi fino a caricarsi di tutto il nostro peccato, e accoglierlo nella propria vita come l'unico capace di liberare l'uomo dal peccato e dalla morte, l'unico Salvatore, Re e Signore. È questa esperienza di fede e di grazia, derivante dall'incontro personale con Gesù, la base di un'autentica conoscenza che si fa Sequela Christi, discepolato di Cristo. E tale incontro personale non può non avvenire laddove Gesù è realmente presente, vivo e operante: nella Parola e nell'Eucaristia, nella preghiera e nella comunione ecclesiale. E a ben vedere sono le quattro "perseveranze" della chiesa apostolica riportate da Atti 2,42 su cui abbiamo riflettuto lo scorso anno con la Proposta Formativa MGF. Pretendere, dunque, di camminare a ritroso, cioè dalla conoscenza al credere, o mettere sullo stesso piano le due cose, quasi che si equivalgano, è un atto ad alto rischio intrinseco di fallimento. Il rischio è quello che più volte sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI hanno paventato, quello cioè di confondere Gesù, il suo amore e la sua salvezza, con la dottrina e la morale cristiana. Infatti "all'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva" (Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 25 dicembre 2005, n. 1). L'Anno della Fede sia dunque per noi, innanzi tutto, l'occasione

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Riguardo l'evangelizzazione ordinaria e straordinaria mediante il Progetto Discepoli e le altre attività che ne derivano e che lo accompagnano, siamo chiamati ad intensificare la nostra attività missionaria affinché tanti giovani possano incontrarsi con Gesù e aver sete di conoscerlo, evitando le polemiche in tema di dottrina e di morale, sterili ed infruttuose. Pertanto andranno incentivate, oltre all'impegno personale nell'evangelizzazione ordinaria, quelle attività di "incontro" come i momenti di preghiera, di adorazione comunitaria e di ascolto della Parola (Lectio Divina o simili), le Notti di Nicodemo, le occasioni di testimonianza pubblica della propria conversione, i Worship-Concert del Gruppo Jubilate, la fondazione di nuove Porziuncole mediante la lodevole disponibilità alla missione e all'itineranza apostolica di quei giovani che lo Spirito Santo vorrà indicarci - come già avvenuto nel recente passato - e per cui ci impegniamo a pregare con perseveranza ogni giorno. Che l'Anno della Fede sia per tutti noi del Movimento Giovanile Francescano di Sicilia non un evento delimitato nel tempo, bensì un ulteriore stimolo ad accogliere sempre più Gesù in noi, rivitalizzando così il nostro battesimo, e ad approfondire la nostra fede cattolica, testimoniandola e diffondendola con impegno e perseveranza. fra’ Saverio Benenati

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DISCEPOLI FRANCESCANI DI CRISTO Non possiamo far passare sotto silenzio, in questa newsletter del mese di ottobre, la figura di riferimento del Movimento Giovanile Francescano che è appunto San Francesco, la cui festa cade appunto agli inizi del mese. Quando penso al poverello di Assisi, chissà perché, mi viene sempre alla mente la sua tomba, sotto le due maestose basiliche a lui dedicate nella cittadella umbra. Non tanto, però, il piccolo e sotterraneo locale a cui si accede dalla Basilica Inferiore, piuttosto il sarcofago vero e proprio che custodisce la cassa con le spoglie mortali del santo. Secondo gli storici, tale sarcofago di pietra, pesante dodici quintali, al cui interno è collocata la cassa funebre, fino alla seconda metà del 1400 era senza coperchio in modo tale che i fedeli, da una grata posta dinanzi l’altare maggiore della Basilica inferiore, potessero vedere la cassa e onorare il corpo del santo. A parere di alcuni, tale sarcofago di pietra altro non era, in origine, che un abbeveratoio. Non posso dire con certezza che tale ipotesi sia attendibile, ma a me piace, ogni volta che scendo nella cripta, vedere in esso proprio un abbeveratoio dal cui interno, da otto secoli, tracima l’acqua pura della vocazione francescana, dissetando tutti coloro che vi vogliono attingere. Lungo gli otto secoli che ci separano dalle origini del francescanesimo tante e forse anche superflue sono state le interpretazioni e le sovrapposizioni alla vocazione che Francesco ci ha lasciato in eredità. C’è chi ha voluto esaltarlo come modello di povertà, altri di fraternità, altri ancora di umiltà, di ecologismo, di ecumenismo… Tutte qualità vere, ma se prese a se stanti o facendole prevalere le une sulle altre, fanno semplicemente un torto a San Francesco e al suo carisma e alla spiritualità che dovrebbero contraddistinguere ogni francescano. Allora, quel sarcofago-abbeveratorio ogni volta mi ricorda che Francesco è questa sorgente inesauribile che continuamente riversa

Nullam arcu leo, facilisis ut

il suo contenuto che, come da ogni sorgente, si allarga e distribuisce in mille rigagnoli. Nessuno può dire che il rigagnolo che ha di fronte è tutta l’acqua o la vera acqua che proviene dalla sorgente. Esso ne è una parte, per quanto significativa, e non è né diversa né più o meno importante da quella che scorre in altri rigagnoli. Pertanto è proprio lì, da dove tutto sgorga, che puoi comprendere la vera vocazione e spiritualità francescana. È da san Francesco stesso, dalla sua persona, dalla sua vita, dai suoi gesti, dalle sue scelte radicali, dai suoi scritti, che si può capire chi egli era e cosa voleva per se e per i suoi seguaci come risposta alla vocazione-missione a cui Cristo stesso l’aveva chiamato.

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Francesco fu ed è, al pari della samaritana incontrata da Gesù al pozzo di Giacobbe (cfr Gv 4), uno che si è lasciato riempire da Cristo, acqua viva, fino a diventare a sua volta “sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14). Francesco non fa altro che restituirci Gesù. Egli è quell’abbeveratorio che contiene e distribuisce a profusione l’acqua stessa del Signore. Non è Francesco l’acqua che disseta, ma Cristo Gesù che ci raggiunge attraverso Francesco.

non poche volte, di accettare «un Cristo diminuito, ammirato nella sua umanità straordinaria, ma respinto nel mistero profondo della sua divinità» e, analogamente, «lo stesso Francesco subisce una sorta di mutilazione, quando lo si tira in gioco come testimone di valori pur importanti, apprezzati dall’odierna cultura, ma dimenticando che la scelta profonda, potremmo dire il cuore della sua vita, è la scelta di Cristo» (Discorso nella Cattedrale di San Rufino, 17 giugno 2007).

Confondere le cose è pericoloso. Pochi giorni or sono, al termine di un incontro di formazione, una responsabile di un gruppo giovanile francescano mi ha detto, in risposta alla mia proposta di un cammino centrato sul Vangelo: “Noi preferiamo fare un cammino più francescano, perciò abbiamo scelto di parlare di san Francesco, della sua storia, di quello che ha fatto…”. Personalmente sono persuaso che Francesco è stato Alter Christus, proprio per i motivi di cui sopra, e non si può parlare di Francesco senza parlare di Cristo. Ma, pur essendo Alter Christus, Francesco non è Cristo! È un modo per vivere la propria vita in Cristo, una via per vivere la vita evangelica, una missione all’interno della Chiesa.

Così, ancora, ritornano le parole di P. Raniero Cantalamessa nel discorso che ho citato sopra: «Scrive il Celano: “Vedendo che di giorno in giorno aumentava il numero dei suoi seguaci, Francesco scrisse per sé e per i frati presenti e futuri, con semplicità e brevità, una norma di vita o Regola, composta soprattutto di espressioni del Vangelo, alla cui osservanza perfetta continuamente aspirava. Ma vi aggiunse poche altre direttive indispensabili e urgenti per una santa vita in comune”. Le “poche parole”, messe per iscritto, comprendevano senza dubbio i testi evangelici che avevano colpito Francesco durante la famosa lettura del vangelo in una Messa e cioè i passi sull’invio in missione dei primi discepoli da parte di Gesù, con le istruzioni a non portare “né oro, né argento, né pane, né bastone, né calzature, né veste di ricambio”. Si pensa, non senza ragione, che parte di questi testi siano quelli contenuti nel capitolo primo della Regola non bollata. Ma queste non erano che esemplificazioni parziali. Il proposito vero di Francesco è racchiuso nell’espressione che si ritroverà in tutti gli stadi successivi della Regola e che il santo ribadirà nel Testamento: “vivere secondo la forma del santo Vangelo”. Il proposito è un ritorno semplice e radicale al vangelo, cioè alla vita di Gesù e dei suoi primi discepoli».

Ho scolpite nella mente e nel cuore le parole di P. Raniero Cantalamessa pronunciate dinanzi a un migliaio di confratelli riuniti in Assisi in rappresentanza dei frati di tutto il mondo e di tutte le denominazioni, in occasione dell’VIII centenario delle origini dell’Ordine: «Quando Francesco guardava indietro vedeva Cristo; quando noi guardiamo indietro vediamo Francesco. La differenza tra lui e noi è tutta qui, ma è enorme. Domanda: In che consiste allora il carisma francescano? Risposta: nel guardare a Cristo con gli occhi di Francesco! Il carisma francescano non si coltiva guardando Francesco, ma guardando Cristo con gli occhi di Francesco». (R. Cantalamessa, Osserviamo la regola che abbiamo promesso, conferenza tenuta in Assisi il 15/04/2009 in occasione del Capitolo delle Stuoie nell’VIII Centenario dell’approvazione della Regola di S. Francesco, n.1). Sembrerà, a prima vista, un gioco di parole, ma la differenza tra un modo e l’altro di vivere il francescanesimo è abissale. I francescani sono chiamati a testimoniare Cristo non Francesco e per farlo devono guardare, attingere, mettere al centro Cristo non Francesco. Francesco ci indica il modo di guardare a Cristo, di vivere il suo Vangelo e di annunciarlo nel mondo. Se perdiamo di vista Cristo, se non ci abbeveriamo alla sua acqua, rischiamo di trasformare Francesco in un suo sostituto o, peggio, come Benedetto XVI ha messo in guardia in diverse occasioni, di considerare Francesco un uomo che ha fatto delle scelte, per quanto profetiche, a prescindere da Cristo, dal suo Vangelo e dalla Chiesa stessa.

Perciò, se vogliamo onorare san Francesco, se vogliamo sul serio crescere e camminare come francescani nel mondo, dobbiamo tenere fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento (Eb 12,2) così come Francesco d’Assisi stesso ci ha indicato: Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni (FF 1239). Discepoli di Cristo secondo la vocazione di Francesco d’Assisi, questo è il discepolato francescano. fra’ Saverio Benenati

Il 17 giugno 2007, durante la sua visita ad Assisi, Benedetto XVI ha fatto il punto sulla corretta interpretazione della figura e del messaggio francescano. Il Papa ci ha ricordato che i cristiani rischiano,

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ALLE SORGENTI DEL MATRIMONIO Ogni corso della Scuola di Evangelizzazione ha sempre qualcosa di sorprendente. Non dirà, magari, cose nuove, sconosciute, ma il modo in cui sono comunicate fa la differenza. Così il Corso “Nozze di Cana” ha una caratteristica unica: si rivolge, come tutti gli altri corsi alla persona, all’individuo, ma nel caso specifico a quella creatura nuova che nasce dal sacramento del matrimonio, poiché non sono più due, ma una sola carne (Mc 10,8b). Ed è a questa unità, espressione e manifestazione dell’unione di amore trinitaria, che il corso si rivolge. Gli sposi che hanno partecipato al Corso che si è tenuto a Pergusa il 15 e 16 settembre scorso, grazie alla predicazione e alla testimonianza di Carlos e Carmen e di Enzo e Luisa, hanno potuto apprezzare e valorizzare il capolavoro di Dio che è la loro unione con il matrimonio sacramentale. A partire dalla Parola di Dio, sono state evidenziate le ombre che possono offuscare e, talvolta, mortificare l’unione coniugale, e viceversa le luci che qualificano e fanno esprimere in tutte le sue potenzialità il sacramento matrimoniale. Veramente il matrimonio è un grande dono di Dio e una vocazione che contiene in sé stesso una grande missione, la stessa missione della Chiesa che è la testimonianza e l’annuncio di Cristo che si traduce in fecondità, non tanto e non solo in riferimento alla prole, ma innanzi tutto nel completare l’altro – colui/colei che il Signore ci ha messi accanto per tutta la vita – affinché sia pienamente sé stesso, secondo il progetto di Dio, e nel generare il Signore nel mondo e nel contesto specifico in cui la coppia è inserita (famiglia, amici, comunità ecclesiale, ambiente di lavoro…). Se il Corso “Nozze di Cana”, nella sua struttura, ha proposto, come in una galleria di quadri, alcune figure bibliche di coppie per far risaltare, tra luci e ombre, la bellezza, la vocazione e la missione del sacramento matrimoniale, l’ultimo e più originale quadro è rappresentato da ogni singola coppia che ha partecipato al corso, chiamata da subito a manifestare al mondo, tra mille incomprensioni, difficoltà e attacchi da parte di una società “mordi e fuggi”, del “finché dura”, la grazia del sacramento del matrimonio che, appunto perché sacramento, si fonda e si regge unicamente nel Signore. A Lui, ogni giorno, la coppia è chiamata a donare tutta la propria “acqua”, cioè la propria umanità, i propri limiti, le proprie difficoltà… perché il Signore la trasformi nel “vino” della gioia, dell’accoglienza reciproca senza riserve, dell’unità e dell’indissolubilità, dell’annuncio e della testimonianza di un Amore che salva e continuamente ricrea l’uomo, gli sposi, la famiglia, la Chiesa… perché il mondo creda e si salvi per mezzo di Lui. Newsletter - Ottobre 2012

Accettare Gesù nella propria vita di coppia non garantisce l’assenza di difficoltà in un matrimonio. Ma se si decide di fondarlo sulla Parola di Dio allora sì che l’acqua che abbiamo versato nelle giare verrà trasformata in vino. Che Maria vegli sempre su di noi e interceda per noi ogni qual volta rischiamo di perdere la nostra acqua. Marianna e Walter

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Marineo si moltiplica! Un importante traguardo è stato raggiunto dalla Porziuncola di Marineo: venerdì 21 settembre, alla presenza di fra Giuseppe e fra’ Settimo della locale comunità religiosa francescana, è stata celebrata la Festa della Moltiplicazione. La Moltiplicazione è l’evento in cui una Porziuncola, avendo raggiunto un numero consistente di membri (di solito almeno una dozzina), genera un’altra Porziuncola costituita da una parte dei suoi già attuali membri. Ciò permette ad entrambe le realtà di poter vivere meglio e più approfonditamente gli incontri e così di evangelizzare con maggiore frutto. La Moltiplicazione, pertanto, è un evento di grazia, un traguardo atteso che manifesta il frutto dell’impegno nella crescita personale e nell’evangelizzazione. Un traguardo, in questo caso, raggiunto a quasi due anni dalla nascita della Porziuncola, costituita inizialmente da quattro giovani guidati da Salvatore Lo F a s o i l q u a l e , p u r a b i t a n d o a P a l e r m o , settimanalmente si è preso cura di dare stabilità e continuità a questa piccola realtà del Progetto Discepoli a Marineo. Il 18 marzo dello scorso anno la guida della Porziuncola viene passata a Maurizio Cangialosi, già membro dell’equipe della Scuola di Evangelizzazione MGF. Grazie al suo costante i m p e g n o n e l l a g u i d a d e g l i i n c o n t r i e nell’evangelizzazione, tanti giovani hanno intrapreso il cammino di discepolato cristiano, di cui alcuni, per questioni logistico-­‐terrioriali, si sono inseriti successivamente in alcune altre Porziunzole di Palermo. Ciò ha rallentato, ma non frenato, la corsa del Vangelo, che finalmente è approdata alla nascita di una nuova Porziuncola, anche in vista degli imminenti nuovi e numerosi ingressi, frutto della testimonianza costante, giornaliera, dei suoi attuali undici membri. La cosiddetta Porziuncola-­‐figlia, è stata affidata alla guida di Gianni Cangialosi, da mesi collaboratore di Maurizio e da cui ha imparato a servire con amore e fedeltà il Signore e i fratelli. Ad entrambi, così come a tutti i giovani discepoli di Marineo, auguriamo un perseverante cammino n e l l a s e q u e l a d i C r i s t o e nell’evangelizzazione, ricco di abbondanti frutti di conversione e di santità. 6

“Grandi cose ha fatto il Signore per noi…” (Sal 125, 3). È a te o Signore che va la lode ed il ringraziamento dal profondo del mio cuore per quanto hai operato all’interno della Porziuncola che mi hai affidato. Il percorso non è stato affatto facile, specialmente se ripenso al periodo che ha segnato l’inizio di questo splendido cammino… poche presenze e pure altalenanti! Ma qualcosa mi spingeva a NON MOLLARE. Una forza ed una grinta che solo Tu sei in grado di concedere a quanti sperano e confidano in Te. Così, passo dopo passo ci hai benedetti con l’arrivo di nuovi fratelli che ci hanno supportato e spronato ad andare avanti. Grazie a loro, mi sono reso conto che nulla era vano e che Tu stavi operando pur se con modi e tempi ben differenti dalle mie aspettative… “E il Signore mi donò dei fratelli..” (diceva San Francesco). Il tuo Spirito ed il Tuo Amore ci ha resi una famiglia nella quale incontro dopo incontro si sono succeduti momenti di gioia e altri di sconforto; lacrime e sorrisi. Sono testimone della crescita di ognuno dei fratelli che mi hai messo accanto e che molto timidamente e pieni di dubbi e perplessità hanno intrapreso la via del discepolato e che adesso sentono forte in se il bisogno di gridare ad altri che GESÚ È IL SIGNORE! Da qui, l’esigenza di un’imminente moltiplicazione per concedere ad altri fratelli di unirsi a noi per percorrere la via che conduce a Dio. Per tutto ciò che hai compiuto e per quanto continuerai a fare: GRAZIE SIGNORE! Maurizio

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ISCRIZIONI LAST-MINUTE DOMENICA 30 SETTEMBRE SONO STATE CHIUSE LE ISCRIZIONI AL 33° CONVEGNO NAZIONALE GIOVANI VERSO ASSISI. ONLINE SUL SITO WEB, L’ELENCO DEGLI ISCRITTI E I POSTI SUI PULLMAN ANCORA DISPONIBILI PER I RITARDATARI. Il 33° Convegno Nazionale Giovani verso Assisi si propone di continuare la riflessione sulla Nuova Evangelizzazione iniziata lo scorso anno. C’è, infatti, uno stile che contraddistingue l’andare per il mondo da parte dei discepoli di Cristo: il servizio e la lode. Come Francesco ottocento anni fa, così i giovani francescani di oggi vanno per il mondo con lo stile del servizio, testimoniando il proprio amore per Cristo nella carità fraterna, soprattutto verso i poveri e i sofferenti, e con la gioia di chi ha sperimentato che Dio è Amore ed eterna è la sua misericordia. All’interno delle maestose mura del Sacro Convento e delle sue Basiliche, i canti, le liturgie, le riflessioni e il confronto con i fratelli provenienti da tutt’Italia ci aiuteranno ad immergerci in una esperienza viva di Gesù, per renderci suoi fedeli discepoli e apostoli della gioia, come Francesco d’Assisi. Chiunque può partecipare al Convegno Nazionale: non occorre appartenere ad un gruppo o un movimento ecclesiale specifico, ma avere solo la volontà di mettersi in ascolto del Signore, pronti a non lasciar cadere invano ciò che Egli vorrà donarci. Il Convegno Nazionale è stato e continua ad essere da tre decenni luogo di incontro con Gesù, esperienza del suo Amore e di comunione fraterna, occasione di formazione al discepolato francescano e di discernimento per riconoscere e sostenere la propria vocazione-missione nella Chiesa e nel mondo. A presto!

LOGISTICA

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

MODALITÀ DI PAGAMENTO

VIAGGIO. Avverrà in pullman GT. Non saranno accettate richieste di partecipazione con mezzi diversi ad eccezione degli studenti e dei lavoratori con sede in altre regioni ovvero per giustificati motivi autorizzati dalla Segreteria.

240 EURO La quota di partecipazione comprende: - il viaggio a/r in pullman GT; - l’alloggio in pensione completa in hotel (in Assisi o in S. Maria degli Angeli) dalla cena del 31 ottobre alla colazione del 4 novembre; - Pranzi del 31 ottobre e del 4 novembre a cura della Segreteria regionale. -Spese di Segreteria. N.B.: i pasti lungo il viaggio a/r sono a carico dei partecipanti.

Tutti gli iscritti, entro e non oltre il 20 ottobre, dovranno versare il saldo della quota mediante

SISTEMAZIONE. In albergo con servizio di pensione completa dalla cena del 31 ottobre alla colazione del 4 novembre. Non si accettano iscrizioni con alloggio proprio. ETÀ. La partecipazione è riservata a quanti hanno compiuto 17 anni e non superano i 30. Non sono ammesse eccezioni se non preventivamente autorizzate dalla Segreteria. La Segreteria regionale si riserva di rifiutare le richieste non motivate e/o per altri motivi a giudizio della stessa.

VERSAMENTO SU CCP N.: 5505474 intestato a: Benenati Francesco Salita San Francesco sn - 90035 Marineo oppure mediante Bonifico Codice IBAN: IT32 U076 0104 6000 0000 5505 474 Le quote possono sempre essere consegnate a mano ai responsabili del SRPGV-MGF Sicilia sempre entro il 20 ottobre.

DALL’1 OTTOBRE è possibile iscriversi solo in base alla disponibilità di posti sui pullman. Prima di inviare nuove iscrizioni occorre pertanto controllare sul sito web l’eventuale disponibilità di posti sui pullman.

PROGRAMMA, INFO E ISCRIZIONI SU: WWW.MGFSICILIA.ORG Newsletter - Ottobre 2012

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CALENDARIO MGF 13 a Mazzarino Consiglio Regionale Gi.Fra. Ad ottobre riprende in varie città dell’isola l’Adorazione Eucaristica mensile dei giovani MGF. Per maggiori info sui luoghi e gli orari visita il sito mgfsicilia.org

14 a Caltanissetta . Assemblea Regionale Gi.Fra

19/21 a Marineo 3° Leader Conference

in evidenza 31 ottobr e

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4 novem 33° Conv bre egno Na zionale Giovani verso As sisi Sabato 6 ottobre, nella Chiesa parrocchiale San Giorgio Martire di Trentola Ducenta (Ce), Sr Rosa della Volpe emetterà i voti perpetui nella famiglia delle Suore Francescane Missionarie di Assisi. Ci uniamo alla gioia e alla lode per questo dono del Signore alla Chiesa, che abbiamo potuto gustare negli anni che Sr Rosa ha vissuto tra noi, anche al servizio dei giovani MGF-Sicilia. Tanti auguri!

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE E VOCAZIONALE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

Con la partecipazione di quasi una decina di responsabili locali del Disciples Project e di neo-­‐leader del Teen-­‐Disciples Project, ha preso il via ufficialmente, a fine settembre, il progetto di nuova evangelizzazione rivolto agli adolescenti. Saranno circa sei le sedi a fare da apripista al Progetto che ha l’ambizione, al pari di quello rivolto ai giovani, di diffondersi rapidamente in tutta la regione. Crediamo che il Vangelo abbia in sé stesso la capacità di cambiare e orientare il cuore non solo dei giovani e degli adulti, ma anche degli adolescenti, molto sensibili ai temi legati all’amicizia e all’amore, di cui Gesù ne è l’incarnazione spinta fino all’estremo e gratuito dono di sé. Come per il Disciples Project, anche per i Tenn-­‐Disciples i pilastri del progetto restano invariati, anche se adattati alla giovanissima età dei protagonisti: -­‐ Preghiera (personale e comunitaria) -­‐ Parola di Dio (ascoltata, pregata e vissuta) -­‐ Sacramenti (Riconciliazione ed Eucaristia) -­‐ Fraternità (vissuta all’interno e all’esterno del gruppo) -­‐ Evangelizzazione (con l’esplicito annuncio di Gesù) -­‐ Servizio (nella comunità locale e verso i più bisognosi) -­‐ Formazione (mediante le proposte locali e regionali) Gli adolescenti che daranno vita al progetto sono innanzi tutto quanti hanno partecipato la scorsa estate al Corso loro dedicato “Il primo incontro con Gesù” che fin da subito ha manifestato i suoi frutti. Infatti, molti adolescenti che hanno partecipato al corso estivo hanno dimostrato un riavvicinamento alla comunità ecclesiale e una maggiore sensibilità e partecipazione alla vita sacramentale e alla preghiera, con il desiderio di dar vita a qualcosa di nuovo che potesse dare continuità all’esperienza vissuta durante il corso, ma soprattuto al dono della Cresima che in tanti avevano da poco ricevuto. Preghiamo per tutti i neo-­‐leader del Teen-­‐Project e per quegli adolescenti che lo inizieranno, affinché possano accogliere con piena disponibilità l’abbondante pioggia di Grazia che il Signore vuole riversare in ognuno di loro, per essere strumenti del suo amore in ogni situazione, a partire dalla famiglia, i compagni di scuola e gli amici. Tutto il Movimento Giovanile Francescano di Sicilia è vicino a questi giovanissimi amici con la stima, l’amicizia fraterna e la preghiera. Buon cammino in Gesù con san Francesco!

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