Aprile 2016

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M O V I M E N T O

G I O VA N I L E

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Newsletter Mensile IL SANTO VANGELO Il Signore per mezzo di Francesco ci consegna un altro dono da custodire e far fruttificare nel nostro oggi: il Vangelo come mezzo per poter realizzare la nostra con-formazione a Cristo, nella Chiesa e con la Chiesa Pagina 1

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Aprile 2016 ALPHA YOUTH TRAINING COURSE Il 26 Giugno si terrà a Pergusa una giornata di formazione per iniziare gli Alpha Youth nella nostra Regione. Pagina 7

LA BACHECA Tutti gli appuntamenti MGF del mese di Aprile. Pagina 8

METTERE VITA NELLA NOTTE Ottanta giovani francescani hanno portato Gesù ai loro coetanei nelle piazze della movida di Paternò. Pagina 5

IL SANTO VANGELO Nella scorsa riflessione sul Testamento di san Francesco mi sono soffermato sul quarto dono che riceve dal Signore, i fra-­‐ telli. Il quinto dono, oggetto di questa ri-­‐ flessione, è “la forma di vita” secondo il santo Vangelo. In verità, come abbiamo già sottolineato, sono proprio i fratelli in un certo senso la causa di questo ulteriore passo in avanti della vocazione di France-­‐ Newsletter - Aprile 2016

sco. Come sempre, Dio per rivelarsi si serve di angeli-­‐messaggeri che nel caso di Francesco sono i primi frati che il Signore gli donò. Grazie ad essi, Francesco, che fino a quel momento concepiva la sua vocazione come personale e unica, di tipo eremitica o quasi, scopre invece che la sua vocazione e la sua missione nella Chiesa e nel mondo sono da condividere.

Tale scoperta non è frutto di un “incidente di percorso” o di una elaborazione e progetta-­‐ zione del tutto personale circa il suo futuro e di quello dei fratelli a lui donati dal Signore, ma di un profondo confronto con la Parola di Dio e di un discernimento affidato alla santa madre Chiesa Cattolica: «E dopo che il Signore mi dette dei frati, nessuno mi mo-­‐ strava che cosa dovessi fare, ma lo stesso 1


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Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la confermò» (Testamento; FF 116). Non pretendo di poter esaurire in poche righe la vasOtà dell’argo-­‐ mento e le sue notevoli implicazioni su cui sono staO scriQ nume-­‐ rosi tesO spirituali e formaOvi. Cercherò semplicemente di aRualiz-­‐ zare, nel suo dinamismo, questo dono che Francesco ci Oene a condividere, anzi a consegnare a tuQ coloro che ne vogliono se-­‐ guire le orme, anche nell’oggi della nostra epoca per noi del Mo-­‐ vimento Giovanile Francescano. È, a mio parere, molto interessante il non-­‐deRo da parte di France-­‐ sco: se a un certo punto del suo cammino vocazionale egli scopre che deve vivere secondo la forma del santo Vangelo, secondo quale forma di vita ha vissuto fino a questo momento? E badiamo bene, già Francesco ha abbandonato la casa paterna, ha già scelto la povertà e il servizio ai lebbrosi, ha già ricevuto il mandato mis-­‐ sionario da parte del Signore nella chieseRa di san Damiano… Scopriamo così che si può scegliere di vivere al servizio del Signore e dei poveri, senza però lasciarci guidare e trasformare dal Vange-­‐ lo. Com’è possibile? Lo dice anche Gesù ad uno scriba in un famoso episodio del Vangelo secondo Marco (cfr Mc 12,28-­‐34). Alla do-­‐ manda da parte dello scriba su quale fosse il comandamento più grande, Gesù risponde enunciando il comandamento dell’amore verso Dio e il comandamento dell’amore verso il prossimo. Lo scri-­‐ ba conferma la verità e la bontà della risposta di Gesù, rimarcando che l’amore per Dio e per il prossimo è superiore a qualunque olo-­‐ causto e sacrificio. Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". Non sei lontano, ma non ci sei neanche dentro, non lo possiedi e non ne sei posse-­‐ duto… Perché? Perché, ancora una volta, Gesù ci ricorda che il Re-­‐ gno di Dio non è quesOone di fare questo o quell’altro, per quanto sia santo, corrispondente al più grande dei comandamenO. Il Re-­‐ gno di Dio è un dono che riceviamo da Dio fruRo non tanto del nostro amore per lui e in lui per i fratelli, bensì del suo amore per 2

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noi. Inoltre, il metro di misura dell’amore chi lo stabilisce? L’uomo o Dio? Gesù dichiarerà alla fine della sua missione: “Questo è il mio comandamen-­‐ to: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12). Si può dunque correre il rischio di amare Dio e il prossi-­‐ mo non come Gesù ma come noi stessi, con il nostro caraRere limitato, con i nostri metri umani di misura dell’amore. Spesso si sente dire che per essere buoni crisOani basta fare del bene… Buona cosa è fare il bene, ma non occorre essere o definirsi crisOani per questo! Certo, fare il bene è buona cosa ma è, di-­‐ remmo, una legge naturale, in-­‐ scriRa nel cuore dell’uomo da parte del suo Creatore. Nel cap. 25 del Vangelo di MaReo, in quella solenne immagine del padrone che separa le pecore dalle capre e in cui vengono elencate le opere di misericordia corporale dalla cui aRuazione dipende la partecipazione o meno alla gloria di Dio, non viene richiesta l’ade-­‐ sione a Cristo. Il giudizio che viene lì espresso nei confronO di tuQ i popoli – quindi non solo su Israele e i crisOani, ma con essi anche i pagani – si basa sulla capacità tuRa umana di saper amare. Le ope-­‐ re di misericordia corporale riguardano appunto il corpo, la nostra umanità fisica. Non bisogna essere credenO per essere umani! Il nostro essere umani, il non tradire la nostra umanità, non ci fa per questo crisOani. Il crisOanesimo è portatore in sé di un umanesimo conforme al progeRo originario di Dio sull’uomo, ma non è deRo che un reRo umanesimo ci renda di per sé crisOani. Il primo ha il suo naturale sbocco nel secondo, ma solo nella misura in cui si sceglie di aderire a Cristo per mezzo della Fede in lui che, come dicono i Padri della Chiesa, si è faRo uomo perché l’uomo fosse divinizzato, si realizzasse il mirabile scambio in cui Dio si veste di umanità per rivesOre l’uomo di Dio, “poiché quan@ siete sta@ bat-­‐ tezza@ in Cristo vi siete rives@@ di Cristo” (Gal 3,27). Ecco ciò che a Francesco viene rivelato: deve rives@rsi dell’uomo nuovo (cfr Ef 4,24) e perfeHo, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo (cfr Ef 4,13). Le fonO biografiche ci narrano con abbondanza di parOcolari questo momento rivelaOvo. Francesco, all’arrivo dei primi fraO, viene preso alla sprovvista. Vogliono vivere come lui ha scelto di vivere, in povertà, penitenza e servizio agli ulOmi. Ma Francesco non si riOene affaRo un modello da imitare. Lui sta seguendo una ispirazione che sa venire dal Signore. È il Si-­‐ gnore che gli ha faRo cambiare roRa nella vita, convertendolo nel-­‐ l’incontro con il lebbroso. Ma il Signore non è una enOtà astraRa, l’ha anche incontrato e lo incontra quoOdianamente nelle chiese, nella Parola e nell’EucarisOa per mezzo dei sacerdoO. Quindi, fa l’unica cosa possibile: va in chiesa e interroga personalmente il Signore che gli si rivela nel libro dei Vangeli: «Francesco prese il libro dei Vangeli ancora chiuso e, inginocchiandosi davanO all'alta-­‐ re, lo aprì. E subito gli cadde soR'occhio il consiglio del Signore: Se Newsletter - Aprile 2016


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vuoi essere perfeHo, va' e vendi tuL i tuoi beni e distribuiscili ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo. Francesco, dopo aver leRo il passo, ne fu molto felice e rese grazie a Dio. Ma, vero adoratore della Trinità, volle l'appoggio di tre tesOmoni; per cui aprì il libro una seconda e una terza volta. Nella seconda, incontrò quella rac-­‐ comandazione: Non portate nulla nei vostri viaggi ecc.; e nella ter-­‐ za: Chi vuole seguirmi, rinunzi a se stesso ecc. Ad ogni apertura del libro, Francesco rendeva grazie a Dio, che approvava l'ideale da lui lungamente vagheggiato. Alla terza conferma che gli fu mostrata, disse a Bernardo e Pietro: “Fratelli, ecco la vita e la regola nostra, e di tuQ quelli che vorranno unirsi a noi. Andate dunque e fate quanto avete udito”» (FF 1431). I tre passi che cosOtuiranno la base radicalmente evangelica della regola di vita francescana – che Francesco definirà “forma di vita”, intendendola quasi fosse uno stampo su cui modellare la propria vita – riguardano il discepolato crisOano, il cui obieQvo ulOmo, come sappiamo, è la con-­‐formazione al Maestro: “Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato [= forma-­‐ to], sarà come il suo maestro” (Lc 6,40). Francesco, dunque, scopre che bisogna non solo essere umani, ma anche e sopraRuRo crisOani, cioè discepoli di Cristo fino a confor-­‐ marsi in tuRo a Lui. E questa conformazione umana e spirituale Francesco la raggiungerà nel monte de La Verna quando ormai pienamente unito spiritualmente al Maestro riceve anche nella carne il sigillo di tale conformazione nel dono delle sOmmate. Ma dobbiamo fare un passo in avanti. Come dice l’apostolo Pietro, nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione (2Pt 1,20). E Francesco non vuole correre il rischio di discernere, pensare e fare di testa propria. Il Vangelo non è sua proprietà personale, ma è un dono custodito e autenticamente interpretato dalla Madre Chiesa. Perciò ha bisogno che la Chiesa confermi tale ispirazione evangelica. Ecco perché la feci scrivere con poche parole e con sem-­‐ plicità, e il signor Papa me la confermò. Qualunque ispirazione e qualunque intenzione di vita, anche se han-­‐ no a fondamento la Parola di Dio, vanno sottoposte sempre a discernimento nella Chiesa e con la Chiesa. Lo abbiamo già spie-­‐ gato in altre occasioni: l’opera del discerni-­‐ mento ha bisogno del confronto (= mettersi di fronte), come il ventilabro che per separare il grano dalla pula ha bisogno che venga tenuto e solle-­‐ vato da due mani: una è quella di Dio e l’altra quella della Chiesa. Il rischio, come qualche volta si scorge in talu-­‐ ne decisioni, è che ci si arroghi per esempio dei doni e dei carismi Newsletter - Aprile 2016

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che gli altri non vedono affatto. Bisogna che sempre qualcuno ci aiuti a discernere ciò che viene da Dio da ciò che viene da noi, le ispirazioni (che vengono dallo Spirito) dalle seduzioni (che vengono dal demonio). E chi, più della Chiesa nella persona dello stesso Pa-­‐ store e Guida visibile, il Papa, può operare questo discernimento per un qualcosa che a poco a poco rappresenterà una vera rivoluzione nella Chiesa stessa? Francesco viene chiamato a rivivere e a rico-­‐ struire con il suo esempio l’originario disegno di Gesù per la sua Chiesa, cioè il discepolato-­‐missionario. A noi può sembrare qualcosa di scontato, ma non lo era ai tempi di Francesco e, ahimé, non lo è ancora oggi se Papa Francesco in tutta l’Evangelii Gaudium richiama ripetutamente i credenti a riappropriarsi della loro natura cristiana di discepoli missionari, di assumerne la mentalità e gli atteggiamen-­‐ ti: «In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario… Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sem-­‐ pre “discepoli-­‐missionari”. Se non siamo convinti, guardiamo ai primi discepoli…» (n. 120). SinteOzzando, possiamo affermare che il Signore per mezzo di Francesco ci consegna un altro dono da custodire e far fruQficare nel nostro oggi: il Vangelo come mezzo per poter realizzare la no-­‐ stra con-­‐formazione a Cristo, nella Chiesa e con la Chiesa. Assume-­‐ re il discepolato di Cristo, nell’ascolto obbediente del suo Vangelo, per assumere gli stessi senOmenO e aReggiamenO di compassione e di misericordia del Cristo, e allo stesso tempo la missionarietà per formare altri discepoli-­‐missionari. TuRo ruota aRorno al Van-­‐ gelo e all’interno di una comunità di discepoli-­‐missionari che è la Chiesa. Appunto come la ruota: ha bisogno di un asse centrale – il Vangelo – e di un oggeRo circolare ad esso legato in maniera equi-­‐ distante dai raggi – comunione ecclesiale – perché possa muoversi nelle strade del mondo. fra’ Saverio Benena@

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METTERE VITA NELLA NOTTE Ottanta giovani francescani hanno portato Gesù ai loro coetanei nelle piazze della movida di Paternò. La Chiesa esiste per evangelizzare (Paolo VI, Evangelii Nun@andi, n. 14). L’evange-­‐ lizzazione non è pertanto né ad appan-­‐ naggio di pochi, consacraO o laici, né un opOonal né il vezzo di qualche “esaltato”. «La presentazione del messaggio evange-­‐ lico non è per la Chiesa un contributo facolta@vo: è il dovere che le incombe per mandato del Signore Gesù, affinché gli uomini possano credere ed essere salva@. Sì, questo messaggio è necessario. È uni-­‐ co. È insos@tuibile. Non sopporta né indif-­‐ ferenza, né sincre@smi, né accomoda-­‐ men@. È in causa la salvezza degli uomini. Esso rappresenta la bellezza della rivela-­‐ zione. Comporta una saggezza che non è di questo mondo. È capace di suscitare, per se stesso, la fede, una fede che pog-­‐ gia sulla potenza di Dio. Esso è la Verità. Merita che l'Apostolo vi consacri tuHo il suo tempo, tuHe le sue energie, e vi sa-­‐ crifichi, se necessario, la propria vita» (Paolo VI, Evangelii Nun@andi, n. 5). Certamente evangelizzatori non ci si im-­‐ provvisa. Richiede una vita di fede, da discepoli, perché non si può dare ciò che non si possiede né si vive. Inoltre, se è vero che l’evangelizzazione è l’essenza stessa della Chiesa e che pertanto essa va declinata nella vita ordinaria di ogni fede-­‐ le, nelle sue relazioni quotidiane in fami-­‐ glia, nei luoghi di lavoro, studio e diverti-­‐ mento, è anche vero che come a cerchi Newsletter - Aprile 2016

concentrici essa deve raggiungere i “lon-­‐ tani”, quanti cioè hanno posto, consape-­‐ volmente o inconsapevolmente, una di-­‐ stanza tra la propria vita e la Vita in Cristo. Accanto, perciò, all’ordinario processo di evangelizzazione rivolto ad amici e colle-­‐ ghi, i giovani MGF non possono non an-­‐ nunciare Cristo anche agli “sconosciuO”, con metodo, mezzi e sOle idonei agli uo-­‐ mini e le donne del nostro tempo. Questa è infaQ la Nuova Evangelizzazione come l’indicò quasi un ventennio fa san Gio-­‐ vanni Paolo II. E così è tornata la sera del 5 Marzo a Pa-­‐ ternò la Night-­‐of-­‐Life, la proposta MGF per la Nuova Evangelizzazione dei giovani. Circa 80 giovani discepoli-­‐missionari pro-­‐ venienti da varie città della Regione si so-­‐ no dati appuntamento nel pomeriggio per un momento di preghiera e formazione e, dopo una frugale cena, un gruppo di essi si sono recati nelle piazze della città dove i giovani trascorrono le loro serate in com-­‐ pagnia degli amici per proporre loro un incontro personale con Gesù nella Chiesa della SS. Annunziata (ex-­‐monastero). Ai giovani che hanno incontrato hanno con-­‐ diviso brevemente la propria testimonian-­‐ za personale di conversione. In tanti han-­‐ no accettato l’invito e recandosi in chiesa hanno trovato ad accoglierli numerosi altri giovani che li hanno condotti ai piedi di Gesù Eucaristia. Tanti di essi hanno scelto

anche di sigillare questo incontro con Gesù con la confessione sacramentale dove hanno potuto sperimentare o riassa-­‐ porare – dopo anche svariati anni – la Mi-­‐ sericordia del Padre. L’indomani, Domenica 6 Marzo, presso una sala di un bar del luogo, si è tenuto un Happy Hour con alcuni dei giovani incon-­‐ trati in chiesa nella notte precedente e a cui era stato consegnato un esplicito invi-­‐ to. Un pomeriggio dove si sono intessute relazioni di conoscenza reciproca e di ami-­‐ cizia, tra dolci, bevande e musica dal vivo, a cui ha fatto seguito l’ascolto di un paio di testimonianze di giovani convertiti, un breve momento di preghiera e l’Arriveder-­‐ ci ad un prossimo incontro in cui far matu-­‐ rare il seme che è stato piantato in questi due giorni. Mentre, infatti, nella Night-­‐of-­‐ Life siamo chiamati semplicemente a spargere il buon seme del Vangelo, senza preoccuparci della “qualità del terreno”, adesso inizia il compito più impegnativo di coltivare il “terreno buono” in cui sono nati i primi germogli. Mentre i giovani MGF provenienO da altre ciRà sono tornaO alle loro case, per quelli di Paternò è iniziato il lavoro più arduo di custodire e colOvare le pianOcel-­‐ le appena nate. Li accompagniamo con la preghiera e li ringraziamo per la bellissi-­‐ ma e fraterna accoglienza che hanno sa-­‐ puto offrire a tuQ gli evangelizzatori. 5


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CRONACA DI UNA NOTTE Con queste parole cercherò di farvi vivere, nei limiti del possibile, l’esperienza che ho vissuto la notte di sabato 5 Marzo a Paternò. TuHo è iniziato da una semplice proposta: mi chiesero se ero disposta a trascorrere due giorni a Paternò per fare un'aLvità di evangelizzazione. PremeHo che subito mi sen@i molto entusiasta, ma avevo paura perchè sarebbe stata la mia prima volta e non sapevo esaHamente cosa dovevo fare, ma nonostante ciò, accet-­‐ tai. Ben presto arrivò il sabato, tuHo pronto: borsone, bibbia... tuHo ciò che poteva servire; ma effeLvamente non ero proprio in gran forma, avevo la bronchite. Potevo tranquillamente rima-­‐ nere a casa, curarmi e di conseguenza rinunciare a quest'espe-­‐ rienza; ma dalla mia bocca uscirono queste parole: “Signore, se tu mi hai chiamata a fare quest'esperienza, non sarà questo mio malessere a impedire che io stessa viva tuHo ciò”; e affidandomi con tuHo il cuore, andai. Arrivata lì, non ero ovviamente guarita, anzi posso dirvi che la situazione peggiorava. Per svolgere quest'attività ci siamo divisi in quattro piccole equipe. La prima di queste, formata da sette coppie: ogni coppia doveva andare per strada ad invitare giovani coetanei ad incontrare Gesù in Chiesa; la seconda, dedicata all’accoglienza, pronta proprio ad accogliere chi a sua volta aveva accettato l'invito ricevuto per in-­‐ contrare Gesù; la terza era costituita da ragazzi che pregavano per gli altri (per chi non conosceva Gesù, per coloro i quali dovevano andare fuori ad evangelizzare, per chi doveva accoglierli e per chi doveva cantare); la quarta, ma non meno importante, composta da un'equipe di musica e canto, dove si annunciava il vangelo at-­‐ traverso canti e proclamazione della Parola. Facevo parte dell'equipe dell'intercessione. Ma cosa dovevo dire a Gesù per più di tre ore consecu@ve? Di aprire i cuori di chi avrebbe ricevuto l'invito dei ragazzi?! Di mandare il suo Santo Spirito a chi doveva andare per strada e a chi doveva accogliere e a chi doveva cantare e annunciare il Vangelo?! Ma in un'ora avrò già finito di pregare.. e nel restante tempo che faccio?! Ques@ furono i miei pensieri. Ma non andò esattamente così. Per prima cosa, andai ai piedi di Gesù, abbandonandomi a cuore aperto; d'altronde quando ti trovi lì, ai suoi piedi, il cuore ti si spappola e non riesci a non pensare a

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quanto lui ti ama davvero. Gli affidai la mia missione, andai a se-­‐ dermi e iniziai per prima cosa a recitare il santo rosario. Successi-­‐ vamente iniziai a parlargli affidando davvero ognuno di noi e la nostra missione per lui. Dopo meno di 40 minuti, cominciai a vede-­‐ re i primi giovani in fila, con una candelina... stavano andando ai piedi di Gesù! È indescrivibile l'emozione che provai, perchè ave-­‐ vano accettato l'invito che Gesù stesso, tramite noi, ha fatto ed erano lì in fila ad aspettare il loro momento per inginocchiarsi ai suoi piedi. Osservando la coda che aumentava sempre di più, fino ad oltrepassare la metà della chiesa, ero incredula di fronte al fatto che erano tutti giovani, tutti coetanei, ed è una cosa molto bella, perchè hanno scelto Gesù per quel sabato sera, avendo co-­‐ munque davanti la possibilità di scegliere altro. Giovani che forse hanno incontrato Gesù per la prima volta quel sabato sera, giova-­‐ ni che probabilmente hanno inconsapevolmente detto “Eccomi Signore” e che hanno aperto la porta del loro cuore... È andata avanti così per tutta la serata ed io, osservando i giovani in fila e i loro evangelizzatori-­‐accompagnatori, intensificavo la mia preghie-­‐ ra. Sicuramente non tutti hanno accettato con grande semplicità, anche gli accompagnatori nel tempo dell'attesa hanno fatto un grande lavoro nel dialogare e predisporre i loro cuori anche ad una piccola apertura, ma Gesù è grande e immenso e a fine sera-­‐ ta, ai suoi piedi, c'erano tante candele, dove ciascuna indicava proprio il passaggio di un giovane e molti di loro hanno scelto di accogliere il dono della confessione, riconciliandosi sacramental-­‐ mente con uno dei sacerdoti presenti. La serata si è conclusa con una gioia nel cuore incredibile, ma uno dei momen@ più emozionan@ è stato proprio alla fine quan-­‐ do, in diversi momen@, si sono avvicina@ dei giovani dell'equipe dicendomi “Grazie, le tue preghiere sono arrivate”. Che altro aggiungere? La bronchite l'ho curata ed è andata via, ma il ricordo e l'emozione vissuta in quella noHe non la dimen@-­‐ cherò mai. Gesù è il nostro pastore, basta aprire il nostro cuore e lui fa tuHo il resto, senza mai deluderci. Nonostante la mia “incredulità”, Gesù mi ha faHo toccare con mano la sua grandezza, sussurran-­‐ domi “Ti devi fidare di me”. Auguro a tuL di vivere l'emozione che ho vissuto io. Ilenia Newsletter - Aprile 2016


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Il Movimento Giovanile Francescano di Sicilia ancora una volta si fa promotore dei più innovaOvi ed efficaci metodi di evangelizzazione. Si terrà infaQ a Pergusa, Domenica 26 Giugno, l’incontro di presen-­‐ tazione dei corsi Alpha e di formazione agli Alpha Youth. Alpha sono una serie di incontri interaQ-­‐ vi, cioè con la possibilità da parte dei par-­‐ tecipanO di intervenire sull’argomento, per esplorare i principi fondamentali della fede crisOana, in un ambiente sincero, libero e informale. Ogni incontro prevede sempre del cibo, un breve discorso (anche in video) e un dibaQto sull’argomento. Alpha può essere svolto in una chiesa co-­‐ me all’interno di un bar o perfino in casa, come ad esempio i Marriage Course desti-­‐ nati alle coppie di sposi o conviventi e che da circa due anni sono offerti in Sicilia an-­‐ che da alcune coppie di sposi MGF. Alpha Youth ha invece come destinatari privile-­‐ giati gli adolescenti e gli studenti. Alpha è il metodo di evangelizzazione più diffuso al mondo: coinvolge 168 nazioni, con 27 milioni di partecipanO. L’incontro di presentazione e formazione agli Alpha Youth del prossimo 26 Giugno a Newsletter - Aprile 2016

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Pergusa è desOnato a quanO vogliono conoscere il metodo e avviarlo nella pro-­‐ pria realtà locale. Alpha Youth è per gli adolescenti e i giovani e da essi va gestito. Pertanto si richiede che i partecipanti del training rientrino nella fascia d’età che va dai 15 ai 25 anni. L’incontro di formazione avrà inizio alle 9.30 e si concluderà alle 17.30. A seguire

sarà celebrata la S. Messa (i sacerdoO so-­‐ no pregaO di portare il camice per la cele-­‐ brazione). È richiesto un contributo spese che com-­‐ prende il pranzo di Euro 20,00 da conse-­‐ gnare all’arrivo. Per partecipare occorre iscriversi tramite il modulo online il cui link trovate nel sito mgfsicilia.org

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BACHECA MGF

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Sono aperte le iscrizioni al Corso Emmaus che si terrà a Pergusa dal 6 all’8 Maggio

8/10 Aprile a Pergusa Corso Nuova VIta

5 Aprile a Pergusa Inizio Marriage Course

Preghiamo per... i porziuncolini che stanno discernendo la propria possibile vocazione alla vita consacrata francescana; per i partecipanti al Corso Nuova Vita; per le coppie che inizieranno il Marriage Course a Pergusa; perché il Vangelo si diffonda con coraggio da parte nostra tra i giovani siciliani.

ADORAZIONE GIOVANI

CATANIA

CATENANUOVA

CENTURIPE

ENNA/PERGUSA MARINEO

Chiesa S. Francesco dʼAssisi

Chiesa S. Chiara

Chiesa Immacolata C.

Chiesa SS. Crocifisso

Giovedì 28 Aprile ore 19.30

Lunedì 11 Aprile ore 20.00

Venerdì 29 Aprile ore 20.30

PIETRAPERZIA

Giovedì 7 Aprile ore 20.30

NOTO

PALERMO

PATERNOʼ

Chiesa S. Francesco dʼAssisi

Basilica S. Francesco dʼAssisi

Chiesa S. Margherita

Venerdì 15 Aprile ore 21.00

Giovedì 21 Aprile ore 21.15

Giovedì 28 Aprile ore 19.30

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

Santuario S. Maria della Dayna Mercoledì 6 Aprile dopo la S. Messa delle ore 21.00

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

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