Marzo 2013

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Newsletter Mensile ALLE RADICI DELLA CHIESA Benedetto XVI con la sua rinuncia all’esercizio visibile del pontificato ha richiamato la Chiesa a saper andare alle radici della stessa da dove essa riceve linfa e vigore. Pagina 1

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QUANDO FRANCESCO LASCIÒ LA GUIDA DELL’ORDINE Pochi forse sanno che anche Francesco d’Assisi abbandonò la guida attiva dell’Ordine da lui fondato... Pagina 4

CORSO NUOVA VITA Ritorna ad aprile il Corso Nuova Vita, una esperienza di Dio capace di rinnovare la propria esistenza umana e cristiana. Pagina 5

APRIRÒ NEL DESERTO UNA STRADA Si è tenuto a febbraio il ritiro dei responsabili del Disciples Project. Pagina 6

LA BACHECA Gli appuntamenti del mese di marzo. Pagina 6

La solidità di una albero, la sua maestosità, la sua capaci-­‐ tà di produrre numerosi rami, foglie e frutti -­‐ pochi ci riflettono -­‐ non sono dovute a ciò che ap-­‐ pare alla vista, ma è direttamente propor-­‐ zionale alle sue radici. Un albero a cui vengono tagliate le radici è destinato a morire in brevissimo tempo. Un albero che ha poche radici o poco terreno su cui affon-­‐ darle e diffonderle, è destinato a una crescita debole e a produrre pochi e striminziti frutti. In un'epoca dell'immagi-­‐ ne quale è la nostra -­‐ ma a dir il vero ciò vale in tu?e le epoche -­‐ l'uomo pone a?enzione naturalmente e dà valore solo alle cose che appaiono all'evidenza dei sensi. Così, siamo portaC naturalmente a valutare il valore, la grandezza, la

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solidità, la prosperità della Chiesa dalla grandezza e capacità mora-­‐ li, intelle?uali e di governo dei suoi pastori, dal numero dei fedeli, dalle folle oceaniche dei grandi raduni, dal "peso" dei documenC del Magistero, dalle imponenC costruzioni o dalla solennità delle liturgie… Insomma, ai nostri occhi valgono per la Chiesa tuG i pesi e le misure di grandezza e solidità che usiamo per valutare le cose di questo mondo. Così accade che ci ritroviamo disorientati e confusi di fronte ad Papa che dichiara di rinunciare all'esercizio del ministero petrino di guida di tutta la Chiesa. D'altronde, già con Giovanni Paolo II, da molti definito alla sua morte "Il Grande", avevamo imparato a legare la grandezza della Chiesa alla grandezza di questo grande uomo. I milioni di fedeli che accorrevano lungo tutti i suoi viaggi per vederlo anche solo da lontano, per ascoltarne i vivaci insegnamenti, ma so-­‐ prattuto la presenza ai suoi funerali dei capi di quasi tutte le nazioni, non ci avevano forse abituato ad identificare la Chiesa con il Papa? Grande il Papa, grande la Chiesa! Più un Papa si spende per la Chie-­‐ sa, più la Chiesa risplende agli occhi del mondo! Al Beato Giovanni Paolo II è succeduta la figura fisicamente minuta di Benedetto XVI, ma quale grande colonna dell'intramontabile ma-­‐ gistero della Chiesa! Abbiamo imparato ad apprezzarne, giorno do-­‐ po giorno, le capacità di governo, la profondità del magistero, la strenua ricerca del dialogo religioso e dell'unità della Chiesa, l'in-­‐ transigenza in tante scelte contro corrente e soprattutto nel far puli-­‐ zia della tanta "spazzatura" che avevamo negli anni nascosto sotto il tappeto. Poco a poco, ma inarrestabile, Benedetto XVI ci è apparso in tutta la sua propria grandezza, di tutt'altra qualità rispetto a quel-­‐ la di Giovanni Paolo II, ma non per questo meno imponente. Abbia-­‐ mo contemplato nella sua persona e nel suo ministero la bellezza e la grandezza della Chiesa, il cui timone, tra bonacce e tempeste, stava in mani sicure: le potenze degli inferi, come promesso da Gesù, non con Benedetto XVI non avrebbero prevalso! È così che l'annuncio improvviso e inimmaginabile delle dimissioni del Papa ci ha geBato nell'immediato in una sorta di sgomento smarrimento. Il Papa che si riCra, abbandonando volontariamente il Cmone, ci ha fat-­‐ to piombare tuG nell’insicurezza. D'altronde, non è forse il Romano Pontefice una delle isCtuzioni religio-­‐ se e morali più solide e universalmen-­‐ te riconosciuta anche dai non cre-­‐ denC. Non è forse il Romano Pon-­‐ tefice l'unico grande riferimento morale -­‐ per quanto in-­‐ compreso o combat-­‐ tuto -­‐ che è rima-­‐ s t o a q u e s t a umanità? Anzi, il co mb aGmento aspro da parte di molC esponenC del laicismo mo-­‐ derno, che lo sot-­‐ topone ad una pe-­‐ 2

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renne sorta di marCrio, non lo fa risaltare e risplendere ancora di più agli occhi del mondo? Perciò, la sua "riCrata" è stata avverCta come una sorta di sconfi?a per tu?a la Chiesa. I giornalisC e gli opinionisC, anche ca?olici, non hanno perso tempo a collegare e imputare le dimissioni di Benede?o XVI al logorio degli ingranaggi della Curia Romana che è il braccio operaCvo del governo della Chiesa, come agli scandali che a tanC livelli feriscono e deturpano il volto bello della Sposa di Cristo. Il Papa ha dato le dimissioni per-­‐ ché sono venute in lui meno le forze fisiche per portare avanC le ba?aglie che ha intrapreso contro una parte della Chiesa che rema in direzione contraria a quella indicata dal Cmoniere...! Quanto voluto sia stato questo tentaCvo di destabilizzazione non possiamo dirlo -­‐ ma a pensar male ci si azzecca, dice un de?o non molto evangelico -­‐ ma sembra che qualcuno abbia goduto e pare non voglia desistere nel disorientare, spiazzare e finanche dividere i fedeli ca?olici, secondo l'equazione che se perfino il Papa ge?a la spugna, allora è la fine: fatelo pure voi! Non vedete come la Chiesa è divisa e fa acqua da tu?e le parC? Ormai è una isCtuzione, come quella del Papa che la rappresenta, desCnata a relaCvizzarsi sem-­‐ pre più fino a scomparire... E per giorni tanC credenC, pur assapo-­‐ rando le semplici e umili parole di Benede?o XVI che tentavano di chiarire meglio le profonde moCvazioni del suo gesto, percepivano una sorta di retrogusto amaro. Ma nei suoi ulDmi tre giorni di ponDficato, BenedeBo XVI ha di-­‐ mostrato di non aver mai abbandonato il Dmone della Chiesa e di averlo saldamente in pugno, scuotendo i fedeli dal senso di smarrimento in cui sembravano essere precipitaD. La Chiesa non è e non la fa il Papa! La Chiesa è il corpo di Cristo e a lui apparCene e ognuno la serve secondo la propria vocazione e le proprie possi-­‐ bilità per l'uClità comune! Così, nel suo congedo dal collegio cardinalizio, prendendo a presC-­‐ to le parole di Romano Guardini, ricorda a tuG che la Chiesa “non è un’is3tuzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”. La Chiesa è come un albero e ciò che la fa vivere e la sosCene, espandere e fruGfica-­‐ re, non è solo ciò che si vede, ma sopra?u?o ciò che c'è so?o, le sue radici: "Tu@ noi sappiamo, che la Parola di verità del Vangelo è la

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forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta fruGo, dovunque la comunità dei creden3 lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia." (Catechesi di Mercoledì 27 febbraio) La Chiesa, dunque, non si serve solamente lavorando alla vista di tuK, esponendosi in prima persona, ma anche nel nascondimento, aBaccandosi alle radici che la nutrono e le danno vita e vigore: "Sempre chi assume il ministero pe-­‐ trino non ha più alcuna privacy. Appar3ene sempre e totalmente a tu@, a tuGa la Chie-­‐ sa. Alla sua vita viene, per così dire, total-­‐ mente tolta la dimensione privata. Ho potu-­‐ to sperimentare, e lo sperimento precisa-­‐ mente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. […] Il “sempre” è anche un “per sempre” -­‐ non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare al-­‐ l’esercizio a@vo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimen3, confe-­‐ renze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. (ibidem) Servire la Chiesa di Cristo alle sue radici, quelle che non si vedono -­‐ la preghiera, il rimanere ai piedi di Gesù EucarisCa nell'offerta di sé, la meditazione della Scri?ura -­‐ non è meno importante di ser-­‐ virlo in prima linea, sul fronte visibile: "Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della pre-­‐ ghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro." (ibidem) La Chiesa è di Cristo e lo Spirito Santo ne è il motore e la guida: “Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo”. (ibidem) Sono forse queste le parole che riassumono il nocciolo della grande missione ed eredità che BenedeBo XVI lascia a tuBa la Chiesa, ai Cardinali e al suo successore nel ministero petrino. Gli uomini passano, anche i Papi, ma la Chiesa resta perché la sua vita e la sua fecondità sono date dalle radici a cui Benede?o XVI ha scelto di aggrapparsi con tu?o sé stesso per il bene della Chiesa e dell'umanità: "Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ul3-­‐

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ma tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tuGe le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità." (UlCme parole di Benede?o XVI da Pontefice all’arrivo a Castel Gandolfo)

Penso che questa scelta di BenedeBo XVI, fruBo di un aBento discernimento, sia anche un grande insegnamento per ogni cre-­‐ dente e ogni comunità ecclesiale. Di fronte alle sfide a cui oggi la Chiesa è so?oposta e, in parCcolare, l'impegno per il suo rinno-­‐ vamento alla luce del Concilio VaCcano II e quello della Nuova Evangelizzazione, non possiamo farci prendere dall'aGvismo tra-­‐ lasciando il fondamento di ogni agire e operare della Chiesa. La preghiera perseverante e l'unione sponsale con Gesù EucarisCa, la meditazione orante della Parola e della Croce di Cristo, la recita del Rosario e l'affidamento al suo Cuore Immacolato, sono il vero e unico motore dell'agire storico della Chiesa. Se con Giovanni Paolo II possiamo affermare che non c'è Nuova Evangelizzazione e, quindi, rinnovamento della Chiesa, senza un nuovo ardore, nuovi linguaggi e nuovi mezzi, grazie a Benede?o XVI dobbiamo riconoscere che quesC a nulla valgono senza la po-­‐ tenza di una perseverante preghiera che ci radica in Cristo e da cui deriva la perenne effusione dello Spirito Santo che è la vera e uni-­‐ ca linfa vitale della Chiesa. fra’ Saverio Benena3

LE NOTTI DI NICODEMO

Volgono al termine le Notti di Nicodemo, il ciclo di annuncio kerygmatico rivolto ai giovani che tanto successo ha riscosso lo scorso anno nelle due città di Palermo ed Enna che le hanno ospitate in via sperimentale. Gli incontri serali si stanno tenendo nella ci?à di Enna, presso la Chiesa di San Francesco, e a Mascalucia (Ct), presso l’ex-­‐convento e avranno la loro naturale conclusione al Corso Nuova Vita a cui si potrà iscrivere online a?raverso il sito anche chi non ha partecipato alle NoG. Tu?e le info a pagina 5.

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QUANDO SAN FRANCESCO LASCIÒ LA GUIDA DELL’ORDINE... Francesco d'Assisi non fu certamente un Papa, ma nel suo picco-­‐ lo, in quanto fondatore dell'Ordine dei Minori, era la guida e il riferimento sicuro per le migliaia di uomini e donne che in poco tempo ne abbracciarono la Regola e la missione. Forse pochi sanno che, ad un certo punto della sua vita, proprio quando l'Ordine aveva raggiunto un non indifferente peso in ter-­‐ mini di numeri e di diffusione sul territorio, Francesco scelse di abbandonare la guida dell'Ordine da lui fondato. Anche allora i seguaci di Francesco, come in quesC giorni i fedeli con la rinuncia di Benede?o XVI, avverCrono un senso di smarri-­‐ mento e di frustrazione. Fin da subito e sopra?u?o dopo la sua morte non furono pochi quelli che sollevarono sospeG di trame nascoste di potere, descrivendo un Francesco cacciato in un ango-­‐ lo e spinto a dare le dimissioni da Ministro Generale dell’Ordine da coloro che volevano una Regola meno rigida e un Ordine più clericalizzato. Accuse infon-­‐ date che, però, portarono ben presto a delle insa-­‐ nabili divisioni dell’Ordi-­‐ ne di cui se ne ha ricordo

in alcuni tesC delle FonC Francescane (ad esempio la Leggenda dei tre compagni su cui si basa anche il film “Francesco” dire?o dalla Cavani) e i cui strascichi si sono ingiganCC e protraG nei secoli, fin quasi ai nostri giorni, e che periodicamente hanno prodo?o ulte-­‐ riori divisioni e riforme dell’Ordine. Invece, come ci ricordano le numerose biografie, Francesco volle essere umile in mezzo ai suoi fratelli. Per conservare una più gran-­‐ de umiltà, pochi anni dopo la sua conversione, in un Capitolo cele-­‐ brato presso la Porziuncola, egli rassegnò le dimissioni dall'incarico di prelato, dicendo alla presenza di tu@ i fra3 convenu3: «Da ora io sono morto per voi. Ma ecco frate Pietro di CaGanio al quale io e voi tu@ obbediremo». Allora tu@ i fra3 presero a piangere forte e a lacrimare. Francesco si inchinò davan3 a frate Pietro e gli promi-­‐ se obbedienza e riverenza. Non solo volle essere soggetto al ministro generale, ma anche ai ministri provinciali. Infatti, in qualunque provincia soggiornasse o percorresse predicando, obbediva al ministro dl quella provincia. Più ancora, a maggior perfezione di umiltà, lungo tempo innanzi alla sua morte, disse una volta al ministro generale: «Voglio che tu affidi la cura che hai di me ad uno dei miei compagni. Gli obbedirò come a te stesso: ché per il buon esempio e la virtù dell'obbedienza io voglio che tu resti sempre con me, in vita e in morte». E da allora fino al suo trapasso ebbe sempre come suo guardiano uno dei compagni; e gli obbediva in luogo del ministro generale. (FF 1661-­‐1662) Ma per Francesco, l’unico e vero Ministro Generale dell’Ordine fu fin dall’inizio lo Spirito Santo. Voleva che l'Ordine fosse aperto allo stesso modo ai poveri e illeGera3, e non soltanto ai ricchi e sapien-­‐ 3. «Presso Dio -­‐ diceva -­‐ non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell'Ordine, si posa egualmente sul pove-­‐ ro ed il semplice». Avrebbe voluto inserire proprio questa frase nella Regola, ma non fu possibile perché era già stata confermata con bolla. (FF 779) Anche per so?olineare maggiormente il ruolo di guida dello Spirito Santo, volle e inserì nella Regola, prima della sua approvazione, che il Capitolo Generale si tenesse in coinciden-­‐ za con la festa di Pentecoste. Abbandonato il ruolo di Ministro Generale, libero dall'onere di governare l'Ordine, Francesco si dedicò a quella che fin dall'inizio della sua conversione riteneva essere la sua più profonda voca-­‐ zione: la preghiera e il servizio ai lebbrosi. Così, come ha de?o nei giorni scorsi Benede?o XVI, non abbandonò la croce, ma l'abbrac-­‐ ciò con maggiore forza e in una maniera nuova, fino ad esservi totalmente conformato nel monte de La Verna. La piena conformazione a Cristo crocifisso fu il migliore e più elo-­‐ quente insegnamento che Francesco lasciò all'Ordine e a tuG i francescani di tuG i tempi, non scri?o su carta o proclamato a voce, ma inciso nella sua stessa carne: non le opere, non le cariche di governo, non l'espansione numerica e territoriale dei fraC… ma l'essere Alter Christus è l'essenza, la grandezza e l'obieGvo della vocazione francescana.

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Ritorna dopo un anno la proposta del Corso Nuova Vita, un’esperienza unica per rinnovare la propria fede rifondandola nel mistero dell’amore di Dio e così iniziare un nuovo percorso di vita con Gesù. L’esperienza, a cui hanno già fatto richiesta di iscrizione numerosissimi giovani, si terrà a Pergusa, presso l’Oasi Madonnina del Lago, dalla sera di venerdì 12 aprile al pomeriggio di domenica 14 .

CORSO NUOVA VITA Il Corso Nuova Vita è un riCro biblico-­‐esperienziale vissuto in un week-­‐end in cui si fa esperienza della salvezza di Dio-­‐Padre a?ra-­‐ verso un incontro personale con Gesù risorto ed una nuova effu-­‐ sione dello Spirito Santo, che ci faccia nascere di nuovo, per vivere come figli di Dio ed eredi del suo Regno. Questo corso si chiama Nuova Vita perché Dio vuole fare di noi qualcosa di totalmente nuovo. Si tra?a di un laboratorio nel quale ognuno sperimenta la potenza e l’amore di Dio. Il protagonista non sei tu, né quello che tu puoi fare per Dio. Lui è l’artefice che C mo-­‐ della, come un vasaio fa con l’argilla, per trasformarC in una nuova creatura. La Vita Nuova in Cristo l’abbiamo tuG ricevuta con il ba?esimo, ma oggi è urgente e necessario riscoprire questo dono per fondare stabilmente la nostra fede e dare un orientamento nuovo alla no-­‐ stra esistenza. L’esperienza perciò offre nuovi orizzonC per nuovi percorsi di vita con Gesù e nella Chiesa-­‐comunità, luogo di espe-­‐ rienza di Dio, di condivisione del suo Amore e di partenza per l’evangelizzazione.

PROGRAMMA Venerdì 12 aprile Arrivi e sistemazioni nel primo pomeriggio 17.30: Inizio del Corso 20.00: Cena 21.30: II parte del Corso Sabato 13 aprile 7.30 Sveglia e colazione 8.30: III parte del Corso 13.00: Pranzo 15.30: IV parte del Corso 20.00: Cena 21.30: V parte del Corso Domenica 14 aprile 7.30: Sveglia 8.00: Preghiera comunitaria 8.30: Colazione 9.15: VI parte del Corso 13.00: Pranzo 15.00: S. Messa conclusiva e partenze (non prima delle 17.00)

Info e iscrizioni su: www.mgfsicilia.org

Sono cenCnaia i giovani che hanno partecipato a questo Cor-­‐ so e che, dopo di esso, tesCmo-­‐ niano che non si può più ritorna-­‐ re ad essere come prima. A par-­‐ Cre dal Corso in molC hanno cominciato un radicale cammino di discepolato di Cristo, sia en-­‐ trando nelle Porziuncole sia vi-­‐ vendo le successive esperienze della Scuola di Evangelizzazione (Corsi Emmaus, Giovanni, Gia-­‐ cobbe, Maria…). Non è mai troppo tardi per ini-­‐ ziare un nuovo percorso di vita in Gesù Via, Verità e Vita.

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CALENDARIO MGF 1-3 marzo ad Assisi Assemblea Nazionale pre-capitolare Gi.Fra.

a Caltanissett 10 marzo a atori im ionale an Incontro Reg ra. OFS e Gi.F formazione

NOTTI DI NICODEMO 4 e 18 marzo a Mascalucia

ADORAZIONE EUCARISTICA MENSILE

12 e 26 marzo ad Enna

in evidenza

Pergusa, 1 marzo Marineo, 6 marzo Catenanuova 7 marzo Catania 7 marzo Trapani 8 marzo Messina 14 marzo Palermo 19 marzo

12-14 aprile a Pergusa VITA CORSO NUOVA aperte!!! iscrizioni online

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org

APRIRÒ NEL DESERTO UNA STRADA Si è tenuto a Pergusa lo scorso 23 e 24 marzo un ritiro per i responsabili del Disciples Project (leader delle Porziuncole e dei Teen e i membri della Scuola di Evangelizzazione). Guidati dal tema proposto da Benedetto XVI per la Quare-­‐ sima di quest’anno, tra riflessione e preghiera, i partecipan-­‐ ti hanno avuto modo di approfondire il rapporto tra Fede e Carità che deve contraddistinguere l’essere e l’operare cri-­‐ stiano, sia a livello individuale sia di Chiesa nel suo insieme. La fede, infatti, nasce dall’Amore di Dio, come risposta ad esso riconosciuto in Cristo Gesù, e si esprime nell’amore per Dio e per il prossimo. La fede, infatti, si colloca al centro di questi due amori e così la vita del credente muove i passi dall’Amore di Dio per riversarlo nel cuore del fratello per-­‐ ché creda in Colui che Dio ha mandato. L’evangelizzazione, dunque, è fondamentalmente annun-­‐ cio e testimonianza dell’Amore di Dio, prima che a parole con i fatti e nella verità di Cristo. Niente contraddice mag-­‐ giormente la nostra fede e “scandalizza”, cioé ostacola la fede dei “piccoli”, che la mancanza di carità, sia all’interno che all’esterno della comunità ecclesiale. Il Disciples Project è perciò chiamato a contraddistinguersi sempre più come un progetto d’amore che si esprime nella gioia dell’esperienza dell’Amore di Dio sperimentato con-­‐ cretamente nell’amore fraterno e verso tutti.

il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE E VOCAZIONALE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

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