Maggio 2013

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M O V I M E N T O

G I O VA N I L E

F R A N C E S C A N O

Newsletter Mensile LA BUONA BATTAGLIA Non tirarsi indietro e non ritenere preziosa la propria vita e la propria reputazione, obbedendo a Dio e non ponendo impedimento allo Spirito Santo, sono le condizioni per cui la Parola di Dio è cresciuta, si è diffusa e ci ha raggiunto nel nostro tempo. Condizioni valide ancora oggi per chi è chiamato a combattere la buona battaglia della Nuova Evangelizzazione. Pagina 1

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Maggio 2013 CORSO NUOVA VITA

CAPITOLO PROVINCIALE 2013 P. Giambattista Spoto è stato eletto Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Sicilia per il prossimo quadriennio. Pagina 4

CATENANUOVA FA IL BIS È nata la seconda Porziuncola di Catenanuova. Pagina 7 WORSHIP A PEGUSA In preparazione della Festa del Crocifisso. Pagina 8

Grande partecipazione e fortissima esperienza di Dio al Corso Nuova Vita di aprile. Pagina 6

LA BACHECA Gli appuntamenti del mese di maggio. Pagina 8

La liturgia del tempo di Pasqua che s4amo viven-­‐ do, proprio all’inizio di questo mese ci sta facen-­‐ do ascoltare nelle le<ure della Messa, dal libro de-­‐ gli A@ degli apostoli, al-­‐ cuni capitoli interessan4 e dramma4ci della sviluppo della Chiesa nascente. Nella Chiesa in forte espansione a mo1vo della tes1monianza e dell’evan-­‐ gelizzazione da parte degli apostoli ma anche delle singole comunità e fedeli,

LA BUONA BATTAGLIA così come narrato da Luca nei primi capitoli degli A?, sono nate for1 preoccupazioni riguardo l’evangelizzazione dei pagani e il modo di accoglierli nella Chiesa. La Chiesa, nata in ambito giudaico, concepisce sé stessa come una sorta di “seDa” all’interno dello stesso giudaismo, chiamata a conver-­‐ 1re i discenden1 di Abramo alla fede in Gesù, Cristo e Signore. Pertanto gli aposto-­‐ li, che sono na1 e cresciu1 nella mentalità Newsletter - Maggio 2013

nazional-­‐religiosa del giudaismo e nono-­‐ stante tu? gli insegnamen1 del Maestro, non si sognano affaDo di annunciare di propria inizia1va il Vangelo ai pagani. Do-­‐ vrà, dunque, essere il Signore stesso a prendere l’inizia1va, spingendo Pietro a compiere un aDo che lo stesso capo della Chiesa fa difficoltà a comprendere appie-­‐ no. Così, mentre si trova a Giaffa, verrà convocato presso la sua casa da un pagano

di Cesarea, il centurione Cornelio, per po-­‐ ter ascoltare il rinomato annuncio dalla stessa bocca del suo paladino. Il suo di-­‐ scorso di Pietro è quanto di più contraddit-­‐ torio possa esserci rispeDo al grande man-­‐ dato (cfr Mt 28,19-­‐20) ricevuto dal Cristo di annunciare il Vangelo a tu? i popoli: …[Ge-­‐ sù] ci ha ordinato di annunciare al popolo e di tes8moniare che egli è il giudice dei vivi e dei mor8, cos8tuito da Dio (At 10,42). 1


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Pietro dice “al popolo”, intendendo il popolo di Dio, Israele, e non “a tu? i popoli”! Ma «Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tu@ coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venu8 con Pietro, si stu-­‐ pirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sen8vano infa@ parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: "Chi può impedire che siano baMezza8 nell'acqua ques8 che hanno rice-­‐ vuto, come noi, lo Spirito Santo?". E ordinò che fossero baMezza8 nel nome di Gesù Cri-­‐ sto» (At 10,44-­‐48). Di questo a<o, per cui per la prima volta i pagani entrano a far parte della comunità dei creden4, il capo della Chiesa sarà chia-­‐ mato, con toni dramma4ci, a renderne con-­‐ to all’assemblea apostolica. Così Luca ci rife-­‐ risce l’accaduto: «Gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che an-­‐ che i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: "Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!"» (At 11,1-­‐3). Essi che sanno bene quale era il mandato ricevuto dal Cristo, non osano rimproverare Pietro sul terreno “minato” dell’evangelizzazione, ma lo giudicano/condannano su un altro piano, quello dell’osservanza della Legge mosaica, degli usi tradizionali, del “si è sempre faDo così”, del non pensare alle cose che ci appartengono e ci contraddis1nguono, dell’aver agito senza permesso…: Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro! Gesù aveva detto che c’è più gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non han-­‐ no bisogno di conversione (Lc 15,7), eppure in questi “apostoli e fratelli” non c’è alcuna gioia, anzi: non c’è curiosità, non c’è desiderio di ascolto, di dialogo e confronto, ma solo il rimpro-­‐ vero per non aver chiesto il permesso, per aver fatto qualcosa di non già approvato e codificato da tutti… Pietro viene così costretto a rendicontare tutto con ordine, ma conclude dicen-­‐ do: Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per por-­‐ re impedimento a Dio? (At 11,17). Pietro, che tante volte, con il suo cuore di pietra e la sua testa cocciuta, aveva sperimentato il fallimento per la sua infedeltà al Signore, dopo la risurrezione del Cristo, memore della lezione, aveva fatto dell’obbedienza a Dio il suo programma di vita. Già una prima volta, di fronte al sinedrio che voleva impedirgli di predicare e operare nel nome di Gesù, Pietro aveva detto: "Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascolta-­‐ to" (At 4,19-­‐20). Così pure una seconda volta: "Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (At 5,29). Ora, di fronte al “sine-­‐ drio” cristiano, costretto a rendere conto del suo operato nel nome di Cristo, non esiterà a riconfermare la sua obbedienza a Dio: chi ero io per porre impedimento a Dio? 2

«All'udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio» (At 11,18), ma è solo una gioia apparente e, sopra<u<o, momen-­‐ tanea. Ben venga che i pagani diven1no cris1ani, ma occorre cer-­‐ tamente inquadrarli, meDerli in riga, assoggeDarli a quella menta-­‐ lità che finora ha contraddis1nto il gruppo: insieme alla novità del Vangelo dovranno obbedire agli usi e costumi – vecchi e supera1 – dei padri, della tradizione…! Non saranno di certo gli “ul1mi arri-­‐ va1” a doverci insegnare cosa è giusto e cosa non lo è, cosa è u1le e cosa è superfluo, ma, sopraDuDo, non permeDeremo loro di minare la nostra iden1tà, fruDo di una tradizione millenaria che affonda le sue radici nella fede di Abramo…! Non basta, perciò, la fede in Cristo per essere e dirsi cris1ani, ma occorrono la circonci-­‐ sione, l’osservanza della Legge mosaica, delle prescrizioni riguardo alla purezza dei rappor1 con gli altri, dei cibi, ecc. La fede può cer-­‐ tamente salvare, ma ciò che conta è l’iden1tà elitaria del gruppo. E così, l’annuncio del Vangelo ai pagani che doveva essere una vera e propria condivisione del dono gratuito di Dio per portare gli uo-­‐ mini a Lui, lo si vuol far diventare un mezzo, da vendere a caro prezzo, per portare gli uomini al gruppo. Chi ne farà maggiormente le spese di questa mentalità chiusa e legalis4ca sarà l’apostolo Paolo che si vedrà costre<o, ben presto, a rendere conto all’assemblea apostolica del suo peculiare rap-­‐ porto con i pagani verso i quali, insieme a Barnaba, aveva annun-­‐ ciato con grande libertà ed efficacia il Vangelo (cfr At 13-­‐14). «Ora alcuni, venu8 dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: "Se non vi fate circoncidere secondo l'usanza di Mosè, non potete essere salva8". Poiché Paolo e Bàrnaba dissen8vano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale ques8one». (At 15,1-­‐2) Newsletter - Maggio 2013


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È il primo Concilio della storia della Chiesa nel quale, grazie al-­‐ l’opera di discernimento dello Spirito Santo, si sancisce la piena libertà da parte dei pagani riguardo alla Legge di Mosé, non impo-­‐ nendo loro, da parte della Chiesa, altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffoca8 e dalle unioni illegi@me (At 15,28-­‐29). Il lupo, però, perde il pelo ma non il vizio: nonostante la decisio-­‐ ne conciliare di fa<o rappresen4 il “via libera” all’evangelizzazio-­‐ ne dei pagani e alla loro piena libertà rispe<o alle tradizioni, usi e costumi giudaici, Paolo sarà con4nuamente ostacolato, calunnia-­‐ to e amareggiato dalla fazione dei giudeo-­‐cris1ani i quali formal-­‐ mente approvano la decisione ufficiale, ma nei fa? seminano di-­‐ scredito nei confron1 di Paolo e confusione nei fedeli di quelle comunità cos1tuite dall’apostolo in prevalenza da ex-­‐pagani. Lo stesso Pietro, capo della Chiesa e che quindi avrebbe dovuto farsi primo garante delle decisioni conciliari, si renderà invece ipocrita-­‐ mente complice di questo movimento an1-­‐paolino. Sarà lo stesso Paolo a descrivere l’episodio nella sua leDera ai Gala1 (2,11-­‐14): «Quando Cefa venne ad An8òchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infa@, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per 8more dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò a@rare nella loro ipocrisia. Ma quando vidi che non si comportavano reMamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tu@: "Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi co-­‐ stringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?"».

Paolo è consapevole della sua personale vocazione e non si la-­‐ scerà in alcun modo distrarre da quella missione, gravida di sof-­‐ ferenze, che aveva ricevuto anni prima sulla via di Damasco: «egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché por8 il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quan-­‐ to dovrà soffrire per il mio nome» (At 9,15-­‐16). Ostacolato dai giudei-­‐cris1ani, messo in difficoltà da Pietro che non vuole scontentare nessuno, tradito anche dall’amico e compa-­‐ Newsletter - Maggio 2013

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gno di missione Barnaba, avrebbe avuto, insieme a ques1, tan1 altri mo1vi per dedicarsi a salvaguardare personalmente e far cre-­‐ scere le sue amate comunità per le quali avrebbe dato la sua stes-­‐ sa vita (cfr 1Ts 2,8). Invece, l’apostolo delle gen1, più coerente-­‐ mente di Pietro, si soDomeDe allo Spirito Santo e lascia persino le comunità da lui fondate e il medio-­‐oriente per obbedire ad un disperato grido che lo raggiunge nel pieno della sua missione: Vie-­‐ ni in Macedonia e aiutaci! (At 16,9). Quello che sembra un abban-­‐ dono è, invece, l’inizio dell’evangelizzazione dell’Europa a cui pre-­‐ sto si sarebbe aggiunta la predicazione di Pietro e la tes1monianza di mol1 giudeo-­‐cris1ani dal versante di Roma. Paolo, insieme ad alcuni discepoli provenien1 dal paganesimo, tra cui Timoteo, lascia l’Asia Minore per inoltrarsi nel con1nente europeo, dove nasce-­‐ ranno, sia pure tra altre difficoltà, le comunità di Filippi, Tessaloni-­‐ ca, Berea, Atene, Corinto… Ai vescovi dell’Argentina riuniti in assemblea così ha scritto nel suo messaggio, lo scorso 20 aprile, Papa Francesco: «Una Chiesa che non esce fuori da se stessa, presto o tardi, si ammala nell’atmosfe-­‐ ra viziata delle stanze in cui è rinchiusa. È anche vero che ad una Chiesa che esce le può accadere ciò che può accadere ad una perso-­‐ na quando va per strada: avere un incidente. Di fronte a questa al-­‐ ternativa, voglio dire francamente che io preferisco mille volte una Chiesa che ha sofferto un incidente che una Chiesa malata». Ieri come oggi, i vari apostoli “delle gen1”, gli apostoli della libertà evangelica, di una chiesa libera dai condizionamen1 umani e dallo storico ingessamento is1tuzionale, subiscono “inciden1”. È natura-­‐ le che ciò avvenga. Ogni apostolo di Cristo deve meDerne in conto il rischio e saperlo affrontare: «Voi sapete come mi sono comporta-­‐ to con voi per tuMo questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tuMa umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insi-­‐ die dei Giudei; non mi sono mai 8rato indietro da ciò che poteva essere u8le, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case… So soltanto che lo Spirito Santo, di ciMà in ciMà, mi aMesta che mi aMendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare tes8monian-­‐ za al vangelo della grazia di Dio» (cfr At 20,18-­‐24). Non 4rarsi indietro e non ritenere preziosa la propria vita e la propria reputazione, obbedendo a Dio e non ponendo impedimento allo Spirito Santo, sono le con-­‐ dizioni per cui la Parola di Dio è cresciuta, si è diffusa e ci ha raggiunto nel nostro tempo. Ancora oggi, nel con-­‐ testo e nell’urgenza della Nuova Evangelizzazione, frena-­‐ ta in vari modi anche da cer1 ambien1 ecclesiali – 1mo-­‐ rosi di perdere qualcosa del proprio “glorioso passato” che più non esiste assumendosi il rischio dell’uscire fuori dai propri recin1 – nonché dalla cultura laicis1ca del mondo di oggi, occorre che ognuno si assuma personalmente le proprie re-­‐ sponsabilità di fronte a Dio e agli uomini perché, con serena co-­‐ scienza, al termine della propria corsa, ogni discepolo fedele possa presentarsi al padrone della messe ripetendo le parole dell’aposto-­‐ lo Paolo: «Ho combaMuto la buona baMaglia, ho terminato la cor-­‐ sa, ho conservato la fede» (2Tm 4,7). fra’ Saverio Benena8 3


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CAPITOLO PROVINCIALE 2013 Si è tenuto dal 29 aprile al 3 maggio 2013 la prima parte del Capitolo ordinario della Provincia “Ss Agata e Lucia” di Sicilia, pres-­‐ so la nostra Oasi Francescana di Pergusa (EN) presieduto dal Vicario Generale fr Jerzy Norel. Erano presen1 anche l'Assi-­‐ stente generale Cimp fr Joaquin Agesta, fr Valen1no Redondo nella qualità di Visitato-­‐ re generale e il Custode del Messico fr Josè Luis Alcantar. Al Capitolo hanno partecipa-­‐ to 21 Delega1 e 9 aven1 diriDo. Il Capitolo si è aperto lunedì 29 con una meditazione spirituale del Vescovo di Cal-­‐ tagirone Mons. Calogero Peri, Ofm Cap, dal tema: tes8monianza e profezia dei figli di Francesco. Nella giornata di martedì e mercoledì si sono leDe le relazioni e tenu1 i gruppi di studio per la verifica del quadriennio. Nella ma?nata di giovedì 2 maggio hanno eleDo i l

Ministro provin-­‐ ciale 63 fra1 su 71 vocali. È risultato eleDo FR GIAM-­‐ BATTISTA SPOTO (I mandato) che s u c c ed e a f r Angelo Busà. Fr Giamba?sta di anni 72 ha t r a s c o r s o buona parte del suo servi-­‐ zio pastorale e francescano in Messico accompagnando la nascente missione. È stato Ministro provinciale di Sicilia dal 1988 al 1994 e Custode della Custodia del Messico “Nuestra Senora de Guadalupe” dal 2002 al 2010. Rien-­‐ trato in Provincia nel 2011 ha segui-­‐ to il gruppo del R i n n o v a m e n t o dello Spirito al fianco e dopo la morte (gennaio 2012) del P. Mat-­‐ teo Gregorio La Grua. Prima dell'ele-­‐ zione del Defini-­‐ torio Provinciale il Capitolo ha approvato le linee proget-­‐

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t u a l i scaturite dalla verifica del qua-­‐ driennio che serviranno come traccia di lavoro per l'instrumentum laboris della seconda parte del Capitolo. Nella giornata di venerdì 3 maggio è stato eleDo il Definitorio provinciale: fr Se@mo Suriano (Vicario); fr Salvatore Corsaro (Segretario); fr Antonio Milazzo, Biagio Aprile e Giusep-­‐ pe Catalano Consiglieri (tu? al loro primo mandato); fr Vincenzo Seidita, Economo Provinciale (fuori dal Definitorio). Prima della conclusione delle azioni capito-­‐ lari si è confermato che la seconda parte del Capitolo si terrà nella stessa sede di Pergusa dal 24 al 28 giugno 2013. fr Paolo Fiasconaro Resp. Ufficio Stampa del Capitolo Newsletter - Maggio 2013


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CORSO NUOVA VITA Ancora un’esperienza forte dell’amore di Dio, che mai si stanca di usare misericordia, per circa 90 giovani prove-­‐ nienE da tuFa la Sicilia che a Pergusa hanno partecipato al Corso Nuova Vita della Scuola di Evangelizzazione Sant’An-­‐ drea del Movimento Giovanile Francescano di Sicilia. I venti giovani dell’Equipe della Scuola di Evangelizzazione MGF-­‐Sicilia hanno ripropo-­‐ sto per l’ottava volta l’esperienza del Corso Nuova Vita a cui hanno partecipato quasi novanta giovani provenienti da varie città dell’isola che come aquile hanno avuto l’op-­‐ portunità di rinnovare la propria giovinezza grazie alla Parola del Signore e la potenza dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose.

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Ancora una volta abbiamo potuto sperimentare che è il Signore che compie meraviglie e permeDe anche agli apostoli stanchi e dub-­‐ biosi di riempire le re1 di nume-­‐ rosi buoni pesci. L’elevato nume-­‐ ro dei partecipan1, infa?, aveva ingenerato qualche perplessità nella buona riuscita ed efficacia dell’esperienza proposta. Inve-­‐ ce, come sempre, il Signore ha operato con potenza e con paziente delicatezza, parlando al cuore di tu?, personalmente, in modi e tempi diver-­‐ si, ma sempre con grande efficacia.

che nei giorni successivi sono state condivise online e che è possibile leggere Al termine del Corso nel nostro sito web. Miracoli di conversione alcuni giovani han-­‐ vera e profonda, fruDo solo dell’azione po-­‐ no condiviso la pro-­‐ tente dello Spirito Santo, come il giorno di pria tes1monianza, Pentecoste, e di una equipe affiatata che ha aDestando la tra-­‐ saputo esaltare i carismi e i ministeri di ogni sformazione che il suo membro per il bene di tu? i parteci-­‐ Signore ha operato pan1. Anche questa volta, infa?, nel “cena-­‐ nel loro cuore e colo” dell’Oasi Francescana di Pergusa ove si nella loro vita per è tenuto il Corso, abbiamo assis1to all’ab-­‐ un nuovo inizio ba?mento di porte finora chiuse alla Gra-­‐ come uomini e zia, al Vento impetuoso dello Spirito che ha donne nuove. rovesciato mentalità e s1li di vita lontani Molte di più sono dalle logiche del Vangelo, al Fuoco che illu-­‐ le tes1monianze mina, riscalda e purifica i cuori. Alleluia! Newsletter - Maggio 2013


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Festa della MolEplicazione a Catenanuova. Nasce così la seconda Porziuncola dopo due anni di discepolato intenso e perseverante.

CATENANUOVA FA IL BIS Venerdì 26 aprile la Porziuncola di Catenanuova ha vissuto l'espe-­‐ rienza della Mol1plicazione, cioè il momento in cui una Porziun-­‐ cola che ha raggiunto un certo numero di membri ne genera un'altra da sé stessa. Nel caso di Catenanuova, la Porziuncola-­‐ madre, nata nel gennaio 2011, mediante un processo lento ma fecondo di evangelizzazione, ha raggiunto nelle scorse se?mane il traguardo di una dozzina di membri, mentre altri giovani sono al momento accompagna1 per un prossimo ingresso all'interno del ProgeDo Discepoli. La Mol1plicazione, pertanto, non è ridu?vamente un momento di divisione tra la Porziuncola-­‐madre e la Porziuncola-­‐figlia, ma un momento di festa dove si ringrazia il Signore per il dono dei fratelli, si fa memoria delle meraviglie di Grazia che ha operato nel tempo e ci si affida a Lui perché con1nui ad usarci per la sua opera di salvezza. Se si portasse indietro il rullino del tempo, immaginando il nostro percorso di ques1 due anni all'interno di una macchina fotografica, trovereste solo anime in piena tempesta, talvolta in preda al panico, e "sana" convinzione. Durante la Festa della Mol1plicazione, aDraverso le condivisioni di ciascun membro, abbiamo avuto modo di rivivere il nostro discepolato, come se d'un traDo la macchina si ritrovasse senza memoria sufficiente e proponesse tra? di espe-­‐ rienze passate. Così ognuno di noi ha potuto scegliere la sua foto e raccontar-­‐ ne la storia ai fratelli riportandola nuovamente in vita. Dalle condivisioni è emerso che spesso guardiamo le cose che ci accadono da una prospe?va molto personale e limitata e solamente quando le guardiamo da una prospe?va diversa si capisce che i fa? avvengono tu? nella stessa modalità e che siamo noi ad ingigan1rli o sminuirli a seconda del punto da cui me?amo a fuoco. Ci si accorge, così, che nel nostro non lontano passato non avevamo in mano elementi sufficienti per tirare le somme sul nostro credo, ne una piena e vera coscienza del nostro rapporto con Dio. Spesso siamo stati vittime solo di un'amara visione: Dio osserva gli uomini e non li aiuta; ci punisce e ci condanna. Solo dopo aver faDo esperienza personale di un Dio vivo, che ama e perdona, si è potuto affermare con certezza: "Lui non è questo... Lui non è un Dio che condanna o punisce… Dio è amore!". Noi spesso siamo prigionieri delle nostre paure, dei dubbi, del nostro passa-­‐ to e del nostro futuro. Ciò che invece dovremmo guardare con aDenzione è il nostro presente. Così la Porziuncola ci ha aiuta1 a capire che non è il singolo ad aDraversare momen1 difficili fa? di sconforto, confusione e dolore, ma un po' tu? anche se a livelli diversi. Però è stato proprio lo stare insieme, aDorno a Gesù-­‐Parola e Gesù-­‐Eucaris1a, anche nei momen1 di buio, a farci prendere consapevolezza che non siamo soli, che in ognuno di noi c'è un talento e che sta a noi scoprirlo e valorizzarlo. Il Vangelo è arrivato a noi e noi siamo chia-­‐ ma1 a portarlo ai lontani. La stessa nostra vita non è forse un dono che ci è stato dato? Gesù è qui in mezzo a noi, tocca ad ognuno di noi scegliere chi si vuole essere. Così ora, ancor più numerosi, sia pur in due Porziuncole diverse, con1nuere-­‐ mo a riunirci nel nome di Cristo affinché quel cocciuto peccatore impaurito che ognuno di noi è stato possa oggi cos1tuire su questa terra un piccolo an-­‐ golo di Paradiso dove ogni uomo possa incontrare Dio e il suo Amore. Amen. Newsletter - Maggio 2013

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CALENDARIO MGF

12 maggio a Paternò Festa del Sì - Gi.Fra.

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CONCERTO-WORSHIP A PERGUSA

a gio a Casert Gi.Fra. 24-26 mag o Nazionale rn te ra F lo Capito re Pre-capitola e Assemblea

ADORAZIONE EUCARISTICA MENSILE

Catania 2 maggio Catenanuova 3 maggio Marineo 8 maggio Messina 9 maggio Trapani 10 maggio Pergusa 11 maggio Palermo 21 maggio

in evidenza

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE E VOCAZIONALE OFM CONV.

Venerdì 3 maggio, in occasione della festa patronale in onore di Gesù Crocifisso, i giovani della corale “Santa Chiara d’Assisi” han-­‐ no animato un worship nella propria parrocchia. Partendo dall’in-­‐ vito che Papa Francesco ha rivolto ai giovani la domenica delle Palme, la corale ha proposto tale momento di preghiera davanti a Gesù Crocifisso sul tema della gioia. Nel suo messaggio, il Papa ha dato ai giovani tre preziosi consigli per conservare una gioia pro-­‐ fonda, legata ad un amore immenso verso Dio, noi stessi e gli altri: fedeltà, generosità e fraternità. Sono, dunque, stati letti alcuni brani evangelici degli ultimi istanti della vita di Gesù in parallelo con tale messaggio del Papa e sono stati posti in evidenza alcuni segni della Passione -­‐ la corona di spine e i chiodi -­‐ e il Vangelo quale strumento per “custodire la gioia”. Obiettivo della serata era quello di trasmettere “il paradosso della fede cristiana”: par-­‐ lando della Passione e della morte di Gesù, parliamo di fonte della gioia. Non si tratta di masochismo, ma è l’amore per eccellenza. La morte di Cristo, ed il suo capovolgimento con la Resurrezione, è la lettura della nostra vita, la base della nostra fede, del nostro amore, della nostra speranza. Dobbiamo vivere in tale maniera la nostra vita da cristiani. E non si tratta di una vita difficile da realiz-­‐ zare! A dimostrazione di ciò i giovani hanno presentato un testi-­‐ mone che è riuscito nell’intento: san Francesco. Quest’ultimo preferì la gioia di vivere e la raccomandò ai suoi discepoli; amò la povertà mai disgiunta dalla "perfetta letizia"; si privò di tutto, ma si riempì di Dio e da questa pienezza arrivò la sua grande gioia. Non c’è stato in lui amor proprio, orgoglio, perché ha superato la prova più grande a cui il suo spirito poteva essere sottoposto e l’ha vinta, per questo ha avuto motivo di rallegrarsi. La gioia è un dono che gli uomini cercano e attendono e che il credente è tenu-­‐ to a trasmettere come la fede e l’amore. Il worship si è concluso con una preghiera di affidamento a Gesù affinché possa guidare tutti sui difficili sentieri della vita e possa far rinascere sul calvario delle nostre esperienze umane i segni della speranza e della risurrezione. Tanti sono stati, ancora una volta, i ringraziamenti, a partire da quello del parroco e degli altri frati della comunità di Pergusa, contenti per quanto i giovani per-­‐ gusini continuino a realizzare nella comunità parrocchiale.

Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

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