Aprile 2013

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M O V I M E N T O

G I O VA N I L E

F R A N C E S C A N O

Newsletter Mensile VIVERE DA RISORTI Risorti sono coloro che non si stancano mai di chiedere perdono a Colui che mai si stanca di perdonare. Risorti sono coloro che riescono a vedersi oltre il proprio peccato poiché, pieni di fede in Gesù, si vedono amati, perdonati e perfino inviati... Pagina 1

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Aprile 2013 CAPITOLO PROVINCIALE 2013

LA MEDICINA DI PAPA FRANCESCO Come il poverello di Assisi, così Papa Francesco oggi ha una sola parola medicinale per la Chiesa: uscite! Pagina 3

Si aprirà a Pergusa il prossimo 29 aprile il Capitolo Provinciale Ordinario dei Frati Minori Conventuali di Sicilia. Pagina 5

AMATEVI COME IO HO AMATO VOI Cena sul modello ebraico dei giovani di Catenanuova per rivivere la Pasqua di Gesù con i suoi discepoli. Pagina 6

LA BACHECA Gli appuntamenti del mese di aprile. Pagina 8

VIVERE DA

RISORTI Al termine dei quaranta giorni di quaresi-­‐ ma è umano a3endersi da sé stessi un certo cambiamento, in meglio, della pro-­‐ pria vita spirituale, della propria relazione con Dio. Che fine hanno fa*o i buoni pro-­‐ posi2 di un mese e mezzo fa? Non so voi, ma io non sono molto convinto di aver fa*o chissà quali progressi. Se guardo a me stesso, a quello che ero e a quello che so-­‐ no, non vedo molte differenze: con2nuo a cadere negli stessi errori, anzi l’i2nerario biblico quaresimale mi ha aperto gli occhi anche su tante altre infedeltà e contraddi-­‐ zioni nel mio rapporto con Gesù e con i fratelli. Mi pare che più cammino con Ge-­‐ sù, più mi ci avvicino e più scopro quanto ne sono “distante”. Allora mi chiedo: che senso ha la Pasqua? La coscienza che Gesù sia morto per i miei pecca2 non mi fa sen2re ancora più colpe-­‐ vole? Dove sta la liberazione che Gesù ha promesso per chi crede in Lui?

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Preso da ques> pensieri, mi sono arrivate addosso la Domenica delle Palme, come pioggia che lava e purifica, le parole che Gesù rivolge a Pietro durante la sua ul>ma cena: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cerca1 per vagliarvi come il grano; ma io

ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta conver1to, conferma i tuoi fratelli». (Lc 22,31-­‐32) Gesù poco prima di essere consegnato alla sua passione e morte, consapevole che Pietro di lì a poco lo rinnegherà per ben tre 1


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volte, come è altre*anto consapevole che anche i suoi fratelli vacilleranno non poco, vede nel fragile pescatore di Galilea colui che dovrà confermare la fede della Chiesa nascente, la fede nella sua infinita misericordia. Gesù è certo della conversione di Pietro, della sua capacità di risollevare i fratelli, nonostante sappia bene quale grande fragilità si por2 dentro quest’uomo. Questo episodio mi ha richiamato alla mente il capitolo 11 del Vangelo secondo Giovanni dove si fronteggiano la visione di Gesù, certo della risurrezione dell’amico Lazzaro, e la fede limitata di Marta che ormai non vede alcuna possibilità di vita per il fratello: «Signore, manda già ca>vo odore: è lì da quaBro giorni» (Gv 11,39), che equivale a dire: Ormai non c’è più nulla da fare! Il giorno delle Palme, nell’omelia della solenne celebrazione in piazza San Pietro, Papa Francesco lanciava un forte ammonimento ai giovani, ripetendolo due volte: Non fatevi rubare la speranza! E allora tu*o è diventato chiaro, anzi splendente di una luce nuova, quella del Risorto! Infa_, mentre noi ci vediamo come persone fragili nella fede e peccatori irriducibili, Gesù guarda oltre e ci vede come saremo se sapremo perseverare nella fiducia nel suo amore illimitato e incondizionato. Quanto sono significa2ve le lacrime di Pietro che sgorgano copiose quando i suoi occhi incrociano lo sguardo di Gesù subito dopo il triplice rinnegamento: mentre Pietro piange il suo tradimento e le lacrime gli impediscono di vedere oltre il suo peccato, Gesù vede in lui la solida guida della Chiesa che sarebbe nata dal suo costato trafi*o. Lo stesso era avvenuto a Betania pochi giorni prima: Mar-­‐ ta vede nel fratello un morto in avanzato stato di putrefazione, Gesù vede un tes2mone della gloria di Dio tanto che mol2, dopo la risurrezione di Lazzaro e per causa sua, crederanno in Lui. Ecco cosa è la speranza a cui ci appellava Papa Francesco! Ecco cosa significa vivere da risor>, illumina> dalla fede nel Risorto e 2

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gioiosi nella speranza: guardare noi stessi e con noi il mondo che ci circonda con gli occhi di Gesù. Con i nostri occhi vediamo solo male, peccato, egoismo, avidità… che generano violenza, distru-­‐ zione e morte; ci vediamo incostan2, infedeli, schiavi delle nostre passioni… Con gli occhi del risorto, invece, abbiamo la capacità di vedere che il male e il peccato non sono l’ul2ma parola su questo mondo. È come essere di fronte a del letame: l’uomo qualunque vi vede le*eralmente della “merda” che puzza, il contadino, invece, vi vede del buon concime che farà crescere e fru_ficare abbon-­‐ dantemente le piante del suo orto. Vivere da risor2, da uomini di speranza, sta proprio nel guardare noi stessi e il mondo con gli occhi del divino vignaiolo, del buon pastore che conosce bene le sue pecore e le loro fragilità ma per le quali offre la sua vita perché crede in ognuna di esse, fino al punto di cercarle per valli e per mon2 quando esse si smarriscono. Fac-­‐ ciamo nostro l’appello di Papa Francesco pronunciato nel suo pri-­‐ mo Angelus domenicale del 17 marzo scorso: Dio mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Risor>, dunque, sono coloro che non si stancano mai di chiedere perdono a Colui che mai si stanca di perdonare. Risor2 sono colo-­‐ ro che riescono a vedersi oltre il proprio peccato poiché, pieni di fede in Gesù, si vedono ama2, perdona2 e perfino invia2 a con-­‐ fermare nella stessa fede coloro che in questo momento disperano in un futuro diverso e migliore, oltre le proprie infedeltà, tradi-­‐ men2 e perfino sepolcri di morte! Asciughiamo, fratelli, le lacrime del peccato e della morte che ci impediscono di vedere il volto compassionevole di Gesù che si fissa con amore su ognuno di noi; risorgiamo dalla nostra cecità per portare con gioia a tu_ la speranza di Cristo! Buona Pasqua di risurrezione, di Cristo e vostra! fra’ Saverio Benena1 Newsletter - Aprile 2013


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LA MEDICINA DI PAPA FRANCESCO Sappiamo bene che il pontificato di Papa Francesco è appena agli inizi e tanta è la strada da fare e altrettanti sono i muri, i pregiudizi, le diffidenze da abbattere. Ma la via medicinale per la guarigione della Chiesa di oggi è ben tracciata: se non si esce dai recinti fisici e ideologici in cui molti si sono rinchiusi, la Chiesa è destinata a sbranarsi mortalmente al suo interno, come in una gabbia di animali. C’è una sindrome di cui mol> abbiamo sicuramente sen>to parla-­‐ re, quella che prende gli animali quando sono costreL a convivere con loro simili in gabbie troppo anguste. L’osservazione scien2fica conferma che in queste situazioni gli animali tendono ad azzannarsi e perfino divorarsi tra loro. Le sta2s2che dicono che, similmente agli animali, anche gli uomini quando si sentono costre_ a convivere in luoghi che riducono lo spazio minimo vitale tendono a sviluppare un’enorme aggressività mentre, ahimé, alcuni (vedi nelle celle so-­‐ vraffollate delle carceri italiane) propendono anche al suicidio. Analogamente, anche le aggregazioni sociali come la Chiesa con i suoi gruppi e movimen2, in situazioni di stress numerico o da “ac-­‐ cerchiamento”, tendono a sviluppare, su altri livelli, gli stessi com-­‐ portamen2 aggressivi verso gli altri o se stessi. In questa epoca sto-­‐ rica di secolarizzazione della società e di forte scris2anizzazione, par2 della Chiesa, sopra*u*o occidentale, di fronte agli a*acchi del laicismo moderno, al calo delle vocazioni religiose e sacerdotali che va di pari passo al calo della partecipazione a_va dei laici nelle co-­‐ munità locali e nei movimen2 ecclesiali, hanno sviluppato una certa tendenza aggressiva verso l’esterno e suicida verso sé stessi. Basta, infa_, navigare nel web e, in par2colare, nei social-­‐network per rendersi conto di quan2 gruppi “an2” o “in difesa di” siano na2 nel-­‐ l’ul2mo decennio, espressione di un movimento non indifferente numericamente di “autodifesa” ecclesiale della Tradizione liturgica, Newsletter - Aprile 2013

della Do*rina, della morale. L’apologe2ca, con riviste specializzate cartacee e online, è ritornata prepotentemente come nei primi se-­‐ coli della Chiesa, nei tempi della contro-­‐riforma e dell’an2moderni-­‐ smo. Allo stesso modo, sono na2 numerosi gruppi an2satanici che, appunto, vedono satana ovunque e contro il quale, oltre ad aver ingaggiato epiche ba*aglie media2che, fanno appello ai cris2ani per un ritorno alle an2che tradizioni, devozioni, digiuni, penitenze, esorcismi e preghiere di liberazione... Lo spirito corpora2vo, del fare gruppo chiuso “contro” i tempi e le culture di oggi, contro l’erosione dei numeri sempre più in calo, per difendersene, ha capovolto l’immagine che Gesù ci ha offerto con la parabola della pecorella smarrita: anziché andare a cercare le novantanove che ormai si so-­‐ no disperse, meglio tenersi stre*a e difenderci a tu_ i cos2 l’unica che è rimasta ancora nell’ovile! Non ci si rende conto che si è caduti in una trappola soffocante, ag-­‐ gressiva e suicida, che ci si è costruiti da soli. Pensiamo alla litigiosità del clero, a tutti i livelli, verso l’esterno e tra di esso, per accaparrarsi e non lasciarsi sfuggire le proprie poche pecorelle e così continuare a coltivarsi il proprio misero campo di potere. Pensiamo agli out-­‐out imposti dai responsabili delle associazioni e dei movimenti ecclesiali che impediscono ai suoi membri, pena l’espulsione o il pubblico bia-­‐ simo, in nome dell’appartenenza identitaria, di poter liberamente aderire anche ad altre forme di vita cristiana e/o di apostolato nella 3


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Chiesa. Pensiamo alle diocesi e agli istituti religiosi, maschili e femmi-­‐ nili, che, senza alcun progetto di rinnovamento, vanno masochistica-­‐ mente chiudendo le loro presenze sul territorio. Al contrario, altre aggregazioni ecclesiali (diocesi, parrocchie, istituti religiosi, associa-­‐ zioni e movimenti), pur di mantenere standard numerici accettabili, sono disposti a chiudere anche più di un occhio sulle motivazioni di fede e il retto agire morale dei propri membri, sulla selezione dei candidati ai ministeri, laicali e ordinati, sul loro modo di esercitarli, nella liturgia come nella vita pubblica sociale, con aberrazioni che offrono il fianco ai sostenitori del ritorno ad un certo “fondamentali-­‐ smo” cristiano preconciliare. Il Concilio Vaticano II, infatti, ne esce fuori da questo “si salvi chi può” come la vera vittima sacrificale, il capro espiatorio di tutti i mali che la Chiesa sta soffrendo. Grazie a Dio, la Chiesa non appar>ene agli uomini ma a Cristo che la guida e sorregge con il suo santo Spirito. E, come sempre nella sua bimillenaria storia, nei momen> di difficoltà in cui essa stessa “si incarta”, Egli suscita per la sua Chiesa uomini e donne capaci di indicarle la via di uscita. Così, accogliamo Papa Francesco per quello che è e si sta dimo-­‐ strando concretamente, cioè l’uomo che lo Spirito ha suscitato e donato alla Chiesa perché, in questo par2colare momento storico, superi le sue interne difficoltà che si traducono in controtes2mo-­‐ nianza di Cristo e aggressività nei confron2 del mondo esterno. Come il poverello di Assisi o*ocento anni fa, così Papa Francesco oggi ha una sola parola medicinale per la Chiesa: uscite! Una parola che richiama evangelicamente la Chiesa alla sua più vera e profonda iden2tà, quella cioè di essere missionaria per sua natura: “Non ce-­‐ diamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra” (Discorso ai Cardinali del 15 marzo 2013). Quando la Chiesa si chiude in sé stessa, quando non cammi-­‐ na, non edifica e non confessa il suo Signore, entra in quel girone mortale di impoverimento della fede e di mor2ficazione della carità che la equipara ad una qualunque ONG assistenziale (cfr Omelia della Messa con i Cardinali del 14 marzo 2013). Dunque, “anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speran-­‐

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za” (Omelia nella Messa per l’inizio del ministero petrino del 19 mar-­‐ zo 2013). Ai cristiani che, di fronte alla difficoltà, sono tentati autole-­‐ sionisticamente di indurire il proprio cuore nella tristezza e nel lamen-­‐ to pietoso per ciò che non va, Papa Francesco indica la via della gioia: “Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esser-­‐ lo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!” (Omelia della Domeni-­‐ ca delle Palme, 24 marzo 2013). E della gioia cristiana, ambasciatori privilegiati sono i giovani, cronologicamente e spiritualmente intesi. Infatti, i giovani cristiani di oggi, grazie anche all’esperienza delle GMG, non hanno vergogna della croce di Cristo! Anzi, la abbracciano, perché guardando al crocifisso hanno imparato la lezione che “è nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha la vera gioia” (idem). Uscire da sé stessi, dai propri recinti, è la vera medicina per la guari-­‐ gione di tutta la Chiesa, a partire dai suoi pastori, unti dal sacro Cri-­‐ sma per portare il buon profumo di Cristo alle periferie del mondo: “bisogna uscire a sperimentare la nostra unzione, il suo potere e la sua efficacia redentrice: nelle “periferie” dove c’è sofferenza, c’è san-­‐ gue versato, c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni… Chi non esce da sé, invece di essere mediatore, diven-­‐ ta a poco a poco un intermediario, un gestore… Da qui deriva preci-­‐ samente l’insoddisfazione di alcuni, che finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppu-­‐ re di novità, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore” e pe-­‐ scatori di uomini” (Omelia nella Messa del Crisma del 28 marzo 2013) Sappiamo bene che il pontificato di Papa Francesco è appena agli inizi e tanta è la strada da fare e altrettanti sono i muri, i pregiudizi, le diffidenze da abbattere. Ma la via medicinale per la guarigione della Chiesa di oggi è ben tracciata: se non si esce dai recinti fisici e ideologici in cui molti si sono rinchiusi, la Chiesa è destinata a sbra-­‐ narsi mortalmente al suo interno, come in una gabbia di animali. Preghiamo e impegniamoci personalmente perché tu3a la Chiesa ne prenda coscienza, anche se grande è la paura di perdere quel poco che si crede di avere, per infrangere l’onda della crisi e così prendere il largo nel nome del Signore e ge*are le re2. In par>cola-­‐ re, questo mese, preghiamo con fede il Signore e invochiamo l’intercessione di Maria Stella della Nuova Evangelizzazione per la Provincia di Sicilia dei Fra> Minori Conventuali, di cui il Mo-­‐ vimento Giovanile Francescano di Sicilia è espressione, perché i suoi fra2 che si riuniranno in Capitolo Ordinario a Pergusa a par2re dal 29 aprile, sappiano scegliere e proge*are non mos-­‐ si da sen2men2 di autodifesa dell’esistente, gestori museali del passato, ma unicamente dalla Grazia che fa nuove tu*e le cose e spinge ad intraprendere nuovi percorsi virtuosi e vivifi-­‐ can2 per essere ciò che come francescani siamo chiama2 ad essere: uomini della periferia, pa-­‐ stori che stando a_vamente in mezzo al gregge si impregnano dell’odore delle pecore, sempre pron2 a prendersi cura dei lebbrosi del nostro tempo e alla ricerca costante degli smarri2 di cuore, come i buoni e intrepidi pescatori che al largo, nel mare aperto, 2rano con fa2ca e con gioia le re2 sovrabbondan2 di buoni pesci. Newsletter - Aprile 2013


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Si aprirà a Pergusa il prossimo 29 apri-­‐ le il Capitolo Provinciale Ordinario dei Frati Minori Conventuali di Sicilia per l’elezione del Ministro Provinciale e dei componenti il suo Consiglio. Nello stile impresso da San Francesco all’Ordine, il Capitolo è un tempo di grazia per un’attenta verifica del cammino svolto e per discernere la volontà del Signore circa i passi da compiere per il futuro. Vissuto in obbedienza allo Spirito, il Capitolo è sicuramente un tempo pro-­‐ fetico per un rinnovamento che muove i passi dalla sempre attuale radicalità evangelica francescana.

CAPITOLO PROVINCIALE 2013 Oltre al governo della Provincia in carica (Mi-­‐ nistro e consiglieri provinciali), l’ex-­‐ministro provinciale e il Vicario Generale che presiede-­‐ rà il Capitolo, parteciperanno a questo mo-­‐ mento fondamentale della fraternità france-­‐ scana siciliana poco più di venC fraC che sono staC delegaC per la partecipazione al Capitolo mediante votazione da parte di tuE i compo-­‐ nenC la Provincia. Ad essi speHerà il compito, dopo una aHenta verifica del cammino compiuto negli ulCmi anni, di tracciare le linee guida per il futuro della Provincia, sia per quanto riguarda la vita

fraterna provinciale e conventuale, sia per quanto riguarda la vita apostolica. L’elezione del Ministro Provinciale avverrà, però, da parte di tuE i fraC della Provincia. Essa è prevista nella maEnata di giovedì 2 maggio. L’indomani, invece, restaC di nuovo solo i delegaC, saranno eleE il vicario provin-­‐ ciale e gli altri consiglieri che, insieme al Mini-­‐ stro, guideranno la Provincia per il nuovo quadriennio e, da subito, prepareranno il Pro-­‐ geHo Quadriennale da soHoporre ai fraC per la sua approvazione nella seconda parte del Capitolo che si celebrerà dal 24 al 28 giugno.

È in questa seconda parte che verranno pure affrontate le eventuali quesConi parCcolari, verranno eleE i Guardiani delle comunità e affidaC ufficialmente gli incarichi e le respon-­‐ sabilità di servizio. Vi inviCamo a pregare con perseveranza in questo mese per i fraC della Provincia affin-­‐ ché si lascino illuminare e condurre dallo Spi-­‐ rito Santo in tuHo ciò che dovranno scegliere per essere ancora oggi discepoli e tesCmoni di autenCci di Cristo secondo il carisma di san Francesco.

Sono un centinaio i giovani che parteciperanno al Corso Nuova Vita del 12/14 aprile a Pergusa. Oltre i venti membri dell’equipe, si sono iscritti ottanta giovani frutto dell’evangelizzazione ordinaria di tanti altri giovani che hanno riscoperto la propria fede anche grazie a questa esperienza proposta dalla Scuola di Evangelizzazione. A causa dell’elevato numero di richieste (di solito si pre-­‐ ferisce non superare i sessanta partecipanti) le iscrizioni sono state chiuse anzitempo.

CORSO NUOVA VITA Il Corso Nuova Vita è un ri2ro biblico-­‐esperienziale vissuto in un week-­‐end in cui si fa esperienza della salvezza di Dio-­‐Padre a*ra-­‐ verso un incontro personale con Gesù risorto ed una nuova effu-­‐ sione dello Spirito Santo, che ci faccia nascere di nuovo, per vivere come figli di Dio ed eredi del suo Regno. La Vita Nuova in Cristo l’abbiamo tu_ ricevuta con il ba*esimo, ma oggi è urgente e necessario riscoprire questo dono per fondare stabilmente la nostra fede e dare un orientamento nuovo alla

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nostra esistenza. L’esperienza del Corso perciò offre nuovi orizzon2 per nuovi percorsi di vita con Gesù e nella Chiesa-­‐comunità, luogo di esperienza di Dio, di condivisione del suo Amore e di partenza per l’evangelizzazione. Sono cen2naia i giovani che hanno partecipato a questo Corso e che, dopo di esso, tes2moniano che non si può più ritornare ad essere come prima. A par2re dal Corso in mol2 hanno cominciato un radicale cammino di discepolato di Cristo, sia entrando nelle Porziuncole sia vivendo le successive esperienze della Scuola di Evangelizzazione (Corsi Emmaus, Giovanni, Giacobbe, Maria…).

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AMATEVI COME IO HO AMATO VOI La sera di mercoledi 28 marzo, in prossimità della pasqua, i giovani della porziuncola di Catenanuova hanno organiz-­‐ zato una “cena pasquale” sul modello di quella ebraica, per rivivere e ricordare l’ul@ma cena che Gesù organizzò in mezzo ai dodici. Una ven@na i partecipan@, non soltanto del-­‐ la porziuncola, ma anche altri giovani che sono in cammino per conoscere Gesù. Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate a pre-­‐ parare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua". (Lc 22,7-­‐8) Voi, dunque, agite così: «chi tra voi è più grande diventi co-­‐ me il più giovane, e chi governa come co-­‐ lui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve». (Lc 22,26-­‐27)

fa*o in mezzo a noi; ci siamo, infa_, spon-­‐ taneamente lava2 i piedi gli uni gli altri, la-­‐ vando i piedi della persona al quale si voleva chiedere perdono per qualche mancanza, rendendoci così anche noi piccoli e umili, senza imbarazzarci a chiedere perdono al

nostro fratello. Questo è stato certamente uno dei momen2 più toccan2 della serata, poiché abbiamo sperimentato con mano ciò che Gesù ha voluto insegnarci e ciò che ogni discepolo ha provato nel farsi lavare i piedi dal Cristo, da colui è che il Re.

Lo abbiamo veramente sen2to in mezzo a L’esperienza di organizzare la cena con le noi, con il suo santo Spirito era presente pietanze usate dagli ebrei nella no*e di pa-­‐ nelle nostre richieste di perdono, nella no-­‐ squa come l’uovo, l’agnello, la salsa haroset, stra umiltà, in qualche lacrima, nello sen2rci le erbe amare il pane e il vino, è stato qual-­‐ fratelli. Inoltre, il legare dei lacci di spago cosa di meraviglioso che ci ha fa*o apprez-­‐ alla croce (simbolo del peccato che ognuno zare il grande significato che Gesù stesso ha di noi porta dentro) ci ha resi consapevoli voluto trasme*erci rendendo se stesso pic-­‐ che il nostro peccato non è infinito, ma anzi colo come pane nella sua ul2ma cena. ha una fine ben precisa: la croce. Con essa Gesù ha vinto il peccato e ha vinto il mondo Questa sera, però, non abbiamo solo cenato e se noi gli affidiamo i nostri pecca2, le no-­‐ come Gesù duemila anni fa, ma abbiamo stre paure e i nostri dubbi, allora la croce ci anche messo in pra2ca ciò che lui stesso ha rende liberi e ci salva. 6

Dunque, il nostro non era un ritornare al passato, ma uno sperimentare nel presente la possibilità di me*ere in pra2ca il coman-­‐ do del Signore di amarci gli uni gli altri, per-­‐ donandoci di cuore con umiltà. La Parola è viva ed è ogni giorno nuova e, per chi sa applicarla con fede e carità, la Parola salva, dona gioia, volontà, for2 emo-­‐ zioni e un qualcosa di unico e speciale che è la mano sempre tesa e pronta del nostro Padre eterno che non si stanca mai di sal-­‐ varci ieri e oggi. «Il Padre stesso infa> vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Vi ho deBo questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribo-­‐ lazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,27.33) Newsletter - Aprile 2013


Tutti i mondi dell’animazione sotto la luce della relazione Una tre giorni di formazione con “discesa in campo” per chi ama l’animazione estiva a 360°!. Per animatori di centri estivi, di colonie, di villaggi turistici, di oratori (dai 18 anni in su), tutti accumunati da due certezze. 1. Con la relazione !"#$%&'"()$#"'# divertimento e lo star bene. 2. Con la formazione si impara a relazionarsi meglio!. Tre giorni intensi per scoprire tecniche, reti, stili, lavori, modi e mondi dell’animazione. Il campus si svolgerà presso ELLEDICI LAB – Rivoli (TO). Da Venerdì 10 Maggio a Domenica 12 Maggio. Le quote sono: A. 130 € (con vitto e alloggio). B. 100 € (solo vitto). Entrambe comprendono: formazione - materiale didattico - dispense. Per info e iscrizioni rivolgetevi a centriestivi@animagiovane.org


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CALENDARIO MGF

6-7 aprile Consiglio Regionale Gi.Fra.

e a Caserta 12-14 april ionale azione Naz Corso Form Araldini Animatori

ADORAZIONE EUCARISTICA MENSILE

Catania 4 aprile Catenanuova 5 aprile Enna, 5 aprile Marineo, 10 aprile Trapani 12 aprile Palermo 16 aprile

ADORAZIONE EUCARISTICA VOCAZIONALE

Palermo-Basilica 12 aprile ore 21.00/24.00

in evidenza

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CONCLUSE LE NOTTI DI NICODEMO Anche quest’anno numerosi sono stati i giovani che hanno accolto l’invito a riaccostarsi a Gesù partecipando alle Notti di Nicodemo. I sei incontri proposti dalle Porziuncole di Pergusa-­‐Enna e Mascalucia-­‐Catania, guidati da fra’ Saverio, hanno visto la partecipazione di giovani provenienti anche da sedi locali MGF a centinaia di chilometri di distanza, solo per ascoltare in modo nuovo il Vangelo di sempre. Sera dopo sera, l’attività kerygmatica ha tentato di far ca-­‐ dere le maschere di chi trova sempre degli impedimenti per non rispondere alla perenne chiamata di Gesù a credere in Lui e a seguirlo nella sua Chiesa. Per quanti hanno perseverato fino al sesto incontro, la con-­‐ clusione naturale delle Notti di Nicodemo sarà il Corso Nuova Vita che si terrà a Pergusa dal 12 al 14 aprile e a cui si sono già iscritti oltre 80 giovani che vogliono ricominciare un percorso di fede ecclesiale spesso abbandonato già pri-­‐ ma dell’adolescenza ai tempi del catechismo. A tutti l’augurio di una Nuova Vita in Cristo e un grazie spe-­‐ ciale ai giovani di tutte le Porziuncole che hanno contribuito anche quest’anno alla riuscita della proposta.

12-14 aprile a Pergusa VITA CORSO NUOVA

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE E VOCAZIONALE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

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