Marzo 2015

Page 1

M O V I M E N T O

G I O VA N I L E

F R A N C E S C A N O

Newsletter Mensile

D I

S I C I L I A

Marzo 2015 QUATTRO AMICI PER TE I Vangeli come i quattro amici del paralitico condotto ai piedi di Gesù dal quale riceve perdono e guarigione, cioè vita nuova. Pagina 5

ESSERE DIFFERENTE Gesù è differente, è venuto a separare e si mostra a noi, suoi discepoli, come modello di differenza, di separazione, anzi origine e causa di questo essere differenti. Pagina 1 ALLE NOZZE DI CANA Una ventina di coppie di sposi sono tornate alle sorgenti del matrimonio. Pagina 4

UN POPOLO NUMEROSO Sono già tre le Porziuncole che sono nate dall’inizio di questo nuovo anno e altre nasceranno in questo mese di Marzo e nei prossimi mesi. Pagina 6 BACHECA MGF Tutti gli appuntamenti MGF per il mese di Marzo. Pagina 8

ESSERE DIFFERENTE Leggendo e rileggendo il Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima non può non saltare all’occhio che ancora una volta il Papa ritorna su un tema che gli è caro, cioè la globalizzazione dell’indifferenza. Con questa espressione il Pontefice inten-­‐ de meDerci in guardia da una tentazione molto diffusa anche tra i crisEani, quella cioè che “quando noi s+amo bene e ci sen+amo comodi, certamente ci dimen+-­‐ chiamo degli altri, non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingius+zie che subiscono… “. Seguendo i suggerimenE espressi nella suddeDa leDera, con gli insegnamenE per la Quaresima ho sollecitato i giovani delle Newsletter - Marzo 2015

Porziuncole ad aprire il proprio cuore nel-­‐ la carità ai tanE fratelli bisognosi che ma-­‐ gari stanno proprio dietro l’angolo delle nostre case o parrocchie, persino davanE alla porta, come il povero Lazzaro della parabola evangelica citata dal Papa alla porta dell’uomo ricco. Ma da giorni sono stato martellata una domanda: se l’indifferenza è un peccato, poiché ci fa tra7enere per noi stessi, senza condividerlo, l’amore del Padre, qual è esa7amente il suo contrario?

Mi è bastato un minuto per digitare la parola “indifferenza” su un noto motore di ricerca online per trovare sia l’etimo-­‐ logia della parola e così ho trovato con-­‐ ferma a quei dubbi che mi martellavano dentro. 1


M G F

S I C I L I A

La parola indifferenza eEmologicamente è una parola composita. Viene dal laEno “indefferentem” ed è composta dalla parEcella IN (= non) e dal parEcipio presente DIFFERRE che a sua volta è composto dalla parEcella DIS indicante “separazione” e FERRE che significa “portare”. Risultato? La parola indifferenza significa eEmologicamente “non portare separazione”, cioè non essere capaci di separare una cosa dall’altra o non essere in grado di essere strumenE di divisione. Moralmente dovremmo perciò definire l’indifferenza come l’incapacità di disEnguere il bene dal male, di saper collocare ogni cosa nella sua giusta posizione. Ma a me interessava un’altra cosa: qual è l’aDeggiamento contra-­‐ rio, quindi posiEvo, almeno eEmologicamente, all’indifferenza? Stando ai dizionari online dei sinonimi e contrari sarebbero più di uno: passione, fervore, partecipazione, interessamento. In ogni caso manca la definizione più semplice che scaturisce dal togliere la parEcella negaEva iniziale “in”: DIFFERENZA! Per cui, a ragion di logica grammaEcale, per non essere indifferenE occorre essere differenE, capaci di separare, di dividere. Per non peccare di presunzione, mi sono allora chiesto: dove e quando nella ScriDura Dio mi dice di essere differente? In che modo me lo indica? E qui lo Spirito mi è subito venuto in aiuto suggerendomi immediatamente tre ragionamenE conseguenziali: Il primo ragionamento scaturisce dal cap. 10 del Vangelo secondo Matteo. È il capitolo in cui Gesù chiama i suoi dodici discepoli e li invia a predicare il Regno di Dio. Dopo aver dato le indicazioni su come andare per città e villaggi, Gesù li mette in guardia da ciò che accadrà loro. “vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.” (v. 17-­‐18); “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseve-­‐ rato fino alla fine sarà salvato.” (v. 22). E dopo averli rassicurati riguardo al fatto che di fronte a questa ondata di violenza nei loro confronti perché sono differenti il Padre si prenderà cura di essi – per tre volte ripete: Non abbiate paura! (cfr vv. 26-­‐31) -­‐, dichiara solennemente: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti ve-­‐ nuto a separare…” (vv. 34-­‐35). Ecco: Gesù non è indifferente. Gesù è differente, è venuto a separare e si mostra a noi, suoi discepoli, come modello di differenza, di separazione, anzi origine e causa di questo essere differenti: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi acco-­‐ glie me accoglie colui che mi ha mandato.” (v. 40). Il secondo ragionamento è un approfondimento del primo: Ge-­‐ sù nel discorso di invio dei suoi discepoli a predicare (quasi fosse un generale di epica memoria che fa il suo discorso ai soldaE prima della baDaglia) dichiara che è venuto a separare, ad essere differente, mediante una spada e li esorta ad esserlo altreDanto. Qual è dunque la spada che dobbiamo impugnare per essere differenE? Lo sappiamo bene, è “la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.” (Ef 6,17); essa “è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione

2

N E W S L E T T E R

dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e di-­‐ scerne i sen+men+ e i pensieri del cuore.” (Eb 4,12). Il terzo ragionamento è la somma dei primi due: la differenza crisEana consiste nel tesEmoniare e annunciare la Parola di Dio senza Emori umani, come uno scendere in baDaglia il cui rischio è l’incomprensione, il rifiuto e perfino la morte! Vengono così in mente le parole di Paolo a Timoteo dopo averlo esortato a farsi formatore di formatori di discepoli: “Come un buon soldato di Gesù Cristo, soffri insieme con me.” (2Tm 2,3); “scongiurando davan+ a Dio che si evi+no le vane discussioni, le quali non gio-­‐ vano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sfòrza+ di presen-­‐ tar+ a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa reNamente la parola della verità. Evi-­‐ ta le chiacchiere vuote e perverse, perché spingono sempre più all'empietà quelli che le fanno… Sta' lontano dalle passioni della gioventù; cerca la gius+zia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. Evita inoltre le di-­‐ scussioni sciocche e da ignoran+, sapendo che provocano li+gi. Un servo del Signore non deve essere li+gioso, ma mite con tuR, capace di insegnare, paziente, dolce nel rimproverare quelli che gli si meNono contro, nella speranza che Dio conceda loro di con-­‐ ver+rsi, perché riconoscano la verità e rientrino in se stessi, libe-­‐ randosi dal laccio del diavolo, che li +ene prigionieri perché fac-­‐ ciano la sua volontà.” (cfr 2Tm 2,14-­‐26). Cari fratelli e sorelle, discepoli di Cristo, non abbiate paura di essere differenE e di fare la differenza in un mondo che si perde in vane discussioni. Si dice che alle accuse mosse da alcune ONG di aver tenuto in povertà ospedali e pazienE e pertanto di essere insignificante, insieme alle sue opere assistenziali, nella loDa con-­‐ tro la povertà, Madre Teresa di CalcuDa rispose più o meno in quesE termini: mentre voi conEnuate a dibaDere su come debel-­‐ lare la povertà, seduE in poltrona, davanE a montagne di carta di analisi, previsioni e progek, io e le mie consorelle, anche se non abbiamo niente da dare ai miseri, ci premuriamo di toglierli dalle strade per farli almeno morire con dignità. Sono sue due famose espressioni che possiamo leggere in parallelo: Il peggior male del mondo è l’indifferenza; e: La prima povertà dei popoli è di non conoscere Cristo. Ecco, forse tu, giovane discepolo di Cristo, non avrai le risorse economiche per cambiare il mondo, ma potrai certamente scuo-­‐ terlo dal suo torpore o dalle chiacchiere salokere come spesso ne passano in tv e che anesteEzzano, impoveriscono e rendono indifferenE. Sii differente e fai la differenza, sia con quei piccoli gesE di carità evangelica che E sono possibili, sia con quella enorme ed inesauribile risorsa che è il Vangelo: annuncia la Paro-­‐ la, insis+ al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento… sop-­‐ porta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Van-­‐ gelo, adempi il tuo ministero. (cfr 2Tm 4,2-­‐5). fra’ Saverio Benena+

Newsletter - Marzo 2015


M G F

I M I T UL TI LI S BI PO I ON P S DI

S I C I L I A

N E W S L E T T E R


M G F

S I C I L I A

N E W S L E T T E R

ALLE NOZZE DI CANA Dopo i Marriage Course che si sono tenuti alla fine dello scorso anno a Palermo, Pergusa e Noto, il Progetto Cana è sceso in profondità andando alle radici dell’amore coniugale. Gra-­‐ zie a Enzo e Luisa, predicatori del Cen-­‐ tro Kerygma di Ragusa, una ventina di coppie provenienti da tutta l’isola hanno avuto la possibilità a Pergusa, il 7 e l’8 febbraio scorsi, di entrare den-­‐ tro il sacramento del loro matrimonio per scoprirvi il progetto al quale Dio li chiama. A partire dalla Parola di Dio, sono sta-­‐ te infatti evidenziate le ombre che possono offuscare e, talvolta, mortifi-­‐ care l’unione coniugale, e viceversa le luci che qualificano e fanno esprimere in tutte le sue potenzialità il sacra-­‐ mento matrimoniale.

e ombre, la bellezza, la voca-­‐ zione e la missione del sacra-­‐ mento matrimoniale, l’ultimo e più originale quadro è rap-­‐ presentato da ogni singola coppia che ha partecipato al corso, chiamata da subito a manifestare al mondo, tra mille incomprensioni, difficoltà e at-­‐ tacchi da parte di una società “mordi e fuggi”, del “finché dura”, la grazia del sacramento del matrimonio che, appunto perché sacramento, si fonda e si regge unicamente nel Signore. A Lui, ogni giorno, la coppia è chiamata a donare tutta la propria “acqua”, cioè la propria umanità, i propri limiti, le proprie difficoltà… perché il Signore la

t r a-­‐ sformi nel “vino” del-­‐ la gioia, dell’accoglienza reciproca senza riserve, dell’unità e dell’indisso-­‐ lubilità, dell’annuncio e della testimo-­‐ nianza di un Amore che salva e conti-­‐ nuamente ricrea l’uomo, gli sposi, la famiglia, la Chiesa… perché il mondo creda e si salvi per mezzo di Lui.

Veramente il matrimonio è un grande dono di Dio e una vocazione che con-­‐ tiene in sé stesso una grande missio-­‐ ne, la stessa missione della Chiesa che è la testimonianza e l’annuncio di Cri-­‐ sto che si traduce in fecondità, non tanto e non solo in riferimento alla prole, ma innanzi tutto nel completa-­‐ re l’altro – colui/colei che il Signore ci ha messi accanto per tutta la vita – affinché sia pienamente sé stesso, secondo il progetto di Dio, e nel gene-­‐ rare il Signore nel mondo e nel conte-­‐ sto specifico in cui la coppia è inserita (famiglia, amici, comunità ecclesiale, ambiente di lavoro…). Se il Corso “Nozze di Cana”, nella sua struttura, ha proposto, come in una galleria di quadri, alcune figure bibli-­‐ che di coppie per far risaltare, tra luci 4

Newsletter - Marzo 2015


M G F

S I C I L I A

N E W S L E T T E R

QUATTRO AMICI PER TE I Vangeli come i quaDro amici del para-­‐ liEco condoDo ai piedi di Gesù dal qua-­‐ le riceve perdono e guarigione, cioè vita nuova. Questo è il filo conduDore del corso “Gesù nei quaDro Vangeli” che si sta tenendo a livello zonale -­‐ a Marineo, a Perusa e a Noto -­‐ a parEre da febbraio e fino al mese di giugno. Un vangelo al mese per conoscere Ge-­‐ sù che è Vita eterna. Foltissima la partecipazione a questo corso che per motivi di opportunità, come si è detto, è stato suddiviso sia a livello zonale sia in quattro giornate distinte tante quanti sono i vangeli che

si andranno ad approfondire. Quindi dodici domeniche in tutta la regione. Una bella fatica!, come quella dei quat-­‐ tro amici che si sono sobbarcati il peso del loro amico paralitico, sono saliti fin sul tetto della casa e da lì lo hanno cala-­‐ to ai piedi di Gesù. Ogni Vangelo viene affrontato secondo una scaleDa quasi idenEca: l’autore del Vangelo, le caraDerisEche del Vangelo e il Gesù che viene presentato aDra-­‐ verso lo scriDo. Non si traDa però di uno studio esegeEco, ma di un vero e proprio incontro con Gesù, nella Paro-­‐ la che si fa preghiera.

Così ci scrive Dario: «È stato un incontro con Gesù meraviglioso, vivo e vero. An-­‐ dare a leggere dietro le parole del Van-­‐ gelo secondo Marco e trovarci tanta ricchezza, tanti messaggi, inviti che il Signore Gesù rivolge ancora oggi anche a me, mi ha fatto tornare pieno di Lui, con tanta voglia di mettermi in ascolto della sua Parola. Durante il corso mi sono trovato per un attimo ai piedi di Gesù crocifisso, assieme al centurione, e sentire Gesù recitare il Salmo 22, lodare Dio mentre era lì, inchiodato, ha fatto uscire anche dal mio cuore le stesse parole del centurione: Quest’uomo è il Figlio di Dio! con commozione. Il più bel corso in assoluto per me!».

PROSSIMAMENTE NELLE ZONE MGF… CORSO GESÙ: Vangelo secondo Marco Noto: 8 Marzo CORSO GESÙ: Vangelo secondo Matteo Pergusa: 22 Marzo Noto: 12 Aprile Marineo: 19 Aprile Per maggiori informazioni e iscrizioni, mettiti in contatto con i referenti locali. Newsletter - Marzo 2015

5


M G F

S I C I L I A

N E W S L E T T E R

UN POPOLO NUMEROSO L’evangelizzazione della città di Corin-­‐ to iniziò, come spesso accadeva, tra opposizioni e insulti. Gli Atti degli apostoli narrano che una notte, in visione, il Signore disse a Paolo: "Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessu-­‐ no cercherà di farti del male: in que-­‐ sta città io ho un popolo numeroso" (At 18,9-­‐10). Il Progetto Discepoli nacque cinque anni or sono proprio da un sogno, anzi da una visione chia-­‐ ra che in Sicilia il Signore ha un popolo numeroso e giovane che però biso-­‐ gna svegliare dal sonno in cui, per vari motivi, è sprofondato. È questa certezza, che non viene dagli uomini ma da Dio, che nonostante le diffi-­‐ coltà e le dure prove inziali continua ad ani-­‐ mare la missionarietà

dei Disciples francescani. Il Vangelo non solo viene annunciato ai giovani delle proprie città, ma con sacrifici e gioia grande viene diffuso anche in altre città, grazie a quanti il Signore ha scelto per la missione itinerante. In fondo si tratta di andare a “snidare” quanti il Signore stesso si è riservato. Ad un Elia scoraggiato, che si sente solo contro tutti, il Signore gli rivelò che Egli si era riservato settemila uo-­‐ mini in Israele (cfr 1Re 19,13-­‐18; Rm 11,3-­‐4). Questo popolo c’è, è reale, ed

è possibile vederlo solo da parte di chi si lascia aprire gli occhi, la mente e il cuore da Dio e non si abbatte di fronte agli insuccessi, i fallimenti, la propria stessa fragilità, oppure pensa che l’evangelizzazione sia effetto di un puro zelo umano per il Signore. L’evangelizzazione, invece, è mossa dalla Grazia e apre alla visione di qualcosa che umanamente è impos-­‐ sibile anche solo sperare. Di questa Grazia stiamo facendo esperienza particolare. Sono già tre le

Nella foto: l’incontro per la moltiplicazione delle Porziuncole di Noto.

6

Newsletter - Marzo 2015


M M G G FF

SS II C C II LL II A A

N N E E W W SS LL E E TT TT E E R R

Porziuncole che sono nate dall’ini-­‐ zio di questo nuo-­‐ vo anno e altre n a s c e r a n n o i n questo mese di Marzo e nei pros-­‐ simi mesi. La prima nuova Porziuncola è nata all’inizio di Gen-­‐ naio a Noto dalla moltiplicazione congiunta delle due già esistenti ed stata affidata alla guida di Ra-­‐ chele e Peppe, giovanissima cop-­‐ pia di sposi. La terza nuova Porziuncola è na-­‐ ta, invece, a Cen-­‐ turipe (En) lo scorso 19 feb-­‐ braio, frutto della missione itine-­‐ rante dei Disci-­‐ ples di Catena-­‐ nuova. Questa nuova realtà è costituita da un nutrito ed e nt u s i a sta

gruppo di giovani che già si proietta verso la moltiplicazione. Mentre ringraziamo il Signore per la Grazia che ci fa di essere suoi inutili strumenti, teniamo fisso lo sguardo su quella visione dei “settemila uomi-­‐ ni” a cui Egli ci ha inviato. Spesso si sente dire che non ci sono giovani aperti alla fede. Non è affatto vero! Ci sono e il Signore li ha già preparati ad accogliere l’annuncio; occorre sempli-­‐ cemente andarli a cercare con in ma-­‐ no la lampada del Vangelo. La missio-­‐ ne continua…

L’11 febbraio è nata la se-­‐ conda Porziuncola di Mascalucia (Ct) dalla moltiplicazione della preceden-­‐ te, che storicamente è la prima Por-­‐ ziuncola in assoluto, nata proprio nel settembre di cinque anni fa. Varie sono state le vicissitudini di questo piccolo seme iniziale, ma grazie alla guida sapiente e decisa di Irene, non solo ha raggiunto questo considere-­‐ vole traguardo, diventando un albero fruttuoso, ma ha allungato anche i suoi rami nella vicina Pedara dove, si spera in un prossimo futuro, nascerà una nuova Porziuncola. Nelle foto: in alto la nuova Porziuncola di Mascalucia; a destra la nuova Porziuncola di Centuripe. Newsletter - Marzo 2015

7


M G F

S I C I L I A

N E W S L E T T E R

CALENDARIO MGF 7-8 Marzo a Marineo Incontro Gruppo San Damiano a cura del Servizio Provinciale di Orientamento vocazionale

CORSO GESÙ 8 Marzo a Noto: Marco 22 Marzo a Pergusa: M atteo

Beati i puri di cuore

CORSO A NUOVA VIT o a Pergusa 13-15 Marz 29 Marzo Domenica delle Palme XXX Giornata Mondiale della Gioventù

ADORAZIONE GIOVANI - JESUS

Marineo: 4 Marzo - H 21.00 Catania: 5 Marzo - H 20.30 Palermo: 12 Marzo - H 21.00 Roma: 20 Marzo - H 21.00 Catenanuova: 26 Marzo - H 19.00 Enna Bassa: 26 Marzo - H 20.30 Noto: 26 Marzo - H 20.30 Pedara: 30 Marzo - H 20.30 Paternò: 2 Aprile - H 19.00

4YOU

mgf-sicilia-on-line www.mgfsicilia.org il sito web ufficiale

www.facebook.com/MGFsicilia

CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE OFM CONV. Convento S. Maria della Dayna Salita San Francesco 90035 Marineo Tel: 091 8725133 segreteria@mgfsicilia.org

Sarà questo il tema della prossima Giornata mondiale della Gioventù che sarà celebrata nella Domenica delle Palme a livello diocesano, tappa del cammino verso l’incontro interna-­‐ zionale del luglio 2016 a Cracovia. Nel suo messaggio il Papa ricorda che in Cristo si trova il pieno compimento del sogno di felicità di ciascuno e invita i giovani a custodire un cuore puro e a non banalizzare l’amore. “Vi invito ad andare controcorrente, scrive, ribellandovi alla cultura odierna del provvisorio che non ha fiducia nella vostra capacità di amare veramente”. Un cammino quello verso Cracovia che ha come guida il “di-­‐ scorso della montagna” di Gesù dove, osserva il Papa, nove volte compare la parola beaE cioè felici. E dalla comune ri-­‐ cerca della felicità, parte la riflessione di Papa Francesco. In Cristo si trova il pieno compimento dei sogni di bontà e felicità. Ma poi il peccato entra nella storia e inquina la purezza delle origini: “da quel momento in poi, scrive il Papa, l’accesso diretto alla presenza di Dio non è più possibile, la ‘bussola’ interiore che guidava gli uomini nella ricerca della felicità perde il suo punto di riferimento e subentrano tristezza e angoscia. Al grido dell’umanità Dio però risponde inviando il suo Figlio che “apre orizzonti nuovi”. “E così, in Cristo, cari giovani -­‐ si legge nel messaggio -­‐ si trova il pieno compimento dei vostri sogni di bontà e felicità. Lui solo può soddisfare le vostre attese tante volte deluse dalle false promesse mondane”. Custodire la purezza dei cuori e delle relazioni. Il Papa spiega poi i significati di cuore, il centro dei sentimenti e dei pensieri, e della parola “puro” e cioè pulito, limpido, libero da sostanze contaminanti. Un fatto interiore, dunque, non esteriore e che “tocca soprattutto il campo delle nostre relazioni”. E Fran-­‐ cesco parla di “ecologia umana” spiegando che “se è necessa-­‐ ria una sana attenzione per la custodia del creato, tanto più dobbiamo custodire la purezza di ciò che abbiamo di più pre-­‐ zioso: i nostri cuori e le nostre relazioni”. Non banalizzare l'amore. Il periodo della giovinezza è quello in cui sboccia il desiderio profondo di un amore vero, bello e grande. Da qui l’invito ai giovani a non permeDere “che que-­‐ sto valore prezioso sia falsato, distruDo o deturpato” e l’esor-­‐ tazione a ribellarsi contro la diffusa tendenza a banalizzare l’amore, riducendolo al solo aspeDo sessuale, “svincolandolo così dalle sue essenziali caraDerisEche di bellezza, comunio-­‐ ne, fedeltà e responsabilità”. “Io, prosegue il Papa, vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provviso-­‐ rio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assu-­‐ mervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente. Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi”.

← Questo è il mobtag (QR Code) del nostro sito web 8

Newsletter - Marzo 2015


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.