gazzetta 16-09-2011

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011

PRIMO PIANO

IL C.T. DELL’INGHILTERRA E L’EURODEBUTTO DELLE ITALIANE

FRANCESCO VELLUZZI UDINE

DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE APPIANO GENTILE (Como)

Ancor più che per il logorio degli anni che in certi casi passano inesorabili, dunque delle gambe che non corrono o scattano quanto prima o dei muscoli che ogni tanto tornano a farsi vivi, questa Inter oggi pare consumata dagli eventi: uno stillicidio di incongruenze, imprevisti, risposte non arrivate (quelle dei nuovi acquisti: ne parliamo a parte), contraccolpi psicologici, risultati negativi, sopraggiunte critiche che, dal derby perso a Pechino in poi, hanno come tolto prima a Gasperini e poi alla squadra un po’ d’entusiasmo, e quindi altrettanta sicurezza. Sarà anche nella capacità di imboccare bene questo snodo che si potrà individuare l’attitudine di Gasperini a governare questa Inter. Una bravura non meno importante di quella calcistica, tattica, perché la brillantezza di spirito in questo momento può essere decisiva almeno quanto quella atletica, che un po’ latita: tanto da far agognare il ritorno di Maicon e da far pensare se davvero Muntari sia da considerare così inservibile. Stankovic no, Chivu forse? Era anche a questo

sprint mentale, mancato, che si riferiva Moratti mercoledì sera, uscendo dallo stadio. Ma poi è chiaro che bisogna giocare pure a pallone, e domani sera la Roma non sarà l’avversaria ideale per le sue proprietà di palleggio e l’occupazione in particolare del centrocampo. Tanto più che la coperta è corta: Thiago Motta non c’è, Stankovic al 90% neanche (si è infortunato martedì calciando, nei classici tiri di fine allenamento, e ancora ieri avvertiva fastidio), per Chivu bisognerà aspettare stasera (allenamento fissato alle 18.30 anche per avere più tempo per un eventuale recupero). E tanto più che il tempo a disposizione di Gasperini non è così tanto, perché quello che ha avuto finora è stato usato per fare cose diverse da quelle che oggi — perlomeno mercoledì sera — si sono poi considerate migliori.

LA SQUADRA

CAPELLO: «IO ALL’INTER? NON HANNO BISOGNO DIAMO TEMPO A CHI C’È»

Ora compattezza per ritrovare gioco e sicurezza

S Gian Piero Gasperini, appoggiato alla panchina, segue sconsolato le ultime fasi della partita dell’Inter TACCA

Quel 4-3-2-1 rimasto progetto Ecco allora che do-

mani il tecnico avrà bisogno anzitutto di una squadra più compatta, più corta, dunque più aggressiva, come quella che in qualche modo si era vista nel primo tempo del derby di Pechino. Come quella che aveva studiato per affrontare il Trabzonspor: doveva essere un 4-3-2-1, rimasto però nelle intenzioni del tecnico, che una volta verificata la lacunosa e «anarchica» applicazione, ha variato spartito tattico. Perché i cambi in corsa sono una carta che sa giocarsi bene, ma prima o poi gli piacerebbe anche vedere in partita quello che studia per prepararla. Cosa studierà per domani? Dipenderà anche da come la Roma si schiererà in attacco. L’esigenza di rinforzare il centrocampo potrebbe convincerlo a riproporre una difesa a tre, magari «mascherata». La certezza dovrebbe essere Sneijder, perché — senza Eto’o che vinceva le partite da solo — ai suoi colpi oggi pare difficile rinunciare. Magari un giorno si potrà davvero considerare, come ha detto Gasperini, utile ma non indispensabile: oggi si direbbe esattamente il contrario.

DAL NOSTRO INVIATO

«Io all’Inter? Non ha bisogno di me l’Inter. Diamo il tempo all’allenatore che c’è». Fabio Capello esce bene dalla domandona del giorno. E’ e resta l’allenatore dell’Inghilterra.

Nessuna tentazione morattiana. Ma tanto amore per la sua regione, il Friuli. E’ volato ieri mattina da Manchester, dove mercoledì sera è rimasto estasiato dal Napoli, per essere presente all’inaugurazione di

Gasp, sei a Moratti chiede la svolta Domani guai a sbagliare Anche ieri il presidente non ha spazzato tutti i dubbi: «Per ora c’è solo da aspettare un attimino». Ma se si perde male con la Roma... MATTEO DALLA VITE MILANO

Il grosso problema è che non c’è un problema solo. E che da due mesi, Gasp lavora per qualcosa che in due giornate ha stravolto. «Mi sembra che per il momento ci sia solo bisogno di aspettare un attimino» dice Massimo Moratti la mattina dopo il Bagno Turco. Ed è una frase che sa di ragionato indecisionismo in attesa di prendere una decisione. La decisione. Perché è vero che

«parlare di partita decisiva - ha detto lo stesso Moratti - significa far lavorare male tecnico e squadra», ma è altrettanto vero che un altro tuffo nella sconfitta casalinga contro la Roma equivarrebbe ai saluti a un Gasperini-meteora. Perché al di là di tutto restano e valgono due aspetti: che ogni giocatore ha definito vitale la gara contro la Roma; e che proprio in virtù di questa decisività del sabato sera, Gasp è un tecnico in bilico. Due mesi a... vuoto? I messaggi

presidenziali non sono solo d’attualità ma agostani: dopo il kappaò contro il Chievo, Moratti aveva dato indicazioni su Pazzini titolare, Sneijder dietro le punte e quella difesa «che - dice adesso il numero uno interista - è meglio a quattro». Il fatto è che per due mesi - pur senza il gruppo completo - Gasperini ha lavorato sull’impianto che partiva da tre uomini non avendo tutti gli uomini giusti per farlo. Per questo nel mercato estivo cercava anche un centrale esperto per la difesa a tre, ma non è arrivato. E

nel momento in cui Moratti, nel dopo-Palermo, ha indicato la via del cambiamento difensivo, ecco che Gasp ragionava coi suoi giocatori che praticamente gli dicevano la stessa cosa. Sia chiaro, non è che con la quattro si vince e con la tre si perde, è questione di tipologia di giocatori. Che Gasp ha riposizionato cancellando due mesi di lavoro. Appeal e il come Così Gasp ha dovuto cambiare: prima a Palermo poi col Trabzonspor. Due partite, tre stravolgimen-

POSSIBILI ALTERNATIVE RANIERI E ROSSI SEMPRE IN PRIMA FILA

C’è anche Figo fra i papabili in caso di esonero I bookmaker quotano a 1,75 l’addio di Gasperini prima di Natale MILANO

Occhio alla variante interna: si chiama Luis Figo e il suo nome era già stato messo nell' orbita della prima panchina per il dopo-Benitez. Insomma, occhio anche al ministro degli Esteri interista se per caso Gasperini dovesse fallire l’appuntamento contro la Ro-

ma, perché quella di Luis Figo sarebbe una soluzione gradita internamente nonché credibile e carismatica per un gruppo per ora assai disorientato.

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Esperienza internazionale Se

quella di Figo è una possibilità alla voce outsider, ecco che il resto dei papabili comprende i Soliti Noti: si parte da Claudio Ranieri al quale - paradossalmente - proprio la Roma potrebbe regalare la panchina dell’Inter. Claudio Ranieri avrebbe l’esperienza carismatica (e internazionale) per poter riavviare il motore-Inter dopo le prime tre sconfitte in gare ufficiali (Supercoppa col Milan compresa).

Se Gasperini andrà via, chi sulla panchina nerazzurra? Ecco quattro papabili: 1 Luis Figo, 38 anni, per ora ministro degli esteri nerazzurro: soluzione interna gradita alla squadra. 2 Claudio Ranieri, 59 anni, grande esperienza. 3 Delio Rossi, 51 anni, ha già detto no al Palermo. 4 Carlo Ancelotti, 52 anni, per adesso commentatore in tv

Delio e i totem Poi c’è Delio Rossi, che ha rifiutato il ritorno a Palermo proprio perché c’è qualcosa di più succoso in ballo, e magari si parla proprio di Inter. Si è parlato anche di Walter Zenga o di Luis Van Gaal, ex Bayern Monaco, tipo dagli insegnamenti rigidi che forse sarebbe difficilmente digeribile. Infine ci sono due allenatori di caratura mondiale come Fabio Capello e Carlo Ancelotti: del primo si parla spesso ma non potrebbe essere libero - a meno di scossoni improvvisi - prima della qualificazione certa dell’Inghilterra ai prossimi Europei; il secondo dice che risponderebbe serenamen-

te a Branca, ma bisogna chiedersi quanto la sua storia rossonera finirà per impossibilitare un’eventuale approdo all’Inter. Risposta: per ora tanto, tantissimo. I Bookmakers Poi alla fine è chiaro che si scatenino anche loro, i bookmakers. Si scatenano a tal punto che - dopo le 3 sconfitte - l’esonero di Gian Piero Gasperini prima di Natale è quotato a 1,75: non un bel segno. Sul Gasp che non mangia il panettone, la quota è quella mentre la permanenza sulla panchina dell’Inter è quotata a 2,00. m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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