Metal Hammer Italia - 01/2016

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La Finlandia è una terra misteriosa, che attrae chi come noi si nutre di emozioni oscure e malinconiche. In realtà questa terra è da decifrare. Il carattere finlandese è un quasi impenetrabile nella sua essenza, come la propria lingua. Oscura è la sua notte che regna indisturbata per mesi e mesi, tra le tempeste gelide ed i rumori ovattati della neve, smorzati solo dalle urla alcoliche di un sabato sera come altri. I contrasti qui sono la consuetudine: buio anche di giorno, ma d’estate il sole splende anche la notte. In questa terra arcana, da secoli la malinconia, la depressione, l´inettitudine è un’arte, un´arma usata con sapienza, e tramite essa tantissime creature emergono sotto forma di dipinti, romanzi e naturalmente musica. Quando l’arte sviscera le radici folkloristiche di questa cultura, il tutto appare quasi più chiaro, come un dizionario: esso traduce letteralmente, non spiega il valore culturale di un idioma, ma di certo ci aiuta a cogliere il suo senso. Molte sono le band che naturalmente sono ispirate da questa particolare malinconia finlandese, i cui testi sono immersi nei racconti di popolari di demoni, spiriti e bardi. Tra queste band troviamo Vorna, che uniscono melodic black a folk metal, oltre a molte influenze che penetrano e rendono partico-

lare il suono di questa band proveniente da Tampere. Abbiamo incontrato Vesa Salovaara, per parlare di ‘Ei valo minua seuraa’, il nuovo misterioso album dei Vorna. ‘Ei valo minua seuraa’ (la luce non mi segue) è la chiara dimostrazione di come mutare quella tipica spossatezza che di tanto in tanto colpisce i finlandesi, in un viaggio verso l’equilibrio mentale o spirituale. Come ci confida Vesa: “La storia nella sua totalità è romanzata, ma di certo vi sono elementi che sono nati da un periodo non particolarmente felice per me. Scrivere è sempre molto terapeutico, anche se difficile perché significa andare a ricercare quei sentimenti. Scrivere nuovi pezzi, porta sempre una lezione annessa da imparare”. Un album, diversamente adulto, polimorfo e in un certo senso, ancora più oscuro, maggiormente impostato sulle melodie e un suono moderno, come lui stesso ci spiega: “Il materiale è molto più pensato, ci sono delle idee spontanee, ma abbiamo lavorato di più su questo nuovo album; i testi sono maggiormente depressi o scuri. Non abbiamo pensato inizialmente alla direzione, pian piano abbiamo deciso di evolvere per evitare di avere lo stesso taglio dell’album precedente”. I Vorna basano il loro materiale

su storie che ruotano e rievocano miti folkloristici, di una Finlandia che sembra lontana, ma attenzione, folklore e paganesimo non sono sinonimi e Vesa ci tiene a precisarlo: “La parola folklore è molto più vicina a noi di paganesimo, magari molti ci definiscono Pagan Metal, ma non sono certo che sia esatto. Paganesimo comporta religione e noi non siamo interessati a nessun credo. Il nostro interesse è incentrato su temi che risiedono nel mostro patrimonio folcloristico, storie e tradizioni. Personalmente questa passione è nata quando ero a scuola e mi avvicinai al genere fantasy, nel nostro patrimonio vi sono così tante storie affascinanti e misteriose. Queste storie hanno il potere di farci capire e svelare il mondo in cui viviamo. Credo sia un dovere conoscerle”. E pieno di mistero è il singolo Jälkemme, il primo brano scritto dal tasterista Mikael Vanninen, che come ogni ottima canzone ha avuto mille mutazioni prima di maturare nei suoi sette minuti di ottima fattura. “Il testo, ha una storia interessante. Ero all’università, ad una lezione sui cambiamenti climatici e idee morali d’oggigiorno, quello mi ha portato a scrivere questo pezzo, che riflette sui cambiamenti che ognuno di noi può avere nella propria vita, possono essere buoni ma non per ques-

to possono soddisfarti. La radice del problema affonda nella società e la natura umana, ed è frustrante.” Musicalmente i Vorna vanno in qualche modo a colmare il vuoto che la fine della band Ajattara ha lasciato in molti di noi. Vesa stesso è un grande fan e ci racconta: “Io sono un gran fan, e nel primo album confesso che sono stato influenzato molto dai loro testi; considero Pasi Koskinen un grande scrittore. Credo che siamo vicini a loro nel fatto che usiamo la lingua finlandese. Loro fecero un album acustico fantastico, cattivo e sfrontato e spesso dico alla band che dovemmo fare qualcosa in acustico, ma non sono interessati!” La voce di Vesa, in ‘Ei valo minua seuraa’, risulta evanescente, ovattata il che riesce ad evocare i suoni invernali che una strada deserta finlandese contiene, i passi pesanti tra la neve, il vento che sferza sul mare e laghi ghiacciati, e da lontano il lamento del tram che nonostante il tempo sembra essersi fermato continua la sua corsa. Speriamo che i Vorna abbiano una lunga strada davanti e continuino a ricordarci dei bardi come Väinanöonen, dal quale Tolkien prese spunto per il suo Gandalf, “se dovessi scegliere quale personaggio incarnare sceglierei lui, perché aldilà di essere un dio e un eroe è un cantante e musicista.” Conclude Vesa.

di Paky Orrasi

La reale Espressione della finlandia 24 METALHAMMER.IT


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