Outlook Trimestral

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Outlook trimestrale

Sommario

Editoriale

Il punto sulla congiuntura

A cura di Stefano Fossati

A cura di Emilio Franco

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Editoriale

A cura di Stefano Fossati, Direttore Investment Advisory & Solutions, CheBanca!

Nel corso dell’ultimo trimestre abbiamo assistito alla crescita della volatilità pressoché su tutte le asset class e ad un apprezzamento del dollaro a livelli senza precedenti. La Fed ha continuato a mantenere un atteggiamento molto restrittivo, dal momento che i dati macro continuano ad essere forti e quelli sull’occupazione non mostrano alcun segno di rallentamento. Il fronte azionario, nonostante il recupero di agosto, lascia presagire un perdurare della volatilità sino alla fine dell’anno.

Con le ormai note difficoltà sullo sfondo, è chiaro che le Banche Centrali continueranno a definire “l‘agenda” del mondo degli investimenti anche nel corso dell’ultimo trimestre In questo clima, con i principali governatori che si dichiarano inflessibili fino a quando l’inflazione non verrà riportata a livelli più vicini agli obiettivi, appare scontato uno scenario recessivo. Eppure, sebbene l’economia resti in rallentamento e caratterizzata dall’inflazione, forse i livelli non sono quelli scontati dai principali indici

Ciò non rappresenta un invito ad entrare subito sul mercato, ma ad accumulare con calma da ora al prossimo anno e approfittare dei tassi, soprattutto sulle medie scadenze, e dei settori che godono di livelli molto interessanti. Continuare a seguire il comportamento delle Banche Centrali nei prossimi mesi, infatti, è sicuramente corretto; tuttavia, attendere un’inversione di rotta potrebbe far perdere buone occasioni d’investimento

“In un contesto caratterizzato da elevata incertezza raccomandiamouningresso gradualesugliassetrischiosie diapprofittaredeirendimentia scadenza interessanti offerti dai titoliobbligazionari.”

CheBanca!
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Il punto sulla congiuntura

I dati macroeconomici, durante l’estate, hanno confermato il rallentamento della crescita economica dai livelli elevati del 2021. Tuttavia, è emerso un ampio divario tra le indagini di fiducia rivolte ad imprese e famiglie, che risultano compatibili con i livelli di recessione, e gli indicatori di attività reale che invece restano ancora solidi.

Nello scenario globale sono affiorati elementi di differenza rispetto ai primi sei mesi dell’anno. In primo luogo è emersa una divergenza nelle traiettorie di crescita tra economie avanzate ed emergenti, con l’Area Euro più penalizzata dalla crisi energetica indotta dalla guerra tra Russia e Ucraina. In secondo luogo si è registrata una progressiva riduzione delle tensioni sulle catene di distribuzione e dei costi di trasporto, fenomeno che contribuirà nei prossimi mesi a rallentare l’inflazione. A livello mondiale anche le pressioni sui prezzi provenienti dalle materie prime si sono ridotte; indice del fatto che il picco dell'inflazione dei prezzi al consumo potrebbe essere vicino, se non già superato. In particolare, i prezzi del petrolio hanno iniziato a scendere già da metà giugno, mentre i prezzi del gas naturale in Europa sono saliti a livelli record a causa delle interruzioni delle forniture russe. Le ripercussioni sostanziali sui costi dell'elettricità, rimasti altamente volatili, riflettono la confluenza di sviluppi geopolitici e di possibili dinamiche speculative.

Nei prossimi mesi il contributo dell'energia all'inflazione complessiva nei principali Paesi industrializzati dovrebbe comunque ridursi sia grazie agli effetti base favorevoli che al calo dei prezzi delle materie prime. Questa riduzione, però, non sarà percepita in modo uniforme in tutti i Paesi. I prezzi più elevati del gas in Europa faranno sì che l'inflazione rimanga alta più a lungo in quest’area rispetto che negli Stati Uniti.

L’emergere dell’elevata inflazione come fenomeno globale ha determinato un maggiore coordinamento delle politiche monetarie e l’accelerazione del ritmo di inasprimento in diversi Paesi. Durante il simposio annuale di Jackson Hole, le principali Banche Centrali hanno ribadito la necessità di proseguire con la restrizione delle condizioni finanziarie per stabilizzare i prezzi e sottolineato la necessità di abbandonare qualsiasi forward guidance a favore di decisioni più dipendenti dai dati, che utilizzano il terminal rate (tasso in cui l’inflazione resta sotto controllo e la crescita vicina a quella di lungo periodo) come strumento di guida e comunicazione della politica monetaria.

Il principale rischio di scenario resta direttamente collegato alla guerra in Ucraina La crisi europea del gas ha una natura idiosincratica che sta mettendo in difficoltà le

“L’economiaglobaleèin rallentamento,soprattuttonei Paesisviluppati.L’inflazionesi mantiene elevata, ma dovrebbe attenuarsineiprossimimesi grazieallepolitichemonetarie piùrestrittiveealvenirmenodi alcuni dei fattori che ne hanno determinato l’aumento.”

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aziende energivore europee, che non riescono a scaricare sui prezzi i loro maggiori costi senza subire la concorrenza estera. La risposta dovrà essere sia industriale (sulla quantità) sia fiscale (sui prezzi). Sul fronte industriale sarà necessario riattivare le forze dell’arbitraggio internazionale attraverso la messa in funzione di rigassificatori e un coordinamento degli acquisti di gas sul mercato internazionale. C’è bisogno di ricercare soluzioni nei mercati all'ingrosso dell'elettricità che spezzino o indeboliscano il legame tra i prezzi dell'elettricità e del gas. Sul fronte fiscale, l’Europa sta andando verso la definizione di un price cap: questo potrebbe essere un game-changer positivo per lo scenario congiunturale dei prossimi mesi. Contestualmente, i governi europei stanno adottando sia misure per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e l'impatto negativo sul settore privato sia provvedimenti per aiutare famiglie e imprese ad affrontare i rincari.

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in cui sono rese. Considerata la rapidità con la quale le suddette condizioni mutano, esse possono non essere più valide anche dopo breve tempo. Per ricevere suggerimenti sempre aggiornati nel tempo, coerenti e adeguati al profilo di investitore, è opportuno contattare periodicamente un Advisor CheBanca!. Resta inteso che ogni decisione d’investimento è di esclu siva competenza dell’investitore; allo stesso modo l’effettiva esecuzione delle operazioni deriva dalle sue autonome decisioni. Qualora i dati forniti a CheBanca!, anche attraverso il questionario MiFID, o gli obiettivi fossero variati, è necessario comunicare alla Banca prontamente tali variazioni prima di effettuare qualsiasi tipo di investimento. Si precisa inoltre che, nelle operazioni aventi a oggetto prodotti e strumenti finanziari vi è un rischio connaturato alla natura degli stessi e agli andamenti dei mercati non eliminabile dal servizio di consulenza erogato da CheBanca!. Le obbligazioni assunte da CheBanca! nella prestazione del servizio di consulenza sono obbligazioni di mezzi e non di risultato; CheBanca! pertanto non garantisce alcun risultato legato ad eventuali operazioni di investimento e non assume alcuna responsabilità in ordine all’esito di tali operazioni.

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