Ibrido Urbano
dall’immaginario alla visione aumentata

Alessandra Carloni
Mostra di a cura di Valeria Rufini Ferranti
Roma Palazzo Merulana 13 Dicembre 2024 19 Gennaio 2025

dall’immaginario alla visione aumentata
Alessandra Carloni
Mostra di a cura di Valeria Rufini Ferranti
Roma Palazzo Merulana 13 Dicembre 2024 19 Gennaio 2025
Classe 1984, romana. Dopo una formazione di settore, Alessandra Carloni inizia ad esporre nelle gallerie italiane, vincendo diversi premi e concorsi. La crescita come street artist la porterà a realizzare opere murali in tutta Italia (solo per citare gli ultimi interventi: Roma, Napoli, Procida, Ventotene, Treviso, Verona, Padova, Trieste, Torino, Melfi, Lamezia Terme, Pescara, Antrodoco, L’Aquila, Trapani, etc…) e all’estero (solo per citare gli ultimi interventi: Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo,etc…), vincendo premi e riconoscimenti. Nel 2024 è selezionata e pubblicata all’interno dell’edizione Exibart sui 222 artisti su cui investire. Dall’Arte della Carloni emerge un mondo visionario, onirico ed alternativo. Attraversato da città volanti, popolato da animali meccanici e nel quale non mancano suggestioni letterarie. Colori pastello vivaci e narrativi caratterizzano le sue tele e i suoi murales. Tra le numerosissime mostre, eventi ed esposizioni, ricordiamo nel 2024 la mostra al Palazzo della Cancelleria di Roma, nel 2022 al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa (Napoli), al Festival Sete Sòis Sete Luas al Centro des Artes e Cultura in Portogallo e alla Galleria Palazzo Nicolaci di Noto. Tra le altre esperienze museali ricordiamo il Museo casa dei Carraresi a Treviso e il Museo Etrusco di Villa Giulia. Nel 2018 a New York è finalista del Canova Prize. Partecipa annualmente alle Fiere di Verona e Padova.
dall’immaginario alla visione aumentata
Mostra personale di Alessandra Carloni a cura di Valeria Rufini Ferramti
Roma Contemporanea. Una metropoli di quasi 3 milioni di abitanti, viva, caotica, in cui una modernità già quasi obsoleta si fa largo tra le maestose ma silenti architetture romane; uno spazio in cui la storia è praticamente tangibile e in cui le varie epoche, i cambiamenti socio-culturali, le mille etnie, i mezzi di comunicazione vecchi e nuovi si sovrappongono e si Intrecciano, perseguendo e mantenendo un equilibrio delicatissimo che la rende, nei secoli, eterna. Questo è lo scenario in cui Alessandra Carloni ambienta le vite di nuove creature senza sguardi, ibridi di città, smarriti nella giungla urbana, provenienti da un altro mondo che è oltre quello reale: sono il prodotto di una società che non presta più attenzione all’individuo, ai suoi sogni e bisogni, ma corre verso un’omologazione cieca e feroce, che livella il pensiero divergente e inibisce la creatività. Seguiremo le vicende di un giovane umanoide che si aggira in una metropoli ormai desolata, tra le macerie e i rifiuti di un pianeta esausto, progredito all’impazzata fino ad implodere su se stesso. La distopia di un futuro prossimo come background, un character non identificato come protagonista, poi la scoperta forse salvifica: un visore 3D, abbandonato a terra, la pass key per aprire uno dei mille mondi possibili. E appunto, tra le infinite possibilità, si spalanca la visione di un multiverso parallelo, vivo, ripopolato, in cui la natura si riappropria di ciò che le è stato sottratto: la mente, nutrita dalla fantasia e potenziata dal visore, ha generato le proiezioni rigogliose di una realtà alternativa in cui vero e immaginario si ribaltano completamente e si amplificano a vicenda avviluppandosi in una terza dimensione, quella aumentata. In bilico lungo i profili dei monumenti, con i piedi a penzoloni sul traffico, l’ibrido urbano di Alessandra Carloni è epifania dell’incursione umana in un contesto virtuale ma non certo irreale, in cui trova finalmente spazio l’esigenza ancestrale di sentirsi parte di un tutto generatore, di una Natura Madre che ci ha partorito e che non abbiamo esitato a calpestare, a ricoprire di cemento.
Tra i piloni della Tangenziale sbocciano i papaveri e dal Colosseo quadrato esplodono fioriture di ogni specie: la Carloni scrive il c’era una volta di un’altra favola urbana, tratteggiata con l’incredibile leggerezza pittorica che le è propria e una nuovissima e personale visione delle cose dall’alto. Reduce dall’esperienza calviniana, l’artista ne sposa appieno la dialettica sognante ma diretta e la chiarezza espressiva quasi cristallina, che non è però mai scontata negli esiti comunicativi. Il messaggio arriva lampante: rinchiusi ciascuno nel proprio mondo, con gli occhi incollati allo schermo di telefoni sempre più grandi che stimolano idee sempre più piccole, accompagnati dagli assistenti vocali, dagli assistenti di guida, imboccati dai tutorial e sostituiti dalle AI… chi, se non l’artista, che fa della propria unicità un vessillo, ha il compito di rappresentare l’attuale fenomeno di compenetrazione, se non sostituzione, tra essere umano e tecnologia? Appellandosi al calore delle atmosfere del realismo magico, per mediare e in qualche modo contrastare la fredda precisione dell’intelligenza artificiale, la pittrice ci propone nelle tele una Roma 5.0 in cui realtà, iperrealtà, realtà aumentata, virtuale, provano a convivere per la prima volta nell’arte e non solo ... a cura di Valeria Rufini Ferranti
100 x 150, 2024
Il risveglio della natura
Olio e gessetto su tela
50 x 40, 2024
L’albero della città Olio e gouache su tela
120 x 90,
2024
La mia giungla
Olio e gessetto a olio su tela
80 x 60, 2024
150 x 100, 2024
50 x 40, 2024
Cresciuta dall’asfalto Olio e gessetto a olio su tela
120 x 90, 2024
Olio e matita su tela
150 x 150, 2024
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