a cura di Valeria Rufini Ferranti
29 Gennaio - 5 Marzo 2023
ROMA Palazzo Merulana
“Le intelligenze artificiali non si spingono fino all'irrazionale: alla capacità d'istinto e di sporcarsi, di scambiare empatia e passionalità, di mostrare casualmente difetti. Elementi che caratterizzano l'umanità, la rendono insuperabile ed insostituibile e che le permettono di elevarsi verso picchi di spiritualità, poesia, genio”
Fabrizio SpadiniTEMPI D’ACCIAIO Dal potenziale al crossover di Valeria Rufini Ferranti
Dal 29 Gennaio al 5 Marzo 2023 Palazzo Merulana ospita la mostra personale di Fabrizio Spadini, una selezione di circa quaranta opere, in gran parte oli su tela. La nobile cornice di Palazzo Merulana pone l’artista in dialogo con i grandi maestri del Novecento italiano a cui egli dichiaratamente si ispira: la collezione Cerasi, infatti, è costituita da capolavori di pittura e scultura tra i quali le opere di Mario Sironi, Giorgio De Chirico e Giacomo Balla. Nell’arte di Fabrizio Spadini si respira il silenzio immobile delle atmosfere dechirichiane, apparente e in potenza al di là della placida collina, si cela in agguato un roboante marchingegno d’acciaio, pronto ad irrompere sulla scena per abbattere resti di un passato che pure avrebbe ancora molto da suggerire al presente. E’ a questo punto che lo spazio sospeso e metafisico della piazza deserta viene animato dal vigore di colossi in metallo, sfingi e Veneri 2.0 dalle seducenti armature cromate: il cubo-futurismo di Spadini, allo stesso tempo affilato e tagliente come una lama e fisico come una lotta di corpi, si fa sorprendente strumento espressivo di una nuova mitologia, in cui titani e cyborg riscrivono la storia dell’umanità.
L’energia ancestrale che anima i personaggi sulla tela, una volta evocata e richiamata in superficie dalle profondità della terra, da semplice potenza diviene atto, combattimento, scontro che è anche incontro, combinazione. Questo dualismo nutre e alimenta una vera e propria tensione tra reale e immaginario: due prospettive che continuano a correre parallele senza mai confondersi l’una con l’altra, eppure procedendo instancabili nella stessa direzione e alla medesima velocità. Due mondi che si avvicendano, troppo legati per annullarsi ma non sufficientemente distanti per coesistere, se non nell’attimo in cui il pittore li fissa sulla tela, guidando lo spettatore attraverso un crossover dimensionale.
La pittura di Fabrizio Spadini è insieme suggestione e stimolo. L’attraversare e dunque il superare il presente, per proiettarci in direzione di un cosmo di robot dal cuore d’acciaio, ci pone di fronte ad alcuni interrogativi: a quale grado di penetrazione dell’iper-tecnologia siamo pronti? La smaterializzazione e la virtualizzazione delle dinamiche esistenziali e relazionali tendono ad annichilire l’essere umano, creatura passionale, fragile, mortale e dunque finita, mettendolo in contrapposizione alla macchina, scientifica, “perfetta”, indistruttibile, (eterna?). Ecco perché Zeus si scomoda in difesa di esseri “difettosi”, limitati, errabondi: nell’opera trittico in mostra, inedita, ispirata alla Teogonia di Esiodo, sono gli Dèi del mondo classico a combattere contro gli automi del futuro, coinvolgendoli in una coreografia di lotta, carnale e violenta. L’unico modo per annientare e superare l’umano non è altro che assimilarne quei limiti, quelle difficoltà, quelle pulsioni che lo rendono tale; in un ribaltamento di prospettive, adesso, ad apparire mancanti, deboli, addirittura disarmati sono i mastodontici androidi alle prese con il divino, l'irrazionale, l’istinto, la fantasia. Si chiamano intelligenze artificiali perché rispondono alle nostre domande, saziando istantaneamente ogni curiosità, ma nel farlo ci impediscono appunto di intelligere, ossia di discernere i concetti, di formulare giudizi, di pensare, di sognare, di inventare, di creare, di fare ciò per cui realmente siamo nati. Il mito è l’espressione più alta del bisogno tutto umano di comprendere, spiegare, sperimentare, dare un nome alle cose, persino a quelle più misteriose e intangibili: stiamo davvero rinunciando a questo patrimonio secolare di valori e conoscenza, che abbiamo forse smesso di alimentare, per affidarlo alla memoria di qualche server digitale?
From 29th January to 5th March 2023 Palazzo Merulana hosts Fabrizio Spadini solo exhibition, a selection of about forty artworks, mostly oils on canvas.
The noble setting of Palazzo Merulana places the artist in dialogue with the great italian masters of the twentieth century who openly inspire him: the Cerasi collection, in fact, consists of masterpieces of painting and sculpture including the works by Mario Sironi, Giorgio De Chirico and Giacomo Balla. In Fabrizio Spadini’s art we hear the motionless apparent and potentially silence of De Chirico's atmospheres: beyond the placid hill, a roaring steel machine lurks in ambush, ready to burst onto the scene to knock down the remains of a past which, however, would still have much to suggest to the present. It’s at this point that the suspended and metaphysical space of the deserted square is animated by the vigor of metal giants, sphinxes and Venus 2.0 with seductive chrome armor: Spadini's cubo-futurism, at the same time sharp and cutting like a blade and physical like a fight of bodies, becomes a surprising expressive tool of a new mythology, in which titans and cyborgs rewrite the history of humanity.
Once recalled to the surface from the depths of the earth, the ancestral energy that animates the characters on the canvas from simple power becomes an act, a fight, a clash that is also an encounter, a combination. This dualism nourishes and feeds a real tension between reality and imagination: two perspectives that continue to run parallel without ever getting confused with each other, yet proceeding tirelessly in the same direction and at the same speed. Two worlds that take turns, too linked to cancel each other but not sufficiently distant to coexist, except in the moment in which the painter fixes them on the canvas, guiding the viewer through a dimensional crossover.
Fabrizio Spadini's painting is both suggestion and stimulus. Crossing and therefore overcoming the present, to project ourselves in the direction of a cosmos of steel-hearted robots, confronts us with some questions: to what degree of penetration of hyper-technology are we ready? The dematerialization and virtualization of existential and relational dynamics tend to annihilate the human being, a passionate, fragile, mortal and finite creature, placing him in opposition to the scientific, "perfect", indestructible, (eternal?) machine. This is why Zeus takes the trouble to defend "defective", limited, wandering beings: in the unpublished triptych work, inspired by Hesiod's Theogony, Gods of the classical world fight against the automatons of the future, involving them in a choreography of a carnal and violent struggle. The only way to annihilate and overcome the human being is to assimilate those limits, those difficulties, those drives that make it so; in a reversal of perspectives, now, to appear missing, weak, even unarmed are the mammoth androids grappling with the divine, the irrational, the instinct, the fantasy. They are called artificial intelligences because they answer our questions, instantly satiating every curiosity, but in doing so they prevent us from intelligere or rather from discerning concepts, formulating judgements, thinking, dreaming, inventing, creating, doing this for which we were actually born. Myth is the highest expression of the all-human need to understand, explain, experiment, give a name to things, even the most mysterious and intangible ones: are we really giving up this age-old heritage of values and knowledge, which we have perhaps stopped power, to entrust it to the memory of some digital server?
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Short Bio & Concept
Fabrizio Spadini nasce a Casorate Primo, in provincia di Pavia, nel 1975. Lavora come illustratore freelance per agenzie di pubblicità e case editrici. Collabora come concept artist con aziende che operano nel settore dell’animazione e dei videogames. Realizza la serie di coloring book Creatività Antistress per Giunti Editore.
Nel 2009 si trasferisce in Toscana con la compagna e i figli, rimane affascinato dalla luce e dal paesaggio e inizia a dipingere en plein air . Il desiderio e la necessità di “incontrare” l’altro, come fonte di ispirazione e conoscenza di sé, lo spingono a organizzare corsi e laboratori di disegno e pittura nelle scuole, workshop di pittura en plein air e di taccuini di viaggio.
2016 progetto “Oilrobots - Futuro Anteriore”, Lucca Comics, elementi dell’iconografia delle serie animate giapponesi degli anni ‘70-’80 si accostano allo stile e alle atmosfere della tradizione pittorica dei Macchiaioli Toscani
2017 “Futuro Anteriore”, Future Film Festival, Bologna
2017 Cantieri Culturali di Zisa, Palermo
2017 "Fabrizio Spadini - Eroi con macchia", Museo Michelangiolesco, Caprese Michelangelo, Arezzo
2018 “La grande bellezza, le primavere italiane”, Export Gallery, Austria
2019 “Futuro Anteriore”, Soave Arte Moderna & Contemporanea, Alessandria
2020 mostra “La colonizzazione dell’immaginario”, Galleria DeniArte, Roma
2021 esposizione a San Marino Comics
2021 mostra “Apparizioni - Fantasmi semiotici nel paesaggio”, a cura di Marco Violi, Rocca di Riolo, Ravenna
2021 Serendipity, in mostra a Piazza San Marco, Venezia
2021 “Deus ex Machina”, personale al Castello di Belgioioso, Pavia, promossa da ArteAtelier e curata da Cesare Orler con la partecipazione di Gabriele Boni
2022 “ LAME ROTANTI”, Medina Art Gallery Roma, mostra-evento fuori salone del Romics con stand alla Fiera di Roma curato da ArteAtelier
2022 Mostra personale, Centro Culturale Pergoli, Falconara Marittima
2022 “Io Robot”, Gruppo Avanguardie Artistiche, CristianoArtGallery, SamoCollection & ArsInteramna, Cassino (FR)
Medina Art Gallery
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