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SITE BY SITE LE PIAZZE AFFOLLATE DEI SOCIAL

LE PIAZZE AFFOLLATE DEI SOCIAL

I CAMBIAMENTI COMPORTAMENTALI REGISTRATI DAI SOCIAL DURANTE LA PANDEMIA: SITE BY SITE HA INDIVIDUATO, CON ANALISI E RICERCHE DI MERCATO, I CONTENUTI CHE HANNO GENERATO PIÙ INTERAZIONI SUI SOCIAL IN QUESTE SETTIMANE DI RECLUSIONE FORZATA.

VIVIAMO IN UN MONDO GLOBALIZZATO E IPERCONNESSO, LE NOTIZIE PERCORRONO DISTANZE IMMENSE IN POCHI SECONDI E I LEGAMI RELAZIONALI SUPERANO I CONFINI GEOGRAFICI. DISPONIAMO DI MOLTEPLICI PIATTAFORME ONLINE PER REPERIRE INFORMAZIONI E DI ALTRETTANTE MODALITÀ PER SCAMBIARCELE. Tra queste ci sono i social, come Facebook, Instagram, Twitter o Snapchat, dove le persone passano del tempo, postano pensieri, manifestano i loro gusti, condividono scatti fotografici, fanno acquisti. Come sta cambiando la nostra presenza sui social durante la pandemia? Secondo uno studio di scenario condotto da Site by Site, sulla base di diverse fonti legate a istituti di ricerca autorevoli, in questo frangente più che mai, dal momento che non è possibile ritrovarsi nei luoghi di aggregazione sociale, i social funzionano come la piazza di una città; anzi, di moltissime città insieme, nello stesso momento. Sono un luogo di ritrovo, dove confluiscono tutte le persone (a seconda del tipo di social possiamo identificare la fascia di età, per esempio su Instagram troviamo prevalentemente le generazioni dai 16 ai 24 anni, dato Hootsuite 2018) e da dove è possibile osservare le reazioni, i commenti e gli stati d’animo riguardo la situazione presente. All’inizio di marzo, subito dopo l’uscita del primo DPCM, l’Osservatorio permanente su ‘Italiani e social media in tempo di Coronavirus’, attivato per monitorare le reazioni degli

italiani alla diffusione del Covid-19, ha reso noto che la prima risposta alla notizia di un’epidemia crescente è stata la corsa ai supermercati per comprare gel igienizzante per mani e mascherine protettive. Secondo il report datato 26 marzo 2020 di The Fool e GWI Global & Italian Research, dall’inizio dell’emergenza sanitaria il 24% della popolazione italiana passa più tempo sui social. La ricerca evidenzia, inoltre, un alto o altissimo livello di preoccupazione, riversato sui social, per il Paese e per la situazione internazionale di circa il 60% degli italiani. Nonostante l’incertezza sul futuro causata da questo virus, più del 50% della popolazione italiana è ottimista nei confronti della ripresa nazionale.

I SOCIAL IN ITALIA: UNO SPECCHIO CHE RIFLETTE INTERESSI E COMPORTAMENTI NUOVI. La pandemia e le misure che l’Italia ha adottato per affrontarla hanno costretto in casa milioni di cittadini e cittadine. Quando uscire è un’opzione che mette a rischio la nostra salute e quella di chi ci sta intorno, i social rappresentano uno strumento sicuro per ritrovarsi con gli altri, un ‘luogo’ dove cercare un contatto, dove aggiornarsi, dove spartire consigli utili su come costruire nuove abitudini e adattarle a una quotidianità completamente diversa e, in alcuni casi, difficile per molti. I principali contenuti che in queste ultime settimane hanno generato maggior interesse e interazione sui social partono dall’hashtag #iorestoacasa che riassume l’invito del Governo italiano a limitare gli spostamenti che non siano assolutamente necessari. Un argomento che ha movimentato le community online, in particolar modo nella

SOPRA, ALCUNI DEGLI HASHTAG PIÙ UTILIZZATI SUI SOCIAL NELL’ULTIMO PERIODO.

A DESTRA, I SETTORI ECONOMICI INTORNO AI QUALI SONO STATE EFFETTUATE MAGGIORI RICERCHE.

QUAL È IL RUOLO DEI SOCIAL MEDIA DURANTE LA PANDEMIA? PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI È FILTRARE LE FAKE NEWS.

LA REAZIONE DELLE ATTIVITÀ LOCALI AL PROBLEMA COVID-19 È STATA APPREZZATA IN MODO CONSIDEREVOLE. AL SECONDO POSTO SI ATTESTA LA REAZIONE DEL GOVERNO (80%).

LE PIATTAFORME PREFERITE DAGLI ITALIANI PER L'INTRATTENIMENTO. IN GENERALE QUESTO TEMA HA FATTO REGISTRARE VOLUMI DI INTERESSE MOLTO ALTI.

settimana che va dal 10 al 22 marzo, è stato lo smart working. Una soluzione adottata (in alcuni casi già in atto) da diverse aziende a tutela dei propri dipendenti. Su Instagram l’engagement relativo a questo contenuto ha registrato un +325%.

I bisogni emersi, a cui hanno risposto i contenuti, sono i seguenti: – come riorganizzare lo spazio nel proprio appartamento per poter lavorare; – cosa cucinare durante la pausa pranzo; – come non perdere tempo mentre si lavora; – come mantenersi in forma; – cosa fare in casa dopo una giornata di lavoro; – come prendersi cura dei figli. Instagram è al primo posto come piattaforma di scambio riguardo queste tematiche, con un utilizzo del 47,81%; poi c’è Facebook con il 25,95%; a seguire Twitter con l’11,99%, un 8,67% di utenti consulta i blog e un 3,14% le news online. Oltre al lavoro da casa, i top engaging content sono: – la riscoperta della cucina (in particolar modo delle ricette che prevedono il lievito, come pizze, torte, pane ecc.): #food (5,2K) e #foodporn (5,1K) sono tra gli hashtag più usati tra il 12 e il 15 marzo; – il workout in casa: fatto seguendo le istruzioni di personal trainer tramite dirette sui social; – le relazioni familiari: il tempo ritrovato da condividere con i propri cari; – l’intrattenimento: Netflix monopolizza il 57% delle conversazioni; – la divulgazione delle comunicazioni del Ministero dell’Interno o dell’OMS; – le donazioni alle strutture sanitarie locali. I social, oggi più che mai, sono il contenitore di dati sensibili, rivelatori: la lettura e l’analisi di trend, numero di visualizzazioni, ricondivisioni e hashtag forniscono indicazioni a istituzioni e aziende per sondare le esigenze che emergono e costruire significativi touchpoint. Una delle conseguenze che si sta manifestando, per esempio, è la crescita, in controtendenza rispetto al contesto generale dell’economia, del settore del retail. Si tratta di un ambito, diventato servizio essenziale, che ha dovuto adattarsi molto rapidamente ai cambiamenti delle modalità di lavoro imposte dalle misure di contenimento del contagio, tutelando i propri dipendenti e ristrutturando la giornata lavorativa nel rispetto delle distanze di sicurezza. Forbes preventiva una crescita della percentuale di consumatori italiani che, vista la restrizione alle uscite per le compere, familiarizzerà con gli acquisti online. Oggi quella fetta di persone che naviga sugli e-commerce si attesta intorno al 7%, ma è destinata a crescere. In questo contesto brand e aziende stanno sperimentando con creatività nuovi approcci al consumatore, con la prospettiva di pianificare una ripartenza consapevole e tarata sui mutamenti. MK

DURANTE LA PANDEMIA DI COVID-19 LA PERCENTUALE DI ITALIANI CHE TRASCORRONO IL TEMPO CONNESSI ALLE PIATTAFORME DI SOCIAL MEDIA È DEL 24%.

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