PESCE D'APRILE: numero 04 anno 02

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Secondo Torneo di Grafica di ADB a cura di galdo81 Si è da poco concluso il torneo che ha visto fronteggiarsi i migliori interpreti della sezione grafica del forum. Ci è sembrato doveroso intervistare i primi tre classificati - dal terzo al primo: FK95, Ricofede92 e Anubis - e indagare il loro punto di vista.

Intervista ad FK95 Cosa pensi del torneo di grafica e in cosa è migliorabile? Molto bello è stato lo spirito di competizione dimostrato dai partecipanti. Alcuni hanno partecipato anche al primo torneo, altri – come Kazekage-Sama – ci hanno aiutati nella giuria. C’è da dire che molti utenti si sono tirati indietro durante lo svolgimento del torneo. Questa cosa ha turbato sia me sia Shiva, ma per me in particolare è stata una sorta di mancanza di rispetto, perché se ci si propone è per mantenere un patto. Utenti con 5-6 messaggi si sono iscritti al torneo e poi si sono ritirati. Utenti che dopo un mese dall’invio dell’email di conferma mi hanno chiesto se fossero ancora in tempo per partecipare. È difficile migliorare il torneo in sé. Quest’ultimo, rispetto al precedente, è stato molto più libero: l’abbiamo diviso per categorie, poi il tema era a discrezione del partecipante. La differenza con il torneo precedente è che in quest’ultimo ci sono stati più concorrenti nuovi, non abituali della sezione grafica. Questa dunque è una cosa positiva.

La sign che hai usato nella sfida con Anubis presenta dei graffi orizzontali e dei segni verticali. Come mai li hai impiegati? C’è da fare una premessa: io ed Anubis conosciamo perfettamente i rispettivi livelli di abilità e gli stili preferiti. Quindi questa

sfida ci ha stimolato a passare a qualcosa che l’altro non ha mai visto. Io mi sono buttato su uno stile che non è il mio, puntando a trovare un abstract – infatti se si controlla c’è uno sfondo viola con contorni verdi – e cercando di ambientare un render non facile. Ho utilizzato le linee per dare un po’ di movimento alla compo della tag e per mettere in risalto il font, la scritta, da sottolineare tramite un contrasto ed accentuare la profondità. Non è però uno dei miei lavori meglio riusciti, ma nonostante questo è stato apprezzato.

Cosa ci dici dell’icon, invece?

In questa sfida ho puntato molto sull’icon: Anubis punta molto sullo sfumino per creare una compo, mentre io adopero una condizione di luce e colore differente e modifica della condizione stessa dello stock iniziale. Ho dato una colorazione principale al personaggio femminile, tentando di dare risalto agli occhi, i quali già erano riportati sul rosso-rosa, tentando di aumentarli leggermente e con l’aggiunta di diverse luci sui vestiti ho cercato di dare una visione un po’ più “sbrilluccicosa” di quello che poteva essere l’inquadramento. Poi ho ritagliato lo stock per trovare una dimensione più piccola conservando però la presenza di entrambi i personaggi all’interno dell’icon, con un taglio dall’alto verso il basso di lelouch che andava a concludersi sul vestito della ragazza.


Intervista a Ricofede92

Intervista ad Anubis

Un bel secondo posto per te. Cosa hai provato quando ti sei ritrovato in finale?

Innanzitutto complimenti per la vittoria! Sei arrivato primo in un torneo lunghissimo e difficile. Cosa ne pensi? In cosa è migliorabile e quali ne sono, invece, i punti di forza?

Be’, innanzitutto devo ammettere di essere stato un pò fortunato, però tra i vari grafici con cui mi sono misurato ammetto di aver temuto più volte l’eliminazione, veramente tutti molto bravi, sono stato molto contento di essere arrivato all’ultima fase e vorrei ringraziare tutti i miei “supporters”. L’essere arrivato in finale mi ha reso molto felice non solo per il risultato ma anche per essermi ritrovato contro un avversario che ho sempre stimato da quando ho iniziato. Avere l’onore di misurarsi con Anubis non è da tutti.

L’icon e la sign hanno tema uguale ma hanno avuto un’elaborazione diversa. Quali sono le sensazioni che ti hanno portato a scegliere quelle colorazioni in particolare?

Sì, la scelta della differenza di colorazione tra sign e icon è dovuta al fatto che ho cercato di creare una differenza di tonalità per creare due immagini totalmente diverse nonostante lo stesso tema, non volevo annoiare “gli spettatori”. La scelta della colorazione era per dare un senso di continuità con lo sfondo e con il tema stesso, visto lo spessore della competizione ho cercato di ragionare un pò di più sulle varie combinazioni di colori e sui vari effetti da utilizzare.

Nei lavori precedentemente svolti ho notato una predilezione per i toni caldi. Nel tuo lavoro finale, invece, predominano atmosfere più fredde. Si tratta di una sperimentazione o è una nuova ispirazione?

Bella domanda! Si tratta sì di una sperimentazione come tra l’altro succede in molti altri lavori, è il mio modo di “graficare”. Sin dall’inizio ho cercato di creare un mio stile che potesse essere riconosciuto, ma la costante di questo stile è spesso il cambiamento: imparando nuove tecniche cerco di fonderle al mio stile. Avendo ancora molta strada da fare spero di riuscire a mostrarvi ancora molte altre sperimentazioni.

Ti ringrazio per i complimenti prima di tutto! Sì, è stato un torneo abbastanza lungo e difficile in effetti, ma allo stesso tempo piacevole e sopratutto divertente! Una delle problematiche, che magari si potrebbero evitare in futuro, è stato il lungo periodo di attesa tra l’apertura del topic d’iscrizioni e l’inizio del torneo, in quanto parecchi iscritti probabilmente l’hanno dimenticato oppure hanno perso la voglia di partecipare. Ed infatti ci sono state molte vittorie a tavolino, per via di alcuni partecipanti che non hanno postato i lavori. La cosa positiva però è il fatto che malgrado gli utenti che non si sono fatti più vivi, ci sono stati cmq moltissimi partecipanti, cosa che non mi sarei mai aspettato ^^. E naturalmente più siamo, meglio è! Perché lo scopo di un torneo di grafica è poter gareggiare con più avversari possibili, in modo tale da migliorarsi sempre di più e accaparrare molta esperienza nel campo. Un altro punto di forza è stato il clima pacifico e calmo del torneo. Non è sorta nessuna polemica o discussione aggressiva, il che ha reso tutto più piacevole. Ed infine c’è anche da complimentarsi con i nostri Graphic-Mod che sono riusciti a tenere benissimo il ritmo con l’apertura e chiusura dei gironi (1 girone a settimana), cosicché alla fine il torneo è terminato senza ritardi. Speriamo vada così bene anche al prossimo torneo firmato ADB .

Quando becchi un grafico di talento ma alle prime armi, gli consigli di studiare le tecniche o di seguire di più l’ispirazione?

Bella domanda. Sicuramente sono importanti entrambe le cose, ma il problema è che anche se uno ha ispirazione da vendere, senza una certa conoscenza adeguata delle tecniche base o avanzate, gli sarà impossibile usare la sua ispirazione/il suo talento nel migliore dei modi. Quindi se dovessi vedere un giovane grafico con molta ispirazione, gli suggerirei di imparare per bene le basi e studiare le varie tecniche che esistono come prima cosa, per poi poter dare pieno sfogo alla sua ispirazione e fantasia e poter usarla al migliore dei modi.


Ho visto, in particolare nella sign, che hai dato un effetto molto energetico, esplosivo. In che modo ci sei riuscito? La tecnica usata principalmente nella sign è chiamata “Smudge”. In pratica si tratta di creare delle composizioni (o forme) usando lo strumento “sfumino” del programma Photoshop. L’effetto esplosivo di cui parli, l’ho dato principalmente con la tecnica sopra citata, cercando di creare delle forme il più dinamiche possibili. Poi con l’utilizzo di colori caldi come l’arancio, il rosso ed il giallo, in contrasto con il nero in primo piano, ho cercato di intensificare l’effetto. Infine ho reso tutto ancora più esplosivo aggiungendo delle luci intense vicino al soggetto della sign. Quindi alla fine si tratta più che altro di un gioco di luci, colori e composizione.

Nella icon c’è, invece, un’atmosfera intima, da camera. Quali sono gli espedienti per rendere un effetto del genere?

Anche qui, più o meno come per la sign, si tratta di un gioco di luci e colori (la composizione qui non è molto importante, visto che su delle dimensioni così piccole c’è poco da comporre). Nell’icon ho cercato di dare, come l’hai definita tu, un’atmosfera “da camera” innanzitutto diminuendo la luminosità dell’immagine, dandole un effetto quasi cupo, tenebroso. Poi ho aggiunto dei piccoli punti di luce sparsi per tutta l’icon, per non lasciarla troppo scura. Ed infine nell’icon ci sono sia colori freddi, come il blu, che colori caldi, come il rosso, che fortificano quest’effetto “intimo”.




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A Tutto Sommario Editoriale: il mondo è donna a cura di various

L’arte delle docce a cura di el_maxo

Il mito dell’uomo: l’uomo a cura di el_maxo

Parodia porno

a cura di Boy knaves

Intervista alle spine di Mefy a cura di galdo81

Tonino Guerra a cura el_maxo

Come il favismo può liberare a cura di various

Crisi del Porno

a cura di Nihil Morari

Dal corpo alla massa, e viceversa. a cura di el_maxo

Proteggersi

a cura di Boy Wildand

Guida teorica umoristica al primo coito. a cura di Halfheart

Menu’ da campioni a cura di various

Fallo

a cura di Profeta Hyena [Bot]

Meme porno

a cura di Profeta Hyena [Bot]

Angolo amarcord

a cura di leonida989


Editoriale: Il mondo è donna a cura di various

Il mondo è donna anche quando lo dimentichiamo. Pensiero filosofico? riflessione del risveglio? Diciamo più constatazione degli eventi. Da sempre il nostro pianeta inteso sia in senso geograficofisico che in senso filosofico-metafisico è stato definito donna. A memoria, non ricordo di aver mai sentito dire: il mondo è uomo. Quindi la saggezza popolare impone che si ragioni sul perché il mondo sia (è) donna. Sarà perché ci sono più donne che uomini? Non basta. Sarà perché la terra, ovvero il nome del nostro amato pianeta, è sostantivo femminile, quindi Donna? Forse. Sarà, allora, perché senza la donna, intesa come ente progenitrice, non ci sarebbe l’uomo? Qualcuno di voi sarà d’accordo, e qualcun altro contesterà che, biologicamente, non c’è vita se non dall’unione di uomo e donna, quindi solo la donna non basta, diciamo che in effetti se esistono uomo e donna un motivo ci sarà. Sarà per colpa di un equilibrio cosmico? Detto ciò, torno al quesito: il mondo è Donna, perché? Dal momento che io sono ben lieto di vivere in un mondo

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donna, e di esplorare un universo femminile (con tutti gli scossoni che un viaggio del genere provoca), facciamo che mi piace. Mi piace che la sensibilità sia donna (quando un uomo è sensibile si dice che ha un bel lato femminile – anche se non tutti gli uomini apprezzano questo commento), mi piace che la mamma sia donna, mi piace che la sorella sia donna, e che l’altra metà di me sia donna. Che uomo sarei senza la donna, mi chiedo. Incompleto, di certo, mi rispondo. Proprio come un dialogo con il muro. Come una tempesta senza saette. Come un pianto senza carezza. Come io senza me. Una domanda senza risposta, insomma. Qual è quell’uomo che di fronte ad un esemplare di essere umano vagino-munito non si sente in obbligo di esaudire qualsiasi suo desiderio? E qual è quella donna che non approfitta anche inconsapevolmente del potere che la natura gli ha donato? Mi rendo conto che non ho detto niente sul perché il mondo sia donna. In fondo mi piace solo accettare che sia così e sperare che non sia mai altrimenti.

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L’arte delle docce a cura di el_maxo Quentin Tarantino ne va pazzo. Anzi, è arrivato al punto di proporsi di rilanciarlo negli U.S.A. Di cosa stiamo parlando? Se non l’avete capito, di quel genere che ha reso grande la piccola Italia anni ‘70-’80, che ha accompagnato l’adolescenza di tanti di noi (non fate i finti puritani!), insomma parliamo della commedia sexy all’italiana. Nato come esperimento cinematografico, filiazione della commedia nostrana di più alto taglio si inscrive a pieno nel cinema di genere, ritagliandosi anzi uno spazio tutto suo proprio per le caratteristiche comuni, divenuti veri e propri topoi cinematografici, riproposte al pubblico facilmente individuabili. Il successo fu tale da indurre, in un primo tempo, la produzione di sequel o epigoni delle produzioni di maggior successo, differenziandosi in vari sottogeneri. Più famosi sono i Pierini e i film decamerotici, liberamente ispirati alle novelle del Boccaccio. Di discreto successo, in Italia e soprattutto in Sudamerica, questo filone s’esaurisce agli inizi degli anni ottanta. Alimentandosi di guadagni provenienti soprattutto dalle televisioni private, che dall’83 decisero di cedere alle pressioni insistenti della critica cinematografica alta, che screditava ampiamente questo genere; con l’evitare di opzionare, produrre e trasmettere questi film decretarono in pratica la sua fine definitiva. Caratteristica base di queste commedie era la sapiente, quanto banale, idea di congiungere assieme divertimento ed erotismo, risate e “docce”, battute e nudi attraverso scritture estremamente basic (non basse) ma di sicura efficacia. Principalmente l’effetto comico degli sketch era ottenuto attraverso la banale contrapposizione di personaggi stereotipati e figure fisse, che si avvantaggiavano della riconoscibilità degli attori (quasi sempre gli stessi occupavano gli stessi ruoli narrativi) così da rendere facilmente fruibile la commedia, ma non per questo esageratamente scontata nel finale. Avete presente il teatro latino delle maschere? Come metafora esplicativa ci sta bene, ma in effetti non è calzante per contenuti. Quest’ultimi sono facilmente ricordabili, o immaginabili. Solitamente la Cassini o Fenech di turno venivano inserite in un contesto di soli uomini (ad esempio una caserma o un liceo), creando la base del divario comico. Poi era tutto un susseguirsi di allusioni milesiane, battute

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divertenti e situazioni al limite del demenziale sino al punto conclusivo, ossia un finale appagante che non premiava il virtuoso o puniva il dongiovanni, anzi lasciava la situazione assolutamente immutata rispetto all’inizio. Una specie di status quo ripresentato, che si consolidava nel superficiale dopo esser stato demolito nell’intimo delle relazioni e nella base dei codici prossemici che inizialmente intercorrevano tra i personaggi. So a cosa state pensando ora! Come si può analizzare seriamente Alvaro Vitali che sbircia dal buco della serratura, Lino Banfi che si schiaffeggia la testa o Pippo Franco che, nel finale di Giovannona Coscialunga disonorata con onore, dopo aver invano tentato di fare il bullo, urla in ginocchio: “A Franceschì, nun me mena!”? La risposta è semplice: finché ci si ostinerà a considerare questi film sottoprodotti di un’Italia gretta ed inutile non si darà mai loro il giusto plauso. Ora, badate bene, non sto dicendo di conferire allo scomparso Montagnani un premio alla carriera! No, il mio scopo è notevolmente più semplice e realista. Mi basterebbe ricordare allo spettatore di guardare queste pellicole con bonario spirito di divertimento, prendendole per quelle che sono ossia leggere commedie passatempo. E a chi vi farà notare quanto la presunta volgarità e l’ignoranza siano dilaganti in questi film, vi prego di mostrar loro il Grande Fratello o Uomini e Donne. Quest’ultimi non fanno neanche ridere. Per non entrar nel merito del “presunta” utilizzato in precedenza, concludo dicendovi: davvero una doccia ha l’effetto di sconvolgervi?

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Il mito dell’uomo: l’uomo a cura di el_maxo

Ammettiamolo: non c’è nulla di più attuale del passato, specialmente quando il passato induce a riflettere sul presente. Detto questo mi tocca torturar i vostri cervelli costringendovi a riflettere. Non vi siete mai chiesti il motivo de “l’indifferenza degli dei verso gli uomini”? Citando la Wolf di “Cassandra”. Ma soprattutto, possiamo esser certi che sia sempre stato così? In effetti no, c’è stata un’epoca in cui gli dei convivevano con i loro fratelli mortali, scendevano sulla terra e copulavano. Si, soprattutto “copulavano”. Quest’epoca d’oro terminò a Tebe, durante le nozze di Cadmo e Armonia: ultima occasione in cui dei e uomini condivisero un pasto inter pares. Roberto Calasso, produce un testo più che apprezzabile, titolato per l’appunto Le nozze di Cadmo e Armonia dove, grazie a cultura ed abilità scrittoria, riesce a far rivivere l’antico, svecchiandolo di quella patina da epos (che onestamente allontana

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i lettori più prevenuti) ed attualizzandolo. Ma attenzione, con attualizzare non intendo qualcosa di associabile al Romeo + Giulietta con Leonardo di Caprio ossia “sostituire il cavallo con una motocicletta” ma qualcosa di più profondo e sicuramente più interessante. Calasso riscrive il mito, senza deturparlo, lasciandolo nudo così come tramandato dal passato, ma in modo fruibile ed apprezzabile da un lettore contemporaneo. Come avviene questa magia? Be’, è semplice in fondo. Il mito è una narrazione, prodotta dall’uomo per suo uso e consumo. E poco importa se l’uomo in questione calcava i lastricati dell’Atene periclea o si incammina verso un internet point. L’uomo, nelle sue componenti più intime, resta sempre uguale a se stesso: padre, fratello e figlio della stessa Madre. Per cui parlare di sesso, e amore, di un uomo “trascorso” è come riferirlo ad un contemporaneo.

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centesco “culla della civiltà” ma una grecità arcaica e scarsamente considerata. Quest’ultima sentiva il mito come epifania sull’uomo e si avvaleva dello zoomorfismo, ad esempio, come metafora del senso rendendosi facilmente accostabile a pantheon semitici o orientali. Se parliamo dell’uomo, non è la storia ad agire, ma il mito. Perché il mito è l’uomo, anzi è l’uomo che agisce senza freni o elementi coercitivi. E’ l’uomo puro. E questa particolare creatura ama, odia, tradisce, violenta, deturpa ed esalta come nessun altro. Holderlin e Nietzsche ci insegnano questo, in fondo. Calasso non scopre o rivela alcunché, semplicemente parla senza freni inibitori di una parte dell’uomo che tentiamo sempre di celare. Senza il sesso, in effetti, l’intero genere si sarebbe estinto da tempo. Perché dovremmo trattarlo col pudore che si riserva ad una colpa? Perché dovremmo sentirlo come “debolezza” o “eccesso”? Perché non possiamo semplicemente inserirlo tra le possibili scelte, e vagliarlo come tale, nella più completa libertà? Non sto dicendo, per banalizzare: accoppiatevi come animali! Questo non farebbe di noi degli uomini. Ciò che Calasso domanda, ed io in maniera differita, è semplicemente: perché non dovresti essere un uomo? Sono spiacente ma, in fondo, è l’unica cosa che sei.

La pulsione è la stessa, irrazionale ed indecifrabile. E nella sua rude impellenza, questo atto del sentire, ha la capacità di abbattere il tempo, cucendo dentro di noi passato e presente rendendoli non conseguenti ma co-esistenti. Il testo è un prezioso maquillage di miti differenti, ma tutti inscritti nel filo rosso della sessualità. Il rapimento d’Europa da Zeus mutato in toro, il suicidio di Erigone, l’insensato ed incompiuto amor triste di Fedra per Ippolito, Demetra che ricerca Core mentre quest’ultima s’abbandona al suo riflesso nello sguardo di Ade, la disquisizione dell’omosessualità dinanzi alla statua (violata) di Venere, l’uxoricidio rituale delle Danaidi, il tradimento di Coronis (gravida) ai danni d’un Apollo furente e affranto… insomma ce n’è per tutti i gusti. E ogni lettore ha l’opportunità di rivivere una particolare narrazione scoprendosi stranamente il protagonista, anticipando le reazioni dei personaggi, sentendole come sue, parteggiando per l’una o l’altra parte. Il lettore ri-vive l’emozione in maniera traslata e, se avrà il coraggio di farlo, usando l’antico come specchio potrà riflettere su se stesso, scoprendo qualcosa di sé o giudicando qualcosa di compiuto arricchito da un déjà vu unico. Trattare più miti cercando di riassumerne la trama è impossibile, per cui mi avvalgo di fornire un ulteriore incentivo a sfogliare questo testo. Fondamentale è la scelta ben precisa dei miti trattati. Non riguardano una grecità idealizzata, definita dall’occidente otto-

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Parodia Porno a cura di Boy knaves Spread Eagle, Bad Teacher, Nightmare on Elm Street, La Notte de Morti Viventi, Iron Man, Dracula, The Nanny (La Tata), Katwoman, American Dad, The Blair Witch Project, The Adam Family, This ain’t (da ora abbreviato in TA) Lady Gaga, TA Cougar Town, Rocky, Conan il Barbaro, The Rocki Whore Picture Show, Spider-man XXX, Capitan America X, La febbre del Sabato Sera, SuperGirl XXX, Halloween, L’Incredibile Hulk, Star Trek, Le Iene, TA Ghostbusters, Justice League, Il Silenzio degli Innocenti, Top Gun, L’uomo da sei milioni di dollari, Scream, Basic Instinct, Dexxxter, Superman XXX, Scooby-Doo (nel titolo al posto del trattino c’è un pene), The Simpsons, Penocchio, Hannibal Licker, Cazz Woman, Penetrator, Natural Porn Killers, Porn Wars, Twilight 1,2,3,12,24 (tutti con Jena Haze, meglio dell’originale), Elvis, Profondo rosso, Californication, TA Glee, Not the Bradys, The Roommate, Forbidden Tales, The Texas Vibrator Massacre (solo la locandina fa passare ogni stimolo sessuale per sei mesi), TA Hell’s Kitchen, The Taunting, Psycho, I’m Dreaming of Genie (quel telefilm dove un cazzone c’ha un genio biondo nella lampada e tutto gli chiede tranne che un pompino, be’, qui è il contrario), Wonder Woman XXX, The Bitch that Stole Chirstmas, TA Christmas Vacation (ma pure negli USA c’hanno “Vacanze di Natale”? Ben gli sta), Carolina Jones, Cappuccetto Rosso XXX e molti altri simili, Biancaneve sotto i nani, The Big Lebowski (dalla locandina sembra quello vero, ne avranno fatto una versione porno?), Is Not M*A*S*H, Fresh Prince (il principe di Bel-Air), James Bond a gogo, Kill Jill, Pirates (Pirati dei Caraibi, il porno più costoso della storia), BATF (la Donna Gatto di Batman, di nuovo, ma è così erotica?), The Sex Files (alla faccia del fake dove una presunta Gillian Anderson fa un pompino), Tree’s Company XXX (pare sia una sit-com, fatti loro), The Cosbys XXX, Is Not Charlie’s Angels, Cheers (parodia, ma non so di cosa, né lo voglio sapere e neppure voi), TA Happy Day (la signora Cunningham diventa cumminghum, è una vera mignotta, che tristezza), TA Munsters, Sex & the City XXX (pure questa se la potevano risparmiare), Is Not Married with Children (Genitori in Blue Jeans credo), Not Bewitched (l’altro era il pilota con il genio, qui il pubblicitario con la moglie strega, ma sempre a pompini finisce), The XXXorcist (pure qui la locandina scoraggia), I Jefferson, Scrubs XXX, Friends XXX (Rachel è identica),

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Saw (sono molto scettico in merito), Not Really (queste premesse sono sempre scritte piccole) The Dukes of Hazzard, Big Bang Theory XXX (purtroppo l’attrice sembra molto meno stupida di quella originale), The Flinstones (non credo possa eccitare, solo la locandina è una comica), Batman XXX (sul modello del vecchio telefilm, questo me lo vedo), The A-Team XXX (ma c’era una bionda nell’A-Team?), TA Beverly Hills 90210 (inquietante la Breda Fac-simile), Baywatch (dalla locandina è più pudico di quello vero), TA Avatar, Porn of the dead (di Rob Rotten, parodia di qualche film di zombie a vostra scelta.

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Ecco, ora, solo per fare la lista dei titoli che ho trovato, ho quasi esaurito il numero di battute a mia disposizione. Cosa possiamo dire? Che le parodie porno vanno tantissimo e che un buon quarto, impressione di chi scrive, della produzione porno non amatoriale si basi sulla parodia di qualcosa. Perché? Forse perché la latenza sessuale inespressa negli originali ha la necessità di trovare uno sfogo eclatante. In molti di questi titoli che vengono ripresi da scenggiatori porno c’è una tensione sessuale che non si concretizza quasi mai, è la base di alcuni successi, come il rapporto tra i due agenti di X-Files, oppure si concretizza in modo non esplicito, almeno in video - penso a Californication. Un’altra ragione può derivare dalla necessità di giustificare la “deviazione” pornografica: “Ah, no, mica abbiamo guardato un porno, ma una parodia”. Misera giustificazione secondo me, essendo le parodie probabilmente ancora più perverse del porno simplis, proprio perché “deviazioni nella deviazione”. Dare un giudizio morale sarebbe stupido e inutile, nonché impossibile, data la varietà della produzione. Se alcuni film sono di sicuro discutibili e anche peggio, trovo punibile il fatto di porre in parodia situazioni dove i protagonisti originali siano minorenni, ma data la produzione citata, messa in atto da famose firme del porno USA, deduco che la legislatura americana non la veda come me. Inoltre anche l’incrocio tra il filone dei torture movies (che sono sostanzialmente già pornografici di base) e la pornografia parodistica mi lascia dubbioso sulla sanità mentale dell’atto. Il genere che probabilmente si abbina meglio al porno è quello dove si può amplificare l’ironia, non a caso il Batman telefilm anni ‘60, quello con le inquadrature di traverso per intenderci, che già era molto autoironico, mi pare prestarsi molto. Non a caso, come ho scritto, credo che sia l’unico che guarderò, forse insieme a Scooby-doo, dove dal trailer ho scoperto che manca il cane. Neppure un attore con maschera da cane, o un pupazzo, un cenno, niente. Manca del tutto sembra. Solo per questo potrebbe valere la pena. Magari sapendo che c’era un cane, anche finto, sul set, le attrici avrebbero rifiutato. Pare che i porno con gli animali siano molto mal visti nello stesso mondo della pornografia. Come dire che la morale è elastica e anche nelle fogne ci sono le fogne, andando sempre più giù fino ad arrivare al Conte Ugolino. Ma non vi parlerò di porno con animali, nel forum sono troppi gli esperti di questo genere cinematografico e finirei per ricevere tante critiche. Quindi mi fermo qui.

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Intervista alle spine di Mefy a cura di galdo81 Di cosa non puoi fare a meno? Sognare.

Abiti in una città che ospita i centri del potere politico e religioso. In che modo ti rapporti ad essi? Nick derivato da un doppio soprannome, la Nostra è famosa per trasmettere radioattività. Studia biologia ed è particolarmente affascinata dalle mutazioni genetiche che induce negli utenti tramite radiazioni. È una stella del Lacrosse. È Fan! Data Registrazione: Jan 2011 In che modo ti sei avvicinata al forum e cosa significa per te?

Mi sono avvicinata in modi diversi: primo una mia amica che me ne parlò e mi convinse a iscrivermi, terzo la conoscenza della Radio; quest’ultimo è quello che poi mi ha avvicinato alla comunità del forum. Il significato è cambiato col tempo, ora risponderei che significa Persone.

E dovrei rispondere in poche righe a questa domanda? Argh! Con la Religione ho un rapporto contorto e dovrei spiegare cavoli e mazzi e preferenze personali (sono un’amante dei politeismi mentre ho forti antipatie per i monoteismi), facendola semplice: rispetto il credo personale delle persone, mal tollero le Istituzioni Religiose e mi piace credere in ciò in cui voglio credere alla giornata. Per quanto riguarda la Politica: mi infervoro. Interessarsi alla politica vuol dire interessarsi alla propria società, vuol dire provare a migliorare il nostro mondo. E non c’è bisogno di abitare in una città specifica per provare a cambiare il mondo.

Trovi 20 € a terra. Come li impieghi?

Ora in questo preciso istante per il regalo di compleanno di un’amica. In generale li metterei da parte per un futuro viaggio.

Sei fiera di te?

Quando? A volte molto, altre volte molto poco. Ma non mi cambierei, quindi forse sono più fiera di me di quanto non voglia ammettere per falsa modestia.

Quali sono i tuoi punti di forza? Me e i miei amici. (Si, mi chiamano Modestia)

In quale epoca storica ti sentiresti più a tuo agio?

Premesso che sono fortemente convinta che, prima di una certa epoca, sarei morta per selezione naturale (non ho il fisico né la mente per certe epoche…), non posso non rispondere: quella in cui vivo. Essendoci nata ed essendo cresciuta secondo le regole di questa epoca pur essendo fortemente disadattata sono comunque molto più adatta a questa che ad altre.

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che aspettare “perché è ancora troppo piccolo”. Ero piccola quando mia mamma me l’ha spiegato e tanto ne sono stata turbata che nemmeno ricordo l’episodio; ero già più grande, sui 14 anni, quando chiesi a mio padre il significato della parola “fallo” e di quell’episodio mi ricordo distintamente tanto l’imbarazzo di mio padre quanto il mio subito dopo. Meglio spiegarlo prima che il reciproco imbarazzo renda la cosa difficile da spiegare. Poi, prima lo si sa, prima si hanno gli strumenti per riconoscere le situazioni che ci troviamo davanti.

Cosa ti attizza? L’eccitamento.

Mordi?

Ti ritieni nostalgica?

Si. (Non negli sboccaponci).

No, finchè non mi ci fanno pensare…

Sugli OGM?

Cosa per te è osceno?

Altro discorso enorme! Sugli OGM ci sono diverse considerazioni da fare. Danni/utilità da assunzione acuta (a breve termine) e cronica: acutamente la bilancia è nettamente a favore dei vantaggi, cronicamente dovremmo aspettare anni di consumo generalizzato per poter avere una risposta scientificamente valida. Ecodiversità e conservazione: l’uso ampio degli OGM, soprattutto in coltivazioni aperte andrebbe ad influire moltissimo sulle altre specie vegetali e animali (sull’ecosistema in generale) e anche in questo caso c’è un’effettiva difficoltà nel valutarne gli effetti. Insomma gli OGM vanno a inserirsi in contesti complessi che rendono estremamente difficile la valutazione del rischio correlato al loro uso e consumo.

L’imposizione, la forzatura, la prevaricazione.

Una donna che ti affascina ci prova con te. Da dove inizi? Dal panico più totale. E dalla curiosità. E dai baci e dagli odori, sapori, dal tatto e dalle parole dette.

Il sesso è sporco solo se è fatto bene?

Quindi è pulito se fatto male? Il sesso prende l’aggettivo che gli si vuole dare, la sfumatura e l’umore con cui lo si fa. Potrei inventarmi una risposta diversa al giorno a questa domanda. E riuscirei a non mentire mai.

Sulla vivisezione?

Se si intende nel significato vero del termine: sezionare un animale ancora vivo, è una pratica non più usata da nessuno (almeno non che io sappia…). Se si intende una generica sperimentazione animale divento estremamente pragmatica: l’uomo non è un buon modello sperimentale (tempi di gestazione e riproduzione troppo lunghi) e non abbiamo le conoscenze per poter creare un modello sperimentale virtuale, quindi o rinunciamo alla ricerca, incluso la ricerca di farmaci, o sperimentiamo su modelli animali. Si, sono una scienziata sadica e cattiva.

Come spiegheresti la sessualità a tuo/a figlio/a?

Probabilmente nello stesso modo in cui mia madre l’ha spiegata a me: con un libro del corpo umano. Ero piccoletta e non ricordo come sono venuta a conoscenza della sessualità, so che intorno ai 9-10 anni già lo sapevo e quando, da più grande, ho chiesto a mia mamma lei mi ha detto che me lo spiegò così: leggendo insieme un libro sul corpo umano. Inoltre penso che sia meglio spiegarlo in tenera età piuttosto

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Brevi Annunci a cura di el_maxo & various Tonino Guerra (16/3/1920) si è spento nella stessa città in cui è nato, Santarcangelo di Romagna, mercoledì 21 marzo. Scrittore, poeta e sceneggiatore italiano, ha impegnato la sua carriera artistica nella composizione di immagini icastiche ed estremamente evocative, con le quali impreziosiva le sue composizioni regalando al lettore la possibilità di immergersi completamente nelle sue produzioni. L’incontro col cinema, filiazione naturale della sua arte, gli ha permesso di imprimere su pellicola non solo storie ma sentimenti, sensazioni di un’Italia scomparsa ma degna di memoria. Degna, come è stata la sua vita, tra la scelta di divenir partigiano e la conseguente deportazione a Troisdorf. Ha collaborato coi nomi più grandi del cinema nazionale: Antonioni, Damiani, Monicelli e de Sica per citare i più noti. Memorabile il suo Matrimonio all’italiana. Da menzionare anche La valle del kamasutra. Segni, sogni e altro scelti dal poeta come esempio della sua attività poetica. Un breve tributo, per un maestro scomparso.

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E’ risaputo che mangiare fave non fà diventare omosessuali, però nel nostro organismo hanno un grandissimo potere ripulente, ci aiutano a liberare tossine e favoriscono la nostra capacità di tirare l’acqua. Ebbene ci sono alcuni personaggi che purtroppo soffrono di intollerenza a questi legumi e quindi mangiarli li aiuta in un altro modo. Infatti aiutano per stare fuori dal carcere. Michele Aiello, condannato per associazione mafiosa e vicino al boss dei boss Bernardo Provenzano, soffre di questo, una malattia ereditaria a rischio di grave crisi di anemia se che ne soffre mangia delle fave. E così il tribunale di sorveglianza dell’Aquila ha concesso all’uomo la detenzione domiciliare per un anno, a seguito di una dieta carceraria che lo esporrebbe “a serio e concreto rischio di vita o a irreversibile peggioramento delle già scadute condizioni fisiche”. Cambiare menù del carcere? Cambiargli carcere? No. Da oggi mangiamo tutti le fave che fanno sentire più liberi tutti.

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Crisi del porno a cura di Nihil Morari Che il settore del porno sia in crisi, da almeno due decenni, non è una novità. Così come non sono sconosciute le sue cause: internet e il free sharing da un lato, recessione economica dall’altro. In realtà un primo sintomo di depressione era venuto già alla fine degli anni ’80, quando l’introduzione del videoregistratore aveva fatto parlare di un’imminente fine dell’industria pornografica la quale, tuttavia, è riuscita a reinventarsi – grazie alle novità introdotte dalla televisione via satellite, all’introduzione delle pay-tv e dei dvd – introducendo linee erotiche, canali tematici e servizi interattivi di varia natura. Oggigiorno la situazione sembra ripetersi: a tutto vantaggio del consumatore – anche se da questo punto di vista non tutti concordano, dato un probabile calo nella qualità dei filmati – l’avvento del web 2.0 ha visto crescere i siti che offrono servizi, gratuiti e non, a discapito di giornalini, riviste (la stessa Playboy, leader nel settore, vede in diminuzione le vendite da ormai diversi anni), film e cinema a luci rosse – costante il pericolo di essere sorpresi da qualche conoscente o, peggio, professore, datore di lavoro o partner mentre, soddisfatti e un po’ “su di giri”, si esce dalla sala. Naturalmente per i siti web, almeno quelli gratuiti, il guadagno deriva non tanto dai video caricati e visualizzati, quanto piuttosto dalle inserzioni pubblicitarie: un banner su un sito famoso può costare anche centinaia di migliaia di euro al mese; anche i siti a pagamento, tuttavia, godono di buona salute: è sicuramente più conveniente pagare 30€ al mese – o, qualora sia consentito, pochi euro per periodi ancora più limitati – e poter guardare o scaricare decine di film e video piuttosto che comprare, per la stessa cifra, un solo dvd. In Italia il sito porno più cliccato è Youporn, seguito da altri quali Redtube, Pornhub o Youjizz; secondo le ricerche della società Nielsen Net Ratings la pornografia rappresenta il 25% dell’utenza di internet. Lo stesso Rocco Siffredi è intervenuto per dire la sua al riguardo: “Internet sta distruggendo l’industria del porno. Vedere filmini gratis è bello, non lo nego, è alla portata di tutti, è una cosa di grande libertà e democrazia - ha spiegato - ma ormai di amatoriale non c’è più quasi niente. È un problema grave – ha aggiunto - ne va della qualità di un film ma anche proprio dell’esistenza stessa delle società di produzione. I nostri filmini su Youporn non hanno per noi alcun incasso, a guadagnarci sono solo i proprietari di questi domini internet”. Sulle stesse posizioni anche

Silvio Bandinelli, regista e proprietario di Showtime, una delle più importanti case produttrici europee: in una sua intervista risalente al 2010 dice: “Il nostro fatturato è diminuito del 50%. La maggior parte degli attori porno italiani non lavora più o ha cambiato mestiere. Praticamente non si produce più nulla, in tutta Europa saremo rimasti in 3-4, come case di produzione, ad avere la forza di girare qualche film a livello professionale.” Per quanto riguarda le spese, invece, “Il minimo che si può spendere per una produzione seria – aggiunge - va dai 20 ai 25 mila euro; girare un film amatoriale, può costare al massimo 1500 euro, senza contare che, in questa fase di neorealismo del porno, molte coppie lo fanno gratis per semplice esibizionismo”. Non solo, ma lo stipendio medio degli attori è sceso dai 6mila euro a scena ad un massimo di 1500. Ai danni causati dal web si sommano infine quelli causati dalla crisi economica. Secondo Confindustria il fatturato del settore è passato da 1,5miliardi all’anno – derivanti dall’introito dell’industria cinematografica, delle reti televisive e dei sexy shop – alla metà. In definitiva, l’industria pornografica è in piena crisi mentre si espandono sempre di più i servizi online, soprattutto quelli gratuiti. Se si vuole evitare il fallimento è necessario reinventarsi e adattarsi alle mutate situazioni dell’attualità: la strada potrebbe essere proprio quella dei finanziamenti pubblicitari. Il settore deve investire sul web e sfruttarne le potenzialità: si tratta sicuramente di un mutamento significativo, ma probabilmente l’unico in grado di evitarne la scomparsa.

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Dal corpo alla massa, e viceversa. a cura di el_maxo

Ah, il sesso! Facile a dirsi e facile a farsi, vero? No, non è propriamente “vero”. E, da buon sadico e torturatore dei vostri neuroni, ancora una volta mi pregio di assillarvi con il solito ritornello: perché? Per onestà lo ammetto: torturo voi quanto e perché torturo me stesso. Quindi, per spirito di condivisione dei dolori scegliete liberamente se assecondarmi, o voltate semplicemente pagina. Coi temerari che hanno deciso di proseguir nella lettura, in tono perentorio, sostengo incipitalmente l’idea che il termine sesso non è semplice da pronunciare. Non pronunciatelo ad alta voce dicendovi: “Io ci riesco”, vantandovi di non aver difetti di pronuncia. Non mi riferisco a questo! Sto cercando di far notare come questa semplice parola afferisca ad un’infinita e secolare stratificazione di interpretazioni semantiche moraleggianti delle più svariate correnti di pensiero, facendo si che le suddette cinque lettere siano uno dei termini più complessi da definire che esista. Indi: dirlo non è facile. E farlo non ne parliamo. Scorgo, mentalmente, i vostri sguardi che si illuminano come dei moderni Siffredi o delle Staller in erba. Evitando i meandri

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dei vostri vaneggiamenti vi ricordo che per farlo bisogna essere, quantomeno, in due e fin qui le parole son come sbuffi d’aria che si perdono in un tornado. Le difficoltà legate ai limiti della corporeità, poi, sono innegabili, ultimamente aggravate dall’insorgere di insicurezze e ansie da prestazione, danni derivanti dallo stress, dal fumo eccessivo, dalla dieta errata e dalla sedentarietà. Insomma, siamo dinanzi ad una Babele di ostacoli. Eppur il sesso è il sesso. Tautologia spiccia interpretabile come: è quanto di più naturale si possa immaginare. E se è realmente naturale, se risponde a Natura ed è ciò che Natura vuole, come spiegare gli ostacoli? Da chi son, poi, erette queste barriere? Ora, se è Freud che vi sovvien in mente, posso incoraggiarvi dicendo che state percorrendo il giusto sentiero. Il padre della psicologia infatti affermò che la società impone all’uomo, al fin di rendere sostenibile il con-vivere, la necessità di ingabbiare i propri istinti in “comportamenti” accettati ed condivisi. Quindi, per semplificare, è doveroso incanalare le pulsioni più umane che esistano in una gabbia pre-posta da altri. Da pre-posta ad im-posta il passo è breve, come credo abbiate già intuito.

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Solitamente usiamo il termine “accettare” per cosa? Derivante da a - cipere (o meglio a- capere), se parafrasato etimologicamente ci svela il suo senso, non propriamente positivo. Noi non dobbiamo “accettare” una cultura diversa, dobbiamo comprenderla o disinteressarcene (se ci aggrada) poiché due culture, in quanto tali, sono enti paritetici, e sarebbe impossibile stilare una classifica che abbia il “virtuoso” come discrimine. Tra l’io naturale e l’io determinato invece ci troviamo a dover scegliere tra due enti sostanzialmente diversi: tra uno reale e sentito ed uno finto e standardizzato. Tra il nostro corpo, e la voce della sua concretezza, e la massa, sorda ed [a]soggettiva, il primo è senz’altro più autorevole. A questo punto si giunge ulteriormente ad un bivio: viviamo il sesso come colpa, e con pudore lo celiamo anche a noi stessi, o come atto di libertà e coerenza, e lo poniamo come esempio vissuto di autentica realizzazione? Personalmente, non ho/do risposta. Che la libertà sia una conquista è chiaro, e che la si conquista realizzandola è praticamente lapalissiano. Per cui mi verrebbe solo da dire: siete liberi di conquistar voi stessi, siatelo! Oppure: amate voi stessi, perché solo così potrete dar qualcosa ad un’alterità. E sarebbe banale? Ciò detto, ritengo che lo scopo della comunicazione è stato raggiunto. Oso sperare che ci siamo intesi.

Ma ciò che resta da indicare è quale possa essere la ratio che giustifichi la pubblica approvazione di un atto assolutamente privato. Sia chiaro: si cerca di mettere a confronto due istanze assolutamente, a livello teorico, non conciliabili ma, nel pratico, inscindibili. Vi anticiperò la risposta: non è convivenza, non è morale ma è solo insicurezza. La libertà è possibilità, ma è anche responsabilità. Trovo nell’Appendice di Thalassa, Saggio sulla teoria della genitalità di Ferenczi un interessantissimo spunto di riflessione, che vi sottopongo. Saltiamo a piè pari sia la parte ontogenetica che quella filogenetica, rischieremmo solo di compiere inutili sforzi prolissi e irrilevanti, e concentriamoci sul concetto di socialità dell’uomo. L’uomo è sociale per definizione, una benedizione ed una condanna o per dirla kantianamente: insocievole socievolezza. Ciò comporta che, mentre i nostri istinti ci impongono la supremazia egomaniaca e singolare come affermazione del nostro io più puro; il nostro io determinato si realizza come personalità imposta. Da im - positum latino: posto sopra. Un tappo insomma, un io artefatto ma perfettamente coerente con le aspettative sociali che si sovrappone, senza soluzione di continuità con l’animale più libero, e profondamente naturale e coerente con se stesso, che rappresenta l’apogeo delle nostre possibili realizzazioni poietiche. E ciò, inutile dirlo, produce infelicità. Sembrerebbe che questa riflessione conduca al termine “accettazione”, ma vi assicuro che questo non è il mio fine.

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Proteggersi a cura di Boy Wildand Cominciamo col dire che nella scelta di un metodo contraccettivo interagiscono fra loro, in diversa misura, diversi fattori personali generati dal sesso, quali l’età, eventuali gravidanze, anche passate, connotati ed esigenze psicosessuali e psicosociali, abitudini di vita (fumo, esercizio fisico ecc.), eventuali malattie croniche o acute concomitanti. Inoltre occorre tenere presente che il metodo contraccettivo ideale non esiste ancora: cioè non è stato trovato un metodo che contenga insieme tutte queste caratteristiche: efficacia (E), sicurezza (S), accettazione del metodo, comodità e semplicità d’uso o di applicazione (A), reversibilità, ossia garantito ritorno alla fertilità (R). Ogni metodo, oggigiorno a disposizione, possiede da una a tre buone caratteristiche, ma non risultano mai tutte e quattro soddisfacenti. In generale, i metodi contraccettivi più efficaci, facilmente utilizzabili e indipendenti dai rapporti sessuali (pillola, IUD) sono quelli che con maggior frequenza si accompagnano ad effetti collaterali e complicanze. Al contrario, i metodi che garantiscono un minor impatto in termini di effetti indesiderati sono quelli gravati da tassi di fallimento più elevati e richiedono più attenzione, costanza e meticolosità nell’uso (condom, metodi naturali). Discorso a parte naturalmente per i metodi di sterilizzazione, i quali, se è vero che sono altamente efficaci e privi di effetti collaterali, tuttavia sono anche irreversibili e quindi non rientrano fra i metodi contraccettivi in senso stretto.

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Vediamo brevemente le caratteristiche dei vari metodi contraccettivi, usando anche la legenda E, S, C, R come appena indicato. CONTRACCEZIONE ORMONALE: un estrogeno (etinilestradiolo) associato ad un progestinico assunti sotto forma di pillola, cerotto, anello vaginale, o (non diffusi in Italia) impianti sottocutanei; o pillola con solo progestinico (che in Italia è poco prescritta). E elevata. L’efficacia è quasi assoluta, a patto di non incorrere in dimenticanze di assunzione della pillola. S non completa. Non vi è completa sicurezza a causa di controindicazioni e possibili effetti collaterali: A buona. Si può ritenere la contraccezione ormonale abbastanza frequente fra le donne, comoda e facile da usare. E’ importante non dimenticare l’assunzione giornaliera della pillola per i classici cicli di 21 giorni con successiva sospensione. R buona. E’ garantito il ritorno alla fertilità dopo l’interruzione della contraccezione ormonale, con l’eccezione di una possibile amenorrea post-pillola anche di alcuni mesi che alcune donne potranno sperimentare. Non vi è comunque una correlazione tra la durata dell’uso della pillola e la possibile insorgenza e durata dell’amenorrea post-pillola.

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(profilattico), applicabile dal maschio, e dal diaframma, applicabile dalla femmina. In Italia l’uso del diaframma (combinato con crema spermicida) non ha trovato molto consenso e diffusione, a differenza di quanto accaduto in altri Paesi europei o americani, probabilmente per una minor disposizione culturale e pertanto una minor dimestichezza da parte delle donne a “maneggiare” l’interno della propria vagina, per realizzare l’applicazione ottimale del dispositivo. Parlando di metodi di barriera intenderemo pertanto sempre il condom.

DISPOSITIVO CONTRACCETTIVO INTRAUTERINO, detto anche IUD (Intra-Uterine Device) o spirale: si tratta di un dispositivo di plastica generalmente a forma di T, con l’aggiunta di materiale metallico (rame) o di un presidio farmacologico (un progestinico come il levonorgestrel) quale rivestimento del braccio lungo della T. E alta. L’efficacia è alta malgrado sia inferiore a quella garantita dalla contraccezione ormonale. In primo luogo, per garantire l’efficacia, è necessario che l’operazione di inserimento del dispositivo nell’utero sia conforme a quanto indicato nel foglietto illustrativo della ditta produttrice. S non completa. Non vi è completa sicurezza, sebbene superiore a quella della contraccezione ormonale, a causa di alcune controindicazioni e possibili effetti collaterali. A media. Si può ritenere lo IUD un metodo comodo nel senso che, a fronte di un’operazione di inserimento accettabilmente fastidiosa, garantisce l’efficacia contraccettiva per almeno 5 anni, liberando la donna e la coppia da ogni altro pensiero al proposito. A fronte di questa elevata comodità d’uso, l’accettazione del metodo è molto più bassa poiché molte donne vedono nello IUD un metodo piuttosto cruento. R alta. E’ garantito il ritorno alla fertilità subito dopo l’estrazione dello IUD, salvo ovviamente nei rari casi di occlusione tubarica.

E media. Il fatto che l’efficacia del condom non risulti molto elevata e il fatto che essa risulti anche molto variabile (4-20% di fallimenti) nelle statistiche di popolazione forse dipende più che altro da un cattivo uso del dispositivo piuttosto che dal reale fallimento della barriera. E’ pertanto molto importante che ogni volta che si intenda usare questo metodo si seguano scrupolosamente le istruzioni, che si trovano anche incluse nelle confezioni in commercio. Essenzialmente il profilattico andrebbe applicato già dall’inizio del rapporto, a pene asciutto, mantenuto per l’intera durata del rapporto, estratto e gettato subito dopo l’eiaculazione. S alta. La sicurezza è molto elevata non essendoci praticamente controindicazioni o effetti collaterali, salvo quelli legati ad un’eventuale allergia al lattice di gomma, materiale di cui è costituito il condom.

METODI DI BARRIERA, costituiti teoricamente dal condom

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noltre bisogna ricordare che i metodi di barriera sono gli unici metodi che affiancano alla contraccezione una buona protezione nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili. A media. Vi è molta variabilità individuale tra la popolazione maschile, ma anche femminile, nell’accettazione di questa modalità contraccettiva, tuttavia globalmente possiamo considerarla come buona, specialmente quando l’attività sessuale della coppia che la usa non prevede una frequenza elevata di rapporti. R assoluta. Il ritorno alla fertilità della coppia è ovviamente assicurato ogni volta in cui non si utilizzi alcuna barriera. METODI NATURALI, basati sulla consapevolezza, da parte della donna, dei periodi fertili e non fertili del ciclo sessuale; tale consapevolezza deriva dall’autosservazione della presenza o dell’assenza di certi sintomi e segni corporei indicativi dell’ovulazione. Oppure nel famoso “salto della quaglia” da parte dell’uomo. E molto variabile, comunque medio/bassa (10-30% di fallimenti). L’efficacia non alta è dipendente dalla variabilità interindividuale e intraindividuale del ciclo sessuale femminile e dei sintomi e segni che lo accompagnano, nonché dalla costanza, dalla bravura e dall’esperienza della donna nell’autoesaminarsi e dell’uomo del trattenersi. Vi è da riconoscere, peraltro, che coppie molto motivate verso questo tipo di contraccezione, in particolar modo dove non vi sia una marcata irregolarità dei cicli mestruali, possono raggiungere percentuali di fallimento molto basse. S molto alta, ma non assoluta come si sarebbe portati a pensare. Ovviamente il metodo non presenta effetto collaterale alcuno, ma occorre considerare quale controindicazione la situazione di donne o coppie dove, per gravi ragioni (deficit psico-intellettivi, particolari patologie gravi, particolari con-

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dizioni socio-economico-familiari, precedente ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza), sia necessaria e auspicabile una contraccezione molto rigorosa, a tasso di fallimento molto basso. A medio/bassa. Il costante impegno richiesto per la rilevazione quotidiana dei segni corporei rende non molto accettabile il metodo sintotermico da parte della popolazione femminile. Inoltre, mentre alcune coppie trovano nei metodi naturali un ulteriore mezzo con il quale migliorare la comunicazione al loro interno, vi sono altre coppie che accusano questi metodi di togliere spontaneità ai rapporti. R assoluta. La fertilità non viene mai meno, volendo, durante l’uso del metodo sintotermico. STERILIZZAZIONE VOLONTARIA , che consiste nella legatura e sezione delle tube nella femmina e (meno frequentemente) nella vasectomia nel maschio. E quasi assoluta. L’interruzione delle vie anatomiche di passaggio dei gameti e dell’embrione rende intuitivamente molto scarsi i fallimenti. S molto alta. Gli unici rischi sono quelli connessi all’intervento chirurgico necessario per la realizzazione della metodica. A non quantificabile, poiché troppo dipendente dall’indicazione. Ossia dove vi è buona indicazione vi è anche ottima accettazione, dove invece non vi è sufficiente indicazione non vi può essere alcuna accettazione data l’irreversibilità della metodica. R pressoché assente. La sterilizzazione volontaria, sia nel maschio che nella femmina, va considerata assoluta e permanente, poiché i metodi microchirurgici per cercare di ripristinare la fertilità sono spesso destinati a fallire.

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Rebus a cura di Profilatico Hyena

Soluzione precedente QUATTRO TACCHE[1] DEL NOKIA[2] 33[3]10 DURAVANO[4] UN SACCO 1. Che Guevara 2. Kia Picanto 3. gli anni di Cristo 4. vano driver

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Guida teorica umoristica al primo coito. a cura di Halfheart Esiste una “prima volta”. Potrebbe essere amore oppure sesso e, mentre l’amore lo sanno fare tutti, il sesso è un tabù. Fare sesso per la prima volta diventa un momento importante della vita; momento che, all’atto dei fatti, è degno di essere chiamato “fatidico”. Questo perché si dimentica di tutto ciò che si è imparato su internet e ogni gesto è accompagnato dal dubbio.Dopo questo goliardico preambolo, utile a introdurre il problema, cerchiamo di venirne a capo –nelle accezioni più ampie dell’espressione. Prima fase: spogliarsi. A questo punto i due amanti hanno appena capito, grazie all’aumento della salivazione e ad apprezzabili inturgidimenti locali, che il desiderio carnale è reciproco. Occorre spogliarsi. Ma come farlo? Nella maggior parte dei casi questa è una fase di stallo, che si può sintetizzare così: -Lei: “fa caldo però”. -Lui: “eh già”. Seduti ad una spanna di distanza, sul bordo del letto, in attesa che qualcosa accada. Poi si susseguono rapidi progressi: distesi, distesi abbracciati, “limonamento”, appoggio con stile, mani sotto le magliette, presa di coscienza di cosa sta accadendo. Una volta rotto il ghiaccio l’imbarazzo è cosa vecchia. Tutto sta nel spogliarsi con disinvoltura. Prima cosa da ricordare è: levarsi le scarpe subito. Che ognuno si spogli o che ci si spogli a vicenda poco importa, ma sfilarsi i jeans e ritrovarsi incastrati non è bello. Non è bello. Secondo problema: il reggiseno. Le maledizioni si sprecano. In un tempo variabile tra i dieci secondi –talento o fortuna- e i cinque minuti –con annessa pausa imprecazione- mediamente, in qualche modo, si riesce. Evitate comunque: morsi, coltellini, acidi, aiuti esterni. Il resto del vestiario, salvo casi di imbranataggine da sottoporre a giudizio medico, non causa particolare difficol28

tà. Seconda fase: i preliminari. (e qui il gioco si fa serio e zozzo) Questa fase è tutta un gioco di tatto, occorre sapere dove mettere le mani. A dire il vero, non solo le mani ma un po’ tutto il corpo va utilizzato saccentemente. La donna è facilitata, in molti casi le basterà concentrarsi su un’unica zona del corpo maschile e nei modi più fantasiosi, anche se il classico è sempre apprezzato. È facile. Per l’uomo, fatalità, la cosa si fa più difficile. Mentre il sesso maschile è facilmente identificabile –escludendo rari casi di nasi estremamente pronunciati- e intuitivo da utilizzare, il sesso femminile è un paradiso di enigmi. Ogni donna è diversa e capire se si sta facendo la cosa giusta o meno è un’arte. Usate la testa. No, scusate, usate la lingua. Non dimenticatevi del resto del corpo. Leccate, mordete, palpate, strusciatevi, l’importante è la continuità. Fase intermedia: il preservativo. Aprire la confezione di un preservativo sembra facile, ma l’emozione potrebbe tradire. Chiedere al partner un paio di forbici con la punta arrotondata non è la cosa giusta da fare. Una volta scartato il preservativo, il tutto si fa ancora più delicato. Non avevate mai toccato uno di questi cosi. Non profuma, è viscido, non si capisce da che parte è girato. Non cedete alla tentazione di gonfiarlo come un palloncino. Solitamente l’uomo non si è mai preoccupato degli aspetti tecnici dell’amore sicuro, e va un po’ ad intuito. La donna invece si sarà informata meticolosamente su qualsiasi forma di anticoncezionale. La cosa migliore è fare gioco di squadra e farsi aiutare dal partner per indossare il preservativo. Ad ogni modo, esiste sempre il libretto delle istruzioni. Terza fase: non serve che ve lo dica. L’uomo, nella sua convinzione che la vagina sia, come un incrocio, pieno di indicazioni su dove andare, rimarrà un

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po’ deluso. Tenterà di andare alla cieca, per sembrare più disinvolto agli occhi della partner. Così facendo potreste impiegarci ore. Prendete la mira, perché quella povera vagina non è un tiro al bersaglio. Ancora meglio, fate fare a lei che, si presuppone, sa benissimo dove infilarlo. Dopo la penetrazione all’uomo comparirà in viso un sorriso davvero idiota. Cercate il contatto tra corpi. Come per la maratona, adesso è vietato l’uso della musica, migliora troppo le prestazioni. Ma questa, in fondo, è la parte più facile. Che altro dire? Buona prima volta, vi auguro una carriera lunga e piena di successi.

Kado dalla vignetta a cura di Kado92

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Menu da campioni a cura di various Può una pietanza preparata con accortezza aumentare le nostre possibilità di successo con l’altro sesso o migliorare addirittura le nostre prestazioni in campo sessuale? Forse è solo una stimolazione della nostra mente che sappiamo essere l’organo sessuale per eccellenza. Ecco perché fra i cibi considerati come ottimi afrodisiaci troviamo quelli che, per forma, ricordano il fallo: il sedano, la banana, l’anguilla, o quelli che sono ancora più direttamente legati all’anatomia maschile, come i testicoli di toro o di altri animali. Anche alcune radici, quali quelle di mandragola o di ginseng, che assomigliano spesso a un «umanoide» o, soprattutto per la mandragola, che hanno talvolta un aspetto vagamente fallico, hanno alimentato centinaia di leggende e milioni di speranze. Alcuni cibi richiamano invece più o meno direttamente la controparte femminile e la difficoltà (vera? presunta?) di violarla: cozze e ostriche che vanno penetrate e aperte per poter essere gustate. Altri cibi, infine, derivano la loro vera o presunta capacità di stimolare l’erotismo dal loro carattere «caldo» e «forte»: sono di questo tipo innumerevoli spezie e droghe, e di certo la provenienza esotica e il prezzo, che già in passato era alto, hanno avuto una notevole importanza nell’attribuire loro questa proprietà. Di questo gruppo fa parte anche il tartufo, la cui fama come eccitatore dei sensi sembra essere la più meritata. Viviamo o no in un mondo di apparenze? E allora curate la scelta del menu, la tavola, le stoviglie, la presentazione delle portate, il letto. Eccovi un menu completo altamente afrodisiaco da preparare per sciogliere la vostra lei un poco restia a dare sfogo ai suoi istinti e contemporaneamente un menu che vi aiuti a potenziare la vostra sessualità per non rischiare che dopo il cibo lei ci sta ma il vostro amico laggiù si imbarazza e decide di non aiutarvi nell’arduo compito di donare alla vostra partner la notte di sesso più intensa che abbia mai avuto.

zabaione: prendete 4 tuorli d’uovo, 100 gr di zucchero e 1/4 di vino marsala. Mescolate tutti gli ingredienti in un recipiente tenuto a bagnomaria, sbattete fino ad ottenere una miscela densa, versatela in delle coppe e servite ben caldo. Lo zabaione fa miracoli per durata E ripresa!

Prima di iniziare a cucinare cari uomini arrapati prendete dal frigo le uova. Tutte le uova, caviale compreso (uova di storione) e le uova di lumaca sono simboli di fertilità, procreazione e nuova vita. Hanno un alto valore nutritivo e molte ricette afrodisiache hanno come ingrediente proprio le uova. La ricetta più conosciuta, nell’utilizzare appieno questa energia e vitalita, è lo

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Antipasti: Gamberi al sesamo Piatto tradizionale della cucina cantonese, la cui caratteristica consiste nel cucinare i cibi velocemente a fuoco sostenuto in modo da conservare al massimo sapore e consistenza. Questa ricetta veniva inclusa nei menù dei banchetti nuziali in quanto, grazie ai gamberi e ai semi di sesamo, avrebbe dato agli sposi “forza vitale”. Ingredienti: - 400 gr di gamberi sgusciati (freschi o congelati)

Insalata degli innamorati

- 150 gr di funghi coltivati, tritati - 4 o 5 cucchiai di olio di semi - 2 cucchiai di prezzemolo tritato - 2 cucchiai di sherry - 1 cucchiaio di limone - 2 cucchiai di semi di sesamo Preparazione: Scaldate in una padella l’olio e rosolate a fiamma alta i funghi tritati per qualche secondo. Aggiungete i gamberi ed i semi di sesamo. Fate cuocere per circa 10 minuti mescolando sempre ilcomposto, aggiungete lo sherry, il limone ed il prezzemolo. Servite caldo.

- maionese - ketchup - panna

Questa deliziosa insalata facile e veloce si può preparare in anticipo. Vi lascerà così tutto il tempo necessario per meglio predisporvi al vostro romantico tête à tête. Rose rosse e moltissimo amore faranno il resto.

Preparazione: Tagliate l’avocado a metà, privatelo del nocciolo e tagliate a cubetti la sua polpa che metterete in una ciotola assieme ai gamberetti, il sedano e le noci. Condite il tutto con la salsa rosa che avrete ottenuto mescolando 4 cucchiai di maionese al limone con 1 cucchiaio di ketchup e uno di panna. Riempite le metà dell’avocado con questa insalata e conservate in frigorifero fino al momento di servire.

Ingredienti: - 1 avocado - 300 gr di gamberetti sgusciati e lessati, vanno bene quelli surgelati - 2 cuori di sedano a cubetti - 4 gherigli di noce spezzettati

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Primo piatto: Tagliatelle ai petali di rosa Le tagliatelle ai petali di rose sono il primo piatto ideale per una cenetta d’amore con il vostro partner: di facile realizzazione e dal sapore molto gradevole e delicato. Ingredienti: - 20 gr burro - 1 grattata di noce moscata - 2 cucchiai di olio di oliva - 150 ml panna fresca liquida - 200 gr pasta tagliatelle all’uovo - Pepe bianco macinato q.b. - 150 gr prosciutto cotto magro - 2 Rose di color rosa - Sale q.b. - 1 Scalogno

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Preparazione: Mettete a bollire una pentola con due litri d’acqua. Mondate e tritate finemente uno scalogno e tritate il prosciutto. Fate appassire lo scalogno tritato in una padella insieme all’olio e al burro fuso. Aggiungete anche il prosciutto, lasciate soffriggere per pochi minuti, poi versate la panna e la noce moscata grattata. Amalgamate bene il tutto e aggiustate di sale; spegnete il fuoco e frullate il tutto fino a rendere il composto cremoso. Riversate il tutto in una padella antiaderente. Procuratevi un paio di rose appena colte (fate attenzione che non sia stato usato veleno sulla rosa), possibilmente di color rosa tenue e staccate loro i petali, avendo cura poi di pulirli uno per uno con un panno umido molto leggero e morbido; tagliuzzateli in sottili listerelli, tenendo da parte qualche petalo più piccolo e intero per la decorazione finale del piatto. Unite i petali di rosa tagliati alla crema, quindi spegnete il fuoco. Intanto fate lessare le tagliatelle, e quando saranno cotte scolatele, versatele nella padella e amalgamatele bene col sugo, versate poi la pasta in un piatto fondo e decorate con i petali che avete tenuto da parte. Servite immediatamente!

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Preparazione: Lessate l’aragosta per circa 20 minuti, dopo di che raffredatela e privatela del guscio, tagliatela a pezzetoni. Sgusciate le uova precedentemente lessate, intanto svuotate con delicatezza i pompelmi. A questo punto, in una ciotola amalgamate assieme la maionese all’aragosta, l’uovo spezzettato, la senape, il trito di prezzemolo e la polpa dei pompelmi anche essi fatti a pezzettini, otterrete così una sorta di insalata russa afrodisiaca che verserete nei mezzi pompelmi svuotati. Servite le vostre chicche ben fresche, perché no, magari con una bella coppa di champagne.

Secondo piatto: Pompelmi ripieni di aragosta Ingredienti per 4 persone: - 1 aragosta da 1 kg circa - 200 gr di maionese - 2 uova - 1 cucchiaino di senape - 2 grossi pompelmi rosa - 1 trito di prezzemolo E arriviamo al dolce... qui avete due scelte ma entrambe con il cioccolato. Un raro esempio di femminilità australiana, una certa Dame Edna Everage, affermava che “ogni ragazza ama sentirsi dentro qualcosa di caldo”, quindi che c’è di meglio di una tazza di cioccolata bollente? Gli stimolanti contenuti nei semi del baccello di cacao sono la feniletimamina e la teobromina. Gli Aztechi lo consideravano il cibo degli Dei, che Dio Quertzalcoatl offriva agli uomini sulla terra. Ricordo solo che Montezuma II, l’ultimo sovrano azteco, beveva il chocolat (da cui deriva il termine “cioccolato”) in una coppa d’oro mentre passava il tempo insieme a seicento donne. Si racconta che ne beveva circa 50 coppe al giorno e faceva l’amore con altrettante donne. Il cacao fu introdotto in Europa nel XVI secolo al ritorno dal Messico di Courtés.Tanti famosi amanti rimasti nella storia credevano alle qualità afrodisiache della cioccolata, a partire da Madame du Barry amante di Luigi XV, il Casanova,il Marchese de Sade e tanti altri. Dunque arriviamo al dolce: Tartufi di cioccolato al latte al frutto della passione (l’immagine qui..mmm..li faccio sabato e poi li fotografo.) Anche il frutto della passione è un potente afrodisiaco.

La fonduta di cioccolato con fragole Ingredienti: - 2 cucchiai di brandy - 200 g cioccolato fondente - 14 fragole - 150 ml panna tagliate il cioccolato a pezzetti e mettetelo in un pentolino con la panna. Scaldate il composto a bagnomaria e mescolate il tutto fino ad ottenere un composto ben fuso ed omogeneo. Ora, togliete il pentolino dal fuoco e, se vi piace, incorporate il liquore mescolando per bene. Trasferite il cioccolato in un pentolino da fonduta e portatelo in tavola con l’apposito fornelletto sottostante, per tenere il tutto in caldo: lavate e ed asciugate le fragole e senza togliere il picciolo, ponetele in un piattino. Potete prendere le fragole tra le dita ed intingerle direttamente nel cioccolato e poi bè..non dovrò aiutarvi anche in questo vero??

Spezzettate 100g di burro, mettetelo in una ciotola bassa e lasciatelo sciogliere a temperatura ambiente. Sminuzzate 700g di cioccolato al latte di qualità elevata usando il coltello del pane. Tagliare a metà 20 frutti della passione, estraete la polpa con un cucchiaio e mettetela in un setaccio sopra una ciotola bassa per raccoglierne il succo che metterete poi con 40 g di miele in un pentolino. Fate bollire aggiungendo poco per volta il cioccolato spezzato. Mescolate dolcemente. Quando il composto è bene amalgamato aggiungete il burro. Versare il tutto in uno stampo foderato con carta da forno e lasciate raffredare per 2 ore. Io di norma lo faccio fuori dalla finestra perché il frigo tende ad aggiungere umidità. Dividete la crema solidificata in piccoli rettangoli di dimensione 2,5 x 1 cm ottenendo dei tartufi. Setacciate la polvere di cacao su una placca da forno. Rigirate i tartufi nel cacao uno ad uno. Sollevateli con un cucchiaio e trasferiteli in un settaccio per togliere il cacao in eccesso. Verranno un 70 tartufi circa, da mangiare davanti a un film e una tazza di thé il venerdi sera o prendetene 3 che bastano per far andare in estasi chiunque. Oppure per iniziare a “giocare”:

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poi


Fallo! a cura di Profilatico Hyena Da tempi antichissimi si parla di fallo, ma venendo usato continuamente a sproposito, si è perso il vero significato. C’è chi definisce Fallo un film tanto caro a Dvd69+, chi lo definisce un comune in provincia di Chieti, chi lo definisce un imperativo, chi lo definisce un’infrazione sportiva e chi lo definisce sta ceppa. Anal izziamo punto per punto le varie possibilità: Fallo come film Il tutto nasce dalla leggenda di Dvd96+ il refresher, un ragazzo di 15 anni che viveva una normale vita da otaku su un forum di otaku che è stata stravolta quando ha elevato al massimo grado, quasi ossessivo, il suo ruolo di refresher: ha ri-uppato Fallo!. È l’inizio della fine per il povero Dvd, che in seguito allo shock profilattico provocato da alcune scene del film decide di andare oltre le corde e le fruste, specializzandosi nell’estrema pratica del kick. Fallo come città In origine si chiamava Alba Ridens mantenendo il nome latino come molte località del Chietino. Rocco Siffredi dopo la sua nascia a Ortona a Mare (CH) nel medesimo reparto dove anni dopo nascerà un altro personaggio dell’arte italiana, Knaves, si trasferisce con la famiglia ad Alba Ridens. Tutto fila liscio fino alla visita militare del buon Rocco. Dopo questa, dai comuni limitrofi iniziarono a piovere nomignoli sempre più inquietanti per l’allegro paesello: Springaldino, Avambraccio, Terzagamba, Ramo di Rocco, Pinkoabbestia, Lazzo e altri non riportabili qui. A quel punto, il sindaco, preso atto della situazione di fatto, indisse un referedum che con il 97% di sì ha rinominato, nel 1994, Alba Ridens in Fallo. E mo attaccatevi (pare fosse scritto sull’ordinanza). Fallo come infrazione Nulla più di un’antica imprecazione romana. Quando c’erano gli antichi giochi romani, siccome non esistevano 34

i soldi non si poteva bollare un arbitro come venduto e dunque gli venivano attribuiti tutt’altri aggettivi, molto volgari. Fu così che tutta quell’infinità di ***** **** ***** ******* ** **** ******* ** **** si trasformò in fallo, in tutte le sue varianti: di fondo, antisportivo, laterale, da dietro, doppio e da ultimo uomo. Fallo come sta ceppa Significato risalente all’antica Grecia, quando l’Imperatore della Grecia decide di far disputare le Olimpiadi completamente nudi perchè non riteneva giusto che chi avesse ricevuto dalla Natura un grosso pene, avesse anche il diritto a strumenti aerodinamici come le mutande, per potersi esprimere al meglio anche nello sport. L’attribuzione della parola “fallo” a sta ceppa invece è da attribuire al realmente esistito Teo Dogratis: durante il periodo nudo, Teo era un rispettato maratoneta ma quell’anno gareggiava la compagine ghanese; a 10km dalla fine, Teo inciampò sugli attributi del concorrente africano ed esclamò «ehi, avete visto che fallo!». Le proteste di Teo però non vengono prese sul serio e viene bollato come omosessuale dai suoi stessi compaesani, ignari che si rifetiva al fallo come infrazione [vedi sopra].

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MemĂŠ Porno a cura di Profilatico Hyena

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Angolo amarcord a cura di leonida989 Ecco a voi lettori una nuova rubrica del jOURnal tutta dedicata ai cari, bei, vecchi ricordi del passato; partendo dai videogiochi, passando per film e telefilm, fino ad arrivare a vecchie icone musicali della nostra infanzia. In questo numero si tratta di erotismo più o meno esplicito, potevamo noi nostalgici nerd tirarci indietro di fronte a questa occasione sexy? Certo che no! Perciò bando alle ciance e passiamo ai fatti! Buona lettura e buona nostalgia! Videogames: i videogames sono ormai un fenomeno di massa che non conosce crisi, tutti prima o poi giocheremo con un videogioco, poco importa se sullo smartphone mentre facciamo la fila alle poste o dopo le 23 chiusi in camera con la nostra console… per tutti è un passaggio obbligato della nostra vita. Ormai possono vantare una storia più che trentennale. Perciò è anacronistico e fuori luogo pensare al videogioco come a un passatempo per bambini, perché è da sempre un hobby per grandi e piccini. Col tempo, oltre alla tecnica, abbiamo inoltre potuto toccare con mano dei cambiamenti nelle tematiche di fondo che si sono adattate alle consuetudini sociali del periodo di uscita di un determinato titolo. Ormai il videogiocatore non vuole più il pupazzetto che salta sopra alla testa di funghi ambulanti, no, la gente vuole il sangue, la parolaccia, il realismo… la sessualità . Ecco quindi che, riallacciandoci al tema sessualità, vi illustreremo l’evoluzione del videogame in questa tematica che fa girare tutto il mondo, descrivendo alcuni mostri sacri di cui nel tempo abbiamo di certo sentito parlare:

Ivy e Taki sono due personaggi storici di Soul Calibur, probabilmente i più amati. Hanno ispirato quantità industriali di doujinji ed hentai… chi non ricorda le figuracce in edicola per accaparrarsi il numero di doujinji estreme con Ivy seminuda in copertina? Oltre questo, cosa sono queste due bombe sexy? Voyeurismo allo stato puro: grazie all’editor dei costumi di cui abbiamo sempre potuto usufruire in Soul Calibur… chi almeno una volta non ha (s)vestito le nostre due beniamine con abiti minuscoli o trasparenti? PROROMPENTI!

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Kasumi… chi non ha mai giocato a dead or alive nemmeno in versione cabinato è pregato di fare mea culpa inginocchiandosi davanti alla sede della Tecmo in giappone usando il cilicio in stile Silas di Dan Brown. Il gioco era molto tecnico e dedito alle counter, ma soprattutto uno dei primi a sfoggiare personaggi femminili estremamente sexy e letali. Kasumi è il massimo esponente di questa filosofia, sogno erotico di migliaia di teenagers degli anni ‘90, anche grazie all’infinità di hentai e doujinji in suo onore… come si può spiegare bene il concetto se non esclamando… TANTA ROBA!!!

Giornalista 27enne con problemi di insonnia, costretta a dormire nei motel perché solo in questi luoghi trova pace. Questa è Madison Paige, uno dei personaggi più famosi del capolavoro per ps3 di cui è regina, Heavy Rain, un noir videoludico unico nel suo genere dalle tematiche forti, compreso il sesso, mai così in bella vista in un videogame prima d’ora. La fama di Madison non si limita infatti al carisma intrinseco del personaggio, ma anche al lato sexy che sfoggia molto spesso… la vedremo mentre si fa una doccia nuda, fa sesso, gira per casa in mutandine e canottiera. Soprattutto la nostra bella giornalista ha fatto scalpore per un bug che lasciava intravedere anche la sua patatina in una scena di nudo che di solito non è integrale. Insomma come la nostra Belen, Madison ha attirato l’attenzione, oltre che per la bellezza donatale dalla modella da cui prende le fattezze (Jacqui Ainsley), per “la farfallina”. PIONIERA E PREZZEMOLINA VIDEOLUDICA

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Partiamo subito dando a Cesare quel che è di Cesare. Lara è l’eroina dei videogames più famosa al mondo, si è fregiata di questo titolo nel 2006 entrando nel Guinnes World Record e ottenendo una stella tutta sua nel walk of games. In suo onore sono stati girati film, redatti numeri e numeri speciali dall’erotico al commemorativo. La sua prorompenza è frutto di uno scherzo che il disegnatore, in fase di sviluppo, fece al resto del team aumentando il volume del seno del 150% rispetto al bozzetto originale… non avrebbe mai pensato che al team sarebbe piaciuto talmente tanto da lasciarlo li come “papà l’ha fatto”, per la gioia di tutti i nerd che hanno goduto da subito della prima avventura della nostra sexy archeologa. IMMORTALE!

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Nina è la donna più famosa e longeva di Tekken, è presente dal primo all’ultimo capitolo e il suo personaggio è ispirato a Nikita dal film di Luc Besson, glaciale e spietata. Il suo stile di combattimento è una derivazione in chiave killer dell’aikido, nonché fonte di sensualità. Ovviamente il vestiario contribuisce in larga misura a renderla uno dei punti cardine di Tekken. FEMME FATALE Christie invece è l’esatto contrario della killer sopracitata: carattere gioviale, scherzoso, solare, generoso. Combatte utilizzando la capoeira, danzando sinuosamente in abiti succinti a coprire un corpo mozzafiato dalla pelle bronzea, come una vera brasiliana che si rispetti. DAL BRASILE CON FURORE!

Ecco un’altra strega, stavolta siamo nell’immortale FF 10, della meravigliosa era ps2. Impossibile non concepire già a un primo sguardo la presenza di Lulu nella nostra parade: lungo vestito nero che aderisce alle sinuose curve del corpo, seno ben in evidenza schiacciato a mò di pushup, labbra carnose e sguardo magnetico… carattere difficile e selvaggio, parla poco e fa i fatti. Anche a lei sono stati dedicati innumerevoli hentai e doujinji, come potremmo biasimare gli autori di questi “tributi”? LULU CAVALLA SELVAGGIA

Donne! Pensavate di essere state dimenticate? Eccovi i maschietti!

Il tenebroso per eccellenza. Possente esperto di arti marziali che difende la gente a suon di pugni, calci, gomitate e ogni arma possibile immaginabile partorisca la sua mente. Ricco e facoltoso, sa anche essere un gentleman, il nostro eroe avvolge nell’oscurità la propria donna, ma con garbo e allo stesso tempo durezza. Non a caso è uno dei pochi a non essere ucciso da Catwoman! OSCURAMENTE MISTERIOSO

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Jin è il figlio di Kazuya Mishima e Jun kazama. Dopo la morte della madre per mano di Ogre viene accudito dal malvagio nonno Heyachi. Sicuramente Jin è uno dei personaggi di punta di Tekken, col tempo è diventato più maturo e carismatico, di pari passo con il manifestarsi del gene del demone in lui. Cosa lo rende sexy? Forse la sua aura di mistero, quell’oscurità che ha nello sguardo, quella freddezza da duro che lo contraddistingue… TENEBROSO

Impossibile non conoscerlo. Il suo personaggio è ispirato a icone del cinema come Jena Plissken, Christopher Walken, Lee Van Cleef (nel 4° capitolo). Oltre a essere un icona del mondo nerd, è anche un ‘icona sexy per le donne, anche lui per quest’aria da duro, sempre con la sigaretta in bocca e lo sguardo deciso, mortale come un vero serpente nero (Iroquis, nome del serpente nero in lingua degli Uroni) e dannatamente intelligente col suo QI di 180. HOMME FATAL

Squall è un evergreen. Protagonista di un capolavoro assoluto come FF VIII, è scontato che debba avere carisma un personaggio così. Con lui ci prova Quistis, sexy professoressa, ma niente, l’impassibile e freddo (all’apparenza) Squall non vuole donne, solo diventare Seed. Scorbutico, taciturno, introverso, deciso ed equilibrato, dovrà fare i conti con la bella Rinoa che tirerà fuori il suo lato dolce; nascerà un amore senza precedenti nel cuore del nostro burbero Squall. TENERONE SOPITO

Drake è uno dei migliori personaggi di uno dei migliori giochi della generazione corrente. Cacciatore di tesori, discendente di Sir Francis Drake, si caccia sempre nei guai in ogni sua avventura insieme al fidato Sally e una donna tra Chloe ed Elena (mora, bionda). Un tipo sveglio quindi, dall’aria sbarazzina ma molto “self confident”, capelli arruffati e sguardo vivace, fisico atletico per scalare e arrampicarsi ovunque. L’IMPORTANTE È CHE SIA SIMPATICO!

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Hall of Fame a cura di Josephine~ Contest “Just Like a Woman”- Vince Boy Franz~ReginaH

Titolo: Chel’è? Sempre femmena è Tipologia di brano: Prosa Traccia scelta: Traccia 2 (Prosa, Film - “Memorie di una Geisha”) [Il seguente Brano è frutto dell’immaginazione dello scrittore ed ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale.] La conobbi. Maria il suo nome è e talento ha per tre. La incontrai in una piazzetta lastricata di tufo e ghiande, cantava “Wanderwall” degli Oasis. Non era così intonata ma piacevole da ascoltare. Le dimostrai il mio apprezzamento lanciandole qualche monetina, chiedendole di cantare ancora. Dapprima l’aria fu funesta, poi si convinse e decise di accontentare la mia richiesta. Quello che più ci colpì fu la freccia di un ignaro Cupido che ottenne due piccioncini con un’unica fava. Così iniziò la nostra canoscenza. Il tempo fu galantuomo e tutto dalla mia parte, un po’ meno dalla sua. Decise di aprire il

suo cuore, non davanti ad un’operazione cardiovascolare, ma a me. I suoi sentimenti verso me erano fortissimi, indefiniti ed io la ricambiavo. Due giorni dopo, finalmente, Maria camminava mano nella mano con il suo amato… e non ero io. Fu una magistrale lezione di come le dichiarazioni delle donne assomigliano a quelle dei redditi: piene di numeri a effetto ma difficilmente veritiere. Con il primo vento estivo arrivò Chiara, bruna, riccia, occhi da cerbiatto, più snella di Maria, una quarta coppa C, un sorriso da moldava. Ha un pollice verde che fa invidia ai più importanti vivai del nordest africano. Amica di amici in comune. Le conversazioni con lei erano sempre illuminanti, mi portava in territori inesplorati, sempre verdi, floridi di una cultura approfondita e intelligente. Così venni a conoscenza della trama di “Elisa di Rivombrosa”, delle love story del Grande Fratello e delle ultime novità in fatto di borse e scarpe. Mi piaceva ricoprirla di regali, le piaceva ricevere regali: un rapporto perfetto. Talmente perfetto che arrivò a preferire i regali a me. Se il Diavolo vestisse più Prada e meno donna, sono convinto che in tempi di saldi farebbe affari d’oro. Il settimo giorno Dio creò Eva. Corpo da ballerina, capelli castani dalle punte violacee, vista acuta, naso sormontato da occhiali firmati Renzo Piano, furbizia da volpe e intelligenza da Heisemberg la rendono unica. Fai ridere una donna e sarà tua. tHentai questa strada e la facevo ridere, ridere, ridere. Non è così difficile far ridere qualcuno, non quando sei un comico vestito da intellettuale. A ogni battuta finiva per ridere, a ogni frase rideva, a ogni domanda rideva. Le chiesi il numero, rise lei, piansi io. Cosa c’entra tutto questo con Mia Martini, una Gheisha e Segovia? Nulla, ma l’8 marzo è il compleanno di Giuliana e a lei andranno i miei più cari auguri.


Contest - CREA IL TUO MEME! - Il premio come migliore MEMEISTA va a Yoda0, che con la sua rivisitazione del lupus number nine ha conquistato il Pubblico


Vincitore 2째 Torneo di Grafica -Anubis

SOTW 120- Vince Dastard

IOTW 47 - Vince Vk_Aku

IOTW 48 - Vince LiquidSnake SOTW 121 - Vince Cassiopea92


La vera storia del pesce d’Aprile a cura di Dioneo In una terra non meglio definita, in uno spazio ingigantito dalla corsa alle megastrutture, viveva Attilio. Attilio era un uomo per bene con una piccola pecca, non era affatto un uomo. In realtà era un pavone, troppo voglioso di mettersi in mostra per restare ancorato al mondo dei pavoni. “Non avete idea della noia di vivere in una comunità di pavoni – soleva ripetere il nostro pennuto - sono tutti pronti a pavoneggiarsi per qualsiasi cosa, anche la più futile!”. Armato di buona volontà (e con un abito di alta sartoria), il nostro Attilio si intrufolò nel tremebondo giro degli assicuratori bipedi. I suoi risultati, sorprendenti e stupefacenti, lo portarono, in breve tempo, a un ruolo di prestigio in società. Vero e proprio tombeur de femmes, riusciva a conquistare il cuore di ogni donna, non solo in quanto uccello, ma in quanto uccello dotato di cotanta coda. Invidia dei colleghi, fonte di lucro per l’azienda, Attilio viveva da nababbo nel suo attico all’ultima moda, facendo ciò che riusciva più congeniale: pavoneggiarsi. La fortuna, però, è infame come un maiale di fronte ad uno stupido cavallo e volle che, di lì a poco, si presentasse in società un tale di nome Aprile. Uomo dalla freschezza primaverile, abbinava una bellezza da copertina all’unica cosa capace di spaventare un pavone invasato: una megalofallia congenita che lo portava a indossare dei calzoni dalle cuciture assai singolari, se mi passate il termine. La caparbietà del signor Aprile intaccò la fetta di mercato di cui si occupava Attilio, poiché le donne, per quanto fedeli possano essere, avevano difficoltà evidenti con le piume. Morale della favola, nel giro di qualche mese il nostro pavone si ritrovò fuori dall’ufficio, fuori dal suo attico e fuori dal suo abito. Chi si bea troppo di ciò che possiede, stia attento a non lasciare il sedere scoperto per un piede.

…aspetta un momento, non ho più spiegato la storia del pesce! TORNIAMO INDIETRO: Se è palese il motivo per cui si ritrovò privo di casa e lavoro, sull’abito c’è da favellare. Privo di ogni residuo di stima, Attilio si rifugiò negli stupefacenti. Era ormai diventato uno sniffatore di sciarpe. Ebbro di una sergiotacchini, capì qual era la vera causa dei suoi mali e si diresse a casa di Aprile. Il parente del Barbalbero tolkieniano viveva in una villetta di periferia. Attilio si intrufolò in casa da una finestra socchiusa e lo attese dietro la porta. Non appena Aprile entrò in casa tac! Un colpo netto, niente preamboli, solo urla e calzoni tagliati. “Il pesce d’Aprile, il pesce d’Aprile! - urlava il pavone travolto dal gesto compiuto – come ci si sente senza il tuo squaletto ora?” e andò via festante, gettando via l’abito e ritornando tra i suoi simili. Da quel giorno si compiange il pesce d’Aprile, primo uomo mutilato da un pavone. Le donne, per tradizione, abbracciano una quercia in ricordo dei tempi andati, i mariti, invece, costruiscono proboscidi di cartapesta per illudere le proprie consorti, salvo poi mostrar loro le vere pudenda al grido di Pesce d’Aprile!


Ringraziamenti a cura della Redazione Con questo spazio vorremmo omaggiare e ringraziate tutti coloro che hanno contribuito alla creazione del jOURnal a partire dalla sua rinascita ad oggi. Per motivi vari negli ultmi mesi molti della redazione hanno dovuto prendere starde diverse lasciando dei buchi enormi all’interno dei nostri cuori e delle nostre penne. I rapporti tra i journalist sono qualcosa di più che semplici rapporti tra utenti si sono creati legami che strappandosi hanno portato dolore enorme. Non sappiamo se l’attività del jOURnal riprenderà e quando. Attualmente ci stiamo leccando le ferite poi penseremo a ciò che verrà. Un ringraziamento speciale và a Shiva Dreams D’Azur per la maggior parte della grafica di questo numero e per le tante ore perse per poterlo realizzare. Ringraziamo anche di cuore tutti i lettori, le lettrici per averci fatto raggiungere picchi di 5000 visite ai numeri scorsi e centinai di scaricamenti. Abbracciamo di cuore e speriamo che con il tempo possano eventualmente tornare : Nakiiriko; Boy Franz~ReginaH; Knaves; Josephine~;

Shiva Dreams D’Azur ;

Manuelina888; GunLegend; Aldosanf; Schwarze; Gangel; Palmese.



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