b2eyes magazine 6/2022

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LENTI SENSITY SENSIBILI ALLA LUCE: LE HAI MAI PROVATE? È importante fare la domanda giusta, in grado di guidare il cliente alla scoperta delle lenti Sensity, perché chi le prova le apprezza e le consiglia per praticità, protezione e affidabilità. Scegli la qualità di Sensity per la completa soddisfazione dei tuoi clienti e il successo del tuo Centro Ottico.

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Giugno 2022 numero 6 www.b2eyes.com In copertina Hoya

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Sommario

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LENTI SENSITY SENSIBILI ALLA LUCE: LE HAI MAI PROVATE?

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È importante fare la domanda giusta, in grado di guidare il cliente alla scoperta delle lenti Sensity, perché chi le prova le apprezza e le consiglia per praticità, protezione e affidabilità. Scegli la qualità di Sensity per la completa soddisfazione dei tuoi clienti e il successo del tuo Centro Ottico.

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Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F - 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Redazione Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 20089 Rozzano (MI) Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 022021 Copia omaggio

Editoriale All’ottico piace vincere facile? 3 Attualità Addio a Leonardo Del Vecchio, una vita per gli occhiali 4 Progressive Business Forum: il nemico principale rimane il premontato 6 Progressive: il cliente? Soddisfatto, pur pagando più del previsto 10 Neopresbiti, troppi centri ottici ancora li “snobbano”14 Procacciante: l’ottico dovrà valorizzare la parte sanitaria 18 Progressive: +10% nella conoscenza avanzata 20 Forum 2022: premio alla carriera a Petrini e Nucci 22 Progressive al 30%: la parola alle aziende 24 Irsoo, il digitale a servizio del corso per lavoratori 30 Rischio green washing per l’ottica? 32 Eventi in negozio: pensare global, agire local 36

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Moda Acid Summer 38

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L’ottico digitale Il domani del proprio centro ottico? Immaginarlo per crearlo 40 Lab Progressione miopica: il Covid è un ulteriore fattore di rischio? 42

B2TECH

Zeiss: sei sedi per essere al fianco degli ottici 48 Rodenstock si apre all’area medica e consolida la formazione 50

Lo gnommero

Il Cavaliere e il ricordo di una vita quasi immortale 63 LENTI SENSITY SENSIBILI ALLA LUCE: LE HAI MAI PROVATE?

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Non hai seguito la diretta? È importante fare la domandaPROGRESSIVE giusta, BU S I N delle E S lenti S Sensity, in grado di guidare il cliente alla scoperta perché chi le prova le apprezza e le consiglia per praticità, Guarda la differita dell’evento su protezione e affidabilità. b2eyes.com giugno FIRENZE Scegli la qualità di Sensity per 19-20 la completa soddisfazione dei tuoi clienti e il successo del tuo Centro Ottico.

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Editoriale

All’ottico piace vincere facile? di Angelo Magri

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a quarta edizione del Progressive Business Forum ha regalato ai delegati presenti alla Camera di Commercio di Firenze e a quanti hanno seguito in diretta streaming l’evento due ricerche esclusive, commissionate da b2eyes a Toluna e Kiki Lab, società specializzate in indagini di mercato. A queste si aggiunge un’altra anteprima assoluta all’appuntamento del 19 giugno scorso: lo studio Ipsos realizzato insieme al Centro Studi della Scuola Internazionale di Ottica e Optometria. La platea dell’evento organizzato dall’editore di questa testata ha così beneficiato di un quadro generale dell’atteggiamento del consumatore italiano, nonché del comportamento degli ottici e della classe medica nei confronti della soluzione regina per i presbiti. Una più dettagliata descrizione dei risultati delle prime due ricerche è possibile leggerla nelle pagine successive di questo numero. In estrema sintesi, è emersa la figura di una sorta di ottico double face: fa più domande, si interessa di abitudini, stile di vita e utilizzo dell’occhiale, perché sono cresciute la consapevolezza del prodotto e la capacità di proporre opportunità visive in base alle esigenze di chi ha acquistato una montatura con lenti progressive negli ultimi sei mesi in Italia. Di tutt’altro genere, invece, lo scenario se chi entra in negozio è una persona tra i 45 e i 55 anni che già utilizza un premontato: secondo l’indagine basata su 150 clienti misteriosi, neppure due ottici su tre hanno parlato di lenti progressi-

ve, anzi alcuni di loro hanno addirittura suggerito un premontato senza fare approfondimenti. Inoltre solo l’8% del campione ha lasciato al cliente un volantino o una brochure con informazioni sulle progressive, mentre soltanto il 15% presentava nel centro ottico una comunicazione su tale tipologia di lenti. Come ha ricordato Nicola Di Lernia, che ha condotto l’edizione 2022 del Progressive Business Forum, con il supporto della giornalista scientifica Michela Vuga, il principale ostacolo a una maggiore penetrazione di questa gamma di soluzioni oftalmiche sul mercato interno, cresciuta da poco meno del 20% a quasi il 22% dal pre pandemia a oggi, ma ancora lontana dall’auspicabile obiettivo del 30%, è rappresentato dai premontati, stimabili in circa cinque milioni di pezzi venduti ogni anno. Prima si incolpavano gli oculisti, rei secondo il pensiero diffuso nell’area ottica optometrica di suggerirli ai propri pazienti presbiti per scarsa conoscenza, ragioni di prezzo o altri motivi. Dopo tre anni di attività del Forum e una maggiore consapevolezza, ampiamente dichiarata, da parte della classe medica riguardo alla validità dell’occhiale progressivo, gli alibi del retail si stanno ridimensionando. E gli esiti di queste ricerche mettono spalle al muro quei professionisti della visione che, per pigrizia, inadeguatezza o comodità, gli preferiscono l’occhiale monofocale. A tutti piacerebbe vincere facile. Ma qui c’è il rischio che si perda tutti: ottico, industria e, non ultimo, il consumatore finale.

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Attualità

Addio a Leonardo Del Vecchio, una vita per gli occhiali a cura della redazione

Il fondatore di Luxottica è morto il 27 giugno: al suo funerale erano presenti oltre cinquemila persone tra familiari, dipendenti degli stabilimenti bellunesi, autorità locali e alcune delle più importanti personalità imprenditoriali italiane, a dimostrazione dell’importante figura che ha rappresentato non solo per il nostro settore ma per l’intero paese

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amiglia e azienda, o «fabbrica, come amava chiamarla lui», ha detto il figlio Claudio nel suo discorso di ricordo, intrecciate sulle Dolomiti: l’ultimo saluto al fondatore di Luxottica è stato una perfetta sintesi della sua vita. Nato nel 1935 a Milano da emigrati di origini pugliesi, dopo la prematura morte del padre viene affidato al collegio dei Martinitt, uscito dal quale, a 14 anni, trova occupazione come garzone presso la Johnson, fabbrica specializzata nella produzione di coppe e medaglie, dove di giorno lavora mentre la sera frequenta la scuola a Brera. L’ingresso nel mondo degli occhiali ha luogo quando, alcuni anni dopo, decide di trasferirsi in provincia di Belluno, ad Agordo: Del Vecchio ha 26 anni ed è così che inizia l’avventura di Luxottica, prima come terzista e poi, a partire dai primi anni 70, come produttore di occhiali finiti. Da lì in poi la crescita della società è inarrestabile, attraverso un serrato processo di internazionalizzazione e di acquisizioni, per arrivare nel 2017 alla combination con Essilor, matrimonio che dà vita a EssilorLuxottica.

«Ho conosciuto Leonardo Del Vecchio oltre sessant’anni fa, quando lavorava con i fratelli cadorini Toscani e Da Cortà ed era fornitore di

Leonardo Del Vecchio è deceduto a 87 anni: aveva dato vita all’azienda di Agordo nel 1961

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Attualità aste per Safilo e per altre aziende del Cadore. Decise poi di produrre l’occhiale completo e di andare avanti da solo - racconta Vittorio Tabacchi, ex proprietario di Safilo - Tutti e due venivamo dalla fabbrica: il nostro comune obiettivo era diventare migliori delle aziende tedesche di montature, che negli anni 70 e 80 avevano la leadership nel settore. Del Vecchio, senza inventare niente, puntava sulla grande abilità di ispirarsi a qualcosa o a qualcuno. Ma era soprattutto un genio imprenditoriale e finanziario, che si è creato da solo, senza mai alcun aiuto dallo Stato: per me era più bravo di tante figure mitiche del capitalismo italiano, non credo ci siano stati altri imprenditori paragonabili a lui». Anche Nicola Del Din, amministratore delegato di Blackfin, a Taibon Agordino, era legato al patron di Luxottica. «Leonardo Del Vecchio rappresenta un riferimento importante non solo per il settore dell’occhialeria, ma per tutto il panorama imprenditoriale italiano - commenta Del Din - Al di là dei meriti come uomo e imprenditore, sento un profondo senso di gratitudine nei suoi confronti: se non ci fosse stata Luxottica oggi non esisterebbe neppure Blackfin, dato che la nostra storia ha origine con mia mamma Maria Luisa Pramaor, che fu una delle sue prime dipendenti». Anche Mido e Anfao esprimono enorme cordoglio per la scomparsa del fondatore di Luxottica, che ha ricoperto l’incarico di presidente dell’associazione di categoria per tre mandati, dal ’75 al ’77, dal ’79 all’81 e dal ’95 al ’97. «È stato tra i primi a credere alle potenzialità dell’evento Mido, con la partecipazione fin dalla prima edizione dell’eyewear show nel 1970 - spiegano dalla struttura confindustriale, presieduta da Giovanni Vitaloni - Del Vecchio rappresenta l’esempio dell’imprenditore moderno, che ha saputo coniugare una spiccata capacità di leadership all’attenzione per il personale aziendale, creando un “modello Luxottica” riconosciuto unanimemente come sistema virtuoso di welfare sociale partecipato». Anche il retail nazionale è rimasto colpito dalla scomparsa dell’imprenditore agordino di adozione. «Ho due ricordi personali di Leonardo Del Vecchio, legati allo stabilimento Luxottica di Agordo - dice Andrea Afragoli, presidente di

EssilorLuxottica: Milleri è il nuovo presidente Lo ha deciso il Consiglio di amministrazione dell’azienda subito dopo la morte di Leonardo Del Vecchio: l’incarico è stato affidato all’attuale amministratore delegato del gruppo e braccio destro dell’imprenditore scomparso, per la durata residua del mandato. «Francesco Milleri (nella foto) mantiene inoltre l’attuale carica di amministratore delegato di EssilorLuxottica», precisa la società. Il Consiglio ha altresì deciso di prendere in considerazione i vantaggi di nominare un lead director tra i propri amministratori indipendenti, per i quali rappresenterà un punto di riferimento e una figura di coordinamento. «Entro la fine dell’anno verrà presa una decisione definitiva in merito», sottolinea l’azienda. Il Consiglio ha inoltre confermato Paul du Saillant come viceamministratore delegato di EssilorLuxottica e nominato per cooptazione tra i propri membri Mario Notari, in qualità di amministratore non indipendente nel Cda del gruppo.

Federottica - Il primo risale a una visita aziendale di una ventina di anni fa, quando insieme ad alcuni colleghi lo incontrai casualmente nei corridoi dell’unità produttiva, mentre parlava con maestranze e capireparto. La seconda, invece, a una decina di anni fa, quando alla reception degli uffici c’era un mazzo di fiori per lui da parte di una famiglia di dipendenti. In entrambi i casi mi è sembrato di avere davanti la figura non solo di un uomo del fare, ma soprattutto di un imprenditore buono e paterno, particolarmente amato dai suoi collaboratori e dal suo territorio».

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Attualità

Progressive Business Forum: il nemico principale rimane il premontato di Nicoletta Tobia

Dalla prima edizione del 2019 a oggi le lenti progressive sono passate da poco meno del 20% a quasi il 22% di incidenza in quantità sul mercato interno. Ma rimangono molteplici i fattori su cui si può ancora lavorare, dai materiali e le geometrie alla sempre massiccia presenza, soprattutto, di occhiali da lettura per i primi presbiti

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ome sempre il Progressive Business Fo- re «verso la felicità del cliente, poiché è il cliente rum, che domenica 19 giugno ha fatto soddisfatto che fa la felicità dell’azienda». E queregistrare complessivamente circa 200 sto porta crescita. presenze e oltre 400 utenti unici in di- I lavori della giornata si sono aperti con i saluti retta streaming, si è posto come un momento di istituzionali di Paolo Pettazzoni, presidente del incontro e confronto molto importante, con un’edi- Gruppo Lenti di Anfao, che ha anticipato come il zione, ribattezzata “del fare”, che ha visto nei tre prossimo Mido si presenterà con delle novità per anni passati migliorare la qualità e la quantità di progressive sul mercato interno e ha rilanciato, per il prossimo triennio, una nuova ambiziosa sfida. Se l’obiettivo comune e concreto da porsi sul piano numerico è riassumibile nel tentare di raggiungere il 30% di penetrazione di tale tipologia di lenti, come ha sintetizzato Nicola Di Lernia, che ha condotto gli interventi in plenaria insieme alla giornalista scientifica Michela Vuga, Il presidente di Federottica Andrea Afragoli, il presidente Gruppo Lenti Anfao Paolo Pettazzoni da un punto di vista più genee la giornalista scientifica Michela Vuga all’apertura dei lavori del Progressive Business rale deve tradursi nell’andaForum 2022

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Attualità la giusta direzione», ha aggiunto il presidente di Federottica. Di Lernia ha quindi introdotto gli argomenti salienti della giornata. Nel suo intervento, dal titolo Road to cuNicola Di Lernia, conduttore dell’evento stomer & retail happiness, ha ribadito di ritenere il premontato, di cui si vendono circa 5 milioni di pezzi l’anno, il principale nemico delle progressive, soprattutto perché fa perdere l’infanzia della presbiopia e il potenziale rappresentato da quei 27 milioni di italiani over 40 possibili utilizzatori di tali lenti, laddove la prima dotazione di multifocali in genere arriva dopo i 50: tutte considerazioni che hanno spinto a chiedersi se, e come, sia possibile arrivare a quella fatidica penetrazione del 30%. Pettazzoni ha poi proposto alla platea i dati Anfao del 2021 relativi al mercato in generale e alle lenti oftalmiche in particolare, che hanno ben performato, fornendo poi un focus sulle progressive, con alcuni importanti spunti per riflettere sulle aree di miglioramento utili a raggiungere l’obiettivo. «L’incremento deciso rispetto al 2020 in quantità, pari al 32%, dell’indice 1.6, e del 19% degli altissimi indici comporta anche un aumento importante come valore di vendita, ma voglio rimarcare che ancora, nonostante parliamo di progressive e quindi di un prodotto premium, il 50% delle stesse, che corrisponde a un 40% in termini di valore di sell out in Italia, sono vendute in CR39: ritengo che questo, parlando di possibilità di miglioramento, sia un terreno su cui poter fare delle riflessioni - ha affermato Pettazzoni - Inoltre il 35% delle progressive, circa un terzo, sono costruite con geometrie personalizzate, che tengono conto di tutti i parametri del portatore, mentre il 65% standard, anche se ciò non fa riferimento a vecchie tecnologie ormai scomparse». Il presidente del Gruppo Lenti Anfao ha così evidenziato come, ad esempio, materiali e geometrie possano rappresentare sul fronte tecnico due aspetti di potenziale crescita.

quanto riguarda l’incremento della parte educational dedicata agli ottici, e di Andrea Afragoli. Il presidente di Federottica nazionale, attraverso un breve excursus storico dalla nascita dell’occhiale e delle lenti sino all’invenzione delle progressive intorno agli anni 50 del secolo scorso, ha illustrato alla platea la morale che si può trarre dallo studio del passato, fondamentale per interpretare il futuro. «In primo luogo occorre che chi prescrive almeno in parte queste soluzioni visive conosca e apprezzi tali piccoli prodigi della tecnologia ottica. Inoltre è necessario che gli ottici optometristi comprendano fino in fondo le specificità tecniche di ciò che proprio la tecnologia mette a disposizione», ha detto Afragoli, sottolineando come a suo avviso spesso si presti molta, e peraltro giusta, attenzione all’analisi visiva, relegando la parte di scelta motivata del dispositivo a un ruolo minore, in cui talvolta ha più peso il marketing rispetto alle valutazioni di carattere tecnico. «Credo che occasioni come questo Forum servano a fare comprendere

Uno scorcio dell’area espositiva al Forum, presso il centro congressi della Camera di Commercio di Firenze

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Attualità

Progressive: il cliente? Soddisfatto, pur pagando più del previsto di Nicoletta Tobia

È uno dei principali dati emersi dalla ricerca commissionata da b2eyes alla società specializzata Toluna, presentata in esclusiva al Forum 2022, che ha fotografato una situazione con diverse luci, segno che la via intrapresa è giusta nella direzione della crescita al 30% di penetrazione del segmento, prefigurata dall’evento di Firenze. Ma anche le ombre racchiudono un potenziale

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indagine ha avuto come obiettivo analizzare gli elementi di differenza nell’acquisto di un occhiale progressivo avvenuto negli ultimi sei mesi presso un centro ottico attraverso interviste rivolte a giugno a un campione di consumatori over 45 in Italia e in Spagna, focalizzate sulle modalità di vendita proposte dal professionista della visione e sulla soddisfazione finale in merito all’uso dell’occhiale stesso. Tanti gli aspetti interessanti che ne sono scaturiti, illustrati alla platea del Forum 2022 da Marco Barilli, sales director Italia e Grecia di Toluna. Tra questi, il fatto che i nuovi utilizzatori di progressive in Italia sono il 41% contro il 26% degli spagnoli, segno che questi ultimi arrivano prima dei nostri connazionali ad acquistare tale tipologia di lente, ma come loro lo fanno dopo aver comprato un premontato, che hanno in media utilizzato più a lungo. Elementi che evidenziano come i portatori iberici abbiano una consapevolezza più forte e più precoce rispetto alla loro presbiopia e alla necessità di iniziare a correggerla.

L’indagine si è concentrata essenzialmente su tre fasi, il pre acquisto, l’acquisto vero e proprio e il post, ognuna delle quali ha riservato delle sorprese. Nel pre acquisto, ad esempio, è interessante notare come per entrambi i paesi il principale influencer che porta a dotarsi di lenti progressive sia l’oculista (55% per gli italiani e 44% per gli spagnoli), ma in Spagna ci sia una maggiore propensione ad ascoltare anche l’ottico (36% contro il 22% dei connazionali). In entrambi i paesi comunque si giunge ad acquistare l’occhiale progressivo dopo aver effettuato una visita oculistica. Differenze si riscontrano nella tipologia dei negozi cui ci si rivolge, per il 56% ottici indipendenti per il nostro paese e per il 69% catene per la Spagna, e nelle motivazioni che portano a scegliere l’ottico: la sua autorevolezza è al primo posto per entrambi, dopo di che gli spagnoli sono più attenti alla leva prezzo e noi all’aspetto moda, all’assortimento di marche e modelli. Gli acquisti comunque in generale sono fatti prevalentemente nei centri ottici e non online. «Qui i dati ci dicono che gli utenti, gli spagnoli in

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Attualità maniera ancora più forte, non ci pensano nemmeno a comprare l’occhiale progressivo in rete e sono anche molto pochi quelli che raccolgono informazioni su internet, segno che c’è grande fiducia nel professionista che li porta a scegliere le multifocali», ha commentato Barilli. Per quanto riguarda la fase di acquisto, specie in raffronto con la ricerca condotta da Toluna in Italia tre anni fa, il consumatore si trova oggi di fronte a un ottico che fa più domande, si interessa di abitudini, stile di vita, utilizzo dell’occhiale e questo denota che sono cresciute la consapevolezza del prodotto e la capacità di proporre soluzioni in base alle esigenze. «Il percorso che avete intrapreso va

nella giusta direzione», ha sottolineato alla platea di Firenze l’esperto. Il post acquisto ha invece qualche ombra in più, ma anche delle luci. La prima riguarda il prezzo. «In questo caso i consumatori dichiarano che avevano in mente una cifra quando si sono recati nel punto vendita e invece ne hanno pagata una superiore, ma contemporaneamente sono soddisfatti del rapporto qualità prezzo del prodotto acquistato - ha spiegato Barilli - Vuol dire che hanno speso di più per la capacità della persona che ha venduto le lenti di identificare il loro bisogno, capire il prodotto più idoneo e fornire le corrette indicazioni, e quindi sono contenti. È un messaggio importante per raggiungere quell’indice di penetrazione FASE PRE ACQUISTO – MAIN INFLUENCER DEL PASSAGGIO DA PREMONTATI A LENTI PROGRESSIVE al 30% di cui si è In generale, il passaggio da lenti premontate a lenti progressive sembra avvenire dopo l’intervento/consiglio di una figura esterna e solo in minima parte come atteggiamento proattivo degli user. In particolare il principale influencer risulta l’oculista, anche se in Spagna si riduce il gap tra oculista e ottico parlato in questo evento». L’ombra TOTALE USERS NEW USER DI LENTI BIFOCALI più forte è invece 2022 2022 2022 2022 N=169 B N=179 C N=74 B N=49* C rappresentata Consigliato l’oculista dopo una visita 55% C 44% 51% 43% Consigliato l’ottico dal contatto post 22% 36% B 23% 37% Visto adv che parlava degli occhiali con lenti progressive 8% C 3% 7% 2% vendita. Sono Consigliato un amico / familiare 7% 4% 9% 4% poche le persoVisto lenti progressive esposte nel PV 5% 5% 4% 6% ne che capiscoVisto del materiale info sulle lenti progressive nel PV 2% 5% 4% 6% no e dichiarano di essere state CONSIGLIO (NET) 85% 84% 84% 84% ESPOSIZIONE PUNTO VENDITA (NET) ricontattate suc7% 10% 8% 12% cessivamente al : domanda non presente nell’indagine 2019 B vs. C: differenze significative al 90% BASE: ex user di lenti premontate; *ATTENZIONE: base troppo bassa per una analisi quantitativa dei dati (inferiore ai 50 casi) ritiro: il 67% deQ28.Come mai sei passato dagli occhiali da vista premontati agli occhiali con lenti progressive? gli spagnoli e il 64% degli italiani hanno afferFASE POST ACQUISTO – RICONTATTO DELL’OTTICO POST VENDITA Presso i sotto target, si conferma quanto emerso a totale paese mato che non è accaduto. «InveNEW USER DI LENTI BIFOCALI EX USER DI OCCHIALI PREMONTATI ce stare vicini ai A seguito della consegna, clienti nel tempo 2019 2022 2022 2022 2022 il mio ottico… N=190 A N=103 B N=65* C N=169 B N=179 C anche dopo l’acquisto può portaMi ha ricontattato re fidelizzazione, a un aumento NON mi ha ricontattato della conoscenza del prodotto, a essere ancora B Non ricordo più soddisfatti, creando valore A vs. B/ B vs. C: differenze significative al 90% BASE: Nuovi user di lenti bifocali; Ex user di occhiali premontati *ATTENZIONE: base bassa (inferiore ai 70 casi) per il settore», ha Q15.A seguito della consegna dell’occhiale, sei stato contattato dal tuo ottico per sapere l’andamento dell’utilizzo del tuo nuovo occhiale? concluso Barilli. 35%

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Due delle slide della ricerca presentata da Toluna

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Attualità

Neopresbiti, troppi centri ottici ancora li “snobbano” di Francesca Tirozzi

Cento mystery client, potenziali portatori di lenti progressive, si sono presentati con il premontato in mano in 152 negozi italiani, equamente ripartiti tra indipendenti e catene: come sono stati accolti dai professionisti della visione? Qual è stato l’approccio? Cosa hanno consigliato? Durante il Progressive Business Forum, Fabrizio Valente, fondatore della società di consulenza Kiki Lab, ha illustrato i risultati di questa ricerca

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età uomini, metà donne, di un’età compresa fra i 45 e i 55 anni, neopresbiti per eccellenza: gli “007 dell’ottica” sono entrati nei centri ottici italiani per metterli alla prova. «I nostri clienti misteriosi, figure introdotte in America e utilizzate in Italia da oltre vent’anni, hanno interpretato un copione ben preciso all’interno del punto vendita - ha detto Fabrizio Valente alla platea del Progressive Business Forum 2022 - Presentandosi fingendo di aver dimenticato la montatura in uso, al professionista della visione hanno spiegato di non leggere più bene con i propri occhiali, due diottrie e mezzo e comprati in farmacia due anni prima, e di volerne acquistare un paio nuovo, delineando anche le proprie abitudini: un lavoro che li costringe 6-8 ore al giorno davanti al pc, il fatto di non essersi mai sottoposti a un controllo oculistico e di non aver mai preso in considerazione le progressive a causa di feedback negativi di un parente». Il cliente misterioso descriveva questi dettagli solo se sollecitato dalle domande dell’ottico e al termine della visita, una volta uscito dallo store, compi-

lava un questionario con 48 quesiti specifici. In tutto sono stati analizzati 152 punti vendita, 76 indipendenti e 76 appartenenti a catene, divisi equamente tra nord, centro, sud Italia. «Dai rapporti abbiamo individuato tre aree - ha illustrato Valente - Una soft, la quale in sostanza rappresenta la prima impressione che viene registrata sull’aspetto dei locali sia esternamente sia internamente; una hard, che racchiude le capacità professionali e di interazione del professionista; infine, una relativa alla comunicazione, ovvero quanto del negozio parla di progressive attraverso messaggi e cartellonistica». Delle varie aree la ricerca di Kiki Lab ha elaborato un punteggio, la media di tutti quelli indicati dai clienti misteriosi. «L’area soft ha ottenuto un voto discreto, 79, mentre quella hard 59: neppure 2 ottici su 3 hanno parlato di lenti progressive, anzi alcuni di loro hanno addirittura suggerito un premontato senza fare approfondimenti - ha sottolineato Valente - Dal punto di vista del contatto solo l’8% del campione ha lasciato al cliente un volantino o una brochure con informazioni sulle progressive, mentre sol-

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MEDIA TOTALE ‘Aree Soft’

79%

Benchmark ‘Aree Soft’ con catena di farmacie

86%

PV PV catene e indipend. gruppi

83%

74%

La media dell’area soft è 79, un voto discreto. «Per noi non è ancora un voto sufficiente - ha spiegato Fabrizio Valente - Si tratta comunque di una media: all’interno di questo indice un centro ottico ha avuto, ad esempio, una valutazione di 36 a causa di polvere in negozio, saluto svogliato e approccio non spontaneo»

Visita peggiore: 36%

Visita migliore: 98% 8

Esperienza clienti complessiva Aree ‘Hard’ Media Totale PV

Media PV catene e gruppi

Media PV indipend.

MEDIA TOTALE ‘Aree Hard’

57%

56%

58%

Benchmark ‘Aree Hard’ con catena di farmacie

70%

Toto-Mystery

…%

(max 100% - min 0)

Nell’area hard il punteggio medio è 57. «Sono emersi diversi approcci - ha aggiunto Valente L’ottico è stato in alcuni casi proattivo ponendo domande mirate, soltanto un professionista su due ha parlato spontaneamente di lenti progressive; infine, purtroppo, c’è uno zoccolo duro che propone ancora il premontato perché contrario a questa tipologia di lenti»

Visita peggiore: 13%

Visita migliore: 98% 3

tanto il 15% presentava in negozio una comunicazione su questa tipologia di lenti». Valente ha, quindi, concluso dicendo che ancora molto c’è da fare. «La valutazione del biglietto da visita negozio non è per noi sufficiente, se confrontata ad esempio con quello delle farmacie, insieme alla volontà di instaurare e mantenere una relazione con il cliente», ha ricordato il professionista.

1.3 Superamento delle obiezioni

Media Totale PV

Media PV catene e gr.

Media PV indipend.

‘Ho sentito che in genere il prezzo delle progressive è molto alto’ L’ottico supera le mie obiezioni sul prezzo in modo completo

70%

70%

72%

‘Però mia cognato/a mi ha detto che non si è mai abituato/a e non li usa più …’ L’ottico supera le mie obiezioni sulle difficoltà di adattamento dell’occhio in modo convincente

62%

58%

65%

N 9

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Domanda

Approccio ‘militare’ Non spiega nulla, dice che se si scelgono bisogna abituarsi ad usarli. Tutto qui! (PV catene e gruppi)

Le obiezioni. «Sul prezzo, soltanto un ottico su tre non ha risposto in maniera convincente - ha detto ancora Valente - Per quanto riguarda la questione adattamento, neppure due professionisti su tre hanno replicato in maniera soddisfacente» 8

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Attualità

Procacciante: l’ottico dovrà valorizzare la parte sanitaria di Angelo Magri

Secondo l’amministratore delegato di Vision Group, intervenuto al Progressive Business Forum 2022, è la prima ricetta per il futuro del retail indipendente, senza trascurare altri elementi chiave per il cliente del suo negozio, dalla tecnologia alla moda, fino al prezzo

Q

uale sarà il futuro dell’ottica nella logica del retail? Lo ha chiesto il conduttore Nicola Di Lernia al numero uno di Vision Group durante l’evento del 19 giugno scorso a Firenze. «L’ottica permetterà di andare oltre e superare la logica tradizionale se riuscirà a interpretare più la parte sanitaria rispetto a quella retail della propria attività: trattiamo merceologie caratterizzate da driver commerciali o sanitari, in Italia abbiamo concept di successo su entrambi i fronti, ma l’ottico indipendente può trovare la sua ricetta vincente in un posizionamento che enfatizzi maggiormente quello sanitario - ha sottolineato Marco Procacciante - Dalla stessa ricerca di Toluna presentata in questa occasione è risultato evidente che la componente professionale e consulenziale dell’ottico sono apprezzate dall’utente finale a prescindere dalla location e dagli altri driver: si tratta di un fattore che ci dà la possibilità di andare oltre il retail tradizionale come categoria». L’ad del maggiore network di distribuzione ottica associata oggi in Italia fa comunque una precisazione importante. «Bisogna andare sì oltre il retail tradizionale, ma non nella direzione opposta: il consumatore rimane attento alla moda, al prezzo, al contesto di centro ottico nel quale si trova, il cui concept deve

quindi valorizzare consulenza e professionalità, ma anche sviluppare un mix efficace su tutte le altre categorie ha aggiunto - Questo bilanciamento è il punto chiave su cui poter fare la differenza». Marco Procacciante alla quarta edizione Anche quella dell’evento sulla presbiopia le sue soluzioni, organizzato fashion, dunque, è edall’editore di questa testata una componente da tenere in considerazione? «Certo, insieme alla tecnologia e, appunto, alla parte sanitaria: trovare il giusto equilibrio tra questi elementi crea il posizionamento del centro ottico, senza trascurare le possibili contaminazioni: noi ad esempio stiamo lavorando sull’audiologia, che ha caratteristiche abbastanza affini all’ottica e che può offrire un’ulteriore opportunità di valorizzazione sanitaria - ha ricordato ancora Procacciante - Bisogna, però, rispettare le regole del retail, senza ricercare la propria gratificazione personale a dispetto del marketing, perché così si rischiano di perdere opportunità di mercato».

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Attualità

Progressive: +10% nella conoscenza avanzata di Francesca Tirozzi

È quanto emerso al Forum 2022 sulla base dei risultati raccolti dal questionario lanciato da b2eyes per stabilire il livello di preparazione degli ottici optometristi italiani su questa tipologia di lenti

I

dati parlano chiaro: negli ultimi tre anni la preparazione in fatto di lenti progressive è aumentata sensibilmente. Dal 2019, prima edizione del Progressive Business Forum, in occasione della quale ha debuttato il format del test, a oggi, gli ottici optometristi italiani hanno migliorato il proprio sapere sulla presbiopia e sulle sue soluzioni visive. «Il livello avanzato è passato dal 5,7% di tre anni fa al 16,5% di quest’anno», ha spiegato Nicola Di Lernia, conduttore dell’evento, che ha ospitato quattro docenti della masterclass dedicata alle lenti progressive. Anche il livello medio è passato nel triennio dal 38,45% al 52% circa e di riflesso quello base è sceso dal 46,7% al 21,65%. «Alcuni concetti sono stati acquisiti da tutti, come l’inset, in passato considerato un elemento di difficoltà - ha affermato Anto Rossetti - Il problema è cercare l’incastro perfetto fra la tecnologia del dispositivo e le singole esigenze del portatore, ossia fra la qualità del prodotto e la capacità di ascolto dell’utente da parte del professionista, poiché una progressiva dovrebbe essere costruita specificamente per quella persona». Per Gianmario Reverdy tale upgrade nelle conoscenze è fisiologico. «In questi tre anni si è lavorato parecchio: molte aziende hanno organizzato interventi e approfondimenti sulle lenti progressive, il prodotto è migliorato e trovo normale l’interesse e l’incremento di risposte corrette - ha detto Reverdy - Ora bisogna non ac-

contentarsi, ma focalizzarsi sullo zoccolo duro con ulteriore formazione, spostando l’attenzione sulle nozioni generali e non solo di prodotto: se non si procede in questo modo, più si va avanti più sarà difficile incrementare il punteggio». La parola chiave per Silvano Abati è personalizzazione. «C’è un miglioramento generalizzato nelle conoscenze, ma il vero incremento si percepirebbe se si lavorasse sulla customizzazione della lente - ha precisato Abati - Chi non sa, non vende: tutti devono imparare di più, anche quelli più bravi». Giancarlo Montani ha puntato ulteriormente su questo aspetto. «Nell’ambito della formazione spesso si assiste a un’offerta che offre ambiti particolari, specifici, trascurando spesso quello che sembra poco accattivante, ossia la formazione di base», ha sottolineato Montani. Michela Vuga ha invitato coloro che non lo avevano ancora fatto, a eseguire il test collegandosi tramite il QR code presente sul programma del Progressive Business Forum. «La sala e lo streaming confermano che il livello medio e avanzato permangono», ha esordito Reverdy, rileggendo i dati nel tardo pomeriggio della prima giornata dell’evento. «Le competenze tecniche possono supportare la prestazione dal punto di vista del business - ha dichiarato Montani - La nostra masterclass vuole essere un progetto trasversale che abbraccia tutti gli elementi della professione, in un percorso modulare».

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Attualità

Forum 2022: premio alla carriera a Petrini e Nucci a cura della redazione

L’imprenditore romano, presidente dei centri ottici Vision Optika, e l’oftalmologo pediatrico hanno ricevuto l’importante riconoscimento nel corso della prima giornata dell’evento

F

ilippo Petrini ha accolto a sorpresa il premio, lo scorso anno assegnato ad Alberto Isolani, dimostrando grande apprezzamento e citando i figli Daniele e Gianluca per l’importante supporto nella gestione degli otto punti vendita Vision Optika, concentrati nella capitale. Paolo Nucci, docente ordinario di Oftalmologia presso l’Università Statale di Milano, ha ricevuto il medesimo riconoscimento, nel 2022 assegnato a Lucio Buratto, per l’importante carriera oculistica, soprattutto nell’ambito dell’oftalmologia pediatrica nazionale e internazionale. Il Progressive Business Forum 2022 ha, inoltre, premiato Silvano Abati e Giancarlo Montani per

il ruolo fondamentale che svolgono da decenni nel campo della formazione tecnica. Al termine della prima giornata di lavori sono saliti sul palco anche i rappresentanti dei centri

A sinistra, Filippo Petrini premiato da Ferdinando Fabiano; sopra, Paolo Pettazzoni consegna il riconoscimento a Paolo Nucci

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Attualità ottici che hanno ottenuto il Premio Eccellenza b2eyes 2022: Garagnani, Sciolti, Zappon, Belleri, San Federico, Azzurra e Brunetti. Contestualmente sono state decise le 70 nomination per l’edizione 2023 del riconoscimento: a Firenze hanno ritirato gli attestati Fabrizio Beltrami per Ottica Beltrami, Angelo Veneruso per Ottica Veneruso, Gennaro Ferrentino per Otticamente, Laura Davoli per Ottica Davoli, Serena Fabbri per Ottica Fabbri, Claudio Aldegheri per Ottica Benetti e Danilo Cresti per Foto Ottica CM Color.

I riconoscimenti a Silvano Abati, con Andrea Afragoli, sopra, e a Giancarlo Montani, con Gianmario Reverdy, a destra

Alcuni degli ottici che al Progressive Business Forum di Firenze hanno ricevuto il Premio Eccellenza b2eyes 2022: dall’alto, in senso orario, Ottica Garagnani di Bologna premiata da Luca Strigiotti, Ottica Sciolti di Lecce da Massimo Barberis, Ottica Belleri di Brescia da Maurizio Veroli e Ottica Zappon di Vicenza da Gianluigi Della Vecchia

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Attualità

Progressive al 30%: la parola alle aziende di Francesca Tirozzi e Nicoletta Tobia

I numeri uno delle società oftalmiche partner gold dell’evento sono saliti sul palco del Forum 2022 per dare la propria ricetta su come raggiungere tale incidenza nei prossimi tre anni

Essilor: anticipare le progressive al presbite Millennial Cuore oltre l’ostacolo, stile e stili di vita, la qualità ha un valore: così li riassume Luca Strigiotti. «Attualmente la crescita della penetrazione delle lenti progressive in Italia rispetto all’offerta disponibile non è sufficiente - ha detto il managing director di Essilor Italia - Occorre presentare la giusta soluzione visiva per quel determinato portatore. È impensabile oggi proporre una progressiva a un utente over 50: lo si deve fare prima e senza paura, perché esistono diverse opportunità». Anche lo stile di vita è completamente diverso da un tempo. «Il presbite di oggi è un Millennial: è intuitivo, utilizza i device, con modalità di fruizione differente, esige una lente che prenda in considerazione tutti questi aspetti - ha precisato Strigiotti - Flessibilità è dunque la parola chiave per scegliere il prodotto giusto». Come si declina Luca Strigiotti, Essilor Italia

la qualità per Essilor? «In tutta la filiera: dal controllo qualità del semifinito sino al finito, insieme alla personalizzazione, per la quale, in un’ottica di assoluta precisione, abbiamo lanciato da poco il centesimo di diottria - ha concluso Strigiotti - Il concetto di qualità comprende inoltre il tempo che l’ottico dedica al proprio cliente in fase di vendita». Hoya: prodotto e collaborazione con ottici sempre più formati «Sono soddisfatto di quanto raggiunto sino a oggi, significa che ci stiamo muovendo verso la direzione giusta di mercato con un 22% di penetrazione, ma non ci accontentiamo, pur beneficiando di questi risultati - ha esordito Maurizio Veroli - Un obiettivo per essere tale deve essere misurabile e stabilito nel tempo e il 30% è lontano: per questo la nostra strategia si basa su un approccio a tutto tondo e il punto di partenza è il prodotto». Tanto che Hoya continua a investire nel laboratorio di Garbagnate Milanese, sede italiana del gruppo, ottenendo ottimi risultati. «Un dato di cui andiamo fieri: l’incidenza delle personalizzate è due terzi sul totale delle lenti progressive vendute - ha precisato l’amministratore delegato di Hoya Italia - Crediamo, inoltre, in un approccio di collaborazione con i nostri partner ottici optometristi: è importante disporre di una ottima soluzione visiva, ma fondamentale è la competenza. Per questo l’an-

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Attualità no scorso abbiamo lanciato Hoya Faculty, percorso di formazione focalizzato sulla progressione miopica, che intendiamo replicare sulla presbiopia». Perché l’Italia non riesce a raggiungere il 30% di penetrazione? Maurizio Veroli, Hoya Italia «La bassa incidenza delle progressive è dovuta all’autodiagnosi e al ricorso al premontato da parte dell’utente finale - ha concluso Veroli - Pubblicità e comunicazione possono fare molto, insieme ad altre categorie, dedicate ad esempio alla progressione miopica e alla protezione, grazie alle quali il professionista può entrare in contatto con le famiglie, fornendo a tutti i componenti una soluzione visiva adeguata».

dialogo con gli oculisti a beneficio del cliente: vuol dire trasferire valore sul consumatore - ha aggiunto l’amministratore delegato di Rodenstock Italia - A luglio inizieremo un programma di informazione medico scientifica con una divisione dedicata e tra l’altro come Italia siamo unità pilota per l’Europa, con l’obiettivo di incentivare proprio il dialogo all’interno della filiera». Ma come eseguire questa strategia? Sul fronte retail grazie alle leve della formazione, che Barberis ha definito un vettore per innescare la crescita, attraverso l’Academy, e del servizio, che deve essere efficiente e di qualità. «Sul fronte consumer andrà invece rivista la comunicazione: siamo molto bravi a fare prodotti, ma meno a comunicarli - ha aggiunto il manager - Infine, l’esperienza d’acquisto: ecco perché abbiamo realizzato il primo concept store di Rodenstock». Optovista: trovare un buon bilanciamento fra top di gamma ed entry level Come si confronta Optovista con un mercato globalizzato? «Il mercato è sfidante, ma sono convinto che anche nelle progressive una realtà indipendente e italiana possa fare la propria parte - ha detto Paolo Pettazzoni - Siamo in grado di offrire soluzioni per la presbiopia grazie a un duro lavoro in termini di ricerca e di qualità, concetti fondamentali che si traducono in scelta dei materiali, dei disegni e del controllo finale. La lente progressiva non è un prodotto di serie: anche la verifica qualitativa è importante e va eseguita pezzo per pezzo». Per incrementare la vendita di tale segmento, il presidente e amministratore delegato della società oftalmica propone la propria visione. «Esiste un’offerta di qualità anche in una proposta che non sia top di gamma - ha spiegato - Optovista investe, infatti Paolo Pettazzoni, Optovista

Rodenstock: personalizzazione, dialogo e conoscenza per crescere Personalizzazione è la parola che identifica la strategia di Rodenstock per i prossimi anni nel segmento presbiopia. Un termine che l’azienda vive nella sua accezione completa partendo dal bisogno del consumatore e che coniuga con l’innovazione, la quale «è un driver per il retail, per creare differenziazione in un mercato che si sta progressivamente banalizzando, per generare valore, interesse e soprattutto un rapporto continuativo con i clienti: si parla tanto di acquisirne di nuovi, ma è determinante la fidelizzazione», ha detto Massimo Barberis. Occorre però maggiore vicinanza anche con la classe medica. «Risulta fondamentale innescare un Massimo Barberis, Rodenstock Italia

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Attualità ,anche in prodotti entry level: spesso si pongono in questa fascia lenti ormai superate, mentre per noi devono essere comunque tecnologicamente avanzate. Ritengo dunque che per il raggiungimento del 30% di incidenza delle progressive dobbiamo trovare un buon bilanciamento fra top di gamma ed entry level, soprattutto per i giovani presbiti che si avvicinano a tali lenti. Vedo duro un passaggio immediato dall’uso dei premontati alle progressive, se l’utilizzo dei primi è consolidato: forse consigliare lenti ad uso accomodativo potrebbe condurre i neopresbiti a entrare a pieno titolo nel mondo di questo segmento oftalmico».

capacità del professionista di individuare la lente ideale adatta alle esigenze dell’utente finale». Transitions: protezione e stile per superare le barriere all’ingresso dei giovani presbiti La protezione degli occhi dei clienti finali dalla luce è diventata già uno standard nel mercato? «La situazione è variegata - ha detto Alessandra Barzaghi Da un lato c’è un bisogno non completamente soddisfatto del consumatore in questo campo, dall’altro un contesto molto cambiato in cui l’esposizione alla luce blu nociva dei device digitali è aumentata, senza contare quella emessa dal sole, dieci volte più potente. Chi ha integrato la salvaguardia degli occhi dalla luce nel suo percorso di vendita oggi è un best practicer e fidelizza molto bene la clientela, ma non è così in tutti i casi. Siamo, per dirla con Dante, nel mezzo del cammin di nostra vita». In questo viaggio di crescita, Transitions punta anche sul piacere di indossare un prodotto alla moda. «Gli italiani, pure nel consumo quotidiano, hanno una forte inclinazione al bello: avere, all’interno di un prodotto tecnico come la fotocromatica, anche Alessandra Barzaghi, Transitions Italia un aspetto di colore fashion è interessante - ha spiegato la country director Transitions Italia - Un occhiale con un ottimo abbinamento fra montatura e lente protettiva multifunzionale, esteticamente piacevole, può essere per il giovane presbite e per il professionista un modo per aiutarlo a superare quella barriera di sconforto circa l’invecchiamento e la necessità di portare le progressive». Nel proporlo, è importante riuscire a meravigliare. «Abbiamo sviluppato un protocollo in tre step, domanda, proponi e stupisci: l’effetto wow rappresenta un elemento di consumer experience forte, perché avviene in un momento di massima emozionalità nel percorso di vendita, in cui il cliente è già molto propenso», ha sottolineato Barzaghi.

Filab: il metodo di lavoro è la chiave di tutto «Il metaverso non è una strategia, ma un punto di partenza per Filab che ha svelato negli ultimi tre anni il proprio percorso di crescita». Stefano Cazzola ha commentato così il lancio di Anima, il nuovo sistema della società oftalmica per realizzare una progressiva in realtà virtuale. «Come azienda italiana ci consideriamo un’officina di produzione che offre la garanzia di quello che Stefano Cazzola, Filab realizza: questa scelta ci ha dato molte soddisfazioni - ha affermato il direttore commerciale di Filab - I clienti hanno capito qual è il nostro sentiment e proporre prodotti di qualità ha fatto registrare riscontri nei volumi di lenti vendute. Con Anima rendiamo semplice la proposta di un prodotto di valore attraverso un dispositivo di realtà virtuale che non toglie nulla alla professionalità dell’ottico, poiché i dati raccolti dallo strumento vanno abbinati alla refrazione e alla personalizzazione del portatore». Mancava però un tassello. «Tale elemento è per noi fondamentale, ossia il metodo di lavoro - ha precisato Cazzola - A tal proposito Filab ha in programma un percorso di formazione itinerante rivolto agli ottici partner che ha come focus la

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Attualità

Irsoo, il digitale a servizio del corso per lavoratori a cura della redazione

La principale novità del percorso di abilitazione in ottica per chi è già attivo in negozio, al via il prossimo ottobre presso l’Istituto di Vinci, sarà il 50% delle lezioni teoriche in modalità online, con un’incidenza ancora maggiore il primo anno. Ne parla Laura Boccardo, che dal primo settembre sarà la nuova direttrice della scuola toscana

I

l 50% delle lezioni teoriche a distanza: quali sono le motivazioni che hanno portato Irsoo a tale scelta per il suo corso di ottica indirizzato ai lavoratori e quale il valore aggiunto per i partecipanti? «Se consideriamo entrambi gli anni, la percentuale sarà anche superiore, ovvero l’80% il primo e il 30% il secondo - sottolinea Laura Boccardo - L’obiettivo della scuola toscana è continuare a offrire una formazione di alta qualità, agevolando però i lavoratori con difficoltà logistiche e personali e aiutandoli soprattutto nella gestione del tempo fra vita privata, studio e lavoro». Il primo anno le ore di formazione teorica verranno quasi tutte gestite a distanza. Nel corso del secondo, invece, grazie alle competenze e alle conoscenze acquisite durante il periodo precedente, le ore di pratica e le lezioni in presenza saranno maggiori, ad esempio quelle dedicate all’applicazione delle lenti a contatto o al montaggio degli occhiali. Ci saranno novità anche sul fronte delle esercitazioni pratiche? L’Irsoo è sempre stato all’avanguardia nell’uso della strumentazione nei corsi di ottica e la pratica è uno degli assi portanti della sua offerta formativa. Il nostro impegno è costante nell’ampliamento delle dotazioni dei laboratori e degli ambulatori optometrici e nell’aggiornamento alle nuove tecnologie. A quale tipologia di studenti vi rivolgete? Questo corso di ottica si rivolge soprattutto a lavo-

ratori che hanno maturato un certo numero di ore di attività all’interno di un negoUn momento di esercitazioni pratiche zio di ottica, presso gli ambulatori dell’Irsoo dipendenti o autonomi, interessati a ottenere, oltre all’abilitazione, una preparazione adeguata a migliorare la propria posizione professionale e le proprie competenze. Vinci è sempre stata considerata una sede suggestiva, ma anche difficile da raggiungere: avete in programma delle iniziative che possano favorire o migliorare gli spostamenti? Una formula, sulla quale tra l’altro investiremo sempre di più in futuro, riguarda proprio l’aumento delle attività di formazione a distanza. Per coloro che invece devono raggiungere la sede di Vinci, oltre a un piano di rinforzo del servizio di navetta da Empoli, è stato attivato un sistema di car sharing dedicato esclusivamente agli studenti della scuola. Stiamo, infine, lavorando all’ampliamento della rete di attività commerciali e strutture convenzionate con l’Istituto, ad esempio negozi, ristoranti, bed and breakfast e hotel.

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Attualità

Rischio green washing per l’ottica? di Marco Brugnola Formatore

Nella filiera del settore un cambiamento culturale e l’introduzione di un protocollo verde eviterebbero che l’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente possa trasformarsi in un effetto boomerang

E

siste un potenziale rischio green washing per il settore ottico nel recente proliferare di campagne a tutela dell’ambiente e dell’ecosostenibilità? Sostenibilità e rispetto ambientale sono, oltre che un valore etico primario, anche un’ottima leva di marketing per brand e aziende. Ma in alcuni casi possono rappresentare pure un rischio. Certo, le campagne di green marketing in voga fin dai primi anni 90 appaiono meritorie e sposano una causa tanto nobile quanto urgente: la salvaguardia del nostro pianeta, messo a rischio da comportamenti umani distruttivi. Inoltre evidenziano il ruolo e lo sforzo crescente che alcune delle principali imprese stanno mettendo in campo per contrastare inquinamento e depauperamento delle risorse. Ma sarà sufficiente a convincere i consumatori che si tratta di un impegno concreto e duraturo e non, invece, solo di un facile pretesto per valorizzare la reputazione aziendale?

Il termine green washing, letteralmente “lavare verde”, che in italiano può essere reso solo con un’espressione più articolata del tipo “darsi una patina di credibilità verde, cioè ambientale”, risale a metà degli anni 80, quando l’ambientalista statunitense Jay Westerveld lo coniò per stigmatizzare la pratica degli hotel che invitavano gli utenti a ridurre il consumo di asciugamani con la motivazione di ridurre l’impatto ambientale del lavaggio della biancheria, mentre, in realtà, lo scopo principale era solo economico per diminuire le spese di lavanderia. Oggi l’ecologia è di grande attualità ed è risaputo che attribuire un’anima verde a un’azienda impatta positivamente sulle decisioni di acquisto e di consumo. Il rischio, quindi, è farsi prendere la mano, esagerare con gli aggettivi ed enfatizzare tramite pubblicità e informazione un concetto di sostenibilità che non si rivela effettivamente riscontrabile nella produzione e nella missione dell’azienda

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Attualità passato non sono mancati esempi in tal senso. Ma nell’ottica la “entusiastica” strategia di comunicazione potrebbe trovare riscontro concreto in azioni solo marginali, poco impattanti e quindi non adeguate rispetto a quanto sarebbe necessario e possibile fare: torna, perciò, il perenne conflitto tra il voler apparire e il non essere, tra immagine e realtà. Il confine tra marketing green e green washing risulta peraltro davvero labile e a volte basta poco per attraversarlo e porre le basi per un effetto domino pericoloso. Comunicare male, magari attraverso l’abuso o l’uso disinvolto di termini come “sostenibile” e “sostenibilità”, oltre a esporre al rischio sanzionatorio, porta a perdere credibilità agli occhi dei consumatori ed espone il brand a una caduta della reputation. E, ancor peggio forse, rischiando di coinvolgere in tal senso tutta la categoria di appartenenza. Abbracciare seriamente la strada della sostenibilità, nonché adottare sistemi di certificazione ed etichettatura che garantiscono l’appartenenza delle imprese ai regimi di tutela ambientale, presuppone prima di tutto il costo del cambiamento culturale, l’unico necessario a realizzarla concretamente in azienda e in grado di generare valore, con il supporto delle relative attività di formazione e di comunicazione mirate a promuoverlo. Occorre, infatti, intervenire per favorire un radicale cambiamento di mentalità rispetto agli attuali e prevalenti modelli e stili di gestione. Intraprendere all’interno di un’azienda un percorso serio verso la sostenibilità richiede partecipazione e dialogo per imparare a valutare l’impatto delle scelte e delle decisioni in ambito non solo economico, ma anche ambientale. Da qui la necessità di promuovere all’interno dei centri ottici e dell’industria un vero e proprio protocollo verde in grado di premiare le scelte green che sempre più fanno il paio con innovazione: un’innovazione che deve riguardare tutti i processi e le funzioni aziendali, oltre che i rapporti con stakeholder, fornitori, distributori e ovviamente i clienti finali.

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stessa. Possono il marketing e la comunicazione “coprire di verde” pratiche e visioni tutt’altro che sostenibili? Anche nel mondo dell’ottica i grandi marchi risultano giustamente sensibili a questo tema e tendono a evidenziare il proprio impegno concreto in tal senso. Seppure si tratti di azioni meritorie, anche fosse solo per la testimonianza di un’attenzione o per il carattere di esemplarità, corrono il rischio che un consumatore sempre più attento e consapevole vada oltre i claim e gli slogan, le giudichi non del tutto trasparenti e ricostruisca una diversa immagine ambientale dell’impresa. Si può correre il rischio, quindi, di finire con l’attribuirsi valori “verdi” che in realtà non si meritano o che non si meritano del tutto. Promuovere una strategia di comunicazione che esalti concetti quali eco, bio e green, la quale tuttavia non trova alcun riscontro in azioni reali, è certamente un caso raro, anche se in

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Attualità

Eventi in negozio: pensare global, agire local Dopo due anni di esperienze digitali il mondo ricomincia dalle iniziative in presenza, regalando grandi opportunità di relazione e di rafforzamento delle connessioni interpersonali: da dove partire per organizzarne una?

I

l 2022 ha segnato il grande ritorno di fiere, inaugurazioni, fashion show, eventi retail e ogni altra forma di celebrazione in grado di creare coinvolgimento e divertimento. Negli ultimi mesi anche numerosi centri ottici hanno aderito con entusiasmo a questo status di nuova normalità, organizzando iniziative con cui attirare potenziali clienti, fidelizzare quelli esistenti, rafforzare la sinergia del team e la propria brand identity. Quali tipologie di eventi si possono pianificare in negozio? Meglio in o extra store? Sono molteplici le occasioni in cui promuovere in store il punto vendita, i prodotti e i servizi: dalla presentazione di un nuovo marchio o di uno core in portfolio alla consulenza d’immagine in ottica, passando dall’inaugurazione del nuovo

*Angelica Pagnelli è ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica. Coordina i processi di innovazione e, attraverso la sua consulenza strategica, crea una visione finalizzata alla realizzazione di idee, prodotti, progetti e contenuti originali.

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di Angelica Pagnelli*


Attualità temporary sino a quella dell’e-commerce o del negozio ristrutturato post rebranding. Il lancio di una collezione eyewear oppure di una nuova tipologia di lenti a contatto può, in particolare, essere associato all’elemento “beauty” con cui enfatizzare l’abbinamento dell’occhiale al make up, all’acconciatura o al total look attraverso percorsi di styling personalizzati. Gli eventi extra store sono, invece, consigliati per creare collaborazioni sul territorio con altri settori, capaci di generare interesse e aumentare il cosiddetto engagement. Il claim è sempre lo stesso: pensare global e agire local. Sfilate in location affascinanti, cocktail, cene, presentazioni dei trend di stagione, shooting e relativi backstage, sponsorizzazione di manifestazioni sportive, turistiche, di arte e cultura a tema attraverso le quali promuovere gli occhiali stanno diventando il fenomeno del momento in ottica e vengono organizzati al di fuori del negozio, creando un brand in itinere. Questo tipo di esperienze immersive, divertenti, coinvolgenti, in cui i clienti diventano protagonisti, elevano la concentrazione sui prodotti: viene di fatto proposto un approccio ludico anche nel mondo business. E così anche il consumatore, attraverso le occasioni giocose, vive una nuova leggerezza capace di considerare l’acquisto come esperienza e non solo una necessità. In fondo è questo il vero concetto di lusso, inteso come lusso di sentirsi al centro: avere un posto in prima fila diventa motivo di orgoglio e crea senso di appartenenza. È lo stesso sentimento che si prova a essere addicted di un fashion brand. Nell’era digital cosa è cambiato, cosa è rimasto uguale a prima e cosa è utile variare per organizzare eventi di successo? In primis è mutata la modalità di comunicazione. Gli inviti sono diventati digitali, la promozione viene concentrata sui canali social, l’attivazione di pagine dedicate può attrarre nuovi clienti potenzialmente interessati. Tutto ciò serve ad aumentare la visibilità del brand del centro ottico, delle aziende eyewear e oftalmiche, le quali hanno interesse a contribuire al successo di una iniziativa con partnership che

consentano loro di raggiungere più facilmente i consumatori. Inoltre, gli eventi sempre di più offrono la possibilità di raccogliere i dati della clientela per potenziare il database del negozio e attivare in modo mirato il Crm. Ad esempio, creare un voucher per l’acquisto di un paio di occhiali da inviare post evento non è solo un modo con cui stimolare il ritorno in negozio, ma rappresenta l’occasione per censire nuovi potenziali clienti. Rispetto al passato è rimasto uguale il desiderio di proporre qualcosa di diverso, in grado di interrompere la routine e smorzare la quotidianità improntata alla sola vendita.

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Moda

Emporio Armani

Acid Summer di Francesca Tirozzi

Polaroid

Isabel Marant

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Moda

Lanvin

Dolce & Gabbana X Persol

Sting

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L’ottico digitale

Il domani del proprio centro ottico? Immaginarlo per crearlo Secondo la teoria del pensiero episodico futuro, sembra sia possibile materializzare in un avvenire prossimo ciò che attualmente non esiste: l’importante è che il professionista moderno alleni la sua capacità di visualizzazione

I

n questo presente incerto e vulnerabile, in molti stanno cercando di capire cosa succederà nei prossimi mesi. Supereremo definitivamente la pandemia? E la guerra in Europa? La crisi economica conseguente si ridimensionerà? Torneremo a vedere indici di crescita positivi? Non è dato saperlo con certezza, ma è possibile visualizzare un probabile scenario. Sulla base di tali ipotesi e del conseguente sforzo di immaginazione si può davvero realizzare qualcosa di concreto anche per il futuro del centro ottico. È bene precisarlo: nessuno sarà in grado di anticipare e modificare gli eventi storici, ma in merito all’attività del proprio negozio è davvero tutto realizzabile. Il pensiero episodico futuro è un pensiero che riguarda qualcosa che potrà avverarsi attraverso vari step. Ad esempio un professionista intento a cambiare, rinnovare il proprio punto vendita, potrà utilizzare l’immaginazione per creare delle rappresentazioni mentali che lo aiutino a visualizzarne l’evoluzione. Sempre attraverso questa tecnica potrà scoprire il target di riferimento del negozio così ripensato e in

di Nico Caradonna*

che termini potrà comunicare con i clienti attraverso uno stile studiato nei dettagli per raggiungere la massima efficacia. La visualizzazione è un potentissimo mezzo, che consente di avere ben chiara una situazione. Non tutti ne sono capaci, soprattutto se non si è allenati, ma essendo una soft skill dell’ottico moderno, sarebbe utile iniziare a metterla in pratica per imprimere nuovi sviluppi a ogni ambito della professione. Il rinnovamento, infatti, richiede una buona tecnica di immaginazione. Questo spiega perché alcuni professionisti del settore riescono a evolvere nel tempo restando sempre fedeli ai propri valori e altri, invece, rimangono immutabili per decenni. L’ottico moderno non può restare fermo più di un anno, deve sempre cercare di introdurre elementi di novità rispetto ai servizi e ai prodotti offerti, ma anche per quanto concerne il luogo e la logistica del negozio. È un argomento poco dibattuto quello dell’immaginazione legata alla progettualità, ma vale sempre la pena investirci. Attraverso il digitale è possibile trovare input esterni in grado di stimolare il pensiero episodico futuro, per poi lasciare la mente sviluppare una strategia di azione nel tempo che riesca a trasformare tali idee in azioni reali, utili al progetto di rinnovo del proprio centro ottico.

*Nico Caradonna è ottico e ortottista, ideatore del blog Ottico del Web e consulente di personal branding per i professionisti del settore.

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Research that becomes care


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Progressione miopica: il Covid è un ulteriore fattore di rischio? di Chiara Battisti Laureata in Ottica e Optometria all’Università degli Studi Roma Tre

Le prove che gli effetti della pandemia possano influenzarla sono ancora limitate e saranno necessari altri studi, ma alcune ricerche indicano che il tasso di questo difetto visivo nei giovani è aumentato e che l’incremento dell’esposizione ai dispositivi digitali e il confinamento hanno dato il proprio contributo

U

no studio pubblicato lo scorso ottobre da Lancet Digital Health, che ha analizzato i dati di oltre tremila articoli focalizzati sull’uso di device, ha dimostrato come i bambini che utilizzano i dispositivi elettronici già dal primo anno di vita hanno tutti un rischio più elevato di sviluppare la miopia rispetto a quelli che non lo fanno. In particolare, sono più soggetti i piccoli di 1-2 anni per esposizioni maggiori di 60 minuti. È stato quindi ipotizzato che i primi 12 mesi di vita potrebbero essere il periodo più sensibile per l’associazione tra uso di device e miopia prescolare: la funzione visiva di base si sviluppa, infatti, subito dopo la nascita e la crescita dell’occhio è massima durante questo intervallo e rallenta con l’età. Tale impatto sembrerebbe destinato a diventare sempre più rilevante: già

nel 2019 era passato dalla media di 5 ore e 7 minuti al giorno, rispetto alle 4 ore e 18 minuti del 2016. Ora, complice la pandemia, è aumentato in media di circa 30 ore a settimana in più. Ma quanto ha influito il Coronavirus sull’aumento della progressione della miopia nei bambini? I dati riportati da uno studio condotto su oltre 12 mila studenti dai 7 ai 18 anni, nella provincia di Zhejiang, in Cina orientale, che ha valutato l’influenza del Covid-19 sulla progressione miopica nell’arco di intervalli di sei mesi, tra pre e post pandemia, indicano che la prevalenza complessiva di tale difetto visivo è aumentata dal 52,9% nel giugno 2019 al 53,9% a dicembre 2019 e al 59,3% nel giugno 2020. La prevalenza di miopia elevata è passata dal 4,1% a giugno 2019 al 4,2% a dicembre 2019 e a quasi il 5% a giugno 2020: ne è stato osservato un incremento

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Lab

Prevalenza della miopia nel mondo e range di età

Fig. 2 Prevalenza della miopia nel mondo e range di età4a. -0,34D durandurante il periodo pre Covid-19

medio dell’8,5% nei bambini tra 1 e 6 anni, e, in particolare, del 4,3% in quelli tra i 7 e i 12 anni. I ricercatori hanno eseguito una ulteriore analisi di confronto. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi indipendenti in base al loro mese di nascita per mantenere la distribuzione dell’età abbinata tra i campioni da prima a dopo la quarantena. È risultato che la progressione della miopia è cresciuta di 1,5 volte, cioè da -0,23D

te il periodo post Covid-19. Inoltre, il tasso di incidenza semestrale della miopia è aumentato dall’8,5% nel periodo pre Covid-19 al 13,6% nel post Covid-19. Un’altra indagine sulla progressione della miopia nei bambini e negli adolescenti è stata effettuata a Chongqing, in Cina, su 1.733 e 1.728 studenti rispettivamente nel 2019 e nel 2020. La

versi paesi la prevalenza della miopia è aumentata negli ultimi anni, quelli che segnalano

prevalenze sono raggruppati nell’ Asia orientale e sud-orientale. Molti hanno popolazioni

iscendenza cinese, ma la prevalenza è elevata anche in Corea del sud, a Singapore, in

a e in Malesia2. Nonostante ciò, la miopia è stata spesso descritta come un problema

se o asiatico, quando, in realtà, l’epidemia attraversa i confini etnici, ma è

graficamente piuttosto localizzata. La maggior parte delle differenze tra i gruppi etnici

ono essere spiegate in termini di differenze nelle esposizioni educative e all’aperto.

come si può osservare dalla Fig. 2 c’è una differenza sostanziale della prevalenza di

pia nel mondo, che infatti varia dallo 0,7% in Arabia Saudita, dall’1,4% in Sud America

5,5% in una coorte di studenti tra i 14 e i 15 anni a Pechino.

icolari abitudini di vita tra le diverse popolazioni possono parzialmente spiegare le

erenze nella prevalenza della miopia.

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vello di miopia elevata nei paesi asiatici è notevolmente più alto e si registrano in Cina,


maggiore è il tempo di utilizzo dei dispositivi digitali, maggiore è la prevalenza

. Tuttavia questo è un argomento controverso perché i risultati sono contrastanti necessari ulteriori studi per valutare l’associazione tra il tempo passato davanti

Lab

mo e la miopia.

prevalenza della miopia Fig. in 6 4 Confronto Confronto di miopia tra bambini di diversefasce fasce di di età, e dopo del tassodel di tasso miopia tra bambini di diverse età,prima prima e dopo la pande Fig. 3 Cambiamenti cambiamentinella nella prevalenza della miopia in 6 mesi, la mesi, tra il periodo pre Covid-19 e il post Covid-19 pandemia

tra il periodo pre-COVID-19 e il post-COVID-195.

percentuale di miopia i bambini 2020 è stata del2020 55,02%, aume percentuale complessiva del La difetto visivo complessiva tra si riscontra neitra bimbi tra i 6nel e gli 8 anni nel i bambini 2020 l’influenza è stata del 55%, aumentata periodo precedente ed è 21,5% adi miopia e ati da uno studio che ha nel valutato del COVID-19 sulla progressione del 10,40% rispetto a rispetto quella delal2019 (44,62%). Nel 2020 le del percentuali del 10,4% rispetto a quella del 2019 (44,6%). Nel 6 anni, del 26,2% a 7 anni e del 37,2% a 8 anni. ei mesi, tra pre-covid e post-covid, indicano che84,89% la prevalenzascuole complessiva della73,39% nelle scuole medie e 39,27% nella scuola prim 2020 era 84,9% nelle scuole superiori, nelle 73,4% nel- superiori, Tali livelli sono significativamente maggiori mentata dal 52,89% nel medie giugno 2019 al 53,9% ascuola dicembre 2019 e al 59,35% le scuole e 39,3% nellache primaria, della nel piùelevate alta prevalenza dal (p<0,05). 2015 al 2019 per erano significativamente più rispetto al 2019 significativamente più elevate rispetto al 2019 questi gruppi di età e sono stati fino a tre volte . La prevalenza della miopia elevata è aumentata dal 4,11% a giugno 2019, al questa indagine progressione miopia anni nei bambini e negli (p<0,05). La ricerca ha quindi In dimostrato che il sulla superiori rispettodella ai cinque precedenti di adolescen embre 2019 etasso al 4,99% a giugno 2020. È stato osservato un aumento medio della di miopia è aumentato dopo la pandemia 6 anni nelche 2019, 16,2% 7 anniènel Chongqing nel 2019 e studio: 2020, è5,7% statoadimostrato il tasso di amiopia aumentato dop 5 da Covid-19. Fattori ereditari, differenze regio2018 e 27,7% a 8 anni nel 2018. ell’8,54% nei bambini tra 1 e 6 anni, e del 4,32% nei bambini tra i 7 e i 12 anni . ereditari, differenze regionali, tempo di esposizion pandemia da COVID-19. Fattori nali, tempo di esposizione ai dispositivi digitali In ulteriori screening effettuati nel 2020 su one della miopia è aumentata di 1,5 volte, cioè da -0,23D durante il periodo preutilizzati per le lezioni online, nonché la riduzio123.535 è registrato significativo dispositivi digitali utilizzati perbambini le lezionisionline, nonché un il tempo trascorso per le att ne del tempo trascorso per le attività a -0,343D durante il periodo post-COVID-19. Inoltre,all’aperto il tasso di aumento incidenza del difetto (circa -0,3D) tra i 6 e gli 8 all’aperto, sono stati associati alla progressione la pandemia. sono stati associati alla progressione miopica anni, mentre per quellimiopica tra i 9 edurante i 13 anni la diffeella miopia durante è aumentato dall’8,5% nel periodo pre-COVID-19 al 13,62% nel l’emergenza sanitaria. renza era di circa -0,1D, nonostante ai più granUn ulteriore i dati di oltre di fossero D-19. Gli studenti hanno studio mostratohaunanalizzato rischio notevolmente più elevato di stati offerti corsi di apprendimento 120 mila bambini di dieci5 scuole cinesi: è emer- più intensi. Questa sostanziale diversità tra 6 miopia durante il periodo post-COVID-19 . so che l’aumento della prevalenza della miopia e 8 anni non è stata osservata in nessun altro confronto fatto anno per anno: la causa potrebbe essere attribuita al confinamento domiciliare È stato dimostrato che messo in atto nel 2020. In tal caso, il periodo di la progressione miopica cambiamento ambientale può essere il princiavviene tra i 6 e i 15 anni pale fattore di rischio per lo sviluppo della miopia e questi risultati portano a ipotizzare che i circa, con un’accelerazione bimbi più piccoli siano più sensibili ai cambiache si verifica in particolare menti ambientali rispetto a quelli più grandi. La tra i 7 e 10-12 anni, quindi spiegazione potrebbe essere che i primi si troè importante prendere da vano in un periodo importante per lo sviluppo subito provvedimenti per della miopia, in cui la plasticità di tale difetto rallentarla visivo risulta elevata e il controllo della stessa

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Lab

Prevalenza dell’errore refrattivo in studenti tra i 6 e i 13 anni, durante 6 anni di studio

Fig. 5 Prevalenza dell’errore refrattivo in studenti tra i 6 e i 13 anni, durante 6 anni di studio7. può essere più facile: al di là di questa età, è del Covid-19 e che l’aumento dell’esposizione ai bassa ed è più difficile da controllare durante i dispositivi digitali vi ha contribuito. 5 cambiamenti ambientali. Questo studio ha analizzato dati di oltre 120mila bambini di dieci scuole cinesi ed è emerso In conclusione, è stato dimostrato che la pro- Le tabelle e i grafici in queste pagine sono tratti dalla tesi che l’aumento della prevalenza miopia nei bambini tra inella 6 e raccolta 8 anni degli nel 2020 gressione miopica avviene tra i 6 edella i 15 anni cir-si riscontra di laurea dell’autrice, inserita special abstract del concorso VisionOttica Award ca, con un’accelerazione che si verifica in parrispettotraagli anni precedenti, ed èè importante del 21,5% a 6 anni, del 26,2% a 7 anni e del 37,2% a 8 ticolare i7e 10-12 anni, quindi prendere da subito provvedimenti per rallentaranni33. Questi livelli sono significativamente più alti della più alta prevalenza dal 2015 al 2019 la. Esistono infatti prove più che sufficienti per Riferimenti bibliografici • Holden B.A. etrispetto al (2016). Global Myopia and High Myopia anddi Temgiustificare di misure prevenzione per questi l’adozione gruppi di età, è statadifino a tre volte superiore ai Prevalence cinqueof anni precedenti poral Trends from 2000 trough 2050. Ophthalmology. 123: 1036-1042 e controllo della miopia nella pratica clinica, • Morgan I.G., French A.N., Ashby R.S., Guo X., Ding X., He M., Rose K.A. (2017). studio; 5,7% a 6 anni nel 2019,di16,2% 7 anni a 8 anni nel 2018. come incrementare la quantità tempoa che i nel The2018 epidemicseof27,7% myopia: Aetiology and prevention. Progress inSebbene Retinal and Eye Research bambini trascorrono all’aperto durante l’orario la prevalenza della miopia per i bambini di età compresa tra W. 9 (2021). anniReal-world (45,3%) nel 2020 fosse Erping L., Xiaohang big data demonstrates prevalencela trenscolastico: studi hanno dimostrato che questo • ds and developmental patterns of myopia in China: a retrospective, multicenter Transl Med, 7, 9:554 approccio porta riduzioni del 25-50% nei casi nonstudy. prevalenza più aalta nei 6 anni di misurazione, eraAnnsostanzialmente diversa dalla seconda di miopia incidente nell’arco di uno o tre anni. • Grzybowski A. et al. (2020). A review on the epidemiology of myopia in school children worldwide. BMC Ophthalmology, 20:27 Tuttavia, come tesi diLa laurea, prevalenza piùemerso alta neldalla 2018mia (43,5%). prevalenza della nel 2020 haReveals cessato diChanges essere • Liangde X., et miopia al (2021). COVID-19 Quarantine Behavioral Effect on Myopia Progression. Ophthalmology con relatore Luigi Lupelli, le prove che la pandela più altainfluenzarne tra i 6 anni di bambini traW.,10 anni. • Wang ZhueL.,13 Zheng S., Ji Y., Xiang Y., Lv B., Xiong L., Li Z., Yi S., Huang H., mia possa la misurazioni progressioneper neiigioZhang L., Liu F., Wan W. and Hu K. (2021). Survey on the Progression of Myopia in vani sono ancora limitate e saranno necessari and Adolescents in Chongqing During COVID-19 pandemic. Front. Public Negli screening del 2020, c’è stato un sostanzialeChildren aumento della miopia (circa -0,3D) per i Health, 9:646770 studi futuri, ma i primi risultati emersi indicano • Jiaxing Wang M.D., et al. (2021). Progression of Myopia in School-Aged Children che il suo tasso dopo la diffusione bambini tra i 6è eaumentato 8 anni, mentre per i bambini tra 9 e i Home 13 Confinement. anni la JAMA differenza era di293-300 circa AfteriCOVID-19 Ophthalmology, 3, 139:

-0,1D, nonostante ai bambini più grandi siano stati offerti corsi di apprendimento più intensi. N62022 Questa sostanziale differenza per i bambini tra466 e 8 anni non è stata osservata in nessun altro

confronto fatto anno per anno, quindi, la causa potrebbe essere attribuita al confinamento


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Lab

Zeiss: sei sedi per essere al fianco degli ottici di Nicoletta Tobia

La presenza sul territorio con filiali di proprietà è una parte fondamentale della strategia dell’azienda oftalmica che, oltre all’headquarter di Castiglione Olona in provincia di Varese, gestisce in maniera diretta le strutture di Catania, Bari, Napoli, Padova, Roma e Torino, con l’obiettivo di offrire un servizio di alto livello, in linea con le aspettative dei partner

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urare i rapporti localmente e destinare le necessarie attenzioni a tutti i propri partner fa parte del modus operandi e della filosofia di Zeiss. «Stiamo investendo per essere sempre più vicini ai nostri clienti su tutti i fronti, anche fisico oltre che digitale. Essere al loro fianco non come fornitori ma come partner e sviluppare congiuntamente il mercato per crescere assieme è un’esigenza che sentiamo entrambi - spiega Claudio Villella, customer service, distribution e branch manager di Carl Zeiss Vision Italia – Come Zeiss, abbiamo sempre avuto dei capisaldi che sono la ricerca e sviluppo, l’innovazione tecnologica, i prodotti all’avanguardia, ma non basta. Vogliamo essere un’azienda di riferimento per quanto riguarda non solo la capacità di rispondere alle esigenze visive ma anche per quel che concerne la soddisfazione dei consumatori finali, focalizzandoci sulla loro centralità e il soddisfacimento delle aspettative lungo tutte le fasi del processo d’acquisto: abbiamo perciò scelto di potenziare la strategia distributiva per essere vicini ai nostri clienti ottici e consentire loro di

servire al meglio la clientela». Da qui, la decisione di limitare l’uso di partner esterni e di aumentare il controllo della distribuzione il più possibile, sfruttando le sei filiali di proprietà, ciascuna delle quali presidia una serie di regioni, esattamente Claudio Villella, customer service, distribution e branch manager come la sede cendi Carl Zeiss Vision Italia trale di Castiglione Olona. Una strategia questa che nasce dalla volontà di portare sul territorio l’intera offerta in maniera diretta come Zeiss, con collaboratori formati ed esperti che si muovono secondo precise linee guida aziendali, riuscendo in tal modo a valorizzarne e trasmetterne appieno il credo agli ottici e di conseguenza ai consumatori finali.

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Lab In ogni filiale viene dato grande rilievo a due aspetti: il personale e l’implementazione di attrezzature di ultima generazione. «Puntiamo su figure altamente qualificate, con una specializzazione nella conoscenza della nostra proposta e che tutti gli anni, più volte all’anno, partecipano ad attività di training e formazione sui prodotti e i servizi, ma anche di tipo relazionale, di comunicazione efficace e di gestione del cliente - aggiunge Villella - Peraltro il turnover è bassissimo: il fatto che le persone rimangano con noi a lungo fa sì che riescano a impostare molto bene un rapporto con gli ottici partner, che a volte è più che quotidiano. Una relazione costante e personale significa conoscere al meglio il cliente, il suo lavoro, le specificità della sua attività e ciò ci aiuta a tarare in maniera sempre più precisa la nostra offerta, che non è predefinita a tavolino ma nasce dalle esigenze reali del mercato, con le sue specificità territoriali. E questo approccio è stato fondamentale per mantenere vivo il contatto con i partner anche durante il periodo pandemico». Proprio per favorire i rapporti interpersonali e far sentire la propria presenza sul territorio, Zeiss propone periodicamente eventi e open day nelle filiali, che presto riprenderanno dopo lo stop legato all’emergenza sanitaria. Oltre al personale, un’altra area su cui Zeiss punta in maniera significativa sono le attrezzature e l’informatizzazione dei processi per una gestione ottimale dei flussi. Grazie ai consistenti investimenti degli ultimi anni nelle filiali sono presenti impianti di taglio di ultima generazione, fresatrici a controllo numerico integrate nei sistemi informatici di calcolo dell’azienda, e anche le chiamate in entrata e uscita, oltre 2.500 al giorno, sono gestite da un software che viene adeguato ogni cinque anni circa. Lo stesso vale per la gestione e la distribuzione delle lenti oftalmiche a stock. L’obiettivo è arrivare ad avere un workflow improntato alla massima efficienza, che si deve tradurre nel miglior servizio, in cui si cerca di azzerare o limitare al minimo gli errori. Negli ultimi anni Zeiss ha rinnovato tutte le sedi, prossimamente toccherà a quella di Napoli. «Ogni filiale ha un ruolo anche per quanto riguarda l’immagine. Deve rappresentare al meglio il valore del brand Zeiss: abbiamo perciò studiato un layout uniforme per i nostri ambienti, che non ten-

Un momento dell’open day Zeiss svoltosi nella sede di Torino nel 2019

ga conto solo delle linee guida dal punto di vista estetico ma che strizzi l’occhio soprattutto all’efficienza dei flussi – dice ancora Villella, sottolineando come ciò sia avvenuto anche in un’ottica di sostenibilità - La nostra è un’azienda improntata al green, applichiamo criteri rigorosi sulla gestione dei rifiuti, le sedi sono illuminate con impianti a Led e cerchiamo di fare un percorso educativo con i nostri collaboratori, sempre tenendo presente i concetti legati al rispetto dell’ambiente». In linea con i principi di ecocompatibilità e di sostenibilità è anche l’ultimo progetto portato avanti da Zeiss, chiamato Paper Free, che entro settembre sarà implementato in tutte le filiali e che consente un risparmio non solo di carta ma anche indiretto per quel che riguarda la movimentazione e lo smaltimento. «Abbiamo sviluppato, all’interno di un concetto di Industria 4.0, l’utilizzo di un’etichetta digitale a polarizzazione d’inchiostro con cui abbiamo azzerato l’uso della carta nei nostri reparti operativi e che sostituisce il vecchio job ticket, il foglio su cui venivano scritte le lavorazioni da eseguire», anticipa il manager. Su tale etichetta vengono caricati digitalmente tutti i parametri necessari per gli operatori, che sono aggiornati in tempo reale: l’implementazione riguarda il magazzino, la distribuzione dei prodotti a stock e le aree produttive di trasformazione, ovvero tutto l’aspetto di montaggio e sagomature, nonché le colorazioni. «La sfida era sia informatizzare e rendere più efficienti i processi che seguono la ricezione dell’ordine inviato tramite Visustore o tramite il canale tradizionale, sia annullare le possibilità di errore intrinseche nella manualità, ottimizzando di conseguenza le tempistiche e la qualità del servizio offerto», conclude Villella.

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Lenti oftalmiche

Rodenstock si apre all’area medica e consolida la formazione di Angelo Magri

Nella seconda metà di un 2022 che ha già fatto segnare risultati positivi per l’azienda oftalmica sono in programma l’avvio del network dedicato agli oculisti e il lancio della Academy

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n semestre di grandi riscontri e un management e vedere da vicino le principali altro, quello in arrivo, con in cantie- novità del gruppo». re molte novità altrettanto benaugu- Da gennaio a giugno la risposta del mercato è ranti. Massimo Barberis, insediatosi stata dunque positiva per Rodenstock sul canaa inizio anno al timone di Rodenstock Italia, le ottico nazionale, all’insegna della possibilità guarda con soddisfazione sia alle spalle sia da- di generare valore per la filiera e della soddivanti a sé. «Abbiamo chiuso i primi sei mesi con sfazione del cliente finale. «Ci posizioniamo sul un incremento dei ricavi a doppia cifra, supe- segmento medio alto, per cui abbiamo risentito riore alla media del mercato nazionale - rivela l’amministratore delegato dell’azienda oftalmica - Sono state, inoltre, portate a termine le prime tre tappe del nostro roadshow, Bari, Roma e Milano, cui si aggiungeranno entro novembre Padova, Catania e Napoli: complessivamente abbiamo coinvolto nelle tre tappe circa 300 ottici optometristi, che in una giornata dedicata hanno potuto confrontarsi perNelle foto in queste pagine: Massimo Barberis, amministratore delegato di Rodenstock Italia, sonalmente con il nostro e la platea durante la terza tappa del roadshow 2022, che si è tenuta alla fine di giugno a Milano

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Lenti oftalmiche meno delle difficoltà congiunturali: tuttavia non possiamo nascondere le preoccupazioni, aumento dell’inflazione e rincari di bollette e altri costi possono incidere sul potere d’acquisto dei consumatori, con il rischio concreto che sul breve-medio termine si allunghi il ciclo di rinnovo dell’occhiale completo - afferma Barberis - Ecco perché dobbiamo mettere in campo tutte quelle azioni in grado di supportare il partner ottico, dalla comunicazione al suo cliente alla proposta di un equipaggiamento multiplo, sino al dialogo con la classe medica». Per il numero uno di Rodenstock Italia l’avversario principale da sconfiggere rimane la banalizzazione del prodotto: per farlo, non basta offrire lenti sempre più innovative e personalizzabili, occorre anche presidiare meglio il customer journey. Da qui prendono vita i progetti che nei prossimi mesi usciranno dal cantiere della multinazionale, con casa madre in Germania, e atterreranno sul territorio italiano. «Nel secondo semestre 2022 è previsto l’avvio ufficiale di un network, composto da professionisti, dedicato esclusivamente all’area medica e che farà capo alla nostra sede principale di Milano: il suo obiettivo non sarà soltanto informare gli oftalmologi sulle novità di prodotto, ma anche creare costruttive relazioni locali tra ottici e oculisti - sottolinea Barberis - Siamo convinti, infatti, che il canale of-

talmologico sia fondamentale non solo sul controllo della progressione miopica, per la quale l’azienda sta studiando con la propria divisione di ricerca e sviluppo un prodotto dedicato da legare però al concetto di biometrico che la contraddistingue, ma anche sulla presbiopia e le progressive, sulla cui prescrizione gli oculisti vanno maggiormente coinvolti. A metà ottobre, inoltre, è in programma il lancio della Academy di gruppo, con l’Italia a fare da capofila del progetto: sarà suddivisa in quattro macro contenitori, con focus su argomenti tecnici, controllo di gestione, marketing e comunicazione e relazione con l’area medica, inizierà con una serie di attività digitali e stiamo valutando la possibilità di realizzare iniziative anche in presenza, con la collaborazione dell’Università del Salento». Nel frattempo Rodenstock, per garantire una presenza più capillare sul territorio nazionale, ha riorganizzato il proprio team commerciale, che verrà comunque ulteriormente rafforzato, così come la divisione marketing e comunicazione. «Infine investiremo nell’area dedicata a montaggio e sagomatura dei laboratori di Milano e di Bari, nella logica di offrire un servizio di eccellenza al partner ottico, in maniera tale che possa distinguersi sul mercato con l’offerta complessiva firmata Rodenstock», conclude Barberis.

Investiremo « anche nell’area

dedicata a montaggio e sagomatura dei laboratori di Milano e di Bari, nella logica di offrire un servizio di eccellenza al partner ottico

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Oficinae Fonda: quattro giorni di confronto con la community della vista fragile Dal 16 al 19 giugno si sono svolte a Genova le Oficinae, l’evento FONDA che ha coinvolto professionisti della visione di tutta Italia. Quattro i giorni, quattro i concept portanti: l’evoluzione aziendale, la responsabilità sociale, l’Academia FONDA, la community degli Ambasciatori del Benessere Visivo. Le Oficinae hanno celebrato la crescita e il consolidamento della community e del brand FONDA, che ha trovato in questa occasione il coronamento del proprio percorso di evoluzione. Ampio spazio è stato dato anche al tema della responsabilità sociale che, già scritto nella storia e nel Dna di FONDA, ha ottenuto con Oficinae piena manifestazione e concretezza e dato origine a nuovi scenari. Il 2022 apre dunque un orizzonte più ampio per l’azienda e segna il passaggio a una nuova fase, che avvicina maggiormente FONDA al proprio target finale: le persone con vista fragile. Indicatore principale di questa evoluzione è l’attività di rebranding presentata proprio in occasione di Oficinae, con la quale FONDA ha messo nero su bianco, attraverso il nuovo logo e il nuovo payoff, la sua promessa verso la persona: “Vedere Meglio. Sempre.”. Il nuovo motto sostituisce “Vision Health Technologies” e rappresenta una presa di coscienza, un’espressione di responsabilità sociale: è la nuova FONDA che ha presentato la nuova sé stessa alle Oficinae.

Gli ambasciatori del Benessere Visivo con Michele Jurilli, a destra, e Biagio Jurilli, al centro

LA RESPONSABILITÀ SOCIALE AL CENTRO DEL CONVEGNO “Tutti i decimi che conti - Misuriamo l’impatto sociale del nostro lavoro”: questo il titolo del convegno di domenica 19 giugno, giornata dedicata all’incontro tra professionisti del mondo della visione. Il format in stile talk show ha facilitato la condivisione di esperienze e l’avviamento di un confronto sull’efficacia delle azioni aziendali in termini di impatto del prodotto sulla comunità. Moderato da Luisa Redaelli, il tema portante è stato trattato in due parti, focalizzate rispettivamente sull’impegno etico e sulla consapevolezza della responsabilità del lavoro per il benessere sociale. Sull’impegno etico sono intervenuti Fabio Mazzolani (Oculista, Direttore Scientifico di Academia FONDA), Biagio Jurilli (Ottico optometrista), Nicoletta Alessi (Fondatrice e presidente di Good Point, realtà che supporta persone e organizzazioni a interpretare e realizzare al meglio il proprio ruolo sociale, Federico Bartolomei (Ortottista), Stefano Arena (Ottico optometrista). Hanno, inoltre, portato la propria testimonianza Alessandra Girardi (vicepresidente strategia e sviluppo Vanni e Derapage) e Viola Mura (Responsabile comunicazione CSO). Sulla consapevolezza della responsabilità sociale si sono espressi Maurizio Astuni (commercialista, esperto in società benefit, Gianfrancesco Maria Villani (Oculista), Gabriella Pagani (Ottica optometrista), Maurizio Licata (Ortottista assistente in oftalmologia, Michela Zago (Operatrice olistica e infermiera professionale).

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ADV LA RESPONSABILITÀ SOCIALE SECONDO FONDA L’impatto sociale positivo è il valore aggiunto cui intenzionalmente diamo origine per la comunità in cui operiamo. Misurare l’impatto sociale diventa un’opportunità per ottimizzare il valore creato e progettare il contributo di ogni azienda verso il futuro che appartiene a tutti, con responsabilità. «L’attenzione e l’intenzione di generare un impatto sociale positivo è qualcosa che risiede nel Dna di FONDA - ha detto il ceo dell’azienda genovese, Michele Jurilli - L’attività svolta da FONDA nel quotidiano, infatti, affonda le sue radici nell’analisi delle necessità delle persone cui si rivolge, quindi prosegue nello studio delle tecnologie per trovare e proporre le migliori soluzioni. Tutta l’attività di ricerca e sviluppo che FONDA persegue, passando dalla produzione degli ausili fino alla loro distribuzione, nonché alla comunicazione con gli stakeholder, è un processo che nell’insieme crea un impatto positivo nella qualità di vita delle persone che utilizzano i nostri prodotti».

cerchi concentrici e genera una sfera illuminata. Il simbolo esprime il passaggio dal buio alla luce, dal problema visivo alla soluzione e conferisce nuova forza e razionale speranza alla vista fragile aprendosi con la delicatezza di un fiore. Il pay off “Vedere Meglio. Sempre.”, con la definizione delle maiuscole e della punteggiatura, esprime e riassume in tre parole la missione e l’impegno futuro dell’azienda». ACADEMIA FONDA E LA COMMUNITY DEGLI AMBASCIATORI DEL BENESSERE VISIVO L’anno accademico 2021-22 di Academia FONDA si è concluso con una full immersion durante le Oficinae, attraverso lezioni frontali e laboratori in presenza: il convegno del 19 giugno ha costituito l’occasione per la nomina dei nuovi Ambasciatori. La “Community FONDA” cresce così a 72 professionisti presenti in tutte le regioni italiane. Gli Ambasciatori del Benessere Visivo oggi beneficiano non solo delle competenze acquisite per trovare le migliori soluzioni alle persone con vista fragile, ma anche di una serie di supporti che vanno dai protocolli di interfaccia con la classe medica a iniziative di marketing e comunicazione per una maggiore visibilità del centro ottico sul territorio.

L’EVOLUZIONE AZIENDALE E LA CONSAPEVOLEZZA NEL NUOVO MARCHIO FONDA Il restyling è il corrispettivo visivo dell’evoluzione avvenuta in questi dieci anni di vita e dell’impegno per il futuro. «Il simbolo è un occhio dinamico che ruota tre volte formando uno scudo centrale a difesa della vista fragile. Al centro dello scudo risalta l’iride, fulcro visivo nel quale si concentrano lo sguardo e l’attenzione. Il movimento a 360 gradi esprime la conoscenza globale, la ricerca evolutiva, continua e aperta verso idee e tecnologie nuove - ha spiegato Sergio Bianco, creatore del nuovo marchio - L’occhio è disegnato con la costruzione della mandorla sacra, spazio comune tra due cerchi uguali intersecati in modo che il centro dell’uno sia sulla circonferenza dell’altro. La mandorla sacra rappresenta l’unione tra materia e spirito, tra universo maschile e femminile. La pupilla centrale si espande dal centro verso l’esterno con il principio dei

IL FUTURO È GIÀ PRESENTE Le Oficinae hanno segnato un momento di incontro senza precedenti tra l’azienda e il mondo della visione per intraprendere il nuovo percorso. «Ci siamo incontrati qui per generare e stimolare un sistema virtuoso che inizia dalla nostra rete - ha affermato Michele Jurilli - Chi è intervenuto, anche da settori diversi, ha dipinto un quadro coerente dal punto di vista del progetto e dell’impatto di questo sistema. Portiamo quindi a casa delle risposte concrete, frutto di un’intelligenza collettiva, di passione e di ricerca e base per un futuro ricco di sfide e consapevolezza delle ricadute sociali».

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La cerimonia di nomina dei nuovi Ambasciatori del Benessere Visivo

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Omisan e Schalcon: un sodalizio vincente Il nuovo logo che vede insieme i brand Schalcon e Omisan

Un semestre positivo per il Gruppo Omisan, con risultati straordinari sia dal punto di vista commerciale, con un +30% delle vendite rispetto al 2021, sia di immagine, grazie a importanti investimenti. Oggi il team commerciale, di agenti monomandatari, conferma la rilevanza di un organico e di una realtà imprenditoriale in chiara espansione. L’acquisizione di Schalcon, storica azienda italiana fondata nel 1977, produttrice di lenti a contatto e di soluzioni per la loro manutenzione, si sostanzia in sinergie vincenti per quanto riguarda sia l’organizzazione interna sia le nuove possibilità per i centri ottici specializzati in benessere oculare e contattologia, che da settembre inizieranno a cogliere i nuovi punti di forza. Lo ha confermato l’ultimo Mido, dove sono state accolte con entusiasmo tutte le novità che arriveranno nel corso del 2022 da parte delle due aziende del gruppo, le quali si sono presentate insieme in un unico, grande stand. Nella seconda metà di quest’anno, Omisan e Schalcon saranno main sponsor del Maestro Ottico a Firenze e parteciperanno anche ad altri prestigiosi eventi: il Convegno internazionale su aggiornamenti in contattologia e ottica oftalmica di Monopoli e il Convegno Assottica a Milano, entrambi in ottobre. Tutti questi appuntamenti fisici integrano l’intensa attività digital del gruppo. I siti corporate saranno più user friendly, consentendo ai partner ottici di comunicare con l’azienda tramite messaggistica, al fine di essere sempre più responsivi e immediati nel soddisfare le diverse esigenze della clientela: questo grazie a un team customer sempre più strutturato. Parallelamente Omisan e Schalcon proseguono con massicci investimenti nei media di settore per comunicare al meglio le proprie attività al retail e con un restyling di tutti i materiali di trade marketing per i centri ottici. I cataloghi saranno ampliati e

Una parte del nuovo portafoglio della linea di contattologia Schalcon

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disponibili in versione digitale, in una prospettiva ecosostenibile, che prevede un sempre maggiore risparmio di materiali e packaging anche nei prodotti, a tutela dell’ambiente. Valori fondanti del gruppo sono pertanto biocompatibilità ed ecologia, nella costante ricerca di un’armonia e di un equilibrio tra uomo e natura. L’innovazione svolge in questo senso un ruolo chiave, fondamentale per offrire ai clienti prodotti sicuri, di altissima qualità ed ecologici. Numerose infatti sono le scelte dell’azienda finalizzate al rispetto e alla cura dell’ambiente: in futuro verrà adottato in modo sempre più diffuso il flacone brevettato con portalenti incastonato, consentendo così un notevole risparmio di packaging; gli inchiostri utilizzati per la stampa sono privi di metalli pesanti e su tutti i prodotti sarà inserito il logo FSC, garanzia che il prodotto è realizzato in legno o carta provenienti da fonti responsabili. Dopo un semestre volto a rafforzare questo nuovo sodalizio, dunque, quello che si prefigge di diventare un vero e proprio polo di eccellenza italiano per il benessere oculare e la contattologia conta di vivere altri sei mesi di risultati positivi e di chiudere il 2022 all’insegna della crescita.

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ITAL-LENTI: RELAX è la famiglia di lenti monofocali ad assistenza accomodativa Stress visivo, arrossamenti dell’occhio, poca o eccessiva lacrimazione, perfino dolori cervicali e cefalee, anche intense, possono essere i sintomi di un affaticamento visivo prolungato. Disturbi piuttosto comuni oggi, soprattutto nella fascia di portatori che va dai 18 ai 45 anni, dovuti al particolare impegno cui sottoponiamo quotidianamente i nostri occhi, costretti a un utilizzo frequente di dispositivi digitali, quali computer, smartphone e tablet, o anche semplicemente nello studio o nella lettura continuativa. Queste situazioni obbligano a una focalizzazione prolungata in aree di visione per vicino e intermedio e a uno stress accomodativo che dopo molte ore può portare a evidenti problemi visivi. Di conseguenza sono necessarie nuove tipologie di compensazione. Ital-Lenti, sulla base delle monofocali free form EXTESA, realizzate con geometria asferica e atorica, ha sviluppato negli ultimi anni la famiglia “RELAX ad assistenza accomodativa”: alla lente correttiva per lontano viene inserito un leggero valore addizionale per la zona di lettura, che riduce in modo funzionale lo sforzo accomodativo dell’occhio quando si passano molte ore a focalizzare nelle aree di visione più prossimali, permettendo al nostro sistema visivo di mantenere uno stato di naturale rilassamento del cristallino anche in fase di maggiore lavoro, studio, lettura e la riduzione delle problematiche visive.

RELAX MOBILE: IDEALE PER GLI UTENTI CHE NECESSITANO DI UNA SOLUZIONE PER L’AFFATICAMENTO VISIVO NELL’UTILIZZO INTENSIVO DI DISPOSITIVI DIGITALI Relax MOBILE è la versione di lenti ad assistenza accomodativa con un design specifico e ottimizzato che riduce i problemi di affaticamento visivo associati a un utilizzo continuativo di dispositivi “mobile”, in particolare cellulari o smartphone, che inducono a posture e necessità di focalizzazione soprattutto in visione dinamica. Le lenti Relax MOBILE sono state create con una specifica geometria ottimizzata per agevolare l’utilizzo “dinamico” e per facilitare la transizione dalle varie situazioni visive a quelle estreme. Relax MOBILE offre un leggero valore addizione nella zona del vicino della lente per aiutare tale transizione, migliorando la focalizzazione e soprattutto riducendo lo sforzo accomodativo con un Inset ottimizzato per ridotte distanze di utilizzo (30 cm) e con una evoluzione della progressione ottimizzata per facilitare il rapido passaggio tra lontano e vicino. Tutte le lenti Relax si consigliano con l’abbinamento del materiale UVTech: la migliore soluzione per una ottimale protezione contro la luce blu dannosa emessa dai dispositivi digitali e dalle radiazioni ultraviolette e un totale filtro ai raggi UV, soprattutto se utilizzate all’esterno in condizioni di massimo irraggiamento solare.

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“C’è quest’aria / ancora insanguinata di parole / … / ma con occhi da sorprendere / e un cuore per sorprendere semmai / tutto quel che ho avuto / e se dovrò cucirmi addosso anch’io / lo strappo al velo di un addio / però confesso che ho vissuto.” Angelo Branduardi pubblica nel 1998 l’album, d’ispirazione celtica, Il dito e la luna, con i testi interamente scritti da Giorgio Faletti: uno di quelli riporta il titolo della raccolta dei dodici quaderni di memorie Confesso che ho vissuto, pubblicate postume, nei quali il poeta Pablo Neruda racconta importanti momenti della sua vita frammentando illuminazioni magiche, ricordi, dati vissuti e simbolismi reconditi. Neruda, nato Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, è stato un diplo-

matico e politico cileno e anche una delle più importanti figure della letteratura latinoamericana del Novecento, premio Nobel nel 1971. Dopo il colpo di stato del Generale Pinochet nel 1973, viene carcerato per le sue simpatie politiche contrarie e, ufficialmente, muore di tumore mentre sta per partire per un nuovo esilio. Il 30 giugno scorso si sono svolti i funerali di uno dei protagonisti dell’imprenditoria ottica del dopoguerra, Leonardo del Vecchio. Una torma composta si era raccolta in modo riguardoso fin dalla mattina sulla discenderia della Dimora dell’Ultimo Ricordo e c’è chi sostiene di avere visto il Cavaliere defilarsi dall’osanna popolare da una pusterla laterale e, allontanatosi, all’ombra di un salice

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lungo il torrente concedersi un ultimo appagamento: indugiare uno sguardo d’insieme deliziandosi, con un misurato sorriso di risarcimento, di seguire l’omelia del pievano don Cesare che, con castigato orgoglio, consacrava l’opera di Leonardo, come si compiaceva di ricordarlo, di spirito profetico dotata. Per un momento fu tentato di mostrarsi, come miracoloso disvelamento, e godere ancora della meritata gloria, e del granello di verità che si nasconde in ogni delirio, ma prevalse, con un ictus oculi, lo spirito che lo richiamava al Soglio dell’Eterno, e si acquietò a vivere il ricordo di una vita che almeno in un qualche suo momento gli è sembrata immortale, sussurrando “anch’io confesso che ho vissuto”.


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