Qui è tempo di Quintana / giugno 2020

Edizione giugno 2020 /

è tempo di

Ente Autonomo Giostra della Quintana di Foligno

Comune di Foligno

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la passione non si ferma

Massimo Gubbini / Rione Croce Bianca vincitore della Giostra della Rivincita 2019

Luca Innocenzi / Rione Cassero vincitore della Giostra Straordinaria 2019

Il saluto del Presidente dell’Ente Giostra Quintana

E proprio per questo la Quintana è tale solo se può svolgersi nella massima libertà di partecipazione e di aggregazione. La Giostra della Sfida non potrà effettuarsi ma questo non ferma la vita della Quintana, i Rioni, pur tra mille difficoltà, hanno continuato a mantenerne vivo lo spirito. Il doveroso “distanziamento sociale” di questi mesi ha, paradossalmente, reso ancora più coeso il mondo della Quintana, ha accresciuto la voglia di stare insieme di condividere, con ancor più passione, le esperienze e la magia della nostra Festa.

Vorrei parlarvi del grande spettacolo che sta per cominciare, dell’aria di festa che già si respira in città, del suono dei tamburi che riecheggia nelle vie di Foligno e dei “magnifici dieci” che si daranno battaglia il 13 giugno per conquistare l’ambito palio. Purtroppo non potrò farlo, come nel 1997, un evento drammatico ha fermato la Giostra della Quintana. La pandemia che in questi mesi ha colpito il mondo e, con particolare durezza il nostro Paese, ci ha impedito di svolgere la nostra Festa.

Fermare la Giostra della Quintana è stata una decisione dolorosa, ma inevitabile, dettata dal rispetto delle normative e dal senso di responsabilità.

Questo virus è l’antitesi della Quintana, festa di popolo per antonomasia, che ha il proprio senso più profondo nella socialità, nello stare insieme, nell’abbracciarsi nella gioia della vittoria o nello sconforto della sconfitta.

Non nascondo che questo stop obbligatorio, oltre al dolore di non poter effettuare la Giostra della Sfida nella sua data canonica, ha e avrà pesanti ripercussioni su tutta la manifestazione. Ed è in momenti come questo che la città deve stringersi intorno alla sua Festa più importante, dimostrare concretamente come questa sia ormai indispensabile per il tessuto sociale ed economico di Foligno.

La Quintana, nel pieno rispetto dello spirito del 1946 sintetizzabile nella parola “rinascita”, è pronta. Pronta a segnare la ripresa della nostra città, a colorarne le via ad animarne le piazze con le sue emozioni e la sua inimitabile atmosfera. Per questo ci sarà bisogno del supporto di tutti, dei Rioni, dell’amministrazione comunale e di tutta la città e sono sicuro che nessuno lascerà sola la Quintana.

I Priori dei Rioni Guglielmo Castellano Carlo Crescimbeni Daniele Falchi Roberto Frisori Michele Piermarini Paola Tedeschi Si ringraziano per il prezioso contributo

Stefano Zuccarini / sindaco di Foligno Federica Moro / madrina della Quintana 2020

Coordinamento fotografico

Ufficio marketing e coordinamento grafico

Vanessa Raiola

MOSAICO di Manuela Marinangeli

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E’ indubbio che pensando alla Quintana 2020 mai l’avremmo immaginata così, in un mondo diverso e sospeso.

Abbiamo dovuto organizzarci, reiventarci, stravolgere la normalità. Ma arrenderci mai.

La Quintana è tante cose insieme: passione, impegno, cultura, sport, bellezza, ma soprattutto è casa.

Ti fa sentire nel posto giusto, parte di un progetto più grande, elemento essenziale di una famiglia, ingranaggio fondamentale di un motore. Ti ha insegnato a crescere, socializzare, donare.

Ti ha reso migliore. E soprattutto nei momenti bui è stata una luce che ha guidato un’intera comunità.

Anche questa volta la Quintana sarà tassello indispensabile per ritornare alla normalità.

Questa edizione di QUI e la sua realizzazione, è sopra ogni cosa un messaggio di speranza, è il risultato della forza della passione di chi ce la mette tutta e non è deciso a mollare.

L’idea di editare sembrava assurda fino a qualche settimana fa, ma nessuno si è tirato indietro: dal Presidente Domenico Metelli e i magistrati Alessio Castellano e Marco Bosano che hanno subito espresso la volontà di non spegnere i riflettori sulla manifestazione e di accompagnare gli appassionati di Quintana anche questo spazio interrotto, alla straordinaria collaborazione dei Priori dei Rioni, del direttivo dell’Ente Giostra, delle penne che hanno firmato le pagine di QUI, tra cui Guglielmo Castellano, Daniele Falchi, Roberto Frisori, Michele Piermarini e Paola Tedeschi; da Vanessa Raiola, che ha curato e coordinato l’aspetto fotografico al prezioso contributo del sindaco di Foligno Stefano Zuccarini e della madrina della Quintana Federica Moro.

Come sempre è stata una prova dura, ma QUI troverete pagine cariche di passione e amore per la nostra terra e per la manifestazione che la rappresenta.

Buona lettura!

Manuela Marinangeli

Il saluto del Sindaco di Foligno

Lo Spirito Quintanaro esiste e resiste, sempre e comunque, proprio perché la Quintana è prima ancora un sentimento, ed un'espressione di amore incondizionato per Foligno.

Proprio questo, ho voluto sottolineare con forza, anche nel mio discorso ufficiale di insediamento, che mi ispiro ad amministrare la Città con Spirito Quintanaro.

La Quintana è socialità, è aggregazione intergenerazionale, è solidarietà, promozione del territorio, valorizzazione delle eccellenze nonché preziosa risorsa economica e culturale.

Se Foligno ha delle risorse in più, sotto tutti questi aspetti e non solo, lo deve alla Quintana.

E sono certo che anche questa volta la Quintana è, e sarà, quel valore aggiunto fondamentale che segnerà la ripresa della Città.

Anche questa volta i Quintanari sapranno cosa e come fare, e la Quintana tornerà simbolo di ricostruzione.

Festa a tutti gli effetti, nel pieno rispetto delle indicazioni necessarie: la Festa ‘della Cittade tutta’.

Da parte mia e dell'Amministrazione ci sarà sempre la disponibilità a quel ‘riuniti gli animi in un veder concorde’ che fu stimolo della prima Giostra della Quintana.

La Quintana non si ferma, neanche quando è ferma di Marco Bosano Ebbene si, la Quintana non si ferma, neanche quando è ferma. Questo la distingue da tutti gli altri eventi: un concerto può essere posticipato, una mostra può essere organizzata in un’altra città, perfino una partita di calcio può tenersi in altra data.

Anche noi siamo stati costretti a rimandare la gara equestre ed il corteo, ma i quintanari non possono essere spostati. Esserlo è un dato di fatto, è nel nostro DNA, ed anche il folignate che non partecipa attivamente, sicuramente nella sua vita avrà mangiato in una taverna, visto una sfilata, assistito ad una giostra, letto una pubblicazione o seguito in tv una trasmissione, e per questo è parte della Quintana anche lui. Ed ecco, come per magia, centinaia di profili sui social si trasformano e appaiono i motivi rionali, foto dell’ultima edizione della Giostra, attimi di festa e di vittoria, momenti intimi di amicizia in taverna, battesimi rionali e perfino la foto di un matrimonio in abiti storici.

Abbiamo la necessità di riaffermare la nostra passione, di dire al mondo: “io sono quintanaro ed ho dedicato la mia vita alla mia Città attraverso la Giostra”.

Per questo motivo anche noi non siamo riusciti a fermarci: una foto dietro l’altra, un articolo ogni giorno, un’intervista, un saluto da parte dei personaggi che ci hanno frequentato anche occasionalmente e che si sono innamorati della Quintana, una telefonata - “che ne dici mettiamo in campo la nostra rivista?” - “dai si ce la possiamo fare” - “senti quel giornalista se ci fa un articolo” - “chiama i Priori” - “dai Vanessa! inviaci le foto dello scorso anno” - “la Madrina la chiamo io” “dai sì che la facciamo!”.

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Ed ecco che la rivista QUI prende forma. Dobbiamo esserci, non ci possiamo far abbattere da un qualcosa, sicuramente brutto, ma che passerà.

Sì, ce l’abbiamo fatta: la rivista è on line.

Tutti i quintanari la leggeranno, sulle sue pagine si riconosceranno, sicuramente qualcuno affermerà che i colori del proprio Rione sono nettamente più belli degli altri, qualcun altro ricorderà all’amico-rivale “a Ottobre ho vinto io, il palio è nostro”, ed in tantissimi diranno: “si ma il 29 agosto vedremo chi vince”, “non vedo l’ora di indossare quegli abiti e di rivedere i miei amici”, “aspetto di vivere in un altro mondo per 15 giorni, il mondo della Quintana”.

Ma con gli sponsor come facciamo? Le aziende sono chiuse e noi non possiamo garantirgli la solita visibilità.

“Dai qualcuno ha lavorato e ci verrà incontro e chi ha subìto di più, stavolta lo aiutiamo noi, poi a settembre si vedrà”… nella speranza che l’incubo sia passato e che tutti insieme potremo riprenderci la nostra vita, e che la Giostra della Quintana, con le sue contraddizioni, con i suoi difetti, ma con la sua imparagonabile carica associativa e capacità di suscitare emozioni, ci faccia recuperare in fretta i momenti che abbiamo perso.

Noi ci siamo e tutti insieme rifaremo grande la nostra Città.

Ci vediamo presto. Appuntamento al 29 agosto, anche per criticarci, perché poi in fondo si critica ciò che interessa e profondamente si ama.

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Giostra della

Q uintana Foligno

Tre padroni per tre Giostre diverse di Guglielmo Castellano

Tre padroni per tre Giostre diverse. Nell’anno delle tre Quintane (2019), il Dio Marte ha dispensato i suoi doni quintanari ad altrettanti campioni del Campo de li Giochi.

Cominciamo con la Sfida di giugno 2019. Una serata strana, quella di un anno fa, contraddistinta da una vera e propria falcidia di super favoriti della vigilia che, tornata dopo tornata, sono quasi tutti usciti di scena in modo clamoroso ed inaspettato.

A cominciare da Daniele Scarponi dello Spada che entrato in campo con i tutti i pronostici a suo favore (nelle prove ufficiali aveva fatto registrare il record ufficioso della pista con 52 secondi e 07 centesimi) ha invece lasciato sul braccio del Quintanone uno degli anelli della prima tornata. Lontano dai migliori anche il Fedele del Croce Bianca Massimo Gubbini, mentre il campione in carica del Cassero Luca Innocenzi, proprio quando doveva solo capitalizzare il bersaglio grosso, per colpa di una bandierina abbattuta si è ritrovato nella polvere. Ed alla fine, ad uscire vittorioso da questa ecatombe è stato Pierluigi Chicchini del Rione Pugilli, il quale in sella ad Edward England, si è reso protagonista di una gara accorta e precisa premiata, alla fine, con il palio di Giostra della Sfida: il secondo della sua carriera.

Copione diverso a Settembre. Nella Giostra della Rivincita, infatti, è andato in scena un entusiasmante testa a testa tra Daniele Scarponi e Massimo Gubbini.

L’Audace dello Spada, infatti, dopo aver concluso una prima tornata sontuosa, ha cercato di amministrare il suo pingue vantaggio nella seconda carriera, senza calcolare, però, che il portacolori del Croce Bianca Gubbini (come poi è effettivamente avvenuto) avrebbe fatto di tutto per cercare di raggiungerlo. Così è stato; il Fedele, in sella a Super Magic, ha fatto il miracolo, agguantando il portacolori dello Spada, superandolo in termini cronometrici già nella seconda tornata e gestendo la terza ed ultima carriera con la freddezza dei fuoriclasse. Settimo sigillo per lui e delirio di gioia senza fine per il popolo del Croce Bianca.

FOLIGNO

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Via Garibaldi, 31/33 T. 0742 358472

Viale Firenze, 148 T. 0742 352111

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Quindi, ecco ottobre con la Giostra straordinaria della “Solidarietà”. E poteva Luca Innocenzi mancare l’appuntamento con la vittoria? Assolutamente no! Il Pertinace del Cassero, che veniva da un 2018 dai contorni trionfali, non ha voluto deludere i suoi contradaioli. Dopo il passo falso di giugno, la gara interlocutoria posta in essere a settembre, Innocenzi, in sella all’inossidabile Guitto, ad ottobre non si è lasciato sfuggire la vittoria, raggiunta con l’autorevolezza che ormai lo contraddistingue da anni.

Anche per lui, al pari di Gubbini, il palmares parla, dopo quello di ottobre 2019, di sette trionfi ottenuti in terra folignate.

Gli stop della Giostra nella storia di Guglielmo Castellano Anche la Giostra della Quintana, almeno nel suo appuntamento di giugno, è stata costretta ad arrendersi al coronavirus. Il Comitato Centrale dell’Ente Giostra non ha avuto scelta, deliberando di spostare la Giostra della Sfida a data da destinarsi.

Opzione dolorosa per tutti i quintanari, ma non unica nella storia contemporanea della nostra massima manifestazione cittadina. Un altro evento imprevedibile e tremendo, infatti, portò all’annullamento della Giostra della Rivincita del 1997.

Stiamo parlando, ovviamente, del terremoto del 26 settembre, che in quell’anno infierì con particolare violenza nel nostro territorio comunale, costringendo, non solo i folignati, ma anche i cittadini, tra gli altri, di Assisi, Gualdo Tadino e Nocera Umbra, a convivere con uno dei terremoti più lunghi che la storia recente ricordi, con un susseguirsi di scosse, anche di notevole intensità, che durò sino all’aprile del 1998.

*panoramica del Campo de li Giochi / settembre 1997

Il dio Marte si piegò al terremoto del 1997, quindi, come ventotto anni prima, nel 1969, dovette genuflettersi dinanzi al suo superiore diretto Giove Pluvio, che nel secondo fine settimana del settembre di quell’anno, ne mando a catinelle tanto da far annullare sia il corteo storico del sabato sera che la Giostra al Campo de li Giochi il giorno dopo.

Per la verità, in quella specifica occasione, si provò a scendere in campo ma, dopo le prime cadute dei binomi in gara, la tenzone fu annullata, ed il 1969 resta, a tutt’oggi, l’unico anno quintanaro, privo dell’assegnazione del palio.

*il Presidente della Repubblica Sandro Pertini / ottobre 1984

Per non parlare poi, dell’annullamento, sempre per motivi meteorologici, della Giostra straordinaria organizzata nell’ottobre del 1984, per festeggiare la presenza a Foligno del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Anche in quel frangente, la cancellazione della Giostra rappresentò una piccola delusione per il popolo dei quintanari che, comunque, ebbe modo di esaltarsi per la Quintana nei tradizionali e precedenti appuntamenti settembrini.

Tornando alla decisione adottata dall’Ente, essa è del tutto in linea con le decisioni che il governo nazionale ha già adottato e che andrà ad adottare nel prossimo periodo. Del resto, anche altre città (vedi Siena, tra tutte) hanno già preso, od andranno a prendere decisioni analoghe, finalizzate al rinvio sine die delle rispettive manifestazioni.

ici della Giostra Ringraziamo tutti gli am hanno inviato il della Quintana che ci i nostri social e proprio saluto tramite ad Ag os to e da to ap pu nt am en to Settembre

chi

Marco Butic

Cristiano

Carla Vistarini

Nicola Alemanno

Nora Venturini e Giulio Scarpati

ro Federica Mo

Marino Bartoletti

Omedè

Decio Barili

Stefano Allocchio

Foligno abbraccia Norcia: a palazzo Candiotti un banchetto stellato Dopo la Giostra straordinaria di ottobre una serata magica a Palazzo Candiotti ha chiuso il cerchio della solidarietà stretto intorno a Norcia con una suggestiva ed emozionante serata gastronomica.

Il menù, in omaggio alla grande tradizione culinaria della nostra terra è stato realizzato, esclusivamente, utilizzando prodotti tipici della Valnerina e dei Monti Sibillini e firmato da una squadra di chef internazionali ì.

Tanti gli interventi degli ospiti che si sono susseguiti durante la serata, a partire dal saluto del “padrone di casa” Domenico Metelli, Presidente dell’Ente Giostra della Quintana” che ha ribadito, ancora una volta, la vicinanza e l’attenzione del mondo quintanaro nei confronti di Norcia e delle zone colpite dal terremoto del 2016.

Particolarmente significativo l’intervento del sindaco di Foligno Stefano Zuccarini che ha evidenziato il profondo legame che ormai unisce la comunità folignate e quella nursina. Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, presente alla serata, ha espresso il sentito e commosso ringraziamento di tutta la città di Norcia per quanto è stato fatto in questi mesi da Foligno e dal mondo quintanaro. Ha partecipato all’evento anche Federica Moro, madrina della Giostra della Quintana.

Carpa marinata agli agrumi letto di lenticchie e sedano, gelato all'olio evo e pop corn di lenticchia chef R be

Suprema di quaglia con pur di sedano rapa al tartufo con patate croccante chef C a die Ja c

B i ci

Uovo croccante su specchio di barbabietola, spuma di patata, crema di cipolla confit, spugna di spinaci e nero di Norcia

Scafata umbra con fagottini di bietola, filetti trota e schiuma di finocchio chef Da ide Ma a a i

chef A ice Ca

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Baccal con polenta allo zafferano, finocchi brasati e brul di arancia e granella di mandorle chef Cha e e M a Ra

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Crescionda tradizionale di Spoleto e gelato alla rocciata chef Rica d Fe a

Filettini di maiale umbro con carote al burro spugna di sedano nero di Trevi e salsa di nocciole chef C a dia Di Me

La statua della Quintana Repetita iuvant di Paola Tedeschi Intorno alla statua della Quintana si è scritto molto, quasi sempre approssimativamente e per sentito dire. Circa dieci anni fa si cercò di porre fine alla vexata quaestio riguardante la proprietà della statua e, grazie ad un attento studio documentario, si dimostrò che il manufatto ligneo fu fatto eseguire dal comune di Foligno e che l’elenco delle spese, redatto da due magistrati comunali, Antonio Lucantoni e Prospero di Gaspare, fu scritto il 1° gennaio 1550. I risultati della ricerca vennero pubblicati in una brochure dell’Ente Giostra e si pensò, quindi, che in futuro non ci sarebbero stati dubbi in merito. Purtroppo, nonostante le testimonianze inconfutabili, ancora oggi si continuano a scrivere, nel migliore dei casi, delle inesattezze, con la presunzione di intitolarle La vera storia del dio Marte. È, perciò, necessario ribadire che l’Inquintana, per secoli emblema del Carnevale cittadino e bersaglio della giostra laica, è di proprietà comunale.

Ma quanto costò la statua?

Dall’elenco delle spese, che forse è il documento dirimente, sappiamo che il costo finale fu di 21 fiorini e 28 soldi. Di lì a poco il fiorino fu sostituito dallo scudo, il cui valore era circa la metà del fiorino; perciò il Comune spese per i materiali, la fattura e la messa in opera circa 40 scudi. Mastro Matteo che la scolpì ebbe 24 scudi, le altre voci elencate riguardano l’acquisto del legno di noce e di olmo per la statua, i ferri, i bolini e le catene, l’oro e stagelli; ai due pittori, Belardino e Alisandro, furono pagati in tutto 3 scudi e 20 baiocchi.

Non è semplice rapportare il valore delle monete del tempo alla nostra moneta ma per avere un’idea del costo dell’Inquintana, basti pensare che nel 1587 il salario annuo del maestro di scuola era di 118 scudi, quello del podestà era di 120 scudi, che la pigione annua della casa del medico forestiero era di 8 scudi.

Dalle dita alla forchetta di Daniele Falchi

“Passato è l’anno mille, omeni moderni semo.” Queste le parole di Brancaleone (…alle Crociate), frutto del genio di Mario Monicelli con Age e Scarpelli, nel secondo film della saga medievale dell’intrepido eroe di Norcia. Infatti è proprio nei primi anni del secondo millennio, precisamente nell’estate del 1004, che appare in una pubblica occasione, in tutta la sua modernità, la forchetta. Sono le nozze a Venezia del ventenne doge Giovanni Orseolo, con la ancor più giovane principessa Maria Argyropoulaina, nipote dell’imperatore bizantino Basilio II. Originalità assoluta tra le stoviglie da tavola, chiamata subito dai Veneziani piròn, dal verbo greco peìro, che significa infilzare, muove a stupore per l’alone di snobismo che ne desta l’uso. Negli Annali d’Italia di Ludovico Antonio Muratori, della diciassettenne sovrana sottolinea la “…sua esorbitante delicatezza”.

Ovviamente la cosa indusse commenti malevoli tra i santi uomini di chiesa, primo fra tutti San Pier Damiani, il quale scandalizzato ci fa sapere come la nobile si facesse tagliare dagli eunuchi al suo servizio il cibo a piccoli pezzi e ne assaggiava pochissimo senza toccarlo con le dita, portandolo alla bocca con questo strumento d’oro estratto da un astuccio. La mollezza dei costumi di Bisanzio ovviamente era uno dei tanti pretesti che condussero allo scisma delle chiese. Ma nel frattempo, il mondo non poteva più ignorare l’esistenza della forchetta. Bollata come strumento del diavolo per evidenze morfologiche, verrà duramente combattuta per i secoli a venire. Appare invero anche prima, in alcuni ritrovamenti archeologici di siti antichi romani. Famoso ad Albintimilium (Ventimiglia) il ritrovamento di un set da viaggio in argento, che come un coltellino svizzero, aveva un meccanismo con ripiegati sette elementi, tra cui una forchetta.

Più unico che raro, l’oggetto non ci indica un suo uso diffuso, ma certamente la conoscenza dell’attrezzo. I patrizi romani continuano a mangiare con le mani, proteggendo i polpastrelli con ditali d’argento.

Ma è nel rinascimento, nell’approntare sontuosi banchetti, che nelle corti italiane si introduce l’apparecchiatura a coperto singolo, con sfoggio di posate in metalli preziosi, tra cui la forchetta. Ed è proprio l’uso di questa che trasformerà il coltello, non più a punta, ma con la lama arrotondata, venuta meno la necessità di infilzare i bocconi. Le cronache del tempo, scritte da viaggiatori europei che capitavano nella penisola, sono piene di riferimenti alla destrezza degli italiani nell’uso della forchetta, cha passa da due, a tre, a quattro rebbi a seconda delle necessità di utilizzo. Al giorno d’oggi la forchetta è sulle tavole di tutto il mondo, tuttavia noi italiani restiamo maestri nel difficile compito di avvolgervi gli spaghetti, arte che ci viene insegnata fin da bambini e che esteticamente supera di gran lunga in eleganza, lasciatemelo dire, il gesto orientale di portare alla bocca i noodles e succhiarli rumorosamente dalla scodella: opposte visioni di tratti di civiltà.

Correva l’anno‌ di Guglielmo Castellano

Anno Domini 1980; Giostra della Sfida. Marcello Formica, sicuramente il “campionissimo” della Quintana, stravinceva la sua ultima Giostra. Un trionfo memorabile, colto in una edizione della tenzone che, proprio quarant’anni fa, conosceva, nel suo ambito tecnico, una vera e propria rivoluzione copernicana.

Per la prima volta, infatti, veniva introdotta la cosiddetta “somma dei tempi”. In virtù di questa novità, il binomio che voleva vincere la Quintana doveva dare il massimo fin dalla prima tornata e non limitarsi più, come gli consentiva il regolamento precedente, a spendersi solo nella terza ed ultima tornata l’unica che valeva, a parità di punteggio, ai fini del computo del tempo.

Anche se grandissimo, forse Marcello Formica, ormai nella parabola discendente della sua straordinaria carriera agonistica, appariva il meno indicato ad interpretare al meglio la nuova tenzone. Sulla breccia dagli anni ’50, Formica, che nel 1980 vestiva i panni di cavalier “Moro” del rione Pugilli, veniva da una tradizione quintanara vissuta sull’eterno dualismo con l’altrettanto grande Paolo Giusti.

Una sfida infinita, andata in scena su altri palcoscenici nazionali (Arezzo ed Ascoli su tutti) caratterizzata da una idea di Quintana, decisamente più semplificata rispetto a quella che sarebbe andata in “onda” nel 1980. D’altronde, alla vigilia di quell’appuntamento, i favoriti erano quei fantini, provenienti soprattutto dalla scuola faentina, Gianfranco Ricci e Mario Giacomoni (che proprio l’anno precedente aveva abbattuto lo storico muro dei 60 secondi, scendendo a quota 59), fatta di foga e potenza.

Senza parlare poi, dei più o meno giovani cavalieri folignati del periodo (vedi Fabio Cruciani, lo stesso Piero Cruciani ed il giovanissimo Mauro Fondi) capaci di poter competere per le prime posizioni.

Eppure, malgrado ciò, Marcello Formica aveva in serbo il colpo da maestro.

Il Moro si presentò al “Campo de li Giochi” in sella a Ringo; uno splendido anglo- arabo- sardo dalle ottime potenzialità.

Un animale veloce ed affidabile con il quale Formica era

perfettamente consapevole di poter fare la differenza. E così fu: quella di Marcello Formica fu una vera e propria cavalcata trionfale, scandita da tre giri di poco superiori al minuto, portati a termine sotto lo sguardo incredulo dei superfavoriti della vigilia.

Una devastante dimostrazione di forza, concretizzata al cospetto dei giovani rampanti degli anni ’80, da un “vecchio” veterano che aveva cominciato a vincere nei lontani anni cinquanta, quando le Giostre si disputavano al rallentatore e con riscontri cronometrici che definire biblici è poco.

La grandezza di Marcello Formica è tutta qui: riuscire ad imprimere il suo sigillo attraverso tre decenni di Quintana, “leggere” con grande acume agonistico l’evoluzione delle caratteristiche tecniche della gara e riuscire sempre a trovare le motivazioni e gli equilibri per poter regolare la concorrenza.

Quella della Sfida del 1980 fu la penultima Quintana disputata da Marcello Formica. L’ultima, sempre in quel 1980, fu quella della Rivincita, e solo una gravissima caduta (le cui conseguenze fecero maturare a Formica la decisione di appendere la lancia al chiodo), impedì al Moro di chiudere in modo trionfale il suo ennesimo anno quintanaro.

Sempre in tandem con Ringo, Formica stava nuovamente annichilendo, a suon di tornate record, il resto della pattuglia di cavalieri. Prima di affrontare la terza ed ultima tornata disse (almeno così narra la leggenda metropolitana) ai dirigenti puellari: “domenica scorsa ho vinto per il Rione.

Oggi voglio portare a termine una Giostra memorabile”.

Questo significava che Formica voleva strapazzare i cronometri come non mai. E, probabilmente, se l’otto di gara (decisamente più insidioso di quello di oggi) avesse supportato la grande velocità impressa a Ringo, Marcello Formica avrebbe terminato la sua fatica abbondantemente sotto al minuto.

Sono passati quarant’anni da quegli eventi. Marcello Formica, dal 1998 non è più tra noi, ma il suo mito, anche in virtù di quello straordinario 1980, è tutt’altro che offuscato.

La disfida di San Rocco di Michele Piermarini Il palio di San Rocco è divenuta una manifestazione storica del periodo quintanaro, merito dell'audacia del rione Cassero che, nel 1989, ha deciso di dar vita a questo evento grazie alla volontà dei propri contradaioli, alla vena artistica di Stefano Brunelli, che ha sempre dipinto ogni anno il palio destinato al rione vincitore e, grazie alla sapienza di Gabriele Metelli, professore di storia folignate. Inizialmente l'invito a partecipare era destinato ai soli rioni confinanti di piazza San Domenico, ovvero la Mora e l'Ammanniti, poi successivamente, visto il successo della prima edizione, esteso a tutti i dieci rioni della città. La competizione prevedeva tre giri del percorso naturale intorno a piazza San Domenico, con la precedente fisionomia prima della ristrutturazione e vittoria all'equipaggio rionale composto da tre persone più veloce a tagliare la linea del traguardo.

Dopo cinquanta edizione è giunto al 31esimo anno di storia, la manifestazione, nel tempo, ha cambiato nome, ora "disfida di San Rocco", ma non le caratteristiche fondamentali alla riuscita dell'evento. Divertimento, sana competizione tra i popolani dei dieci rioni e vari aneddoti legati alla tradizione della manifestazione. Il più famoso è la cabala, nata nel mondo quintanaro, che vedeva il rione vincitore della disfida di San Rocco incapace di ripetersi al "campo de li Giochi", scaramanzia non trova alcuna conferma nelle statistiche, ci sono stati rioni capaci di vincere entrambe le competizioni nello stesso anno. Una cabala che, nonostante la sua non veridicità, insieme ad altri aneddoti, ha dato folklore ad un evento nato a fari spenti nel lontano 1989, cresciuto nel tempo e capace per ben cinquanta edizioni di trasmettere a pieno la passione quintanaro in tutti i suoi valori, tanto da diventare presenza fissa nel calendario ufficiale dell'Ente Giostra della Quintana di Foligno.

Le Giostre di antico regime e il blocco della pandemia di Alessio Castellano

La pandemia che ha bloccato la nostra Festa ha, ovviamente, fermato tutte le altre rievocazioni storiche che arricchiscono il nostro Paese. Le Giostre di antico regime sono una caratteristica tutta italiana, un patrimonio di storia, cultura e socialità che ci rende unici. Tali manifestazioni sono, anche, un importante volano economico per le città e le regioni che le ospitano. Pur essendo ognuna diversa dalle altre queste manifestazioni, di cui ogni comunità è giustamente orgogliosa, si muovono su uno stesso piano di partecipazione e attaccamento alle proprie tradizioni. In un ottica di confronto abbiamo voluto raccogliere la testimonianza di alcune di queste, ovvero, Il Niballo di Faenza, con il Sindaco della città Romagnola Giovanni Malpezzi, la Quintana di Ascoli Piceno con il Presidente del Consiglio degli Anziani Massimo Massetti e la Giostra Cavalleresca di Sulmona con il Commissario Reggente Maurizio Walter Vittorio Antonini. Quello che emerge è che tutte queste manifestazioni stanno vivendo le stesse difficoltà che sta affrontando la Quintana di Foligno. Per tutte le Feste si è trattato di un doloroso rinvio, nella ferma speranza che l’evolvere della situazione renda possibile, in un contesto di sicurezza, poter recuperare la propria manifestazione entro l’anno. Durante questi colloqui abbiamo compreso che la decisione del rinvio, una prima volta per tutti, è sempre stata presa all’unanimità dai vari organi direttivi e recepita con grande senso di responsabilità da tutti i contradaioli.

Analoga, anche, la risposta data alla “clausura” della quarantena: tutti gli intervistati ci hanno confermato il grande impegno sui “social” delle varie realtà rionali nel tenere vivo con iniziative e flashmob lo spirito della propria Festa. A Faenza il volontariato che caratterizza le nostre manifestazioni ha trovato modo di esprimersi, anche, durante la fase più acuta dell’emergenza con i Rioni che “si sono messi a disposizione della città attraverso servizi alle persone più fragili, affiancandosi, dopo adeguata formazione, alla Croce Rossa Italiana e ad altre realtà qualificate, per lo svolgimento di funzioni importanti come la consegna della spesa e dei medicinali a domicilio” così come ci racconta il Sindaco Malpezzi.

Oltre al rammarico per non poter effettuare la propria manifestazione, il tratto comune che è emerso in queste conversazioni è anche la preoccupazione per le ricadute economiche del rinvio. Chiare le parole di Massimo Massetti per la Quintana di Ascoli: “i problemi più evidenti sono quelli legati all’economia dei Sestieri. Un Sestiere anche se non ci sarà la Quintana, dovrà affrontare delle spese, legate alla vita della sede e quelle per la gestione delle scuderie”.

Ma il fatto di non poter tenere le tradizionali rievocazioni storiche avrà, anche, delle ricadute negative sul settore turistico delle relative città. “La nostra città ha iniziato a guardare al futuro puntando sul turismo – ha affermato Antonini commissario reggente della Giostra – l’eventuale annullamento della nostra manifestazione comporterà una perdita economica che si aggirerà sul milione di euro”.

La speranza, ovviamente, è quella che l’attuale pandemia possa essere rapidamente superata senza veder disperso tutto quello che le nostre manifestazioni rappresentano non solo per le comunità cittadine che lo ospitano.

Il suono della festa di Guglielmo Castellano

Quello che come quintanari ci manca, almeno in questo primo segmento di questo anno incredibile ed inaspettato, è il suono dei tamburi. Quel rullo inconfondibile e familiare che già a maggio, seppur da lontano (ora le prove si svolgono decentrate nelle periferie artigianali), veniva a scandire i giorni dell’attesa.

Quello del tamburino non è mai stato un ruolo anonimo del “corsus honorum” quintanaro. Anzi, possiamo dire che tutto comincia da lì. Da quell’incrociare i pistilli con forza sulle pelli dei tamburi, per dare voce ad una passione quintanara che i tutti i tamburini hanno sempre espresso all’ennesima potenza.

Il tamburino della Quintana, oggi come ieri, rappresenta il nerbo del Rione e della Quintana in genere; la sua spina dorsale. Ed in molte esperienze, ne andrà a formare anche la sua classe dirigente.

Nei tempi in cui la Quintana era ancora vissuta come esperienza veramente sociale (anche perché c’era poco altro in giro), l’approdo al ruolo di tamburino veniva solo dopo tutta una serie di passaggi intermedi. Anche a livello di partecipazione al corteo storico; prima si doveva passare da situazioni forse meno nobili (porta lancia, porta palio, palafreniere, ecc.ecc..) e poi, solo dopo aver acquisito la certificazione “doc” di appartenenza alla Contrada, si aveva la possibilità di entrare a far parte della ristretta pattuglia dei tamburini rionali. Neanche tanto ristretta poi, se si pensa che già negli anni ’70 i due Rioni antagonisti per eccellenza, Spada e Pugilli, annoverano schiere di tamburini che oscillavano, rispettivamente, tra le 18 e le 16 unità.

Passano gli anni (dal ridimensionamento numerico degli anni ’80 alla formula “agonistica” di questi ultimi anni), ma l’importanza dei tamburini non è mutata. Il loro suono, rappresenta “l’inno di Mameli” di ogni singolo Rione, il segno distintivo della Contrada e, tutti insieme, come dal 1946 ad oggi, il filo conduttore della Giostra della Quintana, che in essi si riconosce, forse di più del calpestio dei cavalli sull’otto del Campo de li Giochi.

Q

Giostra della

Q uintana Foligno

Gli scatti della Giostra Un fotografo racconta la sua prima Giostra della Quintana di Roberto Frisari Vivo a Roma e da oltre 30 anni ogni tanto vengo a Foligno per incontrare un caro amico, ma non avevo mai assistito alla Giostra della Quintana. Sino a quando lo scorso anno lo stesso amico mi ha invitato all’edizione della Rivincita. Era un po’ di tempo che ci pensavo e finalmente ho potuto realizzare un reportage fotografico insieme al collega romano Giorgio Schiavelli per conto della rivista Photosophia, con l’accredito da parte dell’Ente Giostra della Quintana e la presentazione al Rione Spada che il mio amico mi aveva procurato. Ho allora avuto il privilegio di non essere un semplice turista ma di poter osservare dall’interno e da vicino il mondo che gira intorno ai quintanari: ho visto la “giostra” che gira intorno alla Giostra. È interessante per chi viene da una grande città osservare e raccontare la forte coesione tra i folignati, il composto ma appassionato coinvolgimento di un’intera città per giorni e giorni. È la stessa manifestazione che crea questo legame inscindibile e duraturo con la città del folignate, che, come mi ha spiegato il Magistrato responsabile alla comunicazione dell’ente Giostra, nell’arco della sua vita ha avuto un’esperienza diretta con la Quintana, come volontario o per indossare un vestito o per tradizione familiare. Da fotografo non potevo non essere travolto dai colori di quei giorni, quelli dei vessilli dei Rioni disegnati anche da grandi artisti italiani, o delle fogge di alta sartoria degli abiti barocchi, rigorosamente studiati e realizzati secondo le mode del Seicento.

Quando ho assistito alla vestizione di una dama, con un abito composto da ben tre strati di gonne e sottogonne, ho ammirato la pazienza che questa deve avere il giorno della Giostra nel presentarsi al loro Rione sin da prima mattina, per poi sfilare di pomeriggio senza quasi potersi sedere per ore e ore. Ma tale è il privilegio di partecipare con altre centinaia di personaggi al corteo storico che è un sacrificio che ciascuna dama sopporta volentieri. Sacrificio che si aggiunge a quello richiesto per mantenere per due giorni le raffinate ed artistiche acconciature; mentre scattavo qualche foto ho potuto sentire le raccomandazioni delle parrucchiere alle dame su come dormire per evitare di rovinare le pettinature.

E poi lo stadio e finalmente la Giostra, con l’accesa tifoseria che mi ha coinvolto e trascinato anche fisicamente nell’esplosione di gioia dei quintanari del Rione vincitore. Mi sono trovato in mezzo all’invasione di campo, a fare foto a pochi centimetri dalle urla di gioia e poi nella festa che si è protratta sino a notte fonda, creando un tale fracasso che può essere perdonato vista la relativa contenutezza che avevano mantenuto sino ad allora.

Ho cercato di capire, un po’ più prosaicamente, come vengano coperti i costi economici sostenuti dai dieci Rioni.

Ed il Priore dello Spada mi ha spiegato il ruolo determinante offerto dai volontari, il suo Rione da solo ne ha ben 250, con il loro lavoro nelle sartorie, nella cura dei cavalli, nella

gestione della taverne, locali che nelle settimane prima della Giostra organizzano allegre e succose libagioni per il finanziamento delle attività.

Ho portato a casa un buon bottino di foto ed il reportage che ne ho tratto è stato pubblicato in due numeri della rivista www.photosophia.it : nel n. 39 vengono descritte le origini e lo svolgimento della Quintana e nel n. 40 l’esperienza al Rione Spada. Ora dovrò aspettare un po’ per le prossime foto, e spero che saranno foto speciali come speciale sarà la prossima edizione, che avrà una funzione simile a quella assunta alla sua rinascita nel 1946, un evento corale della città che segnò il passaggio dalla guerra al dopoguerra. A presto, Giostra della Quintana.

Il saluto della Madrina della Giostra della Quintana

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Carissimi amici della Quintana, mai come in questi ultimi mesi abbiamo potuto sperimentare quanto la distanza ‘obbligatoria’ ci abbia fatto percepire in maniera molto forte come i nostri affetti, le nostre abitudini e quanto ci sia di più caro ,siano significativi e determinanti per la nostra vita, per la nostra felicità La grande festa della Quintana da tutti tanto attesa ed amata , per motivi più che ragionevoli e noti , ha dovuto essere sospesa, con grande e generale dispiacere.Fortunatamente ora compaiono all’orizzonte nuove speranze , nuove ipotetiche date .Con la convinzione che quando ci rivedremo tutti quanti sarà nella massima ed assoluta certezza che nessuna ombra o rischio per nessuno ,adombri la tanto attesa gara di destrezza e la gioia di stare insieme per partecipare , ognuno nel proprio ruolo, alla rievocazione barocca più spettacolare e coinvolgente che ci sia e che mi è entrata da tempo nel sangue!

Con l’augurio di potervi rivedere e riabbracciare presto, vi saluto con immenso affetto Ps: Daje tuttaaaa!!!!

Federica Moro

Giostra della

Q uintana Foligno

La Quintana digitale di Manuela Marinangeli La comunicazione della Giostra della Quintana nel 2020 non si è fermata durante il lockdown, al contrario si è scelto di utilizzare e rafforzare i canali on line della manifestazione per raggiungere un numero di utenti, che le restrizioni attuate, non avrebbero consentito di poter coinvolgere.

Un’intuizione che si rivelata efficace: dall’analisi periodica Digital 2020 (Hootsuite/We Are Social) sul mese di aprile 2020 esce la fotografia un mondo social profondamente cambiato.

E’ aumentato in modo considerevole il numero degli utenti di internet, come sono aumentati il tempo trascorso sugli smartphone, la fruizione di video, l'accesso e la permanenza sui social network. E sono crescite con numeri importanti.

In Italia il 45% degli utenti che dichiara un incremento di uso dei social network.

Anche i canali della Quintana hanno beneficiato di questo trend, e questo ha permesso di mantenere alta l’attenzione su alcuni aspetti della manifestazione, di non sparire dai radar mediatici e continuare ad alimentare la passione del popolo della Quintana con i mezzi digitali a nostra disposizione.

Foto storiche, videomessaggi, racconti di Quintana, ricordi di eventi e appuntamenti che hanno costellato la storia della manifestazione e soprattutto il contributo degli stessi quintanari, che nel tempo in cui Foligno avrebbe dovuto vivere i suoi giorni di festa, hanno letteralmente invaso i social con foto in abiti barocchi e di momenti di Quintana, sottolineando come passione non si è affatto affievolita in questo periodo sospeso.

*dati statistici pagina Facebook GIOSTRA DELLA QUINTANA DI FOLIGNO / periodo 25-31 maggio 2020

*crescita del profilo Instagram QUINTANA FOLIGNO / periodo 29 maggio - 1 giugno 2020

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Quintana a scuola di Rita Barbetti

Nonostante l’emergenza coronavirus la Quintana non dimentica i più piccoli e riparte con il “Progetto Scuola”, ovviamente, adeguandosi alla situazione attuale.

L’iniziativa, rivolta a tutte le scuole primarie e alle scuole secondario di primo grado, è finalizzata, come sempre, a rafforzare i rapporti tra la Giostra e le nuove generazioni.

Visto inoltre il difficile momento di obbligata inattività scolastica, il progetto punta a incitare gli alunni a lavorare con la creatività e la manualità.

L’iniziativa, seguita in particolare dal Vice Presidente dell’Ente Giostra. prof.ssa Rita Barbetti e dal Magistrato Simone Capaldini, consisterà in un concorso dal titolo “…e se arriva la Quintana anche il virus s’allontana”.

Ogni alunno potrà partecipare con un disegno, con un altro manufatto o composizione di materiali vari, oppure, con un testo scritto di poesia o prosa. Ogni bambino dovrà ispirarsi al proprio rione di appartenenza, se ne ha già uno, oppure ne potrà scegliere uno a suo piacimento.

Il termine di presentazione dei lavori sarà il 10 giugno e i 10 vincitori, (proclamati da una giuria composta da Riccardo Ricci, le professoresse Rita Barbetti e Ambra Cenci, e l’Assessore alla scuola del Comune di Foligno Paola De Bonis), riceveranno in premio il fazzolettone del proprio Rione. Inoltre avranno un apposito settore riservato del “Campo de li giochi” da dove poter assistere alla prossima Giostra insieme ai loro genitori.

Per la consegna degli elaborati contattare il numero 3495845918.

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I l Q u i n t a n a C h a n n e l è u n c o n t e n i t o r e d’informazione dedicato alla Giostra della Quintana di Foligno.

Uno spazio televisivo in onda su Umbria Tv e sul canale YouTube, dove è protagonista la Quintana con i suoi eventi e i suoi personaggi.

La programmazione del 2020 viene confermata dall’8 giugno, e in particolare la sera del 13 giugno (data della Giostra della Sfida rimandata) andrà in onda su Umbria Tv uno speciale dedicato alla manifestazione che raccoglie la storia degli ultimi 20 anni della Quintana, con video e interviste. Un grande lavoro di ricerca e di post produzione per far rivivere, anche se non in Campo, le emozioni della grande festa di Foligno.

in onda da lunedì 8 giugno, tutti i giorni alle ore 14 sul canale 10 di Umbria TV in replica alle 20.30 sul canale YouTube Quintana Channel alle una di notte sul canale 10 di Umbria TV conduce Manuela Marinangeli

Il Corteo dell’Ente Giostra

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Come sempre accade nei momenti di difficoltà, una famiglia riesce a stringersi e andare oltre. Così anche la famiglia del Rione Ammanniti in questo momento critico, attraverso chat e videoconferenze va avanti. Nonostante la lontananza, l'amore e la passione che contraddistinguono un Quintanaro verso il proprio Rione si fanno sentire, soprattutto con l'avvicinarsi della tanto attesa Giostra della Sfida. L'aspetto sociale e di aggregazione è la forza di ogni Rione e da questa non si può prescindere; questo dev'essere il punto di ripartenza e proprio per questo si potrà tornare a “far” Quintana solo quando sarà possibile non avere alcuna limitazione nelle taverne e al Campo de li giochi.

C'è sicuramente rammarico e preoccupazione per gli sforzi già messi in campo in vista della giostra di giugno da parte della commissione artistica e della commissione taverna. Ancora più amarezza c'è guardando al settore tecnico, che proprio in questo anno ha visto l'arrivo del nuovo Gagliardo Tommaso Finestra, giovanissimo e pieno di entusiasmo, che ha iniziato già dai primi mesi dell'anno un intenso lavoro di preparazione sul binomio di gara.

Con l'augurio che si possa tornare al più presto alla nostra più grande passione, rivolgo il mio più grande saluto a tutto il popolo rosa-grigio.

Forza Gagliardo!

Federico Fiordiponti Priore Rione Ammanniti

Badia

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Un viaggio, dentro casa mia.

Se è vero che queste settimane ci hanno insegnato quanto è difficile stare lontani anche solo un metro, è altrettanto vero che ci hanno permesso di riflettere su un “fare” che era diventato troppo frenetico, in grado di tenerci dentro le cose ma completamente fuori di noi.

Fin da subito, lo stare a casa non ha significato isolarmi da tutti perché mi sono ritrovato a condividere, con la mia famiglia e con gli amici di sempre, questa mia solitudine, stando al sicuro e facendo stare al sicuro anche loro.

In questo viaggio dal divano, la Quintana è stata una compagnia costante ed il primo pensiero è stato immaginare di rivivere l’emozione che i nostri predecessori provarono nel ‘46 nell’organizzare una grande festa per tutta la Città, dopo il dramma del secondo conflitto mondiale.

Sì, perché la storia racconta che dopo una guerra c'è entusiasmo, perché l'altro non fa più paura ma, in una pandemia, l'altro non ha mai deciso di farti paura ed anche tu lo minacci, nonostante tu non abbia mai deciso di minacciarlo.

Questa consapevolezza continua ad alimentare in me la paura che, quando tutto sarà finito, le persone avranno grande diffidenza verso l'altro e che ci sarà il rischio di peggiorare addirittura.

Allora mi chiedo se qualcosa rimarrà, se avremo imparato qualcosa perché, finita questa emergenza, sarà ora che ognuno di noi faccia la propria parte, non per riprendere tutto come prima, ma per ricominciare in un altro modo, più responsabile, più consapevole e, invece che tornare alla normalità, puntare a realizzare il capolavoro.

Per chiudere tutto è bastato un messaggio notturno ma adesso serve che, dall'altra parte, qualcuno ci sostenga.

Prendendo in prestito parole non mie per costruirci sopra un pensiero: non ci si salva da soli, nemmeno se siamo la Quintana.

Nel bel mezzo di tutto, ho capito che siamo stati noi a creare le difficoltà che oggi stiamo vivendo per arginare il problema ma, per nostra fortuna, stiamo riscoprendo la forza dirompente della natura, dell’animo dell’uomo, della poesia ed allora, magari, questa è la volta buona che cresciamo davvero.

Filippo Pepponi Priore Rione Badia

Badia

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Con particolare emozione mi trovo a scrivere, durante un periodo che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di vivere. Come ben sapete, la Quintana ha il potere di dar vita a una quotidianità, a un’atmosfera di gioia che non si esaurisce con la fine delle tanto attesa tenzone. L'impegno costante, il lavorìo silenzioso e fervido, accompagnano le più ottimistiche speranze e riempiono il nostro tempo privato.

I giorni antecedenti alla sfilata, del percorso che porta all'ultimo anello, si sostanziano di gesti semplici, anonimi che si avvicendano in una stretta fraterna.

La vita Rionale si accende di una luce particolare, di un calore intimo, colorando le notti di tonalità gioiose.

Noi ci facciamo testimoni dei valori più alti della tradizione, che ci rischiara, indicando il cammino di una Foligno salda nelle sue più nobili radici e tradizioni ed allo stesso tempo protesa alle mani dei più piccoli, che stringono forte il fazzolettone.

Noi siamo già quello che abbiamo vissuto!

Ed è questa la base certa da cui ripartire sempre, legati da un'unica sorte.

Il nostro vincolo è un sacrificio, che ha la leggerezza della passione!

L’attesa che stiamo vivendo per risentire i tamburi, per respirare l’aria del Campo de li Giochi, sarà sicuramente ripagata con emozioni ancora più forti quando arriverà il momenti di ricominciare.

Viva Foligno! Viva la Quintana! E naturalmente, forza Cassero!

A presto.

Fabio Serafini Priore Rione Cassero

Contrastanga

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Il motore non si spegne mai. È quello dello spirito quintanaro, che contraddistingue la vita di ogni rionale, trecentosessantacinque giorni l'anno. E se anche questo 2020 sarà un anno decisamente particolare per tutto il mondo della Quintana, siamo tutti certi che sarà impossibile spegnere la nostra passione ed il nostro ardore. Perché Quintana è sinonimo di serate allegre in taverna, di sfarzo e bellezza del corteo storico, di emozioni e brividi al “Campo de li Giochi”. Ma la Quintana è molto, molto di più.

Innanzitutto, Quintana significa mantenere vive le proprie tradizioni e le proprie radici. Ecco perché nell'arco dell'ultimo anno, il Rione Contrastanga ha voluto far rivivere le proprie radici, dedicando le stanze della propria sede e la propria scuderia a dei rionali storici. La sala del Consiglio ora porta il nome della storica “priora” Anita Chiucchi, la sartoria quello di Paolo Pacini e la stanza dei tamburini quello di Alessandro Fugazza. Gli spazi della nostra scuderia sono invece dedicati a Francesco Pacini. Un “Fil Rouge”, quello con la storia, che pochi giorni prima del famigerato “lockdown”, ha portato il popolo gialloblu ad organizzare “A cena con la storia”. Una serata in onore di Anita Chiucchi, in cui i suoi “ragazzi”, poi divenuti con il tempo pilastri del Contrastanga, hanno raccontato lo stile inconfondibile che “Nonna Anita” ha saputo imprimere non solo all'interno del nostro Rione, ma anche a tutto il mondo della Quintana di Foligno.

Ma il nostro sguardo vuole guardare oltre e non si ferma alla sola via Piermarini. Questo giovane e volenteroso Consiglio, che sono felicissimo di guidare, ha deciso sin da subito di voler puntare la sua attenzione verso la città intera. La nostra mano è tesa a chi ha bisogno di aiuto e a coloro che si spendono per gli altri. È per questo motivo che circa un anno fa, il Contrastanga non ci ha pensato su due volte ed ha organizzato un pranzo domenicale, per raccogliere fondi in favore della Polisportiva Disabili. Obiettivo: contribuire alla raccolta fondi per l'acquisto di un nuovo pulmino. Lo scorso mese di dicembre il popolo gialloblu si è inoltre ritrovato per un'altra domenica speciale, quella dedicata alla raccolta fondi in favore di Deborah Bonucci, la mamma coraggio di Sant'Eraclio che fino all'ultimo ha combattuto contro un male che, purtroppo, ha avuto la meglio. L'ultimo segno concreto messo in campo è recentissimo e riguarda un tema di stretta attualità. Il Contrastanga ha infatti donato oltre 300 mascherine Ffp2 al comitato locale della Croce Rossa Italiana, in campo con servizi mirati di contrasto al Coronavirus. Non potevamo rimanere a guardare: anche nell'emergenza la Quintana può e deve dare il proprio aiuto.

Ed è per questo che, ogniqualvolta servirà, il nostro Rione risponderà sempre “presente”, in attesa di tornare a “scendere ne le Piazze, ne le Vie e nel Campo de li Giochi”. Perché “la concordia e l'amor della Cittade tutta...son pur Vittoria e bella e grande!”.

Carlo Mattioli Priore Rione Contrastanga

Contrastanga

Croce Bianca

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Per i quintanari la Giostra della Quintana è la festa dell’anno per eccellenza e l’aspettiamo con entusiasmo, carichi di aspettative, come si aspetta la Pasqua o il Natale, e la primavera per noi di solito ha il profumo di Quintana, ma questo anno ci ha riservato una situazione inaspettata.

L’emergenza coronavirus ha colto il Direttivo Rionale nel periodo d’inizio lavori per la preparazione della quintana 2020: da pochi giorni avevamo svolto il consiglio di marzo, quello organizzativo in vista dell’edizione di giugno, eravamo tutti presi dai progetti dell’imminente apertura con l’implementazione delle novità per rendere la manifestazione sempre più spettacolare e poi, improvvisamente, tutto è stato sospeso ed è iniziata una primavera inusuale senza le tradizionali serate in taverna, senza muri da imbiancare, né abiti da riordinare, né panche da sistemare. Quelle serate passate insieme, gli uni vicini agli altri, erano il preludio della festa e questa mancanza ha lasciato un vuoto incolmabile nel mio cuore, perché mi sentivo privato di un’occasione importante, quella in cui potevo prendermi cura di una grande passione: la Quintana!

Vivere da Priore un momento d’incertezza così profondo è stato veramente difficile perché alle preoccupazioni per il futuro della manifestazione si sono sommate anche quelle per il presente, ovvero cercare un modo per dare forza ai rionali e trovare soluzioni economiche valide per affrontare l’emergenza senza perdersi d’animo e senza dover rinunciare agli ambiziosi progetti che già avevamo messo in cantiere.

Che cosa deve fare un Priore ai tempi del coronavirus? Sicuramente non darsi mai per vinto e cercare soluzioni nuove là dove sembra impossibile trovarne. In questo momento senza precedenti mi sono impegnato a tenere vivo lo spirito di comunità rionale cercando di mantenere a distanza il contatto con Consiglieri e contradaioli per sostenerli in questo difficile passaggio storico.

La Quintana del futuro sarà sicuramente molto diversa da quella che ci siamo lasciati alle spalle, ma credo che che in questo momento la Città di Foligno abbia bisogno come non mai della Giostra della Quintana come un evento che ci unisce e ci ridà speranza per il domani, la crisi economica ha investito il Paese e in molte famiglie inizia a farsi sentire il disagio e l’incertezza, spero che la vita rionale possa essere un punto di riferimento per quanti vi parteciperanno vivendolo come un momento non solo di svago ma anche di sostegno e fratellanza.

Andrea Ponti Priore Rione Croce Bianca

Croce Bianca

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I pochi che lo hanno visto dicono che abbia dimensioni pari a un centesimo di millimetro. Io, francamente, non riesco manco a immaginarla una roba così piccola. Tuttavia, questo impalpabile ma spietato nemico sta tenendo sospeso il mondo. Ecco, così stiamo sopravvivendo, in una specie di limbo che ci condurrà alla vittoria o ci farà ripiombare nell’angoscia. Sono certo che sconfiggeremo il virus, ma il problema è quando. Dalla risposta, che oggi nessuno è in grado di dare con certezza, dipende anche il futuro della Quintana. Mai Priori, Presidente e Magistrati si sono trovati a vivere in un clima di incertezza come quello attuale. Nessuno di noi sa come e quando potremo riaprire le taverne, organizzare il corteo storico, iniziare le prove per la Giostra, fissare la data della gara al Campo. Zero. Le conseguenze di uno stallo del genere non sono ancora prevedibili fino in fondo. Sicuramente metteranno in forte tensione la tenuta finanziaria delle casse dei Rioni e dell’Ente. Con la prospettiva concreta, purtroppo, che la Quintana resti paralizzata un intero anno, il Consiglio del Giotti sta cercando di porre rimedio pur consapevole che non sarà per niente facile e che comunque il destino non dipenderà solo dai nostri sforzi. Di certo, per quello che possiamo, ce la stiamo mettendo tutta. A cominciare dalla tenuta mentale, perché l’astinenza da Quintana è una roba forte da superare per chi ci vive abitualmente. E poi c’è la tutela della salute dei nostri cavalli che sono sempre stati accuditi come meritano, con tutto l’amore che nutriamo per questi meravigliosi e generosi compagni di squadra. Le riunioni di Consiglio in videoconferenza sono poche, lo stretto necessario: chi ama la Quintana e vive nei Rioni, sa quanto piacere si provi nel dare e ricevere pacche sulle spalle, sorrisi, abbracci. Senza questo non siamo niente. Aspettiamo l’arrivo dell’estate con la speranza che il quadro muti, che arrivi la svolta che sogniamo: il virus è sparito. Ecco, ci aggrappiamo a questo: al sogno di poter riaprire le taverne, magari a estate inoltrata o nel Settembre folignate, quello della Quintana.

Sognare, in fondo, non costa niente e non ce lo può certo impedire un maledetto virus.

Alfredo Doni Priore Rione Giotti

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Questa situazione di emergenza ha colpito duramente i nostri animi.

La nostra più grande preoccupazione è stata legata al settore tecnico e, in particolare, alla manutenzione dei cavalli di giostra del nostro cavaliere Mattia Zannori. Fortunatamente tra il rione e il cavaliere si è instaurato un rapporto di rispetto e di fiducia reciproca che spero, ci permetterà di gestire al meglio la situazione emergenziale.

Più in generale, auspico la creazione di un serio tavolo di lavoro tra i dieci rioni, l’ente giostra e l’amministrazione comunale affinché questa manifestazione possa risorgere con la città e per la città, proprio come lo è stato nel secondo dopo guerra.

Massimo Montanari Priore Rione La Mora

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…. “Tutto a un tratto si udì lo scalpitio di un cavallo”. Con queste parole di Verga inizio ad esprimere i miei pensieri in merito alla Nostra amata Quintana con la speranza di poter presto tornare ad ascoltare al “Campo de Li Giochi”quel suono bellissimo e serrato di zoccoli sempre colmo di inspiegabili emozioni. Inutile dire come questo in periodo si susseguano dentro ognuno di noi enormi pensieri: la Salute Pubblica, la crisi economica che si staglia imponente dinanzi a noi, i bimbi costretti davanti ad uno dei tanti dispositivi tecnologici per poter dare un minimo di continuità alla vita scolastica e ai loro rapporti amicali. Subito i pensieri corrono anche alle sorti della Giostra della Quintana e al popolo rosa-nero che, ormai, posso definire la mia seconda casa e famiglia. Come vivremo senza e, soprattutto, per quanto tempo? La Quintana è aggregazione, confronto sociale e generazionale, collaborazione. La manifestazione è condivisione e aiuto, è gioia, è vita. Da Priore sento il dovere di cercare di garantire la continuità di questa manifestazione, di non togliere alla città il suo fiore all’occhiello in termini sia di relazioni interpersonali improntate alla disponibilità , complicità e collaborazione fattiva sia come bei “momenti “conviviali. Ogni giorno che passa si acuiscono il vuoto e la mancanza. Ogni momento che trascorre aumentano le preoccupazioni. I Priori, come legali rappresentanti dei Rioni, hanno enormi responsabilità. Chi rimane in superficie, o per vari motivi si disinteressa, non può comprendere cosa questo evento, nel suo complesso, significhi, ritenendo che la manifestazione sia una piccola cosa, una manifestazione banale ...magari una delle tante...di cui si può fare a meno. Spesso, pur amando gli animali, veniamo additati dagli animalisti; pur facendo vivere il centro, veniamo accusati di turbare la quiete pubblica con i nostri tamburi; pur creando convivialità, veniamo considerati come “quelli che passano il limite”. Mi piacerebbe che atteggiamenti come quelli appena citati e descritti mi procurassero inquietudine, ora come allora, per questi motivi. Invece, attualmente, la preoccupazione economica assorbe totalmente i miei pensieri. Per poter disputare la Giostra occorrono dei quadrupedi classificati dagli scienziati che tutto l’anno, proprio come noi, devono mangiare per sopravvivere ed allenarsi per poter competere.

Non basta loro solo di essere coccolati o amati come di fatto, tuttavia, avviene sempre. Nel contempo, non vi è certezza che potremmo aprire al pubblico le Taverne che, insieme agli sponsor, sono le nostre uniche fonti di sostentamento. Questo stato di cose rischia di comportare il collasso economico dell’indotto in grado, finora, di garantire anche il fasto Barocco del Corteo Storico e la manutenzione delle Taverne. Queste ultime, come noto, sono piccoli gioielli all’interno di una cittadina tanto bella quanto vivibile. Le spese che dovremo affrontare sono direttamente proporzionali alle mie preoccupazioni. Io che come gli altri, pur nella carica rivestita, mi ritengo una semplice volontaria...una semplice volontaria che, però, ama la Quintana e non vuole perderla mi sono sentita in dovere di esternare il mio pensiero. Con queste righe, pertanto, desidero affermare con forza che insieme al mio Consiglio Rionale lavoreremo duramente per consentire che il nostro sogno quintanaro continui senza interruzioni.

Abbiamo bisogno di aiuto, non possiamo chiudere la porta quest’anno e poi si vedrà il prossimo, perché non si aprirà, nel nostro caso, nessun portone. Abbiamo i cavalli da mantenere, le tasse da pagare, un indotto da portare avanti e non avremo, forse, introiti. Con l’invito a superare le divisioni verso la salvezza da una crisi che ci coinvolge tutti, lasciando alle spalle interessi particolari e lavorando al bene superiore della nostra città, chiediamo aiuto, sperando di poter rivivere presto la rinascita di cui al nostro bando: “…tutte accorrete a gioir di vittoria, anco se arride altrui, ché la concordia e l’amor de la cittade tutta son pur vittoria e bella e grande”.

Elisabetta Maggi Leoncilli Massi Priore Rione Morlupo

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In un momento così complicato e instabile come quello che stiamo vivendo attualmente, credo che fare pronostici e/o ipotizzare futuri, mai così incerti, sia impossibile. D'altro canto, quello che più di tutto ci sta a cuore, in ambito quintanaro, è il bene per la nostra manifestazione. Il Rione Pugilli si sta preparando a tutte le evenienze, sicuri del fatto che se ci sarà l'ok, saremo come sempre a favore della nostra giostra che però dovrà avvenire in una situazione tale da essere chiamata Giostra al 100%.

L'auspicio mio e di tutto quello del popolo puellaro è che si possa presto uscire da questo buio che ci distoglie nel vedere una luce accesa ma che certamente non ci impedisce di sperare.

Concludo abbracciando virtualmente tutto il mio rione e l'intero mondo Quintana con il desiderio di tornare presto a vivere in pieno la festa della nostra città.

Riccardo Federici Priore Rione Pugilli

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Il 2020 per il Rione Spada è un anno importante perché vi sono riposte le speranze e le ambizioni per un nuovo progetto. Parlo al presente perché noi Folignati che viviamo la Quintana in prima persona abbiamo sempre la speranza che anche questa volta, superato il periodo di emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19, la Giostra possa essere motivo di rinascita, di fermento, di ripresa e di vitalità per la nostra città, come avvenne nel lontano 1946 dopo il secondo conflitto mondiale. Dopo la Giostra straordinaria di ottobre, il consiglio del Rione Spada ha deciso di affidarsi al faentino Marco Diafaldi e con entusiasmo sono stati programmati investimenti nel settore tecnico ed alcuni interventi migliorativi sia alla Taverna che alla Sede. La situazione attuale ha però, di fatto, scombussolato tutti i nostri piani, mettendoci in difficoltà e in forte apprensione per quello che il futuro potrà riservarci, sia dal punto di vista organizzativo che economico. Abbiamo interrotto tutti i programmi che potevano essere sospesi e concordato, con alcuni fornitori che ce l'hanno permesso, il differimento dei pagamenti. Alcune attività però sono improcrastinabili, come il mantenimento e l'accudimento dei nostri amati cavalli e, pertanto, i ragazzi che si occupano della scuderia, sempre nel rispetto delle regole, organizzandosi in turni, non hanno mai fatto mancare le cure ai "focosi destrieri”.

Lo scenario che si prospetta è a dir poco complicato, anche a voler essere degli inguaribili ottimisti, però dobbiamo guardare la realtà con la consapevolezza che se "Andrà tutto bene" sarà anche e soprattutto per merito nostro e per le scelte che avremo deciso di fare, non possiamo tirarci indietro, è il ruolo che ce lo impone. Noi siamo pronti.

Riccardo Ricci Priore Rione Spada

Spada

Spada

Giostra della

Q uintana Foligno

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Il Bando Sopra la pubblica Giostra da porsi in Fuligno

Madonne e Messeri che in Foligno vivete o dentro le mura o fuori per le campagne amene, udite!

Dame superbe in preziosi broccati coi lor sorrisi alle genti intorno, e scintillar di lance e di cruenti sproni e saettar di focosi destrieri e lor nitrire nel divorar lo spazio e gran virtute de’ cavalieri eletti e nembi di polve e volitar di piume e grida e gioia et urla di Vittoria, ecco vi attendono al Campo de li Giochi, nel corruscar del Vespro settembrino!

Ecco tra Voi rinnovellata torna la tenzone della virtute e de l’honore che in premio porge, al più bravo tra i bravi de’ cavalieri vostri in campo, prezioso palio e sorriso di Madonna illustre.

Qual de’ Rioni appagherà il desio di tòr di mano al Cavalier Vincitore il lauro cinto in ultima tenzone.

Ciascun de’ cavalieri nel maneggiar di lancia alla corsa furente di veloce destriero l’arma sua drizza alla desiata Vittoria.

E ciascun di Voi ha il cavalier eletto cui Fortuna e Valore daranno il vanto di altissimo honore.

Tutti accorrete e rimirate i prodi!

Tutti scendete ne le Piazze, ne le Vie e nel Campo de li Giochi!

E fate festa a’ cavalieri vostri!

Tutte accorrete, o genti de’ Rioni, tutte accorrete a gioir di Vittoria, anco se arride altrui, ché la concordia e l’amor de la Cittade tutta son pur Vittoria e bella e grande!

Vuoi ascoltare il Bando dalla voce di Claudio Pesaresi?

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Manuela Marinangeli

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2020