MAGNETE - anno I mese XII - DICEMBRE 2022

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ANNO I NUMERO X DICEMBRE 2022

L’EDITORIALE

DI MATTEO MALACRIDA

UN ANNO MAGNETICO

Scena : 6 dicembre 2021 , Roma, piazza Risorgimento Si apre il “Natale dei conservatori” Per tutti Noi, è l’atteso ritorno di Atreju dopo la pausa forzata dalle restrizioni del Governo giallorosso

Quando Giorgia Meloni apre la prima edizione invernale dell’ultraventennale festa della destra italiana, si sente che qualcosa è cambiato E che sta per cambiare quasi tutto

Per una settimana ce lo ricordiamo bene la politica nazionale si ferma Tutti i leader, tutti quelli che ambiscono a contare qualcosa, passano dal palco di Atreju , sotto lo sguardo vigile di Giorgia Che in quei giorni è, di fatto, la padrona della scena politica italiana Non c’è dichiarazione, alleanza, frecciatina, proposta che non passi da lì

Sono lontani gli anni della ghettizzazione. Quelli in cui passare da Atreju, per i politici dell’altra parte ma anche per uomini e donne dello spettacolo e della società civile, significava uscirne con un marchio indelebile

Un anno fa, nell’ultima edizione di Atreju , ci rendevamo conto che si stava aprendo una nuova stagione E anche noi, nel nostro piccolo, volevamo esserne parte

La redazione di MaGNete, con lo “Speciale Atreju 2021”, lanciava quindi un progetto estremamente ambizioso: quello di un tabloid che raccogliesse le energie e i sentimenti di una generazione che aveva e ha il dovere di essere protagonista nel riscatto della nostra Nazione

Un anno dopo, ci troviamo a “festeggiare” il primo compleanno più vivi che mai Chiudere questo anno magnetico che dà il titolo all’ultimo numero del 2022 significa tracciare un solco netto tra ciò che è stato gli anni dell’opposizione senza sconti, del radicamento, delle picconate al sistema e ciò che dovrà essere Un anno fa, giuravamo al nostro mondo che saremmo stati i più inflessibili, i più stimolanti, i più propositivi Oggi, quel giuramento si rinnova con un rischio in più : essere forza di Governo si è tradotto troppo spesso in un ammorbidimento delle posizioni o, comunque, in un adagiarsi sugli allori Ci sono stati finora due modi di fare movimentismo giovanile quando il “tuo” partito guida la Nazione: il primo è stato lo schema di Azione Giovani (con AN), il secondo quello della Giovane Italia (col PDL) Abbiamo il dovere di costruire il terzo, e renderlo più efficace di chi ci ha preceduto Senza paura, senza timori reverenziali, senza tregua

Ma con la voglia di radunare attorno a queste colonne gli spiriti più intensi della nostra generazione

Auguri
Avanti!
a noi
Di: Fabio Roscani Presidente di Gioventù Nazionale

anto è stato detto nelle ultime settimane riguardo al merito Presunte associazioni studentesche, che nel mondo reale ben si vedono dal difendere i diritti e risolvere i problemi reali degli studenti, si sono radunate di fronte al Miur per protestare contro il Governo appena insediato Giornalisti vari hanno affilato le loro penne e scritto editoriali contro il merito Politici di sinistra dagli scranni del Parlamento sono intervenuti sul tema Insomma, una levata di scudi generale fatta di mistificazioni e bugie sulle reali intenzioni del centrodestra . Non deve essere semplice per i discepoli diretti e indiretti del '68, oggi in crisi d'identità e col terrore della caduta di qualche nuovo idolo, accettare un ribaltamento del paradigma Abituati, loro, alla teoria del 6 politico, alla massificazione degli uomini ed al conseguente appiattimento sociale e culturale, dove l'unico discrimine che sopravvive è quello di possedere la tessera al Partito giusto, ovviamente non sono favorevoli a premiare chi vale Chi si impegna e sacrifica più degli altri per portare a termine i propri sogni Senza però, ovviamente, lasciare indietro nessuno È per questo che noi il '68 tanto abusato lo vogliamo rovesciare! E lo faremo nella forma e nella sostanza, proprio partendo dal merito

I nostri giovani sentono la necessità di vedergli restituita dignità e questo lo si fa solo partendo dal merito Che poi, cosa vuol dire “merito”? Significa che, con le stesse condizioni di partenza per tutti, se qualcuno sa fare, sa capire, sa impegnarsi, sa partecipare meglio di altri in una attività, in una ricerca, in uno studio, in una funzione, in un lavoro va avanti, ed è giusto riconoscerlo e valorizzarlo

Lo ha già spiegato anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: è un atto di rispetto nei confronti di chi il suo impegno lo utilizza in una funzione di interesse nei confronti di tutta la comunità È proprio questa la deriva che tanto spaventa la sinistra Il solo pensiero che lo status quo possa cambiare e la società possa trasformarsi in una società fondata sul valore umano fa saltare i nervi a chi ha governato il Paese negli ultimi undici anni e ha fatto del nepotismo, del disarmamento culturale e dell’omologazione giovanile il suo fine Tutti i tentativi di creare società uguali non sono soltanto falliti come la storia ha registrato e continua a registrare, ma hanno creato ceti di burocrati feroci che esercitano il potere e che si sentono arbitri di decidere il futuro di tutti, spesso non avendo le qualità e le caratteristiche per poterlo fare, ma solo l’arroganza di volerlo

È necessario sottolineare, inoltre, che se una società non riconosce il merito non solo è ingiusta ma è anche spesso incline a favorire corruzione

Se il settore pubblico non può scegliere per capacità e caratteristiche obiettive sociali e manageriali, lo farà in base a criteri esclusivamente politici o di clan o di interesse e questo radicalizzerebbe l’ingiustizia che si trasmette di generazione in generazione. E farebbe passare un messaggio così profondamente sbagliato come normale. Il risultato è che si verrebbe a creare una società che cerca le strade più semplici per emergere, che si accontenta, che non crede più nelle proprie capacità e nella possibilità di migliorarsi

Uscire da questa situazione, ovviamente, non sarà immediato né tanto meno facile Sarà un processo lento e che dovrà radicarsi nel profondo della società per poi poter sbocciare culturalmente Il merito è il miglior alleato dell’uguaglianza, non un nemico come vorrebbe la cultura sessantottina Senza il merito non c’è uguaglianza, ma egualitarismo Che schiaccia tutti verso il basso, costruendo la società massificata degli identici .

I luoghi dove tutto questo inizia sono le scuole e le università Le elezioni hanno dimostrato che Fratelli d’Italia è il partito più votato dai giovani Gioventù Nazionale, Azione Studentesca e Azione Universitaria continuano a ottenere consensi e successi Questo perché una generazione crede fortemente nel nostro progetto e vuole vedere cambiata la realtà che la circonda Che non accetta più l’obbligo di dover andare via dalla propria terra per riuscire a costruirsi un futuro Giorgia Meloni ha affermato più volte che noi di destra non siamo figli di un dio minore Noi aggiungiamo che le giovani generazioni non sono più figlie di un Dio minore Per troppo tempo considerate dalla sinistra solo per sparare sentenze in articoli di giornale o per raccontare di ridicoli bonus, puntualmente a ridosso delle elezioni, che assomigliavano sempre a mancette elettorali anziché a reali sostegni

Sono orgoglioso nel vedere che nella prossima legge di bilancio, il primo step del “più assumi, meno paghi” battaglia campale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia riguardi proprio le donne e gli under 36, con la decontribuzione totale per chi assume o trasforma un contratto determinato in indeterminato Sono orgoglioso nel vedere il più imponente stanziamento per le borse di studio dell’ultimo decennio Orgoglioso nel vedere aiutati i giovani a comprare casa Orgoglioso nel vedere comparire la parola merito nella denominazione del Ministero dell’istruzione e appunto del merito

Con buona pace della sinistra, non vogliamo creare nuove aristocrazie . Non vogliamo lasciare indietro nessuno o alimentare fratture sociali Sogniamo, però, un'Italia lontana dalle baronie, dai potentati e dal nepotismo e che punti quindi a premiare il talento, a rendere raggiungibili le più alte vette dell'apprendimento e professionali per chiunque lo desideri davvero, al fine di fare del merito una risorsa per la crescita dell'Italia

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di: Jacopo Tagliati

a politica è una scuola di vita e insegna molto più di ciò che comunemente si pensa. Ce lo ha dimostrato davvero bene la balorda parabola di Aboubakar Soumahoro : deputato, sindacalista e paladino degli ultimi, finito nell’occhio del ciclone dopo che la verità sul suo conto è venuta a galla I classici scheletri nell’armadio per intenderci (e che scheletri!)

Già, perché nella politica proprio come nella vita, tutti i nodi vengono al pettine. E in questo caso per l’italo ivoriano piagnucolone sono arrivati con gli interessi: decine e decine di suoi dipendenti e collaboratori della famiglia che hanno denunciato privazioni e mancati pagamenti di stipendi che spettavano loro diritto. Il tutto mentre lady Soumahoro riempiva di vestiti, borse e valigione firmate il marito girava l’Italia presentando il suo libro rivelazione (rivelatosi un flop quasi paragonabile alla sua carriera politica) e ergeva a difensore degli emarginati di tutto lo stivale Insomma, il perfetto profilo da candidare nelle file della sinistra nostrana che, durante la scorsa campagna elettorale, ha puntato tutto su di lui e la sua storia

La scommessa del Fratoianni e del Bonelli stata vinta con la sua ruspante elezione o così sembrava Infatti, il polverone mediatico sollevato grazie ad un’inchiesta de “La Verità” ha fatto emergere un pozzo (quasi) senza fondo di illeciti nascosti. Per farvela breve tempesta perfetta si è abbattuta su di lui sul suo partito costringendolo all’autosospensione

Se quindi c’è una cosa che possiamo imparare da questa vicenda è che tra le tante caratteristiche che si devono avere per poter fare politica seriamente e al reale servizio del cittadino vi è senza dubbio l’essere onesti integri, prima con sé stessi e poi con gli altri Perché alla fine prima o poi, come vi ho appena narrato, la verità viene a galla e, se questo non succede durante la carriera politica, ci pensa storia a farlo Di esempi ve ne sono fin troppi, ma se proprio devo citarne uno non posso che pensare a Bill Clinton, oramai ex idolo dei dem a stelle e strisce

Detto e visto tutto ciò non possono che acquisire ancor più significato le parole pronunciate dal mio babbo il giorno in cui gli dissi che mi ero tesserato per la prima volta un partito politico:

“Se vuoi far politica vai e fai del tuo meglio ma mi raccomando, rimani pulito!”

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di: Mattia Gallotta

on gli ottavi di finale del Mondiale che si avvicinano, possiamo già fare un resoconto piuttosto dettagliato di quanto visto nella prima fase di questa edizione Un torneo sicuramente interessante da vedere, visti i clamorosi risultati delle Nazionali “piccole” come il Marocco o il Giappone contro alcune giganti del calcio mondiale come la Germania Eppure, i dubbi che ormai ci sorgono in testa da mesi sull’assegnazione e sull’organizzazione di questo Mondiale continuano a presentarsi Ci viene sempre di più da chiederci perché la commissione FIFA abbia scelto proprio il Qatar, un Paese poco più grande dell’Abruzzo, per ospitare questi Mondiali

Le ragioni possono essere molte, tra cui la presenza nella commissione di quattro Paesi mediorientali, i cui voti potrebbero aver quantomeno aiutato la candidatura del Qatar a non essere bocciata in partenza. Dopodiché potrebbe esserci stata una scelta da parte della FIFA di ampliare gli orizzonti del calcio Questo perché i paesi mediorientali come il Qatar sono pieni di giovani talenti che vorrebbero sfondare nel mondo calcistico ma che non ne hanno l’opportunità a causa della scarsità di eventi organizzati

Purtroppo, però, per quanto piacerebbe a tutti noi avere una visione buona e benefattrice della FIFA, sappiamo bene che i retroscena sono molto più cupi e ripugnanti Già dalla fine degli anni Settanta, nella Federazione divampa la corruzione in maniera sistematica L’informatore Phaedra Almajid, responsabile capo delle relazioni con i media internazionali della FIFA, rivela di aver assistito al pagamento di tangenti in cambio del voto per assegnare i Mondiali al Qatar Il segretario generale del Comitato Supremo incaricato della Coppa del Mondo 2022 avrebbe offerto denaro ai delegati del Camerun, della Costa d’Avorio e della Nigeria per assicurarsi il loro voto Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha coordinato le indagini con l’FBI, l’aveva definita come una fitta rete di corruzioni concatenate che avrebbe influenzato accordi di marketing, diritti tv e appunto l’assegnazione dei Mondiali Questa rete si sarebbe protratta per due decenni, con cifre che si aggirano intorno alle centinaia di milioni di dollari

In pochissimo tempo dall’assegnazione, inoltre, alcuni stadi erano già stati ultimati Questo può significare due cose: o c’è stato un numero di lavoratori talmente elevato da ricoprire i tempi di costruzione e ridurli in maniera così notevole, o abbiamo assistito all’ennesimo caso di sfruttamento sul lavoro

Non a caso, secondo un’indagine del Guardian , sono stati più di 6750 i morti sul lavoro dall’assegnazione dei Mondiali a oggi, in particolare lavoratori provenienti da India, Nepal, Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka Inoltre, a chi come me segue il mondo del calcio con passione da anni e ha visto decine e decine di curve, di Ultras e di tifosi sfegatati, sarà sembrato strano vedere in alcune partite come i tifosi delle Nazionali sembrassero dei manichini senza un’anima, quasi come degli automi Sempre secondo il Guardian, infatti, interi gruppi di tifosi sarebbero volati in Qatar anche per diventare veri e propri ambasciatori del torneo, ricevendo in particolare il soggiorno pagato oltre a biglietti gratis, anche per la cerimonia d'apertura Il contratto prevede una permanenza di almeno 14 giorni nel paese asiatico, con partecipazione attiva ad una serie di eventi È inoltre apparso a dir poco lapalissiano che i tifosi del Qatar iniziassero a saltare e cantare appena inquadrati dalle telecamere e dai droni, e non credo servano particolari indagini o inchieste per capirne il motivo

Tuttavia, per quanto diversi schieramenti ed esponenti politici in giro per il mondo abbiano rilasciato dichiarazioni di condanna nei confronti della totale assenza dei più basilari diritti umani in Qatar e dell’insensatezza di un Mondiale in cui a molti spettatori non importa nulla della partita in sé ma dei soldi che può portare nelle loro tasche, nessuna federazione calcistica relativa ad una Nazionale qualificata ha pensato di boicottarlo Ci sono state delle votazioni in alcuni Paesi, come la Norvegia, ma tutte con esito negativo Il Mondiale si deve fare a tutti i costi, anche se questi costi riguardano le vite umane e il completo decesso del senso civico e sportivo

I veri amanti del calcio sanno che lo sport non è questo Lo sport dovrebbe essere esente dalla politica, dalla corruzione, dalla compravendita di tifoserie Dovrebbe tornare ai suoi valori originali, alla concezione romantica del calcio come sport che accende i cuori di milioni e milioni di tifosi in giro per il mondo Se l’Italia si fosse qualificata (tasto dolente), noi che ci definiamo “patriottici” saremmo mai riusciti a goderci una partita della nostra Nazionale in un contesto del genere? L’unica speranza è che questo Mondiale passi alla storia come il Mondiale dello scandalo, e che una cosa del genere non si ripeta mai più

C
STORIA
TEATRO
POUND
DI UN
RINNOVATO

ra le pieghe della storia del Novecento avveniva una rivoluzione silenziosa e prepotente che avrebbe scosso ogni sorte artistica successiva Ogni pagina del contemporaneo deve confrontarsi adesso con quel passato né lontano né ormai troppo vicino, tutti i paragrafi contengono in sé tradizioni e innovazioni Ogni tassello fu fondamentale, dai più piccoli atti dediti all’innovazione alla tensione della conservazione e allo slancio del futuro Tra queste storie vi è una in particolare che corre tra le sperimentazioni e i laboratori, tra le traduzioni e le lingue lontane La necessità è quella di rifondare il teatro, ricostruirlo dalle sue fondamenta lacerate : il bisogno è di cercare altrove ; non in casa propria, ma in un luogo ancora poco conosciuto, macchiato di esotismo e sogno

Il teatro novecentesco necessitava di ridefinire la sua identità persa tra il naturalismo dell’ottocento e la venuta del cinema, si covava una rivolta che voleva guardare a un teatro di regia, resistente alle variazioni delle repliche, fisso e unitario Così nacque l’idea di scavare in tradizioni lontane dal tempo: dove i modelli potevano essere classici o operistici, ma soprattutto orientali Con questo oriente si confrontarono i più grandi e più in particolare un personaggio che si scagliava contro il teatro borghese assieme al suo segretario

Ezra Pound stava lavorando su delle carte lasciate da Ernest Fenollosa , uno studioso della cultura giapponese, fin quando non si imbatté nelle traduzioni incomplete di alcuni testi del teatro N ō In quel periodo era segretario del drammaturgo e poeta irlandese William Butler Yeats, il quale da tempo cercava una soluzione contraria al teatro borghese e che guardasse all’essenzialità Pound non sapeva tradurre il giapponese, ma si rese conto di poter trasformare le traduzioni di Fenollosa grazie anche all’appoggio di Yeats Il poeta irlandese comprese che quei drammi N ō fossero quel perfetto esempio di teatro che da tanto tempo stava cercando Dalle discussioni con il proprio segretario si arrivò alla messinscena del primo dramma ispirato al N ō “At the Hawk’s Well ”, di cui l’interprete fu Michio Ito : un danzatore giapponese che si esibì spesso nei salotti dell’alta società con dei balletti definiti dalla critica “euro giapponesi” Michio Ito venne consigliato da Pound , il quale offrì innumerevoli spunti per raffinare lo scenario

Yeats osservò che nel Nō era presente la possibilità di focalizzare una singola metafora, di correlare l’eterno e il temporaneo grazie alla presenza di fantasmi e sogni Tali sperimentazioni però non sarebbero state possibili se Pound non avesse apportato modifiche significative ai testi da lui rinvenuti Dalla piccola pagina drammaturgica del poeta dei Cantos avvenne così un altro pezzo di profonda rivoluzione teatrale

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ITALIANISMO – L’Italia che vince. Sport e cultura.

Quando l’Italia sente il bisogno di festeggiare con il petto rigonfio di spirito patriottico A cura di: Mattia Ferrarese

(Lettura consigliata con accompagnamento musicale “Un’estate Italiana (Notti magiche) G. Nannini / E. Bennato”)

Notti magiche No, non quelle del vergognoso Campionato mondiale di calcio che si sta disputando in Qatar, tra mille polemiche, ma tutte quelle silenti che passano troppo spesso in sordina ma si tingono di tricolore e di azzurro senza i dovuti trionfi

Dal doppio oro di Pechino 2022 , con Arianna Fontana e Stefania Constantini , ai mondiali MotoGp e Superbike con una Ducati seppur in mano ai tedeschi del gruppo Audi/Volkswagen che corre furente da vero asso e fa pienone di titoli Un’Italia che gode ancora nel vedere il tricolore più in alto di tutti, conquistando trionfi ed abbattendo record sempre con l’umile cultura del lavoro e del sacrificio Eppure, delle 67 medaglie ai campionati europei di nuoto a Roma, di cui ben 24 d’oro, pochi ricorderanno qualche nome Per non parlare dei giochi paralimpici o della nazionale italiana basket per ragazzi con sindrome di Down: tre volte di fila campioni del Mondo e nessuna copertina patinata o tappeto rosso Inimmaginabile un carosello per le città con pullman scoperto per festeggiare un’impresa simile

Incredibile, come nonostante negli sport più seguiti si faccia fatica a stare al passo con le grandi rivali, negli ambiti meno noti si compiano gloriose gesta ed i giornali quasi non ne facciano mai menzione : torniamo ad essere orgogliosi di tutte le vittorie italiane, senza sventolare il tricolore per sbaglio solo dopo le notti calcistiche

Così lo sport diviene esempio per disciplina ed identità, anche nazionale : ce lo insegna certamente un Mishima , giornalista sportivo a T ōky ō 1964 , con un culto della tensione muscolare e della natura sovrumana degli atleti

Corpo e spirito si fondono in un mondo senza fede, ormai in rovina valoriale ; viene quindi lecito chiedersi perché uno sport sia preferito ad un altro, se il focus si sposti sullo spirito d’abnegazione e sulla costanza negli allenamenti

L’Italia vince, molto e a tratti moltissimo, ma interessa solo a pochi esperti di nicchia D’altronde, citando lo stesso scrittore giapponese, “le emozioni non hanno simpatia per l’ordine fisso”: in un caos proliferante, servono cardini inestirpabili per potersi riconoscere ancora allo specchio la mattina Forse ci perderemo i nomi, persino qualche numero sul medagliere, ma dobbiamo trovare il coraggio di riportare ogni sport sul gradino che merita, con fondi adeguati e servizi che premino il merito e permettano di riconoscere i campioni di domani Sport come vera e propria cultura, soprattutto a scopo educativo e capace di garantire i benefici dettati dal rilascio di endorfine e dai sorrisi dei bambini sugli spalti Basta credere che vincere non sia tutto, la mentalità è la vera chiave di volta che permette di crescere e di raggiungere nuovi obiettivi, superando i limiti del banale

Aspettando nuovi trionfi nelle discipline più disparate, saremo ancora qui col cuore in gola a tifare i nostri eroi

Viva l’Italia

di: Andrea Piccinno

ell’anno del cinquantesimo anniversario della sua nascita, il Rassemblement National si ritrova per la prima volta a non avere, almeno ufficialmente, un Le Pen al comando

Il nuovo Presidente del partito francese, infatti, si chiama Jordan Bardella, è cresciuto negli alloggi popolari a prezzo calmierato di una dalle banlieu più difficili di Parigi e ha forti origini algerine e italiane, come sottolineato nel suo primo discorso da presidente E, soprattutto, ha soli ventisette anni

Nel diciottesimo congresso del RN, ha battuto con l’85% dei voti Louis Aliot, sindaco di Perpignan ed ex compagno della stessa Marine Le Pen che ha avuto sicuramente un ruolo più che rilevante nella vittoria di Bardella, spinto da tempo dalla segreteria del partito francese

Bardella prende la sua prima tessera del Front National a sedici anni, a diciannove diviene segretario dell’intero dipartimento di Seine Saint Denis per poi diventare consigliere regionale l’anno successivo a soli venti anni e portavoce nazionale del FN a ventidue, presidente di Generation Nation a ventitré e, per festeggiare i ventiquattro, viene eletto in Parlamento Europeo dopo essere stato blindato e scelto come capolista dalla Le Pen

Al contrario di quanto si creda, o meglio di come siamo abituati noialtri, la destra francese ha più volte dato spazio a figure giovani e in ascesa Spesso cadendo in bieco giovanilismo, spesso andando a isolare le voci più fuori dal coro del panorama interno Ma lo ha fatto Nel 2012 Marion Maréchal è diventata il membro più giovane dell’Assemblea Nazionale a ventitré anni, nel 2014 David Rachline diventa il senatore più giovane a ventisette anni, nel 2017 Ludovic Pajot il deputato più giovane a ventiquattro anni E sono solo alcuni di una più ampia schiera eletta e fatta crescere tra consigli regionali e aule nazionali dal partito simbolo della destra d’oltralpe

E i risultati sembrano premiare: pur perdendo per due volte al ballottaggio contro Emmanuel Macron, nelle presidenziali francesi la Le Pen ha sempre aumentato il bacino di voti Bacino che, comunque, avrà modo di ampliare ulteriormente anche per la prossima corsa all’Eliseo, visto che lo stesso Bardella ha confermato che anche nella tornata del 2027 il ruolo di leader e candidato Presidente sarà assegnato nuovamente a Marine Le Pen

Spunta un sorriso amaro sul viso, invece, se l’elezione di Bardella oggi e di decine e decine di giovani francesi ieri viene messa a paragone con il risibile spazio ottenibile dai tanti giovani meritevoli nel nostro partito E, attenzione, non in tutta Italia

Perché, ad esempio, al di là dei vecchi dinosauri che infestano da anni televisioni e parlamento, il Partito Democratico sparge per l’Italia un numero considerevolissimo di coordinatori provinciali, regionali e di città metropolitane con meno di trentacinque anni Lo stesso Partito Democratico che ha fatto arrivare in Parlamento una ragazza del 1997, quando da noi i ragazzi del ’97 sono spesso ritenuti ancora troppo giovani e acerbi per ricoprire incarichi provinciali

E in Parlamento ci sarebbe arrivato, non fosse stato per alcuni tweet, anche Raffaele La Regina, che a ventinove anni è coordinatore regionale del PD in Basilicata: vi sfido a trovare ora un uomo o una donna non con meno di trent’anni, ma anche trentacinque anni, che coordina Fratelli d’Italia su scala regionale in Italia Non perdete tempo, ve lo anticipo io: non esiste E a destra la Lega nel 2018 portò nelle aule romane un manipolo di ragazzi anche con meno di trent’anni come Luca Toccalini , Claudia Gobbato e Andrea Crippa, a cui è stata affidata anche la vicesegreteria del partito ad appena trentadue anni, oltre a Isabella Tovaglieri , figura importante del movimento giovanile leghista e spinta dal partito alle Elezioni Europee del 2019 che le hanno consentito di raggiungere gli scranni di Bruxelles Noi abbiamo dovuto attendere il nostro massimo storico di voti per riuscire a portare in Parlamento il Presidente Nazionale del movimento giovanile e una figura dell’ufficio di presidenza, nonostante ci fosse lo spazio per regalare candidature, fortunatamente rifiutate, a donne di grande valore professionale ma lontane dalla politica attiva come Beatrice Venezi Poco più del minimo indispensabile, se fossimo stati ancora al 4 %

L’Italia è l’unico Paese in un Europa in cui a trentacinque anni si è ancora considerati giovani Dalle istituzioni, dai giornali, dai movimenti giovanili In questo concorrono una miriade di motivi: politiche per l’autonomia giovanili fallimentari, un mercato del lavoro vicino al collasso, condizioni lavorative nettamente al di sotto dell’accettabile nella gran parte dei casi Ma, soprattutto, buona parte di un’intera generazione a cui va bene così e continua passivamente ad accettarlo A me piace credere che l’altra parte, invece, sia tra le nostre fila, stia spalla a spalla con noi alle manifestazioni, partecipi alle nostre riunioni, avanzi proposte, sogni un mondo migliore E proprio per chi è dalla nostra parte questo dovrebbe essere un momento storico per due motivi

Il primo, ovviamente, è un governo per la prima volta a trazione Fratelli d’Italia, con un nostro Presidente del Consiglio, dei nostri Ministri e due aule colme di parlamentari che per anni hanno combattuto al nostro fianco, lavorando e studiando per essere certi di avere le competenze che oggi ci permetteranno di essere pragmaticamente e concretamente al timone una bellissima Nazione in acque pericolose Il secondo è un motivo interno, differente ma strettamente correlato al primo: si sono liberati e si libereranno tantissimi posti Nei consigli regionali, nei coordinamenti provinciali, nei coordinamenti regionali: si abbia il coraggio di andare a prenderli, con la forza delle idee e la necessità del domani Il partito dimostri davvero di puntare sui suoi giovani come si fa altrove, faccia crescere e sviluppare la prossima classe dirigente, faccia vedere che Fratelli d’Italia sia seriamente un partito fresco, in grado di rompere con le logiche dei colonnelli di AN e che riesca a guardare al domani già da oggi, anche al suo interno

Gioventù Nazionale dimostri di non essere irrilevante, di saper battere i pugni sui tavoli così come in Parlamento e nelle piazze, faccia valere proposte e idee che contraddistinguono la nostra generazione, andando a valorizzarne i ragazzi e gli uomini migliori

Dire spazio ai giovani è un concetto vecchio Dare spazio a chi merita anche se è giovane, no Chiedere gli spazi perché si è giovani è un concetto sbagliato Pretenderli perché si è giovani competenti, no

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di: Alessio Di Marco

econdo l'ultimo studio del Centro Nazionale di Ricerca dell'Università di Chicago, sono più di un milione e mezzo i bambini schiavi sfruttati per la coltivazione del cacao solo in Ghana e Costa d'Avorio, senza contare Nigeria e Camerun dove rapimenti di massa di bambini sono ormai all'ordine del giorno Gli unici a parlarne, in questo caso, sono stati gli attivisti di UNICEF nel 2021

Bambini in età compresa tra i 5 ed i 17 anni, generalmente rapiti o venduti dalle famiglie che non possono permettersi il loro sostentamento, che finiscono per essere costretti ai lavori forzati con turni estenuanti, prede facili di malattie come la malaria ed a stretto contatto con pesticidi spesso cancerogeni

Quanti possono dire di conoscere queste realtà? Nessun media occidentale, salvo qualche eccezione, si è posto il problema di far conoscere queste realtà alla popolazione europea cioccolato dipende prodotte proprio Probabilmente propria vita coltivato da bambini stato al corrente, si è mai posto Potrebbero parlare Faso e del Congo, centro Africa, ma no, non basta

Quando allora problema?

Quando Fratelli Meloni, con oltre in Italia

A quel punto New York Times Unito, tutti parlavano stava per amministrare Ed è lì che escono azzannare la preda, Primo Ministro Europea ha alcuni i diritti umani", giornalistiche "ostracismo nei nelle due regioni ovvero le Marche Impossibile non per giorni, settimane, tornato in voga con il decreto l'opposizione

La stessa opposizione che ci ha reclusi per mesi dentro quattro mura, obbligandoci al lasciapassare verde per andare a lavorare, inseguendoci con i droni se mai ci fossimo permessi di fare una passeggiata da soli in una spiaggia deserta

La visione distopica del mondo che i media occidentali continuano ad inculcarci ci sta facendo perdere di vista i problemi reali, convincendoci che per essere promotori di civiltà basti postare un tweet comodamente dal divano di casa, da un cellulare o da un PC con una batteria sporca di sangue, con una coperta di cotone ed un po' di cioccolato ad allietarci

Dopodiché a letto soddisfatti, con la coscienza pulita e pronti ad una nuova giornata ed alle nuove rivelazioni sui pericolosi fascisti che per i prossimi anni governeranno il Belpaese

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