MAG (azine) - N° 12 NOVEMBRE 2008

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MODA / MUSICA / ARTE

N.12 NOVEMBRE 08

g a m R

ALL’INTERNO:

STEVE BUG JPLS THE COLLETTIVO

ECO-FRIENDLY FRANCESCO TORTORELLA


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WITH


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WITH

RICHIE HAWTIN’S LABEL FOR THE FIRST TIME IN CALABRIA!

SABATO 15 NOVEMBRE 2008

NOMAS CLUB (CZ)

GOA CLUB(RM) - BRANCALEONE (RM)

mag MYSPACE.COM/FLAT2008

SPONSORED BY:

CORSO MAZZINI

72


made to entertain.


XV X MMVIII

Questo mese tutte le attenzioni si spostano su un’evento di portata unica, che ci riguarda molto da vicino e che avrà un itinerario particolare. Stiamo parlando del “Mag goes to the club” iniziativa che vede il nostro magazine entrare nei club più rappresentativi d’Italia con una serie di appuntamenti animati dai live dei migliori dj della storica etichetta Minus, fondata da Richie Hawtin. Il primo appuntamento si terrà al Nomas di Catanzaro e vedrà l’esibizione di Jpls, a cui è dedicato il servizio di copertina, con i video di Pintaycolorea, affermata vj, che si racconta in un’intervista nella rubrica arte. Questa è la prima di una serie di date che si svilupperanno da Milano a Palermo e che registreranno la partecipazione di altri artisti della Minus. La doppia copertina riporta anche l’intervista a Steve Bug, affermato dj e fondatore della label “Poker Flat”, tra le più rappresentative del genere techno. Parliamo di moda, con il servizio speciale in Tendenze, dedicato alla nuova collezione “Eco-friendly” di Diesel e Adidas, presentata proprio a fine ottobre. La rubrica “Zoom” è invece tutta al femminile, e riporta alcuni scatti artistici di “Erelin” e un servizio fotografico, curato da Bea De Giacomo su alcuni musicisti. Una breve incursione tra i segreti che caratterizzano il mondo dell’illustrazione con i lavori di Cesco, nella rubrica d’arte, con un’intervista che getta un pò di luce su questo nuovo linguaggio e mezzo di produzione visuale. Infine un gruppo rock italiano, i “The Collettivo” si raccontano in un’intervista, in un momento in cui stanno riscuotendo un discreto successo per la pubblicazione del loro ultimo lavoro “Something about Mary Quant”. In attesa di incontrarvi al Nomas, il 15 di questo mese per il primo appuntamento con le serate “Mag”, vi lasciamo in comoda lettura delle nostre pagine che vi accompagneranno per tutto il mese.

LA REDAZIONE redazione@magweb.it


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Stampa Rubbettino Soveria Mannelli Catanzaro

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MAG NUMERO 12, NOVEMBRE 2008

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SOMMARIO

TENDENZE

INTERVIEW

STEVE BUG>38

di Mattia Marzo

ARTE

Eco-friendly>10 di Vittoria Deffenu

JPLS>44

di Ale P.

Linguaggi visivi>32 di Mattia Marzo

THE COLLETTIVO>48

di Laura Caroleo

Pintaycolorea>36 di Ale P.

ALTRE RUBRICHE

ZOOM:20 MUSICA:52 LIBRI:56 CINEMA:58 CALENDARIO:60 In copertina: Steve Bugs (foto di: Lars Borges), JPLS


TENDENZE Speciale

a cura di Vittoria Deffenu

Diesel e Adidas: moda ecosostenibile Un nuovo concept trionfa nelle collezioni autunno/inverno 2008, la parola chiave è “Ecofriendly”. Si! Perché quest’anno anche lo street wear strizza l’occhio all’eco sostenibilità e ad un nuovo modo di concepire la produzi-

one tessile, adoperando materiali naturali e processi di lavorazione ad impatto zero. La ricerca dei materiali è fondamentale, meglio ancora se sono di recupero. Campagna Diesel global warning

Tra i paladini di questo mood, troviamo grandi marchi come Diesel, che grazie alla campagna promozionale “Global warming” punta i riflettori sul riscaldamento globale, proponendo immagini surreali, di forte impatto visivo. Si tratta di diverse città del mondo trasformate in modo inimmaginabile da un improbabile surriscaldamag 10

mento globale. Tra le tante, vi mostriamo una Ve-nezia invasa da pappagalli tropicali, piuttosto che i classici piccioni di piazza San Marco, o i grattacieli di New York sommersi da un inondazione. Lasciamo a voi giudicare se l’effetto mediatico di una campagna di tali dimensioni possa portare benefici reali al problema in questione.


Campagna Diesel global warning Anche Adidas fa la sua parte, dandoci la possibilità concreta di poter contribuire alla causa ambientalista con la nuova collezione “Grun”. La linea si articola secondo tre filoni: made from, recycled e reground, che racchiudono i concetti di riciclare e vestire in modo consapevole, nel rispetto per l’ambiente. Reground è la vera perla di questa collezione, parliamo di capi e calzature biodegradabili al 100% tanto che se sotterrati dopo un anno e mezzo scompaiono del tutto. Un esperimento riuscito grazie all’utilizzo di canapa, juta e materiali riciclati, lavorati con un processo di tintura ad impatto zero. Uno dei modelli più in voga sono le “forum mid” che hanno sia tomaia che lacci in canapa, con gli accenti in cotone e yuta, mentre la suola è interamente composta da materiale di riciclo. Se si è in cerca di qualcosa di più classico, le “gazelle natural” sono le più indicate, i materiali impiegati nella>

Adidas Forum Mid


fabbricazione sono gli stessi, mentre la suola è in gomma riutilizzata. Recycle, come dice la parola stessa, punta al riciclaggio di materiali artificiali: pet (polietilene), eva (un materiale espanso che rende le suole ultraleggere) e pneumatici per le calzature. Infine Made from è un vero e proprio restyling dei pezzi classici Adidas Adidas Honey Slipper in chiave streetwear con materiali esclusivamente naturali: bambù, cotone, yuta, canapa e sughero. I protagonisti sono i colori naturali. La riscoperta di uno stile elegante a toni neutri. Per le sneakers, leggerezza è la parola d’ordine. Il lancio della linea è stata accompagnata dal movimento non convenzionale dei “guerrilla gardening”, gruppi di attivisti o semplici cittadini, mossi dall’obbiettivo della riappropriazione Adidas Gazzelle natural degli spazi verdi urbani, lasciati, trascurati. Le loro armi sono vanga, rastrello e annaffiatore. Alcuni si muovono durante la notte per compiere i loro “attacchi”, come usano chiamarli, altri invece si muovono con la luce del giorno, destando curiosità tra i presenti. Pare che il movimento sia nato nei primi anni ’70, a New York, grazie ad un gruppo che trasformò un lotto decadente in una piccola oasi verde urbana. Così il movimento si è diffuso in tutto il mondo, fino ad arrivare in Italia. Sul sito www.guerrillagardening.it, potete vedere le incursioni fatte da cittadini di numerose città italiane. Riappropriazione degli spazi, riciclaggio, consumo consapevole, sono i cardini concettuali della filosofia eco-friendly.

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TENDENZE

a cura di Carlotta Ceniti

Bubble glue

La linea di borse “Bubble glue” è nata dall’idea di due ragazze, Veronica Carmen Massa e Roberta Crescini. Si tratta di pezzi unici e inimitabili, interamente fatti a mano che stanno riscuotendo un notevole successo nel web. Mag ha intervistato Veronica. Come è nata l’idea di creare la linea bubbleglue? «Io e Roberta dopo aver lavorato come designer, in alcune note case di moda, abbiamo deciso di metterci in proprio e creare un brand tutto nostro. Una linea di borse fatta interamente a mano, dedicata a una clientela giovane». Qual è il punto di forza della vostra collezione? «Sicuramente il colore e la ricerca dei tessuti. Volevamo creare qualcosa di nuovo, assemblando materiali diversi, dal jersey ai materiali plastici, bottoni e finiture lucide e colorate. Il risultato è uno stile pop – vintage». I vostri prossimi progetti? «Sicuramente a breve sarà aperto un punto vendita dedicato al brand visto che il riscontro sul web è stato molto positivo. Intanto la linea è in vendita su myspace.com/bubbleglue». mag 14



Comme des garçons Firma la capsule collection di H&M. Il lancio è previsto a Tokyo con l’apertura del primo store nipponico. Quello europeo avverrà il 13 novembre e in Italia sarà disponibile a Milano. Capi versatili dai volumi destrutturati, vita bassa e lughezze al ginocchio, tendenti ad un dark-romantico contemporaneo, deciso e sofisticato, tipico del marchio giapponese. Mentre per Vogue Giappone Erin Wasson.

British fashion awards 2008 Il 25 c.m. si terrà al Lawrence Hall di Londra, la diciannovesima edizione dei premi alla creatività e al talento nell’industria della moda Britannica, atteso da tutto il fashion system. Dieci le categorie in gara, tra le novità di questa edizione il “best designer of the year”, svelato la sera della consegna, e l’introduzione di due nuovi premi, per i giovani talenti e per la carriera. mag 16


Puma pop La Puma ha deciso di ispirarsi al noto artista pop americano Roy Lichtenstein, dando vita ad nuova collezione. I dettagli sulle scarpe sembrano essere tracciati a mano con un pennarello come se uscissero da un fumetto degli anni ‘70.

Freshjive “Freshjive” è un noto brand di street fashion, divenuto molto popolare negli Usa. Le t-shirt freshjive, provocatorie e irriverenti, propongono tematiche attuali e soprattutto scottanti. Ed è proprio questa la chiave del loro successo, tanto che le magliette, in edizione limitata, sono diventate oggetto da collezione. Info: www.freshjive.com

Forever young Nasce ad Atlanta la linea di gioielli giocattolo: anelli, bracciali, fermagli, orecchini, altro ancora, creati con i classici e coloratissimi mattoncini lego in cui sono incastonati piccoli diamanti. La base è in argento, oro o platino. I diamanti osservano lo schema di certificazione del “kimberly process”. Ogni pezzo è fatto a mano ed è acquistabile on-line a circa $ 200. Info: www.jacquelinesanchez.com.


Mp3 rolly Rolly è un divertentissimo mp3 firmato Sony. Volteggia e si dimena a ritmo della musica. Ha una riproduzione audio tramite bluetooth, la batteria consente fino a 5 ore di riproduzione musicale e si possono memorizzare fino a 515 brani. Il software “Rolly choreographer”, versione 1.0, analizza il brano automaticamente per creare il movimento sulla base della musica, pur non compromettendo la qualutà audio, grazie alle caratteristiche direzionali che trasmettono il suono sfruttando il riflesso offerto dal suolo. In poche parole, è arrivato un mp3 che si diverte davvero!

Esperando “Esperando” è un brand che va da sempre alla ricerca dei migliori designer di tutto il mondo per creare la loro linea di cappelli. Un vero e prorio mix di culture. Prodotti in piccole quantità, i cappellini Esperando - molto in stile “fidel” - rappresentano un inno alla collaborazione tra mag 18

paesi, coniugando il lavoro di più realtà; designer, stampe, tessuti e produzione di paesi diversi. Il cappellino è stato disegnato dal designer Masa, artista nato in Venezuela. Il suo stile si ispira allo streetwear con, sulle stampe, un richiamo anni ‘60 e ‘80.


NOVEMBRE 2008

loopdesign.info

giovedi PARTY UNIVERSITARIO venerdi SODASTEREO! sabato LIVE MUSIC & DJSET

C.So Mazzini/Catanzaro


ZOOM

Giochi di luce Immagini suggestive (di se stessa) che indagano lo spazio tramite la profondità del materiale e i giochi di luce amplificati all’estremo. In queste pagine, alcuni scatti artistici di Cristina Berlingeri, in arte Erelin, calabrese di nascita e fiorentina d’adozione, che oltre a coltivare la sua grande passione, la fotografia, si interessa di scultura, teatro, architettura e spettacolo. I suoi lavori raccontano quanti diversi modi ci siano per interpretare uno stesso evento. Diversi punti di vista per conoscere un qualcosa, o perchè no anche se stessi. www.myspace.com/erelinerelin mag 20



mag 22



ZOOM

Music frame

Deian Martinelli

Foto di Bea De Giacomo

La forza delle immagini a volte travolge qualunque parola o discorso. Ha fatto di questo principio la sua filosofia, la giovane fotografa di Milano, Bea De Giacomo, allerta, sempre dietro l’obiettivo, per riuscire ad immortalare gli attimi più significativi. In queste pagine presentiamo un servizio dedicato ad alcuni musicisti, ritratti in scatti unici e di suggestiva bellezza di un mondo, raccontato da Bea, a metà tra realtà e immaginazione. www.beadegiacomo.com mag 24


Fabio Mercuri


Dino Fumaretto

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Marco Valugani


Crookers

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Marco Iacampo


DESIGN I Concorsi Sezione dedicata alla segnalazione di opportunità, concorsi, bandi in materia di design, architettura e creatività. Per ricevere informazioni o effettuare segnalazioni: redazione@magweb.it

AXOLUTE 15HOURS DESIGN

ABITAR-ECO-STRUIRE

Iscrizione: 15 novembre 2008

Scadenza: 30 novembre 2008

Axolute

Ancab Legacoop, Legambiente

Axolute bandisce un concorso, aperto a professionisti e studenti, designers, architetti e ingegneri under 35, per la progettazione di prodotti destinati alla sala da bagno. Fanno capo i prodotti d’arredo come: lavabo, vasca, piatto doccia e sanitari, rubinetteria, mobili, specchi, accessori, ecc. Il concorso si svolgerà il 15 gennaio, nello showroom-laboratorio Axolute lab, dove in 15 ore dall’inizio dei lavori, 15 partecipanti elaboreranno un’idea da presentare alla commissione.

Rivolto ad architetti e ingegneri che operano nell’ambito dell’Unione Europea; gradita la partecipazione di gruppi interdisciplinari in grado di sviluppare sinergie tra diversi saperi e competenze. Oggetto del concorso è la progettazione di 20 alloggi nel Comune di Foligno (Perugia), 24 a Pesaro e 30 a Tricase (Lecce) di edilizia residenziale. Il contributo riguarda la progettazione di edifici e impianti di cui dovranno essere evidenziate le fonti rinnovabili.

www.axolutedesigne.com

www.abitarecostruire.eu/index. htm

ABITARE IL MEDITERRANEO

VOTA E VINCI IL DESIGN

Consulta Regionale degli architetti della Sicilia, Unione mediterranea degli architetti, UmarSca-

Scadenza: 17 novembre 2008

denza: 20 novembre 2008

Aperto agli architetti che operano in uno dei paesi membri dell’Umar, il premio ha come tema la “piazza”, il topos fondamentale dell’abitare. I progetti inviati potranno riferirsi sia ad interventi di nuova realizzazione, sia a ristrutturazioni su piazze di impianto storico. Dovranno essere evidenziate: capacità di inserimento nel contesto urbano, coerenza con il tessuto preesistente, dialogo fra il linguaggio storico del luogo e quello contemporaneo. www.abitareilmediterraneo.org

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Samsung Electronics Italia

Samsung electronics Italia, nell’ambito del concorso di design “Samsung young design award 2008, ha attivato il concorso, su alcuni dei progetti presentati alla prima fase del Syda 2008, che offre la possibilità di osservare come i giovani designer studiano in Italia. Lo scopo è quello di dare visibilità alla creatività di alcuni progettisti esclusi dalla fase finale di Syda premiando il loro talento sulla base del gradimento dei votanti. www.samsungyoungdesignaward.com



ARTE

LINGUAGGI VISIVI

Illustrazioni, disegni e music culture immersi nella cultura black anni ’60, ’70 e ’80. Il mondo di Francesco Tortorella. Per gli amici: Cesco. di Mattia Marzo

Illustratore, grafico e motion designer, Francesco Tortorella, in arte Cesco, è nato a Reggio Calabria nel 1985. La sua preparazione artistica si muove tra arte e musica. Nel 2003 si trasferisce a Roma dove frequenta il corso di illustrazione e animazione allo “Ied” e svolge lavori da illustratore e grafico legati, in qualche modo, alle scelte musicali della scena (quella hiphop e reggae) di cui ha fatto parte. Durante gli studi ha allargato le proprie conoscenze con i colleghi e i professori partecipando alla vita di cattedra dell’istituto. Il passo verso l’ambito lavorativo è stato breve tanto che nello stesso anno è divenuto freelance, stringendo buone collaborazioni. Dal 2002 ad oggi è art director dei progetti editoriali di “Riferimenti” (Rc), un associazione che sviluppa progetti civili antimafia (Calendari, pubblicazioni, progetti istituzionali, e alcuni in collaborazione con il ministero della pubblica amministrazione). Ad oggi cura diversi progetti di brand identity (corredo grafico o immagine coordinata come dir si voglia) di party, serate, eventi (lavori che nell’immaginario richiamano l’idea della cultura black anni ‘70 e ’80). Ha prodotto alcune grafiche per i “Crazy uncle’s jazz trio” (con una linea grafica ispirata alle immagini del jazz anni ’60) e il corredo grafico tra cover e poster all’interno della confezione del disco di Monkey, artista rap di Catania. Sempre sul filo delle grafiche per gruppi musicali, Cesco, ha prodotto l’identità visiva della “Popucià band” realizzando, in animazione e motion graphic, il video del singolo.

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ARTE


Dal tuo curriculum non si direbbe che non c’è lavoro in Italia. «In Italia te lo inventi il lavoro! Le realtà lavorative non sono molte, anche alcune agenzie propongono stage senza sbocco, tuttavia ci sono diverse realtà medio piccole che sono competitive e lavorano molto bene. Non voglio generalizzare, però spesso i giovani sono assunti come stagisti, spremuti e lasciati perdere». Tu da Reggio Calabria sei arrivato a Roma. Intravedi anche la possibilità di sbarcare all’estero? «Mah! A me interesserebbe molto potermi spostare. Ho stretto contatti anche in altri posti fuori l’Italia e se riuscissi mi piacerebbe spostarmi per un pò anche per arrivare in spazi diversi da questi italiani con persone competitive. Mi piacerebbe anche poter lavorare in Calabria.. Non disprezzo l’Italia ma vorrei che le cose andassero meglio, ci sono alcuni “buchi neri”, e in generale si percepisce la crisi». Quindi anche tu sei dell’idea che al Sud le possibilità di sviluppo esistono? «Ho avuto la possibilità di venire a Roma. Vivere qui ti permette di accedere a molte possibilità. Il problema è che in Italia c’è un grande sbilanciamento, come dire un malcostume, e senza dubbio il Sud deve crescere. Per questo ci devono essere le condizioni di crescita in modo che anche chi rimane nella propria città possa fare ciò che più gli piace». mag 34


Parliamo delle tue produzioni. «Dipingo da quando ho 3 anni. In senso artistico mi sono concentrato sull’anatomia e sul disegno manuale sviluppando diverse tecniche tra queste anche la serigrafia. Poi mi sono avvicinato, in modo del tutto naturale, ai software per computer dove ho unito il disegno manuale, che uso come traccia iniziale per una creazione, alla digitalizzazione. Il passaggio è stato automatico! Ormai con il computer ci si lavora, lo usi per scrivere, leggere, tenere contatti, conoscere gente, eccetera. Lavorare un disegno con un software ti permette più soluzioni». Sei soddisfatto per il lavoro svolto fino ad ora? «A questo punto vado avanti, non sono arrivato ancora a nulla». Progetti per il futuro? «Lavorare nel campo dell’animazione che mi sta prendendo molto. Sto lavorando ad alcuni video documentari che andranno in onda sui canali digitali, e, con il mio collega e amico, Jacopo Tripodi, abbiamo creato un marchio, “Furious bunch”, che racchiuderà le varie esperienze tra fashion design, grafica e musica. Abbiamo realizzato e stiamo lavorando diverso materiale d’abbigliamento in edizione limitata, spesso hands made. Stiamo anche programmando l’uscita di una webzine free press, che farà da finestra a questi progetti». www.virb.com/cesco / www.behance.com/cesco


ARTE

PINTAYCOLOREA di Ale P

Pintaycolorea è senza ombra di dubbio uno dei migliori VJ set che potete vedere nei club e nei festival in giro per l’Italia. Parliamo di una spagnola di Salamanca, che dopo un periodo ad Amsterdam arriva a Roma nel 2003. Sarà la vj ufficiale del tour “Mag goes to the club” per la felicità dei vostri occhi!! mag 36


Ciao Ines, parlaci della tua giornata lavorativa. «Non ho una giornata “tipo” di lavoro, passo giornate intere in viaggio per andare ai festival e giornate chiusa in agenzie o studi a fare grafica e video. Però le mie preferite sono quelle passate in casa a disegnare, tagliare, montare... Posso non uscire per giorni come non rientrare per giorni». Festival o club? «Sicuramente nei festival la gente fa più caso ai video che nei club, anche perchè di solito collaboro con musicisti affinchè il visual prosegua contemporaneamente al live. Nei club è difficile mantenere viva l’attenzione di tutti, si vive proprio un’altra atmosfera, nei festival invece si focalizza sui video. Per i lavori di grafica e illustrazione è tutto un altro tipo di comunicazione, non devi interagire con nessuno. Comunque è

tutto l’insieme di cose diverse che mi piace e mi stimola, non riuscirei ad esprimere una preferenza netta». Come nasce il tuo nome d’arte? «“Pintaycolorea” è il nome dei quaderni che usavo da piccola per disegnare. L’ho usato per la prima volta anni fa in un progetto di web art che simulava un gioco per bambini in cui si uniscono i puntini e si ottiene una sagoma. Da quel giorno Pintaycolorea è rimasto. In più è un nome spagnolo, ed io adoro la Spagna, il mio cuore sta sempre lì pur vivendo in Italia. Mi sono trovata subito bene a Roma, sia per lavoro che con la gente, ma se un giorno queste cose dovessero cambiare sicuramente tornerò in Spagna. Per ora è tutto ok!» www.pintaycolorea.com myspace.com/pintaycolorea


STEVE BUG di Mattia Marzo foto di Lars Borges

A Steve Bug va riconosciuto il merito di aver creato l’etichetta “Poker Flat”, da sempre una fucina di talenti. Lui è un personaggio modesto (nonostante l’acclamazione globale) che lavora suonando come dj nei club e si gestise tra le 3 label di cui fa parte. Ha recentemente pubblicato il suo ultimo disco “Bugnology#3” una raccolta di pezzi mixati che ci sussurrano altri aspetti (di “gusto”) di quest’artista. mag 38


INTERVIEW ELETTRONICA


Dove e quando sei nato? «Sono nato a Nienburg/ Weser, una piccola cittadina tra Brema e Hannover, nel 1969». A quando risale il tuo primo approccio con la musica? «Risale alla fine degli anni ’70, quando avevo appena 10 anni e ascoltavo ciò che sentiva mia madre, per la maggior parte musica disco e funk. Crescendo ho seguito l’evoluzione». Negli anni 80’ invece, hai cominciato a cavalcare la scena della minimale… «Non mi considero come un artista che ha “cavalcato la scena”. Ad ogni modo chiunque abbia seguito i miei dj set o le mie produzioni, fin dal primo giorno, sa che suono ciò che mi appartiene, i suoni e le tracce, questo non ha niente a che

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vedere con quello che è una moda passeggera o quello che attualmente viene venduto. Ho sempre suonato musica elettronica in tutti i differenti modi: minimal, house, detroit, acid, chicago, qualunque sia il suo nome». Si deve aspettare il 1991 per il tuo esordio verso il grande pubblico. Un esperienza particolare che ti ha legato al famoso locale “Space” di Ibiza. Parlaci di quell’esperienza. «Il mio primo debutto fu in un piccolo bar di Ibiza, non era allo Space. Fu un after party in cui chiunque poteva venire dopo il party dello space. Fu un esperienza divertente, ma io suonai nell’area cucina e non potei nemmeno vedere la folla».


Cosa ti ha spinto a staccarti dalla “Raw elements record”, che fino ad allora è stata l’etichetta che ti ha prodotto i brani? «Si, la “Raw label” era la mia etichetta. Finii con loro perchè avevamo troppi demo e prodotti di tipo differente, che ci arrivavano dagli artisti con cui noi dovevamo lavorare. Cosicché decidemmo che sarebbe stata un idea migliore differenziare la musica che avevamo e cercare di distribuirla in due etichette che distinguessero gli stili. Così cominciamo con la “Poker flat” e la “Dessous”». Con quale artista con cui hai collaborato hai avuto maggior scambio di energie? «Io penso che non importa

con chi lavori. Ogni esperienza è speciale e differente a suo modo, perché le sinergie che elaboriamo potrebbero anche non esistere». Come ti senti oggi che sei riconosciuto come uno tra i dj pionieri della minimale? «Preferirei essere piuttosto il “pioniere” della buona musica piuttosto che di uno specifico genere, non mi esaltano molto le etichette e le categorie». Parlaci del tuo ultimo lavoro “Bugnology#3”. «Ho passato dei bei momenti a mixare le tracce, e sono felice dei risultati. Ho notato che questo mio ultimo lavoro, riflette un viaggio tra la musica house e la techno, e direi che rappresenta lo stile attuale di >


musica che sto suonando nei club». Sei divenuto uno scopritore di talenti, in più gestisci la Poker flat. C’è ancora spazio per il tuo primo amore cioè il djing e il clubbing? «Non voglio uscire dalla scena dei club, anche perché è in gran parte quello il mio lavoro. Ma mi diverto ancora in pista quando non sono io a suonare. Fortunatamente ho un “etichetta partner”che si prende cura di tutto il lavoro amministrativo per la Poker

flat, la Dessous e l’Audiomatique». Prossimi progetti? «Sto lavorando ad una serie di brani ora, che faranno parte del prossimo album che sarà pubblicato nel nuovo anno. Altrimenti abbiamo pubblicato, per la commemorazione dei dieci anni della Poker flat, una compilation che sta venendo bene».

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--------------------------------------------------------------------------------------BIOGRAFIA

--------------------------------------------------------------------------------------STEVE BUG

Steve Bug è un dj e produttore, nato nei dintorni di Brema (Nienburg), più o meno 30 anni fa. Affascinato dalla musica elettronica in giovane età, Bug incontra l’house verso la fine degli anni ‘80. La prima vera comparsa sulla scena la fa ad Ibiza nel ‘91, prima di divenire dj resident nel miglior club della natìa Brema e partecipare annualmente ad eventi come la leggendaria “Love Parade”. Nel 1993, Steve inizia a pro-

durre e dopo poco fonda la sua prima casa discografica, la “Raw elements” per la quale pubblica anche il suo primo album “Volksword”. Pubblicando progetti molto diversi fra loro, Bug separa la Raw Elements in due etichette: la Dessous nel 1998 e la Poker Flat recordings nel 1999, due lable molto diverse fra loro. La prima si avvicina molto alla deep house, mentre la seconda è puro minimal, genere agli albori in quel periodo. Ma sarà la Poker Flat la più apprezzata e rinomata conquistando in poco tempo tutta Europa, tanto da essere ritenuta un manifesto ed innalzando la techno minimale a livello di fenomeno. È dopo aver creato questo nuovo genere che Bug esprime tutta la sua creatività e tutto il suo talento in album come “The Other Day” (2000) e

“Sensual” (2002). Così diventa uno dei più acclamati innovatori della micro-house, anche grazie alla sua fama di dj e attraverso le scelte mirate delle sue etichette (che hanno valorizzato talenti come Martini Bros., Vincenzo e Phonique) e le sue compilation. Da qualche anno collabora con Richie Hawtin per il progetto Low Blow, con Dj T (anch’egli produttore nella Poker Flat) e ha prodotto singoli apprezzati nella scena techno house mondiale. Attualmente Steve Bug è fra i migliori produttori techno al mondo.

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«Ogni esperienza è speciale e differente a suo modo, perché le sinergie che elaboriamo potrebbero anche non esistere».


JPLS di Ale P.

Jpls è un ex matematico, ora producer techno. Il suo background e il suo stile sono vari come il materiale che produce. Cercando l’ispirazione nella foresta dell’Indiana, traccia un percorso all’interno della techno contemporanea, condividendo, con il suo pubblico, emozioni e suoni. Ritmi costanti, precisi e un’amore per le basse frequenze, lo collocano lontano dal trend odierno delle produzioni techno. Jpls quando si trova davanti al pubblico vive in un mondo tutto suo,astratto,difficilmente descrivibile, ma riconducibile ad ogni suo suono. A quanto pare, un mondo fantastico. mag 44


INTERVIEW ELETTRONICA

Quando è iniziata la tua carriera da producer? «Ho cominciato a produrre nel 1994, un mio amico ha comprato un campionatore ma le prime tracce erano terribili! Dopo due anni ho acquistato un sintetizzatore per occuparmi delle mie produzioni, mi sembrava tutto complicato persino registrare dei loop, per non parlare della qualità del suono. 14 anni fa, ho conosciuto “Skoozboot” che mi ha spiegato la tecnica della produzione. Nel 2001 ho dato il mio primo cd a Richie Hawtin in un party a Detroit. Ho continuato a mandargli cd per cinque anni fino a quando non è uscito il “Minus 44”. Nel 2006 ho firmato un contratto in esclusiva con Minus e ho iniziato a produrre a tempo pieno». Collabori ormai da più di tre anni con Minus, che pensiero ti sei fatto? «Amo il lavoro che faccio con Minus. Richie mi permette di esprimermi al 100% in piena libertà e questo è quello che cercavo e di cui avevo bisogno.Tra artisti si parla molto, c’è confronto, ci diamo consigli a vicenda e tutti impariamo ogni giorno qualcosa di nuovo. Penso che Minus sia una label che guarda sempre oltre. Una produzione del 2008 sembra del 2010 perchè la techno per me è un suono del futuro altrimenti non è techno». Quale è stato il party o il festival in cui hai suonato che ti ha emozionato di più? «Ho suonato in un warehouse party a Los Angeles l’autunno scorso prima del mio

tour in Giappone per l’uscita del mio album “Twilite”. Ero in macchina, e stavo per arrivare al party. Ho notato le strade molto sporche ed era pieno di fabbriche e industrie. All’entrata ho visto un magazzino immenso con un mega schermo di 30 metri con una folla infinita in un immaginario dancefloor; decisamente un party pazzesco. Anche quello in Giappone, ma a Los Angeles, le sensazioni sono state inaspettatamente straordinarie». Sei americano, ma da un anno vivi in Germania. Che pensi di Berlino? «Ammetto di non gradire le città molto grandi. In Indiana ho vissuto in una casa circondata da una foresta, in cui mi piaceva isolarmi immerso nella quiete. Berlino è molto fredda, ma a volte ho come la sensazione che la città sia riscaldata dai suoni della notte e la rendono la città dell’industria techno. Stessi club e stessi suoni, il tutto graziosamente noioso!» Hai suonato in Italia. Cosa pensi della situazione clubbing? «Non ho suonato tante volte in Italia ma avrei tanta voglia di risuonarci ancora. Mi piace moltissimo, e la scena è favolosa. Posso esprimermi al meglio suonando anche le cose più alternative con nuovi suoni più duri e questo è veramente importante per me. Adoro suonare per un pubblico completamente insano, quando esci da un club italiano dopo aver fatto un live sei ancora pieno di energia». Che differenza trovi tra i club italiani e quelli europei? >


«I club italiani sono decisamente organizzati, sempre con bellissimi allestimenti e un buon impianto audio, non manca mai il “Xone 92” che per il mio live è fondamentale.Tutto questo grazie ai promoter italiani che sono molto attenti a questi dettagli. Cosa che succede molto frequentemente in altre parti d’Europa». Quale sarà il tuo prossimo progetto? Ancora Minus o altro? «Il mese scorso è scaduto il mio contratto con Minus. Ci incontreremo molto presto per discutere del nuovo, solo dopo che io sarò rientrato dall’America, dove andrò a prendermi un mini break a metà novembre. Da un pò sono in studio con Ambivalent e Skoozboot e stiamo producendo tracce abbastanza pesanti che usciranno su VS records nel 2009, credo sinceramente che ribalteranno i clubbers». Sei pronto, il 15 novembre, per l’appuntamento con “Mag goes to the club”? «Sono pronto, questo mese sono stato con Ambivalent in studio a produrre tracce spettrali giuste per halloween. Anche se il party sarà il 15 novembre un pò dopo il 31, cercherò di proporre comunque un suono abbastanza cupo. Spero che voi siate pronti ad accogliere il mio live con gravi problemi di infermità mentale!»

mag 46


ÂŤI club italiani sono decisamente organizzati, sempre con bellissimi allestimenti e un buon impianto audioÂť


THE COLLETTIVO

di Laura Caroleo

Un frigorifero multicolore e multietnico. Così si presenta l’album di esordio dei “The collettivo”, brit band napoletana prodotta dall’etichetta “Materia principale”. Ottimi il sound e i contenuti musicali che riecheggiano ritmi post punk mescolati a melodie rock’n’roll, pop anni ‘80 e qualche accenno alla new wave. Inoltre ha un titolo che fa pensare: “Something about Mary Quant”. Il disco, uscito il 31 ottobre, vuole essere un inno alle donne, a quelle vere, che hanno lasciato il segno o che lo lasceranno. Avventurose e coraggiose erano per Oriana Fallaci. Non a caso Mary Quant, fu colei che grazie all’ideazione della minigonna, negli anni ‘60, diede il via ad un movimento socio culturale che sfociò, anni dopo, nel femminismo facendo la Storia. mag 48


INTERVIEW INDIE ROCK Il vostro genere richiama il rock’n’roll britannico. A chi vi siete ispirati? «Noi siamo lo specchio di quello che abbiamo ascoltato fino ad ora, i gruppi storici che ci hanno più ispirato sono i Clash, i Depeche Mode, un certo piacere per la musica degli anni ‘80, i Beatles e i Rolling Stones. Se invece dovessimo parlarti di gruppi attuali di sicuro ci sarebbero i Bloc Party. Riallacciarsi agli altri è normale». Cosa sta a significare la frase “We don’t like the muse” che “indossate” in una vostra foto? «È un gioco di parole provocatorio, il gruppo si chiama Muse, non “The muse”, sarebbe stupido dire che non ci piacciono. Sappiamo quanta importanza abbiano. Siamo goliardici e questo sentimento punk nel quale l’arguzia è all’ordine del giorno ci appartiene molto». “Something about Mary Quant”, a cosa si deve l’aver dedicato il vostro primo album a questa donna che è stata l’ideatrice della minigonna? «La musica è sempre stata politicizzata, noi invece abbiamo voluto omaggiare una donna che ha cambiato il destino della società, una rivoluzionaria! Mary riuscì a fare qualcosa in un’epoca in cui si era ancora bigotti, e riuscì a smuovere la società dell’epoca cambiando il pensiero della massa, abbiamo voluto omaggiare lei senza essere collocati in un ambito politico. Alle donne perché il rock è prettamente maschile, le donne inoltre hanno una sensibilità differente. Ovviamente intendiamo quelle con un cervello. È dedicato a tutte le piccole Bjork». Quindi vuole essere un omaggio anche al mondo della moda. E di una stilista come Vivienne West-

wood cosa pensate? «Sicuramente la relazione che ebbe con Malcolm McLaren, manager dei Sex Pistols, la rende una donna importante anche se noi ci avviciniamo più al pensiero di Johnny Rotten che vedeva questi due personaggi manipolati. Siamo sempre più dalla parte del musicista che da quello della moda. Infatti Rotten si scagliava contro “i punk d’imitazione”: quell’esercito di proseliti ed emulatori che volevano essere “più Rotten di Rotten, più Sex Pistols dei Sex Pistols” e credevano che bastasse acquistare una maglietta in lattice da Vivienne Westwood per acquistare un’identità, uno stile di vita, un modo di essere». Le vostre esibizioni sono accompagnate da installazioni video? «La Visual art è un idea di Alexis , ci ha chiesto lui di incontrarci e l’idea di accoppiare questo tipo di arte alla nostra musica ci è piaciuta molto. Stimiamo molto lui ed il suo lavoro e non è in alcun modo vincolato da eventuali nostre richieste, ha la massima libertà». Quando vi siete formati? «Ci siamo formati due anni fa a Napoli. Avevamo esperienze totalmente diverse l’uno dall’altro, alcuni venivano dal mondo reggae, altri venivano dal rock e altri dal funk. Ci incontrammo per caso, e dopo aver creato i primi pezzi abbiamo deciso di uscire fuori dal guscio per farci conoscere, per divertimento. Così abbiamo partecipato allo “Sziget festival” e siamo arrivati nelle finali nazionali dopo aver vinto le selezioni in Campania. Il nostro primo live ci ha spinto a continuare». Vi appoggiate ad un etichetta indipendente e al myspace. E le major? «Myspace da la possibilità di far >


conoscere i propri brani. In pochi giorni 70 mila persone ascoltano la tua musica. La scelta dell’etichetta è dettata dall’affetto, non a caso il proprietario è il fratello di due elementi del nostro gruppo che ha investito poeticamente in noi e in nuovi gruppi perché crede nelle nostre idee. Ma non possiamo competere con le major». Brit band ma napoletani. Cosa manca al mondo della musica italiana? «Siamo nazionalisti anche nel modo di vestire pur essendo una british band. In Inghilterra però esiste un sindacato per i musicisti mentre in Italia c’è un isolamenmag 50

to, si è frazionati, non si genera un movimento. Non a caso l’unione fa la forza e le conquiste operaie sono state affrontate da persone che hanno lottato insieme. La musica invece è vista, in Italia, come un qualcosa in più, come se fosse un secondo lavoro. Noi come indipendenti napoletani cerchiamo comunque di mantenere contatti con gruppi di qui». E con la musica napoletana come la mettete? «Vogliamo che il nostro album arrivi ad un pubblico più vasto possibile, anche per questo abbiamo scelto di scrivere i nostri testi in inglese. C’è comunque un grande


rispetto per la tradizione. Il mandolino non lo suona più nessuno, siamo persone cresciute con altri punti di riferimento, abbiamo rispetto per Sergio Bruno, Mario Merola ma non è una coscienza nostra, ci sentiamo molto più europei parlando musicalmente, siamo degli europei meridionali che producono in inglese ma non rinnegano le proprie radici. Cerchiamo solo di far si che ciò che creiamo venga compreso da tutti». I vostri testi sono alquanto nichilisti o sbaglio? «Il testo di “Wasted time” potrebbe dare questa sensazione che crediamo abbia

provato chiunque. Svegliarsi la mattina e pensare di aver sprecato solo del tempo. Cerchiamo di nascondere anche argomentazioni simili sotto ambientazioni positive, la musica deve dare un messaggio positivo anche se si usano linguaggi crudi e pessimisti. Ma l’interpretazione dei testi è differente da persona a persona». Prossimi progetti per il futuro? «Tutto ha inizio adesso con questo primo disco. Vogliamo metterci dentro anima e corpo per una buon riuscita».


MUSICA Dischi del mese di Cesare Aiello, Mattia Marzo, Ale P, Eddie Suraci, Paolo Tocci.

THE GENTLEMEN’S AGREEMENT “Let me be a child” (SEASIDE RECORDS)

Il disco che lancia i Gentlemen’s Agreement si chiama “Let me be a child” e contiene 13 tracce. Uscito il 31 ottobre sotto l’etichetta napoletana “Seaside records”, è stato prodotto in Italia e masterizzato al “West west side music” di New York. Un suono caldo e analogico, che viaggia in modo trasversale tra gipsy jazz, indie folk e country suonato a mille allora.(M.M.)

KISS ME EMILY “All in one” (FOREARS)

Ultima produzione dei Kiss my Emily, che si presentano con un fare pensoso ma non intellettuale e con un’andatura disinvolta, lieve. Un bell’aspetto il loro, grinta invidiabile e gli basta poco per conquistare l’aria, afferrati al sole, sempre verso qualcos’altro. Musica mai banale, semplicemente bella. Ritmo, gran voce, bei pezzi: una proposta fresca e leggera. (M.M.) mag 52

BLOC PARTY “Intimacy” (COOP) Terzo (capo)lavoro del multietnico quartetto londinese, “Intimacy” segna il ritorno alle glorie di “Silent Alarm” (2005), oscurando il tanto criticato “A weekend in the city” (2007). In perfetto (o quasi) stile radioheaddiano, è stato anticipato da un’anteprima on-line al modico prezzo di 5 pounds, con l’album uscito il 27 ottobre. Capitanato da un Okereke sempre più break beat, supportato da un tal Jacknife Lee ed equilibrato da ideologie tradizionaliste del resto del gruppo, Intimacy diviene una perfetta miscela tra digitalizzazione e il loro solito indie sincopato. Questo nuovo malessere psico-elettronico si manifesta nei primi due pezzi, “Ares” (intro à la Kasabian e testo politicamente impegnato) e “Mercury”, primo singolo estratto l’11 agosto. Pronti ad entrare in un universo parallelo ricco di neon e creature ibride, si ritorna però presto alla realtà con il nu-wave di “Halo” e “Trojan horse”, marchio di fabbrica Bcpy, dai testi dove l’amore appare “bugiardo” e “magnetico”. Temi cupi e di speranza si ritrovano invece nelle electro-ballads “Biko” e “Signs”, creando atmosfere sovrannaturali. Un disco che sembra infinito, grazie alla finale “Ion Square”, climax ascendente che va poi a spegnersi come se volesse rilanciare l’apertura dell’album. Esempio di come Matt Tong (grande tra i grandi della scena indie mondiale) non risulta più primo cigno, ma miglior attore non protagonista che si “limita” a dettare cambi di dinamica con schizofrenici attimi di genialità. Bloc party, Intimacy. Punto. (E.S.)



MUSICA Dischi del mese

GAISER “Blank fade” (MINUS) Sette anni sono trascorsi dall’uscita del primo Minus prodotto da Plastikman. Siamo giunti a novembre 2008, mese in cui verrà messo sul mercato il Minus n.67, di John Gaiser producer americano della big label di Berlino. “Blank fade” è il titolo dell’album, un lp con tre vinili e un cd con 12 tracce. Un mix di bassline e giri tech, la classica bomba da dancenfloor. In uscita il 17 del mese. (A.P.)

STEVE BUG “Bugnology 3” (POKER FLAT)

EFDEMIN

FORMAT B “Steam circuit” (HIGHGRADE) Sulla scena tech dal un bel pò di anni, finalmente ecco l’album di debutto per questo duo tedesco formato da Franziskus Sell e Jakob Hildenbrand. Si tratta di un progetto pensato con un unico obiettivo, quello di esaltare la dancefloor... Anche se non con molta originalità, bisogna riconoscere che l’album riesce in pieno nel suo scopo... Pure tech-house!!! (C.A.)

“Carry on, pretend we’re not in the room” (CURLE)

In uscita il 17 del mese il primo cd mixato per Efdemin aka Phillip Sollmann, artista che riesce a coniugare perfettamente le influenze dell’house music old school con i moderni imput della scena underground. La compilation, con brani di Brother’s Vibe, Minilogue, Surgeon, Scott Grooves, ne è la prova più tangibile. (P.T.) mag 54

Oltre due ore di musica, per un totale di 21 brani selezionati e miscelati abilmente dal grande Steve, calcando coerentemente la linea dei primi due capitoli di questa grandiosa serie. Anche se non di recentissima uscita (fine settembre 08) consiglio fortemente questo lavoro (in copia originale ovviamente) a tutti gli amanti della musica house ricercata e creativa, lontana dal trend attuale. (C.A.)


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LIBRI di Maria Giulia Lamanna

Brida

PAOLO COELHO (BOMPIANI - 263 PAG -

Questo romanzo, scritto subito dopo “l’Alchimista”, ha una genesi nella pubblicazione molto complessa. Quando infatti venne pubblicato la prima volta in Brasile, più di 18 anni fa, alcune tematiche trattate, come il volto femminile di Dio, erano ancora estranee alla maggior parte delle persone. L’autore spiazzò i lettori ancora poco inclini ad una presenza femminile così forte. Tuttavia, con il passare del tempo, è avvenuto un cambiamento della percezione, una crescente apertura

mag 56

€ 18)

della gente nei confronti di un approccio intuitivo alla conoscenza, accompagnata da una maggiore insofferenza verso le rigide regole sociali. «La cosa più nobile che un essere umano può sperimentare è l’accettazione del mistero » afferma Paolo Coelho. La sensazione che il mondo stia sempre più prendendo coscienza c’è e si sente e l’autore, dopo anni d’attesa, racconta la storia di questa giovane donna, Brida. Il racconto si svolge in Irlanda, e comincia dall’incontro tra lei, appena ventunenne, e il mago di Folk, maestro nella “tradizione del sole”, che vive in solitudine nella foresta, sulle montagne non lontano da Dublino. Brida gli si rivolge, in una ricerca spirituale, affinché le insegni la magia, quel ponte che collega il mondo visibile, la realtà, con ciò che è irreale. Il mago le spiega che ciascun essere umano deve scoprire da solo il proprio cammino per attraversare il “ponte”, e che esistono due modi per farlo: la “tradizione del sole”, che insegna i segreti attraverso lo spazio e le cose che ci circondano; e la “tradizione della luna”, che insegna i segreti attraverso il tempo e le cose che sono imprigionate nella memoria. Un romanzo declinato al femminile sulla ricerca di sé, sulla strada dei misteri della vita, sull’amore e sul sesso. Una scrittura semplice ed aleatoria che ti immerge nelle vicenda portando il lettore alla stessa iniziazione. Un libro straordinario certamente da leggere.


Vaffanbanka

MARCO FRATINI E LORENZO MARCONI (RIZZOLI - 287 PAG - € 16) Destreggiarsi tra mutui, prestiti, o semplicemente seguire e comprendere il linguaggio delle banche è difficile? Ecco un utilissimo manuale che ha un obiettivo: interpretare alcuni temi chiave dell’economia, della finanza e dei risparmi in maniera chiara e accessibile come non è mai stato fatto prima. Le verità nascoste che governano i mercati finanziari, i rapporti con le banche, la scelta di un mutuo o di un fondo d’investimento. Ogni capitolo offre grafici, box e tabelle. Gli autori non hanno peli sulla lingua e con tutto quello che sta accadendo nel mondo, è un libro che tutti dovrebbero leggere. È ironico, non stanca, fa capire e fa anche ridere. Basta leggere nel glossario, ad esempio, la voce “antitrust” o le lettere e i test che sono esilaranti ma fanno anche riflettere. Un “vademecum” di educazione finanziaria per schivare le trappole seminate da chi vorrebbe che, nelle banche, il cliente restasse ignorante. E per scappare, una volta per tutte, dal recinto del “parco buoi”.

Solstizio d’estate GIUSY VERBARO (MANNI - 80 PAG - € 15)

Vincitrice del XXI premio letterario di Camaiore, Giusy Verbaro, catanzarese di nascita, ci regala un libro che ha una miriade di sfumature e riflessi di colori, bozzolo di seta tinteggiata con i colori dell’anima che accendono i sensi. La straordinaria immaginazione dell’autrice ricrea ciò che gli occhi del lettore non hanno visto ed il solstizio d’estate diventa metafora della straordinarietà del già vissuto. Così compaiono una via di Firenze, via del Corno, una chiesa, come San Miniato al monte, un viale, come viale dei colli, o fiori, i ranuncoli e i papaveri, o ancora la spiaggia, la scogliera e la luce della luna, che si traducono in poesia, in musica dell’anima. Un romanzo diafano ed impalpabile, delicato e limpido ma altresì smanioso e concitato, popolato da angeli e spettri, creature immateriali ed invisibili che appaiono e scompaiono, così come si mostrano e si nascondono affetti perduti, amori disfatti nel tempo, ricordi stemperati, rimpianti disciolti.


CINEMA di Antonio Libonati

Lezione 21 DRAMMATICO, ITA, 92 MIN, 2008 - UN FILM DI Alessandro Baricco Quando Beethoven presentò per la prima volta la nona sinfonia, nel 1824, i critici scrissero che in quel giorno si assistette a una rivoluzione nel mondo della musica. Ma fu davvero così? Il film ruota attorno a questo enigma: la nona sinfonia fu davvero un grande successo? O un flop senza precedenti, canto del cigno di un autore che sentiva vicina la fine? Su questo indaga la lezione numero 21, del professor Mondrian Killroy. Gli indizi e le testimonianze si moltiplicano senza apparentemente avere fine, finché la lezione non svelerà un’appendice, che solo l’allieva prediletta del professore potrà apprendere fino in fondo, a casa sua, dopo che le tessere del mosaico saranno tutte svelate. E quel mistero inenarrato, figlio della vecchiaia, della solitudine, dell’angoscia e del tormento vedrà finalmente la luce: una luce accecante in un altopiano innevato. Solo il film può rispondere a tutte le vostre domande. D’altronde lo stile narrativo di Alessandro Baricco, alla sua prima prova da regista, rifiuta ostinatamente qualunque schema o classificazione. Personaggio principale, dall’inizio alla fine, la musica: ora personaggio ora sottofondo, ora ospite, ora autorevole struttura della narrazione.

mag 58


Vicky, Cristina, Barcellona COMMEDIA, SPAGNA-GB, 96 MIN, 2008 - UN FILM DI Woody Allen Dopo “Scoop” e “Match point”, Woody Allen si trasferisce a Barcellona e il risultato è una tra le sue commedie più divertenti e sexy. Due ragazze americane, Vicky (Rebecca Hall), posata e poco ispirata sessualmente, e Cristina (Scarlett Johansson), sexyssima e disinibita, decidono di passare l’estate a casa di un amico di Vicky a Barcellona. Si imbattono in Antonio (Javier Bardem), pittore spagnolo bohémien, sensuale e maledetto, che propone alle ragazze di seguirlo ad Oviedo. I tre instaurano un triangolo, ma presto il film si accende perché in scena irrompe Maria Elena (Penelope Cruz). Di certo non è l’opera migliore di Woody Allen, ma il film è gradevole, la trama vivace e piacevole, gli attori eccellenti, e non passa certo inosservata la scena del bacio lesbo in una camera oscura tra Penelope Cruz e Scarlett Johansson. Da vedere.

Miracolo a Sant’Anna

DRAMMATICO, USA, 160 MIN, 2008 - UN FILM DI Spike Lee Per la prima volta Spike Lee si confronta col tema della guerra. E’ la storia della 92ª divisione “Buffalo”, esercito americano, composta da soldati neri, impegnata in Toscana contro i Nazisti. Si tenta di esplorare la seconda guerra mondiale tramite quattro americani neri che mettono a repentaglio la propria vita per un paese che, nel 1944, doveva percorrere molta strada in tema di integrazione razziale. Punta l’obiettivo su una storia tragica, quale la strage di civili di Sant’Anna di Stazzema per mano dei Nazisti. La pellicola si caratterizza per una serie di scene inutili, intrecci secondari e inadeguati al contesto. Insiste sulla “questione razziale” ma eccede nel sentimentalismo, senza approfondire le ragioni della strage. Il film così soccombe sotto una patina di ovvietà, e quando si chiede al pubblico di vedere un film di due ore e quaranta minuti, l’ovvietà non è qualcosa che possa mettersi, neppure se di nome fa Spike Lee.


CALENDARIO Eventi del mese

REGGIO PHOTO FEST 8/22 NOVEMBRE

FESTIVAL D’AUTUNNO 3/22 Novembre

Lo stretto di Messina si trasformerà, dall’8 al 22 novembre in un palcoscenico internazionale dedicato alla fotografia con la prima edizione del “Reggio photo fest”. Si tratta del festival del fotogiornalismo italiano e internazionale organizzato dall’associazione culturale “Ater raster” e dall’assessorato comunale ai beni culturali e grandi eventi, con la direzione artistica dei fotoreporter Francesco Cufari ed Adriana Sapone. Il festival è l’occasione per conoscere le opere di grandissimi nomi della fotografia internazionale, che giungeranno a Reggio anche per esporre le loro realizzazioni. Centinaia di scatti provenienti da tutto il mondo e catturati da esponenti di spicco della comunicazione visiva tra cui: Pierpaolo Cito, finalista al premio Pulitzer 2007, Sebastiao Salgado, con la mostra “Terra”, immagini scattate nelle fazendas brasiliane, e le professioniste italiane ed estere che esporranno “Nel nome delle donne”. Il festival, sarà ospitato nel foyer del teatro Francesco Cilea.

Al via la sesta edizione del festival d’autunno di Catanzaro che si terrà, dal 3 al 22 novembre, al teatro Politeama. Grandi nomi della musica accompagneranno i quattro appuntamenti della rassegna che comincerà proprio il 3 con il musical “Hair Spray, grasso e bello” che conta la partecipazione, tra gli altri, di Stefano Masciarelli. Il 5 novembre è fissato l’appuntamento con uno tra i più grandi interpreti della musica italiana, Lucio Dalla, che presenterà il suo ultimo disco “Il contrario di me”. Segue, mercoledì 12, un tributo al genio musicale di De Andrè da parte della Pfm (Premiata forneria Marconi) che suonerà dal vivo i suoi brani più rappresentativi. Chiude il festival, sabato 22, l’appuntamento con Vinicio Capossela, artista poliedrico, cantastorie di grande qualità che riassume in un genere inimitabile, i suoi racconti di un mondo reale con sembianze di favola. Maghi, draghi, l’amore, l’odio, sono i temi che caratterizzano le sue produzioni, di cui l’ultimo singolo “In clandestinità” anticipa l’uscita del nuovo album.

www.comune.reggio-calabria.it

www.festivaldautunno.com

REGGIO CALABRIA

mag 60

CATANZARO


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MUSICA

CALENDARIO Tutti gli appuntamenti 5 NOVEMBRE Lucio Dalla Teatro Politeama CATANZARO

7 NOVEMBRE Jazz - Idea

Cristina Zavalloni quartet

Teatro Politeama CATANZARO

7 NOVEMBRE Cccr - Umbria oplas danza

8 NOVEMBRE Danilo Peretz trio

12 NOVEMBRE Pfm canta De Andrè

14 NOVEMBRE Solologue

Di Luca Bruni Teatro di Soverato CATANZARO

Teatro Politeama CATANZARO

10 NOVEMBRE Soffio di Kim Ki-Duc

11 NOVEMBRE Sabina Guzzanti

15 NOVEMBRE Amleto Lella Costa

15 NOVEMBRE 17 NOVEMBRE Messa da requiem Rassegna circolo Di GiuseppeVerdi Zavattini Teatro Politeama CATANZARO

18 NOVEMBRE Matt Wilson’s art’s and craft

Sfiorarsi-Angelo Orlando Auditorium Casalinuovo Cineteatro Aurora CATANZARO REGGIO CALABRIA

21 NOVEMBRE

21 NOVEMBRE

22 NOVEMBRE Vinicio Capossela

24 NOVEMBRE Coverboy

Cineteatro Aurora REGGIO CALABRIA

Teatro di Soverato CATANZARO

Tutto quello che le donne (non) dicono Di Francesca Reggiani Teatro Masciari CATANZARO

25 NOVEMBRE Phill Markowitz

Complesso San Giovanni CATANZARO

Teatro Morelli COSENZA

Sud sound system & Bang a riddim band Sesto senso CATANZARO

Teatro Politeama CATANZARO

Teatro Politeama CATANZARO

29/30 NOVEMBRE

29/30 NOVEMBRE

Di John Chapman Teatro Politeama CATANZARO

Di Maurizio colombi Teatro di soverato CATANZARO

Il letto ovale

EriYamamoto San Giovanni CATANZARO

Di Carmine Amoruso Cineteatro Aurora REGGIO CALABRIA

Peter Pan musical

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mag 62



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LOUNGE / BAR

ARTE & MUSEI

RISTORANTI

CATANZARO Panarea Via Buccarelli, 45 / 79 Arcade Corso Mazzini, 41 Corso Mazzini ‘72 Corso Mazzini, 72 Giglio Via Buccarelli, 13

CATANZARO Garden bar Via Aldo Barbaro, 1/3 Moma Salita Corso Mazzini Z-One Piazzetta della Libertà Imperiale Corso Mazzini, 161

CATANZARO Politeama Via Jannoni, 1 Complesso S.Giovanni Piazza Garibaldi MARCA Via Alessandro Turco Officine teatrali Porto Rhoca (Squillace)

CATANZARO Casa delle culture Piazza Prefettura Porta Marina Corso Mazzini, 325 Mangianotte Via De Seta Francesco, 2 Antico pozzo Via M. Francesco, 1

Paktosh Via Poerio, 34

Mignon Corso Mazzini, 121

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LAMEZIA TERME La Maison Piazza Stocco, 8 Suit Via XX Settembre, 74

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CATANZARO

LAMEZIA TERME Il Casale Contrada Malaspina

Carta Blanka Piazza Ardito, 12 Mille voglie Via Formia, 7 Sensum Contrada Malaspina

Irish Pub Via XX Settembre, 19 Simon Via Discesa Cavour, 14

Cavallino Bianco Via Cassoli 900 Largo S.Antonio

Birreria degli amici Piazza Stocco, 12

SOVERATO Bar a onda Via Chiarella, 34 Morè Via Chiarella, 12

LAMEZIA TERME Ayers rock one Contrada Persicara Samart Via Rettifilo Bagni

SOVERATO Lo Sciamano Via G.Marconi, 28 Giardino dei Sensi

CATANZARO LIDO Juice Via Pola, 12/14 Cremino

SOVERATO T’Monk Via Chiarella, 36 Percival

SOVERATO Vaniglia Via Poliporto, 1 Patrick Via Poliporto, 6 Le Plaisir Via Ionio, 24 Fashion Outlet Corso Umberto I, 114 CATANZARO LIDO Tacco Matto Via Torrazzo, 2 MySport Via Gullì, 8 Arsenio store Via Bausan, 2

Via Torrazzo, 25-Piazza Garibaldi, 29

Baraonda club Via Lungomare, 255 Marron Glaces Via Lungomare, 131 VIBO VALENTIA Bar del corso Corso Umberto I, 113 Cafè de Paris Piazza Ercole, 27 - Tropea Filippo’s Corso Umberto, 128 Bar Tropea

Via Nazionale Montepaone

CATANZARO LIDO Alexander Via Lungomare, 199 B Braxator Via Lungomare

Corso Vittorio Emanuele, 53 -Tropea

mag 64

Via Nazionale Montepaone

Lanterna Rossa Corso Umberto I, 9 Gange Lungomare Al Marinaio Via C.Cristoforo, 16 CATANZARO LIDO Carne e Vino Via dei Crociati, 33 Prendo per la gola Via Lungomare Stella Maris Via S.Elena, 54 Santa Fè Beach Loc. Giovino VIBO VALENTIA Le 3 fontane Largo Mercato, 22 - Tropea La locanda di Daffinà Corso Umberto, 160 Il Cantastorie Via della Condotta, 7/9 – Tropea



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