MAG (azine)- N° 13 DICEMBRE/GENNAIO_2008-'09

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MODA / MUSICA / ARTE / N.13 DIC 08-GEN 09

ALL’INTERNO:

PERINO&VELE GAISER LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA EOLO PERFIDO SKATE REESON


made to entertain.




MODA / MUSICA / ARTE / N.13 DIC 08-GEN 09

Old & new(s) Siamo a cavallo. Tra una fine e un inizio. Tra il vecchio e il nuovo. In questa complicata realtà, che è il Sud Italia, noi sforniamo il tredicesimo numero con la stessa grinta di sempre. Dopo tutto, un prodotto editoriale ha una sua vita e come un essere umano nasce, cresce e si riproduce: nasce come un gioco tra amici. Cresce e trova una sua stabilità, diventa un lavoro e attrae l’attenzione dei lettori che ci fanno complimenti e critiche, ci danno consigli e giudizi. Si riproduce dando vita ad eventi, come il “Mag goes to the club”, partorendo nuovi prodotti editoriali, come “Fresh”, nuova free shopping guide per il Sud, oppure stringendo importanti collaborazioni, da dicembre con il Marca (museo delle arti di Catanzaro), un luogo d’incontro dove si respira l’arte contemporanea tra mostre, serate, proposte di talenti e sperimentazioni di nuove forme di comunicazione. Nient’altro che la nostra ambizione, vale a dire parlare un linguaggio diverso e aprire al lettore nuovi e più ampi orizzonti.

LA REDAZIONE redazione@magweb.it L’idea di un connubio tra il Marca e Mag mi è parsa subito vincente. Il nostro museo ambisce a diventare in breve tempo un ritrovo per appassionati d’arte, si parli di pittura, scultura, musica o teatro e allora una partnership con la realtà editoriale più giovane e innovativa presente sul mercato mi ha subito convinta. Il Marca è stato realizzato con l’obiettivo preciso di smentire l’idea di museo come luogo polveroso e immutabile deputato soltanto alla conservazione per privilegiarne invece una natura dinamica e innovativa, un posto dove respirare e vivere l’arte senza esserne oppressi o soffocati. Mag è il magazine ideale per sostenere questa ambizione e raccontare le esperienze divertenti e innovative che questo luogo si appresta a farci vivere. Alla redazione, ai grafici e a quanti lavorano per il nostro nuovo mensile auguro dunque buon lavoro e un anno pieno di soddisfazioni, ai lettori un saluto cordiale e un appuntamento fin da subito al Marca con la mostra di Perino & Vele e le tante serate all’insegna dello spettacolo. Wanda Ferro (Presidente della Provincia di Catanzaro)


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Direttore Responsabile Arnaldo Bianco Direttore Editoriale Paolo Tocci (tocci@magweb.it) Production Manager & PR Luigi Florimo (florimo@magweb.it) Capo redattore Mattia Marzo (marzo@magweb.it) In redazione: Antonella Caroleo, Laura Caroleo, Carlotta Ceniti, Maria Giulia Lamanna, Luca La Rosa, Matteo Sainato Columnist: Cesare Aiello, Danilo Belcamino,Vittoria Deffenu, Antonio Libonati, Carmen C. Sorbara, Eddie Suraci Redazione (redazione@magweb.it) MARKETING DIRECTOR & PUBBLICITA’

Luigi Florimo (florimo@magweb.it) Antonio Severino (severino@magweb.it) Progetto Grafico Loop (www.loopdesign.info) Edizioni Mag Editing S.n.c. www.magweb.it Redazione e Amministrazione: Via Alessi di Turio, 10 88100 Catanzaro (IT) Mag: copyright © 2006 Mag Editing S.n.c. Registrazione Del Tribunale Di Catanzaro N° 183 In Data 16/06/2006 Special Thanks Claudio Battaglia, Paola Bianco, Gianfranco Bubba, Geist Agency, Anna Greco, Veronica Carmen Massa, Nunzio Minniti, Hungry promotion, Vitaliano Parrella, Veronica Massa, Alessandro (Ale P) Piras,Vittorio Poggi, Melissa Taylored communication, Francesco Zinzi.

In collaborazione con MARCA -museo delle arti CatanzaroStampa Rubbettino Soveria Mannelli Catanzaro

con il patrocinio della Regione Calabria

Abbonamenti: Mag Editing S.n.c. www.magweb.it/abbonati.pdf abbonamenti@magweb.it

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MAG NUMERO 13, DICEMBRE 08-GENNAIO 09

www.magweb.it - myspace.com/magonmyspace

SOMMARIO

ARTE

INTERVIEW

GAISER>42 di Veronica Massa

ZOOM

Perino & Vele>26 di Mattia Marzo

MAUIKAI>40 TENDENZE

Sguardi ritratti>20 di Mattia Marzo

di Carmen C. “Leva57” Sorbara

LUCE CENTRALE ELETTRICA>48 di Laura Caroleo

Skate Reeson>10 di Vittoria Deffenu

ALTRE RUBRICHE

MUSICA:52 LIBRI:56 CINEMA:58 CALENDARIO:60 In copertina: Perino & Vele, ”Big archives”, 2002


TENDENZE Speciale

a cura di Vittoria Deffenu

SKATE REESON, FROM SARDEGNA Questo mese vi presentiamo Reeson, brand nato nel 2005 dall’idea di Luca Rizzotto e Simone Damiani, due ragazzi di Sassari, Sardegna, che grazie alla loro creatività, alla passione per lo skateboard e ad una

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maturata professionalità portano alla ribalta la scena sarda dello skate all’interno del contesto nazionale ed europeo. Coprono a 360° il mondo degli skaters, sia con le loro collezioni (t-shirt, felpe, accessori), che

Nella foto: Enrico Carta


con una nuova serie di tavole utilizzate sopratutto dal loro team di giovani skaters che partecipano a numerosi contest con ottimi risultati. Partiamo dalle origini, quando e come è nata Reeson? «Reeson nasce dalla nostra passione per lo skateboarding e dalla voglia di creare qualcosa di nuovo e unicamente nostro. Io (Luca - n.d.r) mi occupo dell’area commerciale, affinchè la distribuzione Reeson sia costantemente in espansione. Simone invece cura la parte grafica, è anche un attivo fotografo della company. Le grafiche nascono da entrambe le teste; poi insieme prendiamo le varie decisioni». La vostra sede è in Sardegna. Vivere su un isola crea delle difficoltà? Come le affrontate? «La nostra posizione geografica ci comporta degli svantaggi solo a livello organizzativo ed economico. Per le prime ci dobbiamo organizzare con più largo anticipo anche perché gli spostamenti avvengono tutti in aereo. A livello economico le compagnie low cost ci fanno risparmiare parecchio. Nonostante tutto il vantaggio di vivere in Sardegna è evidente, ci si può prendere delle pause dal lavoro spostandosi in macchina per andare in posti meravigliosi dai quali traiamo anche enorme spunto!». Risulta evidente quanto per voi sia importante la qualità del prodotto più che la mera vendita a tutti i costi. La produzione delle tavole avviene negli Stati Uniti, raccontaci. «L’idea degli States è nata seguendo la produzione delle tavole, sia per come rifiniscono gli shapes, sia il modo in cui vengono incollati i vari strati. Abbiamo fatto testare le tavole agli skaters, il risultato è stato che queste tavole hanno un ottima Nelle due foto sopra Giulio Pala


resa anche dopo un mese! Siamo arrivati alla quarta produzione più una limited edition. La produzione è sempre affidata alla stessa fabbrica, il che rende il nostro prodotto unico e affidabile. Per quanto riguarda il tessile, la produzione è Europea. La fabbrica che produce le nostre tshirt è leader nel settore. Le maglie sono 100% cotone morbidissimo, i modelli sono disegnati da Reeson sia nelle forme che nelle grafiche. Fondamentale per noi è incontrare personalmente i venditori per presentare il prodotto, è un aspetto a cui teniamo molto e ci piace farlo». Fate anche promozione on line? «Sul nostro sito troverete il catalogo dei nostri prodotti, tutte le news sul nostro team di skaters che partecipa ai vari contest sparsi per il continente. Abbiamo lanciato anche un nuovo progetto musicale “Electric division”, è una sezione dedicata alle band rock indipendenti, www.myspace.com/reesonelectricdivision». Se qualcuno volesse lavorare con il vostro brand? «Al momento stiamo espandendo la rete vendita e siamo alla ricerca di nuovi agenti da inserire nell’organico. In vista delle prossime stagioni spring/summer 2009 - spring/summer 2010 e fall/winter 2009, cerchiamo in tutta Italia agenti da inserire nella nostra rete di vendita in zone ancora scoperte. Si richiede un minimo di competenza nello skateboarding e nell’abbigliamento. Naturalmente si deve aver già avuto esperienze nel settore boardsport. Gli interessati possono inviare la propria candidatura e C.V. a: info@reesonproject.com». www.reesonproject.com mag 12



TENDENZE

a cura di Carlotta Ceniti

Mimì factory

Ida Ruggiero, classe 1982, napoletana verace, laureata in psicologia, ha ideato il brand “Mimì factory”. Un misto tra urban e vintage rivisitato e stravolto, uno stile che ha riscosso un notevole successo! Dalla psicologia alla moda, raccontaci il cambio di rotta! «Credo di avere la moda nel dna. Mia madre è sarta di abiti da sposa e fin da piccola sono sempre stata affascinata da questo mondo. La passione e la voglia di fare mi hanno portata a ideare “Mimì factory”. Sono autodidatta e mi sono data da fare per inseguire il mio sogno!». Qual è l’idea di fondo della tua collezione? «L’unicità e la cretività, ovvero indossare un capo che ci rappresenti totalmente. Il nome, Mimì, nasce dalla parola “mio” ripetuto due volte e sta a indicare qualcosa che posseggo io e solo io». La tua collezione è eccentrica e stravagante. Da dove prendi spunto? «L’ispirazione nasce da una continua idea di innovazione. Comincio a cucire e spesso le idee affiorano da sole. La mia passione è stravolgere e modificare, magari trasformare una t-shirt in un pantalone e viceversa in una continua ricerca di non banalità». Il tuo nome sta girando molto. Oltre all’attenzione di riviste del settore, come “Giungla”, hai partecipato al “Perugia fashion week” con ottimo riscontro della critica, e hai stretto una collaborazione con la cantante Meg! «Ho incontrato Meg tramite myspace, le sono piaciute le mie creazioni e le ha indossate all’Mtv day 2007 e continua a indossarle nelle sue performance live. Inoltre nel 2008 sono stata ospite al programma “Mtv your noise” per la creazione istantanea di un capo di abbigliamento». www.myspace.com/mimifactory mag 14



TENDENZE a cura di Veronica Massa

Non solo foto... La Lomo coglie emozioni: immagini sfocate, decentrate, insensate e bizzarre. La lomografia nasce nel ’91, si idea dello studente Matthias Fiegl che scova un’arrugginita macchina fotografica russa in un mercatino, e la comincia ad esibire nelle affollate feste della vita universitaria viennese. Tappezza le mura di casa di foto scattate senza guardare nell’ obiettivo, documenti un pò confusi di un party, una cena o una storia d’ amore. Gli amici ne sono entusiasti: da qui “scatta” la lomo mania! www.lomography.com

HULGER Phones Quando la tecnologia fa un passo avanti, accingendo dal vintage, ecco spuntare una cornetta rosa dalla borsetta di una ragazza. Basta girare per strada parlando da soli! Hulger prende il posto degli auricolari ed è subito moda. Grazie a “Y cable” puoi collegare il tuo Hulger al pc per fare telefonate con i servizi internet voip come Skipe e nella confezione sono inclusi anche una serie di riduttori per i cellulari più comuni. Attualmente disponibile in 3modelli: P-phone, Penelope, Pip;gli Hulger riducono del 95% l’esposizione alle radiazioni dei cellulari. www.hulger.com

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5 PREVIEW Tutto fa comunicazione, anche una t-shirt. Cavalca l’onda “5 Preview”, linea italo-svedese, richiestissima nei più importanti avangarde-shop d’Europa. L’immagine appare sovversiva, forse per via del passamontagna politically scorrect utilizzato nella campagna pubblicitaria, e sovvertita per via delle stampe al contrario, così che viene spontaneo chiedersi se siano tutte dichiarazioni di guerra al circuito produttivo della moda. Andando a fondo, ci si rende conto che si tratta di pura ricerca di dettagli di stile. Com’è nato il progetto 5 preview? «Nel gennaio 2008, per gioco. È diventato realtà grazie all’aiuto dei social network». Da cosa nascono le vostre grafiche? «Le grafiche citano loghi o immagini famose, la stampa è housemade, rigorosamente in Italy! Le fonti d’ispirazione sono piuttosto semplici: giornali, manifesti e souvenir, per un risultato alternativo con un riscontro più che popolare». Avete mai effettuato collaborazioni con altri designer o ce ne sono in programma? «Abbiamo collaborato con una coppia di artisti romani “Skuro m”, “Skuro r”, concretizzatasi in una serie di outfit in edizione super limitata. Nell’immediato futuro ne effettueremo una con il brand svedese “Weekday” dell’ art director Orjan Andersson di “Cheap monday”». Pensate di ampliare la linea inserendo capi differenti oltre alle t-shirt? «Ci saranno delle sorprese! Nel frattempo da gennaio si aggiungeranno borse, hoodie, e una liena di “jewls” in limeted edition». www.5preview.blogspot.com


Il primo”concept” a Napoli “Drop concept shop” apre l’8 dicembre. Per l’opening party tanti ospiti d’eccezione, Emix e D Lewis dj set, Pintaycolorea vj set e un’esposizione delle opere della giovane artista Michela Riba. Drop, come gocce di tutto ciò che fa tendenza. In un mini spazio, il primo concept del sud Italia, per soddisfare anche il pubblico napoletano più stiloso! Dall’abbigliamento al design, a prezzi cheap, e tante rapide soluzioni di stile per ragazzi e ragazze. In concomitanza si festeggerà l’arrivo di Mag (agazine) in campania, distribuito gratuitamente nello shop. Per l’inverno 08/09 sono stati scelti vari brand dal gusto minimal-concettuale e linee sperimentali innovative e colorate ispirate all’electro-style. Prodotti personalizzati, che definiscono uno stile netto, ma individuano uno studio ricercato. Un piccolo spazio eclettico di comunicazione in cui prende forma l’estro di stilisti, grafici, creativi ed artisti. Drop appare come un luogo estetico sperimentale, centro attivo, fulcro di nuovi look, e mode. Sede di incontri d’arte, musica e in cui la fashion designer titolare dello shop segue i propri clienti da personal stylist: “Vorrei che drop fosse come una cabina armadio, in cui entrare e trovare sempre nuove soluzioni”. L’essenzialità del total white, contrapposto a calde macchie di colore,comfort privato in un luogo aperto al pubblico. www.dropconceptshop.com www.myspace.com/dropconceptshop mag 18


Mag arriva in Sardegna... Passando da Cagliari, è impossibile non fermarsi in via Garibaldi, in pieno centro storico, dove ormai da ben sette anni, Laboratorio follevolo, un negozio d’ abbigliamento da uomo, fa la differenza. Non è solo un luogo dove acquistare capi e accessori, ma un punto d’incontro, in cui la moda e la ricerca di stile si fondono con mostre, installazioni d’ arte, fotografia, libri, musica e dj set. Sul bancone, una consolle, che ha visto susseguirsi molti dj ad intrattenere la clientela. Abbiamo intervistato Leandro, 33 anni, il proprietario:

Lo stile che detti nel tuo shop, quanto ha influenzato il look dei ragazzi di Cagliari? «Abbiamo proposto dei capi nel corso degli anni,e molto spesso sono stati apprezzati». Come definiresti il tuo negozio? «Semplice e propositivo». Quali sono le evoluzioni e i cambiamenti che hai apportato in questi anni? «In fondo, pochi o nessuno a seconda dei punti di vista». Quanto ti rispecchi nello stile del tuo shop, quanto indossi di ciò che acquisti e quanto il tuo look personale quotidiano incide sui tuoi acquirenti? «Ho sempre considerato Laboratorio “un porto di mare” dove tante persone sono passate e hanno lasciato qualcosa di importante».

Un magazine free press come Mag, quanto può contare sulle richieste e sullo stile dei tuoi clienti? «Aspetto di vederlo e poi vi dirò..». Cosa non può mancare nell’armadio di un ragazzo in quest’inverno 08/09, e una breve anticipazione di ciò che sarà indispensabile per la prossima estate. «Sia per l’inverno come per l’estate grande curiosità per tutto quello che può succederci!».


ZOOM a cura di Mattia Marzo

Sguardi ritratti Foto di Eolo Perfido Le sue immagini sono la prova di una continua ricerca tra ritratti, sguardi e persone, in chiave di sperimentazione digitale. E pensare che si è scoperto fotografo quasi per caso e solo dopo ha appreso la tecnica (analogica e digitale) da autodidatta! Vive e lavora a Roma da quando ha 28 anni, dopo aver vissuto in diversi paesi come gli Stati Uniti, la Svizzera, l’Inghilterra e la Francia, dove è nato (Cognac) nel 1972 da madre italiana e padre francese. Lui è un affermato fotografo di fama internazionale che lavora per le più grandi e importanti aziende del mondo. Il suo nome? Eolo Perfido. Info: www.eoloperfido.com mag 20



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ARTE

PERINO & VELE

di Mattia Marzo

Il Marca, museo delle arti di Catanzaro, inaugurato nel marzo scorso, riprende la sua attivitĂ espositiva con i lavori di Perino & Vele. mag 26


Pagina precedente: Perino & Vele, “Cappotto 500” 1997/99, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli. Sotto: Perino & Vele, “da Porton Down” 2006, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli.

Dopo un apertura col botto, il Marca prosegue il suo cammino nell’arte contemporanea e nei nuovi linguaggi, questa volta, presentando “Sottovuoto”, una personale di due giovani artisti. Emiliano Perino (New York - 1973) e Luca Vele (Rotondi, AV - 1975) hanno ragionato su un modo nuovo e del tutto unico di produrre arte. I materiali usati (cartapesta, ferro zincato, vetroresina, gomma) diventano il tramite per far conoscere la loro filosofia, che vede le forme del quotidiano trasformate in altro, così da creare un universo parallelo e contaminato fatto di allusioni enigmatiche dove la forma assume una sua autonomia rispetto alla rappresentazione. Come scrive in catalogo Alberto Fiz, curatore della mostra, «Perino & Vele visualizzano la pelle delle cose nell’ambito di opere plastiche che

contengono al loro interno vuoti incontenibili che modificano il piano percettivo intendendo la ricerca come luogo mentale ancora prima che fisico». L’esposizione è una selezione di oltre 20 idee tra sculture, installazioni, disegni e progetti realizzati negli ultimi dieci anni con una serie di nuovi lavori del 2008 proposti in anteprima. Perino e Vele sviluppano la componente paradossale dell’esperienza plastica ponendosi in relazione con una monumentalità apparente che passa attraverso materiali leggerissimi di provenienza effimera come la carta triturata dei giornali colorati (Il Mattino, La Gazzetta dello Sport, Il Sole 24 Ore, Italia Oggi) che non vogliono simulare il bronzo o il marmo, ma li sostituiscono in un ribaltamento linguistico che sottopone l’oggetto ad una sua verifica permanente.


Perino e Vele creano sculture, disegni e installazioni in cartapesta ricavata dai fogli dei quotidiani, pazientemente suddivisi per colore della carta e tipo di inchiostro. Usano questo materiale povero, destinato al macero, con raffinata attenzione alle sue potenzialità cromatiche e plastiche, talvolta accostandolo al ferro arrugginito o zincato, altre volte sovrapponendovi un reticolo geometrico. Lavorano insieme dal 1994, e seguono un percorso di ricerca e di affascinanti stimoli dell’immaginario del pubblico che viene a contatto con i loro lavori. Hanno esordito all’ottava biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo nel 1997. Nel 1999, invece, hanno esposto alla quarantottesima biennale di Venezia, oltre ad aver collezionato numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Nelle opere degli ultimi anni, è evidente l’effetto di forte contrasto tra la parvenza delle forme morbide e la durezza rigida del ferro in composizioni che rielaborano le regole dell’arte concettuale. In questo senso è significativa l’opera “Big archives” (2002), composta da 25 cassette in ferro zincato e cartapesta proveniente dalla collezione del Mart di Trento e Rovereto. In altre circostanze è il ferro zincato a prendere il sopravvento, come nel caso del lavoro del 2007, collocato all’interno del Marca con una struttura architettonica che ricorda un’edicola di giornali con la serranda abbassata evocando, guarda caso, quei giornali che i due artisti sminuzzano e triturano per realizzare le loro sculture. Non manca, poi, una riflessione di carattere sociale e politico, come si evidenzia da “Porton down” (2005), l’installazione che fa riferimento al maggiore

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centro di ricerca militare del Regno Unito dove, nel 1949, venne costruita una speciale fattoria per allevare animali destinati ad atroci sperimentazioni. L’apparente levità dell’opera con la pelle dell’asino collocata accanto ad una stufa, contiene una carica di forte drammaticità in un’elaborazione che altera l’assunto giocoso e ironico di partenza. La rassegna si sviluppa anche al di fuori del museo coinvolgendo la città in un’estensione del percorso espositivo. In piazza Nicholas Green, al centro di Catanzaro, è esposta “Alf ” (2005), acronimo di “animal liberation front”, un’installazione di oltre sei metri che crea un senso di totale precarietà con un cammello-cavia appeso in alto ad un piccolo mezzo di trasporto per carichi industriali, quasi fosse un’affissione pubblicitaria. L’esposizione è accompagnata da un ampio catalogo monografico edito da Electa in italiano e inglese, introdotta da un saggio di Alberto Fiz con oltre 100 immagini in un racconto visivo che attraversa tutta la ricerca di Perino & Vele. Dal 21 dicembre al 19 aprile, Marca, via Alessandro Turco, 10, Catanzaro.


Perino & Vele, “Senza titolo (Porton Down)� 2005, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli; galleria Alberto Peola, Torino


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Pagina precedente: Perino & Vele, “Alf”, 2005, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli.

Sopra: Perino & Vele,“Porton Down”, 2005, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli; galleria Alberto Peola, Torino. A sinistra: Perino & Vele,“Porton Down”, 2005, courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli; galleria Alberto Peola, Torino.


ARTE

UNIVERSI GEOMETRICI di Laura Caroleo

Marchigiano, nato nel 1926, Arnaldo Pomodoro è fra gli scultori di maggiore influenza mondiale. Laureatosi in architettura comincia a lavorare l’argento e l’oro, pezzi astratti di oreficeria, che getteranno le basi per una nuova scultura non convenzionale. Trasferitosi nel 1954 a Milano, frequentando l’ambiente artistico di Brera, ha la possibilità di confrontarsi con artisti quali Lucio Fontana, Enrigo Baj, Umberto Milan e di esporre le sue prime opere in Italia e all’estero. Agli inizi degli anni ‘60 con Fontana, e altri, aderisce al gruppo “Continuità” indirizzato alla ricerca astratta e informale. Comincia ad adoperare ferro, cemento, stagno, piombo e bronzo e proprio quest’ultimo diverrà la sua materia principale. Materiali inediti che testimoniano la ricerca di Pomodoro di sperimentare nuovi mezzi formali ed espressivi. Negli anni ‘70 passa dal rilievo alla complessità spaziale-materica della forma a tutto tondo, e dall’influenza dell’action painting di Pollok, scaturisce una pulsione distruttiva della perfezione. La sua scultura è caratterizzata da un “esprit dé géometrie”: forme ridotte all’essenzialità volumetrica della sfera, del cilindro, del cubo e di altri solidi euclidei. È impossibile elencare la produzione di questo grande artista, ammirare le sue opere sparse in tutto il mondo, in forma pubblica e privata, contenute o imponenti, è l’unico modo per carpirne il suo genio. mag 32


ARTE


Pagina 30: Arnaldo Pomodoro, “Giroscopio”, 1986-1987 Pagina precedente: Arnaldo Pomodoro, montaggio del grande portale Sopra: Arnaldo Pomodoro, “Stelle I, II, III, IV”, 1997-2000

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--------------------------------------------------------------------------------------LA MOSTRA

--------------------------------------------------------------------------------------Arnaldo Pomodoro. Grandi Opere 1972-2008

Una mostra dedicata a quindici “grandi opere”, di cui alcune inedite, di Arnaldo Pomodoro, dal 1972 al 2008, un percorso che racconta un capitolo essenziale del suo lavoro. Così la fondazione rivolge per la prima volta lo sguardo su alcune delle creazioni plastiche dello scultore che mettono in evidenza numerosi aspetti della sua singolare produzione. Affrontare la grande dimensione nell’opera, soprattutto quando si scelgono materiali duraturi come il ferro corten o ancor più il bronzo, mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa, comporta l’adozione di sistemi di preparazione e modellazioni assai particolari, tali da innalzare Pomodoro al vertice di massima rappresentanza dell’intero movimento italiano. Chiude il 22 marzo, fondazione Arnaldo Pomodoro, via Andrea Solari 35, Milano. Info: 0289075261, www.fondazionearnaldopomodoro.it.

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ARTE

PENNARELLI

IMPAZZITI di Mattia Marzo

Giulio Cangiano, in arte Kanjano, è nato a Catania nel 1980 dove ha vissuto fino al 2004. Laureato in filosofia, con una tesi in estetica su “Gli ultimi giorni di Pompeo” (di Andrea Pazienza) è stato redattore, giornalista e fumettista, della testata indipendente “Erroneo”, dove «Ho imparato il gusto per la satira, l’amore per la controinformazione e per la “verità”». Dal 2001 ha concentrato l’attenzione, in maniera metodica, su tavole a fumetti e vignette, collaborando con numerose testate online e non. «Ho sempre “sentito”» ci racconta Giulio «la questione civile e politica, ed ho sempre modestamente cercato di dire la mia. Ai pennarelli ho affidato il compito di urlare che “il Re è nudo”, essendo io un inguaribile vigliacco». Dopo aver lavorato per alcune agenzie pubblicitarie catanesi dove si è fatto le ossa sugli strumenti (digitali e analogici) ha vissuto un anno in Germania che è stato «Una sorta di esilio volontario» come ci racconta «ed anche lì la mia matita ha prestato servizio per le cause più disparate, dalla musica all’Adv». Oggi è un affermato illustratore, grafico e web designer, mag 36

da tre anni vive e lavora a Roma dove è entrato in contatto con il mondo della moda. «Fortunatamente - continua Kanjano - lo spirito antagonista è sopravvissuto a tutto questo grazie ad una provvidenziale telefonata ricevuta dagli amici di Pizzino - intelligente e violento poster magazine palermitano - che erano stati cooptati da Sergio Staino (il papà di Bobo, vignettista storico de L’Unità), intenzionato a mettere su un giornale satirico nazionale come non se ne vedevano dai tempi di Cuo-re». Dall’idea al fatto compiuto il passo è stato breve. Ad aprile nasceva Emme. Ad oltre un anno di distanza Emme (r)esiste ancora avvolto nell’edizione del lunedì de L’Unità: progetto forte e ben congegnato nonostante le (o grazie alle) distanze dei suoi autori. Collateralmente, fa parte di un collettivo musicale, il sicilian Av project, e si esibisce dal vivo a suon di pennarelli «Pur continuando - conclude - a preferire la mia solinga scrivania ad un palcoscenico». www.kanjano.org



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Mauikai di Carmen C. “Leva57” Sorbara

Mauikai, di origini cubane e residente a Miami, è emcee, poetessa, ballerina, attrice, scrittrice, attivista, sognatrice… Chi più ne ha, più ne metta! Ha dedicato i suoi 24 anni all’arte applicata in generale e da cinque appartiene alla scena hip hop indipendente. L’hip hop è la ragione per la quale si sveglia ogni mattina e si ritiene davvero fortunata nell’essere talentuosa in così tanti campi e di riuscire a utilizzare e a veicolare la voce come mezzo espressivo della propria personalità. mag 40


INTERVIEW BLACK Durante gli ultimi tre mesi sei stata in tour in giro per l’Europa. So che è stata la tua prima esperienza nel nostro continente, quali sono state le tue impressioni. «Ho davvero amato la mia prima esperienza in Europa. Non pensate che sia esagerata, ma mi era stato detto: tutti là parlano inglese! Ma non è assolutamente vero. La difficoltà linguistica è una delle poche cose che mi hanno spiazzata, in paesi come la Repubblica Ceca purtroppo non riuscivo nemmeno ad ordinare qualcosa da mangiare a causa dei menu scritti unicamente in lingua ceca. È andata molto meglio in paesi come la Francia o la Svizzera. Ho apprezzato la cultura, l’architettura e la storia dei paesi che ho visitato. Non parliamo dello stile di vita e delle delizie che ho potuto provare a Barcellona! A Nantes mi son trovata benissimo, ho conosciuto molti artisti: Dajla, Benji Blow, Djoss e una band, i Tribeqa. A Losanna ho collaborato con le migliori band funk del luogo come The Fabulous Schublig Band e con molti producersip hop: TigerLily, Bfg, Squid, Sisma, Grand Papa Tra, Willy Sunshine e Wikaman. Mi spiace non aver visitato Parigi, Londra o Milano, ma tre mesi sono relativamente pochi per assaporare tutto lo splendore europeo. Chissà che non abbia occasione di vivere nuove esperienze durante il tour che mi farà tornare in Europa a marzo 2009». Cosa mi racconti dell’“Hip hop Kemp”, famoso raduno che ha luogo ogni anno, ad Agosto, in Repubblica Ceca? «Da dove cominciare? Circa due anni fa ho conosciuto Yarah Bravo, una ragazza sorprendente e talentuosa durante un suo show con il collettivo One self, a Miami. Sono rimasta immediatamente infatuata dall’idea di lavorare oltreoceano e dal loro

entusiasmo per quanto riguardava l’hip hop Kemp. Durante quei giorni ho scoperto una scena di ragazze sorprendenti come Eternia, Chela Simone, Shani D, Miss Flint… e ho condiviso il palco con le mie amiche Yarah Bravo, Stacy Epps, Desdamona, Invincible, Bahamadia e la leggendaria Roxanne Shanté». E cosa mi dici del “We B*Girls”? «Il We B*Girls è stata un’estensione dell’hip hop Kemp. Là ho ritrovato Eternia, Stacy Epps e tutte le altre incluse in una fenomenale line-up tutta al femminile. Durante la serata si poteva davvero percepire tutta l’energia e l’amore verso l’hip hop». Hai qualche aneddoto da condividere con i lettori di Mag? «Avevo programmato di andare a mare con mia cugina Nessa il primo giorno che son arrivata a Barcellona ma per vari motivi non ci siamo riuscite. Il secondo giorno, nonostante non avessimo portato l’occorrente e dei vestiti di ricambio, abbiamo deciso ugualmente di rischiare e ci siamo spogliate completamente e immerse nel mare gelato! È stata un’avventura inaspettata, abbiamo riso per ore ma… missione compiuta!». Dopo il tour europeo possiamo trovare su youtube o sul tuo myspace molti video. Qual è la tua idea di “comunicazione”? «Non credo sia mai esistita un’epoca migliore per un artista indipendente. Adesso possiamo comunicare con gente che abita dall’altra parte del pianeta e solo pochi anni fa tutto ciò sarebbe rimasto solo un sogno. Non per citarlo, ma skype sponsorizzerà il mio prossimo tour proprio in virtù del fatto che l’ho usato in maniera utile e intelligente. Sul mio myspace potete trovare i miei video, i pezzi da ascoltare e tante fotografie». www.myspace.com/mauikai


GAISER

di Veronica Massa

Mai come in questo momento, le quotazioni della Minus, l’etichetta portabandiera del suono elettronico minimale fondata da Richie Hawtin, sono alle stelle. Il 31 ottobre sono stati a Roma per festeggiare i primi 10 anni della label. Mag ha intervistato Gaiser.

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INTERVIEW ELETTRONICA


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Il tuo nuovo album è appena uscito su Minus! Da quanto tempo ci stavi lavorando e quali i sono i tuoi prossimi progetti? «Alcune delle idee per l’album sono nate nei miei live set alla fine dell’anno scorso, ma la maggior parte dei pezzi è stata creata tra gennaio e febbraio 2008. Penso che un’album dovrebbe essere ascoltato dall’inizio alla fine, non si dovrebbe solo scegliere una traccia, dimenticando tutto il resto. Allora ho voluto creare un album, in cui tutte le tracce vanno sentite insieme, senza notare il cambi netti. Per questo motivo, la versione in cd e’ stata creata nello stesso modo in cui approccerei un mio live set, formando un viaggio che scorre tra alti e bassi in un modo naturale. Per me le migliore idee sono quelle che nascono naturalmente, quindi non ho studiato un piano per forzarlo. Sono semplicemente entrato nello studio e ho seguito qualsiasi cosa sentissi in quel momento». Perche hai deciso di voler essere un producer? «Sono cresciuto studiando percussione con la sinfonia durante i miei anni di scuola. Ascoltavo anche molta musica punk rock e suonavo la batteria in un paio di gruppi fino alla metà dei miei anni da teenager. Mi ero un pò annoiato con la solita struttura di un gruppo ed il limite di suonare solo con chitarra, basso e batteria. Puoi metterci degli effetti sopra, ma alla fine le possibilità sono limitate. Una delle caratteristiche principali che mi interessa nella musica elettronica, è quella di creare nuovi suoni. Questo è uno dei motivi per cui ho messo su uno studio, e ho iniziato a sperimentare con lo sviluppo del suono. Ce ne sono talmente tanti che non sono stati ancora creati, credo sia giusto non fossilizzarsi, bensì sperimentare».


Si dice che il mercato del vinile sia in crisi con l’arrivo dei software come “traktor” e “ableton live”. Molti artisti non usano più il vinile, limitandosi all’acquisto di musica on line, cosa ne pensi? «Per me, il vinile è molto nostalgico, e nulla può contro il sentimento del vinile, però è in un formato molto limitante. L’era digitale e della dematerializzazione ha molti aspetti positivi ed ovviamente, come in qualsiasi cosa, ci sono anche quelli negativi. Sono cosi curioso come tutti del resto di vedere cosa ci porterà il futuro!» Sono ormai quattro anni che collabori con la Minus! Che mi dici a proposito di questo? «È stato completamente magnifico! Sono veramente fortunato ad avere il sostegno di simili amici». Guardando il calendario delle tue gigs sei piuttosto impegnato, come è la tua vita al di fuori della musica? «Ad essere sincero, non ho mai molto tempo al di fuori della musica. Farò una pausa durante un tour tra gennaio e febbraio, dedicandomi allo snowboard. Ancora non sono sicuro esattamente della destinazione, ma vorrei perdermi su una montagna per due settimane! A parte questo, passerò il resto del tempo in studio. Sono sempre più produttivo durante l’inverno». Per i 10 anni della label, Minus ha organizzato il tour “Contakt”. Che esperienza è stata? «Negli eventi Contakt, suoniamo tutti contemporaneamente! Abbiamo costruito un sistema dove tutti i live act sono a tempo

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con i dj, ognuno apporta il proprio suono a quello che esce dalle casse. È molto divertente suonare così, perchè lo spettacolo risulta estremamente spontaneo». A gennaio inizierà il tour di Mag nei club e tu sarai sicuramente uno dei protagonisti! Che pensi della scena clubbing in Italia? «Mi diverto sempre un sacco a suonare in Italia. Il pubblico è entusiasta e positivo, questo può solo creare una grande atmosfera». Che ne pensi del problema droga? Quanto pensi che i club abbiamo influito sul dilagare di questo fenomeno? «Penso che il problema droga esista a prescindere dai club. C’è gente che assume droga in qualsiasi circostanza, scuole, uffici, piazze. I club apparentemente incentivano questo fenomeno, ma in realtà il problema esiste e non si combatte chiudendo i club. La musica techno può essere ascoltata senza dover per forza ricorrere all’impiego di sostanze stupefacenti. Ci sono anche molti ragazzi che frequentano i club senza ricorrere ad esse, ma solo per il piacere di stare tutti insieme ascoltando buona musica».



LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA di Laura Caroleo

Ventiquattrenne, Vasco Brondi, emiliano, giovane cantautore, attento alla realtà, alle brutture e alle miserie del quotidiano, si è affermato con il suo primo album “Canzoni da spiaggia deturpate”. La strumentale punk rock e i testi sperimentali, creano un risultato unico nel suo genere. Il nome è più consono ad una band che ad un unico musicista, voluto di proposito per rievocare paesaggi urbani dove si consumano immaginarie lotte armate al bar, proteggendosi dai lacrimogeni, dalle piogge acide e dai gatti con l’Aids. Un’unica domanda: “Cosa racconteremo/ai figli che non avremo/di questi cazzo di anni zero?”. mag 48


INTERVIEW ROCK Cosa facevi prima di entrare a far parte del mondo dei cantautori? «Prima di intraprendere questa carriera ho fatto il cameriere in diversi posti, ma nel frattempo ho sempre suonato, è da più di dieci anni che lo faccio. Fare il musicista è diventato il mio principale mestiere solo un anno fa». Hai scelto un nome collettivo ma in realtà la tua è una one man band. Perché? «Il mio vero nome, Vasco, non significa nulla. “Le Luci della centrale elettrica” invece evoca un qualcosa. Un paesaggio in cui le canzoni prendono forma e si possono muovere liberamente, non vuole essere un’autobiografia, ma di sicuro la forza del mio progetto risiede nel nome che pur essendo lungo, e poco consono ad una one man band, lo sento mio». Senza la collaborazione di Giorgio Canali (chitarrista dei Pgr) saresti arrivato a questa musicalità? «Si, la musica è mia, l’ho creata io. Giorgio Canali mi è stato molto d’aiuto nel darle più movimento, è come se l’avessimo colorata. Dare colore alla musica senza stravolgerla. Il mio progetto iniziale gli era piaciuto molto, per questo ha deciso di lasciarlo tale, aggiungendo solo qualche suono. Prima io creavo la musica con la mia chitarra, che è l’unico strumento che so suonare. Ora invece le canzoni sono più complete». Sei stato paragonato a molti artisti italiani. A chi ti senti più vicino? «Non mi sento vicino a nessuno. Il mio è un progetto non ispirato da un “qualcuno”, ma dalla realtà che ci sta intorno, più dagli amici che dai musicisti, dalla città, dai suoi edifici, dalla quotidianità. Non mi sono mai ispirato ad alcun cantautore anche perché

non credo nella figura dell’idolo, non credo nell’icona rock». Il 24 ottobre hai partecipato ad una serata che ha riportato l’attenzione sull’uso dell’energia nucleare, “No nuke”, fortemente voluta dalle associazioni Terra madre e Slow food. A quale altra manifestazione parteciperesti? «Tendenzialmente parlando di musica la si associa all’arte e se guardata da un punto di vista più generico la si associa alla categoria dell’intrattenimento. Al contrario io cerco di andare contro questa convinzione. La musica ha ben altri scopi, dovrebbe lanciare messaggi e segnali profondi. Il fatto che io suoni e che mi sia calato nella realtà e non nel micro cosmo musicale, fa si che io possa quotidianamente fare un qualcosa». Blogger, cantautore e ora anche ufficialmente scrittore dopo l’uscita del tuo libro “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero?”. «Io ho sempre scritto, ma di certo non mi definirei un blogger infatti non amo molto internet. Nel mio libro però si trovano alcuni brani tratti dal blog. Sono un musicista e come tale ritengo che la musica sia parte integrante del mondo letterario». Il tuo modo di scrivere oserei chiamarlo sperimentale. I tuoi autori preferiti? «Potrebbe anche essere! Viviamo nell’epoca del palese della linearità più stolta, il fatto che io scriva in modo differente è dovuto al mio non razionalizzare di continuo. Evoco solo delle immagini, e le associo alle parole. Non scrivo né saggi né narrativa il mio vuole essere un altro tipo di scrittura. Sicuramente tra i miei autori preferiti metto Pier Vittorio Tondelli e Andrea Pazienza».


Il premio Tenco (migliore opera prima con “Canzoni da spiaggia deturpata”) te lo aspettavi? «Ricevere il premio Tenco mi è sembrato inverosimile, non me lo aspettavo, è arrivato dal nulla ed è stato strano. Mi ha stupito non solo la meritocrazia ma anche il fatto che si stia rinnovando». Proteggimi dai lacrimogeni e dalle canzoni inutili. Un tormentone radiofonico per te inutile? «Quelle da intrattenimento, dai ritornelli scontati. Fortunatamente non me ne viene in mente neanche una ora». “Sert”, “metadone”, “strafarsi”, parole che trovo ripetutamente nei tuoi testi. Ritieni normale che la droga sia diventata uno dei motori portanti della nostra società? «C’è sempre stata. Con i suoi momenti di picco e no, era sepolta, ma tra di noi. Ne scrivo perché esiste». La tua canzone “Nei garage a Milano nord” riecheggia la melodia indistinguibile di Rino Gaetano. «Non credo di aver avuto in testa Rino Gaetano in quel momento. La canzone è venuta da sola». Ti disturba che il tuo nome venga messo nel grande calderone “indie” che sforna di continuo nuovi gruppi-meteore? «No non mi disturba minimamente. A dirla tutta, negli ambienti di musica indipendente, vengo visto come un cantautore, dai cantautori come un fenomeno della nuova musica indipendente italiana». Contatti con qualche major? «Per ora non so, non ho tempo di pensare a nulla. Ho troppe cose a cui stare dietro». In questa società dove si pone in primo piano l’immagine, l’apparire, la finzione e l’individualismo tu dove ti collochi? «È complicato, non saprei. Bisogna prendere coscienza dell’individualismo dilagante. Siamo tutti soli dinnanzi a cose simili, ma non credo che questo ci renda un esercito di attori sociali. In ognuno di noi ci sono dei mondi più grandi, popolati e deserti. Oggi siamo tutti propensi al “si salvi chi può”, invece dovremmo solo trovare una soluzione per sopravvivere. Io vivo in mezzo alla gente ma ciò non toglie che abbia anche bisogno dei miei spazi». Prossimi progetti? «Per ora presentare l’album e il libro. Fino a f ebbraio non avrò un minuto libero». mag 50



MUSICA Dischi del mese di Cesare Aiello, Eddie Suraci, Paolo Tocci

ERYKAH BADU “New Amerykah Part One” (MOTOWN)

L’anima del soul e del blues afro americano in tutte le sue sfumature. Undici tracce da capolavoro queste dell’ultimo lavoro della “stella” Badu, ancora una volta impegnata in un disco e nella sua promozione a livello mondiale. Impossibile descrivere il sound, troppo unico e raro per il suo genere e inimitabile anche nella composizione. Ascoltare per credere! (M.M.)

Q-TIPE “The Renaissance” (UNIVERSAL MOTOWN)

Questo è quando il gusto del rap si lega indissolubilmente al suono della strada, e perchè no anche ad un buon campionatore. Secondo disco ufficiale di Q-Tip, all’anagrafe Jonathan Davis, e non delude le aspettative. Sue le rime e molti beat (10 delle 13 tracce totali). Anche qui i campioni sono di matrice jazz e soul con linea di basso e pianoforte in accoppiata ipnotica, e l’aggiunta di un campionamento vocale. Una certezza! (M.M.) mag 52

GOOD SHOES “Think Before You Speak” (BRILLE)

Album di debutto di una band che ha tutte le carte in regola per far parlare di sé. Esce nel marzo del 2007 dopo soli 19 giorni di registrazione a Malmo, in una Svezia ormai sempre più protagonista della scena indiependente europea. Le “scarpe buone” si presentano con un album dalle sonorità sempre piacevoli, spesso adolescenziali ma mai stancanti. Rhys & Steve vogliono fotografare futili amori, Morden (quartiere “natale” londinese del gruppo) sempre più degradato, e poi paure, insicurezze e una malinconia che esce chiaramente allo scoperto nelle ricercate, innovative e azzeccatissime soluzioni vocali. Le chitarre limpide e i ritmi altalenanti (nel senso ottimo del termine) fanno sì che pezzi come The photos on my wall o We are not the same si blocchino all’istante nella mente, e gli espedienti trovati dal Rickenbacker Bass di Joel Cox completano un suono altrimenti abbastanza scarno, creando così pezzi come Blue Eyes o Things to make and do che gettano le basi per una travolgente ondata new wave adolescenziale. Poco da dire invece dal punto di vista del live set. I Good Shoes si sono visti poco sul palco e soprattutto mai da headliner. Da sottolineare comunque la loro presenza al Pop Circus milanese dello scorso 5 Luglio dove si sono fatti sentire, applaudire e ballare al pari di gruppi come The Maccabees e The Rakes. Proprio su questo palco hanno presentato pezzi inediti che faranno parte dell’album in uscita nel Febbraio 2009. Aspettando con ansia l’album di conferma…



MUSICA Dischi del mese di Cesare Aiello, Eddie Suraci, Paolo Tocci

MATTHEW DEAR “Body language vol.7”

SVEN VATH “The sound of...9th season”

(GET PHYSICAL)

(COCOON)

Settima uscita per la raccolta “Body Language“ di Get physical. Selezionata e mixata da un genio della musica elettronica, questa compilation riflette l’essenza di un house music caratterizzata da suoni puri e organici e ritmi sincopati in quattro quarti, che non possono fare a meno di scaldare i dancefloor... Ascoltate e capirete! (P.T.)

Generalmente non amo recensire compilation mixate, ma di fronte al boss l’eccezione è più che lecita! Un viaggio attraverso tutti i dischi più ballati e ascoltati (lasciatemi aggiungere senza presenzione) anche da noi del DìBeat, in tutto il 2008, da Johnny D. a Mathew Johnson, da Dubfire a Sis... Un ottimo regalo di natale... Grazie Sven (C.A.)

VARIOUS ARTIST “The best of ten years” (DESSOUS) In occasione dei dieci anni di vita della Dessous records, out now una compilation celebrativa che raccoglie alcuni dei maggiori della label. Divenuta in questi anni una delle migliori etichette berlinesi, continua grazie all’influenza determinante del suo fondatore Steve Bug, a riscuotere grandi consensi nella scena underground. (P.T.)

AZUNI “City look” (STHLMAUDIO) Primo lavoro in assoluto per questo duo di Zurigo, direttamente per la Sthlm-audio. Si tratta di un prodotto destinato ai palati più fini della musica house.10 tracce e tutte di ottima stesura l’atmosfera ci richiama alla deep degli anni ‘90 con ottimi inserti vocal (per i nostalgici del passato)... Un ottimo esordio per questi due creativi esponenti della moderna club culture. (C.A.)

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SOVERATO San Nicola

(NUOVA COSTRUZIONE) A breve sarà realizzato un nuovo complesso: appartamenti con ingresso indipendente, grandi terrazzi, affaccio vista mare “unico“. Saranno realizzati con materiale e finiture di alto livello. Completano la proprietà giardino, terrazze e posti auto. Contatta il Nostro Ufficio per sapere il COSTO ed effettuare la tua PRENOTAZIONE.


LIBRI di Maria Giulia Lamanna

Poco più di niente COSIMO CALAMINI (GARZANTI, pp. 277, € 16,00) futuro prossimo. “Scommettere, anche senza possibilità di vittoria, significa sempre sperare”, questo è il vero filo conduttore della trama che vede Mosè, Enrico, Pedro e Vanni, alle prese con una vecchietta che nasconde un segreto o meglio un tesoro che per i ragazzi forse rappresenta la fine dei loro guai e nello stesso tempo scandaglia la loro vita. La tecnica di narrazione poi ci permette di conoscere la verità in ogni aspetto. Infatti ogni protagonista racconta la storia di volta in volta dal proprio punto di vista. Per chi cerca una morale in questo libro, qualcosa di palese certo non la troverà. I quattro amici sono quei ragazzi che dovevano essere la classe dirigente del domani o dell’oggi, che hanno studiato fino alla laurea a questo scopo e che si ritrovano nei call – center per fare qualcosa, o sfruttati alla giornata. Certo non hanno fatto il ’68 o altre guerre politiche, ma portano addosso i segni delle Opera prima del fiorentino Cosimo Calacattive abitudini di chi li ha preceduti che mini, vincitrice per la sezione narrativa del è sceso in piazza e poi ha preso le racpremio “Feudo di Maida”, il racconto è comandazioni per un lavoro statale e non divertente e frizzante e analizza con uno soddisfatto ha sempre fatto quello che stile nuovo la vita di quattro amici trentenpiù gli è piaciuto non pensando che quesni nella Firenze di oggi. La location stessa ti errori li avrebbe pagati il proprio figlio è quasi il simbolo dell’abisso generazioncome per un divino Deus ex machina ale che separa i genitori da questi ragazzi. della tragedia greca. Questi giovani non La città infatti è sempre stata considerata hanno fatto le rivoluzioni, ma con la loro come antro dei piccoli borghesi appagati speranza e la loro cialtroneria combated ecco invece una nuova Firenze con dei tono la battaglia della sopravvivenza quogiovani spaesati, senza né arte né parte tidiana insieme da amici. Forse questo è il afflitti da mille problemi o dubbi sul loro vero insegnamento! mag 56


Corporalmente corretto. Note di antropologia MICHELA FUSASCHI (MELTEMI, pp. 119, € 13,00)

Vincitore del premio “Feudo di Maida”, l’autore analizza la visione del corpo attraverso la società contemporanea. Se da un lato infatti sembra che il mondo si sia liberato da molti tabù e limitazioni morali, dall’altra il mostrarlo/celebrarlo, ha portato a renderlo protagonista di discussioni anche politiche e sociologiche che ne limitano l’utilizzo. Così l’accanimento terapeutico, l’eutanasia, la procreazione, diventano di pubblico dominio così come la chirurgia estetica o i metodi olistici per trovare l’armonia dal corpo. Tutto allora finisce per creare un appiattimento di modelli, una stereotipizzazione del corpo umano in cui l’unicità dell’individuo si perde nell’omologazione dei corpi. Dall’altra parte, nel mondo orientale il corpo viene utilizzato come mezzo di educazione e di disciplina, nonché come veicolo di punizione per chi non si conforma al “regime”. La narrazione avviene tramite la descrizione di flash e fotogrammi in modo scorrevole e lineare. Da leggere.

Né qui né altrove. Una notte a Bari GIANRICO CAROFIGLIO (LATERZA, pp. 176, € 10,00)

Gianrico Carofiglio torna in libreria con un romanzo diverso dalle letture a cui ha abituato i suoi lettori. Lasciati infatti i panni dell’avvocato, il libro diventa un inno a Bari. I ruoli si invertono e là dove la città dovrebbe fare da sfondo, diventa protagonista della storia ed i tre amici che si incontrano dopo vent’anni nel silenzio della notte, sono il pretesto per porgere un tributo alla città. «E tutto si era svolto in quella trama di strade squadrate e regolari nelle quali, in certi pomeriggi deserti d’estate». Si esula dal romanzo o dalla didascalia della città per sentirsi dentro al libro come se il presente ed il passato di quegli amici, i giochi che vengono narrati non sono solo i loro, ma del lettore stesso. Ed è qui che la storia di Bari diventa storia universale d’amicizia tra ragazzi che non sono più tali e la città sfuma diventando l’effervescente cornice di qualsiasi amicizia è Bari, ma potrebbe essere Catanzaro o Milano. Ottimo libro da leggere in poltrona nelle fredde sere di malinconia!


CINEMA di Antonio Libonati

La classe – Entres le murs DRAMMATICO, FRA, 128 MIN – UN FILM DI Laurent Cantet Il libro di Francois Begaudeau da cui il film è tratto ha divertito gli studenti e fatto arrabbiare i professori d’oltralpe. La Classe – Entres le murs, il film diretto da Laurent Cantet, che al libro si ispira, dopo aver vinto la palma d’oro al festival di Cannes, ha raggiunto i vertici dei box office europei. Sull’onda di questo straordinario successo il film è uscito in Italia con il suo carico di ironia generazionale proprio mentre la scuola italiana mostra il suo volto più incerto e vivace. La Classe racconta con genuino realismo il quotidiano di un professore nel tragicomico universo di una scuola parigina, che potrebbe anche essere una scuola di Roma, di Londra, di Amsterdam o di un’altra città europea. Narrato con grande ironia, tra l’altro senza sceneggiatura e attori professionisti, e con sole tre telecamere mobili, il film volge uno sguardo molto attento alla personalità, ai difetti, alle angosce, alle speranze e alle incertezze dei giovani, senza dimenticare temi anch’essi molto attuali quali la multirazzialità e la convivenza: un mondo difficile e complesso, ma anche divertente, ironico e intelligente, come la classe di questo bellissimo film. mag 58


Burn after reading

COMMEDIA, USA, 96 MIN, 2008 – UN FILM DI Joel & Ethtan Coen Dopo l’indimenticabile “Non è un paese per vecchi”, precedente ironica e disperata opera dei fratelli più geniali del cinema americano, i Coen decidono di volersi semplicemente divertire. E lo fanno ingaggiando una coppia niente male composta da George Clooney e Brad Pitt, collocata in un cast formidabile completato da attori come Tilda Swinton, John Malkovich, caratteristi eccezionali come Richard Jenkins o J.K. Simmons, per girare la “storia” di un ex agente della Cia che, mentre sta scrivendo le proprie memorie, perde il disco del computer. Il testo è allora trovato da due impiegati di una palestra che proveranno a monetizzarlo per permettersi un’operazione di chirurgia estetica. Tuttavia le cose si complicheranno parecchio e sfuggiranno al controllo di tutti, producendo una serie di esilaranti e oscuri incontri. Promosso a pieni voti. Non perdetelo.

Wall-E

ANIMAZIONE, USA, 97 MIN, 2008 – UN FILM DI Andrew Stanton Storia d’amore fra un robot che da 700 anni raccatta la spazzatura della nostra civiltà, e una robot nuovissima, che arriva in ricognizione dallo spazio, dove si sono rifugiati i resti di un’umanità ridotta ad uno stato di benessere larvale. Lui raccoglie cimeli culto della nostra epoca, fantasticando con l’unica videocassetta a disposizione (Hello Dolly! di Gene Kelly); lei lo trascinerà su un’astronave che ricorda quella di 2001 Odissea nello spazio. Fantascienza in puro stile Pixar. La scommessa esaltante risulta dal nuovo approccio al cartoon nel quale si mescolano, in una serie eccezionale di soluzioni grafiche, le tecniche del melodramma con quelle del manifesto ecologico, del musical, della citazione cinematografica e storica. La prima parte conquisterà i più piccoli, la seconda meraviglierà i più anziani. Wall-e può è già storia del cinema d’animazione.


CALENDARIO Tutti gli appuntamenti

CALABRIA FILM FESTIVAL

EVENTI

2/6 DICEMBRE CATANZARO

03 DICEMBRE Gianluca Grignani Teatro Morelli COSENZA

5/7 DICEMBRE Turandot Teatro Cilea REGGIO CALABRIA

13 DICEMBRE Gran galà di beneficenza

Auditorium Casalinuovo CATANZARO 19 DICEMBRE

Compagnia Donati Olesen

CULTURA

Teatro Soverato SOVERATO (CZ)

07/08 DICEMBRE ‘900 NAPOLETANO di Bruno Garofalo Teatro Garden RENDE (CS)

mag 60

Al via il secondo “Calabria film festival - cinema, ambiente e paesaggio”. Il cinema come luogo privilegiato per esplorare il territorio e la geografia emozionale, l’ambiente inteso anche ambiente dell’anima. In concorso 10 film provenienti dall’Iraq (l’opera dell’unica regista donna irachena, Shirin Jihani), dalla Francia (a firma dal grandissimo Jean Jacques Annaud) o dall’India.Tra le altre sezioni, una è incentrata sul concorso che premia il miglior documentario con oggetto le “aree protette della Calabria”. Il festival si aprirà il 2 dicembre con il concerto gratuito di Morgan, dei Bluvertigo, al teatro comunale, e si concluderà sabato 6 con la premiazione al teatro Politeama.

03 DICEMBRE Erin Bode quartet

05 DICEMBRE 05 DICEMBRE Antonello Venditti Patty Pravo Palasport CROTONE

Teatro Politeama CATANZARO

10 DICEMBRE Beppe Grillo

12/13 DICEMBRE

12/14 DICEMBRE

Museo Marca CATANZARO

Palacorvo CATANZARO

L’altro lato del letto Teatro Morelli COSENZA

Turandot

Teatro Politeama CATANZARO

13/14 DICEMBRE Hair - Teatro ventaglio smeraldo Teatro Cilea REGGIO CALABRIA

16 DICEMBRE Cenerentola Bucarest national opera ballet

19 DICEMBRE Proiezioni d’autunno

20 DICEMBRE 27 DICEMBRE Lamezia jazz fest Luca Bacchetti

COSENZA

5/8 DICEMBRE

Expo dello stretto Parco Pentimele REGGIO CALABRIA

Teatro Rendano COSENZA

18 /19 DICEMBRE

Lillipupa di Nicola Fano Teatro Garden RENDE (CS)

LAMEZIA TERME (CZ)

Dibeat crew Nomas club CATANZARO

11/12 DICEMBRE ‘900 NAPOLETANO di Bruno Garofalo Teatro Apollo CROTONE

17 DICEMBRE Storia letteratura psicologia Accademia belle arti REGGIO CALABRIA


VIA CHIARELLO, 34 - SOVERATO (CZ) info 349.4523689

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EVENTI

CALENDARIO Tutti gli appuntamenti 1 GENNAIO

Concerto di capodanno Teatro Politeama CATANZARO

7/8 GENNAIO Hair spray Teatro Morelli CROTONE

10/11 GENNAIO Carmen.. Una storia mediterranea Teatro Cilea REGGIO CALABRIA

2 GENNAIO

Concerto di Capodanno Teatro Rendano COSENZA

5 GENNAIO Confusion night Nomas club CATANZARO

10/11 GENNAIO Dove e quando

14/15 GENNAIO

14/15 GENNAIO

Teatro Politeama CATANZARO

Teatro Apollo CROTONE

16-18 GENNAIO Peccato che sia una sgualdrina

Teatro Apollo CROTONE

Portami tante rose

Teatro Politeama CATANZARO

Peccato che sia una sgualdrina

di Luigi Pirandello Teatro Rendano COSENZA

Di Cinzia Leone Teatro Politeama CATANZARO

24 GENNAIO Madre coraggio di Bertold Brecht Teatro Rendano COSENZA

27/28 GENNAIO

27/28 GENNAIO Madre coraggio

30/31 GENNAIO Miseria e nobiltĂ

Teatro Apollo CROTONE

Teatro Politeama CATANZARO

9/10 GENNAIO Miguel Angel Zotto - Tango

8/9 GENNAIO Gli ipocriti

22 GENNAIO 17 GENNAIO Pensaci Giacomo Outlet

Fiore di cactus

5/6 GENNAIO Il giorno della tartaruga

Di Bertold Brecht Teatro Politeama CATANZARO

Teatro di Soverato SOVERATO (CZ)

Teatro Cilea REGGIO CALABRIA

24/25 GENNAIO

Concerti sinfonici di M.J. Kovatchev Teatro Cilea REGGIO CALABRIA

Komiko production Teatro Cilea REGGIO CALABRIA

PER SEGNALARE UN APPUNTAMENTO SCRIVI A: info@magweb.it

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Mag lo trovi anche: FASHION STORES

LOUNGE / BAR

ARTE & MUSEI

RISTORANTI

CATANZARO Panarea Via Buccarelli, 45 / 79 Arcade Corso Mazzini, 41 Corso Mazzini ‘72 Corso Mazzini, 72 Giglio Via Buccarelli, 13

CATANZARO Garden bar Via Aldo Barbaro, 1/3 Moma Salita Corso Mazzini Z-One Piazzetta della Libertà Imperiale Corso Mazzini, 161

CATANZARO Politeama Via Jannoni, 1 Complesso S.Giovanni Piazza Garibaldi MARCA Via Alessandro Turco Officine teatrali Porto Rhoca (Squillace)

CATANZARO Casa delle culture Piazza Prefettura Porta Marina Corso Mazzini, 325 Mangianotte Via De Seta Francesco, 2 Antico pozzo Via M. Francesco, 1

Paktosh Via Poerio, 34

Mignon Corso Mazzini, 121

PUBS

LAMEZIA TERME La Maison Piazza Stocco, 8 Suit Via XX Settembre, 74

LAMEZIA TERME

CATANZARO

LAMEZIA TERME Il Casale Contrada Malaspina

Carta Blanka Piazza Ardito, 12 Mille voglie Via Formia, 7 Sensum Contrada Malaspina

Irish Pub Via XX Settembre, 19 Simon Via Discesa Cavour, 14

Cavallino Bianco Via Cassoli 900 Largo S.Antonio

Birreria degli amici Piazza Stocco, 12

SOVERATO Bar a onda Via Chiarella, 34 Morè Via Chiarella, 12

LAMEZIA TERME Ayers rock one Contrada Persicara Samart Via Rettifilo Bagni

SOVERATO Lo Sciamano Via G.Marconi, 28 Giardino dei Sensi

CATANZARO LIDO Juice Via Pola, 12/14 Cremino

SOVERATO T’Monk Via Chiarella, 36 Percival

SOVERATO Vaniglia Via Poliporto, 1 Patrick Via Poliporto, 6 Le Plaisir Via Ionio, 24 Fashion Outlet Corso Umberto I, 114 CATANZARO LIDO Tacco Matto Via Torrazzo, 2 MySport Via Gullì, 8 Arsenio store Via Bausan, 2

Via Torrazzo, 25-Piazza Garibaldi, 29

Baraonda club Via Lungomare, 255 Marron Glaces Via Lungomare, 131 VIBO VALENTIA Bar del corso Corso Umberto I, 113 Cafè de Paris Piazza Ercole, 27 - Tropea Filippo’s Corso Umberto, 128 Bar Tropea

Via Nazionale Montepaone

CATANZARO LIDO Alexander Via Lungomare, 199 B Braxator Via Lungomare

Corso Vittorio Emanuele, 53 -Tropea

mag 64

Via Nazionale Montepaone

Lanterna Rossa Corso Umberto I, 9 Gange Lungomare Al Marinaio Via C.Cristoforo, 16 CATANZARO LIDO Carne e Vino Via dei Crociati, 33 Prendo per la gola Via Lungomare Stella Maris Via S.Elena, 54 Santa Fè Beach Loc. Giovino VIBO VALENTIA Le 3 fontane Largo Mercato, 22 - Tropea La locanda di Daffinà Corso Umberto, 160 Il Cantastorie Via della Condotta, 7/9 – Tropea



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