NUMERO 14 - FEBBRAIO - 2011

Page 27

27

www.madreterranews.it

SAPERI & SAPORI

Anno II - Nr. 14 - Febbraio 2011

di Walter Cricrì

MadreTerra

Palmi&Dintorni

Oliveto da frutto o da legno? In questo periodo stagionale, la pratica agricola prevede l’opportunità di eseguire le potature di mantenimento e di contenimento, al fine di ottenere un adeguato equilibrio vegetativo ed un conseguente raccolto. ’olivo o ulivo (Olea europaea) è la pianta dominante nel nostro L territorio, sia dal punto di vista paesaggistico che produttivo. Originaria del Medioriente, i suoi frutti (drupe), fin dall’antichità,

sono stati utilizzati per l’alimentazione e per la spremitura al fine di ottenere l’olio, utilizzato per l’illuminazione, funzioni religiose e per condimento alimentare. L’albero di olivo se lasciato crescere e sviluppare naturalmente, assume di solito una forma piuttosto irregolare, globoso-conica e cespugliosa, con chioma sviluppata, prevalentemente, in ampiezza o in altezza, secondo la varietà (vedi la cultivar Sinopolese che può superare i 20 metri di altezza). L’albero, se abbandonato a se stesso o potato male, non solo perde il suo fascino ma diventa improduttivo. Inizia a gemmare in polloni Effetti di una potatura ricorrente ma totalmente errata e succhioni che filano in alto utilizzando tutte le energie della pianta per produrre legno; in poco tempo l’oliveto si trasforma in un bosco (da legno?)! Questi sono gli scenari che, causa l’abbandono della coltura olivicola, siamo, purtroppo sempre più spesso, abituati a ritrovarci nei dintorni della nostra cittadina. L’alternativa che, timidamente, viene tentata negli ultimi anni, da olivicoltori lungimiranti, è quella di gestire i propri impianti come dei veri e propri frutteti; potature, concimazioni, lavorazioni o inerbimento controllato del terreno, raccolta tempestiva delle drupe, prima della completa maturazione e così di seguito, sono tutte pratiche che favoriscono produzioni per l’alimentazione, qualitativamente elevate. E proprio per la potatura cercheremo di dare qualche consiglio. Prima di iniziare quest’attività e consigliabile osservare con molta attenzione gli operatori più esperti che esercitano nella propria zona o, meglio, tecnici specializzati (come gli agronomi), ed acquisire le nozioni di base che regolano la crescita e la produzione della pianta. Lo scopo di una corretta potatura, con appositi strumenti da taglio, è: • asportare i rami per rinnovare e favorire lo sviluppo delle bran che fruttifere della pianta; • mantenere la piena efficienza della chioma; • intervenire modellando la forma della pianta, per regolarne la crescita ed il portamento, anche in base ad esigenze colturali, e di distribuire in modo omogeneo e corretto l’illuminazione sulle varie parti della chioma, la distribuzione dei rami a frutto, in rapporto alla tecnica di raccolta adottata; • favorire un elevato rappor to tra superficie fogliare e legno; • ridurre gli eccessi di pro duzione per controllare il fenomeno dell’alternanza produttiva. L’altezza ideale è attorno ai 4-5 metri; in questo modo buona parte della pratica di potatura e della raccolta può essere eseguita da terra e, comunque, senza l’ausilio di alte scale; tutto a vantaggio della sicurezza. Il periodo preferibile per la potatura va dalla metà di Febbraio Rischio d’incidenti sul lavoro sino ad Aprile o Maggio. La pianta

soffre le gelate ed è più vulnerabile se ha subito tagli decisi. Se non s’intende eseguire una potatura di ringiovanimento, è consigliabile non eseguire tagli troppo intensi e decisi, per evitare una limitata produzione. L’olivo va potato “forzandolo” ad assumere una forma a vaso, vuotato all’interno, favorendone un’adeguata illuminazione anche alle branche interne. La pianta è eliofila: deve ricevere luce per produrre frutto ed il legno, rispetto alle fronde, non deve prevalere. Con la potatura si deve ottenere un corretto rapporto tra legno e parte vegetativa. Nel caso quest’ultima sia in difetto, bisogna intervenire con tagli più decisi. In generale si parla di tre tipi di potatura: di formazione, di produzione e di ringiovanimento. Ogni parte di legno nuovo porterà delle gemme a legno e delle gemme a fiore. I fiori sui brindilli si formano sulla nuova vegetazione, mentre il ramo fruttifero vero e proprio è quello che “va avanti” rispetto ai fiori. Dopo un po’ di anni i rami si “esauriscono” e possono essere tagliati (taglio di ritorno). Anche il numero di polloni e succhioni presenti è un elemento importante, se troppi potrebbe essere indice di disfunzioni vegetative. Per semplicità, possiamo parlare di succhioni cattivi, particolarmente assurgenti e posto vicino al fusto, che assorbono nutritivi dalla pianta indebolendo gli altri rami; e succhioni non cattivi che possono essere ingentiliti accorciandoli in modo che limitino la loro vigoria. Se si riesce a piegarli, magari mettendolo sotto altri rami, verrebbero condizionati a diventare branche buone. La potatura che rientra tra il 15% e il 30% di fronda/chioma asportata, è considerata leggera, consigliata in modo parEffetti di una potatura di ringiovanimento ticolare durante la fase di allevamento e negli anni di annata scarica. La potatura sopra il 35%, è da attuarsi in caso di ricostituzione o ringiovanimento dell’albero, eseguita in particolar modo quando si vuole dare nuova vita all’olivo ed all’emissione di germogli nuovi. Alcuni consigli pratici E’ fondamentale adeguare la potatura in funzione dell’età dell’albero, nel particolare deve essere più leggera su alberi giovani mentre in quelli più vecchi bisogna andare decisi con una potatura più severa. Iniziare sempre dall’alto e procedere verso il basso della chioma, i tagli più grossi si devono eseguire prima di quelli piccoli. Tutti gli strumenti adoperati per il taglio (Accetta, Coltello, Forbici, Innestatoio, Roncola o pennato, Segaccio) devono essere di acciaio temperato e ben affilato, così da permettere un taglio netto senza sbavature, che sarà disinfettato con poltiglia bordolese concentrata o magari “curato” con paste cicatrizzanti, nel caso di grosso taglio. Durante la potatura l’operatore dovrà costantemente ripulire la lama usata per il taglio, per evitare possibili contagi per effetto della presenza di malattie sui singoli rami o da pianta a pianta. La pulizia può essere compiuta immergendo l’attrezzo in un paiolo con ipoclorito di sodio (candeggina) oppure con un panno imbevuto. Infine bisognerà sbarazzarsi della potatura al più presto. Il legno potrà essere utilizzato per il riscaldamento come ottima legna da ardere. Il resto deve essere bruciato o macinato con un trinciastocchi per evitare l’instaurarsi del Fleotribo, punteruolo o tarlo dell’olivo.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.