Bussero in VivaVoce Maggio 2019

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BUSSERO inVIVAVOCE I

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a cura di Sinistra

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per Bussero

Elezioni Europee La SINISTRA c’è Partecipazione

un report dal seminario di Sinistra per Bussero alla Cascina Pagnana

Sistema bibliotecario e MLOL Edicola Digitale servizi e progetti per una cultura che sia motore di civiltà

Progetto, Robotto, qiondi imparo

la stagione del cambiamento e dell’emancipazione e ...

50 anni dal 1969. Il lavoro e i diritti La testimonianza di Franco Rusnati

Corso di italiano per stranieri un impegno decennale di Spazio Solidale

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C’è bisogno di Sinistra in Europa, di quella vera però, non pataccara che sposa le tesi liberiste della destra, come abbiamo visto in questi anni, di quella che non dimentica le sue radici, gli uomini e le donne che vuole rappresentare, di quella capace di rinnovare il sogno di Spinelli e del gruppo del Manifesto di Ventotene per un’Europa unita, sociale, moderna, all’altezza della sua storia. L’Europa nella sua forma moderna ha garantito oltre 70 anni di pace, pur in presenza di conflitti ai suoi confini, come la guerra dei Balcani; l’Europa è e rimane

ELEZIONI EUROPEE

La SINISTRA c’è uno dei mercati più importanti del mondo anche nell’era della globalizzazione; conta su un apparato industriale tra i più solidi e avanzati; è, soprattutto, il luogo al mondo in cui lo “stato sociale”, pur in difficoltà, non solo è nato, ma continua ad avere un valore universale. L’Europa, ovvero gli Stati Uniti d’Europa, sono il nostro presente e il nostro futuro prossimo: diciamolo ai nostri figli. Dall’Europa non si torna indietro, nonostante i suoi limiti, nonostante i “sovranismi/egoismi” vari, padroni ognuno a casa propria e l’un contro l’altro armati (guardate cosa dicono ungheresi e polacchi sulle proposte italiane sull’accoglienza e la ripartizione dei migranti, oppure come votano quando l’Italia chiede più flessibilità: tutti inesorabilmente contro. E sono tutti amici di Salvini). La Sinistra chiede però all’Europa di cambiare

Dai forza al cambiamento in Europa! Dai forza all’unica lista di sinistra in Italia! BUSSERO in VIVAVOCE

passo, orientamento, progettualità. Basta con la pratica dell’austerità, che tanti danni ha prodotto in questi tempi di crisi. Basta con questa idea tutta economica che non vede gli uomini e le donne che soffrono, incapace di delineare un futuro di speranza per le giovani generazioni. Cambiare marcia vuol dire rinnovare il sogno europeo di una Europa dei Popoli, che vada oltre l’odierna rappresentazione di elites di potere e di banchieri al comando. C’è bisogno di questo se guardiamo al futuro che ci attende, nessun paese da solo, neanche la “virtuosa” Germania può affrontare l’avanzata del resto del mondo, dalla Cina all’India, al Brasile etc. su tutti i fronti economici e sociali. Tantomeno l’Italia, paese esportatore e seconda industria manifatturiera d’Europa, può pensare, da sola, di reggere le future “guerre commerciali”, a partire dai dazi, oggi rispolverati: altro che “sovranismo alla Salvini”, raccontatore di bufale al nostro popolo. Per fare ciò serve una SINISTRA Europea, vera, seria, che parli e lotti per il futuro degli europei, a partire dai giovani. Una Sinistra che dica che “Il Lavoro” è il centro della dignità dell’uomo e che quindi occorre una politica capace di crearne, a partire dalle grandi opere di manutenzione dei territori, dalle opere di mobilità sostenibile, da una rinnovato stato sociale. Una Sinistra che affronti il tema dell’invecchiamento dei suoi abitanti e della loro cura, l’accoglienza dei migranti per renderli attori partecipi d’un comune destino europe. Una Sinistra che si attivi per un piano europeo sull’innovazione che metta in rete Università, Ricerca, Aziende e territori, un piano capace di produrre nuove risposte concrete in campo economico e sociale. Una Sinistra che dica che bisogna ridurre l’orario di lavoro, per poter lavorare tutte e tutti, dando spazio in particolare alle donne e ai giovani, per poter anche rispondere alla rivoluzione digitale che avanza ed erode il lavoro per come lo conosciamo oggi. Una Sinistra che si attivi per ridurre le DISEGUAGLIANZE che oggi segnano pesantemente le nostre società, quindi tassando i ricchi e riducendo le tasse su lavoro e pensioni; altro che la Flat Tax della Lega e della destra (la tassa di Robin Hood al contrario, che toglie ai poveri per dare ai ricchi). Una Sinistra che operi per intervenire sui grandi patrimoni, oggi vergognosamente gonfiati da anni di crisi, per poter finanziare progetti di lavoro per giovani e disoccupati e garantire uno “stato sociale” equo. Una SINISTRA che sappia che il Pianeta Terra è uno solo e che quindi coniughi lavoro e sviluppo a partire da un’economia sostenibile, che rimetta al centro quindi natura e uomo in un nuovo equilibrio possibile. Questo è il VOTO UTILE per le Elezioni Europee del 26 maggio 2019. UTILE, perché mette al centro le cose vere che riguardano le persone ed il mondo in cui viviamo. UTILE perché nel panorama politico attuale è l’UNICA risposta REALE per il nostro FUTURO, con risposte innovative, credibili e attuabili. Per questo io VOTERO’ CONVINTAMENTE “LA SINISTRA” e invito Voi tutte e tutti a farlo.

Valerio Marchesi


PARTECIPAZIONE un report personale dal seminario di Sinistra per Bussero

Cascina Pagnana, sabato 30 marzo ore 14.30: inizia il workshop di Sinistra per Bussero! Più di 50 persone hanno scelto di dedicare il proprio tempo a questa due giorni unica, nonostante i mille impegni di una vita sempre più frenetica. Ma cosa ci spinge a partecipare a questa associazione? Un confronto costante sui temi per noi fondamentali, un sistema di valori nei quali ci riconosciamo, un contesto inclusivo ed accogliente. A partire da questa identità, se vogliamo crescere ed essere più incisivi, dobbiamo allargare il giro: coinvolgere i giovani e non solo, rafforzare le relazioni con le associazioni busseresi ed estendere la rete al di fuori dell’ambito comunale. Ecco i nostri strumenti: siamo focalizzati sul raggiungimento di obiettivi specifici e abbiamo la determinazione per farlo, siamo predisposti all’ascolto e alla relazione con le persone, siamo curiosi, creativi e ottimisti. Partecipiamo perché dal confronto con gli altri acquisiamo consapevolezza di chi siamo, per cercare di capire come muoverci e in quale direzione. Attraverso il dialogo abbiamo messo a fuoco i tratti che ci contraddistinguono,

quelli che ci accomunano e quelli che vogliamo mettere in campo. Confrontarci sul luogo in cui viviamo ci appassiona: vogliamo un paese sostenibile, che si trasformi e si sviluppi nel rispetto dell’ambiente e delle generazioni future, un contesto inclusivo in cui ciascuno possa sentirsi una risorsa per gli altri, nuovi servizi collaborativi in cui i cittadini abbiano un ruolo attivo. Partecipiamo perché, se ci pensiamo bene, le cose migliori le abbiamo fatte insieme agli altri. Partecipiamo perché la solidarietà è un antidoto ad un mondo che si fa governare dalla paura. Partecipiamo perché, nonostante la difficoltà di prendere delle decisioni a livello di gruppo, si ha la soddisfazione di aver inciso nella direzione di un mondo che vogliamo. L’associazione è un luogo in cui le differenti generazioni si confrontano, è un presidio del territorio in cui viviamo, è una rete che ti sostiene e che ti arricchisce. Bussero, con le sue 70 associazioni che abbiamo censito, è un terreno fertile per lo sviluppo di servizi in cui la comunità stessa si fa parte attiva

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nel costruire soluzioni innovative ai propri bisogni. Grazie alla presenza di alcuni amministratori comunali, questo workshop è stato un’occasione per approfondire la situazione attuale e per esprimere il proprio punto di vista in un luogo speciale: gli spazi della comunità solidale della Cascina Pagnana sono il simbolo di un modello che supera l’individualismo e recupera il senso profondo dell’abitare insieme. Un ringraziamento particolare a Sonia Ambroset, psicologa che ha guidato il lavoro del primo giorno, fornendo degli ottimi spunti di riflessione e di crescita per l’associazione. Anche l’aspetto conviviale ha avuto un ruolo di primo piano nel consolidare il gruppo e nel tessere nuovi legami. Da questo momento di riflessione collettiva scaturisce una nuova energia per costruire insieme il futuro del nostro territorio, nella consapevolezza che la partecipazione di ciascuno di noi è fondamentale per una crescita che rispetti l’identità del luogo. Milena Prada

senza aspettare Godot PARTECIPAZIONE RESPONSABILITÀ PASSIONE la 2

GIORNI di Sinistra per Bussero

Le Nuove Sfide deL futuro PreSeNte ANALiSi, rifLeSSioNe e ProPoStA E – vi preghiamo – quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: è naturale in questo tempo di ordinato disordine, di meditato arbitrio, di umanità disumanata, così che nulla valga come cosa immutabile.

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30-31 Marzo Cascina Pagnana Gorgonzola (MI)

Bertold Brecht - L’ eccezione e la regola

Maggio 2019

SINISTRA PER BUSSERO - Via Croce 16 - BUSSERO (MI)

Ingresso ad invito


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A volte succede che la vita di una persona si intersechi con progetti che appaiono difficili da realizzare e avveniristici, così è stato per me a metà degli anni Settanta, quando, come membro del Consiglio di Gestione della Biblioteca di Bussero, mi sono trovata davanti la proposta di creare l’unione di sette Biblioteche (Cologno Monzese, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Carugate, Brugherio, Vimodrone, Bussero) per mettere in comune il patrimonio librario e pensare a servizi territoriali unificati. Era un progetto unico; la volontà e

suggerire acquisti; - usufruire del servizio di prestito interbibliotecario (Bibliobus: giro di tutte le sette biblioteche tre giorni la settimana) per ricevere i libri e/o i documenti richiesti nella propria biblioteca; - fare richieste di prestito nazionale o internazionale ad altre biblioteche in Italia e nel mondo; - utilizzare il servizio di informazioni e consulenza online “Chiedilo a noi!”

IL SISTEMA BIBLIOTECARIO NORD EST MILANO la certezza che fosse una scommessa innovativa ha portato a realizzare il Sistema Bibliotecario Nord Est Milano. Sistema che ha continuato e continua ad esistere e che, negli anni, ha sviluppato e ampliato i servizi per i cittadini di tutti i Comuni coinvolti, senza differenze imputabili alle dimensioni o al numero di abitanti di un Comune. A tutt’oggi è il più antico dell’Area metropolitana milanese (ex Provincia di Milano) ed è un servizio straordinario per chi lo conosce, e poco noto ad altri. Per questo credo di dover spendere due parole per illustrare che cosa mette a disposizione per i cittadini con un semplice clic sulla pagina BiblioClick, la App. del Sistema Bibliotecario Nord Est Basta iscriversi al Sistema presso la Biblioteca per poter, comodamente, cliccando da casa e ovunque, trovare tutti i seguenti servizi: - vedere la situazione del proprio spazio personale, della tessera individuale, dei prestiti in corso; - avere a disposizione il patrimonio librario e multimediale delle sette biblioteche, consultando il catalogo per cercare libri o altri materiali, vedere in quale biblioteca si trova il documento, sapere se è disponibile e richiederlo, prenotando il prestito,

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dove a ogni domanda, nei limiti del possibile, risponde il bibliotecario della propria biblioteca; - consultare il Portale della Rete dei Gruppi di lettura e poter partecipare allo spazio incontro, dei gruppi di lettura italiani e non, che mette a disposizione di tutti i lettori una biblioteca virtuale delle letture condivise, commenti, interviste, recensioni, dove è possibile scambiare pensieri, idee e opinioni; - ricevere e consultare la Newsletter che informa settimanalmente sugli eventi organizzati dalle biblioteche del Sistema Bibliotecario Nord Est Milano e nei loro comuni; - accedere a MLOL (vedi box a lato) (MediaLibraryOnLine), prima rete italiana di biblioteche pubbliche, accademiche e scolastiche per il prestito digitale (a oggi le biblioteche aderenti sono oltre 5.500 in 19 regioni italiane e 9 paesi stranieri), per consultare gratuitamente la collezione digitale della propria biblioteca (e-book, musica, film, giornali, banche dati, corsi di formazione online, archivi di immagini e molto altro) e conoscere l’elenco dettagliato di tutte le biblioteche che aderiscono al network .

MLOL EDICOLA DIGITALE Ultimo e nuovissimo servizio attuato a dicembre 2018

Basta rivolgersi alla propria biblioteca, per avere le credenziali d’accesso alla piattaforma Mlol e poter consultare e leggere, gratuitamente su smartphone o computer 24 ore su 24, l’edizione completa di più di 7.000 giornali e riviste in formato digitale. Tra i quotidiani nazionali sono disponibili le versioni digitali di Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, Libero, Il Fatto Quotidiano, Il Tempo, La Stampa, Il Sole24 Ore e Repubblica, compresi gli inserti e le edizioni locali. Tra le riviste, che si occupano di settori e ambiti diversi (economia, politica, tecnologia e tempo libero), sono presenti Focus, Donna Moderna, Storica, Trekking & Outdoor e Wired. L’offerta di quotidiani internazionali comprende Washington Post (USA), The Guardian (Gran Bretagna), Le Monde (Francia), Der Tagesspiegel (Germania), Clarin (Argentina), Der Standard (Austria), Kathimerini (Grecia) e The Punch (Nigeria) L’edicola digitale offre letture in 40 lingue, tra cui inglese, francese, spagnolo e tedesco, ma anche arabo, russo e swahili. Il Sistema Bibliotecario Nord Est non è solo servizi, ma anche progetti: Nessuno escluso, Incontra gli inbook, Nati per leggere, proposte culturali e di corsi: Volontari nati per leggere, La Biblioteca che (si) rigenera). Il Sistema è il sogno di chi ha creduto, allora negli anni Settanta, e di chi ancora oggi continua a pensare che la cultura promuova idee, incontri, dibattiti, cambiamenti e sia motore di civiltà. Ornella Ponzellini


PROGETTO, ROBOTTO, QUINDI IMPARO A fine gennaio 2019 alcuni bambini della scuola primaria I.C. Montegrappa hanno partecipato alle qualificazioni regionali della FIRST® LEGO® League ( FLL) La FIRST® LEGO® League è una sfida robotica su scala mondiale che si svolge per qualificazioni successive di scienza e robotica tra squadre di ragazzi dai 9 ai 16 anni che progettano, costruiscono e programmano robot autonomi, applicandoli a problemi reali di grande interesse generale. La manifestazione richiede ai suoi partecipanti di effettuare una ricerca con tutti i criteri caratteristici del metodo scientifico su una problematica attuale. Quest’anno l’argomento è stato INTO ORBIT : sfide spaziali. I ragazzi di Bussero anche se giovanissimi, tutti tra i 9 e i 10 anni, annoverano un percorso da grandi appassionati. Hanno iniziato qualche anno fa partecipando a diversi laboratori di robotica e poi seguiti dai genitori hanno vissuto il clima stimolante delle prime sfide robotiche della FLL Junior (Brescia) e dei CoolestProject ’17 (evento di coding per i giovanissimi per la prima volta in Italia). Quest’anno si sono cimentati con una sfida tra le più impegnative e stimolanti gareggiando nella FLL. Come sempre pieni di curiosità, costanza e fantasia, la squadra “Astrobot” , caratterizzata da un robot arancione stampato sulla maglietta, è andata a Reggio Emilia e ‘giocando seriamente’ si è posizionata all’ottavo posto su sedici squadre presenti. Come si è raggiunto questo lusinghiero risultato? Innanzitutto è bene sottolineare che chiunque può formare una squadra: scolaresche, organizzazioni civili o religiose, associazioni, gruppi, vicini di casa. In questo caso il progetto è nato grazie alla disponibilità e all’esperienza di alcuni genitori nel ruolo di ‘coach’, gli ingegneri Yanina Ayllon e Mauro Bottero, e al sostegno dalla dottoressa Barbara Schinaia, che si occupa di robotica educativa con il progetto Robbi (www. robottiamo.com) e che ha fornito i kit Lego Mindstorms EV3 e relativo supporto tecnico.

Lo scopo era appassionare, ispirare e avvicinare i bambini alle cosiddette materie STEAM: Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics. Per raggiungere questo obiettivo i coach hanno messo a disposizione e condiviso le loro esperienze seguendo e guidando i ragazzi in modo da permettere loro di mettere a frutto ciò che avevano imparato nel tempo sulla meccanica e sul coding. In particolare coach e ragazzi hanno collaborato sui seguenti aspetti: - pianificare gli incontri - studiare i problemi legati alle missioni lunari, pensando, proponendo, descrivendo anche con ironia e fantasia una personalissima soluzione per affrontare le difficoltà legate ad un aspetto della vita sulla luna:i rifiuti sulle navi spaziali – perché non riciclare alcuni materiali in una stampante

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valutati per il 25% nel punteggio delle giurie di queste gare) - hanno presentato l’esperienza nella loro scuola rendendola così luogo di incontro tra istruzione e cultura ed integrazione e inclusione tra individui con esperienze diverse. Per il futuro ci si augura di poter sostenere questa particolare passione. Andando avanti crescono le difficoltà e gli ostacoli così come le competenze dei ragazzi che però sono lungi da essere scoraggiati e pensano alla prossima sfida; hanno conosciuto il loro limite e sono pronti ad andare oltre. La prossima FLL ma anche la WorldRoboticOlimpiad dove bisogna portare il proprio robot smontato e ricostruirlo prima della gara e tutto a memoria. Vi sono da pochissimi anni delle sfide robotiche accessibili a ragazzi della scuola primaria, questo permette loro di scambiare esperienze con i loro pari, prepararsi per una gara robotica permette di imparare giocando e dare continuità alla loro istruzione ed educazione scolastica, civica e sportiva. Vorrebbero partecipare ancora il prossimo anno, si rischia di dover organizzare e supportare anche più di un team poichè il divertimento è contagioso e vi sono ragazzi

Ragazzi della quinta classe primaria IC Monte Grappa Bussero

3D direttamente nello spazio? idea bizzarra? ardita? E se fosse realizzabile e utile? - costruire un robot programmandolo con il software a blocchi della Lego affinchè eseguisse in autonomia dei percorsi sul tappeto di gara - fondamentale è stato accogliere nel gruppo un ragazzo nuovo e diventare un team affiatato (i valori di squadra sono

e ragazze che vogliono lasciarsi coinvolgere. Un pink team sarebbe auspicabile: siamo certi che decorerebbero il loro robot con qualche mattoncino coloratissimo in posizioni originali, ma altrettanto originali sarebbero le idee nei programmi software che li fanno muovere. Yanina Ayllon

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Proseguiamo nel ricordo degli avvenimenti delle lotte operaie, sfociate nell’autunno caldo di 50 anni fa, con la testimonianza di Franco Rusnati.

suto la guerra gli erano rimaste tracce nella testa. Pensare oggi quei tempi ti viene la malinconia per come le persone erano ridotte. Le persone erano sottomesse vivevano respiravano nel fumo e nella polvere. La silicosi ha fatto dei morti anche in operai giovani. C’era una frattura di mentalità tra noi giovani nuovi entrati e i vecchi operai, una situazione invivibile. Come si è trovato il modo per intervenire Gli operai erano divisi, erano disponibili a lavorare in condizioni disagiate e a

“…fai suonar la campana a martello, chiama tu gli operai all’appello in battaglia bisogna tornar”

50 anni dal 1969. Il lavoro e i diritti allora come oggi Testimonianza di Franco: l’autunno caldo e le lotte operaie nel 1969. Sono entrato in fabbrica la Breda fucine a 24 anni nel 1960. Era una situazione tremenda nei primi tre mesi mi hanno messo in fonderia, dal fumo che usciva dalle Braciere non si vedevano le persone a 3 m. Ma la cosa peggiore erano i capo reparto, c’era ancora il sentore del fascismo che aveva lasciato una traccia molto dura nelle persone. Gli operai avevano paura, noi facevamo armi e a quelli che hanno vis-

farsi monetizzare la loro salute con poche lire. Con gli organismi sindacali si è cercato di trovare il modo per superare questo malessere. Abbiamo convinto gli operai a consegnare le buste paga per tre mesi per rendere visibile a tutti se per una manciata di lire valeva la pena di vivere quel disagio. Erano momenti difficili non c’era ancora l’agibilità sindacale ci riunivamo in una trattoria. Abbiamo fatto fatica a superare le paure degli operai in tutti i reparti, ma con pazienza siamo riusciti a farci dare da tutti le buste paga.

Quando abbiamo reso evidente che le differenze erano di 5 o 10 lire ora, gli operai hanno preso coscienza sulla difesa della salute in fabbrica. Quindi cosa avete fatto? In quegli anni abbiamo fatto il libro bianco per monitorare i disturbi derivanti dalle lavorazioni in ogni reparto. Si è dovuto affrontare anche il pericolo di una commistione di ruoli tra delegati e i capi reparti, abbiamo dovuto precisare che il delegato rappresentava i lavoratori, ma la responsabilità della produzione era e rimaneva del caporeparto. Con l’esplosione del 69 quando si entrava in fabbrica bastava alzare un dito e far partire le lotte. Da quello che ci dici le lotte del 69 sono partite dalla difesa della Salute Anche dopo il lavoro che avevamo fatto sulla salute rimanevano delle difficoltà tra gli operai, avevamo il timore di retrocedere rispetto ai passi in avanti che avevamo fatto. I capi dividevano i lavoratori con favoreggiamenti. Allora ho lanciato la proposta di fare una canzone. L’ho preparata in due giorni. Parlava della Salute degli operai. Abbiamo convocato un’assemblea fuori dai cancelli con tutti i lavoratori con i megafoni e il testo in mano ed io con la chitarra abbiamo cominciato a cantarla tutti insieme. Per più di 3 mesi era la canzone che tutti cantavano quando si facevano le manifestazioni. Sono episodi che ti rimangono impressi nella mente. Da quelle lotte abbiamo cominciato ad avere più poteri in fabbrica, ma come delegati sindacali anche maggiori responsabilità. Partendo dalla difesa della salute avete conquistato in fabbrica potere e diritti sulla organizzazione del lavoro Certo non c’era ancora la condizione migliore ma si è cominciato ad intervenire anche sui tempi di lavoro. Si è ridotto il tempo di lavoro a 40 ore settimanali. Oggi sarebbe incredibile pensare quali erano allora le condizioni di lavoro. Le lotte del ‘69 che riflessi hanno avuto sul salario dei lavoratori Prima c’erano le divisioni tra operai e impiegati, ma anche tra gli stessi operai c’erano diversità di paga pur svolgendo

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le stesse mansioni. Con il contratto del ‘69 si è cominciato a creare le categorie e i percorsi di crescita professionali per cercare di avere più uguaglianza tra lavoratori. Le lotte del ‘69 hanno portato l’anno dopo anche allo Statuto dei lavoratori Me la ricordo come una grande conquista e si capiva che per legge si estendevano per tutti dei diritti rivendicati nelle fabbriche. Testo della canzone GLI SFRUTTATI di Franco Rusnati L’autunno caldo ormai se n’è andato e molti frutti a noi ha lasciato. Quell’unità da tempo cercata è il dono di una lotta consumata: Or gli sfruttati giorno per giorno meditan, studian, quel che sta attorno, lottano in fabbrica e in ogni rione. Ci siamo tutti. tutti contro il padrone! Gli sfruttati son scesi in battaglia, cambierà il corso della sua storia. Tutti uniti siam forza e ricchezza e i padroni noi non li vogliam! Della Breda noi siamo i coglioni che fra polvere, fumo e rumori siam sfruttati dai nostri padroni or giustizia noi vogliamo far. Operai della Breda di Sesto la salute è la cosa più bella non ti far rovinare anche quella per la faccia del tuo padron! Operai della Breda di Sesto fai suonar la campana a martello chiama tu gli operai all’appello in battaglia bisogna tornar. Operai tutti insiem scioperiamo contro chi ci vuoi male e ci sfrutta contro chi di noi tutti si infischia intascandosi tanti milion. Operai della Breda di Sesto fai suonar la campana a martello chiama tu gli operai all’appello in battaglia bisogna tornar.

Nei numeri precedenti di questo giornalino abbiamo parlato con dei ragazzi e questi ci hanno detto cose diverse rispetto a questa tua esperienza . Franco come ti vedresti tu oggi a 24 anni in cerca di lavoro. Non saprei dire che reazione potrei avere, Una volta nella fabbrica riuscivi a fare più sintesi, le organizzazioni sindacali con i consigli di fabbrica contavano, c’erano degli ideali, ma oggi non ci sono più quelle condizioni. Oggi il lavoro è cambiato. Allora avevo la certezza che quando entravo in una fabbrica ero a posto. Oggi un ragazzo o una ragazza non hanno una certezza per il futuro. Nonostante gli studi non c’è la certezza di trovare un lavoro adeguato e ci si deve accontentare pur di prendere il salario. Ti sei mai domandato se è valsa la pena lottare per conquistare quei diritti e vedere qual è la situazione ad oggi Sì, n’è valsa la pena, di passi avanti ne abbiamo fatti. Oggi però c’è qualcosa di diverso, le organizzazioni di massa fanno fatica, prevalgono i personaggi politici che giocano la politica sul malessere generale per prendere più voti.

Le avventure dei tanti “mastro Ciliegia” Sto leggendo un libro, “L’Alba dei sensi”, che parla delle percezioni sensoriali del feto e del neonato e che, nelle sue primissime pagine, affronta il rapporto del genitore col bambino, paragonandolo alla vicenda di Pinocchio. A mastro Ciliegia capita tra le mani questo pezzo di legno, con il quale egli cerca di fare la cosa migliore che possa immaginare, secondo un suo limitato progetto, non vedendo al di là del suo rosso naso, non sentendo o ignorando tanti segnali, anche provenienti dal ceppo stesso, che avrebbero potuto spalancare vasti orizzonti. Guardare oltre, sospettare del “pezzo di legno”, avere lo sguardo e le orecchie attente alle proposte, ai segnali, alle esperienze che giungono da chi il “falegname” lo ha fatto per anni, o anche solo per qualche giorno, ma anche da chi non lo ha mai fatto ma ha comunque avuto a che fare con questo universo, per altre vie. Quando si iniziano a guardare le cose così, si passa dalla routine, all’appassionamento, che è un processo, e va comunque coltivato, per far sì che non sfiorisca e non s’inceppi, incontrando ostacoli. Il mio incarico, fin ora, è stato un po’ così. Un viaggio di scoperta, ancora in atto, che ascolta, prende spunto, mette insieme le cose, organizza, cercando di dare una risposta ai tanti quesiti che affollano le menti dei tanti e delle tante “mastro Ciliegia” che vogliono saperne di più. Da qui le iniziative ideate dal tavolo dell’infanzia comunale, che si occupa della fascia 0-6 anni: la collaborazione con la Biblioteca e con i volontari del progetto nazionale “Nati del leggere” per l’organizzazione dei pomeriggi, al

Secondo te è ancora necessaria una stagione per i diritti Cambiano i lavori, cambiano le situazioni. Bisogna andare verso diritti diversi, che necessitano adesso. La tecnologia corre, bisogna sapere governare i nuovi processi. A questo punto dico, se è vero che la tecnologia elimina i lavoratori delle fabbriche, si deve trovare il modo che il ricavato prodotto da questa tecnologia debba essere diviso in modo diverso. Si può ridurre l’orario di lavoro per mantenere l’occupazione dei lavoratori con un salario compatibile che ti fa vivere. Bisogna dividere bene questa ricchezza che crei nel Paese, che è la ricchezza di tutti e va redistribuita per non lasciarla nelle mani di pochi. È vero che bisogna mantenere ricchezza per investire, ma è pur vero che la tecnologia espelle lavoratori dalle fabbriche e quindi si pone la necessità di ridurre l’orario di lavoro. Ringraziamo Franco per la sua disponibilità.

chiuso e all’aperto, in cui le lettere di un testo si fanno racconto per tutti, gli incontri in sala consiliare sull’importanza della lettura e dell’arte della narrazione ai propri bambini, gli approfondimenti e i confronti tra operatori, ancora in fase di ampliamento, sul tema dell’autismo e dei disturbi comportamentali, il mini corso gratuito di primo soccorso pediatrico aperto alla cittadinanza interessata, l’incontro sull’arte del “portare il proprio bambino in fascia” e infine, la recente definizione del protocollo sanitario contenente le regole della buona convivenza per la salute collettiva, da condividere, a partire da settembre, tra operatori, e da distribuire ai genitori. Un cammino ancora in atto, che percorrerò per altri tre anni come ho sempre fatto: ascoltando, traendone spunto, concretizzando, imparando. Aurora Serra

A cura di Elisabetta G. e Antonio G.

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Spazio Solidale è un’associazione di volontariato che si occupa di intercultura e di solidarietà. E’ anche promotore del progetto del calendario “L’Orologiaio matto”, prodotto attraverso l’elaborazione dei materiali raccolti nei percorsi di educazione interculturale realizzati nelle scuole, nei centri di aggregazione e con altre associazioni. Con

i fondi provenienti dalle vendite del calendario, Spazio Solidale sostiene da molti anni in Somalia il “GECPD”- Centro per l’educazione alla pace e allo sviluppo. Il centro, fondato a Galkayo nel 1999, grazie all’impegno di un gruppo di coraggiose donne somale, con la sua attività sostiene donne e bambine attraverso istruzione di base, formazione per il lavoro e gestione dei campi profughi. Inoltre, dal 2009, Spazio Solidale organizza corsi di italiano per cittadini stranieri. Sono circa 150 le donne e gli uomini che in questi anni hanno frequentato questi corsi con una partecipazione molto attiva e il desiderio di inserirsi nel contesto in cui vivono. Per alcuni anni la “scuola” è stata organizzata e portata avanti in collaborazione con la Caritas Parrocchiale; ora se ne occupa solo Spazio Solidale. I corsi sono tenuti da persone provenienti dal mondo dell’insegnamento scolastico, affiancate da altre volontarie. Sono previsti anche formazione e aggiornamento costanti del personale docente tramite corsi tenuti presso la nostra sede o in altre strutture del territorio. Gli iscritti vengono divisi in gruppi in base al livello di competenze: un livello base per chi non ha nessuna o molto scarsa conoscenza della lingua italiana, e un livello intermedio per chi ha già frequentato la scuola nell’anno precedente. Prima dell’avvio dei corsi vi è una fase di programmazione da parte degli insegnanti, svolta soprattutto attraverso scambi di esperienze, il reperimento e la scelta del materiale didattico da utilizzare.

Abbiamo chiesto alla nostre insegnanti di raccontarci l’esperienza di questi anni. MARISA, insegnante, pioniera dell’esperienza che tiene le lezioni da 9 anni con passione e competenza, ci racconta: Spazio Solidale mi ha contattata chiedendomi la disponibilità a tenere lezioni di italiano in un corso rivolto a cittadini stranieri ed io ho accettato volentieri la proposta. Presto questo servizio come volontaria ma tengo a precisare che mi ritengo una collaboratrice. L’associazione, infatti, ha sostenuto gli oneri del mio percorso formativo con un corso di preparazione iniziale e corsi di aggiornamento costanti nel tempo, fino all’’ultimo dello scorso anno tenuto in sede a Bussero ed aperto al territorio della Martesana. Vivo questa esperienza come un viaggio premio, con un biglietto senza limiti di scadenza. Un viaggio continuo, un andare, venire e ripartire, sempre accompagnata da guide esperte che ti conducono dove sanno di farti scoprire le peculiarità dei loro paesi, a volte tanto lontane dalla nostra cultura, a volte così vicine. In questi anni mi è passato il mondo tra le mani da Oriente a Occidente, dalle Filippine all’Ecuador attraverso Pakistan, Sri Lanka, Russia, Moldavia, Ucraina, Romania, Siria, Egitto, Libia, Marocco, Senegal, Cuba, Brasile, Perù... Una crescita in divenire per me, un mosaico che si compone tassello dopo tassello, ma che non si completa mai. Non sono sola a portare avanti questa esperienza. Mi avvalgo del prezioso contributo di volontarie che mi supportano in tutto e che ringrazio: Franca, Ada, Mary e da gennaio anche Veronica. Il mio compito è anche quello di “facilitatore” e di consulente linguistico. Creo le condizioni favorevoli all’apprendimento e questo significa tenere ben presente la sfera cognitiva e anche quella delle relazioni interpersonali. Tenere vivo l’interesse è l’obiettivo prioritario, preferire un approccio più pratico che nozionistico, limitare le attività frontali a favore di quelle cooperative (ludiche, di ascolto, giochi di ruolo, uscite sul territorio...). Un accorgimento importante in questo senso è il richiamo frequente ai paesi di

origine, grazie al quale ognuno, come può, rende tutti partecipi del proprio mondo. Ci sono stati, e ci sono, momenti divertenti e distensivi, ma anche di forte impatto emotivo per la complessità e la delicatezza dei vissuti personali. Comunque, accanto ai paesi d’origine, è sempre presente anche l’Italia. Conoscere il paese ospitante nel suo aspetto geografico e giuridico/ amministrativo, sociale e culturale è elemento imprescindibile per la vera integrazione. Le persone che frequentano il corso sono in prevalenza adulti, in maggioranza donne, ma abbiamo avuto anche ragazzi e ragazze della scuola dell’obbligo. Quasi tutte non appartengono all’area comunitaria: molte sono già in possesso di regolare permesso di soggiorno, altre sono mamme con bambini (per i quali è attivo un servizio di custodia da parte di altre volontarie, mentre le mamme sono impegnate nelle lezioni), donne che hanno un lavoro come collaboratrici domestiche o come assistenti alla persona. Per loro il corso diventa anche un’occasione per conoscere altre donne, socializzare ed anche condividere le problematiche legate alla quotidianità. CARLA, insegnante attenta e precisa, che si occupa del corso intermedio, ha raccolto le testimonianze di alcune partecipanti al corso di italiano. Si esprimono in particolare quattro signore ucraine e una signora marocchina. Alcune vivono a Bussero da qualche anno, altre da pochi mesi. Quasi tutte hanno iniziato a frequentare il corso poco dopo il loro arrivo. Ne sono venute a conoscenza tramite un’amica o leggendo i volantini informativi affissi in paese. Vogliono imparare meglio la lingua italiana perché serve sul luogo di lavoro, perché riescono a comunicare meglio in un negozio, al mercato, a scuola con gli insegnanti e per seguire i figli nello studio. Vogliono anche “capire meglio gli italiani”, per esempio seguendo i programmi televisivi, conoscerne meglio la psicologia, la cultura, la musica, la cucina, le tradizioni e le città d’arte (Roma, Venezia, Firenze). Trovano interessante anche saperne di più della religione delle amiche del corso. Apprezzano le maestre, sempre disponibili nei confronti delle loro richieste. L’unica lamentela riguarda l’orario settimanale: vorrebbero più giorni di lezione. Infine si augurano di riuscire ad organizzare a fine anno scolastico una gita “in un bel posto”. Ringraziamo le nostre insegnanti, le volontarie e le partecipanti ai corsi. Persone di tutti i colori, di lingue diverse, ma attorno al tavolo nessuno è straniero... siamo semplicemente una splendida umanità in movimento che attraverso lo studio si incontra. Ada Marchesi di Spazio Solidale

SINISTRA per BUSSERO

- Via Croce 20 - 20060 Bussero (MI)


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