BUSSERO in VIVAVOCE 11-2018

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BUSSERO inVIVAVOCE I

D E E

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LT U R A

TE

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a cura di Sinistra per Bussero

R R I T O R I O

NOVEMBRE 2018

Non ci siamo

governo del cambiamento: una promessa o una minaccia?

Una strategia per svuotare i diritti

il DDL Pillon, un salto indietro nel tempo

La Grande Coperta di Bussero

grande e magnifica storia di umanità, bellezza e ottimismo

Servizio Civile

l’esperienza di un volontario presso l’Ufficio Cultura del Comune di Bussero

20 anni di Spazio Giovani Martesana e i giovani di Bussero

a zero m s a scita t n a Il f lla cre deag.5 p

ro e i s en a p e h pert c l a Qu FestA su ag.5 p

a v i t t pe ate s o r Ret un’est di ag.8 p

tt o 8 v 1 l 0 a de 2 8 191 a regul e lag.8 p


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Nel precedente numero di Bussero in VivaVoce concludevamo il commento sulla formazione del nuovo governo giallo-verde osservando che il cosiddetto governo del cambiamento non sta cambiando il corso della redistribuzione della ricchezza, dell’affermazione dei diritti sociali e civili e sta peggiorando per molti aspetti le condizioni dei cittadini.

NON CI SIAMO

Il governo del cambiamento: una promessa o una minaccia? In questi mesi M5S e Lega sono dovuti tornare sui propri passi su moltissime delle trionfanti promesse della campagna elettorale e non abbiamo visto alcunché sulle molte questioni che riguardano la vita quotidiana dei cittadini: dal lavoro che non c’è, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, dalla tutela e difesa della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori a una politica di investimenti pubblici orientata a una economia verde, sostenibile, con un piano straordinario per la tutela e difesa del suolo fragile della nostra bella Italia, dalla difesa e valorizzazione della sanità e della scuola pubblica, dalla lotta senza quartiere all’evasione fiscale, al contrasto alla corruzione e alle mafie. Gli interventi fatti sul tema lavoro non incidono nella lotta alla precarietà del lavoro, nella tutela dei nuovi lavori, sulla GIG economy sempre più estesa (l’economia dei lavoretti), per un lavoro con una giusta paga e le dovute tutele. Sul superamento delle iniquità della legge Fornero sul sistema pensionistico, siamo ancora a soluzioni dichiarate che non si sa ancora se saranno praticabili e in grado di reggere nel tempo. Contemporaneamente, l’attacco ai diritti civili, proposto in Parlamento (vedi ad es. l’articolo sul DDL Pillon nella pagina seguente), va respinto con fermezza ed anzi bisogna lavorare per colmare alcune arretratezze rispetto ad altre nazioni democratiche, cominciando dalla mancanza di una legge sullo jus soli. La cosiddetta flat tax non rispetta il dettato BUSSERO in VIVAVOCE

costituzionale essendo l’esatto contrario della progressività dell’imposta, anzi toglie ai poveri in termini di servizi per la sanità e l’istruzione pubblica per dare più soldi ai ricchi. Invece del condono come proposto che premia chi non paga le tasse c’è bisogno di una lotta all’evasione fiscale vera e non di facciata. La questione delle migrazioni non può essere cavalcata per biechi interessi elettorali, bisogna fermare i trafficanti di esseri umani: i migranti sono le vittime del sistema di sfruttamento e sono in fuga dalle guerre, dalla siccità e dalla fame. Inoltre, come è possibile parlare di cambiamento radicale se poi alla questione ambientale non si dedica alcuna attenzione? Il tema della riconversione ecologica della società e dell’economia è davvero questione centrale se si vuole dare cuore e sostanza a questo cambiamento, di cui i responsabili di governo molto parlano, ma di cui ancora non si capisce la direzione e l’impegno dedicato. C’è un Paese che chiede di essere portato in un futuro fatto di qualità ambientale, di salute dei cittadini, di salubrità dei territori, di efficienza ed autoproduzione energetica, di economia circolare e di mobilità sostenibile, di turismo ambientale e difesa del capitale naturale, di agricoltura pulita e cibo sano. Il bersaglio quotidiano della propaganda del governo giallo-verde è l’Unione Europea, che certamente ha smarrito gran parte dello spirito e della sua funzione storica e politica (pur avendo, ricordiamolo sempre, garantito oltre settant’anni di pace nel continente più belligerante di tutti), distante dai cittadini, ridotta a guardiana di parametri e indicatori funzionali a logiche macro-economiche e finanziarie lontane dai bisogni delle persone.. Ma questo non porta a nulla, anzi l’Europa è ormai diventata l’alibi precostituito dei fallimenti futuri e l’evocazione del “nemico esterno” da sempre usato come arma di propaganda dai movimenti nazionalisti di ieri e di oggi. Occorre invece il coraggio di affrontare una revisione profonda e radicale delle politiche economiche e sociali dell’Unione Europea senza buttare il bambino con l’acqua sporca, ma con il superamento del paradigma liberista dominante e aprendo una nuova stagione capace di liberare energie positive per diminuire le diseguaglianze e combattere la piaga della disoccupazione, quella giovanile in modo particolare.


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La parola d’ordine è disapplicare. Non c’è bisogno di rivedere la legge per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza, il divorzio, le unioni civili, il biotestamento, basta qualche modifica per non applicarle.

pernottamenti, presso il padre e presso la madre. L’ulteriore devastante novità sancita dal disegno di legge riguarda il principio dell’assegnazione della casa coniugale. Oggi l’assegnazione avviene a favore del genitore

un Paese come il nostro in cui solo una donna su tre con figli lavora quali conseguenze avrà? Questa legge, se sarà approvata, ripropone una concezione della famiglia patriarcale a cui il governo del cambiamento si aggrappa per far compiere all’Italia un passo

Una strategia per svuotare i diritti il DDL Pillon, un salto indietro nel tempo

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Nel nome della difesa della cosiddetta «famiglia tradizionale» il governo Lega M5S si sta muovendo per ribadire che l’unica famiglia è quella «composta da uomo e donna», via genitore 1 - 2 ossia distinguerla dalle coppie omosessuali, per rendere più complicate separazione e divorzio, per colpire la legge per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza, per dire no alle adozioni da parte delle coppie gay facendo leva anche sulla mancanza di una legge che regoli la stepchild adoption. In Parlamento è in discussione un disegno di legge presentato dal senatore Pillon della Lega: Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità. Cosa contiene questo disegno di legge? Chi si vuole separare dovrà rivolgersi, a sue spese, ad un mediatore familiare obbligatoriamente e perciò se non ci si sottopone al percorso di mediazione, con quanto di ulteriormente traumatico questo può comportare, non potrà attivare la causa in Tribunale. I figli minori dovranno trascorrere con ciascuno dei genitori tempi adeguati, paritetici ed equipollenti, salvo casi di impossibilità materiale. Si introduce la doppia residenza per i figli, deve essere garantita alla prole la permanenza di non meno di 12 giorni al mese, compresi i

affidatario dei minori in via prevalente. Quasi sempre la madre, giacché è in linea di massima lei il genitore di riferimento. Tale principio, pertanto, perde la sua ragion d’essere con la previsione di un calendario di affidamento paritetico e, conseguentemente, l’obiettivo di “due case” per i bambini. Il ddl stabilisce responsabilità e impegno dei genitori nei confronti dei minori e sottolinea la condivisione, anche concreta, dell’affidamento. Basta all’assegnazione della casa coniugale al genitore affidatario, in caso di comproprietà chi rimane nella casa coniugale dovrà pagare l’affitto al coniuge. Qualora il genitore di riferimento non avesse a disposizione una casa cosa avviene? Addio all’assegno di mantenimento per i figli: è prevista la sostanziale soppressione dell’assegno di mantenimento e non ci sarà più l’obbligo di versare soldi all’altro genitore. Nella maggioranza dei casi la madre, a cui l’altro genitore – così come previsto oggi – versa ogni mese una cifra stabilita per il mantenimento. Quest’ultimo sarà un onere assegnato ad entrambi i genitori, che “provvederanno in maniera diretta”, nei periodi di permanenza con i figli. In

indietro di cinquant’anni ed è pericoloso per le madri, per i figli e per tutti i padri seri e responsabili. Non si possono certo ignorare le situazioni di impoverimento di alcuni padri separati, ma il risultato della proposta Pillon scoraggerà e complicherà le separazioni. Si tratta di una proposta che comporterebbe per le donne, con minori risorse economiche, l’impossibilità di chiedere la separazione e magari dire basta a una relazione violenta o dolorosa. Il primato della famiglia, tutto centrato sul normare tempi e contratti, ignora l’obiettivo più importante di preservare i figli dai conflitti dei genitori e rendere per loro il passaggio della separazione meno doloroso possibile. Le vere “vittime” del disegno Pillon saranno quei “figli con il trolley” che saranno costretti a un doppio domicilio, sballottati nella difficile gestione della conflittualità genitoriale. È un progetto di legge che va contro i figli, perché li mette al centro del contrasto tra i genitori, nella pretesa astratta che si possa dividere a metà la loro vita senza tener conto di tutte le implicazioni reali. Potremo in futuro avere un calo dei divorzi, ma quanti figli vivranno in casa con genitori che si odiano? A.G.

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Domenica 14 Ottobre, in occasione della festa del paese, si è inaugurata “la Grande Coperta di Bussero”. Opera di narrazione tessile il cui progetto è stato coordinato e ideato dall’Associazione Trame&Intrecci. T&I è un’associazione di donne, nata nel 2016, accomunata dal desiderio di creare uno spazio di condivisione femminile ispirato alla ricerca e alla diffusione della bellezza e della poesia come strumenti di unione e armonizzazione delle diversità. La Grande Coperta rappresenta solo l’ultimo tassello di un percorso di coinvolgimento della collettività busserese, che negli ultimi due anni ha visto la realizzazione di laboratori di “scrittura di sé”, di pittura emozionale, di un mandala con elementi naturali, dell’albero della poesia, di pratiche di yoga, di mindfullness e di una serata dedicata alla riflessologia, fino a giungere ad un progetto molto più grande attraverso il bando di partecipazione alla Grande Coperta rivolto all’intera collettività. Al bando hanno aderito 230 persone, 15 associazioni, 3 RSA, l’oratorio, le scuole elementari, l’asilo nido e l’amministrazione comunale, producendo 264 quadrotti di stoffa (46x46 cm) larga mt. 3,60 e lunga mt. 15,20.

Per T&I la Coperta non è da record per misura, ma è da record perché è raro riuscire a coinvolgere un’intera collettività. In questo tempo di teste chine, questa coperta ha fatto alzare gli sguardi e i cuori. Vi sono rappresentati i nonni di Bussero che con questa coperta hanno preso parte attivamente ad un progetto comune, uomini e donne che hanno regalato parte della loro storia e della loro voglia di far parte di un pezzo del meraviglioso puzzle della comunità, ragazzi e ragazze con i loro sogni, racchiusi in una lampada magica, gli alunni della scuola primaria che hanno messo la loro impronta di cittadini a pieno titolo e le insegnanti che hanno loro regalato un’importante lezione di partecipazione civica, le tante associazioni presenti sul territorio che grazie al loro impegno contribuiscono al benessere e alla pace sociale, fino ad arrivare ai piccoli e ancora traballanti bimbi del nido che lasciano in questa coperta il seme del futuro. Un seme colorato e bellissimo, in cui possiamo credere perché tutti assieme abbiamo alzato lo sguardo, intrecciato le nostre storie in una grande e magnifica storia di umanità, bellezza e ottimismo. Trame & Intrecci

LA GRANDE COPERTA DI BUSSERO BUSSERO in VIVAVOCE


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Qualche pensiero su

FEstA PERTA

Quando pensi di sapere tutto di uno spazio, di un evento, delle persone che lo animano, scopri che puoi ancora imparare qualcosa, che c’è dell’altro che non si è ancora espresso ed è lì che ti attende. A me capita ogni volta che iniziamo FestAperta a luglio. Sai che la macchina organizzativa è oliata, che le tue compagne e compagni, amiche e amici, ci sono, anche se fino all’ultimo non ne hai la certezza, che cucina e musica sono pronte e tuttavia l’ansia, l’attesa degli ospiti è sempre alta, il dubbio ti assale, pensi al clima politico cambiato, alla gente che è già via, poi cominci e, al secondo giorno, acqua permettendo, sei già lì a pensare dove mettere altri tavoli per aggiungere posti. Insomma di anno in anno FestAperta cresce in presenze, offerta di cibo e musica, volontari che vi lavorano, passione, allegria, che rendono la fatica più accettabile e ti danno coscienza di quello che, tutti insieme, si riesce a fare. E ovviamente è merito Vostro che, frequentandola, la rendete viva e partecipata: oltre a quello che trovate come offerta culinaria e musicale, crediamo che il piacere di esserci passi anche per il clima umano e la calda accoglienza. E qui il merito va alle tante persone che vi lavorano. Guardate ad esempio in cucina, quando io lo faccio mi stupisco per il sincronismo leggero che intravedo. La capa, Lina, non governa, però è la capa, e gli equilibri caratteriali instabili si ricompongono in una sintesi sempre in movimento. Vedi la Franca, in fondo, cappellino professionale in testa, che smista tra la capa Lina, le seconde linee e le donne che governano gli ordini. Vedi gli uomini del fritto, quelli della griglia; in mezzo, inossidabilmente calmo, Leonardo fa la sua parte vicino ad Anna, sua moglie. Quella cucina sembra un mare in continuo movimento, una performance teatrale. Nascosti agli occhi di tutti “i lavatori” sudano tra bicchieri e posate in spazi angusti, in un lavoro encomiabile nel quale le professioni di lavoro non con-

tano più, cosicchè il dottore sta a fianco del quadro aziendale, il libero professionista presta il fianco al giovane Teo, inviato d’ufficio a lavare dal Valerio e alla fine della serata contento come una pasqua. Loro, le ragazze ed i ragazzi che arrivano a servire si presentano, mettono il grembiule e... avanti e indietro tutta sera, poi ti sfottono, ridono di te, curiosi di sapere com’è andata la serata. Vedi le due sorelle recuperare piatti ai tavoli, Emiliano che non si ferma mai, il Luigi che sgrossa piatti e posate. Al bar fissi i tre dell’Avemaria, circondati dalle distributrici di fette di torta (tavolo basso, mal di schiena), quelle torte opera della “Rosy e le Altre”, come da copyright, che si portano subito al tavolo prima che finiscano. Gli uomini della cassa, con quello che scrive sempre male, la squadra di supporto musica, con i ‘dü de Carugà’, Erne, Damiano. Poi c’è l’artista blogger (di notte perché di sera fatica a sparecchiare) che cazzeggia sui social divertendosi e divertendo, l’uomo della logistica, l’Antonio, che deve far fronte alle richieste della cucina che vuole sempre qualcosa di diverso da quello che già c’è. Come mi ha detto Mikala, (quest’anno presente anche di mattina e spesso anche di pomeriggio) “non pensavo ci fossero tutte queste cose dietro ad una festa”. Con semplicità dicendomi della complessità dell’insieme e nello stesso tempo della facilità del farlo stare insieme. Perché al fondo, come sempre, è la parola “insieme” che fa la differenza, con il suo seguito di fatica, diversità, caratteri, gioie, allegria, soddisfazione. Sì, soddisfazione, perché alla fine di FestAperta è questo lo spirito che prevale in tutti quelli che ci hanno lavorato. Sanno di aver partecipato a costruire uno ‘Spazio’ di relazioni, cucina, musica, politica e cazzeggio con la leggerezza e la passione di sempre. Al prossimo anno, ad un nuovo incontro. Valerio Marchesi

Il fantasma della crescita zero Se nella percezione della maggioranza degli italiani i governi del Pd sono stai considerati i sodali dei ceti dominanti, dei vincitori della globalizzazione, visti come casta integrata nel sistema liberista per le scelte economiche compiute (jobs act, pensioni, bonus...) il governo giallo verde M5S-Lega usa altre vie ma è parimenti integrato al sistema liberista con l’aggravante di una declinazione nazionalista. L’incertezza seminata dai governanti di M5S e Lega, sull’Euro o sui conti, porta al rischio crescita zero per l’Italia. Nei primi due mesi di governo Lega M5S, giugno e luglio, si sono persi in Italia 90 mila posti di lavoro a tempo indeterminato, secondo l’istituto statistico Istat. Giungono segnali che le imprese hanno rallentato e rinviato gli investimenti. L’Italia ha bisogno di crescita e di lavoro. Ma le misure adottate dal governo, prima che mettere a rischio i conti pubblici mettono a rischio proprio lo sviluppo e il lavoro. Dire, come ripetono Di Maio e Salvini, che con mezzo punto di deficit in più aumenterà la crescita, il debito scenderà e la povertà sarà eliminata, è un insulto all’intelligenza dei cittadini. Non sono tanto i numeri del deficit/pil italiano in sè a sollevare perplessità, quanto l’uso che sarà fatto della spesa aggiuntiva che porterà al 2,4% il disavanzo previsto. Un deficit al 2,4% non e’ nemmeno elevatissimo, l’importante è la qualità della spesa, che venga cioè utilizzata per misure che vadano a favore della crescita di medio-lungo termine, ma non pare questa la strada e le stime di espansione del pil indicate dal ministro Tria appaiono ottimistiche. L’Italia, dopo la Grecia, ha la percentuale di occupati più bassa nel mondo sviluppato e il 10% più povero della popolazione controlla una fetta di appena l’1,8% del totale dei redditi, metà rispetto al resto d’Europa. Nel frattempo la riforma delle pensioni del 2012 ha generato effetti unici in Occidente: un salto in avanti di sette anni dell’età del ritiro. Le stime di crescita formulate dal ministro dell’Economia, che per effetto della manovra espansiva vede un pil in crescita dell’1,6% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020, sono una irrealistica accelerazione rispetto alla tendenza attuale. Secondo l’Ocse, che ha ridotto le stime per quest’anno e prevede una crescita del pil dell’1,1% per il 2018, con un deficit all’1,5% circa, se il deficit salirà al 2,4%, questo avrà sì un effetto espansivo, ma raggiungere l’1,6% nel 2019 non sarà facile perché presuppone un moltiplicatore della leva fiscale quasi pari a uno, mentre in genere e’ minore. Ma la situazione volge al peggio: la produzione industriale in contrazione, la fiducia debole nel manifatturiero e l’occupazione in calo suggeriscono che l’Italia oggi sta crescendo meno del previsto. Se questo è il punto da cui si parte per il 2019, per centrare gli obiettivi di crescita annunciati dal governo l’Italia dovrebbe correre a ritmi annuali superiori al 2,5%. Il che è improbabile dato che il tasso di espansione medio annuo è dello 0,5%. La strategia del governo funzionerebbe se le previsioni di crescita si realizzassero, altrimenti come effetti collaterali ci sarà l’esplosione del deficit e la salita del debito a livelli pericolosissimi. Scatterebbero allora tagli automatici di spesa pubblica e in una contorsione perversa avremo meno sviluppo e minore spesa pubblica. Se cosi sarà la spesa per il debito aumenterà come abbiamo visto in questi mesi e toglierà ulteriori disponibilità finanziarie per gli investimenti e lo sviluppo. Aspettiamo la legge di bilancio ma già oggi i numeri generano incertezza, la spesa rischia di arrivare ai 40 miliardi: 9 miliardi per il reddito di cittadinanza, 7 miliardi per le pensioni, 2 miliardi per la flat tax, 1,5 miliardi per i risparmiatori colpiti dal fallimento delle banche, 1 miliardo per le assunzioni straordinarie nelle forze dell’ordine, 12,5 miliardi per impedire che l’Iva aumenti dal 2019, 3-4 miliardi servono per micro-misure e per rilanciare gli investimenti, 2,5 miliardi per le spese indifferibili. Le coperture certe, ad oggi, sono 23,1 miliardi. Non siamo messi bene, la strada intrapresa dal governo giallo verde M5S Lega è impervia e pericolosa e potrebbe portarci a sbattere. A.G.

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Il servizio civile è una tipologia di servizio che offre la possibilità a ragazzi tra i 18 e i 28 anni compresi di lavorare presso un ente in diversi settori: cultura, ambiente, assistenza, patrimonio artistico e protezione civile. Il progetto prevede 1400 ore che includono l’attività di servizio, la formazione e il monitoraggio.

svolto a Bussero, dove abito. Che aspettative avevi? Inizialmente, ero convinto di svolgere compiti basilari e di supporto, non ero pienamente a conoscenza di tutte le mansioni. Inoltre, presentando domanda per la biblioteca, credevo che sarebbe stato quello il mio ambiente e non avrei pensato che mi sarei dovuto occupare di servizi presso l’ufficio cultura del Comune di Bussero..

Servizio Civile

L’esperienza di un volontario La legge con cui è stato istituito il Servizio Civile prevedeva che fosse obbligatorio per gli obiettori di coscienza e volontario solo per le donne, diventando volontario per ambo i sessi solo nel 2005. È un’esperienza di crescita sia a livello personale sia a livello lavorativo ed è un’opportunità per l’ente di coinvolgere ragazzi a supporto di determinati servizi. Incontriamo Fabio Zaccà, che ha da poco terminato l’anno di Servizio Civile presso l’Ufficio Cultura del Comune di Bussero. Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a fare domanda? Il servizio civile mi è stato consigliato da un ragazzo che conosco che ha partecipato a un progetto presso il Comune di Milano due anni fa. Al termine di una breve esperienza lavorativa, ho deciso di approfittare del bando, che era aperto in quel periodo, e presentare domanda, tenendo conto sia della garanzia di un anno lavorativo che mi avrebbe dato il progetto sia della comodità dello stesso, poiché si sarebbe

BUSSERO in VIVAVOCE

Qual’è stata la tua esperienza? I posti presso il Comune di Bussero erano due: uno in biblioteca e uno presso l’ufficio cultura del Comune. Dopo essere stato selezionato insieme a un’altra ragazza, si è deciso che io fossi destinato all’ufficio. Nello specifico mi sono occupato delle prenotazioni delle sale nelle ville comunali che vengono affittate per vari eventi tra

cui compleanni, cerimonie e assemblee, fornendo alle persone anche la possibilità di visionarle qualora lo ritenessero necessario. Inoltre, ho supportato l’ufficio per compiti anche amministrativi, tra cui la gestione della posta elettronica certificata. Tra le mansioni più rilevanti rientra l’organizzazione di eventi quali i mercatini di Natale, “Bussero in Festa” e “Agricola”, che mi hanno visto coinvolto in prima persona nella gestione e progettazione degli eventi e mi hanno permesso di dare sfogo alla mia passione per la grafica, realizzando le locandine degli stessi. È stato gratificante vedere realizzate iniziative vissute da dietro le quinte, che invece ero solito vivere da spettatore. Valore e significato della formazione? Oltre al servizio in Comune, ho svolto dei corsi di formazione e monitoraggio gestiti da Anci Lombardia, sia presso una delle loro sedi sia a distanza tramite dispense online. La formazione mi ha permesso da un lato di entrare maggiormente nel vivo del progetto grazie a corsi sulla storia dell’istituzione del Servizio Civile e dall’altro di apprendere nuove capacità tramite lezioni di comunicazione e risoluzione di conflitti. Tramite il monitoraggio invece, ho potuto fornire un feedback sulla mia esperienza, valorizzando gli aspetti positivi e segnalando, qualora ce ne fossero stati, elementi negativi. Quali sono state le cose che ti sono piaciute di più? Ciò che mi ha entusiasmato di più è stato poter entrare nel vivo della realtà busserese, vedere la nascita e la


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realizzazione di progetti dietro i quali ho scoperto esserci un lavoro e un’efficienza inimmaginabili. Ho amato sentirmi parte di una comunità di cui mai avrei creduto di potere e volere appartenere come adesso. Ho avuto la fortuna di trascorrere un anno insieme a delle persone che si sono rivelate ottime colleghe e buone amiche, e forse è questo ciò che mi è piaciuto di più: lavorare in un ambiente sereno, sentendomi parte di una grande famiglia. Ti senti di consigliarla come esperienza? Assolutamente sì. I campi in cui si può svolgere sono molti e chiunque potrebbe mettere a disposizione le proprie capacità per il bene collettivo. Consiglio il Servizio Civile a tutti coloro che hanno voglia di mettersi in gioco e dare un contributo, anche piccolo, alla società.

SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

Intervista a cura di Elisabetta Gilardelli

20 ANNI DI SPAZIO GIOVANI MARTESANA E I GIOVANI DI BUSSERO A fine Giugno presso il museo MAiO di Cassina De’ Pecchi si sono festeggiati i vent’anni di Spazio Giovani Martesana: un progetto che mette in rete i servizi educativi rivolti ai giovani, promuovendo iniziative sociali e culturali, sviluppando potenzialità, competenze e sinergie tra ragazzi e ragazze di tutto il territorio della Martesana. Oggi Spazio Giovani è una realtà che ha “fatto scuola” in tema di politiche giovanili, un progetto innovativo e audace quando è nato e che raccoglie la sfida di esserlo ancora oggi. Proprio per questo a vent’anni dalla sua nascita ci siamo incontrati non solo per festeggiare, ma per interrogarci e interpretare i bisogni e le problematiche dei giovani d’oggi, in una società sempre più virtuale e liquida come la nostra. Le necessità dei giovani, il loro modo di socializzare e di comunicare sono in continua evoluzione, ma la loro voglia di essere attivi e protagonisti rimane la stessa. Erano presenti infatti gruppi di giovani di tutti i comuni aderenti al progetto, i quali hanno presentato e condiviso le esperienze e le attività a cui danno vita, scambiandosi idee e know how. Per Bussero erano presenti i ragazzi di Giovani Bussero, che hanno elencato le varie attività svolte durante l’anno e le molteplici collaborazioni con altre realtà Busseresi. Il tema centrale della giornata è stata una riflessione sullo sviluppo di politiche giovanili attive e generative. Politiche che i giovani del nostro paese attuano da parecchio tempo (forse non sapendo che vengono chiamate così). Nel nostro paese, per quanto piccolo, abbiamo: Pulsazioni, che da anni organizza un torneo di calcio in ricordo dei giovani busseresi scomparsi e devolvono l’incasso in beneficenza. Che hanno aiutato a far partire e gestire l’aula studio presente in biblioteca, che insieme a Controsenso e a giovani dell’oratorio hanno dato il via alla festa del Parcone. Festa attualmente organizzata da Giovani Bussero per

un naturale passaggio del testimone, accompagnato da un passaggio di conoscenze, preparazione e voglia di fare. Ci sono i ragazzi di Controsenso che da 18 anni, anche in questo caso con un automatico ricambio generazionale, organizzano Il Reggae Rock Festival animando per dieci giorni il paese a suon di musica e divertimento. Controsenso, inoltre, per anni ha finanziato delle borse di studio musicali per i ragazzi delle nostre scuole medie, ed è veramente stupendo sapere che oggi molti giovani che hanno partecipato e vinto quelle borse di studio, organizzano il Reggae Rock e fanno parte dell’associazione. E abbiamo Giovani Bussero, un ‘tavolo’ di protagonismo giovanile fortemente voluto dall’amministrazione, dove i giovani busseresi maggiorenni possono partecipare, conoscersi, proporre idee e iniziative. Solo nell’ultimo anno questi ragazzi hanno organizzato due feste (Parcone e Natale), dato vita al Cineforum estivo nel giardino della Biblioteca, collaborato alla realizzazione della Giornata della Memoria per le vittime di mafia, collaborato col Comitato Genitori alla realizzazione di Squolandia, aiutato ad organizzare le Giornate del Volontariato, collaborato alla creazione della Grande Coperta… I tempi e le persone cambiano, ma la voglia di fare, insieme, rimane la stessa. A noi amministratori il compito di proporre e governare politiche giovanili in modo corretto, senza indirizzare le scelte dei ragazzi o essere restrittivi nei loro confronti, ma essere di supporto, accompagnarli nelle loro iniziative, mettere a disposizione spazi, dare opportunità di crescita e formazione, essere capaci di ascoltarli. *SpazioGiovaniMartesana è un tavolo sovraccomunale che coinvolge i paesi di Segrate, Bussero, Cambiago, Carugate, Cassina de’ Pecchi, Cernusco s/N, Cologno M.se, Gessate, Pessano con Bornago e Vimodrone.

Novembre 2018

Thomas Livraghi



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