BUSSERO in VIVAVOCE 6-2018

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a cura di Sinistra per Bussero

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Giugno 2018

il Governo c’è. Dunque esisto.

Questo è lo stato delle cose. Da qui occorre ripartire.

Li avete uccisi. Ma erano semi

La Nave della Legalità, una testimonianza e un fiorire di speranze.

Praticare la partecipazione

Interventi su strade e piazze: la scelta delle priorità in mano alla cittadinanza.

4 chiacchiere con don Achille

La persona, la Fede, gli auspici del nuovo Parroco di Bussero.

Restiamo umani Noi o loro. Noi e loro.

FestAperta 8a edizione

ritorna la Festa più attesa dell’estate Busserese

dal 16 al 23 luglio 2018

FEstA

APERTA


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Il titolo non vuole essere una provocazione. Abbiamo il governo nel rispetto del voto degli Italiani, del Parlamento e del Capo dello Stato.

IL GOVERNO C’È. DUNQUE ESISTO. Come è andata lo sappiamo. I vari titoli dei quotidiani e dei media hanno di volta in volta sottolineato quasi sempre negativamente il percorso per la formazione del governo. Si è arrivati a confliggere con le prerogative del Presidente della Repubblica. Lo sprea d tra Btp e Bund tedesco è stato indicato come termometro di affidabilità. Ho scritto in quei giorni mentre il primo tentativo di formare il governo veniva meno, come da cittadino di sinistra, che ha sempre contrastato le proposte politiche e del programma di governo del M5S e della LEGA e che non ne condivide i valori di riferimento e i contenuti, che c’era un problema di democrazia. Registravo l’ostilità proveniente dall’Europa per non far nascere il nuovo Governo che faceva leva sulla situazione finanziaria dell’Italia e sui condizionamenti restrittivi imposti che soffocano gli investimenti senza contribuire a ridurre il debito. Pensavo e penso che la politica debba essere guida dell’economia e non viceversa. Ma dove è stata la politica, perlomeno quella di sinistra, in quei giorni? Il Pd, inchiodato nell’immobilismo e nella precarietà politica e organizzativa, chiuso su se stesso in un tatticismo dilaniante che non ha fatto i conti con la sconfitta, si è messo in uno stato di attesa senza incidere minimamente sul corso degli eventi per evitare la saldatura tra M5S e Lega, puntando sul fallimento della formazione del governo e consolandosi con i popcorn. La sinistra che non ha ancora una forma organizzata di partito, impegnata in un’analisi sul voto negativo, giusta e promettente per il futuro, ma colpita da una diffusa afasia. Ora il Governo c’è. La nostra esistenza avrà un senso se la smettiamo di usare parole per etichettare questa o quella caratteristica del governo, perché di parole la maggioranza dei cittadini non sanno più che farsene. Tra l’altro in questa fase per la maggioranza degli italiani siamo i meno credibili. Una comunità politica della sinistra avrà un senso e ritroverà un seguito se innanzitutto non si limiterà a polemizzare a parole contro le proposte del Governo e contro le due forze politiche che lo compongono. La comunità politica della sinistra dovrà fare una seria autocritica per gli errori commessi, dovrà cambiare scelte,

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prassi e persone, perché è improponibile contrapporre ai nuovi governanti la riproposizione di quanto c’era prima del 4 marzo e le scelte politiche attuate dal governo precedente, per ritornare ad essere primari protagonisti. La crisi economica ha minato profondamente la coesione sociale, la precarietà e l’aumento smisurato della povertà e delle disuguaglianze hanno alimentato insicurezze e paure che oggi costituiscono la base sociale del consenso con cui la Lega e il Movimento 5Stelle hanno dato un governo al paese nel segno di una regressione sul piano culturale, dei diritti e del rispetto delle istituzioni. Serve quindi una svolta, una radicale discontinuità con le politiche degli ultimi anni. Serve mettere in campo una nuova proposta che si opponga alla Lega e M5S ed alle politiche di austerità che hanno permesso la loro ascesa. Liberi e Uguali ha focalizzato alcune priorità. Il lavoro deve tornare ad essere un valore imprescindibile: serve una legislazione che limiti la reiterazione di contratti precari all’infinito, che ripristini diritti, che riformi radicalmente il sistema previdenziale riducendo l’età pensionabile, che intervenga sulle delocalizzazioni selvagge. Il Mezzogiorno deve tornare ad essere centrale, con una nuova politica di investimenti diretti. Bisogna chiudere definitivamente l’epoca dei condoni fiscali e contrapporre alla Flat tax un principio semplice e chiaro: chi ha di più paga di più. Bisogna finalmente garantire un reale ed esigibile diritto alla cura nella sanità pubblica. In campo europeo serve una proposta di revisione dei trattati, a partire dal patto di stabilità che soffoca gli investimenti senza contribuire a ridurre il debito, che liberi dall’obbligo del pareggio di bilancio spese di investimento anche nazionali e quelle per ricerca, sviluppo e innovazione. Ripensare nuove politiche migratorie che promuovano l’apertura immediata di corridoi umanitari garantendo «canali di accesso legali e controllati» attraverso i Paesi di transito. In definitiva serve far emergere la capacità di rispondere alle sofferenze e alle paure di vasti strati della popolazione. Nel mentre si farà ferma opposizione nel Parlamento e nel Paese e si sfiderà il “governo del cambiamento” sulle promesse elettorali e sui rischi di un cambiamento che non cambia il corso della redistribuzione della ricchezza, dell’affermazione dei diritti sociali e civili, peggiorando per certi versi le condizioni dei cittadini, tutte le forze politiche e sociali della sinistra e del campo democratico aprano un confronto per una nuova proposta per l’Italia. Antonio Galbiati


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Falcone, consapevole di rischiare la vita tutti i giorni, ma allo stesso tempo decide di viverla senza paura quella vita e di mettere su famiglia. Semi che continuano a seminare.

Li avete uccisi, ma erano semi. La nave della legalità il 23 Maggio a Palermo Quando il prof. Dalla Chiesa mi ha chiesto di partecipare insieme ai suoi studenti al viaggio sulla Nave della legalità per il 26esimo anniversario della strage di Capaci, entusiasta, ho risposto subito sì. Mai avrei pensato, però in 3 giorni di viaggio di immergermi in un fiume di vita, emozioni, forza e passione così grande. Difficile da descrivere a parole, impossibile da raccontare tutto in un solo articolo. Ho deciso quindi di descrivere alcune immagini che mi sono rimaste in testa, alcune persone che ho incontrato, in definitiva di raccontare, con qualche esempio, i frutti che stanno dando ancora oggi dopo 26 anni quei semi di integrità, giustizia e onestà che erano i giudici Falcone e Borsellino.

CLAUDIA LOI e TINA MONTINARO due donne in viaggio sulla nave con noi, la prima sorella, la seconda moglie di due agenti di Polizia che facevano da scorta a Falcone e Borsellino. Due donne che hanno affrontato il lutto in maniera diversa. Claudia è la prima volta che trova la forza di tornare a Palermo dal giorno dell’attentato di via D’Amelio, è visibilmente emozionata e sente ancora vivo il dolore della sua perdita. Racconta di come la sorella teneva nascosto il fatto che facesse la scorta a Borsellino per non farla preoccupare, racconta che, in realtà, Emanuela avrebbe voluto fare l’insegnante ed era lei, Claudia, che voleva entrare in polizia. Ricorda soprattutto il mes-

saggio che ha lasciato la sorella con la sua morte: che ognuno di noi deve fare nel suo piccolo, nel quotidiano, la propria parte. Tina invece è una donna orgogliosa e determinata che dopo la morte del marito, decide di rimanere a Palermo e crescere lì la sua famiglia e i suoi figli, perché quelli che l’hanno ucciso la dovevano vedere in faccia tutti i giorni, dovevano vedere che lui continuava a vivere in lei, nei suoi figli e nell’esempio che ha lasciato. Proprio per questo Tina odia essere ricordata come vedova di Antonio, ma vuole essere ricordata come Moglie di Antonio. Racconta di Antonio, di come lei si sia innamorata di lui, proprio per la persona che era, un ragazzo che a 24 anni decide di fare la scorta a Giovanni

I BAMBINI E I RAGAZZI I bambini incontrati in nave, quelli incontrati a Piazza Maggione, i bambini in giro per il corteo di Palermo. I ragazzi della Nave, tutti consapevoli, anche grazie ai progetti fatti nelle varie scuole, di non essere semplicemente in gita, consapevoli di essere in viaggio per ricordare degli esempi del nostro tempo e in viaggio soprattutto per diventare anch’essi esempi di onestà e giustizia nel loro percorso di vita. I bambini che in piazza Maggione creano cartelloni con le frasi di Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa, Peppino Impastato, etc. e compilano dei cruciverba giganti con domande su Mafia e Antimafia che avrebbero messo in difficoltà gran parte delle persone normali. I bambini in corteo che saltano cantano e ballano con noi, tutti insieme a gridare un grande No alla Mafia, alla disonestà, all’illegalità. Le magliette di due bimbi di 4 anni, una con la foto di Falcone e Borsellino con scritto: io sto con i veri eroi, l’altra tenerissima con scritto: Mafia monella vattene via. Semi pronti a crescere rigogliosi. I CORTEI E I LENZUOLI BIANCHI Il corteo che parte dall’ Aula bunker di Palermo per arrivare fino all’albero di Falcone. Il corteo che parte con Nando Dalla Chiesa, Maria Falcone e il procuratore nazionale antimafia De Raho che

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saltano sorridenti cantando: “chi non salta, un mafioso è”. Le vie di Palermo cantando i cento passi, i ragazzi dell’università di Milano insieme ai ragazzi di Palermo che intonano cori contro le Mafie. I lenzuoli bianchi appesi ai balconi, che dal 1992 sono segno di ribellione alla mafia a Palermo, la gente che ci applaude e noi applaudiamo loro, incitandoli ad esporre altri lenzuoli e nel caso fossero uffici ad esporre anche solo fogli e cartelloni bianchi. Poi l’arrivo sotto l’albero, la cerimonia, le 17.58 (ora precisa della strage di Capaci), i nomi delle vittime delle stragi lette da Pietro Grasso e il sole che sbuca tra le nuvole, facendo filtrare un fascio di luce proprio sopra l’albero. Semi diventati piante. UNO STUDENTE ANOMALO

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Tra i cinquanta studenti di Nando partiti da Milano, ci sono molte storie interessanti, ma una in particolare mi ha colpito, è la storia di G.. G. l’ho conosciuto in viaggio, sembra uno studente normalissimo, particolarmente emozionato e felice per tutto il viaggio, vive durante i vari incontri un’emozione che traspare e una felicità che si respira, intuisco abbia qualcosa di speciale, infatti egli è uno studente come tutti gli altri ma un po’ anomalo. Mentre giriamo per Palermo, ad un certo punto, G. regala la propria maglietta con scritto: “lo stato è più forte della Mafia, perché lo stato siamo noi” ad un insegnante. L’insegnante gliela chiede per appenderla in classe, in quanto insegna in una scuola difficile, piena di ragazzi con i genitori in carcere. G. dopo questo gesto è visibilmente scosso e con gli occhi che luccicano mi ha

raccontato la sua storia. G. è uno studente dell’Università degli Studi di Milano ma è anche un detenuto del Carcere di Bollate. G. sta reimparando a vivere, sta scoprendo sé stesso e ogni giorno lotta con tutto sé stesso per perdonarsi e avere un riscatto nella sua vita, oggi lui crede fermamente nella forza della legalità, dell’onestà e nel bene delle persone. G. è anomalo non perché è un detenuto, è anomalo perché

vive la vita a pieno ogni secondo e lascia sempre qualcosa a chi lo incontra. G. è un seme che sta germogliando ora. Dopo questi giorni intensi e fantastici la speranza di un domani migliore cresce sempre più, il sogno di vedere il nostro paese debellare questo cancro chiamato Mafia è un pochino più reale.

Thomas Livraghi.


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Un risultato importante per il Comune di Bussero: è stata accolta la richiesta di accesso agli spazi finanziari regionali di spesa per investimenti. Un’occasione significativa per realizzare interventi sul territorio e, contemporaneamente, per sperimentare e praticare nuove forme di partecipazione della cittadinanza. Nella doppia veste di Assessore al Bilancio ed ai Lavori Pubblici incontriamo Massimo Vadori per comprendere meglio cosa vuol dire per il nostro comune aver ottenuto questo risultato. Si tratta di un’attività svolta in sinergia tra gli uffici Finanziario e Tecnico che hanno fatto un lavoro straordinario per consentire al nostro comune di poter partecipare a questo bando di Regione Lombardia. Ci può dare qualche particolare in più? È’ stato davvero un lavoro molto impegnativo e complesso che alla fine ha visto “premiati” 148 comuni in tutta la Lombardia e tra questi 2 della Zona Adda Martesana come risulta dalla Delibera della Giunta Regionale (n° 22 del 16 aprile 2018) e dal relativo decreto di applicazione (n° 5762 del 23 aprile 2018). Con la distribuzione di questi spazi finanziari di spesa, la Regione concede agli enti più virtuosi (quelli con i conti a posto e le risorse disponibili) la possibilità di spendere risorse proprie, vincolate nei precedenti anni dal patto di stabilità. Sono quindi denari già presenti nelle casse comunali (il nostro Fondo Pluriennale) e che con questa procedura vengono resi disponibili per interventi aggiuntivi rispetto a quelli programmati nel bilancio di previsione. Quindi nel merito quali lavori avete previsto e di che entità? Parliamo di interventi nel settore “strade e Piazze” che essenzialmente riguarderanno il rifacimento di pavimentazioni stradali e marciapiedi.

PRATICARE LA PARTECIPAZIONE Sono 20 progetti che l’Ufficio Tecnico aveva “nel cassetto” e che non potevano essere realizzati a causa dei vincoli di spesa che la finanza pubblica deve rispettare. I progetti predisposti dall’Ufficio Tecnico complessivamente sommano importi pari a circa 387.000,00 €. La quota assegnata al Comune di Bussero è stata pari a 221.654,00 €. Come intendete procedere per la scelta specifica degli interventi? Per individuare, tra i 20 progetti predisposti dagli uffici, quelli da realizzare immediatamente abbiamo pensato di coinvolgere i nostri concittadini attraverso un questionario con il quale sarà possibile indicare le priorità che ogni singolo cittadino ritiene di attribuire ai singoli progetti. In base alle preferenze espresse realizzeremo le opere progettate fino alla concorrenza dei 221.654 € disponibili. E’ una forma di coinvolgimento diretto dei cittadini su scelte concrete, possiamo definirla progettazione partecipata o con altri sinonimi, per noi è un modo per praticare forme nuove e originali di “fare amministrazione”. Quali sono I tempi previsti per questa operazione di scelta partecipata? La consultazione si svolgerà in tempi ravvicinati, penso che entro la metà del mese di luglio dovremo concludere il percorso per poter poi procedere con gli atti di gara e affidamento dei lavori. In questi giorni è in distribuzione il questionario e approfitto della possibilità di questa vostra pubblicazione per invitare tutti i cittadini ad aderire a questa forma di partecipazione diretta. Il questionario sarà distribuito in

forma cartacea a tutte le famiglie busseresi e le risposte potranno essere consegnate agli uffici in forme cartacea o attraverso un indirizzo di posta elettronica. Nella veste di Assessore al Bilancio ho fatto inoltre rilevare che le spese di stampa e distribuzione del questionario non erano tra le voci di spesa previste. Ringrazio i consiglieri del gruppo di maggioranza che hanno deciso di finanziare in proprio l’iniziativa.

Massimo Vadori Qualche considerazione finale? Sì, stiamo già lavorando per verificare con gli uffici regionali la possibilità di ampliare gli spazi assegnatici e confidiamo di poter aumentare le risorse da impiegare in sede di verifica delle attribuzioni concesse. Speriamo che tra gli altri 146 comuni ve ne siano alcuni che, per motivi vari, non siano in grado di attuare i loro progetti. E’ già successo negli anni passati e speriamo si possa ripresentare questa condizione anche quest’anno. Un ultimo dettaglio da chiarire: tra i progetti presentati non sono presenti interventi nella zona della Galassa. Non si tratta di una dimenticanza. L’Ufficio Tecnico ha in corso una progettazione specifica che sarà oggetto di un intervento separato.

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Sappiamo che ti chiami Achille Fumagalli e che sei il Parroco di Bussero da quasi un anno, ma ti conosciamo ancora poco come persona. “Bussero In Viva Voce” è un periodico cartaceo che viene distribuito in tutte le case. Un’intervista ci è sembrata un modo per farti conoscere anche a chi non è un assiduo frequentatore della parrocchia.

considerarsi soli e inutili. Sono chiamato a portare alla mia Comunità e a tanti altri la bellezza della Grazia di Dio, la grandezza di essere amati e non dimenticati. Vivere nella semplicità il “ministero della speranza e della gioia”. Celebrare i Sacramenti, vivere l’esercizio della carità e della predicazione, ma soprattutto condividere la vita di ciascuno, regalando la certezza di non essere soli, ma amati: penso sia un bel modo di intendere il ministero sacerdotale.

Quattro chiacchiere con don Achille Iniziamo con qualche dato generale in stile scheda anagrafica Sono nato a Lecco nel 1974 e ho vissuto la mia giovinezza a Osnago, un paese della Brianza molto vicino a Montevecchia e a Merate. Una giovinezza normale, da ragazzo dell’oratorio, con tutti i vari impegni tipici di quella fascia di età. Ho avuto sempre un grande legame con la mia famiglia e, anche se adesso viviamo in paesi diversi, ho la fortuna di condividere con mamma e papà parecchio tempo. Quando hai pensato di fare il prete? Sono entrato nel seminario minore nel settembre 1988 e ho frequentato il Liceo Classico e gli studi di Teologia fino ad arrivare all’ordinazione sacerdotale il 12 giugno 1999, con il Cardinale Carlo Maria Martini. Sono felice di essere prete e di aver avuto questa “chiamata”. Nulla di meritato, ma una grande grazia che mi è stata donata. Cosa significa fare il prete oggi? E’ complicato dire che cosa sia oggi il prete. Ci sono tante definizioni diverse a seconda delle sensibilità di ognuno. Io spero di essere un uomo di Dio, che possa aiutare gli altri a sentirsi “a casa” nella propria esistenza, senza mai

BUSSERO in VIVAVOCE

Se potessi scegliere, qual è l’epoca in cui avresti voluto vivere?

Per fortuna non abbiamo questo problema di scelta… io mi fido. La Provvidenza mi ha pensato e voluto, qui e ora, per portare avanti il Disegno che ha ben in mente. Generi di lettura preferiti? A me piace leggere, anche se in questi mesi faccio fatica a trovare tempi opportuni. Non sono attratto da un genere in particolare: mi lascio accompagnare dalla “curiosità” del momento. Penso sia importante variare perché in ogni genere c’è ricchezza e occasione di capire e comprendere. Qualche pillola di filosofia: cos’è secondo te la felicità? La felicità è la pienezza di ogni vita, che però io chiamerei gioia. La felicità è importante, ma spesso è un attimo, è un pensiero, è un incontro. La gioia è avere un cuore che sta bene, che pur nelle difficoltà si sente amato, si sente desiderato e nel posto giusto. Solo così è capace di ripartire ogni volta, di regalarsi nuove occasioni di felicità e di gioia. Le vere gioie, però, hanno sempre un nome e un cognome. Siamo inoltre stati fatti a immagine di Dio e Dio è amore. Noi troviamo la pace solo quando siamo disposti ad amare fino alla fine. E cos’è secondo te l’amore? “L’amore è la misura di tutto”, in ogni situazione, in ogni ambito e luogo, in ogni relazione umana e costruttiva.


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Cosa vuol dire credere? Credere è fidarsi e affidarsi. Io sono riconoscente a Dio per avermi chiamato e per essersi fidato di me. Come tutti vivo la fragilità e la fatica di ogni uomo, ma so che dall’alto Lui mi sostiene, e sostiene ogni persona che grida a Lui. Desidero tanto portare a ogni mio parrocchiano la luce della fede, la gioia della fede, che non è solo conoscenza, ma è il gesto più umano del mondo: fidarsi e affidarsi. Qual è stata la tua esperienza pastorale prima di arrivare a Bussero? Sinceramente non ero mai stato a Bussero. Ma appena arrivato mi sono sentito a casa, sia perché è un paese molto simile al mio di origine (Osnago), sia perché la gente mi ha fatto sentire la vicinanza e la disponibilità ad avermi per un tratto di strada come Parroco, come pastore che insieme al gregge cammina nell’avventura stupenda della vita. Ho sentito tanto affetto e fiducia. Nella semplicità degli incontri ho percepito la disponibilità a consegnarmi le tante croci e le tante gioie dei cuori. Ho sentito il desiderio di bene e di essere amati per quello che sono. Ho colto il desiderio di condividere e maturare la fede e la bellezza di essere cristiani radunati insieme da Gesù per vivere la bellezza di essere Chiesa genuina e radicata in Dio.

Bussero o ti ha offerto altre mete? Il Vescovo mi ha chiesto di venire qui, e io non ho esitato, ve lo assicuro, anzi l’ho subito ringraziato. La mia storia da sacerdote è ricca di incontri e di Oratori. E’ stata una stagione stupenda della mia vita. Mi ha arricchito, mi ha fatto crescere e maturare. Mi ha reso quello che sono. Ora sono contento di essere il vostro parroco e di vivere la completezza della vita di pastore, che cerca di vivere ogni relazione come “occasione di grazia”, come regalo per me e per gli altri. Non sempre si riesce a rispondere a tutti, ad essere pronti ed efficienti: assicuro tutto il mio impegno e tutto il mio cuore. Ma ricordiamoci che Colui che ci fa star bene si chiama Gesù: e lui non abbandona mai nessuno! Un’ultima riflessione sul paese dove stai ora e cosa ti aspetti/auguri nel prossimo futuro? Penso che sia un paese ricco di storia e di tradizioni belle. Ho trovato persone, famiglie, ragazzi, anziani, giovani e adulti molto disponibili e capaci di tirarsi su le maniche e, con il cuore in

mano, pronti a camminare insieme. Non è facile, perché la vita è bella, ma anche un po’ complicata. Con gioia vivo la “grazia” di essere Parroco e Pastore di questa Comunità busserese. Ogni passo che compiremo insieme sia accompagnato dalla carità, dalla concordia e da un cuore disponibile alla comunione e all’arte della misericordia: è questo che abbiamo imparato dall’amore di Gesù sulla croce. Ho desiderio di conoscervi, di incontrarvi, di stare con voi nel vivere il grande Mistero della Chiesa, Comunità amata e radunata dal Signore Risorto. Mi auguro di condividere un cammino ricco di fede e di gioia quotidiana. Riscopro, ogni giorno, che amare è esserci, in ogni sofferenza, in ogni fatica, in ogni spazio di morte, sapendo che la vita vera sta lì dentro e che la vita si rinnova quando con amore metti luce e calore in ogni ombra. Intervista a cura di Marco Vergani

Nella tua esperienza di prete dell’oratorio hai visto i ragazzi passare dal telefono fisso al cellulare e alla connessione h24: cosa ne pensi? Certamente le giovani generazioni corrono tanto, ma penso che non abbiamo mai perso il desiderio più bello di ogni uomo di ogni epoca: essere amati, capiti e ascoltati. La bellezza degli incontri nasce non dal giudicare o dal comparare, ma dall’ascolto e dall’accoglienza. Per educare occorre accogliere la persona nella sua bellezza, nella sua unicità e anche nella sua fragilità. Solo quando una persona si sente amata è disposta a fare un pezzo di strada insieme a te. Quando il Vescovo Ti ha chiesto di diventare parroco ti ha subito proposto

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LA SINISTRA CHE INCONTRA

Cronache Marziane stay hungry stay foolish Una vacca bulgara di nome Penka, sconfina in Serbia mentre è al pascolo. In questi giorni l’attenzione è concentrata

La poverina non accortasi del confine tracciato

sulla nave di migranti ferma in mezzo al

dagli uomini, viene trovata da un contadino

Mediterraneo in attesa di un porto dove

serbo che la accompagna da un veterinario,

attraccare e sbarcare il suo carico di vite umane.

sempre serbo, che attesta su un documento

Alla pubblica opinione non è certo il destino

scritto in serbo, lo stato di “sana e robusta

dei migranti che interessa.

costituzione del quadrupede”.

L’attenzione è concentrata sulla determinazione

Come è noto la Serbia ha fatto richiesta di

del Ministro Salvini ad usare il suo potere per

entrare nella UE ma non ha ancora avuto

dire chiaro e tondo ai naviganti di tornare a casa

questa possibilità

loro e sull’Europa, che non fa un plissè.

Dunque resta un paese extra comunitario e

Per strada poi il tifo per Matteo, il Batman de

conseguenza di ciò, una vacca che viene dalla

noaltri, lo fa il “popolo”, quello che lo ha votato e

Serbia non può che essere considerata, dalla

che da Lui si aspetta la soluzione al PROBLEMA.

burocrazia bulgara, in ottemperanza alle regole

Si maiuscolo, perché così è vissuto.

della comunità, “una vacca extra comunitaria”.

Certo anche il Lavoro è un Problema, anche lo

Destino della vacca: la soppressione.

Spread e perfino il Calcio-Mercato; ma come il

A questo punto il ministro dell’agricoltura

titolo di un vecchio film “…….. può attendere”.

serbo si è reso disponibile per l’adozione

Una cosa per volta, eh diamine!

dell’animale e immediatamente all’ordine

Partiamo da quella piaga, l’Immigrazione, per la

del giorno del Parlamento Europeo è stata

quale fare il duro, come fa Salvini, sulla pelle dei

presentata una interpellanza.

deboli non costa niente e fa elettorato. Se poi da qualche parte, “sti negher”, bisogna

Ecco, in conclusione, come per Penka, due

metterli non sarà stata colpa del Matteo, il

sono le possibilità per i 629 migranti fermi in

Lombardo…. La colpa è dell’Europa.

mezzo al Mediterraneo, spaparanzati come

Quale Europa? Quella di Bruxelles o quella dei

turisti su una nave MSC: essere abbattuti (o

duri come Lui? Tipo Orban….

l’equivalente tornare in Libia), oppure farsi ospitare dal Ministro serbo il quale, magari,

Certo che l’Europa ha collezionato figure di

finchè si tratta di vacche chiude un occhio.

m…a in quantità.

La terza possibilità, e cioè parlare di Loro,

Stipula accordi e poi non li sa far rispettare, ci

al Parlamento Europeo: sicuramente lì non

tratta da pezzenti e come se non bastasse ha

hanno tempo. Sono impegnati con Penka,

una burocrazia che uccide

l’extracomunitaria a quattro zampe.

Sentite questa.

Clic

SINISTRA per BUSSERO - Via Croce 20 - 20060 Bussero - sinistraperbussero.blogspot.it


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