Giugno 2009

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Editoriale Ricordo di una persona speciale Tempo di saluti Raccolta fondi per i terremotati \ “Arrabbiati” Gita a Wűrzburg Auschwitz Creatività a Vicenza Gita a Parigi Bollettino di guerra Monologo dell’artista impersonato I miti di oggi L’estetica invisibile Concorso Maschera d’Oro

Uomo Obiettivo:Prof. Giuliano Cisco Direttrice:Francesca Trombetta 3ALG Impaginatori: Sara Pezzato 3ALG Vicedirettori: Federico Ceretta 3AI Alberto Cimmino 3CLG Responsabili delle sezioni: “Dal Quadri”: Andra Meneganzin 3ALG “Da Mondo”: Francesca Trentin 3ALG “Giochi”: Elena Marangoni 5BT “Io Pirla”: Davide Stefani 5CI Recensioni: Godi Valeria 4ALG Sezione Grafica:Romano Francesca 5CI ”Frasi Prof”: Alice Zambonin 3BLG Marta Pilotto 3BLG

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Ceretta Federico Chieregato Giovanni Conti Alfredo Costa Elena D’Odorico Lidia Danieli Cleo Deghenghi Alice De Boni Sara Ferretto Francesca Gelain Laura Godi Valeria Maistrello Davide Marangoni Elena Meneganzin Andra Il ritratto della copertina è di Laura Gelain. Il resto del quadro e il quarto Pezzato Sara

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Darwin e Harry Non solo testa e studio Squadra di basket del Quadri Squadra di pallamano del Quadri L’armata Brancaleone torna in campo Squadra di pallavolo del Quadri De scolastica sopravviventia \ ‘a sopravivenxa a scola Cevese e il cigno Quadriverba I ditloidi Fumetto

Redazione

3AI 3CI 4AST 3CLG 3CLG 3ALG 3CLG 5ALG 3CLG 4BT 4ALG 2AI 5BT 3ALG 3ALG

Pilotto Marta Pozzan Gabriele Rigo Francesca Rizzetto Alice Romano Francesca Salvatelli Feliciana Savoca Enrico Somma Michael Spiller Agata Stefani Davide Tessarolo Lucia Trentin Francesca Trombetta Francesca Venturini Lorenzo Zambonin Alice

di copertina è di Francesca Romano

CIOÈ CREDO … NON SO SE ESISTE … MA SÌ, CREDO NON ESISTA

3BLG 3AI 4BT 5ALG 5CI 5BT 2BST 3BT 3AT 5CI 3ALG 3ALG 3ALG 3BLG 3BLG


Francesca Trombetta 3^ALG

Come promesso, eccomi qua a scrivere l’editoriale per il quarto numero. Sembrava impossibile, ma ci siamo riusciti! Cosi potrete, tra un’ultima lezione e un’altra, sfogliare questa mitica edizione del Quadrifoglio. Infatti, ormai siamo agli sgoccioli di quest’anno scolastico: un bell’anno, per quanto mi riguarda, ricco di sorprese e avvenimenti. Anche l’ultimo mese di scuola è stato a suo modo piacevole, se tralasciamo la valanga di lavoro che ci ha colpito.. Però bisogna dire che quest’atmosfera estiva ci sta travolgendo, facendoci scordare ogni problema. Ah, dimenticavo! Complimenti al gruppo di teatro e a quello musicale! Lo spettacolo è stato davvero bello! Ritornando al quarto numero, come già detto una novità di quest’anno di cui andiamo particolarmente fieri, anch’esso sarà pieno di sorprese e articoli interessanti. Ad esempio, i nostri giornalisti si sono sbizzarriti cercando di tradurre il latino.. in dialetto veneto! Inutile dire che ci sono riusciti benissimo! Inoltre, in questo numero potete trovare anche una serie di pezzi sulle varie squadre sportive del Quadri, senza dimenticare le gite, che non mancano mai e addirittura tre pagine di fumetto! In più, le nostre disegnatrici si sono impegnate per realizzare una copertina degna di questa specialissima edizione. Ma questo è pur sempre l’ultimo numero e, come ogni anno, è d’obbligo fare i soliti saluti e ringraziamenti.. Intanto, un saluto a tutti i ragazzi di quinta che quest’anno ci lasciano per intraprendere nuove strade.. un in bocca al lupo per gli esami! In particolare, un ciao speciale a coloro che durante questi anni ci hanno aiutato a rendere il Quadrifoglio il grande giornalino che è ora (eheh!) e quindi ringrazio e auguro una buona fortuna a Elena, Francesca, Davide, Sara e Alice (e si cercano già sostituti per l’anno prossimo che ci aiutino con le copertine, l’io pirla e il quadriverba!). Eh già, purtroppo perdiamo validi elementi! Inoltre, ringrazio anche tutta la redazione che ha fatto passare il mio primo anno da direttrice in maniera davvero piacevole (le nostre ultime riunioni ormai degeneravano in argomenti troppo divertenti!), l’ impaginatrice Sara, che si fa un mazzo grande così per rendere il giornalino perfetto e ovviamente il nostro uomo obiettivo, il professor Cisco, che riesce ad attivare la vena creativa che c’è in noi! Grazie a tutti! E infine, grazie anche a tutti voi!

Buona lettura e buone vacanze! SMETTETE DI PARLARE CON QUESTO GERGO DA MTV

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Un anno fa, sabato 17 Maggio 2008, quelli di voi che già frequentavano il Quadri, forse, lo ricorderanno, le lezioni si sono interrotte con qualche ora di anticipo. Forse per qualcuno di voi è stata una bella giornata, invece purtroppo l'occasione era tutt’altro che serena. Quel giorno, infatti, ci sono stati i funerali di una persona speciale, un'insegnante inimitabile, Maria Pia Cimmino. Ad un anno da quella triste data ci siamo incontrati per ricordarla con l'affetto sincero che sapeva suscitare senza fatica. Vogliamo condividere due pensieri che abbiamo scritto per farle sentire ancora tutto il bene che le abbiamo voluto quando era qui con noi.... Ricordarla perché non c'è più non le rende giustizia... immaginare i “se fosse” stata con noi non sono sufficienti... Non è la tristezza che accompagna i nostri pensieri, ma l'esilarante entusiasmo che lei riversava in ogni spiegazione, la sicurezza che ci dava nelle interrogazioni, la serietà dei momenti in cui potevamo confrontarci liberamente, la materna premura nel richiamarci se stavamo andando fuori strada. Nel tempo in cui siamo stati assieme, lei ha saputo diventare un esempio per tutti noi e il modo migliore per renderle omaggio è cercare di incarnare ciò che lei ha voluto mostrarci di positivo, ciò che ci ha insegnato sulla vita. Cara prof, è già passato un anno dall'ultima volta che l'abbiamo vista, eppure non è passato giorno senza che ognuno di noi pensasse a lei. Anche la quinta è ormai trascorsa e ci avviciniamo agli esami di maturità. Speravamo tanto che fosse lei a rincuorarci e a sostenerci, col suo sorriso, i suoi colori e la sua allegria, ma siamo sicuri che sarà comunque al nostro fianco, rassicurante sostegno per le nostre, forse eccessive, apprensioni. Qualche giorno fa abbiamo ritrovato e rivisto un video di quando eravamo in seconda... anche così vogliamo ricordarla, ricordare i momenti allegri che abbiamo passato con lei, formando spontaneamente il cerchio al quale lei partecipava con gioia e col sorriso che rallegrava tutti. Era un'unione bella e significativa che avveniva tra noi grazie alla sua insostituibile presenza. Ci auguriamo di ritrovarci qui, l'anno prossimo, per raccontarle come sono andati gli esami e per confrontare le prime impressioni dell'università, il nostro “nuovo mondo”. La salutiamo con tanto affetto. I suoi alunni della 5^BLG, Giulia Norbiato e Silvia Dalle Rive (4BLG)

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È COME SE SCRIVESSI 8 MA IN REALTÀ È 3 PER CUI TI DÒ 3


Davide Stefani 5^CI Alla fine di un percorso è naturale fermarsi e guardarsi indietro per valutare ciò che si è appena concluso. La strada non è sempre stata semplice, anzi il più delle volte era una salita (e a dire il vero non è ancora finita..), ma con dei buoni compagni il viaggio è passato agevolmente. Cinque anni sembrano tanti a pensarli tutti insieme, ma a guardarsi indietro adesso paiono esser volati. Cinque anni passati tra i banchi di scuola, a studiare, certo, ma anche a ridere fino ad avere le lacrime agli occhi, passando dalla tensione prima di un compito al relax di un'ora di supplenza. Il livello dei professori e le tantissime iniziative extrascolastiche offerte rendono il Quadri uno dei migliori licei d'Italia, ma sono soprattutto gli studenti che ne fanno un posto speciale: amici con cui condividere un periodo importante della propria vita, con cui scambiarsi stimoli in un ambiente che spinge ad una crescita intellettuale incessante (sì, sono stato pagato fior di quattrini per questo elogio all'onnipotenza del Quadri, ma in fondo vi renderete conto anche voi che non ho esagerato troppo). Giunti ormai alla fine, la mente torna allora alle origini di questa esperienza cominciata un settembre di cinque anni fa: un gruppo di studentelli che si guardano intorno spaesati e vengono chiamati a formare le classi che tra meno di un mese saranno sotto torchio agli esami di maturità. Alcuni elementi sono cambiati, ma senza grandi intoppi si sono formate strette amicizie che sarà difficile non continuino nei prossimi anni. Mi era stato chiesto di fare un articolo divertente, ma a ricordare questi cinque anni la malinconia prevale. Frequentare il Quadri ti cambia davvero, ti fa crescere come studente, come persona, come cittadino. Detto questo, il mio conto corrente dovrebbe ormai essere stato aggiornato, quindi posso dire con onestà che come le vacanze non c'è niente, ma dato che proprio bisogna andare a scuola, il Quadri è la scelta che rifarei e che rimpiangerò amaramente quando mi cadranno addosso tutte le avversità della vita. Buone vacanze!

Alice Rizzetto e Sara De Boni 5^ALG Reduci da una simulazione di seconda prova, ci accingiamo a scrivere…il nostro ultimo articolo per il prestigioso Quadrifoglio! Chi l’avrebbe mai detto che questo momento sarebbe arrivato così in fretta! Tocca a noi quest’anno, tirare le somme dopo cinque anni trascorsi nel mitico Gi Bi Quadri!! Cinque anni…a pensarci sono un sacco di tempo…e invece ci sembra ieri, quando abbiamo varcato la soglia della buona vecchia sede…Era l’inizio di un viaggio che ha portato con sé avventure, momenti divertenti e ovviamente qualche litigata e arrabbiatura…”un po’” di stress soprattutto negli ultimi due anni ma anche tanti episodi bizzarri che ricorderemo con una risata solitaria (nel senso che ripensandoci ci metteremo a ridere da soli!) Quando siamo entrate nel vecchio edificio di via Baden Powell e siamo state accolte dall’efficientissimo servizio di tutoraggio abbiamo capito di aver scelto la scuola giusta…e in effetti…per il primo anno…pomeriggi tranquilli e nessun sovraccarico di studio, quasi troppo bello per essere vero! L’anno di mezzo è stato il più rivoluzionario: siamo stati inseriti in quell’elité di classi destinate alla Rodolfi…tanta neve d’inverno, tanto polline in primavera…cosa si può volere di più??!!E in più professori e materie nuovi e il tempo da dedicare allo studio il pomeriggio che aumentava di minuto in

minuto…iniziava così a delinearsi il programma giornaliero che ci avrebbe atteso l’anno seguente…mattina…scuola, in anticipo magari, per l’ultimo ripasso…ricreazione...si copiano i compiti delle ultime due ore…o tre…visto che la svolta del terzo anno prevede anche la sesta ora… Poi è arrivata la quarta col pensiero del famoso SCAMBIO CULTURALE che metteva tutti in fibrillazione e che, fortunatamente, aveva la meglio sulla preoccupazione degli esami dell’anno seguente. E’ stato anche l’anno dell’inaugurazione dell’attuale sede, tutta nuova e luccicante… bella sì…ha un che di labirinto e nessuno sa cosa ci sia nei sotterranei (sempre se ci sono dei sotterranei ) e all’ultimo piano…da cui fra l’altro si ha il piacere di osservare l’Ortigara e il Grappa! E così eccoci qua, a scrivere un saluto a tutti voi lettori del Quadrifoglio, ancora poco consci del mese di fuoco che ci aspetta… Guardandoci indietro, non possiamo che chiederci…”ma come? È già finita?”…ebbene sì cari maturandi, anche la quinta sta terminando e con essa la nostra carriera scolastica al Quadri. Cinque anni intensi, carichi di studio, certo, di impegno e tanta buona volontà, ma anche cinque anni di nuove conoscenze, di crescita e, spesso e volentieri, tanto divertimento ( o per meglio dire, tanto casino…si può dire

VOLETE FARMI MORIRE DI CORRENTE?

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Marco 3^BI Come tutti noi sappiamo, questi mesi sono stati segnati da una grave catastrofe: il terremoto che ha colpito l’Aquila causando centinaia di vittime e milioni di euro di danni. Soprassedendo su tutte le polemiche che ci sono state riguardo a chi dovesse prendersi cura delle migliaia di sfollati e come dovesse farlo l’importante è stato e sarà cercare di aiutare queste persone. Il gruppo animatori si è subito interessato a questa causa e ha in breve tempo organizzato una raccolta fondi per poter cercare, nel suo piccolo e a nome di tutta la scuola, di spedire un aiuto economico. La raccolta è durata per parecchi giorni durante i quali due animatori a turno si sono sistemati lungo il corridoio principale e hanno raccolto le offerte di insegnanti collaboratori e studenti. Nonostante la contrarietà di qualche professore l’ammontare delle donazioni ha superato i 1000 euro. Non è da dimenticare il contributo dell’Eco‐Quadri che ha deciso di donare l’intero ricavato del mercatino preparato per la festa della creatività che, confermando ogni aspettativa, è riuscito a raccogliere quasi 800 euro con la vendita della maggior parte degli oggetti; la restante parte verrà donata alla cooperativa Insieme cosicché possa essere anch’essa d’aiuto ai bisognosi. A proposito, ci siamo dimenticati di dirvi dove vanno precisamente i soldi!!!!! Beh, il denaro è stato inviato per bonifico bancario ad un liceo scientifico di Ocre, vicino a L’Aquila, con il quale siamo entrati in contatto grazie ad una studentessa che prima del terremoto studiava lì e che ora è venuta a terminare l’anno scolastico nel nostro istituto. Ecco tutto! Quest’articolo serviva solo per informarvi ma alla fine è nato un poema…. Speriamo di non aver annoiato a morte nessuno. Aaaaaah un’ultimissima cosa!!!!!! Un grazie sincero da tutto il gruppo animatori a tutti gli studenti professori e collaboratori sia del Liceo Quadri che del Liceo Pigafetta per la loro immensa generosità.

Tatjana Frigo & Emma Pioggiarella, 1 BLG Sabato 18 aprile 2009, un gruppo di 50 studenti del liceo scientifico“G.B. Quadri”..(conoscete?!), hanno partecipato alla rappresentazione teatrale “Arrabbiati”, al Teatro Astra. Lo spettacolo è tratto dal libro “Alla grande” di Cristiano Cavina, ed è stato realizzato dal gruppo teatrale La Piccionaia di Vicenza. L’obiettivo della rappresentazione era quello di un confronto tra il mondo degli adulti e quello di noi ragazzi, sul tema dell’adolescenza. Fin dalla prima scena viene presentata una ragazza, appena adolescente, che ha deciso di ribellarsi alla quotidianità della sua vita, immagine che rispecchia quindi il tratto ribelle di ognuno di noi; che ogni tanto vorrebbe emergere (a volte istintivamente, altre volontariamente). La protagonista pensava che diventare adulti significasse avere una vita migliore, fatta solamente di svaghi, senza limiti e responsabilità. L’improvviso incontro con un uomo adulto fa inizialmente crescere in lei questa voglia di dimostrare di essere adulta. Il

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desiderio dell’uomo era, invece, quello di riscoprire la sua infanzia, ricordando il suo passato. Questo aspetto fa cambiare idea alla ragazza, che capisce in quale modo si diventa veramente adulti: maturando interiormente, e non solo esteriormente. Vuole anche lei, un giorno, poter ricordare la sua adolescenza non solamente come un periodo buio della sua vita, ma come una sana crescita positiva, dove emozioni e sentimenti sono più forti che in qualsiasi altro periodo della sua vita. Capisce che quest’uomo può aiutarla a percorrere il giusto cammino, ed è così che lui l’accompagna nei primi passi per poi lasciarla nella sua nuova realizzazione. Ciò ci insegna che il mondo degli adulti non è solo un ostacolo alla nostra realizzazione, anzi, gli adulti ci possono insegnare come

INTERROGHIAMO ANNA … ANZI NO ANNA NO … INTERROGHIAMO EMMA … NO


Elisa Pelizzer 3^ALG Un’utopia, per la 3^ALG sembrava un’utopia il viaggio di una settimana all'estero. Invece, grazie alla determinazione della Prof.ssa Rigo e al nostro coinvolgimento siamo riusciti a partire, il 29 Aprile, verso un paese del quale conoscevamo solo la lingua: la Germania. Il viaggio ,con le sue dieci ore di pullman, è passato velocissimo e in un lampo ci siamo trovati in un mondo diverso. Ciò che accomunava ognuna delle cose che ci circondava era la diversità, la diversità rispetto a quello a cui siamo abituati. Diversi i paesaggi, la città, Würzburg, la gente, il clima che si respirava nelle strade; diversi il rispetto per i pedoni, la puntualità; diversi il cibo, gli orari. Tutto più tranquillo, tutto al suo posto. Le famiglie ospitanti ci hanno accolti, accompagnati e salutati con grande entusiasmo ma anche con la grande pacatezza che solo loro tedeschi sanno avere. La loro casa è diventata per una settimana anche la nostra casa, davvero. La mattina a scuola, la sera il rientro, un micro ritmo di vita che si è creato e che ci è mancato tanto dopo il nostro ritorno qui. Non solo la straordinarietà delle persone, ma anche quella dei grandi album di storia che siamo andati a visitare ci ha colpiti, della Residenza, della Cattedrale, della Roccaforte. E’ stata un’esperienza che ci è servita, in tutti i sensi, sia per il nostro tedesco sia per la conoscenza di una civiltà nei confronti della quale abbiamo abbandonato tutti i pregiudizi. E tornati a casa rimaniamo a foto, guardare le rimpiangendo forse

l’astinenza dallo studio, divertimento delle giornate lì.

TU NON SAI COSA TI FACCIO … NON PUOI NEANCHE IMMAGINARLO … MMM CI PENSERÒ

forse

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il


Valeria Godi 4^ALG Non sempre gli studenti considerano le gite come un motivo per “marinare la scuola”. Lo hanno ben dimostrato le cinque classi che si sono recate ad Auschwitz in visita ai campi di concentramento omonimi, desiderose di venire a contatto più da vicino con una triste storia che ha infangato l'Europa oramai sessant'anni fa, ma che non può e non deve essere abbandonata nei meandri della storia. Proprio “per non dimenticare” si è svolto il viaggio della memoria, dopo un primo quadrimestre di continue pressioni ai consigli di classe e d'istituto. Alla fine ci sono riusciti, spingendo la scuola a prevedere per gli anni a venire anche quest'esperienza, che sarà realizzabile per un massimo di tre classi quarte per anno a partire dall'a. s. 2009/2010. Quest'anno hanno avuto questo privilegio le classi 4^ ALG, 4^ AT, 4^ BST, 4^ CI e 4^ CST, accompagnate dai prof. Balbo, Busatta, Galla, Marin, Peron, Pilastro, Zucchetta. Il viaggio si è svolto in due turni: il primo dal 14 al 17 aprile (classi 4^ CI e 4^ CST), il secondo dal 19 al 22 aprile (classi 4^ ALG, 4^ AT, 4^ BST). I ragazzi sono giunti a destinazione non proprio nella comodità maggiore, dovendo affrontare un viaggio in pullman molto stancante, di circa quindici ore. Tuttavia all'unanimità approvano l'utilità dell'esperienza e il suo contributo alla formazione di una mentalità aperta e tollerante, avversa al razzismo. Il viaggio della memoria consta di un giorno di visita ai campi di sterminio di Auschwitz 1 (del quale celeberrima è la cinica insegna della foto) e Auschwitz‐ Birkenau, di poco distanti l'uno dall'altro e purtroppo tristemente famosi. La visita ha rafforzato la consapevolezza di quanto subivano i detenuti all'interno dei campi, con nuovi e agghiaccianti particolari, grazie all'esposizione allestita. Paralizza vedere con i propri occhi, ammucchiati all'interno di enormi vetrine, montagne di capelli, che un tempo identificavano molte e diverse persone, ridotte ora a matasse consumate e indistinguibili; o ancora scarpe di tutte le fogge e le misure, che appartenevano ad adulti e bambini di tutta Europa; e poi occhiali rotti e deformati e foto di persone senza una tomba su cui piangere, le cui ceneri furono lasciate in balia del vento e le loro vite stroncate da un'assurda inumanità. La sensazione è di vergogna nei confronti di ciò che altri uomini, nostri simili, sono riusciti non solo a pensare, ma anche e soprattutto a realizzare. Scioccante è poi l'ingresso ad Auschwitz‐Birkenau: circa 40 km² di una natura contaminata da baracche e crematori ormai distrutti. Sullo sfondo, il bosco di betulle sembra quasi voler nascondere i mostruosi delitti che in esso si sono consumati. La passeggiata all'interno di questo secondo campo dà un senso di profanazione, perchè si è consapevoli del fatto che proprio lì si verificati i peggiori crimini contro l'umanità. Nei due campi i ragazzi hanno ascoltato in silenzio le testimonianze della guida polacca, raccontate in ottimo italiano, che ha riportato le esperienze dei suoi avi, aspramente perseguitati solo a causa della loro nazionalità. Inoltre hanno letto sul posto memorie di superstiti dell'Olocausto in un toccante momento di raccoglimento, scelti dopo un percorso di In ricordo delle vittime dell'Olocausto sui binari preparazione a cura dei prof. accompagnatori. di Auschwitz‐Birkenau Il viaggio ha compreso anche una visita alla vicina città di Cracovia, la seconda maggiore della Polonia, dove gli studenti del nostro liceo hanno pernottato e seguito una seconda guida in una visita di alcune delle parti più belle della città: molti edifici religiosi, quanto rimane del quartiere ebraico e la celebre enorme piazza. Tutte le classi sono rimaste colpite dalla visita e soddisfatte del viaggio e consigliano, per gli anni a venire, un percorso formativo più mirato per conoscere meglio la realtà dell'antisemitismo in Europa a metà del '900, il cui simbolo, purtroppo, non è solo Auschwitz.

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EHMM … LA DOPPIA IMPLICAZIONE … SE NON MANGI LA FINESTRA TI BUTTI DALLA FINESTRA … È UN’IMPLICAZIONE


Francesca Romano 5^CI Non so voi, ma io ho sempre pensato che Vicenza fosse una città, se non proprio morta, almeno profondamente addormentata, in cui il sabato pomeriggio ci fossero ben poche alternative alla vasca in Corso Palladio. Ebbene, ho avuto modo di ricredermi. Infatti nelle ultime settimane sembrano fiorire, complice la bella stagione, un numero sempre crescente di manifestazioni, mostre, laboratori creativi. Tralasciano eventi ampiamente pubblicizzati come il festival jazz e l'appena conclusosi Arty Party, ci tengo a rendere noti alcuni eventi molto meno conosciuti a cui ho partecipato recentemente. Per la categoria laboratori creativi si è svolta quest'anno la ? Edizione del “pups day” al Gattolente, in collaborazione con Ludiko. Quelli di voi che hanno letto nel primo numero l'articolo sul contest di lampade forse se li ricordano. Sono infatti gli stessi organizzatori di quel concorso, ormai affezionati alla nostra città, che hanno insegnato ai loro fan come cucire i loro personalissimi Pups, pupazzi di loro creazione. Stoffe pelose, imbottitura, bottoni e tanta pazienza (soprattutto delle ragazze del Gattolente che hanno dovuto aspettare che finissimo fino alle 21.30 per chiudere) hanno permesso la nascita di moltissimi pupazzi dalle forme più strane. Questa edizione si è svolta il 16 maggio ed ha ottenuto un così grande successo che l'anno prossimo sarà sicuramente ripetuta. Per le mostre d'arte, nella chiesetta S. Giacomo (di fianco a Benetton, per capirci) è stata organizzata la 2^ edizione di “Push Art”, evento misto di arte, musica, cinema e teatro in cui i vari artisti presentavano ed esponevano le loro opere e performance. La chiesa si è così trasformata in esposizione di quadri e palcoscenico per gruppi musicali, compagnie di teatro e letture di libri. In più nel vicino cinema Odeon c'è stata anche una maratona di cortometraggi, tutto questo tra il 15 ed il 16 maggio. Senza poi contare che anche molti bar del centro si offrono come locations per esposizioni di giovani artisti in cerca di visibilità e sono sempre aperti a nuove proposte di allestimenti. Perciò se tu che leggi sei come ero io e pensi che questa città non abbia niente da offrirti, sappi che sotto l'aria di assonnata tranquillità Vicenza nasconde una buona dose di creatività, basta saperla cercare. VOS VIRGA VERBERO QUOD ALIO MODO VOS EXCITARE NON POSSUM

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Alice Zambonin e Marta Pilotto 3^BLG A tutte quelle classi ( sopratutto del tecnologico ) che per gita scolastica intendono una mega mattinata in aula magna o un interessantissima gita allo stupendo centro di Vicenza, un articolo col solo fine di creare invidia e gelosia ...perché la 3^BLG ha scorrazzato una settimana per la magnifica Paris mangiando crepes e ovviamente parlando la lingua più bella del mondo!

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MAMMA MIA HO MESSO IL GESSO NELL’ASTUCCIO


Giovanni Chieregato 3^CI Regione di Kivu, Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Una domanda sorge spontanea: Come riuscire a tirare avanti? Come poter vivere una vita “normale” se non c’è la sicurezza a noi tanto cara, non c’è pace, non c’è libertà? Parole per lo più sconosciute a un Paese che da più di quarant'anni vive sotto il giogo della dittatura e dei colpi di Stato, straziato dalle guerre civili e dalle lotte interne. Vent'anni di dittatura unica, di culto della persona, di rivolte soffocate nel sangue. Così era, ad esempio, Mobutu Sese Seko, un uomo che non esitò ad eliminare il suo stesso leader, Patrice Lumumba, il liberatore, l'eroe, colui il quale strappò l'indipendenza al Paese. Ma si era sotto la Guerra Fredda e, si sa, le simpatie comuniste non andavano giù ad americani e francesi. Così il generale non si lasciò sfuggire l'occasione e, ucciso Lumumba, prese il suo posto, "regnando" per oltre venti anni. Ma così è stato anche Kabila, il "Che Nero", fomentatore di innumerevoli rivolte contro l'oppressore Mobutu. Nel '96, sfruttando l'onda della terribile guerra civile ruandese tra hutu e tutsi (ma terribile è troppo poco, al momento non mi viene l'aggettivo adatto...immaginate un milione di persone di tutte le età uccise in cento giorni, non a colpi di mitragliatrice ma di machete e bastoni chiodati...immaginato? Ecco, quell'aggettivo lì!) guidò questi ultimi contro gli hutu nel sud Kivu e con una ribellione di portata nazionale rovesciò il regime di Mobutu. Ma una volta al potere non si rivelò meno spietato del suo predecessore, e se non lo superò fu perchè nel 2001 venne assassinato dagli stessi tutsi, suoi ex‐alleati, in una sorta di guerra mondiale africana che vide sei stati combattersi per il possesso dei bacini minerari congolesi, con un bilancio di oltre due milioni e mezzo di vittime. Al potere ha preso il suo posto il figlio. E così arriviamo ai giorni nostri. La situazione per i profughi rwandesi e la popolazione locale è a dir poco tragica. Da quindici anni abbandonati a sè stessi dalla comunità internazionale, obbligati a subire soprusi d'ogni genere, dagli stupri ai massacri, costretti a rifugiarsi nelle foreste

per sfuggire ai loro aguzzini, che spesso e volentieri indossano l'uniforme del governo. Impossibile vivere un'esistenza pacifica, coltivare un campo, costruirsi una casa. La casa sarà distrutta, il campo saccheggiato e l'esistenza spezzata. L’esercito regolare (FARDC), che dovrebbe proteggerli e difenderli, non pagato da mesi, si dedica a stupri, delitti e follie, come un cane agonizzante in punto di morte. Le milizie rwandesi del presidente Kagame si sono alleate col governo per spartirsi il controllo del bacino minerario della regione e disperdere i profughi perché ritornino in Rwanda. Lo stesso vale per le forze del generale ribelle Nkunda, autrici di innumerevoli violenze nel nord Kivu, cinque mesi fa nemiche del Congo. Ora non è più così: si tratta di forze tutsi, ostili ai rifugiati hutu e scatenate in una campagna di repressione senza limiti di tempo e pietà, finalmente equipaggiate direttamente col materiale dell'esercito. Ciò che si temeva è accaduto: le autorità congolesi si sono piegate al "gigante" Rwanda (appena un ottantesimo della superficie del Congo!) e ora compiono i suoi voleri. Sono migliaia i soldati congolesi, tra l'altro foraggiati dall'ONU (Italia compresa), che stanno setacciando le foreste alla ricerca dei profughi, il cui destino è di essere ammazzati o costretti al ritorno forzato. A proposito, e l'ONU? L'ONU è presente, la missione ha il nome di MONUC e ammonta a 17mila unità. Ma i caschi blu si sono rivelati incapaci di fronteggiare le lotte interne e mantenere l'ordine nella regione. D'altronde anche durante il genocidio rwandese non seppero far altro che proteggere i propri connazionali. Così le speranze degli abitanti del Kivu sono pressoché nulle. Gli unici rimasti a proteggerli sono i FDLR (Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda) paradossalmente additati dai FARDC come i nemici da cui difendere il popolo, mentre avviene tutto il contrario. Inoltre possono ancora contare sul sostegno dei missionari e delle ONG, gli unici che raccolgono la voce di questa

SE VOI AVETE IL PELO LIBERO … SAPETE COS’È IL PELO LIBERO?

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Federico Ceretta 3^AI Non capisco. Cosa volete da me? Sono solo un artista. Niente di ché. Non condanno il mondo all’oblio, non lo salvo: non capisco perché vi accaniate tanto. Non è grazie a voi se sono quello che sono. Mi sono fatto strada sputando sangue e spezzando ossa. Ho tradito, mentito, imbrogliato, solo per arrivare fin qua. La mia gloria è figlia degli insuccessi dei tanti che ho spinto da parte, e non mi vergogno di questo. Avevo un obiettivo e l’ho raggiunto, a dispetto di quelli che non credevano in me e a discapito di quelli che avevano il mio stesso sogno. Se avessi desistito, per i primi sarebbe stata una vittoria troppo facile, per i secondi un insulto. Ora, comunque, sono qui, e non lo devo certo a voi. La mia arte non viene dagli adulatori, né è presa in prestito. Viene da ciò che voi buttate, da ciò di cui non vedete la grandezza o che avete paura di considerare. Non credo, quindi, che su di essa abbiate qualche diritto, anche perché, grazie a me, tutto si trasforma, si rimodella, fino a rinascere. Alla fine neanche lo riconoscete, ciò che avete trascurato, convinti di aver contribuito in altri e ben più geniali modi. Mi fate ridere. Non venitemi, poi, a dire che ciò che creo non vale niente, se non ci siete voi a guardare o ascoltare. Uno spartito commuove anche se non lo suoni, un quadro è bello anche al buio. L’arte non vive per voi. La vera bellezza non ha bisogno di pubblico, anzi. Si vede solo quando la costringi a saltar fuori, nota dopo nota, pennellata dopo pennellata. Certo non mi aspetto che voi capiate. Ho visto troppa gente cieca al di là del proprio naso per avere ancora fiducia. Quando persone si uccidono per un pezzo di terra o per l’acqua di un pozzo, c’è chi invoca ideali. Quando persone soffrono e perdono la loro identità, c’è chi aspetta un giorno migliore. Aspetta e basta. Dopo aver visto ciò che ho visto, non pretendo che sentiate sulla pelle il brivido di una musica silenziosa. Non mi aspetto che vediate senza luce. Mi fate tristezza. L’arte che è passione, dolore e gioia voi non la conoscete: non vi dà vita e non vi consuma. Per il tempo di una fugace immagine, di qualche nota sparsa, vi entra dentro, vi rimescola, ma poi cosa resta? Per voi è solo l’oppio di un momento. Per voi, che chiusi gli occhi tornate al silenzio, niente rimane se non parole vuote. Presi dalla vana euforia del carpe diem non fate che chiedere <<Ancora! Ancora!>>, e non c’è modo che qualcosa vi sazi. Non fate che pregare per il nuovo, che subito diventa obsoleto. Non fate che mettermi su un piedistallo per la gioia di farmi cadere. Non fate che desiderare, ottenere e desiderare di nuovo, senza mai una fine e senza che ci sia stato un inizio. Sono la vostra bambola, il vostro juke box, il vostro imbrattatele, e di questo sì che mi vergogno. Come ho fatto a ridurmi così? Quand’è che ho smesso di pensare solo a me stesso? Quand’è che ho smesso di cercare la verità nella bellezza perché voi poteste stare al mio passo? Non lo ricordo, ma forse avete ragione voi. Forse è colpa mia. Forse per l’uomo è naturale cercare di restare con i suoi simili. Ci vuole una misura nel passare dal vecchio al nuovo, e le regole vanno rotte ad una ad una, senza bruciare le tappe. Un lavoro di perizia, precisione, come un chirurgo esperto, non come un macellaio avido. Però ho sete di arrivare. Sento che non è ancora il momento di sedersi e aspettare qualcosa di meglio, voglio andarmelo a cercare là in alto. Ci si può perdere nel mirare alle stelle? Di certo si può cadere, ma il desiderio che provo è più forte di ogni paura. Ogni giorno mi costringo a restare coi piedi per terra, a vedere il mondo come voi, Mi sforzo di rallentare il passo. So già, però, che un giorno mi stancherò di lasciare briciole dietro di me perché arriviate a capirmi, e quel giorno sarò solo.

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HO DOVUTO GUADARE UNA PALUDE PER ARRIVARE FIN QUI DAL S. PAOLO … SI POTREBBERO ALLEVARE LE TROTE!


Augusto Vighy 1^AI Mito: un termine che, come altri, indica più cose (in questo caso due) dal significato totalmente diverso. O almeno, così appare. Nell’antichità mito indicava un racconto sacro che narra le vicende di dei ed eroi: racconto che veniva tramandato di generazione in generazione, attraverso il quale venivano fornite spiegazioni ai fenomeni naturali e che incarnava nelle sue figure straordinarie i desideri e le paure del tempo. Oggi i miti non sono più dei racconti: sono cose, luoghi, epoche, avvenimenti e soprattutto persone. I miti di oggi possono essere cantanti, sportivi, attori e anche politici o rivoluzionari: persone che operano in ambiti diversi ma che hanno in comune una forte personalità, un’immagine di grande impatto ed ovviamente del grande talento nel loro mestiere. L’idea di mito che si aveva nell’antichità a prima vista sembra ben diversa da quella che si ha oggi, ma in realtà, pur essendoci parecchie differenze, gli aspetti comuni ci sono e non sono pochi. Infatti gli eroi e gli dei di cui si narrava nell’antichità rappresentavano esattamente quello che sono per noi oggi i nostri miti: ossia uomini e donne che sono per la gente un esempio di come ci si può realizzare nella vita, delle persone valorose che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato la loro impronta nella storia. Se nell’antica Grecia c’era Afrodite, ora c’è Marylin Monroe; se più di 2000 anni fa c’erano Achille, Ettore e Patroclo ora ci sono Brad Pitt, Will Smith e Cristiano Ronaldo. Il paragone sembra assurdo, e in verità forse un po’ lo è, ma alla fine è sempre la solita solfa. Se prima c’erano duelli tra valorosi combattenti armati di lance e scudi forgiati dagli dei oppure eroi che dovevano compiere fatiche inenarrabili, ora gli “eroi” sono impegnati in dure battaglie nelle hit parade, al botteghino, contro spietati paparazzi e migliaia di fans disperatamente in cerca di un autografo. L’uomo ha dunque sempre avuto bisogno di miti e probabilmente sempre ne avrà. A questo punto, una domanda sorge spontanea: perché? Dare una risposta è tutt’altro che semplice, ma è probabile che noi tutti sentiamo il bisogno di avere modelli da seguire, persone da ammirare e dalle quali prendere esempio; inoltre la gente spesso si immedesima nei suoi idoli, gioendo delle loro vittorie e soffrendo per le loro sconfitte. I miti spesso vengono ammirati perché sono qualcuno, il che è appunto la massima aspirazione di moltissimi ragazzi e ragazze, che venerano i loro miti sperando in cuor loro di poter essere un giorno come i loro idoli, per poi magari venire idolatrati da ragazzi con le loro stesse ambizioni: è, insomma, un circolo vizioso. Ma in tutto questo una cosa viene data per scontata senza ombra di dubbio: tutti pensano che i miti di oggi vivano in una specie di paradiso terrestre, lontani da ogni preoccupazione e praticamente onnipotenti. Beh, sicuramente non è così. Infatti è pur vero che queste persone vivono nel lusso, ma è altrettanto certo che fanno una vita piena di tensione e di preoccupazioni; anche perché in moltissimi casi il mito non dura per sempre, ma termina prematuramente: è infatti frequente che persone che per un periodo vengono esaltate e idolatrate dalla gente, vengano dimenticati nel giro di pochi mesi. Dunque, alla fine i “miti” non hanno molto in più rispetto alla gente comune, anzi, semmai hanno qualcosa in

UN QUADERNO BEN FATTO È UN QUADERNO BEN COPIATO

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Gabriele Sha 4^CI È interessante come vi possa essere un dibattito sull’utilità o meno della filosofia. In realtà, chi afferma che essa sia inutile vuole sottolinearne l’incapacità di produrre certezze. La storia della filosofia è una successione di teorie a confronto, fino ad un presente in cui l’estrema facilità di comunicazione ha generato una continua fonte di idee nuove, concetti contrastanti, fazioni di pensiero opposte. Questo effluvio di intelletti assiduamente a confronto è per noi tutt’altro che rassicurante. In particolar modo gli animi dei giovani vengono trasportati da correnti divergenti finché non approdano ingenuamente alle sponde di pensiero più immediate, come il nichilismo o il relativismo estremo. Il bisogno di scovare il senso dell’esistenza è dovuto all’universalità di esperienze quali la morte, la vita, l’amore, come afferma Remo Bodei in un articolo del Messaggero del 2003; l’uomo sente di doversi confrontare con le incertezze, ma è spinto nel farlo proprio dalla paura di non trovare verità assolute e stabili. La filosofia di certo non aiuta in questo, per la continua fluidità del pensiero e il mutamento di prospettive dell’uomo. Tuttavia, commetterebbe un errore chiunque affermasse che la ricerca filosofica sia per questo inutile. Per cominciare, l’impostazione della filosofia non è necessariamente quella di ottenere certezze. Ci si riferisce spesso ad essa come un patrimonio nel senso anche pratico del termine, come se la conoscenza fosse accumulabile e conservabile. A. G. Balestrieri, in un articolo intitolato ‘Prendersi cura di se stessi’, afferma che l’uomo sia per natura incontentabile, poiché desidera in ogni momento più di quanto possiede. Questo è vero anche per la conoscenza, con la precisazione però che la filosofia non è un patrimonio quantificabile ma un dialogo aperto, che può partire tanto dagli ultimi concetti quanto dalle fondamenta. Dunque non è inutile la filosofia, ma il tentativo di ricavarne certezze. Stabilito questo, vi è una considerazione da fare su come la ricerca filosofica possa influire sull’agire umano. Di solito gli accademici ne affermano il valore nell’applicazione scientifica. Ad esempio, Mauro Baudino in un articolo sulla Stampa dichiara l’importanza di combinare lo studio dell’etica alle neuroscienze, alle scienze sociali, all’economia; tuttavia, se il valore della filosofia deve essere giustificato su un piano pragmatico, tale punto di partenza non è convincente, ma arriva ad essere un limite per la ricerca etica. Sarebbe necessario presentare la filosofia in modo diverso, senza giustificarla al cospetto della scienza. Questo è possibile introducendo un valore che, almeno in ambito astratto, è trascurato: il bello. La filosofia non necessita di giustificazioni perché, come si è detto prima, non è altro che un dialogo spontaneo con sede nell’intelletto umano, ed il ‘bello’ della filosofia si traduce in semplice apprezzamento del pensiero. Per capire come questa definizione si possa ricollegare alla questione sulle incertezze, è utile citare “Questa pazza filosofia” di N. Abbagnano, in cui il filosofo è descritto come un uomo rinchiuso in una botte con un lanternino come unica illuminazione. Sembra che la luce che il filosofo è in grado di proiettare sul mondo sia fiacca, ma in realtà questa luce investe solo chi le si pone dinanzi: la filosofia non dà certezze, ma questa è una pecca solo per chi non è in grado di coglierne le implicazioni. Ciascuna teoria filosofica è una corrente che permette a chiunque la segua un’impostazione cosciente dell’esistenza. La scelta di pensiero non conduce a verità assolute, ma dipende dalle esigenze morali ed esistenziali di ciascun uomo, come le leggi di uno Stato per quanto innaturali e convenzionali permettono stabilità. Il motivo per cui molti giovani non sanno come affrontare le complessità è che scegliere una posizione nel mondo richiede coraggio: non tutti sono in grado di cogliere il senso della vita, perché non comprendono di esistere proprio per ‘dare un senso’. Dalla filosofia ciascuno uomo dovrebbe ricavare l’apprezzamento per l’esistenza e riconoscerne il valore generale, anche se priva di certezze. In tal modo si acquisisce una sicurezza di individualità inattaccabile, perché non dipendente da concetti confutabili. Per fare ciò è necessaria la comprensione di una sorta di estetica, che non sia solo quella del sensibile, del visibile. Finché l’uomo non riesce a notare una bellezza pura e intrinseca, non formale, è evidente che la sua superficialità

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BASTA RICORDARSI LE FORMULE! O AVERE DEI BIGLIETTINI NASCOSTI MOLTO BENE!


Martina Lucchin «L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza.” (Soren Kierkegaard). È un’analisi dissacrante della realtà vestita con i panni di un’amica burlona che gioca con le parole e affascina con i suoi modi distaccati, a volte pungenti, altri accomodanti, sempre mitigati da un sorriso irriverente. Questa vivacità frizzante e coinvolgente irrompe nella sala del teatro San Marco, la sera del 7 marzo, con l’audace beffa di un marito che chiede alla moglie di smettere di fare la “pazza incosciente” e di accettare il suo ruolo di “compagna cornuta e mamma onoraria”. I ritmi veloci e i toni accesi della commedia “Coppia aperta, quasi spalancata” colorano di un caldo umorismo la quindicesima edizione della “Maschera D’Oro”, il festival del teatro amatoriale che richiama ogni anno artisti e compagnie da tutta Italia. La compagnia teatrale “La Zammara” lascia i porti della Sicilia e gli schemi dei testi di Verga e Pirandello per cimentarsi con la pungente penna di Dario Fo e Franca Rame che, negli anni settanta, si dedicano alla stesura di una commedia per così dire “sessantottina”. Sulla ribellione contro l’autoritarismo e le discriminazioni, le contestazioni antiborghesi, dei tabù e moralismi sociali, prende corpo un testo femminista, capace di smontare il luccicante, alle volte abbagliante, mondo della libertà sessuale. Un mondo, questo, che non sembra essere superato del tutto, che continua a farsi sentire anche a distanza di quaranta anni. “Coppia aperta, quasi spalancata” si riafferma come una finestra dischiusa sulla condizione politica, etica e sociale, dove le vivaci dinamiche tra uomo e donna sono lo specchio dei tempi che corrono: “L’Italia che va a rotoli. Il Riflusso…”, la crisi economica, per cui ieri come oggi “c’è chi, deluso dalla politica, si butta a fare il verde fanatico dell’ecologia…chi pianta l’ufficio e si apre un ristorante macrobiologico, e chi pianta la moglie e si organizza un casino…” L’intero atto è proiettato sulla figura della moglie, che tiene i fili di un interessante dialogo con il pubblico che assiste alla forza dell’emancipazione della donna che prende coscienza di sé, dei propri diritti e della parità con l’uomo. L’impeccabile recitazione di Sara Giordano riesce a sostenere il peso di un tale personaggio che si trasforma nel corso della recitazione stessa. Cambi d’abito e di pettinature sono piccoli aiuti che si aggiungono alla travolgente presenza scenica dell’attrice siciliana, che con abilità passa da moglie disperata, “appendice dell’uomo” a femme fatale dalla verve accattivante, che relega il marito, Salvatore Bertè, nella condizione, comica e tragica allo stesso tempo, di “cornuto consenziente”. Nell’affascinante e pericoloso concetto di “coppia aperta”, le considerazioni di fedeltà, come “condizione indegna, incivile” e di “coppia chiusa” come vincolo sociale “…legato alla difesa di vantaggi economici…di patriarcato” si rivelano armi a doppio taglio, alle quali l’uomo si aggrappa con forza, per giustificare le ripetute infedeltà, e che vorrebbe abbandonare quando le parti s’invertono e deve fare i conti con il “politicizzato, atomico, spiritoso” amante della moglie. La regia di Puccio Curtò, incorniciata dalla minimale scenografia di Carlo Aloi, che riproduce un appartamento borghese limitato dallo spezzato di una finestra nel proscenio ed esteso fino al retroscena, gioca con le battute essenziali e veloci del testo originale che, grazie a qualche lieve accorgimento, sembra essere stato ideato per ritrarre il contesto sociale, politico ed economico attuale. La compagnia “La Zammara”, reduce del secondo posto tra le migliori commedie al “Premio Europeo di teatro popolare” di Montagnano e del primo nella categoria di migliore attrice protagonista, soddisfa anche il pubblico di San Marco che ricompensa il gruppo con ripetuti e calorosi applausi anche a scena aperta. Non è facile portare in scena una commedia di fama mondiale, scritta e interpretata da un premio Nobel per la letteratura, che ribalta le convenzioni sociali con maestria plautina, ma il gruppo della “Zammara” eccelle in quest’arduo compito: giocare con i luoghi comuni o prendersi burla della realtà, si può fare se è si è buoni conoscitori di Pirandello e del metateatro. Gli attori non indugiano a rompere l’illusione della finzione scenica, si rivolgono direttamente al pubblico o al regista stesso e coinvolgono gli spettatori nella loro storia di uomo e donna che combattono, vincono o

IO NON SONO LA SUPPLENTE! E NEANCHE MARY POPPINS!

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Anna Gallo 1^AT 7 novembre 1836 Era davvero un tipo strano… e sul Beagle non ero l’unico a pensarlo. Sono pronto a scommettere che anche il nostro capitano avesse seri dubbi sulla stabilità mentale del nostro ospite. Ricordo ancora la prima volta che l’ho visto. Il 21 dicembre 1831 e il cielo d’Inghilterra era coperto dalle immancabili nuvole. Tutti eravamo pronti a partire a bordo del piccolo brigantino, per un viaggio di ben cinque anni, ma allora non ne sapevo la durata e mi rattristo ancora nel pensare che non ebbi salutato a dovere la mia dolce Mary. Stavo lavando il ponte, mi avevano detto di farlo brillare per la partenza, quando dalla passerella vidi salire un uomo, nei suoi occhi brillava l’allegria di un bambino. Notai subito che si guardava intorno un po’ confuso e perciò pensai che avesse sbagliato imbarcazione, tenendo conto che qualche metro più avanti si trovava quella dritta, dritta per l’America. Mi avvicinai ed egli non mi lasciò nemmeno il tempo di parlare, disse: “Salve sono Charles Darwin; Charles Robert Darwin, sono il naturalista di bordo, con chi ho il piacere di fare la mia conoscenza?” “Mi chiamo Harry signore, Harry e basta… sono il mozzo” arrossii… mi trovavo davanti ad un uomo di cultura e io non sapevo nemmeno scrivere il mio nome. Egli mi rispose “Suvvia ragazzuolo non faccia così… sia fiero di quello che è!” Quello fu l’inizio di una magnifica e duratura amicizia che ci accompagnò per tutti i cinque meravigliosi anni. Mi piaceva molto osservarlo, mentre elaborava i suoi appunti. Era un uomo impegnato, ma questo non volle dire che non ebbe tempo per me, infatti è grazie a lui se ora posso scrivere tutto ciò. Quante volte lo accompagnai in visita alle nuove terre. “In esplorazione” urlava ogni volta entusiasta che scendevamo dal Beagle. Prendeva appunti su tutto, raccoglieva qualsiasi cosa, persino strani sassi che chiamava fossili e non smetteva mai di disegnare le strane creature avvistate, nuove specie di animali (diceva lui), che prima d’ora io non avevo mai visto. Per non parlare delle tante verdure che egli chiamava vegetali. Usava termini a me sconosciuti come: evoluzione, analogia ed adattamento. A volte non riuscivo a seguire tutti i suoi ragionamenti contorti, ma ascoltavo sempre con attenzione. Per fare un esempio, io non riesco ancora a comprendere cosa ci sia di tanto singolare nei gusci di tartaruga, a parte che al loro interno si trova qualcosa che all’ora di pranzo non si può certo rifiutare. Sarebbe sicuramente d’offesa a Tiago, il nostro cuoco di bordo, di nascita inglese ma di cuore e origini spagnole. Fu durante la nostra sosta nelle isole Galàpagos che il signor Darwin mi stupì come mai aveva fatto prima. Infatti, quando gli dissi che la tartaruga che avevamo mangiato per cena veniva dall’isola di Santiago, lui mi tempestò di domande ed io risposi che era semplice riconoscere la loro provenienza, bastava osservare il solido carapace. Egli balzò in piedi e iniziò ad urlare e a cantare tanto che per alcuni marinai questa fu la conferma che avesse seri problemi mentali e psicologici. Mi ordinò di portargli subito un pezzo di carta e qualcosa per scrivere, era fuori di sé e così lo accontentai senza esitare. Mi strappò il materiale di mano e scrisse: “La selezione naturale non è quindi un processo ricreativo, ma un meccanismo di rielaborazione. La selezione naturale avviene quando variazioni ereditabili vengono esposte a fenomeni ambientali” “Hai capito Harry?” “Ehm.. veramente no signore” lui sbuffò, mi guardò e rispose: “Le tartarughe di Santiago hanno il guscio più scuro di quelle dell’isola di Florenza, perché nella prima la colorazione del terreno è più scura e perciò è più facile mimetizzarsi, capisci ora??” “Forse signore…” aggiunsi perplesso. Ero sicuro che la sua fosse una scoperta brillante, ma non mi rendevo ancora conto della sua importanza. Quando tornammo in Inghilterra, il 2 ottobre 1836, il signor Darwin mi confidò che aveva intenzione di presentare le sue scoperte e teorie a tutto il mondo, ma per far ciò, sapeva, che sarebbe andato contro a molte menti. Cercai di incoraggiarlo e, dopo averlo ringraziato di tutto, ci salutammo con un abbraccio. E così, dopo cinque anni sono qui… a scrivere e a ricordare quel meraviglioso viaggio, di grande importanza per la scienza.

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L’UNICA SOLUZIONE È SILURARE IL GENIO MALIGNO


Leonardo Mattioli e Lorenzo Marseglia 2^CT Quest’anno la squadra di calcio del biennio è stata impegnata nel campionato provinciale di calcio a 5 e nel campionato provinciale e poi regionale di calcio a 11. Tutto comincia nel lontano Aprile, quando la squadra guidata da Mr. Meneguzzo affronta la prima partita di calcio a 5 contro il “Montagna”, dove sperimenta le nuove tattiche di gioco liquidando i Montanari con un secco 14‐1: le reti un po’ di tutti. Passato il primo turno e galvanizzata dalla vittoria, la squadra affronta un istituto di Arzignano: dopo una partita tesa caratterizzata dai 5 gol del bell’Arboit, arriva la sconfitta per 7‐5. Con l’insoddisfazione di Mr. Meneguzzo si conclude così il campionato di calcio a 5. Successivamente la squadra gioca la prima partita del campionato di calcio a 11 contro il “Lampertico”, dopo aver passato inspiegabilmente il primo turno a tavolino. La sfida è sembrata una partitella fra amici a porta unica, conclusa con un 8‐0 che non lascia scampo. La seconda partita che si rivela essere la finale, oppone come avversario il liceo “Tron”. Il risultato (5‐3 in nostro favore) non è rilevante, poiché la vittoria è scontata, ma è altro che fa notizia: il portiere Vitomi viene colpito da un “dolore al pancino” che lo mette K.O., così capitan Mattioli prende in mano la situazione e va tra i pali; seconda nota la rovesciata acrobatica e spettacolare di Marseglia che esalta il numeroso pubblico sugli spalti (0 i paganti…). Terza nota l’apertura dello spumante in spogliatoio, gentilmente offerto da Mr. Meneguzzo, per festeggiare la vittoria che porta il team alle finali regionali, e il compleanno del piccolo Jacopo Benedetti. Venerdì 8 Maggio dal Palazzetto dello sport, in San Bortolo, parte la spedizione verso Belluno; il viaggio d’andata è caratterizzato dalle barzellette di Mr. Meneguzzo che dovrebbe essere il più serio di tutti, anche se non è così. Il triangolare ci vede contro le rappresentative di Verona e Venezia. La prima partita, il Derby, vietato perdere:…..così non è stato…..sconfitta per 1‐0. La squadra però si riscatta contro i pescivendoli vincendo per 1‐0, gol di Tommy Dal Lago. Ora: tutti i risultati ci favorirebbero, tranne uno, L’ 1‐0 per il Venezia…..ed è proprio quello il risultato finale. Mr. Meneguzzo con grande sportività (parsa alquanto forzata) accetta il verdetto , che ci vede fuori dal torneo per mancanza di giocatori del ’94. E così….tutti felici sotto la doccia, pronti al pranzo in birreria dove ci si aspetta grandi cose da Mr. Meneguzzo: infatti il grande condottiero indice uno spritz hour (rigorosamente analcolico……..) dall’indecifrabile costo. A Pranzo il gruppo si fa notare con una sanguinosa battaglia di pane, cori da stadio e brindisi da gruppo vacanze. Comunque gli altri insegnanti hanno ammesso che la gioiosità del nostro gruppo è sempre stato nei limiti concessi della decenza e dell’educazione. Il viaggio di ritorno vede un netto avvicinamento da parte del team verso le cadette di Caldogno, specialmente quello della punta Marseglia che si rifà delle deludenti prestazioni in campo con un'altra tutt’altro che negativa con una cadetta, il quale nome censuriamo per la privacy. Tutto sommato si può dire che la squadra ha onorato come si deve il liceo “G.B. Quadri” dimostrando che non siamo solo testa e studio, ma anche grandi atleti che valorizzano al massimo le opportunità che la scuola gentilmente ci dona. Ringraziamento speciale per il professore Meneguzzo che ha seguito la squadra con grande dedizione e impegno come un Mourinho di provincia: grazie “Special One”.

PARLATE IN SILENZIO

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1…..2…..3….. CICCIO!!! Tutte le gare hanno avuto un inizio comune, un urlo, un simbolo, che non ci ha mai traditi. Anche alla fine però, ripensandoci, c’era una cosa che accomunava tutte le gare. La gioia della vittoria. Una vittoria con la V maiuscola poichè erano anni che il nostro liceo non portava a casa questo trofeo nella categoria. E finalmente, C’E’ RIUSCITO. Una cavalcata infinita, o meglio finita con le braccia al cielo, ad alzare una coppa tanto sudata quanto meritata. E’ cominciato tutto a febbraio, quando, nella palestra del nostro istituto si sono tenute le selezioni da cui è nata questa squadra. Una squadra omogenea, anche troppo, con un eccessiva abbondanza di “piccoli” ed un solo “lungo” di ruolo. Dopo le selezioni si è cominciato a fare sul serio, o quasi. A metà marzo infatti, si è disputato un triangolare che, oltre alla rappresentativa del nostro liceo, comprendeva anche la squadra dell’istituto Rossi di Vicenza e la compagine del Liceo di Noventa. La partita più entusiasmante è stata sicuramente quella fra il Quadri e il Rossi che si sono date battaglia per tutti i 20 minuti regolamentari e anche per i 5 minuti supplementari. La gara si è decisa all’ultimo secondo, dopo un errore di un giocatore del Rossi ad alcuni decimi dalla fine. La vittoria è andata quindi al Quadri che sulle ali dell’entusiasmo ha affrontato anche la squadra di Noventa, che alla fine si e’ ritirata dalla gara, in seguito ad un’infotunio piuttosto grave di un suo rappresentante. Dopo questo triangolare sono cominciate le fasi provinciali del torneo la cui finale è stata un rematch della partita giocata un mese prima, ossia Quadri vs Rossi. E’ stata una partita avvincente e, come già successo nel primo incontro, la nostra squadra è riuscita a spuntarla conquistando così il trofeo ed il diritto di partecipazione alle finali regionali in programma a Zanè in provincia di Vicenza. Le finali regionali appunto, un appuntamento davvero speciale. Già al mattino si respirava un’atmosfera speciale, un preludio a quello che sarebbe venuto dopo. Eravamo tutti carichi come molle ed impazienti di scendere in campo e di confrontarci contro le squadre più forti delle altre provincie. E per fortuna, appena arrivati e’ toccato subito a noi contro il Belluno. Una partita relativamente semplice, sulla carta e sul campo, che non ci ha sorpreso. La seconda, contro Verona era per le statistiche una delle più impegnative, ma sul campo si è rivelata una passeggiata. Poi l’ultima partita del girone, prima della finalissima,contro il Venezia. E’ stata una partita tiratissima, decisa con uno scarto che, in base al talento delle due squadre, avrebbe potuto essere più contenuto, ma che alla fine ci ha visti trionfare di circa 10 punti. Dopo questa partita si va alla finale. La tensione è alle stelle ma il nostro urlo ci da coraggio: 1..2..3..CICCIO!!! Si scende in campo. La partita è tutta giocata sul piano dell’agonismo, punto a punto nel primo tempo. Chiudiamo sopra di soli 4 punti. Nella seconda metà della partita si scatena Fabio Chemello, capitano e leader di questo gruppo, che si carica sulle spalle la squadra e grazie anche all’apporto di Maderni e Ruggeri sotto canestro, di Cattin e Passarin in fase realizzativa,di Basso e Saiani in difesa, oltre alle buone prove di Oliviero, Laghetto, Marangoni e Zadra e alle scelte azzeccate di coach Meneguzzo, riesce a mettere uno scarto di sicurezza di 10 punti nel minuto finale. In quest’ultimo minuto tutto è in discesa. La squadra di Treviso prova inutilmente a ricucire lo scarto. L’arbitro fischia finalmente la fine. ABBIAMO VINTO!!!! Dalla panchina tutti si alzano e corrono ad abbracciare i compagni di squadra. La gioia ci riempie l’anima ed il corpo e, ancora con il panino in bocca ci gustiamo la più dolce delle coppe!!

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(NOTA) “LA CLASSE NON RISPONDE AI RICHIAMI”


Giacomo Giuliari 1^AI Mercoledì 18 Febbraio 2009 la squadra di pallamano della scuola sfida la sorte: deve riuscire a battere il fortissimo “Schio” per vincere le fasi provinciali e passare alle regionali. Le premesse non sono le migliori, la squadra ha all’attivo solo due o tre allenamenti, i componenti hanno iniziato solo da poco a giocare in sintonia e la professoressa E. Busatta, la nostra allenatrice, ci informa con aria impotente che, esaminando la situazione con realismo, non abbiamo chance di vittoria. L’unica persona in cui possiamo sperare è “il Fenomeno” (R. Traversin, 2Ast ), il nostro centrale, così chiamato per la sua abilità nel gioco e per le sue azioni spettacolari. Alle 9.10 circa lasciamo la scuola in un clima di rassegnata felicità : tutti ridono, scherzano, fanno battute, ma sotto sotto la tensione si sente, sappiamo che ce la vedremo brutta. Poco dopo vediamo la squadra avversaria che ci aspetta davanti al pattinodromo, il teatro dell’incontro, e la prima impressione non è incoraggiante: sono tutti più alti di noi, sono quasi tutti del ’93 (molti nella nostra squadra erano del ’94), e, a detta del “Fenomeno” che ne conosceva molti sono tutti dei campioni. Questo di certo non ci alza il morale. Il primo tempo della partita è meno peggio di quanto non potessimo aspettarci: il primo goal è nostro e dopo il primo tempo siamo sotto solo di due reti. La speranza si ravviva in noi e la fiamma della

competizione si accende: ora dovremo fare del nostro meglio per riuscire a strappare la vittoria allo Schio. Già nei primi dieci minuti il nostro sforzo si fa sentire e sbalordendo tutti, persino noi stessi, dopo una rapidissima rimonta passiamo in vantaggio di tre goal. A questo punto la partita inizia ad andar peggio, i nostri animi sono carichi e pur di difendere questo risultato siamo disposti a tutto, mentre i nostri avversari sembrano pronti a fare qualsiasi cosa pur di recuperare. Così i falli iniziano a farsi più frequenti (stranamente sempre a nostro sfavore) e poco a poco si arriva allo 0 ‐0. I venti minuti del secondo e ultimo tempo sono agli sgoccioli e lo Schio segna un goal, non proprio regolare. Ma ora noi abbiamo la palla e il Fenomeno scatta in avanti a velocità fulminea, scartando due o tre avversari e… l’arbitro fischia la fine della partita. Lo Schio ha vinto di un solo punto. Abbiamo perso di un solo punto. Una beffa della sorte o un impedimento da parte di fattori esterni ci hanno portato alla sconfitta, non di certo la forza degli avversari. Negli spogliato tutti si sfogano.La sconfitta ha lasciato un amaro sapore in bocca. Molti avrebbero preferito perdere 20 a 0 invece che per un solo, misero, ma determinante punto. La Squadra composta da Alessandro Maderni, Giulio Dal Lago, Giovanni Scalco,Giacomo Piovesan, Luca Forlani, Giacomo Sserwadda, Giacomo Bedin, Nicola Rensi, Giovanni Trevisan, Enrico Vidali, Riccardo Moretti, Giacomo

NEANCHE IN PREDA ALL’LSD UNO POTREBBE RICAVARE CIÒ CHE AVETE FATTO VOI

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Nicolò Mattioli 4^BI Ebbene si!! Anche quest’anno la squadra rappresentante il nostro istituto(parlo del triennio) ha partecipato al campionato di calcio a 11 scolastico!Una rosa di circa 20 giocatori ha partecipato al girone iniziale che comprendeva anche le selezioni dell’istituto Fogazzaro e del Lampertico. Grazie al pareggio per uno a uno con la prima e alla vittoria per uno a zero con la seconda il nostro squadrone è riuscito a passare la prima fase e a raggiungere la finale comunale persa purtroppo per tre a uno con l’ Almerigo da Schio. La squadra è uscita sicuramente a testa alta contro una grande squadra (forse non imbattibile) che ha vinto poi la finale provinciale e parteciperà alla selezione regionale! Il team è stato seguito dall’incredibile professionalità del professor Meneguzzo molto preparato sia sul piano tecnico che tattico(ahahahah!!!). Ma passiamo ora alle tanto attese, alle tanto odiate, alle tanto sospettate e alle tanto temute le PAGELLISSIME PAGELLERRIME! Erba Filippo 5CI (detto Pippo): Voto 7.5. Il boss dei boss comincia la sua prima partita con una gran notiziona : l’arbitro è un suo carissimo amico(si fa per dire) che di certo ci renderà la vita facilissima!Ma in questa sede meglio non parlare di queste cose!In ogni caso avrà sicuramente perso la forma dei tempi migliori ma il talento ce l’ha ancora!!Anche se continuava a dire che non aveva voglia di giocare si esibisce in tre parate assolutamente decisive contro il Fogazzaro con salti da vero felino della savana!Tuttavia qualche colpa nell’unico gol degli avversari viene data anche a lui! Manuri Davide 4BI (detto Nera): Voto 6.5. Le sue fievoli accelerazioni sembravo voler dire :”La calma è la virtù dei forti”. Pochi rischi e passaggi conclusi al meglio sono le sue caratteristiche. Peccato che dopo qualche sgroppata la benzina sia già finita. SFATICATO!!! Rocca Filippo 5AI (detto Pippo): Voto 8.5 Il neo acquisto si dimostra subito un gran colpo di mercato nella prima partita con il Fogazzaro. Corre, corre e corre anche quando non serve ma il piccolo dromedario impazzito non si stanca mai e nella prima partita percorrerà 1836473929128 km. La tecnica non è il suo forte ma lo spirito di sacrificio e i magnifici boxer giganti con gli elefanti gli fanno prendere un bel voto! MARATONETA!!! Ruzzene Enrico 5BI(detto Ruggi): Voto 8. Questo bellissimo ragazzo guida la difesa come il capitano guida la sua nave nell’oceano. Esperienza, saggezza e fisicità al servizio dei compagni! Dalla sua parte non passa nessuno e se passa qualcuno il buon ruggi passa alle cattive senza mai prendere un cartellino. Peccato per il liscio nel primo gol contro il da Schio ma capita a tutti! Da ricordare il suo bagnoschiuma speciale che io e Corona abbiamo puntualmente finito! SAGGIO!!!

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TIRATE GIÙ LE MANI, O VI VA IL SANGUE ALLE ASCELLE!


Pengo Marco 5CI Voto 4‐‐‐: Le prestazioni nelle prime due partite sono sicuramente molto buone ma il ragazzino si permette di saltare la finale comunale per stare a scuola con una ragazza!! Astrini Matteo 4BT(detto Astro). Voto 7. Il nostro mancino che più mancino non si può ripete le buone prestazioni dell’anno scorso segnando tra l’altro il gol del pareggio contro il Fogazzaro. Sfortunatamente deve saltare la finale per un infortunio accorso la sera prima! BIONDO!!! Langella Emanuele 4BT(detto Lange). Voto 9.5. Di sicuro il più bellissimo giocatore della squadra. L’anno prossimo lo vedremo da Maria de Filippi corteggiato da milioni di ragazze che sbaveranno per lui. Nel frattempo in campo oltre a sistemarsi il ciuffo, picchia un po’ tutti gli avversari arrivando a litigare anche con il campo non sufficientemente bello per i suoi piedi così vellutati sebbene sia un gladiatore. Da dimenticare le sue punizioni! Hisi Alsuh 3AI Voto 9. È il “quaresma” della nostra squadra!L’eterna promessa del calcio parte titolare nella prima partita ma incomprensibilmente esce solo dopo soli tre minuti per volere del prof. Solo poi abbiamo scoperto il motivo: il suo cellulare continuava a squillare!Lo cercavano i proprietari delle migliori discoteche italiane per delle collaborazioni!E’ sempre il BOSS!! RE DEI BALCANI!!! Bernardinello Marco Voto 7+. Appena entrato dimostra di non essere un timido. Picchia, recupera palla e imposta il gioco. Qualche volta i passaggi sono un po’ corti e inoltre bisogna sottolineare che il biondino si lamenta un po’ troppo con l’arbitro. In ogni caso rimane una sorpresa! PESTE!!! Corona Matteo 5CI Voto 5‐. I piedi sono ancora buoni e l’esperienza è tanta! Lo spettegolone ci fornisce prestazioni convincenti sacrificandosi anche in difesa! Il voto è brutto perché per iniziare la partita dobbiamo sempre aspettarlo perché ci mette una vita a prepararsi!! LENTONE!!! Mattioli Nicolò 4BI Voto 6. Non sarebbe giusto darsi il voto ma lo faccio lo stesso!Forse l’emozione per essere stato nominato nuovo capitano della squadra forse un sospetto dolore alla caviglia sinistra, fatto sta che la prestazione nella prima partita non è delle migliori. Un solo assist buono ma niente di più. Per fortuna si riscatta in parte nell’ultima partita(dove però sbaglia anche due gol) con un bel gol dopo un ottimo assist fornito dal fenomeno Rosario. Lo aspettiamo l’anno prossimo! EMOZIONATO!!! Rosario Stefano 5AT Voto 7+. Salta la prima partita per infortunio e rientra la davanti contro il Lampertico mettendo a segno il rigore che regala il passaggio del turno. La squadra si aspetta un po’ troppo dal fenomeno rosa che forse incide meno dell’anno scorso ma in ogni caso dimostra che è sempre dura toglierli la palla quando ce l’ha tra i piedi. Inoltre sfoggia un grande assist a Mattioli dopo un bel uno‐due. L’ anno prossimo perderemo un pedina fondamentale(come tutti i ragazzi di quinta) ma speriamo sarà ben sostituito! FENOMENO!!! Lidron Cesare‐ Aggrey Micheal 3BT Voto 6+. I nuovi giovani su cui il prof contava molto si trovano sempre al momento giusto al tempo giusto ma le conclusioni purtroppo sono quasi sempre da dimenticare. Ma in fondo anche i campioni di serie A devono maturare quindi aspettiamoli!Da premiare in ogni caso la voglia di giocare e di mettersi a disposizione della squadra. ATTESI!!!

ALZATEVI E RIMANETE SU ENTRAMBI I PIEDI, CHE SEMBRATE FENICOTTERI

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Federico Fait 3BST Voto 8. Il giovane talento tutto fare della junior Monticello dimostra che l’età non conta, e non importa se si gioca contro gente dell’86(non è uno scherzo!). Di grinta ne ha tanta e con qualche sgroppata da un grande contributo alla squadra! Non possiamo dargli un nove perché pecca un po’ di inesperienza quando pressato da un giocatore del da Schio gli rinvia la palla addosso(senza volerlo ovviamente!) causando così un gol rocambolesco. PROMESSA!!! Zanini Matteo 3BST Voto 7+. Il giovane dj accetta senza lamentarsi la panchina e ne approfitta per diventare ancora più mulatto di quello che è buttandosi per prendere il sole come se fosse alle Maldive! Quando scende in campo lo fa non nella sua pozione abituale ma si rende utile con tanto sacrificio. Anche lui risulta colpevole nel gol rocambolesco di cui parlavo prima ma la classe c’è e di sicuro tornerà molto utile anche l’anno prossimo. Un altro merito che bisogna attribuirgli è quello di alzare la media di secchiosità(capite il termine!) della squadra che altrimenti sarebbe da buttare! Cecchinato Matteo 5CI . Voto 8+. Anche questo ragazzuolo si dimostra interessante sorpresa e per questo si ringrazia il buon Corona per il suggerimento. Grande agilità e velocità negli spazi stretti, botta da fuori e grande corsa. Tenta numerose volte il tiro senza successo ma è grande la sua voglia di far bene. Salta l’ultima partita per infortunio. SORPRESA!!! Cervellin Giulio 3BT Voto 7+. Il piccolo attaccante salta la prima partita ma nelle altre due si fa notare subito. Grande controllo di palla e velocità negli spazi brevi. Bravissimo a tenere palla per far salire la squadra e dotato di un ottimo stacco nonostante l’altezza. Non trova il gol su calcio d’angolo contro il Da schio ma è bravo a procurarsi il rigore con il Lampertico. BABY FENOMENO!!! Alba Riccardo 4BST Voto 7. Anche questo tranquillo ragazzo d’oro alza la media intelligenza della squadra e gliene siamo grati. Difensore dai piedi buoni si esibisce in qualche buon lancio e in alcune chiusure alla Cannavaro!RAGAZZO D’ORO!!!

Bianchi Andrea(4ci) Voto 2‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐. Un altro TRADITOREEE!!!! Preferisce la prova comune di Latino al calcio!Niente altro da aggiungere!!NERISSIMA!!! Pittui Pietro 4AT. Voto 10000. Il buon Pittu è l’unico a non scendere in campo. Davanti a lui c’è ancora per un anno il portierone erba così il povero ragazzo è costretto a fare il guardalinee ma lo fa senza lamentarsi(almeno credo) e incitando la squadra. L’ anno prossimo toccherà a lui, nel frattempo ci regala numeri nell’attesa del prof che non si addicono proprio ad un portiere! ATTESO!!! Enrico Meneguzzo. Voto 8 Ultima pagella speciale per il nostro Mister, per il nostro mentore, per la nostra guida! IL buon professor dimostra di sapere quel tanto che basta di calcio ma qualche sua scelta se è rivelata poi sbagliata. Ma tutto perdonato perchè dimostra di tenere tantissimo a questa squadra perdendo molto tempo anche nei giorni precedenti le partite (mi chiamava in continuazione!). La ciliegina sulla torta arriva però alla finale comunale quando per la gioia di tutti il prof ci ha portato panini su panini e tantissima roba da bere!(ovviamente alcolica! no, scherzo ). GRAZIE DI TUTTO PROF!

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Bene ho scritto anche troppo ed è giunta l’ora di andare a studiare per questo intenso ultimo mesetto (scarso) di scuola. Ringrazio personalmente tutti i ragazzi di quinta che l’anno prossimo non ci potranno più essere(glielo auguro!) e tutti i nuovi giocatori che in ogni caso ci hanno portato fino alla finale! Complimenti di nuovo a tutti! E appuntamento all’anno prossimo!!!

MI DOMANDO SE MANGIATE PEPERONCINO LA SERA PRIMA DI VENIRE A SCUOLA


Sparelli Ilaria 2^AI e Desirè Cacco 2^ALG

Ogni anno il nostro liceo partecipa a numerosi tornei indetti dal Provveditorato degli studenti di Vicenza : pallavolo, calcio a 11, calcio a 5, pallacanestro, pallamano e ping‐pong. Quest’anno per la pallavolo si è disputato il torneo tra alunne del biennio di tutte le scuole superiori vicentine. Tutto ha avuto inizio con la selezione il 30 gennaio alle 14.00 avvenuta nella galattica palestra. Il nostro amatissimo coach era il prof Meneguzzo, che ogni tanto ci spiazzava con affermazioni come” Tu, gioca ala” e noi “Ma prof … guardi che non stiamo giocando a calcio!”!! Il coach con il suo carisma e la sua schiettezza ci ha spiegato che noi in fondo non potevamo perdere, non potevamo macchiare la nostra fama di liceo imbattibile nei risultati scolastici e nello sport, insomma , che noi ragazze del biennio avevamo sulle spalle una grossa responsabilità. Alla fine, dopo un pomeriggio di attacchi,palleggi e bagher, le selezionate sono risultate : Bertoldo Giulia(1BST ), Cenzon Lara (2BT), Cacco Desirè (2BT), Colombo Elena (2BT), Di Bona chiara(2AI), Sparelli Ilaria (2AI), Domirti Camilla (2BT), Fra caro Irene(1CT), Magnabosco Federica (1AST), Noaro Ilaria (1CST), Serena Francesca (1BLG), Muraro Eleonora (1BLG), Cazzola Francesca (2ALG),Boschetti Sara (2ALG). Abbiamo vinto, il 5 febbraio, un triangolare contro gli istituti Montagna e Amerigo da Schio;naturalmente abbiamo affrontato dei problemi, soprattutto per quanto riguardava la

coesione tra noi compagne. Erano ovvi intoppi visto che ognuna di noi aveva caratteristiche diverse e che provenivamo da diverse squadre. A parer nostro, la partita più coinvolgente ed eccitante è stata quella disputata in casa contro il liceo Tron, durante l’assemblea d’istituto del Quadri. Tutte quelle persone sugli spalti e attorno al campo, il cronista…ci facevano sentire importanti, abbiamo visto così tanta gente solo durante le partite di serie A! Tutto ciò ci ha dato una carica, una grinta,un desiderio di lottare tanto che pensavamo che perdere sarebbe stata una grande delusione per tutti gli spettatori. Le grida, le incitazioni, i cori di tutti ci hanno dato un entusiasmo che difficilmente avremmo raggiunto da sole. La grande semifinale, tanto citata e sperata dal coach, si è disputata contro l’istituto Boscardin. Purtroppo questa squadra si è rivelata più forte del previsto e, poiché mancava il nostro alzatore non abbiamo potuto dare il meglio di noi!!! Anche se non siamo passate alla fase finale,la soddisfazione più importante è stata conoscere nuove ragazze, divertirci e misurarci con le nostre possibilità!

NOTO CHE QUALCUNO STA FACENDO LE VALIGIE PRIMA DEL SUONO DELLA CAMPANELLA

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Andra Meneganzin 3^ALG

Veritas suprema: sola ratio existentiae discipulorum est studium ossessivum ac compulsivum, itaque discipulus probus minimum XX|| vel XX||| horas supra libros gemere cum epilessia maxima debet. (Ceterae horae per igiaenem personalem atque orationes in gruppos

Celeberrima dogmata scholastica heac sunt: ‐Leopardi magnus figus erat; ‐Solae disciplinae importantes sunt italicum, mathematica, physica, religio, historia, geographia etc...; ‐Studium regulare prodest, studium rarum nocet: id est studium MCLXX disciplinarum,duae horas pro disciplina ac cotidie...ergo alumnus novam dimensionem temporalem quaerere debet ut suam salutem mentalem salvet. ‐Magister certe est reincarnatio supremae veritatis ac in orbem terrarum discessus est ut ignorantiam insanam iuvenum aberrantium vinceret et lucem aeternam sapientae restitueret. ‐Discipulus in aetate larvalis vivit ac semper tortum habet. Magister multa arma dexstructionae massae habet...: ‐Catedra quae rappresentat potestatem eius incontestabilem, ac lanciari cruente modo potest contra alumnum assonnatum (non dormientem) ob noctem supra truces libros. ‐Gexettum album quo magister (sadicus) papirios compitorum supra lavagnam scribere solet graphia turpe ac indecifrabile. (gexettum quoque lanciari potest in oculo victimae, velut omniae res quae in campo visivo magistri sunt) ‐Cordes vocales, quae MMMM hertz consequi in duos secundos ac necessitatem machinam uditivam ampliphon in auribus discipulorum provocare possunt. ‐Numerus genitorum tuorum, quo magister multa appuntamenta (exstrascholastica quoque) matri tuae dare potest. (trovata subdola ac genialis). ‐Registrum victimarum, ex quo magister victimam sacrificalem eliget ac eam immolat magno cum gaudio.

Davide Stefani 5^CI Masima verità: el solo motivo dell'esistenxa dei scolari xè lo studio osesivo e compulsivo, quindi un bravo toso deve bestemare/porchexare al manco ventidò‐ventitrè ore su pa' i libri co' grande soferensa. (El resto del tempo xè par netarse e par le partìe de ciacole) Queste xè i pì famosi dogmi dea scola: ‐Leopardi jera un figo dea madonna; ‐Le soe materie importanti xè italian (ma anca no, el dialeto xè mejo, n.d.t.), matematica, fisica (no anatomia, ste 'tenti..), religion, storia, geografia ecc...; ‐Studiar sempre fa ben, studiar poco fa mae: cioè studiar 1170 materie, dò ore per materia ogni xorno... quindi i scolari deve trovar 'na nova dimension temporae per mantegner la salute mentae. ‐El profesòr xè la reiencarnasion dea verità suprema e l'xè vegnù xò 'n tera per sconfixare l'ignoransa dea joventù e riportar la luxe suprema dea sapiensa. ‐Lo scolaro vive come 'na larva e l'gà sempre torto. El profesòr gà un mucio de armi de distrussion de massa. ‐La catedra xè 'l simbolo dea sò potensa incontestabie e la pole esser lancià contro lo scolaro assonà (anca se no 'l dorme) par la note pasà sui libri. ‐El geseto bianco con cui el profersòr (bastardo) scrive i compiti sula lavagna con 'na scritura oribile e indecifrabile. (el geseto pole anca eser lancià in te i oci dea vitima, o a qualsiasi cosa che xè nel campo visivo del profesòr). ‐Le corde vocali che pole rivare a quatromila Hers e provocare 'a necesità de la machineta de l'amplifon par le rece dei scolari. ‐El numero dei tui, con cui el profesòr pole dare 'n saco de apuntamenti (anca fora da scola) a to' mare ('na roba sconta ma furba). ‐El registro dele vitime, da cui el profesòr trà fora el poro can, lo copa e el xe tanto contento ... Porca miseria! I scolari gà el destino segnà, i deve pasare la joventù tra 'e carte e ziteli, con 'na sfiga enorme, finché no i và a l'università!!

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GLI DEI, OLTRE CHE IMMORTALI, ERANO ANCHE SEMPRE GIOVANI, ALTRIMENTI L’OLIMPO SAREBBE STATO UNA CASA DI RIPOSO


Ecce exempla finis artis fregatoriae, quae non in scholis docetur sed discetur ab iis quo oculos bonos ac mentem criminalem habent. Tragedia prima. Magistra frustrata in classem intrat ameba similis cum capillis aeribus ac sine rossetto. Id unam rem solam significare potest: noctem antecedentem paxavit in compitis corrigendis, multos errores ac orrores discipulorum signante cum rubro calamo, ac attaccos parkinsonis habuit post duas horas. Magistra hodie magnam ecatombem facere vult ut sitim suam sanguinis sedet. Oculis ardentibus classem inspicit ut victimam tremantem, velut bestia ante macellum, vocet atque interroget. Discipulus noster sapiens sic agit‐‐‐> silentium agoniae ante interrogationem rumpit magnis cum clamoribus et salit supra bancum eo modo gemens: " Oculi mei accaecati sunt a tanta luce divina quae modo intravit!!! Ubi est talis pulchritudo quae impedit me eam admirare??"? Nescio, sed fieri sentio, et excrucior..." Certe magistra commota, valde lacrimans ob eam veritatem, aliam victimam sacrificalem eligit et non discipulum nostrum sapientem. Tragedia secunda. Victima ad catedram adevnit et fatum vitare non potest, sfiga maxima eum affecit et nullo modo V| seu V consequi potest. Dum discipuls sine sferibus (id est non audax) Patrem Pium rogat et rosarium totum facit, discipulus noster sapiens cerebrum in magna activitate inducit et planum subdulum elaborat. Cum magister ei quaestionem contortam ac scerebrantem ponit, genius sic respondit, vocemque sclarens velut orator exspertus:"Scio me nescire (Socratis citatio)" et cum manu supra corem ad postum suum redit magna cum gloria. Tragedia tertia. Magister compitos correctos mathematicae consegnat et solae litterae quae sub strato colore rubro sadicii calami magistri non stant sunt nomina tua in cimam paginae et altrae duae rigae miraculate. Mater dixit te in garage cum topibus dormiturum esse si compitus sublimis non est, sine discotheca, caellulare ac cibo. Discipulus noster illuminatus idea finissima ac geniale est: calamum rubrum prehendit ed corrigit duas rigas exactas deinde clamat iratus ac in orgolio offesus: "Magistre indigne!! Corrigisti mea roba iusta!! vide hic!". Magister sorpresus ingorantiae suae punctos addit et votum ab |V in V| mutat. Furbitia ars supraffinis est, et semper cum elegantia deretanos salvare potest. Omnia humanitas divisa est in partes tres: stulti, studiosi ac ii qui non mentunt, sed visionem aliam realitatem habent...

Eco i esempi dela arte con cui te poi ciavare el profesòr, che no xè insegnà a scola ma xè imparà da quei che gà i oci boni e la mente criminale. Prima tragedia. La profesoresa scasà entra in classe come 'n ameba coi cavei par aria e sensa roséto. Questo pol voler dire 'na roba sola: la gà pasà la note coregendo compiti, segnando 'na caterva dei erori e orori dei boce cola pena rossa, e la gà vudo 'n ataco de parkinson dopo dò ore. 'n cò la profesoresa vole fare 'n strage enorme par chetar la sù sete de sangue. Con oci ardenti varda la clase perché 'na vitima tremante, o 'na bestia al macelo, parli e vegna interogà. El nostro sagio putelo fà così: rompe el silenxio de l'agonia prima de l'interogaxiòn con un gran sigo e 'l sale sora 'l banco gemendo: "I me oci xè accecà da la luxe che xè pena entrà!!! 'n dò xea quela bea gnocca che me impedisse de vardarla??? Non sò, ma sento che xè così, e sto mia ben.." Par forsa la profesoresa la se comosa e piangendo forte par quela verità, sceglie 'n altro poro can e non el nostro saggio putelo. Seconda tragedia. La vitima ariva a la catedra e no la pole schivar el so destin, la prende 'na sfiga enorme e in nesun modo la pole ciapàr sìe o sinque. Mentre 'l bocia sensa bale prega Padre Pio e 'l dixe tuto el rosario, el nostro putelo saggio scominsia a far lavorar el cerveo e 'l elabora 'n piano subdolo. Mentre el profesor je fà 'na domanda contorta e incasinata, el genio risponde cossita, schiarendose la voxe come 'n perfeto oratore: "So de non saver (citaxion de Socrate)" e con la mano sul core torna a sentarse al sù posto con grande gloria. Tersa tragedia. El profesòr consegna i compiti di matematica coreti e le sole letere che no le xé soto 'l color rosso de la sadica pena del profesor xé el nome in xima a la pagina e altre dò righe miracolate. La mama je gaveva dito che lo gavaria butà a dormir in garage coi sorxi se el prosimo compito no 'l fosse stà sublime, sensa discoteca, celulare né magnàr. El nostro putelo l'è fulminà da 'n'idea finisima e geniale: prende la pena rossa e corexe dò righe e poi urla incasà e ofeso in te l'orgojo: "Profesòr de merda! Te me ghè segnà 'na roba justa! Varda qua!". El profesor sorpreso de la sù ignoranxa sonta i punti e cambia el voto da quatro a sìe. La furbixia xè 'n'arte soprafin, e te pole salvare el culo con elegansa. Tuta l'umanità la xè divisa in tre parti: i stupidi, i studiosi e quei che no i mente ma i gà 'na vision particolare de la realtà...

ED ENTRIAMO IN QUEL CAMPO MINATO CHE È LA PUNTEGGIATURA

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Di Olga Barbiero- Stefania Bosco- Luca Migliorini- Francesca Vendola 5^BLG Disegni di Olga Barbiero VERSIONE DEL PROF ‘’Attentato!! Si tratta di un attentato!! E’ stato terribile, ma dovevo ! La vita di una dolce fanciulla era nelle mie mani! Quel gigantesco e mostruoso cigno si ergeva davanti a me con il suo sguardo minaccioso. Ma io senza timore e con tutta la potenza che possedevo in corpo,sradicai il primo albero secolare che mi capitò sotto mano. A quel punto quell’ essere iniziò a ritirarsi timoroso, spaventato dalla mia forza e dall’albero che brandivo come una spada….pronto a trafiggerlo!! ‘’ VERSIONE DEL CIGNO ‘’Era una tranquilla giornata invernale,passeggiavo sulla neve con la mia compagna, quando all’improvviso un essere umano si avvicinò furtivo e ci puntò contro un oggetto a noi sconosciuto. La mia dolce metà era veramente spaventata ed io ,da bravo marito‐cigno , decisi di difenderla da quel uomo crudele con ogni piuma che avevo in corpo. Così, mi avvicinai e mi scagliai contro di lui che, a sua volta, scuoteva un ramoscello striminzito; quel poveraccio pensò di farmi paura, ma in realtà era spaventatissimo; infatti io fui colto da un senso di pietà. L’avrei battuto senza problemi, quindi decisi di andarmene a casa con la mia mogliettina.’’ LA VERSIONE UFFICIALE Partiamo dal presupposto che diamo ragione al cigno, racconteremo ora, semplicemente, i fatti e non le interpretazioni dei fatti (sorry Nietzsche xD ) Un giorno di febbraio il nostro prof T.C, insieme ad alcuni amici, stava facendo una gita al lago di Fimon. Ad un certo punto una di loro, volendo fare una foto a 2 cigni che si trovavano lì per caso, si avvicino troppo bruscamente spaventando così i poveri volatili. Il cigno maschio, giustamente, per difendere la propria compagna, iniziò a rincorrere la donna; a questo punto l’audace prof raccolse un ramoscello rinsecchito per difenderla. Più volte cercò di colpire il volatile ma….  Il cigno volò via “schittandogli” in testa  Il cigno riuscì a schivare i colpi in stile Matrix e tornò dalla sua compagna lasciando il prof a bocca asciutta  Il cigno essendo ormai vecchio,alla vista del ramo morì. (LA MORTE DEL CIGNO xD ) A voi la scelta….. =) PS: da quando questa storia è stata resa pubblica il prof è ricercato dal WWF,deve pagare i danni morali al cigno !!

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L’ACCENTO NON È UNA DECORAZIONE NATALIZIA, QUINDI RICORDATEVI SEMPRE DI METTERLO


Marangoni Elena 5^BT

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ORIZZONTALI 1. Diploma che si ottiene alla fine di un corso di scuola secondaria superiore (sempre se si passa l’esame ovviamente…XD) 8‐ La stagione più calda 15‐L’ultima prova d’esame 16‐Received Pronunciation 17‐ non è in bianco e nero 19‐Rotocalco Televisivo 20‐figura retorica in cui un concetto è espresso in termini volutamente esagerati. 23‐Arco Romano Con Mausoleo 24‐Discussione orale o scritta svolta da uno studente attinente a materie da lui studiate 27‐legame intramolecolare 29‐“ormai” in latino 30‐si dice alla fine di una preghiera 31‐Ricerca Controlli Lavori 33‐Dix, pittore tedesco 34‐antica unità di misura tedesca usata sia per il titolo dei metalli preziosi sia come unità di massa 35‐sport che consiste nel combattimento leale tra due

contendenti armati di spada, fioretto o sciabola 37‐ stelle 40‐Nella cultura giapponese indica un teenager che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù della sua avvenenza. 42‐Osteogenesis imperfecta 43‐Repubblica d'Irlanda 44‐ è inglese 45‐macchine usate per produrre tessuti 47‐ osservai 50‐Federazione Scacchistica Italiana 51‐carbonato di calcio 53‐si dice di composto organico contenente il gruppo acetile 56‐figura mitologica greca, figlio di Cefiso, divinità fluviale, e della ninfa Liriope. 58‐stato federale degli Stati Uniti d'America, soprannominato Beaver State 59‐ la meta più ambita in estate 60‐che dura poco

VERTICALI 1‐Numero dei decessi in un determinato periodo 2‐opere di artisti di oggi 3‐simbolo chimico del tantalio 4‐Underwriters Laboratories 5‐ redini d’oltremare 6‐Numero perfetto 7‐è famoso il “pesce” 8‐sistema di produzione, distribuzione e consumo di un dato paese in un dato periodo 9‐ascensione alpinistica compiuta in totale solitudine 10‐Tempi Lontani E Cari Tesori 11‐pianeta immaginario dell'universo DC Comics 12‐preposizione semplice 13‐genere di orchidee che fiorisce a primavera 14‐agli esami è sia interna che esterna 21‐ampio giardino, spesso ad uso pubblico 22‐Bologna 25‐Pelo grosso, rigido, che si ottiene da alcuni animali come il

NON ESISTE UNA TRADUZIONE LETTERALE PER QUELLO CHE È MEGLIO CHE NON DICA

cinghiale, il cavallo 26‐dentro 28‐Ogni Ospite Sogna 32‐branca delle scienze naturali che interpreta e razionalizza la struttura, le proprietà della materia e le sue trasformazioni. 36‐Re E Regine Entro Semplici Sogni (XD XD) 38‐pianta e bevanda(calda o fredda) 39‐comune spagnolo di 214 abitanti situato nella comunità autonoma dell'Estremadura. 41‐persone che si lamentano 46‐Institute of Acoustics 48‐Lo è l’istituto Rossi 49‐periodi di tempo compresi tra il tramonto e la notte 50‐Luis, famoso calciatore portoghese 52‐Nuovi Ripari Poveri 54‐Coalizione dei Governi Ordinati nel videogioco Gears of War 55‐acronimo della rete ferroviaria regionale francese

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Davide Stefani 5^CI 6 S di A nella S 6 P F dell'U E 1 S N per la T 3 M intorno all'I 4 A di C per il P S 5 A nella M del M 3 T in una T 7 S nel F di A K 2 C nella R R 12 S nelle P di U F 5 M P nel C di S delle N U 6 E in un O "p" 16 L in G 3 L R (perse da V) nella B di T 9 M della C dell'A

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6 sorelle di Ariel nella Sirenetta 6 paesi fondatori dell'unione europea 1 satellite naturale per la Terra 3 mari intorno all'Italia 4 anni di carica per il presidente statunitense 5 atomi nella molecola del metano 3 tasti in una tromba 7 samurai nel film di Akira Kurosawa 2 consoli nella repubblica romana 12 sonetti nelle Poesie di Ugo Foscolo 5 membri permanenti nel consiglio di sicurezza delle nazioni unite 6 elettroni in un orbitale "p" 16 lander in Germania 3 legioni romane (perse da Varo) nella battaglia di Teutoburgo 9 membri della compagnia dell'anello

3 porcellini e un lupo cattivo 3 cantiche nella divina commedia 33 vertebre nella colonna vertebrale 4 lune di giove ( callisto , io , europa , ganimede ) 44 gatti nella canzone dello zecchino d'oro 6 libri nel de re publica di cicerone 10 comandamenti dettati a mosè 1024 megabyte in un gigabyte 6 corde in una chitarra 5 diagonali in un pentagono 1 ruota in un monociclo 3 uomini in barca di Jerome 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire 12 semitoni in un'ottava musicale 42 risponde a tutto in guida galattica per autostoppisti 142 libri nel ab urbe condita di tito livio

UNA MELA AL GIORNO TOGLIE IL MEDICO DI TORNO… BEH, SE AVETE UNA BUONA MIRA, S’INTENDE


Savoca Enrico 2^BST

E ADESSO COSA CI INVENTIAMO? LA PROPRIETÀ ASSOCIATIVA DEL FIORELLINO?

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Savoca Enrico 2^BST

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ADESSO BISOGNA CONVERTIRE I CAVALLI … MA NON SO SE SI LASCIANO FARE


L’UNICA COSA DIFFICILE QUI È PREPARARE IL BIGLIETTINO PER IL COMPITO

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