

GIGLIO

ANI mATAMe NTE
CATERINA GIGLIO
Questo volume raccoglie gli esiti pittorici di un profondo viaggio interiore che tocca le polarità dello spettro emotivo, sorta di scandaglio del disegno per attraversare luce e buio, quiete e passione, aria e fuoco, desiderio e speranza.
Caterina Giglio ci conduce in un’avventura radiante dei sensi, tra costellazioni di corpi liberi che sono la ragione complessa dei suoi sentimenti, lungo una luminosa galassia dove ogni opera rappresenta la stella di quel momento vissuto, la luce di un istante unico ma sempre connesso al resto.
Un libro che affida l’analisi testuale ai pensieri del curatore, che ha incontrato il progetto di Caterina nel momento più duro della sua vita genitoriale.
Il testo che leggerete, mentre aderirà alle immagini per rivelarne la molteplicità, diverrà confessione catartica, una trasformazione del lutto in energia battesimale, un’essenza narrativa che attraversa vita e morte nel rituale empatico delle frasi, dentro una fusione totale tra la scrittura, il colore e i soggetti delle opere.
Da una parte l’artista che offre in dono le sue sorelle sensuali, materne, veggenti, regine di accoglienza e dialogo; dall’altra il curatore che utilizza il senso doppio del curare mentre ci si cura, creando quel paesaggio narrativo che aggiunge un linguaggio alla pittura mentre l’anima ferita disegna nuovi orizzonti.
Due anime che dialogano, immagini e parole che racchiudono l’ecosistema spirituale di Caterina Giglio nel flusso cartaceo di una meravigliosa pittura interiore.
This volume encapsulates the artistic outcomes of a profound inner journey, one that navigates the polarities of the emotional spectrum. It acts as a visual probe, delving into light and darkness, tranquility and passion, air and fire, desire and hope.
Caterina Giglio takes us on a radiant sensory adventure, through constellations of free bodies that reflect the intricate nature of her emotions. This journey unfolds within a luminous galaxy where each artwork represents a star of a particular moment lived, a singular instant of light always interconnected with the greater whole.
The book entrusts the textual analysis to the reflections of a curator who encountered Caterina’s project during the most challenging period of his life as a parent.
The text you are about to read, while interpreting the images and revealing their layers, also transforms into a cathartic confession—a metamorphosis of grief into a kind of baptismal energy. It is a narrative essence that moves through life and death, forming an empathetic ritual through its words, merging completely with the colors and subjects of the artworks.
On one side, we find the artist, gifting us her sensual, maternal, visionary sisters, queens of nurturing and dialogue. On the other side is the curator, using the double meaning of “cura”—both healing and care— as he cares for himself. Together, they create a narrative landscape that adds language to the painting while the wounded soul sketches new horizons.
Two souls in dialogue, images and words merging to enclose the spiritual ecosystem of Caterina Giglio in the flow of a marvelous, interior painting.
Zadie Smith Denti bianchi “
Ogni momento accade due volte: all’interno e all’esterno, e sono due storie diverse”


ANIMA(TA)MENTE GIANLUCA MARZIANI
12 Giugno 2024
Scocca mezzogiorno, prendo la mia auto ed esco dal Campus Biomedico: mio figlio Bernardo è ricoverato qui da lunedì per le serissime complicazioni del suo sarcoma. Pesco forza dalla forza, prendo una piccola pausa e, dandomi il cambio con Elena, mi dirigo all’indirizzo di Caterina Giglio.
È un giorno di strana sospensione : la paura che mi attanaglia il cuore come fosse gabbia di castità cardiaca, una giornata di quelle morbidamente solari, nei modi che soltanto giugno e settembre sanno regalarti in una Roma dai venti carezzevoli.
Una pineta ondosa avvolge il palazzo dove Caterina vive e lavora. Entro nel suo salotto che è un bozzolo accogliente in cui disegnare e dipingere, una placenta che regala equilibri di luci e ombre, favorendo la sensazione di pace momentanea tra le crepe del dolore genitoriale .
June 12, 2024
It’s noon. I get in my car and leave Campus BioMedico: my son Bernardo has been hospitalized here since Monday due to severe complications from his sarcoma. I draw strength from strength itself, take a brief pause, and, after swapping shifts with Elena, head to Caterina Giglio’s address.
It’s a day suspended in a strange way: the fear grips my heart like a chastity cage, yet the day is softly sunlit in a way only June and September can offer, as Rome’s tender breezes weave their magic.
A rolling pine forest surrounds the building where Caterina lives and works. I enter her living room, a warm cocoon for drawing and painting, a womb that bestows balance between light and shadow, momentarily soothing the cracks of a parent’s pain
SOSPESO (2024) cm 120x93
Chine su carta su tela
nella pagina precedente: DA BAMBINA (2021) cm 120x120
Pennino a china su collage su tela


13 Giugno 2024
D’improvviso, metà del pomeriggio, tutto accelera ad una velocità che diviene ingresso definitivo nell’inevitabile. Bernardo tramonta alle 20:26 nel suo letto del Campus. Fuori, con il verde a fare da paesaggio terrestre, il cielo ha i colori azzurri e arancioni dei tramonti in spiaggia. Un piccolo uccello si posa davanti alla finestra, come se fosse l’imbarco in business per l’anima di Berni. Il mondo cambia in pochi istanti, una vita vola verso altre dimensioni mentre la mia vita atterra in un paesaggio che ha trasfigurato l’esistente in una cosa sconvolgente, definitiva, nuovissima.
Niente sarà più come prima: cambia la concezione dello spazio, cambia la valutazione del tempo, cambia in me l’idea del necessario che trattiene l’essenziale in ogni azione della giornata .
June 13, 2024
Suddenly, in the middle of the afternoon, everything accelerates, and the inevitable becomes definitive. Bernardo slips away at 8:26 PM in his bed at the Campus. Outside, framed by the greenery, the sky glows in the blue and orange hues of a beach sunset.
A small bird lands in front of the window, as if ready to carry Berni’s soul on a business-class flight. In an instant, the world changes—a life soars to another dimension, while mine lands in a landscape that has transfigured the familiar into something overwhelming, final, and shockingly new.
Nothing will ever be the same: the perception of space shifts, the sense of time warps, and the notion of what’s essential anchors my every action.





LA TEMPESTA (2022) cm 145x105





cm 120x120

IMMAGINARIO
( PARTICOLARE)
(2022) cm 118x157


Giorno dopo giorno dopo giorno…
Il mondo interiore in cui mi ritrovo ha le parvenze botaniche dei corpi intimi di Caterina Giglio, somiglia ai suoi paesaggi cromatici in cui l’elemento vitale si staglia come forma arborescente di una trascendenza. Quando medito per massaggiare la mente visualizzo paesaggi monocolore, spesso un blu Klein, talvolta un nero quantico, altre volte un bianco lattiginoso, ogni tanto un verde smeraldo dai riverberi marini.
Sono colori energetici, irrorati da una grazia che li rende spazio ma anche tempo, evento ma anche luogo astratto, un monolite liquido ma compatto come le fibre di una gomma elastica senza trazione.
Dentro quei paesaggi cromatici fluttuo senza limite gravitazionale, assumendo posizioni plastiche che sarebbero impensabili quando i piedi toccano il suolo. Agilità yogiche da feto senza età, asana cosmiche dove il colore attraversa il corpo mentre i muscoli raggiungono una pacificazione tra alfa e omega.
La mia idea di corpo metamorfico aderisce ai fondali cromatici e ai soggetti umani di Caterina, alle sue contorsioni sentimentali che rendono il disegno e la pittura un cardiogramma elettrico, un tratto danzante che sedimenta le linee di colore tra ideali sonorità di elettronica cosmica (mentre scrivo questo testo ascolto Max Cooper, Donato Dozzy e Alva Noto, tre grandi musicisti che metabolizzano e sintetizzano i molteplici suoni dell’universo astronomico).
Day after day after day...
The inner world I now find myself in feels like the botanical bodies of Caterina Giglio’s work—her chromatic landscapes where life force emerges like an arboreal form of transcendence. When I meditate to soothe my mind, I see monochromatic landscapes: often a Klein blue, sometimes a quantum black, occasionally a milky white, or an emerald green with oceanic glimmers.
These colors radiate energy, filled with grace that makes them both space and time, event and abstract place—a liquid monolith, firm yet as elastic as rubber with no tension.
In those chromatic fields, I float free from gravitational pull, assuming plastic poses unimaginable with feet planted on the ground. Ageless yogic flexibility, cosmic asanas where color courses through the body as muscles reach a balance between alpha and omega.
My idea of a metamorphic body adheres to Caterina’s chromatic backdrops and human subjects—her emotional contortions turning drawing and painting into an electric cardiogram, a dancing stroke layering lines of color with the harmonic sound of cosmic electronica (as I write this, I’m listening to Max Cooper, Donato Dozzy, and Alva Noto, three brilliant musicians who metabolize and synthesize the many sounds of the astronomical universe).



cm 41x29,5




BIANCO#01 (2023) cm 41x28

12 Giugno 2024
Caterina mi apre la porta per farmi entrare nel suo eden di spiriti danzanti, popolato da figure espressive e sentimentali, una miriade di sorelle interiori che si formano per grovigli e minuzie grafiche, lungo tratti stilizzati che sono scheletro e abito, forma e sostanza, stabilità e riproduzione.
Dentro quel salotto quantico m’immergo in un paesaggio parallelo al reale, un habitat a bassa gravità che trasforma le utopie sentimentali in una narrazione che ognuno potrà attraversare: abitando la convivenza, celebrando la rivelazione, danzando al ritmo del disegno.
June 12, 2024
Caterina opens the door to welcome me into her Eden of dancing spirits, a world populated by expressive, emotional figures—a multitude of inner sisters, born from tangled, delicate graphic lines that are both skeleton and garment, form and substance, stability and reproduction.
In this quantum living room, I immerse myself in a parallel world, a low-gravity habitat that transforms sentimental utopias into a narrative for anyone to traverse—inhabiting togetherness, celebrating revelation, dancing to the rhythm of drawing.




INCANTO#02 (2024)
cm 100x70
Penna a china su carta
nella pagina a fianco: INCANTO#01 (2022)
cm 58,5x54,5
Penna a china su carta giapponese



L’estate del mondo al contrario
Luglio 2024 è stato il momento in cui la mia nuova vita si è imposta su tutto il resto. Giorno per giorno ho ascoltato le voci di dentro e i rumori di fuori, ho accolto il nuovo e cestinato le inutili abitudini del vecchio. Ho iniziato la metamorfosi di adattamento ad un mondo che resta identico nelle sue apparenze, implacabile nel suo ciclo sistemico di nascita e morte. In questa fisica rivelatoria vedo la tridimensionalità dello sguardo come moltiplicazione di letture della stessa cosa. Dopo aver varcato la porta rossa sto superando l’idea di una realtà oggettiva, unilaterale, categorica.
Così come la pittura interpreta il corpo in milioni di modi, anche il nostro sguardo agisce per noi e decide, in forma singolare e intima, la sostanza di ciò che stiamo vedendo. L’occhio costruisce e decostruisce, aggiunge e toglie, colora e decolora, fa il sarto e il designer del mondo per nostro conto, plasma e intaglia come uno scultore demiurgico, al punto da creare nostri archetipi che usiamo per dare un senso al tutto. Quel nostro fare interiore giunge da molto lontano, appartiene al nostro codice genetico, con molta probabilità esiste in ogni cervello l’esperienza del tutto e la memoria degli inizi, quel quid divino su cui la stessa fisica sta oggi ripensando l’idea di un generatore supremo del primo istante.
In una sana sconfitta del materialismo radicale, eleggo lo spirituale a strumento di massima conoscenza, tanto invisibile quanto evidente nella soggettività privata del nostro occhio, nella peculiarità creativa con cui il nostro sguardo formula forme e monta mitografie.


The Summer of an Upside-Down World
July 2024 marked the moment my new life took over everything else. Day by day, I listened to the voices within and the sounds outside. I welcomed the new and discarded the old, useless habits. I began adapting to a world that remains identical in appearance, relentless in its cyclical march of birth and death.
In this revelatory physics, I see the three-dimensional nature of vision as a multiplication of perspectives on the same thing. After passing through the red door, I’m moving beyond the concept of an objective, unilateral, categorical reality.
Just as painting interprets the body in countless ways, our gaze works for us and decides, uniquely and intimately, the essence of what we see. The eye constructs and deconstructs, adds and subtracts, colors and uncolors, tailoring and designing the world on our behalf, sculpting like a demiurge to create archetypes we use to make sense of everything. This inner craft stretches far back, likely part of our genetic code. Perhaps within every brain lies the experience of everything and the memory of the beginning—that divine spark which even Physics now reconsiders as the generator of the first moment.
In a healthy defeat of radical materialism, I elevate the spiritual as the highest tool of knowledge, as invisible as it is evident in the private subjectivity of our eye, in the creative uniqueness with which our gaze formulates forms and builds mythologies.

(2024) cm 32x24

GIOSTRA#04 (2024) cm 55x47



LA SINGOLARITÀ DELL’OCCHIO COME CHIAVE
25 luglio 2024
Nel mio peregrinare in cerca di ancoraggi torno un pomeriggio a casa di Caterina per dividere le opere secondo cicli tematici e scegliere i pezzi definitivi per il catalogo (subito dopo ci siamo visti nello studio di Stefano Luceri che ha tessuto i fili grafici di questo volume). Le sorelle figurative sono da oltre un mese nei miei pensieri, come amiche affidabili che occupano spazi interiori e carezzano il mio sguardo, aiutandomi a vedere il mondo con inquadrature necessarie, durevoli, ricche di essenza e reazione all’inevitabile.
Torno così sul luogo della mia apnea genitoriale, dopo quarantadue giorni da quel fatidico 13 giugno: la casa di Caterina mi conferma la costante ciclica del mondo, il menefreghismo dell’universo davanti alla tragedia individuale, come se il ritrovare le sue opere, nel punto in cui sostavano la mattina del 12 giugno, portasse ossigeno spirituale davanti all’immanenza geologica e all’infinito sopra di noi.
Non solamente una consolazione, direi una nuova azione sentimentale che ci rende parte viva di una lunghissima genia di sognatori terrestri e naviganti stellari.
Per capire meglio la nostra dimensione infinitesimale eppur necessaria, cito Joan Didion, colei che ha elaborato il lutto di una doppia perdita con un libro definitivo dal titolo L’anno del pensiero magico.
Riporto dal suo romanzo Democracy : “Come nipote di un geologo ho imparato preso ad aspettarmi l’assoluta mutevolezza di montagne, cascate e anche isole. Quando una montagna sprofonda nell’oceano, io ci vedo un certo ordine. quando una scossa di 5,2 gradi della scala Richter fa tremare lo scrittoio nella mia stanza della mia casa nella mia specifica Welbeck Street, io continuo a battere a macchina. Una montagna è un transitorio adattamento allo stress, e l’ego può essere un adattamento analogo. Una cascata è il mancato adattamento, autoregolabile, del corso d’acqua alla struttura, e lo stesso, per quel che mi risulta, può dirsi della tecnica…”.
July 25, 2024
In my search for anchors, I return one afternoon to Caterina’s home to divide her works into thematic cycles and choose the final pieces for the catalog (soon after, we met at Stefano Luceri’s studio, where he wove together the graphic threads of this volume). Her figurative sisters have been in my thoughts for over a month, like trusted friends occupying my inner spaces and soothing my gaze, helping me view the world with the necessary focus—durable, rich in essence, and a reaction to the inevitable.
I return to the scene of my parental apnea, 42 days after that fateful June 13th: Caterina’s home confirms the cyclical constancy of the world, the universe’s indifference to personal tragedy. It’s as if rediscovering her works, still resting in the same spot as they were on the morning of June 12th, brings spiritual oxygen in the face of geological permanence and the infinite above us.
Not merely consolation, but a new emotional action, making us part of a vast lineage of earthly dreamers and stellar navigators.
To better grasp our infinitesimal yet necessary place, I cite Joan Didion, who processed grief from a double loss with her definitive book The Year of Magical Thinking .
From her novel Democracy , I quote:
“As the granddaughter of a geologist, I learned early to expect the absolute mutability of mountains, waterfalls, even islands. When a mountain slides into the sea, I see a certain order. When a 5.2-magnitude earthquake rattles the desk in my room on Welbeck Street, I continue typing. A mountain is a temporary adaptation to stress, and so, it seems, is the ego. A waterfall is the watercourse’s self-regulating failure to adapt to structure, and, as far as I know, the same can be said for technique…”


BIANCO#03 (2023) cm 36x28
BIANCO#01 [CON ME] (2023) cm 36x28




BIANCO#D01 (2023)
cm 36x28
BIANCO#D02 (2023) cm 36x28


36x28


BIANCO#05 (2023) cm 34x26
BIANCO#06 (2023) cm 34x26



17 Agosto 2024
Sono nella mia casa ad ibiza. Questo testo è il primo scritto che redigo da quel carsico 13 giugno 2024 (le date di giugno e luglio sono un riferimento cronologico ma la redazione è partita il 17 agosto). Ogni tasto che tocco è il battito cardiaco di una scrittura che sta rinascendo assieme alla complessità del mio essere nel mondo.
Uno scrivere che ormai sento come dono divino, regalo dalle radici misteriose, oggetto grammaticale e sintattico con cui esisto e mi esprimo, per tradurre con parole lontane la vicinanza sensoriale del mio occhio sulla pittura.
Sento il peso costitutivo di ogni parola, visualizzo le lettere come volumi plastici in uno spazio astratto, quasi fossi l’occhio privato su una panoramica celeste che diventa il foglio atmosferico del mio pensiero.
Le frasi di questo testo passano per una bilancia che oggi, dopo aver attraversato la porta rossa, mi sembra il giusto paradigma per abbandonare la sbornia del narcisismo testuale, evitando la ridondanza e il pleonasmo, senza perdere la matrice orchestrale del mio sincretismo linguistico.
Con molta probabilità, senza capire come e perché, le frasi che ognuno scrive arrivano da lontananze che sono nel nostro patrimonio genetico; frasi che non c’erano finché esistono nel momento in cui le peschiamo e ne facciamo uso; pensieri che agiscono da tempo in noi, guidandoci dove probabilmente l’origine ha una sua forma metafisica e una sostanza trascrivibile.
August 17, 2024
I’m in my home in Ibiza.
This is the first piece I’ve written since that fateful June 13th (while the June and July dates are chronological markers, I began writing on August 17th).
Every key I press feels like the heartbeat of a reborn writing process, in sync with the complexity of my being in the world.
Writing now feels like a divine gift, a mystery-rooted treasure, a grammatical and syntactical vessel through which I exist and express myself. I use distant words to translate the sensory closeness of my eye upon the canvas.
Each word feels heavy with significance; I visualize the letters as plastic volumes in abstract space, as though my private eye hovers over a celestial panorama that becomes the atmospheric page of my thoughts.
Each sentence passes through a scale that now, having crossed the red door, seems like the right paradigm to abandon the intoxication of textual narcissism— avoiding redundancy and pleonasm, while preserving the orchestral essence of my linguistic syncretism.
Likely without understanding how or why, the sentences we write come from distant origins embedded in our genetic makeup; sentences that didn’t exist until the moment we pluck them from that deep well and give them life. Thoughts that have been within us for a long time, guiding us to an origin that has its own metaphysical form and transcribable substance.



TRICK (2023) cm 68x52




CIRCO (2024) cm 64x46

27 Agosto 2024 e ogni giorno precedente fino al 2 febbraio 1970 (la mia nascita)
Solo nella pittura si capta la materia invisibile delle dimensioni ulteriori . Una sensazione ferma eppure radiante, una certezza del genio umano che utilizza l’immagine come traduttore di materia slittante, facendo scivolare lo spirito sulla superficie monocroma che dall’informe inventa vite di qualsiasi genealogia.
La pittura è una partenogenesi a due voci : da una parte chi dipinge, dall’altra l’immagine che insemina se stessa, trascinando la singola tela verso un lungo viaggio di cui conosciamo l’inizio ma non la fine, proprio perché la partenogenesi accoglie molteplicità di sguardi e letture, abbraccia distanze e differenze, equilibrando l’aspettativa sul sogno futuro con la certezza di un’identità ormai abitata, dentro il paesaggio infinito delle arti universali.
Figure singole, talvolta in coppia o in gruppo, famiglie nucleari o estese, comunità rizomatiche, arcipelaghi parentali e sentimentali: sono molteplici le direzioni pittoriche dell’artista (carta o tela non cambia l’impatto sensibile del tratto sulla superficie), organizzate lungo le ispirazioni umorali e le aspirazioni morali, secondo un frequenzimetro sentimentale che trasferisce nel gesto lo stadio emotivo del singolo istante.
Esiste un legame centrifugo tra gli stati d’animo di Caterina e il modus tematico del quadro; le onde interiori, cambiando di intensità e frequenza, agiscono sul governo tattile della mano, evocando il pathos del soggetto, attribuendo una radianza emotiva che capta una miriade di ulteriori stati d’animo… senti la paura e la perdita, senti la gioia e l’erotismo alchemico, senti l’amore ma anche la fermezza per salvarsi dal proprio male, senti l’empatia e la generosità, l’offerta e il dono, l’abbraccio e l’amplesso, senti che ogni figura è una sorta di centrale nucleare che produce sentimenti senza filtri politici, ideologici, strumentali.
La pittura di Caterina Giglio è una famiglia larghissima, senza perimetri geografici o storici, distribuita tra le quattro polarità direzionali. Una catena di corpi fluttuanti, ondivaghi ed empatici, corpi familiari nel senso amato da Jodorowsky, corpi che si allungano come alberi verso il soffitto stellato, corpi che diventano massa geografica, corpi dai capelli amazzonici, corpi che fioriscono, corpi in continua trasformazione, corpi dentro una stessa danza matissiana che celebra i sensi in una metamorfosi dei viventi lungo il tempo del Pianeta.
Il frequenzimetro di Caterina capta un vitalismo cosmico che ci trascina nel cuore visionario di Lewis Carroll, nei corpi nervosi di Kiki Smith, nei surrealismi psicomagici di Max Ernst… ogni artista, ricordiamolo, ha le sue radici di conforto e crescita, come un seme che insemina il proprio uovo creativo, mescolando i maestri al tuo status interiore, agendo in un metabolico silenzio prolungato, finché quei maestri si amalgamano e generano il tuo modus, ciò che chiameremmo stile ma che preferisco considerare con un’altra parola: identità iconografica .
August 27, 2024 and every preceding day back to February 2, 1970 (my birth)
Only through painting can we perceive the invisible matter of other dimensions —a sensation both fixed and radiant, a certainty of the human genius that uses images to translate shifting matter, allowing the spirit to glide across monochromatic surfaces that invent lives from the formless.
Painting is a two-voiced parthenogenesis : one voice is the painter’s, the other is the image fertilizing itself, propelling the canvas on a long journey where we know the beginning but not the end. This parthenogenesis embraces a multiplicity of perspectives, distances, and interpretations, balancing the dream of the future with the certainty of an identity now inhabited, within the infinite landscape of the universal arts.
Single figures, sometimes in pairs or groups—nuclear families, extended clans, rhizomatic communities, sentimental archipelagos. The directions of Caterina’s art (whether on paper or canvas, the medium doesn’t alter the sensitive impact of her strokes on the surface) are organized by emotional inspirations and moral aspirations, tuned according to an emotional frequency meter that transfers the emotional state of the moment into each gesture. There exists a centrifugal connection between Caterina’s moods and the thematic approach of the painting. The inner waves, shifting in intensity and frequency, influence the tactile control of the hand, evoking the subject’s pathos and imbuing the work with an emotional radiance that captures a multitude of other feelings. You feel fear and loss; you feel joy and alchemical eroticism; you feel love but also the determination to save oneself from inner darkness; you feel empathy and generosity, offering and giving, embrace and union. Each figure becomes a kind of nuclear reactor, generating unfiltered emotions free from political, ideological, or instrumental biases.
Caterina Giglio’s painting is a vast family without geographical or historical boundaries, stretching across all directions. Her bodies float, sway, and connect empathetically—familiar bodies in the sense cherished by Jodorowsky. These bodies stretch like trees toward the starry ceiling, become geographic masses, sprout Amazonian hair, bloom, and continuously transform. They move within a Matisse-like dance, celebrating the senses in the living metamorphosis of time on Earth.
Caterina’s emotional frequency meter picks up on a cosmic vitality, pulling us into the visionary heart of Lewis Carroll, the nervous bodies of Kiki Smith, and the psychomagic surrealism of Max Ernst. Let’s remember that every artist has their roots of comfort and growth, like a seed inseminating their creative egg, blending the influence of masters with their inner status. This happens in a prolonged, metabolic silence, until these masters merge and generate your approach—what we might call style, though I prefer to use another term: iconographic identity .
PROGENIE#M1 (2024)
cm 28,2x22
Penna a china su carta

PROGENIE#M2 (2024)
cm 28,3x22
Penna a china su carta
PROGENIE#M4 (2024)
cm 28x33,5
Penna a china e smalto su carta
PROGENIE#M3 (2024)
cm 28,3x22
Penna a china su carta
PROGENIE#H1 (2024) cm 30X24
Penna a china e vernice a rilievo su carta

PROGENIE#H3 (2024)
cm 24X17,5
Penna a china su carta
PROGENIE#H2 (2022)
cm 42,6X36,8
Penna a china su carta
PROGENIE#H5 (2024) cm 22X17
Penna a china su pagina
PROGENIE#H4 (2024)
cm 28X37
Penna a china su carta
PROGENIE#A1 (2024)
cm 17,7X24,2
Penna Bic su carta

PROGENIE#A2 (2024)
cm 37x28
Penna a china e china su carta
PROGENIE#A4 (2024)
cm 36,8X26,8
Penne a china e acrilico su carta
a sinistra:
PROGENIE#A3 (2024)
cm 22X28
Penna a china su carta
PROGENIE#A5 (2024)
cm 17,5X24
Penna a china su carta
PROGENIE#E6 (2023) cm 28x35
Penne a china e smalto su carta

PROGENIE#E1 (2024) cm 36x28
Penna a china, vernice a rilievo, smalti e acrilici su carta
PROGENIE#E2 (2024) cm 31x24
Penna a china, vernice a rilievo, smalti e acrilici su carta
PROGENIE#E7 (2024) cm 29x28,5
Penna a china, vernice a rilievo, acrilici e acquerello su carta
PROGENIE#E3 (2024)
cm 27x28
Penna a china, penna a vernice, acquerello, smalti e acrilici su carta

PROGENIE#E4 (2024)
cm 28x17
Penna a china, vernice a rilievo, smalti e acrilici su carta
PROGENIE#E8 (2024)
cm 49,2x37,2
Pennino a china e acquerelli su carta
PROGENIE#E5 (2024)
cm 22x24
Penna a china, acquerello e acrilici su carta
PROGENIE#E9 (2024)
cm 31x32
PROGENIE#Z6 (2024)
cm 28x22
su carta
PROGENIE#Z1 (2024)
cm 21,5x26,5
Penna su carta

PROGENIE#Z2 (2024)
cm 37x28,7
su carta
PROGENIE#Z7 (2024)
cm 27,5x36,5
su quaderno
PROGENIE#Z3 (2024)
cm 28x22
Penna a china su carta

PROGENIE#Z8 (2024)
cm 22x28,5
Penna a china su carta
PROGENIE#Z4 (2023)
cm 28x22
Penna a china su carta
PROGENIE#Z9 (2024)
cm 28x22
Penna a china e penna Bic su carta
PROGENIE#Z5 (2024) cm 22,2x17
Penna a china su carta
PROGENIE#F1 (2024)
cm 24x17,5

PROGENIE#F3 (2024)
cm 36,5x28
PROGENIE#F7 (2024)
cm 17,5x24
Penna a vernice e pennarelli su carta
PROGENIE#F2 (2024)
cm 24,2x17,7
PROGENIE#F8 (2024)
cm 28x37
PROGENIE#F4 (2024)
cm 49,5x27,5
Penna a china su carta

PROGENIE#F9 (2024)
cm 27x25,8
Penna su carta
PROGENIE#F5 (2024)
cm 36,8x26,8
Penna a china su carta
PROGENIE#F10 (2024)
cm 17,6x24,2
Penna a china su carta
PROGENIE#F6 (2024)
cm 37x25,7
Penna a china su carta
PROGENIE#G5 (2024) cm 27x23,5
Penna a china su carta

PROGENIE#G1 (2024) cm 24x17
Penne a chine e matite su carta
PROGENIE#G2 (2024) cm 28X36,5
Penna a china e acrilico su carta
PROGENIE#G6 (2024) cm 28X37
Penna a china e acrilico su carta
PROGENIE#G3 (2024)
cm 17,8X24,2
Penna a china su carta

PROGENIE#G4 (2024)
cm 17,6X24,6
Penna a china su carta
PROGENIE#G8 (2024)
cm 21,5x20,5
Penna a china e acrilico su carta
PROGENIE#G7 (2024)
cm 32x22,4
Penna a china e acrilico su carta
LA METAMORFOSI
COME APPARATO BIOLOGICO
DENTRO L’ECOSISTEMA
DELL’INVENZIONE CREATIVA
28 agosto 2024
Cito Emanuele Coccia dal suo libro Metamorfosi , il saggio che meglio comprende le ragioni invisibili che governano la vita degli umani oltre la prigione del materialismo.
Nella sua introduzione scrive:
“L’evoluzione è un ballo in maschera che si svolge nel corso del tempo e permette a ogni specie, di epoca in epoca, di indossare un nuovo abito, diverso da quella della spcie che l’ha generata, e ai figli e alle figlie di rendersi irriconoscibili e di non riconoscere più i propri genitori…”.
In un sistema di metamorfosi complesse, Paul B. Preciado, nel suo film Orlando My political biography, parla di Poesia come prima metamorfosi rivoluzionaria e di Amore come seconda e più profonda delle metamorfosi .
Le opere di Caterina sembrano fluttuare tra queste due metamorfosi profonde, ricreando corpi che sono la riproduzione fertile di una fusione tra Amore e Poesia, riportando così il pensiero generativo su Virginia Woolf e William Shakespeare, Ovidio e i grandi poeti dell’antica Grecia.
L’intera produzione dell’artista è un’unica grande storia che cresce per capitoli successivi e impellenti, un diapason che ondeggia tra l’amare e il curare, tra la vita esterna e la vita interiore, tra l’apparenza dell’avere e l’essenza dell’essere.
August 28, 2024
I quote Emanuele Coccia from his book Metamorphosis , a profound essay that best understands the invisible forces that govern human life beyond the prison of materialism.
In his introduction, he writes:
“Evolution is a masquerade ball that unfolds over time, allowing each species, from era to era, to wear a new costume, different from that of the species that gave birth to it, and for sons and daughters to become unrecognizable, no longer recognizing their own parents…”
In this system of complex metamorphoses, Paul B. Preciado, in his film Orlando, My Political Biography, speaks of Poetry as the first revolutionary metamorphosis and Love as the second, deeper metamorphosis .
Caterina’s works seem to float between these two profound transformations, recreating bodies that are the fertile reproduction of a fusion between Love and Poetry, thus reconnecting generative thought to Virginia Woolf and William Shakespeare, Ovid, and the great poets of ancient Greece.
The artist’s entire production is a single, grand narrative that grows through successive, urgent chapters, like a tuning fork oscillating between loving and healing, between external life and inner life, between the appearance of having and the essence of being.









FLUO M#04 (2024)
cm 78,5x69,5
su carta Arches


FLUO Y#10 (2024)
cm 70x58,5
Penna a china, penna a vernice e acquerello su carta Arches

COME METAFORA VERTEBRALE
DEL GRANDE UNIVERSO
29 agosto 2024
Non poteva mancare l’archetipo dell’albero in un progetto che parla di connessioni linfatiche, scambi sentimentali, tra cure e medicamenti interiori, spiriti liberi e corpi che cercano la propria libertà Gli alberi raffigurano la certezza monolitica della coscienza circolare: radici (memoria) nel suolo profondo delle connessioni linfatiche; tronco come colonna vertebrale del continuo presente, dello sguardo in avanti, della forza fusa al controllo; rami e foglie come una testa nel cielo, verso il futuro e le dimensioni invisibili, tra sogno del volo e nettezza dell’esserci, per realizzare da fermi la più dinamica delle metamorfosi.
August 29, 2024
The archetype of the tree could not be absent from a project that speaks of lymphatic connections, emotional exchanges, between healing and internal remedies, free spirits, and bodies seeking their own freedom. Trees represent the monolithic certainty of circular consciousness: roots (memory) in the deep soil of lymphatic connections; the trunk as the backbone of the continuous present, the forward gaze, the strength fused with control; branches and leaves like a head in the sky, reaching toward the future and invisible dimensions, between the dream of flight and the clarity of presence, achieving the most dynamic of metamorphoses while standing still.
Gli alberi di Caterina ragionano nel quadro con la docilità dei corpi femminili. Madri che abbracciano figli appena nati, figli che abbracciano il mondo rivelato, padri che abbracciano la propria femminilità necessaria, umani che si abbracciano per affetto, amicizia, passione, desiderio, amore… gli abbracci dipinti sono il senso dell’albero per la vita, la rinascita possibile dentro se stessi, la celebrazione possente delle regole sentimentali che tengono in piedi la vita sulla Terra. Alberi e corpi ballano assieme nella pittura di Caterina, tanti pezzi di un verticalismo gravitazionale che àncora la biologia al suolo terrestre, lasciando al cielo la dimensione di un gigantesco sistema vitale che si nasconde alla vista primaria.
Caterina’s trees reason within the painting with the gentleness of female bodies. Mothers embracing newborns, children embracing the revealed world, fathers embracing their necessary femininity, humans embracing each other out of affection, friendship, passion, desire, love... The painted embraces are the tree’s meaning for life, the possible rebirth within oneself, the powerful celebration of the emotional rules that sustain life on Earth. Trees and bodies dance together in Caterina’s paintings, pieces of a gravitational verticality that anchors biology to the earth, while leaving the sky as the dimension of a vast living system hidden from the primary gaze. L’ALBERO




Rewind senza datazione
Negli anni passati mi era capitato di vedere alcuni lavori firmati Caterina Giglio. Sapevo poco o nulla di lei ma quei tratti fibrosi e suadenti, quei profumi edenici e sensuali mi avevano lasciato un’impronta, come una fiamma di candela che imprime un’ombra di fumo sul muro.
Quando sono entrato nel suo studio il 12 giugno, ho ritrovato l’impronta del fumo: e dall’ombra ho visto la partenogenesi di un esercito pacifico di corpi liberanti, femmine del tempo universale che infondevano qualità energetiche ad un mondo che sentivo attorno e dentro di me.
Rewind (Without Date)
In the past, I had come across a few works signed by Caterina Giglio. I knew little to nothing about her, but those fibrous and seductive strokes, those Edenic and sensual fragrances, had left an impression on me, like the flame of a candle imprinting a smoky shadow on the wall.
When I entered her studio on June 12th, I found that smoky imprint once again: and from the shadow, I witnessed the parthenogenesis of a peaceful army of liberating bodies—females of the universal time— infusing energetic qualities into a world that I felt both around and within me.
PROGENIE#B2 (2024) cm 31x21
Penne a china, smalti, chine e acrilici su carta
sotto:
PROGENIE#B4 (2024) cm 21x27
Penne a china, smalti, chine e acrilici su carta

PROGENIE#B3 (2024) cm 37x38
Penne a china, smalti, chine e acrilici su carta
PROGENIE#B6 (2024) cm 20,5x26
Penne a china, smalti, chine e acrilici su carta
PROGENIE#B5 (2024) cm 31x23,5
Penne a china, smalti, chine e acrilici su carta

28 agosto 2024
Le giovani umbre diventate sante, le antiche donne che medicavano corpo e anima con le loro alchimie vegetali, le artiste dei secoli passati che dovevano celare la propria identità sessuale… tutte donne libere e coraggiose, veggenti e protettive, fulcro di intelligenza sensibile e forza comunitaria, un vero patrimonio antropologico che sento vivo nelle opere di Caterina Giglio.
Il suo è un luogo senza tempo, oltre le costrizioni del gender, un pianeta estraneo ai temi politici e ideologici: il mondo di Caterina è un sistema fluido che precede la speculazione filosofica, un sistema biologico e sentimentale in cui maschile e femminile diventano i frattali di un corpo ulteriore , un ipercorpo che ingloba animale e vegetale in una continua illusione pareidolitica (la pareidolia è l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note degli oggetti o profili dalla forma casuale).
L’inganno dell’illusione è la risposta migliore davanti ad opere che celebrano domande senza offrire responsi pragmatici: perché l’arte non fornisce soluzioni ma percorsi e strumenti, reali o illusori non conta visto che la stessa immagine disegnata, invenzione magica e primordiale, rimane un filo poetico tra vero e falso, una cucitura che può rendere impossibile la cattiva realtà e possibile qualsiasi umana fantasia.
Dipingere, se ci pensate bene, è come la camminata di Philippe Petit nel 1974 tra le Twin Towers a New York: una sublime poesia dell’equilibrio, la forma celeste di un viaggio nel vuoto con la schiena diritta e lo sguardo sognante, come un albero che sfida la gravità per qualche minuto, come un angelo che si toglie le ali per dipingere il movimento sulla tela blu del cielo.
Com’era in principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli… viva la VITA.
August 28, 2024
The young women of Umbria who became saints, the ancient healers who treated both body and soul with their botanical alchemy, the female artists of past centuries who had to conceal their sexual identity—all these women, free and courageous, visionary and protective, the very core of sensitive intelligence and communal strength, represent a true anthropological heritage that I sense alive in the works of Caterina Giglio.
Hers is a timeless place, beyond the constraints of gender, a world detached from political and ideological themes. Caterina’s universe is a fluid system that precedes philosophical speculation, a biological and emotional system where masculine and feminine merge into fractals of an additional body , a hyperbody that incorporates animal and plant life in a continuous pareidolic illusion (pareidolia is the subconscious illusion that tends to attribute familiar forms to random objects or shapes).
The trick of illusion is the most fitting response to works that celebrate questions without offering pragmatic answers: because art doesn’t provide solutions but rather pathways and tools, whether real or illusory. It doesn’t matter—since the drawn image itself, a magical and primordial invention, remains a poetic thread between truth and falsehood, a stitch that can make bad realities impossible and any human fantasy possible.
Painting, if you think about it, is like Philippe Petit’s walk between the Twin Towers in 1974 in New York: a sublime poetry of balance, the celestial form of a journey through emptiness with a straight back and a dreaming gaze, like a tree defying gravity for a few minutes, like an angel taking off their wings to paint motion onto the blue canvas of the sky.
As it was in the beginning, now and forever, throughout the ages… long live LIFE.

ELETTRICO BLU#02 (2024) cm 148x115
Marker a vernice, penna a china su carta su tela

115x148
Marker a vernice e penna a china su carta su tela


ANIMATAMENTE
LINA CALENNE
Potrei dire di conoscere Caterina Giglio prima come donna e madre che come artista, ma non lo dirò.
La prima volta che incontrai Caterina, ormai vent’anni fa, pensai che la sua energia e il suo essere strabordassero completamente dalla definizione di donna e madre. Era un essere speciale, era un’artista.
Dopo poco tempo, vedendoci giornalmente, scoprii le sue molteplici capacità. Istrionica, sensibile, eccentrica, instancabile, faceva e produceva idee e cose di ogni tipo: sia manuali che da imprenditrice sempre dense di carattere e raffinatezza.
Caterina: un sole, un vulcano, piena di inventiva e con uno sguardo sagace comincia ad approcciarsi alla pittura. Inizialmente materica, densa, graffiata e graffiante, poi più precisa, minuziosa, leggera, con un nuovo atteggiamento Romantico. Possedeva e possiede un’attitudine creativa che coglie l’aspetto ideale presente nella realtà, in un’unità dell’uomo con la natura. Il suo interesse pittorico è diretto allo sviluppo delle forze, nell’intento di coniugare lo spazio e il tempo, la geometria e il caos per esprimere tutte le componenti vitali nella dinamica delle trasformazioni in un irreale magico, religioso, suggestivo ed erotico nello stesso tempo.
Sempre costante rimane la presenza della natura come madre di tutto. Come Creazione, intrecciata da alberi e fiori fino a trasformarsi in essi, a nascere e rinascere da loro. L’immersione, il sentimento, il pathos emergono da ogni suo tratto.
La sensibilità, la forza, la leggiadria, la sospensione tra creato ed emozioni impattano fortemente in ogni sua opera. Una danza ancestrale che impollina e rende fecondo, che trasforma le sottili figure femminili in una metamorfosi della dea Cloride o Flora. Gli occhi divengono fiori, i capelli sono fiori, i vestiti sono fiori. Le radici sono gli antenati e grazie alla straordinaria forza della donna si avvia la trasformazione in albero-germoglio che genera la danza della vi ta.
I could say I know Caterina Giglio first as a woman and mother rather than as an artist, but I won’t. The first time I met Caterina, almost twenty years ago, I felt that her energy and being overflowed completely from the mere definition of woman and mother. She was something special, she was an artist.
Soon after, as we saw each other daily, I discovered her many abilities. Charismatic, sensitive, eccentric, tireless—she produced ideas and creations of every kind, both with her hands and as an entrepreneur, always full of character and sophistication.
Caterina: a sun, a volcano, full of inventiveness, her sharp gaze turning toward painting. Initially, her style was textured, dense, scratched, and aggressive, then more precise, meticulous, light, with a new Romantic approach. She possesses a creative attitude that captures the ideal aspect of reality, uniting man with nature. Her work seeks the original phenomenon of life’s dynamism—focusing on the development of forces, aiming to merge space and time, geometry and chaos, expressing all the vital components in the dynamics of transformation. The result is a magical, religious, suggestive, and erotic unreality that translates into her painting.
Nature remains a constant presence in her work as the mother of everything: trees, flowers, women. As creation itself, entwined with trees and flowers until it transforms into them, born and reborn from them. Emotion, pathos, and immersion radiate from every stroke.
Sensitivity, strength, grace, the suspension between creation and emotions, make a strong impact in each piece. It’s an ancestral dance that fertilizes and transforms, turning slender female figures into a metamorphosis of the goddess Chloris or Flora. Eyes become flowers, hair becomes flowers, clothes become flowers. Roots are ancestors, and through the extraordinary strength of women, the transformation into tree-flower beings begins, igniting the dance of life.
L’archetipo della fecondità e della generosa abbondanza emerge in un magico linguaggio di leggende fiabe e miti.
Sboccia la bellezza dagli occhi, per impadronirsi di ogni cosa. Regine di fiori, che collegandosi alle proprie emozioni nutrono il mondo con la propria dolcezza e sensibilità. Simboleggiano l’amore materno, l’affetto, la gentilezza ma anche la forza interiore, la determinazione e la nostalgia.
Donne ninfa, dotate di grazia e leggiadria, ispiratrici di arte, poesia e sentimenti. Benefattrici che restituiscono fertilità alla natura, guaritrici.
Vengono dalle foreste, sono Driadi. Abitano mondi sospesi, aeree ma terrene.
Caterina ci parla del femminile con maliziosa eleganza, ricca di declinazioni espressive diverse ma strettamente legate nel pensiero creativo e nelle scelte linguistiche.
Il segno determina la forma, gli sfondi sono bianchi, neri, fluo, colorati, decisi, tenui, come ogni figura fosse un’esploratrice che viaggia in mille galassie. Mille modi di essere donna e artefice di vita.
Le immagini sono sospese, i visi delicati gli atteggiamenti garbati, gli sguardi malinconici e sensuali, i corpi nudi, vestiti, sono spose, sono rami intrecciati.
Ogni pennellata rimanda ad un segreto, un indecifrabile messaggio, il tempo è immobile congelato in una stasi mistica. Si sentono bisbigli, canti e si vedono danze, ma tutto è fermo, fissato per poter assaporare sensazioni che non si ripeteranno mai allo stesso modo.
The archetype of fertility and abundant generosity emerges in a magical language of legends, fairy tales, and myths.
Beauty blossoms from the eyes, taking over everything. Flower queens, connected to their emotions, nourish the world with their sweetness and sensitivity. They symbolize maternal love, affection, kindness, but also inner strength, determination, and nostalgia.
These nymph-like women, endowed with grace and lightness, inspire art, poetry, and emotions. They are benefactors restoring fertility to nature, healers emerging from forests—Dryads. They dwell in suspended worlds, ethereal yet grounded.
Caterina speaks of femininity with mischievous and sensuous gentleness, rich in different expressive nuances but deeply connected through creative thought and formal choices. Her strokes define the form, while the backgrounds range from white to black, fluorescent to vibrant, strong to soft, as if each figure were an explorer traveling through a thousand galaxies.
A thousand ways to be a woman and creator— the figures are suspended, their faces delicate, their expressions gentle, their gazes melancholic and sensual, their bodies naked or clothed, brides or intertwined branches.
Each brushstroke whispers a secret, an indecipherable message, time frozen in a mystical stasis. Whispers, songs, and dances can be sensed, yet everything is still, captured in a moment to savor sensations that will never be repeated in the same way.


Caterina è vitale, coglie emozioni diverse, una babele di sentimenti allineati alla sua poesia interiore. Il suo essere emerge in ogni tratto tanto caratteristico e caratterizzante, ci racconta di miti ovidiani, ci sussurra di cadute e risalite, di vortici infiniti nei quali perdersi per poi ritrovarsi di nuovo.
La resilienza, il gioco, la caducità dell’infinita strada da percorrere. Le figure si librano nello spazio come ad inglobarlo e ne vengono inglobate. Si toccano, si sfiorano, si abbracciano, si ignorano. Dense di sensibilità, galleggiano e volano, sono forti e fiere e allo stesso tempo fragili e inconsistenti in un turbinio di sensazioni e impeti che non possono lasciare indifferente il fruitore.
Caterina ci colpisce, dialoga, racconta guidandoci in un limbo dove tutto è capovolto in assenza di cielo, terra e gravità. I corpi levitano leggeri ed aerei scomponendosi e ricomponendosi in un ballo infinito. Ci vuole uno sguardo diverso, nuovo, limpido, infantile, per poter godere appieno i suoi dipinti. Perdersi e riappropriarsi dell’ingenuità e del candore, fidarsi e affidarsi per viaggiare nel suo estatico mondo. Il misticismo avvolgente è l’espressione dell’interiorità di Caterina Giglio, la forma visibile dell’intenzione e degli stati d’animo dell’essere.
Caterina is vibrant, capturing a variety of emotions —a babel of feelings aligned with her inner poetry. Her essence emerges in every stroke, so characteristic and distinctive, telling us of Ovidian myths, whispering of falls and rises, of endless vortices in which one can lose themselves only to rediscover themselves again.
Resilience, playfulness, the fleetingness of the infinite road ahead. The figures float in space, as if embracing it and being embraced by it. They touch, brush against, embrace, or ignore each other. These frozen images of emotions, full of sensitivity, float and fly—they are strong and proud, yet simultaneously fragile and ethereal, caught in a whirlwind of sensations and impulses that cannot leave the viewer indifferent. Caterina strikes us, engages with us, guiding us into a limbo where everything is inverted, absent of sky, earth, or gravity. The bodies levitate, light and airy, disassembling and reassembling in an endless dance. A different, new, clear, childlike gaze is needed to fully appreciate her paintings. One must lose and reclaim innocence and purity, trust and surrender to travel through her ecstatic world.
The enveloping mysticism is the expression of Caterina Giglio’s world, the visible form of her intentions and inner states of being.
B#01 (2024)
cm 22,8x15
Pennino a china e carta
B#03 (2024)
cm 18,6x18,6
Pennino a china e carta
B#02 (2024)
cm 20,5x19,3
Pennino a china e carta





(2024)
cm 102x35
Marker a vernice, pennino in gel a vernice e spray su carta
(2024)
cm 150x110
Pennino a china e marker a vernice su carta su tela


cm 59,5x59,5

cm 29,5x29,5
cm 29,5x29,5


(2024)
cm 29,5x29,5
su
(2024)
cm 29,5x29,5


PER CATERINA
MARGHERITA CERIONI
Caterina, il tuo mondo magico personale si intreccia con forza nelle tue tele, popolato da figure bestiali, esseri umani androgini e oggetti che si trasformano in forme di vita, creando un vortice che sembra voler uscire dal quadro stesso, trattenuto solo dalle cornici, elementi fondamentali che arginano un caos perfetto ma potenzialmente pericoloso.
Nella tua vita, incarni quel caos perfetto che, rappresentandolo, liberi e rendi visibile; nella tua espressione artistica, lo controlli, lo osservi a distanza, e in questo processo ti riconosci, ti ritrovi. E così ti trovo anch’io.
Osservandoti al lavoro nella tua casa-studio, con la chioma scompigliata e vaporosa dei tuoi capelli platino, i gesti potenti delle tue mani che creano, e i tuoi occhi profondi, irrequieti ma pieni di dolcezza, simili a quelli delle tue donne senza età, eterne bambine, colgo nelle tue espressioni, a volte indecifrabili come quelle di un’attrice, la lotta interiore tra i pensieri. Questi pensieri si manifestano come alberi contorti, radicati al suolo, che si intrecciano nella desolazione o nella tranquillità apparente di rami senza foglie, materici, in movimento perpetuo.
Il colore, pieno e vivo, incontra liturgie familiari e rituali che salvificano, offrendo un ancoraggio nella tormenta della vita domestica, dove è facile perdere i punti cardinali che permettono di orientarsi. Quel pieno di colore diventa così senso e direzione.
Caterina, your magical world powerfully intertwines with your canvases, populated by bestial figures, androgynous human beings, and objects that transform into living forms, creating a vortex that seems ready to burst out of the frame, held back only by the borders. The frames themselves are essential elements that contain a perfect yet potentially dangerous chaos.
In your life, you embody that perfect chaos, and by representing it, you set it free and make it visible. Through your artistic expression, you control it, observe it from a distance, and in this process, you recognize and rediscover yourself. And in this process, I also find you.
Watching you work in your home studio, with your platinum hair wild and voluminous, the powerful movements of your hands creating, and your deep, restless yet gentle eyes—much like the timeless women in your works, eternal children—I can see, in your often indecipherable expressions, like those of an actress, the inner struggle between thoughts. These thoughts manifest like gnarled trees, rooted to the ground, intertwining in the desolation or the apparent tranquility of leafless branches, substantial, in perpetual motion.
The vibrant and full color encounters familiar liturgies and rituals that provide salvation, offering an anchor amidst the storm of domestic life, where it’s easy to lose the cardinal points needed for orientation. That abundance of color becomes a source of meaning and direction.





ECCE HOMO (DETTAGLIO) (2022) cm 75x55


Mi sento come se cercassi di raccontarvi un sogno, e sarebbe un tentativo inutile perché nessun racconto di un sogno può trasmettere la sensazione che nel sogno si prova, quella mescolanza di assurdità, di sorpresa e di smarrimento, in un fremito di spasmodica rivolta, quell’impressione di essere prigionieri dell’incredibile che è l’essenza stessa dei sogni..[…]
No, è impossibile; è impossibile trasmettere la sensazione di vita di una qualsiasi epoca della propria esistenza –ciò che ne costituisce la verità, il significato– l’essenza sottile e penetrante. È impossibile. Viviamo come in un sogno… soli.”
Joseph Conrad Cuore di tenebra
Ringrazio: mio padre Giancarlo per il suo sostegno; mio figlio Matteo Mazzantini per l’adattamento dei testi in inglese; la mia musa, mia figlia Maia Mazzantini; il mio curatore, Gianluca Marziani per “l’incontro magico”; Lina Calenne per avermi dedicato il suo tempo e la sua professionalità; Stefano Luceri che, anche se siamo stati “cane & gatto”, ha saputo cogliere l’essenza del mio lavoro; Mia madre e tutta la mia famiglia.
Ringrazio inoltre: Lucio Rinaldi, Raffaella Budrigo, Anita Caldarini.
CATERINA GIGLIO
ANI mATAMe NTE
a cura di GIANLUCA MARZIANI
testo critico LINA CALENNE
art direction ■ LUCERIDESIGN
fotografie SIMON D’EXEA
cornici CLAUDIO & FRANCESCO MARTINELLI
foderatura carta su tela EZIO ANCORA
Il presente volume, edito in occasione della mostra “Animatamente” di Caterina Giglio, è stampato in quadricromia, su carta Premium Fedrigoni, in una tiratura complessiva di 500 copie. I primi 50 esemplari, rilegati con copertina rigida con un intervento dell’Artista, sono firmati e numerati secondo il seguente criterio: da 1 a 30, da I a XV e cinque prove d’artista.
Finito di stampare nel mese di ottobre 2024 TIPOGRAFIA OSTIENSE - ROMA
© 2024 Caterina Giglio - Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma senza autorizzazione.


