Bruno Munari, Abitacolo, 1971.
potrebbero essere capaci di intrecciare fili di spago con rami tagliati o pezzi di tronco in costruzioni piene di purezza costruttiva e di ineluttabilità zen. Munari vede il bambù in un tubo di ferro e un tubo di ferro in una canna di bambù; collega l’idea di una cornice da quadro con le proprietà elastiche della gomma per inventare una cornice estensibile e perfettamente adattabile a quadri di ogni dimensione; piega e ripone in una borsa le sue “sculture da viaggio” proprio come un diligente rappresentante di commercio fa con le sue merci. Gli scritti di Munari, quando non vogliono direttamente illustrare una metodologia di design o dimostrarsi in aperta polemica nei confronti di ogni tipo di conservatorismo mentale, sono intrecci di parole intelligenti e stravaganti nella tradizione della poesia funambolica dei futuristi, movimento cui aveva aderito nei primi anni della sua carriera. 164
5 / Analogie personali