Stavolta non ci vedo la solita morbosità nelle domande dei giornalisti a don Claudio Burgio (nella foto), cappellano appassionato e intelligente dell’Istituto carcerario minorile Beccaria. Chiedono di come è andata la confessione di Riccardo, il ragazzo di Paderno Dugnano che ha ammazzato tutta la sua famiglia. Non c’è curiosità, ma quell’angoscia che ha preso tutti noi per non sapere come spiegare. E don Claudio va in questa direzione: “Ecco, anche i tanti tentativi di spiegazione su cui ci si affanna ora… credo lascino il tempo che trovano”. Non c’è nulla di convincente e di risolutivo in tutti i tentativi di razionalizzazione di eminenti studiosi, tanto che qualcuno di loro ha preventivamente alzato le mani e si è arreso alla realtà: non esiste una spiegazione. Questo ci angoscia, perché siamo abituati a schiacciare un bottone e ad avere più possibilità per uscire dai problemi (logica incredibilmente simile a quanto dice Riccardo: “Pensavo che uccidendoli tutti mi sarebbe passata la mia angoscia”). Quindi? Non si può far nulla? Nemmeno il cappellano sa dove andare? È così: nemmeno lui sa dove andare; ma sa dove stare: seduto sul baratro, tutto il tempo che serve, con Riccardo. Per attendere la sua voglia di rialzarsi: perché non possiamo spiegare tutto, ma fare un passo oltre sì.
Sconfitti e umiliati
L’azzardo toglie dignità. Sofferenza e solitudine rischiano di aumentare la dipendenza, spesso nel silenzio perché il 60% delle persone giocano online. Nel 2023 sono stati raccolti quasi 150 miliardi (la spesa sanitaria in Italia è di 131 miliardi e quella della scuola di 50 miliardi...). Preoccupa la sottovalutazione del fenomeno
Approfondimento a pagina 3
L’EDITORIALE
DI MARCO TRABUCCHI*
Le caratteristiche della cura
È un elenco eccessivo di capacità quello che vorremmo attribuire alle persone che si prendono cura degli altri, un elenco di caratteristiche formidabili, che rendono la cura sempre efficace? Inizio a commentare alcune caratteristiche della cura, continuando la descrizione iniziata nel precedente articolo. Capire l’altro, i suoi bisogni e le modalità più efficaci per curarlo richiede sempre un investimento di conoscenza. Curare non è solo un atto generico, ma deve essere indirizzato capendo il bisogno, l’eventuale risposta, la capacità di esercitare gratitudine per chi dona.
L’intelligenza è la sorella della cultura; conoscere l’altro e poi esercitare con intelligenza l’arte di inserire una risposta mirata. La cura è ottimista, perché così è sempre in grado di identificare uno spazio per intervenire, anche nelle situazioni più drammatiche. Mounier ha definito “ottimismo tragico” la condizione psicologica di chi vuole curare nonostante tutto (rifiuti, violenze, egoismi, oggettiva mancanza di strumenti…). D’altra parte, la cura si esplica molto frequentemente in contesti disperati sul piano umano e ambientale; non si chiamerebbe cura se fosse solo un atteggiamento generico. Quindi l’ottimismo tragico è giustificato e, soprattutto, necessario. L’ottimismo è figlio dell’impegno, dell’entusiasmo nel lavoro di cura. È il contrario dell’accidia, della perdita di fiducia, del cinismo; la tragedia
dell’altro mette davanti a due strade opposte: l’ottimismo sulla possibilità di ottenere qualche risultato, seppur minimo, oppure l’accidiosa rinuncia a un impegno. Altra caratteristica della cura è il rispetto dell’altro, che si traduce prima di tutto nella rilevazione delle sue capacità naturali; è necessario bilanciare gli atti di supporto con le dinamiche piccole e grandi di chi riceve le cure, perché non devono mai essere ridotte o svilite dalla buona intenzione di aiutare. La cura si affianca e non sostituisce, valorizza la capacità di resilienza, non cancella la possibilità di trasformare le crisi in opportunità secondo logiche di chi riceve la cura, non di chi la offre. Chi cura stima. In tutti coloro che vengono presi in carico vi è qualche cosa che merita di essere valorizzato, su cui fondare gli atti di aiu-
to. La stima pone sullo stesso piano il curante e il curato, togliendo all’atto di supporto ogni valenza di sopraffazione, sebbene inconscia, o anche solo di superiorità. La cura si fonda sulla stima, da ricercare anche nelle situazioni più critiche, nelle quali sembrerebbe impossibile coltivarla. Impresa irrinunciabile, perché così l’altro viene interpretato come soggetto, anche quando, a causa di una malattia come la demenza, non fosse capace di esprimere relazioni significative. Infine, la cura non è mai permalosa. Sia chi si occupa dell’altro, sia chi riceve la cura deve tenere un atteggiamento di serena apertura e mai rivendicativo. Anche l’eventuale fallimento è sempre un momento di cura, che nel tempo può portare a risultati migliori.
* Direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia
Riprendono le lezioni nelle aule, anche se la scuola è in movimento da più settimane e la cronaca estiva l’ha riportata spesso in prima pagina. Potremmo dedicarci all’elenco dei problemi e dei temi: ius scholae, cronicità del precariato, dibattito sull’educazione civica, regolamenti incompiuti su valutazione e comportamento, ritardi nei concorsi. Oppure potremmo prendere posizione nelle controversie, prevalentemente ideologiche, sull’aggiornamento delle indicazioni nazionali, sulla riforma degli istituti tecnici e professionali, persino sui calendari. Apriamo, per una volta, un’altra pagina: siamo ad inizio anno scolastico, proviamo a concentrarci sul patrimonio e sul capitale umano costituito a Brescia da oltre 160mila studenti, fra i tre e i 18 anni, distribuiti in centinaia di edifici che sono luoghi di incontro, nei quali si intessono relazioni, si possono offrire migliaia di ore di ascolto reciproco. E pensiamo anche a migliaia di operatori culturali ed educatori, cioè gli insegnanti, il personale di laboratorio, gli assistenti. Ci sono poi i genitori, coinvolti (non molti, a dire il vero) negli organismi di partecipazione scolastica e (tutti) invitati a colloqui, riunioni, sportelli. Le scuole, inoltre, grazie al sostegno di un territorio propositivo come quello bresciano, e con fondi pubblici e privati, organizzano progetti, percorsi, ore di ascolto, doposcuola, attività integrative e certificazioni linguistiche. C’è un mondo, insomma, da conoscere meglio e da osservare non solo con la lente critica di opinionisti più portati a cercare colpevoli che a suggerire soluzioni, connessioni, corresponsabilità. C’è un vasto ambiente di vita, ci sono storie personali, “gioie e speranze, tristezze ed angosce” che le nostre comunità cristiane possono amare. Siano giorni non solo di buoni propositi per ogni studente. Siano giorni nei quali riaffermare il valore culturale, civico, educativo del sistema scolastico tutto, quindi pubblico: statale e paritario, laico e cattolico, dall’infanzia alla formazione professionale e alle secondarie superiori. Le scuole siano luoghi di generatività, di futuro. Siano comunità, in primo luogo professionali, di persone animate dal desiderio dell’incontro, della scoperta, della ricerca. Auguriamo alle scuole, e a chi le abita, di vivere un anno all’insegna della cultura come definita dal Papa: “Collega e percorre varie regioni della vita e della storia mettendole in relazione, permette di navigare nel mondo e di abbracciare Paesi e terre lontane, disseta la mente, irriga l’anima, fa crescere la società”.
Solidarietà
Periferie al centro con “No One Out”
Società
Artogne Il piacere e la ricerca dell’incontro
Bovegno Luogo d’amore radicato in Valle
OPINIONI
Festival Verso nuovi futuri con “LeXGiornate”
L’atletica risplende a Brescia con il Grand Prix
Società Il perdono rende liberi
Emergono i temi della trasparenza e della responsabilità
Cosa significa intelligenza artificiale IA (o AI se letta in inglese)? Essa indica la branca della scienza e della tecnologia rivolta alla realizzazione di macchine e softwares in grado di eseguire funzioni normalmente affidate all’intelligenza umana. L’IA consente di analizzare grandi quantità di dati (big data) apprendendo da queste informazioni e conoscenze acquisite, al fine di prevedere situazioni o prendere decisioni. La grande mole di dati implica tempi e capacità mnemoniche inaccessibili per l’essere umano. L’IA riguarda l’apprendimento, il riconoscimento del linguaggio, la percezione visiva, la risoluzione di problemi specifici, l’abilità di adattarsi ed imparare dall’esperienza. Essa è presente da tempo nella quotidianità e rappresenta una nuova prospettiva di vita rivoluzionaria per i settori fondamentali della società (ChatGPT). Lo scorso mese di marzo il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’Unione europea hanno varato la cosiddetta prima “legge” (o meglio Regolamento) sull’IA dopo 3 anni di lavoro, anche se i primi studi sull’intelligenza delle macchine risalgono al 1950 (Turing: “Computer Machinery and Intelligence”). Le applicazioni concrete dell’IA passano dai cosiddetti “assistenti virtuali” alle analisi dei comportamenti umani, dalla guida di veicoli senza conducente alla sanità (l’analisi delle immagini mediche per la previsione dei risultati), dai servizi pubblici (prevenzione civile di catastrofi ambientali) all’agricoltura (robot di filiera). Se ne apprezzano l’efficienza e la produttività, la personalizzazione dei servizi offerti, la precisione di analisi, la disponibilità del servizio, l’aumento delle opportunità di lavoro. Ma non tutto è roseo: i discorsi filosofici sulla coscienza dell’IA e sugli effetti del suo utilizzo generano discussioni, sollevano preoccupazioni su temi trasversali come l’etica, la sociologia, il diritto. Si teme che l’automatizzazione di alcuni lavori metta al rischio il futuro di alcuni settori lavorativi, che l’utilizzo senza scrupoli della IA possa condurre a guerre informatiche, a scapito della sicurezza dei dati. Il difetto di una IA preparata in modo poco flessibile (overfitting) potrebbe causare danni. Emergono i temi della trasparenza delle decisioni e della responsabilità connessa in caso di errore (danni cagionati da veicolo a guida autonoma), della possibile dipendenza dell’uomo dalle macchine e della perdita del suo controllo sul sistema IA. Un simile scenario impone inevitabilmente sfide etiche, sociali, culturali, politiche che l’Unione europea ha stigmatizzato: si è solo all’inizio di un lungo lavoro.
Giorgia Meloni e quella latente
È del tutto irrituale che si possa giudicare “titubante” Giorgia Meloni. Eppure così appare agli occhi di chi osserva e misura il grado di confusione che impera dalle parti della maggioranza. Salvini e Tajani si sono fatti il controcanto a vicenda per tutta l’estate. Ma è evidente che tutto quel loro reciproco batti e ribatti sottintendeva una critica neanche troppo velata verso la
Quest’estate abbiamo sentito parlare delle moda delle vacanze in masseria e dei relativi costi, poi di un vertice politico di maggioranza svolto appunto in una masseria pugliese. E così siamo tornati a leggere questo termine, che indica un podere con fabbricati e servizi vari: è un vocabolo agricolo usato soprattutto nell’Italia meridionale come sinonimo dei più settentrionali fattoria, cascina, casa colonica e simili, anche se con sfumature diverse. Il sostantivo masseria ha anche la variante massaria, con lo stesso significato: entrambe le parole derivano dal massaio o massaro (come benzinaio può dirsi anche benzinaro), che è la persona che le dirige. Ma qual è l’origine etimologica più remota? Dobbiamo cercarla nel vocabolo latino massa, dal quale il massaio e la masseria derivano (così anche la masserizia, che è l’insieme delle suppellettili che un tempo appartenevano al massaio). Questa massa nel latino medievale, non in quello classico, indicava l’insieme dei fondi agricoli, cioè delle terre e di tutto ciò che vi si trovava sopra; il massarium ne era il capo, diventando poi il nostro massario o massaio, mentre sua moglie era la massaia.
Masseria
Un paio di anni fa a Damiano successe una fatto sgradevole. In un parcheggio, mentre stava per entrare in un ufficio, un giovane automobilista parcheggiò baldanzosamente vicino alla sua auto e nel fare questo urtò leggermente la sua fiancata. L’automobilista si scusò e chiese a Damiano di non fare denuncia, per così poco danno, ma di accordarsi; gli disse di portare l’auto dal suo carrozziere di fiducia e che avrebbe saldato. Damiano accettò la proposta. Il giorno del ritiro dell’auto, Damiano, per correttezza pagò il carrozziere (perché il lavoro era stato fatto), pensando poi di riavere i soldi dall’autore del danno, come concordato. Nell’incontro stabilito, questi cominciò a contestare che la spesa era eccessiva, che se fosse passato lui avrebbe avuto uno sconto ed alla fine, quindi, non volle corrispondere l’intero importo. Ultimò dicendo, maliziosamente, che non c’erano testimoni. Damiano accettò perché gli sembrò di non avere scelta, ma gli rimase tanto rancore verso quell’uomo. Quell’uomo faceva il cassiere presso un supermercato vicino a casa sua e lui cambiò perfino supermercato perché non poteva pensare di rivederlo, tanto era il rancore, per non dire l’odio, verso quell’uomo. Un paio di anni dopo, Damiano seppe che era venuta a mancare la madre di quel ragazzo, che lui conosceva bene. Pensò e ripensò: era dibattuto tra il voler far visita a quella signora e la repulsione verso l’idea di rivedere quella odiata persona. Passò un giorno così, poi doveva però decidersi. Alla fine decise di andarci, vedendola come l’occasione per riconciliarsi...e per poter riandare nel supermercato più comodo per lui. Si avvicinò al ragazzo, gli porse la mano per le condoglianze, ma questo per Damiano era molto più che fare le condoglianze. Il ragazzo la strinse timidamente. E si guardarono negli occhi per qualche istante. Il senso di leggerezza che Damiano provò all’uscita dall’obitorio era indicibile. Provò un benessere profondo, sentì di essersi liberato da un peso enorme. Si scelga per il perdono: se non viene fatto per una motivazione morale, per ottemperare a un diktat evangelico, si scelga per una motivazione psicologica, perché dà tanto benessere: libera dal rancore, dall’odio, dal desiderio di vendetta, da catene interiori, da rimuginazioni. Il perdono rende liberi. Il perdono ricostruisce ponti, legami sociali, familiari. Quante famiglie sono divise non per l’incapacità di perdonare, ma perché non lo vogliono fare, invocando un senso di giustizia? Viene barattato un affetto per un principio. E poi, cosa ce ne facciamo di un principio, se ci toglie serenità?
Il perdono ricostruisce ponti, legami sociali e familiari
principale inquilina di Palazzo Chigi. Ed è evidente pure che la situazione non si aggiusterà né con la mozione degli affetti né con il richiamo ai sacri vincoli di disciplina della maggioranza di governo. Il fatto è che c’è come una scissione tra la postura di Meloni quale leader politico e la sua condotta degli affari di governo. Nel primo caso appare assertiva - fin troppo. All’opposizione e ai critici di ogni colore risponde con frasi stentoree e perfino urticanti, mostrando quasi di provare gusto ogni volta che la disputa si fa più acuminata. Ma quando poi si trova ad affrontare le obiezioni e le (fin
troppo) libere uscite dei suoi alleati prevale in lei la tentazione di defilarsi. Si intuisce la sua insofferenza verso Salvini, questo sì. Ma poi quella insofferenza resta lì, a mezz’aria, senza mai tradursi in uno show down. Così, il leader leghista macina e impasta forzature, alzate d’ingegno e passi falsi senza mai pagare dazio. Come se le sue parole d’ordine, ormai di estrema destra, incutessero una sorta di timore reverenziale da parte della sua stessa premier. Che non lo ama abbastanza per condividerlo, ma forse lo teme quanto basta per non prenderlo mai troppo di petto. E così l’equivoco continua.
DI CLAUDIO CAMBEDDA Avvocato
DI ROSSELLA DE PERI Psicologa
DI GIANENRICO MANZONI
Politica DI MARCO FOLLINI
Intervista DI VITTORIO BERTONI
“Il gioco d’azzardo può creare dipendenza patologica”. È scritto in modo evidente sui biglietti “Gratta e Vinci”, nei siti che pubblicizzano scommesse, negli ingressi della sale Bingo, nei locali dotati di slot machine e di altri sistemi che propongono vincite in denaro. Lo Stato ottempera in questo modo (se vogliamo dirla tutta di pilatesca memoria, ndr) a un dettato stabilito da una legge del 2012. È un po’ come avviene con l’avvertenza che “il fumo uccide” riportata obbligatoriamente sui pacchetti di sigarette. Il pericolo che il gioco d’azzardo finisca con lo sviluppare una dipendenza patologica, la quale determina rischi per la salute della persona, per la sua socialità, per il nucleo familiare, nonché la possibilità di perdere ingenti somme di denaro, è tangibile e le conseguenze possono essere estremamente gravi.
Crescita. La ludopatia, o Gap , gioco d’azzardo patologico, colpisce un numero crescente di persone in Italia e la provincia di Brescia non fa eccezione. Le cifre ufficiali dell’istituto nazionale della sanità per il 2023 parlano di circa 37mila persone problematiche, già a ri -
Con l’azzardo non si gioca
L’istituto nazionale della sanità registra 37mila persone problematiche. Nel Bresciano, nel 2023, secondo i dati di Ats, erano 370 gli assistiti
“Il Gap non è un vizio, ma una dipendenza che si può curare”
schio di patologia. Un dato sicuramente allarmante, che diventa ancora più critico se ci basiamo sui dati forniti da Ats Brescia riguardo a coloro che nel 2023 hanno chiesto aiuto e accettano di essere curati: 342 sono assistiti presso servizi territoriali Serd, Servizi pubblici per le dipendenze patologiche e Smi, Servizi multidisciplinari integrati, ovvero servizi gestiti dal privato sociale accreditati da Regione Lombardia che svolgono le stes -
se funzioni erogando le medesime prestazioni dei servizi pubblici e 28 nelle strutture residenziali e semiresidenziali Gap. L’utenza si caratterizza per una netta prevalenza di uomini (83%) e per età superiore a 35 anni (80%). Per quanto riguarda la scolarità il 39% è in possesso della licenza media inferiore e il 30% del diploma di media superiore, inoltre per la maggior parte sono persone celibi-nubili (38%).
Dipartimento. Dal punto di vista lavorativo la percentuale maggiore è riferita alla condizione di occupato stabilmente che registra il 60% dell’utenza. A prendersene cura, nel pubblico, è il Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze, una struttura gestionale e funzionale dell’Asst Spedali Civili di Brescia. Il Dsmd assume come principio ispiratore il “prendersi cura della persona” creando una rete di servizi in grado di realizza-
re percorsi integrati fra l’ospedale, il territorio, i servizi sociosanitari e sociali e garantendo interventi appropriati ed efficaci, secondo standard di qualità accreditati, in grado di cogliere i bisogni differenziati degli utenti, intervenendo con equipe formate, coinvolgendo attivamente e motivando l’utente nelle fasi di pianificazione e attuazione al proprio percorso di cura. Abbiamo chiesto alla dott.ssa Tiziana Moioli, psicologa e psicoterapeuta, referente per l’Asst del progetto Gap di illustrare quali sono i servizi attivi nella nostra provincia. Servizi. “Il Gap non è un vizio, ma una dipendenza che si può curare affidandosi ai servizi territoriali dedicati e agli specialisti che vi lavorano. Quando una persona o un suo famigliare si rendono conto che esiste un problema di questo tipo può contattare il nostro servizio. Si prende un appuntamento
Intervista DI VITTORIO BERTONI
e viene fatto un primo colloquio. È un momento di accoglienza nel quale, insieme all’operatore, si approfondisce la tematica e si valuta il servizio da proporre. Al termine si spiegano le modalità di come avviene la presa in carico che inizia con una valutazione multidisciplinare di tipo medico, sociale e psicologico”.
Trattamento. Durante il trattamento verranno attivati percorsi individuali, necessari a comprendere le cause del disturbo e sostenere il giocatore nel processo di risoluzione del problema, unitamente a percorsi di gruppo sia per giocatori che per i loro familiari. “Sono percorsi sartoriali cuciti sulle necessità del paziente che prevedono tempi abbastanza lunghi, superiori a un anno. Il primo scoglio è far accettare al paziente che questo comportamento è diventato patologico. Si lavora sull’astensione e molto sul mantenimento, sulla prevenzione della recidiva”. Un percorso che riguarda non solo il “dipendente”, ma anche la rete famigliare e gli aspetti economici. “Smettere di giocare è possibile. Bisognerà sempre mantenere alta l’attenzione, ma quando sono state assimilate le strategie per tenersi lontano dal gioco oppure per capire come gestire il desiderio di gioco si può tornare a condurre una vita normale. Si tratta di modificare i propri stili di vita interiorizzando strategie funzionali per la gestione delle dinamiche emotive che portano al gioco. Quello di cura è spesso un percorso di cambiamento: non solo si cerca di smettere di giocare, ma si prova a vivere la propria vita in modo diverso. Se il gioco diventa una dipendenza significa che nello stile di vita della persona, al centro dei suoi pensieri, delle sue emozioni, del suo tempo, ci sono l’attività eccitante del gioco e la ricerca di questa fonte di piacere. Toglierlo significa vivere la propria vita in modo differente, un po’ più funzionale”. Prevenire è meglio che curare. “Stiamo cercando di focalizzare la nostra attenzione – conclude la dott.ssa Moioli – sul riconoscimento della diagnosi precoce del gioco d’azzardo patologico cercando di informare e formare colleghi anche di altre specialità, perchè quando le patologie diventano croniche è più difficile intervenire”.
“Stiamo focalizzando l’attenzione sul riconoscimento della diagnosi precoce della patologia”
Spazio Off, dal 2018 prevenzione e contrasto alle dipendenze
Ilaria Pasinelli: “Rispetto a qualche anno fa osserviamo un cambio di tipologia del giocatore. L’utenza è più giovane”
Grazie ai suoi 25 anni di esperienza nel settore delle dipendenze, la cooperativa Comunità Fraternità ha aperto nel 2018 a Brescia, in viale Italia 26, “Spazio Off”, la prima struttura dedicata ad accogliere chi ha difficoltà legate al gioco d’azzardo e all’utilizzo eccessivo delle nuove tecnologie (internet, videogiochi e social network). Il centro offre un servizio privato e convenzionato e può accogliere utenti di ambo i sessi, dalla pre-adolescenza fino all’età adulta. “Rispetto a qualche anno fa – afferma la responsabile della struttura, Ilaria Pasinelli – osserviamo un cambio di tipologia del giocatore. Nel nostro caso ci troviamo di fronte a un’utenza più giovane, con una media tra i 18-30 anni, che si dedica prevalentemente a scommesse di tipo sportivo o gioco on line ”. Qual
è il metodo di approccio utilizzato?
“Il percorso prevede una presa in carico complessiva che riguarda la famiglia, il caregiver, il/la partner e i figli. In una parola i diversi punti di riferimento dell’utente. È importante avere uno sguardo allargato alla rete famigliare o di contesto perchè diventano poi co-protagonisti nel cambiamento del paziente, modificando le dinamiche famigliari e gli equilibri e questa è la parte più difficile”. Talvolta ci si trova di fronte a persone con comorbilità psichiatrica, ossia una diagnosi psichiatrica e una di dipendenza, oppure una disabilità cognitiva ed una dipendenza. “Sono casi particolarmente complessi da trattare e comportano una presa in carico sotto diversi aspetti e di rete con altri servizi. È necessario contenere la dipendenza
da gioco e la perdita di denaro, con un confronto continuo con l’amministratore di sostegno e le altre figure di riferimento. Laddove ci sia una forte reticenza a parlare di sé e ad accedere al proprio mondo psichico ed emotivo, si lavora attraverso delle attività espressive come l’eduplay, ossia attraverso l’utilizzo dei videogiochi come strumento espressivo di sé, o l’arteterapia, aprendo la porta in modo indiretto al proprio mondo ed eventualmente aggiungere una psicoterapia in un momento successivo se l’equipe e l’utente lo riterranno utile. Attualmente in Spazio Off operano 2 educatori e 13 tra psicologi e psicoterapeuti. “Una fase importante riguarda l’attività di gestione economica. Si tratta di colloqui educativi nei quali si responsabilizzano gli utenti rispetto al valore
del denaro. Si insegna a programmare le spese, a rateizzare, a dare le giuste priorità rispetto a un ordine che è completamente invertito. Si cerca di far capire come il denaro possa essere investito su se stessi in maniera diversa, per esempio nell’area del piacere e del divertimento che hanno perso”. Quanto può durare la terapia? “Molto dipende dagli obiettivi che ci si vuole prefissare, ma per avere risultati visibili, anche in termini di tenuta, parliamo di oltre un anno. Per gli operatori un esito positivo è quando la persona si mette in un certo senso a nudo, arriva a un punto che si può definire di “rinascita” che in termini di benessere vuol dire ripartire da zero, farsi vedere con le proprie fragilità. È la parte più difficile perchè vai a mettere in discussione affetti, progetti. Bisogna
capire quanto il paziente voglia ricominciare a vivere con onestà verso se stesso. Ripartire non è facile: si deve ricostruire una rete amicale, la fiducia di chi gli sta vicino, quella del datore di lavoro. Non è un fenomeno che retrocede per buona volontà, va aiutato e stimolato”. Un fenomeno in aumento. “Quello che percepiamo in aumento – conclude Pasinelli – è un disagio generale nella popolazione giovanile, con un incremento di casi, nella fascia dai 12 ai 20 anni, di ansia, insonnia, disturbi comportamentali, ritiro scolastico, conflittualità famigliare, fobia sociale. Per dare delle risposte lavoriamo molto anche sulle dipendenze tecnologiche, videogiochi, social, internet, il mondo parallelo nel quale le persone che soffrono di un disagio vanno a nascondersi”.
Assoluta mancanza di empatia in una società indifferente e violenta
“Quello che emerge è un’assoluta mancanza di empatia. Quando ci chiediamo come sia possibile sterminare la propria famiglia, questo avviene perché in personalità con disturbi schizoidi o schizofrenici si verifica proprio un deficit di empatia e una mancanza di riconoscimento delle emozioni altrui. Anche di fronte alla sofferenza dell’altro è come se il cervello andasse in tilt. Ma questo non avviene da un momento all’altro; avviene perché mancano e sono probabilmente mancati una serie
Intervista DI LORENZO GARBARINO
Riccardo, il ragazzo di Paderno Dugnano, paese nell’hinterland milanese, che ha ammesso di aver accoltellato a morte, i genitori e il fratello minore, si trova al centro di prima accoglienza del Beccaria, l’istituto minorile di Milano, vigilato 24 ore su 24. Sulla vicenda don Gino Rigoldi, cappellano emerito dell’Istituto, ha raccontato quali sono i passi che attendono il giovane. “Quando avvengono casi di questo genere, prima di tutto bisogna avere pazienza, e ascoltare le loro confessioni. Per dar loro il tempo necessario affinché si rendano conto di quello che hanno commesso. Questo ragazzo già sa, in maniera molto confusa, cosa ha fatto, perché l’ha fatto e come l’ha fatto. Quando comincerà a rendersene conto, si tratterà di dialogare con lui, per capire quali sono i suoi sentimenti”.
Agire in termini affettivi. Don Rigoldi afferma che si tratta di momenti di grande sofferenza e pentimento. “Quello che gli si può dire, quando una persona ha ucciso un padre, una madre o un fratellino, è che si tratta di un reato gravissimo. Un enorme dolore che ha inflitto ai genitori, quelli che lui ha ucciso, e per lui sarà dura cercare di trovare un equilibrio e un futuro. Quando si renderà conto, e lo farà, che una volta ammazzata una persona non tornerà più in vita, sarà necessario lavorare in termini affettivi. Sarà importante fargli comprendere che ormai è compiuto, e se vorrà chiedere scusa a queste persone, che gli hanno voluto bene, potrà cercare di ricominciare a progettare la sua vita, pur con questo nodo addosso, in modo tale che sia costruttiva, per
di elementi affettivi e relazionali che comunque predispongono a riconoscere l’altro come una persona con emozioni, pensieri, atteggiamenti anche diversi dai nostri”. Non ha dubbi la psicoterapeuta Noemi Grappone, interpellata all’indomani della confessione di Riccardo, il diciassettenne di Paderno Dugnano, nel Milanese, che nella notte tra sabato e domenica ha accoltellato a morte i genitori e il fratello minore. Ma al di là del caso specifico, “noi viviamo in un contesto in cui
l’empatia non è consentita”, prosegue Grappone, psicologa psicoterapeuta Emdr practitioner, e membro di Emdr Italia. L’Emdr (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è uno strumento terapeutico impiegato nel trattamento di disturbi legati ad eventi stressanti e/o traumatici: violenze, incidenti, gravi lutti, guerre. “La nostra società è improntata piuttosto alla logica dell’indifferenza, oppure della violenza e della sopraffazione dell’altro. Più che interrogarsi su che cosa sia successo,
occorre riflettere sul contesto generale in cui viviamo – all’interno del quale la famiglia è una goccia – e nel quale crescono i nostri figli. Un contesto segnato da dinamiche di lotta, violenza e sopraffazione, in cui l’empatia, l’aiuto, la solidarietà vengono considerati, anziché valori, forme di debolezza”. Quali sono i campanelli d’allarme? “Il distacco, la freddezza, la difficoltà/impossibilità dei ragazzi ad esprimere le proprie emozioni e a comprendere quelle degli altri”. (Giovanna Pasqualin Traversa)
“Dura trovare un equilibrio”
Il giovane di Paderno Dugnano, che ha ammesso di aver accoltellato a morte, i genitori e il fratello minore, si trova al Beccaria di Milano
quello che potrà ancora fare. Ci vorrà tanto tempo, e dirgli che suo padre e sua madre desideravano che lui vivesse bene. Anche se, quando accadrà, ormai lui sarà cambiato. Quando prenderà coscienza, faremo con lui dei ragionamenti su come si fa a continuare. Ma adesso bisogna fare silenzio, per aiutarlo
IL LUOGO DEL TRIPLICE DELITTO
a rendersene conto e a tirare fuori i sentimenti. Quando su di lui tornerà la calma, per la condanna o in attesa del processo, avrà modo di rendersi conto”.
I problemi del Beccaria. Don Rigoldi racconta come al Beccaria siano presenti numerosi problemi. In un
istituto che, secondo il sacerdote, necessiterebbe prima di tutto di ulteriori ristrutturazioni, si affrontano le difficoltà di operare con una popolazione carceraria troppo numerosa. Senza contare le condizioni di estrema fragilità in cui si presentano. “Qui arrivano i ragazzi più destrutturati, poveri e arrabbiati in giro per Milano – spiega don Rigoldi –. Avrebbero soprattutto bisogno di essere ascoltati. Mi è capitato di osservare come purtroppo, anche da alcuni operatori, alcuni ragazzi siano diventati solamente un nome, un cognome, un reato e un problema. Difficilmente si cerca di comprendere invece come sta, come ci si sente, come vivono e di cosa avrebbero bisogno”. La complessità di dover gestire 60 persone è poi acuita dall’età anagrafica dei nuovi agenti di polizia penitenziaria. La maggior parte del personale proviene direttamente dalla scuola di formazione.
“Se gli agenti hanno 23 anni, potete immaginare come sia difficile presentarsi come figure autorevoli nei confronti di detenuti, che sono
quasi coetanei. Quando cominciai a lavorare al Beccaria, i responsabili erano persone di 50 anni, con una esperienza tale da diventare anche una sorta di figura paterna”. Avviamento al lavoro . A questi problemi si aggiungono quelli dell’istruzione dei detenuti. Don Rigoldi afferma come diversi di loro siano di fatto analfabeti, e che superare questa condizione sia imprescindibile da ogni percorso di riabilitazione. Senza questi sostegni, è come lasciare le persone in una condizione di disabilità, che non gli permette di vivere appieno la vita. “Cerchiamo di avviare i ragazzi al lavoro, anche per offrire loro la possibilità di una piccola remunerazione, che permetta loro di ricominciare. Il Comune di Milano e il Prefetto hanno dato alcune disponibilità in merito, in particolare con alcuni teatri e aziende. Con alcuni datori di lavoro abbiamo costruito percorsi che permettano di ‘reclutare’ alcuni dei miei ragazzi. Questo potrebbe valere anche per il Beccaria”.
Don Rigoldi: “Se vorrà chiedere scusa alle persone, che gli hanno voluto bene, potrà cercare di ricominciare a progettare la sua vita”
Cosa facciamo di Riccardo e delle nostre famiglie imperfette?
L’efferato delitto sconvolge non solo la comunità nella quale la famiglia viveva, ma impone un interrogativo sociale
A 17 anni stermina la famiglia a Paderno. L’isolamento vero o presunto spinge un ragazzo diciassettenne a eliminare la propria famiglia. L’efferato delitto sconvolge non solo la comunità nella quale la famiglia viveva, ma impone un interrogativo sociale al quale è difficile trovare risposte. Il disagio psicologico nascosto chi lo scopre e come? “Mi sentivo un corpo estraneo” sono le parole riferite da Riccardo durante l’ammissione dei fatti, un rientro alla nuda e cruda realtà. Un ragazzo “normale”. E quale sarebbe oggi la normalità? La
possibilità di andare in vacanza, frequentare dignitosamente la scuola, praticare diversi sport …, quali interrogativi quella stessa società dovrà porsi? Nessuno lo ammetterà mai, ma ognuno di noi, talvolta, ha avuto il pensiero di agire per vendetta contro qualcuno o tutta la propria famiglia, ma poi l’ha superato! Queste sono le conclusioni di numerosi studi psicologici e psichiatrici degli ultimi anni prendendo in esame l’età adolescenziale. Cosa passa nella nostra mente allora quando poi non si disinnesca questa miccia lenta e micidiale. Alla
domanda “Perché?” che tutti ci poniamo voglio provare a dare una risposta. “La famiglia del mulino bianco non esiste”, intendendo quella perfezione che pone traguardi alle volte irraggiungibili in una sorta di perenne competizione che mette a serio rischio la giusta e concreta fase di sviluppo di ogni essere umano. È l’imperfetta perfezione accentuata da meccanismi virtuali nei quali i più affondano le proprie mancanze, il proprio disagio, le proprie frustrazioni. Non entriamo nella vicenda giudiziaria che avrà molti punti estremamente complessi specie nella parte tecnico-peritale, ma vogliamo restare nell’ambito sociale dove il nostro primario dovere si riflette sul tempo, quel tempo in cui il tempo non c’era, quel tempo che
non abbiamo, quel tempo che pensiamo di poter acquistare al supermercato, ma che spesso troviamo assente nello scaffale. Si tratta del tempo che dedichiamo alle cose essenziali, un abbraccio, una parola, un saluto, un’attenzione all’altro. Un tempo che, troppo spesso, non cerchiamo nemmeno pensandolo superfluo e riflettendo il nostro interesse primario ai beni, al consumismo, alla ricchezza economica. Cosa facciamo ora di Riccardo? Posso immaginare i classici palloncini bianchi e l’applauso fuori la chiesa nel giorno dei funerali, immagino il lutto cittadino pronunciato dal Sindaco, immagino quel rumoroso silenzio nel quale Riccardo dovrà ritrovare se stesso e provare a darsi risposte specie quando, un domani, sarà lui a essere papà!
Don Gino Rigoldi Cappellano emerito dell’Istituto Minorile Beccaria di Milano
ITALIA E MONDO
SCIENZE RELIGIOSE
Una formazione di elevato livello nel sapere teologico, basata su un approccio culturale, per conoscere in maniera approfondita il millenario patrimonio del cristianesimo e per formare docenti per l’insegnamento della religione cattolica a scuola e operatori qualificati per l’animazione della comunità cristiana.
Brescia Baccalaureato a.a. 24/25
STRUTTURA DEL CORSO
L’Istituto Superiore di Scienze Religiose è promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presso la sede di Brescia, nel Campus di Mompiano. Lo scopo principale del ciclo di studi triennale e biennale specialistico (3+2) è la formazione al sapere teologico di chiunque intenda avere un’intelligenza culturalmente attrezzata del cristianesimo, con particolare attenzione all’insegnamento della religione cattolica (IRC) come docente nelle scuole e al servizio della comunità cristiana come operatore pastorale.
Il Baccalaureato in Scienze Religiose è un percorso di studio completo e approfondito, caratterizzato da una solida formazione teologica, filosofica e pedagogica. Durante i tre anni, infatti, gli studenti esploreranno le tematiche fondamentali della religione cristiana, dalla Sacra Scrittura alla teologia dogmatica, morale e liturgica, dalla filosofia allo studio delle religioni e della storia della Chiesa. Il percorso comprende anche moduli dedicati alla pedagogia, alla psicologia religiosa e alla didattica generale.
Scienze Religiose prevede una programmazione ibrida ( in presenza e on- lin e ) con orari che consentono agli studenti di conciliare gli studi con altre attività, inclusi impegni lavorativi : le lezioni si svolgono martedì in presenza (17.20-20.30), giovedì on-line (17.20-20.30) e sabato in presenza (8.30-13.30; talvolta 14.30-16.00)
Si ricorda che le discipline indicate per il II ed il III anno vengono offerte ad anni alterni Lo studente è tenuto a frequentarle in ragione dell’anno di immatricolazione.
KEY FACTS
2O ANNO
Didattica generale e della religione (3 CFU)
Istituzioni di filosofia (5 CFU)
Pedagogia del ciclo di vita (3 CFU)
Psicologia generale e religiosa (3 CFU)
Sacra Scrittura (sinottici e Atti degli apostoli) (9 CFU)
Seminario di didattica dei processi formativi (3 CFU)
Storia della filosofia II (5 CFU)
Storia della teologia ortodossa (3 CFU)
Storia della teologia protestante (3 CFU)
Teologia dogmatica (ecclesiologia e sacramentaria) (9 CFU)
Teologia morale (morale della vita fisica, sessuale e familiare, socio-politico-economica) (9 CFU)
Teoria e ordinamento della scuola e delle istituzioni educative (3 CFU)
CFU: 180 Durata: 3 anni Posti disponibili: 50
AMMISSIONE
Al Baccalaureato in Scienze Religiose possono accedere, previa verifica dei requisiti necessari, coloro che siano muniti di diploma valido per l’accesso all’Università. È previsto un colloquio di orientamento all’iscrizione per comprendere se le aspettative dello studente siano coerenti con il percorso formativo proposto dall’Istituto. Per prenotare il colloquio, i candidati devono inviare una mail a orientamento-bs@unicatt.it
PERCHÉ S CEGLIERE
S CIENZE RELIGIOSE?
3O ANNO
Diritto canonico (4 CFU)
Elementi di antropologia filosofica e religiosa (5 CFU)
Lingua straniera (inglese) (8 CFU)
Sacra Scrittura (s. Paolo, s. Giovanni, Lettere cattoliche) (8 CFU)
Seminario di sacra Scrittura (3 CFU)
Sociologia della religione (3 CFU)
Storia della Chiesa moderna e contemporanea (4 CFU)
Storia dell’ecumenismo e dialogo interreligioso (3 CFU)
Storia delle religioni (teologia delle religioni, ebraismo, islamismo, buddismo, induismo) (5 CFU)
Teologia dogmatica (antropologia teologica ed escatologia) (9 CFU)
Teologia liturgica (3 CFU)
Teologia spirituale (3 CFU)
Prova finale (7 CFU)
Per informazioni più dettagliate sul piano di studi
DOPO IL BACCALAUREATO
Il Baccalaureato in Scienze Religiose è valido per accedere all’ulteriore biennio di specializzazione della Licenza in Scienze Religiose. Per chi intende ottenere il titolo di studio per diventare insegnante di religione cattolica, infatti, è necessario iscriversi anche al ciclo specialistico, secondo quanto richiesto per l’IRC dall’Intesa del 2012 alla luce del cosiddetto processo di Bologna (3+2), come per ogni altra disciplina scolastica.
La prospettiva di sviluppare un’intelligenza esistenziale che aiuti a interpretare l’esperienza umana e a non fermarsi alla superficialità, per comprendere in profondità il senso della vita e il suo legame con il prossimo, con il mondo e con Dio
La possibilità di scoprire le ragioni della fede, apprezzando il patrimonio millenario del cristianesimo che ha dato vita alle espressioni culturali, religiose e artistiche che troviamo attorno a noi
L’approfondimento del cammino di fede con una riflessione teologica che allarga il cuore, alimenta la mente e dà respiro allo spirito, qualificando sempre meglio il servizio alla comunità cristiana, per annunciare la bellezza della fede cristiana
Il calendario accademico che offre la flessibilità necessaria per bilanciare gli studi con altri obblighi e interessi personali
Lingua: italiano Campus: Brescia Inizio lezioni: settembre 2024
Numeri L’attività dell’Ong in cifre
Fondazione
“No One Out” nasce nel 2020 dalla fusione di due storiche Ong bresciane, “Svi” e “Scaip”
09
Progetti in corso
Attualmente, sono attivi nove progetti in 7 Paesi (Albania, Mozambico, Kenya, Uganda, Brasile, Venezuela e Filippine)
100
Volontari
Nell’associazione sono impegnati circa un centinaio di volontari che collaborano a vario titolo alle diverse attività
07
Cooperanti
In questo momento, “No One Out” conta su sette operatori che risiedono nei luoghi della missione all’estero
16
Servizio civile
Sono 16 i giovani, con età compresa tra i 18 e 29 anni , che svolgono il Servizio Civile Universale con l’Ong
Edizioni
Dall’12 al 15 settembre andrà in scena “Ecologica... mente”, l’11ª edizione della festa di “No One Out”
Evento DI ELISA GARATTI
“Ecologica ...mente”:
la festa è sostenibile
Dal 12 al 15 settembre tra divertimento, stand gastronomici e cultura
Periferie al centro con “No One Out”
Con progetti creati su misura dei bisogni e dei contesti, la Ong bresciana realizza percorsi di inclusione sociale ed economica nel mondo
Intervista DI ELISA GARATTI
Dalla fusione di Svi (Servizio Volontariato Internazionale, fondato a Brescia nel 1969 in stretta collaborazione con la Diocesi, tanto che il Vescovo ne era socio onorario) e Scaip (Servizio Collaborazione Assistenza Internazionale Piamartino, fondato a Brescia nel 1983), nel 2020, nasce “No One Out”, che tradotto significa “Nessuno escluso”. Fattasi interprete di un’importante eredità di missione di Svi e Scaip (ammontano ad alcune centinaia i progetti attivati dai due enti dagli inizi fino alla fusione e all’oggi), la nuova Ong lavora quotidianamente in varie zone del mondo con l’intento di “mettere le periferie al centro”, quando per periferie si intendono sia quelle “fisiche”, come i quartieri poveri delle grandi città o i villaggi sperduti e lontani dai principali centri urbani, che quelle sociali, quindi le categorie più disagiate ed escluse dal tessuto sociale. Grazie ai quasi 100 volontari sparsi in Italia e nel mondo che collaborano a vario titolo nell’associazione, sono nove i progetti in corso in sette Paesi (Albania, Mozambico, Kenya, Uganda, Brasile, Venezuela e Filippine).
Tanti progetti, tutti diversi... Qual è la scintilla che consente
Rinsaldare legami e instaurarne di nuovi, con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ai progetti di cooperazione internazionale. È questa l’idea che sta alla base della festa di “No One Out” che, anche quest’anno, animerà l’Oratorio S. Filippo Neri del Villaggio Sereno a Brescia, dal 12 al 15 settembre. Il fil rouge della 11ª edizione, dal titolo “Ecologica...mente”, sarà proprio il tema dell’ambiente e della sua tutela: durante la manifestazione, si alterneranno appuntamenti culturali a stand enogastronomici, banchetti solidali e musica dal vivo. La festa sarà preceduta l’11 settembre, alle 20.30, all’Auditorium
Federica Nassini. Direttrice “No One Out” dal 2017. L’Ong è nata dalla fusione di Svi e Scaip nel 2020
di crearli su misura dei singoli bisogni?
Le nostre attività vogliono rispondere concretamente ai bisogni delle persone e di ogni contesto locale. Ecco perchè ogni progetto è personalizzato. In Amazzonia, per esempio, lavoriamo sul tema della dell’ecologia e della biodiversità. In Uganda abbiamo potenziato la catena del miele. A Nairobi (Kenya), abbiamo deciso di agire sulla formazione professionale nelle periferie urbane. Qui, sono tantissimi i giovani disoccupati che non hanno un lavoro perché non hanno un’istruzione e nemmeno i mezzi per riceverla: il nostro intervento mira a migliorare il sistema statale, infatti agiamo con l’Autorità nazio-
Capretti di Brescia, dall’incontro “Non tutto ciò che senti sul clima è vero. Capire la crisi climatica, tra dati scientifici e disinformazione”: saranno presenti la meteorologa e climatologa, Serena Giacomin, e l’astrofisico e divulgatore scientifico, Luca Perri. L’ingresso è libero, ma la prenotazione sul sito di “No One Out” è obbligatoria. Il 13 settembre, alle 9.15, presso la sede dell’Università Cattolica in via Garzetta, 48, a Brescia, sarà la volta di “Formare per una nuova fraternità. Ecologia integrale, stili di vita, cooperazione”: durante l’evento, verrà presentata “Fratelli Tutti per l’ecologia integrale”, la guida per
BRESCIA
nale della formazione professionale. Non solo: questa progettualità ha un’attenzione speciale verso i ragazzi con disabilità, quelli sieropositivi e quelli particolarmente vulnerabili, proponendo un accompagnamento mirato per far loro frequentare e terminare la scuola, per entrare poi nel mondo del lavoro.
Poi ancora: nel contesto rurale del Mozambico, che è basato su un’economia di agricoltura di sussistenza, lavoriamo sulle filiere agricole: abbiamo creato una cooperativa che fa formazione ai contadini e si occupa non solo della raccolta dei viveri, ma anche della loro conservazione per farli durare più a lungo. Stiamo anche lavorando per migliorare le piante, curare quelle malate e creare delle piccole filiere di vendita. Insomma, a seconda delle esigenze, disegniamo un progetto differente.
Tra i pilastri di “No One Out”, oltre all’inclusione delle perife-
Tocchiamo con mano le conseguenze devastanti dell’emergenze climatica
rie, alla sostenibilità delle azioni, alla costruzione di partenariati solidi e al rafforzamento del personale locale, c’è anche l’attenzione all’ambiente, tematica che quest’anno farà da filo conduttore alla festa “Ecologica...mente”...
Nonostante Svi e Scaip non siano nate come organizzazioni ambientaliste, anche perchè 50 anni fa l’emergenza climatica non era percepita quanto oggi, la sensibilità ambientale appartiene a “No One Out” da sempre. In questi ultimi anni, abbiamo toccato con mano le conseguenze del cambiamento climatico, che hanno un impatto distruttivo sulle vite e sui luoghi del mondo dove agiamo. In Italia percepiamo che fa più caldo, ma in certi Paesi questa condizione si converte nell’impossibilità di coltivare. Una situazione molto diversa dalla nostra, molto più grave e devastante. Ecco perchè abbiamo deciso di dedicare la nostra festa a questa tematica: la sensibilizzazione ambientale è fondamentale e abbiamo previsto due appuntamenti con professionisti sul tema. Non solo, la festa sarà sostenibile: il nostro stand enogastronomico, ormai da sempre, è senza plastica; inoltre, siamo molto attenti alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti.
La festa contribuirà a raccogliere fondi da devolvere ai vostri progetti. Quali sono le altre modalità per contribuire positivamente a “No One Out”? C’è sempre bisogno di volontari. Oltre ad invitare la cittadinanza a venire a trovarci durante la festa per dare un contributo economico ai nostri progetti, se ci fossero delle persone interessate a dare una mano nel concreto le accogliamo volentieri. Siamo sempre alla ricerca di aiutanti. La festa può essere anche l’occasione per venire a conoscerci, per prendere contatto e darci una mano nelle varie iniziative che si susseguono durante l’anno (per maggiori informazioni su come diventare volontario, come donare o sullo svolgimento del Servizio Civile Universale, è possibile consultare il sito nooneout.org, ndr).
la cooperazione tra i popoli a cura di Focsiv. Nella quattro giorni all’Oratorio S. Filippo Neri, cibo, musica dal vivo e divertimento saranno i protagonisti. Da segnalare, il pranzo solidale a base di spiedo
bresciano di domenica 15 settembre, alle 12.30 (per info e prenotazioni contattare lo 0306950381). La festa è sostenibile, con una politica che non prevede l’uso della plastica e un’attenzione agli sprechi.
Città di Brescia Mostra per il 50°
Venerdì 6 settembre alle 17.15, negli spazi di palazzo Calini ai Fiumi (via delle Battaglie 58), viene inaugurata la mostra documentaria “Cinquant’anni di musica e cultura”, dedicata alla fondazione e ai cinquant’anni di attività dell’Orchestra di mandolini e chitarre “Città di Brescia”. La mostra sarà visitabile dal 6 al 27 settembre. Venerdì 27 settembre, alle 17.30, si terrà il concerto a chiusura della Mostra con l’esecuzione dei brani più significativi delle varie tappe artistiche dell’Associazione.
Brescia
DI ROBERTO FRUGONI
L’Università degli Studi di Brescia mette a disposizione una dotazione complessiva di 110mila euro alla quale si aggiungono 30mila euro stanziati da Arriva Italia. Per ogni abbonamento rilasciato, l’Università si impegna a corrispondere una quota pari al 79% della differenza di prezzo tra la tariffa convenzionata e la tariffa piena; la restante quota, pari al 21%, è carico di Arriva Italia. Promozione. “Nell’ambito della promozione della sostenibilità e della tutela dell’ambiente, la nostra Università si impegna anche quest’anno a stipulare importanti accordi che prevedano sconti sugli abbonamenti per il trasporto pubblico dei propri studenti – dichiara Giulio Maternini, Mobility Manager di Ateneo –. L’obiettivo è quello di facilitare l’accesso alle sedi universitarie e alle attività didattiche, offrendo agli studenti la possibilità di raggiungere le diverse sedi universitarie in modo più sicuro ed economico, utilizzando sistemi di mobilità sostenibile”.
Mobilità sostenibile. Anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore favorisce la mobilità sostenibile dei propri iscritti che arrivano dalla Provincia con un contributo di 25 mila euro (circa l’80%), a cui corrisponde una quota di Arriva pari ad € 6.250 (20%).
Accordo. “Tutto questo grazie all’accordo stipulato, per il quarto anno consecutivo, con la società Arriva che quest’anno è stato esteso anche agli studenti dei corsi di Medicina e Chirurgia attivi presso Fondazione Poliambulanza – afferma il Direttore di sede Giovanni
Esposizioni “Curve generatrici – La Terra è Donna”
Sabato 7 e domenica 8 Settembre (dalle 16 alle 20), presso lo spazio Gare 82 in Via Villa Glori, 5 a Brescia (con ampio parcheggio interno) sarà presentata la mostra “Curve generatrici – La Terra è Donna”, della scultrice Guerina (Rina) Marini. Sarà l’occasione non solo per poter ammirare le sculture plastiche dell’artista bresciana, ma anche per poter incontrarsi e condividere l’amore per l’arte e la bellezza, che le opere di Rina Marini, dedicate in questa occasione alle forme femminili,
sanno suscitare fin dal primo impatto. Il percorso della scultrice bresciana, dopo la formazione presso l’Accademia delle Arti Applicate di Milano, è iniziato da giovanissima, sotto la guida del maestro Armando Polese, che l’ha avviata all’utilizzo della ceramica. Successivamente è passata alla scultura, esponendo fin dal 1976 in diverse località italiane e conquistando vari premi. Come la sua scultura ben rappresenta, il suo sguardo artistico si è sempre concentrato sulla figura plastica della
donna, fino a dare vita nel 1986, insieme ad altre artiste bresciane, al gruppo artistico Domina, che ha coltivato durante gli anni, attraverso una comunanza artistica e spirituale, l’idea di costruire un percorso che valorizzasse la dimensione femminile. Dal 1990 al 2022 Rina Marini diventa responsabile dell’atelier Penelope Sposa a Brescia (dedicato alle spose), continuando nel contempo a modellare la creta presso lo studio d’arte dell’amica Giuliana Geronazzo, compagna del gruppo Domina.
La mobilità è sostenibile
Abbonamenti al trasporto pubblico extraurbano a metà prezzo per gli studenti Unibs e Cattolica. Rinnovato l’Accordo tra le Università e Arriva
Panzeri. Lo scorso anno abbiamo soddisfatto più di cento richieste di sconto e sono convinto che questa iniziativa contribuirà a favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici extraurbani. In questa prospettiva il nostro Ateneo contribuisce a una rinnovata educazione ai temi ambientali
Brescia DI GUIDO VECCHI
all’interno del proprio territorio di riferimento, realizzando iniziative non solo emblematiche, ma di reale impatto sull’ambiente”.
Partnership. “Questa partnership con gli Atenei dimostra l’attenzione del Gruppo Arriva alla mobilità so-
stenibile. Poter agevolare l’accesso a ragazze e ragazzi del territorio ai luoghi dell’Università ci permette di contribuire all’arricchimento del territorio – dichiara Pietro Brunetti, People & Corporate Affairs Director di Arriva Italia –. Per Arriva Italia la sostenibilità non riguarda
L’aspetto significativo e costante della sua arte è di porre al centro la femminilità, che è qualcosa che va oltre la pura arte al femminile. Non ci sono rivendicazioni sociali, ma solo il desiderio di affermare la bellezza dell’essere donna, artista, madre. Per questo motivo la mostra può diventare un’occasione per dialogare intorno al tema della donna come simbolo di elevazione e di slancio verso la bellezza e verso l’Assoluto. L’ingresso è libero, per info e contatti: Giulia mob. 3784058005. (r.b.)
solo l’aspetto fondamentale della salvaguardia ambientale, per cui naturalmente incentiviamo l’utilizzo del TPL, ma riguarda anche il centrale aspetto della connessione sociale. Per questo motivo siamo felici di collaborare con la comunità locale, in particolar modo con gli enti accademici che rappresentano una ricchezza per il territorio”.
Numero illimitato. Gli abbonamenti rilasciati da Arriva Italia sono di tipo integrato e consentono di effettuare un numero illimitato di viaggi sul percorso prescelto, dalla località di partenza servita dalle linee extraurbane gestite da Arriva Italia alla città di Brescia, incluso l’utilizzo dei servizi autobus urbani e della linea metropolitana (MetroBS) della città capoluogo (zona 1).
Agevolazioni. L’abbonamento annuale integrato a prezzo agevolato viene rilasciato a favore degli studenti dell’Università degli Studi di Brescia che si sono iscritti la prima volta ad un corso di studio universitario nell’anno accademico 2024-2025 (matricole), che sono già iscritti o che intendono iscriversi ai corsi di studio per gli anni successivi al primo, nell’anno accademico 2024-2025.
Posti. Gli abbonamenti saranno rilasciati, fino ad esaurimento dei fondi disponibili presentando apposita richiesta tramite il modulo “domanda di abbonamento convenzionato studenti universitari” disponibile presso l’Ufficio Ticketing di Arriva Italia in Via Cassala, 11 o scaricabile online sul sito www.brescia.arriva.it. Tutti i dettagli sono consultabili all’indirizzo www.brescia.arriva.it/convenzioni/ specialeuniversita.
L’insediamento e il saluto del nuovo prefetto Andrea Polichetti
“Per una conoscenza appropriata della realtà locale, intendo iniziare il mio lavoro dall’ascolto delle componenti territoriali”
Domenica 1° settembre, Andrea Polichetti ha assunto ufficialmente le funzioni di Prefetto di Brescia, dopo la nomina, da parte del Consiglio dei ministri, del 7 agosto scorso. Il nuovo Prefetto, dopo un breve incontro con il Questore, Eugenio Rodolfo Spina, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Colonnello Vittorio Fragalà e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Francesco Maceroni, ha incontrato in Palazzo della Loggia, per uno scambio di saluti la sindaca Laura Castelletti. A seguire, l’omaggio alle vittime della Strage di Piazza Loggia, deponendo, insieme alla stessa Sindaca e a Manlio Milani, presidente dell’Associazione “Casa della Memoria”, al Questore e ai i Comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Brescia. La prima giornata ha visto il prefetto Polichetti alle
prese con gli incontri con il personale della Prefettura e le istituzioni, a partire da Provincia, Curia e Magistratura, anticipato da una nota stampa. “Sono consapevole – ha sottolineato rivolgendosi al ricco e variegato mondo delle istituzioni locali – che andrò a svolgere le funzioni affidatemi in un contesto territoriale di altissimo livello, sia economico che sociale. L’operosità dei bresciani e la cultura del fare per gli altri è nota. Per una conoscenza appropriata della realtà locale, intendo iniziare il mio lavoro dall’ascolto delle diverse componenti territoriali, in particolare di chi opera tutti i giorni su questo territorio con passione e competenza, senza trascurare, nel frattempo, la prossimità alle categorie sociali più deboli e precarie”. Giovedì, invece, ha presieduto il primo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Polichetti, laureato in Giu-
risprudenza e specializzato in diritto amministrativo, lascia Como dove era arrivato nel novembre del 2020. In precedenza era stato alla prefettura di Latina dal 2003 al 2006, a Torino per un anno, poi di nuovo a Latina come capo di gabinetto prima di trasferirsi alla prefettura di Varese, dove ha ricoperto l’incarico di vicario. Andrea Polichetti, dal 2015 e per due anni, è stato capo ufficio di staff del Dipartimento per le Politiche del personale al Ministero dell’Interno, mentre nel 2017 è stato nominato componente del Nucleo ispettivo ministeriale per la verifica della gestione del Centro di accoglienza per immigrati di Isola Capo Rizzuto. È stato commissario straordinario per l’area del Comune di San Ferdinando e, prima di approdare a Como, è stato direttore del Centro per i servizi demografici del Ministero dell’Interno.
Intervista
DI GIULIO REZZOLA
Il 2012 è stato l’anno di svolta per la dottoressa Maria Pia Bondioni e la Radiologia pediatrica dell’Ospedale dei bambini di Brescia (all’interno degli Spedali Civili). Un giorno, infatti, una signora la contatta perché è intenzionata a fare una donazione al reparto. “A chi avrei destinato quei soldi? – ricorda Bondioni –. Non potevo certo tenerli io. Su consiglio del commercialista decisi quindi di dare vita a un’associazione che mi avrebbe permesso di aprire un conto corrente per la gestione di quella elargizione”.
Nascita. Nasce così “La Zebra”. C’è però bisogno di non abbandonarla a se stessa e qui entra in scena la seconda figura fondamentale, la presidente (da subito) Daniela Scotti, u-
Con “La Zebra” per fare del bene
La presidente Daniela Scotti: “Credo che abbiamo scritto una pagina importante nella storia dell’Ospedale dei bambini di Brescia”
na mamma che la dottoressa aveva incontrato quando, per un certo pe riodo, aveva dovuto frequentare Ra diologia pediatrica con i suoi figli. Il caso e la fortuna di avere incontrato una donna altrettanto determinata hanno voluto, quindi, che l’embrione della nuova realtà dedicata a fare del bene ai più piccoli prendesse forma e cominciasse a crescere e farsi co noscere. “Il reparto, a quel tempo, era piccolissimo, con apparecchia ture totalmente obsolete che non mi consentivano di studiare bene il cor po dei bambini – afferma Bondioni –. Un radiologo è bravo sia per co noscenze mediche, ma anche se pos siede le apparecchiature giuste. Per
da allora, i gazebo con il logo bianco e nero de “La Zebra” hanno cominciato ad apparire un po’ ovunque e il reparto guidato da Bondioni, grazie ai fondi raccolti, comincia quella scalata verso la totale modernizzazione che l’ha portato ad ampliare e ristrutturare il padiglione accanto al Pronto soccorso pediatrico (dove prima c’era un giardino sono sta-
una pagina importante nella storia dell’Ospedale dei bambini di Brescia perché mai è esistita una risonanza magnetica destinata esclusivamente ai più piccoli. Addirittura per i neonati è predisposta una culla specifica per potere eseguire questo esame”, dice la presidente Scotti. Eppure, al di là di quanto fatto in un passato carico di soddisfazioni, che grazie a “La Zebra” ha permesso alla struttura di diventare un’eccellenza tra i 13 ospedali per i bambini presenti in tutta Italia superando nel complesso i 3,5 milioni di euro di donazioni con 30 progetti portati a termine, l’attività guarda sempre avanti, mirando alla concretezza. Lo testimoniano per esempio l’apparecchiatura portatile digitale per radiografie direttamente al letto del paziente o quella dedicata alla visione del grado di scoliosi. Una lungimiranza “non egoistica” e altruista, se si pensa che “La Zebra” si è sempre dedicata anche ad altri reparti pediatrici realizzando importanti interventi di riqualificazione degli spazi e donando specifiche apparecchiature di ultima generazione.
Territorio. Nel frattempo, la sua attenzione per il territorio l’ha portata ad aiutare pure ospedali periferici come Esine (soprattutto nel periodo Covid) o quelli che fanno capo all’Asst del Garda con macchinari per il punto nascite e il Pronto soccorso. Oppure a promuovere progetti di interesse sociale rivolti in particolare ai soggetti fragili con la donazione, per esempio, di un ecografo per ostetricia e ginecologia destinato alla Casa di reclusione di Verziano o a donare più di 35mila euro ad altre associazioni di volontariato che ne avevano bisogno per i loro assistiti. L’elenco delle donazioni è lungo. Irrilevante, visti i risultati, sottolineare che queste sono frutto della raccolta attraverso un biglietto della lotteria da pochi euro o di un bonifico a più zeri. Però è giusto ricordare l’amabile gesto di una coppia di sposi che, nel 2022, non ha voluto ricevere regali ma ha fatto donare tutto a “La Zebra”. Poi ci sono iniziative come “La Zebra Run”, corsa e camminata attraverso la città, in programma domenica 8 settembre con partenza da piazza Tebaldo Brusato. Tutto per fare del bene.
DA SINISTRA, LA PRESIDENTE DANIELA SCOTTI E LA DOTT.SSA MARIA PIA BONDIONI
LA VITA BUONA
Don Fabio Mottinelli è parroco di Artogne (compresa la frazione di Piazze) e della vicina Gianico dall’ottobre dello scorso anno. “Sin dai primi giorni – racconta il sacerdote – ho avuto la sensazione d trovarmi davanti a una comunità particolarmente accogliente”. Una prima impressione che, col passare del tempo, è divenuta realtà. “A incidere positivamente su questo aspetto – sono ancora considerazioni del parroco – ha contribuito anche il tempo dell’attesa”. Artogne, così come Gianico, aspettava da oltre un anno il nuovo parroco e questo, probabilmente ha fatto crescere il senso di accoglienza della comunità nei confronti di don Fabio.
Processo. Il processo di ambientamento del sacerdote è stato reso ancora più semplice dall’incontro con una comunità che col tempo ha imparato a non dipendere sempre e in ogni circostanza dal sacerdote. “Ho trovato sin da subito una comunità collaborativa − ricorda il parroco − con persone che si occupano della liturgia, altre che hanno a cuore la cura della chiesa e tanti altri volontari”. Quella descritta dal parroco è una realtà che, pur vivendo alcune delle criticità ormai diffuse come la crescente disaffezione alla vita religiosa, ha tutte le carte in regola per essere definita una bella comunità, che sin dal primo giorno l’ha fatto sentire “in famiglia”.
Sforzo. In questi primi mesi di ministero sacerdotale ad Artogne il principale sforzo di don Fabio Mottinelli è stato quello di far comprendere alla gente la novità di un cammino condiviso con Gianico. “An-
Dall’11 al 16 settembre
In festa con i Santi Patroni Cornelio e Cipriano
Dall’11 al 16 settembre la comunità parrocchia di Artogne vivrà la festa patronale dei Santi Cornelio e Cipriano. Il programma prende il via mercoledì 11 settembre con una sera culturale. Alle 20.30 la chiesa parrocchiale ospiterà l’incontro “Conosciamo i nostri patroni”. Sarà Simone Agnetti a presentare le figure dei due santi, alternando il racconto a intermezzi musicali curati dalla violinista Elena Pedersoli. Il giorno successivo, giovedì 12 settembre, alle 18 verrà celebrata una Santa Messa al cimitero, con la presenza delle reliquie
dei patroni. Venerdì 13 settembre, alle 8.30, verrà celebrata la Santa Messa nella chiesa parrocchiale a cui seguirà, sino alle 11.30, l’adorazione eucaristica. Alle 16, sempre nella parrocchiale, le confessioni per i bambini e i ragazzi. Dalle 17.30 alle 18.30 di sabato 14 settembre altro tempo per le confessioni. Alle 18.30 si terrà la celebrazione della Messa prefestiva. Domenica 15, dopo le Sante Messe delle 7.30 e delle 10.30, il programma delle feste patronali propone alle 14.30 la visita guidata a Casa Rota e alla parrocchiale, alle 15
l’animazione per bambini in oratorio e, alle 16.30, sempre in oratorio, “Raccontami una storia”, lettura per bambini curata dalla biblioteca di Artogne. La Messa delle 18.30 chiuderà la giornata. Lunedì 16 settembre, solennità dei patroni, dopo la Santa Messa delle 10.30 presieduta dal vescovo emerito Luciano Monari, il pranzo comunitario per gli anziani negli stand del “Settembre Artognese”. Alle 19, dalla casa di riposo, la processione verso la parrocchiale dove, alle 20 sarà celebrata la Santa Messa solenne.
venturelli@lavocedelpopolo.it
Turismo
Il rilancio di Montecampione
ARTOGNE
Il piacere e la ricerca dell’incontro
Don Fabio Mottinelli, parroco anche di Piazze e di Gianico, è ormai prossimo al primo anno di ministero in una comunità che è “collaborativa”
Riqualificare Montecampione, affrancandolo dalla denominazione di comprensorio sciistico, per valorizzare al meglio le sue grandi potenzialità turistiche. È questo uno dei fronti su cui si sta impegnando il Comune di Artogne, visto che il 90% del territorio del comprensorio ricade nei confini comunali. “Con i cambiamenti in atto - afferma al proposito la sindaca Barbara Bonicelli non ha più senso parlare di Montecampione soltanto in chiave sciistica. Meglio lavorare per un allargamento della stagione turistica, anche in considerazione delle enormi potenzialità della località”. La facile accessibilità che nei decenni passati aveva fatto di Montecampione la pista di sci dei milanesi, che ancora oggi sono proprietari di gran parte delle seconde case esistenti, sono ancora considerazioni della prima cittadina, può essere oggi sfruttata per forme di turismo legate all’ambiente. “Come Comune afferma stiamo facendo la nostra parte sul fronte della viabilità e delle infrastrutture. Ci auguriamo che i privati facciano lo stesso per il rilancio definitivo di Montecampione, ricchezza da tornare a far fruttare”.
trovato una comunità aperta, attenta e disponibile al cambiamento”. La parrocchia, che per altro non è legata a particolari tradizioni religiose, si sta preparando a vivere la festa patronale dei santi Cornelio e Cipriano, con momenti comunitari che, sulla scorta di quanto vissuto ad Acquebone (altra frazione) e a Piazze con le feste di San Rocco e della Madonna della Neve, godono ancora di largo seguito. “La parrocchia nei mesi scorsi − continua ancora don Mottinelli, − ha celebrato per la prima volta il triduo dei de-
Il Sindaco
“Quella di Artogne è una comunità vera, molto variegata, fatta di tanti cittadini che sono disponibili alla collaborazione, alla cooperazione”.
Così Barbara Bonicelli, al secondo mandato da Sindaco descrive la realtà che amministra dal 2016. Artogne, sottolinea, può contare su un buon numero di associazioni no profit, di volontariato e sportive con cui il Comune ha da sempre buoni rapporti all’insegna della collaborazione. “Significativa – continua la prima cittadina – è la capacità che queste realtà hanno di fare rete, e la disponibilità, come hanno dimostrato più volte, di aiuto e di sostegno reciproco. So di poter sempre contare su queste realtà e questo, per un Sindaco, è veramente un patrimonio importante per fare fronte non solo alle necessità della popolazione, ma anche alla cura di un territorio che è vasto e variegato”. “Qui – sottolinea ancora Barbara Bonicelli – si respira un’aria e uno stile di vita più vicino a quello delle città,
funti che ha visto una buona partecipazione”.
Incontro. “Un altro aspetto che mi ha positivamente colpito in questi primi mesi ad Artogne − sono ancora considerazioni del sacerdote − è il desiderio di occasioni di incontro che la gente manifesta. Oltre a quello che si realizza nel momento della celebrazione, la gente ha ancora il piacere dell’incontro, della relazione informale”. Un piacere, sottolinea don Mottinelli, che non è soltanto di quella parte di comu-
nità che ancora vive la dimensione parrocchiale, ma anche di chi è un po’ più lontano o è distratto. “Credo che questo, nonostante il tanto tempo che la cura di più comunità chiede ai suoi sacerdoti − sono ancora considerazioni del parroco − sia un aspetto non solo piacevole, ma da non sottovalutare anche come occasione di un primo annuncio. Oltretutto è proprio questi desiderio di incontro che la comunità manifesta a ricordare a un sacerdote che il suo è un ministero da vivere tra la gente”.
Una comunità che sa fare rete, soprattutto, nella solidarietà
È questo, per Barbara Bonicelli, uno degli aspetti più importanti del paese posto all’imbocco della Valle Camonica
con esigenze e bisogno diverse. Nelle piccole frazioni, invece, si conserva ancora molto dello stile di vita della montagna, forse più tranquillo, ma non per questo privo di bisogni che chiedono di essere soddisfatti. Da primo cittadino, in una stagione in cui le risorse sono sempre più scarse, ritengo di straordinaria importanza la presenza di singoli cittadini e di associazioni che sono disponibili a supportare il Comune nella cura di
queste realtà”. Anche ad Artogne, dunque, il volontariato è presenza indispensabile. In questo quadro “luminoso” tracciato dalla sindaca Barbara Bonicelli, c’è spazio anche per qualche piccola ombra. La prima cittadina non fa mistero della sofferenza che le provoca la ridotta attenzione per l’amministrazione. “Mi spiace constatare che quello dell’amministrare la cosa pubblica – afferma – sia un’attenzione che anima un numero
sempre più ridotto di persone e che sia quasi totalmente assente dall’orizzonte delle giovani generazioni”. La convinzione che siano tanti gli aspetti belli di una comunità che continua ad affondare le sue radici in una cultura strettamente legata alla montagna porta Barbara Bonicelli ad andare oltre queste piccole sofferenze. “Qui si vive ancora bene – afferma –. Certo, forse non possiamo contare sulle comodità dei centri più grandi, ma ad Artogne non manca nulla, a partire da un ambiente che è ancora salubre, immersi come siamo, nel verde con le nostre montagne e il lago a portata di mano”. L’impegno del Sindaco e dell’amministrazione è di tutelare e valorizzare questa risorsa e trasmetterla alle generazioni future. E con questo c’è, anche il lavoro, l’impegno quotidiano per fare di Artogne, magari riqualificata nei suoi spazi pubblici, una comunità sempre più accogliente, “in cui conclude chi si trova a vivere situazioni di bisogno, sappia che c’è sempre una porta a cui bussare e qualcuno pronto ad ascoltare”.
Il Parroco A CURA DI MASSIMO VENTURELLI
Tempo
di “Spazi e armonie” con l’associazione “All’Unisono”
Riprende il 6 settembre la rassegna musicale “Spazi e armonie”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lumezzane e curata dall’associazione musicale “All’Unisono”. L’iniziativa aveva avuto un preludio il 30 maggio con “Il respiro improvvisato” in cui si erano esibiti Max Aloe all’armonica cromatica ed Ermes Pirlo alla fisarmonica. Il 6 settembre, nella chiesa parrocchiale di Gazzolo alle 20.45, Daniele Richiedei presenterà “Nothern Lights”, suite per violino solo. “Pensata come un viaggio nella cul-
tura musicale del Nord Europa. Il lavoro – scrive il violinista– prende spunto principalmente dalla tradizione folk, pur essendo influenzato anche da altro, come la cultura contemporanea, il rock e la musica classica. È il frutto di una approfondita ricerca delle risorse timbriche del violino, senza l’ausilio di amplificazione ne elettronica, alla ricerca di un dialogo tra il suono e il silenzio”. Il 13 settembre alle 20.45, presso l’auditorium dell’Istituto comprensivo Lumezzane Ovest (scuola Dante Alighieri), si terrà lo spettaco-
VALTROMPIA
lo “Sco-funk”, tributo a John Scofield con Edoardo Gaioni (chitarra), Lorenzo Cantù (Basso), Cristian Alberti (tastiere) e Simone Giustini (Batteria). Nella chiesa di San Bernardo, sulla cima del colle omonimo, alle 17 risuoneranno le musiche di “A tutto swing” eseguite da Gianni Alberti (clarinetto e sax), Sandro Gibellini (Chitarra) e Giulio Corini (Contrabbasso). Si conclude il 27 settembre alle 20.45 presso la chiesa parrocchiale di Pieve, dove Paolo Bonomi presenterà un programma organistico dal ‘500 a oggi. (m.t.)
Al via il “Settembre Inzinese”
La festa affonda le sue origini nella devozione della comunità alla Madonna del Castello e venne ideata da don Nicola Bragadina
“Agli inizi degli anni Cinquanta… partimmo dalla devozione alla Madonna del Castello, la Festa accettata da tutti, frutto di una tradizione sentita. Si trattava di proporre la comune venerazione della Madonna come centro di una serie di manifestazioni che esprimessero la comprensione e l’attaccamento del popolo inzinese alla Vergine e al patrimonio di cultura e fede cristiana. Non manifestazioni e riti senza un significato, ma celebrazioni popolari, vivacizzate da un contorno di appuntamenti proiettati nell’intero mese di settembre per far gustare a tutta la popolazione, in un contesto sempre più ricco e sentito, le indelebili emozioni della fede e della storia cristiana”. Così, don Nicola Bragadina scomparso nel 1997 e tra i fondatori dell’iniziativa, ricordava, gli albori del “Settembre Inzinese”, che ora viene promosso col motto di “Arte, cultura, folclore e sport”. Il programma. Sabato 7 settembre
alle 19.30 la S. Messa, seguita dalla solenne processione con la partecipazione della banda musicale “Santa Cecilia” di Lodrino, darà inizio alla manifestazione. “Abbiamo lavorato – ha sottolineato Ladislao
Mattiuzzo, presidente dell’associazione Madonna del Castello – con la solerte e seria volontà di sempre e desideriamo che questo sia per tutti un momento di festa; la nostra Madonnina celeste ci assisterà e gliene siamo grati”. Sabato 7 settembre alle 17 sarà inaugurata la mostra di pittura di Enzo Turrini, presso la sala Civica di Inzino (aperta fino al 15 settembre). Da sa-
bato 7 a lunedì 9 settembre ci sarà la “Festa Alpina 2024” del Gruppo Alpini Gardone Val Trompia, con uno stand gastronomico in Valle di Inzino. Lunedì 9 alle 21.45 si potrà ammirare, sempre il Valle di Inzino, uno spettacolo pirotecnico. Si prosegue Giovedì 19: Serata karaoke e musica a 360° con dj Rinny (alle 19 apertura dello stand presso il campo sportivo parrocchiale). Venerdì 20 dalle 19 serata danzante con l’orchestra “Walter Villa”, presso il campo sportivo. Sabato 21, dalle 19, serata danzante con l’orchestra Edyta Kaminska, presso il campo sportivo. Domenica 22 si terrà la 44ª Festa dei Caicì, aperta alle 12.30 dallo spiedo in oratorio (prenotare entro il 14 settembre da Osvaldo al cell. 3423401700). Sabato 28 settembre, elevazione musicale per oboe e organo, alle 20.45 nella chiesa parrocchiale S. Giorgio di Inzino, con Michele Antonello all’oboe ed Enrico Zanovello all’organo. Sabato 5 ottobre, alle 20.45 nella chiesa parrocchiale di Inzino, è in programma un concerto dell’Orchestra di mandolini e
chitarra “Il Plettro”. Sabato 12 alle 20.45, nel Cinema Teatro Inzino, si svolgerà la 28ª rassegna “Canti Corali”, nel ricordo del corista Pietro Parola, con il Coro Incanto Alpino di Mori Val di Gresta (Tn), il Coro Torre Franca di Mattarello (Tn) e il Coro della Montagna Inzino di Gardone Val Trompia, diretto dal maestro Lorenzo Richelli. Venerdì 18 alle 20.30, serata della Montagna con il Cai Gardone Val Trompia che presenterà “Omar Oprandi – Scialpinismo tra presente e passato”, presso il Cinema Teatro Inzino. Il parroco. “Della vita della Beata Vergine – ha voluto ricordare il parroco don Piero Minelli – volevo evidenziare il silenzio e la fede di Maria. Se rivolgiamo il nostro sguardo all’icona della Madonna del Castello, avvertiamo che nel suo gesto risuonano, in un certo senso, queste parole: ‘Custodisci il silenzio nella tua vita quotidiana, così che possa fiorire in te una fede sempre più grande e la tua vita possa diventare un continuo atto di abbandono alla Parola del Signore’”.
Monte Isola: a 100 anni dall’incoronazione alla Madonna della Ceriola
Non esistono i ragazzi cattivi: la testimonianza di don Claudio Burgio
In studio Luca Luzzani, responsabile diocesano del Movimento di Comunione e Liberazione
Domenica 8 settembre 2024
DI GIUSEPPE BELLERI
BASSA
Berlingo “Ri-gioco”. Il mercatino dei bambini
Per accrescere il senso di responsabilità di bambini e ragazzi, imparare il valore del denaro e a gestire trattative, aiutare i bambini a lasciare andare ciò che non serve più, scoprire che riciclare è bello ed utile, il Comune di Berlingo ha organizzato sabato 14 settembre una interessante iniziativa: “Ri-gioco. Il mercatino dei bambini”. Si tratta di un evento per condividere la pratica del riuso e del riciclo, nel quale i bambini potranno vendere e acquistare giocattoli usati. L’appuntamento
è presso il campo da Basket del centro sportivo di Berlingo, dove, a partire dalle 20.30 e fino alle 22.30, bambini e ragazzi fino ai 15 anni, potranno scambiare o vendere giocattoli, libri o accessori che non usano più. Ogni bambino avrà diritto a un tavolo fornito gratuitamente dal Comune. A ogni tavolo dovrà essere garantita la presenza di un adulto, che aiuti nell’allestimento e supervisioni gli scambi e le trattative. I giocattoli dovranno essere in buone condizioni, completi e puliti.
Come coltivare la tradizione
Buona tavola, intrattenimento, arte e cultura contadina al centro della sagra in calendario da venerdì 20 a domenica 22 settembre
Mairano DI SERGIO ARRIGOTTI
Si terrà a Mairano da venerdì 20 a domenica 22 settembre sotto lo slogan “Coltiviamo la tradizione” la 18ª edizione della Sagra del Contadino, una delle più importanti e rappresentative sagre della Bassa bresciana. Verranno ricreati nelle strade del paese i momenti caratteristici della vita contadina e si potranno degustare i prodotti tipici del tempo.
Programma. Buona tavola, intrattenimento, arte e cultura contadina fanno parte del ricco programma della manifestazione, organizzata dal Comune assieme al locale Museo della Civiltà Contadina e a diverse associazioni del paese tra cui “I Gnari del Tratur Vecc” e “Non So-
lo Scuola”. Secondo il sindaco, Filippo Ferrari, motivato da un forte entusiasmo “quella di quest’anno sarà una sagra bellissima, con moltissime novità e attrazioni dedicate ad adulti e bambini. Quella che stiamo preparand oè la più bella sagra fra quelle organizzate in provincia di Brescia”.
Partner. Uno dei partner principali della sagra è il Museo della Civiltà Contadina di Mairano, nato negli anni Settanta del secolo scorso dall’intuizione di un maestro elementare del paese, Dino Gregorio, che cominciò a raccogliere con i suoi ragazzi le testimonianze di una vita che andava scomparendo. Parole in dialetto che ormai pochi pronunciano ancora, storie e proverbi che solo i più anziani ricordano, strumenti del lavoro contadino
e artigiano. Il museo oggi si sviluppa in un grande edificio nel centro del paese. Su due piani sono ricostruiti gli ambienti che formavano la casa dei contadini. Qui è custodita anche una stupenda collezione di attrezzi ed oggetti vari legati alla vita contadina. La sagra riporta in vita ogni anno quel mondo per le vie del paese. “Il Museo della civiltà contadina – raccontano i responsabili dell’associazione Amici del Museo – è il cuore della Sagra. L’associazione insieme a tutti i collaboratori e volontari in occasione della Sagra allestisce il cortile per accogliere le migliaia di visitatori ed accompagnarli attraverso le sale interne del museo in un meraviglioso viaggio nel tempo”. Inoltre “durante i tre giorni della sagra, sempre all’interno del cortile, saranno allestiti stand gastronomici che permetteranno di degustare piatti tipici della tradizione e anche, venerdì sera, e domenica a pranzo, un fantastico spiedo contadino”. Le tre serate della manifestazione saranno allietate da spettacoli musicali. Punti forti della rassegna, oltre alle bancarelle e alla cucina tipica, saranno la rubrica che raccoglie i proverbi bresciani in dialetto, il 13° raduno dei Trattori d’epoca della Bassa con la sfilata domenica 22 mattina, giorno in cui vi sarà anche lo show dello chef Andrea Mainardi, e poi le sculture in legno realizzate a mano da artigiani con gli attrezzi di una volta, i materassi e la cardatura a mano della lana, il corteo delle spose con abiti anni ‘40 e ‘50 e molto altro. Il programma completo è consultabile sul sito www.comune. mairano.bs.it.
I dispositivi elettronici dovranno essere dotati di batterie in modo da poterne garantire il funzionamento. Come si diceva i giocattoli potranno essere scambiati oppure venduti. In questo ultimo caso il prezzo massimo di vendita non potrà superare i 15 euro. Per partecipare è necessario iscriversi scrivendo un sms o un messaggio Whatsapp ad Alice al n. 3394706374 specificando il nome del bambino e dell’adulto di riferimento oltre al proprio indirizzo di residenza. (Sergio Arrigotti)
“Si può Fare band” fa tappa ad Assisi
La compagine verolese si esibirà al “G7 Inclusione e Disabilità” in programma dal 14 al 16 ottobre
La “Si Può Fare Band” di Verolanuova suonerà al “G7 Inclusione e Disabilità”, di Assisi. Il primo G7 sul tema, promosso dalla mMinistra per le Disabilità Alessandra Locatelli, si svolgerà dal 14 al 16 ottobre tra Assisi e Solfagnano, in provincia di Perugia. Nella piazza di Assisi la band bresciana sarà sul palco con gli “Allegro Moderato” e i “Rulli Frulli”, per accogliere le delegazioni attese al meeting. La band è stata invitata direttamente dalla Ministra che aveva incontrato la “Si Può Fare” la prima volta a Milano a Palazzo Lombardia, quando
era assessore alla Solidarietà sociale, ed era rimasta entusiasta del gruppo. La band è il prodotto dell’omonimo laboratorio musicale “Si Può Fare”, ideato dall’insegnante e musicista Davide Zubani: consiste in un’ attività educativa guidata, rivolta principalmente a persone con disabilità. Il gruppo è composto da ragazzi con disabilità che suonano le percussioni affiancati da musicisti, professionisti, volontari, e da uno staff tecnico di alto livello. Ogni musicista ha un tamburo, un piatto, un rullante, un set di batteria, affiancati da un basso elettrico, una o due chitarre elettriche, un cantante, una corista, una special Guest. “Non è un gruppo vacanze per persone con disabilità –ha sottolineato il presidente Davide Zubani, chitarrista –l’obiettivo è di fare musica in maniera inclusiva, ognuno con le proprie competenze”. La missione è valorizzare i talenti. “Abbattere muri, creare ponti, valorizzare le unicità”. La band è reduce dal successo di un tour nell’isola d’Elba dove ad agosto, insieme a Charlie Cinelli, il gruppo ha tenuto tre concerti: a Porto Azzurro, Marciana Marina e Capoliveri. Ma in realtà la band ha all’attivo più di 100 concerti, esibizioni avvenute principalmente in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, e ha avuto modo di collaborare con molte realtà e artisti. Il repertorio della Band consiste nella rivisitazione dei grandi classici della musica internazionale ed italiana, dai Pink Floyd a Bennato a Zucchero. Il progetto ha tra i propri partner sostenitori il Rotary Club Brescia Verola.
LA CASA ALLESTITA NEL MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA
Verolanuova DI SERGIO ARRIGOTTI
Quinzano d’Oglio Me so de Quinsa
“Me so de Quinsa” è l’opera pittorica di Rikyboy (all’anagrafe Riccardo Sala), presente al Chiavicone di Quinzano d’Oglio fino al 3 novembre. “Il dipinto –racconta l’artista milanese – fa parte dei lavori dedicati al Rural Circus, un circo rurale itinerante, che mi ha portato a fare una serie di interventi pittorici itineranti nelle location più suggestive e rurali come il mulino al Chiavicone. Ogni dipinto è un’ode alla civiltà agreste e al contesto rurale che pone l’attenzione sui complessi architettonici della campagna e della provincia”. (v.f.)
Chiari
Addio a Margherita, cuore del volontariato
In agosto è venuta a mancare Margherita Ferraro (a sinistra con la sorella), prima responsabile della Croce Bianca di Chiari. La donna è morta a soli 63 anni a causa di una malattia. Tra i clarensi era molto conosciuta per il suo impegno nel mondo del volontariato. Arrivata a Chiari da piccola con la famiglia, era stata una volontaria del Centro Giovanile 2000, si era impegnata con i Volontari del Soccorso e aveva contribuito alla nascita della sezione locale della Croce Bianca, della quale è stata responsabile dal 2008, anno della fondazione, fino al
Soccorso e corsi di formazione
L’operato della Croce Bianca lenese si basa sul volontariato socio-sanitario gratuito, garantendo una costante e continua presenza sul territorio
Fare del bene al prossimo ed essere presenti sul territorio è lo spirito della “P.A. Croce Bianca Leno Odv” nata nel 2003 come “Croce Bianca del Dominato Leonense”, anche se era già operativa dal 1996 come distaccamento di Brescia. Poi, per esigenze normative del Terzo Settore, nel 2019 il gruppo ha assunto il nome in uso ora. Da sempre l’ope-
2015. Era impegnata anche nell’AVIS, contro la violenza sulle donne e a favore della Pace. La comunità di Chiari in lutto si è riunita intorno alla famiglia nel duomo della città per le esequie. Margherita ha lasciato nel dolore le figlie Claudia e Giulia e il compagno Nicola. Numerosi i messaggi di cordoglio espressi alla famiglia tra cui quello di Gabriella Brignoli, presidente dell’Avis di Chiari: “Cara Margherita, ci hai lasciato troppo presto, io voglio ricordarti per sempre così, impegnata istituzionalmente come alcuni anni fa”. (Sergio Arrigotti)
rato dei soccorritori di Leno si basa sul volontariato socio-sanitario gratuito, garantendo una costante e continua presenza sul territorio in collaborazione con la Centrale Operativa 112.
Servizi. Accanto a questo la Croce Bianca lenese propone diversi servizi tra i quali: il trasporto di malati e feriti; l’assistenza di pronto soccorso agli ammalati, infortunati, portatori di handicap e anziani.
Villachiara DI SERGIO ARRIGOTTI
Tra le altre attività, grazie alla collaborazione con la Centrale Operativa del 118, dal 2012, la Croce Bianca copre turni di 24 ore su 24, per 365 giorni l’anno, assicurando una continua assistenza sul territorio della Bassa Bresciana. “Ad oggi la nostra realtà – commenta Massimiliano Cozzi, presidente da sette anni – è composta da 75 volontari, 11 dipendenti, e abbiamo un parco mezzi di cinque ambulanze, un’auto, due furgoni adibiti a trasporto disabili. Nel 2023 la nostra Croce Bianca di Leno ha svolto tra i Comuni di Leno e Pontevico 2253 missioni di emergenza e più di 4500 servizi secondari di trasporto dializzati. Essere volontario è davvero una bella esperienza che fa crescere a livello caratteriale e umano”. Oltre a questo, i volontari sono presenti anche alle manifestazioni pubbliche e sportive con lo scopo di garantire il pronto intervento in caso di necessità e sono molto attivi nella promozione di corsi per il personale dell’associazione e per coloro che intendono diventare volontari-soccorritori. A tal fine la Croce Bianca di Leno organizza la XXII edizione del “Corso di primo soccorso” attivo dal 7 ottobre, composto da due moduli. Il primo di 44 ore sarà necessario per avere l’abilitazione al Trasporto Sanitario, mentre per diventare soccorritore esecutore è necessario anche il secondo modulo di 78 ore (info: 030.906247, 030.9069132 o info@crocebiancaleno.it ).La Croce Bianca di Leno è presente anche sul territorio e in questo mese per “Il mese della Prevenzione” propone un Corso breve gratuito per la disostruzione delle vie aeree pediatrico e adulto e per imparare usare il BLSD, meglio noto come defibrillatore laico. Il corso tenuto dai volontari soccorritori di Leno coinvolgerà diversi Comuni, tra di essi Gottolengo, il 14 settembre dalle 8.30 alle 13.30; Pralboino il 18 settembre dalle 20.30 alle 22.30 e il 19 dalle 20 alle 23; Pavone Mella il 21, dalle 8.30 alle 13.30, e il 28 Milzano dalle 8.30 alle 13.30. Il 22 settembre a Leno invece si terrà “Il Volontariato per la sicurezza”, una giornata aperta a tutti con corsi e simulazioni sul territorio lenese.
Nuovo volto per S. Chiara
L’ultimo step di una serie di interventi messi in atto dalla parrocchia sin dal 2021
Sono partiti, tra fine agosto ed inizio settembre, i lavori di restauro e manutenzione delle facciate e del tetto della chiesa parrocchiale di Santa Chiara di Villachiara. Si tratta dell’ultimo step di una serie di interventi messi in atto dalla parrocchia che hanno visto,
nel 2021, la sistemazione della canonica e nel 2023 quella del campanile, colpito (ancora nel 2019) da una violenta cellula di maltempo che aveva divelto la croce di ferro alta più di 2 metri che dominava la torre e che mise in luce tutti i deficit strutturali del
Ric-amando
“Ricamando”, per intero, è il grest che le Madri Canossiane di Bagnolo Mella ripropongono in questo inizio di settembre, ad una manciata di giorni dall’inizio della scuola, a bambine e ragazze delle medie che già si presentarono numerose a giugno, in uno spazio di tempo libero dagli impegni scolastici. Ne arrivarono convinte, allora, una cinquantina e altrettante sono presenti a settembre, supportate, oltre che dalle madri, da una trentina di operatrici, diciamo così, tra signore e giovani animatrici del Centro professionale Canossa, realtà educativa delle madri Canossiane. Dunque “Ric –amando”, con quelle tre lettere iniziali che fanno riferimento al ricamare, appunto, ma anche al ricevere e al ringraziare. E poi, il seguito, è rimando all’amicizia, all’ammirazione, all’amore. Il tutto per una bella esperienza pomeridiana, per tessere su una tela, con pazienza, punto dopo punto, sotto la guida di signore esperte, la piacevolezza di una cornicetta di fiori, di foglioline e di cuori, meravigliandosi alla fine, dopo aver fatto e disfatto, provato e riprovato, senza arrendersi, che il bello è possibile, basta volerlo. Con la fortuna, certo, di intercettare adulti sapienti, disposti a regalare tempo ed energie, perché si arrivi a portare a termine quanto immaginato. Ed eccole allora, le giovani ricamatrici che crescono, grazie ad ago e filo, ma anche a positive relazioni sia con quelle signore esperte di cui si diceva (signore che poi si troveranno durante l’inverno, tra loro, una sera la settimana, per lavorare, a maglia, all’uncinetto, su tela) sia con le studentesse animatrici che ci hanno messo del loro, facendo ballare, giocare, cantare cariche di giovanili energie. E, allora, si riprende, in questo ultimo squarcio di vacanze e ne verrà fuori, quasi senza accorgersene, che un ricamo seppur piccolo, fatto con le proprie mani e poi donato, dà gioia, serenità, pace e armonia. Tutte cose di cui ciascuno di noi ha bisogno per vivere non solo quando è piccolo, ma anche quando è grande e la complessità della vita si fa sentire. “Da questa esperienza educativa – come sostiene suor Alessandra Tinti, responsabile della comunità - possiamo imparare a non perdere mai lo stupore, la meraviglia, la pazienza di provare e riprovare, fare e disfare senza arrendersi perché la vita è un po’ come un ricamo e se si impara ad amare, sperare e donare … ne uscirà un capolavoro!”.
manufatto. La ristrutturazione e il consolidamento del campanile hanno riportato alla luce anche l’antico orologio con i numeri romani, che era rimasto coperto da uno in plexiglass. Per la copertura dei costi il parroco, don Ettore Gorlani, ha usato tutti i canali disponibili e ha dato vita ad un originale ed interessante mix di solidarietà che ha incrociato donazioni dei parrocchiani, incentivi statali, generosità di imprese locali e contributi di fondazioni. Oggi per l’ultimo intervento può contare su un contributo di 170mila euro
proveniente dall’8x1000 della CEI che coprirà il restauro delle facciate; su un Bando Cariplo da 150mila euro che coprirà i costi della messa in sicurezza antisismica del tetto e su un contributo di 20mila euro della Fondazione Comunità Bresciana. Ma perché quest’ultimo vada a buon fine è necessario raccogliere donazioni di pari importo anche tra i fedeli. Per questo il parroco chiede aiuto ad associazioni, gruppi, privati e aziende. Chi volesse dare il proprio contributo può contattare direttamente don Ettore.
Baglolo Mella DI GUIDO VECCHI
Leno DI VIVIANA FILIPPINI
1606
Nasce l’“Hospitale S. Giovanni” grazie al lascito testamentario di Giovanni Brentana
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Storia
Da Giovanni Brentana a oggi
La storia della Casa di riposo di Bovegno ha inizio nel lontano 1606, grazie al lascito di Giovanni Brentana. Con il nome di “Hospitale S. Giovanni”, l’Ente, saldamente radicato nel tessuto storico-sociale del paese ed in ottemperanza alle disposizioni del fondatore e dei donatori successivi, ha promosso per oltre trecento anni sia l’assistenza ospedaliera che l’assistenza pubblica. Alla fine del 1800 viene istituita una sezione di ricovero per gli anziani poveri, soli e bisognosi. Nel 1973 assume la denominazione di “Casa di Riposo S. Giovanni” diventando con l’adozione del nuovo statuto un istituto pubblico di assistenza e beneficenza. Nel 1980 la Casa si trasferisce dalla sede originaria donata da Giovanni Brentana nella frazione di Piano in via Marconi alla sede attuale di via Torrazzo e fino al 2004 viene ampliata e ristrutturata al fine di adeguarla alle normative regionali. In quell’anno l’Ente si è trasformato in Fondazione di diritto privato senza scopo di lucro mantenendo immutati gli scopi e le finalità di attività sociale. Dal 2005 la sede è di definitiva proprietà della Fondazione Casa di Riposo San Giovanni –Onlus. (v.b.)
La Casa di riposo viene trasferita dalla sede originaria a quella attuale di via Torrazzo, 9
40
I posti letto della RSA, oltre a 9 posti di sollievo autorizzati, ma non accreditati
12
Il numero di ospiti del CDI aperto tutti i giorni dalle 7 alle 19
Luogo d’amore radicato in Valle
Con una storia lunga 400 anni, la Fondazione Casa di Riposo San Giovanni offre assistenza socio sanitaria ad anziani non autosufficienti
Bovegno DI VITTORIO BERTONI
Una storia lunga oltre 400 anni. La Fondazione Casa di Riposo San Giovanni rappresenta un faro non solo per la comunità di Bovegno, ma per tutta l’Alta Valtrompia.
Amore. Un luogo dove si respira, oltre all’aria salubre connaturata al territorio, tanto amore. Lo si riscontra nel personale medico, infermieristico, ausiliario e amministrativo, che si prendono cura dei fragili ospiti. E lo si legge nel grande manifesto appeso all’ingresso della struttura che riporta la lettera di un papà ospite in casa di riposo rivolta al figlio. “Figlio mio, amami come io ti amo. Aiutami a camminare, a trascorrere i miei giorni con amore e serenità, in cambio io ti darò ancora un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te”. “La nostra casa di ripo-
so – spiega il presidente, Pier Franco Tanghetti – è saldamente radicata nel tessuto storico e sociale del paese. Oggi si propone come centro di servizi integrati e come punto di riferimento per l’erogazione di servizi
di assistenza socio sanitaria a persone anziane non assistibili completamente al proprio domicilio”.
Servizi. La Rsa è autorizzata ed accreditata a contratto per 40 posti letto e dispone di 9 posti di sollievo autorizzati. I servizi vengono assicurati, anche solo durante il giorno, nel Cdi con la possibilità per l’anzia-
no di tornare alla sera nella propria abitazione, con la propria famiglia, garantendo un reale sostegno al nucleo familiare altrimenti eccessivamente gravato dalla complessità anche organizzativa dei problemi assistenziali. L’Ente dispone anche di 7 minialloggi protetti, completamente arredati e collegati con i servizi della casa, con capacità ricettiva di 14 utenti autosufficienti o parzialmente autosufficienti che non siano adeguatamente assistibili presso il proprio domicilio. Dal 2008 presso la Fondazione è stato istituito un servizio di prestito di attrezzature sanitarie ed ausili destinati ad utenti del territorio che si trovino in situazioni di temporanea necessità. La struttura, che si sviluppa su 6 piani ed è inserita in un ambiente naturale di notevole bellezza, ha subito nel corso degli ultimi anni importanti opere di ristrutturazione degli spazi interni ed esterni. Sono stati creati nuovi spazi idonei alla socializzazione, è stato coperto il porticato ed attrezzato per momenti ludico-ricreativi e religiosi, sono state realizzate aree dedicate al relax, alla conversazione e ad attività riabilitativa, percorsi per piccole passeggiate indipendenti, ma protette. “Oggi – conclude il presidente – stiamo valutando nuovi interventi. Sia strutturali, in termini di efficientamento energetico, che gestionali, come l’adozione della cartella sanitaria informatizzata che renderanno la nostra casa di riposo sempre più funzionale e capace di offrire il servizio che i nostri ospiti esigono, ma prima ancora meritano”.
GLI OSPITI DELLA RSA ALLA FESTA DI FERRAGOSTO
LA CURA DEGLI ANZIANI
Cazzago San Martino Sport e solidarietà con la “Valding-Run”
Domenica 8 settembre si terrà la “Valdig-Run – Edizione zero”, una camminata ludico-motoria a passo libero organizzata grazie alla sensibilità della società sportiva Running Cazzago, in collaborazione con E.VO.3 A.S.D. Coccaglio, la Pro Loco di Cazzago S.M. e il sostegno di alcuni sponsor. L’evento, patrocinato dal Comune di Cazzago, è aperto a tutti, con lo scopo primario di unire la solidarietà allo sport. Il ritrovo è per le 8 presso il parco Arcobaleno (via Giuseppe Verdi/via Carso), con la
Appuntamenti
DI ANNA SALVIONI
Festival Franciacorta in cantina
Cantine aperte
dal 13 al 15 settembre. Un evento imperdibile per gli amanti del vino, della cultura e del buon vivere
Dal 13 al 15 settembre, si rinnova l’appuntamento con il “Festival Franciacorta in Cantina”: un evento imperdibile per gli amanti del vino, della cultura e del buon vivere. Durante quel fine settimana, le cantine franciacortine apriranno le porte ai visitatori, offrendo un’esperienza unica tra vigneti, ma anche esplorando luoghi storici immersi nella natura, partecipando a visite guidate e degustazioni tematiche, scoprendo i segreti della produzione di questo vino d’eccellenza. Il festival, giunto alla sua 14ª edizione, rappresenta un’occasione per riscoprire i luoghi dove nasce
uno dei vini più apprezzati al mondo. Il Franciacorta, con il suo metodo classico, è il frutto di una tradizione secolare che trova espressione in ogni calice. Ma non solo nel vino. Il festival è un evento che coinvolge tutto il territorio, offrendo attività davvero per tutti i gusti: agli appassionati di enogastronomia, che potranno assaporare le proposte dei ristoratori locali; agli sportivi, che avranno l’opportunità di esplorare i vigneti con trekking, tour in bicicletta o persino a cavallo; per le famiglie, sono previste, invece, iniziative ludiche e pic-nic tra i filari, garantendo un divertimento allargato, per grandi e piccini. Anche i luoghi d’interesse storico-culturale della zona, come castelli, monasteri e ville, saranno protagonisti, offrendo un’occasione unica per perdersi tra affascinanti borghi e tesori d’arte: ogni itinerario sarà un viaggio nella storia, nel paesaggio e nella tradizione di una terra ricca di bellezza. Per partecipare e trovare l’esperienza più adatta alle proprie esigenze e passioni basta consultare il sito “Festival Franciacorta in Cantina” e prenotare il percorso che meglio si adatta ai propri interessi, in base ai vari programmi offerti, ricchi di eventi e sorprese. Per ulteriori informazioni il personale del Consorzio Franciacorta è a disposizione all’indirizzo info@festivalfranciacorta. wine oppure è possibile rivolgersi telefonicamente all’Infopoint Franciacorta: 030/7254634 – 348/2394425 (solo WhatsApp) o via e-mail: infopointfranciacorta@gmail. com.
Palazzolo sull’Oglio
DI ANNA SALVIONI
Al via la Festa di Mura
Appuntamento dal 13 al 15 settembre.
Si comincia con la “Sfilata dell’Araldo”
La 32ª edizione della Festa di Mura si terrà a Palazzolo sull’Oglio dal 13 al 15 settembre. Si tratta di una sagra di quartiere molto apprezzata e attesa dagli abitanti, che celebra le tradizioni locali attraverso tre giorni di spettacoli, rievocazioni di fatti storici, concerti di musica medievale, intrattenimento e socializzazione per l’intera comunità. La festa si aprirà venerdì sera con la tradizionale “Sfilata dell’Araldo”, accompagnata dagli sbandieratori e musici di Mura, e proseguirà con spettacoli di fuoco, danze
partenza prevista alle 9. I partecipanti potranno scegliere tra due percorsi: uno di 5 km e uno di 9,6 km, entrambi in gran parte pianeggianti e su pista ciclopedonale, con incluso un breve tratto di 500 metri di sterrato, ma accessibile a tutti. Le iscrizioni si svolgeranno sul posto fino a 15 minuti prima della partenza, con una quota di 10 euro. I ragazzi fino ai 14 anni possono partecipare gratuitamente e i primi 250 iscritti riceveranno un pacco gara, mentre i premi andranno al gruppo più numeroso e ai primi
FRANCIACORTA SEBINO
tre uomini e donne classificati. Il ricavato sarà devoluto all’associazione
“Pastello Bianco”, che sostiene le famiglie con bambini affetti da disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, rendendo questa iniziativa non solo un momento di sport, ma anche di vera beneficenza. La manifestazione si concluderà alle 11.30. La sicurezza sarà garantita dagli alpini di Bornato e Cazzago. Per info: running.cazzago@gmail.com / cell. 338.4615484 – 347.4200583 –339.3216505. (a.s.)
40 anni al servizio del territorio
Per celebrare l’anniversario dei “Volontari Soccorso Cologne”, sabato 14 e domenica 15 settembre, si terrà la festa sociale aperta alla comunità
Cologne DI ANNA SALVIONI
La storia dei “Volontari Soccorso Cologne” inizia da una semplice ambulanza e da una manciata di persone volenterose di offrire con altruismo il loro servizio verso chi ne aveva più bisogno.
Operosità. Oggi, il gruppo può contare ben 40 anni di operosità per la comunità e non solo: da una disponibilità solo diurna, si è passati ad una H24 e per tutti i giorni dell’anno con molte richieste per quanto riguarda soprattutto il trasporto: dei dializzati ai vari centri specializzati, dagli anziani agli ospedali, dagli ammalati agli ambulatori per analisi e visite generali, ma anche terapie specifiche. Costante e assidua, inoltre, è stata la presenza dei
volontari durante le manifestazioni colognesi e le gare sportive organizzate sul territorio, così come il servizio dedicato alla Casa di Riposo di Cologne.
Formazione. Un occhio di riguardo è sempre stato dedicato anche alla formazione e ai corsi di aggiornamento, con l’organizzazione in sede di alcuni corsi di pronto soccorso aperti alla popolazione, ma anche la possibilità offerta ai soci di frequentarne uno di 40 ore al fine di mantenere sempre alta la preparazione e la conoscenza in materia di pronto intervento.
Crescita. Negli anni, il sodalizio si è ampliato sia a livello umano – 52 volontari attuali coordinati dal 2008 dal presidente Nicola Foglia (già vice dal 1992 al 2008) – che di mez-
folkloristiche, giochi d’altri tempi, giullari, mercenari, falconieri, maghi e cantastorie. Durante l’intero week-end, le vie si trasformeranno in un vero palcoscenico medievale, dove i partecipanti potranno anche noleggiare abiti d’epoca e prendere parte alla sfilata. Il sito ufficiale www.festadimura. it offre il programma completo e la mappa delle locande per non perdere nessuna delle delizie culinarie disponibili. Musica, cibo e bevande saranno al centro della festa, contribuendo a creare un’atmosfera conviviale e festosa.
Domenica, alle 12.30, tra le vie di Mura, si potrà gustare lo spiedo (per prenotazioni cell. 338.3035095 – 327.8470800), mentre la manifestazione si concluderà la sera con uno spettacolo pirotecnico che affascinerà tutti i partecipanti. Un appuntamento imperdibile, quindi, per chi desidera immergersi nelle tradizioni storiche e vivere un weekend all’insegna del divertimento e dell’aggregazione. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti. Per maggiori info su orari e programma è possibile visitare anche i profili social Facebook e Instagram.
zi: dalla sola ambulanza iniziale al momento della nascita del gruppo, oggi si possono contare con soddisfazione un’ambulanza, un pulmino e due macchine per il trasporto carrozzine, fino all’ultimo arrivo: una nuova macchina per trasportare carrozzine Volkswagen Caddy. Scorrendo la storia del gruppo, il 22 aprile 2001 fu sicuramente una data memorabile per l’inaugurazione della nuova e attuale sede in via dei Lavoratori, mentre il fine settimana di sabato 14 e domenica 15 settembre lo sarà altrettanto, in vista della grande festa sociale organizzata per celebrare il 40° traguardo. L’evento è aperto alla popolazione e a tutti coloro che siano desiderosi di conoscere meglio volti e impegno di chi fa del bene.
Programma. Il programma prevede per sabato 14 settembre, alle 20.30, in sede, una serata d’incontro con autorità locali e rappresentanti della Fvs, seguita dalla consegna dei riconoscimenti ai volontari più fedeli. Domenica 15 settembre, alle 10, il ritrovo in sede precederà la partenza, alle 10.30, del corteo per le vie del paese, accompagnati dalla banda di Roccafranca. Alle 11, verrà celebrata una Santa Messa presso la parrocchiale in suffragio dei defunti che hanno prestato servizio nel gruppo e, infine, la benedizione del nuovo mezzo. Alle 12.30, chiuderà la cerimonia il pranzo sociale al ristorante “Pio Nono” di Erbusco. Per ulteriori informazioni sul gruppo, ma anche per farne parte: 030/7050850 - volontaricologne@ alice.it.
UN MEZZO DEL GRUPPO “VOLONTARI SOCCORSO COLOGNE”
VALLE CAMONICA
Timo Bortolotti, “Uomo, Artista, Alpino”
La grande scultura del Cristo Re sul Colle della Maddalena di Bienno è un’opera d’arte che, dal 1931, domina il cuore della Valle Camonica, voluta per solennizzare la Conciliazione tra lo Stato del Vaticano e il Regno d’Italia attraverso i Patti Lateranensi e per onorare i caduti della Valle nella Grande Guerra. Il progetto fu affidato allo scultore camuno Timo Bortolotti, i fondi finanziari arrivarono grazie al contributo dell’intera Valle, mentre Bienno mise a disposizione l’area, i materiali, i veicoli, gli animali da traino, gli attrezzi
da lavoro e, soprattutto, le braccia operose di tanti volenterosi. Il 4 novembre 1929 iniziavano i lavori; nel gennaio del ‘30 tutto era già pronto per ricevere la gigantesca statua, che giunse da Milano in una fredda e nevosa mattinata di febbraio, accolta dalla popolazione entusiasta. Il 29 giugno 1931 iniziarono i festeggiamenti per l’inaugurazione, che proseguirono per un’intera settimana. L’opera, alta 8,50 metri, appariva non solo un’attrazione meravigliosa e innovativa per la Valle dati i tempi, ma anche come un punto di incontro tra lo Stato
Un’aula studio come “eredità”
I nove nipoti di padre Bruno Ducoli, missionario francescano, avevano chiesto al Comune di Breno come ricordarlo nel suo paese natale
L’AULA STUDIO DUCOLI
DI LINDA BRESSANELLI
Una sala studio intitolata a padre Bruno Ducoli all’interno del Palazzo degli Uffici di Breno. È stata inaugurata a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico e sarà molto apprezzata dalle centinaia di studenti che frequentano le scuole superiori della Valle Camonica, dagli universitari e da chi è alla ricerca di un luogo dove studiare o poter fare una call nel massimo silenzio.
L’idea. Dopo la morte di padre Bruno, i nove nipoti hanno chiesto al Comune di Breno come potessero ricordarlo nel suo paese natale ed è arrivata l’idea di arredare e attrezzare le aule studio, realizzate recentemente dall’Amministrazione comunale grazie a un contributo regionale
DESENZANO
BRESCIA
Via Altipiano d’Asiago, 3
Tel. 030. 3844670
Dal lunedì al venerdì
BRESCIA
Via della Volta, 18 Tel. 030. 3844880
Tutti i mercoledì pomeriggio
BRENO
Piazza degli Alpini (pal. Uffizi), 1/A
Tel. 0364. 320917
Tutti i martedì pomeriggio
CHIARI
Via Consorzio Agrario, 11
Tel. 030. 713108
Tutti i lunedì pomeriggio
DARFO
Via Lorenzetti, 15
Tel. 0364. 531506
Dal lunedì al venerdì
e la Chiesa. Per onorarla e ricordare il suo autore, domenica 8 settembre, alle 20.30, nella Chiesa del Colle della Maddalena, i Cori Vallecamonica e La Pineta assieme, con la partecipazione straordinaria dell’attore Luciano Bertoli, daranno vita ad un intenso récital dedicato alla figura di Timo Bortolotti, “Uomo, Artista, Alpino”. Si battè, infatti, sul fronte della Grande Guerra dove venne insignito anche della medaglia d’argento al Valor Militare, esperienza che gli segnerà la vita e che ne formò definitivamente il carattere forte, deci-
di 160 mila euro. La figura di padre Bruno è fortemente legata a Breno, dove tornava ogni qual volta i numerosi impegni istituzionali glielo consentivano e dove ora riposa, nella cappella dei sacerdoti del cimitero.
La biografia. Classe 1935 e ordinato sacerdote francescano nel 1961, ha fatto dello studio, della formazione, della cultura e dell’integrazione una sua ragione di vita, mettendo a disposizione e “portando in giro” il suo sapere – dato che conosceva sette lingue – a tutti i “cittadini del mondo”. Nel 1968 il trasferimento a Lovanio, in Belgio, dove si laureò in sociologia. Tra il 1969 e il 1970 insegnò nella nascente università di Mogadiscio (Somalia). Tornato a Bruxelles, insegnò per dieci anni e fondò il Centro di Azione sociale italiano per i numerosi italiani immigrati in Belgio, dando vita a quattro cooperative di produzione e inventando l’Università operaia. Appassionato di musica e teatro, in Belgio fu anche fondatore e direttore di una radio libera in italiano, spagnolo, greco e francese. Fu impegnato come coordinatore dei vari proget-
Panteghini:
“Le aule sono un doveroso e riconoscente tributo al nostro illustre concittadino”
Via Padre Bevilacqua, 8
Tel. 030. 9914615
Tutti i martedì pomeriggio
EDOLO
Viale Derna, 50 Tel. 0364. 73015
Tutti i giovedì pomeriggio
GARDONE VAL TROMPIA
Via Matteotti, 251 - Tel. 030. 8911943
Primo e terzo martedì del mesepomeriggio
ISEO
Via Pusterla, 14
Tel. 030. 9821537
Tutti i venerdì pomeriggio
MANERBIO
Piazza Battisti, 11
Tel. 030. 9381489
Tutti i mercoledì pomeriggio
so, tenace e costante. A lui gli Alpini di Angolo Terme hanno dedicato il Gruppo, in omaggio al suo forte attaccamento a Capo di Lago, dove visse estati serene e lasciò molte opere intimistiche, da buon padre e da sincero cittadino. Il récital di Bienno vuole essere un omaggio a quello che oggi è il simbolo storico-artistico per eccellenza della Valle Camonica, che Timo Bortolotti realizzò nella piena consapevolezza della pace di quei giorni e della missione che Stato e Chiesa intendevano svolgere in tutta Italia. (Davide Alessi)
ti europei legati all’immigrazione e, nel 2000, gli viene riconosciuta la nomina a Cavaliere dal Presidente della Repubblica italiana e dal Re del Belgio. Tornato in Italia, ha fondato a Gargnano il “Centre européen de rencontre et ressourcement”, che ha diretto fino alla fine del 2020.
L’inaugurazione. “Le aule sono un doveroso e riconoscente tributo al nostro illustre concittadino” ha commentato il sindaco Alessandro Panteghini all’inaugurazione, avvenuta il 28 agosto, alla quale sono intervenuti anche Roberto Pozzo, amico di Padre Bruno che condivise con lui i progetti europei e il periodo di Gargnano, tracciando un profilo dettagliato dell’amico francescano brenese, e mons. Tino Clementi, che ha invitato a studiare la figura di padre Bruno, persona dalla cultura e sensibilità unici. Quella cultura che ora le nuove generazioni potranno coltivare nei nuovi e confortevoli spazi a lui dedicati: due ampi locali, con scrivanie e poltrone, e alcune salette più piccole per gruppi di lavoro e riunioni, dotati anche di schermi digitali e connessione wi-fi. I locali saranno aperti al pubblico a breve e vi si potrà accedere di giorno e di sera fino a tardi in totale libertà attraverso un badge o un codice che andrà richiesto in Comune. A benedire i locali, il parroco di Breno, don Mario Bonomi.
MONTICHIARI
Via Paolo VI, 44
Tel. 030. 9981109
Tutti i venerdì pomeriggio
ORZINUOVI
Via Zanardelli, 47
Tel. 030. 9941767
Tutti i giovedì pomeriggio
SALÒ
Via Trieste, 13
Tel. 0365. 520252
2°-3°-4° giovedì del mese pomeriggio
VOBARNO
Piazza della Pace, 27
Tel. 0365. 599877
1° giovedì del mese pomeriggio
Breno
Strada dei Vini e dei Sapori del Garda
Cristiano Malinverni è il nuovo Presidente
Passaggio di testimone alla guida della Strada dei Vini e dei Sapori del Garda. L’Assemblea dei Soci ha provveduto alla nomina del nuovo Presidente e del Consiglio di Amministrazione. Dopo sei anni di incarico svolto a promuovere e valorizzare le eccellenze del territorio, Francesco Averoldi lascia l’incarico a Cristiano Malinverni, direttore dell’Hotel Nazionale di Desenzano del Garda e consigliere della Strada da diversi anni. I due vice presidenti sono lo stesso Averoldi e Paolo Venturini. “La mia partecipazione come consigliere
alle attività della Strada in questi anni – dichiara il neo presidente – mi ha permesso di comprendere l’importanza di collaborare con le aziende agricole per salvaguardare il territorio e promuovere il turismo. Un legame diretto ci unisce quotidianamente, soprattutto grazie alla qualità dei prodotti locali, che rappresentano un valore aggiunto per i turisti. Ritengo fondamentale promuovere e consumare prodotti a km zero, poiché i visitatori sono i primi a beneficiare della qualità dei nostri vini, oli, formaggi e altro ancora. Queste
GARDA VALSABBIA
scelte ci orientano verso un turismo ‘lento’, caratterizzato da esperienze autentiche e dalla scoperta di prodotti e luoghi”. Attraverso il centinaio di associati, selezionati mediante un rigido protocollo qualitativo, la Strada offre un efficace strumento alternativo di conoscenza del territorio dato dal nuovo modo di gustare la tipicità del Garda Bresciano. Tipicità che si legge nei luoghi e nei paesaggi, negli abitanti e nei dialetti, ma soprattutto nel momento in cui la tradizione viene proposta a tavola.
Un nuovo faro illumina la vita
Come saper rispondere a una difficoltà, coinvolgendo più realtà. Sabato 7 settembre, a San Vito di Bedizzole, aprono ufficialmente le porte della Comunità Socio-sanitaria “Il faro”, una soluzione residenziale, temporanea o permanente, per adulti con disabilità di grado medio-lieve che necessitano di un ambiente strutturato di vita. L’idea di una Css nasce dall’Associazione “Il Faro”, una associazione nata nel 2000 su spinta di famiglie con persone con disabilità del territorio di Bedizzole, che, con il passare degli anni. inizia a pensare al futuro di queste persone. Il sogno, dunque, inizia a concretizzarsi quando il Comune di Bedizzole concede un terreno in diritto di superficie all’Associazione, la quale dà formalmente il via ai lavori. Il progetto, molto ambizioso, riscontra, tuttavia, alcune difficoltà strutturali ed economiche, che segnano una battuta di arresto.
Capacità di fare rete. Le sinergie con la cooperativa nascono proprio da queste problematiche: la presidente dell’Associazione “Il Faro” si
La cooperativa “La Sorgente” gestisce una soluzione residenziale, temporanea o permanente, per adulti con disabilità di grado medio-lieve
Si concretizza, con l’inaugurazione ufficiale, l’idea di alcune famiglie con persone con disabilità
rivolge a “La Sorgente” e, insieme, portano a compimento il sogno delle famiglie dell’Associazione. La cooperativa “La Sorgente” è, dunque, l’ente gestore e, dal mese di agosto 2024, è anche titolare delle autorizzazioni al funzionamento e accreditamento della Css, che appartiene alla rete delle unità di offerta sociosanitaria di Regione Lombardia. Un ruolo chiave lo ha avuto l’attenzione al tema della disabilità dimostrato dalle Amministrazioni che si sono succedute negli anni a Bedizzole, le quali hanno fortemente sostenuto la realizzazione di questo progetto, sia a livello economico che a livello sociale, valorizzando l’impegno della Associazione e mettendo in campo progetti volti all’autonomia e all’inclusione, sempre mediante azioni concrete e servizi puntuali.
Comunità Socio Sanitaria. La Css “Il Faro” è una struttura residenziale con sede a Bedizzole e dispone di 10 posti letto accreditati. La struttura
si compone di cinque stanze doppie con bagno riservato e bagno centrale assistito, cucina, lavanderia, ufficio, magazzino, ampio salone e un vasto giardino che circonda i 350 metri quadrati della struttura.
Modello di convivenza copmunitaria. “Il Faro” rappresenta un modello di convivenza comunitaria sostitutiva del nucleo familiare, costituito per rispondere alle necessità della persona adulta con disabilità, nel rispetto della sua singolarità. L’organizzazione comunitaria si caratterizza per il clima di relazioni che deve saper produrre al suo interno e per la promozione dell’integrazione sociale, attraverso l’approccio dei rapporti stabiliti con le realtà del territorio. Attiva 7 giorni su 7 e per 12 mesi l’anno, la comunità è intesa come luogo dove trovare la propria dimensione privata, rinforzare l’autonomia, apprendere nuove abilità e ottimizzare le risorse personali.
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Bedizzole DI PINO RAGNI
DIOCESI DI BRESCIA
Ufficio per gli Oratori, i Giovani e le Vocazioni
Ufficio per la Catechesi
Intervista DI GIGLIOLA ALFARO
Si è svolta dal 26 al 29 agosto, nella arcidiocesi di Modena-Nonantola, la 74ª Settimana liturgica nazionale sul tema “Nella liturgia la vera preghiera della Chiesa. Popolo di Dio e ars celebrandi. ‘Il frutto di labbra che confessano il suo nome’ (Eb 13,15)”. Papa Francesco ha indicato alcune priorità concrete: “riscoprire la coralità della preghiera liturgica”, “il rapporto con il canto sacro”, “il silenzio a cui ci educa la liturgia”, “la promozione della ministerialità liturgica”. A mons. Claudio Maniago, presidente del Centro azione liturgica (Cal) e arcivescovo di CatanzaroSquillace, abbiamo chiesto un bilancio della Settimana.
Eccellenza com’è andata la Settimana 2024?
La Settimana liturgica ha sempre una preoccupazione e una finalità eminentemente pastorale di offrire un aiuto a chi vive la vita della Chiesa, quindi a chi vive nella pastorale, perché possa essere sempre più consapevole della grande importanza che riveste la liturgia nell’ambito dell’esperienza cristiana, soprattutto per come ci è stata consegnata dalla riforma voluta dal Concilio Vaticano II.
Rispetto alla priorità indicate dal Papa nel messaggio per la Settimana liturgica 2024, in Italia a che punto siamo?
La riforma è partita: ha già prodotto e sta producendo tanti frutti positivi nelle nostre comunità. In tantissimi casi le nostre celebrazioni sono coinvolgenti e mettono davvero i fedeli nella condizione di incontrare il Signore, che è lo scopo fondamentale del nostro culto. La liturgia è anche un cantiere aperto, nel senso
Meeting Brescia 2024
Il contributo della fede oggi
Appuntamento dal 14 al 15 settembre con il “Meeting Brescia – Il contributo della fede oggi”, promosso dall’associazione “Il Raggio”. La rassegna prende il via il 14 alle 11, in piazza Paolo VI, con l’apertura degli stand “Scuole di carità” e l’inaugurazione della mostra sulla vita di don Luigi Giussani. Alle 16, nel cortile del Broletto, è previsto l’incontro dal titolo “lavoro, educazione, società: la fede ha ancora qualcosa da dire?”. Intervengono don Carlo Tartari, Vicario per la pastorale e i laici, Simona Carobene, direttrice Nuovo Cortile, Gianluigi De
Silvi, direttore Educo, e Marco Nicolai (nella foto), partner GFinance. Modera Luca Luzzani, responsabile di CL Si prosegue alle 18, sempre nel cortile del Broletto, con l’incontro “Avere a cuore la pace, oggi”. Intervengono la sindaca Laura Castelletti, il senatore Adriano Paroli, e Lali Liparteliani, ong Ucraina Emmaus. Alle 19.30 spazio allo spiedo preparato dagli Alpini di Borgosatollo. Alle 21, nella medesima location, andrà in scena lo spettacolo “I Tipi G”, percorso musicale attraverso canzoni e prose di Giorgio Gaber. Domenica 15 settem-
bre, alle 10 in Duomo, verrà celebrata la S.Messa. Alle 11 verrà riaperta dedicata a don Giussani. Alle 17, nel cortile del Broletto, è in programma l’incontro “Libertà e intelligenza artificiale” con Matteo Olivato, phD in Machine learning, UniBs, e Roberto Pagani, ad SymbrAln. Alle 18.30 tempo di aperitivo. La rassegna si chiude alle 20, nel cortile del Broletto, con Sunset Limited, studio teatrale tratto da Cormack McCarthy. La regia è affidata a Paolo Bignamini. L’evento si svolge in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano.
CHIESA
A fine agosto si è svolta a Modena la 74ª Settimana liturgica nazionale sul tema “Nella liturgia la vera preghiera della Chiesa. Popolo di Dio e ars celebrandi”
Dalla riforma liturgica
già tanti frutti positivi
che quella che è stata la grossa luce che si è accesa, con il magistero del Concilio Vaticano II e con la riforma conseguente, deve essere ancora assorbita, di più, metabolizzata, fatta diventare vita. In particolare il Papa – e questo ci ha colpito positivamente per l’attenzione con cui lui stesso guarda alla liturgia e quindi al
celebrare delle nostre comunità – ha toccato dei tratti sensibili in cui c’è ancora evidentemente da crescere, da acquisire ancora maggiore consapevolezza. Basti pensare solo al silenzio che troppo spesso anche noi nelle nostre celebrazioni cerchiamo di evitare, come se fosse un tempo vuoto. Il silenzio, invece, è un trat-
to della liturgia, ci sono momenti in cui bisogna stare zitti, in un silenzio vero, neanche coperto da alcun tipo di sottofondo musicale o da qualche didascalia. Il silenzio è importante perché quanto si sta celebrando possa in qualche modo risuonare e penetrare nel nostro cuore e diventare vita. Per il silenzio l’esperien-
za cristiana va ben oltre la liturgia: pensiamo ai grandi mistici, ai grandi uomini e donne di fede, che ci insegnano che è nel silenzio l’incontro con il Signore. È Lui che riempie questo silenzio, il silenzio non è un vuoto di cui avere paura, al contrario è quello spazio dove davvero si rende presente il Signore.
Suor Maria De Coppi, la missionaria che difendeva la dignità umana
Il 6 settembre 2022 veniva uccisa. La sua storia nel libro (edizioni Messaggero) di padre Giancarlo Paris e di Donata Pacini
Il 6 settembre 2022 veniva uccisa suor Maria De Coppi, comboniana, missionaria in Mozambico dal 1963. Originaria del Veneto (Santa Maria di Piave) sentiì la chiamata, quando ancora ragazza, partecipò ad un incontro dove un missionario comboniano aveva tenuto una testimonianza sulla sua esperienza in Africa. Maria sentì che quelle parole la riguardavano, la interpellavano. Diverse volte sopravvisse ad alcuni attentati terroristici ma, nonostante l’età (83 anni), i pericoli e gli acciacchi, aveva deciso di rimanere tra la sua gente. L’obbedienza la portò
anche Brescia prima come maestra delle novizie e poi come superiora della comunità del noviziato. Aveva accettato lo spostamento per sottoporsi alle cure agli occhi stanchi e affaticati. Erano gli anni 2000-2005. Quasi ogni pomeriggio si recava alla chiesa di San Francesco dove i frati la ricordano seduta e assorta in preghiera sui banchi a metà Chiesa, verso la porticina che sa sul chiostro. Una presenza discreta ed umile, mai una parola di troppo, un cenno di saluto se qualcuno le passava accanto. Erano ore di preghiera, di silenzio, di intercessione
per il popolo africano. Le novizie la ricordano per la sua forza e la sua simpatia: aveva organizzato un orto nel noviziato, arte che aveva imparato dalla mamma in famiglia. Perché è importante ricordarla? Suor Maria aveva capito che se voleva migliorare le condizioni di vita nei villaggi del Mozambico, doveva iniziare dalle donne che fino ad allora (anni ’70) non potevano studiare, erano costrette a matrimoni combinati, a generare figli e a lavorare come schiave, senza diritto di parola né in casa né nel Villaggio. Seduta nel cortile le incontrava, parlava della dignità che avevano come figlie di Dio e attraverso queste conversazioni riuscì a creare alcuni gruppi. Alcune di queste ragazze divennero infermiere, insegnanti e cominciarono oltre che a determinare il proprio futuro, ad
avere una posizione importante dentro la vita sociale. Gli uomini accettarono. La società cambiò lentamente e questa esperienza la portò in ogni zona dove l’obbedienza la chiamava: Chipene, Alua, Nampula. Nel mese di settembre del 2022 i terroristi si erano sempre più avvicinati al suo Convento: riuscì a convincere una consorella a portare le ragazze ospiti in salvo nella foresta; chiamò una nipote al telefono, anch’essa missionaria comboniana. Furono le sue ultime parole: chiedeva preghiere, aveva paura. La uccisero con un colpo di fucile. Portarono il suo corpo nel cortile per evitare che venisse bruciato dall’incendio. Trascinandolo le braccia si apersero e suor Maria si trovò nella posizione di Gesù Crocifisso. Questa è la sua testimonianza: una del popolo, per il popolo, nel nome di Gesù.
Il ricordo DI GIANCARLO PARIS
Brescia La Santa Croce
La Compagnia dei Custodi delle Sante Croci e l’associazione culturale “Massolini” organizzano iniziative di carattere culturale e spirituale per la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Sabato 7 settembre, in San Faustino in Riposo, alle 8.30 le lodi e alle 17 i vespri. Venerdì 13 settembre, in Duomo Vecchio, alle 20.30 il concerto in onore della Santa Croce a cura dell’Istituto “Magnificat” della Custodia di Terra Santa. Sabato 14 settembre, dalle 9 alle 18.30, l’esposizione del Tesoro; alle 18.30 la Messa presieduta dal card. Cantoni.
Libreria Paoline Settembre: un mese di presentazioni
Con il libro scritto da don Luca Montini “Cronache di un pellegrino”, martedì 10 settembre alle 18 iniziano gli incontri promossi dalla Libreria Paoline. Se il 10 l’appuntamento è in via Gabriele Rosa, giovedì 12 settembre alle 20.30 presso il Complesso di San Cristo viene presentato il libro di don Bruno Bignami “Dare un’anima alla politica”; oltre all’autore, intervengono Maria Pia Garavaglia e Roberto Rossini. Martedì 17 dicembre alle 18, presso la Libreria Paoline, Alberto
Giannini e Francesco Tommasoni presentano il libro di mons. Giacomo Canobbio “Il destino dell’anima”. Mercoledì 18 settembre alle 18 in Libreria “Comunicare l’anima” di Luisa Peli con la partecipazione di don Gianluca Mangeri. Sabato 21 settembre alle 10 “Non mi arrendo. Esercizi di coraggio con il profeta Elia” (nella foto), il volume di Gaetano Piccolo con Roberto Magni, suor Veronica Bernasconi ed Elena Bissolati. Martedì 24 settembre alle 18 presso i Missionari Comboniani
Marco Trabucchi presenta il suo libro “Daranno ancora frutti” con Anna Della Moretta e suor Grazia Paris. Infine, giovedì 26 dicembre alle 18, presso la Libreria Paoline, Andrea Grillo illustra il suo volume “Senza impedimenti. Le donne e il ministero ordinato” con madre Eliana Zanoletti e Alberto Dal Maso. Una delle questioni scottanti per la Chiesa cattolica, in vista della seconda assemblea del Sinodo dei vescovi (ottobre 2024), è quella dell’accesso delle donne al ministero ordinato.
Cronache di un pellegrino in bici
Martedì 10 settembre alle 18 presso la Libreria Paoline sarà presentato l’ultimo libro
di don Luca Montini. Leggi un estratto
Sedici tappe da Brescia a Santiago passando per Lourdes per ringraziare Dio del grande dono ricevuto con il sacerdozio
Testimonianza
DI LUCA MONTINI
Due luglio, sei di mattina. Caffè, un paio di brioches, e via con la prima pedalata. Direzione: Vercelli. La prima di sedici tappe da Brescia a Santiago, passando per Lourdes. Il motivo del pellegrinaggio? Ho rice-
vuto un dono grande. Così grande, che non sono certo di aver capito fino in fondo di cosa si tratti. Dio mi ha donato di essere suo sacerdote. Sono andato in pellegrinaggio per chiedere a Dio di rendermi più consapevole del dono che mi ha fatto. La domanda che mi ha messo in cammino, in fondo, è la stessa di quella di tanti altri pellegrini che avrei incontrato: chi sono io?
La missione in Kenya. Sembra ieri, eppure sono già passati sei anni da quel 2 luglio. Anni intensi, vissuti soprattutto in Kenya, come missionario. Pochi mesi dopo il ritorno da Santiago ho iniziato a occuparmi con alcuni amici africani dei poveri malati nella periferia di Nairobi. È nato così il St. Joseph Hospital. Ogni settimana ci sedevamo intorno a un tavolo e ragionavamo sul lavoro fatto e le sfide che ci attendevano. L’ordine del giorno era sempre lo stesso: se Gesù in persona entrasse oggi in ospedale, come vorremmo prenderci cura di lui? Se Gesù avesse il mal di pancia, o un osso fratturato, o fosse incinta, quanto vorremmo che aspettasse per una visita? Con quale attenzione lo visiteremmo, con quanto tatto gli comunicheremmo la diagnosi? Gli somministreremmo medicine anche se non potesse pagare? Ci facevamo queste domande, e le risposte diventavano la misura con cui stare di fronte ai pazienti che il Signore ci mandava. Perché Gesù stesso l’ha
detto: chi si prende cura di un malato si prende cura di lui. La cosa più incredibile è che funzionava! Non avevamo mai una lira, ma nemmeno debiti; stanchi sì, ma grati di essere chiamati a servire. E i numeri crescevano, esponenzialmente.
L’incidente . Un giorno abbiamo deciso di trasformare una vecchia Jeep in ambulanza. Ho trovato una bella officina, a un’ottantina di chilometri da Nairobi. Due mesi dopo sono andato a controllare come procedevano i lavori. Ero in moto.
IL CAMMINO DI SANTIAGO
Un’auto è sbucata dal nulla, mi sono trovato a terra… Ho subito nove operazioni in Kenya e due a Brescia. L’ultima è stata l’amputazione della gamba sinistra.
Il diario. Alcuni mesi fa, come ormai capita di tanto in tanto, ho dovuto passare alcuni giorni di riposo. Non c’è nulla di più difficile per me.
Di solito entro in una sorta di parentesi atemporale, una noia asfissiante che cerco di sedare a colpi di Netflix, Prime, Dazn... Quella volta è stato diverso. Mi è capitato tra le mani il diario del pellegrinaggio a Santiago. L’ho letto. Ho pianto. E mi sono chiesto: “Cosa resta, oggi, di un’esperienza che (probabilmente) non potrò più fare? È solo il ricordo di qualcosa definitivamente relegato in un passato felice che un’incidente mi ha tolto per sempre?”. Ho riletto e riscritto tutto. E poi ancora, e ancora. E mi sono accorto di ciò che resta. Resta la gratitudine per alcune persone incontrare durante il Cammino.
L’essenziale resta. Resta la verità di alcune intuizioni che avevo annotato e che alla luce di quanto mi è accaduto prendono forma nuova, forse più drammatica ma anche più intensa. Resta la gioia per quello che Dio mi ha dato da vivere – e la trepidazione per ciò che ancora mi aspetta. L’essenziale resta.
Il cammino. Il Cammino di Santiago è il cammino verso sé stessi. O almeno, così è stato per me – e per decine di persone che ho incontrato per strada. Un’esperienza religiosa nel senso vero del termine: rapporto sincero, franco, nudo con quel Mistero per cui (senza averlo deciso) ci troviamo al mondo. E se un motivo c’è, vale la pena di mettersi in cammino per scoprirlo.
Al via un corso sulla tutela dei minori e delle persone vulnerabili
Da lunedì 7 ottobre iniziano gli incontri. Molteplici i destinatari: dagli operatori pastorali agli insegnanti di religione
Da tempo la Chiesa è in prima linea nell’affrontare con coraggio la delicata questione della tutela dei minori e delle persone vulnerabili, anche attraverso molteplici iniziative di prevenzione, per rendere efficace l’annuncio del Vangelo. Lo Studio Teologico Paolo VI con il patrocinio del Vicariato per la Pastorale e i Laici, del Servizio diocesano Tutela Minori della Diocesi di Brescia e del Servizio nazionale per la tutela dei minori della Cei propone un corso introduttivo sulla tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Il corso è valido per la formazione specifica degli insegnanti di religione
cattolica richiesta dall’Ufficio per la Scuola della Diocesi (12 ore). Chi sono i destinatari? Tutti gli operatori pastorali che nello svolgimento della loro missione entrano in contatto con minori e persone vulnerabili. Gli obiettivi sono: comprendere che cosa si intende per abuso e quali dinamiche coinvolge; offrire nozioni e buone prassi per un’azione pastorale capace di cura e tutela; favorire la costruzione di una mentalità della prevenzione per tutti coloro che, all’interno dell’azione pastorale, operano a contatto con i minori; far conoscere la situazione passata e presente della Chiesa in
tale ambito; illustrare gli aspetti pedagogici, psichici, psicologici, canonici e penali correlati al tema; permettere una prospettiva spirituale e pastorale sulla cura e sulla tutela; incrementare il servizio dello Studio Teologico alla pa-
storale diocesana. Gli incontri (otto tra ottobre e novembre) si terranno presso la sede dello Studio Teologico Paolo VI, a Brescia, in via Bollani 20 dalle 17 alle 18.30. Sarà possibile partecipare in presenza o anche online. La quota di partecipazione è di 40 euro (20, invece, per i docenti dello Studio Teologico –Istituto Superiore Scienze Religiose di Brescia e 10 euro per gli studenti dello Studio Teologico–Istituto Superiore Scienze Religiose di Brescia). Per informazioni, contattare la Segreteria dello Studio Teologico (392.8995494, segreteria@teologiabrescia.it). Il primo appuntamento è lunedì 7 ottobre con don Gottfried Ugolini della Diocesi di Bolzano su “Identità e diffusione del fenomeno degli abusi. Introduzione alla tematica: abuso spirituale, di coscienza, di potere, sessuale. Sguardo sulla consistenza e la diffusione del fenomeno nella società e nella Chiesa”.
Lunedì 14 ottobre si parlerà con il dott. Giovanni Battista Tura di “Elementi psichici e psichiatrici dell’abuso e dinamiche che esso coinvolge”. “L’ordinamento civile e penale: normativa” è il titolo dell’approfondimento di lunedì 21 ottobre con l’avvocato Arianna Dutto. Lunedì 28 ottobre il procuratore Giuliana Tondina e il presidente del Tribunale dei Minorenni, Cristina Maggia, spiegheranno “L’ordinamento civile e penale: iter giudiziario”. Lunedì 4 novembre ci si concentrerà sull’ordinamento canonico, sui Progetti di prevenzione e buone prassi spirituali, pedagogiche e pastorali, su internet e la tutela dei minori, e, infine, sul funzionamento del centro d’Ascolto e la procedura diocesana con Adele Ferrari, psicologa e responsabile del primo ascolto del Servizio Diocesano Tutela Minori. Modulo di iscrizione on-line sul sito www.teologiabrescia.it.
Brescia DI PINO RAGNI
VOLUME DI DON LUCA MONTINI
L’Associazione Nazionale
Famiglie Numerose ha festeggiato 20 anni di presenza Brescia, 1 settembre 2024
“Incantiamo il mondo”, il concerto dedicato
alla memoria di San Paolo VI Chiesa del Carmine, 31 agosto 2024
La visita del Vescovo nel
centenario dell’incoronazione
della statua della Madonna Monte Isola, 30 agosto 2024
L’edizione 2024 de Il Portico promossa dal Centro culturale
Pier Giorgio Frassati Mater Divinae Gratiae, 29 agosto 2024
GUARDA
Agenda del Vescovo
Venerdì 6 settembre
Ore 17.30 - Castel Mella - Messa alla Madonnina del Boschetto.
Ore 20.15 - Brescia - Processione mariana dalla Cattedrale alle Grazie. Domenica 8 settembre
Ore 10.30 - Cividate Camuno - Messa per la Settimana Toviniana.
Ore 18 - Brescia - Messa alle Grazie.
Lunedì 9 settembre
Ore 9.30 - Gavardo - Apertura del Capitolo delle Umili Serve del Signore. Dal 9 all’11 settembre Montecastello - Incontro Vicari Zonali
Brescia
DI ALBERTO TORTELLI
Ricorre l’ottavo centenario dell’impressione delle stimmate di San Francesco. La memoria di questo evento, nella famiglia francescana, fa seguito a quella dell’approvazione della Regola bollata (29 novembre 1223) e alla realizzazione, da parte di Francesco, del primo presepe, a Greccio. Un susseguirsi di anniversari che si concluderanno nel 2026, ricordando gli otto secoli dalla morte del patrono d’Italia. È il 17 settembre 1224 quando il Poverello d’Assisi, mentre si trova sull’amato monte de La Verna (Toscana) viene segnato nel corpo dalle stesse piaghe del crocifisso: al costato e alle mani e ai piedi compaiono le stimmate della Passione. Francesco era giunto da alcuni giorni in quel luogo sperduto fra le foreste del Casentino, ricercando pace e conforto ad un cuore profondamente ferito. Sta, infatti, attraversando un tempo alquanto difficile e sofferto, tormentato dal dubbio atroce di avere sbagliato tutto nella sua vita. Dopo un’intera esistenza guidata e spesa per il Vangelo “sine glossa”, ecco che un senso di fallimento e di inutilità lo aggredisce e dilania: la missione di pace che aveva tentato di realizzare in Terra Santa, infatti, non aveva avuto buon esito e cristiani e musulmani erano tornati a farsi la guerra; si ritrovava poi messo da parte dagli stessi suoi frati e esautorato dalla guida dell’Ordine mentre la Regola da lui scritta veniva rifiutata e contestata; infine, era alquanto provato anche nel corpo, quasi cieco e afflitto da dolorose malattie. Ma soprattutto è Gesù ad apparirgli lontano e distante, sordo al suo grido di angoscia: lo spirito perso in una notte oscura. “Chi sono io? E chi sei Tu?” è la domanda,
Dal 19 settembre
“I Passi della Fede”: la progettazione
Inizia la progettazione “I Passi della Fede” per i referenti dei catechisti sulla proposta di Iniziazione Cristiana per bambini, ragazze e ragazzi della Diocesi di Brescia. Il percorso è dedicato ai presbiteri
Ordinario Nomina
L’Ordinario diocesano annuncia il seguente provvedimento:
La nomina (anche) a membro del CdA dell’Opera Diocesana Venerabile
Alessandro Luzzago – ODAL e ad assistente Ecclesiastico dell’Associazione “Boni Cives Veritatis Fiunt et Caritate” presso il Convitto San Giorgio del reverendo presbitero
Roberto Ferrari
Corticelle Pieve della Formigola in festa
Venerdì 6 settembre alle 21, presso la Pieve della Formigola a Corticelle Pieve, con la regia e la voce narrante di Roberto Capo, la soprano Chiara Bertolotti e il maestro Nicola Ziliani al contrabbasso, sarà possibile assistere, con ingresso gratuito, alla prima giornata di eventi organizzati dall’associazione “Amici della Pieve” e dall’Unità Pastorale S. Maria Nascente, in occasione della festa della Natività della Beata Vergine. Il fatto miracoloso è raccontato attraverso gli atti dell’inquisizione
– Corticelle 1625. Il programma prosegue sabato 7 con la recita del Rosario e la Messa prefestiva alle 16.30 e prosegue alle 21 con il concerto “Duo d’arpa Davidsharfen – cinque arpe al tempo di Bach – all’arpa Mara Galassi e Flora Papadopulos, in collaborazione con la fondazione Castello di Padernello ETS e l’associazione Musica d’Arpa. Il costo di ingresso è 10 euro. Domenica 8, alle 9.30, il Rosario e la Messa con l’unzione degli ammalati. Alle 16.30 la recita del Rosario e la Santa Messa.
Chi sono
io?
E chi sei Tu?
È il 17 settembre 1224 quando Francesco, mentre si trova sull’amato monte de La Verna, viene segnato nel corpo dalle stesse piaghe del crocifisso
il grido interiore che lo accompagna nella ricerca di una rinnovata esperienza intima con Dio. Francesco chiede a Cristo di poter “sperimentare sulla sua carne” un poco di quei patimenti che Egli aveva sofferto per noi. E Gesù realizzerà il suo desiderio. Il Poverello riceve l’apparizione di un serafino alato, che lo “ferisce” con i segni potenti
e ai catechisti referenti per l’unità pastorale o la parrocchia (1 referente per l’equipe battesimale, 1 referente per i passi di compimento, 1 referente per i passi per i genitori) e intende sostenere la progettazione locale del nuovo percorso di Iniziazione Cristiana. La struttura del percorso è la seguente: nel primo incontro si prova a condividere il senso dell’Iniziazione Cristiana e a creare
dell’Amore. Sul monte de La Verna, Francesco vive in fondo il suo Getsemani, la sua passione e la sua Pasqua. Qui si trova a dover accettare, infatti, l’ultima obbedienza, l’ultima spogliazione, la croce più dolorosa e costosa, vale a dire: la morte di sé radicale, con la rinuncia ad ogni suo progetto o sogno o aspettativa per ritrovare solo e unicamente in
le coordinate per un progetto locale; nel secondo incontro “dagli obiettivi al percorso: la progettazione dei singoli passi”; il terzo prevede la “condivisione dei percorsi e l’approfondimento sugli strumenti”. Gli incontri si svolgono sul territorio. Si parte da Lumezzane giovedì 19 settembre, mercoledì 30 ottobre e giovedì 28 novembre. In città, a Brescia all’oratorio del Beato Palazzolo, il 1° ottobre, il 22 ottobre e il 26 novembre 2024. Nella Bassa, all’oratorio di Manerbio, il 26 settembre, il 24 ottobre e il 28 novembre. In Valcamonica, all’Eremo di Bienno, il 3 ottobre, il 29 ottobre e il 3 dicembre. L’oratorio di Vobarno ospita le tre date il 24 settembre, il 17 ottobre e il 21 novembre. Gli incontri si terranno nelle sedi indicate dalle 20.30 alle ore 22.15. È necessaria l’iscrizione. Per maggiori informazioni: catechesi@diocesi. brescia.it, 030. 37 22 245
Cividate Camuno
Settimana Toviniana
Dall’8 al 15 settembre la parrocchia di Cividate Camuno è in festa per i beati Giuseppe e Mosè Tovini con una settimana di preghiera. Le celebrazioni iniziano domenica 8 alle 10.15 con la processione con le reliquie dei due Beati e la Messa presieduta dal vescovo Pierantonio. Martedì 10 alle 20.30 è prevista una serata su “L’impegno nell’attività giornalistica/editoriale di informazione e formazione”. Domenica 15 alle 11.45 la consegna del Premio civico Giuseppe Tovini.
rizzarlo in modo totale e definitivo come vero seguace e amante del Cristo. Non a caso la Liturgia della Festa delle Stimmate applica a lui le parole di S. Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me… difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (Gal 2,20; 6,17). Era salito sul monte de La Verna portando nel cuore una domanda sofferta (“Chi sono io? Chi sei Tu?”), ne discende con una risposta che si fa canto e preghiera con le parole appassionate di un innamorato: “Tu sei Santo; Tu sei forte, grande; Tu sei bellezza; Tu sei gaudio e letizia; Tu sei mansuetudine, umiltà, pazienza; Tu sei tutta la nostra dolcezza…”. Sono le “Lodi di Dio Altissimo”, un inno che egli qui compone vibrante d’amore per il suo Dio e Signore. L’esperienza bruciante di Francesco si fa carico anche per ciascuno di noi di un messaggio di speranza e certezza di vita nuova oltre ogni dolore, sofferenza, guerra o divisione. Come la Passione preannuncia la Pasqua e la vittoria del Risorto su ogni morte, così le stimmate del Poverello dicono l’impronta e la presenza fedele dell’Amato anche in quel suo passaggio di vita tanto tragico e tormentato. Ugualmente le nostre ferite: se toccate e attraversate dal Cristo, diventano varchi e “feritoie d’amore”, possono trasformarsi in passaggi luminosi di benedizione, di conforto e di pace.
Gesù Crocifisso, il senso di tutta la sua vita. È un passaggio drammatico, ma che lo renderà finalmente libero da ogni aspettativa, da ogni paura; un uomo nuovo, ormai pienamente e totalmente identificato con il Signore Gesù. Al termine di quel cammino scarnificante, giunge a Francesco la risposta ai propri dubbi: solo la croce poteva caratte-
Rezzato
Venezuela, impegno e missione
Sabato 21 settembre, alle 15.45 presso l’oratorio di San Carlo a Rezzato, grazie all’impegno dell’Unità pastorale “Sale della terra”, della Commissione di pastorale missionaria e del gruppo “Amigos” di padre Damiano, è stato organizzato l’incontro “Venezuela, fra luci e ombre, testimonianze di impegno solidale e missione”. Il programma: alle 16 la preghiera e la riflessione introduttiva; alle 16.15 la volontaria bresciana Marilena Valvano, da 31 anni in Venezuela, presenta l’esperienza di animazione sociale e sanitaria nella località di Pozo Verde (San Felix) che ha ricevuto il riconoscimento da parte di “Cuore Amico”; alle 17, Delia Salvadori, descrive il progetto di formazione e animazione delle comunità indigene di San Miguel de Betania che danno continuità
Il programma delle celebrazioni Martedì 17 settembre, festa dell’Impressione delle Stimmate, presso la chiesa di san Francesco a Brescia sono previste le Messe alle 7, alle 9 e alle 10; alle 7.30 le lodi e l’ufficio delle letture, alle 12 l’ora media in chiesa all’altare del crocifisso; alle 18 i Vespri; alle 18.30 la Messa e alle 20.45 la Veglia di preghiera.
all’opera missionaria di don Adriano Salvadori (1954−2014, nella foto); alle 17.45 Maria Grazia Fusi illustra il progetto di accoglienza dei profughi venezuelani in Colombia a suo tempo sostenuto dal gruppo missionario “Aiutiamoli a vivere” di Bulciago; alle 18, la Messa presso la chiesa di San Carlo e alle 19.30 la cena solidale nei locali dell’oratorio al costo di 15 euro con estrazione a premi finale. Il ricavato sarà destinato al sostegno dei progetti presentati. Per la cena è necessaria la conferma entro lunedì 16 settembre chiamando il 3339507520.
SAN FRANCESCO RICEVE LE STIMMATE, BARTOLOMEO DI GIOVANNI (XVI SECOLO)
Brevi DI PINO RAGNI
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava
correttamente (MARCO 7, 36)
Nel silenzio il Signore lavora
Il Vangelo della domenica A CURA DELLE CLARISSE CAPPUCCINE, MONASTERO
“Si schiuderanno gli orecchi dei sordi… griderà di gioia la lingua del muto” (Is 35,5.6). Il messaggio del profeta Isaia, che la liturgia di questa XXIII domenica del tempo ordinario ci propone come prima lettura, trova il suo compimento nel Vangelo, preannunciandoci: “Ecco il vostro Dio… Egli viene a salvarvi” (Is 35,4). La guarigione di un sordomuto si trova nella sezione del Vangelo di Marco in cui l’Evangelista sta conducendo il lettore a interrogarsi sull’identità di Gesù. Il suo insegnamento e i suoi gesti suscitano reazioni e sentimenti più svariati… dal rifiuto al dubbio, dall’ostilità aperta all’accoglienza fiduciosa. In questo contesto siamo invitati a considerare questa guarigione non solo come fatto prodigioso, ma come specchio in cui guardarci in profondità per entrare anche noi più in contatto con Gesù; per riconoscere la no-
DELL’IMMACOLATA DI BRESCIA stra sordità all’ascolto della Parola e la nostra incapacità ad entrare in comunione con gli altri, a intessere relazioni autentiche, libere e liberanti; ed infine, per lasciare che i nostri sensi siano da Lui guariti. Il sordomuto è l’emblema di chi non è nella condizione di interagire con gli altri; infatti, non è nemmeno in grado di prendere lui l’iniziativa; altri lo conducono da Gesù e chiedono per lui la guarigione. Gesù porta il sordomuto “in disparte, lontano dalla folla” (Mc 7,33); l’incontro personale con il Signore richiede tempo, esige silenzio e necessita di compiere l’esodo più difficile, quello dalla nostra autosufficienza, dall’illusione di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di essere salvati.
Il silenzio. Nel silenzio e nel deserto il Signore ci lavora con la Sua Parola, modellando il nostro volto a im-
PAROLA E VITA
XXXIII DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO
(Marco 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.
La Bibbia racconta DI ALICE BIANCHI
Facoltà Teologica di Milano
Don Maffeis è il nuovo Preside
Don Angelo Maffeis è il nuovo Preside della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. È stato nominato il 5 agosto scorso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione Cattolica per il quadriennio 2024-2028. Ordinato nel 1984, Maffeis ha perfezionato gli studi teologici alla Gregoriana, ottenendo la Licenza (1986) e il Dottorato in Teologia nel 1991 con una tesi su “Apostolicità della chiesa e ministero ordinato nel dialogo internazionale cattolico-luterano dal 1967 al 1984” (dir. J.E. Vercruysse). Dall’anno accademico 1989/90 insegna Teologia sistematica nello Studio teologico Paolo VI del Seminario di Brescia; dal 1990/91 ha insegnato Introduzione alla teologia nella sede bresciana dell’Università Cattolica; dal 1997/98 insegna Storia della teologia moderna presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano) e dal 2014 è professore ordinario della medesima Facoltà. Dal 2016 è direttore del ciclo di licenza e dottorato e dal 2021 vicepreside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Dal 2012 presidente dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Dal 2023 è membro del Comitato per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della Cei.
magine del Figlio. Le dita di Gesù, come quelle di un abile artigiano lavorano i dettagli, la saliva, soffio di Vita condensato, riabilita alla comunicazione con gli altri. Afferma l’Evangelista: “Guardando quindi verso il cielo” (Mc 7,34); Gesù, Figlio obbediente, agisce sempre in comunione con il Padre, alza gli occhi, come nel segno della condivisione dei pani e dei pesci (cf Mc 6,41), per compiere la volontà del Padre. “Emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”” (Mc 7,34) sembra un anticipo del dono dello Spirito, che avverrà pienamente dalla croce (cf Mc 15,37). Prima si aprono gli orecchi, poi gli si scioglie il nodo della lingua; si impara a parlare ascoltando, come si impara ad amare essendo amati. C’è una capacità di ricevere che precede e nutre la capacità di dare. Nella vita di fede impariamo a parlare ascoltando con costanza e perseveranza nel nostro cuore la Parola di Gesù. Da questo contatto ripetuto scaturiscono le parole che alimentano fraternità, che creano comunione, che portano gioia, consolazione e speranza; dalla nostra guarigione possiamo cantare le meraviglie di Dio: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!” (Mc 7,37). Il discepolo, colui che è guarito dal contatto con Gesù, è essenzialmente l’uomo capace di comunione; che rimane alla sequela del Maestro, continuando ad attingere alla Sua Parola e a ricevere attraverso la vita sacramentale il nutrimento, per diventare sempre più persona aperta al dialogo con gli altri, capace di portarli all’incontro con Dio.
La liturgia della settimana
Lunedì 9 settembre San Pietro Claver 1Cor 5,1-8; Sal 5; Lc 6,6-11
Martedì 10 settembre San Nicola da Tolentino 1Cor 6,1-11; Sal 149; Lc 6,12-19
Mercoledì 11 settembre Santi Proto e Giacinto 1Cor 7,25-31; Sal 44 (45); Lc 6,20-26
Giovedì 12 settembre
Santissimo Nome di Maria 1Cor 8,1b-7.11-13; Sal 138 (139); Lc 6,27-38
Venerdì 13 settembre San Giovanni Crisostomo 1Cor 9,16-19.22b-27; Sal 83 (84); Lc 6,39-42
Sabato 14 settembre
Esaltazione della Santa Croce Nm 21,4b-9; Sal 77 (78); Gv 3,13-17
Domenica 15 settembre, XXIV T.O. Beata Vergine Maria Addolorata Is 50,5-9a; Sal 114 (116); Gc 2,14-18; Mc 8,27-33
Debora ancella di Rebecca. Spostamenti
[Gen 24. 35] A Betel, nella regione di Canaan (attuale Cisgiordania), ci dev’essere da qualche parte una quercia che fa ombra alla tomba di una donna. È l’ancella della matriarca Rebecca, moglie di Isacco: si chiamava Debora. La sua è una storia da ricostruire su una cartina geografica: vi si condensano le vicende di una famiglia che viaggia avanti e indietro dalla Mesopotamia alla Terra Promessa e viceversa. Debora conosceva Rebecca da una vita, forse ne era addirittura la nutrice. Abitavano ad Harran, al tempo, oltre il fiume Eufrate. Oggi è il confine tra Siria e Turchia, molto distante dalle terre intorno al Mar Morto. Harran era il luogo da cui era partito Abramo qualche decennio prima, ma là aveva lasciato dei parenti che nel frattempo avevano continuato a vivere e far figli. Rebecca faceva parte di questa discendenza, era nipote di Abramo alla lontana. E Debora era presente il giorno in cui arrivò un servo di
Abramo, mandato fin lì per cercare una sposa “di famiglia” a suo figlio Isacco. Il servo chiese di Rebecca, la famiglia fu d’accordo e anche la ragazza. Partirono verso Canaan, Rebecca e le ancelle, Debora compresa. Lei c’era, dunque, quando Rebecca arrivò da Isacco, e anche quando nacquero i loro figli Esaù e Giacobbe. C’era quando Giacobbe rubò la primogenitura ad Esaù con la complicità della madre. C’era quando Rebecca spedì Giacobbe ad Harran per salvarlo dalla furia del fratello: lui dovette fare il viaggio a ritroso, e in solitaria, su su fino alla fertile valle dell’Eufrate. Mentre Giacobbe era in Mesopotamia, Esaù si trasferì al di là del Mar Morto; poco dopo Rebecca morì. L’anziano Isacco rimase solo, con qualche servo. Forse la nutrice di Rebecca, così importante da meritare di essere ricordata per nome, diventò allora l’autorevole riferimento femminile per il patriarca e la sua piccola tribù. Oppure, chissà, si mise
in viaggio per raggiungere Giacobbe ad Harran. Ad ogni modo, gli anni passarono e un giorno Giacobbe decise di tornare nella terra di suo padre. Insieme con lui portò le due mogli Lia e Rachele, e i molti figli. Camminò per giorni verso sud-ovest, costeggiò il Giordano, attraversò il fiume Iabbok, si fermò a Sichem, poi arrivò a Betel: quasi a casa. A questo punto, annota velocemente la Bibbia, “morì Debora, la nutrice di Rebecca”. Che ci faceva lì? Forse aveva saputo del ritorno di Giacobbe e gli era andata incontro per abbracciarlo come un figlio. Oppure i due si erano già ricongiunti dopo la morte di Rebecca. Comunque sia, Giacobbe nutriva per lei un grande affetto: le riservò una sepoltura degna di una seconda madre, sotto una quercia che ribattezzò “Quercia del Pianto”. La morte è in fondo l’unica cosa che, dolorosamente, mette radici. I vivi invece cambiano continuamente luoghi, nomi e parentele.
Ogni domenica alle 11.40 su Radio Voce
Sia un’esperienza di educazione
La ripresa dell’anno scolastico deve essere l’occasione per accorgersi del procedere della vita, lasciando una traccia nella storia
Riflessione
Lontano dalla scuola, il periodo estivo ci ha fatto sedimentare nella mente e nel cuore le esperienze che avevamo vissuto, le conoscenze che avevamo fatto, sempre però con la prospettiva di andare avanti. Vedrei bene che la ripresa dell’anno scolastico fosse l’occasione favorevole per accorgersi dell’andare avanti, del procedere nella vita, del tirare fuori qualcosa e, magari, lasciando una traccia nella storia. La vita, poi, è l’insieme di conoscenze, esperienze, incontri, occasioni uniche da vivere con pienezza e generosità.
Educazione. Un’occasione favorevole che presenta la scuola è l’educazione. Se qualcuno desiderasse approfondire il concetto di educazione come si è presentato nella storia, troverebbe innumerevoli contributi sia nei filosofi antichi, come Socrate e Platone, che nei pensatori cristiani, come Agostino e Tommaso. Per giungere a personalità dei nostri tempi, Maritain, Morin, Milani, Giussani e tanti altri. Questo per dire che l’inizio di un anno scolastico può diventare l’occasione per sintonizzarci sul concetto di “educazione”. La connotazione cristiano-cattolica, delle nostre scuole, non solo come aggettivo qualificativo, apre a una concezione di educazione tutta originale e particolare.
Gavardo
Il desiderio comune di fare rete
Grazie all’opportunità che mi è stata data, ho partecipato in qualità di Vice presidente di Fism Brescia al tavolo di lavoro tra le scuole di Sopraponte e Soprazzoco di Gavardo, con l’obiettivo di creare sinergie atte a rendere sempre più efficiente il servizio alle famiglie della comunità di Gavardo. Tale impegno è stato concretizzato con alcune nomine al vertice, che consentiranno una gestione coordinata degli enti: in primis, il direttore amministrativo dott.ssa Luisa Crescimbeni e la coordinatrice pedagogico-didattica dott.ssa Sonia Turrini. Uno degli obiettivi più importanti della Fism è quello di mettersi in ascolto e favorire connessioni che garantiscano il futuro delle scuole dell’infanzia paritarie e forniscano strumenti alle scelte lungimiranti di Consigli di Amministrazione saggi e protesi al bene comune. Un grande plauso va ai Presidenti di queste due scuole: Felice Pedrotti, Presidente della scuola Regina Elena, e Marica Massolini, Presidente di Soprazocco. La loro disponibilità a condividere tale operazione racconta di un percorso di consapevolezza che può riassumersi nel motto: il futuro è insieme. (Maicol Egi)
Appuntamento
MASSIMO PESENTI
Anche la scuola educhi alla speranza
Riflessione. Mi colpiscono due affermazioni. Una sentita per caso
durante il Meeting di Rimini, dove don Luigi Giussani (nella foto) affermava coraggiosamente: “Toglieteci tutto, ma non la possibilità di educare”. L’altra è di Giuseppe Tovini, che affermava che “le scuole sono le nostre Indie”. Cosa ha spinto questi nostri fratelli maggiori a spingersi con affermazioni così ardite? Perché loro avevano ben chiara l’idea di educazione che anche noi possiamo avere, così come un metodo e l’occasione opportuna. E non sono teorie strampalate o audaci, ma l’incontro con una persona viva: Gesù Cristo. Non ci stancheremo mai di parlare di Gesù Cristo e presentarlo, in quanto Egli è il modello e metodo di ogni educazione. In Lui troviamo i tratti di un cammino educativo. Ogni suo gesto e ogni sua parola dicono l’Amore sconfinato per ogni uomo, in qualsiasi situazione esso si trovi. Nel Vangelo troviamo che ogni incontro tra Gesù e le persone accende quel fuoco interiore che spinge le stesse a cercare la Verità della propria vita e il proprio posto nella storia. È un coinvolgimento progressivo, che non lascia spazio alle improvvisazioni, ma assesta i passi che fa compiere. È un incontro libero che non obbliga alcuno ad accettarlo, ma “sto alla porta e busso”; chi ha il coraggio di aprire sperimenta la gioia di cenare con Lui. Infine, è esperienza di fiducia. Ecco perché ci si presenta un’occasione nuova di vita. Le nostre scuole siano esperienza di educazione sullo stile del Vangelo. Chissà che la semina abbondante non porti frutti sperati. *assistente ecclesiastico Fism Brescia
Anno scolastico al via
L’invito del presidente: “Ripensare al senso, alle motivazioni di ciò che siamo”
Dopo il meritato riposo estivo, che ci ha consentito di rigenerare le forze, riparte l’avventura sempre rinnovata di un nuovo anno scolastico: un’avventura avvincente, perché ci invita non solo a innaginare percorsi e a creare progetti, ma anche a ripensare il senso e le motivazioni di ciò che siamo. Sicuramente i problemi non mancano e non serve elencarli, perché li conosciamo bene. Ma non è questo il momento di rimuginare su ciò che non va: la gioia di un nuovo inizio ci deve aiutare a riscoprire la meraviglia e lo stupore negli occhi delle bambine e dei bambini che ci sono affidati, che sono il centro e il fine del nostro agire. Con
questi sentimenti, Fism Brescia si appresta ad accompagnare con rinnovato entusiasmo tutte le scuole e i servizi educativi associati, proponendo anche alcune novità: per esempio, accanto alla ormai tradizionale formazione che offriamo a insegnanti e educatrici, che rappresenta un elemento di qualità alta, nel corso di questo anno scolastico intendiamo proporre anche un percorso di formazione rivolto a presidenti e amministratori, che sono chiamati a gestire la complessità della scuola. Ma le novità non si fermano qui: sono in cantiere diversi progetti, che pian piano vi sveleremo, che siamo sicuri renderanno quest’anno scolastico indimenticabile!
“Imparare dalla meraviglia, coltivare lo stupore. Vivere, amare, sognare, credere”: sono le parole chiave che ha indicato papa Francesco per educare alla speranza e con le quali concludeva, qualche anno fa, un’udienza generale. Speranza che costituirà il fulcro del Giubileo 2025. In un tempo in cui la speranza appare inattuale, offuscata da indifferenza, individualismo e narcisismo, risulta per l’educazione un elemento costitutivo. La speranza è la virtù che, in una qualsiasi situazione, sa comunque intravedere il domani e con coraggio, consapevolezza, fiducia, pazienza e impegno, nella relazione con gli altri, apre e costruisce il possibile, evidenziando la bellezza della vita. Educare alla speranza, quindi, per sostenere il fiorire di ciascuna bambina e di ciascun bambino, alimentando l’espressione delle loro domande, comprese quelle di senso, e la ricerca di possibili risposte. Questi sono i temi della “Giornata dell’educazione” Fism Brescia, che apre il cammino formativo di questo nuovo anno scolastico e che si svolgerà sabato 21 settembre 2024, dalle 9.30 alle 16.30, presso l’Aula Magna di via Bollani 20, a Brescia, nella sede della nostra Associazione. Il programma prevede, dopo l’accoglienza e i saluti istituzionali, gli interventi di importanti relatori: il prof. Raffaele Mantegazza, don Mario Della Giovanna (recentemente nominato Consulente ecclesiastico Fism nazionale) e il dott. Stefano Facoetti. A seguire, un momento conviviale offerto da Fism Brescia e, nel pomeriggio, un Laboratorio artistico. La “Giornata dell’educazione” è rivolta alle coordinatrici, alle insegnanti delle scuole dell’infanzia e alle educatrici dei servizi 0-3 anni associati alla Fism. Il costo dell’iscrizione è di 20 euro a persona (IVA compresa), da effettuarsi sul sito www.fismbrescia. it, sezione “formazione” (per questioni organizzative, si richiede la cortesia di iscriversi entro il 12 settembre).
Augurio DI MASSIMO PESENTI
DI
DON LUIGI GIUSSANI
FISM BRESCIA
Settembre, tempo di feste promosse da alcuni circoli della città e dell’hinterland: si inizia giovedì 5 settembre con l’appuntamento a San Vigilio di Concesio, dove, fino a domenica 8 e grazie anche al locale circolo Acli, sono previste serate di musica e ottima gastronomia.
L’iniziativa sarà all’oratorio di San Vigilio in via Rizzardi 1 a San Vigilio di Concesio. A Urago Mella, in città, il circolo Acli del quartiere da venerdì a domenica propone: “Un posto per ciascuno”, la festa che
animerà il quartiere e tutta la zona con socialità, gastronomia popolare, musica, balli e divertimento, il cui ricavato sarà devoluto a sostegno dei progetti di sviluppo dell’Operazione Matogrosso nei paesi del Sudamerica. L’appuntamento al centro Don Brusinelli, in via della Chiesa, 69, dove, tutti i giorni dalle 18.30, sarà in funzione lo stand gastronomico con i tradizionali piatti delle feste popolari con gli immancabili pane e salamina e formaggio fuso, accompagnati da
Volontariato ACLI in formazione
ASSOCIAZIONI
CRISTIANE LAVORATORI
ITALIANI
musica e spettacoli. La prima sera alle 20.30 di scena il ballo liscio, mentre sabato si inizia dal pomeriggio, alle 17.30, con lo spettacolo di burattini dal titolo “La regina delle Nevi”, dove si vedranno trionfare le forze del cuore che, con il loro tepore, sono capaci di vincere la freddezza di intelligenze astratte avulse dai rapporti umani e cieche di fronte a strade tortuose, ma vitali. I programmi dettagliati delle due Fest’Acli su www.aclibresciane.it/ eventi. (Roberto Toninelli)
Il volontariato è il cuore vero delle Acli: è l’impegno di centinaia di persone che permette alla nostra associazione di essere presente capillarmente sul territorio e di stare vicina alle persone in difficoltà. Diverse sono le attività a cui ci si può dedicare e diversa è la cura che riserviamo a chi cammina con noi; in questi giorni con una parte di loro, quella che si dedica ai nostri servizi gestendo i recapiti sul territorio, siamo a Cervia, a un corso di formazione residenziale. È un appuntamento tradizionale, iniziato tanti anni fa e che ha segnato generazioni e generazioni di volontarie e volontari. Gli aneddoti ci riportano a metà degli anni 70 con corsi realizzati
all’eremo di Monte Castello: ricordo la mia prima partecipazione nel lontano 2000 come giovane operatrice di patronato e poi i primi anni da direttrice con l’ansia che tutto andasse bene … timori che ho sempre affrontato e superato con la consapevolezza di non essere sola, anzi, di essere in una grande e accogliente famiglia che, durante quelle occasioni, ma non solo, camminava insieme per un percorso di crescita personale e professionale.
Valore. È da allora e grazie a questi corsi che ho imparato ad apprezzare e riconoscere il valore di tutte queste persone che incarnano l’impegno disinteressato verso il prossimo e sono, per noi e per tutto il mondo Acli, un esempio importante e un modello di riferimento. Quindi oggi, col cappello della segreteria organizzativa dell’associazione, vivo questa esperienza con la sereni-
tà e la soddisfazione di condividere con persone care valori importanti. Ora siamo di nuovo a Cervia, con una settantina di persone tra volontarie e volontari, familiari e figure di accompagnamento per vivere un momento formativo, anche se in questi corsi non si acquisiscono esclusivamente nuove competenze, bensì si gode il piacere dello stare in compagnia, dell’approfondire la conoscenza personale, entrando con passo gentile nella vita della compagna e del compagno di viaggio.
Struttura. Il corso ha una sua struttura precisa: l’apertura è con il saluto della nuova Presidente delle Acli Stefania Romano e del Segretario generale Marco Menni, mentre, a differenza di quanto è avvenuto negli ultimi anni quando ci si concentrava su temi relazionali quali comunicazione e relazione d’aiuto, le mattinate dei 3 giorni sono dedi-
cate, su indicazione dei direttori dei nostri servizi, a temi tecnici. Per citare solo un paio di esempi: il nuovo sistema di accertamento dell’invalidità (che vede la nostra provincia come una delle 9 in cui dal 2025 sarà avviata la sperimentazione) e l’Isee con particolare attenzione agli aspetti legati all’invalidità.
Grazie. Per le Acli questo corso costituisce una forma di ringraziamento nei confronto di quelle circa 130 persone che dedicano gratuitamente parte del loro tempo ed energie ad aiutare il prossimo; persone che denominiamo “promotori sociali” e che consideriamo come le nostre sentinelle sul territorio perché sono a fianco delle cittadine e dei cittadini, offrendo supporto e guida nel sistema di welfare in cui, anche in questa epoca di intelligenza artificiale, non è facile districarsi e rendere esigibili i propri diritti. Le Acli
credono molto nel volontariato come forma di comunione, vicinanza e segno di speranza e propongono vari ambiti di impegno: direttamente nei circoli, volontario nei servizi Acli gestendo un recapito di prossimità alle persone (come patronato, sportelli lavoro) o con un supporto nei lavori di segreteria. Per tutti i dettagli è possibile telefonare in segreteria 0302294012 o scrivere a segreteria.brescia@acli.it.
Ricordo. In conclusione il pensiero va a tre volontari e una volontaria che ci hanno lasciato di recente: Angiola Galvani di Mairano, Santo Minessi della Badia, Angelo Blesio di Flero e Angiolino Danesi di Castel Mella. A loro andrà sempre la nostra gratitudine: sono stati punti di riferimento preziosi per le loro comunità, ne sentiamo molto la mancanza. (* Coordinatrice Segreteria organizzativa)
Esperienza
DI RITA TAGASSINI*
Gardone Val Trompia
Chiusura
temporanea del Centro raccolta
Chiuso per rinnovo locali il Centro di Raccolta Sangue di Gardone
Val Trompia. Gli spazi, ospitati all’interno dell’ospedale “vecchio”, rientrano nel più ampio progetto di ristrutturazione del nosocomio valtriumplino, avviato nella primavera scorsa. Avanzamento lavori e questioni di sicurezza dei donatori, a fine luglio, hanno, così, portato alla chiusura temporanea del Centro raccolta, destinato a diventare più moderno e accogliente, così come previsto dall’intero
progetto che riguarda l’ospedale. Inevitabili le modifiche al calendario delle donazioni, solitamente effettuate negli ambienti Avis all’interno dell’Ospedale gardonese, cui fanno riferimento le sezioni
Comunali di Brozzo, Bovegno, Tavernole, Polaveno, Gardone, Lavenone, Pezzaze, Villa Carcina, Lumezzane, Lodrino e Sarezzo. Secondo i dati emersi nell’ultima assemblea provinciale Avis, quello valtriumplino è il terzo Centro della Provincia per produttività (dopo
Impegno e dedizione costante
Un legame ormai viscerale con l’Avis scandisce la vita di Silvia Martinelli, segretaria della sezione di Iseo-Pilzone e consigliere provinciale
Testimonianze
DI ROBERTO FRUGONI
Toglietemi tutto, ma non l’Avis. È la valvola di sfogo, dopo una giornata intensa di lavoro, il posto in cui convogliare tutte le energie positive e, al tempo stesso, ristorarsi con i sorrisi e la generosità di chi arriva per donare una parte di sé.
Silvia Martinelli è segretaria della sezione Comunale di Iseo-Pilzone e consigliere provinciale dell’Avis.
Impegno. Un legame ormai viscerale, che da 13 anni scandisce la sua vita – fatta anche di impegno per Ail e Aido. Come è cominciato tutto?
“Con un trasloco – risponde Silvia Martinelli – quando un’amica, collega di lavoro, già attiva nell’associazione, mi ha chiesto di aiutarla a fare il trasloco della sede che a quei tempi era in spazi delle Ferrovie”.
Arredi. Sistemati arredi e faldoni
di documenti nelle nuove stanze a Pilzone, scatta una nuova domanda. “Avrei qualche telefonata da fare per la convocazione dei donatori. Poi ci sarebbe da coinvolgere i ragazzi. Mi aiuti?”.
Impegno. Di lì un crescendo di impegno e dedizione, come consigliere, tesoriere e, quindi, segretaria. “Insomma, il trasloco non è mai finito”, dice ridendo. “Non posso donare, ma da allora mi do da fare per le attività dell’associazione”. Un esempio di come si può sostenere l’Avis, anche senza tendere il braccio, ma condividendo i valori di solidarietà e vicinanza al prossimo.
Fiducia. “Ho cominciato sentendo di fare qualcosa di diverso, ma soprattutto di utile, con la guida della mia amica-collega, Flavia Zibardi, oggi presidente della Sezione, che ringrazio per avermi dato fiducia, fatto emergere quel senso civico
Brescia e Rodengo), con 52 giorni di apertura e 3.566 sacche di sangue intero raccolte, nel 2023. Ed è anche tra i più ampi, con 4 ambulatori medici e una sala prelievi con 15 poltrone per le donazioni. “I lavori, che prevedono anche l’adeguamento sismico del centro – sottolinea il presidente dell’Avis Provinciale, Gabriele Pagliarini – sono necessari per regalare alla Valtrompia una struttura ospedaliera moderna e all’avanguardia. Siamo certi che il risultato finale gratificherà ed
ASSOCIAZIONE VOLONTARI
ITALIANI SANGUE
appagherà lo sforzo e l’impegno che i nostri donatori dimostreranno nei prossimi mesi, continuando a garantire l’autosufficienza del sistema trasfusionale. Le raccolte collettive organizzate dal 26 luglio hanno dimostrato la grande generosità dei donatori, guidati dai loro dirigenti associativi. Infatti il calo è stato lieve e molti si sono rivolti al centro di raccolta di Brescia in giornate diverse rispetto a quelle per la collettiva”. (Roberto Frugoni)
“Ho cominciato sentendo di fare qualcosa di diverso, ma soprattutto di utile”
E adesso è come se l’impegno per l’Avis fosse quasi il mio primo lavoro per la responsabilità che sento nei confronti dell’Associazione. Il famoso trasloco mi ha fatto scoprire una cosa che mi piace fare, mettendo a disposizione il mio tempo per fare del bene a chi ne ha bisogno”.
Chiamate. Le chiamate ai donatori, la promozione e l’organizzazione degli eventi. “È una cosa “civicamente” giusta. Nessuno pensa all’importanza del sangue, fino a quando non si trova nella necessità, per sé, per un parente, un amico. E mi piace l’idea di trasmettere questo messaggio, soprattutto ai ragazzi, che se anche non donano, per la paura dell’ago o qualsiasi altro motivo, possono aiutare in Avis, portando anche i loro amici”.
che era dentro di me e avermi regalato la possibilità di fare questa esperienza che mi ha portato a conoscere molte persone.
Opportunità. Un’opportunità di divulgazione, già sperimentata in precedenza con Aido, divenuta di maggior spessore, poi, grazie all’esperienza maturata da consigliere provinciale e alla guida della Commissione Scuola Avis, attraverso numerosi progetti – su tutti, “Piacere Avis” – portati negli istituti di ogni ordine e grado della Provincia di Brescia. “Cosa mi gratifica di più? I legami che si sono creati, la gioia dei volontari che vengono a donare e il sapere di poter lasciare qualcosa alle generazioni avisine future”.
SILVIA MARTINELLI
CULTURA venturelli@lavocedelpopolo.it
From me to we
Il “Magic Carpet”: mille fili per raccontare una sola storia
Sono a Brescia, da domenica 1° settembre, i 100 adolescenti provenienti dagli oratori di periferia di città difficili di tutto il territorio italiano, che stanno partecipando alla terza edizione di “From Me To We”, l’iniziativa nata dall’incontro tra le parrocchie cittadine della Conversione di San Paolo e di S. Angela Merici e la Fondazione Francesco Soldano. Obiettivo dell’iniziativa, divenuta parte integrante de “LeXGiornate”, è creare un momento unico di scambio e scoperta, di sé e dell’altro, che possa essere utile nel cammino verso il futuro. Il proget-
Verso nuovi futuri con “LeXGiornate”
Dal 19 al 28 settembre l’edizione 2024 della manifestazione ideata da Daniele Alberti e dalla Fondazione Soldano
Festival
MASSIMO VENTURELLI
DI
Dal 19 al 28 settembre torna a Brescia il festival “LeXGiornate”, organizzato dalla Fondazione Soldano, con la direzione artistica di Daniele Alberti. “Verso nuovi futuri” si conferma il claim ufficiale della rassegna − giunta alla 19ª edizione −, a sottolineare la direzione di un percorso in costante evoluzione, pur nel segno della continuità e delle collaborazioni virtuose, dei format più amati dal pubblico (come i concerti e le conferenze) come delle proposte più eclettiche e sperimentali, attraverso le voci e le testimonianze di ospiti illustri che, anche quest’anno, daranno luce a una lunga storia artistica e culturale radicata nel cuore della città. Quella, appunto, de “LeXGiornate”. Parole. Creatività, sostenibilità, legalità, steam (acronimo di science, technology, engineering, art e mathematics) e cibo sono le parole chiave e le coordinate attorno a cui prenderà forma il Festival. Durante “LeXGiornate” queste parole forniranno le linee guida per cercare di leggere gli scenari, contemporanei e futuri, che ci si presentano sotto
forma di problemi e questioni sociali. Il tutto, come tradizione consolidata, sarà fatto attraverso la presenza di musicisti, intellettuali, scienziati e scrittori che, accogliendo l’invito di Daniele Alberti, aiuteranno ad approfondire i focus dell’Agenda 2030 legati alle già ricordate parole chiave.
LA PRESENTAZIONE IN PALAZZO LOGGIA
Protagonisti. Anche nell’edizione 2024 i protagonisti de “LeXGiornate” saranno i giovani; anche il mondo dell’industria e gli ordini professionali, ancora una volta, avranno un ruolo centrale, fra progetti, incontri e percorsi dalle molteplici sfaccettature, così come determinante sarà il ruolo della città stes-
Programma
to non si propone di dare risposte, ma offrire stimoli esclusivi che possano suscitare le giuste domande. Utilizzando gli strumenti e i linguaggi della cultura, si intende proporre a ragazze e ragazzi esperienze artistiche di qualità e incontri con testimoni della contemporaneità e condividere con le comunità coinvolte un nuovo modo di fare educazione. La settimana è organizzata in laboratori che propongono diversi linguaggi artistici: autobiografia, scrittura, teatro, musical e musica. L’edizione 2024 vede anche una grande novità: la realizzazione di un
sa, Brescia, che accoglierà il Festival in alcuni dei suoi angoli urbani più simbolici e affascinanti, senza dimenticare gli appuntamenti “oltre i confini” in luoghi non convenzionali, dove il pubblico potrà vivere esperienze uniche e immersive.
Percorso. “Il Festival – ha sottolineato nel corso della presentazione Daniele Alberti – sarà il momento culminante di un percorso che dura da tutto l’anno: intercettiamo un bacino di circa 50mila studenti e vogliamo che i giovani interagiscano con gli intellettuali e arricchiscano la loro cassetta degli attrezzi per arrivare a una scelta consapevole nei momenti importanti della vita. Per riuscirci bisogna indagare questioni come la legalità, la giustizia riparativa, la parità di genere, la democrazia. Gli spunti in campo sono molteplici e stimolanti: li affronteremo talvolta con una dialettica leggera, altre più impegnativa”.
Tensostruttura. L’edizione 2024 de “LeXGiornate” segna anche il ritorno di uno spazio che negli anni era diventato un po’ il simbolo del Festival: quella tensostruttura a cui Daniuele Alberti e la Fondazione Soldano avevano dovuto rinunciare per via del Covid. Spostata da piazza Paolo VI a piazza Mercato, tornerà a molti degli appuntamenti de “LeXGiornate” che, quest’anno, si allarga anche oltre i confini della città per arrivare a Salò dove sono in programma due appuntamenti: uno al liceo Fermi (l’incontro del 24 settembre di Guido Tonelli con gli studenti dell’istituto) e uno in piazza Duomo (il 26 settembre con lo spettacolo di Lucilla Giagnoni “Il Paradiso e Vergine Madre”).
Scuola. “LeXGiornate” 2024 rilanciano, poi, la sinergia con il mondo
Da D’Avenia a “Divina Commedia reloaded”:
Tutto il programma dell’edizione 2024 de “LeXGiornate”, tra incontri, conferenze, spettacoli e concerti
“LeXGiornate” 2024 prenderanno il via alle 21 di giovedì 19 settembre, con lo scrittore Alessandro D’Avenia (nella foto) e il suo “Naufragare è salvezza: la nostra odissea quotidiana”. Il giorno successivo aprirà i battenti, per “#Orientafestival _” la tensostruttura in Piazza del Mercato per accogliere, alle 9.30, l’incontro “La legalità è un sentimento”, con la presenza del Prefetto e del Questore di Brescia. Alle 17, nello stesso spazio, prenderà il via “#Professionearte” con l’incontro “La democrazia è ancora di moda?” a cui prenderanno parte Francesco Castelli, rettore dell’Università degli Studi di
Brescia, e Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica, che dialogheranno con Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio di Regione Lombardia. Alle 21, sarà l’auditorium
San Barnaba ad accogliere Beppe Severgnini e Carlo Fava con “Lo zen e l’arte della manutenzione dei social” per il primo degli spettacoli in programma. Sabato 21 settembre, per la sezione “#Eventispeciali _” l’Istituto Pastori di Brescia, ospiterà alle 16.30 lo spettacolo “Un ultimo giro” dell’attrice Maria Pilar Pérez Aspa. Per “#Professione arte _”, invece, la tensostruttura di Piazza
artefatto artistico in cui ognuno possa portare la propria storia, le proprie emozioni e il proprio vissuto. Il coordinatore e artista Giulio Locatelli sta portando i partecipanti, attraverso la cooperazione e la partecipazione, alla creazione di un tappeto volante, un simbolo di rinascita. “Magic Carpet” coinvolge i ragazzi, facendoli dialogare e lavorare collettivamente alla realizzazione. Il filo di ciascun individuo, tessuto l’uno vicino all’altro e inserito nella trama di “Magic Carpet”, diventa una testimonianza che porta con sé tutte le esperienze compiute.
Giovani, ordini professionali e industria protagonisti di un’edizione che dalla città si apre alla provincia
della scuola che, nei mesi che hanno preceduto il Festival, ha portato la Fondazione a incontrare da vicino migliaia di studenti di Brescia e provincia e non solo. L’edizione ormai alle porte de “LeXGiornate” proporrà momenti di grande rilievo all’interno di alcune importanti realtà scolastiche della città e del territorio: dall’Istituto Cesare Arici al “Pastori”, dal Cfp “Canossa” al Liceo Fermi di Salò. “L’obiettivo − sono ancora parole di Daniele Alberti − è intrecciare percorsi, avvicinare generazioni, gusti e settori differenti nel nome della bellezza: filo conduttore propedeutico per affrontare con entusiasmo tutte le sfide che riguardano il presente, proiettandoci al contempo verso i nuovi futuri che ci attendono”.
Daniele Alberti. Direttore artistico del Festival “LeXGiornate”, quest’anno alla 19ª edizione
Festival
del Mercato ospiterà, alle 17, “Vivere d’arte, vivere d’amore. Ma anche morire”, un dialogo fra la criminologia e l’opera lirica che avrà per protagonisti Carlo Alberto Romano, dell’Università degli Studi di Brescia, e il pianista Cyrille Lehn. Alle 21, il Nuovo Palazzo di Giustizia farà da palcoscenico a Gloria Campaner e al suo spettacolo “Il suono delle emozioni”. Domenica 22 settembre, alle 11, il Festival mette in programma la proposta “Operazione Paladini del Territorio”. Nando Dalla Chiesa con “Le ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore” sarà al San Barnaba alle 18, mentre alle 20 in piazza Mercato si terrà “Tango, l’infinito si crea in due. Una notte di Tango nel cuore della città”. La giornata del 23 settembre si aprirà, alle 9.30, sempre in Piazza del Mercato, con “Le ambiguità della fratellanza. Un itinerario nella storia del diritto”,
lezione di Giovanni Turelli, ordinario di diritto romano, all’Università degli Studi di Brescia. Alle 18, poi, in San Barnaba la conferenza di Guido Tonelli “Elogio delle ricerche inutili e, alle 21, nello stesso spazio “Gli errori rendono umani” con Gianrico Carofiglio. Tra le tante proposte delle giornate, dal 24 al 28 settembre, si segnala la conferenza di Vito Mancuso “Gioia di vivere e cura di sé” alle 18 del 24 settembre al San Barnaba e, alle 21, nello stesso auditorium lo spettacolo con Mario Tozzi e Lorenzo Baglioni “Al clima non ci credo”. Sempre al San Barnaba, ma alle 21 del 25 settembre, il concerto di Paolo Fresu e Uri Caine “Improvvisi”. Il 26 settembre “LeXGiornate” si trasferiscono a Salò per lo spettacolo delle 21 in piazza Duomo “Il Paradiso e Vergine Madre” di Lucilla Giagnoni. Il programma de LeXGiornate” su www. fondazionesoldano.com.
DI MASSIMO VENTURELLI
Concerto
La musica che unisce
Sabato 7 settembre alle 20.30 la chiesa parrocchiale di Fiumicello in via Manara a Brescia ospita il Concerto per Santa Maria Nascente . Il coro “La Musica che unisce” diretto dal M° Gérard Colombo presenta per l’occasione un programma di brani sacri. Al pianoforte Giulia Mariani; note introduttive di Marco Bizzarini. Con questo appuntamento l’Associazione “La Musica che unisce” riprende la sua attività dopo la pausa estiva Per informazioni www. lamusicacheunisce.it
Musica Torneremo ancora
Hanno preso il via nei giorni scorsi le prenotazioni per il concerto del 10 settembre alle 21 in piazza Loggia con Simone Cristicchi e Amara “Torneremo ancora. Concerto mistico per Battiato” organizzato dal Centro teatrale bresciano per celebrare i cinquant’anni dalla sua fondazione. Coni due artisti saliranno sul palcoscenico Valter Sivilotti al pianoforte, e “I solisti della Accademia Naonis di Pordenone: Lucia Clonfero (violino), Igor Dario (viola), Alan Dario (violoncello), U.T. Gandhi (percussioni) e la soprano Franca Drioli..
Musica “Il barbiere di Siviglia” in piazza per la Festa della Comunità
Domenica 8 settembre, nell’ambito della Festa della Comunità (5-8 settembre), a Folzano va in scena l’opera lirica di Gioacchino Rossini “Il barbiere di Siviglia”, melodramma buffo in due atti rappresentato da “Fantasia in Re”. L’appuntamento è alle 20.30 in piazza Don Franco Bettinsoli, l’evento è patrocinato dal Comune di Brescia. “Fantasia in Re”, organizzatrice della serata, è un’associazione culturale, sorta nel 1995 per volontà di Stefano Giaroli, con l’intento creare opportunità di formazione e lavoro soprattutto per giovani musicisti
e artisti che vogliano fare dell’arte la propria professione. “Fantasia in Re” è una delle più brillanti e vitali realtà nel campo della lirica presenti in Italia. Dal 1998 ad oggi ha prodotto e messo in scena oltre 25 titoli lirici, con innumerevoli repliche in Italia, in Francia, in Svizzera e in Germania. La peculiarità di “Fantasia in Re” sta nella capacità di produrre l’intero spettacolo al proprio interno: essa infatti è dotata di un centro di produzione teatrale (ArteScenica sas), fornito di sartoria teatrale, laboratorio di scenografia, sale prove,
magazzini per scenografie e costumi. Possiede una propria orchestra (“Orchestra Sinfonica Cantieri d’Arte”) ed è il primo partner del Coro Aurea Parma, principalmente formato da artisti del coro del Teatro Regio. La giornata dell’8 settembre inizia al mattino, alle 11, con il torneo di Pickleball aperto a tutti e, nel pomeriggio dalle 16, è prevista l’animazione per i bambini e i ragazzi.T utte le sere, in oratorio, è attivo lo stand gastronomico accompagnato dalla musica. Alle 20.30, poi, appuntamento con “Il barbiere di Siviglia”.
Vita e morte aspettando i Leoni
La Mostra del Cinema si avvia a vivere i suoi ultimi giorni.
Molte le pellicole che, in questa edizione, si occupano del tema dell’aldilà
Cinema DI SIMONE AGNETTI
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, giunta all’81ª edizione, sta raccogliendo, in questi giorni di festival, pensieri, tensioni e criticità vive nel nostro tempo. Uno degli aspetti che accomuna alcune pellicole di quest’anno è il tema dell’aldilà, della vita e della morte. Dal film di apertura “Beetlejuice Beetlejuice” di Tim Burton fino a “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar.
Mastrandrea. Ad aprire la sezione Orizzonti è stato il film “Nonostante”, con protagonista e regista Valerio Mastandrea, che ha cercato di dare una forma narrativa ai quesiti più comuni sulla vita dopo la morte e durante il coma. “Nonostante” entra nel filone escatologico che nella storia del cinema ha molti esempi. Ricordiamo due film, totalmente opposti per produzione, ma affini nel meccanismo narrativo: l’italiano “Mortacci” (1989, Sergio Citti) e il cartone animato “Coco” (2017,
Lee Unkrich). In queste due pellicole la memoria dei viventi trattiene i morti in uno stato di attesa. Le anime possono svanire solo se dimenticate. In queste rappresentazioni dell’aldilà troviamo molto del pensiero sui cimiteri, sugli affetti e sulla morte nato in età moderna. Non più il giudizio, l’inferno e il paradiso come conseguenze della morte, ma l’anima del defunto sottoposta ad un giudizio, che spesso è un autogiudizio, dato dal persistere del ricordo di quel defunto tra gli uomini.
Relazione. Mastandrea interpreta un uomo che trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. Quella preziosa routine scorre senza intoppi, fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una giovane donna irrequieta, arrabbiata, che non accetta nulla di quella condizione, in particolare le altre presenze che vivono il reparto. Nasce, dopo tempo, una relazione di anime affini, sospese nell’attesa di quello che potrà accadere ai loro corpi. Il film, sostenuto da favorevoli scelte musicali e da un finale non scontato, ruota tutto attorno al regista-protagonista, che ne è l’elemento centrale e che riesce a sostenere l’intera impalcatura narrativa e a far funzionare i bravi coprotagonisti: Lino Musella, Dolores Fonzi, Giorgio Montanini e Laura Morante. Mastandrea alleggerisce il film innervandolo con la sua tipica comicità romana, fatta di battute e situazioni, in cui l’atteggiamento verso la vita fa la differenza tra il dramma e la risata.
Burton. Nella programmazione della Mostra del Cinema, c’è anche Tim Burton che torna ad affrontare l’argomento dei defunti e delle loro interazioni coi viventi, proponendo il divertente seguito del suo lungometraggio “Beetlejuice” (1988). Almodóvar affronta il suo primo
Due le presenze bresciane al Lido con “1974. La strage di Brescia” e “Cinedramma”
lungometraggio in lingua inglese e ambientazione americana dirigendo Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, in una pellicola dedicata all’eutanasia e alla vita.
Brescia. A margine del Festival si segnalano, inoltre, due presenze bresciane, il 30 agosto è stato presentato all’Excelsior il film “1974. La strage di Brescia” realizzato dagli studenti del Dams dell’Università Cattolica; il 31 agosto alla sala Astra del Lido è stata la volta del lungometraggio “Cinedramma” di Luca Rabotti prodotto dalla bresciana Pagoda Film.
Dopo le anticipazioni di luglio, presentato il calendario messo a punto dal direttore artistico Pedrali, tra novità e conferme
Il Teatro Odeon di Lumezzane, che da quest’anno affianca nella sua denominazione anche il nome di “Giacinto Prandelli” come omaggio al tenore scomparso nel 2011, è pronto per alzare il sipario sulla stagione 2024/2025, che giunge alla sua 25ª edizione. Vittorio Pedrali, da sempre direttore artistico della programmazione, con la piena condivisione dell’assessore alla cultura Lucio Facchinetti, proseguendo nel solco di un progetto consolidato, ha concepito una stagione che spazia dal teatro contemporaneo ai testi classici riletti, però, con uno sguardo volto al
presente, senza mai perdere di vista la qualità delle proposte. Undici, tra novità e conferme, sono gli spettacoli messi in programma tra il 16 ottobre e il 22 aprile 2025. Proprio nel segno della novità è l’inaugurazione affidata allo spettacolo “Non si fa così”, versione italiana della commedia “La note” della francese Audrey Schebat, che fresco di debutto al Todi Festival, vedrà per la prima volta a Lumezzane Lucrezia Lante della Rovere (nella foto), insieme ad Arcangelo Iannace, per una perfomance che alterna rabbia e umorismo. La stagione proseguirà il 29 ottobre con lo spettacolo “Co-
me una specie di vertigine” ispirato all’opera di Italo Calvino, che segna il ritorno di Mario Perrotta. Altro ritorno, il 20 novembre, con “Il giardino dei ciliegi” di Cecov firmato dal regista Leonardo Lidi già applaudito all’Odeon con “La signorina Giulia” e “Zio Vanja”. L’originale adattamento de “La signora delle camelie” vedrà, il 5 dicembre, il debutto a Lumezzane di Giovanni Ortoleva. Un altro atteso ritorno è quello dell’11 dicembre con lo spettacolo “Prima di Natale” portato all’Odeon dal duo Ale e Franz. Sarà Antonio Latella, il 14 gennaio, ad aprire la seconda parte della stagione. Il regista porterà in scena “Wonder woman” ispirato a un fatto di cronaca giudiziaria. Sempre nel segno dei ritorni è l’appuntamento del 24 gennaio con Chiara Francini, che aveva aperto la stagione 2023/2024, con lo spettacolo autobiografico “Forte
e Chiara”. “La morte ovvero il pranzo della domenica” vedrà la presenza in scena, il 6 febbraio, della coppia artistica formata da Mariano Dammaco e Serena Balivo. “La buona novella” vedrà, poi, il ritorno a vent’anni di distanza, a Lumezzane di Neri Marcorè con uno spettacolo, in scena il 27 febbraio, dedicato a Fabrizio De André. “Sotterraneo”, il gruppo già presente nella passata stagione, tornerà all’Odeon il 12 marzo con “Il fuoco era la cura”. Sarà un’altra novità a chiudere, il 22 marzo, la stagione. Si tratta dello spettacolo di danza “Graces” della coreografa Silvia Gribaudi. A completare il cartellone dell’Odeon-Giacinto Prandelli, ci saranno proposte consolidate come “Bimbi all’Odeon”, “Schegge di cinema”, “Odeon Classic” e una nuova stagione di “Vers e us”. Il 6 settembre prendono il via i rinnovi degli abbonamenti della scorsa stagione.
UNA SCENA DI “NONOSTANTE”
Teatro DI MASSIMO VENTURELLI
Teatro
Aperta la vendita degli biglietti per il Borsoni
Hanno preso il via il 3 settembre scorso le vendite dei biglietti per la Stagione inaugurale del Teatro Renato Borsoni, organizzata dal Centro Teatrale Bresciano. Il teatro di nuova costruzione di proprietà del Comune di Brescia e a gestione del Ctb, sito in via Milano, 83, verrà ufficialmente inaugurato il 21 settembre. La sera stessa inizierà la Stagione inaugurale, curata dal regista Paolo Bignamini. Il calendario “inaugurale” è composto da 12 spettacoli che si svolgeranno fino al 23 novembre 2024 nella Sala Castri e che potrà contare sulla presenza artisti di rilievo internazionale e nazionale – come Ramin Bahrami, Gioele Dix, Bombino, Paolo Jannacci, Lucilla Giagnoni, Alessio Bertallot, Mille, La scapigliatura – che si alternano a importanti realtà locali, con un’attenzione ai giovani e al teatro sociale d’arte. I biglietti sono acquistabili su www.ctb.vivaticket.it e presso il Punto vendita Ctb in Piazza della Loggia, aperto da martedì a venerdì dalle 10 alle 13. Prezzi popolari e riduzioni disponibili per titoli di ingresso che vanno da 5 a 15 euro. Per tutte le informazioni è consultabile il sito www.centroteatralebresciano.it.
La mostra, con le opere selezionate, è un viaggio visivo e concettuale attraverso i 35 anni di carriera dell’artista
“HOPE”
Mostra DI LUCA BRESSANINI
In questi ultimi scorci del tempo di vacanza gli appassionati di street art possono mettere in programma un’escursione a Milano, dove, sino al 27 ottobre, la Fabbrica del Vapore ospita la mostra di Shepard Fairey, in arte Obey, uno dei maestri di questa forma artistica, “Obey: The Art of Shepard Fairey”. La mostra è un viaggio visivo e concettuale attraverso i suoi 35 anni di carriera, grazie a una corposa collezione di opere da lui accuratamente selezionate: accanto a un corpus di lavori tra i più significativi della sua produzione sono visibili numerosi pezzi inediti, ideati per l’occasione.
Pubblico. L’arte di Obey si propone di coinvolgere il pubblico con l’ausilio di un linguaggio ironico, di propaganda e si avvale dell’utilizzo di colori forti e di immagini d’ impatto. Attivo dalla fine degli anni
La street art di Obey a Milano
Una mostra di uno dei più importanti esponenti di questo filone artistico è visitabile sino al 27 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano
’80, l’artista si distingue per uno stile che guarda ora al Futurismo ora al Costruttivismo, abbracciando con finezza temi di grande attualità, dai cambiamenti climatici alla politica, dal razzismo al consumismo. La rassegna è stata pensata per gli spazi della Fabbrica del Vapore, considerando gli ambienti come fossero una città: da una piazza centrale partono cinque percorsi che accompagnano lo spettatore alla scoperta delle tematiche più importanti dell’arte di Obey: propaganda, pace e giustizia, musica, ambiente e nuove opere.
Apertura. La mostra si apre con immagini iconiche ed evocative della storica campagna “Obey”, con cui l’artista ha fatto dell’arte di strada un efficace mezzo di espressione. Si prosegue poi con i lavori della sezione pace e giustizia in cui sono analizzati il tema dei diritti umani insieme a questioni quali l’abuso di potere e la guerra. “Voglio ricordare alle persone l’uguale umanità di
È stata prorogata fino al 2 marzo 2025, nelle Sale dell’Affresco del Museo di Santa Giulia a Brescia, Legacy. Materia-Storia-Identità, la mostra che propone un viaggio emozionante nell’universo visivo di Gabriele Micalizzi (Milano, 1984), uno dei più importanti reporter di guerra degli ultimi anni, tra i fondatori del collettivo Cesura, ma anche autore di scatti di tema umanitario, sociale e artistico. La rassegna, uno degli appuntamenti più attesi della 7ª edizione del Brescia Photo Festival, (promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana e quest’anno declinato attorno al titolo Testimoni), presenta 50 immagini, alcune inedite, che consentono ai visitatori di conoscere il linguaggio espressivo di Gabriele Micalizzi e il suo interesse per tecniche poco convenzionali, svelando aspetti sperimentali e meno noti del suo lavoro. L’esposizione è realizzata con la fondamentale collaborazione di Freccianera Fratelli
tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza, religione, nazione o cultura. Non c’è un noi contro di loro; c’è solo un noi”, osserva Obey. Particolarmente interessante è la sezione ambiente, che intende sensibilizzare l’umanità all’impegno concreto per la tutela della Terra. Messaggi. Il messaggio dell’artista trova conferma nel ramo dedicato alla musica, della quale egli ammira la capacità di scaldare il cuore delle persone. Le opere di Obey sono una chiave di lettura della società moderna; in esse i toni sgargianti sembrano simbolicamente illuminarci e presentarci una visione a 360 gradi delle contraddizioni e delle problematiche del mondo, da affrontare però con coraggio e speranza. Ce lo insegna “Hope”, il famoso ritratto di Barack Obama diventato simbolo della campagna presidenziale americana del 2008, che aveva consacrato definitivamente al successo Shepard Fairey. Info su www.obeymilano.it
Mostra DI MARIO GARZONI Prorogata in
Berlucchi, Main Partner dell’iniziativa, che ha inoltre voluto mettere a disposizione per il progetto gli spazi espositivi della sua cantina a Borgonato di Corte Franca (Bs), per accogliere una vera e propria side-exhibition del fotografo, dal titolo “Legacy 2 I Testimoni”, anch’essa prorogata fino al 2 marzo 2025. La personale si accompagnerà, dal 24 settembre 2024 al 2 marzo 2025, alla retrospettiva di Massimo Sestini, ospitata dal Museo di Santa Giulia, dal titolo Zenit della fotografia, che racconta la trasformazione del nostro Paese attraverso lo sguardo di un assoluto protagonista della fotografia italiana. Al visitatore sarà quindi consentito di affrontare un inedito accostamento a due differenti approcci al photo reportage: quello di Sestini, dall’alto, zenitale, con le funamboliche imprese aeree che lo hanno reso noto nel mondo; quello di Micalizzi, dall’interno, con lo spirito partecipativo di chi vive anche sulla propria pelle, il conflitto bellico.
La carità ha vinto la guerra
Marta Margiotti (a cura di)
Destinati alla vita
Vincenzo Paglia Edizioni San Paolo euro 18,00
La fabbrica dei destini invisibili
Cécile Baudin Nord Edizioni euro 29,00
Le sette donne di Jamie Spellman
Rose Wilding
Marsilio euro 20,00
“La carità ha vinto la guerra” è l’ultimo e più ampio libro di don Primo Mazzolari, scritto tra il 1956 e il 1957. L’autore, però, non lo vide mai pubblicato. La decisione di censurare il libro non provenne dal Sant’Offizio e non aveva ragioni dottrinali, come accaduto in occasione delle altre condanne cadute sul parroco di Bozzolo. Questo è ciò che emerge dall’analisi dei documenti inediti consultati negli archivi vaticani da Marta Margotti che ha curato la presentazione e l’edizione critica del volume ora pubblicato dalle Dehoniane di Bologna. Mazzolari aveva ricevuto l’incarico dalla Pontificia opera di assistenza di descrivere in un volume le molteplici attività caritative dell’ente vaticano che distribuiva in tutta Italia ingentissimi aiuti provenienti anche dall’estero.
Vecchiaia e fine vita sono temi centrali nella riflessione odierna. Ma spesso ci si ferma solo ad analisi sociali e/o mediche. In questo libro monsignor Paglia unisce tali prospettive a una lettura spirituale di questo tempo così importante della nostra vita. Partendo da un esame della vecchiaia come problema demografico che interroga oggi soprattutto le società occidentali, l’autore racconta le origini della legge approvata recentemente dal governo Meloni, alla cui progettazione e stesura egli stesso ha partecipato. La vecchiaia d’altronde, sostiene monsignor Paglia, non è solo età biologica, ma anche età spirituale, tempo di crescita interiore. E in questo senso va rivalutata e persino ripensata e riprogettata. Il volume si occupa anche delle domande che riguardano il momento ultimo della nostra esistenza.
Una figura incappucciata esce dalla casa in cui una donna sta esalando l’ultimo respiro. Quindi si allontana nella notte, portando con sé due bambini appena nati… Ventun anni dopo, le sirene delle seterie scandiscono la vita dell’Ain, una delle tante regioni che hanno cambiato volto dopo la Rivoluzione industriale. Eppure, fuori dei ritmi regimentati della fabbrica – che grazie alle nuove leggi sul lavoro garantisce salari migliori e orari più umani –, ci sono ancora centinaia di donne che vengono sfruttate nelle soffitte delle case, dove si fila sino a tarda ora alla luce incerta di una candela. È proprio per difendere i diritti di queste giovani invisibili se Claude Tardy è diventata ispettrice del lavoro. Una professione nuova e ancora tutta maschile... (Segnalato e disponibile alla Biblioteca Diocesana “Luciano Monari”)
Nella periferia di Newcastle viene ritrovata la testa decapitata di un uomo, Jamie Spellman, legato a sette donne, ognuna delle quali aveva un buon motivo per ucciderlo. La vedova che abita in una casa così isolata che nessuno avrebbe potuto sentire le sue grida. La ex che annega un oscuro segreto nell’alcool. L’amante adolescente rimasta intrappolata in una storia non sua. La donna che l’ha cresciuto che vive sotto il peso della propria colpa. La collega di lavoro costretta a scegliere da che parte stare fino a quando non scopre il prezzo di una scelta sbagliata. L’amica di famiglia ancorata ad un passato di bugie ed infine la giornalista che le ha riunite tutte in una stanza d’albergo. Chi tra loro è l’assassina?
(Recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)
L’OPERA
Edb euro 27,00
L’esperto risponde Il diritto alla pensione minima
D: Mi chiamo Rosaria e, da giugno, ho iniziato a prendere la pensione con circa 23 anni di contributi. Pensavo che mi avrebbero dato la minima, invece la pensione è solo di 423 euro. È sbagliata la domanda che ho fatto all’Inps?
R: Chiariamo un equivoco: i venti anni di contributi sono il requisito minimo per avere il diritto alla pensione di vecchiaia, ma non significa che vi sia anche il diritto a percepire il “trattamento minimo”. L’Inps calcola l’importo maturato in base ai contributi versati. Dopodiché, per il diritto al trattamento minimo (per il 2024 pari a 598,61 euro) viene valutato il reddito personale e coniugale (in base ai limiti reddituali stabiliti per Legge). Per fare un esempio, se il coniuge ha un reddito di 32mila, non ci sarà alcuna integrazione al minimo. L’Inps metterà in pagamento semplicemente quanto maturato in base ai contributi versati. Inoltre, si consideri che il trattamento minimo non è previsto per chi ha contributi solo dopo il 1996. Per info: info.brescia@patronato.acli.it
Inps
Cresce la Cassa integrazione
I dati dell’Inps sulla Cassa integrazione con i dati aggiornati a fine luglio evidenziano a livello provinciale 1.206 milioni di ore autorizzate (+6,7% rispetto al mese precedente; -19,5% rispetto a luglio 2023), 921mila ore di cassa integrazione ordinaria, 285mila di cassa integrazione straordinaria. Da gennaio a luglio, l’Inps ha autorizzato nel Bresciano 10,24 milioni di ore nell’anno, contro i 10,28 milioni di un anno fa. A livello nazionale, come si legge in un articolo pubblicato sul sito della Cisl provinciale, le ore di cassa integrazione concesse dall’ente previdenziale a luglio sono aumentate del 27,9% rispetto allo stesso mese del 2023; nei primi sette mesi del 2024 l’incremento è stato del 20,12%.
Gussalli
Formazione Dare valore alle aziende agricole
ECONOMIA venturelli@lavocedelpopolo.it
L’agricoltura è il primo settore dell’economia italiana per numero di occupati, valore della produzione e valore aggiunto. Secondo l’ultimo report diffuso del Censis (2023) l’intera filiera genera un fatturato di 523 miliardi di euro, coinvolge 1 milione e 200mila imprese e dà lavoro a 3 milioni e 600mila occupati. Lo scorso anno, rilevano i dati Istat, l’export agricolo ha segnato un record storico, superando i 64 miliardi di euro. Quello agricolo, dunque, è un mondo in costante evoluzione che si trova a dovere affrontare tante sfide, compresa quella della verifica delle componenti produttive, patrimoniali, economiche e finanziarie della propria azienda, ponendo l’attenzione all’analisi dei mercati reali e potenziali di riferimento. Parte da questi presupposti il percorso formativo gratuito dedicato agli imprenditori agricoli, organizzato dall’Hub della Conoscenza, il progetto di Cassa Padana, Politecnico di Milano e Istituto Capirola di Leno. Il corso, ospitato in Villa Seccamani a Leno, si articola in tre moduli formativi, per un totale di sette incontri, dal 15 ottobre al 26 novembre, più una serata conclusiva il 3 dicembre. Info:://hubconoscenza.it/ o corsi@hubconoscenza.it.
L’export che vola va consolidato
L’approfondimento dell’analista di Confapi Brescia, Andrea Muratore, sugli ottimi risultati delle esportazioni italiane che vanno, però, rese forti
Nel primo semestre del 2024, l’Italia ha segnato un risultato di rilievo, raggiungendo 316 miliardi di euro in esportazioni di prodotti manifatturieri e industriali. Questo dato colloca il Paese al quarto posto a livello mondiale per valore delle esportazioni, superando prima la Corea del Sud e poi il Giappone. Attualmente, l’Italia si trova solo dietro a Cina, Stati Uniti e Germania, leader consolidati del settore.
Successo. Questo successo rappresenta una spinta per rafforzare ulteriormente la competitività del sistema italiano. Tuttavia, secondo Andrea Muratore, analista di Confapi Brescia, “per mantenere e migliorare questa posizione, è cruciale individuare le aree di intervento per potenziare ulteriormente le capacità del Paese. Vi sono quattro settori chiave dove l’Italia può consolidare e ampliare la propria crescita”. In primo luogo, “è fondamentale salvaguardare la capacità produttiva delle imprese esportatrici italiane in un contesto di rapidi cambiamenti economici. Con sfide come la transi-
Confindustria DI MASSIMO VENTURELLI
Brescia e il suo dinamico tessuto imprenditoriale possono svolgere un ruolo di laboratorio per rafforzare le esportazioni
zione energetica, la digitalizzazione e l’adozione dell’intelligenza artificiale, è necessario sviluppare un capitale umano altamente qualificato”. Incrementare competenze, produtti-
vità e retribuzioni nel medio e lungo termine è essenziale per sostenere i risultati ottenuti.
Imperativo. In secondo luogo, per l’analista dell’associazione di via Lippi è un imperativo “promuovere la crescita e la capitalizzazione delle piccole e medie imprese, che
rappresentano il cuore dell’export italiano. Rafforzare la loro solidità finanziaria è cruciale per evitare acquisizioni da parte di soggetti stranieri, soprattutto di aziende con alta produttività ma bassa solidità patrimoniale”.
Sinergie. Come terzo punto fondamentale, Andrea Muratore invita a sviluppare “la collaborazione tra pubblico e privato. È essenziale che l’industria collabori strettamente con università, laboratori e incubatori di start-up”. Creare sinergie tra grandi aziende, Pmi e istituzioni pubbliche è “fondamentale per sviluppare filiere in settori avanzati come la robotica, l’intelligenza artificiale, la chimica, la farmaceutica, i semiconduttori e l’elettronica. L’Italia deve prendere esempio da Paesi come Francia, Regno Unito e Stati Uniti, dove tali collaborazioni sono già ben radicate”.
Geopolitica. Infine, secondo l’analista di Confapi Brescia, è necessario tenere in considerazione l’importanza geopolitica dell’export, specialmente in un contesto di crescente de-globalizzazione. “Le istituzioni e le imprese italiane devono prepararsi a navigare attraverso rischi geopolitici, crisi emergenti e conflitti globali”. In questo scenario, per l’analista “la provincia di Brescia e il suo dinamico tessuto imprenditoriale possono svolgere un ruolo di laboratorio per implementare queste strategie, contribuendo attivamente a rafforzare l’export e la competitività. La propensione naturale di Brescia a operare su mercati internazionali, insieme alla presenza di università, centri di ricerca e istituzioni finanziarie orientate al dialogo con le imprese, la rendono adatta a cogliere ogni opportunità di miglioramento”.
Beretta: “Ci sono problemi ma il contesto preoccupa meno”
La ripresa, tra aspettative e criticità, dopo la pausa estiva nelle parole del presidente dell’associazione di via Cefalonia
L’ ultima indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia, quella relativa al periodo aprilegiugno 2024, indicava per il manifatturiero bresciano una nuova flessione (la quinta consecutiva) nel confronto con lo stesso periodo del 2023. In questo quadro non esaltante, però, da via Cefalonia mettevano in risalto come la flessione fosse di proporzioni più ridotte rispetto alla fase più critica rilevata tra la fine dell’anno scorso e i primi mesi del 2024. Quanto riscontrato nell’industria bresciana nel trimestre primaverile si inseriva in un contesto nazionale non entusiasman-
te (ma comunque complessivamente positivo), penalizzato dalla fiacca performance del settore industriale che si è mantenuto, per tutto il periodo considerato, al di sotto della soglia di neutralità. In tale contesto, le aziende lamentavano le rinnovate tensioni sul fronte della logistica, con i prezzi dei noli marittimi saliti vertiginosamente, nonché la mancata ripartenza della Germania, la cui economia pare ingolfata in una crisi senza soluzione di continuità. Con le ferie ormai alle spalle e la piena ripresa delle attività quali sono le previsioni per l’industria bresciana? Alla domanda ha risposto
Franco Gussalli Beretta (nella foto), presidente di Confindustria Brescia. “Ci sono problemi afferma il numero uno di via Cefalonia − ma in un contesto complessivamente meno preoccupante di quanto prevedessimo”. Quelle espresse dal presidente di Confindustria Brescia sono considerazioni che valgono anche per il comparto automotive: “Gli associati continua nelle sue considerazioni sono meno sconfortati di prima e vedono possibilità di miglioramento”. Più preoccupati, invece, sono gli imprenditori della metallurgia: “Gli ordini sono pochi – afferma Gussalli Beretta e i magazzini pieni anche a causa del rallentamento del settore delle costruzioni, dopo l’euforia degli incentivi alle stelle”. L’export in questo senso non compensa il calo. Alla siderurgia invece non mancano gli ordini, ma il settore alluminio, otto-
ne, rubinetterie resta alle prese con i costi dell’energia non competitivi. “In generale sono altre considerazioni del presidente di Confindustria Brescia −, per quanto riguarda gli incentivi ritengo sia inutile ondeggiare tra pericolosi alti e bassi come nell’edilizia: sarebbe meglio qualcosa di costante. Sul capitale umano continuano a mancare lavoratori, sia in quantità e qualità. La situazione è ormai nota da tempo: si lanciano progetti, ma non si vedono risultati ed è tutto è troppo lento; il Pnrr ha stanziato risorse che non si mettono a terra nei territori: è un vero peccato sia per le nuove generazioni che per le imprese. Noi avanziamo proposte che non vengono ascoltate. La criticità è sui giovani: è con loro che possiamo porci verso le nuove frontiere delle transizioni ambientale e digitale. La strada è segnata, ma i tempi stringono, vogliamo esiti veri”.
Confapi DI MASSIMO VENTURELLI
Contro il “caro scuola” c’è il “second-hand”
Mancano pochi giorni al ritorno degli studenti sui banchi di scuola e le famiglie stanno preparando il necessario per questo rientro. Chi deve comprare libri di testo e materiale scolastico essenziale (che da sempre comporta un investimento di spesa non indifferente, ndr) si trova a fare i conti con l’inflazione e l’aumento dei prezzi che anche quest’anno stanno influendo sugli acquisti: lo dimostrano le stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, che parla di un incremento del 18% della spesa scolastica per o-
gni studente rispetto al 2023. Ma una via per ridurre sulle famiglie l’impatto economico del ritorno a scuola c’è, come dimostra una ricerca condotta nel territorio lombardo da Wallapop, piattaforma per la compravendita di prodotti second-hand, che promuove un modello di consumo responsabile e sostenibile. Contro una spesa stimata di poco più di 220 euro a studente, la ricerca ha dimostrato che il ricorso alle piattaforme “second-hand” la cifra può ridursi notevolmente. Se gi interessati acquistassero e vendessero prodotti
“second-hand” per il ritorno il classe, la spesa si ridurrebbe del 64%, passando da una previsione di 221 a soli 79 euro per studente. Secondo la ricerca, però, sono sempre di più i lombardi interessati al “second-hand” e diverse le motivazioni che stanno alla base della loro scelta. Accanto a quelle economiche, vi sono anche ragioni ambientali (è sempre maggiore l’attenzione al riciclo) e domestiche. Con il “second-hand” si evitano inutili accumuli di materiali scolastici, libri in testa, che di anno e in anno vengono cambiati.
Strategie per combattere la Psa
Confagricoltura
In occasione della Fiera di Orzinuovi la proposta del convegno “Il nostro modello di suinicoltura” per le prospettive con cui superare l’emergenza
nazionale suinicoltura di Confagricoltura Rudy Milani, con l’assessore regionale Alessandro Beduschi, il direttore sanitario dello Zooprofilattico Loris Alborali e il sub commissario Psa Mario Chiari.
In occasione della fiera di Orzinuovi, Confagricoltura Brescia ha proposto il convegno “Il nostro modello di suinicoltura. Dall’emergenza alle prospettive: superare le criticità per essere più sostenibili”. Un tema quanto mai attuale, vista la preoccupante diffusione dei casi di peste suina africana in territori vicini alla nostra provincia.
Il crescere di casi di peste suina asiatica ha reso molto interessanti le indicazioni del commissario Filippini
Incontro. L’incontro si è svolto online in via precauzionale, per assecondare le prescrizioni del nuovo commissario Psa Giovanni Filippi-
ni, relatore chiave del convegno. Insieme a lui sono intervenuti il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli e il presidente
Messaggio. Restare uniti, lavorare insieme ciascuno per la propria parte con competenza, passione, positività, facendo viaggiare di pari passo sacrificio e solidarietà. È questo il messaggio emerso, insieme alla richiesta di Garbelli di mettere in campo un ampio patto di territorio, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, a partire da sindaci, Provincia, Regione, ministero, istituzioni sanitarie e poi allevatori, organizzazioni sindacali, mangimifici, macelli e tutti quanti hanno titolo a operare nel settore, sistema bancario incluso. Iniziando con la creazione di un tavolo permanente regionale sulla Psa, sul modello di quello per la siccità. “È una scelta politica abbattere i cinghiali, gestire la fau-
I nostri Uffici Zona sul territorio
na selvatica – hanno detto Milani e Garbelli -, ma anche indennizzare gli allevatori per i danni che stanno subendo è una scelta politica. Noi di Confagricoltura non possiamo far altro che schierarci dalla parte degli allevatori e chiedere ristori immediati per gli allevamenti coinvolti, una moratoria seria e intelligente dei mutui, adeguata alla situazione, e, soprattutto, un intervento duro per fermare il problema, per non trasformare un disastro in un’apocalisse, ovvero abbattere i cinghiali. Può essere vero che ci sono state delle disattenzioni da parte allevatoriale, ma è altrettanto vero che denunciamo una fauna selvatica fuori controllo da 15 anni. Se di colpe vogliamo parlare, non sono solo da una parte. Noi siamo come sempre a disposizione per collaborare, ma l’epoca delle pacche sulle spalle è finita, perché la Psa è qui, alle porte di Brescia e Cremona”.Il convegno è online sui canali Facebook e Youtube di Confagricoltura Brescia.
Brescia
Via Orzinuovi, 48 - Tel. 030 6950778
(Centro Commerciale Le Piazzette) Leno
Via C. Colombo, 9 - Tel. 030 9038110
Montichiari
Via A. Mazzoldi, 135/B - Tel. 030 961125
Darfo Boario Terme
Via Roma, 73 - Tel. 0364 532845
Verolanuova
Via Zanardelli 1 - Tel. 030 931215
Chiari
Via Valmadrera, 13 - Tel. 030 711451
Lonato
Via Albertano da Brescia, 50 - Tel. 030 9130244
Orzinuovi
Via Giordano Bruno, 24/26 - Tel. 030 941101
DI MARIO GARZONI
GIOVANNI GARBELLI E, A DESTRA, RUDY MILANI
SPECIALE SCUOLA r.bini@vocemedia.it
Orientamento formativo e professionale Siglato l’accordo tra Fidae e “MiAssumo”
L’orientamento nelle scuole si rafforza grazie alla partnership siglata tra “MiAssumo”, la piattaforma digitale gratuita di orientamento scolastico rivolto agli studenti dagli 11 ai 26 anni, e Fidae, la federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie. L’accordo, che vuole rispondere alla grave carenza scolastica nella formazione e soprattutto al crescente gap tra offerta e domanda di lavoro, permetterà a oltre 2.000 scuole, in particolare scuole primarie e scuole secondarie di I livello con un bacino di 200mila studenti e circa 15mila docenti, di accedere a percorsi digitali appositamente pensati per aiutare i più giovani a scoprire le proprie attitudini e ambizioni e sviluppare competenze utili a scegliere il percorso di studio e ad abitare il mondo del lavoro. “Siamo grati di avere al nostro fianco Fidae, partner che condivide con noi l’impegno per l’orientamento nelle scuole e che, promuovendo una visione della persona nella sua complessità e interezza, dedica particolare attenzione alle fragilità, al contrasto dei divari negli apprendimenti e al supporto dei giovani a rischio dispersione” ha dichiarato Rosy Russo, founder di “MiAssumo”.
Essere protagonisti nel mondo
Sono tre gli indirizzi proposti dall’Istituto Luzzago: Scientifico Quadriennale, Scientifico opzione Scienze Applicate e Linguistico
Brescia DI ROBERTO FRUGONI
“L’orizzonte di una formazione completa è il mondo intero, dove poter agire da protagonisti della vita lavorativa, sociale, familiare e comunitaria”. Così padre Luigi Cavagna e il prof. Giacomo Ferrari, Rettore e Preside dell’Istituto Luzzago (www. liceoluzzago.it), sottolineano l’idea di formazione alla base del liceo cittadino di via Monti, in centro storico, che apre le iscrizioni agli Open Day del 19 ottobre, 9 novembre e 30 novembre.
Indirizzi. Tre gli indirizzi proposti: Scientifico Quadriennale, Scientifico opzione Scienze Applicate e Linguistico. “Il liceo Scientifico rappresenta la tradizione e l’innovazione che da sempre caratterizzano l’offerta formativa del Luzzago − sottolinea padre Cavagna −. Tradizione perché è attivo fin dal 1946. Innovazione per la sua nuova veste Quadriennale, ideata e costruita in stretta collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e in
costante dialogo con il mondo del Lavoro”.Oltre a una metodologia didattica innovativa che in quattro anni prepara al meglio per l’esame di stato, un forte valore aggiunto è la personalizzazione del curricolo con l’introduzione nel programma scolastico di tre aree tematiche di ap-
prendimento e orientamento: quella della ricerca espressiva; quella della ricerca scientifica e quella della ricerca sociale e personale.“Inoltre, lo Scientifico Quadriennale del Liceo Luzzago vedrà sempre più valorizzati approfondimenti legati alla transizione ecologica e allo svilup-
IL RETTORE PADRE LUIGI CAVAGNA E IL PRESIDE GIACOMO FERRARI
po sostenibile - spiega il preside Ferrari -, e sarà sempre più accentuata la didattica laboratoriale per le materie di indirizzo scientifico, le cosiddette materie Stem: Science, technology, engineering and mathematics”. Sul ricorso ai laboratori (scientifico-biologico, fisico-
matematico, informatico) “è fortemente incentrata la didattica dello Scientifico opzione Scienze applicate − sottolinea il Rettore−. Nella consapevolezza dell’importanza per gli alunni di doversi empiricamente confrontare con quanto appreso in classe e studiato sui libri, lavorando in gruppo alla realizzazione di un determinato progetto”. Infine, la costante cura nell’insegnamento delle lingue straniere, anche attraverso la metodologia Clil (Content and language integrated learning), che in tutti e tre gli indirizzi liceali proposti impiega le lingue straniere nello studio di materie normalmente insegnate in italiano. E a proposito di insegnamento delle lingue straniere, è da sottolineare il fatto che l’indirizzo Linguistico propone lo studio e la certificazione di ben sei lingue per sei differenti percorsi didattici: prima lingua Inglese; seconda lingua a scelta fra Spagnolo e Francese; terza lingua di nuovo a scelta fra Russo, Cinese e Tedesco. Insomma, l’orizzonte del Liceo Luzzago e dei suoi studenti è proprio il mondo intero.
Scuola Primaria dell’Istituto Salesiano San Bernardino
Una scuola che cerca di differenziarsi
La Scuola Primaria dell’Istituto Salesiano San Bernardino è attiva dall’anno 2002. Ad oggi, conta 191 alunni suddivisi in 10 classi. Quella che emerge dal racconto di Agnese Cinquini, coordinatrice della scuola e di Denise Stefania Brescianini, vice coordinatrice, è una scuola decisamente inclusiva, accogliente ed amica delle famiglie. Una scuola che cerca di differenziarsi “non solo per l’aspetto educativo, ma anche per quello della didattica”. L’ingresso al mattino è possibile dalle ore 7.30
DI SERGIO ARRIGOTTI
L’Istituto Salesiano di San Bernardino offre sin dagli anni ‘70 un percorso secondario di primo grado. Prima, era un noviziato, e poi una scuola esclusivamente maschile. Oggi conta circa 270 alunni su tre sezioni. Lorenzo Salvoni è il preside e parla dell’istituto che dirige con amore, orgoglio ed entusiasmo. Quella di San Bernardino è una scuola che accompagna e fa crescere i ragazzi. “La scuola media italiana è una scuola di grande qualità - esordisce Salvoni - le indicazioni ministeriali dicono che la scuola si deve interessare in toto della persona dello studente. Questo è quello che noi qui facciamo, è il metodo salesiano”.
Fare educazione. “La scuola è un mezzo per fare educazione, non è un fine. Un conto è se io voglio portare gli studenti a risolvere i problemi con le equazioni di secondo grado, un conto è se voglio portare i ragazzi alla felicità, alla soddisfazione, all’orientamento, al desiderio, attraverso i problemi con le equazioni di secondo grado”. In questo modo sono stati ottenuti due vantaggi. “Il primo è che i ragazzi hanno ben chiaro che è un obiettivo di crescita umana. Il secondo è che la crescita professionale, andando di pari passo
e l’orario è strutturato a tempo prolungato. Il servizio mensa è compreso. Il ritiro dei bambini viene garantito con l’assistenza dei docenti fino alle ore 17.45, offrendo anche il doposcuola, il servizio compiti e attività extra scolastiche. L’istituto è fortemente connotato dall’essere scuola cattolica. “La scuola – spiegano le coordinatrici – è tutta una comunità educativa pastorale, ed ogni settimana si ritrova la CEP per la verifica e l’indirizzo delle attività”.
All’avanguardia l’offerta formativa della scuola. “Abbiamo le maestre specialiste - racconta Agnese - di inglese, musica, attività motoria, teatro, informatica. Previsti su iscrizione il potenziamento di inglese con insegnante in madrelingua e la certificazione CAT livello A1 per i ragazzi di 5ª”. In classe prima viene proposto il metodo della letto-scrittura, mentre per la matematica è stato introdotto il metodo Innovamat. Diversi i corsi extrascolastici:
con quella umana, è una crescita di alto livello”.
Situazioni inaspettate . “Anche quest’anno le prove orali degli esami di terza media ci hanno messo di fronte a situazioni totalmente inaspettate. Questa generazione non è una generazione sbagliata. è una generazione straordinaria”.
La ricerca dei perché. Una scuola alla ricerca dei perché. “Agli esami i nostri studenti non vengono messi di fronte a domande di tipo cogniti-
vo, non chiediamo le poesie di Ungaretti e Montale. Io ho già certificato durante il percorso scolastico che tu le conosci. Noi durante tutto il percorso scolastico educhiamo gli
“La crescita professionale, andando di pari passo con quella umana, è una crescita di alto livello”
attività sportiva, calcio e pallavolo; attività musicale, con canto corale, chitarra, pianoforte, violino, batteria; teatro. E poi le uscite: per la 3ª tre giorni alla casa di Pejo; per la 4ª un’uscita a Genova passando la notte all’Acquario; per la 5ª una tre giorni di vela a Sulzano. La scuola è impegnata anche sul fronte dell’inclusività verso i bambini disabili. “Qui i bambini trovano una realtà che è vicina alle famiglie e si fa essa stessa famiglia”. (Sergio Arrigotti)
Quando la media è di qualità
L’Istituto Salesiano di San Bernardino offre sin dagli anni Settanta un percorso secondario di primo grado: 270 gli alunni accolti
studenti a chiedersi il perché delle cose. Perchè è stata scoperta l’America, perché è scoppiata la guerra mondiale, perché l’uomo ha esigenza di amore”. “Agli esami chiediamo ai ragazzi di presentare soluzioni per risolvere problemi reali, come se fossero degli adulti: un progetto di pubblicità progresso, l’organizzazione di uno scambio culturale, la presentazione di una inchiesta giornalistica. Hanno presentato dei prodotti che ci hanno lasciato a bocca aperta. Ci siamo trovati davanti a ragazzi meravigliosi”. “Per ottenere
questi risultati abbiamo dovuto cambiare tanto della nostra didattica introducendo l’utilizzo di strumenti digitali a scuola (tutti gli studenti utilizzano l’IPad), abolendo la disposizione tradizionale delle aule che ora sono isole, introducendo blocchi di due ore per materiali per lavori di approfondimento continuo”. Gli studenti di San Bernardino vivono otto ore a scuola, il ciclo di lavoro scolastico, compiti compresi, finisce a scuola. Poi rimane il tempo per tutte le altre attività, sportive, culturali, ricreative.
Chiari
LORENZO SALVONI
Scuola dell’infanzia Cristo Re Nel solco del carisma di Santa Dorotea
Radicata nella tradizione culturale, sociale ed ecclesiale di Borgo Trento, la Scuola dell’infanzia “Cristo Re”, opera al servizio dell’educazione degli alunni, nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori. “La nostra scuola – sottolinea il presidente dell’“Associazione Educativa per l’Infanzia Cristo Re”, Giorgio Trilli – è entrata a pieno titolo fra gli Enti del Terzo Settore per esplicitare in maniera chiara a tutti i genitori che il nostro servizio non ha fini di lucro ed è svolto tenendo
sempre come riferimento il motto della Federazione italiana scuole materne “Prima i Bambini”. Seguendo il carisma delle Suore Maestre di Santa Dorotea, la proposta educativa della scuola mira allo sviluppo di tutte le potenzialità del bambino assicurando un’effettiva eguaglianza nelle opportunità di crescita, ponendo le basi per la formazione della sua personalità. “La nostra vuole essere una scuola inclusiva, scuola dell’accoglienza, luogo di tutti e per tutti: per i bambini che si apprestano a conoscere e vivere
il mondo della scuola per la prima volta, per i bambini con difficoltà cognitive e sociali, garantendo a tutti le stesse opportunità, valorizzando le differenze e i punti di forza di ognuno, per bambini e famiglie di diversa provenienza, nazionalità, lingua, cultura, favorendo l’integrazione ed il rispetto delle diversità di tradizioni, religioni, usi e costumi sempre in armonia con l’identità cristiana che ci contraddistingue, per tutte le famiglie che la nostra scuola ascolta, supporta e accompagna in questo significativo
e delicato momento della crescita e dell’educazione dei loro figli che ci hanno affidato”. L’appartenenza alla famiglia delle Dorotee si concretizza con la possibilità della continuità scolastica presso le scuole primaria e secondaria di primo grado presenti in città, in via Marsala 30. “Nella scuola – conclude il presidente Trilli – operano quattro insegnanti abilitate, due per ogni sezione composte al massimo da 25 bambini. A loro spetta la programmazione educativo-didattica, la verifica e la
valutazione periodica delle attività. Per il sostegno ai bambini diversamente abili sono presenti un’insegnante e due assistenti all’autonomia”. Gli Organi collegiali sono esplicitati nel “Comitato scuola-famiglia” composto dal collegio docenti, da due rappresentanti dei genitori annualmente eletti e da un rappresentante del personale ausiliario ed ha il compito di mantenere i collegamenti fra genitori e insegnanti per il buon andamento dell’anno scolastico. Informazioni sul sito scuolamaternacristore.it. (v.b.)
Sui banchi di Scuola Bottega
La realtà diretta da Anna Maria Gandolfi inizia il nuovo anno scolastico con ben 11 corsi attivi nelle tre sedi di Brescia e le due di Calvisano
Intervista DI VITTORIO BERTONI
Scuola Bottega inizia il nuovo anno scolastico con ben 11 corsi di formazione attivi nelle tre sedi di Brescia e le due di Calvisano. La direttrice, Anna Maria Gandolfi, ci illustra le peculiarità dell’istituto che persegue la mission del fondatore Beppe Nava e continua a espandere la propria offerta formativa e a preparare i giovani per il mondo del lavoro.
Formazione. “Offriamo una formazione di qualità non solo nell’apprendimento di un lavoro, ma basata soprattutto sull’accompagnamento e crescita personale dei nostri allievi e allieve. Ci rinnoviamo ogni anno con progetti innovativi e socialmente rilevanti volti a formare e ispirare i nostri adolescenti, preparandoli a diventare cittadini consapevoli e professionisti competenti”. Grande successo ha avuto
l’avviamento del Corso di operatore informatico, che quest’anno viene attivato anche a Viadana. A Mezzane ci sono ancora alcuni posti per i corsi di meccanica d’auto e di panificazione/pasticceria che è coordinato da una docente di eccezione: la cake design Giada Farina. I corsi hanno la durata di 3 anni al termine dei quali si ottiene la qualifica di operatore. Per chi lo desidera, è possibile continuare il percorso formativo frequentando un quarto anno per conseguire la qualifica di tecnico. I corsi hanno durata di 990 ore annuali e dal secondo anno gli allievi entrano in stage in azienda con la quale la Scuola stabilisce una convenzione diretta. “Abbiamo aderito subito alla sperimentazione Valditara ‘4+2” che fa capo alla nuova filiera tecnologico-professionale promossa dal Ministero dell’Istruzione e fortemente voluta dall’Assessore regionale Simona Tironi perché Scuola Bottega vuole stare al passo con i tempi ossia formare allievi
per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più esigente. Seguendo questa sperimentazione il quarto anno è equipollente al diploma di maturità. Dopo il diploma, è possibile proseguire il percorso per altri 2 anni presso un ITS Academy, per una specializzazione tecnica avanzata con la certezza di essere inseriti nel mercato del lavoro”. Una scuola all’avanguardia che fa della qualità della formazione una delle sue caratteristiche vincenti e diventa la scelta migliore per un
ragazzo che dopo la scuola media vuole imparare subito una professione ed entrare nel mercato del lavoro a 18 anni. “Scuola Bottega è impegnata a fornire una serie di servizi al lavoro per aziende e per disoccupati e realizza corsi formativi per adulti e disabili e si apre al territorio aderendo a progetti su temi sociali, di educazione e di sicurezza e partecipando a concorsi nazionali ottenendo riconoscimenti e premi importanti”. La stretta sinergia con le imprese e le istituzioni, in parti-
colare con il Comune, la Provincia di Brescia e la Regione, consente di avere lo sguardo sempre rivolto alla attualità e attento a cogliere le opportunità che consentono ai ragazzi di costruire il proprio futuro. “Siamo una scuola inclusiva che guarda al futuro e che coltiva talenti. I nostri corsi sono la testimonianza di come Scuola Bottega sia attenta ai segnali che provengono dal mercato del lavoro e di come sia in grado di formare qualitativamente gli studenti per rispondere alle necessità. La prova viene dal fatto che il 90% degli allievi qualificati e diplomati trova subito collocazione nel mondo del lavoro, anche per questo vale la pena di sceglierci”.
I GIOVANI STUDENTI DI SCUOLA BOTTEGA
Centro San Clemente
Presentato il nuovo catalogo Autunno-Inverno
I bresciani continuano a scegliere i corsi del San Clemente per molti motivi, dalla crescita personale e professionale, al benessere fisico e mentale. Il Centro offre l’opportunità di acquisire e migliorare le proprie competenze con una flessibilità che si adatta agli impegni lavorativi e personali degli utenti. Inoltre, l’ambiente accogliente e inclusivo facilita la socializzazione e il networking, rendendo l’esperienza formativa ancora più ricca e gratificante. Questi fattori riflettono
l’impegno costante della realtà nel rispondere efficacemente ai bisogni della comunità, contribuendo al suo sviluppo culturale e sociale. I numeri parlano chiaro: con 3200 iscritti nell’ultimo anno, il San Clemente è in continua crescita e per il Nuovo Catalogo Autunno-Inverno 2024/2025 presenta un’offerta formativa ancora più ampia e mirata alle esigenze dei corsisti. Con l’obiettivo di essere al servizio di tutti, il nuovo catalogo propone 208 corsi suddivisi in 8 aree tematiche. Oltre
alle sette aree già esistenti (Lingue; Informatica & Nuovi Media; Cultura; Arte, Musica & Creatività; Cucina, Pasticceria & Beverage; Fitness & Benessere e Lavoro, Comunicazione & Soft Skills), quest’anno si aggiunge una nuova area, Stile & Bellezza, che include corsi dedicati alla moda, all’armocromia e all’arredamento, tematiche che negli ultimi anni hanno visto un crescente interesse da parte del pubblico. Oltre ai corsi tradizionali e ormai consolidati, il nuovo Catalogo Autunno-Inverno 2024/2025 si
Crescita, valori ed educazione
I punti saldi della proposta formativa del Cfp Padre Marcolini gestita dalla Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica
Capo di Ponte
DI ROBERTO FRUGONI
Che i giovani e la loro crescita educativa rappresentino un’emergenza e argomento che rimbalza quotidianamente dalla stampa, alle voci di esperti, insegnanti, educatori, famiglie.
Ruolo. La Scuola riveste un ruolo fondamentale nell’esperienza di crescita delle nuove generazioni, pur essendo ormai evidente la necessita di azioni sinergiche di diversi attori: genitori, scuola, professionisti, comunità, politica, etc.
Formazione. Oltre alla formazione qualificata di figure professionali spendibili sul mercato del lavoro, uno dei punti saldi della proposta formativa del CFP Padre Marcolini
e che la Scuola debba rappresentare luogo educativo e di crescita valoriale per i giovani che la frequentano.
Principio. Un principio che muove dalla mission del Centro, nel solco del carisma della Beata Annunciata Cocchetti e della tradizione cattolica, che dal 2012 viene promosso dalla Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica, ente gestore del Cfp Padre Marcolini: un Centro che vede tutto lo staff operare secondo uno “stile” di accoglienza, affinché l’esperienza formativa sia educante, identitaria, inclusiva. Quanti operano a contatto con i giovani hanno l’importante responsabilita di percorrere con loro un cammino condiviso, di ascolto, dialogo, rispettoso dell’altro, con particolare attenzione ai più fragili, ai loro timori, desideri e difficoltà. Un percorso a volte complicato, ad ostacoli, che chiede pazienza e costanza. A tal proposito forte e l’impulso al dialogo e all’azione sinergica con i genitori, alla collaborazione con il territorio, con enti, istituzioni, Servizi Territoriali e
Il Cfp Padre Marcolini con sede a Capo di Ponte e Breno è visitabile tutti i giorni previo appuntamento
con quanti possano collaborare a questa scommessa educativa. Anche la proposta di progettualità e attività che favoriscano la crescita personale vogliono essere stimolo per gli studenti: dalle attività di sensibilizzazione sui temi della violenza e della legalità, ai momenti di riflessione sul tema delle diversità, agli incontri di orientamento ai temi della sicurezza e della cittadinanza, alle testimonianze dirette. Questo e possibile grazie anche ad associazioni, organizzazioni, esperti, che mettono a disposizione le loro esperienze e testimonianze. Altro importante elemento a cui viene dedicata attenzione e la multiculturalità, perchè anch’essa diventi risorsa ed opportunità. In un contesto storico come quello attuale e importante che, anche a partire dalla scuola, molteplici modelli culturali, seppur diversi, condividano valori e principi che siano terreno di crescita comune per questi giovani che oltre ad essere futuri professionisti, sono soprattutto gli uomini e le donne del futuro. Il Cfp Padre Marcolini, con sede a Capo di Ponte e Breno, con i suoi 10 percorsi professionali (edilizia, termoidraulica, falegnameria, elettrico, meccanica, agricoltura, lattiero caseario, allevamento, turistico sportivo, sartoria) e visitabile tutti i giorni previo appuntamento (366.3139389 - info@ cfpmarcolini.it).
compone di 72 nuove proposte più di 1/3 dell’intera offerta. Il San Clemente è inoltre preparatore ufficiale per la certificazione di inglese Cambridge ed ente formatore e test center per la certificazione tedesca ÖSD: corsi specifici per prepararsi a questi riconoscimenti internazionali. Da lunedì 9 a giovedì 26 settembre sarà possibile partecipare gratuitamente alle lezioni introduttive di tutti i corsi. In questa occasione, si potrà visitare il Centro, vedere gli spazi di via Cremona 99, le cucine del CFP Canossa in via
Brescia
DI VITTORIO BERTONI
Si apre una nuova stagione per la professione del geometra e per il suo Collegio. Questa è la strada segnata dall’ente bresciano guidato dal presidente Giuseppe Zipponi, che a metà del suo mandato, cominciato nel 2021, ha fatto il punto su come la categoria dei geometri a Brescia, quarta provincia d’Italia con i suoi 2.300 iscritti, stia affrontando le sfide del presente, con un occhio a quelle future. Sono tre, in particolare, gli spunti che il presidente pone all’attenzione.
Inversione. “Dopo una lunga stagione di crisi della professione – afferma Zipponi - che si era tradotta a livello nazionale in un netto calo del numero di iscritti, si segnala una decisa inversione di tendenza a partire dal mondo della scuola e dell’università”. Per il terzo anno consecutivo nel bresciano si assiste infatti ad un incremento degli iscritti al primo anno dei Cat, acro-
“Per il terzo anno consecutivo nel Bresciano si assiste a un incremento degli iscritti al primo anno dei Cat”
Sant’Antonio, 53 per i corsi di cucina e pasticceria, l’Enoteca Selvatica in Via Marsala 40/a per il corso di degustazione vini lombardi entrambi a Brescia e il Birrificio Curtense in via Bachelet, 7 a Passirano. Partecipare alle lezioni introduttive permetterà di avere un assaggio dei contenuti delle lezioni e confrontarsi con i docenti che presenteranno il programma del loro corso e saranno pronti a rispondere a ogni domanda. Al termine della lezione introduttiva, l’utente potrà iscriversi immediatamente in segreteria,
godendo dello speciale sconto del 10%. Per i corsi di lingua inglese, spagnola, francese e tedesca, oltre alla lezione introduttiva, il San Clemente offre la possibilità di verificare il proprio livello di conoscenza della lingua grazie al test gratuito disponibile sul sito e, su richiesta, anche attraverso un colloquio individuale gratuito con un docente dell’Area Lingue, che potrà verificare ulteriormente il livello e consigliare il corso più idoneo. I corsi avranno inizio a partire da lunedì 30 settembre e sono tutti
nimo per indicare le vecchie scuole superiori per Geometri e cioè gli istituti tecnici con corsi ad indirizzo costruzioni, ambiente e territorio. In provincia sono dieci le scuole che hanno attivi corsi Cat: Tartaglia di Brescia, Levi di Sarezzo, Einaudi di Chiari, Capirola di Leno, Antonietti di Iseo, Cesare Battisti di Salò, Bazoli di Desenzano del Garda, Olivelli di Darfo Boario Terme, Meneghini di Edolo e Cossali di Orzinuovi. “Con i colleghi andiamo nelle scuole medie a illustrare la nostra attività e troviamo spesso
genitori e ragazzi realmente interessati. La sensazione è che abbiamo ascolto e riusciamo a orientare molte famiglie spiegando le numerose opportunità che la nostra attività ha di fronte ogni giorno. Deve passare la corretta informazione, peraltro supportata dai dati, che è veramente ampio e ricco di coinvolgenti novità lo spazio d’operatività concreta dei geometri nel mondo del lavoro di oggi e di domani. E il valore aggiunto è rappresentato da un livello occupazionale pressochè totale”. All’aumento degli iscrit-
a numero chiuso. Le iscrizioni, già aperte dal primo luglio, vengono raccolte fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti possibili. I corsi si svolgeranno in presenza principalmente presso la sede di Brescia, in via Cremona 99, dotata di due parcheggi interni, aule multimediali, palestra, teatro e laboratori attrezzati per garantire una formazione di qualità. Le iscrizioni possono essere effettuate: in sede, presso la segreteria del San Clemente, in via Cremona 99: pagamenti con
contanti, carta di credito, bancomat, con la Carta Docenti o Carta Cultura (seguendo le indicazioni del Ministero competente) e online, sul sito www. centrosanclemente.it: il servizio di e-commerce permette il pagamento con bonifico, carte di credito e PayPal. La segreteria è aperta dal lunedì al giovedì dalle 8.45 alle 18.30, il venerdì dalle 8.45 alle 13.00 e il sabato dalle 8.45 alle 12.15. Telefono: 030 37 70 554 WhatsApp: +39 375 617 7169 E-mail: info@centrosanclemente.it Sito: www.centrosanclemente.it.
Geometri, le sfide del futuro
Giuseppe Zipponi, presidente Collegio Geometri:
“Il valore aggiunto è rappresentato da un livello occupazionale pressoché totale”
ti del Cat (+20% rispetto al 2023 e +34% rispetto al 2022) si aggiunge la risalita anche quest’anno del numero dei praticanti che vogliono accedere all’Esame di Stato per l’abilitazione alla libera professione. Università. “Ricordiamo anche il corso in Tecniche dell’Edilizia alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia, che quest’anno ha già coperto 40 posti ed è ormai vicino ai 50 previsti come tetto massimo”. Costituiscono fonte di ulteriore interesse le prossime novità norma-
tive ed accademiche per l’accesso alla professione. In attesa dell’entrata in vigore dell’obbligo di Laurea per l’esercizio della professione, già ora i futuri laureandi del corso universitario potranno accedere alla professione senza sostenere l’Esame di Stato.
Percorso. “Il percorso di studi accademici triennale – conclude il presidente Zipponi - si conferma fin d’ora una alternativa validissima al praticantato per entrare direttamente nella libera professione”.
Progettazione e direzione cantieri Sicurezza Catasto e rilievi topografici Perizie e stime immobiliari Bonus Certificazioni energetiche Antincendio Abbattimento barriere architettoniche Amministrazioni condominiali
tradizione delle Suore Maestre di Santa Dorotea a Borgo Trento
Scherma Sebino
Al via la nuova stagione
Al Club Scherma Sebino, realtà sportiva attiva a Paderno Franciacorta presso il centro sportivo Calvesi e specializzata nel fioretto e nella sciabola, sono iniziati gli open day (in programma il 7, 14 e 21 settembre, oltre ad avere la possibilità di usufruire di tre lezioni di prova gratuite a partire dal 16 settembre) e, con questi, la nuova stagione. Attenta da sempre a sostenere, ispirare, potenziare e motivare le comunità per consentire alle persone di fare delle scelte di vita positive, la società include tutti,
indipendentemente dal sesso, dall’età e dalle capacità, con attività per ogni livello, a partire dai 4 anni. I corsi rivolti ai neofiti inizieranno il 16 settembre e sono suddivisi per età: giocoscherma 4-6 anni, principianti 6-9 anni, esordienti 10-14 anni e amatori per gli adulti. Gli agonisti Under 14 e Under 23, protagonisti a livello regionale e nazionale, hanno a disposizione quattro giorni di allenamento a settimana con attività di preparazione atletica e lezioni di scherma. L’ultimo corso è rivolto agli agonisti Master.
SPORT garatti@lavocedelpopolo.it
Paralimpiadi Brescia sul podio
Anche ai Giochi Paralimpici di Parigi, Brescia è una garanzia. Nonostante uno dei grandi favoriti, il camuno Giuseppe Romele, non sia riuscito a raggiungere il podio, la città può festeggiare la medaglia d’argento di Veronica Yoko Plebani (nella foto) nel triathlon e la doppia medaglia di Federico Bicelli (l’oro nei 400 stile libero e il bronzo nel dorso S7). Il nuotatore di Borgosatollo ha conquistato anche la finale dei 50 metri stile libero, che andrà in scena mentre il giornale è in stampa.
L’atletica risplende a Brescia
Il Grand Prix, in programma l’8 settembre, è l’evento più importante mai disputato in città. Tra i big, anche il campione olimpico Tebogo
Atletica DI MARIO
NICOLIELLO
È l’evento di atletica più importante che si sia mai disputato sul suolo bresciano. Andrà in scena a Sanpolino domenica prossima e rappresenterà una sfilata di campioni olimpici e mondiali.
Letsile Tebogo. La prima edizione del Grand Prix Brescia, targato Sky Wi-Fi, con diretta televisiva su Sky Sport Arena (canale 204) dalle 15.30 alle 17.30, avrà come stella il campione olimpico dei 200 metri Letsile Tebogo, che a Parigi ha regalato al Botswana il primo trionfo a cinque cerchi della storia, arricchendolo anche con la medaglia d’argento della staffetta 4x400. Dopo l’avventura parigina, Tebogo è stato accolto in patria da eroe nazionale, con una grande festa che gli ha voluto dedicare Mogweetsi Masisi, il presidente del Paese africano. La settimana scorsa è stato poi ricevuto
da Papa Francesco, a cui ha chiesto di pregare per la mamma scomparsa prematuramente facendosi autografare le scarpe. Da ultimo ha vinto i 100 metri del Golden Gala in 9”87, a un solo centesimo dal primato personale stabilito il 4 agosto nella finale di Parigi. “Brescia – ha spiegato il velocista – è la città che mi ha accolto e che sento come la seconda casa. È bello che la grande atletica allarghi i suoi confini e spero che questo evento diventi un appuntamento fisso nel mio calendario”. In occasione del Golden Gala, Tebogo ha raccontato la infanzia: “Le mie prime gare le ho corse scalzo e con i pantaloni di mio zio. Adesso è significativo che gli africani non vengano visti unicamente come atleti che corrono le lunghe distanze. Con più strutture sportive, sarebbe bello e importante organizzare finalmente le Olimpiadi in Africa, il mondo conoscerebbe culture straordinarie”. La gloria olimpica non ha esaltato il ventunen-
La Supercoppa dirà l’ultima parola
Le vincitrici provinciali e quella della Coppa Leonessa si sfideranno venerdì 13 settembre
Si sono spartite la gloria dell’ultima stagione sportiva di calcio a 7 Open, sollevando un trofeo che solo poche società nel bresciano vantano in bacheca. L’una dopo una maratona stagionale nel proprio campionato e un’appendice di scontri diretti; l’altra dentro un tabellone durissimo fatto di gare da dentro o fuori, di continui all-in per arrivare in cima alla piramide.
Supercoppa. Dopo un’estate di riposo e prima di cominciare una nuova stagione, che le vedrà ancora competere nel campionato di Serie A, arriva l’occasione per togliersi un dubbio: chi delle due sia realmente la più forte. Un’occasione che si chiama Supercoppa e che metterà l’una contro l’altra la vincitrice dei provinciali e quella della Coppa Leonessa 2023-2024. Nello specifico, l’Rg San Francesco A e l’Uso Ponte San Marco. I riferimenti da segnare in agenda per il rendez-vous sono questi: venerdì 13 settembre, ore 21, oratorio di Santa Giustina di Montichiari. Un vantaggio non da poco per i campioni provinciali quello della location, perché il campo in questione significa casa. La Coppa Leonessa ha però insegnato che il Ponte San Marco sa battere anche le top. Che vinca la migliore.
ne: “Sono un ragazzo che ha ancora tanto da imparare, con l’umiltà che mi ha testimoniato mamma, la mia roccia. La porto in ogni respiro e in ogni passo. E ogni tanto mando un bacio al cielo per lei”.
Grand Prix Brescia. L’appuntamento bresciano – organizzato in partnership con Sky dai Raptors Milano, con la consulenza sportiva di Rosa Associati e il supporto tecnico del-
CENTRO SPORTIVO ITALIANO
la Nike, con il sostegno assicurato dal Comune di Brescia e la collaborazione di Fidal Lombardia e Fidal Brescia – prevedrà 15 gare di altissimo livello. Si comincia alle 14.15 con il lancio del martello femminile della campionessa europea Sara Fantini e della campionessa mondiale juniores 2022 Rachele Mori. Stesso orario per il salto con l’asta maschile in cui lo statunitense Chris Nielsen potrebbe dare l’assalto ai 6
in gara
Brixia Social Play di Brescia ha unito i mondi di promozione sportiva di Csi e Anspi per costituire una Supercoppa di calcio a 7, con alcune delle migliori selezioni della provincia. Il torneo a 8 squadre (4 più 4) si disputerà sul campo cittadino di via Benacense la prossima settimana. Lunedì 9 i quarti di finale: dalle 19.30 San Giorgio Cellatica-Bbm, Lokomotiv CastenedoloBrixia, Usd Duomo RovatoSan Polo e San Giovanni Polaveno-Mfc Palazzolo. Mercoledì 11 dalle 20.15 le semifinali; sabato 14 dalle 21.00 le finali.
In queste settimane verrà riaperta l’attività formativa del Csi, con tantissimi nuovi corsi. La prima data in calendario attinente agli aggiornamenti è il 14 settembre, riferita al volley (“Sintesi alzata-attacco e gestione dell’errore”) e al calcio (“Calcio a 7 nel settore giovanile, metodi di allenamento”). Il 28 settembre ed il 12 ottobre ancora volley: “Fase di gioco nelle categorie Under 10 e Under 12”. Il 2 ottobre si prosegue con un aggiornamento per allenatori di pallavolo, l’8 per allenatori di pallacanestro. Il 19 ottobre spazio alla ginnastica artistica: «La trave verso l’alto livello». Il 20 ottobre “Functional step e functional workout”, focus su personal trainer e tecnici fitness; a ciò il 10 novembre si aggiunge un dettaglio di sala con i “Fondamenti di pesistica in ottica bodybuilding e preparazione atletica”. Chiudono la stagione invernale l’acquagym (17 novembre) e di nuovo la
metri. Alle 15.45 il programma televisivo si aprirà con gli 800 metri in cui l’azzurro Catalin Tecuceanu andrà a caccia del vecchio record italiano di Marcello Fiasconaro. Il clou alle 17.20 con i 200 metri di Tebogo. Altri nomi saranno annunciati alla vigilia delle gare. Un evento del genere non poteva essere gratuito. Pertanto per accedere alla struttura occorrerà acquistare il biglietto con prezzi a partire da 10 euro o sul sito ufficiale o su www.vivaticket.com oppure nelle rivendite Vivaticket. Tre le tipologie di posti: la tribuna arrivi, il rettilineo opposto e la curva dei salti.
Formazione
ginnastica (24 novembre, “Corpo libero e parallela”). Sempre aperto l’e-learning per diventare educatore sportivo o allenatore di calcio, basket o volley. Lungo l’elenco degli aggiornamenti trasversali: “La nuova legge dello sport” il 16 settembre, “Preparare corpo e mente alla stagione sportiva” il 24, “Attività fisiche e funzioni cognitive” il 30, “La comunicazione in ambito sportivo” il 7 ottobre, “Conoscere il trauma” il 14, “Triangolazione della comunicazione” il 24, “Esplorando il mondo delle dipendenze” il 18 novembre, “Costruzione e gestione della propria immagine sportiva digitale” (per società) il 28, “Dal gioco allo sport, come comunicare in modo efficace” il 2 dicembre. Da fine mese due corsi gratuiti per arbitri: dal 28 settembre il volley, dal 30 il calcio. Importante anche la qualifica per addetti al defibrillatore (Dae), da prendere o rinnovare il 21 settembre.
LETSILE TEBOGO INSIEME A PAPA FRANCESCO
Calcio a 7 DI CSI BRESCIA
Calcio a 7 Csi e Anspi insieme
LETTERE direttore@lavocedelpopolo.it
Il 5 settembre ricorre il trigesimo dalla morte di Maria Elena Fiori vedova Pittino. Classe 1941, Maria Elena è stata a lungo impegnata nel mondo associativo. La redazione si unisce alla preghiera della figlia Elisabetta, collaboratrice dell’Archivio Storico Diocesano e president e di FederVita Lombardia MARIA ELENA FIORI PITTINO
LUCIANO TAMBURINI
Nei giorni scorsi è morto l’imprenditore Luciano Tamburini, 76 anni, di Rezzato. I funerali sono stati celebrati mercoledì 4 settembre nel santuario di Valverde. Tamburini lascia nel dolore la moglie Ferdinanda, i figli Elena, Nicola con Nives, i nipoti Pietro, Marco, Bruno e Gabriele, e il fratello Franco con Cristina. Lo ricordiamo nella preghiera e ci uniamo al dolore dei familiari
Crisi climatica: appello per una comunicazione migliore Egr. direttore, “Caldo anomalo, la soglia dei 35°C viene superata sempre più spesso”; “Prosegue il caldo anomalo, previste punte di oltre 35-36°”; “Caldo, ancora tre giorni da ‘bollino rosso’ a Brescia”; “Caldo sopportabile nei prossimi giorni, poi nel ‘forno’ fino a Ferragosto”; “Apice del caldo anomalo, superati i 37°C”. Sono alcuni dei titoli dei principali quotidiani di Brescia sull’emergenza in corso: la stampa bresciana continua a ignorare la crisi climatica e il riscaldamento globale. “Caldo anomalo”, “caldo da record”, “caldo africano”: sono le espressioni a cui il mondo dell’informazione ci ha abituato negli ultimi anni, ignorando le parole corrette, che pure ci sarebbero ma che spesso si sceglie di non usare, se non in modo sfuggente e sbrigativo. Il mese di luglio 2024 è stato il 13º mese con temperature globali sopra la media. Solo a Brescia, su 31 giorni, 22 hanno presentato temperature superiori alla media di ben 3 gradi. Quello che vediamo non è un fenomeno passeggero o un inquilino scomodo di cui aspettare la dipartita: da anni la comunità scientifica è compatta nell’affermare che l’aumento delle temperature è destinato a diventare strutturale. Le temperature di quest’estate e di quelle precedenti diventeranno la nuova normalità, una condizione con cui dovranno fare i conti le politiche pubbliche e, insieme a esse, anche la stampa nazionale e locale. I quotidiani bresciani hanno il dovere di registrare il fenomeno del cambiamento climatico, senza allarmismi, ma senza liquidare come un’anomalia una crisi che nel prossimo futuro impatterà sempre di più la vita quotidiana dei cittadini.
La scienza ci fornisce gli strumenti per invertire la rotta, anche nei nostri comportamenti di tutti i giorni, ma ognuno deve fare la sua parte: un’informazione seria deve comunicare la crisi in modo corretto e consapevole, garantendo ai lettori una visione il più possibile informata. Ci appelliamo quindi alle redazioni della stampa locale affinché la crisi climatica venga narrata nel giusto modo, adottando le linee guida che le Nazioni Unite – ed altri istituzioni – hanno pubblicato a più riprese, per una narrazione più consapevole e migliore della questione, che possa quindi essere d’aiuto a tutte quante.
Possibile Comitato “28 Maggio”
Cari membri dell’Associazione, il nostro settimanale, attraverso le riflessioni di autorevoli opinionisti come Carmine Trecroci e Maurizio Tira, più volte è tornato sull’argomento, cercando di stimolare il dibattito. Sullo sfondo c’è senza dubbio anche tutto l’insegnamento di papa Francesco che, a partire dalla Laudato Si’, ha posto al centro dell’agenda politica i temi legati all’ambiente e al creato.
Luciano Zanardini
Grazie don Luca
Egr. direttore, durante il mese di agosto, ho seguito la Messa quotidiana su Tv2000 in diretta dal santuario di Montecastello e ho ascoltato la dura esperienza di don Luca Montini. Grazie per la sua fede, ottimismo, fiducia. Il Signore ci precede e se non Lo vediamo è perchè c’è una curva nel sentiero. Subito al di là Lui ci aspetta. Io sono stata opera-
ta di cancro e mi hanno asportato tutto il colon. Posso cibarmi solo di liquidi e pappette. Ma sono cresciuta dentro rendendomi disponibile e fiduciosa al Suo volere. Non posso uscire e camminare perché ero già malandata prima, ma la mia camera a casa è come un santuario in cui vivo pregando e offrendo. Ho pregato e prego anche per lei, ora e sempre. Grazie. Laura Buonomano
Cara Laura, in semplicità le siamo vicini in questo momento di difficoltà e di salute precaria. La trasmissione della Messa in televisione permette a chi è ammalato di sentirsi meno solo e maggiormente in comunione con la Chiesa. Luciano Zanardini
Grazie don Massimo
Egr. direttore, sabato sera, 31 agosto, nel corso della celebrazione eucaristica, abbiamo salutato e ringraziato il nostro caro parroco, don Massimo Orizio, che ci ha permesso di vivere, in questi quatto anni e mezzo di presenza in mezzo a noi, una breve ma intensa esperienza di fede. Consapevoli di aver goduto di un grande privilegio per essere stati guidati da un pastore amorevole, delicato e concreto, abbiamo voluto mostrare tutta la nostra gratitudine con una celebrazione molto partecipata e vissuta con intensità, alla presenza di don Carlo Lazzaroni e padre Luca Vinati. Abbiamo espresso a don Massimo profonda gratitudine, perché attraverso di lui abbiamo sperimentato che un sacerdote che opera in una comunità è un dono prezioso: con il suo esempio, ha saputo sostenerci e
avvicinarci a Gesù, facendolo sentire vivo e presente. Nel concreto si è affiancato a ciascuno di noi per sostenerci e indicarci la strada, intrecciando la sua umanità con le nostre vite, condividendo fatiche, gioie e speranze. Durante la celebrazione l’omelia è stata arricchita dall’approfondimento sapiente della Parola, intervallata da attimi di profonda commozione ad altri di particolare intensità emotiva, trionfati nel canto “nostalgia Casaglia” che a grande sorpresa don Massimo ha dedicato alla comunità, coinvolgendo inevitabilmente l’assemblea. Uno scambio fecondo di sentimenti e di doni, di intuizioni, di parole di consolazione, di incoraggiamento, tutto orientato al trionfo della gioia. Questo ci ha permesso di sentirci uniti, grani della stessa spiga di frumento, seppur in un momento umanamente difficile… La celebrazione liturgica è terminata con una benedizione commossa e sentita, che l’assemblea ha rivolto in forma corale, invocando una carezza di Dio per il nuovo incarico. Siamo certi che a Castegnato l’opera di don Massimo, indirizzata a nuovi obiettivi, ma portata avanti con i medesimi strumenti, fede, idee e pazienza amorevole, otterrà grandi risultati. Un forte abbraccio alla comunità di Castegnato con la certezza che anche voi, fratelli nella fede, potrete godere di tanti benefici e della cura amorevole di un caro sacerdote capace di custodire le persone. Grazie don Massimo per aver scritto con noi un importante pezzo di storia della nostra comunità, di tutto faremo certamente tesoro e, onorati di averti affidato le nostre anime, continueremo a sostenerti con la preghiera. I volontari della parrocchia di Casaglia
Centro diocesano delle comunicazioni sociali
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