SETTIMANALE DIOCESANO
FONDATO DAL BEATO
GIUSEPPE TOVINI NEL 1893
29 AGOSTO 2024
GIORNALE LOCALE ROC € 1,50 WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT
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GIUSEPPE TOVINI NEL 1893
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Propongo un bel tifo “casinaro” per appoggiare l’iniziativa dell’A.C. Mestre (Serie D), che incentiva i tifosi che decideranno di rispettare “regole di etichetta”: in pratica, sconto considerevole per la tribuna centrale, dopo la sottoscrizione chiara e definita di un modo di tifare che non aggredisca l’avversario, tanto meno i parenti dei giocatori della propria squadra, che di solito siedono nella suddetta tribuna. La buona educazione sbarca allo stadio: iniziativa davvero simpatica, che sarà interessante monitorare e che (come recita il comunicato della società) ci si augura possa essere replicata anche da altri. Con un piccolo retrogusto amaro: non è un po’ strano che per far rispettare regole di bon-ton dobbiamo toccare i portafogli? Nello stesso comunicato, paradossalmente, viene specificato che, per chi vuole continuare a non rispettare le regole e insultare liberamente, c’è la possibilità di andare in altre parti dello stadio: perché, si sa, è regola di bon-ton essere inclusivi anche con i maleducati e dare a tutti la possibilità di esprimersi. Come dire: la buona educazione sbarca allo stadio, ma non proprio in tutti settori, giusto per non fare troppo casino e rispettare l’etichetta.
Nella calura estiva si è riacceso il confronto sulla cittadinanza, che rappresenta uno strumento di inclusione e di partecipazione attiva. Il Parlamento è chiamato a fare un passo in avanti, a superare i confronti ideologici, per il bene non solo di chi aspetta una legge, ma anche della stessa Italia, un Paese sempre più vecchio
L’EDITORIALE
DI GIANNI BORSA
La terza via virtuosa
Ci sono volute le Olimpiadi per riaprire in Italia il tema dell’acquisizione della cittadinanza da parte dei cittadini di origine straniera. Al centro dell’attenzione c’è in particolare il riconoscimento della cittadinanza italiana alle “seconde generazioni”: ragazzi figli di immigrati da altri Paesi che sono nati o cresciuti in Italia. Così si è tornato a parlare di ius sanguinis (acquisizione della cittadinanza essendo nati da un genitore che possiede quella cittadinanza) e di ius soli (essere nati in quel Paese). Poi c’è la “terza via”, che in Europa non è applicata: lo ius scholae (ma c’è anche la variante ius culturae) che lega la cittadinanza al completamento di un ciclo di studi nel Paese stesso. Ipotesi interessante, perché il soggetto non “subisce” più la cittadinanza (per nascita o per parentela), ma se ne rende protagonista, abitando nel Paese, frequentandone le scuole, apprendendone la cultura, creando relazioni
con i compagni, gli insegnanti e altri nuovi amici. Una prospettiva innovativa. Gli Stati del vecchio continente si affidano sostanzialmente, salvo qualche variante, allo ius sanguinis e/o allo ius soli. Attualmente la cittadinanza italiana può essere acquisita in diversi modi, risultando però sempre una pratica molto restrittiva (sembra prevalere una preoccupazione securitaria rispetto a quella che vede la persona integrata sul piano sociale e culturale e parte attiva della comunità). Dunque, ad oggi, si è italiani dalla nascita, se almeno un genitore è italiano (ius sanguinis); al compimento dei 18 anni, se entrambi i genitori sono stranieri, purché si sia avuta continuativamente residenza in Italia, cittadinanza da ottenersi comunque entro il compimento del 19° anno; a seguito di matrimonio con coniuge italiano; mediante naturalizzazione dopo 10 anni di residenza legale in Italia (cinque anni per coloro ai quali è stato riconosciuto lo status di apolide o di rifugiato; quattro anni per i cittadini di Paesi Ue). In questo caso occorre dimostrare di conoscere la lingua italiaEsiste
na, non avere precedenti penali e di possedere redditi necessari al sostentamento. Dunque stando allo ius scholae, le proposte normative in circolazione consentirebbero l’ottenimento della cittadinanza italiana ai ragazzi, figli di genitori stranieri, che hanno fatto ingresso nel Belpaese entro il compimento del dodicesimo anno di età e che hanno completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. Tornando all’Europa comunitaria, e ad ampia parte delle nazioni, si evidenzia una grande diffusione dello ius sanguinis (che è la regola prevalente, ad esempio, in Germania, Francia, Polonia, Romania, Svezia, Ungheria e Danimarca). Ma si registrano anche formule miste, come lo ius soli “temperato” o “rafforzato”, detto anche “doppio ius soli” (nascita da genitori stranieri che abitano da alcuni anni nel Paese; almeno uno dei genitori sia nato in quel Paese), che valgono in Germania, Francia, Spagna, Belgio, Irlanda, Portogallo e Paesi Bassi. Nessuna ipotesi di ius soli, invece, finora in Italia, Polonia, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia e Romania. Una nota
in più: va ricordato che in Europa, come nel mondo, alcuni Paesi non accettano la doppia cittadinanza, per cui se si acquista quella di quegli Stati si perde la propria d’origine. L’Istituto di statistica Eurostat ha elaborato una ricerca sul 2023, secondo cui il tasso di naturalizzazione dei cittadini di origine straniera è molto basso, attorno al 5% nella quasi totalità degli Stati membri Ue. Solamente in Svezia e nei Paesi Bassi supera il 10%; in alcuni Stati orientali e baltici il dato non arriva all’1%, mentre in Italia si colloca sotto il 3%. Lo ius sanguinis è diffuso in Giappone e in molti Stati dell’America Latina tra cui Brasile e Centrale (Messico). Per diventare cittadini cinesi occorre avere almeno un genitore cinese oppure nascere da genitori che da tempo, stabilmente, risiedono nel Paese. In India occorre aver vissuto continuativamente per almeno 12 anni dei 14 che precedono la richiesta. Gli Stati Uniti si affidano, invece, allo ius soli, pratica sancita dalla legge che ha contribuito a far grande il gigante nordamericano, principio contestato da Donald Trump.
Nei primi anni ‘60, il padre della genetica di popolazione umana, Luigi Luca Cavalli-Sforza, stava lavorando a un approccio per misurare l’impatto della deriva genetica sulle popolazioni umane, ovvero quel fenomeno casuale che, insieme alla selezione naturale, determina la differenziazione genetica tra popolazioni. Secondo quanto riportato da Scienza in Rete, tali risultati furono confermati in seguito alla pubblicazione del genoma umano nel 2001, che rese possibile l’analisi di milioni di marcatori genetici distribuiti lungo il dna di ciascun individuo. Innanzitutto è bene rimarcare che le popolazioni umane si differenziano in maniera molto limitata, dal momento che condividono gran parte del loro dna: le differenze che si possono riscontrare in media tra due soggetti presi a caso dalla popolazione mondiale sono di pochi punti percentuali (Enciclopedia Treccani). Una ricerca recentemente pubblicata su Science Advances ha poi fornito ulteriori elementi nella descrizione del complesso quadro genetico degli italiani, permettendo di osservare come, sebbene le differenze tra individui di diverse regioni sia molto bassa, la geografia abbia un ruolo fondamentale nella distribuzione della variabilità genetica e il grado di differenziazione tra gli italiani sia più ampio di quello osservato all’interno delle popolazioni europee. Il motivo di tale eterogeneità è dovuto, almeno in parte, alla moltitudine di migrazioni che hanno interessato la nostra penisola e che, favorite dalla posizione geografica, hanno introdotto nei genomi degli italiani frammenti di dna provenienti da altri gruppi, vicini e lontani. Dai contadini del Neolitico che si espansero da quella che oggi è la Turchia, ai pastori nomadi delle steppe del Nord Europa, alle popolazioni provenienti dal Caucaso verso il Sud Italia, fino all’eredità genetica della dominazione Araba in Sud Europa. È l’insieme di tutti questi contributi che si sono susseguiti e sovrapposti nel tempo che ha generato il “ritratto genetico” di quelli che sono oggi gli “italiani”, un cocktail genetico e culturale in continua evoluzione. Esiste dunque un’”italianità”? Secondo Umberto Eco, “il significato dell’Italia è puramente culturale: l’eredità romana, una lingua parlata (almeno a livello letterario) sia da Cielo d’Alcamo che da Bonvesin della Riva, la presenza della chiesa, la barriera naturale delle Alpi, un ideale politico iniziato con Dante, Petrarca e Machiavelli”. Io aggiungerei alcuni valori quali: l’accoglienza, la propensione all’invenzione, una empatia ancora sufficientemente diffusa e un gusto non sopito per la bellezza che, soprattutto dal Rinascimento, costituisce il dono dell’”italianità” al mondo intero.
Vezza d’Oglio
La qualità al posto della quantità
Route Agesci
La felicità è un diritto
L’auto che consuma meno risorse è quella che non circola
La legittima divergenza tra opinioni, in pochi altri casi, si è trasformata in tifo acceso come è accaduto, specialmente in Italia, con le trasformazioni nel comparto automotive. Ciò è abbastanza sorprendente, perché la crescita delle trazioni ibride ed elettriche è un’evoluzione di mercato su scala mondiale, dovuta ai suoi vantaggi per i consumatori e frutto di cambiamenti sia tecnologici che di preferenze ampiamente previsti. Secondo tutte le maggiori analisi indipendenti, il costo totale di un’automobile elettrica pura – somma dei costi di acquisto, rifornimento, manutenzione, ecc. – è oggi allineato o leggermente inferiore a quello di analoghe auto endotermiche. L’impatto ecologico dell’intero ciclo di vita, dalla produzione (anche di materiali, semilavorati e componenti), all’impiego, allo smaltimento finale, è sensibilmente inferiore per un’elettrica. Le valutazioni più attendibili di organismi tecnici indipendenti, basate su approcci LCA che tengono conto anche delle modalità di generazione dell’energia elettrica e di estrazione dei materiali per le batterie, indicano che non c’è partita. Provate per esempio il calcolatore online dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (https://www.iea.org/dataand-statistics/data-tools/evlife-cycle-assessment-calculator): un veicolo elettrico a batteria con un’autonomia di 300 km produce il 54% di emissioni di gas serra in meno nel corso della sua vita rispetto a un veicolo convenzionale a combustione interna e il 32% in meno rispetto a un equivalente veicolo elettrico ibrido plug-in. Nonostante le maggiori emissioni associate alla sua produzione, le emissioni cumulate del veicolo elettrico sono inferiori a quelle dell’equivalente a combustione interna già dopo due anni. Con l’ulteriore crescita delle fonti rinnovabili nel mix elettrico questo divario è destinato ad allargarsi. Ricordiamo, tuttavia, altri due aspetti fondamentali. L’auto che consuma meno risorse è quella che non circola: la riduzione delle emissioni dei trasporti passa prima di tutto per la diminuzione dei veicoli in circolazione, già in atto grazie a cambiamenti nella domanda e nell’offerta dei servizi di mobilità. Secondo, il mercato sta dettando queste trasformazioni anche all’industria, che ha davanti a sé diverse opportunità di crescita sostenibile, ma anche alcuni costi di conversione. È dovere fondamentale della collettività orientare questa transizione, riducendone al minimo i costi sociali mediante, per esempio, adeguati investimenti in formazione e innovazione.
Settembre può essere un brusco risveglio. Dal primo settembre avremo una manciata di giorni per convincere i nostri ragazzi a tirare via la sabbia dai piedi e spingerli fuori dal tunnel del jetlag estivo. In questi tre mesi di vacanze, molti si sono lasciati andare alla sbornia del tempo libero e sono perfino riusciti a sovvertire il ciclo circadiano. Resta quindi lo stordimento e un senso di forte malinconia. Chissà se in questo rallentamento hanno
trovato spazio momenti di dialogo, di chiarimento e di approfondimento tra genitori e figli. Quanto si è parlato in famiglia durante queste vacanze (bisillabismi a parte)? Quale messaggio educativo è passato? L’estate per molte famiglie è il tempo del ritorno, magari nella terra di origine, occasione per riscoprire chi siamo e come siamo cambiati. Si ripercorrono ricordi e si sperimentano antiche emozioni. Perché non condividerle con le nuove
Musica Afrobrix al Centro Comboni CULTURA
Travagliato Santi, l’arte delle cisterne
Basket Germani: entusiasmo alle stelle
Si brancola nel buio quando ci si muove con incertezza, quando non si sa dove andare, quando le ricerche o le indagini di qualcuno o di qualcosa non sembrano portare ad alcun risultato apprezzabile. Questo verbo brancolare che usiamo in situazioni del genere deriva dal sostantivo branca, che a sua volta viene dal latino branca Ma che cosa vuol dire? Non si tratta di branca nel senso di parte di una scienza o società, né di uno spezzone di corda, né di un ramo di albero, cioè di quelli che sono i significati più comuni della parola branca in italiano. Parliamo, invece, di branca nel senso (anche) di zampa di animale con artigli, o (meglio ancora) di branca nel senso di mano protesa ad afferrare qualcuno. Quindi, il brancolare è letteralmente un muoversi con le mani in avanti cercando di raggiungere un obiettivo, uno sforzarsi di toccare qualcosa per non andare a sbattere. E così anche il verbo brancare (usato nel Nord Italia) è sempre un abbrancare, un cercare di afferrare. Persino l’armata Brancaleone ha lo stesso senso: se ne parla ironicamente a proposito di chi cerca con disordine di raggiungere un obiettivo o di prendere una preda, di solito con scarso successo.
Se è vero che la vita è maestra, il mercato, nella mia esperienza diretta, è luogo non solo di vita, ma di insegnamento di vita. E quando parlo di mercato non mi riferisco unicamente al mondo delle grandi imprese, ma anche alla piccola quotidianità delle poche botteghe rimaste, dei piccoli esercizi commerciali in cui prendono forma, nella semplicità e inconsapevolezza spesso, comportamenti di mercato esattamente sovrapponibili a quelli delle grandi imprese strutturate. E l’estate è il momento privilegiato dell’osservazione, dei dettagli da catturare, della vita da assaporare, perché i ritmi rallentano e l’occhio si fa più attento anche alla bellezza delle piccole cose e ai comportamenti, anche imprenditoriali, che agiamo e vengono agiti. Che prezzo può avere per un consumatore una tazza di ginseng seduto comodamente ad un bar? Ha il prezzo che il mercato definisce e che il consumatore finale accetta di pagare. Il mercato fa certamente il prezzo, ma può fare molto di più! Se quella tazza di caffè viene gustata nella brezza mattutina di una località collinare, nella piacevole condivisione di parole e riflessioni che hanno il sapore di esperienze vissute da persone di generazioni diverse e tempi altrettanto diversi, cosa c’è di più e meglio di un normale profitto generato dal profumo di una tazza di ginseng? C’è vita, c’è un valore che il mercato genera che va al di là del prezzo, c’è la concretizzazione dei beni relazionali, elemento vivo, spesso inconsapevolmente, di ogni azione imprenditoriale. Esistono, eccome, i beni relazionali e se non si vedono, vanno semplicemente riscoperti, perché li viviamo e agiamo in quanto persone. Serve nelle nostre vite vivere un tempo che abbia il sapore dell’estate, in cui semplicemente riscoprire ciò che già c’è, alzando lo sguardo per vedere l’essenziale, che il Piccolo Principe diceva esser invisibile agli occhi. Anche nel mercato, perché l’economia è faccenda di uomini. Questo è ciò che ho vissuto recentemente e di cui son grata ad una garbata signora ultraottantenne che, in una mattina d’estate, mi ha invitata a sedermi a gustare un caffè con lei sulle colline del Garda. Mi ha consentito di accostarmi alla sua storia, accogliendo contestualmente la mia e ha creato un ponte temporale potentissimo che ha unito donne di tempi disallineati, figlie entrambe, in modo diverso, dell’oggi. Ha creato il desiderio dell’incontro successivo, proprio in un contesto di mercato. È una grande ricchezza, non tangibile, ma motore per l’economia e per i profitti futuri che nascono dalla speranza di un altro caffè gustato insieme.
Riscoprire i beni relazionali, elemento vivo di ogni azione imprenditoriale
“chiedere” ai nostri figli, riflettiamo sulle loro peculiarità e sulle loro potenzialità. Non trascuriamo le fragilità. Ricordiamoci che il cammino da fare nei prossimi mesi sarà faticoso e il miglior modo di renderlo percorribile sarà quello di trasformarlo in un progetto comune e condiviso. Ricordiamoci di “motivare” i nostri figli, magari chiedendo notizie a proposito dei loro sogni. L’esperienza degli adulti è preziosa, ma non si può “imporre”. Un buon dialogo, basato sulla reciproca fiducia, riesce a trasformarsi un proficuo scambio. E superato il “trauma” della ripresa, facciamoci sorprendere dai semi di una possibile rinascita. Settembre bussa...
La fondazione
L’Associazione nazionale
famiglie numerose viene fondata il 26 luglio 2004, festa dei santi
Gioacchino e Anna, nonni di Gesù, quando viene depositato lo statuto
1,1%
In Italia, le famiglie con almeno quattro figli rappresentano l’1,1% dei nuclei censiti (ne fanno parte anche single e coppie senza figli)
Famiglie iscritte
Dal 2004 a oggi, si sono iscritte all’Associazione 28.645 famiglie. Le più numerose sono due coppie con 16 figli, una con 15, un’altra con 14 e otto ne hanno 13
Figli
Le famiglie bresciane associate più numerose sono SangiorgiZanardelli con 11 figli, nati dal 1974 al 2000, e Sangiorgi-Pea con 11 figli, nati dal 1983 al 2004
L’Associazione nazionale nacque a Brescia il 26 luglio 2004. Mario Sberna e la moglie Egle sono due dei fondatori
Storia
DI ELISA GARATTI
“E pensare che tutto è nato da una triglia…”. Mario Sberna, 64 anni, sposato dal 1985 con Egle, 63, quattro figli e altri tre in affido per oltre dieci anni, vivono nel quartiere La Famiglia di Brescia. Una triglia?
“Sì. Ero fermo davanti al balcone del pesce, appoggiato al carrello della spesa – racconta proprio Mario Sberna –. Ero sovrappensiero, quando vengo letteralmente investito da Enrico Cinelli, che doveva parlarmi. Mi disse che quel pesce sarebbe stato troppo caro per le famiglie numerose. Quei carrelli si mangiavano tutto lo stipendio prima del 15 del mese, insieme a bollette, tasse, imposte, balzelli moltiplicati sempre senza tener conto di quante bocche si sfamano con quell’unico stipendio. Una scarica di problemi che, ovviamente, conoscevo benissimo anch’io. Da lì, la richiesta di rivederci presto per trovare qualche soluzione”.
Difficoltà concrete. “Da soli non possiamo contare niente. Insieme possiamo fare molto”. Quella frase deve essere risuonata più volte durante quella notte. “D’altronde tutte le idee a cui seguono grandi conseguenze provengono sempre da pensieri semplici – afferma la moglie Egle –. È una frase di Tolstoj. Qualunque amministratore pubblico avrebbe dovuto porsi le questioni su cui noi, quella notte, ci siamo in-
terrogati. Perché, per esempio, noi che siamo in sette con un solo contatore, dobbiamo pagare più di sette single che hanno sette contatori e dunque non superano mai la soglia della tariffa sociale? E perché per iscrivere i nostri figli a scuola, per comprare i libri, per mandarli alla mensa, perché per la tariffa sui rifiuti o per il biglietto dell’autobus ogni singolo figlio paga per ‘uno’ mentre quando si compila l’Isee, questo stesso figlio vale meno di un terzo? Così facendo quando pago, pago per uno mentre quando ricevo, ricevo per un terzo. Perché gli occhi che ci guardano, annoiati, sono simili a quelli della triglia nel banco del pesce? Quando va bene. Perché quando va male, ci sentiamo dire che siamo degli incoscienti, che nessuno ci ha obbligato a fare tanti figli, che i nostri figli sono un peso per la società. Dimenticando che solo grazie ai nostri figli questo Paese avrà un futuro”.
DAL FILM “ANFN, LA NOSTRA STORIA”, L’INCONTRO TRA MARIO SBERNA ED ENRICO CINELLI
Nascita dell’Associazione. Il 26 luglio 2004 viene, dunque, fondata l’Associazione nazionale famiglie numerose. “Nata a casa nostra con altre quattro famiglie oltre a noi e a Enrico e Angela, nell’unico luogo in Italia che si chiama proprio ‘La Famiglia’. Un nome, un destino –prosegue Mario Sberna –. L’Associazione è aperta a ogni famiglia di qualunque fede religiosa e provenienza sociale ed è fondata su valori umani fondamentali: la fiducia nella vita e nella gioia che essa porta, la coscienza civile di chi sa che i propri figli saranno i cittadini di domani e che i genitori hanno un ruolo fondamentale nell’educazione della società, la voglia di es-
sere una famiglia di famiglie che sa accogliere e diventare un forte stimolo per la costruzione di una società basata sull’amore coniugale, sulla condivisione e sulla solidarietà. Tutti gli organi associativi sono composti da volontari, che si impegnano gratuitamente per fornire assistenza, informazione, conforto e sostegno alle famiglie numerose d’Italia, attraverso una presenza capillare sul territorio”.
Espansione. All’inizio, “c’erano almeno 100 papà e mamme. Ma non aderirono subito tutti: era una novità assoluta nel panorama associativo, la fiducia bisognava conquistarsela. Poi, un articolo su ‘Avvenire’
prima e, poco dopo, uno sul ‘Corsera’, fecero capire un po’ a tutti che questa sarebbe stata una avventura affidabile. Così fioccarono le iscrizioni. Il primo incontro nazionale, tenuto a Verona nell’aprile del 2005, vide famiglie da ogni dove e alla prima Assemblea nazionale di novembre parteciparono famiglie associate in tutta Italia. Una crescita esponenziale che non si è più interrotta: oggi, infatti, più di un quarto del totale delle famiglie numerose italiane hanno avuto in tasca la nostra tessera associativa”. Anniversario. Sono passati vent’anni. Lo rifareste? “Assolutamente sì. La gioia di conoscere gente che nella propria vita ha fatto spazio ad altre vite senza fare conti; gente che ha imparato a cucire, cucinare, fare maschere di Carnevale, giocare a rugby e studiare storia, riparare biciclette e cullare bambole, cantare sogni e poesie, tutto questo solo per riempire di gioia il cuore dei loro bimbi; gente che non ha avuto tempo di visitare tutte le capitali d’Europa, non ha mai messo quel profumo così costoso, che non conoscerà mai le auto sportive, la moda, le vacanze tropicali, lo spumante francese; gente che non conoscerà mai la noia dell’effimero. È la meravigliosa quotidianità dell’amore nelle famiglie numerose, che ha riempito e riempie il nostro cuore di gioia. Incontrare, abbracciare, stare con gente così: lo rifaremmo cento e cento volte ancora”.
Domenica 1º settembre, agli Artigianelli di Brescia, ci sarà la festa dell’Associazione. Tra gli ospiti, anche il vescovo Tremolada
Sono passati vent’anni da quell’incontro tra Mario Sberna ed Enrico Cinelli che diede vita poi, nel luglio 2004, all’Associazione na-
zionale delle famiglie numerose, ancora oggi determinate in termini di sostegno ai propri associati sotto il profilo economico, sociale
e culturale. Per celebrare questo importante anniversario, in occasione della festa regionale delle famiglie associate in Lombardia, domenica 1º settembre, a Brescia, è in programma “Anfn, una storia d’amore lunga vent’anni”. L’evento, la cui partecipazione è gratuita previa prenotazione (per iscriversi: www.abramo.famiglienumerose.org/area-famiglia/login), inizierà alle 9.45, al centro Artigianelli, in via Piamarta, 6 a Brescia. Qui, alle 10, andrà in scena il talk show “Due carrelli, una triglia e quattordici piatti da riempire. Storia di un miracolo”. L’incontro sarà condotto da Andrea Bernardini, Emanuela Garavelli e Valentina Ranalli e animato dalle illustrazioni live realizzate dalla giovane designer Rachele, in arte Tartitarta, oltre che dai giochi di prestigio di fra Adriano Appollo -
nio, in arte Mago Magone. A portare il loro saluto, durante la giornata, passeranno numerosi ospiti: dal vescovo della Diocesi di Brescia mons. Pierantonio Tremolada, al presidente del Consiglio Comunale di Brescia Roberto Rossini, fino al vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia on. Emilio del Bono e il consigliere regionale Diego Invernici. È atteso anche un messaggio dell’on. Eugenia Roccella, ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità del governo Meloni. La vitalità dell’associazionismo bresciano sarà ricostruita dallo storico Paolo Corsini. Tra i relatori, ci sarà anche mons. Francesco Beschi, oggi vescovo di Bergamo, ma, ai tempi della nascita dell’Associazione, Vescovo ausiliare a Brescia, sua città di origine: fu lui a scrivere la carta dei valori su
cui si fonda l’Anfn. Saranno poi i fondatori ed ex presidenti Mario ed Egle Sberna, tessera associativa n.1, ad apparecchiare la tavola del palco dell’auditorium, riannodando i ricordi di questa storia d’amore. Poi spazio alle testimonianze live di alcuni degli associati della prima ora, quando ad Anfn arrivarono le adesioni dalla Lombardia e da tutta Italia. Concluderanno l’incontro Alfredo e Claudia Caltabiano (nella foto con i suoi quattro figli biologici), di Parma, genitori di sei figli, dal settembre del 2022 alla guida di Anfn. Nel pomeriggio, è previsto anche lo spettacolo di fra Adriano Appollonio, il mago con il saio, dal titolo “La moltiplicazione dei pani e dei figli”. Lo stesso fra Adriano celebrerà la Messa pomeridiana nella cappella delll’istituto.
Si sta scaldando il dibattito sul referendum relativo alla legge Calderoli che disciplina le procedure per il trasferimento delle competenze in materia di Autonomia differenziata. Il tema è assai complesso e mal si presta a essere liquidato con uno strumento assai secco come un referendum abrogativo della legge che, pur tuttavia, è divenuto l’unico mezzo possibile per fermare una macchina che purtroppo è partita senza le adeguate riflessioni e condizioni, sia a detta della Banca d’Italia, della Cei, della Commissione europea e pesino dello stesso Ufficio Studi del Senato. Il confronto che si è innescato sul tema appare confuso e rischia (e va detto anche al centro sinistra) di gettare il bambino (un sano processo di regolazione delle Autonomie) con l’acqua sporca (la legge Calderoli). La legge Calderoli ha disciplinato una procedura di negoziazione delle 23 materie trasferibili alle Regioni attraverso un modello di regolazione farraginoso, lacunoso, contraddittorio, assai poco convincente. Per esempio sulle materie dove è necessario definire i livelli essenziali delle prestazioni (ovvero 14 su 23) si è gettata, da parte del Governo Meloni, la palla assai lontano: se ne parlerà ovvero fra due anni (il tempo concesso alla Commissione Cassese e al Governo per la loro definizione). Due anni, alla conclusione dei quali, lo stesso Parlamento non avrà la possibilità di modificare i criteri indicati, ma avrà solo un potere consultivo con il quale esprimere suggerimenti di modifica (un possibile profilo di incostituzionalità rispetto a quanto previsto dall’attuale Titolo V della Costituzione). La Legge Calderoli chiarisce poi che “si può procedere al trasferimento delle funzioni solo successivamente all’en-
“Seminari sulla decostruzione del gender, formazione sull’attivismo LGBTQ+, laboratori sulla storia e sulle figure iconiche del ‘Drag’, assieme a un team di facilitatori ‘Drag’. Ecco il menù che il progetto ‘DragTivism Jr’, un’iniziativa finanziata dall’UE nell’ambito del programma Erasmus+, vuol proporre ai minori dai 14 ai 17 anni”. Così in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Paolo Inselvini. “Per questo ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea, insieme al copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, al capodelegazione di FdI
Carlo Fidanza, ai colleghi Sergio Berlato, Stefano Cavedagna, Carlo Ciccioli, Alessandro Ciriani, Giovanni Crosetto, Elena Donazzan, Pietro Fiocchi, Alberico Gambino, Chiara Gemma, Mario Mantovani, Giuseppe Milazzo, Denis Nesci, Michele Picaro, Daniele Polato, Marco Squarta, Francesco Torselli, Francesco Ventola, per chiedere di interrompere il progetto, impedendo che fondi pubblici europei siano utilizzati per finanziare progetti che rischiano di esporre i più giovani all’ideologia gender e all’attivismo LGBTQI+. Abbiamo anche chiesto
come si intenda garantire che i progetti finanziati da Erasmus+ rispettino pienamente l’integrità e il benessere psicologico dei minori coinvolti, e in che modo si verifichi il coinvolgimento e il consenso informato dei genitori prima di approvare la partecipazione dei minori a progetti che trattano tematiche così controverse. Siamo stanchi di questi finti progetti educativi, pagati con soldi pubblici, che altro non sono che forme di indottrinamento ideologico. A Bruxelles pensino a diffondere i veri valori europei, la solidarietà, la dignità umana, la pace...”.
Centro destra e centro sinistra si mettano al tavolo per una ponderata riforma del Titolo V, per la promulgazione di una legislazione in materia
trata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie volte ad assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni sull’intero territorio nazionale”. Confermando così che senza risorse finanziarie molto consistenti non si può fare l’autonomia differenziata. Una legge quindi dal contenuto e dal-
la disciplina dei tempi priva di qualunque certezza e razionalità. Ma per rendere percorribile la negoziazione delle materie trasferibili mancano altresì altri due fondamentali tasselli: il federalismo fiscale e la Riforma del Testo Unico degli Enti locali. Innanzitutto manca una matura legge regolatoria del Federalismo fiscale ovvero
Approfondimento
manca la certezza che per ogni competenza trasferita vi sia anche l’autonomia impositiva necessaria per responsabilizzare il decisore (Regione, Provincia o Comune che sia) ad adottare deliberazioni rispondendone anche sotto il profilo finanziario e di bilancio. Oggi le principali materie trasferibili rimarrebbero finanziate dallo Stato centrale che garantirebbe, tramite la Finanza derivata, le risorse necessarie. Basti pensare che attualmente oltre il 70% della spesa sanitaria è coperta dall’Iva, le cui aliquote e la cui destinazione del gettito rimarrebbero in capo allo Stato centrale. In secondo luogo manca il grande tema della Riforma del Testo unico delle Autonomie locali (Comuni, Province, Comunità montane, città metropolitane), davvero necessario se non vogliamo sostituire al centralismo statale un costoso e inefficiente centralismo regionale. Il Titolo V della Costituzione chiarisce, all’art. 118, che le funzioni amministrative sono attribuite in modo ordinario e fisiologico ai Comuni e con chiarezza si afferma che “i Comuni, le province
e le città metropolitane sono titolari delle funzioni amministrative conferite con legge regionale secondo le rispettive competenze”. Ma quante funzioni di natura amministrativa le Regioni si sono tenute per sé per ragioni non sempre di natura funzionale, quanto semmai per ragioni di consenso e di potere? Infine è bene non negare che la stessa riforma della Costituzione del 2001, nata in un clima nazionale e in un contesto internazionale diverso, oggi necessita di una ponderata riflessione e modifica. Siamo ancora convinti, nell’epoca della competizione mondiale e delle sfide che abbiamo davanti, che materie come l’istruzione, la ricerca scientifica, la produzione e il commercio della energia, il commercio con l’estero, le grandi reti di trasporto aereoportuali e navali possano essere frammentate in 21 legislazioni e competenze diverse? Così come invece si potrebbe concordare, a titolo esemplificativo, sul possibile trasferimento di materie previste (peraltro non con vincoli Lep) come la protezione civile, il governo del territorio o la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Appare opportuno che centro destra e centro sinistra si mettano al tavolo per una ponderata riforma del Titolo V, per la promulgazione di una seria legislazione in materia di federalismo fiscale e per una non più rinviabile riforma delle Autonomie locali. Il nostro Paese ha oggi bisogno di Regole condivise e di ritrovare un Patto di coesione e non può essere sottoposto ad un processo squilibrato destinato a ripercuotersi sui diritti e l’eguaglianza dei cittadini: nessuno vincerebbe ma tutti perderemmo.
“Il Paese ha bisogno di ritrovare un Patto di coesione e non può essere sottoposto ad un processo squilibrato destinato a ripercuotersi sui diritti e l’eguaglianza”
Si conclude il viaggio alla riscoperta dei primi 12 articoli della nostra
Carta Costituzionale
Articolo 12 – La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. I nostri Padri costituenti hanno voluto scrivere l’elemento figurativo che ci contraddistingue, la nostra bandiera. La bandiera costituisce il vessillo scelto dal Costituente, caratterizzato da tre fasce verticali di uguali dimensioni e ispirato al modello francese del 1790 ove le tre bande uguali rappresentano i tre cardini: libertà, uguaglianza, fraternità, che costituiscono la matrice ideologica e libertaria comune degli Stati democratici. Il tricolore fu utilizzato occasionalmente dai giacobini
italiani per affermare la loro vicinanza ideologica alla Rivoluzione francese, che quel simbolo aveva adottato. Il suo ingresso ufficiale nella storia italiana, come emblema della libertà repubblicana, va fissato al 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, lo decretò “Bandiera Cispadana”. Napoleone Bonaparte lo adottò come bandiera nazionale del Regno d’Italia nel 1805; nel 1848 il tricolore sostituì lo stendardo azzurro sabaudo quale insegna del Regno di Sardegna, con l’aggiunta al centro dello scudo dei Savoia. Nel 1861 fu adottato come ban-
diera italiana, scelta che fu confermata anche nel 1946, senza però lo stemma sabaudo. Particolarmente vivo fu il dibattito dell’Assemblea costituente sull’inserimento e sulla formulazione stessa della norma costituzionale; alla fine, in ossequio alla tradizione costituzionale europea ed in risposta a ragioni internazionali, si addivenne all’attuale formulazione dell’articolo 12. La collocazione della disposizione sulla bandiera nazionale, all’interno dei principi fondamentali, è particolarmente significativa, in quanto si è voluto attribuire alla norma un forte grado di rigidità tale da sottrarla alla “revisione ordinaria” e a un eventuale attacco di una ideologia contraria e antidemocratica. Con l’avvento della Costituzione repubblicana, dunque, la bandiera si carica di una valenza simbolica ben diversa da quella assunta nel regime fascista. Pertanto, come
sottolineato dalla Corte costituzionale, la bandiera, nell’ottica democratica, rappresenta “simbolicamente un certo Paese, l’identità di un determinato Stato e se mai, anche l’ideologia che la maggioranza del popolo di quest’ultimo accetta e propone al confronto
democratico” (Corte costituzionale Sentenza 189/1987). Finisce qui la nostra passeggiata nella Costituzione almeno per la parte dove sono enunziati i “Principi” fondamentali che regolamentano il nostro Stato, la vita della e nella nostra società.
Brescia DI DANIELA ZORAT
L’alcolismo e le patologie a esso correlate sono un problema dell’intera comunità e come tale vanno affrontate, con un metodo che vada a coinvolgere proprio la comunità, a partire dalla famiglia della persona che ne soffre, cercando poi di sensibilizzare e interessare il maggior numero di persone possibile. Si tratta del metodo che fu studiato e che diede riscontri molto favorevoli ideato dallo psichiatra Vladimir Houdolin, che propone l’approccio ecologico-sociale adottato poi dai Club degli alcolisti in trattamento, i Cat, che sono presenti anche a Brescia e in provincia; sono realtà in cui non solo si punta a “smettere di bere” ma soprattutto a “modificare lo stile di vita e di relazioni” attraverso modalità di comunicazione più efficace e funzionale, proprio grazie al coinvolgimento delle famiglie. Un metodo diverso da quello adottato dagli Alcolisti anonimi, ma che ha lo stesso obiettivo: la salute e il benessere del paziente e di chi vive con lui.
Il corso. Ed è proprio volto alla sensibilizzazione di tutti coloro che sono interessati allo sviluppo di programmi di protezione e promozione della salute il corso che si terrà dal 23 al 28 settembre alla Casa delle Associazioni, in via Cimabue 16, in città, promosso dall’associazione “La magnolia è fiorita” e dai Club degli alcolisti in trattamento della Lombardia Orientale con il patrocinio dei Comuni di Brescia e di Leno, diretto da Laura Musso, esperta della materia che ha avuto modo di conoscere personalmente Houdolin. “È vero, è un corso molto concentrato e ricco, articolato su sei giorni – spiega fratel Giorgio
Nel reparto di Neonatologia di Fondazione Poliambulanza sono stati inaugurati due nuovi sistemi avanzati per lo screening uditivo neonatale. I dispositivi, AccuScreen, sono stati generosamente offerti dall’associazione “La Zebra” impegnata da anni nel supporto alla diagnostica per immagini in ambito pediatrico presso l’Ospedale dei Bambini. “Abbiamo ricevuto da una famiglia bresciana ha dichiarato la presidente, Daniela Scotti una preziosa donazione di 12.500 euro che abbiamo investito nell’acquisto di dispositivi all’avan-
guardia tecnologica, che permettono una diagnosi precoce ai nostri giovani pazienti, elevando così la qualità del servizio che offriamo”. La Fondazione è fortemente impegnata nell’ambito dei primi 1.000 giorni di vita del bambino che rappresentano una finestra critica di opportunità. AccuScreen è uno dei sistemi maggiormente riconosciuti a livello mondiale per la cura neonatale e rappresenta la prima scelta nei programmi di screening uditivi. La sua tecnologia all’avanguardia unisce diversi tipi di test in un unico apparec-
chio compatto e facile da usare. Questo permette agli operatori di eseguire i vari test simultaneamente, migliorando l’efficienza e l’accuratezza dello screening, con un impatto diretto sul benessere dei neonati. “AccuScreen ha spiegato il responsabile dell’Unità Operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, Paolo Villani semplifica il lavoro degli operatori sanitari e velocizza l’intervento in caso di necessità. I nuovi dispositivi contribuiranno a individuare precocemente eventuali problemi uditivi”. (v.b.)
Il corso, dal 23 al 28 settembre, è promosso dall’associazione
“La magnolia è fiorita” e dai Club degli alcolisti in trattamento
Bianchetti, presidente del sodalizio promotore –, ma è proprio il metodo che lo richiede. Il corso – che è completamente gratuito – si rivolge a medici, farmacisti, psicologi, assistenti sanitari, infermieri, assistenti sociali, educatori, insegnanti, ma anche religiosi, collaboratori di
Prefettura DI MARIO GARZONI
comunità, responsabili di servizi di prevenzione, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, è aperto insomma a tutte quelle persone che vogliono occuparsi di promuovere e proteggere la salute partendo dai problemi alcol-correlati e complessi”. Ecco perchè l’invito alla parte-
cipazione è stato esteso anche agli Scout, agli oratori e alle comunità cristiane che hanno a cuore il problema. “Comporta un mettersi in discussione – continua Bianchetti – un rivedere il proprio stile di vita, l’allontanare quella cultura dell’alcol che spinge a consumarne fin da ragazzi. Basti vedere che i giovani iniziano sempre prima a bere, attorno ai 12 o 13 anni, o contare quante patenti vengono ritirate il fine settimana per eccesso di alcol nel sangue. Invece si deve sensibilizzare sul fatto che questa sostanza attacca non solo l’organismo e la mente ma comporta ricadute su tutta la comunità”.
Stile di vita. Del resto Houdolin aveva studiato la problematica e fu il primo ad introdurre il “concetto di alcolismo non come malattia ma come stile di vita, di un comportamento che si esprime nel contesto di una cultura sociale di ampia accettazione e difesa del consumo di bevande alcoliche a fronte di un sempre più impoverimento delle relazioni interpersonali” come si legge sul sito dell’associazione La magnolia è fiorita (www failmeglio.it), mentre per Houdolin il Club degli alcolisti in trattamento vede i problemi alcolcorrelati come “tipi di comportamento diversi, stili di vita differenti, difficoltà causate da relazioni difficili e interazioni di sistemi ecologici nella famiglia e nella comunità e nel gruppo di lavoro”. Da qui la considerazione delle famiglie inserite nei Club come “testimoni” della nuova visione del problema, che potranno contribuire a cambiare la cultura esistente, promuovendo stili di vita più salutari e sicuri. “Gli incontri settimanali dei Cat –prosegue il presidente Bianchetti – sono luoghi delle famiglie, dalla dinamica semplice in cui le parole d’ordine sono solidarietà, amicizia e amore. Ognuno, seguendo il suo percorso, impara ad ascoltare l’altro e a non giudicare”. Per partecipare al corso di settembre si può contattare Giuseppe Gatti al numero 3487402656 o inviando una mail a maogat@libero.it.
La Prefetta lascerà la città il 31 agosto, dove era arrivata nel maggio 2022. Al suo posto Andrea Polichetti, in arrivo da Como
La notizia della conclusione del suo servizio a Brescia era già stata comunicata nei primi giorni di agosto. Con la nomina a direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il prefetto Maria Rosaria Laganà doveva salutare Brescia. Al suo posto sarebbe arrivato Andrea Polichetti, attuale prefetto di Como. Mancava, però, la data esatta dell’avvicendamento. È stata la stessa Prefetta, con una lettera indirizzata alla città, a mettere la tessera mancante al puzzle: il suo servizio si concluderà sabato 31 agosto. “I tempi ridottissimi previsti per l’assunzione del nuovo incarico ed il periodo festivo – scrive Maria Rosaria Laganà – non mi consentono di salutare i rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni del territorio (…) a suggellare un periodo di impegno e collaborazione reciproci che hanno reso gli anni del-
la mia permanenza in questa provincia una esperienza personale e professionale intensa e gratificante”. La Prefetta ha così scelto di affidare il suo saluto e la sua riconoscenza a una lettera. Un saluto e un ringraziamento particolare l’ha rivolto ai parlamentari, agli amministratori regionali e ai sindaci “per la leale collaborazione ed il sostegno sempre assicurati nello sforzo quotidiano di perseguire gli interessi della comunità bresciana” Un “ringraziamento sincero” l’ha rivolto anche alle autorità ecclesiastiche, alle Organizzazioni sindacali e a tutte le associazioni “che si adoperano per la tutela dei diritti fondamentali, per la affermazione dei valori della legalità e per la valorizzazione della ricca e variegata eredità culturale bresciana”. Maria Rosaria Laganà non si è scordata nemmeno del mondo del volontariato, “impegnato a sostenere le fasce più deboli
della popolazione, supportando le Istituzioni nel delicato compito di contenere le diseguaglianze economiche e sociali”, delle associazioni di categoria, dei rappresentanti della Magistratura Civile, Penale, Amministrativa, ai responsabili, delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e delle Forze Armate, del personale della Prefettura e della stampa. Maria Rosaria Laganà era a Brescia dal maggio del 2022, dove era arrivata dopo l’esperienza nello stesso incarico a Treviso e Pordenone. Il nuovo prefetto, Andrea Polichetti, classe 1961, ha iniziato la carriera nel 1989 come funzionario del Ministero dell’Interno. Dopo una serie di incarichi è stato nominato Prefetto nel 2017 e poi incaricato come commissario straordinario del Governo per l’area del Comune di San Ferdinando. Dal 3 novembre 2020 era Prefetto della provincia di Como.
La Fondazione San Benedetto è nata nel 2005. “Si tratta di un luogo di amicizia - afferma il presidente Graziano
Tarantini - nella consapevolezza che quella educativa è una sfida che riguarda tutti e chiede condivisione di proposte”
Intervista
DI VITTORIO BERTONI
“Un luogo di amicizia”. È questo il claim che accompagna la mission della Fondazione San Benedetto, nata a Brescia nel 2005 dall’iniziativa di persone che hanno fatto propria la preoccupazione per quella che è stata definita “l’emergenza educativa”. A distanza di quasi vent’anni appare oggi evidente come questa sia la vera priorità per il nostro tempo. “La fondazione –spiega il presidente, Graziano Tarantini – si propone, anzitutto, come un luogo di amicizia nella consapevolezza che farsi carico della sfida dell’educazione non è una questione da addetti ai lavori, ma riguarda tutti e richiede una condivisione costante di proposte e iniziative percorribili.
Salavaguardia. L’educazione è il punto da cui ripartire per salvaguardare la civiltà che ci è stata consegnata consapevoli che, come scriveva Goethe: “quello che abbiamo ereditato dai nostri padri va riguadagnato per possederlo”.
FONDAZIONI
IERI, OGGI E DOMANI
Solo così sarà possibile ricostruire una società oggi pervasa dall’idea che niente in fondo ha valore fuorché i soldi, il potere e la posizione sociale. La stessa pretesa di affidarsi al dominio della tecnica oggi spesso propagandata come chiave risolutiva dei problemi negli ultimi anni si è rivelata una pericolosa illusione”. Le iniziative messe in campo vanno nel solco del percorso compiuto tanti seco-
li fa da San Benedetto che nell’Europa devastata dalle incursioni dei barbari, in cui nulla era rimasto in piedi, ricostruì una nuova forma di civiltà. “Oggi − sottolinea Tarantini − le condizioni esterne, sociali, politiche, economiche, sono profondamente diverse da quelle del VI secolo, ma non lo è la sostanza del problema: assistiamo al venir meno della speranza e a un impressionante dilagare della solitudine che
vede le persone sempre più isolate, più facilmente manipolabili e in balia del potere di turno. In questa situazione la presenza di luoghi, di persone, di comunità, dove la vita e l’esperienza di ciascuno possano ritrovare uno sguardo di simpatia e una possibilità di senso, appare come la necessità più urgente. La nostra fondazione, nel suo piccolo, si è fatta carico di questo compito guardando alle persone reali, non al
consenso sociale, attraverso esempi di positività utili a tutti”.
Passione. Da questa posizione nasce una passione per la realtà che non si accontenta di subire passivamente il corso degli eventi o di proporre iniziative culturali per occupare spazi e fare intrattenimento. La sede di Brescia, in Borgo Wührer 119, è il punto d’incontro e il cuore della vita della fondazione. Dopo la pandemia è diventata più forte l’esigenza di ripartire da luoghi di incontro reali dove le persone possano tornare a vedersi per dialogare e confrontarsi. Per questo motivo vengono proposti iniziative e momenti di incontro su temi di attualità con testimoni e protagonisti del nostro tempo. Nel 2009 la Fondazione ha dato vita al “Mese Letterario”, una rassegna di incontri per accom-
pagnare alla scoperta dei grandi autori della letteratura che, in 13 edizioni, ha visto la partecipazione di oltre 9.000 iscritti. Nel 2019 è nata la “Scuola di Lettura e Scrittura” intitolata al poeta friulano Pierluigi Cappello scomparso nel 2017. Nei mesi scorsi la San Benedetto ha promosso un ciclo di incontri di formazione sull’Unione europea con professori ed esperti che conoscono da vicino le istituzioni comunitarie, culminato in un grande dibattito pubblico che ha visto gli interventi di Romano Prodi, Ferruccio de Bortoli e Mario Mauro. Per il prossimo 27 settembre c’è in cantiere un incontro sulle presidenziali Usa con Marco Bardazzi e Lorenzo Pregliasco.
Proposte. “Siamo interessati alla realtà e ci lasciamo provocare da quanto accade senza inseguire progetti calati dall’alto − continua Tarantini − . Proponiamo iniziative solo in quanto sono espressione di una vita e della vivacità culturale che ne consegue. Non ci interessa tenere in piedi scatole vuote. Oggi, per esempio, un’iniziativa di successo come il Mese Letterario, sbocciata all’interno della Fondazione, continua con nuovo vigore e nuovi progetti grazie a un’associazione dedicata nella quale sono coinvolti giovani che si sono fatti carico di proseguire questa esperienza. Nell’ambito delle sue finalità la fondazione sostiene inoltre con borse di studio studenti meritevoli e partecipa a progetti di rilevanza sociale in Italia e nel mondo. Ricordo che con il supporto di alcuni donatori bresciani abbiamo ricostruito una palazzina distrutta dalla guerra ad Aleppo in Siria”. Da tre anni la Fondazione pubblica ogni domenica la newsletter digitale “Fissiamo il pensiero”, che ogni settimana offre una proposta di lettura attraverso la segnalazione di articoli o testi ritenuti interessanti per aiutare a vivere con maggiore consapevolezza il presente. Per riceverla basta registrarsi sul sito www.fondazionesanbenedetto.it.
In studio
Simona Carobene, Direttrice generale della Cooperativa bresciana Nuovo Cortile SCS Onlus
La cooperativa franciacortina, in collaborazione con una cooperativa sociale di Alcamo (Rossa Sera), ha portato al Meeting di Rimini il progetto sociale BiS: simboleggia l’unione fra Brescia e la Sicilia, che consiste nella produzione di BiScotti da parte della pasticceria sociale Le Bollicine di Nuovo Cortile preparati con i grani antichi siciliani di Rossa Sera e le mandorle. Le Bollicine è un laboratorio di pasticceria gestito dalla coop Nuovo Cortile dove alcuni ragazzi ospiti della Comunità Terapeutica Pinocchio svolgono attività educative ed ergoterapiche con la possibilità di inserimento lavorativo
IL CAMPANILE
E LA PIAZZA
venturelli@lavocedelpopolo.it
Alternativa Ambiente è una società composta da giovani professionisti che sperimentano e realizzano sul territorio attività e iniziative naturalistiche, corsi di aggiornamento per insegnanti, campi estivi per bambini e ragazzi, serate culturali ed educative in materia di ecologia e ambiente. La società gestisce da alcuni anni la sede di Vezza d’Oglio del Parco dell’Adamello e, avvalendosi della consulenza e della cooperazione con l’ente Parco e dell’aiuto di vari professionisti, ha maturato una grande esperienza nell’educazione ambientale e nell’animazione culturale. I soci e i collaboratori di Alternativa Ambiente possiedono un’ottima formazione specifica inerente al territorio montano, oltre a un notevole bagaglio di esperienze nel campo ambientale, culturale, artistico e creativo che consentono di offrire svariati servizi. Particolare attenzione è rivolta all’aspetto educativo: ogni componente della squadra di lavoro è specializzato nel rapportarsi con le necessità di un determinato tipo di pubblico, dai più piccoli ai ragazzi degli istituti superiori, dagli adulti in vacanza ai professionisti.
Il Sindaco
Anche se Paolo Gregorini veste da poche settimane la fascia di primo cittadino di Vezza d’Oglio, quella che il voto popolare gli ha affidato è una comunità che conosce bene per i trascorsi amministrativi nella giunta presieduta da Gian Maria Rizzi e come consigliere comunale. “Quella di Vezza d’Oglio – afferma – è una realtà particolarmente operosa, molto attiva e con una grande sensibilità per il volontariato, come testimonia anche il gran numero di associazioni operative sul territorio”. Gruppi e singoli che si dedicano al volontariato sono considerati dal primo cittadino uno dei patrimoni più importanti della comunità, perché con le loro attività contribuiscono a fare il paese sempre più bello, accogliente e attraente che per una realtà che vive soprattutto di turismo sono caratteristiche importanti. “Stiamo assistendo da tempo – afferma al proposito Paolo Gregorini – a un costante aumen-
Mostre Ultimi giorni per Mottinelli e
Sino al 31 agosto sono visitabili a Vezza d’Oglio due mostre d’arte. La prima è “Di ombra e di luce” ed è ospitata nella chiesa dei Disciplini di via Roma. Si tratta di una personale dell’artista Giulio Mottinelli. Nato a Garda nel 1943, poco più che ventenne, dopo aver lavorato nel campo della fotografia e del cinema, decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura, attraverso la faticosa strada dell’autodidatta. Dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso, con la sua arte, indaga gli aspetti
Don Oscar Ziliani è parroco di Vezza d’Oglio dal 2005 (incarico a cui tre anni dopo ha affiancato anche quello di Incudine e, dallo scorso anno, quello di Canè. Stadolina e Vione, ndr). In quasi 20 anni di ministero sacerdotale in Alta Valle ha avuto modo di assistere all’avanzare del fenomeno della disaffezione alla vita religiosa, ancora “compensato” da una certa sensibilità. “La progressiva riduzione del numero di quelli che frequentano – è l’analisi che il sacerdote fa della vita di fede della propria comunità – trova nella convinzione e nella consapevolezza di chi ancora entra in chiesa o partecipa alle proposte formulate dalla parrocchia un elemento importante. Partecipare oggi non è più una convenzione, ma una scelta”. Presenza. Anche a Vezza d’Oglio, come in tante altre parrocchie della Diocesi, forse come reazione al progressivo venire meno di una Chiesa che sino a pochi decenni fa si manifestava con la presenza di tanti sacerdoti, la gente palesa sempre di più la necessità dell’incontro personale con il suo parroco e con i confratelli (don Ermanno Magnolini e don Alex Recami che, con don Oscar, condividono la cura pastorale delle comunità, ndr). “La gente –afferma al proposito il parroco – ama vederti in paese, perché diventa per loro la certezza di una presenza anche trascendente. È la presenza tangibile di Gesù che è in mezzo a noi, che mette la sua tenda tra le nostre tende”. Il numero delle parrocchie affidategli e il conseguente moltiplicarsi degli impegni collegati a queste responsabilità non rende, però, l’incontro e le relazioni più faticose di un tempo. Don Oscar Zi-
della sua terra, cui ritorna ogni estate, e nelle sfaccettature di un ambiente mai dimenticato, rivissuto nei suoi aspetti affascinanti e pieni di interna vitalità, conosciuto e amato da bambino, esplorato e studiato da adulto, ritrova il senso del fare, le ragioni stesse della sua poetica. “Forme di luce” è, invece, il titolo della mostra ospitata negli spazi espositivi di Torre Federici (nella foto). Si tratta di un’esposizione di quadri ad olio su tela dell’artista bresciano Giorgio Guaini, definito
“pittore giramondo”. Nato a Desenzano, dopo gli studi tecnici, frequenta la scuola d’arte di Brescia e inizia una ricerca personale che lo vede spaziare dall’espressione figurativa alla ricerca geometrica sino all’informale materico. La sua pittura iniziale ha tradotto sulla tela le immagini del lago d’Iseo, della Valle Camonica e dei suoi abitanti. Da qualche anno ha scelto ancora la Valle Camonica come “buen ritiro”. Per entrambe le mostre l’ingresso
Don Oscar Ziliani, parroco dal 2005, descrive una comunità in cui la disaffezione alla vita religiosa è compensata da una consapevolezza crescente
liani, però, non si scoraggia. “Dobbiamo imparare a compensare la riduzione del tempo a disposizione delle relazioni – sottolinea – con la qualità delle stesse. Se non riusciamo a essere presenti sempre, quelle volte che ci sei, devi cercare di dare qualità nella tua presenza e disponibilità nei confronti dei rapporti con le persone”.
Sfida. In questa che, per don Oscar e gli altri sacerdoti in servizio alla comunità di Vezza d’Oglio, è una vera e propria sfida, un aiuto im-
Una realtà operosa che cammina per crescere insieme
Paolo Gregorini, Sindaco solo da poche settimane, descrive una realtà che ha trovato un equilibrio tra turismo e ambiente
to dei flussi turistici sia estivi che invernali. Questo è uno stimolo costante alla valorizzazione del nostro territorio, operazione difficile da realizzare senza la collaborazione di un volontariato particolarmente sensibile”. Nato e cresciuto a Vezza d’Oglio, il primo cittadino ha la consapevolezza che al fianco degli sforzi per far sentire a casa chi arriva, anche se per pochi giorni da fuori, ci sono anche quelli per far stare bene
i vezzesi. “Passo la gran parte delle mie giornate – afferma il Sindaco – per la vie, i vicoli e le piazze di Vezza d’Oglio dove l’incontro con i concittadini è costante. So quanto siano importanti per chi vive qui 12 mesi all’anno i servizi principali, a partire da quelli legati alla sanità, come la presenza dei medici di base e della farmacia, o ai collegamenti che dovrebbero rendere più semplice raggiungere gli ospedali di
portante arriva dalla presenza di un gruppo di laici che, negli anni, ha visto crescere, come nei loro pastori, la sensibilità alla condivisione. “Più che di corresponsabilità – sono considerazioni del parroco – parlerei di condivisione di progetti che vanno costruiti insieme. Si prepara insieme una cosa, insieme assumiamo alcune scelte e insieme le portiamo avanti anche quando questo costa fatica”. Si tratta di un cammino, ricorda ancora don Oscar, che a Vezza d’Oglio (e nelle altre comunità a lui affidate) sta producendo frut
riferimento (Brescia, Esine, Edolo e Sondrio che non sono vicinissimi, ndr)”. A differenza di altri Comuni dell’Alta Valle, Vezza d’Oglio non conosce il decremento demografico. “Da anni – ricorda Paolo Gregorini – ci siamo attestati intorno ai 1.400 abitanti. La riduzione delle nascite che anche qui si fa sentire, è com pensata da chi sceglie di venire a vivere a Vezza d’Oglio non solo dai paesi vicini, ma anche da realtà più distanti”. Pur non numerosissimi, non sono così infrequenti i casi di chi, come ricorda il primo citta dino, arrivato da turista, decide di “piantare le tende” in questa parte di Valle Camonica. Tra i tanti impegni che attendono il nuovo Sindaco c’è anche quello di trovare il modo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. “Il turismo –afferma – da questo punto di vista porta con sé grandi opportunità che dobbiamo rendere attraenti per i giovani”.
ti che sono importanti. Un ultimo pensiero il sacerdote lo dedica ai suoi parrocchiani “stagionali”. “La presenza di tanti turisti – ricorda –chiede un di più di impegno. Sono in molti quelli che chiedono un servizio religioso. La montagna favorisce la dimensione spirituale, della ricerca di se stessi, del silenzio, dell’ascolto. La chiesa si riempie, aumentano le ore da dedicare al confessionale, ma per un sacerdote queste sono forse tra la fatiche più belle, che danno senso al suo mini-
Hai mai pensato di diventare insegnante di religione cattolica?
• per maturare strumenti di conoscenza delle espressioni culturali, religiose e artistiche dell’esperienza umana e insieme una professione per la vita;
• per assicurare la presenza dell’IRC nelle scuole proposta per una piena e integrale formazione di alunne e alunni.
Come si fa ad avere il titolo di studio per essere insegnante di religione cattolica?
Come per tutti gli insegnanti, lo Stato italiano richiede una laurea magistrale (3+2), che si consegue presso un Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR). A Brescia i corsi sono in Università Cattolica del Sacro Cuore (in via della Garzetta, 48)
Quando sono le lezioni e quanto costa iscriversi?
Le lezioni dell’ISSR si svolgono il martedì dalle 17.20 alle 20.30, in presenza; il giovedì dalle 17.20 alle 20.30 on-line; il sabato dalle 8.30 alle 13.30 (e talvolta dalle 14.30 alle 16.00), in presenza. Il costo di iscrizione è di 1250 € ed è prevista la possibilità di ottenere delle borse di studio.
Per ulteriori informazioni rivolgiti al tuo insegnante di religione cattolica o contatta direttamente il direttore dell’ISSR, don Raffaele Maiolini: raffaele.maiolini@unicatt.it.
La Fiera di Orzinuovi è un importante appuntamento annuale che fa del nostro paese meta gradita agli operatori economici, ma anche ai cittadini impegnati in altri ambiti lavorativi; senza trascurare l’interesse delle stesse famiglie. È anche occasione di incontro tra cittadini dello stesso Comune e di altri Comuni più o meno distanti da Orzinuovi. È un evento che interessa la società civile, ma interessa anche e in particolare la comunità religiosa. Orzinuovi è una parrocchia molto importante, sia per numero di fedeli sia per le complesse attività che svolge nel proprio ambito di competenza. Una comunità, se è viva, ama incontrarsi e confrontarsi, conoscersi e simpatizzare. Non ha paura degli altri e non teme il mescolarsi di varie etnie. Esce dal chiuso della propria casa, sempre più occupata dall’attrazione delle tecnologie, che risolvono molti problemi concreti, ma rischiano di inaridire i rapporti con il prossimo. È un messaggio che noi sacerdoti facciamo sempre più fatica a trasmettere. Un passaggio all’interno della nostra bella chiesa, con qualche attimo di silenzio e di riflessione sulla nostra vita e su quella degli altri, potrebbe aiutare. (Domenico Amidani)
Sabato 31 agosto è fissata l’inaugurazione ufficiale della manifestazione dedicata all’agricoltura, alla zootecnica, al commercio e all’artigianato
Compie 76 anni Fiera regionale dell’Agricoltura e Zootecnia, del Commercio e Artigianato di Orzinuovi. Si svolgerà dal 29 agosto al 2 settembre, e con il titolo “La fiera motore del cambiamento e della pianura” si conferma come una delle più importanti rassegne dedicate al mondo della terra e quest’anno intende ampliare ancor di più l’orizzonte rivolgendosi direttamente ai paesi della Bassa pianura. La Fiera sarà presentata nel corso del convegno Fiera, motore della pianura la sera del 28 agosto alla Casina dell’imprenditore Gianpietro Franchini a Pievedizio di Mairano, proprio per segnare l’allargamento della Fiera ai paesi della pianura bresciana. L’inaugurazione si terrà
Le cronache riportano spesso episodi di furti nelle aziende agricole. L’attenzione dei malavitosi è rivolta soprattutto alle macchine e alle attrezzature, ma anche agli altri beni che riguardano l’attività dell’azienda, in particolare il gasolio. Sono furti di un valore sempre più elevato che arriva a volte a centinaia di migliaia di euro e vengono quasi sempre compiuti da veri e propri professionisti, difficili da contrastare. Le Organizzazioni di categoria, ovviamente molto attente al fenomeno, si rivolgono alle Forze dell’ordine per arginare il fenomeno; ma per loro è difficile controllare un territorio tanto vasto e con aziende lontane dalla possibilità di una vigilanza adeguata. Per forza possono
solo intervenire a posteriore per individuare i colpevoli. La soluzione è quella quindi di prevenire ogni accesso ai truffatori.
Andrea Erranti, con la OB elettronica, cosa realizza e propone alle aziende agricole?
La soluzione immediata è quella di installare un adeguato impianto di videosorveglianza e di allarme anti intrusione e antifurto. Ci sono soluzioni adeguate ad ogni esigenza e per aree più o meno vaste. Ricordo che l’impianto di videosorveglianza è anche strumento di controllo a distanza di ogni attività, in particolare di quanto avviene all’interno della stalla, con rilievo immediato di eventuali anomalia da correggere in tempi brevi. C’è chi ha acquistato l’impianto con questo scopo ed è riuscito così a sventare un tentativo di furto di un trattore.
Oltre alla sicurezza, cosa propone OB elettronica alle aziende agricole. L’elettronica entra sempre di più anche nelle aziende agricole.
Realizziamo quindi automatismi di rilievo di anomalie in situazioni diverse: gestione aperture e chiusure, attivazione/disattivazione dell’illuminazione, ma anche impianti di illuminazione a led per l’evidente risparmio energetico. Abbiamo realizzato e siamo in grado di installare l’amplificazione sonora di programmi musicali allo scopo di favorire il benessere dell’animale. Realizziamo anche i ponti adeguati nelle situazioni in cui, per le distanze, è difficile un collegamento via cavo.
Palio delle Quadre edizione 46, dal 2 al 9 settembre. Gli anni volano, ma la festa viene accolta con entusiasmo dai cittadini. Da settimane fervono i preparativi. Piazze e parcheggi sono stati fatti sgombrare e i lavori di preparazione degli stand gastronomici proseguono a ritmo serrato. L’apertura avverrà la domenica precedente con l’inaugurazione del nuovo anno sportivo e la presentazione di tutte le società clarensi con la benedizione del parroco che presiederà la Messa nella centrale Piazza Zanardelli. Tra le novità
invece sabato 31 agosto alle ore 11 a Orzinuovi, alla presenza dei sindaci del territorio e con la consegna delle benemerenze civiche in Sala Consiliare. Ma da giovedì 29 agosto, dalle ore 9:00 della mattina fino alle ore 24:00, sarà possibile tutti i giorni percorrere la fiera, che come sempre invaderà tutte le vie e le piazze del centro della città, con tantissimi espositori del mondo agricolo, artigianale, del commercio e della gastronomia. Molte aziende agricole saranno presenti con le macchine più moderne e racconteranno il tempo dell’agricoltura e della zootecnia che stiamo vivendo. Di particolare richiamo l’esposizione della Razza Frisona nel cortile delle Angeline con relativo concorso e premiazioni. Numerosi i convegni: da quelli sulle Comunità Energetiche Rinnovabili a quello sul clima e la mobilità, da quello sulla suinicoltura a quelli sulla zootecnica e sul territorio, promossi da Comune, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Apaform. Vera vetrina dell’economia, dell’arte, dello sport e della cultura della pianura, la Fiera ha nel palinsesto importanti momenti culturali e di spettacolo
Sono tanti gli eventi culturali, tra questi ci anche sono tre mostre allestite nella Rocca di San Giorgio
più importanti c’è la sostituzione del tradizionale concerto del mercoledì con uno spettacolo di cabaret affidato a Valentina Persia. Riconfermati gli appuntamenti del salto con l’asta femminile, lunedì 2 settembre, e maschile, martedì 3. Venerdì 4 , Galà di ginnastica ritmica ed estetica di gruppo. Un’altra novità riguarderà il Concorso Vetrine dal titolo “Chiari e le Quadre”. I commercianti saranno chiamati ad allestire il proprio punto vendita rispolverando tutto quanto risalga alle passate edizioni
capaci ogni anno di richiamare diverse migliaia di visitatori.
Gli eventi collaterali. Nella Rocca di San Giorgio sono state allestite tre mostre: “La natura di Martino Turotti”; “Oh, sorso d’eternità” mostra fotografica in ricordo di Niccolò Guarino; e “100 anni di Bergomi” con la proiezione del documentario a cura di Podet Production. La vita e le opere di Giacomo Bergomi sono riassunte, per quanto possibile, nel documentario attraverso le interviste a Tonino Zana, Agostino Garda, Gianbattista Piscioli e Michela Capra. Il documentario sarà presentato con proiezione continua e ingresso libero presso la Rocca di San Giorgio nel contesto della Fiera secondo questo calendario: giovedì 29 agosto dalle 18 alle 23; venerdì 30 e sabato 31 agosto, domenica 1 e lunedì 2 settembre dalle 10 alle 23. Per lo sport in calendario la presentazione della squadra della OrziBasket e la partita del cuore “Non solo calcio”: Sgangherati Orzinuovi - Baskin Soncino - con la partecipazione delle stelle del Basket. Da segnalare domenica 1 settembre gli stand del Mercatino dell’antiquariato” La Piazza dei Tesori Antichi”. Tra i momenti di spettacolo, artisti di strada, trasformisti, cover band, il pianista volante, il concerto della Fanfara dei Bersaglieri. La Fiera si concluderà lunedì 2 settembre alle 22 con i fuochi d’artificio.
(manifesti, oggetti, abiti d’epoca) in un’ottica di “calo dentro la clarensità”. Spettacoli, concerti, mostre, mercatini hobbisti, stand di volontariato, ogni Quadra farà del suo meglio. Le ultime cinque edizione del Palio, ad esclusione del 2020 causa lo stop dovuto al pandemia, sono state vinte dalla Quadra di Villatico. Sabato 7 settembre tutti in piazza per il tradizionale spettacolo, affidato alla maestria di Giorgio Locatelli e alla sua compagnia teatrale che ha scelto di puntare sui ricordi con
“Amarcord clarense”: protagonista l’intera comunità che ruota attorno all’edifico forse più amato dai suoi cittadini, il Cinema Teatro Sant’Orsola e la sua storia. Calato il sipario, scatterà l’attesa staffetta per le vie del centro storico. Gli atleti delle quattro contrade, dopo mesi di allenamento serrato, si rincorreranno: gli azzurri di Cortezzano , i verdi di Marengo, i rossi di Villatico e i gialli di Zeveto si daranno battaglia all’ultimo respiro, perché “vincere il Palio, per i clarensi, è una cosa seria”. (Claudia Morandini)
Coldiretti
Il settore della zootecnia è spesso sotto attacco di fake news che influenzano la percezione dei consumatori, la reputazione degli allevatori e le politiche pubbliche. Tra le false notizie più comuni si segnalano quelle che diffondono informazioni distorte riguardo alla qualità del latte, ai metodi di allevamento o all’uso di antibiotici e altre sostanze esagerando pratiche scorrette o presentando casi isolati come rappresentativi del settore. La cattiva informazione crea paure infondate e danneggia la percezione pubblica degli allevatori, anche
quando la maggior parte di loro opera secondo standard elevati di benessere ambientale e animale. Abbiamo chiesto al vicepresidente, Giovanni Martinelli, che a Borgo San Giacomo gestisce l’azienda agricola di famiglia Palasì, un allevamento di bovine da latte con 250 capi e impianto di mungitura robotizzata, di raccontare l’impegno delle aziende del settore zootecnico nel contrastare questo fenomeno. “Nel nostro settore c’è molta disinformazione. Se solo il consumatore visitasse le nostre aziende e gli allevamenti, vedrebbe sfatati molti
miti. Coldiretti gioca un ruolo essenziale per proteggere il settore, garantire una corretta informazione e mantenere un sistema di allevamento sostenibile e rispettoso degli standard di qualità”. Gli allevamenti della pianura padana sono sostenibili e sostanzialmente autonomi sotto diversi punti di vista. “Le tecniche per il recupero del calore, l’utilizzo degli inverter nei motori, la diffusione del fotovoltaico sui tetti delle stalle e lo sviluppo degli impianti di biogas rappresentano soluzioni che contrastano l’idea che l’agricoltura sia fonte di inquinamento”.
Coldiretti ha da tempo riconosciuto il pericolo delle fake news in agricoltura e si è impegnata attivamente per contrastare la diffusione di informazioni false e fuorvianti che possono avere impatti negativi sia sui produttori agricoli che sui consumatori. In occasione della Fiera di Orzinuovi ha organizzato il convegno “Zootecnia e disinformazione: come contrastare le fake news”, occasione per ricordare le azioni messe in campo. “L’impegno di Coldiretti nella lotta contro le fake news in agricoltura – afferma la presidente, Laura Facchetti – è di fondamentale importanza per garantire la trasparenza e la correttezza delle informazioni, proteggere i produttori agricoli e tutelare i consumatori”. Le diverse strategie adottate, che vanno dalle campagne informative di educazione e sensibilizzazione alla collaborazione con istituzioni e media, dalla promozione del Made in Italy al coinvolgimento diretto dei consumatori, dimostrano come il tema stia decisamente a cuore perchè in uno scenario in continua evoluzione gli attacchi al mondo agrico-
In occasione della Fiera di Orzinuovi, Coldiretti ha organizzato il convegno “Zootecnia e disinformazione: come contrastare le fake news”
lo sembra che diventino sempre più elevati. “L’agricoltura da sempre è accusata di produrre inquinamento e spreco. In particolare sotto attacco sono gli allevamenti intensivi, ma oggi la strategia utilizzata da animalisti e ambientalisti sta cambiando e diventando più aggressiva perchè oltre a far leva sul benessere animale
mette al centro temi che riguardano da vicino la nostra salute e la tutela dell’ambiente”. Queste costruzioni false e negative comportano il rischio che a poco a poco nella testa dei consumatori si insinui un dubbio che diventa quasi certezza: che l’agricoltura faccia male. “Dobbiamo assolutamente continuare a dialogare con tutti, aprire le aziende, far vedere con il modo diretto, intelligente, credibile e trasparente che ha sempre avuto Coldiretti di ribadire a gran voce qual è davvero la realtà: che i nostri allevamenti rispettano le regole, fanno crescere gli animali al meglio possibile e non inquinano”. Anche studi scientifici dimostrano che l’agricoltura e l’allevamento non sono la principale causa di inquinamento. “Si può certamente migliorare e l’utilizzo della tecnologia ci aiuta in questo senso, ma non si raggiunge lo scopo chiudendo le aziende. Non è la mancata produzione a portare ad un miglioramento, anzi seguendo questa line-
a saremmo costretti ad importare dall’estero cibo che sicuramente ha caratteristiche peggiorative rispetto alle nostre. Basta pensare allo sfruttamento dell’ambiente, alla salubrità del prodotto, all’utilizzo del lavoro minorile. Siamo miopi quando pensiamo di superare il problema dell’inquinamento in questo modo”. L’azione in Europa. Continuano le battaglie anche in Europa. “Cerchiamo di affermare il principio di reciprocità – conclude – proponiamo di mettere su tutte le etichette l’origine del prodotto in modo tale che il consumatore sia consapevole di ciò che compra, mettiamo controlli e blocchi alle dogane per essere certi che ciò che entra nel nostro Paese sia sano e sicuro”. In un mondo in cui le false notizie possono diffondersi rapidamente, il ruolo di Coldiretti è cruciale per mantenere alta la fiducia nel settore agricolo e assicurare che il consumatore riceva informazioni accurate e affidabili.
Nelle scorse settimane Pezzoro ha festeggiato 100 anni di sci. Nel corso di due intense giornate sono anche stati consegnati un centinaio di riconoscimenti agli attori storici, viventi e no, dello sci pezzorese. Per capire come mai i pezzoresi siano così amanti dello sci bisogna andare all’estate del 1630 quando, dopo che la popolazione locale era stata decimata dalla peste, giunsero nel paese valtrumplino carovane di sudtirolesi, specie da Innsbruch che portarono, evidentemente, la passione per la neve. È solo dopo la Prima guer-
ra Mondiale che Pezzoro scopre lo sci. Tornati a casa dalla grande guerra sani, salvi e vincitori i pezzoresi, usando delle vecchie botti di rovere, si costruirono i loro sci e cominciarono a gareggiare, dapprima fra di loro e, poi, con gli sciatori del circondario: era il 1924. Pezzoro divenne ben presto un punto di riferimento per gli sciatori della città e della Valle Trompia: dal 1933 al 1939 vennero organizzate le prime competizioni di discesa libera, e nel 1940-41 quelle dello slalom gigante. In quegli anni a Pezzoro funzionavano tre skilift ed era una fuci-
na di atleti fondisti, discesisti, slalomisti e saltatori, che ovunque andavano facevano incetta di premi. Dal 1953 venne organizzata ogni anno una gara di discesa, il “Discesù”, che dal 1988 diventerà la “Rampegada”: si saliva a piedi in Guglielmo con gli sci a spalle e si scendeva fino a Pezzoro. Il gruppo “Pezzoro Vive”, che cha organizzato l’evento di agosto, si sta dando da fare perché termini lo spopolamento della montagna: nel centro del paese ha allestito un “Campo base” ricco di ricordi, testimonianze, utensili, attrezzi e vecchi sci, con l’augurio che anche la
Comunità Montana di Valle Trompia faccia la sua parte, investendo soprattutto nel turismo, stimolando una più diffusa ricettività e formando alcune figure professionali che sappiano promuovere la valle nelle fiere tematiche non solo nazionali ed altre professionalità che sappiano accompagnare il turista: d’inverno sulle piste di sci e d’estate proponendo passeggiate floreo-storico-culturali ed enogastronomiche. Anche la popolazione residente dovrà fare uno sforzo per guardare il turista come un’opportunità e una ricchezza. (g.b.)
Marcheno DI GIUSEPPE BELLERI
Lunedì 2 settembre ricorre l’80° anniversario dell’uccisione del partigiano Franco Moretti (ci sarà una manifestazione ufficiale, più avanti, alla ripresa del nuovo anno scolastico). Franco Moretti nasce a Gardone Val Trompia il 9 settembre 1927 da Dante e Teresa Valotti e abiterà nella casa di Inzino. Dopo le scuole elementari e alcuni anni alle professionali viene assunto, a quattordici anni, come apprendista attrezzista dalla Beretta, nello stesso reparto dove il padre è vice caporeparto: un posto ambito dalla gioventù gardonese non solo di quel tempo. Nel 1942 la mamma Nina muore per una peritonite, e il padre si risposa, dopo dieci mesi, con Maria Guerini di Noboli. In fabbrica Franco è operoso e benvoluto, avendo un carattere buono ed estroverso.
Passioni . Partecipa, pur frenato dal padre, ad alcune recite nel teatro parrocchiale. D’estate gli piace nuotare nella seriola vicino a casa, che attinge l’acqua dal Mella; è anche un appassionato pescatore. L’inverno, invece, ama sciare con gli si
Lunedì 2 settembre ricorre l’80° anniversario dell’uccisione del partigiano Franco Moretti che ha speso la sua vita per difendere la libertà
dello zio Sebastiano. Per guadagnare qualche soldo in più e dare una mano alla famiglia aiuta lo zio Gino che ha un’agenzia di pompe funebri; ma fa anche il contadino dagli zii Valotti di Roncadelle. In fabbrica Franco aderisce alle Sap (Squadre di FRANCO MORETTI
azione patriottica) che, oltre a distribuire clandestinamente i volantini antifascisti, portavano fuori pezzi di armi smontate per i partigiani. Ma a Franco questo non bastava: pur sconsigliato dai compagni di lavoro e di lotta volle fermamente unirsi ai partigiani nella resistenza sui monti. La notte fra il 30 e il 31 agosto 1944 Franco sparisce da casa – dopo aver scritto in matita una commovente lettera al padre – e raggiunge sopra Cesovo i partigiani della 122ª Brigata Garibaldi, formazione d’ispirazione politica comunista. Mentre nell’Alta Valle Trompia si era costituita una Brigata delle Fiamme Verdi, vicina alla parte democratica dei cattolici, nella Media e Bassa Valle operava la Brigata Garibaldi. Fra le due formazioni ci fu sempre un’ampia collaborazione anche per la presenza in valle di un clero decisamente antifascista e la provenienza anche dei garibaldini dagli ambienti cattolici. Il 2 settembre Franco si offre di scendere in paese a prendere un
po’ di cibo per i cinquanta compagni con cui condivideva il “Roccolo dei tre piani”, ma è intercettato da una pattuglia di fascisti: riesce a lanciare due bombe a mano ma viene alla fine ucciso.
Sentiero. Nel 2017 le sezioni Anpi di Gardone e di Marcheno, l’Istituto Superiore Carlo Beretta di Gardone V.T e l’Istituto Comprensivo di Marcheno − le due scuole intitolate al Moretti − d’intesa con i Comuni di Marcheno e Gardone Val Trompia e con la Comunità Montana di Valle Trompia, avevano inaugurato “Il Sentiero del partigiano Franco Moretti”. Il percorso inizia dal parcheggio dell’Istituto Comprensivo di Marcheno e passando per le frazioni di Aleno e Cesovo, tra sentieri e mulattiere allestiti con pannelli descrittivi, giunge all’Altopiano di Caregno, presso il cippo commemorativo che i compagni del partigiano posero, dopo la liberazione, nel luogo dove Moretti venne ucciso.
Domenica 15 settembre
La quinta tappa è alla Pieve di Gussago
Dopo la tappa di Tremosine alla Pieve di San Giovanni Battista che è andata in scena sabato 24 agosto, riparte l’iniziativa promossa dal nostro settimanale in collaborazione con la Fondazione Provincia Brescia Eventi e con l’associazione culturale Vincenzo Gioberti. Domenica 28 maggio la Pieve di Santa Maria in Silvis a Pisogne aveva ospitato la prima uscita, la seconda è andata in scena nella frazione di Comella (Seniga) alla Pieve di Santa Maria
Annunciata a giugno. Domenica 28 luglio Idro ha accolto i visitatori alla Pieve di Santa Maria ad Undas, mentre sabato 24 agosto l’appuntamento serale è stato a Tremosine con la collaborazione della Pro loco e della parrocchia. La presentazione storico-artistica è stata curata da don Gabriele Scalmana, mentre l’elevazione musicale è stata a cura del Coro Monte Pizzocolo di Toscolano Maderno. A settembre, domenica 15, tocca, quindi, alla Pieve di
TOUR DELLE PIEVI
Santa Maria Vecchia a Gussago, prima di concludere, domenica 20 ottobre, alla Pieve di Pontenove a Bedizzole. Il programma di Gussago (per informazioni e iscrizioni, amministrazione@ lavocedelpopolo.it o 030578541) prevede il ritrovo alle 10 per la presentazione storico-artistica seguita dall’elevazione musicale con l’ensemble Sifnos di Botticino prima del pranzo (20 euro a persona) a base di spiedo.
La Pieve di Santa Maria Vecchia, costruita sicuramente sul sito di un preesistente tempio medievale, fu terminata nel 1470
Gussago
DI ALBERTO ZAINA
L’antica pieve di Gussago è situata nella località Piè del Dosso. È detta anche Chiesa dei Morti dagli abitanti del luogo, poichè vi furono sepolti i morti della peste manzoniana. Dalla zona collinare si estende l’antica via romana che collegava la Valtrompia con la Franciacorta. Fin dai suoi inizi e fino al XVI secolo fu sotto la giurisdizione benedettina di Leno, di fondazione longobarda, voluto da re Desiderio.
Tracce longobarde . Della primitiva chiesa restano alcune tracce, e soprattutto un famoso “reperto” longobardo, detto “pulpito di Maviorano”, in realtà lastre marmoree poste a mo’ di balaustra; l’ornamentazione complessa delle due lastre addensa motivi simbolici, teologici e allegorici che rimandano alla cultura religiosa longobarda nel momento in cui avvenne il passaggio al cristianesimo. Tali lastre, usate per secoli come parti di un pulpito e così popolarmente definite, erano in origine parti di un ambone, di una balaustra che chiudeva l’area presbiteriale; nella loro decorazione, con funzione didattica, sono la sintesi della fusione della cultura longobarda con quella cristiana. La lastra principale è divisa in due parti dall’albero della vita, a destra e a sinistra si vedono il pavone, simbolo di immortalità, l’aquila, simbolo di potenza e sapienza, che solleva il serpente, simbolo del male, il pesce e l’agnello, simboli di Cristo, il leone in atto di umiltà, l’uva dei tralci evangelici simbolo di pienezza di vita e di Redenzione; in quella laterale una grande rosetta solare simbolo dell’universo, chiude nel flusso della vita altre rosette simbolo del sole, un inno alla Redenzione. Sempre in quella principale, si legge la scritta
L’ensemble vocale femminile è diretto da Gloria Busi
LA PIEVE DI SANTA MARIA VECCHIA A GUSSAGO
“Maviorans”, forse firma dello scultore o del committente, che potrebbe essere il cavaliere scolpito in basso a destra, con ricca armatura, testimone di una rinnovata umanità.
L’edificio. Divenne la parrocchiale di Gussago fino alla metà del secolo XVIII, quando venne costruita la nuova chiesa. L’edificio attuale, costruito sicuramente sul sito di un preesistente tempio medievale, fu finito nel 1470; ha la struttura tipica delle chiese rurali del XV secolo; abbastanza singolare la facciata a forma rettangolare più alta del tetto a capanna. L’ingresso principale volto a Occidente ha un bel portale tardoquattrocentesco con tratti stilistici rinascimentali. Sulla parete esterna a sud, sopra l’ingresso laterale, si notano formelle con teste maschili (metà del XV
Sifnos è un ensemble vocale femminile, nato nel 2008 e inserito nell’omonima associazione culturale, le cui componenti provengono da esperienze corali e cameristiche diverse e collaborano, alcune come soliste, con importanti realtà musicali. Il gruppo offre un repertorio vario, dal punto di vista storico, del genere e stilistico, con l’intento di approfondire e divulgare la scrittura corale: dal canto gregoriano al ‘900 storico, dalla canzone napoletana ai canti popolari bresciani. Il gruppo, iscritto alla Federazione Nazionale Italiana e Associazione Regionale Cori Lombardia, svolge concerti e partecipa a rassegne co-
secolo). Spicca anche il campanile a pigna con una bella struttura in pietra. L’interno è ad aula unica, compartito in quattro campate da archi traversi a sesto acuto. Alle estremità destra e sinistra vi sono due cappelle laterali di caponavata, ognuna con un altare A circa metà della navata, sul fianco sinistro vi sono due altari, ognuno con ancona e pala e a destra una cappelletta dedicata a San Nicola da Tolentino. Attraverso l’arco santo a sesto acuto poggiante su lesene si accede al presbiterio, mediocremente elevato rispetto al pavimento dell’aula. Il ciclo che decora l’abside raffigura l’Assunzione della Vergine attorniata da angeli musicanti e da Apostoli che assistono all’evento. Questo ciclo è stato attribuito a un notevole maestro anonimo chiamato Maestro di San Felice del
rali anche in altre provincie italiane, proponendo solitamente repertori musicali a tema, come quello mariano, quaresimale e dell’Avvento, e programmi di musica profana, sia popolare sia colta. In particolare si segnalano: Musica divina (Brescia, 2008; Montichiari, 2009; Palazzolo, 2012; Brescia, 2016), Concerti di quaresima in S. Agata (Brescia 2011, 2013, 2015), Festival dell’arte (Varese, 2015), Dodici mesi di coralità (Brescia, 2016, 2018), Rassegna “Cantus” (Manerba del Garda, 2017), Concerti dell’Università di Parma (2017), Rassegna Pieve Porto Morone (Piacenza, 2017), Incontri chitarristici (Gargnano, 2019),
Della primitiva chiesa resta anche un famoso “reperto” longobardo, detto “pulpito di Maviorano”
Benaco. La grande pala dell’altare maggiore, che in parte impedisce la vista completa degli affreschi con la sua mole imponente, è opera di Luca Mombello (Orzivecchi 1523 ca-1585 ca), seguace del Moretto. Il polittico fu commissionato dalla Confraternita del Rosario: è stato realizzato probabilmente intorno al 1580 con la tela centrale che raffigura l’Istituzione del Rosario; la Vergine è attorniata da vari santi domenicani, l’ordine che fu tra i maggiori diffusori delle pratica del Rosario, soprattutto dopo la battaglia di Lepanto (1571) nella quale Venezia, con l’aiuto della Lega santa presieduta dal Papa, sconfis-
se i turchi; nella parte inferiore un domenicano presenta la corona al Papa attorniato da un fitto gruppo di personaggi tra cui spiccano un vescovo e un cardinale. Nella cappella della caponavata sinistra aveva la sede la Confraternita della Santa Croce. Al centro della parete, solo in parte decurtato nella parte alta, spicca l’affresco con la Madonna della Misericordia che accoglie sotto il suo manto i Disciplini e su una parete laterale si trovano affrescate le storie del “Beato Simonino” datate 1476; quella di destra, la Cappella dell’Immacolata, ha una decorazione sei-settecentesca. Lungo le pareti vi sono una ventina di affreschi votivi, eseguiti tra il 1476 e il 1491 con raffigurazioni di Santi e soprattutto di Madonne in trono e Santi; alcuni di discreta fattura che emerge nonostante lo stato di conservazione spesso abbastanza precario; tra di essi è da notare un affresco votivo con dedicazione a San Genesio, e un altro che costituisce il monumento funebre dell’offerente. Nella parete di destra si apre a metà della navata una cappella dedicata a San Nicola da Tolentino invocato contro la peste che infuriò a Gussago nel 1630: è tutta dipinta dal pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli (Offanengo 1603-Calcinato 1644), molto attivo nel Bresciano; le scenette relative alla peste e alla vita del Santo sono con cornici in gesso di stile barocchetto. Altri dipinti sono stati posto in altri due altari della navata. Uno è quello di Sant’Elena e la Santa Croce con i disciplini, una paletta di modeste dimensioni, l’altro è Il Martirio di San Bartolomeo, di gusto popolaresco, ma fortemente espressivo. Altre opere sparse: la tela di Antonio Gandino (1565-1631) con San Benedetto che accoglie San Mauro e San Placido (1620) e San Carlo Borromeo in adorazione del Crocifisso.
Rassegna corale nazionale (Arezzo, 2022), Rassegna bandistica Giovanni Ligasacchi (Brescia, 2022), Rassegna corale “Musei in coro” (Brescia, 2021, 2022, 2023), Maggio in musica (Brescia, 2023), Rassegna “Tesori corali” Brescia-Bergamo 2023, Capitale italiana della cultura (Bergamo, 2023), Lönare dei dé bù, un dialogo in dialetto bresciano per coro e attore (Orzinuovi, 2023). L’ensemble, diretto da Gloria Busi fino dalle sue origini, nel 2019 ha ottenuto il diploma “Fascia Oro” al Concorso nazionale “Franchino Gaffurio” di Quartiano e al Concorso internazionale “In…Canto sul Garda” di Riva del Garda.
Domenica 8 settembre alle 9.15, si svolgerà la “LakeRun 10K Pisogne-Marone”, una gara su strada di 10 km lungo le splendide sponde del Lago d’Iseo organizzata da ASD Podisti Urago Mella. Questa competizione offre agli appassionati di corsa un percorso suggestivo, che partirà da Pisogne e si concluderà sul lungolago di Marone, regalando ai partecipanti un’esperienza sportiva in un contesto naturale incantevole. Le iscrizioni per la gara competitiva possono essere effettuate online sui siti wedosport.it o lakerun10k.it. In alternativa, è possibile iscriversi di persona presso gli store Sportland di Pisogne e di Brescia (Centro Commerciale Elnos). Il costo è di 15 euro. È importante notare che la gara ha un limite massimo di 500 partecipanti e le iscrizioni saranno aperte fino alle 12 di giovedì 7 settembre o fino al raggiungimento del tetto massimo di iscritti. Per quanto riguarda la gara non competitiva, le iscrizioni potranno essere effettuate anche il giorno stesso dell’evento. La LakeRun Pisogne-Marone rappresenta un’opportunità per godere delle bellezze paesaggistiche del Lago. (a.s.)
Il gruppo Alpini di Cologne ha organizzato una “tre giorni” di festeggiamenti per i 70 anni della cappella
La cappella votiva dedicata alla Madonna della Pace sul Monte Orfano compie 70 anni. Correva il 1954, infatti, quando in vetta al monte, i reduci alpini e la gente del paese costruirono una cappella per sciogliere il loro voto e ricordare i caduti e i dispersi su tutti i fronti come invocazione alla pace: fu un’impresa straordinaria, resa possibile grazie all’impegno congiunto visto che all’epoca non esisteva una strada asfaltata che conduceva in cima… Il comm. Gnecchi Ruscone donò l’area, mentre gli alpini offrirono la manodopera e con grande sforzo, bambini e ragazzi trasportarono materiali come legname, cemento e pietre lungo sentieri ripidi e difficili. Dopo tempi duri di preparativi e sacrifici, la cappella fu finalmente completata e
inaugurata il 12 settembre 1954. Monsignor Arcangelo Mazzotti, arcivescovo di Sassari, benedisse l’opera in una giornata di festa che coinvolse l’intera provincia e, tra le autorità presenti, vi fu anche don Carlo Gnocchi, cappellano degli alpini. Per celebrare l’importante ricorrenza, il gruppo Alpini di Cologne, che conta oggi circa 120 soci guidati dal capogruppo Corrado Bertelli, ha organizzato una “tre giorni” di festeggiamenti a partire da venerdì 6 settembre con l’inaugurazione dello stand gastronomico presso il rifugio alle 19.30. A seguire, alle 21, il coro alpino “Alte Cime” di Brescia offrirà un concerto, preceduto da un servizio bus navetta attivo dalle 18.30 dal parcheggio delle poste (in caso di maltempo, il concerto si terrà nel teatro parrocchiale).
Sabato 7 settembre, sempre alle 19.30, lo stand gastronomico tornerà ad animare il rifugio; mentre alle 20, dalla centrale piazza Garibaldi partirà la tradizionale processione con ceri votivi, simbolo di memoria per tutti i caduti Alpini e che culminerà con la loro deposizione proprio alla cappella; la serata proseguirà alle 21.45 insieme al gruppo “The Lemon” tra danze e musica. La giornata conclusiva di domenica 8 settembre inizierà alle 9.30 con una cerimonia in memoria dei caduti di tutte le guerre: un momento toccante per ricordare chi ha dato la vita per la patria. Alle 10.45 è previsto il ritrovo al rifugio, seguito dall’alzabandiera e da un momento solenne di onore ai caduti. Alle 11, la Santa Messa presso la cappella, accompagnata dalla Corale Montorfano, sarà l’occasione per riunirsi in preghiera e riflessione. Al termine, seguirà il tipico rancio a base di spiedo e polenta al rifugio (costo 25 euro). Per info e prenotazioni: 347/8121542 – 344/0100697).
Monticelli Brusati DI ANNA SALVIONI
Domenica 8 settembre si terrà la 12ª edizione della manifestazione
Domenica 8 settembre, si terrà la 12ª edizione della “Magnalonga di Franciacorta”, una giornata perfetta per tutti gli amanti della buona cucina, del vino e delle passeggiate all’aria aperta. Si comincia alle 8 a Monticelli Brusati: i partecipanti potranno intraprendere una suggestiva passeggiata enogastronomica di 13 km, alla scoperta dei sapori tipici della Franciacorta. Il percorso della Magnalonga si snoderà attraverso le frazioni di Monticelli Brusati, offrendo l’opportunità di vivere un’esperienza sensoriale completa. Lungo i 13 km, saranno dislocate sei zone di sosta,
Venerdì 6
“Erbusco in tavola”
Venerdì sera 6 settembre, torna “Erbusco in tavola”: esclusivo percorso enogastronomico che si svolgerà in alcune delle location storiche più affascinanti del paese: Villa Lechi, Borgo Pieve, Villa Secco d’Aragona, Palazzo Cavalleri e Palazzo Marchetti di Montestrutto. I partecipanti potranno godere delle eccellenze culinarie locali in un’atmosfera unica. Si tratta di un evento a scopo benefico, offrendo ai partecipanti l’opportunità di contribuire a una buona causa mentre si godono un’esperienza gastronomica unica e indimenticabile,
in una cornice davvero affascinante. La serata avrà inizio con il ritiro dei calici per la degustazione, che potrà avvenire presso Palazzo Cavalleri dalle 19.30 alle 20.30, segnando l’inizio ufficiale del percorso. I biglietti per partecipare all’evento sono disponibili al costo di 50 euro ciascuno. Per ulteriori informazioni, è possibile comunque visitare il sito erbuscointavola.it o contattare gli organizzatori tramite e-mail all’indirizzo info@erbuscointavola.it. Dettagli aggiuntivi sul sito della Pro Loco Erbusco: prolocoerbusco.it. (a.s.)
La festa al Santuario Madonna della Stella per la Natività di Maria è preceduta, a partire dal 31 agosto, da una serie di eventi spirituali e culturali
Cellatica DI PINO RAGNI
Il santuario della Madonna della Stella è in festa per la memoria liturgica della Nascita di Maria (8 settembre). Eccezionalmente, però, essendo la data occupata dalla domenica, la festa slitterà a lunedì 9 settembre. A questa meta si giungerà attraverso un percorso, composto da occasioni spirituali, culturali e ludico-aggregative. Il 31 agosto si terrà un concerto Jazz nel segno della speranza di un futuro migliore, con inizio alle 21 all’esterno del santuario (Gruppo musicale NewTella). Domenica 1° settembre verrà proposta un’elevazione spirituale per la pace in Terra Santa e in ogni luogo di conflitto, attraverso il linguaggio della musica e del canto, dalle 18.30 alle 19.30 in santuario (Gruppo mu-
sicale Psallite Deo). Giovedì 5 dalle ore 20.30 alle ore 21.30 il santuario offrirà un momento di riposo nello spirito, con la veglia “Maria, Madre della Speranza”, un ponte anche verso il Giubileo. Un’occasione speciale troverà spazio venerdì 6, dove si ritornerà sulle proposte del santuario in difesa e promozione delle donne. Saranno presenti delle giovani testimoni per un momento di riflessione su “Resilienza e riscatto: la forza delle donna nella fragilità e nella malattia!”. Emergerà la forza dell’animo femminile e la capacità di fare comunione nei momenti più difficili della vita, come per esempio il pesante cammino quando si viene coinvolti dalla Sclerosi Multipla. Sabato 7 sarà una giornata dedicata al “grazie” per i volontari con una Messa alle 18. La giornata di domenica 8 scorrerà come ogni altra domeni-
dove sarà possibile gustare una serie di piatti tipici locali, dalla colazione al dolce, il tutto accompagnato dai prestigiosi vini della Franciacorta, provenienti dalle migliori cantine del territorio. La partenza avverrà a gruppi di persone ogni 30 minuti, dalle 8 e fino alle 11.30, presso il Palazzetto dello Sport di Monticelli Brusati. Per chi desidera partire con il primo gruppo, è necessario presentarsi al ritiro dei pass a partire dalle 7.40: questa suddivisione è pensata per garantire un’esperienza più scorrevole, evitando sovraffollamenti e permettendo a tutti di godere appieno delle tap-
pe gastronomiche. Per partecipare è necessario iscriversi entro fine mese o fino ad esaurimento posti. Le iscrizioni possono essere effettuate online tramite il sito dell’evento: www. promonticelli.it. La Magnalonga di Franciacorta è molto più di una semplice passeggiata: è un’esperienza che unisce il piacere di camminare tra i meravigliosi paesaggi franciacortini al gusto inconfondibile dei prodotti tipici locali. Ogni tappa rappresenta un’occasione per conoscere meglio la tradizione culinaria del territorio, in un’atmosfera festosa e rilassante, immersi nella natura.
ca (l’orario delle Messe è alle 9, alle 10.30, alle 16 e alle 17.30), fatta eccezione per due regali: l’ultima Messa sarà animata dal coro di voci giovani della parrocchia di San Vigilio di Concesio, mentre alle 18.30 verrà proposto un concerto d’organo e soprano.
Lunedì 9. “La Stella rappresenta –spiega il rettore, don Giorgio Comini − il fulgore della luce divina di Cristo risorto. La benedetta Vergine Madre porta sempre il suo divin Figlio e media a noi le Grazie che Dio Padre dona a piene mani, con tanta benevolenza e misericordia. L’augurio per tutti è che, attraverso Maria, la Luce eterna rischiari le tenebre e diradi le nebbie della non facile esistenza terrena. Si viva nella speranza e nella pace, nella giustizia e nella solidarietà: solo il perdono di Dio potrà fermare le ingiustizie e le violenze del nostro tempo”. Il programma liturgico sarà articolato: alle 7 la Messa di lode; alle 7.50 le lodi; alle 10.30 la Messa con la presenza dei sacerdoti delle comunità locali e delle autorità dei tre Comuni fondatori; alle 15.30 il rosario per le famiglie; alle 16 la Messa di guarigione e di riconciliazione con l’unzione per anziani e ammalati; alle 17.30 l’esposizione eucaristica e l’adorazione silenziosa; alle 18.30 il vespro con benedizione sulle comunità dei paesi fondatori; alle 19 il rosario in cammino per la difesa della vita nascente con il Movimento per la Vita della Valle Trompia (si parte dal parcheggio del cimitero di San Vigilio); alle 20 la Messa per la vita nascente e per le famiglie.
Tra camminata e tratti in bicicletta, saranno quasi 300 i chilometri che verranno percorsi, dal 29 agosto al 6 settembre, nella quarta edizione di “Insuperabile 2024”, la staffetta dell’inclusione. Con a cuore la comunione e la partecipazione comune di disabilità di vario genere, unite al fattivo supporto di tanti accompagnatori (genitori, amici, associazioni, ecc.), il comune intento è portare a termine un percorso, piacevole ma non certo facile, per un’inclusione totale che vede uniti
tutti nella stessa fatica e nei comuni intenti finali. Con partenza da Ponte di Legno, l’arrivo è previsto a Brescia il pomeriggio del 6 settembre in Piazza Mercato), seguendo in lunga parte il percorso del fiume Oglio – sia nei tratti a piedi sia nei tratti in bicicletta – per un cammino che, per larga parte, si terrà quasi del tutto in terra bresciana. Gabriele Rosa, presidente di Asd Rosa Running Team e Lamu, ha sottolineato la sua emozione nel presentare questa nuova edizione di “Insuperabile”: “Torniamo
Dal 5 settembre al 4 ottobre, tra Piancogno, Darfo Boario Terme, Breno e Lovere si svolgeranno cinque talk e i “mille papaveri rossi”
Rassegna DI LINDA
BRESSANELLI
Sul finire dell’estate, torna puntuale “d’ADA”, curata dall’omonima associazione ormai radicata in Valle Camonica e diretta da Eletta Flocchini.
Sesta edizione. Si è arrivati alla sesta edizione e le proposte riferite all’Arte, al Design e all’Architettura sono anche quest’anno parecchie e allettanti, sempre proseguendo lungo quel percorso che promuove e valorizza i linguaggi visivi con interventi di ospiti di rilievo del settore.
Programma. Il programma si svolgerà nell’arco di un mese, dal 5 settembre al 4 ottobre, tra Piancogno, Darfo Boario Terme, Breno e
Lovere, con cinque talk e i “mille papaveri rossi”. Si spiega dunque il motivo per cui sul “dadino”, il libretto che racchiude tutti gli appuntamenti, spiccano dei papaveri, che quest’anno sono il simbolo della rassegna: il semplice ma splendido fiore di campo sarà protagonista di un allestimento al Castello di Breno.
Mostra. La mostra, realizzata da “d’ADA” in collaborazione con Fondazione Valle dei Segni, Comune di Breno e Fai di Valle Camonica, è dedicata al sogno di Gherardo Frassa, creativo camuno di origine, milanese d’adozione, nel decennale della sua scomparsa. Gli organizzatori, insieme a Romano Frassa, fratello dell’artista, hanno chiesto a Uberto Morandini, detto “Gnaro”, storico collaboratore di Gherardo, di realizzare ex novo mille papaveri di latta, che sabato 14 settembre si sveleranno al pubblico, con inaugurazione alle 10.30. Il programma proseguirà al pomeriggio, dalle 15, e domenica 15 sia dalle 10.30 che
Tutti gli eventi sono gratuiti e puntano a promuovere e valorizzare i linguaggi visivi con ospiti di rilievo
dall’Olimpiade di Parigi – ha spiegato Rosa – con un bagaglio di grandi successi che riempie di orgoglio il mio team e i miei collaboratori, ma confesso che la stessa soddisfazione la provo oggi nell’annunciare questa manifestazione che ci vedrà impegnati in un processo di inclusione tra alcune disabilità”. Presente alla conferenza anche l’assessore Alessandro Cantoni, che ha sottolineato la sua vicinanza al progetto a nome di tutta l’Amministrazione. (Luca Scarpat)
dalle 15 con la narrazione del percorso a cura del Fai Valle Camonica. Per amplificare l’atmosfera fiabesca dell’esposizione, verrà proposta al pubblico anche un’installazione sonora creata dal sound artist Sergio Maggioni con il supporto del liutaio Gabriele Poli e del fabbro Luigi Bettoni.
Appuntamenti. La rassegna “d’ADA” inizia però il 5 settembre, con una serata d’apertura a Borgo Glazel a Piancogno, che vedrà protagonista Mario Cristani, fondatore della Galleria Continua, in dialogo con Nicolas Ballario, critico d’arte e conduttore di Sky Arte. L’11 settembre ci si sposterà a Darfo Boario Terme, al Cimena Garden, per la serata con l’artista Grazia Varisco, figura centrale dell’arte cinetica e programmata. Sempre nella multisala darfense si proseguirà poi il 20 settembre con un altro grande evento di “d’ADA”: la proiezione, dopo le anteprime di Roma e Brescia, del docufilm “Emilio Isgrò. Autocurriculum sotto il sole” del regista camuno Davide Bassanesi. Il 26 settembre si andrà, invece, al cinema Giardino di Breno con lo scrittore e architetto Gianni Biondillo. Il ciclo terminerà il 4 ottobre all’Accademia Tadini di Lovere con una delle designer italiane più affermate del momento: Sara Ricciardi. Tutti gli eventi sono gratuiti.
La Regione Lombardia ha inviato al Ministero dell’ambiente e della sicurezza snergetica il parere positivo sulla compatibilità ambientale delle opere di costruzione della galleria in variante tra il km 86+567 e il km 88+800 della Gardesana occidentale. La delibera, presentata dall’assessore all’ambiente e clima Giorgio Maione, è stata approvata dalla Giunta regionale. “Il traffico in quella zona è un problema per residenti e turisti. La galleria by-pass – ha dichiarato Maione – è una delle soluzioni. Ora cerchiamo di velocizzare l’iter burocratico
garantendo al contempo che, durante la realizzazione, i cantieri abbiano un impatto minimo sulla viabilità, sulla straordinaria biodiversità della zona, sulla produzione agricola e sulla qualità dell’aria”. Le opere in progetto, che interessano il Comune di Gargnano e sono interamente all’interno del Parco regionale Alto Garda Bresciano, sono finalizzate alla risoluzione della forte congestione del traffico causata dalla ridotta sezione dell’attuale galleria. In particolare, per quanto concerne il transito dei mezzi pesanti, le attuali gallerie
della SS 45 bis non ne permettono il passaggio in contemporanea nei due sensi di marcia a causa della loro sezione ribassata. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova galleria in direzione Nord-Sud, parallelamente alle gallerie ‘D’Acli’, ‘Eutemia’ e ‘Dei Ciclopi’ e la riqualifica dei tratti di gallerie esistenti per la direzione opposta al fine di separare i flussi di marcia.“L’infrastruttura esistente - ha aggiunto Maione - rappresenta nella zona tra Salò e Riva del Garda l’unico asse di collegamento con la provincia di Trento”. (Vittorio Bertoni)
Parkinsonsognare si può, parola di parkinsognanti. Sembra uno scioglilingua, ma è la realtà che emerge dalla filosofia dell’associazione “ParkinsOnMove”, nata nel novembre 2023 per sostenere chi convive
ne del grande bisogno di sostegno, ma la sua vera forza sta nella promozione dell’attività fisica: è stato dimostrato, infatti, che un regolare esercizio può rallentare il decorso della malattia.
Promozione Oltre ad incoraggiare i malati a muoversi, ParkinsOnMo
Un viaggio di 1.736 chilometri dal lago di Garda alla Sicilia per promuovere il Parkinson attivo
malattia neurodegenerativa, infatti, può essere molto difficile, soprattutto perché al momento non esiste ancora una cura definitiva: affron
Prende il via sabato 31 agosto dalla località gardesana una iniziativa di sensibilizzazione lanciata dall’associazione “ParkinsOnMove”
Ambizione. Una delle ambizioni dell’associazione è quella di percorrere l’Italia in bicicletta, un viaggio che si svolgerà tra il 2024 e il 2027, con lo scopo di promuovere il “Parkinson attivo” e trasmettere l’idea che anche con il Parkinson si può vivere bene e mantenere una buona qualità di vita. Il 31 agosto partiranno da Peschiera del Garda per l’impresa alcuni bresciani, incluso il presidente del gruppo, Roberto Denti, scortati da un fisioterapista e da tre autisti su due auto e un furgone.
Speranza. Durante il percorso, saranno coinvolti medici, associazioni locali e personaggi dello spettacolo e dello sport… La speranza è quella di sensibilizzare la società, motivare allo sport e combattere quella solitudine che spesso accompagna
schiera-Marina di Cecina-PaestumScilla e Trapani), testimoniando la determinazione dei partecipanti, ma il vero cuore di questo progetto sono i ParkinSognanti, coloro che, nonostante la malattia, continuano a sognare in movimento e a godersi intensamente ogni singolo giorno di una vita piena e soddisfacente, magari proprio in sella a una bici, camminando su un sentiero montano o semplicemente passeggiando attorno a casa.
Progetti . “L’importante è non fermarsi mai, perché − sostengono dall’associazione − un sogno sognato da soli rimane solo un sogno, ma un sogno condiviso può diventare realtà”. Per maggiori dettagli sull’iniziativa che prende il via il 31 agosto da Peschiera e sulle date del tuor di presentazione del libro “A spasso
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12 MAGGIO - PISOGNE PIEVE DI SANTA MARIA IN SILVIS
16 GIUGNO - COMELLA PIEVE DI SANTA MARIA ANNUNCIATA
28 LUGLIO - IDRO PIEVE DI SANTA MARIA AD UNDAS
24 AGOSTO - TREMOSINE PIEVE DI SAN GIOVANNI BATTISTA
15 SETTEMBRE - GUSSAGO PIEVE DI SANTA MARIA VECCHIA
20 OTTOBRE - BEDIZZOLE PIEVE DI SANTA MARIA DI PONTENOVE
FONDAZIONE
PROVINCIA DI BRESCIA
EVENTI
Verona DI DANIELE ROCCHI
“La speranza è che questi giorni insieme abbiano reso forte l’idea che la felicità è un diritto ma non solo. La felicità è lavoro, ricerca, impegno, capacità di osservare, di analizzare noi stessi e ciò che ci circonda. Felicità è accogliere, è aprirci all’altro e proprio per questo è assunzione di responsabilità, di risposta ad una chiamata grande che fa appello al nostro saper obbedire inteso nel suo senso etimologico, cioè ‘ascoltare verso’”. Con queste parole Francesco Scoppola e Roberta Vincini, presidenti del Comitato nazionale Agesci, hanno salutato gli oltre 18mila capi scout dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) che si sono ritrovati a Verona per la Route nazionale che si è chiusa (22-25 agosto). Quattro giorni di riflessioni, dibattiti, incontri, festa e gioco, nel più classico stile scout, per parlare di felicità, che “rappresenta oggi una scelta politica forte, controcorrente rispetto al negativismo e ai segnali di crisi e sfiducia”, e che è ritornata anche nel titolo di questo appuntamento: “Generazioni di felicità”. Un evento importante di snodo dell’Associazione, che oggi conta più di 180mila iscritti, tra capi e ragazzi, utile anche a definire le sfide e il percorso associativo futuro, a 50 anni dalla fondazione.
Felicità percorso faticoso. “Il nostro impegno per la costruzione della felicità non dura il tempo di un evento – hanno detto dal palco Scoppola e Vincini – è la nostra missione di cristiani, e non prevede soste, non concede esitazioni. Siamo chiamati a rispondere di questa felicità, per sentirla ancora di più vibrare sotto la nostra pelle, per goderne ancora di più i frutti.
Si è parlato di “felicità e di come far crescere generazioni di felicità, persone felici,” alla Route nazionale dei capi dell’Agesci, l’Associazione Guide e Scouts cattolici italiani, che si è svolta a Verona dal 22 al 25 agosto. Numeri importanti nel 50° anno dalla fondazione dell’Associazione (1974), il terzo a livello nazionale riservato ai capi, dopo quelli che si sono tenuti nel 1979 a Bedonia (Parma) e nel 1997 ai Piani di Verteglia (Avellino). Da 50 anni, le capo e i capi si appassionano alla bellezza del servizio e accompagnano le nuove generazioni
alla realizzazione di sé come uomini e donne, attraverso il gioco, l’avventura e la strada così come propone il metodo scout. Baden Powell, il fondatore dello scoutismo, diceva che “il vero modo di essere felici è fare la felicità degli altri”. Questo, per Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti del Comitato nazionale Agesci, vuol dire “aiutare i ragazzi e le ragazze a scoprire chi sono, le loro passioni e i loro talenti e capire come li possono mettere a servizio del bene comune, quindi del proprio paese, della Chiesa e soprattutto dei territori
che abitano”. “L’idea di fondo dello scoutismo nell’Agesci è far crescere bravi cristiani e buoni cittadini, generazioni di felicità, dentro un percorso scout dove il piccolo è accompagnato dal grande”. A Verona i capi dell’Agesci hanno declinato il tema della felicità attraverso otto piste: “felici di accogliere; felici di vivere una vita giusta; felici di prendersi cura e custodire; felici di generare speranza; felici di fare esperienza di Dio; felici di essere appassionati; felici di lavorare per la pace; felici di essere profeti di un mondo nuovo”.
Più di 18mila capi scout, tra cui circa 300 bresciani, dell’AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) si sono ritrovati a Verona: quattro giorni di riflessioni, dibattiti, incontri, festa e gioco
La felicità – hanno aggiunto – è un percorso faticoso, ciascuno lo ha sperimentato nella sua vita. Ma è una fatica che noi scout conosciamo bene: quella che ti fa raggiungere una vetta e poi, una volta arrivati in alto, ti fa guardare indietro, per contemplare la strada macinata, ma anche in avanti, per ammirare l’orizzonte. E, quando condivisa, que-
sta fatica riesce a plasmare meravigliosi legami, relazioni significative e fondanti nella storia di ciascuno di noi”. “È una fatica, quella verso la felicità, che non possiamo, che non vogliamo fare da soli: questi giorni dimostrano che l’Agesci c’è, e ha voglia di scalare nuove vette, insieme”. La giornata conclusiva ha visto la messa celebrata dal presi-
Verona DI DANIELE ROCCHI
dente della Cei, card. Matteo Zuppi e la lettura, dal palco, del messaggio di Papa Francesco che ha rinnovato il suo apprezzamento a tutta l’Associazione definita “rilevante realtà educativa nella Chiesa. Vi incoraggio – ha detto il Pontefice – a fare sempre più di essa una palestra di vita cristiana, occasione di comunione fraterna, scuola di servizio al pros-
simo, specialmente ai più disagiati e bisognosi”. Questo impegno “delicato”, ha osservato Papa Francesco, “richiede una formazione di qualità per coloro che sono chiamati a svolgere questa importante missione: anzitutto la disposizione ad ascoltare e a empatizzare con gli altri, quale ambito in cui germina e dà frutti l’evangelizzazione”.
Zuppi: “Siate testimoni di pace” e di “scelte definitive e libere”
“I vostri gruppi siano luoghi in cui si costruisce e si custodisce la pace attraverso un’accoglienza vera” così si è rivolto il card. Zuppi all’Agesci
“In questo nostro tempo di guerra siate testimoni di pace! I vostri gruppi siano luoghi in cui si costruisce e si custodisce la pace attraverso un’accoglienza vera per sconfiggere l’odio e il pregiudizio, l’ignoranza e la violenza nelle parole, nelle menti e nelle mani, disponibilità a relazioni riconciliate tra voi e con tutti. Così si disarmano le menti, i cuori, le mani”. Così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia tenuta ieri a Verona nella messa a conclusione della Route
nazionale delle Comunità capi 2024 dell’Agesci. “Viviamo in un tempo di crisi della democrazia e della partecipazione democratica: siate nelle vostre comunità custodi del bene comune e testimoni di un agire politico concreto, davvero disinteressato perché con un unico interesse: la persona”, ha proseguito il cardinale che ha ricordato don Peppe Diana per invitare a continuare “ad essere testimoni e educatori di legalità e di giustizia, senza compromessi e senza impegni a spot o per i sondaggi, come
condizione essenziale per costruire il bene comune e insegnare ad amarlo e difenderlo tutti i giorni”. “In questo contesto fluido e con sempre meno punti di riferimento stabili, ma con tanti tecnici e assistenti interessati, siate testimoni umani e credibili di scelte definitive e libere, solo per amore e per servizio, senza il timore che siano ‘per sempre’, anzi con la preoccupazione che non siano ‘per un po’’ nel matrimonio, nel sacerdozio ministeriale o nella vita consacrata, nella professione, nell’impegno politico. Non mezze scelte, sempre timorose, perché è la scelta che fa crescere, non perché risolve tutto, ma troverà chi non lascerà mai solo e darà la forza per affrontare la strada”, ha concluso il card. Zuppi.
L’intervento del domenicano Candiard sul tema del Meeting di Rimini “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”
Riflessione
DI ADRIEN CANDIARD
Niente è più consensuale di un invito a preferire l’essenziale all’accessorio. Chi potrebbe dire il contrario? Anche gli originali, che intendono difendere il superficiale, il futile, non mancano di concludere che ciò che tutti gli altri considerano frivolezza insignificante è in realtà fondamentale e, alla fine, è sempre l’essenziale a prevalere. Tutti sono d’accordo nel dire che l’essenziale è essenziale, ma naturalmente è molto più difficile concordare sulla natura di questo essenziale ed è a questo punto che iniziano i problemi. (...) Non sareste né scioccati né sorpresi se io vi dicessi che l’essenziale su cui dobbiamo concentrarci è Gesù Cristo. (...) Al massimo potreste essere solo un po’ delusi di non aver imparato nulla di nuovo e, soprattutto, forse di non aver acquisito qualcosa da condividere tornando a casa. (...) Non c’è molto consenso su ciò che deve essere considerato essenziale. E questo è certamente ciò che caratterizza le società moderne: non siamo d’accordo su ciò che è essenziale. E non è del tutto nuovo. È già ciò che Max Weber descriveva un secolo fa, parlando di politeismo dei valori. Il sociologo vedeva la società tedesca del 1919 attraversata da diversi sistemi di valori tra i quali sembrava impossibile scegliere seguendo un metodo scientifico. (...) Alcuni dei suoi contemporanei vedono nella non violenza predicata nel Sermone della Montagna, con il suo invito a porgere l’altra guancia, l’orizzonte insormontabile dell’etica, mentre altri, lettori ad esempio di Nietzsche, comprendono molto diversamente la dignità di un essere virile e preferiscono rispondere colpo su colpo. Ognuno, continua Weber, deve scegliere tra queste due etiche inconciliabili, una avrà il volto del diavolo e l’altra quello di Dio. E non sarebbe molto difficile, lo sapete, moltiplicare gli esempi che dimostrano che la situazione descritta da Weber si è solo rafforzata un secolo dopo. Così, per esempio, dobbiamo, in nome di un’etica della compassione e del rifiuto della sofferenza, proporre la morte a coloro che soffrono o dobbiamo, invece, opporci con tutte le forze a un’eccezione per l’eutanasia, che presto potrebbe spingere alla morte i più deboli, i poveri, i disabili, tutti coloro che sono considerati rapidamente un peso per la società?
In questo dibattito che attraversa le nostre società si può ovviamente avere un’opinione molto precisa e molto netta. Ma non si può credere
che questa opinione, su un tema tanto fondamentale quanto la vita e la morte, sarà condivisa da tutti, neanche nel nostro immediato entourage. E così ci ritroviamo in dibattiti interminabili (...). Se non siamo d’accordo su ciò che è essenziale, allora purtroppo i nostri ragionamenti spesso non hanno nessuna presa né effetto su coloro che non condividono i loro presupposti. E ciò che Weber chiamava la guerra degli dei, lo scontro nella società tra concezioni irriducibili non solo su alcuni dettagli, ma su ciò che deve essere considerato essenziale. Noi non siamo soltanto gli eredi della diagnosi di Weber, ma anche della sua soluzione. Per evitare la violenza della guerra degli dei, lo sfaldamento delle società i cui membri non concordano più sull’essenziale, egli raccomandava di distinguere i fatti dai valori. I primi, i fatti, sono oggetti della scienza, mentre i secondi rientrano nel campo della libertà di scelta. Forse noi abbiamo un po’ radicalizzato la sua posizione, questa soluzione. Se per lui la discussione su cosa sia essenziale o meno doveva sparire dal dibattito scientifico, perché la soluzione non poteva essere scientifica, noi forse tendiamo a farla sparire dal dibattito tout court. Per preservare la pace civile, potremmo insieme, in una società, fare commercio, fare affari, andare al cinema, parlare di calcio o del tempo, ma non discutere dell’essenziale. Non iniziare a dibattere su cosa dobbiamo considerare essenziale o, più precisamente, possiamo parlarne quanto vogliamo, purché non cerchiamo di aver ragione, di considerare il nostro essenziale più vero o più essenziale di quello del vicino. In altre parole, il politeismo dei valori era, nei tempi di Weber, un dato
di fatto, tra sistemi in lotta per prevalere sugli altri ed è diventato, nelle nostre democrazie pluraliste, una questione non più di fatto, ma di diritto, perché nessun sistema di valori, per quanto ambizioso, può mai prevalere e imporsi sulla libertà di scelta di ciascuno. In questa situazione, quale sarebbe un atteggiamento cristiano? Non ci si può certo accontentare, sapendo di essere portatori di una salvezza universale rivolta a tutti, di vedere il Vangelo ridotto a una serie di proposte particolari che non si rivolgono a tutti. (...) E non è così semplice evangelizzare una società pluralista. Si finisce presto per adattarsi e accettare le regole di un funzionamento concorrenziale. Così come Pepsi e Coca-Cola si spartiscono i mercati, non senza una lotta accanita, noi dovremo guadagnare quote di mercato, o almeno non perderne troppe, di fronte ai nostri concorrenti: l’Islam, il pentecostalismo, l’ateismo, ma anche e forse soprattutto l’indifferenza e un materialismo diffuso. È una tentazione per i cristiani considerarsi in questo mondo un campo tra gli altri, ovviamente quello migliore, cercando di raccogliere quanto più anime possibile per la propria causa, guardando con ansia i numeri delle conversioni e delle defezioni. È una tentazione tuffarsi a capofitto
Non è così semplice evangelizzare una società pluralista. Si finisce presto per adattarsi
in questo grande mercato dove ciascuno propone a una folla disorientata la propria idea dell’essenziale, cercando di parlare più forte degli altri, di attirare l’attenzione in mezzo a proposte altrettanto numerose sul mercato quanto le marche di pasta proposte al supermercato sotto casa. “Vendimi Gesù”, mi disse una sera in un bar in Francia una ragazza attirata dal mio abito religioso, che in Francia è un po’ più esotico rispetto all’Italia. Probabilmente, quando mi fece questa domanda, lei era incuriosita di sapere se sarei stato in grado, in pochi minuti, di proporle una trovata più convincente di un libro di crescita personale. E dovetti risponderle che, sebbene Gesù ci lavi dal peccato, non avevo alcun detersivo da vendere. Perché l’annuncio del Vangelo fatto in questo modo non è più del Vangelo. Perché sappiamo bene che una tale concezione è intrisa dello spirito del mondo, dove si tratta sempre meno di servire la verità e più di dominare sugli altri. Si confonde facilmente, ve lo dice un domenicano, si confonde facilmente l’amore per la verità con la passione per avere ragione. Soprattutto, forse, quando si è eredi di una Chiesa che per lungo tempo ha detenuto in Occidente una sorta di monopolio sull’essenziale. Senza contare che questo passato rischia presto di mescolare al nostro zelo missionario le tristi passioni del rimpianto e della nostalgia. Non è questa, questa via concorrenziale, quella del mondo, non è la via del Vangelo. (...) Affermare di possedere l’essenziale non è la stessa cosa che cercarlo. Una Chiesa che vede la sua missione come un dovere di aiutare a vedere, insegnare a ciascuno a cercare l’essenziale ovunque esso si trovi, una Chiesa così non è
la stessa cosa di una Chiesa che semplicemente richiede l’adesione. Accettare che la fede non sia il possesso dell’essenziale, ma piuttosto l’inizio della sua ricerca, è certamente l’antidoto più efficace contro le nostre tentazioni di idolatria, ossia di appropriazione di Dio, contro le nostre tentazioni di fanatismo o contro il rischio di vivere secondo lo spirito del mondo con la sua concorrenza sfrenata. (...) Cercare l’essenziale, quando si è credenti, non significa sottoporsi senza fine a un dubbio lancinante su Dio, sulla sua esistenza, sulla sua Chiesa, sulla sua bontà, ma piuttosto credere che non siamo mai arrivati alla fine del-
Ognuno deve scegliere tra due etiche inconciliabili, una ha il volto del diavolo e l’altra quello di Dio
In ogni incontro deve nascere un’epifania, una manifestazione di Dio, per vedere il volto di Dio nell’altro la nostra ricerca, che non possediamo mai Dio, che è Infinito, e che, per l’eternità, saremo sempre in procinto di scoprirlo, sempre all’inizio del nostro cammino, avendo intravisto solo la superficie di un Dio sempre più grande e più bello di quanto credevamo. “Per l’eternità, mi direte, benissimo, avremo tutto il tempo per abituarci”. Ma oggi cosa significa concretamente vivere nella ricerca dell’essenziale? Abbiamo capito, bisogna non possedere l’essenziale, ma cercarlo, ok? Ma oltre le belle parole, cosa significa? (...) Percepire l’essenza delle cose e degli esseri significa saper guardare loro con questo sguardo di riconoscenza, di gioia, di benedizione. “È bello, è molto bello che tu esista”. E questa essenza va cercata. A volte non è affatto evidente. E per dire la verità, io diffido un po’ di chi dice che gli salta agli occhi, che è chiaro che tutto è buono. Chi vede nel mondo il bene senza sforzo, di solito non guarda il mondo, lo sogna, lo immagina, è più comodo. Tuttavia, non si tratta per noi di attraversare la vita con un sorriso costante, tutto bello, con un ottimismo a prova di bomba. Questa esigenza di cercare l’essenza, la bontà delle cose e degli esseri deve essere accolta senza ingenuità, senza superficialità, senza negare a priori l’esistenza del male o l’esistenza dei malvagi. (...) Se ogni uomo è a immagine di Dio, il peccato, dicevano i Padri della Chiesa, gli ha fatto perdere la somiglianza. E la vita cristiana non consiste solo nello sforzo di ritrovare, attraverso la virtù, i sacramenti, la vita spirituale, la nostra propria somiglianza con Dio, ma anche di cercarla appassionatamente negli altri. E finché non abbiamo visto la bontà degli esseri, significa che non abbiamo ancora finito di cercarla. Finché non abbiamo trovato in loro un riflesso della bellezza di Dio, significa che la nostra ricerca deve continuare. Questo programma di vita non ha nulla di sentimentale o sdolcinato, è infatti di un’incredibile esigenza, che è quella della mistica. Lasciare che da ogni incontro nasca un’epifania, una manifestazione di Dio. E questa è la vera contemplazione cristiana. Cercare con metodi più o meno sofisticati di perdersi nell’uno o nel tutto non ha nulla di evangelico. Cercare in ogni persona la presenza, a volte ben nascosta, di Dio: ecco invece ciò che fa Gesù dal mattino alla sera. (...) *Testo non rivisto dall’autore
Venerdì 30 agosto
Ore 18 - Monte Isola - Santa Messa nel centenario della Madonna della Ceriola.
Domenica 1 settembre
Ore 10 - Brescia - Saluto al convegno delle famiglie numerose all’auditorium Capretti.
Brescia
DI LUIGI ZAMELI
Il Santuario di Santa Maria delle Grazie è il cuore della devozione mariana della città di Brescia. Il complesso, ricco di storia e di arte, comprende il Santuario vero e proprio, il chiostro e la chiesa grande, elevata a Basilica Romana Minore. A tutti è data la possibilità dell’incontro con Dio, nella preghiera, nella riflessione, nella celebrazione eucaristica e nella riconciliazione (confessione). L’8 settembre, natività della Beata Vergine Maria, si ricorda anche la festa patronale del Santuario. È una delle più antiche feste mariane. Si pensa che la sua origine sia collegata nella festa della dedicazione di una chiesa intitolata a Maria, a Gerusalemme, nel IV secolo: si tratta della basilica di Sant’Anna, che la tradizione indica come la casa dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, dove qui nacque la Vergine. La devozione cristiana ha voluto venerare le persone e gli avvenimenti che hanno preparato la nascita di Cristo sul piano umano e sul piano della grazia: la sua Madre, la nascita di essa, la sua concezione, i suoi genitori e i suoi antenati. Credere nei preparativi dell’incarnazione significa credere nella realtà dell’incarnazione e riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo. La vera devozione a Maria conduce sempre a Gesù. “Il vero significato e il fine di questo evento - affermava sant’Andrea di Creta, vescovo - è l’incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio. La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l’Antico Testamento”. Per utilizzare le parole di Papa Francesco, “questa festa ci ricorda che Dio è fedele
Cattedrale
Il Proprio dei Santi Bresciani
Il 15 agosto, solennità dell’Assunta, titolare della Cattedrale, al termine del Pontificale, il Vescovo ha firmato i Decreti di promulgazione del nuovo Proprio dei Santi bresciani. Il 29 maggio scorso, memoria liturgica di San Paolo VI, il Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti ha approvato il nuovo Proprio dei Santi Bresciani: Messale, Lezionario, Liturgia delle Ore. La nuova edizione si è resa necessaria per l’inserimento nel Calendario diocesano di nuovi Santi e Beati dopo l’ultima edizione che risaliva al 1992. Il Proprio dei Santi bresciani: è la parte del Messale collocata dopo l’ordinario (Proprio del Tempo) della Messa e contiene i testi per le celebrazione in onore dei Santi distribuite mese per mese nei giorni fissati dalla Chiesa. A
Il 25 agosto è morto don Luigi Dotti, che era ospite presso la Rsa Fondazione Villa Zani di Bienno. Don Luigi è stato sepolto presso il cimitero di Timoline. Per lui e per i suoi familiari il nostro ricordo nella preghiera. Classe 1936 e originario di Timoline, nel corso del suo ministero ha svolto i seguenti servizi pastorali: curato di Capriano del Colle (1962-1968); curato di Bagnolo Mella (1968-1970); curato di Pralboino (1970-1973); parroco di Nadro (19732013); presbitero collaboratore di Ceto, Nadro e Ono San Pietro (2013-2022).
Alla Rete Mondiale di preghiera sono state affidate le seguenti intenzioni nel mese di settembre. Papa - Per il grido della terra. Preghiamo perché ciascuno di noi Ascolti con il cuore il grido della Terra e delle vittime dei disastri naturali e dei cambiamenti climatici, impegnandosi in prima persona a custodire il mondo che abitiamo.
Vescovi - Preghiamo per coloro che ad ogni età soffrono a causa
della malattia mentale, perché a essi siano offerte le cure necessarie dalle strutture sanitarie e l’amore dei fratelli.
Clero - Cuore di Gesù, ristora e delizia l’anima dei Tuoi ministri, perché siano strumento di Grazia a beneficio di tanti.
Vescovo Pierantonio - Preghiamo perché le nostre comunità imparino a familiarizzare con la Parola di Dio con fiducia e profitto in un clima di preghiera e di contemplazione.
Mercoledì 18 e giovedì 19 settembre al Teatro Santa Giulia del Villaggio Prealpino si terrà il Convegno del Clero sul tema “Ravviva il dono di Dio che è in te (2Tm 1, 6)”. Nella prima mattinata sono previsti gli interventi di Anna Deodato su “L’accompagnamento della vita del presbitero: un consiglio o una necessità?” e di mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, sui “Sacerdoti nel cambiamento d’epoca. Quale formazione?”.
Dal 4 settembre i rosari serali alle Grazie con la meditazione di mons. Orsatti.
Venerdì 6 la processione, domenica 8 alle 18 la Messa con il Vescovo
alle sue promesse e che, attraverso Maria Santissima, ha voluto abitare fra noi”.
Le celebrazioni. Mercoledì 4 settembre alle 20.30 viene recitato il Rosario in Basilica con le Zone Pastorali XXVIII e XXXI, Brescia Est e Sud; la meditazione è a cura di mons. Mauro Orsatti su “Il festival della vita. Maria nell’organigramma divino”. Giovedì 5 settembre alle 20.30 il Rosario è dedicato alle Zone Pastorali XXIX e XXX, Brescia Nord e Ovest, con la meditazione di mons. Mauro Orsatti su “La carità sopraffina: dal Dio invisibile al prossimo visibile. Maria ed Elisabetta”.
tutti i Parroci arriveranno via email le indicazioni per le prenotazioni del volume. Il Proprio liturgico della Chiesa di Brescia, con il Calendario e i testi di preghiera, composto secondo le norme dell’Istruzione Calendaria particularia (24.6.1970) e già confermato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il 15 luglio 1992, viene riproposto in edizione aggiornata e arricchita. Il Decreto firmato dal Vescovo stabilisce che l’entrata in vigore della presente edizione, che deve essere considerata “tipica” per la lingua italiana e ufficiale
per la celebrazione liturgica nella Diocesi di Brescia, sarà obbligatoria a partire dal 1° dicembre 2024, prima domenica di Avvento. Il Proprio della Liturgia delle Ore della Chiesa di Brescia, composto secondo le norme dell’Istruzione Calendaria particularia (24.6.1970) e già confermato dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il 19 agosto 1976, viene riproposto in edizione aggiornata e arricchita: sarà obbligatoria sempre a partire dal 1° dicembre 2024, prima domenica di Avvento.
Venerdì 6 settembre, dalle 20.15, è in programma la processione mariana cittadina presieduta dal vescovo Tremolada: si parte dalla Cattedrale e si arriva alla Basilica di Santa Maria delle Grazie. Sabato 7 settembre alle 20.30 è previsto il Rosario con un momento di adorazione in Basilica. Domenica 8 settembre, solen-
Hai dei dubbi sulla tua vita? Ci sono delle questioni aperte che non trovano risposta? Le tue relazioni sono davvero sincere? Può sembrare incredibile, ma c’è una risposta proprio per ciascuno di noi. Basta mettersi in gioco, con “I 10 Comandamenti”, un percorso a cadenza settimanale che per l’anno pastorale 20242025 sarà attivato su tre sedi all’interno della Diocesi di Brescia: all’oratorio di Iseo (viale Repubblica, 7), ogni lunedì, dalle 20 alle 21, a partire dal 9 settembre 2024 (per maggiori informazioni: dieciparoleiseo@ gmail.com); nella parrocchia della Volta (viale Duca degli Abruzzi, 72), ogni domenica, dalle 20 alle
nità della Natività di Maria, le Sante Messe in Basilica sono alle 7.30, alle 9, alle 10.30, alle 12, alle 15, alle 16 (con la preghiera di affidamento dei bambini a Maria) e alle 18 presieduta dal Vescovo.
Il complesso. Il complesso di Santa Maria delle Grazie, scrigno di spiritualità e d’arte che affonda le sue radici nel Medioevo, è legato alla figura di San Paolo VI. Proprio all’altare del Santuario, il giovane Giovanni Battista Montini celebrò la sua Prima Messa. Per questo, dal 2014, il luogo di culto mariano è riconosciuto, anche, come “Santuario montiniano”. Nei suoi otto secoli di storia è stato un punto di riferimento costante per la devozione nei confronti della Vergine e, di pari passo, si è ampliato, modificato, arricchito con continuità di dipinti, decori scultorei e plastici di alta qualità. Moretto, Bagnadore, Camillo Procaccini, Grazio Cossali, Antonio Gandino sono solo alcuni dei protagonisti della cultura figurativa bresciana e non che, fra Cinquecento e Seicento, arricchiscono, con le loro opere, gli altari e il presbiterio della Basilica. Ai maestri delle valli comasche e luganesi si deve la sorprendente decorazione in stucco modellato e dipinto che orna con centinaia di figure la volta delle navate e del presbiterio; un’opera unica nella Brescia barocca per qualità, vastità e armonia. Sono, invece, l’architetto Antonio Tagliaferri e i pittori Modesto Faustini e Cesare Bertolotti a guidare il restauro ottocentesco del Santuario, la piccola cappella che custodisce l’immagine miracolosa della Madonna delle Grazie, onorata e amata oggi come nei secoli passati, facendone un esempio significativo della cultura architettonica e pittorica del tardo Ottocento.
21, a partire dal 15 settembre 2024 (dieciparolebrescia@gmail. com); nella chiesa di Sant’Antonio (via dei Mulini, 1) a Campoverde di Salò ogni lunedì, dalle 20.30 alle 21.30, a partire dal 16 settembre 2024 (dieciparole. garda@gmail.com). C’è una Parola per ciascuno di noi.
(MARCO 7,5)
Riprendiamo la lettura del Vangelo secondo Marco dopo che per cinque domeniche la liturgia ci ha fatto meditare sul discorso tenuto nella sinagoga di Cafarnao in seguito al segno della condivisione dei pani e dei pesci. Attraverso questo segno Gesù ci ha guidato a prendere coscienza del poco che abbiamo per mostrarci che Lui può servirsene per sfamare a sazietà una moltitudine (cf Mc 6,30-44) perché Lui è il vero nutrimento (cf Gv 6,35.51). Nella pericope odierna Marco ci presenta una richiesta di spiegazione sollevata da alcuni farisei e scribi sul perché i discepoli di Gesù non rispettano “la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure” (Mc 7,5). La loro domanda è insidiosa, ma è occasione per Gesù per donarci una parola su ciò che rende veramente impuro l’uomo. Riporta l’Evangelista: “Ascoltatemi tutti e comprendete be-
ne! …Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (versetti 14.21-22).
12 comportamenti. Sono elencati dodici comportamenti che rendono impuri, guardiamoli e lasciamo che la Parola si pianti in noi trovando un terreno fertile per portarci alla salvezza (cf Gc 1,21-22). “Impurità”, traducibile con “prostituzioni”, termine al plurale; ci ricorda che sono tante le occasioni in cui, abbassandosi ad adulazioni, si può calpestare la propria dignità fino a venderla per ottenere un vantaggio o un riconoscimento. “Furti”, sempre al plurale; sono tanti i modi di rubare, non solo un oggetto, anche il rispetto altrui può essere sottratto. “Omicidi”, ogni riduzione di vita bella e buona
XXII DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO
(Marco 7,1-8.14-15.21-23)
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me (...)”.
La Bibbia racconta DI ALICE BIANCHI
[Ap 22] Sono affascinanti le persone che scelgono un libro in base alla sua ultima frase. Sbirciano in fondo, a rischio di rovinarsi il finale, solo per carpire il momento in cui l’autore/ autrice ha messo un punto. V’invito a farlo con la Bibbia, è curioso. L’ultima frase è infatti: “La grazia del Signore è con tutti”... ma non è esattamente il finale. Spiego meglio. A noi suona più familiare questa versione: “La grazia del Signore nostro sia con tutti voi”. E a un credente vien subito da rispondere “E con il tuo Spirito”, o almeno “Amen”. L’intuizione è giusta: l’ultima pagina di Apocalisse è realmente un dialogo liturgico, richiama una celebrazione cristiana. Alla fine del Nuovo Testamento c’è dunque un’assemblea di credenti, impersonificata da una donna, che parla con il Signore Gesù. A margine, l’evangelista Giovanni osserva la scena e conversa con un angelo per capire cosa sta accadendo. L’angelo raccomanda a
Travagliato
Vivere il tempo del Creato
Il 1° settembre ricorre la Giornata di Preghiera per la Cura del Creato che apre il mese a partire dal tema “Sperare e agire con il Creato”. La Caritas di Travagliato e la parrocchia, in collaborazione con le associazioni e con il Comune, hanno organizzato un programma che avrà inizio domenica 1° settembre con la presentazione durante le Messe. Giovedì 5 settembre, presso il teatro Micheletti, alle 20.30 è in programma lo spettacolo de Il Teatro Telaio “PLAN BI”, rivolto a bambini, ragazzi e famiglie: sulla terra inesplorata appaiono due personaggi che scoprono l’albero della vita. Giovedì 12 alle 20.30, presso il parco Breda, la prima serata di “Costruire la casa comune”, lettura e musica sulla “Laudato si’”. Giovedì 19, sempre alle 20.30 presso la sala Nicolini, Giovanni Mori e suor Italina Parente rifletteranno sulle comunità energetiche rinnovabili. Giovedì 26 settembre, alle 20.30, lettura e musica con la Laudato Si’ presso il parco Le Montagnette. Venerdì 4 ottobre, alle 20, presso il Centro sportivo, la veglia di preghiera interreligiosa. Domenica 6 ottobre, alle 10 la Messa e, a seguire, la biciclettata con soste per la piantumazione degli alberi. (s.l.)
è un omicidio. “Adultèri”, anche in questo caso è un termine che apre a una pluralità di comportamenti; sono tanti i tradimenti, le infedeltà! ...la ricerca egoistica del piacere che coinvolge un altro è un tradimento dell’amore. “Avidità”, le bramosie che portano a volere sempre di più, ad accumulare beni, ruoli e che ci inducono a percorrere vie lontane dalla logica della condivisione. “Malvagità”, pensare male degli altri, cercare il male in loro, sospettare.
“Inganno”, essere disposti a compiere imbrogli pur di raggiungere i propri obiettivi. “Dissolutezza”, una sfrenatezza nel vivere senza alcun limite la ricerca del proprio piacere.
“Invidia”, in greco “occhio cattivo” nel guardare l’altro che ha qualcosa che io non posso avere, arrivando a desiderare che anche l’altro ne sia privato. “Calunnia”, ostacolare o contraffare la verità perché non mi fa comodo. «Superbia», ritenersi meglio degli altri screditandoli.
“Stoltezza”, sbagliare il senso della propria vita cercando di accumulare invece che donare, diffondendo amore. Cogliamo anche noi questa opportunità per guardare al nostro cuore, riconoscere da cosa è abitato e cosa da esso esce, per vedere se stiamo camminando dietro al Signore Gesù, sulla via della Vita (cf Dt 4,1) o se stiamo alimentando scelte mortifere per noi e per chi ci è attorno. La buona notizia di oggi è che siamo chiamati ad alimentare una relazione filiale, permettendo al Signore di guarire il nostro cuore con la sua Parola e allo Spirito di suggerirci con creatività come donare la nostra vita per nutrire gli altri.
Giovanni: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro: il tempo appropriato è a portata di mano». “Tempo appropriato” in greco si dice “kairos”: indica il momento favorevole di svolta della vita, una scintilla, uno spazio di creatività. Secondo l’angelo, il “kairos” è vicino, manca poco, è a portata: basta fare un passo, non fermarsi lì. In attesa di afferrare quel “kairos”, non vanno apposti sigilli sulle parole del Signore: nessun segno di possesso o di identità o di chiusura… Dunque il libro non va finito? Forse. Dopo l’angelo, prende parola Gesù in persona, e promette «Ecco, io vengo presto. Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, l’inizio e il compimento». Due voci si levano allora a incalzare Gesù: «Vieni!». Una è la voce dello Spirito, l’altra è la voce corale di un’assemblea, che veste appunto i panni di una fidanzata. Lo Spirito e la fidanzata invitano Gesù ad avvicinarsi, e chiamano anche
Lunedì 2 settembre
Santi Zenone e figli 1Cor 2,1-5; Sal 118 (119) Lc 4,16-30
Martedì 3 settembre
San Gregorio Magno 1Cor 2,10b-16; Sal 144 (145); Lc 4,31-37
Mercoledì 4 settembre
Santa Rosalia 1Cor 3,1-9; Sal 32 (33); Lc 4,38-44
Giovedì 5 settembre
Santa Madre Teresa di Calcutta 1Cor 3,18-23; Sal 23 (24); Lc 5,1-11
Venerdì 6 settembre
Sant’Umberto 1Cor 4,1-5; Sal 36 (37); Lc 5,33-39
Sabato 7 settembre
Beato Giovanni Mazzucconi 1Cor 4,6-15; Sal 144 (145); Lc 6,1-5
Domenica 8 settembre, XXIII T.O. Natività di Maria Is 35,4-7a; Sal 145 (146; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37
tutti coloro che hanno sete: sarà l’unione intima e generativa tra lo Sposo e la sposa (ogni Eucarestia ha a che fare con quest’unione). Gesù rassicura: «Vengo presto» e tutti rispondono «Amen. Vieni Signore Gesù». In aramaico è “Maranatha”, che può significare «Il Signore è venuto e viene» ma anche «Signore, vieni!». Passato, presente e futuro stanno insieme; ogni cosa diventa invocazione. E poi l’ultima benedizione, che in realtà è la prima, rito d’introduzione eucaristico: «La grazia del Signore è con tutti». Apocalisse si “conclude” perciò evocando una celebrazione – sta per cominciare proprio ora. Chi legge la Scrittura in verità non arriva mai alla fine: quando giunge all’ultima riga è chiamato a proseguirla rispondendo, e celebrare il Signore nella sua vita e con gli altri. È come se il libro procedesse nella storia, dove lo Sposo continua a venire ogni giorno. Alla fine della Bibbia, più che un punto, c’è una virgola.
Lo scorso 9 agosto al Rifugio Caritas è stato organizzato un apericena multietnico: “vAperilMondo”. La serata si colloca nel solco dell’esperienza di Storie cucinate del 2021 ed è frutto di un lavoro a più mani nell’ambito del laboratorio di “cucina narrativa” realizzato questa primavera. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di ospiti e operatori nella preparazione di piatti ispirati alle ricette provenienti dai loro
paesi di origine. Attraverso i sapori e i profumi dei cibi cucinati i partecipanti sono stati accompagnati in un viaggio autobiografico che ha toccato l’Argentina, il Gambia, il Marocco, il Venezuela, il Paraguay, la Serbia, l’Italia. Un’esperienza molto coinvolgente sia per chi ha cucinato, che per le volontarie e i volontari presenti, che anche questa volta hanno partecipato contribuendo, tra un drink e un food, a creare un clima genuino di
Manerbio
DI LUCA SABATTI
piacevoli conversazioni. Bevande e cibi che hanno evocato vissuti, racconti, emozioni, ricordi di casa, di famiglia, di una festa insieme, che connettono a persone, a volti, a luoghi cari: dalla ricettaracconto del jerba mate di Francisco al bissap di Majay, dai peperoni di nonna Raimonda di Emanuele al burek di Dragan, dal pabellon criollo di Freiman, al sopa paraguaya di Cesar e, dulcis in fundo, il cous cous di Rifai. (Fabio Tosini)
Con alcuni animatori ci siamo preparati al Grest con una giornata presso Caritas Diocesana di Brescia. Perché? La risposta è un sogno: che anche l’esperienza del Grest ci aiuti a crescere nella carità, a diventare dono, ad amare e servire. Abbiamo provato ad approfondire le “tre vie” che Papa Francesco ha consegnato a Caritas Italiana (26 giugno 2021) per intravedere un filo rosso su cui costruire la storia del Grest che abbiamo voluto legare a don Bosco e ai suoi sogni, in questo anno in cui
ricorrono i 200 anni dal sogno dei 9 anni. Ogni settimana del Grest infatti ha avuto come sfondo una delle tre vie (della creatività, degli ultimi, del Vangelo) partendo da un sogno di San Giovanni Bosco. Provocato dal primo sogno, Giovannino da spazio alla sua creatività facendo il funambolo per poter parlare ai suoi amici di Gesù. Nel sogno in sartoria, s’intravede la sua vocazione di educatore chiamato a partire dagli ultimi: si vede vestito da prete confezionando abiti con pezze logore e stoffe rovinate.
L’incontro con Bartolomeo e Michele, alcuni dei suoi primi ragazzi, ne sono solo un esempio. Infine, il sogno missionario in cui vede i nomi di città lontane che preannunciano il diffondersi della Missione, possibile solo mantenendosi fedeli alla via del Vangelo che trova forma nella pedagogia preventiva. È la via del Vangelo che si prende cura della vita dei ragazzi nella sua interezza: spirituale (confessione e catechesi); intellettuale (istruzione); materiale (non solo dar la merenda ma un lavoro
sicuro firmando il primo contratto di apprendistato in Italia). Don Bosco ha vissuto la sua missione educativa spinto dalla Carità, da quella Carità che nasce dal rimanere ancorati in Gesù. Il suo sogno è fecondo e spinge anche noi a crescere nella Carità perché provando a percorrere la via della creatività, la via degli ultimi, la via del Vangelo possiamo riscoprire che l’opera educativa in oratorio, anche il Grest, è una delle vie concrete con cui le comunità scelgono di vivere la carità verso chi sta crescendo.
Progetto
Il progetto “Custodi del Bello Brescia” continua a promuovere la bellezza e il recupero di luoghi pubblici e privati, una missione ambiziosa che si concretizza attraverso cantieri e opere di riqualificazione in cui le comunità parrocchiali, le organizzazioni e associazioni del terzo settore, il Comune di Brescia collaborano attivamente insieme per favorire l’inserimento lavorativo delle persone coinvolte.
Attività. Nel 2024 sono stati diversi i cantieri portati a termine a Brescia. Nei mesi di febbraio e marzo, una squadra dei “Custodi del Bello” ha lavorato all’interno delle sale dell’oratorio del Villaggio Prealpino: nei due mesi, sono state ritinteggiate le grandi sale sotterranee, i vani scale, le sale del piano terra e i corridoi del primo e secondo piano. Il 14 aprile, gli spazi pitturati sono stati inaugurati alla presenza del parroco e della comunità.
Rsa. Il cantiere successivo ha interessato le due residenze sanitarie assistenziali Luzzago e Feroldi
Un’iniziativa che vede Caritas collaborare con parrocchie e tante altre realtà
Numerosi i cantieri e le opere di riqualificazione realizzati nel corso dell’anno per il recupero di luoghi pubblici e privati
della Fondazione Casa di Dio. Alla Residenza Feroldi i Custodi del Bello hanno ritinteggiato le pareti della sezione dedicata all’Alzheimer, chiamato nucleo Mughetto, e la Sala Colonne, una sala polifunzionale utilizzata per varie attività. Alla Residenza Luzzago, invece, sono state curate la sala da pranzo e altre aree, come l’ingresso.
Incontro. A chiusura dei lavori è stato organizzato un incontro con la scrittrice Cosetta Zanotti, che attraverso la storia raccontata ha stimolato gli ospiti a riscoprire “la bellezza delle parole che arrivano al cuore e dei profumi che ci fanno sentire bene”.
Caionvico. La squadra si è poi spostata a Caionvico, dove sono stati ritinteggiati i muri esterni dell’oratorio, lavoro poi presentato alla comunità in una serata organizzata in oratorio. Nel mese di giugno la squadra di Custodi del Bello Brescia si è
presa cura degli spazi esterni della Scuola dell’infanzia Sant’Antonio e Asilo Nido “Il Piccolo Principe” di Brescia, spostandosi poi alle Case San Vincenzo a Brescia, dove i Custodi hanno ritinteggiato gli interni. La squadra è stata poi coinvolta nella la riqualificazione del campetto da calcio e di quello da basket-pallavolo, nella ristrutturazione delle panchine e nella sistemazione dei manufatti in cemento e del muro perimetrale dell’oratorio di San Giovanni Bosco in città.
Coinvolgimento. Con questi interventi, Custodi del Bello Brescia non solo ha ridato nuovo colore e bellezza ai luoghi interessati agli interventi, ma ha contribuito a coinvolgere diversi attori e a promuovere l’inserimento lavorativo delle persone coinvolte. Nei prossimi mesi sono previsti nuovi cantieri del bello. Per maggiori informazioni: +39 340 990 0755 – custodidelbello@ caritasbrescia.it
Pontevico
DI ANNA TOMASONI
Nata nel giugno del 2023, l’associazione “I Pelosi della Bassa”, con base a Pontevico, opera attivamente sul territorio bresciano per la tutela e il benessere dei cani. L’associazione accoglie nel proprio rifugio e garantisce assistenza a una cinquantina di quattro zampe provenienti da varie situazioni di disagio. Grazie ai banchetti organizzati in occasione di vari eventi, alle cene di beneficenza e alle giornate di sensibilizzazione, l’associazione raccoglie i fondi necessari per sostenere il proprio impegno. A tal proposito segnaliamo un evento da non perdere, l’attesa “Festa del Rifugio” che si terrà il prossimo 15 settembre nel suggestivo Parco delle Vincellate a Pontevico. Sarà una giornata speciale, pensata per coinvolgere tutta la famiglia, con un ricco programma di spettacoli e attività per tutte le età. L’evento non offrirà solo momenti di svago e divertimento, ma sarà anche un’opportunità per sensibilizzare i più piccoli al rispetto e alla cura degli amici a quattro zampe. L’associazione intende così trasmettere valori importanti come l’empatia e la responsabilità verso gli animali, affinché anche i bambini possano crescere con una maggiore consapevolezza e rispetto per la vita animale. L’associazione non si dedica solo all’accoglienza e alla cura dei cani abbandonati ma si impegna attivamente a trovare loro una famiglia adottiva e a sensibilizzare la comunità sull’importanza dell’adozione responsabile. In poco più di un anno, “I Pelosi della Bassa” hanno affidato oltre cento pelosetti, aiutando con scrupolo gli affidatari a scegliere il quattrozampe più adatto al loro stile di vita e al loro ambiente domestico, tanto da non registrare alcun ritorno in rifugio. L’associazione offre anche un supporto post-adozione agli adottanti, che trovano nel team un aiuto continuo e qualificato nella gestione del nuovo membro della famiglia. L’associazione guarda con ambizione al futuro con l’obiettivo di consolidare e ampliare le proprie attività, anche promuovendo la collaborazione con altre realtà del territorio. Anche tu puoi fare la tua parte, puoi contribuire in tanti modi: adottando un cane, facendo una donazione, diventando volontario o semplicemente diffondendo il messaggio dell’associazione. L’associazione “I Pelosi della Bassa” è presente sui social network e gestisce un proprio sito web: www.ipelosidellabassa.it.
“Entra a far parte della nostra grande famiglia: il tuo contributo è prezioso e indispensabile!” è l’appello che Croce Bianca Brescia lancia a tutti i cittadini maggiorenni. Sono aperte le iscrizioni per il corso di formazione come soccorritore (Sse) e per autista di trasporto sanitario (Ts). La serata di presentazione dei corsi è in programma martedì 10 settembre alle ore 20 presso la sede del sodalizio in via della Maggia, 6 a San Polo - Brescia. Ma dedicarsi al volontariato in Croce Bianca non significa solo diventare Soccorritori sulle ambulanze che fanno servizio di 118, ci sono anche servizi secondari, per aiutare coloro i quali hanno bisogno di essere accompagnati in ospedale per una visita medica, un controllo e molto altro ancora. Per illustrare tutte le possibilità di servizio il 30 e 31 agosto e l’1 settembre c’è la proposta “Croce Bianca di Brescia in festa”! dalle 19 all’oratorio di S. Bartolomeo a Brescia, dove potersi divertire tra stand gastronomici, tornei di burraco e truccabimbi. Per ulteriori dettagli consultare il sito www.crocebiancabrescia.org/ wordpress/ o le pagine social di Croce Bianca Brescia.
CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO
Scadono il 31 dicembre prossimo i termini entro i quali le organizzazioni possono chiedere i finanziamenti per i progetti presentati
Protezione civile
DI ANNA TOMASONI
C’è tempo fino al prossimo 31 dicembre per richiedere contributi per il finanziamento di progetti presentati dalle organizzazioni di volontariato di protezione civile. La misura vuole favorire la crescita qualitativa del volontariato, così come previsto dall’art. 37 dlgs n. 1 del 2018 (Codice della protezione civile), che tutela e promuove la partecipazione delle organizzazioni di volontariato a tutte le attività di protezione civile ed è gestita dal Dipartimento della Protezione Civile.
Richiedenti. I contributi possono essere richiesti da: enti del Terzo settore iscritti nell’elenco centrale del volontariato di protezione civile istituito presso il Dipartimento
Ogni organizzazione di volontariato può presentare, per ogni annualità, una sola richiesta di contributo
della protezione civile e da enti del Terzo settore, compresi i gruppi comunali, iscritti negli elenchi territoriali del volontariato di protezione civile istituiti presso le Regioni. Le modalità per la presentazione dei progetti, la loro valutazione e la concessione dei relativi contributi sono stabilite da criteri con validità triennale (attualmente sono in vigore i criteri per il triennio 2023-2025).
Misure. Ogni organizzazione può presentare, per ogni annualità, una sola richiesta di contributo per un progetto finalizzato alle seguenti misure: la misura 1 è relativa al potenziamento di attrezzature e
mezzi, sia mediante l’acquisizione di nuove attrezzature e mezzi sia mediante potenziamento ed ampliamento delle capacità tecniche di mezzi già in possesso; la misura 2 è riferita al miglioramento della preparazione tecnica mediante lo svolgimento delle pratiche di addestramento e di ogni altra attività, anche a carattere formativo, diretta a conseguire una maggiore efficacia dell’attività espletata dagli enti del Terzo settore.
Formazione. Tale attività formativa può essere rivolta, oltre che ai volontari aderenti al soggetto proponente, anche ai volontari appartenenti ad altri soggetti. La misura 3 è attinente alla diffusione della cultura della protezione civile mediante la formazione e l’informazione alla popolazione in materia di previsione e prevenzione dei rischi e in materia di protezione civile, anche volti a favorire l’avvicinamento dei giovani alle attività del volontariato, sul territorio e in rapporto con le istituzioni locali; ogni altra attività finalizzata a favorire lo sviluppo della resilienza delle comunità e misure utili a ridurre i rischi del territorio e ad attenuarne le conseguenze.
Domanda. Possono inoltre essere presentati progetti sulla misura mista sperimentale (2-3). La domanda di contributo va trasmessa utilizzando il modulo speditivo allegato al Decreto del Capo Dipartimento del 31 maggio 2024. Tutti i dettagli sul sito www.volontariato.protezionecivile.gov.it/it/volontariato-diprotezione-civile/contributi/
CULTURA venturelli@lavocedelpopolo.it
Don Bruno Bignami è autore di un libro che offre importanti spunti di riflessione sul divario sempre più ampio tra la politica e la vita concreta
Presentazione
DI MICHELE BUSI
Il recente libro di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, “Dare un’anima alla politica” (San Paolo, 2024), offre interessanti spunti di riflessione. Il volume è uscito in prossimità di un appuntamento importante, la 50ª Settimana sociale dei cattolici italiani, che si è tenuta a Trieste sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”; a essa fa cenno nella prefazione il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei. Le pagine prendono le mosse dall’amara constatazione di un divario sempre più diffuso tra la politica e la vita concreta dei cittadini, evidenziato, tra l’altro, dalla sempre più scarsa partecipazione agli appuntamenti elettorali.
Struttura. Il libro è strutturato in due parti: la prima, “Quale spiritualità politica?”, è di carattere fondativo, mentre la seconda, “Quando la politica genera spiritualità”, propone figure esemplari di cristiani impegnati in politica. Il primo capitolo, “La fraternità come paradigma politico”, mette in evidenzia la que-
stione centrale: “la politica ha bisogno di convertirsi alla fraternità” (p. 17). L’autore mostra come il tema della fraternità sia caratterizzante il magistero di papa Francesco, a partire dalla “Evangelii Gaudium”, manifesto programmatico del suo pontificato, passando per la “Laudato sii” e trovando il suo coronamento nella “Fratelli tutti”.
DON BRUNO BIGNAMI
Crisi. Nel capitolo “Quali legami reali ho costruito?”, Bignami, premettendo che “la cattiva fama della politica ha una pluralità di cause, ed è dovuta anche alla crisi dei legami nella società” (p. 51), indica alcune tracce per una spiritualità politica. Il punto di partenza non può non essere quello d’opzione preferenziale per i poveri. Bignami
Sabato 7 settembre a Palazzolo sull’Oglio si tiene la terza edizione di “Artisti in Piazza”: la manifestazione organizzata dalla Compagnia Filodirame, in collaborazione con il Comune di Palazzolo sull’Oglio e, da quest’anno, in collaborazione anche con l’Associazione Asscom San Fedele di Palazzolo, con il contributo della Provincia di Brescia. Clown, acrobati, musicisti e giocolieri saranno i protagonisti di questa giornata all’insegna dell’Arte e del divertimento da vivere insieme,
cita al riguardo un’esortazione di don Mazzolari ai parlamentari DC eletti nel 1948: “siate grandi come la povertà che rappresentate”. È la prospettiva sviluppata nel capitolo quinto della “Fratelli tutti”, dedicato alla “migliore politica”.
Spiritualità. Una vera spiritualità politica si fonda sul presupposto di sentirsi partecipi (l’autore cita don Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica”). Il tema quindi non è tanto quello di un partito di riferimento per i cattolici, quanto quello di una vera formazione dei credenti al servizio degli ultimi. Al centro della buona politica non vi è tanto la difesa di istituzioni cattoliche, ma il perseguimento del bene di tutti, a partire dalle istanze di chi non ha voce e rischia di finire tra le “vite di scarto”. Bignami propone un elenco di sfide concrete per la politica: il lavoro per tutti, la disoccupazione giovanile, i migranti, il livello di istruzione, i percorsi di reinserimento sociale per persone fragili, l’abitazione, il degrado ambientale, l’accesso ai beni comuni, la solidarietà verso le categorie socialmente più emarginate, il diritto alla salute per ogni cittadino, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza”.
Principi. Per affrontarle occorre ispirarsi ai 4 principi presentati nella “Evangeli Gaudium”: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alle parti. Per agire in tale complessità, l’autore propone tre atteggiamenti concreti: esemplarità di vita, competenza, arte della parola. La seconda parte del libro, dopo aver enucleato i principi fondativi, è dedicata a “Quando la po-
per creare momenti di condivisione e di bellezza, con il solo obiettivo di continuare ad alimentare un benessere collettivo che crea comunità. Dal pomeriggio alla sera saranno presenti anche le bancarelle di secondhand e degli hobbisti. Le due piazze centrali della città, Piazza Roma e Piazza Vincenzo Rosa, saranno chiuse al traffico sabato 7 dalle 13 fino alle 24. La partecipazione all’evento gratuita. In caso di pioggia gli spettacoli saranno posticipati a domenica 8 settembre.
Il libro sarà presentato il 12 settembre alle 20.30 nel complesso di San Cristo a Brescia su iniziativa di Missione Oggi
IL VOLUME LA PREFAZIONE È DEL CARD. ZUPPI
litica genera spiritualità”. In essa vengono presentati testimoni cristiani in politica, partendo da due donne, Tina Anselmi e Maria Eletta Marini, ma entrambe impegnate per il bene comune. Vi sono poi le figure di Giuseppe Dossetti, con le sue riflessioni sul tema della pace e di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, un “mistico in politica” animato da una profonda spiritualità francescana che si è tradotta nell’amore per i poveri. Infine viene presentata la figura di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo negli anni difficili del Covid, che ha saputo coniugare spiritualità e impegno sociale, difendendo il sogno di un’Europa protagonista di pace.
“InCantiamo il Mondo”: un concerto in onore di San Paolo VI
La manifestazione di sabato 31 agosto nella chiesa di Santa Maria del Carmine per ricordare il Santo Papa bresciano
Sono passati dieci anni dalla beatificazione di Paolo VI e sei dalla sua canonizzazione, per volere e decisione di papa Francesco. Sabato 31 agosto, Brescia ricorderà il suo papa con il concerto “InCantiamo Il Mondo” in programma a partire dalle 21 nella Chiesa di Santa Maria del Carmine. Un evento, organizzato dalle Associazioni Grande Brescia e Italian Indian Press Club, nel quale si incontrano e confrontano storia e spiritualità, talento musicale e canoro. San Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Enrico Antonio
Maria Montini, è una figura storica per il bresciano, il nostro Paese e la Chiesa Cattolica mondiale. Nato a Concesio nel 1897, è stato e resta, al momento, l’unico Pontefice di origine bresciana che la storia della Chiesa ha avuto. Eletto nel 1963 dopo la morte di papa Giovanni XXIII, ha vissuto un pontificato lungo 15 anni. Ha dovuto fronteggiare tre momenti storici difficili e significativi, a livello mondiale. I duri scontri della Guerra Fredda tra Stati Uniti e URSS. Lo scoppio degli anni di piombo, periodo terroristico sanguinoso
che ha segnato la storia del nostro Paese per 15 lunghi anni, a partire dal 1969. Il rapimento, l’eccidio della scorta, la prigionia e l’assassinio di Aldo Moro, nel 1978. Per il suo fedelissimo amico, il pontefice bresciano si “piegò” alle Brigate Rosse, supplicando i terroristi di rilasciare il leader della Democrazia Cristiana, durante i suoi drammatici 55 giorni di prigionia nel covo dentro il palazzo tra via Gradoli e via Montalcini, a Roma. Nella serata del 31 agosto, dopo un momento di meditazione spirituale sulla figura del nostro pontefice curata da don Fabio Corazzina, si esibiranno in tre momenti il Coro e l’Orchestra, “Intermezzo Cantabile” di Bucarest, diretti da Erica Damoc, la Brixia Camera Chorus e l’Orchestra Santa Cecilia di Gambara, dirette da Francesco Andreoli. La prima
parte vedrà le esecuzioni dei brani “Ave stella del mattino”, “Missa Brevis”, “Requiem”, “E pace in terra” e “Panis Angelicus”. A seguire, brani della tradizione rumena alternati a famose melodie del repertorio classico. La conclusione è affidata al “Padre Nostro” e all’inno dedicato a san Paolo VI “È nel profondo del cuore”, opera del maestro Andreoli eseguita durante la canonizzazione. Tra le tre parti, l’attore Sergio Isonni leggerà brani tratti dalla “Populorum Progressio”, l’Enciclica del 1967 che ancora oggi rappresenta una pista concreta offerta a chi ha a cuore il progresso e il bene morale, sociale, spirituale ed economico di ogni persona e dell’intera famiglia umana per realizzare la giustizia e la pace. Il concerto è a ingresso gratuito. È consigliabile la prenotazione al numero 3534674029.
Domenica 1° settembre è in calendario il settimo appuntamento del “Cult-Cura Festival”: alle 20.45 a Odolo, nel cortile del Municipio, ilRoberto Battiston (nella foto), accenderà il focus sull’Intelligenza Artificiale e sulle sfide del futuro ad essa connesse.
Roberto Battistion è Professore ordinario di Fisica Sperimentale presso l’Università di Trento, racconta la scienza al grande pubblico, dalla ricerca scientifica alle nuove tecnologie, dai rischi per la salute a
quelli per l’ambiente. In Italia è fra i maggiori esperti di Intelligenza Artificiale, di cui aiuta a comprendere i grandi benefici ma anche i rischi e gli interrogativi da risolvere. Nato a Trento, città dove tuttora vive, ha alle spalle una lunga e prestigiosa carriera accademica e scientifica, cominciata subito dopo la laurea con lode in Fisica alla Normale di Pisa, nel 1979 e il dottorato presso l’École Normale Supérieure di Parigi, ricca di riconoscimenti internazionali, tra cui Commendatore della Repubblica
Italiana, la Legion d’Onore, il Premio Vladimir Syromyatnikov, il Premio Lacchini ed il Premio Space Economy. È il secondo italiano ad essere stato inserito nella Hall of Fame dell’ International Astronautical Federation. Dal 2014 al 2018 è stato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Per l’occasione, dalle 18.30 sarà possibile visitare il Museo del Ferro con il maglio in funzione. L’appuntamento del festival si terrà anche in caso di maltempo, negli spazi del Museo del Ferro.
Dal 6 all’8 settembre l’edizione 2024 del festival dedicato all’afrodiscendenza. Tre serate di musica, cinema, cultura e arte
Musica
DI MARIO GARZONI
Si terrà dal 6 all’8 settembre a Brescia, negli spazi del Centro Comboni di viale Venezia, 116, la quinta edizione Afrobrix, il primo festival italiano dedicato all’afro discendenza. Musica, cultura, arte e cinema per valorizzare tutte le realtà afrodiscendenti e afroeuropee partendo dal contesto socio-culturale in cui queste vivono.
Avvio. L’edizione 2024 prenderà il via venerdì 6 settembre con l’esibizione del rapper Big Boa. Classe ’93 nato a Palermo e cresciuto a Modena da genitori ghanesi. L’artista si muove tra molte sonorità dove mescola ritmo e melodie afrobeat, dancehall o caribbean, anche se il rap rimane la sua fonte di espressione principale. A seguire SAMIA, nome d’arte della cantante romana Samia Pozzobon di origini somale e yemenite. Sul palco di Afrobrix porterà il suo mix di pop black come nel suo ultimo singolo dal titolo “Asfalto”. Chiuderà la serata la formazione
brasiliana e congolese Trio Brazuka. Toni Julio, Donat Munzila e Kal dos Santos propongono un viaggio di ritmi e melodie delle loro terre. Un repertorio che affronta i grandi compositori tra samba, rock, bossa, reggae, afroblues e afrojazz.
Band. Quattro le band protagoniste della serata di sabato 7. Si parte con la cantante R’N’B soul Thoé da Reggio Emilia con discendenze nigeriane. Dalla danza Hip-Hop al canto lirico, Thoé si avvicina al gospel e al soul, maturando il suo linguaggio espressivo che ha portato nel suo ultimo EP “Alter Echo” pubblicato lo scorso maggio. Sul palco poi Em, rapper classe 2000 nato a Kaolack (Senegal) si trasferisce in Italia a 9 anni. La terza proposta della serata è l’amapiano del napoletano-gambiano Yusbwoi. Cultura, tradizione e nazionalità sono alla base della sua proposta artistica, in questo genere musicale genere musicale sudafricano che include deep house, gqom, jazz, soul e lounge. In chiusura Janine Tshela Nzua, vero nome dell’artista di origine congolese Epoque. Canzoni. Domenica 8 settembre i primi a salire sul palco saranno i Bantukemistry, trio composto dal percussionista Jo Choneca di origini mozambicane, dal tastierista Giovanni Battista Boccardo e dal sassofonista e chitarrista Giancarlo Canazza. La band offre un originale percorso tra musica afro, elettronica e jazz. La serata prosegue con Nasser (detto Mimmo), cantante bresciano di origine egiziana. Nelle sue canzoni che interpreta sia in
La proposta è organizzata dai Missionari Comboniani e dalla Fondazione Nigrizia
arabo, sia in Italiano, tratta le tematiche dell’immigrazione e dell’integrazione su un tappeto pop melodico contemporaneo. Ai Jedbalak il compito di concludere la manifestazione con il loro repertorio moroccan’roll. La formazione nata dall’incontro tra il cantante Abdallah Ajerrar con Gianluca Sia (mandola, sax, tastiere), Mimmo Mellace (batteria, percussioni) e Nico Canzoniero (chitarra, basso synth). Il quartetto mescola la tradizione musicale degli Gnawa del Marocco con altri stili come la musica del Sud Italia e di molte zone del Mediterraneo. L’evento è organizzato dai Missionari Comboniani – Fondazione Nigrizia in collaborazione con Associazione Centro Migranti – Diocesi di Brescia, Collettivo Uno, Associazione Gli Altree, ADL a Zavidovici, K-Pax con la collaborazione del Comune di Brescia, con il sostegno di Fondazione Cariplo, Asm, Fondazione Comunità Bresciana e Associazione Centro Migranti.
Cinema DI MARIO
Saranno presentati nell’ambito della 81ª Mostra del Cinema “1974. La strage di Brescia” e “Cine-Dramma!”
Un documentario per raccontare la storia della strage di piazza della Loggia, partendo dal miracolo economico degli anni ‘60 fino ad
arrivare alla sentenza del 2015 che ha chiuso l’iter giudiziario legato all’attacco terroristico. È “1974. La strage di Brescia” un film realizzato
da un gruppo di studenti del corso di laurea in Discipline delle arti, dei media e dello spettacolo (Dams) dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Sarà presentato venerdì 30 agosto alle 18 all’hotel Excelsior di Venezia, nell’ambito dell’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Novantaquattro minuti in cui si possono ritrovare testimonianze di valore come quella di Manlio Milani, che perse la moglie Livia Bottardi nella strage, e Alfredo Bazoli, rimasto orfano di Giulietta Banzi Bazoli. Ma anche altri interventi, come quelli di Marco Fenaroli, Mario Capponi, Diletta Colosio, Paolo Corsini, Mario Labolani e del politologo Vittorio Emanuele Parsi, che analizza gli effetti delle stragi nel contesto politico-sociale internazionale. Il tutto arricchito da una riflessione
sull’impatto sulla coscienza cittadina: ne parlano la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, al regista Silvano Agosti, alla direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini. Il lungo e non ancora concluso iter giudiziario è raccontato dall’avvocato Piergiorgio Vittorini. Diretto da Carlo Porteri, che ha anche curato la sceneggiatura assieme a Marco Danesi e Lorenzo Tonni, e con l’aiuto regia Marina Di Maggio, il documentario rappresenta un’indagine profonda e toccante sul periodo dello stragismo italiano. Per realizzarlo, gli studenti hanno avuto il supporto dei docenti del loro corso, tra cui Massimo Locatelli, Marco Meazzini e Fabio Piozzi. La produzione è stata realizzata da Another coffee stories. Il 1° settembre in occasione della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, viene invece presentato “CineDramma!”, risultato di un incontro tra Luca Rabotti e il produttore Luca Sorsoli, che hanno unito le forze per creare un’opera volta a sfidare le convenzioni. Il film è un omaggio diretto ai grandi maestri del cinema d’autore e fonde le tecniche care al neorealismo con visioni oniriche ed immaginifiche dell’ultima avanguardia, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. Verrà raccontato un moderno Romeo e Giulietta che attingerà a piene mani al noir; una storia nuova ambientata nella suggestiva cornice di Venezia tra Piazza San Marco e i suoi vicoli, le spiagge di Jesolo, le isole di Falconera e Sant’Erasmo e il Comune di Lio Piccolo, grazie al supporto dello sportello cinema del comune di Venezia.
Può la Chiesa fermare la guerra?
L’eclissi della speranza
A. Ghinassi - R. Milanese
Edizioni Messaggero Padova
euro 15,00
La primavera degli scomparsi
Anna Kańtoch Voland
euro 20,00
Nutrimenti editore euro 17,00
La Chiesa cattolica è fortemente impegnata ad affrontare i conflitti nel mondo e in particolare a riportare la pace in Ucraina. La voce di papa Francesco si è più volte alzata per urlare: “Fermatevi!” e ha parlato sempre più spesso di terza guerra mondiale in un mondo globalizzato. A sessant’anni dalla pubblicazione della Pacem in terris, la seconda grande enciclica di Giovanni XXIII, negli anni del Concilio ecumenico Vaticano II, che insiste sulla forza del dialogo, sui diritti e sui doveri della persona, sulla libertà religiosa, sulla democrazia e sul bene comune universale, sulla difesa delle minoranze, sul disarmo e sul ruolo attivo delle istituzioni internazionali. Il volume, vuole unire pensiero e azione per la pace, nel rispetto dei diritti dei popoli e della libertà delle nazioni.
Nell’eclissi la luna si frappone fra la terra e il sole oscurandone i raggi, ma questo non rappresenta la fine del sole, che tornerà a risplendere se accetteremo di attraversare l’oscurità. Accompagnare una persona che sta meditando il suicidio, o chi è sopravvissuto a questo lutto, significa mantenere sempre accesa la fiammella della speranza, anche quando tutto sembra oscurità. Camminando in punta di piedi, esploreremo il tema del suicidio: cosa spinge una persona a sceglierlo; come possiamo prevenirlo; come stare vicino a chi vive questo lacerante lutto e come affrontare le domande di senso che il suicidio porta con sé. Scoprendo infine, con il poeta Tagore, che «le onde di lacrime del dolore fanno emergere perle preziose da inaccessibile profondità».
Krystyna, poliziotta in pensione, conduce una vita monotona, dividendosi tra camminate, giardinaggio e indigestione di serie tv. A distanza di molti anni un avvenimento però continua a tormentarla: la scomparsa del fratello Romek, avvenuta in circostanze misteriose durante una gita sui Monti Tatra nel 1963. Della sfortunata comitiva di cinque amici era tornato solo Jacek che, sospettato di aver causato la morte dei compagni, aveva fatto perdere le sue tracce. Un bel giorno Krystyna lo rivede e scopre che l’uomo ha assunto una nuova identità. Decisa a farlo confessare, lo segue… Un giallo coinvolgente che parla anche di vecchiaia, solitudine e famiglie che vanno in pezzi. (Segnalato e disponibile alla Biblioteca Diocesana “Luciano Monari”)
Adelaida Gigli è nata a Recanati nel 1927 e qui è morta nel 2010. In mezzo ha vissuto tra le frontiere: è stata argentina, è stata italiana, è stata scrittrice, artista e rivoluzionaria. Figlia del pittore Lorenzo Gigli, emigrato in sud America durante il fascismo, la storia di Adelaida inizia per le strade di Buenos Aires. Col marito David Vinas e altri intellettuali fonda la rivista Contorno, destinata a diventare un punto di riferimento negli anni Cinquanta, politicamente schierata con le classi più indigenti in contrasto con l’elitaria Sur di Victoria Ocampo. Il libro – romanzo ma al tempo stesso saggio, intervista e memoir – ripercorre la vita eccezionale e drammatica di una delle figure femminili più straordinarie dell’Argentina del XX secolo. (Recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)
Dal 29 agosto all’11 settembre 2024, il Vittoriale degli Italiani ospita la seconda edizione di Hedoné, un evento che promette di incantare il pubblico con un viaggio sensoriale tra Eros, installazioni luminose e poesia. Dopo il successo della prima edizione, l’iniziativa si propone di fondere arte e tecnologia in un’esperienza unica. L’edizione 2024 di Hedoné si distingue per le sue installazioni artistiche ispirate alla concezione dell’amore secondo Gabriele d’Annunzio. L’autore ha esplorato l’amore in tutte le sue sfaccettature, rappresentandolo come una forza potente che può elevare l’anima o condurla a tormenti. I paesaggi naturali del Vittoriale diventano così il palcoscenico ideale per rievocare le storie d’amore dannunziane. I visitatori avranno l’opportunità di vivere un percorso notturno avvolto da giochi di luce e proiezioni evocative delle parole dannunziane. Le installazioni luminose saranno dislocate nei sentieri e nei giardini del parco, creando atmosfere oniriche che inviteranno a esplorare la bellezza dei sentimenti umani attraverso un viaggio tra sogno e realtà. Altre informazioni sono su www.hedonealvittoriale.it.
Dal 31 agosto all’8 settembre il festival con la partecipazione di protagonisti della nuova generazione della musica italiana
Musica DI MASSIMO VENTURELII
La grande musica torna tra le mura del Cidneo. Dal 31 agosto all’8 settembre, infatti, sarà di scena negli spazi di “We Love Castello” la terza edizione di “Epicentro”, il festival dedicato alla nuova generazione della musica italiana che negli ultimi 3 anni ha portato a Brescia i migliori talenti del panorama indie pop italiano.
Presenze. Organizzato da Cipiesse e Sinapsi, con il patrocinio del Comune di Brescia, “Epicentro” vede anche quest’anno presenze di alto livello. Il 31 agosto il festival apre con una serata c piena di carica ed energia: headliner della serata sarà Diego Naska, che torna per il terzo anno consecutivo in Castello. Proprio l’artista icona del nuovo punk rock italiano dichiarò alla fine del 2023 il suo amore per Brescia e il suo castello: amore che lo riporta ancora una volta ad essere ospite di
Epicentro. A contorno del concerto le esibizioni di alcuni dei migliori Djs e producer di Brescia e non solo, in collaborazione con College e Wave viaggi evento.
Indie. Venerdì 6 settembre “Epicentro” propone una serata dedicata alla musica emergente con un Dj set dinamico ed emozionante fatto solo di musica indie pop italiana, perfetto per fare da collante ai concerti di tre artisti che nel 2024 hanno vissuto una stagione di grande lancio ed affermazione. Saranno Angelica, Piazzabologna e Le Endrigo a scaldare i cuori e la passione del pubblico per una serata di grande musica. L’ingresso alla serata è gratuito.
Protagonista. Sabato 7 settembre sarà invece la volta del protagonista dell’estate 2024: sul palco del Castello di Brescia arriverà infatti Rose Villain, autentica protagonista dell’annata musicale che con l’album “Radio Sakura” ha scalato le classi-
La foto del modello in scala dell’Altare della Patria sarà esposta a Villa Torreggiani a Rezzato sino a domenica 1 settembre. Lo scatto, scomparso per 135 anni, è una fotografia in bianco e nero di grandi dimensioni scattata nel 1882 e racchiusa nella cornice dell’epoca, in foglia d’Oro Zecchino, di 75x60 cm. Sopra l’immagine campeggia la scritta “Progetto del Monumento a V.E. II Scelto per l’Esecuzione”, mentre sotto, l’indicazione “Architetto Giuseppe Conte Sacconi”, a caratteri cubitali anche le informazioni del Fotografo ”Colamedici Uffici Vicario 43 – Roma”. La storia della fotografia è raccontata sul cartoncino del retro. “Progetto del Monumento a S.M. V.E. II da realizzarsi in Pietra di Botticino e Mazzano presentato dall’On. Giuseppe Zanardelli, Ministro della Giustizia, al Palazzo del Governo di Brescia il 7 Luglio 1889”, (oggi Palazzo Broletto). È stata donata al Museo Nazionale di Storia Patria presso Villa Torreggiani a Rezzato, la fotografia del Modello dell’Altare della Patria, presentato ai Bresciani nel luglio del 1889 da Giuseppe
Fotografia DI MARIO GARZONI
La rassegna organizzata da Cipiesse e Sinapsi vedrà la partecipazione di Dargen D’Amico
DARGEN D’AMICO fiche e, soprattutto, ha riscosso un successo incredibile di pubblico. A seguire il Dj set di Fra Andreoli. Il concerto è sold out mentre l’ingresso all’aftershow è gratuito. Domenica 8 settembre, infine, spazio ad un “professore”: Dargen D’Amico arriverà con il suo tour estivo e tutta l’energia dei suoi successi come “Onda Alta” e “Dove si Balla”.
Valorizzazione.“Il festival Epicentro è un’iniziativa che si distingue per due linee di impatto − ha affermato, consigliere comunale in Loggia Francesco Tomasini nel corso della conferenza stampa di presentazione −: la valorizzazione del Castello coinvolgendo un pubblico particolarmente trasversale e la valorizzazione del panorama musicale emergente”.
Biglietti. I biglietti per la serata del 31 agosto sono in vendita su Ticketone e Ciaoticktes. Quelli per il 7 e dell’8 settembre sono in vendita su Ticketone e Viva Ticket.
Zanardelli, pochi giorni dopo che la Commissione del Vittoriano aveva scelto il Botticino, come marmo per la realizzazione del Monumento. Ma dove è rimasta la foto per tutti questi 135 anni? “A Virle Treponti risponde Michele Torreggiani . Dopo la presentazione è stata assegnata presumibilmente alla Ditta Lombardi come modello illustrativo, poi passata di mano in mano alle varie aziende che hanno operato per il Vittoriano e ad altre realtà a Roma, per poi essere appeso al muro di un laboratorio di marmi. Nel dopoguerra e la fine della Monarchia è stato relegato in una soffitta con molti libri, bozzetti, disegni, schizzi, tra cui quelli dello scultore Angelo Zanelli. Se il materiale nel suo complesso deve essere ancora studiato, cosi non è per la fotografia del plastico. L’esposizione della fotografia ritrovata consente anche visite guidate alla Villa, compresa la mostra su papa Giovanni XXIII, in tre orari, 19, 20 e 21. Al termine del Tour una degustazione di vini. Per informazioni telefonare al 3485821227.
Ha preso il via il 29 agosto, per concludersi il 6 settembre, l’edizione 2024 de “Il Portico”, un appuntamento promosso dal Centro Culturale Pier Giorgio Frassati che, negli anni, si è affermato come un’importante occasione di riflessione sulla condizione spirituale e sociale del nostro tempo. Il titolo di quest’anno, “C’era la cattiveria anche al tempo dei romani, ma Gesù venne e fece il cristianesimo”, trae ispirazione dal testo “Veronique” di Charles Péguy e invita a un confronto profondo su una domanda di fondo: quale ruolo può avere oggi il cristianesimo in una società apparentemente smarrita?
Sfida Péguy, attraverso il dialogo tra l’anima toccata dalla grazia e la potenza della storia, evidenziava un profondo senso di estraneità rispetto a una visione della storia come mero prodotto di forze oscure e corrotte. La storia, secondo Péguy, è stata salvata dall’avvento di Cristo, la cui incarnazione ha interrotto la deriva umana, riaprendo un sentiero verso Dio. La sfida lanciata da “Il Portico” 2024 è se sia possibile, nella nostra epoca, riaprire l’ipotesi del cristianesimo come risposta alla complessità e alla crisi morale che caratterizzano la società contemporanea. Un umanesimo im -
Il MuSa Museo di Salò ha annunciato la proroga fino all’1 dicembre della mostra “Dallo Splendore alle Incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata”, curata da Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, che presenta una selezione di oltre cinquanta opere realizzate da alcuni dei maggiori esponenti della storia dell’arte della prima metà del Novecento, provenienti da un’unica prestigiosa collezione bresciana. Il notevole successo di critica e di pubblico ha spinto gli organizzatori a
prorogare la mostra fino ad autunno inoltrato, così da renderla fruibile non solo dal pubblico per lo più turistico che caratterizza i mesi estivi sul Garda, ma anche da quello di prossimità e in particolar modo dalle scuole, per le quali il museo ha sempre avuto una particolare attenzione. Agli istituti scolastici infatti saranno proposte visite guidate e laboratori appositamente dedicati alla mostra, che affronta periodi storici in linea con la programmazione scolastica, toccando la Belle Époque, il primo e
Il concerto della band, che rappresenta una delle più importanti espressioni della Christian Music, chiude il 6 settembre il programma dell’edizione 2024
manentista, che cerca redenzione e salvezza nella tecnica e nel progresso, sembra convivere con paradossi inaccettabili: guerre, ingiustizie e violenze coesistono con un’umanità che pretende di trovare l’inclusione nelle ideologie, anziché nella comunione e la verità nelle opinioni. Il cristianesimo, vissuto nella sua autenticità, propone una via diversa, capace di elevare ogni forma di religiosità e spiritualità verso un bene armonizzato con l’umano.
Appuntamenti. Sono diversi gli appuntamenti che “Il Portico” 2024 ha messo in campo per affrontare questa sfida. Dopo la conferenza di apertura del 29 agosto dal titolo “C’era la cattiveria anche al tempo dei romani, ma Gesù venne e fece il cristianesimo” presso il Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia con la
il secondo conflitto bellico mondiale. “Il successo e la conseguente proroga della mostra Dallo Splendore alle Incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata al MuSa Museo di Salò – le parole del Sindaco Francesco Cagnini – ci permette di arricchire il programma in vista del prossimo periodo autunnale che si prevede ricco di iniziative, ampliando l’offerta culturale per residenti, ospiti e mondo della scuola”. La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 18.
partecipazione del nostro direttore e di don Andrea Dotti, il programma propone il 3 settembre alle 20.45, sempre presso il Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia, l’incontro “Non esistono ragazzi cattivi” con don Claudio Burgio, fondatore dell’associazione Kayrós.
Concerto. Chiuderà la proposta de “Il Portico” 2024 il concerto de “I Reale”, in programma venerdì 6 settembre alle 20.45 al Teatro Santa Giulia del Villaggio Prealpino a Brescia. La band dal 2009 dedica tutta la propria professionalità musicale a comunicare la propria esperienza di fede attraverso canzoni, concerti e testimonianze. Le loro canzoni sono diventate presto un piccolo “fenomeno cattolico underground”, usate e richieste da innumerevoli cammini di fede; le loro testimonianze si trasformano in concerti sempre più impegnativi, grandi e frequenti in tutta Italia. In 13 anni hanno pubblicato 4 album: “Come nessun altro” (2009), “Kairòs” (2014), “Serpenti e Colombe” (2016), “Travolgimi” (2018), 1 raccolta di successi” (Migliore 2020).,
L’iniziativa è promossa dal Centro Culturale Piergiorgio Frassati. Il 3 settembre l’incontro con don Claudio Burgio
Richiedila presso:
Emporio Centro Oratori Bresciani Via Trieste, 13/c - Brescia
Tel. 030.3722244
Libreria Paoline Via Gabriele Rosa, 57 - Brescia
Tel. 030.42281
Sede MCL:
SERVIZI CAF:
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D: A causa del fallimento dell’azienda per cui lavoravo, sono stata licenziata e prenderò la disoccupazione fino alla fine di quest’anno. Ho 64 anni appena compiuti e circa 35 anni e mezzo di contributi. Devo proprio aspettare i 67 anni per la pensione di vecchiaia o c’è qualche altra possibilità?
R: La situazione che descrive sembra aprire le porte alla possibilità dell’Ape Sociale. Si tratta di un anticipo pensionistico calcolato sui contributi versati, pagato fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia effettiva. Tra le categorie aventi diritto rientrano coloro che a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale hanno terminato di fruire integralmente della Naspi. Altri requisiti sono: aver compiuto 63 anni e 5 mesi di età e avere raggiunto almeno 30 anni di contributi. Va presentata una domanda di certificazione a partire dal giorno successivo al termine della Naspi. Le consigliamo una verifica con il Patronato. info.brescia@patronato.acli.it
venturelli@lavocedelpopolo.it
L’indice rilevato (116) tra aprile e giugno si posiziona non lontano dai livelli sperimentati nello stesso periodo del 2023 (119)
Confindustria
DI MASSIMO VENTURELLI
Settore terziario: a Brescia, nel 2° trimestre 2024, arretra la fiducia delle imprese. È questo il dato che emerge dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia riferita al periodo aprile-giugno 2024. Nel 2° trimestre dell’anno in corso, infatti, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi ha evidenziato un arretramento, attestandosi a 116, in contrazione sulla rilevazione precedente (127) e sostanzialmente posizionandosi sui livelli sperimentati nell’analogo periodo del 2023 (119).
L’indice rilevato si attesta di poco al di sotto della media registrata dal 2021 a oggi (122), a conferma di un generalizzato affievolimento dell’ottimismo tra gli operatori rispetto a quanto riscontrato nel recente passato. La dinamica bresciana del settore terziario, però,va interpretata alla luce della sostanziale stagnazione che caratterizza l’industria manifatturiera del territorio, con cui le realtà dei servizi intrattengono storici e consolidati rapporti di fornitura.
Indagine. L’indagine congiunturale di Confindustria Brescia entrando nel dettaglio dei giudizi espressi dalle aziende sui tre mesi precedenti, mostra come il fatturato è aumentato per il 30% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 18% tra coloro che hanno di -
La dinamica del settore terziario va interpretata alla luce della stagnazione del manifatturiero
chiarato variazioni in aumento e in diminuzione. Gli ordini e l’occupazione, poi, evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a
Incontro
Il “Piano regionale dei servizi abitativi 2022-24”, forte di uno stanziamento da 1,5 miliardi di euro, è stato presentato nei giorni scorsi dall’assessore alla Casa e housing sociale di Regione Lombardia Paolo Franco al Meeting di Rimini. Dialogando con Simona Frigerio, coordinatore nazionale Cdo Edilizia, l’assessore Franco ha illustrato i cinque assi principali del “Piano regionale”: sostenibilità, welfare abitativo, cura del patrimonio, rigenerazione urbana e housing sociale. La “sostenibilità” del sistema (26,3 milioni di euro) prevede contributi alle Aler e accelerazione delle assegnazioni. Con il “welfare abitativo” (210,1 milioni) si contribuisce all’affitto sia negli alloggi Sap sia nel libero mercato e progetti di welfare locale. La “cura del patrimonio” (736,7) consiste nella manutenzione straordinaria, nell’accessibilità ai disabili e nella vigilanza. In relazione alla “rigenerazione urbana” (512,1 milioni di euro) sono stati sviluppati i programmi Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare). Infine, è stato incrementato l’housing sociale con 52 milioni di euro. E ancora: efficientamento energetico degli immobili per 317 milioni di euro.
+22% e a +30%). I prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +11%); una tendenza che certifica come l’inedita salita delle quotazioni degli input energetici riscontrata fra il 2021 e il 2022 (ora fortemente ridimensionata) non abbia terminato di propagarsi in altri ambiti dell’economia reale.
Prospettive. Le prospettive per i mesi a venire appaiono, secondo lo studio di Confindustria Brescia, favorevoli: il fatturato è atteso in crescita dal 33% degli intervistati, con un saldo positivo del 23% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+28%) e all’occupazione (+29%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo di poco positivo (+6%), a indicazione che, nel prossimo futuro, la fase rialzista sarà verosimilmente destinata a indebolirsi. Con riferimento alle prospettive generali dell’economia italiana, il 74% degli intervistati prevede il sostanziale mantenimento dei livelli di attività rilevati fra gennaio e marzo; il 13% si dichiara ottimista, mentre il 13% degli imprenditori esprime un orientamento pessimistico.
Comparto. L’evoluzione complessiva dell’indice sul clima di fiducia delle imprese del settore terziario riflette il ridimensionamento rilevato sia nel comparto Consulenza e Servizi alle imprese (diminuito da 119 nel primo periodo dell’anno a 113), sia nel Digitale (attestatosi a 118, contro il valore di 136 sperimentato fra gennaio e marzo).
L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di imprese associate appartenenti al settore terziario.
Pratiche per le richieste di cittadinanza, per il rinnovo e richiesta del permesso di soggiorno, per il ricongiungimento familiare. Questo e molto altro è quanto mette a disposizione dei cittadini lo “Sportello immigrati” che la Cisl ha aperto a Lumezzane. Il servizio è affidato ad Anolf, associazione che promuove la cultura della solidarietà e dell’accoglienza.
Con la ripresa dell’attività dopo la pausa estiva, Anof sarà presente, di mattina, il primo e l’ultimo sabato del mese nella sede Cisl a Lumezzane, in via San Nicola da Tolentino 25, all’interno del Centro commerciale Arcadia.
Per contattare telefonicamente il nuovo sportello Anolf di Lumezzane è necessario chiamare lo 030 892 5327.
Il comboniano sarà a Brescia il 5 settembre per il corso di formazione promosso dalle Fondazioni Tovini e Museke
Il prossimo 5 settembre padre Giulio Albanes (nella foto),missionario comboniano, Direttore Ufficio per le comunicazioni sociali e Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese della Diocesi di Roma e giornalista interverrà alla 6ª edizione del “Corso di formazione alla cooperazione internazionale”, che si terrà dal 2 a 6 settembre a Casa San Filippo, Brescia, promossa dalla Fondazione Giuseppe Tovini Cooperazione e Volontariato Internazionale Ets di Brescia e dalla Fondazione Museke in collaborazione con le Cattedre Unesco dell’Università degli Studi di Brescia e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e la Fondazione Vittorino Chizzolini di Bergamo. L’incontro,
dal titolo “Economia, quo vadis? Il ruolo dell’economia nella cooperazione internazionale al servizio dello sviluppo umano integrale”, prenderà avvio alle 18, nella Sala della Gloria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, via Trieste 17, e sarà aperto dai saluti di benvenuto di Michele Bonetti, presidente della Fondazione Giuseppe Tovini Cooperazione e Volontariato Internazionale Ets di Brescia e di don Roberto Lombardi, presidente della Fondazione Museke. A Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione e direttore della Cattedra Unesco “Education for Human Development and Solidarity among Peoples”, Università Cattolica del Sacro
Cuore, e a Francesco Castelli, Rettore dell’Università degli Studi di Brescia e direttore della Cattedra Unesco “Training and Empowering Human Resources for Health Development in Resource-Limited Countries”, saranno affidate l’introduzione e le conclusioni. Padre Giulio Albanese offrirà una lezione aperta e indicherà alcune parole chiave per recuperare il senso autenticamente umano ed evangelico dell’economia nella cooperazione internazionale. Il missionario comboniano analizzerà l’attuale complessa situazione dell’economica mondiale e si soffermerà sulle cause della migrazione e sulle sfide politiche a essa collegate, con le pesanti conseguenze umane, culturali e ambientali.
Esperienze
DI GIULIO REZZOLA
Nel 1959 prese avvio a Travagliato la lunga storia imprenditoriale della famiglia Santi con la realizzazione della prima cisterna in acciaio inossidabile assemblata su camion per il trasporto del latte. Erano gli anni della ricostruzione post bellica, l’economia era in fermento, serviva di tutto, ma soprattutto c’era la necessità di favorire le imprese (in questo caso gli allevatori) a garantire qualità e freschezza del prodotto, consegne rapide su nuove piazze, mantenimento delle caratteristiche organolettiche fino agli stabilimenti di trasformazione.
Mercato. Quella intuizione portò man mano l’azienda alla conquista di posizioni di rilievo sul mercato ma non fu la sola, grande idea: ben presto i fratelli Santi ribaltarono il concetto in auge a quei tempi portando le cisterne da verticali a orizzontali (per garantire maggiore stabilità e sicurezza agli autocarri), sviluppando al contempo progetti per adattarle al trasporto di qualunque tipo di liquido alimentare e non alimentare prodotto dall’industria di trasformazione, da quella chimica o farmaceutica. “Questo diede all’azienda un vantaggio competitivo non indifferente – afferma Luca Biagetti (nella foto in alto), presidente e amministratore delegato della “Santi srl” – che si è progressivamente consolidato con la progettazione e produzione di cisterne in grado di essere montate anche sui rimorchi”.
Holding. Oggi i fondatori non dispongono più della società, acquisita al 100%, nel 2019, dalla holding di partecipazioni vicentina Phf Palladio, ma il marchio continua a essere sinonimo di tecnologia avanzata
La Phf-Palladio Holding è una società di partecipazioni indipendente con sede operativa a Vicenza. Fondata negli anni Ottanta del secolo scorso, ha chiuso l’esercizio 2023 con un utile netto di 39,11 milioni di euro. In portafoglio 12 partecipazioni in altrettante eccellenze imprenditoriali, la più recente delle quali è Eagleprojects, azienda di ingegneria ad alto contenuto tecnologico e leader nel digital twin attraverso software proprietari e robotica. Le altre partecipazioni riguardano la danese DPA Microphones, attiva nel campo dell’audio professionale; Biosline (cosmetici e integratori naturali); Bernardinello Engineering (progettazione e costruzione di impianti per il trattamento acque); Eleventy, griffe di abbigliamento e accessori e Nice Footware, gruppo attivo nello sviluppo, produzione e distribuzione di scarpe per il tempo libero e lo sport; Evergreenlife (prodotti per il benessere della persona); Unigasket (produzione di tubi e guarnizioni industriali), Cogeme e appunto Santi Cisterne attive nella produzione industriale B2B per diversi settori e mercati di riferimento.
STORIE DI IMPRENDITORI
venturelli@lavocedelpopolo.it
Una lunga storia iniziata a Travagliato nel 1959 e che fa dell’azienda, in continua crescita e alla ricerca di personale specializzato, uno dei leader mondiali del settore
e di innovazioni. Ultima in ordine di tempo la prima cisterna autoportante isotermica da 31mila litri, “progettata perché è un modello che viene richiesto particolarmente dai clienti di Polonia, Francia, Spagna e Gran Bretagna e che si affiancherà alla nostra gamma di cisterne con telaio”, precisa Biagetti. Il nuovo mezzo “ha molti particolari
esclusivi come il sistema di fissaggio della cisterna al telaio tramite dadi e bulloni da noi progettati e costruiti per assorbire e compensare le vibrazioni e le sollecitazioni che provengono dalla strada. Inoltre –aggiunge – molto importante per i clienti è il fatto che, in caso di sinistri e di riparazioni, come la sostituzione dei fogli del rivestimento,
L’azienda
gli interventi si possono fare molto più velocemente, riducendo i costi e il fermo macchina”.
Produzione. La produzione avviene in tre opifici distinti, tutti in territorio di Travagliato. Attualmente ha 59 dipendenti con un’età compresa tra i 20 e i 55 anni ma ne servirebbero altri: “La nostra esigenza è la
specializzazione soprattutto per la fase di assemblaggio e siamo disposti a formare persone, stipendiate e affiancate da un tutor interno. Se poi quest’ultimo ci presenta un candidato e, all’incirca dopo un anno di apprendistato, l’esito finale del percorso è positivo, il tutor avrà anche una gratifica in busta paga”, afferma Biagetti.
L’attenzione alla ricerca ha permesso di realizzare cisterne che consentono una notevole riduzione delle emissioni dei mezzi su cui sono montate
In oltre sessant’anni di attività la Santi ha prodotto più di 10mila cisterne. In media, attualmente, ne escono circa 400 all’anno e l’ultimo bilancio ha registrato un fatturato prossimo ai 23 milioni. Alla sua presenza storica in 21 Paesi del mondo (tra cui Austria, Germania, Svizzera, Benelux, Balcani, Europa dell’Est), adesso si sta affacciando in Medio Oriente, Nord Africa, Russia e altri stati dell’ex blocco sovietico con l’obiettivo di espandersi maggiormente, in particolare nel nostro Continente. La tecnologia 4.0, conseguenza degli importanti investimenti di Palladio, nel
frattempo, ha comunque già dato i suoi frutti. Il “Santi Integrated System”, per esempio, consente al trasportatore e alla committenza di monitorare e controllare da remoto, in tempo reale, la temperatura degli scomparti delle cisterne e le fasi di carico e scarico del prodotto trasportato. “Tutto questo – sottolinea il presidente e amministratore delegato – permette ai clienti di accedere alla nuova era della trasformazione digitale dell’autotrasporto. Il ricorso a nuove leghe d’alluminio e l’utilizzo di nuove tecnologie per la coibentazione e il rivestimento delle cisterne consente, inoltre, di
alleggerire ulteriormente i veicoli, migliorarne il coefficiente di scambio termico e ottimizzare i consumi grazie ad una più efficiente aerodinamica del veicolo nel suo complesso”. Una filosofia imprenditoriale improntata sull’innovazione
tecnologica che si sposa bene con quella della sostenibilità, un aspetto di rilevanza sempre maggiore nella quotidianità così come negli ambienti lavorativi. “Santi Cisterne fa della sostenibilità un valore primario – precisa Biagetti –. Grazie
all’utilizzo di pannelli fotovoltaici nei nostri stabilimenti e alla costante ricerca e sperimentazione tecnologica, siamo in grado di intraprendere le sfide che il futuro prospetta con soluzioni all’avanguardia”. Scopo dell’azienda è, come detto, realizzare cisterne sempre più leggere ma allo stesso tempo in grado di garantire massima robustezza, vita più lunga e salvaguardia del prodotto alimentare durante il trasporto. La tecnologia con la quale vengono costruite applicando questi orientamenti, ad oggi, permette un risparmio, ciascuna, fino a circa 750 kg di CO2 (per il minor quantitativo di acciaio utilizzato) e una riduzione di emissioni di anidride carbonica di circa 85mila kg su una percorrenza di 1 milione e 200mila km. In tema di consumi di carburante si calcola un risparmio di 0,24 litri ogni 100 km.
San Bernardino
Due i percorsi liceali: scientifico e scienze umane
La scuola secondaria di secondo grado di San Bernardino propone due percorsi liceali: quello scientifico e quello delle scienze umane opzione economico sociale. Al prossimo anno scolastico sono iscritti 230 studenti. Gabriele Facchetti è il preside dei due licei. “Il liceo scientifico è noto per la formazione culturale, scientifica, matematica, fisica che assicura. Il liceo economico sociale, oltre alle scienze umane, prevede come seconda materia di indirizzo
diritto ed economia politica, ed inoltre oltre all’inglese c’è una seconda lingua straniera, lo spagnolo. Cerchiamo di arricchire le competenze linguistiche dei ragazzi inserendo ore di potenziamento con insegnanti di madrelingua. Nel corso del triennio proponiamo poi attività nei laboratori pomeridiani finalizzati alla certificazione linguistica inglese e spagnola”. In più “Da diversi anni collaboriamo con la Mater Academy di Verona che propone il doppio diploma Italia-
Usa. Per chi lo richiede è possibile frequentare oltre al liceo in Italia una piattaforma didattica online e ottenere un diploma di “High School” statunitense. “Le iscrizioni ai nostri corsi sono in aumentosottolinea Facchetti - anche nel corso dell’anno diversi studenti chiedono di potersi iscrivere da noi. Cercano un ambiente più sereno dal punto di vista delle relazioni e che sia stimolate nel clima di lavoro. Qui si trovano accolti, parte di una comunità che li accompagna,
SPECIALE SCUOLA r.bini@vocemedia.it
sostiene e restituisce fiducia nelle proprie capacità”. Sono previsti ulteriori potenziamenti. “Grazie ai fondi PNRR stiamo acquistando un braccio robotico che ci consentirà di sviluppare un potenziamento informatico. Molte aziende del territorio utilizzano la robotica. Abbiamo rapporti costanti con il territorio, con imprese, associazioni, fondazioni. Svolgiamo attività di orientamento per i ragazzi. Ci piace vedere i nostri ragazzi impegnati anche in ambito sociale”. (s.a.)
L’Istituto San Bernardino opera con la Primaria, la Scuola Secondaria di Primo Grado, e i Licei Scientifico ed Economico-Sociale
Chiari DI SERGIO ARRIGOTTI
Con una presenza sul territorio di Chiari fin dal 1456, anno della sua fondazione, “San Bernardino” ha una lunga storia alle spalle. Prima convento francescano, poi collegio dei Gesuiti, in seguito monastero benedettino, è infine acquistato nel 1926 dai Salesiani. L’Istituto Salesiano San Bernardino opera con la Scuola Primaria, la Scuola Secondaria di Primo Grado, e i Licei Scientifico ed Economico-Sociale, che affiancano oratorio, curazia e Centro Auxilium. “Due sono gli aspetti nel cuore della nostra opera per questo e il prossimo anno – racconta don Eugenio Riva, direttore dell’Istituto Salesiano − il centenario della nostra presenza a Chiari e la causa di beatificazione di don Silvio Galli. I Salesiani sono a Chiari da 100 anni, per questo stiamo preparando una rievocazione storica e degli eventi che coinvolgeranno le nostre realtà”.
Una realtà articolata. “Riusciamo a portare avanti questa realtà non solo
grazie ai nove salesiani che qui operano, ma soprattutto grazie a tanti laici che agiscono nelle scuole e grazie a tanti volontari che operano nel centro Auxilium e in oratorio”. Sono tre gli ordini di scuola presenti. “Ma l’organizzazione è unitaria. Avviene
attraverso i consigli della comunità educativa pastorale. Ci ritroviamo settimanalmente per gestire questa realtà. C’è proprio un amalgama tra quello che è la scuola, l’oratorio e la curazia. Tanti dei nostri ragazzi che sono qui al grest e anche gli anima-
tori provengono dalla nostra scuola assieme anche ad alcuni ex allievi. C’è un insieme, un apporto unitario di tanti giovani”. È lo stile salesiano. “Qui c’è un clima di famiglia, un buon rapporto docenti allievi. All’inizio dell’anno con le prime medie e le prime superiori facciamo a Pejo tre giorni, perché ci teniamo che all’inizio della scuola ci sia una socializzazione e una conoscenza reciproca”.
Una scuola innovativa. “Abbiamo fatto uno sforzo molto forte per la digitalizzazione della scuola. I nostri ragazzi utilizzano l’ipad nella scuola media e superiore. Abbiamo attivo anche un progetto PNRR per le aree Stem (Matematica, Scienze, Tecnica). Stiamo acquistando un braccio robotico. E abbiamo potenziato anche l’aspetto linguistico”.
Parliamo di don Silvio Galli . La causa di beatificazione e canonizzazione di don Galli è ancora in corso. “Abbiamo chiuso tre anni fa il processo diocesano con oltre 4000 pagine di testimonianze. La causa ora è a Roma, aspettiamo il decreto di venerabilità. Don Silvio ora è Servo di Dio. Nel momento in cui sarà venerabile provvederemo al trasferimento della salma dal cimitero di Chiari alla chiesa di San Bernardino. Don Silvio Galli mentre era in vita ha fatto dei miracoli, ma non sono documentati. Don Silvio leggeva nelle coscienze. Vedeva situazioni particolari che gli altri non vedevano”.
la prenotazione è richiesta, usa il QR CODE per iscriverti
Il giorno fatidico, quello tanto atteso dalle mamme, dai papà, dai nonni e dai parenti che formano il nucleo famigliare più allargato dei bambini e delle bambine sta arrivando. Ma lo stanno aspettando anche i nostri figli? Oppure l’attesa – carica di emozioni, qualche volta di ansie incontenibili – è un fatto che riguarda prevalentemente gli adulti, di cui i piccoli percepiscono forse gli aspetti più deteriori, legati ai preparativi e al lungo rituale di acquisti, di corredo, di impegni e di un’immaginazione spesso fantasiosa?
DI VITTORIO BERTONI
Corsi triennali per operatori delle produzioni alimentari, della ristorazione e del benessere della persona con Qualifica professionale con la possibilità di proseguire con un quarto anno di tecnico con Diploma professionale che forma le figure di aiuto cuoco, operatore di sala e bar, panificatore pasticcere, acconciatore e tecnico dei trattamenti estetici. È l’offerta formativa del Centro di formazione professionale “Casa del Giovane” di Castiglione delle Stiviere, frutto dell’idea di don Mario Bottoglia che 70 anni fa volle creare un luogo in cui i giovani potessero scoprire e sviluppare i loro talenti, che rinnova la propria offerta puntando sulle tecnologie informatiche per la didattica.
Metodo. “Da diversi anni − dichiara il responsabile dei sistemi informatici, Claudio Gallina – abbiamo adottato la fornitura in comodato d’uso di tablet sui quali vengono caricati i contenuti didattici, dispense, libri e materiale prodotto dai docenti. I ragazzi possono usufruirne a casa come strumento di lavoro sia per studiare, sia per realizzare i compiti assegnati. Anche i docenti sono dotati di tablet e in tutte le aule è montata una lavagna interattiva per lezioni da re-
Parliamo del primo giorno di scuola, naturalmente: un evento che si carica di significati allusivi prevalentemente legati alle suggestioni e al modo di pensare dei grandi. Perché i diretti protagonisti – i figli-alunni – vivono di riflesso questo ‘avvenimento’ e spesso arrivano persino troppo preparati, tesi come se dovessero comportarsi seguendo strettamente un copione già scritto dai loro genitori. E invece sono proprio loro, i bambini, i depositari delle proprie emozioni. Mamme e papà, lasciate entrare
vostro figlio con fiducia in quella scuola! Non preoccupatevi subito dei risultati: arriveranno secondo i tempi e i ritmi di ciascuno, l’importante è che i bambini vivano con naturalezza il loro percorso scolastico, senza sentire il peso dell’ansia anticipatoria degli adulti. Il primo giorno di scuola è certamente un’esperienza importante nell’esistenza di ciascuna persona e sa consegnare – al di là delle coreografie del contesto e delle emozioni famigliari – un ricordo molto soggettivo e personale: è uno dei passaggi obbligati
Ogni anno il Centro supporta la crescita di oltre 600 allievi che possono contare su un team di 70 persone
moto. Tutta la parte che riguarda il controllo è centralizzata, l’utilizzo è consentito solo per la formazione scolastica impedendo l’accesso a siti non autorizzati. Il vantaggio sta nel reperimento rapido delle informazioni, ma si tratta di un sistema che vuole integrare e non sostituire gli strumenti tradizionali della didattica. Dispense e libri so-
Funzione. Si tratta di una funzione educativa oltre che didattica. “Lo scopo − afferma la coordinatrice, Maria Silvia Bulla − è anche quello di creare una coscienza per un uso proprio di questi strumenti. I ragazzi spesso non sono informati sui pericoli e sulle potenzialità degli stessi. Anche in questo modo si contribuisce a realizzare una cittadinanza digitale più consapevole, educata e formata”. Ogni anno il Centro sup-
della nostra vita ma non per questo va caricato di attese esagerate, che spesso disegnano agli occhi dei bambini una realtà peggiore e diversa da quella che poi personalmente scoprono. La regola fondamentale che ci sentiamo di suggerire a tutti è molto semplice: vivere e lasciar vivere ai bambini con naturalezza questo momento. Se i nostri figli varcano la soglia della scuola è per imparare, per arricchire e allargare le proprie conoscenze e il primo apprendimento
Da 70 anni il Centro di formazione professionale di Castiglione delle Stiviere fa crescere, con la formazione, le potenzialità dei giovani
porta la crescita di oltre 600 allievi che possono contare su un team di 70 persone dedicate e su un percorso di studi che si arricchisce dell’esperienza lavorativa reale grazie alla rete di 300 micro aziende artigianali che collaborano con la Casa. Sistema. “È il sistema duale − afferma il direttore, Bruno Chiarini − dell’alternanza scuola-lavoro, un’innovativa metodologia didattica che alterna le lezioni teorico-pratiche nei laboratori del Cfp alla formazione in azienda. Anche gli allievi delle
classi prime possono sperimentare progetti di “alternanza protetta” che riproduce situazioni lavorative reali all’interno della scuola”. L’esperienza di studio si completa durante l’anno con uscite didattiche presso aziende d’eccellenza e con la partecipazione a fiere, competizioni e progetti internazionali. Fiore all’occhiello è il progetto Erasmus Plus che consente agli allievi del quarto anno di svolgere un’esperienza di stage a Valencia. Informazioni e iscrizioni online su www.fondazionecasadelgiovane.it.
riguarda proprio l’esperienza in sé: ed è la vita comunitaria con i coetanei in un contesto nuovo, diverso dalla famiglia. La prima cosa che si impara – dopo il fatidico suono di quella campanella – è stare in mezzo agli altri: con tutte le modalità di comportamento e i codici espressivi tipici dell’età. Direi anzi che i bambini e le bambine a scuola ci vanno proprio per questo: crescere e imparare, aprirsi a poco a poco al mondo e agli altri, passo dopo passo, giorno dopo giorno, interiorizzando conoscenze ed emozioni.
Cerchiamo dunque di non caricare in maniera eccessiva il senso di questa giornata d’esordio che è e rimane per tutti principalmente un’occasione di scoperta, di incontro e di relazioni. Ogni momento della nostra vita può essere importante se lo avvertiamo come tale e questo dipende fondamentalmente da noi: lasciamo dunque che siano i bambini stessi a scoprire con spontaneità e gioia le emozioni personali che scaturiscono dal loro primo giorno di scuola. Ricordo a tutti – soprattutto ai genitori e agli
insegnanti – un vecchio detto, una regola non scritta tramandata dal buon senso e dalla tradizione: “la scuola è utile se ci si va volentieri”. La motivazione, il desiderio, la volontà sono strumenti formidabili per crescere, per scegliere, per imparare. Il primo segreto di un buon educatore consiste proprio nel saper preparare un ambiente scolastico umano, sereno e accogliente dove i bambini possano esprimere in modo spontaneo la loro creatività sempre sorprendente. (Francesco Provinciali)
Al Cfp Padre Marcolini la formazione non può prescindere dalle nuove esigenze tecnologiche, ambientali e strumentali richieste dal mercato
Vallecamonica
DI ROBERTO FRUGONI
È di pochi giorni fa il dato apparso su alcuni quotidiani locali e nazionali che riporta quanto emerge dal rapporto elaborato dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre: negli ultimi 10 anni si e visto un crollo verticale del numero di artigiani presenti nel nostro paese (in termini percentuali a livello nazionale -22%). E per artigiani sono da intendersi profili professionali che svolgono un’attività lavorativa prevalentemente manuale, come fabbri, idraulici, elettricisti, etc. La provincia di Brescia non è stata certo risparmiata da tale caduta.
Professionalità. Stando a quanto emerso da tale rapporto la prospettiva e che, senza un’inversione di tendenza, entro una decina d’anni potrà essere difficile reperire professionalità qualificate come elettricisti, idraulici, serramentisti e tanti
altri abili professionisti in grado di eseguire fare e creare. Sono temi più che mai attuali che emergono anche dal dialogo che il Cfp Padre Marcolini intrattiene costantemente con imprese, professionisti e associazioni di categoria. Da tali confronti emerge sempre più la necessita del mondo del lavoro di trovare personale qualificato che abbia svolto programmi formativi in linea con i fabbisogni del territorio. Anche per questo al Cfp Padre Marcolini la formazione non può prescindere dalle nuove esigenze tecnologiche, ambientali e strumentali richieste dal mercato. Da quanto sopra emerge come la formazione professionale e tecnica rappresentino un’opportunità concreta per giovani e imprese.
10 percorsi. Al Cfp Padre Marcolini con sedi a Capo di Ponte e Breno i 10 percorsi formativi proposti guardano a tale prospettiva: da una parte la formazione e la crescita
professionale dei giovani, dall’altra la domanda del mercato del lavoro. Anche per questo, trasversalmente ai diversi corsi, forte e l’impulso alla collaborazione e al dialogo con il territorio, le imprese, gli artigiani, le Associazioni di categoria e i professionisti per lo sviluppo di progettualita che favoriscano esperienze qualificanti e innovative per gli studenti e il loro futuro professionale. Queste le proposte del CFP Padre
Marcolini: il polo edile e della cantieristica che raggruppa i percorsi formativi nei settori della Falegnameria, dell’Edilizia, della Termoidraulica e dell’Elettrico. In un altro comparto di forte rilevanza ed eccellenza per l’industria italiana si colloca il percorso formativo professionale della Meccanica. Per quanto attiene il comparto agro –zootecnico, tre sono i percorsi proposti: Coltivazione Agricola, Alleva-
Al Cfp Padre Marcolini con sedi a Capo di Ponte e Breno 10 percorsi formativi in dialogo stretto con il territorio
mento e trasformazione LattieroCasearia. A completare un’offerta che tocca i diversi ambiti del Made in Italy, i percorsi nei settori Turismo/Tempo Libero e Sartoria Moda. Per visitare la scuola e i laboratori, info@cfpmarcolini.it; 366.3139389.
Quest’anno scolastico vede disponibili 64.156 posti per i docenti, ma saranno possibili solo 45.924 assunzioni
Saranno scoperti 19.232 posti che andranno a supplenza, in attesa di un nuovo concorso previsto in ottobre
Brescia DI LUISA TRECCANI*
Con l’avvicinarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico, emergono ancora una volta le consuete criticità nella gestione delle nomine del personale. Quest’anno, la situazione appare ancora più complicata a causa dei ritardi maggiori rispetto agli anni passati. Si ribadisce, quindi, la necessità urgente di anticipare sensibilmente le operazioni di nomina, con l’obiettivo di completare le assunzioni in ruolo entro luglio. La concatenazione delle operazioni propedeutiche all’avvio del nuovo anno scolastico necessitano di un’anticipazione dei tempi delle diverse procedure: domande di mobilità, definizione dell’organico di diritto, prima, e di fatto, poi, assunzioni in ruolo, mobilità annuale ed incarichi annuali. Per preparare l’anno scolastico 2025/26 sarebbe necessario partire a novembre 2024. Quest’anno scolastico, in termini numerici, vede disponibili 64.156 posti per i docenti, ma saranno possibili solo 45.924 assunzioni, lasciando scoperti 19.232 posti che andranno a supplenza, in attesa di un nuovo concorso previsto per
ottobre. Questo problema deriva da una combinazione di fattori, tra cui le recenti regole di reclutamento introdotte con la riforma del 2022, parte del Pnrr. Sebbene ci siano docenti che hanno superato i concorsi del 2020 e del 2024, questi non possono essere assunti, lasciando i 19mila posti vacanti per il prossimo
BRESCIA
concorso. Questa situazione evidenzia l’inefficacia delle attuali modalità di reclutamento, per le quali è stata richiesta una revisione urgente durante un incontro con il ministro Valditara. La Cisl Scuola propone l’adozione strutturale di un secondo canale di reclutamento, quello delle Gps (Graduatorie provinciali per le supplenze), già utilizzato con successo per i posti di sostegno negli ultimi quattro anni. Solo attraverso questi cambiamenti sarà possibile affrontare in modo efficace le sfide ricorrenti e migliorare la gestione del personale scolastico. Per il sostegno rimane l’annosa questione di un elevato numero di posti in
DESENZANO
organico di fatto, cioè al 30 giugno, sui quali non si può procedere con assunzioni a tempo indeterminato, lasciando nella precarietà chi lavora ma anche quegli studenti che necessiterebbero di continuità. Una situazione analoga si configura per il personale Ata. Le prossime nomine in ruolo copriranno solo un terzo delle posizioni vacanti, a causa delle restrizioni legali che limitano le assunzioni al solo turn over. Da tempo chiediamo come Cisl Scuola che questa limitazione venga eliminata attraverso un intervento legislativo appropriato. Attualmente, su un totale di 30.581 posti vacanti, solo 10.336 saranno coperti, mentre i rimanenti andranno a supplenza. La situazione si aggrava con la ces-
Via Altipiano d’Asiago, 3
Tel. 030. 3844670
Dal lunedì al venerdì
BRESCIA
Via della Volta, 18
Tel. 030. 3844880
Tutti i mercoledì pomeriggio
BRENO
Piazza degli Alpini (pal. Uffizi), 1/A
Tel. 0364. 320917
Tutti i martedì pomeriggio
CHIARI
Via Consorzio Agrario, 11
Tel. 030. 713108
Tutti i lunedì pomeriggio
DARFO
Via Lorenzetti, 15
Tel. 0364. 531506
Dal lunedì al venerdì
Via Padre Bevilacqua, 8 Tel. 030. 9914615
Tutti i martedì pomeriggio
EDOLO
Viale Derna, 50 Tel. 0364. 73015
Tutti i giovedì pomeriggio
GARDONE VAL TROMPIA
Via Matteotti, 251 - Tel. 030. 8911943
Primo e terzo martedì del mesepomeriggio
ISEO
Via Pusterla, 14
Tel. 030. 9821537
Tutti i venerdì pomeriggio
MANERBIO
Piazza Battisti, 11
Tel. 030. 9381489
Tutti i mercoledì pomeriggio L’accesso
sazione dei posti autorizzati in via straordinaria per il supporto ai progetti Pnrr: le scuole si troveranno a settembre con un carico di lavoro maggiore per proseguire nell’attuazione del Pnrr e le segreterie si trovano sotto organico. L’unica situazione che pare volgere in senso positivo riguarda l’assunzione di 1.192 ex assistenti amministrativi nel nuovo ruolo di funzionari, che avranno ora un incarico stabile come Direttori dei servizi. Questo rappresenta un passo importante verso la riduzione della precarietà nelle posizioni apicali delle segreterie scolastiche, un risultato raggiunto grazie al contratto collettivo nazionale 2019/21, che ha permesso di risolvere una situazione rimasta irrisolta per anni.
Dirigenti scolastici. Tragica è, invece, la situazione dei dirigenti scolastici. La questione è nuovamente
L’unica cosa chiara è che ci troveremo di fronte alla triste realtà di molte scuole senza un dirigente titolare nelle mani della giustizia amministrativa, con tutte le incertezze legate sia all’esito del contenzioso sia ai tempi necessari per la sua risoluzione. L’unica cosa chiara, al momento, è che ci troveremo di fronte alla triste realtà di moltissime scuole senza un dirigente titolare, da gestire quindi con incarichi di reggenza. Questo scenario è tutt’altro che rassicurante, soprattutto considerando che il recente dimensionamento degli istituti mirava proprio a garantire un dirigente titolare in ogni scuola, un obiettivo che rischia di non essere raggiunto in modo evidente.
* Segretario Generale Cisl Scuola Brescia e Segretario Organizzativo Cisl Scuola Lombardia
MONTICHIARI
Via Paolo VI, 44
Tel. 030. 9981109
Tutti i venerdì pomeriggio
ORZINUOVI
Via Zanardelli, 47
Tel. 030. 9941767
Tutti i giovedì pomeriggio
SALÒ
Via Trieste, 13
Tel. 0365. 520252
2°-3°-4° giovedì del mese pomeriggio
VOBARNO
Piazza della Pace, 27
Tel. 0365. 599877
1° giovedì del mese pomeriggio
Siamo alla vigilia dell’apertura di un nuovo anno scolastico e come ogni volta uno dei problemi più importanti da affrontare sarà quello della copertura delle cattedre. Nelle scorse settimane c’è chi ha sottolineato il tema dell’emergenza, parlando di una scuola “in ostaggio del precariato”, con conseguenti gravi danni “per studenti, docenti e futuro del Paese”. In effetti il problema esiste da anni ed è di difficile soluzione. Ogni volta che comincia l’anno scolastico si assiste a un carosello imbarazzante di insegnanti su cattedre che non sono
per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”. Tra le principali novità, elencate da una nota del Ministero, compaiono l’educazione “all’uso etico del digitale”, insieme all’educazione “all’uso responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l’uso corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali”. E gli smartphone? Divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria. di primo grado. (a.c.) Copertura
Intervista DI VITTORIO
BERTONI
Tradizione e innovazione rappresentano per Scuola Bottega le due facce della stessa medaglia. Con ben 11 corsi di formazione attivi nelle 3 sedi dislocate a Brescia e le due a Calvisano, l’istituto continua a espandere la propria offerta formativa e a preparare i giovani per il mondo del lavoro. “Siamo pronti ad iniziare il nuovo anno scolastico – spiega la direttrice, Anna Maria Gandolfi – continuando a offrire una formazione di qualità non solo nell’apprendimento di un lavoro, ma anche per la maturazione e lo sviluppo dell’individuo. Un anno che sarà caratterizzato da una molteplicità di progetti innovativi e socialmente rilevanti volti a formare e ispirare i nostri studenti, preparandoli a diventare cittadini consapevoli e professionisti competenti”. Tre anni fa è stato avviato a Brescia il Corso di operatore informatico. “È stato un grande successo. Quest’anno abbiamo un numero di iscritti che consente di aprire due classi prime. C’è, poi, la grande novità dell’avvio di questo corso sulla sede di Viadana”. A Mez-
Tre anni fa è stato avviato a Brescia il Corso di operatore informatico. Avviato il corso anche nella sede di Viadana
ancora assegnate, nomine che arrivano in ritardo, trasferimenti all’ultimo minuto. Il carosello delle cattedre finisce, così, per privare ragazze e ragazzi di punti di riferimento stabili, cosa che ha sicuramente ripercussioni negative sulla loro formazione e sulla loro capacità di apprendimento. Il danno è poi anche per gli stessi docenti, spesso costretti a cambiare ambiente, a muoversi da una scuola all’altra in attesa di una cattedra definitiva. Anche per loro, insomma, esiste il peso dell’incertezza e della precarietà. C’è da augurarsi che la stagione
concorsuale già avviata possa contribuire a mitigare i disagi il prima possibile. Intanto durante l’estate il Ministero ha segnato un punto importante sul piano dei contenuti didattici, con la definizione delle nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica; sostituiranno quelle vecchie con l’aggiunta di ulteriori contenuti e la ridefinizione di traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale. Il ministro Valditara ha presentato le nuove Linee come “uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiama-
zane ci sono ancora alcuni posti per i corsi di meccanica d’auto e di panificazione/pasticceria. “Quest’ultimo è coordinato da una docente di eccezione: la cake design Giada Farina”. I corsi hanno la durata di 3 anni al termine dei quali si ottiene la qualifica di operatore. Per chi lo desidera, è possibile continuare il percorso formativo frequentando un quarto anno per conseguire la qualifica di tecnico. “La grande novità − continua −è rappresentata dall’adesione al progetto ‘4+2’ della nuova filiera tecnologicoprofessionale promossa dal Ministe-
ro dell’Istruzione e fortemente voluta dall’Assessore regionale Simona Tironi. Seguendo questa sperimentazione il quarto anno varrà come un diploma di maturità. Dopo il diploma, è possibile proseguire il percorso per altri 2 anni presso un Its Academy, per una specializzazione tecnica avanzata. In alternativa, gli studenti possono scegliere tra l’università o un ingresso diretto nel mondo del lavoro”. Oltre alla formazione scolastica, Scuola Bottega è impegnata a fornire una serie di servizi al lavoro per aziende e per disoccupati e realiz-
ti ad affrontare, nel quotidiano lavoro in classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti”. Il documento programmatico si ispira ai valori del dettato costituzionale e – ha insistito il Ministro – promuove “l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere a una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica
Con 11 corsi di formazione attivi nelle 3 sedi dislocate a Brescia e le due a Calvisano, la Scuola Bottega persegue la mission del fondatore Nava
za corsi formativi per adulti e disabili”. Una scuola che cresce aprendosi al territorio. “L’istituto − afferma la Direttrice − aderisce a progetti su temi sociali, di educazione e di sicurezza. I nostri ragazzi dei corsi grafico-multimediale, idraulica e meccanica hanno partecipato a concorsi nazionali ottenendo riconoscimenti importanti”.
La sinergia. La sinergia con le imprese e le istituzioni, in particolare con il Comune, la Provincia di Brescia e la Regione Lombardia, consente di ave-
re lo sguardo sempre rivolto all’attualità per cogliere le opportunità che consentono ai ragazzi di costruire il proprio futuro. “Siamo una scuola inclusiva – conclude – che guarda al futuro e che coltiva talenti. I nostri corsi sono la testimonianza di come Scuola Bottega sia attenta ai segnali che provengono dal mercato del lavoro e di come sia in grado di formare qualitativamente gli studenti per rispondere alle necessità. La prova viene dal fatto che il 90% degli allievi qualificati e diplomati trova subito collocazione nel mondo del lavoro”.
Paralimpiadi
Cinque bresciani a Parigi e non solo
Sono ben 35 le atlete e gli atleti lombardi presenti alle Paralimpiadi di Parigi (la competizione a cinque cerchi è iniziata lo scorso 28 agosto e si concluderà l’8 settembre).
Cresciuta la pattuglia italiana rispetto a Tokyo (salendo da 113 a 141 partecipanti e facendo segnare un nuovo record azzurro), è aumentata anche la rappresentanza lombarda: superati i 24 atleti di Tokyo, la Lombardia è il territorio più rappresentato con 35 nomi, impegnati in otto discipline (una in
più rispetto a Tokyo), con la novità del judo grazie al bresciano Simone Cannizzaro. Oltre a lui, la pattuglia bresciana è formata da Federico Bicelli (nuoto – Polisportiva Bresciana No Frontiere), Pamela Novaglio (tiro a segno – TNS Gardone Val Trompia), Veronica Yoko Plebani (triathlon – 707 Team, nella foto) e Giuseppe Romele (triathlon – Polisportiva Disabili Valcamonica). In realtà, sono due gli atleti della Polisportiva Disabili Valcamonica che parteciperanno alle Paralimpiadi di Parigi: la prima atleta
a qualificarsi per Parigi 2024 è stata la pavese Daila Dameno, nel tiro con l’arco. Ha ottenuto la qualificazione nell’handbike anche Mirko Testa, bergamasco già campione del mondo cresciuto nella società bresciana Active Sport e oggi tesserato con le Fiamme Oro. In Francia ci sarà anche una vecchia conoscenza della Polisportiva Bresciana No Frontiere, il nuotatore cremonese Efrem Morelli, che milita nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro/Baldesio Nuoto: per lui è la quinta volta ai Giochi.
SPORT garatti@lavocedelpopolo.it
La calorosa accoglienza a Ponte di Legno ha scaldato gli animi di una squadra già carica per l’avvio della stagione. Poeta: “Ci divertiremo”
Basket
DI ELISA GARATTI
La parola chiave della Germani formato 2024/2025, in queste prime giornate di preparazione, è entusiasmo. Una parola che non è solo apparenza o desiderio da realizzare al più presto: i sorrisi di squadra e staff a Ponte di Legno (dopo la prima settimana nelle mura del PalaLeonessa, la Pallacanestro Brescia è volata in ritiro in alta Valle Camonica) tra i cori dei tantissimi tifosi presenti in piazza XXVII Settembre testimoniano la grande voglia di fare bene di tutti. D’altronde, nemmeno capitan Amedeo Della Valle si è nascosto: “È davvero bello essere qui. L’obiettivo è creare il gruppo con competitività: vogliamo divertirci sul campo, ma nessuno si è mai divertito perdendo”.
Squadra. Sul palco di Ponte di Legno, la squadra, quasi completamente rinnovata, si è mostrata al
pubblico per la prima volta. A unirsi agli idoli indiscussi Della Valle e Burnell (diventato, dopo la scorsa stagione, il paladino del popolo bresciano), sono tanti i volti nuovi, tra cui la guardia statunitense Chris Dowe giunto da Tortona, l’ala statunitense Demetre Rivers, l’ala italiana ma con cittadinanza ivoriana Joseph Mobio da Trapani, l’ala italiana Giancarlo Ferrero da Trieste e la super ala senegalese Maurice Ndour.
Coach Giuseppe Poeta. Gli occhi dei presenti erano, in particolar modo, puntati sulla new entry in panchina, l’head coach Giuseppe Poeta, che in Valle Camonica ha incontrato per la prima volta il suo nuovo pubblico. “Da avversario ho sempre ammirato la passione del tifo bresciano – ha commentato –. Ora sarà bello averlo dalla mia parte”. E sulla stagione: “Non prometto niente, se non entusiasmo ed impegno, valori che hanno sempre contraddistinto la mia carriera”. Al
suo fianco, ci saranno ancora il vice Matteo Cotelli e l’assistant coach Gianpaolo Alberti. Il preparatore fisico è la new entry Carlo Voltolini, coadiuvato dall’assistente Andrea Saresera. David Moss ricopre il ruolo di Player Development Coach.
Impegni. Per creare il giusto amalgama, il gruppo sarà impegnato in sette amichevoli. La prima si sta giocando mentre il giornale è in
stampa, con l’Urania Milano di A2 nel PalaIseo di Pisogne. Il 1º settembre, ci sarà invece l’incontro fuori casa con Rieti, poi ancora gli appuntamenti a porte chiuse con Gerusalemme (5 settembre) e Armani (6 settembre), per proseguire riaccogliendo il pubblico con Bologna (11 settembre al PalaLeonessa), Cremona (14 settembre, al PalaFarina di Viadana) e Trentino (21 settembre al T Quotidiano Are-
Poeta: “Sulla stagione non prometto niente, se non entusiasmo e impegno, valori che mi hanno sempre contraddistinto”
na di Trento). Il campionato partirà ufficialmente il 29 settembre dal PalaLeonessa per la gara con Varese. Poi subito due trasferte, prima a Scafati (il 6 ottobre) e poi il big match con l’Olimpia Milano (il 13 ottobre).
LETTERE
direttore@lavocedelpopolo.it
Un attempato al Meeting
Egr. direttore, mi accorgo che sto invecchiando non tanto dall’incanutimento del crine, ma quando mi cedono il posto sui mezzi pubblici. Quando mi cedono il posto mi irrita molto, poi penso che ci sono ancora tanti giovani educati nei quali dobbiamo riporre fiducia. Confesso: a volte accetto il posto altre, cortesemente, ringrazio e declino. Ho notato tutto il peso della mia senilità quando, per la prima volta, al Meeting di Rimini, sono arrivato nella festosa città della Riviera romagnola. Arrivato al Meeting mi sono trovato catapultato tra tanti giovani. Qui mi sono tornate alle mente, e si sono avverate, le parole di San Giovanni Paolo II: “Quando sei tra i giovani, ti senti giovane”. Arrivi al Meeting ed entri subito in questa grande “kermesse”, subisci subito l’imbarazzo delle conferenze a cui assistere, ai dibattiti cui partecipare, alle mostre da visitare, alle coinvolgenti iniziative da fare. Non hai, quasi, tempo per decidere, un rapido sguardo al programma della giornata, per poi raggiungere il posto per assistere all’evento o alla mostra. Nei grandi spazi di “Rimini Fiera” gli eventi si sovrappongono, sei messo davanti al dilemma di quale evento seguire. Per fortuna ho seguito il consiglio di un giovane, che mi ha consigliato di prenotare, attraverso l’app, le mostre e gli eventi ai quali volevo partecipare, riducendo così l’imbarazzo della scelta all’ultimo momento. Questa grande kermesse, nata dall’idea di don Giussani, quasi mezzo secolo fa, ti offre l’opportunità di leggere il presente, sempre in grande trasformazione, con uno sguardo al passato, ma impegnati a governare il futuro. Se è vero che del “doman non v’è certezza” è altrettanto vero che il futuro, se non vo-
gliamo che ci travolga lo dobbiamo costruire e governare. Lo possiamo costruire permettendogli di avanzare allo stato brado, oppure di dargli un cuore, di imprimergli qualcosa di essenziale. A noi la scelta. Come cristiani, prima ancora che cittadini, abbiamo l’obbligo di essere costruttori di un futuro dove la Parola del Vangelo, parola di pace e fratellanza, sia il cuore pulsante dell’oggi e del domani. Purtroppo viviamo in una società troppo secolarizzata dove, pare, che il futuro sia lasciato alla tecnologia ed all’intelligenza artificiale. Tecnologia e AI sono indispensabili, non vanno demonizzate, ma devono essere usate e governate per la promozione dell’uomo e della donna, per colmare il divario tra Paesi poveri e Paesi ricchi, non per controllare o indirizzare le masse. La giornata è stata lunga ed il camminare tra un padiglione e l’altro mi ha stancato fisicamente, ma mi ha dato una grande carica! In un padiglione era posto un pozzo dei desideri, prima di lasciare il Meeting ho gettato nel pozzo il mio desiderio che, visto il luogo, era di portata planetaria. Vediamo se si realizzerà. Franco Mingotti
Meeting: la priorità è l’attenzione alla persona
Egr. direttore, stavo dando un’occhiata alle borse in pelle che ho visto sullo scaffale di uno stand al Meeting di Rimini, quando Giuliano si è avvicinato. Mi ha spiegato che a fare quelle borse erano dei ragazzi di una scuola professionale. Le borse erano in pelle e tessuti: una in pelle intrecciata mi piaceva particolarmente. All’inizio ho pensato che Giuliano volesse vendere i suoi prodotti, ma mentre lo ascoltavo mi colpiva il suo modo
gentile e pacato di raccontare. Mi ha spiegato che i ragazzi che hanno progettato e realizzato le borse frequentano il centro di formazione professionale Aslam. Qui sono attivi altri percorsi di formazione professionale come quello per la lavorazione del legno. I ragazzi partendo dalla conoscenza delle piante che crescono nei boschi, imparano ad utilizzare i macchinari per realizzare oggettistica e mobili in legno. Giuliano ha iniziato a lavorare a scuola come insegnante di Motoria, firmava il registro elettronico facendo la verticale sulla cattedra. Adesso , segue i ragazzi nello studio, li aiuta fino alla preparazione dell’esame finale. Lui vive in una casa del gruppo adulto di Varese ed ha imparato che più che conoscenze e tecniche ai ragazzi bisogna volergli bene. Sono un dono e quando capiscono di essere amati così come sono, abbracciati, loro sono capaci di seguirti ovunque. È bello sentire un insegnante che lavora nei corsi professionali parlare così, lo dico da insegnante, In un mondo dove la tecnologia e l’intelligenza artificiale sono al centro delle tematiche socioculturali ricordare che l’attenzione verso la persona, la cura e l’educazione dei giovani, dovrebbe essere la priorità per chi è chiamato ad educare.
Tommasina Romeo
Cari Franco e Tommasina, venerdì 23 agosto abbiamo trascorso una giornata al Meeting di Rimini. Siamo contenti come settimanale di avere organizzato e promosso la visita. Il tema stesso (“Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”) ci chiamava in causa. Personalmente ho vissuto una bella esperienza di Chiesa. Se penso agli incontri (molti si possono rivedere sul canale
YouTube del Meeting), sono rimasto colpito da “Il grande tradimento: ragazzi perduti e ritrovati”, con la testimonianza, tra gli altri, di don Elio Cesari del Centro Nazionale Opere Salesiane, sul male di vivere delle giovani generazioni e su una speranza che continua a essere alimentata. Molto significativo anche il confronto “Una speranza per tutti” con il dialogo raccontato nel romanzo “Apeirogon” tra Rami Elhanan, israeliano, e Bassam Aramin, palestinese. Due padri che hanno perso le loro figlie uccise dal terrorismo e dall’occupazione militare. Due padri che hanno scelto e testimoniato la strada della riconciliazione. Se penso alle mostre, merita una menzione particolare “Franz e Franziska, non c’è amore più grande”. La storia di Franz e Franziska Jägerstätter è la storia d’amore e di lotta di due contadini nel piccolo villaggio austriaco di Sankt Radegund. L’avvento del nazismo e la guerra di Hitler travolgeranno tutto. Ma Franz e Franziska, che comprendono la portata anticristiana del nazismo, decideranno di nuotare controcorrente. Franz sarà condotto alla ghigliottina e Franziska ne difenderà la memoria fino all’età di cento anni, potendo assistere, nel 2007, alla sua beatificazione. Come settimanale rilanciamo l’invito per la prossima edizione. Chi si occupa e preoccupa di pastorale, di educazione, di scuola e di giovani non può non cogliere questa opportunità. A volte siamo frenati dai troppi pregiudizi. Nel romanzo “Se non ora, quando?”, Primo Levi scriveva che “sradicare un pregiudizio è doloroso come estrarre un nervo”. Il Meeting è altro rispetto alla passerella del politico e del governo di turno. Vale la pena. Luciano Zanardini
Centro diocesano delle comunicazioni sociali
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