La Voce del Popolo - 08/08/2024

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Buone vacanze

TORNIAMO NELLE VOSTRE CASE IL 29 AGOSTO

Tuffi di gioia

DI MARCO MORI

C’è uno strano splash nella piscina degli scivoli d’acqua. Complice l’ansia della prima volta in cui porto in questa struttura di mare gli adolescenti, cerco ad uno ad uno i loro volti, da bordo vasca: tutto a posto, ci sono tutti e nessuno si è fatto male. Non passa troppo tempo e lo strano splash ritorna. Sono meno preoccupato e più pronto a godermi la scena: c’è, in mezzo alla piscina, una bambina con una lieve ma evidente disabilità, ai piedi degli scivoli, avvinghiata alla mamma. Salta e urla di gioia: più che un tuffo strano è un tuffo al cuore, per la luminosità di questa gioia. Che si ripete, perché la bambina risale le scale degli scivoli, da sola, si posiziona davanti ad una delle corsie dello scivolo diversa da quella usata precedentemente, per aspettare che, là sotto, la mamma si sposti all’uscita corrispondente e apra le braccia. Non parte senza le braccia aperte della mamma, altrimenti urla e chiede attenzione. Poi giù, sicura e forte e splash! Tutti gli altri, compresi i miei invincibili adolescenti, dopo un po’, si stufano e si stancano di tuffarsi. Ma lei no, non riesce a stancarsi. Nemmeno chi la guarda, affascinato dal contagio di questo abbraccio, che aumenta il sole e rinfresca l’aria.

Dono e opportunità

Il vescovo Pierantonio ha scelto di dedicare la lettera pastorale 2024/2025 al

L’EDITORIALE DI RENATO SACCO

Condannare le guerre

“‘Ho visto una grande luce!’. Così, rientrando di corsa in casa la mattina del 6 agosto 1945, una giovane madre giapponese che abitava a un centinaio di chilometri da Hiroshima aveva esclamato abbracciando il suo figlioletto di dieci anni, Kenzaburo Oe, futuro premio Nobel per la letteratura. Aveva fatto la sua tragica comparsa all’orizzonte dell’umanità la bomba atomica. Luce di morte e di devastazione. Eppure il cristiano non può non collegare quella data (il 6 agosto) e quell’esperienza (‘una grande luce’) alla festa della Trasfigurazione del Signore che proprio in quella data si

celebra a partire dal IV secolo in Oriente e dall’XI in Occidente”. È una riflessione che mi era arrivata dal Monastero di Bose, già qualche anno fa. Credo sia di grande aiuto a vivere con profondità anche oggi questo tragico anniversario della bomba su Hiroshima e poi, il 9 agosto, su Nagasaki. Non può essere solo un “anniversario”, ma occasione di rinnovato impegno, preghiera e denuncia di fronte alla minaccia reale di uso delle bombe nucleari e al grande numero di bombe nucleari nel mondo, oltre 13mila, e alla presenza anche sul territorio italiano, a Ghedi e ad Aviano (Pd) di alcune decine di testate, non italiane, ma degli Usa. Potremmo dire: non siamo padroni a casa nostra. Molte volte, Papa Francesco è intervenuto denunciando l’immoralità non solo dell’uso,

ma anche del possesso di questi ordigni di morte. E con la campagna “Italia ripensaci” chiediamo da anni di aderire al trattato Onu che proibisce le armi nucleari, approvato il 7 luglio 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Ma non possiamo dimenticare ciò che è accaduto nella notte tra il 6-7 agosto 2014. La grande avanzata dell’Isis (Daesh) nel nord dell’Iraq, oltre 100mila persone in fuga dai vari villaggi e città. Disperazione, violenze, rapimenti, uccisioni. A pagare sono state le minoranze: i cristiani e anche gli yazidi, una piccola minoranza indifesa che vive nel nord dell’Iraq, principalmente nella provincia di Ninive. Ricordare quella tragica notte, preceduta da violenze indicibili già nelle settimane precedenti con la conquista di Mosul da parte dell’Isis,

ci obbliga a non dimenticare soprattutto le donne! Da sempre, in ogni guerra, in qualsiasi parte del mondo le donne pagano il conto più alto della guerra. Sono considerate “bottino di guerra”.

E sempre, dove c’è guerra, ci sono stupri e violenze di ogni genere sulle donne. In quella notte e nei giorni di luglio–agosto 2014, migliaia di donne yazide sono state rapite per essere “usate come schiave sessuali”. Una tragedia incommentabile. Oggi, come scrive il quotidiano “Avvenire”, nella zona abitata dagli Yazidi ci sono ancora “80 fosse comuni da scavare e 2.600 donne rapite di cui non si sa più nulla”. Chi ha dato voce a queste donne è Nadia Murad, anch’essa rapita, all’età di 21 anni e tenuta in quelle condizioni di schiavitù sessuale. È poi è riuscita a fuggire e, nel 2017, ha pubblicato il libro “L’ultima ragazza”, edito

da Mondadori. Nel 2018 ha ricevuto il premio Nobel per la pace insieme a Denis Mukwege, della Repubblica Democratica del Congo, che cura le donne vittime di violenze sessuali. Papa Francesco, che si è recato in Iraq nel marzo 2021, disse che fu proprio la lettura di questo libro di Nadia Murad a convincerlo nella scelta di andare in Iraq. E forse anche per questo ha scelto, nella Via Crucis del Venerdì Santo 2022, di far portare la croce a due donne: una ucraina e una russa. Sì, non è solo un “anniversario”, un giorno di doverosa memoria, ma un giorno per rinnovare l’impegno di condanna alla guerra. A dire: basta! E di presa di coscienza che le guerre le decidono gli uomini, i maschi, ma le prime vittime sono le donne. Ieri come oggi. *Consigliere nazionale di Pax Christi

Lettere pastorali

Il vescovo Pierantonio

Tremolada ci ha accompagnato in questi anni a riflettere sulla missione della Chiesa: la santità, l’eucaristia, la Parola, la sinodalità e ora il battesimo. Nell’anno pastorale 2020-2021 venne, invece, proposta una rilettura dell’esperienza della pandemia.

Intervista

DI LUCIANO ZANARDINI

Non sarà sfuggito ai più attenti che sempre più persone decidono, anche nel nostro territorio, di non far battezzare i bambini. Lo scorso anno a tal proposito avevamo pubblicato alcuni dati che fotografavano bene la situazione. Dal 2007 ad oggi assistiamo a una riduzione del 10% dei battezzati: se nel 2007 i battezzati sul territorio erano il 65%, oggi sono il 54%. Ci stupiamo del crollo dei matrimoni, ma non abbiamo ancora la percezione del calo dei battesimi. Eppure parlare del Battesimo “significa parlare di ciò che ci riguarda nel profondo” come afferma mons. Tremolada. Con il Battesimo inizia la vita spirituale che trova la sua pienezza nella Chiesa. Anche a partire da queste motivazioni il vescovo Pierantonio ha deciso di dedicare la lettera pastorale 2024-2025 al tema del battesimo come dono e opportunità, per cercare, come annota nel prologo, di far percepire il senso profondo del sacramento e il suo valore per l’oggi. E lo fa rispondendo ad alcune domande, perché “c’è un’esigenza di chiarezza e consapevolezza che accomuna tutti”. Nella copertina della Lettera è stato scelto il fonte batte-

2018

Il bello del vivere

Nella prima lettera pastorale il vescovo Pierantonio si è soffermato, con alcune testimonianze, su “La santità dei volti e il volto della santità”

20192020

Nutriti dalla bellezza

Come celebrare l’eucaristia oggi? L’eucaristia è al cuore della missione della Chiesa. L’obiettivo è riscoprire il valore della celebrazione

Non potremo dimenticare

La terza lettera pastorale del vescovo Pierantonio rilegge l’esperienza drammatica della pandemia a partire da “La voce dello Spirito in un tempo di prova”

Battezzati e felici di esserlo

“Il Battesimo, dono e opportunità. Uno sguardo alla vita cristiana in occasione del Giubileo” è il titolo della lettera pastorale 2024-2025

simale del Battistero di San Giovanni a Firenze. Anche le immagini che accompagnano lo sviluppo dei sei capitoli riprendono i mosaici realizzati dai maestri della scuola bizantina e terminati dai grandi maestri toscani, tra i quali Cimabue, Coppo di Marcovaldo e Meliore.

Per saperne di più

Eccellenza, perché parlare oggi del Battesimo?

Oggi è necessario parlare del Battesimo perché tutto ciò che ha a che fare con la fede non è più scontato. Siamo invitati a ritornare all’essenziale. Sono convinto che il Battesimo sia un dono e una opportunità.

Sacramento del battesimo

Alcuni riferimenti e fondamenti ripresi dal Catechismo della Chiesa Cattolica

Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito (“vitae spiritualis ianua”), e la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati

alla Chiesa e resi partecipi della sua missione: “Baptismus est sacramentum regenerationis per aquam in verbo – Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l’acqua e la parola”. Lo si chiama Battesimo dal rito centrale con il quale è compiuto: battezzare (baptizeis in

La presa di distanza avvenuta con il Battesimo è piuttosto la condizione per contribuire attivamente alla redenzione del mondo, al suo riscatto, al suo risanamento. La santità è, dunque, insieme un dono e un compito che si riceve con il Battesimo e che si è chiamati a

greco) significa “tuffare”, “ immergere”; l’immersione nell’acqua è simbolo del seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui, quale “nuova creatura” (2 Cor 5,17; Gal 6,15). (...) Dal giorno della pentecoste la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo. Infatti san Pietro, alla folla sconvolta dalla sua predicazione, dichiara: “Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo” (At 2,38). Gli Apostoli e i loro collaboratori offrono il Battesimo a chiunque crede in Gesù:

ratificare con l’intera esistenza. Ad ogni battezzato la Chiesa dice con affetto: “Diventa ciò che sei!”.

Che cosa cambia tra l’essere battezzati e il non esserlo? Essere battezzati significa essere diventati cristiani. Questa definizione che per tanti anni in un contesto cattolico è stata data per scontata ha bisogno di essere rinfrescata. La parola “cristiano” deriva da Cristo. I cristiani sono coloro che credono in Cristo. Sono due le caratteristiche che emergono all’inizio della storia del cristianesimo: i cristiani sono coloro che non hanno paura della morte e sono quelli la cui forma di vita è nuova. Occorre fermarsi un attimo a riflettere su cosa intenda la Parola di Dio quando tratta della morte e della vita. Questo ci permetterà di parlare con maggiore consapevolezza della

Giudei, timorati di Dio, pagani. Il Battesimo appare sempre legato alla fede: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia”, dichiara san Paolo al suo carceriere a Filippi. Il racconto continua: “Subito il carceriere si fece battezzare con tutti i suoi” (At 16,3133). Secondo l’apostolo san Paolo, mediante il Battesimo il credente comunica alla morte di Cristo; con lui è sepolto e con lui risuscita: “Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti

paura della morte, della sua natura e delle sue ragioni, e di giustificare la possibilità del suo superamento. Mi pare importante intuire che con il Battesimo si è capaci, per grazia di Dio, di affrontare il senso della morte e di dare alla vita una forma particolarmente originale. Il Battesimo è una scelta libera per una vita libera.

La santità è insieme un dono e un compito che si riceve con il Battesimo e che si è chiamati a ratificare con l’intera esistenza

IL FATTO
IL RITO DEL BATTESIMO NELLA CAPPELLA SISTINA

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Il tesoro della Parola

“Come le scritture sono un dono per la vita”. La vita secondo lo Spirito che i santi di ogni tempo ci hanno testimoniato trova nell’ascolto della Parola il suo nutrimento

agosto

Perché dovrei essere felice di essere stato battezzato?

Il Battesimo oggi più che mai è una scelta, una scelta libera per una vita libera. Il Battesimo introduce a una forma di vita che ha caratteristiche particolari. La persona viene messa nella condizione di sentirsi libera nel momento in cui decide. Ci sono dei condizionamenti inaccettabili che provengono dall’esterno e ci sono dei condizionamenti, che provengono dall’interno, più difficili da riconoscere, ma che hanno bisogno di essere considerati. Il Battesimo ci rende liberi. A chi viene battezzato è data la possibilità di amare come lui e in lui. L’amore stesso di Cristo lo ispirerà, lo incoraggerà, lo purificherà, lo conforterà. Sentirsi amati da Dio in Cristo e riuscire ad amare i fratelli nel suo nome, riuscire a farlo nel percorso travagliato della vita di ogni giorno, sarà il vero motivo di gioia di ogni discepolo del Signore. Per questo non si potrà non essere felici del proprio Battesimo. La gioia contraddistingue l’evento cristiano, cioè l’apparire del Cristo nel cuore della storia.

In che senso il Battesimo ci rende figli di Dio?

Che cosa significa precisamente essere figli di Dio? Il nostro pensiero e la nostra stessa immaginazione faticano a dare a questa verità una sua consistenza. Certo non si potrà pensare di poter fornire una spiegazione, ma sarebbe opportuno sapere dove indirizzare il cuore. È

Le vie della Parola

“Come la Sacra Scrittura incontra la nostra vita”. L’obiettivo è far sì che il nostro cuore venga riscaldato dalla lettura delle Sacre Scritture e dalla loro comprensione

La gioia contraddistingue l’evento cristiano, cioè l’apparire del Cristo nel cuore della storia.

importante riscoprire il significato di un’affermazione che può suonare un po’ distante da noi e dalla nostra vita. Il rapporto con Dio è sempre stato determinante per le varie civiltà. Studiando la storia, ci si accorge che la dimensione religiosa è stata forse la più debole. Ci si è fatti di Dio un’immagine molto discutibile. In alcuni casi siamo arrivati a negare l’esistenza di Dio. Il battesimo avvia un’esperienza di Dio che va nella linea del riconoscimento della sua paternità. Questa paternità è la condivisione del sentimento che Gesù condivideva nei confronti di suo Padre. È qualcosa di misterioso ma sicuramente anche di affascinante.

Cosa significa che il Battesimo toglie il peccato originale?

Abbiamo ascoltato più volte la frase che il Battesimo toglie il peccato originale. Non è facile spiegarlo in poche parole. Mi permetto di rimandare alla lettura del testo della Lettera pastorale. Mi preme far intuire, però, la serietà del peccato. La Parola di Dio parla al singolare del peccato. I peccati sono l’esito finale di un processo enigmatico dove la libertà dell’uomo risulta condizionata da qualcosa che non riesce a spiegare. Come dice San Paolo si vede il bene, si desidera farlo, ma non lo si fa, si vede il male, non si vorrebbe farlo, ma lo si fa. Da qui dobbiamo partire per comprendere il senso del peccato. L’apostolo delle genti è colui che più di tutti ha riflettuto sull’esperienza del peccato. Lo ha fatto proprio a partire dalla sua vicenda personale. La dimensione originale del peccato rimanda a una sorta di complicità che rinvia all’origine: il male che facciamo conferma qualcosa che ci

Uomini e donne in cammino

Lo scorso anno il Vescovo si è soffermato sul tema della sinodalità, una parola che indica la dimensione della Chiesa, una realtà sempre in cammino

IL BATTESIMO: DONO E OPPORTUNITÀ

per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,3-4). I battezzati si sono “rivestiti di Cristo”. Mediante l’azione dello Spirito Santo, il Battesimo è un lavacro che purifica, santifica e giustifica. Il Battesimo è quindi un bagno d’acqua nel quale “il seme incorruttibile” della Parola di Dio produce il suo effetto vivificante. (...) Diventare cristiano richiede, fin dal tempo degli Apostoli, un cammino e una iniziazione con diverse tappe. Questo itinerario può essere percorso rapidamente o lentamente. Dovrà in ogni caso comportare alcuni elementi essenziali:

accomuna. In questo senso parliamo di peccato originale. La grazia è la vera risposta a questa enigmatica propensione al male, perché la grazia è potenza di bene. Il Battesimo “toglie il peccato originale” nel senso che attiva nel segreto del cuore un’esperienza di grazia. Nella misura della nostra libera disponibilità, cioè della nostra fede, questa grazia interviene a contrastare il peccato. Siamo liberi, possiamo decidere di fare il male, siamo purtroppo anche inclini a farlo. Il peccato per i battezzati è ancora possibile. E tuttavia non è ineluttabile. Non avrà l’ultima parola. Si potrà contrastarlo e vincerlo, perché in verità il Cristo lo ha già vinto con la sua morte.

Con il Battesimo si entra a far parte della Chiesa: perché dovremmo considerarlo così importante?

Ognuno di noi si è fatto un’idea della Chiesa. La Chiesa è composta da persone straordinarie che nei secoli hanno dato una testimonianza meravigliosa di sé. La Chiesa è prima di tutto la comunione dei Santi, l’insieme delle persone che hanno dimostrato al mondo la bellezza del Vangelo con una vita dove la carità, la speranza, l’attenzione ai più deboli, il senso del sacrificio e il servizio ai più poveri è diventato stile di vita. È importante distinguere tra la Chiesa e gli uomini che appartengono alla Chiesa. Purtroppo nella storia si constatano delle ferite, dei comportamenti inaccettabili di persone che fanno parte della Chie-

Il battesimo dei bambini è una scelta dei genitori. L’unica ragione che può portare i genitori a chiedere il battesimo è la convinzione che si tratta di un dono e di una opportunità

l’annunzio della Parola, l’accoglienza del Vangelo che provoca una conversione, la professione di fede, il Battesimo, l’effusione dello Spirito Santo, l’accesso alla Comunione eucaristica. Questa iniziazione ha assunto forme molto diverse nel corso dei secoli e secondo le circostanze. Nei primi secoli della Chiesa l’iniziazione cristiana ha conosciuto un grande sviluppo, con un lungo periodo di catecumenato e una serie di riti preparatori che scandivano liturgicamente il cammino della preparazione catecumenale per concludersi con la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Do-

sa. Come disse Gesù a Pietro (“su di te io edificherò la mia Chiesa”), dobbiamo riconoscere che c’è una dimensione della Chiesa che oltrepassa i confini del nostro comprendere, ci consentirà di riconoscere il valore del battesimo ricevuto. Perché battezzare i bambini? Il Battesimo dei bambini è una scelta dei genitori. L’unica ragione che può portare i genitori a chiedere il battesimo è la convinzione che si tratta di un dono e di una opportunità. Ciò che si riceve deve essere riconosciuto come prezioso. Ha una dimensione di grazia che oltrepassa quello che possiamo comprendere. Occorre compiere un atto di fiducia. Siamo di fronte a una realtà i cui effetti saranno positivi in diverse direzioni: nell’esperienza di Dio come Padre, nell’esperienza della liberazione dal male, nell’e-

Il battesimo non è semplicemente una bella celebrazione. Tutto ciò che si fa ha un suo valore

sperienza dell’appartenenza alla Chiesa come testimone della vita nuova dei risorti. Tutto questo diventa possibile anche nel momento in cui non se ne ha conoscenza. È la ragione per cui un genitore sceglie di offrire questa opportunità a suo figlio. Il Battesimo è come un seme gettato nel terreno, che fiorisce nel tempo e porta il suo frutto; è la via nuova che viene offerta alla vita e che la renderà piena e felice; è il tesoro che si riceve in dono, di cui si potrà sempre disporre; è la sorgente scaturita all’inizio a cui si potrà sempre attingere; è la luce gentile che si accende nell’intimo e che mai si spegnerà.

Come celebrare bene il Battesimo?

Il Battesimo non è semplicemente una bella celebrazione. Tutto ciò

Il battesimo: dono e opportunità

Per il nuovo anno pastorale viene offerto, partendo dal dono del battesimo, “uno sguardo alla vita cristiana in occasione del Giubileo”

Nel prossimo anno pastorale chiedo una particolare attenzione alla celebrazione del Battesimo

che si fa ha un suo valore. Nella lettera metto in luce gli elementi che costituiscono il rito del battesimo. Ci sono dei gesti e dei segni. Al centro c’è l’immersione nell’acqua. Il rito romano prevede che l’acqua venga versata. È un’immersione nel mistero santo di Dio, nell’amore che unisce il Figlio al Padre nello Spirito Santo. L’acqua, con tutta la sua valenza simbolica, rimanda qui alla vita di Dio che si riceve per la potenza del Cristo risorto nello Spirito Santo, e alla purificazione che questa porta con sé. Si diventa figli di Dio adottivi, partecipi della santa umanità di Gesù, del suo cuore, dei suoi pensieri, dei suoi desideri. Lui stesso accompagnerà colui che camminerà sulla strada per lui aperta nel Battesimo. Nella Lettera pastorale presento anche gli altri segni significativi: la veste bianca, il cero, l’unzione con il sacro crisma… Vorrei concludere con una esortazione, che rivolgo in particolare ai sacerdoti ma che estendo a tutti. Nel prossimo anno pastorale avremo la grazia di vivere il Giubileo che – come dice papa Francesco nella lettera scritta per questo evento – “potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”. Questa rinascita è il dono che ci è stato offerto con il Battesimo e una opportunità sempre da riscoprire. Per questo avrei piacere che in questo anno pastorale si avesse nella nostra Diocesi la massima cura per la celebrazione del Battesimo dei bambini e che questa cura proseguisse poi anche negli anni successivi.

ve il Battesimo dei bambini è diventato largamente la forma abituale della celebrazione del sacramento, questa è divenuta un atto unico che, in modo molto abbreviato, integra le tappe preparatorie dell’iniziazione cristiana.

Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un catecumenato post-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al Battesimo, ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona. È l’ambito proprio del catechismo. Il Concilio Vaticano II ha ripristinato, per la Chiesa latina, “il catecumenato degli adulti, diviso in più gradi”. (...) Oggi, in tutti i riti latini e orientali, l’iniziazione cristiana degli adulti incomincia con il loro ingresso nel catecumenato e arriva al suo culmine nella celebrazione unitaria dei tre sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. Nei riti orientali l’iniziazione cristiana dei bambini incomincia con il Battesimo immediatamente seguito dalla Confermazione e dall’Eucaristia, mentre nel rito romano essa continua durante alcuni anni di catechesi, per concludersi più tardi con la Confermazione e l’Eucaristia, culmine della loro iniziazione cristiana.

Mons. Pierantonio Tremolada La lettera firmata il 15 agosto sarà in distribuzione dal 26

Milzano

È arrivato il tempo delle sfide

Politica Sanità incompiuta

San Paolo VI

Testimone autentico di Dio

CULTURA

Alcide De Gasperi a 70 anni dalla morte Uomo lungimirante

OPINIONI

Cogeme Energia

Accordo da 50 milioni di euro

Paralimpiadi

Federico Bicelli insegue il podio

Società Il bello in primo piano

A volte si ha il sospetto che chi legifera, non conosca bene la materia di cui si occupa, i veri problemi da affrontare. Ottimisticamente, si può invece considerare che i veri problemi li conosca; ma le risorse per affrontarli… Ecco, sono i due pensieri prevalenti che emergono prepotenti nella lettura del cosiddetto decreto governativo che intende abbattere – o comunque ridurre –le liste di attesa per prestazioni mediche ospedaliere e/o esami strumentali. Quasi sempre e in qualsiasi struttura ospedaliera di un certo livello i tempi di attesa per una visita specialistica superano il paio di mesi di attesa; la realtà racconta però di situazioni ben peggiori. Quindi o si attende (non il massimo nelle questioni di salute) o ci si rivolge alla sanità privata, insomma si paga di tasca propria. E cosa prevede questo novello decreto? Che si facciano esami e visite pure nei fine settimana, o dopo il classico orario di lavoro: misura vuota, già prevista in alcune Regioni ma letteralmente non ci sono medici che si prestano a questo ulteriore carico di lavoro. Assumerne altri? E con che soldi? Se anche ce ne fossero di disoccupati in giro? Allora si prevede che gli straordinari dei medici siano detassati, solo il 15% d’imposta invece che l’ordinario 43. Buio come prima: manca il personale (anche infermieristico) e non è questa una caramella particolarmente attraente per saltare il riposo settimanale o per finire di lavorare alle 22. Allora si prevede che, se la sanità pubblica non ce la fa a garantire una visita o un esame nei tempi previsti, ci si possa rivolgere al privato convenzionato, che poi verrà rimborsato. A parte il fatto che le strutture private non è che siano vuote di lavoro quotidiano e non abbiano anche loro tempi d’attesa (si pensi a certi macchinari per visite strumentali), ma si torna alla casella iniziale: con quali soldi? Il governo dice alle Regioni: ve ne abbiamo dati (500 milioni di euro), spendete quelli. Soldi in realtà già spesi in buona parte, nessuna risorsa aggiuntiva. Unica novità secondo noi rilevante: chi non disdice la prestazione prenotata almeno due giorni prima della stessa, pagherà il ticket. Si libererà qualche posto e la sanità incamererà qualche euro in più. Morale della favola? Cambierà poco o niente, salvo il fatto di dire: noi ci abbiamo pensato, ecco il decreto. Quando invece si vorrà affrontare la questione sanitaria seriamente, si dovranno valutare con attenzione un paio di cose: i colossali carichi di lavoro che hanno alcune specialità, con la difficoltà sia di reperire nuovi medici specialisti che di assumerli; la valutazione dei carichi di lavoro in altri reparti, laddove la produttività è auto-decisa, auto-valutata, auto-promossa…

dedicati

Liste d’attesa: c’è il decreto, ma mancano i soldi

Quante volte abbiamo letto la parola ergastolo a proposito di Giacomo Bozzoli e della sua condanna definitiva? Insieme al nome della pena, abbiamo trovato quella del detenuto che subisce questa condanna, cioè dell’ergastolano. Siamo in presenza di una parola italiana che viene dal latino, ma alle cui spalle c’è il greco. Innanzitutto diciamo che ergastolo viene dal latino ergastulum, che indicava non solo la pena ma anche il luogo in cui scontarla, cioè il carcere; e qualche volta ergastulum era anche lo schiavo detenuto. Alla base del latino c’è il greco, dove troviamo la parola ergastérion che era comunemente il luogo in cui si lavorava, il laboratorio dell’artigiano o dello schiavo. Nel passaggio dal greco al latino, il latino ha adattato il suffisso della seconda parte della parola. Non abbiamo alcuna indicazione, né dal latino né dal greco, della durata a vita della pena; invece vediamo che si trattava di una pena sotto forma di lavori forzati, nei quali la condizione dell’uomo libero diventava uguale a quella dello schiavo. L’ergastolo, inteso come pena di reclusione a vita, è parola usata a partire dal XVII secolo in Toscana; poi nel 1791 la troviamo impiegata anche da Cesare Beccaria.

L’estate: la manutenzione dello stare bene insieme

Nell’incontrare le coppie di fidanzati che si preparano a celebrare il sacramento del matrimonio, insieme ad altre coppie di animatori ci è capitato più volte di dare questo messaggio: il primo figlio nella famiglia che state formando sia la vostra stessa coppia. Quando ancora non si è genitori questo invito può sembrare quasi pleonastico o non particolarmente urgente, perché i due sono spontaneamente portati a dedicarsi ogni attenzione e a nutrire l’uno per l’altro una

premura tutta speciale. Il trascorrere degli anni, però, e soprattutto l’arrivo dei figli possono cambiare molto gli equilibri a discapito dell’unione stessa dei coniugi. Per motivi che sono insiti anche nell’aver fisicamente partorito, la maggior parte delle madri vivono una sorta di simbiosi con il neonato che dipende da loro totalmente, com’è evidente anche attraverso l’allattamento. I padri, dopo i primi tempi, possono rischiare di spostare le priorità di attenzione fuori dalla dimensione

Dobbiamo ringraziare e relegare sullo sfondo il negativo

È emozionante guardare le Olimpiadi: gioire per la gioia dei vincitori, rammaricarsi per chi perde per poco, per chi sbaglia un movimento ripetuto miliardi di volte, pensare alle trepidazioni dei familiari degli atleti…Oltre alle prestazioni, si assiste anche alle interviste agli atleti a fine gara. E qui scorrono non corpi in movimento, ma una carrellata di tipologie di persone, prima ancora che di atleti. Colpisce l’intervista ad un atleta che ha perso la medaglia, in una prestazione di lunga durata, per un secondo. Non c’è rammarico, il volto sorridente; afferma di aver dato il massimo, che date le circostanze (un problema fisico) va benissimo la prestazione fatta. E soprattutto comincia a ringraziare: ringrazia tutti quelli che in un modo o nell’altro lo hanno accompagnato e sostenuto in queste Olimpiadi. E non finisce più. Ringrazia perfino un amico per un sms, dicendo che non è scontato che ti venga inviato un sms. Durano più a lungo i ringraziamenti che il commento alla prestazione, che di solito è il fulcro dell’intervista. Se si giocasse a fare delle ipotesi, si potrebbe ipotizzare, con molta probabilità, che questo atleta sia una persona serena, equilibrata, positiva, che sa dare tanto a chi lo circonda. Saper apprezzare il positivo e non mettere invece in primo piano il negativo, è uno dei “segreti” della serenità. Saper ringraziare di quel che si ha, di quel che si riceve è un altro “segreto” ed è legato al primo, al saper cioè vedere il positivo che c’è nella propria vita, nella propria giornata. Forse è più facile concentrarsi sulla giornata che sulla vita, perché si è più concreti e realisti, senza dover fare difficili bilanci. Ed allora scatta il ringraziamento. Si può ringraziare Dio o una persona o più persone. Il processo è sempre il medesimo. Saper mettere in primo piano qualcosa di bello e relegare sullo sfondo il negativo. E questo non è dovuto alla fortuna, all’essere cioè destinati a cose belle o cose brutte nella vita, ma è il frutto di un allenamento, di un percorso, di un’evoluzione, che implica più o meno sforzo per ciascuno. Come fare? In primis, non dare niente per scontato: non è scontato che possiamo muoverci, avere persone che ci vogliono bene, vedere, avere lenzuola pulite, acqua che esce da un rubinetto, magari un lavoro, un’automobile, un amico, un vicino di casa gentile…Ma già arrivare a non dare tutto per scontato può essere un obiettivo da raggiungere. Un suggerimento per raggiungerlo può essere il proporsi di trovare almeno tre cose belle in una giornata per cui ringraziare. E vi assicuro che, se ci provate, a fine giornata ne avrete trovate molte di più!

strettamente coniugale e genitoriale, spesso concentrandosi molto sul lavoro, come se il provvedere al sostentamento della famiglia sia l’unica responsabilità. Si tratta, ovviamente, di semplificazioni, ma è esperienza concreta di tutte le persone sposate che mantenere il sano equilibrio rispetto a ciò che sostanzia l’unione matrimoniale non sia operazione che

avviene automaticamente: c’è bisogno di un impegno, di una volontà specifica. È quella che con un’espressione metaforica potremmo chiamare la “manutenzione” della coppia. Spesso l’estate può essere il tempo opportuno perché i coniugi si ritaglino uno spazio esclusivo in cui mettere a punto gli ingranaggi del loro funzionare e stare bene insieme. È chiaro che questo avviene a seconda delle diverse stagioni della vita famigliare che stanno attraversando, ma, appena sia possibile lasciare anche solo per qualche giorno i figli in accudimento a qualcuno e ancor più facilmente quando essi siano diventati autonomi, gli sposi possono approfittare del tempo delle vacanze per fare memoria delle radici della loro scelta d’amore.

DI NICOLA SALVAGNIN
Giornalista
DI ROSSELLA DE PERI Psicologa
Famiglia
GIOVANNI M. CAPETTA
DI GIANENRICO MANZONI

Riflessione DI GIUSEPPE CASALE*

Dopo il passo indietro di Biden, il duello sarà probabilmente fra Donald Trump e Kamala Harris. E c’è già chi, nel dubbio, si prepara come può all’esito della partita. In Ucraina vige ancora il decreto che vieta di trattare con Mosca. Ma, all’indomani dell’attentato in Pennsylvania, la sterzata di Zelensky sulla partecipazione della Russia a una conferenza di pace dice molto: non a chi attribuisce all’orecchio di Trump proprietà miracolose, ma a chi dal naufragio della bozza negoziale di Istanbul (marzo 2022) segnala il cordone più che motivazionale tra Washington e Kiev. Lo stesso vale per la visita a Pechino di Kuleba, che rimuove il tabù sul piano di pace sinobrasiliano e lusinga Xi menzionando il principio della “One China”.

Differenze in Europa. In vista di novembre, l’incertezza rimarca le differenze in Europa: tra i temporeggiatori, che aspettano le consegne future, e gli arrembanti, inclini a giocare d’anticipo. In Germania lo vediamo nelle frizioni tra i socialdemocratici e i verdi che, con il ministro degli esteri Baerbock, salutano con favore i nuovi missili da trasferire nelle basi Usa sparse sul suolo tedesco. Il governo polacco, dando sponda a Londra, spinge per il riarmo a tappe forzate, confermando la scalata alla leadership in Ue. Nella prospettiva dell’isolazionismo trumpiano, gli atteggiamenti sono ambivalenti: da un lato, c’è chi paventa di restare con il cerino in mano, temendo l’accollo dei guasti scaturiti dalla guerra in Ucraina; dall’altro, chi cerca l’opportunità di emergere nella concorrenza regionale, ridisegnando le gerarchie europee.

Rileggendo la Costituzione L’articolo 11: l’Italia ripudia la guerra

Articolo 11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Abbiamo già toccato il tema delle guerre e sappiamo come il nostro

Paese partecipi a molte missioni “umanitarie” all’estero utilizzando le nostre Forze Armate. La procedura di approvazione per l’invio di nostre truppe all’estero è abbastanza complessa (approvazione del Parlamento), ciò non toglie che abbiamo nostri soldati su alcuni scenari di guerra e tutti ricorderemo le diverse vittime tra i soldati (Nassirya come esempio − ahimè non unico). È bene quindi sottolineare il senso principale che i Padri costituenti abbiano voluto

Il futuro sospeso all’orizzonte

In vista di novembre, l’incertezza rimarca le differenze in Europa tra i temporeggiatori e gli arrembanti, inclini a giocare d’anticipo

Simile il ragionamento sul versante asiatico: le parole di Trump che ingiungono a Taiwan di pagare il conto della protezione intimidiscono le Filippine, appena arruolate dalla Casa Bianca in funzione anticinese, mentre solleticano la competizione tra Sud Corea, Giappone e Australia in vista della “Nato del Pacifico”.

Trump. Gli indirizzi trumpiani non sono semplificabili in termini di

RAFAH, STRISCIA DI GAZA

cedevole appeasement (pacificazione). Il trascorso quattrennio fornisce qualche indizio: fu Trump a ritirare gli Usa dal Trattato Inf del 1987 sul bando dei missili nucleari a medio raggio in Europa; a sanzionare la Germania per il NordStream 2; a inaugurare la guerra dei dazi e a pretendere dalla Ue il recesso dalle partnership con Pechino; a imbarcare, a metà mandato, falchi neocon fautori dell’agenda anti-Iran (vedi il

dare a quest’articolo. Eravamo da poco usciti da un conflitto (Seconda guerra mondiale) e non era passato molto tempo dall’altro (Prima guerra mondiale), in mezzo la dittatura fascista. Non è difficile quindi supporre la ferma volontà di ripudiare la guerra per sanare problemi. Altri Stati preferiscono muoversi diversamente e il dibattito che ne consegue è quotidiano anche sul senso dato all’invio di armi all’Ucraina nel conflitto con la Russia. (Sebastiano Lauritano) Associazioni

“Uniamo le nostre voci e il nostro impegno per chiedere: basta, cessate il fuoco!”. L’appello delle Associazioni

“Non possiamo non raccogliere questo ulteriore appello di Papa Francesco pronunciato all’Angelus di domenica 4 agosto: ‘Basta, fratelli e sorelle! Basta! Non soffocate la parola del Dio della Pace ma lasciate che essa sia il futuro della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero! La guerra è una sconfitta!’”. Lo scrivono in una nota congiunta Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, Francesco Scoppola e Roberta Vincini, presidenti del Comitato nazionale Agesci, Matteo Fadda, presidente della Associazione Comunità Papa

Giovanni XXIII, Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, responsabili nazionali del Movimento Focolari Italia, mons. Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi. “I giorni che stiamo vivendo sono sempre più carichi di sofferenza e morte. Soffiano forti venti di guerra. Quella Terza Guerra mondiale a pezzi ci sembra sempre più vicina e angosciante. Troppi popoli in molti luoghi del mondo sono dilaniati dalla guerra. Possiamo restare indifferenti o spettatori? O peggio ancora complici?”, si chiedono i firmatari della nota congiunta, che aggiungono: “Uniamo le nostre voci e il nostro impegno per chiedere ai responsabili

delle sorti del mondo: basta, cessate il fuoco! Già più volte in questi ultimi anni abbiamo unito le nostre voci e le nostre forze per chiedere un impegno concreto di disarmo”. “Sono i giorni dell’anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki – fanno notare i firmatari del documento –. Come vivere questi anniversari se non rinnovando la richiesta all’Italia di aderire al Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari? Lo chiediamo da anni con la campagna ‘’Italia ripensaci’. Proprio in questi primi giorni di agosto denunciamo la follia della corsa al riarmo, come già richiamato da Papa Francesco nel discorso al Corpo diplomatico, lo scorso 8 gennaio: ‘Occorre perseguire una politica di disarmo, poiché è illusorio pensare che gli armamenti abbiano un valore deterrente. Piuttosto è vero il contrario: la disponibilità di armi ne incentiva

programma sul nucleare, l’omicidio Soleimani, gli attacchi ai campi affiliati ai pasdaran in Iraq e Siria, ecc.). Sono considerazioni dubitative, che osservano la tentazione degli apparati a sganciarsi da crociate deterioranti, senza però abdicare al controllo sul “cortile di casa” necessario alle proiezioni globali: rafforzando le deleghe regionali – seguendo il prototipo degli Accordi di Abramo –e sacrificando sull’altare della storia la figura di Biden, capro espiatorio degli affanni attuali. A dispetto della personalizzazione del tifo politico, restano le costanti strutturali. Se così non fosse, i gregari dalle sorti agganciate a Washington dovrebbero invocare l’antico principio “quod omnes tangit ab omnibus adprobari debet” (“quello che riguarda tutti, deve essere approvato da tutti”), da cui pure i padri dell’indipendenza Usa trassero ispirazione: ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere approvato. Al punto di aggiornarsi caldeggiando l’elezione internazionale del “presidente di tutti”. Chiaramente si tratta di una provocazione, un assurdo la cui impossibilità vuole evidenziare, per contrasto, la sussistenza di logiche egemoniche, “dure” e trasversali, superiori persi-

no all’antagonismo domestico tra repubblicani e dem.

Quadrante mediorientale. Limitandoci al quadrante mediorientale, giudicando le convergenze fattuali anziché le distinzioni verbali, basti osservare l’accoglienza trionfale tributata in modo bipartisan a Netanyahu nel Congresso, i flussi di armi a Tel Aviv, i veti all’Onu, i finanziamenti dell’Aipac ai candidati alla Casa Bianca di ambo i partiti. Il curriculum stesso della Harris è perspicuo, viste le entrature coltivate sin dai tempi della carriera da procuratore o il contrasto alle risoluzioni Onu contro le occupazioni dei coloni in Cisgiordania. I colossi del risparmio gestito, dopo gli appoggi a Biden, ora si orientano a sovvenzionare tanto Kamala quanto il Tycoon. Il che conferma le strutturalità di un sistema in cui le commesse militari compensano la crisi dell’economia reale, con un debito pubblico foraggiato dai capitali reinvestiti dei fondi assicurativi, rimpinguati grazie alla contrazione dei consumi oltre che da un welfare poco generoso.

* Scienze della pace – Università Lateranense

l’uso e ne incrementa la produzione. Le armi creano sfiducia e distolgono risorse’. E nello stesso discorso aggiungeva: ‘Ribadisco ancora una volta l’immoralità di fabbricare e detenere armi nucleari’”. I firmatari della nota

congiunta concludono: “È un appello che rivolgiamo ai capi delle nazioni, ma anche a tutti i credenti, a chi vuole vivere il vangelo della pace, insieme a tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Prima che sia troppo tardi”.

ITALIA E MONDO
Roma DI GIGLIOLA ALFARO
Donald Trump Ha guidato gli Stati Uniti d’America dal 2017 al 2021

Chiesa di San Bernardo

In scena “Le case di Maria” di Luciano Bertoli

Luciano Bertoli, lunedì 19 agosto, alle 20.30, nella chiesa di San Bernardo, porta in scena “Le case di Maria”, tratto dal libro omonimo di Ermes Ronchi. “La casa degli inizi. Una casa di profeti. La casa dei dubbi e dei sogni. La casa del pane. La casa dei trent’anni. La casa del vino. La casa dell’eclissi del sole. La casa riempita di vento. Un viaggio, ecco quello che vorremmo presentare – sottolineano gli organizzatori –. Un viaggio attraverso le case che Maria ha abitato nel corso della sua esistenza.

La memoria biblica di Maria, infatti, si apre con una casa, dove è un angelo a parlare, e si chiude con una casa, dove a parlare sono il vento e il fuoco. Dalla casa di Nazaret alla casa di Gerusalemme. La casa non è soltanto l’abitazione, ma il luogo dove accadono gli eventi decisivi della vita. La metafora della casa ci aiuta a passare dall’edificio all’interiorità di chi vi abita. La casa in realtà è Maria stessa. Raccolta e ospitale, con le due caratteristiche proprie di ogni casa, Maria sarà casa di Dio.

Uno sguardo sui futuri possibili

Il Bilancio sociale: la cooperativa “Il calabrone” conta su 60 dipendenti, 59 volontari, 367 donatori, 75 tra collaboratori, professionisti e 64 soci Intervista

“Essere là dove la realtà sollecita lo sguardo e quindi l’azione con interventi tempestivi, intelligenti, che aprano a futuri possibili”. È questa la rotta che caratterizza il “volo operativo” della cooperativa sociale “Il calabrone” indicata dal fondatore don Piero Verzeletti e che permea il Bilancio sociale 2023.

Mission. I rappresentanti della cooperativa raccontano mission e vision che guidano le azioni intraprese: “Cerchiamo di essere dove le cose accadono, sporcandoci le mani con le fatiche della quotidianità, aiutando le persone a dare significato alla propria storia e al proprio percorso”.

Storia. Il “volo del calabrone”, iniziato nel 1981, conta oggi su 60 dipendenti, 59 volontari, 367 donatori, 75 tra collaboratori e professionisti e 64 soci tra prestatori, volontari, finanziatori e persone giuridiche, capaci di produrre un valore pari a 2.722.468 euro. Nel corso degli anni, il “volo” ha spinto ad andare incontro anche a “chi viaggia col suo marchio speciale di speciale disperazio-

ne” e a giovani che stanno attraversando situazioni di difficoltà. “Mettere al centro le possibilità, aprire all’inedito e restituire all’altro uno sguardo che dà fiducia – raccontano –: così ci relazioniamo con giovani, ragazzi, donne e bambini che

accompagniamo nel loro percorso di vita, aiutandoli a prendersi cura di sé. Incontriamo e coinvolgiamo numerosi giovani perché scelgano di giocare da protagonisti la propria vita, dedicando tempo ed energie per rendere migliore la società”.

Conoscere note storiche e curiosità grazie alla “Mappa Speziale”, nata da un’idea del titolare del negozio di via Antiche Mura

Un invito a conoscere meglio il centro storico della città, il suo enorme patrimonio monumentale e artistico, con un occhio di riguardo ai siti che un tempo erano antichi monasteri o conventi, di cui peraltro, Brescia era molto ricca. Questo può rappresentare la “Mappa Speziale”, creata dal titolare dell’omonima bottega — Lo Speziale, appunto – di via Antiche Mura, Luca Bonafini, che la regala a chi passa dal suo negozio o la mette nei pacchi degli ordini online. “Ho voluto creare una cartina con indicati i musei, le chiese, i monumenti, i palazzi e alcune curiosità. La mappa rimanda al blog (sul sito

www.lospeziale.bio) sul quale si possono leggere alcune curiosità e note storico-artistiche che vogliono, però, far da stimolo e solleticare all’approfondimento, leggendo libri o affrontando a piedi una passeggiata con una guida. È un invito alla ‘curiositas’ per scoprire la città e i suoi angoli nascosti”. Per ora i siti riportati sulla mappa sono 85, ma nella prossima edizione, che è giù in fase di ideazione, ce ne saranno già dieci in più. Questa passione per la bellezza e l’arte sono il frutto del vissuto di Bonafini, che – oggi 42enne – è stato monaco benedettino al monastero dell’Agropontino romano, e che qui ha

Creatrice di relazioni, Maria nelle sue case trasmette ed elabora un’arte di vivere e ci insegna a non smarrire la polifonia dell’esistenza e degli affetti. Lo spettacolo, che si avvale degli interventi musicali eseguiti alla chitarra da Ombretta Ghidini, verte sull’umanità di Maria e sulla sua vita reale, non sui privilegi, ma sulle virtù nascoste, non sullo straordinario, ma sul feriale e sul carnale. Ognuno di noi deve essere significativo nella casa, nella quotidianità della vita”. (Guidio Vecchi)

La cooperativa di viale Duca degli Abruzzi è operativa in cinque ambiti d’azione.

Dipendenze. Sul fronte delle dipendenze: “Cerchiamo di ridurre, per gli individui e la comunità, i rischi per la salute e i danni sociali ed economici”.

Disagio adulto. Per quanto riguarda il disagio adulto: “Ci rivolgiamo alle persone in situazione di difficoltà temporanea o in condizioni di marginalità incontrandole, accompagnandole e limitando i rischi connessi alla situazione di disagio”.

Educazione e prevenzione. Non manca l’attenzione all’educazione e alla prevenzione: “Accompagniamo lo sviluppo di competenze utili alla tutela del benessere e di supporto nei momenti di difficoltà.

Sosteniamo le scuole, le famiglie e la comunità nel loro ruolo educativo per trovare risposte efficaci nei processi di cambiamento”.

Giovani. Per quanto attiene le politiche giovanili: “Offriamo ai giovani opportunità formative ed esperienziali, li incontriamo nei loro contesti di vita, a scuola, per strada, nel tempo libero e dialoghiamo su paure, rischi e prospettive. Ascoltiamo le loro necessità per sostenerli e coinvolgerli attivamente nelle decisioni che li riguardano, promuovendo la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e la solidarietà”.

Servizi. Sono attivi i servizi consulenziali: “Ci occupiamo di nascite: quella simbolica degli adolescenti nel loro diventare adulti e quella che riguarda i neonati e le loro mamme”.

Prossimità. In ognuno di questi am-

biti è la prossimità la chiave di volta per prendersi cura delle comunità e delle persone. “Per noi c’è prossimità ogniqualvolta creiamo una relazione, quando siamo capaci di dare un nome ai volti e un volto alle storie di vita delle persone. Le relazioni sono sempre bidirezionali, riconoscono a ciascuno la capacità di mettersi in gioco e offrono a tutti l’opportunità di cambiare”. Per rendere concreta la mission è stata creata una rete di interlocutori che sono portatori di interesse nei confronti della cooperativa. “Nel 1996 è nata l’associazione ‘Amici del Calabrone’ che favorisce iniziative di sensibilizzazione e animazione sociale, collaborando con realtà del terzo settore, Comuni, parrocchie e scuole”. Proprio come il calabrone che vola perchè non sa che con la sua conformazione alare rispetto al suo peso non potrebbe volare, così la cooperativa supera i pregiudizi che limitano le libertà, legati al “non si può fare perchè si è sempre fatto così”. “È nelle nostre radici – conclude il presidente Augelli –stare accanto. È nella nostra storia abitare le relazioni, per costruire insieme una città più accogliente”.

Presidente. Alessandro Augelli, presidente della cooperativa sociale “Il calabrone”

appreso come questi religiosi realizzano alcuni prodotti naturali e biologici che spaziano dalle confetture agli unguenti. “Ora sono miei fornitori più di una settantina di monasteri e conventi, non solo italiani, ma anche di Paesi stranieri come Francia, Spagna e Austria. Presto aggiungerò anche prodotti provenienti da monasteri di Portogallo e Slovenia – spiega Bonafini –Realtà che producono quanto io vendo nella mia bottega: si tratta di oltre 600 articoli che spaziano dai cosmetici alle tisane, dalle saponette alle creme naturali, ma soprattutto dolci che richiamano ricordi, che hanno i sapori di una volta, di casa della nonna, mi verrebbe da dire”. Tornando alla mappa, Bonafini spiega anche a chi si è ispirato per crearla: “Ho pensato ai miei nipoti. Volevo una cartina che loro potessero pasticciare come volevano, con annotazioni, la possibilità di aggiungere i loro com-

menti. È in formato A3 e ne ho fatte stampare mille copie su carta semplice, altre duecento su carta pregiata e ne ho già distribuite quasi 700, anche ad alcuni alberghi che le hanno donate ai loro clienti. Dentro ci trovate il frutto dei miei studi sui monumenti, sui numerosi ordini religiosi che c’erano e ci sono in città, su alcune curiosità, sulle trasformazioni subite dai luoghi sacri e su dove siano finite le opere d’arte in essi contenute. Tra gli 85 punti di interesse che ho voluto inserire rientrano ad esempio il San Barnaba, oggi auditorium ma un tempo ricca chiesa che ospitava le spoglie di Ludovico Pavoni e del Venerabile Luzzago; San Zenone all’Arco, sita dietro la Loggia che era la cappella gentilizia dei Maggi e che conserva antichi affreschi bizantini. Manca invece la Cavallerizza – che aggiungerò – che sorgeva su una chiesa dei gesuiti”.

Intervista DI DANIELA ZORAT

Fondazione Casa di Dio

L’efficientamento energetico e il miglioramento sismico

Archiviata per i privati la percentuale del 110% su determinati lavori di ristrutturazione e di miglioramento, le stesse facilitazioni – per una più facile comprensione si parla del “Bonus 110” – è stato mantenuto per le Onlus che fino al 31 dicembre 2025 hanno la possibilità di usufruire di queste favorevoli condizioni per attività di adeguamento e di ammodernamento delle strutture residenziali per anziani e per le persone con disabilità. “Non potevamo non sfruttare queste ultime facilitazioni – ha detto Stefania

Mosconi, direttore generale della Fondazione Casa di Dio ONLUS – e così per le due nostre RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) di Mompiano abbiamo dato avvio a importanti lavori di miglioramento e di ristrutturazione con l’ambizioso obiettivo, del resto dettato dai termini imposti dalle facilitazioni ancora oggi possibili, che tutto sia pronto e completato entro la fine del 2025”. A Mompiano, la RSA “Alessandro Luzzago” e la RSA “Livia Feroldi” (ambedue in via Lama) avevano

Santi Faustino e Giovita:

scoperte sette lapidi

Si tratta della sepoltura di esponenti di alcune

nobili famiglie bresciane

Erano lì da secoli, coperte e nascoste alla vista dei fedeli dall’enorme pedana di legno che occupava buona parte del presbiterio della chiesa di San Faustino e Giovita, sulla quale era poggiato l’altare. Sono sette lapidi relative a sepolture di altrettanti appartenenti a nobili famiglie bresciane, morti in epoche diverse tra il 1500 e il 1700, probabili benefattori vista la posizione dei loro sepolcri davanti all’altare. Sono poste tutte l’una accanto all’altra, con una cifra stilistica molto simile e, probabilmente, sono state ricollocate nel presbiterio in epoca successiva. Vi sono incisi cognomi quali Foresti, Soncini e Bernardi. Una, a detta del parroco, mons. Gianbattista Francesconi, è molto interessante. “Si tratta di quella di Bernardo Bernardis datata 1743spiega - lo stesso anno del grande incendio che distrusse abside e coro, dopo il quale vennero chiamati artisti quali Tiepolo e Mingozzi per ridecorare la chiesa”. La pedana era stata piazzata negli anni Settanta − Ottanta, ma “nessuno immaginava che sotto ci fossero quelle lastre di marmo e quelle sepolture, anche perchè la tomba degli abati del monastero benedettino, che era legato alla chiesa, si trova in un

bisogno di importanti interventi in termini di efficientamento energetico e di adeguamento delle strutture per la riduzione del rischio sismico. “Lavori importanti e impattanti con la nostra quotidianità – ha poi illustrato la direttrice Mosconi nel corso della conferenza stampa di presentazione di questi lavori – tenendo ben presente che nelle due strutture di Mompiano i nostri assistiti residenti sono oltre 220 e nessuno di loro sarà spostato dall’attuale ubicazione”. “Queste due nostre strutture

Appuntamenti

DI STEFANO VOLTOLINI

Dal 29 agosto al 6 settembre, nel cuore di Brescia, il Centro Culturale Pier Giorgio Frassati si prepara a dare il via all’edizione 2024 de “Il Portico”, un appuntamento culturale che, negli anni, si è affermato come un’importante occasione di riflessione sulla condizione spirituale e sociale del nostro tempo.

di Mompiano – ha sottolineato Irene Marchina, presidente della Fondazione Casa di Dio ONLUS –hanno una superficie di quasi 20mila metri quadri che corrispondono a circa 170 appartamenti: solo questo dato dà il senso di un intervento che è davvero importante e impattante a vari livelli. Il costo di questi lavori presso le due RSA di Mompiano ammonta a oltre 30 milioni di euro ed è prevista la rigida osservanza dei tempi imposti dall’attuale norma. Questo ha imposto alla

Direzione della Fondazione Casa di Dio ONLUS una scelta di partner di prim’ordine. “Abbiamo ricevuto dalla Fondazione l’incarico di seguirli nel coordinamento di questo progetto – ha detto Alberto Bartoli di GENCOS – e la nostra esperienza ci ha permesso di confrontarci con tutti, dovendo sempre mantenere presente le rigide norme di controllo, di tempi per un risultato di assoluta qualità sostanziale e formale che deve caratterizzare ogni progetto di questo tipo”. (Luca Scarpat)

sacello davanti all’altare dedicato a San Benedetto”. Non appena il pavimento dell’edificio sacro è tornato visibile e ha mostrato le lapidi, mons. Francesconi ha contattato gli esperti del settore e ha inviato una comunicazione alla Soprintendenza. Ma perché don Gianbattista ha deciso di spostare la pedana? La sua spiegazione contiene un ulteriore elemento di sorpresa. “Dopo aver sentito il Consiglio pastorale e la stessa Soprintendenza ho voluto esaudire il desiderio del vescovo Tremolada, di far diventare ufficialmente una basilica la chiesa dedicata ai Patroni”. Al momento infatti sono i fedeli che, per la loro devozione, l’hanno sempre chiamata “basilica” e di fatto, insieme alla Cattedrale e al Duomo Vecchio, è una delle chiese più importanti della città. Per dare però la corretta definizione (secondo i canoni ecclesiastici) di basilica ad un edificio sacro servono una serie di requisiti, uno dei quali è l’altare fisso. “Per questo abbiamo spostato la pedana e l’altare posto al di sopra, così da poter studiare meglio un progetto da presentare alla Cei e alla Curia per un nuovo altare conciliare che non si possa più spostare. Togliendo quel palco - continua il parroco di San Faustino - abbiamo anche avvicinato e riordinato i banchi sui quali siedono i fedeli. Non solo. Ho voluto spostare il reliquiario contenente le ossa dei Patroni posizionandolo sotto l’altare attualmente esistente in modo che sia visibile sempre e non solo in occasioni speciali come la festa a loro dedicata o alcune giornate a Pasqua. Prima le ossa dei Santi erano conservate a lato dell’altare, vicino a quelle di Sant’Onorio”, considerato protettore di chi soffre di emicrania.

Titolo. Il titolo di quest’anno, “C’era la cattiveria anche al tempo dei romani, ma Gesù venne e fece il cristianesimo”, trae ispirazione dal testo Veronique di Charles Péguy e invita a un confronto profondo su una domanda di fondo: quale ruolo può avere oggi il cristianesimo in una società apparentemente smarrita? Péguy, attraverso il dialogo tra l’anima toccata dalla grazia e la potenza della storia, evidenzia un profondo senso di estraneità rispetto a una visione della storia come mero prodotto di forze oscure e corrotte. La storia, secondo Péguy, è stata salvata dall’avvento di Cristo, la cui incarnazione ha interrotto la deriva umana, riaprendo un sentiero verso Dio. Questo evento ha trasformato la condizione umana da vagabonda e orfana a quella di un’umanità ritrovata e redenta. Il cristianesimo, quindi, non è solo una risposta al male, ma è la via attraverso la quale la salvezza si è storicamente realizzata. Questa prospettiva storica, tuttavia, sembra essere oscurata dalla modernità, che ha tentato di sviluppare un mondo prospero senza Cristo. Il pensiero contemporaneo, secondo Péguy, ha infatti sradicato il cristianesimo dalla sua base storica e spirituale, negando l’importanza dell’incontro tra l’eterno e il temporale. La sfida lanciata da “Il Portico” 2024 è se sia possibile, nella nostra epoca, riaprire l’ipotesi del cristianesimo come risposta alla complessità e alla crisi morale che caratterizzano la società contemporanea. Un umanesimo immanentista, che cerca redenzione e salvezza nella tecnica e nel progresso, sembra convivere con paradossi inaccettabili: guerre, ingiustizie e violenze coesistono con un’umanità che pretende di trovare l’inclusione nelle ideologie, anziché nella comunione e la verità nelle opinioni. Il cristianesimo, vissuto nella sua autenticità, propone una via diversa, capace di elevare ogni forma di religiosità e spiritualità verso un bene armonizzato con l’umano. Come sottolineava Joseph Ratzinger, il cristianesimo offre la misura del vero umanesimo, una fede che non segue le onde delle mode, ma è radicata nell’amicizia con Cristo, capace di discernere tra vero e falso. Nel contesto di questa riflessione, “Il Portico” si propone di stimolare una critica costruttiva sul ruolo della spiritualità nella società contemporanea. La manifestazione punta a verificare se la fede cristiana possa ancora offrire risposte valide ai problemi odierni, sfidando l’idea che l’emancipazione dal cristianesimo sia una condizione per il progresso umano. La società moderna,

L’avvento di Cristo nella storia

Appuntamento dal 29 agosto al 6 settembre con l’edizione 2024 de “Il Portico” promossa dal Centro Culturale Pier Giorgio Frassati

A SINISTRA FRANCO NEMBRINI DURANTE UNA PASSATA EDIZIONE DE “IL PORTICO”

afferma Péguy, non è solo un mondo di cattivo cristianesimo, ma è un mondo scristianizzato, un disastro in cui le miserie umane non sono più cristiane. Questo disastro si manifesta in una cultura che ha perso il contatto con le radici spirituali della propria esistenza, cercando di costruire una civiltà prospera senza il riferimento a Dio. “Il Portico 2024”, con la semplicità e lo slancio che caratterizzano le attività del “Centro Culturale Pier Giorgio Frassati”, offre un percorso di riscoperta della pretesa cristiana come via di salvezza per l’uomo. Non si tratta di rinchiudere l’umanità in un sistema di norme e morali rigide, ma di elevare l’esperienza umana, spirituale e intellettuale verso un bene comune, in armonia con la verità e la giustizia. Il cristianesimo autentico non cerca di accusare il mondo, ma di salvarlo, come fece Gesù nonostante la cattiveria dei suoi tempi. Oggi più che mai, in un mondo segnato da divisioni e sofferenze, “Il Portico” propone di riscoprire questa via di salvezza, rendendo il cristianesimo nuovamente presente, umanamente interessante e conveniente per l’uomo che non voglia rinunciare al compimento delle proprie attese e all’uso pieno della ragione. “Il Portico 2024” non è solo un evento per credenti,

ma un invito aperto a tutti coloro che desiderano confrontarsi con le grandi domande del nostro tempo. Con un programma ricco di conferenze, testimonianze e momenti di riflessione, la manifestazione mira a coinvolgere un pubblico ampio e diversificato, dagli studenti agli accademici, dai professionisti alle famiglie, dai giovani agli operatori pastorali. Gli eventi includono: il 29 agosto la conferenza dal titolo “C’era la cattiveria anche al tempo dei romani, ma Gesù venne e fece il cristianesimo” con Luciano Zanardini, direttore de “La Voce del Popolo” e don Andrea Dotti, presso il Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia. Si prosegue il 3 settembre con l’incontro “Non esistono ragazzi cattivi” alla presenza di don Claudio Burgio, fondatore dell’associazione Kayrós, sempre al Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia. Il 6 settembre è invece in calendario il Concerto-testimonianza della band Reale presso il Teatro Santa Giulia di Brescia (tutti gli incontri si terranno alle 20.45). In un’epoca in cui la confusione regna sovrana, “Il Portico 2024” si pone come un faro, illuminando la strada per una riscoperta della fede cristiana non come un retaggio del passato, ma come una risposta viva e attuale alle sfide della modernità.

Brescia
DI ROSA AGNELLI
LE LAPIDI CHE ERANO NASCOSTE DALLA PEDANA

IL CAMPANILE

E LA PIAZZA

venturelli@lavocedelpopolo.it

Verso l’Up

Nel nome di San Giovanni Paolo II

Una data precisa ancora non è stata segnata sul calendario, ma che l’erigenda unità pastorale verso cui stanno camminando le comunità di Milzano, Pralboino, Seniga e Comella possa ufficialmente vedere la luce nel corso del 2025 è qualcosa in più di una semplice ipotesi. Il cammino, come ricorda anche don Zavaglio in questa pagina, è avviato da tempo e diverse sono le iniziative che si tenta di realizzare insieme. La prima, e più evidente, è la realizzazione di un solo giornale delle comunità. “Il Ponte”, questo il titolo significativo scelto per il periodico, è già segno del percorso che le comunità stanno affrontando, dando spazio alla presentazione della vita e delle iniziative delle comunità coinvolte, perché le stesse possano crescere nella conoscenza reciproca, requisito essenziale per l’efficacia del cammino intrapreso. In attesa della costituzione ufficiale, c’è già l’intitolazione scelta a illuminare il cammino dell’Up. Sarà dedicata a San Giovanni Paolo II, in virtù dei suoi legami giovanili con Seniga.

Sandra Filippini è sindaco di Milzano dallo scorso anno. Per raccontare la sua comunità non si affida soltanto all’analisi dei primi dodici mesi trascorsi con la fascia tricolore addosso. “Sono nata e cresciuta a Milzano, qui esercito la professione di farmacista –afferma –, conosco la comunità che è grande per attenzione e disponibilità a quelli che sono i suoi bisogni a dispetto delle sue piccole dimensioni (gli abitanti sono poco più di 1.700, ndr). Il primo anno da Sindaco non ha fatto altro che confermare, accrescendolo ancora di più, il giudizio estremamente positivo che da sempre ho della mia gente”. A riprova del quadro lusinghiero appena tracciato, Sandra Filippini porta l’esempio dei tanti che si sono messi a disposizione per la realizzazione della nuova sede della scuola dell’infanzia.

“A Milzano questo importante servizio – ricorda al proposito – era ospitato in una struttura non più idonea. C’era un progetto che prevedeva la realizzazione di una nuova scuola. Abbiamo

Via Usignolo

La nuova santella per Maria Ausiliatrice

Nelle scorse settimane la parrocchia di Milzano ha vissuto un momento particolarmente intenso. In via Usignolo, in uno spazio messo a disposizione dal Comune, è stata benedetta una nuova santella dedicata a Maria Ausiliatrice. Come ha scritto il parroco sull’ultimo numero de “Il Ponte”, il periodico dell’erigenda unità pastorale che, con Milzano, vedrà camminare insieme Pralboino, Seniga e Comella, “la santella è il segno dell’attenzione ai segni del sacro che

VENTURELLI

“Dal punto di vista religioso, il nostro territorio risente decisamente della tradizione cristiana, che continua soprattutto negli anziani, ma respira abbondantemente anche il clima tipico di questo nostro tempo”. Così don Giancarlo Zavaglio, parroco dal 2022, inizia la descrizione della parrocchia di Milzano. Anche in quest’angolo di Bassa, continua il sacerdote con una lettura estremamente oggettiva, occorre prendere in considerazione i sentimenti di indifferenza religiosa. Nonostante tutto, però, i segnali a cui guardare con attenzione non mancano, a partire, continua don Zavaglio, “dal forte legame che la comunità ha con alcune tradizioni ancora molto radicate, alla pratica religiosa e alla partecipazione alla vita della comunità che, seppure in calo come nella stragrande maggioranza delle parrocchie della Diocesi, ancora reggono”. È positivo, continua il parroco nel racconto della comunità di Milzano, che sia ancora molto elevata la frequenza dei ragazzi ai cammini di Icfr pensati per loro. “Un po’ meno – sottolinea il sacerdote – è quella dei genitori, soprattutto dei papà…”. La chiesa parrocchiale e l’oratorio, sono ancora considerazioni del parroco, anche a Milzano, continuano a essere punti di riferimento importanti per la comunità”.

Oratorio. L’oratorio, in particolare – continua don Zavaglio –, è diventato un punto aggregativo per ragazzi e giovani che lo frequentano solo per il gioco. La sfida che dobbiamo assumere è quella di farli riavvicinare alla vita liturgica e comunitaria della parrocchia”. Come segno e strumento dell’attenzione

sono espressione della riscoperta di un sentimento religioso” che da secoli permea la spiritualità della comunità milzanese. La nuova santella è proprio frutto di questa spiritualità che si è tradotta in dono. Il milzanese Andrea Zani, infatti, si è fatto carico della sua realizzazione e l’ha donata alla comunità. Nel corso della benedizione è stato ancora don Zavaglio a esprimere i sentimenti di gratitudine dei milzanesi a Zani. “Vogliamo esprimergli il nostro

riconoscimento e il nostro plauso – sono state le sue parole – perché questa santella vivifica il sentimento religioso e ci mostra l’amore verso quanto i nostri antenati ci hanno lasciato, invitandoci a riscoprire le nostre insopprimibili radici cristiane”. La nuova santella dedicata a Maria Ausiliatrice, collocata tra le strade e le case di Milzano, rappresenta il segno di una fede semplice, giunta sino a noi dal passato, da riscoprire e valorizzare.

MILZANO

È

arrivato il tempo delle

sfide

Don Giancarlo Zavaglio: “Non è questo il tempo della rassegnazione. C’è da camminare e da costruire: una prospettiva che non ci spaventa”

all’aspetto caritativo della comunità cristiana, a Milzano, esiste la Caritas parrocchiale. “L’attività principale – racconta il parroco –è rappresentata dall’ascolto delle persone bisognose a cui, a seconda dei casi, vengono offerti vari servizi: pacchi viveri, buoni spesa, pagamento bollette, aiuto nella ricerca di lavoro”. Positiva, nel quadro tracciato da don Zavaglio, è anche la presenza di altri gruppi determinanti per la vita della parrocchia, come quelli dei catechisti, dei chierichetti, dei lettori, dei volontari e del coro parrocchiale. Da due anni

Disponibilità all’aiuto e al confronto caratterizzano, secondo il sindaco Sandra Filippini, la popolazione di Milzano

però preferito acquistare un immobile messo all’asta e recuperarlo con questa nuova destinazione. Completati gli interventi strutturali, resta da pulirlo e dargli gli ultimi tocchi perché potesse accogliere i suoi piccoli ospiti, compresi quelli dell’asilo nido di nuova attuazione. Sono rimasta sorpresa dal numero delle persone che si sono volontariamente messe a disposizione per questo servizio”. Tra queste anche la stessa sindaca che, chiusa l’intervi-

sta e svestita la fascia tricolore, ha preso spazzettone e stracci per dare il suo contributo, “perché – afferma – non si può chiedere la disponibilità agi altri senza mettersi in gioco in prima persona”. C’è, però, un’altra caratteristica che, insieme alla disponibilità all’aiuto, qualifica, secondo la prima cittadina, la comunità di Milzano ed è quella del confronto e del dialogo. “Si tratta di una dimensione – ricorda ancora Sandra Filippini – che ha sicuramen-

a questa parte la parrocchia di Milzano ha iniziato a camminare insieme a quella di Pralboino. “Segnali positivi di questa esperienza – sottolinea don Zavaglio – sono i cammini di Icfr ormai unificati, la realizzazione della Via Crucis vivente, i Santi Rosari, i pellegrinaggi e la realizzazione di un giornale della comunità interparrocchiale”. Anche a Milzano, come altrove, ci sono situazioni che chiamano la comunità parrocchiale a una riflessione. “Assistiamo – afferma al proposito don Zavaglio – a un calo della frequenza ai sacramenti come pure delle cele-

te tratto vantaggio anche dalla mia professione di farmacista che per ri spondere al meglio alle domande della gente deve naturalmente ascoltare e comprenderne i bisogni. Gli anni tra scorsi dietro il bancone della farmacia mi hanno sicuramente aiutata a com prendere l’importanza dell’ascolto at tento. Allo stesso modo, hanno anche aiutato progressivamente la gente a esporre in modo sempre più chiaro i bisogni. Tutto questo ha facilitato i rapporti sul piano amministrativo”. Questa “facilità” di rapporti, uno de gli ultimi aspetti “belli” di Milzano evidenziati dal Sindaco, insieme al grande contributo dato dal mon do del volontariato alla vita della comunità, aiuta anche il paese a camminare individuando progetti e obiettivi che veramente possano essere utili alla gente. “Milzano –conclude il Sindaco – non ha biso gno di grandi opere, ma di progetti e iniziative che aiutino a rafforza re il livello della concordia locale. E da questo punto di vista siamo sulla strada giusta”.

brazioni del matrimonio cristiano. Dobbiamo, poi, prendere atto della presenza sempre più diffusa di una mentalità individualistica”. Anche quelle manifestazioni che in passato riuscivano ad agganciare tutta la comunità, prosegue il parroco nella sua analisi, come feste e sagre, oggi fanno un po’ più fatica. Queste piccole criticità, però, non sono un alibi. E don Zavaglio lo ribadisce con determinazione: “Nonostante la fatica non è questo il tempo della rassegnazione. C’è da camminare e da costruire: una prospettiva che non ci spaventa”.

Il Sindaco

“Festa della famiglia”: dal 14 al 18 agosto

Torna, come ogni anno, la Festa della famiglia all’oratorio San Giovanni Bosco di Faverzano con una ricca proposta culinaria e di intrattenimento per adulti e bambini. Ecco il programma: mercoledì 14 agosto, serata “Musica Rock Internazionale con il gruppo “25° H”; giovedì 15 agosto, alle 12, ristorante aperto con possibilità di asporto per spiedo e trippa (info e prenotazioni 339 2521868 ), in serata “Tributo ai Nomadi” con il gruppo “Onda Nomade” e fuochi d’artificio; venerdì

16 agosto, in serata intrattenimento e karaoke con Alberto Superstar e laboratori per bambini con il Mago Dorian. Si prosegue sabato 17 con una serata dedicata al ballo liscio con “Beppe e gli amici”. Domenica 18, alle 9, è la volta del Motoraduno, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale (iscrizioni dalle 8 alle 12). Il ristorante è aperto con possibilità di asporto per trippa e spiedo (info e prenotazioni 339 7003886 ). La giornata si chiude in serata con il ballo liscio dell’orchestra “Pierluigi Picozzi”.

Verolanuova Notte di

San Lorenzo

Sabato 10 agosto, notte delle stelle cadenti, l’Associazione “E20 Al parco”, con il patrocinio del Comune di Verolanuova organizza l’evento “Notte di S. Lorenzo” presso il Parco comunale Angelo e Lina Nocivelli di Verolanuova. Solo per una notte, tutte le luci del parco, resteranno completamente spente per permettere di ammirare lo spettacolo delle stelle cadenti, in un’atmosfera magica. È consigliato portare stuoie, coperte, torce elettriche e quant’altro faccia stare comodi. L’ingresso è libero. Info: 351817610.

Torna passi di luce e di pace

Una camminata con partenza dal Santuario della Formica fino alla Pieve di Corticelle, con poesie, riflessioni e animazione per famiglie

Manerbio DI VIVIANA FILIPPINI

Torna il tradizionale appuntamento con “Passi di luce e di pace”, iniziativa dedicata alla figura di San Lorenzo, patrono della parrocchia di Manerbio. Appuntamento venerdì 9 agosto con il cammino in compagnia, con voci, stelle e attimi di riflessione quando, dalle 18, al Santuario della Formica di Offlaga ci saranno l’accoglienza dei partecipanti al cammino, che riceveranno un biscotto a forma di stella, informazioni sulla figura di San Lorenzo e sulla notte a lui dedicata, uniti ai saluti delle autorità.

Passeggiata. Alle 18.30 prenderà il via la passeggiata che partirà dal santuario della Formica di Offlaga e si svilupperà lungo il Mella, in direzione della Pieve di Corticelle di

Dello, nota anche come Santa Maria della Formigola.

Camminata. La camminata è promossa dai Comuni e dalle parrocchie di Manerbio, Offlaga e Dello, con la partecipazione dell’associazione degli Amici della Formigula di Dello e di Legambiente. Durante il percorso, ci saranno momenti di riflessione, letture di poesie e anche di osservazione del paesaggio, grazie alla presenza di Livio Pagliari, esperto di erbe, e di Legambiente-Valle dell’Oglio, che racconterà le caratteristiche del territorio della Bassa Bresciana.

Partecipanti. All’arrivo alla Formigola di Dello, verso le 20, i partecipanti saranno accolti dagli Amici della Formigula, associazione nata con il fine di promuovere il restauro e la valorizzazione dell’antica Pie-

La Croce Verde promuove un corso per impararne l’uso in modo corretto

Dopo il buon esito dello scorso anno, la Croce Verde di Quinzano d’Oglio promuove la seconda edizione del “Corso gratuito per l’uso del defibrillatore in caso di emergenza”, rivolto a tutta la popolazione quinzanese. Il corso servirà per imparare a usare in

modo corretto il defibrillatore, uno strumento che, utilizzato correttamente, può salvare la vita. I due incontri sono rivolti a tutti e per partecipare è possibile iscriversi entro il 29 agosto mandando una mail a tributi@ comune.quinzanodoglio.bs.it

Cascina Fabbrica di AB: modello virtuoso

A Orzinuovi

ve della Formigola di Corticelle di Dello. Qui, i camminatori potranno cenare al sacco e durante il corso della serata, oltre a guardare le stelle nel firmamento e assisteranno a momenti di intrattenimento per le famiglie.

Adesioni. Le adesioni si raccolgono all’ufficio parrocchiale manerbiese allo 030.9938138 o contattando la biblioteca civica allo 030.9387292. In caso di pioggia la camminata sarà annullata. “Passi di luce e di pace” è un evento molto sentito che coinvolge persone che camminano in compagnia immerse nel mondo della natura, a contatto con le stelle e la campagna, partendo e arrivando da due luoghi che affondano le loro radici in ere antiche.

Formicola. Il punto di partenza di “Passi di luce e di pace” è la chiesa della Formica di Offlaga che nacque prima come oratorio e luogo di preghiera e poi divenne chiesa già presente nel XVI secolo, come testimoniano gli studi fatti sulle fondamenta risalenti, a quanto sembra, al 1542, mentre la struttura odierna è nata da una serie di lavori di riedificazione risalenti al 1779.

Pieve. Il punto di arrivo è la Pieve di Corticelle, meglio nota come Santa Maria della Formigola, nella campagna bresciana e con antiche origini medievali, anche se, dagli scavi archeologici effettuati nel corso degli anni, sono emersi, nell’area sotto l’architettura della Pieve paleocristiana, i resti più antichi di una villa rustica risalente all’epoca romana.

l’economia circolare è realtà: bioenergie, benessere animale e gestione del “digestato”

Leader nella sostenibilità energetica, dalla cogenerazione ai biocombustibili, l’azienda “AB” fa dell’eccellenza nelle soluzioni e nel servizio i punti di forza della propria offerta a livello internazionale. Il cuore della ricerca, della produzione e dell’evoluzione sul campo delle proprie tecnologie resta, però, ben radicato sul territorio, nel vero senso della parola. A fungere da ambito privilegiato per sperimentare e testare direttamente le soluzioni dedicate all’economia circolare è “AB Ambiente”, società agricola con sede ad Orzinuovi, situata a fianco dell’“headquarter” di AB, dove sono in funzione gli impianti pilota di produzione di biogas e biometano. “AB Ambiente” include anche la realtà di Cascina Fabbrica, l’azienda agricola composta da un allevamento di 700 bovini, di cui 400 capi in lattazione e circa 200 ettari di terreni in coltivazione diretta. Bioenergie, benessere animale e gestione all’avanguardia del “digestato” sono le tre matrici principali che fanno

di questo vero e proprio laboratorio a chilometro zero un modello virtuoso in termini di economia circolare e di percorso verso la negatività carbonica nella produzione del latte. Nata e voluta accanto al polo industriale di AB, a sottolineare le origini contadine della famiglia del fondatore, Angelo Baronchelli, Cascina Fabbrica fa della garanzia del benessere animale uno dei focus principali, grazie a sistemi all’avanguardia. Robot per la mungitura posizionati in punti strategici della stalla permettono ai capi in lattazione di farsi mungere quando ne sentono la necessità. Sussiste, poi, il monitoraggio della salute degli animali attraverso software appositi, una vitellaia alimentata attraverso un sistema ingegnerizzato che monitora il corretto nutrimento degli animali. Sono solo alcuni degli esempi di tecnologie applicate alla stalla. “Vogliamo essere un esempio concreto e un modello anche per i nostri clienti, toccando con mano le possibili problematiche e le diverse soluzioni per gestire un’azienda agricola nel 2024, mantenendo come priorità l’economia circolare, le bioenergie, il benessere degli animali e il rispetto del territorio – afferma Angelo Baronchelli, Presidente di AB –. Cascina Fabbrica è la dimostrazione che si può e si deve gestire un’azienda agricola in modo efficiente e virtuoso, sia dal punto di vista economico sia ambientale”.

oppure a ecologia@comune. quinzanodoglio.bs.it. Il corso si terrà alle 20.30, il 9 settembre con lezione teorica e il 12 settembre con lezione pratica, nella Sala Consiliare, al primo piano del Palazzo Municipale, con ingresso dai portici di Via Risorgimento, a Quinzano. Pur restando due le serate di lezione necessarie al conseguimento dell’attestato, in base al numero di iscritti, potrebbero essere fissate più date relative alla lezione pratica, per suddividere il gruppo e svolgere al meglio

la formazione. Maggiori informazioni all’Ufficio Tributi ed Ecologia allo 030.93.32.32 - Int. 5. Non solo, perché la Croce Verde di Quinzano, in collaborazione con il centro di formazione Anpas Lombardia, organizza anche la 25ª edizione del “Corso di primo soccorso”, gratuito e aperto a tutti. Gli incontri formativi partiranno il 23 settembre, il lunedì e giovedì dalle 20.30, nella sede della Croce Verde, in Via Suor Laura Aceti a Quinzano. Per informazioni, mandare un’email a cvquinzano@gmail.com.

LA PIEVE DELLA FORMIGULA
LA STRUTTURA

Annunciatori miti e forti del Vangelo

La comunità di Castenedolo si sta preparando a vivere la festa del suo patrono, San Bartolomeo, che si celebra il 24 agosto e che diventa occasione per rinsaldare il senso di comunione e aggregazione. L’avvio delle celebrazioni è fissato per mercoledì 21 con la Messa solenne e la processione dell’effige del santo per le vie del paese. Oltre ai momenti di convivialità e socialità tra stand gastronomici e concerti, altri appuntamenti significativi sono la Messa solenne di sabato 24 presieduta da don Pierangelo Belleri nel 50° di ordinazione

sacerdotale alla presenza di tutti i sacerdoti castenedolesi che hanno prestato servizio in parrocchia e la Messa di domenica mattina con lo scambio di doni tra il sindaco e l’arciprete. Nella chiesa parrocchiale, peraltro, è conservata una splendida tela di Francesco Hajez che rappresenta il martirio di San Bartolomeo ed è partendo da quest’opera che il parroco, don Roberto Soncina, spiega la festa. “Bartolomeo era uno degli apostoli, chiamato anche Natanaele –afferma il sacerdote – , e nell’opera di Hajez si percepisce la forza della sua

testimonianza fino all’estremo dono di sè per amore del Maestro. La nostra comunità deve cercare di rimanere fedele, lei stessa, nel cammino del tempo, allo spirito col quale l’apostolo ha conosciuto, seguito e amato il Signore”. San Bartolomeo fu descritto da Gesù come “un israelita in cui non c’è la falsità” perchè vedendolo domandò se mai potesse venire nulla di buono da Nazareth. “La franchezza, la verità e la dinamicità della fede – continua don Soncina – vorremmo fosse ancora ciò che anima la nostra capacità oggi, come comunità cristiana,

di offrire la nostra fedeltà a Cristo”. Con questo spirito Castenedolo desidera onorare la testimonianza e il martirio del patrono, “affinchè possa rendere anche noi annunciatori miti e forti del Vangelo nel mondo di oggi”. Ecco che nella processione del 21 si legge la “testimonianza visibile della nostra fedeltà; nel ricordo degli anniversari sacerdotali un’occasione per esprimere gratitudine al servizio e nello scambio di doni tra sindaco e arciprete una rinnovata collaborazione tra cosa pubblica e parrocchia, nel segno di un comune cammino”. (d.z.)

In festa per San Bartolomeo...

L’inaugurazione ufficiale della Fiera è in programma venerdì 23 agosto. Domenica 25 verranno celebrate le Sante Messe in memoria del Patrono

morial Mario Firmo”, evento sportivo organizzato da Cameb su circuito cittadino e partenza da Piazza Martiri della Libertà. Alle 19, apertura dello stand gastronomico e, alle 20.30, la consueta premiazione delle attività produttive della cittadina. Alle 21, spettacolo musicale con l’orchestra “I Rodigini” e chiusura alle 22.30 con ricorrenze religiose che si protrarranno nelle stesse giornate, dal 23 al 25 agosto. Venerdì, alle 8.30, si aprirà con la Santa Messa e, nel pomeriggio, alle 17, ci sarà l’adorazione eucaristica per chiudere, sempre alle 18.30, con un’altra celebrazione liturgica. Il 24, solennità di San Bartolomeo, alle 8.30, è in programma la cerimonia religiosa che verrà celebrata anche alle 18.30 con la presenza delle autorità:

ne, partendo da piazza della Chiesa

za Europa, via Baronchelli, via San Francesco per giungere nuovamenterà alla benedizione con la reliquia del Santo e la consegna del Premio San Bartolomeo 2024 organizzato comevanni Battista. Domenica alle 8, alle 9.45, alle 16 e alle 18.30, ci saranno altre Sante Messe in memoria delsultabile sulla pagina Facebook e sul sito della Pro Loco Carpenedolo.

Malga Vaia

La vita in alpeggio non dimentica San Giacomo

San Giacomo è festa tradizionale negli alpeggi nella quale si pagano i mandriani per la custodia degli animali nei pascoli, come accaduto anche a Malga Vaia di Bagolino, al confine tra Vallecamonica, Valtrompia e Valle del Caffaro. Una malga che riesce a contenere gli oltre 500 animali portati qui in transumanza da Artogne, attraverso i pascoli alti, da Domenico Alessi, Minighì per tutti, a fine giugno per tornare ad Artogne a fine settembre. Oltre ai 25 magnifici avelignesi, alle 70 capre, Domenico e il figlio Giacomo curano

con successo le 180 bovine da latte, che mungono due volte al giorno, e oltre 200 tra manze e vitelli. Qui producono un ottimo “Formaggio Vaia”, un nostrano dal colore giallo intenso, che viene stagionato in gran parte a Collio, in parte anche ad Artogne. Formaggio da polenta gialla, o di grano saraceno o taragna alla triumplina (con briciole di salame bollito), come proposto nella bella malga nel giorno di S. Giacomo, festa che vuole onorare anche alcuni onomastici importanti della famiglia Alessi. La festa di S. Giacomo ha visto presente

VALLECAMONICA

anche don Angelo Marchetti, parroco dell’Unità pastorale della Valsaviore, ha voluto festeggiare con la Messa dedicata al Santo martire a Malga Vaia, con i suoi parrocchiani di un tempo e amici per sempre. Domenico e Giacomo torneranno a casa a settembre, passando per le malghe del Dasdana, le Sette crocette, la foresta della Valgrigna, il Bassinale, quindi si divideranno: le manze, con capre e cavalli, rimarranno ancora alcuni giorni a Fontanasesa di Palot mentre le bovine da latte torneranno ad Artogne. (Davide Alessi)

Invocando il Santo protettore

È particolarmente diffuso anche nei paesi della Vallecamonica il culto di San Rocco, che si festeggia il giorno dopo Ferragosto, il 16. Ed è il Santo patrono, tra gli altri, di Monte di Berzo Demo, piccola parrocchia della Valsaviore che da settembre sarà guidata da don Angelo Marchetti, e ora retta da don Ermanno Magnolini. La raffigurazione di san Rocco, da quelle più semplici e popolari fino a quelle dei grandi maestri dell’arte, è una delle più celebrate nell’ambito dell’iconografia cristiana: viene sempre raffigurato in compagnia di un cane. Prima di spirare, il Santo (nato a Montpellier in Francia tra il 1345 e il 1350 e morto ad Angera, Varese, il 16 agosto tra il 1376 e il 1379), terziario francescano, aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome.

Due giorni di celebrazioni. Qui sono in programma due giorni tra celebrazioni e intrattenimento, il 16 e il 17 agosto prossimi, organizzati dall’Associazione Ere da Nadal dal

Il giorno della festa patronale, venerdì 16, si terrà la processione con la fiaccolata

San Rocco è il patrono, tra gli altri, di Monte di Berzo Demo, piccola realtà della Valsaviore, che ha organizzato due giorni di celebrazioni e di festa

Mut e dalla parrocchia, in collaborazione con il Gruppo Alpini, il Comune e la Pro Loco. Il giorno della festa patronale, venerdì, si terrà la processione con fiaccolata per le vie del suggestivo paesino, alle 19. A seguire verrà allestita una tavolata per la cena, sempre per le vie del borgo, caratterizzato dalle cosiddette ére, gli spazi rurali dove si svolgeva la vita quotidiana dei contadini di montagna.

Il forno a legna. Alcune di esse sono mantenute come se il tempo si fosse fermato, e in una delle case è conservato il “furan dal pà”, forno a legna che verrà acceso sia venerdì che sabato con possibilità di acquistare il pane appena sfornato dai ragazzi che lo custodiscono. Per prenotare la cena a base di spiedo, casoncelli e altri piatti tipici è necessario contattare il numero 3459617273.

L’intrattenimento. Il tutto sarà allietato dai canti popolari del Grup-

po Com’eravamo e dalla tombolata in compagnia. Il giorno dopo la festa riprenderà alle 16 con tornei di carte e di “beerpong”. Alle 20.30 verrà servita una cena non propriamente camuna, a base di paella e sangrìa, sempre alle tavolate allestite in centro storico. Per chi ama i sapori locali non mancheranno pane e strinù, panino e porchetta o tagliatelle ai funghi. La serata proseguirà con la cover band Leghe Leggere, tra musica e canti. Il ricavato. Il ricavato dell’intera manifestazione verrà devoluto alla parrocchia di Monte, per opere e finalità utili alle sue strutture. La rassegna invernale. L’Associazione Ere da Nadal dal Mut proprio in questi giorni ha già annunciato le date dell’omonima rassegna invernale, che anticipa le feste natalizie, giunta alla 20ª edizione: i mercatini di Natale si terranno il 6, 7 e 8 dicembre e i preparativi sono già iniziati.

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Palazzolo sull’Oglio

ponte da 20 milioni di euro

Atteso da tempo, comincerà, a breve, a prendere forma il nuovo ponte di attraversamento del fiume Oglio a Palazzolo, lungo la SP 573. Il vecchio manufatto, su cui erano state riscontrate alcune criticità, continuerà a servire la viabilità nel corso dei lavori, seppur con qualche restrizione, necessaria per risolvere le interferenze per la realizzazione del nuovo ponte. In particolare, è prevista la parziale demolizione dal basso di una porzione laterale della travata di impalcato, con conseguente restringimento della carreggiata utile disponibile. Con

l’avanzamento dei lavori, si procederà con ulteriori interventi di demolizione che, prestando attenzione ad arrecare il minor danno possibile all’alveo del fiume e garantendo le necessarie condizioni di sicurezza, saranno completati quando sarà possibile dirottare in via definitiva il traffico sulla nuova sede stradale. Il nuovo manufatto, che avrà una lunghezza di 236 metri, lungo i quali saranno realizzati anche un marciapiede e una pista ciclabile, avrà un impalcato, inferiore a 2 metri, di calcestruzzo e acciaio. La campata centra-

Comunità in festa per San Lorenzo

Il prossimo

10 agosto la Santa Messa sarà presieduta dal vescovo Tremolada

La parrocchia dello Zocco, facente parte con Erbusco e Villa Pedergnano dell’Unità Pastorale di San Bonifacio, celebra il suo Santo Patrono: Lorenzo. Il diacono Lorenzo (225 - 258) era stato scelto da papa Sisto II per assistere i poveri, gli orfani e le vedove della Diocesi di Roma. Anche se rimane nella leggenda la sua morte sulla graticola, certo è che, Lorenzo, è morto martire per Cristo. L’Imperatore Valeriano, nel 258 d.C., emanò un editto che prevedeva fossero messi a morte tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Il 6 agosto il Pontefice, Papa Sisto II, venne ucciso. Inizialmente Lorenzo venne risparmiato perché, da lui, si volevano avere informazioni sui beni della comunità. Lorenzo, dopo aver distribuito ai poveri i

L’ALTARE DI SAN LORENZO

pochi beni della Chiesa, si presentò alle autorità romane con una folla di storpi, poveri e ciechi dicendo: “Questi sono il tesoro della Chiesa”. Il 10 agosto dell’anno 258, Lorenzo, venne martirizzato. San Lorenzo martire è patrono dei diaconi, dei pompieri e dei cuochi. Per prepararsi a vivere al meglio la festa del Santo Patrono, la comunità dello Zocco ha indetto, dall’1 al 9 agosto, la novena in onore di San Lorenzo. Il 2 agosto dalle ore 8 alle 10 è prevista l’Adorazione Eucaristica. Il 10 agosto, festa liturgica di San Lorenzo, alle 7,30 è prevista l’Adorazione Eucaristica, alle 8 la Santa Messa ed alle 18 Santa Messa Solenne, presieduta dal vescovo Tremolada, con la partecipazione delle autorità civili e militari. Nelle serate di venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 agosto i pensionati della Sezione di Zocco-Spina mettono in campo le loro serate musicali, dove sarà possibile passare ore in allegria, gustando ottimi piatti, sconfiggendo così la monotonia delle serate di mezza estate di coloro che non sono in vacanza. Preghiera e festa si fondono in onore a San Lorenzo.

Iseo DI ANNA SALVIONI

Summer Lake Stret Food

Appuntamento lungo viale Repubblica dal 23 al 25 agosto dalle 10 alle 23

L’Iseo Summer Lake Street Food è un evento imperdibile che si svolgerà lungo viale Repubblica dal 23 al 25 agosto. Durante questi tre giorni, il viale si trasformerà in un vivace mercato all’aperto dedicato al miglior cibo di strada internazionale, offrendo

le e le due adiacenti saranno sostenute da un sistema di 40 stralli – 4 gruppi da 5 stralli su ogni lato, ancorati all’impalcato, in basso, e agganciati alle antenne del ponte, costituite da due rami porta stralli che dalle fondazioni raggiungono una quota di 20 metri. L’effetto scenico a ventaglio sarà valorizzato dall’applicazione di elementi luminosi a led. Sarà installato un apposito impianto di illuminazione pubblica anche lungo il manufatto. L’impianto esistente nell’area circostante sarà adeguato alle nuove esigenze. L’opera architettonica, che

non poggerà più nell’alveo dell’Oglio, sarà inserita in un contesto naturalistico che ripristinerà i paesaggi della pianura lombarda con siepi, filari alberati e fasce arborate, con l’inserimento di specie autoctone, su un’area di 21.800 mq. L’intento è anche quello di tutelare le biodiversità e favorire la creazione di un habitat ideale. I lavori, già appaltati con apposita gara, sono finanziati con fondi ministeriali, per un importo pari a 20.000.000 euro. Il cronoprogramma prevede 30 mesi di lavori, di cui 3 e mezzo necessari per le demolizioni.

FRANCIACORTA SEBINO

La passione e l’innovazione

Castellini Officine Meccaniche festeggia 75 anni della sua fondazione, promuovendo da sempre un solido legame con il territorio di appartenenza

Cazzago San Martino DI ANNA SALVIONI

Castellini Officine Meccaniche festeggia il 75° anniversario della sua fondazione: un traguardo che sottolinea la continua crescita e il successo dell’azienda. Fondata nel 1949 a Cazzago San Martino, Castellini è oggi un’impresa familiare alla terza generazione, specializzata nella manifattura meccanica di qualità e grandi dimensioni. Negli ultimi anni, l’azienda ha visto un incremento significativo del volume degli ordini e del fatturato, che negli ultimi tre anni è raddoppiato, con oltre il 70% dei ricavi provenienti dai mercati esteri.

Compleanno. Per celebrare questo importante compleanno, l’azienda organizzerà, in forma privata, a i-

nizio settembre, presso via Giuseppe Castellini, una serata di festeggiamenti, allietata dallo spettacolo teatrale “Lettera a Theo” dell’attore Blas Roca-Rey e di Luciano Tristaino, oltre all’esposizione del progetto “OAS” dell’artista Fabio Bix e alla realizzazione di un’opera murale dell’artista Duca Savino. I festeggiamenti proseguiranno con un brindisi accompagnato da musica e luci.

Visione. La visione della famiglia Castellini è sempre stata, nel tempo, quella di promuovere un modello d’imprenditoria legato alle persone e al territorio, investendo nel capitale umano per sostenere la crescita e l’innovazione. L’unione delle competenze e delle conoscenze delle tre aziende mira a creare un distretto industriale in-

centrato sulla produzione manifatturiera tecnologicamente avanzata, favorendo la sinergia creativa e lo scambio di know-how. Castellini è partner di prim’ordine per i maggiori EPC Contractor europei e per i principali produttori mondiali di laminati piani in acciaio. Tra gli ultimi ordini installati, spicca quello per lo stabilimento di Fincantieri Spa a Riva Trigoso: una panel line innovativa per la produzione di pannelli di grandi dimensioni destinati ai ponti delle navi, con un sistema di saldatura brevettato in partnership con il cliente. Situata su un sito di 70mila mq, con quasi 30mila mq di spazi produttivi, Castellini è un’azienda in continuo sviluppo, caratterizzata da una forte responsabilità sociale d’impresa. Negli ultimi anni, l’azienda ha scelto di redigere volontariamente il bilancio di sostenibilità, in parallelo a quello d’esercizio, per testimoniare concretamente il proprio impegno in ambito ambientale, sociale e di governance.

Passione. La passione per l’innovazione tecnologica e l’eccellenza si è concretizzata nella creazione di SolutionLab, un laboratorio di ricerca e sviluppo interno all’azienda; mentre la recentissima acquisizione di LLS Titanium (specializzata nella produzione di bulloneria in titanio e altri materiali di alta qualità) e Carbon-Ti (che produce componenti ciclo di altissima qualità in leghe leggere e materiali compositi) rappresenta certamente un altro importante step per l’evoluzione della Castellini.

una vasta gamma di delizie culinarie per soddisfare tutti i palati. La manifestazione, che si terrà dalle 10 alle 23, prevede la presenza di numerosi food truck e stand che proporranno piatti tipici provenienti da diverse parti del mondo: dagli hamburger

succulenti ai tacos piccanti, passando per la cucina asiatica o a prelibatezze artigianali, ce ne sarà per tutti i gusti. Oltre alle proposte gastronomiche, non mancheranno anche birre tradizionali e artigianali, italiane e internazionali, cocktail bar per rinfrescarsi con drink estivi e dolci tipici per concludere in bellezza. Il Summer Lake Street Food non è solo un evento culinario, ma anche un’occasione per divertirsi e rilassarsi. L’intrattenimento sarà garantito da musica dal vivo e spettacoli

che animeranno le serate, creando un’atmosfera festosa e coinvolgente. L’evento è pensato per offrire un fine settimana di allegria e spensieratezza in una location panoramica, con il suggestivo lago d’Iseo come sfondo. L’ingresso è libero e aperto a tutti, accessibile a singoli, famiglie, gruppi di amici e appassionati di street food. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’organizzazione al: 351/6002780 o via e-mail all’indirizzo: dolomitieventi.srls@ gmail.com.

LO STABILIMENTO DELLA CASTELLINI OFFICINE MECCANICHE
Zocco DI FRANCO MINGOTTI

Lumezzane Buoni rette: il Comune al fianco delle famiglie

È aperta la possibilità, da questi giorni con scadenza il 6 settembre, di presentare domanda per richiedere un aiuto alle spese estive sostenute nel 2024 dalle famiglie residenti nel Comune di Lumezzane. È stato presentato infatti il Bando per l’erogazione di buoni per rette di frequenza ai centri ricreativi estivi che ha come scopo la possibilità di garantire l’accesso a bambini, bambine, ragazzi e ragazze (dai 3 ai 16 anni) a opportunità educative e di gioco presenti sul territorio valgobbino per i mesi che li vedono a casa da scuola.

“L’intervento consiste in un contributo a sostegno delle rette di frequenza, è necessario essere in possesso di un’attestazione Isee in corso di validità non superiore a 20mila euro. I contributi – si legge nella presentazione della misura a sostegno delle famiglie – verranno assegnati fino all’esaurimento delle risorse disponibili, dando priorità alle famiglie con soggetti disabili e minori in affido”. Si tratta di un contributo, per coloro che lo riceveranno, che verrà erogato in un’unica soluzione pari alla metà del valore del-

Due settimane di feste mariane

Il vescovo Tremolada ha aperto le celebrazioni. I fedeli hanno potuto ammirare la facciata restaurata di Santa Maria della Misericordia

Bovegno DI VIVIANA

Tappa a Bovegno per il vescovo Tremolada che, martedì sera, 6 luglio, ha celebrato la Messa per l’inizio delle festività mariane che per due settimane animeranno la comunità. Oltre alla funzione religiosa, durante la quale la statua della Madonna del ‘600 dedicata a Maria Vergine Madre di Misericordia è stata esposta al pubblico, la serata è stata l’occasione per partecipare e vedere da vicino i risultati dei lavori di restauro del santuario di Santa Maria della Misericordia che, in questi mesi, hanno permesso di riportare all’antico splendore la facciata del luogo di culto. Nell’occasione, dopo la benedizione impartita dal Vescovo, è stata scoperta la stele a ricordo dell’evento. Domenica 11 agosto

Pulizie civili, industriali per Enti pubblici e privati. Appartamenti condomini e comunità.

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alle 10.30 nella parrocchiale è prevista la celebrazione degli anniversari di matrimonio. Martedì 13 agosto alle 18.30 verrà celebrata la Santa Messa, sempre nella parrocchiale, seguita dalla solenne processione verso la chiesa di Piano dedicata a Maria Assunta. Martedì 20 agosto alle 20.30 è prevista la Messa sempre a Piano e, al termine della processione, verrà accompagnata la statua della Madonna sino in fondo al paese, per poi proseguire verso il Santuario. “Questa celebrazione e le feste mariane – ha sottolineato il parroco, don Luciano Vitton Mea – sono sempre molto sentite dalla popolazione e la mia speranza è che i nostri fedeli siano presenti, come sempre, numerosi così da poter vivere e condividere insieme le festività dell’assunzione”.

Storia. Il santuario di Santa Maria della Misericordia ha origini antiche che affondano le radici nella storia popolare del territorio. L’edificio si trova sì in territorio di Pezzaze, in località Croce di Savenone, ma per quanto riguarda la dimensione religiosa, la competenza è della

Don Luciano Vitton Mea:

“La mia speranza è che i nostri fedeli siano presenti, come

la retta settimanale, per un massimo di 60 euro a settimana per un totale di 6 settimane per ciascun figlio. “Dopo il successo nel quadriennio 202021-22-23, abbiamo deciso – spiega il sindaco Josehf Facchini – di ribadire anche per il 2024 una delle nostre iniziative che più ci stanno a cuore”. Le domande vanno inviate esclusivamente tramite lo Sportello Polifunzionale del Comune di Lumezzane. Per informazioni: 0308929491/494 o inviare una email a servizi.sociali@comune. lumezzane.bs.it. (Mauro Toninelli)

pieve di Bovegno. La sua origine prenderebbe vita da un’apparizione avvenuta il 22 maggio del 1527, quando la Vergine, con abito bianco, apparve a Maria Amadini, 22 anni, povera e orfana di genitori. La ragazza si era recata nel bosco della zona per recitare il Rosario e fare ringraziamento alla Madonna per quelle monete in argento che, pochi giorni prima, aveva trovato mentre faceva legna da portare al fornaio del paese, nella speranza di avere in cambio del pane per sfamare i fratelli, tra i quali anche Andrea, infermo e gravemente malato. Dopo l’apparizione, durante la quale la giovane venne invitata dalla Madonna a perseverare nella preghiera, nella fede e nel rispetto, si decise di dare il via alla costruzione di un Santuario, divenuto nel corso dei secoli luogo di culto per molti pellegrini, giunti per ricevere la grazia. Il santuario venne costruito a partire dal XVI secolo ed è composto dalla chiesa davanti alla quale si apre un vasto sagrato e un grande porticato ad archi, dove si trova una nicchia con la statua in pietra della Vergine, mentre la facciata della chiesa, oggetto dei recenti interventi di restauro, venne completamente ricostruita nel 1700. All’interno dell’edificio l’apparato decorativo dallo stile neobarocco venne progettato e realizzato da Vittorio Trainini, pittore bresciano molto attivo

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Sabato 24 agosto alle ore 19

La quarta tappa del Tour delle Pievi

Riparte l’iniziativa promossa dal nostro settimanale in collaborazione con la Fondazione Provincia Brescia Eventi e con l’associazione culturale

Vincenzo Gioberti. La quarta tappa arriva a Tremosine alla Pieve di San Giovanni Battista. Domenica 28 maggio la Pieve di Santa Maria in Silvis a Pisogne ha ospitato la prima uscita, la seconda è andata in scena nella frazione di Comella (Seniga) alla Pieve di Santa Maria Annunciata. Domenica 28 luglio Idro ha accolto i visitatori alla Pieve

di Santa Maria ad Undas, mentre sabato 24 agosto l’appuntamento è serale (alle ore 19) a Tremosine alla Pieve di San Giovanni Battista. A settembre, domenica 15, tocca alla Pieve di Santa Maria Vecchia a Gussago, prima di concludere, domenica 20 ottobre, alla Pieve di Pontenove a Bedizzole. Il programma di Tremosine (per informazioni, direttore@ lavocedelpopolo.it) prevede il ritrovo alle 19 per una degustazione di prodotti tipici locali offerta dalla

Pro Loco prima della presentazione storico-artistica e dell’elevazione musicale con il Coro Monte Pizzocolo di Toscolano Maderno. Per quanto riguarda la musica, il 15 settembre a Gussago si esibisce l’Ensemble vocale femminile “Sifnos” di Botticino e il 20 ottobre a Bedizzole spazio agli Ottoni della Rovereto Wind Orchestra. La partecipazione è gratuita. Si può prenotare il pranzo al costo di 20 euro. Informazioni e iscrizioni al numero 030578541.

Un piccolo gioiello di fede e arte

La chiesa della pieve, incastonata nel paesaggio lacustre, è dedicata a San Giovanni Battista. La costruzione risale al XII secolo

Tremosine

Come quasi tutte le pievi, la chiesa della pieve di Tremosine è sorta dove vi era un qualche insediamento romano qui testimoniato da un’ara su cui appare il nome di un notabile romano, Marco Elvio Primo, inglobata dalla cinta di quello che fino a fine del 1700 era il cimitero della parrocchia, prima dell’editto napoleonico che impose di spostare il cimitero lontano dalle chiese. Il viale. Il viale di accesso pedonale dove svettano i cipressi scende sul pendio verso la facciata dove si trova l’ingresso principale della chiesa che si presenta con una facciata, a capanna, con semplici decorazioni tardorinascimentali.

Territorio. Il territorio della pieve comprendeva gli abitati dell’altopiano di Tremosine; dopo il Concilio di Trento, la chiesa divenne la parrocchiale, come è tuttora, della frazione Pieve. La chiesa originaria, intitolata a Santa Maria Assunta, come varie altre pievi del Bresciano, venne poi dedicata a San Giovanni Battista quando l’istituzione plebanale cessò.

Forme romaniche. La chiesa originaria, probabilmente costruita nel XII secolo in forme romaniche visibili solo alla base del campanile esterno, che corrisponde all’attuale navata centrale, venne ampliata nel 1500, costruendo ai lati tre cappelle sulla destra e due sulla sinistra ognuna dotata di altare.

Ampliamento. Un successivo ampliamento, avvenne nei primi decenni del Seicento, con un’ampia zona rettangolare che incontriamo appena entrati; qui addossato alla controfacciata troviamo il fonte

Elevazione musicale DI GUIDO

Le voci del Coro Monte Pizzoccolo

La compagine è stata fondata nel 1964

LA PIEVE DI SAN GIOVANNI BATTISTA

battesimale in pietra locale, due tele dedicate al santo titolare, con il Battesimo di Gesù attribuito a Giovanni Andrea Bertanza, (15701630) pittore molto attivo nel territorio gardesano e quindi Giovanni Battista che predica alle folle, attribuito al veronese Paolo Farinati (Verona 1524-1606) mentre ai lati sono posti due altari dedicati alla Sacra Famiglia e ai Santi Valentino e Rocco di pittori che si rifanno ad artisti manieristici attivi sul Garda (come Palma il Giovane).

Manufatti. Notevoli i manufatti marmorei realizzati in stucco e talvolta in legno degli “arredi” degli altari (le ancone e i paliotti) che troviamo anche in quasi tutti gli altri altari della chiesa che già nell’entrata si segnala per la ricchezza or-

II Coro Monte Pizzocolo, che curerà l’elevazione musicale durante la tappa di Tremosine del Tour delle Pievi, è nato quasi per caso, per volontà di alcuni amici facenti parte dell’Azione Cattolica e dell’Oratorio di Toscolano, nel 1964. Alla guida della compagine, composta di giovani e giovanissimi, è stato Gianfranco Cavallini che ha proposto inizialmente i canti di derivazione popolare armonizzati per il coro S.A.T. di Trento. La prima esibizione pubblica è stata nell’Ottobre 1964, per la festa dell’oratorio, nel suo teatro. L’anno seguente si è affiancato al C.A.I sezione di Salò, impegnandosi così in numero-

namentale. Nella navata vi sono tre cappelle sul lato destro e due sul lato sinistro, ognuno con altare.

Madonna. Troviamo la prima a destra intitolata alla Madonna dei Miracoli del piemontese Carlo Penna (nato a Varallo Sesia nel 1673-1740) incorniciato in una elegante ancona in stucco; il paliotto dell’altare è finemente lavorato con intarsi marmorei forse dovuti alla famosa famiglia di scultori senesi, che operarono per ben tre generazioni in Alta Italia, nel Padovano, nel Mantovano e soprattutto nel Bresciano, lasciando numerose opere in alcune delle più importanti chiese della città.

Altare. Segue l’altare della Madonna del Rosario, che ha al centro

se esibizioni. Negli anni immediatamente successivi il Coro è stato scelto per un’apparizione televisiva durante la sigla d’introduzione del veglione di Capodanno del primo canale della Rai, mentre nel 1969 partecipa al 3° Concorso Nazionale Cori Alpini di Borno. Dal 1969 al 1977 il Coro ha organizzato una rassegna di canti della montagna. Dal 1973 il maestro Cavallini viene sostituito dal maestro Gianfranco Bosio con il quale nel 1979 si incide il primo disco. Dal 1981 al 1993 torna di nuovo Cavallini che porta il Coro in due tournées in Francia negli anni 1986 e 1987, e a numerosi concorsi.Cavallini è stato in segui-

una statua lignea incorniciata da splendide cornici in stucco. Nella parte sinistra della navata si trovano l’altare dell’ Immacolata e quello dell’Ultima Cena, con pala settecentesca di autori poco noti, ma sempre validi. Tutte e due le tele sono incorniciate da sontuose soase barocche in stucco di grande effetto. Procedendo verso il presbiterio, le decorazioni pittoriche e gli elementi scultorei si manifestano in tutta loro ricchezza e bellezza: sulla destra troviamo l’organo “moderno”, che sostituì il precedete del Seicento, opera del frate Damiano Damiani (1835) entro una bellissima decorazione lignea dovuta al trentino Giacomo Luchini che, tra l’altro, tenne bottega nel primo trentennio del Settecento proprio a Tremosinie; del Luchini sono i

to sostituito dal maestro Marco Colagiacomo, diplomato con il massimo dei voti in pianoforte al Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Sotto la sua guida il Coro ebbe modo di ampliare notevolmente il proprio repertorio ed affinare la propria tecnica. Nel 2007 Colagiacomo ha lasciato la guida a Laura Toselli. Per due brevi periodi il Coro è stato seguito e diretto dalla maestra Marcella Mandanici, docente di didattica della musica presso il Conservatorio L. Marenzio di Brescia. Dal 2008 torna Laura Toselli che poi lascia nel 2020 di nuovo a Marco Colagiacomo. È del 2007 la decisione del Coro di tornare ad

La chiesa originaria era intitolata a Santa Maria Assunta, come varie altre pievi del Bresciano

magnifici stalli lignei del coro del presbiterio nella cui cupola troviano l’affresco cinquecentesco con “L’incoronazione di Maria”, mentre la pala dell’altare con “La nascita di San Giovanni Battista”, datata 1687, è dovuto al veronese Francesco Barbieri, detto lo Sfrisato (1623-78). Le due tavole poste sulle pareti laterali rappresentano momenti cruciali della vita di San Giovanni Battista e sono del tardo Cinquecento, attribuiti alla scuola del veronese Paolo Farinati (1525-1606). Il paliotto dell’altare del 1702 è stato realizzato con commesso marmoreo di Domernico Corbarelli.

organizzare una rassegna annuale. Nel 2012 partecipa alla rassegna organizzata dall’USCI Brescia dedicata ai Canti Popolari Bresciani e alla manifestazione “Dodici Mesi di Coralità. Il Coro ha partecipato a numerose rassegne, impegnandosi, inoltre, in un periodo di studio per la tecnica vocale ed ha affrontato due masterclass sotto la guida del maestro Francesco Grigolo. Nell’ottobre 2017 il Coro partecipa al Concorso Nazionale “Luigi Pigarelli” ad Arco di Trento, nel 2018 si esibisce all’Adunata Nazionale degli Alpini a Trento e nel 2019 partecipa al Concorso “Trofeo Cori d’Italia” a Molina di Ledro.

Un Ferragosto fra gastronomia e musica

Ferragosto è una celebrazione laica che deriva dall’epoca romana, “il riposo di Augusto”, che si mescola con la festa cattolica dell’Assunzione in cielo di Maria. Spesso trascurata, la festa dell’Assunzione è in realtà un momento cardine per i cattolici e in genere per tutti i cristiani, anche se l’Assunzione di Maria al cielo (corpo ed anima) non è considerata tale dai protestanti, mentre gli ortodossi parlano di Dormizione di Maria, la quale non sarebbe morta, ma si sarebbe addormentata. È

una giornata di festa celebrata in tutto il mondo ed è particolarmente attesa anche nella nostra provincia. Come tutti gli anni la Proloco di Idro festeggerà anche quest’anno questo momento con una serata articolata che saprà coinvolgere i residenti e i villeggianti (italiani e stranieri) che, da sempre, amano trascorrere le loro vacanze estive in riva al lago e nei paesi limitrofi. Si inizierà alle 18 con l’apertura dello stand gastronomico, il cui punto focale sarà la cena a base della

GARDA VALSABBIA

tradizionalissima polenta taragna (o come dicono a Idro tiragna!). Per prenotare la cena bisogna scrivere a prolocoidro@libero.it o chiamare i numeri 333-1835017 + 334-1156313. Alle 21 ci sarà il concerto di una band di Milano guidata dalla voce importante di Laura Bonomi, di origini bresciane: Laura B Band, che percorrerà le strade del rock e del cantautorato italiano ed internazionale. Una band sfavillante, capace di alternare l’impeto e la forza del rock con la

delicatezza della canzone d’autore. Alle 22,30 l’attesissimo Falò di Ferragosto, che negli ultimi anni ha sostituito, anche e soprattutto per questioni di salvaguardia del lago (la carta stagnola che riveste i fuochi d’artificio si depositava poi sul fondo del lago), gestito con la presenza sicura dei Vigili del Fuoco. Dopo il Falò la musica ritornerà al centro con la chiusura del concerto da parte della Laura B Band, per proseguire poi con il Dj set a cura del Dj Betty. (Riccardo Barone)

Nel solco della Marialis Cultus

È consuetudine che, ogni anno in occasione della solennità del’Assunta, festa patronale del Santuario della Beata Vergine Maria di Paitone, viene proposta la novena dal 6 sino al 14 agosto: alle 20 la preghiera del rosario e alle 20.30 la Messa. Da alcuni anni mons. Giacomo Canobbio prepara un percorso da offrire alla preghiera e alla meditazione dei fedeli.

Canto. L’anno scorso è stato predisposto il canto dell’Ave maris stella. Quest’anno mons. Canobbio ha approfondito la meditazione dell’esortazione apostolica di papa Paolo VI “Marialis Cultus” pubblicata il 2 febbraio 1974, festa della presentazione del Signore al Tempio. Dopo la riflessione di mons. Canobbio dedicata a “Quando è nato il Rosario?” e l’appuntamento di mercoledì 7 agosto su “Maria oggetto del favore divino – L’Annunciazione” con la riflessione di padre Annibale Marini, il programma prosegue giovedì 8 con “Maria nuova arca dell’alleanza – la Visita di Maria a Elisabetta” a cura di mons. Ovidio

Vezzoli, Vescovo di Fidenza. Venerdì 9 agosto è la volta di “Maria dona al mondo il Salvatore – il Natale” con don Gianmaria Frusca. Sabato 10, “Maria consegna il Figlio a Dio – La presentazione di Gesù al tempio” con padre Antonio Presti-

Da alcuni anni mons. Giacomo Canobbio prepara un percorso da offrire alla preghiera e alla meditazione

pino; domenica 11 “Maria presenta al Figlio le necessità dell’umanità

Ogni anno, in occasione della solennità del’Assunta, festa patronale del Santuario della Beata Vergine, viene proposta la novena

– Le nozze di Cana” con padre Enzo Turriceni; lunedì 12, “Maria sta sotto la croce – La morte di Gesù” con don Flavio Dalla Vecchia; martedì 13 “Maria condivide la gloria del Figlio – L’Assunzione” con mons. Giacomo Canobbio; mercoledì 14 agosto “Perché e come pregare il Rosario” con mons. Giacomo Canobbio; giovedì 15, Assunzione della Beata Vergine Maria, le Messe saranno celebrate alle 5, alle 6, alle 7, alle 8, alle 9 e alle 10; la celebrazione eucaristica delle 11 sarà presieduta da mons. Leonardo Farina, quella delle 18.30 da mons. Gaetano Fontana. Alle 21 si conclude in musica con il concerto del coro Erika. Durante l’Assunta, sarà disponibile un servizio di bus navetta con partenza dalla piazza del Comune e arrivo nella parte superiore del Santuario.

Storia. Il santuario della beata Vergine di Paitone celebra l’apparizione della Madonna nell’agosto del

1532. Il santuario sorge sul monte Lavignone, nel luogo stesso in cui la Madonna apparve a Filippo Viotti, il quindicenne contadino sordomuto. Costruito a partire dal 1534–1535 con un corpo limitato al presbiterio, il Santuario è stato definitivamente terminato con la ristrutturazione del 1982 che ci ha consegnato l’aspetto attuale. Il santuario, barocco, presenta forme semplici e armoniose. L’interno è a una sola navata, ma chi entra per la prima volta crede siano tre dal momento che il portico, palladiano, è diviso proprio in tre fornici. Il contenuto è ricchissimo a cominciare dalla pala del Moretto dietro l’altare che riprende l’episodio. Il dipinto è ricordato per la prima volta dal Ridolfi (1648) il quale scrive che “nella chiesa posta sulla cima di monte Paitone ammirasi ancora una miracolosa immagine della Vergine che fece il Moretto a petizione di quel Comune per un tale miracolo avvenuto”.

Il Battesimo: dono e opportunità. L’intervista al Vescovo

18

Monte Guglielmo: la festa del Redentore

Turchia: il Pellegrinaggio diocesano Sulle orme di San Paolo

Paitone
DI GUIDO VECCHI

I posti letto della Rsa tutti autorizzati, accreditati e contrattualizzati 2001

L’8 luglio viene inaugurata la Casa di riposo di Tignale Manlio Bonincontri 06

Il numero dei mini alloggi, suddivisi tra camere singole e doppie 51

Il personale operativo tra dipendenti, libere professioni e collaborazioni esterne

La mission dell’Azienda Speciale Tignale servizi Manlio Bonincontri consiste nel garantire, attraverso l’erogazione di servizi sanitario-assistenziali, una sempre più elevata qualità di vita agli ospiti parzialmente autosufficienti oppure totalmente non autosufficienti accolti presso la Casa di riposo. Tale mission, specificata nella Carta dei Servizi, è svolta attraverso un’assistenza qualificata che eroga agli ospiti prestazioni di natura sanitaria, infermieristica, sociale, ricreativa e alberghiera, grazie all’apporto fornito sia da personale dipendente che da personale libero professionista convenzionato.

Interventi. Tra i servizi erogati dall’Azienda speciale rientrano gli interventi cosiddetti di “Misura 4Rsa aperta” a favore di persone in condizione di disabilità gravissima con due distinte aree rivolte a persone con demenza certificata e ad anziani non autosufficienti. I servizi vengono erogati al domicilio dell’utente oppure in Rsa. Infine, l’Azienda è idonea per il ruolo di Gestore per la Presa in Carico dei pazienti cronici e/o fragili. Oltre alla Carta dei Servizi, l’Azienda redige un secondo documento che viene aggiornato entro il 31 marzo di ogni

Per una migliore qualità della vita

L’Azienda Speciale Tignale servizi Manlio Bonincontri garantisce una vasta gamma di servizi a ospiti autosufficienti e non presso la Casa di riposo

per l’ottenimento di quanto indicato. Da parte sua, la Direzione Generale si impegna a monitorare costantemente l’avanzamento delle attività

spondenza agli obiettivi fissati. Tra gli obiettivi riportati e raggiunti si segnalano quelli relativi all’implementazione delle tecnologie presenti in struttura, completando un percorso iniziato nel 2013 con la digitalizzazione di tutte le attività amministrative e socio-sanitarie della Rsa e alla formazione dei lavoratori, che gioca un ruolo fondamentale. Particolarmente significativo il “Progetto per la Qualità” che ha l’obiettivo di rilevare in modo più approfondito il livello di soddisfazione dell’utenza. L’introduzione di un momento di condivisione con i familiari alla consegna del Pai, piano assistenziale individualizzato, che vede coinvolto il personale medico, socio-sanitario, l’educatore e i fisio-terapisti è stato

La storia

Un’assistenza costante

La Casa di riposo di Tignale viene inaugurata nel 2001, all’ingresso della frazione di Gardola, in una straordinaria posizione panoramica sul lago di Garda, che garantisce in ogni periodo dell’anno un clima mite e temperato. È gestita dall’Azienda speciale Tignale servizi Manlio Bonincontri da cui prende il nome. La soluzione progettuale, configurata in un tessuto abitativo articolato in tre settori in cui sono presenti, accanto alle stanze di degenza, zone polivalenti adibite a soggiorno ed a sala da pranzo, risulta essere, dal punto di vista gestionale, la più idonea sia per un impiego ottimale del personale che per garantire la migliore assistenza agli ospiti. Oltre alla Rsa, l’Azienda speciale ha realizzato mini alloggi destinati a categorie fragili. Nell’espletamento delle diverse attività si avvale di personale ad alta specializzazione sociosanitaria e di un efficiente staff medico e infermieristico, cura con particolare attenzione il suo servizio di ristorazione e le attività ricreative e di socializzazione per i suoi ospiti. La gamma delle sue prestazioni è completata con un servizio di riabilitazione di altissima qualità.

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LA CURA DEGLI ANZIANI

Riflessione

In un mondo ripiegato sul sé, concentrato sulla autoreferenzialità dell’esperienza umana, mortificato e imbrigliato nella fretta dell’iperconnessione vuota di sentimenti, emozione e “carne”, aspettavamo con ansia un autorevole intervento magisteriale, come la Lettera di Papa Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione dei presbiteri, che, in qualche modo, ristabilisse alcune priorità. Questo intervento non solo risponde a un urgente bisogno di profondità e di senso, ma offre una prospettiva che supera la superficialità del nostro tempo. Viviamo in una società dove la velocità dell’informazione ha sopraffatto la riflessione, e dove la connessione digitale spesso sostituisce l’incontro reale con l’altro. La letteratura, come suggerito da Papa Francesco, offre una via di fuga da questa trappola della superficialità e ci riconduce all’essenza della nostra umanità. Ricorda agli uomini e alle donne di fede – e non solo – l’importanza di ritagliarsi momenti di silenzio e di meditazione, di ritornare alla profondità del pensiero e al calore dell’incontro umano, oltre la freddezza delle interazioni digitali. È un richiamo a non smarrire l’anima nel turbine della modernità tecnologica, ma a riscoprire quella dimensione “sacramentale” della parola che può ancora illuminare il cammino verso una vita piena e autentica. Con questa lettera emerge come una voce profetica che richiama l’attenzione sulla necessità di recuperare il valore dell’ascolto e della contemplazione. La letteratura diventa un mezzo privilegiato per coltivare queste virtù perché ci permette di vivere esperienze condivise, di entrare nelle vite degli altri, di esplorare mondi

Caritas e Focsiv

Corso nazionale per accompagnare l’ecologia integrale

Caritas Italiana, Focsiv e Fondazione Lanza lanciano il quarto corso nazionale per accompagnare l’ecologia integrale nelle diocesi e sui territori da ottobre a dicembre 2024. A fronte dell’urgenza sociale e climatica che sta vivendo il nostro paese così come le popolazioni più povere e vulnerabili della casa comune, è necessario procedere a realizzare pratiche e politiche di cura delle persone e dell’ambiente per uno sviluppo sostenibile. In vista dell’avvio del corso è aperta l’iscrizione

all’evento speciale Dopo Trieste, prendersi cura della democrazia, che si terrà online lunedì 16 settembre 2024 dalle 17.30 alle 19.30, con l’introduzione di mons. Luigi Renna (nella foto), arcivescovo di Catania, presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, con i contributi di Sebastiano Nerozzi, Università Cattolica di Milano, e di Gabriella Calvano, Università di Bari. Il corso inizierà il 7 ottobre e sarà articolato in 6 incontri e in tre aree tematiche. Quest’anno sarà dedicato

Letteratura, porta della vita

La letteratura, come suggerito da Papa Francesco, offre una via di fuga dalla trappola della superficialità e ci riconduce all’essenza dell’umanità

diversi dal nostro e, in definitiva, di comprendere meglio noi stessi e il prossimo. La lettera di Papa Francesco, quindi, ristabilisce alcune priorità in quest’epoca di smarrimento.

Anzitutto per i presbiteri la letteratura costituisce una risorsa spirituale e pastorale di inestimabile valore, poiché li aiuta a sviluppare una sensibilità più profonda verso le sofferenze e le speranze delle persone che sono chiamati a servire. Non si tratta solo di una formazione culturale, ma di un itinerario di crescita interiore che li rende più capaci di incarnare la compassione e la misericordia nelle loro azioni quotidiane.

Nella parola scritta, trovano un eco della Parola divina, una guida che li aiuta a discernere il vero, il bello e il buono in un mondo complesso e frammentato. In secondo luogo, la letteratura stimola il pensiero critico e la riflessione profonda, qualità essenziali per un presbitero.

Le questioni fondamentali. Le opere letterarie, con le loro trame intricate e i loro personaggi complessi, invitano a interrogarsi sulle questioni fondamentali della vita, come la giustizia, la verità e l’amore. In questo senso, la letteratura diventa un campo di battaglia per

le idee, dove il presbitero può confrontarsi non solo con i testi sacri, ma anche con le grandi opere della tradizione umana. Questo dialogo tra fede e cultura è fondamentale per una formazione che non si limiti a trasmettere conoscenze, ma che

miri a forgiare una coscienza critica e sensibile. Infine, il legame tra letteratura e spiritualità è indissolubile. Molti autori, da Dante a Dostoevskij, hanno esplorato le dimensioni trascendenti dell’esistenza umana e la ricerca di Dio. La letteratura può

a promuovere una cultura della cura quale “impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti” e quale via privilegiata per “debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente” (Messaggio per Giornata Mondiale della Pace 2021). Gli incontri si terranno di lunedì dalle 17.30 alle 19.30 online. Per partecipare, è richiesto il versamento di una quota di 35 euro come sostegno ai costi del corso.

La letteratura ricorda agli uomini e alle donne di fede – e non solo – l’importanza di ritagliarsi momenti di silenzio e di meditazione fungere da ponte tra l’umano e il divino, permettendo ai presbiteri di approfondire la loro vita interiore e di sviluppare una spiritualità robusta. La lettura di testi letterari può diventare un’esperienza di preghiera e riflessione, un momento in cui il sacerdote può confrontarsi liberamente e pienamente con le proprie vulnerabilità e aspirazioni. Il testo invita a riflettere su una connessione profonda e affascinante tra il sacerdote e il poeta, suggerendo che la loro affinità risieda nella “misteriosa e indissolubile unione sacramentale tra la Parola divina e la parola umana”. Questa affermazione apre a una meditazione filosofico-teologica che esplora la natura del linguaggio, della comunicazione divina e delle responsabilità del ministero sacerdotale. Innanzitutto, il concetto di “unione sacramentale” evoca l’idea di un legame intrinseco tra il sacro e il profano, dove la Parola divina non è solo un concetto astratto, ma si incarna nella vita quotidiana attraverso la parola umana. Questo implica che il sacerdote, come mediatore, non è semplicemente un trasmettitore di informazioni divine, ma un interprete che, attraverso l’ascolto e la compassione, rende presente la grazia divina nel mondo. In questo senso, il ministero sacerdotale può essere visto come un atto poetico, in cui il sacerdote utilizza la sua voce per dare vita alle esperienze umane, trasformandole in un’opera di bellezza e significato. Nella sua dimensione poetica, il presbitero risponde alla vocazione di vedere oltre l’apparente materialità delle cose, scorgendo in ogni frammento di realtà una traccia del sacro.

Prestare attenzione alla letteratura nella formazione

Papa Francesco ha dedicato una Lettera dedicata al valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione

Una Lettera dedicata al valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale.

L’ha scritta il Papa indirizzandola ai candidati al sacerdozio, agli operatori pastorali e a tutti i cristiani.

La “Lettera sul ruolo della letteratura nella formazione” è stata vergata il 17 luglio e pubblicata ieri, 4 agosto. “Spesso – avverte il Pontefice – nella noia delle vacanze, nel caldo e nella solitudine di alcuni quartieri deserti, trovare un buon libro da leggere diventa un’oasi che ci allontana da altre scelte che non ci fanno bene. Poi non mancano i momenti di stanchezza, di rabbia, di delusione, di fallimento, e quan-

do neanche nella preghiera riusciamo a trovare ancora la quiete dell’anima, un buon libro ci aiuta almeno a passare la tempesta, finché possiamo avere un po’ più di serenità. E forse quella lettura ci apre nuovi spazi interiori che ci aiutano ad evitare una chiusura in quelle poche idee ossessive che ci intrappolano in maniera inesorabile”. A differenza dei media audiovisivi, “nella lettura di un libro il lettore è molto più attivo. In qualche modo riscrive l’opera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacità, la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia piena di drammi e sim-

bolismi, e in questo modo ciò che emerge è un’opera ben diversa da quella che l’autore voleva scrivere. Un’opera letteraria è così un testo vivo e sempre fecondo, capace di parlare di nuovo in molti modi e di produrre una sintesi originale con ogni lettore che incontra. Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale”. Di qui una valutazione molto positiva del fatto che, almeno in alcuni Seminari, “si dedichi tempo alla letteratura, ai momenti di serena e gratuita lettura, a parlare su questi libri, nuovi o vecchi, che continuano a dirci tante cose. Ma in generale si deve, con rammarico, constatare che nel percorso formativo di chi è avviato al ministero ordinato, l’at-

tenzione alla letteratura non trova al momento un’adeguata collocazione”. Tranne poche eccezioni, “l’attenzione alla letteratura viene considerata come qualcosa di non essenziale. Al riguardo, desidero affermare che tale impostazione non va bene. È all’origine di una forma di grave impoverimento intellettuale e spirituale dei futuri presbiteri, che vengono in tal modo privati di un accesso privilegiato, tramite appunto la letteratura, al cuore della cultura umana e più nello specifico al cuore dell’essere umano”. Con questo scritto, precisa, “desidero proporre un radicale cambio di passo circa la grande attenzione che, nel contesto della formazione dei candidati al sacerdozio, si deve prestare alla letteratura”. “La letteratura ha così a che fare, in un modo o nell’altro, con ciò che ciascuno di noi desidera dalla vita”.

DI DORIANO VINCENZO DE LUCA
DANTE ALIGHIERI
Roma DI GIGLIOLA ALFARO

Lourdes

270 pellegrini accompagnati dall’Oftal con mons. Fontana

Tra le numerose esperienze che si possono vivere durante l’estate c’è anche quella del pellegrinaggio. Sono tante le parrocchie e i gruppi che la propongono, scegliendo tra le mete classiche: Terra Santa, santuari mariani, itinerari di fede nel cuore dell’Europa e molto altro ancora. Ci sono, però, anche realtà che propongono l’esperienza del pellegrinaggio mettendo una particolare attenzione alla dimensione del servizio. Sono 270, tra ammalati e personale sanitario, i pellegrini bresciani a Lourdes (5-10 agosto) con l’Oftal. Sono accompagnati dal vicario generale, mons. Gaetano Fontana. Alle guarigioni miracolose del corpo che si è soliti associare a Lourdes vanno aggiunte le guarigioni dell’anima, altrettanto “miracolose”, che avvengono

in questo luogo di grazia. Il Concilio Vaticano II ha presentato Maria come la figura nella quale è riassunto tutto il mistero della Chiesa. La sua vicenda personale ripropone il profilo della Chiesa, che è invitata ad essere attenta quanto lei alle persone che soffrono. I barellieri, i volontari, i sacerdoti, i cappellani negli ospedali e nelle case di riposo, sono il volto di una Chiesa che si fa umile e abbraccia le piaghe dell’umanità. L’Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes (Oftal) è un’associazione ecclesiale che dal 1932 accompagna gli ammalati e i disabili. L’azione dell’Oftal non si “limita” al pellegrinaggio, ma prosegue con costanza durante l’anno: rappresenta un servizio prezioso di vicinanza agli ammalati.

Agenda del Vescovo

Sabato 10 agosto

Ore 18 - Zocco di ErbuscoSanta Messa.

Domenica 11 agosto

Ore 10 - Santuario di MontecastelloSanta Messa in diretta su Canale 5.

Mercoledì 14 agosto

Ore 18 - Palazzolo - Santa Messa presso la Comunità Shalom.

Giovedì 15 agosto

Ore 10 - Brescia - Pontificale dell’Assunta in Cattedrale.

Ordinario Nomina

L’Ordinario diocesano annuncia i seguenti provvedimenti:

La nomina a direttore dell’Eremo di Montecastello “Cardinale Carlo Maria Martini” del reverendo presbitero Mauro Merigo

Giovedì 15 agosto Proprio dei Santi

Il 15 agosto, solennità dell’Assunta, titolare della Cattedrale, al termine del Pontificale delle ore 10 il Vescovo firmerà i Decreti di promulgazione del nuovo Proprio dei Santi Bresciani. Il 29 maggio scorso, memoria liturgica di San Paolo VI, il Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti ha approvato il nuovo Proprio dei Santi Bresciani: Messale, Lezionario, Liturgia delle Ore. La nuova edizione si è resa necessaria per l’inserimento nel Calendario diocesano di nuovi Santi e Beati dopo l’ultima edizione che risaliva al 1992.

Cattedrale Festa dell’Assunta

La parrocchia della Cattedrale è dedicata a Santa Maria Assunta e ai Santi Pietro e Paolo. Il 14 agosto alle 17 viene celebrata una Messa nella chiesa di San Clemente e alle 18.30 in Cattedrale. Giovedì 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, le Messe sono alle 9, alle 10 (il Pontificale presieduto dal vescovo Pierantonio), alle 12 e alle 18.30; alle 18 i vespri. Fu Pio XII con la Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus” a proclamare “dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. Sono tante nella nostra Diocesi le parrocchie dedicate all’Assunzione: Berlinghetto, Bione, Botticino Sera, Chiesanuova, Cimbergo, Cividate Camuno, Colombaro, Corteno Golgi, Erbusco, Forno d’Ono, Ghedi, Gussago, Lovere, Montecchio, Montichiari, Mura, Muscoline, Navazzo, Orzinuovi, Palazzolo, Pilzone, Pisogne, Ponte Saviore, Pontoglio, Provaglio Valle Sabbia, Rovato, Sellero, Tignale, Passo del Tonale, Trenzano e Vobarno.

Testimone autentico di Dio

Paolo VI abbracciò sorella morte la sera del sei agosto 1978. Il mattino dopo don Giovanni, il prete che gli era amico ed era stato, oltre che guida tra i sentieri della montagna, anche confessore e spesso consigliere, ai fedeli riuniti davanti alla chiesa di Ponte di Legno in cerca di notizie disse: “Adesso il mondo è più povero, ma siccome al cielo è salito un Santo, lui non smetterà di arricchirci di bontà, benedizioni e grazie”. L’anniversario. Sono passati 46 anni… L’anniversario non è di quelli che i media, salvo eccezioni rarissime, si sentono in dovere di celebrare. Infatti, è semplicemente il 46°… Quindi, chi vuole e può ricorda e rinnova la memoria; altri, invece (tanti o pochi non importa), restano semplicemente indifferenti, forse in attesa del cinquantesimo o di qualunque altra evenienza, o forse felicemente appagati dal loro non ricordare. Ma è davvero possibile restare indifferenti di fronte all’anniversario della morte di un Giusto, di un Pacificatore, di un Mite Annunciatore di terre da abitare e condividere, di un Papa che ha camminato per le vie del mondo seminando Speranza, annunciando la Buona Novella, testimoniando Carità, ripetendo ai potenti della terra e a chiunque avesse orecchie per intendere, senza mai stancarsi, “jamais plus les uns contre les autres, jamais, plus jamais”, vale a dire “mai, mai più la guerra”? Non è possibile, non dovrebbe essere possibile… Ma accade, accadrà e (salvo eccezioni, lo ripeto) appena dopo sarà già un altro giorno. Tutto

San Paolo VI dice che un mondo migliore è possibile, che la civiltà dell’amore è qui e adesso, che nel nuovo umanesimo c’è il necessario per impedire la guerra, che dialogo e confronto sono principio e origine del “bene comune”

nativa al nulla che le circonda. “Se vuoi scoprire l’essenza del pensiero e la vastità del bene che Paolo VI ha consegnato all’umanità - mi disse un prelato cresciuto alla sua scuola - non cercare chissà dove; quel che cerchi, infatti, è tra le parole pronunciate, tra le righe dei discorsi, delle omelie, dei documenti, delle lettere inviate, dei minuscoli foglietti sui quali annotava mirabili visioni”, tutte insieme lezioni di varia umanità, di profonda spiritualità, di coraggio dell’essere cristiani in una società più disposta a fuggire che a seguire Cristo e il suo vangelo. Erano datate quelle annotazioni, ma non vecchie e superate. Anzi, sembravano appena scritte, quindi attuali e adatte ai tempi burrascosi che stanno segnando questo tempo. Ho allora compreso che la storia di Paolo VI Santo non può essere semplicemente raccontata, conclusa e quindi archiviata, innanzitutto perché non esiste archivio sufficientemente ampio e strutturato che la possa contenere, poi perché la storia che lo riguarda continua e insiste a mettere in vista parole ancora destinate a illuminare il presente, a rinnovare i gesti di carità, che diventati “nuovo umanesimo” e via diretta alla “civiltà dell’Amore”, ogni giorno indicano le strade da percorrere se si vuole fare spazio e dare visibilità a cieli e terre nuovi.

per impedire la guerra, che dialogo e confronto sono principio e origine del “bene comune”, che il progresso dei popoli dipende dal mio-tuonostro impegno, che solo nel Vangelo sono racchiuse le risposte che il mondo va cercando…

ciò mentre è sempre più evidente la necessità di offrire alle nuove generazioni esempi, insegnamenti, parole, gesti, ricordi e memorie, parte dell’eredità consegnata all’umanità da Paolo VI - da usare come alter-

La civiltà dell’amore . San Paolo VI dice a chiunque che un mondo migliore è possibile, che la civiltà dell’amore è qui e adesso, che nel nuovo umanesimo c’è il necessario

Un’alternativa credibile. Però, come dice la storia, il cammino dei Papi non è mai stato indenne da critiche e incomprensioni, presenti almeno in pari misura con i consensi e gli osanna. Paolo VI non ha fatto eccezione. Coraggioso nel portare a compimento il Concilio Vaticano II e nell’imprimergli il sigillo di rinnovamento e modo di essere Chiesa, illuminato nell’indicare alla Chiesa la via da percorrere per essere comunità e casa di tutti e per tutti, risoluto nell’abbandonare Roma per diventare pellegrino di pace nel mondo, intrepido nel procedere cercando unità pur rispettando la diversità, semplicemente straordinario nel suo ecumenismo contrassegnato dall’incessante impegno per costruire ponti e non muri tra fedi diverse…, Paolo VI ha offerto al mondo e non solo ai cristiani l’alternativa credibile allo star bene da soli indicando nell’equità, nella giusta suddivisione dei beni, nel diritto di ciascuno a possedere la terra e a godere dei suoi frutti, nella pace mai disgiunta dalla giustizia, nel dovere di assicurare cibo cure e sapere a nazioni e popoli dimenticati e oppressi, la via da percorrere. Aver dato concretezza a così alta missione, questo fu il passo che lo portò alla santità.

Suor Nazarena Zorzetto, semplicemente una Santa in Cielo

Le esequie sono state celebrate a Bassano del Grappa. “Ha offerto sull’altare la sua sofferenza per il bene della Chiesa”

“La parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa, l’Istituto delle suore di carità e i parenti hanno una Santa in Cielo”. Nel giorno della Trasfigurazione del Signore sono state celebrate le esequie di suor Nazarena Zorzetto. “Il cammino della vita cristiana – ha affermato nell’omelia padre Domenico Fidanza, parroco della comunità cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa – è un continuo salire e scendere dal monte della Trasfigurazione”. Nella vita santa di suor Nazarena, padre Domenico ha individuato tre momenti: la salita, ultima di 7 figli e originaria di San Donà di Piave, al Mon-

te Tabor all’età di 16 anni; “è il Tabor dell’innamoramento, della scoperta di Cristo come Sposo fedele”. Tante le salite al Monte Tabor durante i 63 anni di consacrazione “nell’adesione alla volontà di Dio e nei vari servizi che le sono stati affidati all’interno dell’Istituto: nove anni a Lovere, 16 anni alle scuole di Binasco, altri anni come superiora delle comunità religiose di Melegnano, Siziano, Mulazzano, Villanterio e Verolanuova, poi il trasferimento a Brescia nel 2016”. Senza dimenticare l’esperienza della malattia iniziata nel 2015. Ha definito la malattia “un dono che l’ha aiuta-

ta a capire ciò che conta davvero. Ha offerto sull’altare la sua sofferenza per il bene della Chiesa e per la santificazione dei sacerdoti. Certa della Resurrezione di Gesù non ha avuto paura di salire per questa esperienza”. Nell’ultimo tratto di strada l’ha accompagnata la meditazione di Santa Bartolomea: “Sono nelle mani di un Dio che mi ama da Padre”. “La frase della Santa è stato il suo progetto di vita, la sua certezza. Era scritta nella sua camera di Brescia vicino al Crocifisso e l’ha scelta come frase ricordo del rendimento di grazie del 60° di professione con la celebrazione eucaristica presieduta dal suo alunno, il vescovo Andrea Migliavacca e animata dal suo amato coro. Le continue salite e discese dal monte hanno trasfigurato la sua esistenza, il suo dolce e discreto sorriso è stato il segno visibile di una vita trasfi-

gurata e illuminata dalla luce di Dio che rifletteva nel suo sguardo. Incontrando suor Nazarena abbiamo fatto esperienza di Dio e, godendo della sua presenza, abbiamo intravisto qui sulla terra un’esistenza autentica e trasfigurata. I consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità in questo ultimo tratto di strada si sono resi ancor più visibili donandoci una testimonianza edificante: completamente abbandonata alla volontà di Dio, spogliata di tutto ciò che appesantiva il viaggio e pronta all’incontro con il Signore Risorto che ha cercato e atteso. Sorprende dalle testimonianze la certezza di una pace interiore e di una serenità, che solo da Dio possono provenire. Questa pace è il segno di consolazione affidato a ciascuno di noi”. L’invito finale. “Ora ti preghiamo – ha concluso padre Domenico – affinché tu possa intercedere per noi”.

Il ricordo
DI LUIGI ZAMELI
SAN PAOLO VI A SIDNEY (FOTO PEPI MERISIO)
Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo (GV 6, )

Il volto di un Dio che è Padre

“Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui”. Ci troviamo di fronte ad una svolta all’interno del racconto del pane moltiplicato e del tentativo di Gesù di dischiudere il senso di quel segno. Dopo l’ affannosa ricerca delle folle e la loro sincera richiesta “Signore, dacci sempre questo pane”, entrano ora in scena i Giudei, capi religiosi. Lo hanno forse ascoltato mentre sosteneva “il pane di Dio è colui che discende dal cielo/io sono il pane della vita”, e incominciano a mormorare. Ai loro orecchi non si può sentire quanto Gesù ha affermato. L’obiezione che pongono “segretamente” (mormorare dice il rifiuto di un confronto, la volontà di non venire alla luce) è tutta centrata attorno all’origine di Gesù. Lui, figlio di comuni mortali, uomo come noi, come può dire d’essere disceso dal cielo? Il volto di Dio che conosco-

no è forse quello di un’Alterità trascendente, che si china a guardare l’uomo e se ne prende cura dall’alto dei cieli. L’impossibilità a conciliare le due realtà umano-divina, che Gesù ha mostrato presenti nella sua carne, sembra essere d’inciampo a questi fratelli. Come il buon Nicodemo, che chiese stupito e un po’ incredulo: “Come può accadere questo?”(Gv 3,9), benché uomini fedeli alla Legge, non possono concepire l’esistenza di un Dio così vicino da farsi uomo nella carne del Figlio suo. Gesù, dal canto suo, non entra direttamente nella questione della sua origine, preferendo toccare più in profondità quella mormorazione. Il suo “Non mormorate tra voi”, lungi dal voler manifestare la sua onniscienza, dice la volontà di affrontare con onestà quell’atteggiamento di fondo che li anima, chiamandolo anzitutto con il suo nome! “Essi

Dorotee di Cemmo Suor

Margherita Madre Generale

Con grande gioia e gratitudine al Signore le Suore Dorotee di Cemmo annunciano che il 6 agosto 2024, Festa della Trasfigurazione del Signore, l’Assemblea Capitolare ha eletto Madre Generale delle Suore Dorotee di Cemmo suor Margherita Penucchini. Succede a suor Vincenzina Zagon. Resta in carica sei anni. Originaria della provincia di Pavia, suor Margherita in questi anni ha lavorato a Cemmo, sede originaria del carisma della fondatrice, la beata Annunciata Cocchetti.

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Giovanni 6,41-51)

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: “Io sono il pane disceso dal cielo”. E dicevano: “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: ‘Sono disceso dal cielo’?”. Gesù rispose loro: “Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: ‘E tutti saranno istruiti da Dio’. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. (...)”.

La Bibbia racconta DI ALICE BIANCHI

erano lontani da quel pane celeste ed erano incapaci di sentire fame. Avevano la bocca del cuore malata; avevano le orecchie aperte, ma erano sordi, vedevano, ma erano ciechi. Infatti, questo pane richiede la fame dell’uomo interiore” (Sant’Agostino). All’origine di quella mormorazione, fa intendere Gesù, vi è l’indisponibilità del cuore a lasciarsi attrarre dal Padre alla novità dell’incarnazione. Solo la fame dell’uomo interiore, infatti, apre all’iniziativa di Dio; solo rimanendo nella fame spirituale l’uomo custodisce la docilità alle “inaccessibili” vie di Dio.

La profezia. La profezia di un Dio che ammaestra l’uomo perché possa godere in pienezza della vita viene, poi, universalizzata da Gesù. Non è più soltanto il Dio di Gerusalemme, come recitava Isaia. “Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore” (Is 54,13). La novità introdotta da Cristo è un’adesione aperta a tutti, svincolata dai limiti/ diritti della religione e dell’elezione, intesa in senso privatistico. È volontà di Dio, infatti, che il Figlio “non perda nulla” (Gv 6,39) di quanto il Padre gli ha dato. Gesù narra il volto di un Dio che è Padre, un Padre a favore dell’uomo, che continua a donare a tutti la Vita nel suo Figlio, per mezzo dello Spirito. Quel pane che sazia l’uomo fino a renderlo più forte della morte non è una legge fatta di decreti da osservare, ma la relazione con un corpo di carne, figlio di Maria e Giuseppe, donato dal Padre ai fratelli perché abbiano a vivere in Lui: “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

La liturgia della settimana

Lunedì 12 agosto San Giovanna Francesca de Chantal Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27

Martedì 13 agosto Santi Ponziano e Ippolito Ez 2,8-3,4; Sal 118 (119); Mt 18,1-5.10.12-14

Mercoledì 14 agosto San Massimiliano Kolbe Ez 9,1-7;10,18-22; Sal 112 (113); Mt 18,15-20

Giovedì 15 agosto

Assunzione Beata Vergine Maria Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56

Venerdì 16 agosto San Rocco Ez 16,1-15.60.63; Is 12,2-6; Mt 19,3-12

Sabato 17 agosto San Giovanna della Croce Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50 (51); Mt 19,13-15

Domenica 18 agosto XX TEMPO ORDINARIO Sant’Elena Prv 9,1-6; Sal 33 (34); Ef 5,15-20; Gv 6,51-58

Il drago e le bestie. Calcolare il male

[Ap 12-13] “Ecco un drago rosso fuoco, con sette teste, ciascuna cinta di una corona, e una coda che trascina le stelle del cielo a terra”. L’immagine fa subito terrore. Il mostro pare implacabile, il colore delle sue squame evoca sangue e crudeltà. Le sette corone rimandano a qualche re, ma un orecchio allenato alla Scrittura ne indovina un esempio: è il re Antioco IV Epifane, un sovrano del II secolo a.C. che si era dichiarato dio in terra, come a voler spodestare gli astri dal loro posto. “Getta a terra una parte di stelle e le calpesta” diceva il profeta Daniele alludendo a lui (Dn 8). Antioco, però, non è “tutto il drago”, è solo una possibile testa… e le altre sei? No, specifica l’autore di Apocalisse, non stiamo parlando di corrispondenze esatte, ma di qualcosa di più ancestrale. Il drago è in realtà “il serpente antico, Satana, il diavolo”... Più il simbolo sembra chiarirsi più si complica; l’immagine si fa imprendibile. D’altronde il male

è una cosa complessa, stratificata – un drago, ma anche un serpente, ma con sette teste. Ora sta in piedi, minaccioso… di fronte a una donna in travaglio. Il male non è in fondo come un’ombra lunga su ogni vita che nasce? L’arcangelo Michele lo combatte, lo affossa; una voce dice che è finalmente caduto “l’accusatore dei nostri fratelli”. Dunque il male non è solo un re che si comporta come se fosse dio, ma anche un delatore che mette in pericolo la vita dei nostri cari. Il male è quando i più deboli restano indifesi, come la donna che ha appena partorito e adesso si ritrova perseguitata dal drago redivivo. Riesce a fuggire, ma il drago non si arrende, anzi muta: dà la sua forza a un’altra bestia, che è insieme pantera, orso e leone. Ha pure lei sette teste e un trono da cui governa. Ogni essere umano si prostra a lei per paura, e dice: “Chi può vincerla?”. Il male è un sistema che sembra immutabile, un impero,

un monopolio. Invece, perfino questa bestia ha vita breve, perché chi millanta il proprio potere ne subisce le conseguenze davanti a Dio: “Chi deve essere ucciso sarà ucciso”. Un ultimo mostro compare allora all’orizzonte, a tentare di salvare il potere della bestia precedente. Lo fa subdolamente, con la propaganda: seduce gli uomini, li possiede. Per liberarsene serve smascherarla: “conoscere il numero della bestia”. “Qui sta la sapienza”, conclude l’autore di Apocalisse. Non è mai facile, infatti, cogliere dove sia il male. Va ponderato di volta in volta, senza ingenuità e senza presunzione. È un esercizio di discernimento. Ai tempi dei primi cristiani, il “numero della bestia” poteva essere 666, che (secondo cabala ebraica) è la somma delle consonanti di “Nerone Cesare”. Oggi Nerone è morto, ma a noi resta quest’appello: soppesiamo ogni volta dove sia il male e confidiamo sempre che non prevarrà.

Il Vangelo della domenica
A CURA DELLE CLARISSE CAPPUCCINE, MONASTERO DELL’IMMACOLATA DI BRESCIA
Ogni domenica alle 11.40 su Radio Voce

CONGREGA

DELLA CARITÀ APOSTOLICA

Spedali Civili

I bambini dei reparti pediatrici in gita

Nei reparti pediatrici degli Spedali Civili ci sono bambini che affrontano cure per lunghi periodi. Durante questo tempo è importante per loro poter continuare, in base alla possibilità che lo stato di salute consente, a seguire la scuola. È infatti attiva la Scuola in Ospedale dell’Istituto Comprensivo Centro 3. In ogni scuola ordinaria esiste anche la “gita”, quel momento di grande entusiasmo che coinvolge vocianti scolaresche. Anche i bambini del reparto, quest’anno hanno avuto l’opportunità di fare la loro gita, con insegnanti, medici, genitori e operatori dell’Associazione bimbo emopatico. Il 15 e 16 maggio sono partiti in gruppo e hanno visitato l’antica cittadina di Pontremoli, il castello del Piagnaro e il Museo delle Statue Stele Lunigianesi. Il Sindaco li ha incontrati e ha donato loro la medaglia cittadina. Si sono poi recati a Lerici e San Terenzo per visitare il Golfo dei Poeti. I vigili municipali li hanno accompagnati nella discesa verso il lungomare e la gelateria del luogo ha offerto loro un rinfrescante gelato. Il viaggio è stato possibile grazie anche al contributo di Fondazione Dominique Franchi amministrata dalla Congrega della Carità Apostolica.

La Congrega e le sue origini

Dal Medioevo sino a oggi, secoli di storia e carità mantenendo sempre intatto il carattere primigenio del Sodalizio

di via Mazzini

Brescia DI ANGELA IUSSIG

Nel 1229, il beato Guala de Roniis, bergamasco, legato pontificio e appartenente all’ordine dei Domenicani, è vescovo di Brescia. Il Broletto, sede municipale, è in piena costruzione; sono i tempi turbinosi della contrapposizione tra i Comuni e l’autorità imperiale; sette anni prima, il giorno di Natale del 1222 un devastante terremoto aveva colpito la città e le campagne, causando la morte di 10.000 persone. C’è bisogno di pacificazione e rinascita, forse anche per questo sorgono le Confraternite caritative laicali, una spontanea riunione di persone impegnate per lo stesso fine. Sin dal 1300 il consorzio del rione del Duo-

Il primo statuto, o regola, di cui si ha notizia è un manoscritto consultabile presso la Biblioteca Queriniana

mo incomincia ad emergere per importanza tra quelli delle altre chiese cittadine e si viene progressivamente a formare il nucleo embrionale della attuale Congrega.

Serenissima. Dal 1426 Brescia appartiene ai domini di Terraferma della Serenissima Repubblica di Venezia e ne segue gli ordinamenti. La fusione dei consorzi caritativi cittadini risale agli anni tra il 1535 e il 1538 quando, sotto gli auspici del Vescovo Cardinale Andrea Corner, patrizio veneto e nipote della celeberrima regina di Cipro, con atto di approbatio da parte dell’autorità ec-

Fondazione Cottinelli

DI ANGELA IUSSIG

Una villa liberty per alloggi studenteschi

clesiastica locale, si ebbe un unico soggetto con la denominazione che oggi conosciamo.

Diritto. La Congrega ha quindi origini di diritto canonico e nella sua dimensione di confraternita sorge come libera associazione di fedeli. Questo carattere primigenio è mantenuto ancor oggi: al 31 dicembre 2023 il Sodalizio era composto da 55 Confratelli effettivi e 3 Confratelli onorari; tra loro 54 laici, un diacono permanente e 3 sacerdoti. Il primo statuto, o regola, di cui si ha notizia è un manoscritto consultabile presso la Biblioteca Queriniana; datato 1578, il documento reca sul frontespizio “Regola della Compagnia intitulata Congrega della Carità Apostolica posta nel luogo cathedral di Brescia. Reformata et trascritta”.

Prove. Le prove storiche della rilevanza assunta dall’ente e della sua preesistenza sono numerose: nel 1532 la Congrega si menziona in un instrumento notarile per la concessione di una cappella, mentre nel 1575 papa Gregorio XIII riconosce particolari indulgenze ai Confratelli del Sodalizio con un Breve pontificio, oggi conservato nell’archivio della sede. Anche negli atti relativi alla visita di san Carlo Borromeo al territorio di Brescia, si ritrova un testo del 1582 che fa espresso riferimento alla Congrega. Altri statuti seguiranno nel Seicento e nel Settecento non più manoscritti ma a stampa; nel 1673 il Sodalizio fissa la propria sede operativa in via Del Dosso, attualmente via Mazzini, dove ha sede ancora oggi.

Un’elegante villa liberty, che si affaccia su via Silvio Pellico a Brescia, è un luogo di accoglienza destinato ad appartamenti per studenti universitari fuori sede e un laboratorio attrezzato per ragazzi con disabilità. L’edificio appartiene alla Fondazione Alessandro Cottinelli amministrata dalla Congrega della Carità Apostolica. La fondazione nacque nel 1952 come Opera Alessandro Cottinelli, si trasformò nel tempo per divenire nel 2007 un ente privato. Quando sorse, l’opera volle “portare caritatevole cristiano aiuto a ragazze bisognose, dando loro possibilità di apprendere un lavoro”. La guerra era finita da poco: igiene, istruzione e lavoro erano ancora delle conquiste per cui faticare e la Fondazione aveva “lo scopo di promuovere e attuare il reinserimento nel mondo del lavoro di lavoratrici indigenti dimesse da luoghi di cura di età non inferiore a 18 anni”. La tubercolosi era una piaga seria e portava con sé un difficoltoso rientro in società, nacque così un laboratorio di sartoria e delle

camere per alloggi. Debellata la tubercolosi, l’Opera Cottinelli dovette riorientare la propria azione: si accolsero e si formarono giovani donne in situazione di difficoltà. Nel 2007 si rese necessaria una ristrutturazione e l’attività fu trasferita in via Pulusella, esperienza esauritasi nel 2013. L’opera ha quindi modificato nel tempo le proprie strategie di risposta e dalla riqualificazione della storica residenza si ricavarono 17 posti letto a canone agevolato per studenti universitari fuori sede. Il bando di assegnazione degli alloggi è attualmente aperto e consultabile sul sito www. congrega.it. Il laboratorio situato nel seminterrato della villa invece ha ripreso anch’esso vita ed ora ospita i giovani di Fobap Anffas che si alternano in piccole opere di artigianato e restauro con il concorso di educatori e volontari. Ogni anno la Fondazione, per mantenere uno dei suoi elementi costitutivi, non trascura di compiere erogazioni, nel 2023 sono stati deliberati contributi a 2 giovani donne.

L’Associazione si propone di raccogliere testimonianze e di promuovere attività per la beatificazione di padre Ottorino Marcolini

MAZZINI

Ravviva il dono di Dio che è in te

2Tm 1, 6

CONVEGNO DEL CLERO 2024

Mercoledì 18 e Giovedì 19 settembre

Teatro S. Giulia

Villaggio Prealpino Brescia

PRIMA GIORNATA

9.30

Ora media

Saluto e introduzione

MONS. ANGELO GELMINI Vicario episcopale per il Clero

10.00

L’accompagnamento della vita del presbitero: un consiglio o una necessità?

ANNA DEODATO

Consacrata - Istituto delle Ausiliarie Diocesane di Milano 10.45

Coffee break 11.15

Sacerdoti nel cambiamento d’epoca. Quale formazione?

S.E. MONS. FRANCO GIULIO BRAMBILLA Vescovo di Novara

12.00

Preghiera dell’Angelus

SECONDA GIORNATA

9.30

Ora media

Saluto e introduzione

MONS. GAETANO FONTANA Vicario Generale

10.00

Intervento del Vescovo mons. Pierantonio Tremolada

10.45

Coffee break

11.15

Presentazione della nuova edizione del Proprio dei Santi diocesano (Messale, Lezionario e Liturgia delle Ore)

DON GIANMARIA FRUSCA

Vice direttore dell’Ufficio per la Liturgia 11.30

Dialogo con il Vescovo mons. Pieantonio Tremolada

12.00

Preghiera dell’Angelus

La biografia

Alcune tappe significative della vita

1881

Nascita

Alcide de Gasperi nasce a Pieve Tesino il 3 aprile 1881, suddito dell’Impero austroungarico. Sin da giovane è vicino agli ambienti del movimento cattolico trentino

di Alcide De Gasperi

1923

Partito Popolare

È tra i fondatori del Partito Popolare Italiano, di cui diventa segretario nel 1923. Eletto deputato al Parlamento italiano nel 1921, matura una posizione decisamente antifascista

1945

Presidente

Con la caduta del fascismo, De Gasperi entra a far parte del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel 1944 è Ministro degli Esteri e dal dicembre 1945 Presidente del consiglio

De Gasperi, uomo lungimirante

Dobbiamo recuperare lo “spirito degasperiano” che non si accontenta di osservare i problemi ma si sforza di individuare le possibilità che si aprono

Il ritratto

Ricorrono quest’anno i 70 anni della scomparsa di Alcide De Gasperi, a cui tanto l’Italia deve. La sua vicenda umana è iniziata e terminata nelle valli del Trentino, una delle principali vie di transito tra nord e sud dell’Europa e tra mondo germanico e latino. Suddito dell’Impero austro ungarico, poi di un Regno che con Mussolini gli ha inflitto un’umiliante pena detentiva e cittadino, in ultimo, di questa nostra Repubblica, che egli ha costruito e amato. Nato nel 1881 a Pieve Tesino, si era formato come Adenauer e Schuman negli anni a cavallo della prima guerra mondiale. Perse una patria – l’Impero austro ungarico dove fu per dieci anni parlamentare della minoranza italiana a Vienna – per ricostruirne un’altra. È stato deputato in tre parlamenti diversi, sempre al servizio di una democrazia che desiderava legata ai valori dell’umanesimo laico e cristiano. Ha costruito la nuova Italia tenendo conto dei due assi principali della storia europea: uno quello latino germanico, l’altro quello franco tedesco. Gli toccò in sorte di parlare alla Conferenza di pace di Parigi a

nome di una nazione sconfitta militarmente e moralmente. Si scrollò di dosso una Monarchia che non era stata all’altezza della storia e lo fece con grande coraggio politico, fondando il più grande partito di ispirazione cristiana dell’Occidente. Guidò il passaggio alla nuova fase repubblicana e, dopo le decisive elezioni del 1948, segnò con i suoi

governi la rinascita del Paese. Oggi è assodato riconoscergli l’onore di Padre della Repubblica.

Il cambiamento. In pochi anni mutò l’immagine dell’Italia, facendola diventare un grande paese occidentale e cambiando radicalmente il quadro di riferimento delle alleanze internazionali. Si adoperò perché l’u-

1954

Morte

Alla guida di diversi governi dal 1945 fino al 1953. Svolge un ruolo di primo piano anche nel processo di unificazione europeo. Muore a Sella di Valsugana il 19 agosto 1954

nità politica dell’Europa non fosse improvvisata immaginandola fondata essenzialmente su tre assi: pace, sicurezza e lavoro. Ancora negli ultimi giorni della sua vita terrena confidava di vedere la nascita della Ced, la Comunità europea di difesa, che invece il parlamento francese bloccò. Sapeva che la ricchezza da sola non avrebbe mai potuto essere il collante di una grande comunità politica. “Se noi costruiremo – disse nel 1951 – soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale, nel quale le volontà nazionali si incontrino (…) rischieremo che questa attività europea appaia, al confronto della vitalità nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale: potrebbe anche apparire ad un certo momento una sovrastruttura superflua e forse anche oppressiva”. Parole profetiche.

Il dovere morale. De Gasperi era anche portatore di un messaggio più profondo, quello che implicava il riconoscimento del dovere morale come perno della convivenza umana. Per questo, dichiarandosi un “vecchio combattente del movimento sociale e politico dei cattolici”, rivolgeva l’invito ai credenti a non estraniarsi dalla vita politica, dando forza alla democrazia e alle libere espressioni. Di fronte ai problemi attuali, difficili ma non certo più di quelli che De Gasperi dovette affrontare nel suo tempo, abbiamo il dovere di guardare al suo insegnamento e al suo coraggio per trarre indicazioni e ispirazioni, recuperando quello “spirito degasperiano” che non si accontenta di osservare i problemi ma si sforza, al contrario, di individuare le possibilità che si aprono dentro i vincoli che la storia impone. Su una parete del Museo di Pieve Tesino, realizzato nella casa

L’attualità di De Gasperi sta nell’esempio di dedizione al bene comune, elemento centrale nella formazione

natale, sono riportate alcune frasi dello statista che ci ricordano come in democrazia siamo tutti legati e, dunque, tutti corresponsabili della cosa pubblica. L’attualità di De Gasperi sta forse in questo esempio di massima dedizione al bene comune, elemento centrale nella sua formazione di cattolico e popolare. Nella bella biografia su De Gasperi, Piero Craveri conclude scrivendo: “Ancor oggi ciò che di stabile e sicuro l’Italia può contare nel campo della politica, delle istituzioni e dei legami internazionali, le idee stesse che reggono, o dovrebbero reggere, la nostra convivenza civile, il progresso e l’unità della nazione, risalgono innanzitutto alla sua epoca e all’opera che egli vi svolse”.

*Vice Presidente del Centro De Gasperi di Castegnato

Alcide De Gasperi Trentino, italiano, europeo, protagonista del suo tempo

Un Centro bresciano per tenere viva la memoria dello statista

Il Centro De Gasperi prosegue l’attività di formazione e di rilettura della quotidianità alla luce del pensiero del politico

Tenere viva la memoria di Alcide De Gasperi e, attraverso i suoi insegnamenti, rileggere la quotidianità con uno sguardo lungimirante sul futuro. Si è tenuto nei giorni scorsi il Consiglio Direttivo del Centro Alcide De Gasperi di Castegnato. II presidente Nicola Vacca ha sottolineato come l’attività nell’anno 2023 sia stata contrassegnata dalla collaborazione, nel mese di ottobre, della presentazione del libro “ Giulio Onofri. Una politica umana”, curato da Ennio Pasinetti e Franco Franzoni, edito da Scholé-Morcelliana,

e dalla collaborazione del vicepresidente Franco Franzoni al notiziario comunale “Il Paese” con articoli divulgativi sui presidenti della Repubblica Italiana. La presenza culturale è stata arricchita con l’omaggio fatto ai soci del libro “Persone. Testimonianze dal Novecento” di Tino Bino, poi presentato alla cittadinanza nel mese di febbraio. Sempre nel 2024 vi sono state le presentazioni del libro di Marco Roncalli “Giovanni XXIII e Paolo VI. Due vite intrecciate” e del libro di mons. Vincenzi “Il bene che ci costruisce”, nonché l’organizzazione della Messa in

suffragio di Pietro Padula e dei tanti amici che con lui hanno condiviso l’impegno politico, con la bella testimonianza dell’avv. Marcello Berlucchi. È stata inoltre costantemente aggiornata, con notizie e pubblicazioni, la pagina Facebook. Successivamente, ha preso la parola il vicepresidente Franco Franzoni che ha illustrato

il programma per la seconda parte del 2024 che vedrà una serata per ricordare la figura e l’attualità di Alcide De Gasperi nel 70° anniversario della scomparsa, a cui tanto l’Italia post-fascista deve. Un incontro con Carlo Dellasega, vicepresidente della Fondazione Stava di Tesero (Val di Fiemme) e già direttore

generale della Cooperazione Trentina, “La memoria è un antidoto per evitare tragedie. La lezione del 19 luglio 1985 a Stava”, collegato ai temi dell’enciclica Laudato si’. Infine un incontro con Giuseppe Sangiorgi, già Direttore de “Il Popolo” e già Segretario della Fondazione Sturzo, che presenterà il libro “Babbo Sangiorgi. Il romanzo di una generazione”. La storia di un uomo, che si intreccia con quella dell’Italia del Novecento e di alcuni fra i suoi maggiori protagonisti, da Alcide De Gasperi a papa Montini, a tanti altri. La storia di un uomo, che diventa in tale modo biografia personale e romanzo di una generazione, sullo sfondo di una Roma occupata dai nazisti della quale si ricostruiscono passaggi assolutamente inediti.

Castegnato DI PINO RAGNI

Presentazioni

Giovanni Uboldi, medaglia d’argento al V. M.

Per venerdì 30 agosto, alle 20,30, nella sala civica Nicolini di Travagliato è in programma la presentazione del libro, curato dal prof. Giovanni Quaresmini, “Giovanni Uboldi, medaglia d’argento al V. M.” (Ed. Compagnia della Stampa Massetti Rodella). Il soldato Giovanni Uboldi di Travagliato aveva 27 anni quando, il 17 ottobre 1944, in una notte senza luna, trovò la morte sul Monte Calderaro, che faceva parte della Linea Gotica, approntata sull’Appennino Tosco-Emiliano, dalla Wehrmacht per fermare l’avanzata anglo-americana. Apparteneva alla 210.a Divisione, 5° Salmerie “Montecassino da combattimento”. Fu decorato con medaglia d’argento al V.M. e con la Croce al Merito di Guerra. Inoltre, gli furono conferiti alla memoria il diploma d’onore sia dal generale americano L. K. Kruscott che dal comandante della 210ª Divisione, generale Giuseppe Cortese. Negli anni Novanta il consiglio comunale gli dedicò una via. Con l’autore interverranno Renato Pasinetti, sindaco, Claudio Baroni, giornalista, Alberto Vaglia, presidente dell’Associazione Amici della Fondazione Civiltà Bresciana, Sergio Isonni, giornalista e attore.

Lonato del Garda

DI MARIO GARZONI

Tre giorni di stupore e divertimento per grandi e piccoli, con un mondo di meraviglie che sul far della sera (e per tutta la notte) mette in mostra, in un castello da favola, la Rocca Visconteo Veneta di Lonato del Garda. Dal 9 all’11 agosto torna “Lonato in Festival”. Giunto alla 12ª edizione, il Festival prosegue nel suo percorso di crescita, delineando sempre più le sue peculiarità culturali e artistiche.

Artisti. Negli ampi e suggestivi spazi del parco e del castello, si esibiranno formazioni di artisti di strada, circo contemporaneo, musica provenienti da più parti del mondo.

Tra gli artisti in programma: il Circo Bipolar, con lo spettacolo Grand Café Rouge di acrobatica e giocoleria, con un numero di trapezio ballant a 9 metri d’altezza; Circo in Rotta con lo spettacolo Tienimi che ti tengo di equilibrismo su filo teso, giocoleria, acrobatica e danza; Cometa Circus, duo italo-peruviano, con lo spettacolo Cometa di acrobatica aerea e a terra, giocoleria e rue cyr; Ambaradan con lo spettacolo Circo Bazzoni, un’amorevole omaggio in chiave comica al mondo dello spettacolo viaggiante, merce sempre più rara nella sua forma più poetica; Jessica Arpin, con lo spettacolo Miss Magherita, un’ode alla pizza, tra antipodismo, acrobazie e comicità; Nicola Carrara, con un coinvolgente spettacolo di giocoleria e clownerie; Alessandra Piccoli con lo spettacolo Rosi Danse la Rue, di pol dance e contorsionismo; Daigoro abile e coinvolgente mago con lo spettacolo Voilà; dall’Irlanda la compagnia Siolta Circus, con lo spettacolo On Tish! con acrobazie incredibili e la loro comicità,

Al via Lonato in Festival

Giunta alla 12ª edizione, la rassegna propone dal 9 all’11 agosto un ricco calendario di spettacoli con tante postazioni nel parco della Rocca

rappresentano una tribù chiassosa dell’era post-tecnologica, in un ipotetico anno 2222. Fra le chicche del

Si esibiranno formazioni di artisti di strada, circo contemporaneo, provenienti da più parti del mondo

Sarà la parola “Memorie” il filo conduttore della 21ª edizione della rassegna “Un libro, per piacere!”, il ricco calendario di letture spettacolari, incontri con l’autore, passeggiate letterarie , organizzato dal Sistema Bibliotecario del Sud Ovest Bresciano la cui direzione artistica è affidata a Barbara Mino. Titolo declinato volutamente al plurale così da raccogliere una pluralità di memorie e testimonianze che spaziano dal passato recente ai giorni nostri . Ventisette appuntamenti ambientati tra biblioteche, cortili, piazze, che prenderanno il via proprio a Chiari il 23 agosto con “C’era una volta …il Novecento”, nella bella cornice di Villa Mazzotti. La lettura, affidata alla voce dell’attrice Barbara Pizzetti , sarà accompagnata da Paolo Malacarne alla tromba . Appuntamento da non perdere Il 27 agosto nei giardini della Biblioteca Comunale “Cesare Cantù” di Rovato: Luciano Bertoli darà vita alla letture scenica “ La Piazza”, dedicata alla strage di Piazza Loggia, motivo propulsore della rassegna e della quale

Appuntamenti DI CLAUDIA MORANDINI

programma, ci sarà poi una casuale, ma voluta, sezione “Circo-famiglia” con le famiglie di circo: Family Camus dalla Svizzera, composta dal duo di acrobati ironici famosi in tutto il mondo (lui Henry Camus, un americano egocentrico e lei Gaby Schmutz, una svizzera tedesca puntuale) e i loro due figli, anche loro artisti, e la compagnia Teatro Viaggiante con lo spettacolo La Famiglia Mirabella, che vede per l’appunto in scena tutti i componenti dell’omonima famiglia di artisti. Due poi i progetti di musica e circo molto particolari: il duo svizzero Banjocircus con l’acrobatico concerto Crazy Pony Show, un crossover tra musica, circo e commedia e La Contrabbassa, originale progetto con un vecchio camioncino che si apre come un antico palco itinerante...

Programma. Per il programma completo è possibile consultare il sito dedicato all’indirizzo www.lonatoinfestival.it.

ricorre il 50° anniversario. Se ne riparlerà il 30 ottobre a Castelmella presso l’auditorium Gaber dove Benedetta Tobagi (nella foto) ripercorrerà gli anni bui della nostra storia recente in una serata dal titolo: “La memoria tra segreti e lacune”. Molti gli ospiti: Nadia Busato, il 15 ottobre, a Trenzano, racconterà il suo Factory gilrs; Piero Dorfles, il 25 ottobre, a Cellatica, parlerà del suo ultimo libro “Chiassovezzano”. Rinnovate le collaborazioni con l’associazione “L’Impronta” che proporrà le passeggiate storico-letterarie : due gli appuntamenti, il 28 settembre a Rudiano e il 5 ottobre a Chiari, serata, questa, dedicata ad Agostino Turla. Riconfermata anche la partnership con Fondazione Cogeme e il progetto “Biblioteca chiama Terra”. La rassegna si chiuderà il 15 novembre a Rodengo Saiano presso l’Auditorium San Salvatore con le autobiografie dal titolo “L’arte di raccontarsi”. Voce narrante sarà Mattia Ranghetti. Tutti i dettagli e gli appuntamenti sulla pagina social.

I santi, pellegrini di speranza

Marcello Semeraro

Edizioni Messaggero Padova euro 15,00

Un cuore perso nella meraviglia

Catharine Randall Edb euro 26,00

La mia Ingeborg

Tore Renberg

Fazi Editore

euro 18,00

Non fate arrabbiare Petra

Riccardo C. Mauri

Paoline euro 14,00

La speranza è la virtù teologale che papa Francesco ha voluto al centro dell’Anno Giubilare 2025. Il papa ci esorta a essere pellegrini di speranza. In questo i santi ci regalano parole d’incoraggiamento e nella loro vita sono tracciate le vie per questo pellegrinaggio. Il libro ne indica alcune in particolare: la preghiera, anzitutto; lo sguardo misericordioso verso il prossimo; l’apertura alla fraternità universale; l’invito paolino a essere gioiosi nella speranza. Per ciascuna di esse sono indicati dei modelli: il venerabile cardinale Van Thuan, santa Teresa di Lisieux, san Charles de Foucauld, il beato Pier Giorgio Frassati, i santi Carlo Acutis, Tommaso Moro, Vincenzo de Paoli e Filippo Neri. Sono solo alcuni esempi e l’elenco si potrebbe ampliare enormemente. Ogni santo, infatti, ci mostra un tratto del volto di Dio.

Gerard Manley Hopkins, uno dei poeti di lingua inglese più amati di tutti i tempi, ha vissuto una vita carica di drammi e visioni religiose. Cresciuto in una famiglia anglicana, Hopkins si convertì infine al cattolicesimo romano e divenne sacerdote entrando nella Compagnia di Gesù; in seguito, smise di scrivere poesie per molti anni e si allontanò completamente dalla sua famiglia protestante. Questo libro offre una prospettiva sulla vita e l’opera del poeta gesuita. Catharine Randall racconta la storia della sua vita intensa, carica e travagliata e, lungo il percorso, mostra ai lettori la ricchezza di intuizioni religiose che egli ha racchiuso nelle sue poesie. Esplorando la vita interiore del poeta e il mondo vittoriano in cui visse, l’autrice aiuta i lettori a comprendere meglio il contesto e la visione della sua opera sorprendente.

Tollak è un uomo pieno di contraddizioni: testardo e sensibile, rude e orgoglioso. Un uomo impossibile, a detta di molti. Ormai vecchio e solo, non fa che imprecare contro il mondo che da tempo, per lui, ha smesso di avere senso. L’unica persona che lo teneva attaccato alla vita era lei: sua moglie Ingeborg, amatissima, scomparsa da qualche anno. “Tollak di Ingeborg”, lo chiamava la gente del paese. I suoi due figli, ora adulti, hanno abbandonato la valle, teatro di un’infanzia difficile. Soltanto Oddo è rimasto con lui: “Oddoloscemo”, per i vicini, lo zimbello di tutti, un ragazzo problematico di cui si prende cura da quando è stato abbandonato dalla madre. La vita di Tollak, soprattutto negli ultimi anni, è stata avvolta nel silenzio... (Segnalato e disponibile alla Biblioteca Diocesana “Luciano Monari”)

Se hai 16 anni e ti chiami Petra, più che sentirti una roccia vivi la costante sensazione di essere pietrificata. Alzi la mano chi in qualche modo, anche se con reazioni e sensibilità diverse, non ha provato nell’adolescenza un certo senso di depersonalizzazione. La noia, un corpo che cambia e molte volte non è come lo vorresti, la voglia di essere qualcuno che si scontra con la mediocrità, il cercare di vivere come fanno tutti per essere almeno non rifiutati sono la normale carta da parati della stanza della vita di molti ragazzi e ragazze di numerose generazioni, pareti che si ritrovano appiccicate addosso e che circondano tutto il loro mondo e che, al limite, possono provare a personalizzare. Così l’autore ci porta nella stanza di Petra. Impersonale quella della sua casa, piena di punti di domanda quella del suo cuore.

GLI “AMBARADAN”

AMMINISTRAZIONE@LAVOCEDELPOPOLO.IT 2 0 2 4

TOUR DELLE PIEVI

RITROVO IN LOCO ALLE 10 (A TREMOSINE ALLE 19). PRESENTAZIONE STORICO-ARTISTICA DELLE PIEVI CON ELEVAZIONE MUSICALE. POSSIBILITÀ DI PRENOTAZIONE DEL PRANZO AL COSTO DI 20 EURO. INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: 030 578541 (INTERNO 1)

12 MAGGIO - PISOGNE PIEVE DI SANTA MARIA IN SILVIS IN

16 GIUGNO - COMELLA PIEVE DI SANTA MARIA ANNUNCIATA

28 LUGLIO - IDRO PIEVE DI SANTA MARIA AD UNDAS UNDAS

24 AGOSTO - TREMOSINE PIEVE DI SAN GIOVANNI BATTISTA DI

15 SETTEMBRE - GUSSAGO PIEVE DI SANTA MARIA VECCHIA SANTA

20 OTTOBRE - BEDIZZOLE PIEVE DI SANTA MARIA DI PONTENOVE

FONDAZIONE

PROVINCIA DI BRESCIA

EVENTI

“Strade Basse”
Un viaggio nella natura, nell’enogastronomia e nella cultura

Gli amanti delle due ruote hanno un appuntamento imperdibile: il 30 agosto e il 1° settembre si terrà “Strade Basse”, evento cicloturistico “gravel” all’insegna del turismo lento e sostenibile con partenza dal Castello di Padernello, maniero quattrocentesco della Bassa Bresciana, che coinvolgerà circa 300 appassionati di bicicletta in bellissimi itinerari nel territorio. L’idea è nata da Danilo Gorlani, guida cicloturistica che durante i giorni bui della pandemia, ha trovato conforto nel ritmo tranquillo della bici e ha deciso di condividere le

meraviglie nascoste delle strade locali con il mondo. Con i suoi collaboratori, a partire da settembre 2023, Gorlani ha creato itinerari e percorsi di diversa percorrenza, che i cicloturisti attraverseranno nelle date dell’evento. Tracciati da seguire in un giorno da 68 km, 100 km e da 200 km ed un tracciato di 333 km che abbraccia buona parte del bresciano, sconfinando nella vicina provincia di Cremona, passando nelle terre di Bergamo ed infine toccando una porzione del territorio dei Gonzaga. Un’avventura, quest’ultima, da fare in

2 o 3 giorni, con partenza prevista il 30 agosto ed arrivo il 1° settembre. I tracciati sono stati studiati per offrire i tragitti migliori attorno al Castello di Padernello, all’interno del Parco dell’Oglio Nord, in parte della Franciacorta, nelle torbiere sulle rive del Lago d’Iseo, sulle strade della Leonessa d’Italia con i suoi splendidi monumenti, oltre al meraviglioso Lago di Garda con le sue perle Desenzano e Sirmione. Un’esperienza che diventa un viaggio nella natura, nell’enogastronomia e nella cultura di un territorio straordinario.

Scatti di sguardi e di persone

Promosso dalla Fondazione Provincia di Brescia Eventi, il progetto raccoglie le fotografie di noti fotoreporter internazionali

Borno DI MARIO GARZONI

Dopo la prima esposizione nel corso dell’autunno a Palazzo Martinengo, nell’anno di BGBS2023, la permanenza fino ai primi mesi dell’anno nella galleria di ELNÒS Shopping e nei mesi a seguire al Castello di Padernello, venerdì 2 agosto, è stata inaugurata al Museo della Fotografia Storica Camuna di Borno la mostra “Di sguardi e di persone”.

Collaborazione. Grazie alla collaborazione con la Comunità Montana di Valle Camonica, la mostra fotografica promossa da Fondazione Provincia di Brescia Eventi racconta e valorizza il territorio bresciano.

Esratto. La mostra, che rimarrà in esposizione fino a domenica 1° settembre, a ingresso libero, rappresenta un estratto dell’omonimo progetto: attraverso gli scatti presentati, i visitatori di Villa Guidetti, che ospita il Museo dedicato alla fotografia storica camuna, in un viaggio nel passato della Valle Camonica e

dell’Alto Sebino attraverso migliaia di immagini, fotografie e documenti dalla fine del 1800 agli anni ’60, avranno l’opportunità di conoscere le bellezze del paesaggio bresciano in tutte le sue sfumature, valorizzate attraverso lo sguardo e la sensibilità di figure di spicco della fotografia contemporanea.

Aree. Nel dettaglio, le aree del territorio immortalate nei 16 scatti selezionati sono la città di Brescia, il Lago di Garda, il Lago di Iseo e Franciacorta, la Pianura Bresciana, la Valle Sabbia e la Valle Trompia, con un focus dedicato alla Valle Camonica.

Progetto. Gli scatti esposti fanno parte del progetto “La Provincia dei Tesori” di Visit Brescia, e sono stati realizzati da fotografi a cui hanno dedicato pagine importanti testate internazionali, come National Geographic, The New York Times, The Guardian e Vanity Fair: Andrea Frazzetta, fotoreporter; Andrea Pistolesi, fotografo di viaggi e natura; Amanda Ronzoni, fotoreporter; Davide Monteleone, fotografo e artista visivo; Paolo Petrignani, fotografo documentarista; Daria Addabbo, fotoreporter; Nadia Shira Cohen, fotogiornalista.

Osservatori. Osservatori privilegiati della realtà che li circonda, i sette fotoreporter di livello internazionale, vincitori del prestigioso premio fotografico World Press Photo, hanno interpretato la bellezza, la cultura e l’umanità della città e della provincia di Brescia, raccontandole al pub-

blico attraverso un punto di vista diverso ed emozionante. Il fotografo, osservatore privilegiato della realtà che lo circonda, è un interprete attraverso il cui sguardo possiamo infatti rileggere il mondo.

La mostra, realizzata secondo il progetto allestitivo dell’architetto Ro-

I sette fotoreporter hanno interpretato la bellezza, la cultura e l’umanità della città e della provincia

berto Bertoli, a cura di Alessandro Boccingher, già curatore con Agenda7 e Foto Officina del progetto di promozione turistica del 2022 La Provincia dei Tesori” di Visit Brescia, propone un punto di vista diverso sulla città e sulla provincia raccontando la bellezza e l’emozio-

ne che questo territorio sa regalare, promuovendo, altresì, al contempo, il turismo in provincia di Brescia attraverso l’esperienza della scoperta (orari di apertura: sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 18).

“Le grand Bal de Brescia”, una serata in ricordo di Idris Sanneh

Appuntamento il 17 agosto, al “Florida”, con Youssou N’Dour, a un anno dalla scomparsa del commentatore televisivo

Un evento straordinario è previsto la sera del 17 agosto (a partire dalle 19) negli spazi della storica discoteca Florida di Ghedi. Per ricordare, ad un anno dalla sua scomparsa, il noto commentatore televisivo Idris Sanneh, ci sarà l’esibizione di uno dei più importanti cantanti del mondo (la rivista specializzata Rolling Stone lo pone al numero 69 nella classifica dei migliori cantanti di tutti i tempi), certamente il più noto cantante africano: Youssou N’Dour. L’apertura dei cancelli è prevista alle 19, nella Str.

Montichiari, 47 a Ghedi, per info e prenotazioni contattare i numeri: (+39) 3479976336 oppure (+221) 777291262. Sarà una serata di gala, intitolata “Le grand Bal de Brescia”, doveroso ricordo del popolare Idris, nato in Gambia e trasferitosi in Italia dopo i primi studi in Senegal. Inseritosi perfettamente nel contesto bresciano, con grande padronanza del dialetto, divenne noto al pubblico soprattutto per la sua passione calcistica a favore della Juventus, di cui era diventato assiduo e accalorato sostenitore nei dibattiti televisivi.

e

N’Dour non ha certo bisogno di presentazioni, ha creato un sound miscelando suoni africani con suoni

occidentali, ha collaborato con giganti della musica come Sting, Peter Gabriel, Paul Simon, Bruce Springsteen, Tracy Chapman, Neneh Cherry e moltissimi altri. La sua canzone “7 seconds”, cantata in tre lingue con Neneh Cherry, può essere annoverata tra le più belle in assoluto della musica contemporanea. A Ghedi Youssou N’Dour si esibirà con una superband capace di regalare spettacolo, emozioni, ritmo. Una festa africana che saprà certamente coinvolgere i molti amici bresciani di Idris, all’insegna del dialogo tra i popoli, della pace e della fratellanza. Il merito dell’organizzazione va alla comunità senegalese che popola da molti anni la provincia bresciana, dalla quale è stata accolta con benevolenza, regalando in cambio serietà, amicizia, lavoro.

Fu anche Dj
attore, morì il 4 Agosto del 2023, ora riposa nel cimitero di Bedizzole. Youssou

VENERDÌ 23 AGOSTO

Il settimanale organizza il viaggio in pullman al costo di 30 euro per partecipare al Meeting di Rimini.

L’esperto risponde

Compatibilità e invalidità

D: Ho 58 anni e per vari problemi di salute ho dovuto abbandonare il lavoro. Da un anno percepisco un assegno di invalidità di circa 850 euro per i contributi versati fino a quando ho lavorato. Recentemente ho fatto anche una domanda di invalidità civile e mi è stato riconosciuto l’80% ma l’Inps mi ha risposto che non ho diritto ad altre pensioni perché ho già quell’assegno. Vorrei capire se è una risposta corretta.

R: Da quanto scrive si presume che lei sia titolare di una prestazione previdenziale chiamata assegno ordinario di invalidità, calcolata sui contributi versati. Altra cosa sono invece le prestazioni assistenziali per invalidità civile (che prescindono dal fatto di avere contributi versati). La risposta dell’Inps è corretta, in quanto la normativa stabilisce che i due “assegni” siano incompatibili. In tali casi, è possibile procedere con un’opzione scegliendo quale prestazione percepire. info.brescia@patronato.acli.it.

ECONOMIA venturelli@lavocedelpopolo.it

Visit Brescia Eugenio Massetti è il nuovo presidente

Conferme e novità per Visit Brescia, la destinaton management organization che promuove il turismo. Il nuovo direttivo è presieduto da Eugenio Massetti, imprenditore nel settore dell’editoria, presidente di Confartigianato e vice presidente della Camera di Commercio di Brescia che eredita il testimone da Marco Polettini. La Vicepresidenza è affidata ad Andrea Mattia Maggioni, Coordinatore di Confesercenti Lombardia Orientale per il Lago di Garda e la Valtenesi, imprenditore del settore turistico gardesano a cui spetta inoltre la delega all’area del Lago di Garda. Tiziana Porteri, imprenditrice agricola e agrituristica, sarà referente per lo sviluppo del turismo legato alla valorizzazione dei prodotti eno-agroalimentari. Tra gli elementi di continuità spicca la conferma dell’ad Graziano Pennacchio - albergatore camuno, vice presidente di Federalberghi Brescia, al suo terzo mandato triennale come Ceo della società facente parte della Camera di Commercio di Brescia, così come il rinnovo di Barbara Chiodi, direttrice del Tour Operator Brevivet, dal 2017 membro di nomina da parte del Comune all’interno di Bresciatourism, poi diventata Visit Brescia.

Accordo da 50 milioni di euro

“Un progetto di respiro internazionale che mira a portare valore al nostro territorio attraverso attività green innovative con un partner d’eccezione, il fondo EEEF, che desidero ringraziare per aver creduto in questa impresa congiunta con il Gruppo Cogeme. Un ulteriore importante passo per migliorare il rapporto con il territorio e per garantire un mercato energetico più sostenibile per tutti i suoi cittadini”.

Joint Venture. Con queste parole Giacomo Fogliata, presidente di Cogeme SPA, commenta l’accordo di Joint Venture (JV) siglato tra Cogeme Energia, controllata al 100% da Cogeme S.p.A, e il Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica (EEEF). La Joint Venture, denominata Cogeme Green srl, ha l’obiettivo di generare elettricità rinnovabile alimentata da energia solare prodotta da 14 impianti fotovoltaici di piccola scala. Questa partnership, in cui Cogeme Energia detiene il 20% delle azioni mentre l’EEEF l’80%, è volta a promuovere un mercato energetico sostenibile e a contribuire agli obiettivi climatici dell’Unione Europea. “Questa joint venture consentirà a Cogeme Energia di diventare protagonista, insieme ad un partner di elevato standing finanziario come EEEF, nella produzione di energia green e di ampliare il suo portafoglio energetico “sostenibile”, aspetto chiave per mettere in atto la transizione energetica fissata a livello comunitario – ha sottolineato Paolo Paoletti, direttore generale di Cogeme Energia –. Ciò

Cogeme Energia ha siglato una Joint Venture con il Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica. Il presidente Giacomo Fogliata: “Un progetto di respiro internazionale che mira a portare valore al nostro territorio”

consentirà al territorio, primario ambito del nostro sviluppo, di rendere disponibile al parco clienti di Cogeme Energia un’importante capacità di energia rinnovabile. Inoltre, in termini di emissioni di CO2, si può ipotizzare un risparmio di circa 2.400 tonnellate. Questo diventa un primo passo fondamentale per il processo di decarbonizzazione che la nostra società sta promuovendo”. Questa alleanza strategica tra Cogeme, una delle prime società per azioni in Italia con il 100% di capitale pubblico proveniente da 60 comuni delle province di Brescia e Bergamo, ed EEEF, attirerà finanziamenti attraverso una struttura di project finance, beneficerà di economie di scala per contratti di progetto e fornirà volumi di elettricità stabili e prevedibili nell’ambito di accordi di acquisto di energia (PPA) a lungo termine. La JV con EEEF ha reso possibile strutturare l’intera operazione su base “project” supportata da 15 milioni di euro messi a disposizione dai due attori, EEEF e Cogeme Energia, e da ulteriori 35 milioni in negoziazione con il sistema bancario italiano, per un valore complessivo finanziato di 50 milioni. Il capitale, con il finanziamento permetterà la realizzazione di 55 MW di impianti fotovoltaici per una produzione attesa di energia verde di 90 GWh/anno. “Questa partnership, unica nel suo genere, sviluppata con Cogeme Energia, mira a iniziative con soggetti pubblici con l’obiettivo di fornire benefici multidimensionali a lungo termine per l’economia, l’occupazione, la

resilienza energetica e la sostenibilità ambientale, il tutto allo stesso tempo”, hanno dichiarato Rahul Pratap Singh e Didzis Berzins, team di DWS Investment del Fondo europeo per l’efficienza energetica. Cogeme Energia avrà la gestione industriale del progetto con responsabilità nella realizzazione e nella gestione operativa degli impianti fotovoltaici, della loro implementazione e del loro mantenimento, acquisendo l’intera produzione di energia verde tramite un contratto PPA della durata di 14 anni. La società franciacortina attiverà i cantieri del primo lotto di 5 progetti fotovoltaici entro la fine dell’anno, nei comuni bresciani di Fiesse, Remedello, Castenedolo e in quello cremonese di Sospiro per una potenza installata di circa 17,5 MW. Il successivo lotto di 37,5 MW vedrà l’attivazione dei siti di costruzione a partire dai primi mesi del nuovo anno. L’intera produzione sarà disponibile per i clienti di Cogeme Energia dal secondo semestre del 2025. Questi investimenti, che sono stati autorizzati nel rispetto della normativa vigente nel Paese, adotteranno le migliori soluzioni tecnologiche oggi disponibili sul mercato. Nel complesso e nel lungo termine, l’accordo siglato dalle parti dovrebbe apportare benefici alla transizione energetica della regione Lombardia, rafforzare il posizionamento di Cogeme in termini di volumi di affari e fornire agli abitanti e ai clienti finali la possibilità di acquisire energia verde a “chilometro zero” e certificata.

Da Gnutti Transfer passa la formazione dei lavoratori di domani

Al via un nuovo corso di istruzione tecnica superiore grazie alla sinergia fra l’azienda di Ospitaletto e Fondazione Aib

Il mondo industriale bresciano cerca di dare soluzioni alla cronica ricerca di personale da inserire nei propri organici. Un esempio concreto viene dall’azienda Gnutti Transfer di Ospitaletto che insieme a Fondazione Aib mette a terra un nuovo corso di istruzione e formazione tecnica superiore “Tecniche di industrializzazione del prodotto e del processo” rivolto a 8 giovani di età inferiore ai 25 anni che siano in possesso di Diploma di maturità o Tecnico IeFP. L’Academy consiste in un percorso della durata di 12 mesi, svolto in apprendistato

di primo livello con l’assunzione a tempo pieno da parte dell’azienda di tutti i candidati all’inizio del corso. Durante il percorso, della durata complessiva di oltre 2mila ore, i ragazzi avranno una busta paga già dal primo mese. Gli sbocchi professionali previsti per ragazzi e ragazze riguardano le mansioni di operatore di lavorazioni meccaniche e addetto al montaggio di macchine utensili. Il corso inizierà a settembre e terminerà un anno dopo. Al superamento dell’esame finale, i partecipanti otterranno il Certificato di specializzazione tecnica superiore

e l’azienda si riserva la possibilità di presentare una proposta di lavoro. “In un periodo di grande difficoltà a reperire le risorse umane necessarie – afferma la presidente di Fondazione Aib, Elisa Torchiani – le aziende bresciane si dimostrano ancora una volta sul pezzo e si muovono per proporre ai lavoratori di domani percorsi ad hoc in grado di garantire da subito un posto di lavoro di qualità. Una strategia win win che incontra in modo virtuoso sia le esigenze delle imprese che quelle dei giovani”. È una crescente necessità quella di ridurre il divario tra l’istruzione tradizionale e le esigenze del mondo del lavoro perchè spesso i giovani escono da scuole e università senza le competenze applicative richieste dalle aziende. “Le principali motivazioni che ci hanno portato a

lanciare questa academy – evidenzia la responsabile dello sviluppo strategico aziendale di Gnutti Transfer, Benedetta Gnutti – sono la redistribuzione meritevole delle competenze sul territorio e l’importanza del trasferimento di conoscenze ed esperienze tra

generazioni. Crediamo fermamente che dedicare risorse alla formazione sia un contributo prezioso, poiché ci teniamo profondamente alle persone e all’ambiente”. Per candidarsi è possibile compilare il form alla pagina www.gnutti.com/ gnutti-academy.

Formazione DI MARIO GARZONI
DA
PAOLO PAOLETTI, GIACOMO FOGLIATA E RAHUL PRATAP SINGH

Paralimpiadi

140 azzurri in lista: è record

La fiamma olimpiaca continua ad illuminare Parigi e, questa volta, sarà per le Paralimpiadi. Dal 28 agosto all’8 settembre, infatti, la Capitale francese riunirà più di 4.400 atleti paralimpici (che corrispondono a 185 Comitati Paralimpici nazionali) provenienti da tutto il mondo, per un totale di 549 eventi di 22 sport differenti. Gli italiani saranno 140 (di cui 53 esordienti), un numero record per le atlete (69) e gli atleti (71) paralimpici azzurri che si contenderanno il podio in atletica, badminton, canoa, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, sollevamento pesi, taekwondo, tennis in carrozzina, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco, triathlon. La compagine sarà guidata dal Capo missione Juri Stara, con i due portabandiera Ambra Sabatini dell’atletica e Luca Mazzone del ciclismo. L’età media del gruppo è di 33 anni. L’atleta più giovane è Giuliana Chiara Filippi per l’atletica, classe 2005. All’ultima Paralimpiade, l’Italia ha ottenuto il miglior risultato dell’epoca moderna, con 69 medaglie conquistate e il nono posto nel medagliere. Quest’anno l’obiettivo sarà, come sempre, stupire e migliorarsi.

Brevi DI ELISA GARATTI

Intervista

Bellandi era argento vivo fin da piccola

“Entrata in palestra a soli cinque anni, era già argento vivo”. Bruno Lancini, maestro di judo 71enne, dovrà, d’ora in poi, modificare la tipologia di metallo scelto per descrivere quella sua piccola Alice che, nella palestra dell’Asd Judo Cappelletti, cresceva grazie ai suoi consigli e a quelli del maestro Franco Cappelletti. La Bellandi oggi, infatti, brilla più che mai con la sua medaglia d’oro, conquistata nei Giochi Olimpici di Parigi, al collo. “Sono giorni particolari, sono ancora molto emozionato” confessa il maestro Lancini facendo scorrere nella sua mente le immagini del successo della roncadellese, classe 1998, su tatami parigino. “Ho insegnato judo a Palazzolo

Bicelli vuole il podio parigino

Da Borgosatollo, il campione del mondo in carica, classe 1999, vola a Parigi per la sua seconda Paralimpiade con l’intenzione di vincere

Intervista DI ELISA GARATTI

A Borgosatollo, c’è una stella preziosa in attesa di risplendere nel cielo parigino. È il campione del mondo in carica, Federico Bicelli, pronto a raggiungere la capitale francese per la sua seconda Paralimpiade (l’esordio era stato a Tokyo in tempo di pandemia). Classe 1999, affetto da una lesione spinale, è certamente uno dei favoriti alla medaglia. Non solo perchè è l’uomo dei record (da quello nei 100 stile libero conquistato a Riccione nel 2021, a quello nei 200 stile libero a Lodi 2022, fino a quello nei 50 dorso a Fabriano e quello dei 200 stile in vasca lunga a Berlino), ma perché, anche solo considerando le prestazioni dell’ultimo biennio, il suo palmares non lascia spazio a dubbi e incertezze: cinque medaglie (due ori, due argenti e un bronzo) conquistate nei Mondiali di Manchester 2023 e quattro (un oro, due argenti e un bronzo) negli Europei di Funchal 2024.

Manca sempre meno alla partenza. Come sta gestendo queste ultime settimane?

Siamo in dirittura d’arrivo. Ci stiamo allenando tutti i giorni, in due sessioni quotidiane, alternando piscina e palestra. Terremo questo ritmo fino a metà agosto. Pian piano abbasseremo il carico. Vedremo.

In questi giorni, tutto il mondo è concentrato sui Giochi di Parigi. Che effetto fa immaginarsi lì?

Sinceramente, mi sto godendo il nuoto e i tempi folli che stanno facendo (ride, ndr). Nel frattempo, qui, sto facendo il mio. Chiaramente, una volta a Parigi, ne riparleremo. Le emozioni sono tante. Non pensavo lo stadio fosse così bello. Quando ho visto le prime immagini sono rimasto a bocca aperta: a Tokyo lo stadio era enorme, ma, a causa del Covid, era vuoto. Quest’anno, con il pubblico, farà ancora più scalpore.

fino al 2002 – spiega –. Quando il maestro Franco Cappelletti, aperta la sua palestra, mi ha invitato a collaborare con lui, non ho esitato ad accettare. Io ho sempre condiviso il suo metodo del ‘gioca a judo’. Cappelletti, infatti, si chiedeva perchè con gli alti sport si usasse il verbo ‘giocare’ e con il judo invece quello del ‘fare’. Nella sua palestra, quindi, ha perfezionato un approccio dove i bambini svolgono dei giochi finalizzati proprio all’apprendimento di quelli che poi diventeranno i gesti da usare nelle competizioni vere e proprie”. Alice, ricorda Lancini, era mossa da una determinazione straordinaria “che non era aggressività. Aveva un temperamento grandioso e una voglia contagiosa di fare. Primeggiava in tutte le gare. Ricordo che, indipendentemente da età e corporatura degli avversari, non aveva rivali. Ecco perchè avevamo deciso

A Tokyo è entrato in punta di piedi. A Parigi, ci arriva da campione...

Sono un’altra persona, non c’è dubbio. Se a Tokyo ero soddisfatto anche solo per aver avuto la possibilità di partecipare, questa volta vado a Parigi con obiettivi chiari, che rispecchiano il lavoro di questi anni. Sono ad un altro livello: questo mi fa essere più sicuro di arrivare in alto. Punto al podio.

Questa volta, oltre all’ansia, saranno da gestire anche le tante aspettative esterne...

Fino a Tokyo, sono stato seguito da un mental coach che mi ha preparato alla mia prima Paralimpiade. Forse, anche per questo, sono arrivato ai Giochi senza troppa ansia. Quest’anno sarà diverso. Ma anche a livello di mentalità e risultati: arrivo da campione del mondo e con un tempo più che dignitoso, che dovrò chiaramente rifare, se non migliorare.

di spostarla dal gruppo dei bambini a quello dei preagonisti”. Una determinazione che l’ha portata, tra il 2012 e il 2014, accompagnata da Franco Cappelletti e Adriano Gatta, ad avanzare di categoria. “È stata un’atleta eccezionale: riconosciuti i suoi valori sin da piccola, questi sono sempre stati portati avanti con calma. In questo percorso, Alice ha

SPORT garatti@lavocedelpopolo.it

Vado a Parigi con obiettivi chiari che rispecchiano il

lavoro di questi anni

In questa fase di preparazione, c’è spazio anche per qualche rito scaramantico?

No. So che la scaramanzia è molto diffusa tra gli sportivi, ma io non lo sono. So che il lavoro è stato fatto e punto su quello. Ovviamente, ci vorrà anche fortuna.

Alle Paralimpiadi, i valori sportivi sono legati a quelli sociali. Cosa significa per lei rappresentare l’Italia e Brescia?

Alle Paralimpiadi partecipano persone che devono affrontare la preparazione e le tante competizioni con ancora più difficoltà degli atleti normodotati. Io, per esempio, nuoto senza gambe, ma devo puntare alla stessa velocità che fanno i nuotatori normodotati. È un fattore che mi dà tanta energia, perchè mi fa dimenticare di non usare le gambe. Sono contento, inoltre, che le Paralimpiadi abbiano un’attenzione sempre maggiore: a Londra non le trasmettevano, a Rio hanno fatto vedere qualcosa, a Tokyo le abbiamo seguite e a Parigi saranno addirittura su Rai 2. Questo è il passo importante da fare: è palesare che anche noi possiamo stare ad alti livelli. Io sudo e mi impegno quanto un normodotato e devo essere riconosciuto in quanto tale. Questi segnali dimostrano che stiamo diffondendo il vero spirito olimpico. Non solo: incoraggia anche chi è a casa, affetto da disabilità, che tutto si può fare, che sognare si può. Per quanto riguarda Brescia, è un grande onore: io ho sempre cercato di dare il massimo e partecipare alle Olimpiadi è sempre stato il mio sogno. Allora, guardateci, seguiteci, tifateci: sarà sicuramente una Paralimpiade da record perché siamo tutti molto forti!

Il suo talismano è lo squalo... Lo squalo è un animale molto feroce in acqua, prepotente. Rispecchia quanto uno sportivo deve fare per vincere: non può limitarsi a partecipare, ma deve dare il meglio di sè per superarsi. Forse, questa è la mia scaramanzia. Me lo sono tatuato sul braccio sinistro, quello più debole, e da quel momento ho avuto meno problemi, anche se chiaramente è perchè lo abbiamo potenziato. Comunque, questo tatuaggio è un mio compagno fedele che, in ogni allenamento e gara, mi dà tanta forza.

imparato la pazienza: avrebbe voluto raggiungere subito il risultato, ma noi cercavamo di spiegarle che ci sono dei passaggi legati all’età e allo sviluppo corporeo da rispettare”. Il suo successo contribuirà positivamente a tutto il movimento del judo bresciano e italiano: “Quando uno dei nostri ragazzi si qualifica alle Olimpiadi, c’è un ritorno in palestra di tanti bambini e bambine, che si immedesimano nello sportivo, si entusiasmano e vogliono vincere. La bravura del maestro sta nell’accompagnare, passo passo, ogni atleta”. Che cosa consiglierebbe ad Alice se la vedesse ora? “Chiederei io a lei di darmi qualche consiglio – prosegue Bruno Lancini –. Spero di reincontrarla presto, anche da lontano. È bello ed è una grande emozione saper di aver contribuito, anche solo in minima parte, nella sua infanzia, al risultato di oggi”.

Brescia brilla a Parigi

Dall’argento di Angela Andreoli nella prova a squadre, agli ori– conquistati a soli venti minuti di distanza – di Alice Bellandi nel judo (categoria 78 chilogrammi) e Giovanni De Gennaro nella canoa slalom. La Brescia olimpica è stata stellare. Se è vero che le medaglie ottenute finora sono (per ora) 3, non ci si può dimenticare della magistrale prova di Marcell Jacobs che, nonostante abbia superato se stesso, non è riuscito ad agguantare il podio, cedendo a Lyles la corona olimpica. Non è tutto: la ginnastica artistica italiana ha raggiunto successi storici e questo grazie al grande lavoro della Brixia e del suo direttore tecnico Casella. Insomma, Brescia c’è (Jacobs, Danesi e Rigali sono ancora protagonisti) e brilla più che mai.

FEDERICO BICELLI
Olimpiadi

Don Luigi Salvetti: tavolozza di Dio

Egr. direttore, sabato 16 luglio scorso, ho partecipato in San Giovanni Evangelista in Brescia al funerale di don Luigi, amico e fratello. All’ingresso della chiesa (scrigno d’arte), vengo fermato da un gruppo di amici miei e di don Luigi. Ecco, il dialogo: don Luigi, sacerdote unico e irripetibile; prete dallo sguardo sull’Assoluto; prete e pittore, che ha dato volto al Sacro; prete e musicista, che ci ha rivelato Dio musicalità somma; un prete che ha seminato in noi il gusto di Dio. C’è un’antifona che può riassumere la vita di don Luigi: “Signore, la mia bocca sia colma della tua lode, affinché io ti possa cantare; godranno le mie labbra mentre ti canto”. La vita di don Luigi si è svolta tra arte e sacro. Personalità poliedrica in ambito civile e religioso. Come uomo e sacerdote ha portato il Divino nell’umano, seguendo la sua vocazione di autentico prete. Don Luigi, ordinato sacerdote il 29 giugno 1963 con altri 29 diaconi (dei quali otto ancora viventi), fu l’espressione più bella della presenza sacerdotale nella chiesa di Brescia. Preti del Concilio vaticano II, che hanno affrontato la sfida del cambiamento d’epoca. Profeti in un periodo in cui tutto avviene in tempo reale. Testimoni della Verità più grande nel cristianesimo: la Risurrezione, senza la quale la nostra vita è vuota. Lui, prete delle arti belle; attività vocazionale, che ha dato volto all’Invisibile: con i colori ha dipinto un centinaio di chiese (tre anche in America latina, una in Romania, una in Costa d’Avorio ecc…ecc); con i suoni, musica polifonica che faceva sognare il pubblico. Con il canto, sinfonia corale e orchestra, in concerti esaltanti con catechesi illuminanti; aiutato anche da collaboratori

In memoria... redazione@lavocedelpopolo.it

RENATA SILINI

“Grazie per tutto l’amore che hai donato”. Il 3 agosto è morta all’età di 58 anni Borgosatollo Renata Silini in Scaroni. La redazione si unisce al dolore del marito

Giosuè e dei figli Chiara e Pietro. Come ha detto Papa Francesco, in occasione della celebrazione per i fedeli defunti, “il Vangelo spiega come vivere l’attesa: si va incontro a Dio amando perché Egli è amore”.

sacerdoti che, non potendo più salire l’altare con cuore indiviso, hanno però fondato la chiesa che il Concilio chiama domestica. Di questi don Luigi ha affermato: “Sono più preti di me”. Non si è mai sentito funzionario del Sacro o impiegato di Dio, ma dispensatore della Bellezza che appaga il cuore umano. Don Luigi, nato a Sarezzo il 7/11/ 1939 e morto a Brescia il 12/7/ 2024, ha concluso la sua presenza terrena a Mompiano (84 anni di età e 61 di sacerdozio), lasciando in noi tanta nostalgia. Ha chiesto di essere cremato per presentare l’ultima sua catechesi: la polvere della terra nelle mani di Dio diventa polvere di stelle. Ora riposa nel cimitero di Mompiano e ci ricorda: guardare al passato con gratitudine, vivere il presente con creatività, abbracciare il futuro con speranza. Cesare Verzeletti

Una firma per la democrazia

Egr. direttore, il 28 giugno scorso, a Milano, il Comitato Referendario per la Rappresentanza, presieduto da Elisabetta Trenta e Giorgio Benvenuto, con l’adesione di gruppi, associazioni e partiti (tra cui Insieme - Lavoro e Famiglia, Solidarietà e Pace), che chiedono un ritorno alla piena sovranità del cittadino elettore nella scelta dei parlamentari, hanno presentato i seguenti quesiti referendari per l’abrogazione di alcuni punti della legge elettorale attuale, il Rosatellum. In sintesi riguardano: l’abolizione del voto congiunto tra sistema uninominale e plurinominale, che con i listini bloccati determina il Parlamento dei “nominati”: una persona, un voto; l’abolizione della soglia di accesso in Parlamento, evitando che milioni di voti non abbiano rappresentanza politica: tutti

i voti hanno valore; l’obbligo della raccolta firme per tutti i soggetti politici che intendono presentarsi alle elezioni, compresi i Partiti grandi e piccoli presenti in Parlamento, oggi esentati: un modo per far mettere la faccia ai partiti; l’abolizione delle pluricandidature utilizzate da leader e fedelissimi, con l’obbligo per i candidati di presentarsi in un solo collegio: così si evita di trovarsi nel proprio collegio un eletto che non è stato votato. Sul sito internet iovoglioscegliere.it si trovano tutte le spiegazioni giuridiche e le indicazioni, per poter procedere alla firma online in modalità gratuita presso il sito “Referendum e Iniziative Popolari” del Ministero della Giustizia. È possibile firmare anche nel proprio Comune, in quanto il Comitato Referendario ha inviato a mezzo posta elettronica certificata il materiale per adempiere alla raccolta delle firme. La scadenza è prevista per fine settembre, ma il Comitato Referendario consiglia di apporle entro il 15 settembre 2024. Di questa raccolta firme (ne servono almeno 500mila per indire il Referendum abrogativo), non ne parla nessuno sui giornali, radio e televisione. È chiaro che all’attuale sistema partitico questi quesiti non piacciono: vedrebbero tramontare la possibilità di avere sempre il controllo parlamentare, siano essi in maggioranza, opposizione, destra, sinistra e vari. Invece, la sottoscrizione dei quesiti, permette l’indizione di un Referendum che offre l’opportunità a coloro che si sono disaffezionati alla politica di poter riavvicinarsi ad essa e di far emergere serie capacità, competenze e meriti, per giovani e movimenti che vorrebbero provare un’esperienza politica, ma si trattengono vista la situazione chiusa creatasi da molto tempo. Ai cittadini la modifica dei punti citati nei quesiti, riporta a loro la possibili-

Lo scorso 29 luglio è morta Neris (Teresina) Tonello vedova Tononi. Classe 1942 e abbonata al nostro settimanale, la ricordiamo nella preghiera e ci uniamo al dolore dei familiari per la perdita della cara Neris. La Chiesa ci invita a pregare per i nostri cari defunti e a sostare presso le loro tombe nei cimiteri. Maria, stella della speranza, rende più forte e autentica la nostra fede nella vita eterna

tà di scegliere e vedere eletti i propri rappresentanti. Apponiamo le firme con coraggio, basta poco per una iniziativa di Democrazia da perseguire fino in fondo.

Marco Torriani, Consigliere Nazionale di Insieme

La lealtà sportiva

Egr. direttore, tralascio il cattivo gusto della cerimonia di apertura dei Giochi, sottolineo che la nota del Vaticano ha parlato di tristezza. Vediamo molti atleti impegnati alla ricerca di un legittimo successo, dopo anni di sacrifici, ma non so se sempre la lealtà sportiva fa da sottofondo alle imprese. Essa dovrebbe essere il valore primo che sta alla base di ogni manifestazione. E che aiuta ad accettare anche le sconfitte dopo che uno ha fatto il suo dovere. Alle Olimpiadi di Londra 2012 il siepista keniota Abel Mutai vinse la medaglia di bronzo. Nel dicembre dello stesso anno partecipò a una gara di corsa campestre a Navarra. L’atleta, in prossimità del traguardo, si confuse e, credendo di aver tagliato lo stesso, smise di correre. Lo seguiva a ruota l’atleta spagnolo Ivan Fernandez che teneva molto a quella vittoria nella sua patria. Accortosi dell’impasse del suo avversario, lo invitò a riprendere la corsa consentendogli di festeggiare la vittoria che, a detta dello spagnolo, aveva meritato. Nell’intervista lo spagnolo affermò che il rispetto di un avversario in difficoltà per lui valeva molto più di una vittoria. E ne andava orgoglioso. Speriamo che lo sport, nonostante i grossi interessi economici, possa sempre essere vissuto con questo autentico spirito decubertiano come hanno dimostrato di possedere Filippo Macchi e Benedetta Pilato. Gualtiero Comini

Centro diocesano delle comunicazioni sociali

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