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Quaresima all’eremo

Domenica 9 marzo è la prima di Quaresima. Come è ormai tradizione, un folto gruppo di soci e amici la trascorre all’Eremo di S. Giorgio. La giornata è tersa e frizzante, ma i raggi del sole a poco a poco hanno il sopravvento. Alle 09.30 padre Franco Mosconi inizia puntuale con una preghiera la sua Lectio sul tema “Lo stile cristiano nell’evangelizzare”. Nell’introduzione padre Mosconi sottolinea come l’evangelizzazione è un movimento missionario universale che parte da Dio in uno sviluppo di compassioneazione, dal commuoversi al muoversi dettato da un amore compassionevole che prevale anche sulla morte (ricorda la ri-animazione di Lazzaro). Il movimento missionario viene affi dato prima a Mosè, poi a Gesù, poi a noi.

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Gesù è un evangelizzatore itinerante, Gesù è un evangelizzatore itinerante, uomo della strada, presente in mezzo alla gente con una parola che ferisce e guarisce (logoterapia). Ma Gesù è anche uomo di preghiere e di contemplazione che sceglie i discepoli chiamandoli a stare con lui in comunione interiore. Da questa comunione nasce la autorità su tutte le genti dei discepoli mandati però “come pecore in mezzo ai lupi” nella fi ducia che solo l’amore può spezzare le catene della vendetta perché la fede non si può imparare. Testi da meditare: Es. cap. 3-4 Lc 10,5-37 Lc 15, 3-3 Mc 3, 7-15 Lc 9, 1-6 Mt 8, 16-0

Dopo la S. Messa ed un lauto pranzo abbiamo tempo per un passeggio o una siesta nel parco che si affaccia sul lago coperto dai vapori sollevati dal sole intenso sotto il cielo azzurro. Alle 15.00 siamo di nuovo puntuali per assistere alla Lectio di padre Lorenzo. Il relatore esamina il Salmo 136 nelle due versioni, originale e CEI II° edizione. In premessa chiarisce che in una cornice “da vagabondi a Dopo la S. Messa ed un lauto pranzo abbiamo tempo per un passeggio o una siesta nel parco che si affaccia sul lago coperto dai vapori sollevati dal sole intenso sotto il cielo azzurro. Alle 15.00 siamo di nuovo puntuali per assistere alla Lectio di padre Lorenzo. Il relatore esamina il Salmo 136 nelle due versioni, originale e CEI II° edizione. In premessa chiarisce che in una cornice “da vagabondi a

I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s pellegrini” questa lettura si inserisce in un ciclo dei Salmi dell’ascensione intesa come pellegrinaggio, cioè Esodo tanto collettivo quanto personale. La struttura del salmo, che è una preghiera in poesia, è quella di una processione scandita da un solista e dal coro (con richiami alla festa delle capanne che si rifà alla memoria della vendemmia e della peregrinazione nel deserto). Il salmo 136, come il 135, è un salmo responsoriale del gruppo ALLEL. Nel confronto delle due versioni è interessante la diversa traduzione della parola ESED, cioè misericordia o amore. Nella parte affidata al coro si sintetizza la storia della salvezza. Il Dio dal nome impronunciabile è connotato tramite la sua qualità. Il salmo contiene apparenti paradossi: perché Dio è alto, ma lo conosco per l’eterna bontà delle sue azioni; allo stesso modo Dio è bontà, ma travolge e stermina i nemici; che a ben vedere rappresentano gli avversari del “buon combattimento”. Il salmo si apre con un invitatorio di rendimento di grazie ed esalta tre espressioni della bontà di Dio: nella creazione, nella liberazione e nel dono della terra con il cibo (simbolo eucaristico). Quindi l’invito finale a celebrare il Dio dei cieli. Dopo un breve commiato torniamo portando nel cuore non pochi spunti di meditazione. Arrivederci al 5 luglio, per il gruppo che vorrà partecipare alla settimana all’Eremo!

Paolo Spolaore

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