La Pulce nell'Orecchio - ottobre 2010

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Modelle hard

Pose da diva per autoscatti nel bagno di casa La fotocamera digitale è la migliore amica dei giovanissimi d’oggi. La portano ovunque e si scattano foto A pag. 16 continuamente. Da soli o in compagnia, l’importante è metterle su Internet e farsi votare

Sui siti specializzati molte giovani (e non) alessandrine si propongono per foto erotiche

A pag. 20

Cosa ti sei messo?!

Periodico di informazione, cultura e costume

GIORN GRATU ALE ITO Giurna a bafë l la

Ottobre 2010 - Anno IX - Numero Otto

Questo mese la nostra esperta di moda ha fatto le pulci alla sfilata organizzata da Melchionni A pag. 18

Notizie quotidiane su

www.lapulcenellorecchio.it

Inchiesta: quanto tempo ci vuole per acquistare della droga?

Alessandria batte Alba Nella “lotta” per il tartufo migliore, clamorosamente il frutto delle nostre colline batte quello, sponsorizzatissimo, del Cuneese A pag. 14

Pronti ai turisti?

Ce l'abbiamo anche noi

Il nostro viaggio nel mondo del turismo Made in Alessandria continua. Ci siamo finti stranieri e abbiamo scoperto che... A pag. 7

Il Sole delle Alpi, diventato famoso per il caso Adro, è presente anche sulle strade alessandrine. Ve ne siete mai accorti? A pag. 9

Spodestati L’Associazione Aleramica Alessandrina ha “perso” la sua sede. Il nuovo proprietario li ha sfrattati, insieme ad altri gruppi, dalla Circoscrizione Nord, senza avvisarli. E ora? Hanno pochi giorni per sloggiare e trovarsi una nuova casa.

Dal Morso della Pulce non si salva nessuno Teatro, Comune, Provincia. Nessuno è escluso. Divertitevi ed arrabbiatevi con le freddure alessandrine e le vignette.

Pronta per la prima al Teatro della Scala di Milano

Pronta per la prima al Teatro Comunale di Alessandria

A pag. 9

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VAFFANBAGNO

A pag. 3

L’unica rubrica che recensisce i bagni pubblici

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A fianco: che fine farà il TRA (Teatro Regionale Alessandrino)? Con le sedie ricoperte di polvere (d’amianto) aprire la stagione sarà un’impresa. A pag. 19

GIOCHI E PASSATEMPI



3 OTTOBRE 2010

ATTUALITA’ - inchiesta

Basta mezz'ora per farsi una canna Cronologia di una giornata Per acquistare droga ad Alessandria ci vuole pochissimo Anche chi non è del giro, in un qualunque pomeriggio, può togliersi la voglia e rifornirsi, come abbiamo provato a fare noi Ore 9,00: Dismessa la “tenuta da redazione” e indossando abiti decisamente casual per mimetizzarmi, mi inoltro in quella che dovrebbe essere il supermarket dello spaccio alessandrino: l’area dei giardinii della stazione. ne. A prima vista, nessun essun losco figuro uro pronto a rifornirmi, né di fronte al bar Piccadilly, né nei pressi della fon-tana. Quindi ndi proseguo all’inll’interno dei giardini; eccezion fatta per qualche senzatetto ancora addormentato, le panchine sono tutte vuote, i sentieri tra le aiuole solcati solo da alcuni pendolari diretti in stazione e facce troppo raccomandabili per essere spacciatori. Nei pressi di Corso Crimea, sotto al monumento equestre, la cabina riservata alla sorveglianza municipale è ancora vuota.

bra di un pusher, unica presenza le tartarughe ancora assonnate sulle rocce. Dopo un altro sopralluogo nei meandri del parco, mi sposto all’esterno, nei pressi del chioa sco di Spalto Borgoglio: niente da fare. Nessuno che venda stupefacenti, solo autisti delle stupe corriere che fanno colaziocor ne e qualche anziano già n a passeggio chissà da quante ore.

Comprare droga ai giardini? Facilissimo

Ore 9,30: Mi sposto nei giardini adiacenti e mi aggiro intorno al laghetto, ma anche qui neanche l’om-

Ore 10,30: Tento la fortuna ai Giardini Pittaluga, tra via Cavour e vvia Lanza, sperando di trovare almeno qualche tro studente che ha marinato la stud scuola e che magari ha qualcosa da vendere. Macchè. E’ una landa desolata, che se ne dica, ma i ragazzi sono tutti a scuola. E non c’è nessun tossicodipendente che ciondola sulle panchine. Ore 15,00: Torno ai giardini e trovo molta più gente rispetto alla mattina. Vicino alla fontana alcune persone fanno capolino e parlano tra loro. Mi avvicino, chiedo se si può trovare dell’eroina e tutti, seppur palesemente eroinomani, mi guardano come se fossi un marzia-

rona, usavano sostare alcuni spacno (o un agente di polizia in borgheciatori. A quanto pare però la situase) e asseriscono con forza che qui zione è cambiata, dal momento che non c’è niente. “E dove, allora?”, sull’unica panchina occupata siede domando. Mi viene risposto che una donna con tanto di passeggino forse, chissà, loro non sanno nulla e bimbo addormentato. ma di provare più tardi, verso sera, sempre lì. Mi sposto allora negli Ore 19, 30: Rieccomi ai giardini altri giardini, lungo il viale della della stazione. Stavolta c’è fermata delle corriere. Adocmolta gente, soprattutchio un ragazzo di origine to nei pressi dei bar. magrebina seduto su Chiedo di nuovo una panchina, egli ad un individuo ricambia lo sguarun po’ in dispardo e avvicinandoConfronto tra una moneta te se c’è un modo mi gli chiedo se e 2 grammi di hashish per acquistare ha dell’hashish da hashish, eroina, vendere. Annuisce anche cocaina, e gli porgo 10 euro. qualunque cosa, Si alza, si inoltra nei ma saranno stati i giardini dove, attorno fumi dell’alcol (il tizio ad una panchina, alcuni è visibilmente sbronzo) o di tizi che non avevo notato sono nuovo la mia faccia nuova nell’amimpegnati in un’accesa conversabiente, fatto sta che guardingo ed zione. Pochissimi minuti dopo, se impaurito, alla mia domanda l’uonon secondi, ritorna e mi dà l’equimo si defila, rifugiandosi all’interno valente di 10 euro in fumo (si tratta di un bar. di una piccola pietruzza di sì e no 2 grammi). Chiedo se hanno anche Ore 23,15: Sperando nei favori eroina ma la risposta è negativa. dell’oscurità, mi reco nuovamente ai giardini. Ma forse perché hanno Ore 17,00: decido di cambiare amda poco arrestato alcune persone biente, ricordandomi che - almeno nella stessa identica zona, oppure un po’ di tempo fa - nello slargo di perché le prime frescure hanno colCorso Virginia Marini con via Ve-

to di sorpresa un po’ tutti, compresi i pesci piccoli del narcotraffico, ma neppure di notte c’è anima viva. Anzi: due agenti di polizia tengono d’occhio l’area incriminata dal lato opposto della strada, all’entrata della stazione ferroviaria. Stesso discorso vale per l’interno giardini: nessun possibile spacciatore. Vado a casa, l’unico bottino rimediato sono i circa 2 grammi di hashish acquistati in giornata. M.B.

LA PULCE NELL’ORECCHIO Periodico registrato al Tribunale di Alessandria al n°631 del Registro Stampa il 13 novembre 2009

Direttore Responsabile Giordano Panaro Condirettore Paolo Allegrina Redazione Marco Baccari Fabio Buffa Aldo Monta Vittoria Torriani Marco Vernazza Hanno collaborato: Piero Archenti, Franca Ferraro, Valentina Ferraro, Marcello Milanese, Mario Valletta, Gennaro Valotto

“Vittima” delle intercettazioni telefoniche: un caso tutto alessandrino Le intercettazioni telefoniche in Italia non mettono nei guai solo i vip, le vallette o i giornalisti in cerca di scoop facili. Sono anche i cittadini comuni a pagarne le spese e magari a non poter contare su una adeguata controrisposta. L’alessandrino Flavio Bernardotti, informatico cinquantenne, da tre anni si vede periodicamente sbattuto sulle pagine dei giornali e tacciato con l’appellativo di “spacciatore”. Lui è sicuro di dimostrare la sua innocenza e chiudere la questione, ma intanto, tra rinvii di udienze e altri “intoppi” giudiziari si prosegue da 36 mesi. Ad ogni ripresa il suo nome finisce sui giornali tra i tanti indagati di quella operazione antidroga. Colpa di una intercettazione tele-

fonica, dice lui, tra il suo cellulare prestato ad un amico tossicodipendente e quello del pusher. Da lì sarebbero nati fraintendimenti e grane con le forze dell’ordine, basate, a suo dire, solo su frasi estrapolate da migliaia di pagine di trascrizioni, senza droga sequestrata. Difficile poter accedere all’audio originale: richiedere il nastro allungherebbe di un ulteriore anno il processo. La seconda strada sarebbe cercare la pagina scritta dei dialoghi. Ma scartabellare tra quasi cinquemila fogli chiusi in un armadio è impresa titanica. “Deve finire una volta per tutte l’abitudine di basare un processo solo su intercettazioni telefoniche senza che vengano poi accertate, nei fatti, le colpe”.

Foto Lino Carter piazzetta Monserrato 6 15121 Alessandria info@lapulcenellorecchio.it www.lapulcenellorecchio.it Tel e fax 0131.481374 Editore Na.Va.Le Soc. Cooperativa di servizi p.iva 02233310065 Fondatore Cav. Bruno Ferraro piazzetta Monserrato 6 15121 Alessandria Tel e fax 0131.481374 Pubblicità Tel e fax: 0131.481374 pulce@lapulcenellorecchio.it Prezzo al modulo (50x53,75 mm): 30,00 € Grafica e impaginazione VOX Comunicazione info@voxcomunicazione.it Stampa SARNUB srl Industrie tipografiche Cavaglià (BI) La Pulce nell’Orecchio è stampata su carta riciclabile. Rispetta l’ambiente, non gettare il giornale per terra.


4 OTTOBRE 2010

La Pulce da leggere ogni giorno. Sempre gratis: www.lapulcenellorecchio.it

ECONOMIA

Il risparmio delle famiglie: una risorsa preziosa, ma sempre più scarsa Alessandrini sempre più risparmiatori, ma che fatica! E’ sempre più dura raccogliere soldi sotto al materasso

Messaggio pubblicitario

L’Istat ha pubblicato l’8 ottobre alcune statistiche sulla situazione finanziaria delle famiglie italiane nel secondo trimestre dell’anno in corso. Dal confronto con i dati relativi al precedente trimestre emerge un aumento sia del reddito disponibile sia della “propensione al risparmio” (definita come rapporto tra il risparmio e il reddito disponibile): dello 0,9% e dello 0,3%, rispettivamente. Il pur lieve ottimismo che questa notizia potrebbe alimentare è però smorzato dalla constatazione che, rispetto al secondo trimestre del 2009, l’evoluzione dei bilanci familiari appare nel complesso negativa. Infatti, se è vero che nel corso di un anno il reddito disponibile è aumentato dello 0,8 %, va comunque considerato che il potere d’acquisto (ossia il reddito misurato in termini reali) è diminuito nello stesso periodo dello 0,7%.

Inoltre, con riferimento allo stesso arco temporale, la propensione al risparmio mostra una diminuzione di 1,2 punti percentuali, passando dal 13,9% al 12,7%, che rappresenta il più basso valore registrato a partire dal primo trimestre del 2000. Questi dati riflettono indubbiamente la persistente debolezza della congiuntura macroeconomica del nostro Paese, in una fase recessiva in cui la crisi è arrivata a produrre effetti pesanti sull’occupazione e, quindi, sui bilanci delle famiglie. È pur vero che la diminuzione della quota del reddito familiare destinata al risparmio è ormai una tendenza strutturale del sistema economico del nostro Paese. Ciò vale in particolare per le “famiglie consumatrici”, che nella terminologia statisti-

Alessandria e i trasporti. Da sempre la città di Alessandria e’ considerata al centro di un intreccio stradale, ferrovirio importante e strategico. Da sempre noi alessandrini ci consideriamo fortunati per la nostra posizione geografica e per i collegamenti conseguenti. Purtroppo negli ultimi anni la posizione strategica e’ rimasta per quanto riguarda i collegamenti su gomma, (strade e autostrade) ma l”avvento dell’alta velocità ferroviaria ci ha privato di numerosi collegamenti su rotaia. L’alta velocità scorre sull’asse Torino, Milano, Bologna tagliando fuori Alessandria, con tutto ciò che ne consegue, considerando poi che sono stati fortemente ridotti gli altri collegamenti da nord a sud e viceversa. La soluzione a questo problema e’ comunque semplice, basta che si attivi un collegamento diretto tra Alessandria Milano e ritorno in coincidenza con gli orari del Freccia Rossa. Il collegamento diretto Alessandria Milano avrebbe il vantaggio di collegare gli alessandrini all’alta velocità ma anche di collegare la nostra città con la capitale economica italiana e viceversa con tutto quello che ne consegue. Il futuro e’ nei collegamenti veloci e noi non possiamo permetterci di essene tagliati fuori, oltre ad essere isolati da un’area strategica e importante come Milano. Il vantaggio non e’ solo essere connessi con la rete ferroviaria più importante del nostro paese, o avere la possibilità di raggiungere Milano velocemente e viceversa, ma anche incentivare l’uso del treno a discapito dell’auto, cosa che tutti predicano ma che poi al momento di fare i fatti nessuno mette in opera. Cerchiamo nei prossimi mesi di fare tutti il nostro meglio perché la Mozione approvata in Consiglio Comunale per l’istituzione del collegamento ferroviario Alessandroa Milano, presentata dal Presidente Cuttica e nata da riflessioni che abbiamo fatto nei mesi scorsi, porti al più presto il risultato sperato. Fabrizio Priano Capogruppo PdL-FI in Consiglio Comunale

ca costituiscono un sotto-settore della più ampia categoria delle “famiglie”, nella quale sono convenzionalmente ricomprese anche le “famiglie produttrici” (ossia le g e imprese individuali, le società semplici fino a cinque addetti e i liberi professionisti) e le istituzioni senza fini di lucro al servizio delle famiglie. Più precisamente, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici era pari mediamente al 23,6% nel periodo 1980-1984 e si è gradualmente ridotta di 4 punti percentuali nel decennio successivo, collocandosi intorno al 18% nel corso del quinquennio 1995-1997 per poi crollare al 12,5% nel biennio 1998-2000. Durante gli ultimi tre anni (2007-2009), la tendenza alla diminuzione è proseguita con valori percentuali pari, rispettivamente, a: 11,6; 11,5; 10,8. Le cause di tale evoluzione sono numerose e di varia natura, non esclusivamente economica. In ogni caso, il problema va ricondotto principalmente alla progressiva contrazione della capacità delle famiglie di risparmiare, piuttosto che alla loro disaffezione nei confronti del risparmio. Al riguardo, è opportuno tenere presente che il termine “propensione”, nel linguaggio delle statistiche economiche, non deve essere inteso come sinonimo di “predisposizione” soggettiva, in quanto esso individua semplicemente un rapporto, nel caso specifico quello tra la parte del reddito risparmiata e il reddito nel suo complesso. In effetti, da diverse indagini campionarie emerge, da un lato, l’esistenza di un’elevata quota di famiglie che non riescono a risparmiare e, dall’altro, la persistente larga prevalenza delle famiglie che riconoscono l’utilità del risparmio, o addirittura la sua indispensabilità. In particolare, nel Rapporto sul risparmio e sui risparmiatori in Italia (BNL e Centro Einaudi) è posto in risalto il trend crescente (nel periodo 19842009) della percentuale di intervistati che affermano di non aver risparmiato nel corso dell’anno precedente: si passa dal 6,2% nel

1984 al 68,9% nel 2008 per poi tornare al 53% nel 2009 (un valore comunque superiore del 2% rispetto al 2007). D’altra parte, la quota degli intervistati che ritengono il risparmio indispensabile o molto utile aumenta nel periodo 1983-2009, toccando il massimo assoluto nel 2007 (71,5%) e collocandosi poco sotto il 70% nel 2009. All’estremo opposto, la percentuale dei giudizi di inutilità o di scarsa utilità del risparmio diminuisce, assestandosi sotto il 5% nel corso dell’ultimo decennio. Posto quindi che il problema sta nell’impossibilità di destinare al risparmio una più ampia quota del reddito disponibile, è proprio l’andamento di quest’ultima grandezza che ha esercitato – e continua ad esercitare - un forte impatto negativo sulla “propensione al risparmio” delle famiglie italiane. Concentrando l’attenzione sul periodo più recente, a partire dalla metà degli anni novanta e fino al 2007, il reddito disponibile ha fatto registrare tassi annui di crescita compresi tra il 4,3% (all’inizio del periodo) e il 2,5%. Se però si tiene conto dell’inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato anno per anno molto meno (mediamente al di sotto dell’1%) e nel 2008, per la prima volta da quasi un decennio, ha subito una variazione negativa (-0,9%) che ha assunto dimensioni ancor più preoccupanti nel 2009 (-2,5%). L’anno scorso, per inciso, anche il reddito disponibile, misurato a valori correnti, è diminuito in misura consistente (-2,7%). In definitiva, il progressivo rafforzamento del reddito disponibile per le famiglie e la preservazione del suo potere d’acquisto costituiscono passaggi obbligati per il rilancio del risparmio familiare, che a sua volta rappresenta una risorsa preziosa per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Il problema consiste, evidentemente, nel coniugare questi obiettivi con i vincoli che derivano dalla collocazione del “sistema Paese” in un contesto internazionale caratterizzato da forti pressioni concorrenziali e, almeno nella fase attuale, da un’elevata incertezza sui tempi della ripresa economica.

Mario Valletta Professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari nell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, Facoltà di Economia

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5 OTTOBRE 2010

Mandaci foto o notizie, le vedrai pubblicate su: www.lapulcenellorecchio.it

CULTURA LOCALE

Non chiamateci Rom: siamo quasi italiani

Da quando sono iniziati i grandi flussi migratori del mondo globalizzato, più o meno ogni decennio ha visto come protagonista una nazione, un popolo, un’etnia muoversi verso lo Stivale; e questo è decisamente il decennio della Romania, almeno per quanto riguarda l’attenzione (spesso ambigua) dei media. Non passa settimana senza che giornali e tg non trattino fatti di cronaca o immigrazione facendo riferimento agli ormai arcinoti romeni; risse, stupri, accoltellamenti, furtarelli e via dicendo, è cristallino dove sia puntato il mirino. Tenendo conto che il lettore non sia uno sprovveduto e che abbia già intuito tale fenomeno, non ci dilungheremo in boriosi trattati migratori né in strampalate analisi di carattere socio-economico. Ben-

sì stringeremo il cerchio, e guarderemo come di consuetudine alla comunità come fenomeno locale, rigorosamente tenendoci entro i confini mandrogni. Ci dà una mano Gheorghe Raica, cittadino romeno trapiantatosi ad Alessandria esattamente dieci anni fa, istruttore Servizi AmministrativoContabili e Consulente in materia di immigrazione presso il Comune di Alessandria. Sposato, padre di due figli, Raica ha anche fatto parte della Giunta Comunale e, udite udite, militato nella Lega Nord ai tempi delle Provinciali del 2007. Attualmente impegnato come interprete giudiziario per la Procura e nella presidenza del Partito Europeo dei Romeni in Italia, promuove l’integrazione dei connazionali sul territorio europeo, senza scopo di lucro, e si dichiara apertamente “contro i romeni che delinquono”. Regolari o meno, occupati o disoccupati, abbienti o non abbienti. “Se si decide di stabilirsi in un Paese straniero, bisogna rispettarne le

leggi, punto e basta. E’ una regola che vale per tutti, ovunque, sia per i romeni che per gli italiani”. Già. Secondo l’Anagrafe, Alessandria conta una comunità romena di circa 2.500 individui regolari, la Provincia oltre 7.000 e il Piemonte 150.000, più che in Lombardia o in Veneto, tanto per capirci. In città la presenza romena è tangibile, anche grazie alle varie attività sbocciate negli ultimi anni, se non mesi: negozi di alimentari, minimarket, ma anche manovalanza nel settore edile, metalmeccanico, artigianale e nei trasporti, mentre le donne si occupano principalmente di assistenza anziani, manutenzione di condomini e diversi lavori a domicilio. E se si parla di lavori a domicilio non ci si riferisce a ciò chee in molti potrebbero o pensare, dal momento che si sta parlando di dati ufficiali, riguardanti cittadini romeni regolari. Impossibile, o qua-si, è stimare cifre sul mestiere più antico del

mondo e attività simili. “Chi viene in Italia lo fa semplicemente per migliorare la propria situazione economica”, spiega Raica, “ per aiutare la propria famiglia e farla progredire finanziariamente, con la speranza di stabilirsi nel Belpaese a tempo indeterminato. E ad aver trovato l’America, qui, sono in molti”. Anche il vantaggio della lingua, straordinariamente simile alla nostra, ha inciso molto su questa tendenza. Del resto, la situazione economica della repubblica Romena non è delle più rosee, si sa: l’occupazione persino inferiore alla nostra è pe e le prospettive di “carriera” sono più che altro riservate ad una piccola èlite che spesso flirta con poteri poco cristallini, diciamo così. Altro annoso “problema” che gravita attorno alla cog munità romena è quello dei mu rom, dei cosiddetti zingari, in

Gheorghe Raica: “Anche noi emarginiamo i Rom”

Orari di apertura e chiusura Anno 2010 Sabato, Domenica e Lunedì > Orario Continuato dalle ore 9,00 alle ore 19,00 Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì > Dalle ore 15,00 alle ore 19,00

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Parlano i Romeni di Alessandria che hanno voglia di integrarsi quanto molti, moltissimi identificano grossolanamente le comunità nomadi con la suddetta popolazione; niente di più sbagliato, in quanto i rom (ed etnie similari) non hanno e non vogliono avere patria, seppur cittadini romeni ed europei a tutti gli effetti. “ I rom non sono integrati neanche in Romania”, afferma Raica, “anche lì sono mal visti, emarginati”. Ufficialmente parlando, alle porte di Alessandria, di campi rom non ce n’è, mentre Casale e Tortona ne ospitano alcuni. Perché loro sì e noi no? E’ probabile che il costante rischio alluvione che grava sulla nostra città fluviale abbia dissuaso i rom a stabilirsi nelle nostre periferie per paura, forse dopo l’esperienza del 1994, di andare a bagno da un momento all’altro. E di fronte a tale ipotesi, la Lega locale e chi teme i nomadi - più che il “dio Po”- dovrebbe ringraziare il Rio Tanaro. M.B.


6 OTTOBRE 2010

Una finestra sempre aperta sulla tua provincia: www.lapulcenellorecchio.it

ATTUALITA’

Con i Grigi nel cuore, pensano al calcio dodici ore al giorno I fatti delle ultime settimane hanno acceso i riflettori delle cronache sugli Ultras dell’Alessandria Calcio, rei, secondo alcuni, di aver aggredito selvaggiamente il portiere del Gubbio Eugenio Lamanna ed entrambi i suoi genitori mentre lasciavano lo stadio Moccagatta dopo il match Alessandria-Gubbio. Nelle ore e nei giorni successivi al fattaccio, prima di qualsiasi comunicato ufficiale, i cronisti sportivi di mezza Italia non hanno esitato a trarre le loro (poco professionali) conclusioni: gli ultras alessandrini hanno barbaramente aggredito la famiglia Lamanna con coltelli e bottiglie, gli ultras hanno immobilizzato e pestato a sangue il padre del calciatore, gli ultras non hanno risparmiato neppure la signora, gli ultras di qua, gli ultras di là. Sono dunque seguiti pergamene di articoli scritti con risentito veleno, interviste televisive alle “vittime”, ricostruzioni stile CSI Miami sui giornali nazionali e così via. Poi le indagini hanno smentito tutto, rivelando che la tifoseria grigionera non c’entrava nulla, che l’unico fatto di violenza- assolutamente da condannare, per carità - era stato un pugno a Lamanna sferrato da un solo individuo, sì tifoso dell’Alessandria, ma isolato, e non di certo facente parte della sporca dozzina di Ultras Grigi rabbiosi ed imbufaliti inventata dalla stampa. Appurato dunque che tali ricostruzioni si siano rivelate totalmente errate e diffamanti, ora tutto tace, nessuno ha ritrattato e nessuno si è scusato con la Curva Nord. Neanche chi, alessandrino doc, ha pubblicato descrizioni dell’accaduto sommarie e roman-

zate. Certo, è comprensibile: un articolo pubblicato su una gazzetta a tiratura nazionale è un’occasione molto succulenta per un giornalista, ma forse, proprio perché si fa questo mestiere, sarebbe bene andarci con i piedi di piombo e non sull’onda della passione e della visibilità. Perciò riteniamo doveroso tracciare un ritratto autentico e veritiero, basato sui fatti, sui racconti, sulla settimana-tipo della tanto infangata curva degli Ultras Grigi. Naturalmente non si ha lo scopo di santificare nessuno, né di addolcire la realtà, né di deviare l’opinione di chicchessia. Ma neanche di demonizzare, tanto per fare folklore, chi di fatti di violenza non si è mai macchiato. Siamo andati in una delle roccaforti alessandrine degli ultras della Nord

chissenefrega se è domenica, se si è lavorato tutta la settimana, se la testa fa ancora male per la serata brava, se ci si gioca una bella dormita. Quando ne hanno i mezzi- economici e/o di trasporto- i “nostri” vanno anche in capo al mondo pur di sostenere la squadra (si vedano le recenti trasferte in Campania e a

Se c’è da menare, il vero Ultras non si tira indietro

No al tifo violento, ma a volte solidarizzano con chi dà del filo da torcere alla Polizia

Serve un idraulico?

e abbiamo fatto due chiacchiere con un tifoso che segue i Grigi da parecchi anni, il quale avrà un nome fittizio in quanto ci ha chiesto di restare anonimo (lo chiameremo “Luca”), e ci siamo fatti raccontare un po’ la vita del tifoso grigionero. Alcuni ne resteranno stupiti, ma prima di tutto Luca ci spiega che il 90% dei tifosi nostrani trascorre la settimana al lavoro, o a scuola, o all’università. Se però all’orizzonte c’è un incontro importante allora ci si organizza prima, diciamo verso metà settimana, non a limare scimitarre o a rammendare passamontagna, ma a pubblicizzare l’evento con volantini distribuiti in centro o con comunicati via web; si dipingono gli striscioni (rigorosamente solo in grigio-nero in quanto ogni altro colore che esuli dalle tinte sociali è proibito dalla legge), si fa la scaletta dei cori, si pianifica, quando è il caso, la trasferta. E così si coglie l’occasione per ritrovarsi tutti nelle varie sedi e trascorrere insieme un paio di serate a base di birra, amicizia e puro cameratismo ultras. Il “gruppo”, afferma Luca, è la base di tutta l’attività della tifoseria, è il sale della Curva. “Lo scopo primario della Nord è il divertimento, lo stare assieme e farsi delle gran risate, delle belle bevute e supportare ovunque i Grigi. Piuttosto che rinchiuderci in casa a guardare la Serie A sulla pay-tv preferiamo frequentarci di persona, partecipare a trasferte che spesso passano alla storia...e ovviamente presenziare in gran forma al “Mocca”. Del resto, essere uniti sotto la stessa bandiera, fare gruppo, è una delle condizioni umane più antiche che l’uomo conosca. L’istinto del cameratismo, della tribù, del far parte di qualcosa, che ci piaccia o no, ce l’abbiamo un po’ tutti- in un modo o nell’altro- anche oggigiorno: c’è chi si riunisce in un partito politico, chi in una religione, chi in un gruppo musicale, chi va a caccia, chi va al corso di yoga, chi va alle feste, chi

va al bar, al corso di uncinetto, al tennis club. E c’è anche chi va allo stadio. L’ultras è anche e soprattutto follemente innamorato della propria città. Luca spiega che in fondo il tifo è un atto d’amore e di protezione nei confronti di Alessandria, guai a chi la tocca. Vincere le partite, certo, ma anche saperle perdere con onore, non tradendo mai la squadra, essere lì ogni santa domenica a ricordare agli ospiti che dietro a quella ma-

Nei giorni che precedono la partita si pensa alle coreografie, ai canti e a preparare gli striscioni glia grigia c’è un gruppo di uomini e donne, ragazzi e ragazze disposti a lacerarsi la gola pur di cantare a crepapelle gli inni dei Grigi e, quindi, di Alessandria stessa. Il tifo, almeno nel nostro caso, è come una muraglia, una fortezza eretta per impedire che la città venga espugnata. Il tifo è passione, presenza, affettuoso e sfrenato campanilismo per una città che ne ha passate di cotte e di crude ma che il mondo dello sport non ha mai lasciato sola. E poi ci sono le trasferte, veri e propri eventi per i supporters. Ci si alza presto, quando si gioca fuori casa,

Bolzano).”Spesso è dura far su i soldi”, afferma Luca, “ma bene o male riusciamo sempre ad esserci, fosse anche in Cina”. Già, perchè è lontano da casa che serve davvero il supporto morale. Anche quando capita di essere in quattro gatti. “Oggi le cose sono cambiate rispetto agli anni ‘80 e ‘90”, prosegue Luca, riferendosi alle condizioni e alle leggi che ruotano intorno agli stadi. “Ora gli stadi sono praticamente vuoti: calcio in tv, business, prezzi in continua ascesa, biglietti nominali e quell’abominio di “tessera del tifoso” sono tutti elementi che dissuadono il pubblico a presenziare fisicamente sugli spalti, comprese le famiglie. Per quanto riguarda la Curva invece, seppur numerosa, è sottoposta a decine e decine di divieti e restrizioni, a partire dalle dimensioni degli striscioni (che non possono superare i 130x130cm), dell’uso di megafoni, tamburi, fumogeni, bandiere troppo grandi e così via. Impedendo l’uso delle coreografie, hanno sbiadito le tifoserie, le hanno private dei colori e dello spettacolo. Tutte cose che piacevano molto a tutto il pubblico dell’Alessandria e ai suoi giocatori.” Eppure nessuno si è fatto prendere dal nervosismo, nessuno ha ceduto ad atti violenti di contestazione alle numerose restrizioni; pochi, pochissimi i disordini avvenuti, in passato, nei pressi del Moccagatta, e rari i tafferugli in trasferta: nel 2009, a Como, a causa del lancio di alcuni petardi, la polizia trattenne l’intera tifoseria alcune ore in Questura, mentre nel febbraio 2006 ventiquattro alessandrini vennero diffidati a seguito di un baruffa coi tifosi del Varese, storici rivali. Membri di una tifoseria totalmente apolitica, gli Ultras Grigi sono attivi dal 1974. M.B.

Su Facebook gli Ultras dell’Alessandria Calcio hanno condannato il comportamento della tifoseria serba durante la partita con l’Italia a Marassi


7 OTTOBRE 2010

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ATTUALITA’

Hello Alessandria. Siamo (quasi) pronti Visto che la nostra città punta tutto sul turismo, continuando a firmare accordi per portare stranieri in zona, con macchina e treno, noi ci siamo chiesti: ma saranno pronti a ricevere centinaia di richieste di informazioni, sicuramente non in dialetto piemontese? Abbiamo provato a chiamare i principali sportelli per turisti di Alessandria: Porta del Piemonte, cha ha sede in stazione, lo IAT, il servizio dell’assessorato al turismo del Comune, e Alexala, agenzia provinciale per la promozione turistica. Ci siamo finti turisti stranieri parlando in spagnolo, inglese e tedesco. I risultati? Eccoli. Porta del Piemonte: Telefoniamo e ci fingiamo turisti venuti chissà da dove, appena arrivati in città, e partiamo con la lingua spagnola. Dopo pochi squilli risponde un operatore, del quale cogliamo immediatamente la sorpresa di fronte ad un idioma straniero. Grazie alle similitudini che ci sono tra italiano e castigliano, riesce subito a spiegarci che no, non parla spagnolo. Perciò viriamo verso l’inglese. E troviamo dall’altra parte della cornetta un buon interlocutore: l’ope-

Spagnolo, inglese, tedesco. Le abbiamo provate tutte per “testare” i nostri uffici turistici ratore padroneggia bene la lingua, non commette particolari errori nell’esposizione e capisce al primo colpo ciò che diciamo e cosa gli domandiamo. Riceviamo in modo chiaro tutte le informazioni (false) di cui avevamo “bisogno”. Con il tedesco, però, nessun problema da subito: la ragazza che risponde è preparata e riesce a fornirci informaizoni dettagliate.

nalità delle nostre domanda: “Ci sono pulman che portano nelle aree di campagna più attraenti?”, “Ci sono treni che servono la zona del Monferrato?”, “A chi possiamo chiedere ulteriori informazioni sui trasporti locali?”. Alla fine, bene o male - usando tanta immaginazione e molta tolleranza - otteniamo le informazioni desiderate.

I.A.T.: Risponde un’operatrice e, anche qui, la sorpresa nell’udire una lingua straniera è palese. Di fronte al nostro spagnolo la ragazza tituba e con una serie di “no”, “no espaňol”, “no hablo”, ecc...Allora torniamo all’inglese, e la situazione non migliora di molto: seppur comprendendo il mio, quello dell’operatrice è un anglosassone terribilmente zoppicante, incerto ed improvvisato, scolastico e a tratti maccheronico. Nonostante la ba-

Alexala: Chiamiamo una delle più importanti agenzie turistiche di Alessandria in tarda mattinata, sempre partendo con la lingua spagnola. Doccia fredda anche per noi: l’operatore, seppur molto cordiale, ammette (e dimostra) di non conoscere affatto l’idioma iberico. Ancora una volta, cerchiamo rifugio nell’inglese, e le cose vanno meglio: l’operatore non sembra avere problemi, utilizza un vocabolario piuttosto

vario e disinibito. Anche di fronte all’ascolto non chiede mai di ripetere la frase all’interlocutore. Il servizio, a nostro parere soddisfacente, colma tutti i nostri dubbi riguardo a trasporti, attrazioni turistiche e alberghiere. Con il tedesco la situazione è drammatica: nessuna risposta. E quando chiediamo se è possibile mandare un’e-mail, ci viene assolutamente sconsigliato, in una lingua incomprensibile.

In conclusione, gli uffici turistici se la cavano con l’inglese e in stazione sono preparati all’arrivo dei tedeschi e degli olandesi. Voto: 6.


8 OTTOBRE 2010

Alessandria, Casale, Acqui, Ovada, Novi e Valenza su: www.lapulcenellorecchio.it

ATTUALITA’

Il sesso da strada resiste alle leggi Cambia il mondo, e con esso cambia anche la prostituzione. Sono ormai lontani i tempi, per citare De Andrè, “in cui per fare il mestiere ci voleva anche un po’ di vocazione”, in cui pittoresche donnone giunoniche si davano agli angoli di strada per consolare mariti altrui ed infelici, in cui fanciulle semi-romantiche si vendevano - oltre che per sbarcare il lunario - per “rallegrare” una società che ben poco aveva oltre ai piaceri della carne. Oggigiorno le cose vanno in modo ben diverso, la prostituzione non è più la stessa. Nel mondo come ad Alessandria: non più le donne di facile amore in attesa nei loculi di via Milazzo, bensì ragazze extracomunitarie ingannate da un sistema delinquenziale organizzato; non più leggende del sesso a buon mercato come le passeggiatrici d’ogni mole ed età attorno allo stadio Moccagatta, ma vere e proprie schiave cadute nella rete della tratta degli esseri umani, con tanto di minacce, violenze ed umiliazioni da parte dei loro sfruttatori. Già, perché oggi è lo sfruttamento a dettar legge. E la prostituzione è un ottimo terreno

po, che ponevano davanti alla loro bottega le donne in vendita come merce). Dunque il fenomeno in evoluzione, più pericoloso, è senza dubbio lo sfruttamento, la tratta di persone che oggi più che mai si vede strettamente legata all’altro dramma del nostro tempo: l’immigrazione cosiddetta clandestina.

ragazze venivano reclutate tramite un’agenzia di viaggio locale, provviste di un Visto via ambasciata con allegate false motivazioni di studio o lavoro, e quindi munite di un biglietto aereo per la Svezia; ma allo scalo di Roma venivano letteralmente prelevate dagli sfruttatori e distribuite come bestiame in varie zone d’Italia, tra cui Alessandria.

Già alle nove di sera le lucciole sono al lavoro, nonostante ordinanze e controlli delle Forze dell’Ordine per le organizzazioni criminali che da questa attività traggono profitti da capogiro. Erroneamente, si definisce la prostituzione come il mestiere più antico del mondo, quando in realtà è lo sfruttamento, il mestiere più antico. Ad esser stato inventato per primo. E’ stata un’intuizione degli uomini quella di metter le donne sulla strada. Che poi alcune siano più avvezze di altre, beh, questo è un altro paio di maniche. (In fondo, basta guardare l’etimologia della parola, dal latino pro-stituere: “pro” ovvero “davanti”, e “statuere” ovvero “porre”: porre-davanti, come facevano i padroni d’un tem-

Sono vari i modi in cui si getta l’esca per far confluire le ragazze verso il proprio terreno d’azione, e per i caporali del sesso il gioco si fa particolarmente facile quando ad essere reclutate sono ragazze indifese, illuse, disperate, ingenue, provenienti da un Paese lontano anni luce. Un esempio? Proprio ad Alessandria, nel 2008, la Squadra Mobile smascherò un’organizzazione legata alla Thailandia che prometteva a giovani asiatiche un futuro di prosperità nel mondo della prostituzione in Italia, offrendo loro addirittura la prospettiva di diventare a loro volta, col tempo, tenutarie di altre prostitute. Queste

14 tenutari vennero arrestati, 2 complici posti agli arresti domiciliari e altri 2 segnalati in Questura. Altra terribile sorte tocca ancora a migliaia di ragazze nigeriane (numericamente le più sfruttate nel nostro Paese): prelevate direttamente dai loro villaggi e spesso obbligate ad un giuramento di sangue coi futuri protettori allo scopo di incutere anche terrore spirituale, costoro vengono poi portate in Italia e, tra un regalo e l’altro, tra un cellulare d’ultima generazione ed un po’ di shopping offerto come chimera d’un possibile benessere, vengono costrette a sesso forzato fino a 14 ore al giorno, fotografate in atti erotici per poi essere ricatta-

te, picchiate, sfruttate fino all’esasperazione. Tutto questo dopo grandi promesse di occupazione, prosperità, matrimoni, beni materiali. Modalità ben diverse, insomma, da quelle della prostituzione novecentesca. Se poi si considera che non sempre dietro ad una prostituta si nascondono grandi organizzazioni ma spesso e volentieri solo una o due persone, il gioco si fa complicato: sotto un certo punto di vista, essere in balia di una sola persona può essere ancora più devastante, in quanto tu, prostituta-merce-unica fonte di guadagno, sei la sola ed unica proprietà, e come tale sei destinata a ricevere più “attenzioni” che all’interno di un gruppo. La prostituzione del mondo globalizzato è di ben tutt’altra portata rispetto a quella del mondo “vecchio”, chiuso, e limitato nella comunicazione che i più grandicelli ricordano e hanno vissuto. Domenico Lopane, capo della Squadra Mobile di Alessandria, ci spiega che un altro nuovo trend della mercificazione della donna riguarda i dati logistici: come dicevamo qualche riga fa, il fenomeno della prostituzione in strada va diminuendo, anche grazie alle politiche di contrasto, e cresce quello al chiuso, in casa, in normali appartamenti, nelle palazzine, in piccoli bordelli clandestini. Così è più facile camuffare il reato, si crea una copertura. Del resto, un conto è spiegare alle autorità cosa si sta a fare di notte, sul marciapiede, con uno straordinario risparmio sul tessile nella gonna e la borsa piena di preservativi; un altro è avere il diritto di chiedere un mandato a chiunque voglia perquisirvi

la casa, negare qualsiasi attività illecita in pantofole e vestaglia e dire che semplicemente si usa ricevere molti “amici”. Anche questo fattore, insomma, complica molto la vita a inquirenti e servizi sociali: è la cosiddetta prostituzione indoor. Si può dire che sul campo operino soprattutto Polizia di Stato (diretta dal Servizio Operativo Centrale di Roma) e i servizi sociali. I primi impegnati anche e soprattutto a livello transnazionale, alla radice del problema per sradicare il fenomeno; i secondi soprattutto nel dopoprostituzione, a fiore già appassito, quando la donna uscita dal giro necessita di protezione e assistenza psicologica. Riconosciute pertanto vittime, effetto e non causa di un fenomeno malato, le ex prostitute che decidono di sganciarsi, di collaborare o che necessitano semplicemente di aiuto sono attualmente tutelate dalla legge 286 del 2008 sull’immigrazione, che offre, in cambio, un permesso di soggiorno in Italia della durata di 6 mesi con protezione. Metodi e soluzioni che però non sono stati risparmiati dalle critiche, giusto pochi giorni fa: al convegno “Sulla Dignità non si Tratta” a Palazzo Ghilini, Alberto Mossino dell’associazione Piam (Progetto Integrazione Accoglienza Migranti) ha strapazzato consiglieri e addetti ai lavori sostenendo che “le ordinanze comunali anti-prostituzione sono inutili, che servono soltanto per l’immagine, per mostrare all’opinione pubblica che qualcosa si sta facendo”. E ha proseguito: “Nonostante le ordinanze si osserva che il trend degli arrivi è in aumento. I trafficanti”, ha sostenuto Mossino in totale dissonanza con i comunicati ufficiali, “dove decidono di piazzare le ragazze, non si fanno certo scrupolo di un’ordinanza di cui spesso non conoscono neppure l’esistenza”. E queste parole hanno innalzato una mezza bufera istituzionale. Tanti i punti di vista a riguardo, tante le divergenze, quindi. Perciò, forse, non resta che al cittadino giudicare; osservare le strade e constatare se effettivamente la prostituzione da marciapiede è diminuita a vista d’occhio, se gode di un “turn-over” continuo oppure se si tratta sempre delle solite 4 meretrici; se secondo l’occhio libero da ogni ufficialità del residente la città è stata sgomberata oppure è sovraffollata, oppure se semplicemente la polvere è stata messa sotto al tappeto e le prostitute sono state abilmente spostate ai margini delle mura cittadine. Come al solito, parola al lettore.

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9 OTTOBRE 2010

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ATTUALITÀ

Il Sole delle Alpi tramonta ad Adro, ma splende in città Sfrattati! Alla scuola di Adro spariranno i simboli leghisti. Niente più Soli delle Alpi sui muri o sui cestini dell’immondizia, sul tetto o tra le aiuole. La polemica è stata così feroce da farne un caso nazionale: è giusto tappezzare la città di simboli politici? E, in quel caso specifico, di riempire una scuola comunale pubblica di loghi padani? I difensori del Sole delle Alpi – in testa il sindaco leghista – non ci vedono nulla di male, ricordando che quei petali stilizzati che i bambini fanno giocando con il compasso fanno parte della cultura popolare del Nord, di quelle valli. Un semplice decoro che però non poteva passare inosservato, non per altro per il numero esagerato ripetuto in ogni luogo interno ed esterno della scuola (intitolata a Gianfranco Miglio, primo ideologo della Lega Lombarda). Altro che Adro, ad Alessandria il Sole delle Alpi, a meno di stravolgimenti urbanistici, è scolpito nella pietra da quasi quindici anni. Con il tempo quelle tre decorazioni in corso Virginia Marini sono state dimenticate. I numerosi stranieri che vivono in quella zona non sapranno neppure la loro storia. Eppure sotto l’amministrazione leghista di Francesca Calvo vennero posati sulla strada

tre Soli delle Alpi, con meticolosità artistica inusuale quando si parla di arredo urbano. Molto prima di Adro e delle polemiche iconoclaste. I simboli del Carroccio sono ancora lì, in bella vista di fronte ad un negozio. Tante persone ci passano sopra, li calpestano o li guardano. Chissà in quanti avranno accomunato le due storie. Ne esisteva uno anche in piazza Marconi, ma con la sparizione dell’obelisco luminoso il

Sole celtico in bella vista venne trasformato nello stemma della Città. Scudo crociato e grifoni. Il centrosinistra della Giunta di Mara Scagni aveva persino sostituito la musica d’attesa del centralino comunale: “Canzone Popolare” di Fossati – inno del centrosinistra, fino a pochi anni fa – invece del “Va’ Pensiero” verdiano, aria immortale, ma che sapeva troppo di Padania. Si sono dimenticati dei tre Soli in corso Marini, però. Fregi che hanno visto l’ascesa della prima donna sindaco ad Alessandria e poi della seconda, dell’exploit della Lega Nord in una città di tradizione socialista e dell’ulteriore capovolgimento di fronte. Sempre lì, lontani dal clamore e dalle critiche. Decisi a resistere alle intemperie e alle intemperanze. Fino ad oggi. L.P.

La Circoscrizione Nord cambia padrone : tutti fuori

Brutta sorpresa per sbandieratori, figuranti e armigeri della corte di Aleramo: hanno cinque giorni per traslocare dalla sede attuale. Destinazione: ignota. Martedì 12 ottobre una ragazza dell’Associazione Aleramica ha scoperto di dover fare baracca e burattini dalla Circoscrizione Nord – e non è poco, visto che tra bandieroni, armi, costumi, lo sgombero non sarà facilissimo -. I nuovi proprietari del mercato ortofrutticolo e dell’attuale edificio che ospita la Circoscrizione degli Orti, il distaccamento della Polizia Municipale e varie associazioni ha ultimato lo sfratto esecutivo. Improvvisamente sono apparsi i cartelli sulla cancellata di ultimatum: “Le serrature verranno cambiate tra una settimana”. Via tutti, senza preavviso. Per la verità i vari gruppi che si ritrovano nei locali comunali di viale Michel (Vespa Club, Orso Grigio, Aleramici, Amici della Musica, fotografi...)

sapevano di essere ospitati in un edificio venduto all’asta, ma erano in attesa di comunicazioni da parte d e l Comune. Che so, una letterina per ricordare la data e l’ora X e, magari, una possibile nuova idea di sistemazione. Invece nisba. L’Associazione Aleramica ha scoperto da sola di dover andarsene e soprattutto di avere pochissimo tempo per farlo. Né il nuovo proprietario né il Comune ha fatto una telefonata di avviso ritenendo, probabilmente, che i cartelli all’entrata affissi una settimana prima del “cambio gestione” fossero sufficienti. Resterà solo la sede della Polizia Municipale, per ora. I ragazzi che girano l’Italia portando la tradizione medievale alessandrina si aggiusteranno dividendosi gli scatoloni e le attrezzature. Poi dovranno, dopo dieci anni, cambiare la sede legale. Resta il rammarico di essere stati un po’ dimenticati.

Solo i Vigili avranno le chiavi

per segnalazioni: info@lapulcenellorecchio.it

Piazzetta bagnata e pulita, ma troppo presto

IL + BELLO D ITALIA MISTER

Ufficio Reclami

CONCORSO NAZIONALE

Vi piacerebbe essere svegliati alle 5,30 del mattino dalla idropulitrice che passa sotto al vostro balcone? Se la risposta è no, non prendete casa in Piazzetta della Lega. Quasi ogni mattina l’addetto alla pulizia della piazzetta (anche se piove) passa le spazzole della macchina sulle piastrellone nuove di zecca per circa due ore. Un rumore ininterrotto che, al mattino presto, dà proprio fastidio.

Salviamo il mosaico futurista Ma lo sapete che a Londra un quadro di Severini è stato venduto all’asta per 19 milioni di euro? Pensate dunque quanto vale il mosaico sulla facciata del

Recintiamo l’obelisco! Un lettore, stanco di vedere sul monumento di piazzetta della Lega macchie di gelato e cartacce, ci ha espressamente chiesto di potersi lamentare sulle pagine de La Pulce. Troppi i ragazzini maleducati che scrivono con il pennarello indelebile sull’obelisco e che si siedono sul gradino fregandosene dell’importanza che questo monumento ha per alcuni alessandrini. “Ci vuole rispetto, sono stanco di camminare nella sporcizia in pieno centro! Recintiamo l’obelisco, così lo preserveremo!”.

“E adesso l’hai capita?!” Un residente di via Mazzini, stanco delle tante automobili che ogni giorno si fermano in divieto di sosta, si è “vendicato” (a modo suo) dei trasgressori, depositando il cassonetto

marrone dell’organico - pulito - sul cofano della macchina del malcapitato. Un gesto originale che speriamo sia stato recepito dall’automobilista indisciplinato.

Palazzo delle Poste! Sì, lo stesso mosaico che non è né protetto né preservato in nessun modo. Un patrimonio artistico inestimabile, a rischio vandali.

CONCORSO NAZIONALE

PRIX

MISS GRAND

Sono aperte le preselezioni

dei concorsi nazionali Il più bello d’Italia e Miss Grand Prix sezione Alessandria Per informazioni

Tel. 349 6682570 - Leo pulce@lapulcenellorecchio.it



11 OTTOBRE 2010

CULTURA LOCALE

L'ultimo soldato che racconta ai giovani gli orrori della guerra Maurilio Gho: sopravvissuto alla pleurite, agli stenti e ad un Colonnello delle SS Molti alessandrini avranno visto, in occasione di manifestazioni di rilievo, come il 25 Aprile, la festa della Repubblica o quella dei Carabinieri, un omino con un fazzoletto al collo a strisce bianche e azzurre. Certamente se lo ricorderanno molti ragazzi delle scuole dove è chiamato a raccontare le sua espe-

rienza di vita, ma spesso anche esperienze di morte, vissute in diversi campi di concentramento, in Polonia. Maurilio Gho, nato in Alessandria il 17 ottobre 1924, malgrado i numerosi acciacchi che la guerra gli ha regalato, difende ancora bene i suoi 87 anni. La testa rotta con il calcio del fucile da parte di un tedesco, una pleurite che lo ha condotto ad un passo dall’essere sepolto vivo, per non parlare delle numerose bastona-

per Maurilio scattò qualcosa nel suo cervello. Perse ogni contatto con la realtà e si risvegliò in un manicomio dove per due settimane venne curato dagli americani. Rimase convalescente per altre quattro settimane e i medici americani gli proposero di andare a curarsi negli Stati Uniti

ma rifiutò. Ritornò in Alessandria il 12 Ottobre del ‘45 - “lo ricordo bene perché era la Festa del Cristo”. Il dottor Maragnani, battendogli una mano sulla spalla, gli disse che era stato fortunato ad essere stato curato dagli americani - “sono più avanti di noi” - disse consegnandogli una scatoletta con delle pastiglie - “prendile solo se ritieni di averne bisogno. La migliore cura per questo genere di malattia la puoi trovare solo nella fiducia in te stesso”. Parole che devono avere sortito

xxxx

ture che la vita grama dei campi di lavoro in Polonia riservava agli internati per i motivi più disparati. Mangiare poco e un lavoro bestiale per dodici ore al giorno sfociarono ad un certo punto in una rissa furibonda, a guerra ultimata. Infatti, a Norimberga, la tradotta su cui era imbarcato per tornarsene a casa incrociò un treno carico di prigionieri tedeschi che iniziarono ad insultare gli italiani. Forse quella fu la goccia che fece traboccare il vaso Dovettero intervenire gli MP americani che senza troppi complimenti sedarono gli animi usando gli sfollagente, ma

l’effetto auspicato se Maurilio non ha più avuto bisogno di quelle pastiglie. Questo però, è l’epilogo, il riassunto di due anni d’inferno, riconosciuti con una pensione d’invalidità di guerra da 218 euro al mese e 1.100 di pensione. Volendo scendere più nel dettaglio Maurilio racconta del suo arrivo a Venezia, arruolato come volontario nella Regia Marina. Fu proprio a Venezia, a partire dall’8 settembre del 1943, il giorno che Badoglio alla radio annunciò che l’armistizio con gli Alleati era stato firmato che iniziò una vera e propria odissea per

Maurilio come per altre migliaia di soldati italiani. L’annuncio di Badoglio venne dato il mercoledì e Maurilio si accorse che alcuni ufficiali, resisi conto dell’aria che tirava, se la erano già data a gambe levate al punto che il comandante fece chiudere il cancello principale e ordinò ad una pattuglia di montare la guardia e sparare su chiunque tentasse di allontanarsi senza autorizzazione. Quello fu un ordine che praticamente condannò l’intera guar-

volta costretto con la pistola puntata alla tempia, e ucciso al volo dal tedesco per dimostrare la sua abilità con la pistola. Successivamente fu trasferito ad Elbing, dove ogni giorno suubivano bombardamenti enti americani. Il peregrinare da un campo all’altro lo portò anche a Norimberga, nel ‘44, fra gli operai costretti a scavare per la posa delle tubazioni del Gas proveniente dall’Ucraina, destinazione Berlino.

Ha 87 anni e continua la sua missione: girare per le scuole a portare la sua testimonianza nigione dell’Arsenale ad essere deportata. Fu durante quel primo trasferimento a Mestre, di 12 chilometri circa, che Maurilio e i suoi commilitoni ebbero modo di verificare le prime avvisaglie di quanto sarebbe accaduto in seguito. Intruppati, scortati da tedeschi con il mitra spianato, nel corso di quel tragitto furono testimoni del rischio che correva chiunque tentasse di fuggire. Successivamente furono caricati su carri bestiame in 45 - 50 per vagone. Il mercoledì 15 settembre raggiunsero Graz e il giovedì Vienna. Lì rimasero fermi per tre giorni e furono rifocillati con acqua ed un filone di pane scuro da un chilo. Dopo Vienna arrivarono a Praga, e anche lì un’altra sosta di due o tre giorni per dare la precedenza alle tradotte con gli ebrei. Fu il 3 o il 4 ottobre quando finalmente arrivarono al campo di destinazione; Thorn, in Polonia. Quello di Thorn era un campo “di transito” e il suo comandante, un colonnello ungherese a cui mancava un braccio - “un bastardo delle SS” - esclama Gho - “io ed un’altro ci eravamo allontanati per prendere un cavolo, ebbene, ci ha aizzato contro il cane che mi ha morso in un polpaccio e poi con lo scudiscio mi ha dato un sacco di nerbate, anche sulle labbra, per cui perdevo sangue dappertutto”. Fu, diciamo così, ospitato anche nel campo di Stutthof, non lontano da Danzica, in fabbriche realizzate più di cento metri sotto terra per proteggerle dai bombardamenti, dove si fabbricavano anche pezzi delle V1 e V2. Ci lavoravano soltanto ebrei provenienti dal ghetto di Varsavia, in condizioni climatiche e ambientali impossibili. Sono indicibili i racconti che fa Gho in merito al trattamento riservato agli ebrei che arrivavano al campo. Dei veri e propri assassinii e atti di sadismo sconvolgenti come quello del bambino di pochi mesi lanciato in aria da un prigioniero, a sua

tedeschi, questi quì q hanno tutta l’intenzione di farci fuori. T e n tiamo la fuga”. fu Vistola La era ad una cinquantina di metri, ghiacciata. Ci togliemmo gli zoccoli e incominciammo a correre fra le piante che costeggiavano il fiume. “Sentivamo le pallottole fischiarci attorno, ma noi continuammo a correre senza voltarci indietro fino a che non riuscimmo a trovare una casa. Non ricordo nemmeno quanto tempo fosse passato né quanto fossimo riusciti ad allontanarci dai soldati tedeschi”. Contadini polacchi li rifocillarono e diedero loro panni caldi e calze perché non avevano più nulla. Successivamnte vennero raccolti da soldati russi e quando finalmente l’armata russa si incontrò con quella americana, nel 1945, per Gho iniziò il momento del rientro in Italia, le cure per riprendersi dalle straordinarie peripezie che avevano trascinato lui e migliaia, forse milioni, di altri esseri umani in un vortice di disumana follia. Ora Gho, malgrado l’età e gli acciacchi di quegli anni vissuti costantemente fra la vita e la morte, fra privazioni inumane e indesrivibili atti di violenza fisica e psichica, continua quella che ritiene una missione; raccontare ai giovani studenti delle scuole cosa significa essere sottomessi alla brutalità di uomini che per smania di potere non esitano ad eliminare ogni ostacolo che si frappone fra le loro ambizioni e il potere che si sono prefissi di raggiungere.

L’8 settembre incominciò la sua odissea

Fu lì che rimediò un colpo in testa dato da un tedesco con il calcio del fucile nel tentativo di salvare una donna ebrea che stava picchiando. Inoltre, lavandosi con l’acqua fredda, in inverno, a causa dei pidocchi, si ammalò di pleurite. Non riusciva quasi più a respirare, quando venne trasferito in un campo vicino ad Amburgo e ricoverato in una camerata con altri prigionieri ammalati. Venne visitato da un medico serbo il quale gli aspirò l’acqua che si era formata nei polmoni con una siringa. Il dolore gli fece perdere i sensi e fu dato per morto ma si svegliò proprio mentre lo stavano portando alla fossa comune. Se la cavò pure in quel frangente anche se ad un passo dalla morte. Venne poi mandato a scavare in campi vicino vicino alla Vistola. Era il 5 gennaio del ‘45, da lì si vedeva il ponte che avevano fatto saltare i tedeschi per impedire ai Russi di attraversarla. Si sentiva il rombo dei cannoni provenire dal fronte al di là della Vistola. “Il sergente italiano che mi affiancava nei lavori di scavo mi disse: Guarda che io conosco bene

i

Piero Archenti


12 OTTOBRE 2010

IL BORSINO DELLA PULCE

Come gli eventi dell'ultimo mese Rose rosseee... Centomila rose addobberanno le aiuole di Alessandria grazie al regalo dell’AMAG che ha speso ben 500 mila euro per i fiori e qualche pianta nuova. Città sempre più colorata, ma la cifra spesa per l’operazione “pollice verde” ha suscitato qualche perplessità, visti i momenti di crisi. +12

Sciopero Bus Continua la protesta e la raccolta firme per evitare che l’ATM venga fusa all’omonima azienda trasporti di Milano. Il rischio per una parte di sindacati è di una sorta di privatizzazione in cui alla fine l’utente finale sarà il più penalizzato. Intanto i problemi di personale e veicoli inquinanti continuano. -20

+54

-23 CGIL

Concorso Pittaluga

Viva il cioccolato Nonostante i prezzi esorbitanti per le leccornie a base di cacao, giustificati dall’uso di materie prime ricercatissime, Alé Chocolate ha fatto registrare un successone di presenze tra le bancarelle, anche solo per chi era in cerca di dolci assaggi... +25

+27 Ring!

Gelato d’oro Il gelatiere valenzano Soban ha vinto il secondo premio nel concorso nazionale di gelato artigianale. Ha chiamato la sua fredda creazione, in onore alla città, Oro di Valenza, con vere scaglie di metallo a 18kt. +15

Alessandria valeva

In bici per 7 giorni Con sorpresa Alessandria ha festeggiato la settimana della bici e della mobilità ecologica, nonostante in questi anni non abbia dimostrato molto di tenere alle due ruote senza motore. Tutto d’un tratto sono nati parcheggi per bici e un servizio bike sharing in rodaggio. Fatte le bici, si devono fare i ciclisti alessandrini. +14

-23

-73 Amianto al TRA

1.050 al 12.10.10

+27

Lavoro e rincari

Ring!

La CGIL durante gli Stati Generali ha ribadito la grave crisi occupazionale in atto, che sarà superabile forse nel 2015, se non nel 2017. Sono sempre di più i precari e i licenziamenti anche nella nostra provincia. Ad Alessandria, dicono, rincari in ogni settore.

Nonostante il cambio di location per il “problemino” amianto al Comunale, la rassegna di critica del cinema fa parlare di Alessandria soprattutto fuori le sue mura, persino al Festival di Venezia. Peccato che in patria non sia profeta.

+54

-73

+35

Michele Pittaluga Amianto in teatro Expo Valenza Il Concorso di chitarra classica “Michele Pittaluga” prosegue a sfornare talenti musicali e a raccogliere interesse internazionale, grazie al lavoro della famiglia Pittaluga che ha proseguito l’impegno del grande musicista alessandrino.

Resta chiuso il Teatro Comunale, causa amianto. La bonifica ha comportato notevoli disagi per lo spostamento di spettacoli e la chiusura dei cinema. Ci si chiede se nei mesi precedenti alla “scoperta” gli spettatori e i dipendenti possano aver rischiato grosso.

L’annuale Expo di gioielli di Valenza ha chiuso i battenti con un rinnovato interesse per l’oreficeria ed il design locale, buon inizio per sperare in una ripresa del settore. Sono ritornate le grandi firme e non sono mancati vip e ospiti importanti.


13 OTTOBRE 2010

IL BORSINO DELLA PULCE

hanno variato il valore della città Una dose al dì Non passa giorno che le forze dell’ordine non arrestino uno spacciatore, colto con le dosi nel sacco. La costante repressione evidenzia però un incessante mercato di ogni tipo di droga e il continuo ricambio dei pusher da marciapiede. +11

+22

Gagliaudo regna

Fotovoltaico

Nonostante qualche bancarella di meno, ad Alessandria la formula del mercato per le vie del centro continua a resistere come forma di manifestazione a poco prezzo ma ad alta resa di pubblico. “Gagliaudo tra i mercanti” ha fatto affollare le vie. C’erano pure i francesi, quest’anno! +19

+35

Expo Valenza

-33

Girardengo film

La Space Cannon chiude

Polemiche soprattuto nel novese per la fiction su Girardengo e il bandito Pollastri. Oltre a incongruenze storiche evidenziate dai critici tv, i novesi non avrebbero gradito la storia romanzata e le “licenze” degli sceneggiatori Rai. -21

-19 Orba

Dolce Alessandria Dopo le polemiche in provincia e in regione per il tentato “scippo” del Salone del Biscotto ad Alessandria, finalmente la conferma: la fiera per gli amanti dei dolci si terrà sempre nel capoluogo. +10

-67

Tragedia Bebé

Aggressione a Lamanna

A Tortona una decina tra medici ed ostetrici sono sotto processo per alcune morti in sala parto. Un paio di neonati sarebbero nati morti per parti cesarei tardivi. I magistrati stanno indagando sulle responsabilità dei sanitari e sulle tragiche coincidenze. -31

Oggi vale

973 Orba

-19

Bastano poche gocce per creare disagi. E’ successo anche a inizio ottobre: due giorni di pioggia hanno fatto straripare il Torrente Orba, che ha allagato alcune zone di Ovada. Paura anche per lo Stura. L’ondata di piena non ha invece interessato Tanaro e Bormida.

-67

+22

-33

Lo sport è andato in KO

Fotovoltaico

Space Cannon

La vergognosa aggressione al portiere del Gubbio Eugenio Lamanna, avvenuta fuori dal Moccagatta subito dopo la partita, ha portato alla ribalta delle cronache la nostra città, definita dagli organi di stampa nazionali decisamente inospitale per colpa di un delinquente. Il colpevole è un giovane Ultras che ha colpito al volto il portiere di fronte ad un bar, mentre era in compagnia dei suoi genitori e si stava recando alla propria automobile. Lamanna è stato operato all’occhio e non giocherà per qualche mese. Il fatto resterà negli annali come una macchia indelebile.

Se dal letame nascono i fiori, dai rifiuti nascerà energia pulita. La ex discarica di Castelceriolo, oltre al biogas, produrrà energia solare grazie alla Fondazione CrAl che coprirà l’area di pannelli solari, tra i primi progetti di riqualificazione in Italia.

Chiude i battenti la fabbrica di Fubine che ha illuminato i grattacieli di tutto il mondo, famosa per aver creato le Torri di Luce di Ground Zero. I nuovi proprietari, dopo un paio d’anni, hanno deciso di chiudere: produzione fuori mercato. 50 lavoratori a casa.


14 OTTOBRE 2010

Le notizie fresche on line: www.lapulcenellorecchio.it

AGRICOLTURA

Trifula e follie: roba da bookmakers! Annata scarsa per il tubero alla moda In questo strano inizio autunno, con temperature ampiamente gradevoli e menu ancora estivi nei ristoranti - fatta salva l’invasione dei funghi che spuntano (ma da dove?) sotto ogni ponte autostradale della provincia p o ca - le scommessee sul tartufo si sprecaano come se sii fosse davanti a un derby d’altri tempi fra Toro e Juve. Da un lato si colloca la maggiorr parte dei giornali, ali, che con articoli molto l sicuri ci dicono che sarà una stagione ricca di soddisfazioni per chi ama visceralmente l’ingrediente principe della cucina piemontese, sua maestà il tartufo bianco o per meglio dire il “tartufo d’Alba”. Sarà secondo loro un’annata prodiga nelle quantità di tartufo e quindi di prezzi abbordabili anche per coloro che, crisi permettendo, una o due

volte l’anno si permettono la “follia” di degustare il re dei funghi come un lusso necessario, una gratificazione attesa per dodici mesi, visto che il tartufo sembra esser rimasto l’unicco peccato di gola rigorosamente stagionale. Forstagi se anche per questo è così amato e atteso, inarrivabile ingrediente come nessun altro per la sua rigida stagionalità, vistag sto che h se funghi e frutta si possono ormai trovare in qualsiasi periodo dell’anno, e non c’è gennaio senza una macedonia di fragole per chi ne vada pazzo, per poter degustare il tartufo, quello vero, occorre attendere che le brume della pianura padana scendano sulle pianure e le colline piemontesi per poterlo gustare. E’ una stagione breve, che terminerà con le feste di fine anno, e la speranza di poterne godere a piene mani, con prezzi accettabili e qualità alta, fa perdere il sonno a più d’un appassionato. Ma davvero stanno così le cose? Veramente la stagione che si preannuncia sarà così ubertosa? Se i giornali son tutto un fiorire di rosee previsioni, in realtà, i tartufai sono molto più cauti nel fare i conti senza l’oste, anche perché per loro, che meglio di chiunque altro conoscono i segreti del “tuber magnatum pico”, il tartufo rimane comunque un mistero ed i più vecchi sanno bene che stagioni dalle quali ci si aspettava molto sono finite con miseri ritrovamenti mentre altre, in maniera

Calano le quotazioni del tartufo

del tutto inattesa, hanno fatto registrare raccolti record. “Per il momento – ci confida uno fra i più anziani fra loro, che vuol mantenere l’anonimato – i ritrovamenti sono stati scarsi, la pezzatura particolarmente ridotta e quel che è peggio è che è piovuto in ritardo rispetto al periodo ottimale. Forse a fine novembre – metà dicembre potremo fare qualche buon raccolto, ma non prima di allora!”. Previsioni come si vede molto meno ottimistiche, anche se corrette dal diretto interessato: “Va detto però che i tartufi riescono spesso a stupire anche chi, come me, da quando aveva dieci anni non ha mai saltato una stagione di

Il tartufaio più anziano gira i boschi a 86 anni ricerca” (ora ne ha ottantasei n.d.r.). Previsioni non proprio così rosee, quindi, ma aperte alla speranza che la generosa natura del Piemonte ci possa dare in questo 2010 quel che ci ha negato negli ultimi due anni, e soprattutto l’anno scorso, visto che quella conclusasi lo scorso capodanno è stata la stagione più avara a memoria d’uomo. Per quel che riguarda i prezzi, invece, è vero che sono comunque destinati a rimanere ben al di sotto delle quotazioni “da gioielleria” che avevano raggiunto qualche anno orsono. La crisi, i bond spazzatura e il vento di austerità che spinge le famiglie a chiudere i cordoni della borsa costringeranno tutti, dai cercatori agli intermediari ai ristoratori, a venire a più miti consigli, ragion per cui qualunque sia l’andamento stagionale ben difficilmente gli appassionati saranno costretti a rinunciare al proprio piacere per i prezzi. Signori si parte! La stagione inizia e le brume autunnali, insieme al profumo del mosto, ci renderanno più piacevole la fine di un’altra estate con l’aroma inconfondibile dell’oro giallo della gastronomia nostrana. Buon appetito! Marco Vernazza

Miti, leggende e realtà nel mondo del tartufo In poche altre realtà tradizionali leggenda e realtà vanno a braccetto come nel mondo del tartufo, e di tutto quel che gravita intorno ad esso: i cani, gli alberi che producono i frutti più pregiati, le ore migliori per la raccolta, il metodo per riconoscere i tartufi migliori e tant’altro ancora, che vogliamo qui analizzare aiutati dal nostro esperto. Ecco il ritratto che esce dalle sue parole. Innanzi tutto il problema principale del Tartufo è quello della qualità che è – almeno in gran parte – legata alla sua provenienza. E qui il nostro tartufaio, che è alessandrino, svela il primo segreto: non è vero che i tartufi migliori siano quelli di Alba, visto che Alba è soprattutto il principale mercato che attira il prodotto da tutta Italia e – a sentire i detrattori – anche oltre. Anzi, secondo il parere degli esperti, i tartufi migliori in commercio sarebbero proprio quelli che nascono in provincia di Alessandria ai piedi dell’appennino, e non è solo un moto di giustificato orgoglio a far sostenere questa tesi, ma anche la constatazione che i commercianti che ritirano il prodotto dai trifulau alessandrini sono sempre più strettamente collegati ad Alba ed ai suoi principali buyers, vuoi perché ad Alba c’è la maggior richiesta, vuoi perché si spuntano i prezzi migliori, ma soprattutto perché ad Alba (sveliamo finalmente questo segreto!) non tutti i tartufi hanno quella qualità che ci si vuol far credere, almeno per chi ad una qualità altissima è da sempre abituato, alessandrini in primis... Per rimanere in tema di qualità, infine, occorre sgombrare il campo da un equivoco, vera e propria leggenda metropolitana che va per la maggiore: che i migliori tartufi siano quelli prodotti da una pianta piuttosto che da un’altra. La questione intanto è eccessivamente semplificata perché non sono le piante a “dare” i tartufi, visto che il tartufo è un fungo che con le piante vive in simbiosi, ma comunque non sposta il problema: la stessa pianta e la stessa “posta” possono dare in momenti diversi tartufi di ben diversa qualità, e a determinare il maggiore o minor pregio sono le condizioni pedoclimatiche e stagionali in cui il tartufo nasce, le uniche capaci di conferirgli un profumo e un gusto più o meno fine, più o meno intenso, più o meno persistente. Ma il motivo maggiormente discriminante per la qualità di un tartufo, è dato dalla sua freschezza: è opportuno per un appassionato sapere che il prezioso frutto della terra, quando è trovato dai cani e raccolto dal tartufaio, spesso è quasi privo di odore ed anzi molto raramente verrebbe apprezzato come merita da un esperto gourmet, visto che i fedeli alleati dei

tartufai, con il loro naso, sanno scovare le trifule prima che la completa maturazione le abbia rese perfette per essere apprezzate dall’olfatto e dalle papille gustative umane. Un tartufo appena trovato – detto in soldoni – ha pochissimo profumo, tanto che sarebbe un peccato consumarlo subito: nei due – tre giorni successivi alla raccolta sviluppa il meglio del suo aroma e solo allora è in grado di offrire quelle sensazioni uniche ed indimenticabili che si attende un vero amante della cucina piemontese. Però – sempre a scanso di equivo-

ci – va detto che il “magic moment”, ovvero la fase in cui un tartufo sprigiona il meglio delle sue potenzialità non dura molto a lungo, e dopo un paio di giorni inizia a decadere il suo valore organolettico, a diminuire l’intensità, la finezza e la persistenza del gusto. Questo, ovviamente, significa che i venditori tendono a “far fuori” il prodotto più vecchio prima che sia inutilizzabile, ed è forse questa la ragione per cui non è semplice, né ad Alba né altrove, l’approvvigionamento di tartufi di primissima qualità: chi li ha li tiene ben stretti o li destina ai migliori clienti. Molto rimarrebbe da dire, a partire delle doti richieste ai cani, alla questione dei prezzi (il prezzo in genere raddoppia o talora triplica nei passaggi di mano dal cercatore all’acquirente) al futuro di un prodotto che i mutamenti climatici, di lavorazioni agricole e dell’habitat rendono sempre più raro, più prezioso, più “mitico”. Ma per parlare di questo ci saranno occasioni più opportune. Oggi, in questo autunno ricco di preoccupazioni politiche, economiche e sociali, forse una buona mangiata a base di tartufo, meglio se in ottima compagnia, ci può aiutare a guardare con più speranza ai tempi non facili che attraversiamo e saperci godere fino in fondo quel che di buono c’è ancora, nonostante tutto.

I migliori non vengono da Alba ma dalle colline della provincia di Alessandria



16 OTTOBRE 2010

GIOVANI E WEB

Foto in mutande e baci lesbo: sono i (vostri) figli del web 2.0 In principio fu Facebook, con la possibilità di aggiungere foto personali e di tenersi in contatto con gli amici gratuitamente, grazie alla connessione ad internet. Ma su Facebook non ci sono solo teenager, anzi: gli iscritti over 40 sono molti e la possibilità di essere beccati da un genitore, dal fratello maggiore o da un amico adulto è altissima. Netlog no, è diverso: un posto esclusivo per i ragazzini, quasi tutti minorenni, in cui potersi esibire liberamente e, addirittura, riuscire ad avere dei fans. Si tratta di un social network nato in Belgio nel 2004 e che in pochi anni ha raggiunto i 60 milioni di iscritti, la maggior parte dei quali ha appena la carta d’identità e frequenta il liceo (se va bene). Il meccanismo è questo: ci si iscrive (come abbiamo fatto noi), ci si crea la propria pagina web, si caricano le foto, si aggiunge qualche frase su di sè e poi si aspetta. Cosa? I commenti, i “mi piace”, i voti e, eccoli qua, i fan.

seguire determinate norme me contro razzismo, compor-tamenti offensivi e/o indisciplinati e pornografia, al fine di garantire a tutti gli utenti (anche minorenni, dicono) una piacevole e sicura navigazione. Ma quale sareb-be, secondo i gestori del sito, to, il limite tra foto da “poser”” e pornografia? Qualunque sia, visto che stiamo parlando di adolescenti, è stato già superato da molti. E se pensate che la nostra tranquilla cittadina non sia assolutamente esposta a questo fenomeno... Vi sbagliate. Anche ad Alessandria esistono gli Emo, le Scene Queen e gli Scene Kings. Queste ultime due categorie non sono personaggi di qualche cartone animato, ma più semplicemente “Re e Regine della scena”, una specie di superamento del nero mondo degli Emo (tristi, depressi e truccati di nero), in cui torna il colore, ma in modo molto

Per gli under 18 è un invito a nozze: se non siete popolari nella vita (o a scuola), potete essero online, nella vostra nuova vita virtuale. L’utente registrato può anche lanciare un Urlo, ovvero un disclaimer, in homepage. Ed è anche possibile mettere foto e urla “sotto i Riflettori”: un modo in più per apparire in prima pagina e quindi per essere visti da altri utenti di Netlog. Ogni utente, quando si iscrive, acconsente di

strano. Sono ragazze e ragazzi che riescono a caricare centinaia e centinaia di fotografie, preferibilmente in pose da divi (da qui la parola “poser”). E’ la moda dell’egocentrismo, dove chiunque può diventare famoso, senza necessariamente essere bello (il saper fare qualcosa non è nemmeno lontanamente contemplato). Da quando si diventa Scene Queen inizia un rigido percorso di “ascesa sociale”, per

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“Quando bevo straparlo, nel sonno straparlo, se mi incazzo straparlo, appena mi sveglio straparlo ma al di fuori di questo parlo poco penso che chi parla troppo dentro è vuoto”

cui se non hai almeno 16.000 m amici su Netlog non puoi essere VIP, e quindi rimani un comune mortale. Ma ci si inM contra solo “on co line”? Purtroppo li ”? no. Come hanno fatto recentemente vedere le Iene in un servizio dedicato al mondo Emo, esistono dei party particolari (scusate il gioco di parole) ed esclusivi: i Durex. Sembra una normale festa pomeridiana in discoteca, ma non la è. Ragazzini con il ciuffo piastrato (alcuni si portano la piastra per capelli nello zaino per riutilizzarla dentro al locale) e ragazzine svestite e truccatissime ballano, si toccano, fanno preliminari molto spinti, fino ad arrivare “al dunque” sui divanetti o in una stanza più buia. Ma l’esagerazione non finisce qui: di preservativi nemmeno l’ombra, le orge e la bisessualità sono la normalità. Su Netlog si trovano anche locandine che sponsorizzano i Bitchah Party (ce n’è stato uno pochi giorni fa a Genova): all’entrata prendi i braccialetti luminosi (uno se sei fidanzato, da due a cinque se vuoi “farti” ragazzi e ragazze a ripetizione); una delle regole è posare continuamente per i flash delle numerose macchine fotografiche digitali (quasi una in ogni borsetta), per poi finire ovviamenre su Netlog e riuscire ad avere più contatti e commenti possibili. Più sei popolare, più sei figo. V.T.

Alicina, 16 anni, Alessandria

Teenager in pose da sexy star

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“Io non sono in grado di descrivermi.. ho mille aspetti...dipende da chi ho davanti, l’unica cosa per sapere come sono è parlare con me....perchè sinceramente non so neanche o come sono....sono dolce ma se mi stuzzicano divento acida sono simpatica (dicono) eppure so rendermi di un antipatia unica secondo chi mi parla ” Je, 20 anni, Arquata Scrivia

“Okkì azzurrì. Capellì castanì lunghì. Fumatrìce dìpendente. Gìudìcamì qnt vuoì tnt me ne frego” Elisa, 14 anni, Serravalle Scrivia

“Dire che mi girano le palle. è poco veramente poco... c’è gente che dovrebbe vedere la faccia da c**** che si ritrova prima di parlare. fuck”

“Benvenuti nella mia gabbia di cristallo.... Diventi mio fan? Ricambio” Vanity, 16 anni, Alessandria

Nobu, 19 anni, Alessandria

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“No non me la tiro -.- e quelli che mi conoscono lo sanno bene copiami il nick e sei morto, idiota!” Alexis, 16 anni, Alessandria

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Mandateci le vostre foto con una copia de La Pulce! Le più originali potranno ricevere la t-shirt con la nostra mascotte: la pulce che salta. info@lapulcenellorecchio.it


17 OTTOBRE 2010

Vuoi commentare le notizie del giorno? www.lapulcenellorecchio.it

GIOVANI E WEB

Va su Internet per difendere la Cittadella

Alessia

“Mi chiamo Alessia, ho 26 anni, ma il nome d’arte è Miss Blancanieves, ispirata appunto dalla fiabesca Biancaneve. Ho sempre avuto una grande passione per questa favola, e con gli anni il mio look si è ispirato a lei, dalla quale poi è nato il mio nome d’arte! Sono nel “showbiz” da 3 anni, e da piu o meno 8 anni appasionata di tutto ciò che proviene dagli anni 20’, 30’, 40’ e 50’. Ho iniziato come cabaretista/ballerina/psycho gogo in un duo formato nel 2007; The Imperialettes. A parte dedicarmi al duo ho anche approfondito una piccola carriera di Solo-Artist come Miss Blancanieves, esibendomi ogni settimana in un club a Madrid, e mensilmente in giro per la Spagna anche come invitata a diverse Convention di Tatuaggi. Una delle mie grandi passioni sono anche i tatuaggi e piercing! Infatti sono Piercer, e ho aperto da 6 mesi uno studio a Pinerolo (TO)! Le mie aspirazioni sono poter partecipare a dei grandi galà al Crazy Horse e poter condividere un palco con Dita von Teese, aspettando che il sogno si realizzi lavoro duro ad altri progetti su palchi italiani e spagnoli, cercando di trasmettere la bellezza e l’eleganza del “Real Burlesque” come negli anni in cui è nato!

Cabaret, Balletti, Satire, Eleganza, Lussuria, Spontaneità... tutte piccole parole chiavi per far si che nasca un vero spettacolo per lasciare alibito il pubblico! Vi invito a seguire un po il mio calendario, da poco sono entrata in staff con la Cool-Made Agency che cura le mie esibizioni e presto ci saranno grandi sorprese per la stagione 2010/2011 nella quale non solo sarò da sola sul palco, ma bensi potrò avere l’onore di lavorare con Debbie Mitcake! E da ottobre si svolgeranno workshop a Torino di burlesque!! Dove tutte potranno scoprire il bello del Burlesque!! Alessia sarà presente alla burlesque night della discoteca Village di Fosseto (San Salvatore) il 23 ottobre.

www.myspace.com/missblancanieves www.facebook.com/missblancanieves

www.sciaudone.it. Questo sito web potrebbe benissimo avere un sottotitolo impegnativo: “Fuori i mercanti dal Tempio”. Il Tempio non è quello di Gerusalemme, ma la Cittadella di Alessandria, fortezza militare dal passato glorioso. I mercanti sono, nel vero senso della

zioni di ogni grado a tentare di mettere a posto un immenso complesso che cade letteralmente a pezzi. Lui vedrebbe bene nuovamente i militari o cose del genere. Ok, quindi, alla mostra permanente di divise storiche. No assoluto a “miss succinte” (concorsi di bellezza,

parola, le bancarelle e i vari spettacolini che, con cadenza quasi settimanale, si alternano tra le mura della Bastiglia in riva al Tanaro. Ad aprire l’omonimo sito web è stato il consigliere comunale Maurizio Sciaudone, ex militare che in Cittadella ci ha vissuto davvero, con lo scopo principale di difendere quella che era casa sua. Non a colpi di cannone, ma dagli attacchi di chi la rovina nell’anima, snaturandola con manifestazioni “irrispettose” del luogo. Proprio per la sua funzione la Cittadella ha visto morti, prigionieri, sangue, caduti in battaglia e fino a pochi anni fa manteneva una fierezza ed un mistero unici. La sua maestosità bastava a sorprendere chi si trovava di fronte ai bastioni o nella vasta piazza d’armi . Il sito serve soprattutto a sensibilizzare le amministra-

come quello di pochi giorni fa che ha eletto Miss Tuning), vendita di alcolici e musica a palla, fino a tarda notte. Non vanno bene neppure le bancarelle a mo’ di fiera di paese con passanti svogliati, incapaci di comprendere il luogo nella sua “sacralità” e tendoni chiassosi a coprire le lapidi dei caduti in battaglia. Vanno bene, infine, le sobrie camminate lungo i bastioni per far ammirare agli alessandrini lo splendore del sito. Le pagine web vengono aggiornate con ritagli di giornale ed interventi di critica o elogio (a seconda dell’evento), in attesa che la Cittadella venga rimessa in sesto. Ma attenzione a cosa deve ospitare: “Preserviamo e valorizziamo il patrimonio di Alessandria”. L.P.

BAND ALESSANDRINE

Sylpheed www.myspace.com/sylpheed Che vi piaccia o no, il metal è una corrente musicale che non accenna ad estinguersi, una marea nera che conta migliaia di bands e con esse migliaia di “adepti”e seguaci, una setta pacifica e circostanziata che non molla. Passano gli anni ed è sempre lì a far tremare stereo e finestre con le sue mitragliate di doppia cassa, le sue cavalcate epiche di chitarroni distorti, le sue celebrazioni oscure cantate con tutto il fiato del mondo. Veterani di questo genere intramontabile, qui in quel di Alessandria, abbiamo i Sylpheed, esperimento or-

mai all’attivo dal 2007 che esplora heavy metal, death metal, gothic, doom, a volte trash e hard rock. Band composta da Fenis (voce), Rust (chitarre), Eon (violino), Rob (batteria), David (chitarre) e Zeon (basso), prende il nome in prestito dalla mitologia e dalla tradizione occidentale, riferendosi alle fate oscure dell’aria che un tempo furono donne irascibili e tormentate. Come spesso sono le loro canzoni. I Sylpheed trascorrono il 2008 a comporre, a suonare in giro, a registrare demo, mentre l’anno seguente è quello in cui cambiano

batterista, aggiungono un secondo chitarrista e- tocco di classe- anche un violino acustico, il quale addolcisce e dipinge il sound del gruppo conferendo agli arrangiamenti un marchio di fabbrica unico in zona. Nel novembre 2009 si rinchiudono dunque agli Authoma Studios e registrano 3 canzoni fresche di composizione, “Fenis”, “Starscream” e “Soulfeed”, non rinunciando a perfezionare vecchi lavori come “Carsian”, tratta dal demo precedente “Flying over the Apocalyp-

se”. Da qui, una miriade di concerti, in Italia e all’estero: su tutti lo “Sweden Rock Festival” di Solvesborg, in Svezia, dove nel giugno 2010 si esibiscono come formazione principale su un palco che, a loro tempo, solcarono anche Obituary e Molly Hatchet. Certo, il metal lo si ama o lo si odia, no ci sono vie di mezzo, ma i Sylpheed, seppur paladini del settore, sembrano allargare il proprio raggio di influenze anche in altri generi, più reconditi ed atavici: basti ascoltare “Carsian”, una ballata di oltre 6 minuti che affonda i propri artigli in un mondo solido e concreto, cavernoso, alle soglie del cantautorato; oppure “Soulfeed”, altra perla oscura che con

eleganza e buon gusto strizza l’occhio ad atmosfere sì cupe, ma anche trasognate e fiabesche, tra accenni ai Metallica più raffinati, Tiamat, Type O Negative e addirittura tradizione folk. Arpeggi fantasmagorici, violini fatati ma anche poderose cavallerie di distorsione e sezione ritmica, assalti vocali e melodie letteralmente feroci, assoli da capogiro, precisione chirurgica nei dettagli. I Sylpheed sono degli alchimisti post-heavy metal, esploratori dell’universo hard-rock spinto all’estremo: la strada è imboccata, adesso sta a loro decidere fin dove spingersi. Attualmente in cerca di un’etichetta che raccolga il proprio lavoro, il gruppo sta definendo gli accordi per effettuare un tour in Canada nel 2011. M.B.


18 OTTOBRE 2010

Cronaca, politica, gossip, foto e video: www.lapulcenellorecchio.it

MODA

Ma cosa ti sei messo?! Tutto quello che avete sempre pensato dei personaggi alessandrini e non avete mai osato dire

Santa Ulandi, potrettrice del buon gusto e dello stile, aiuta i nostri politici a vestirsi con classe e dignità. Amen!

“Chanel, hai un disperato bisogno di Chanel!”

di Miranda Priestly, ““perfi perfida” direttrice della rivista di moda Runway

S

Sabato 11 settembre scorso presso il Palazzo Melchionni di Via Migliara ad Alessandria si è svolta la sfilata “La moda siete voi” durante la quale i clienti più affezionati e i volti noti della città hanno indossato alcuni capi della stagione autunno-inverno 2010. L’evento ha inaugurato la riapertura al pubblico dello storico Palazzo, totalmente rinnovato, e ha avuto come madrina d’eccezione Cristina Parodi, nota giornalista e conduttrice alessandrina di Canale 5. Ovviamente non potevamo mancare ad un simile evento mondano e qui vi presentiamo un breve estratto del meglio e del peggio della sfilata.

Il look migliore è proprio quello sfoggiato dalla Parodi composto da tubino rosso con in vita una cintura particolarmente originale, scarpe con tacco alto e nastrini

che fasciano le caviglie. Un abbigliamento di sicuro impatto visivo ma al tempo stesso essenziale e per nulla volgare. Scelta azzeccata anche quella di Anna Tripodi, Direttore Generale dell’Aspal: per lei cardigan lungo, camicia fantasia che richiama nelle tonalità i colori sia del cardigan che degli accessori, pantaloni scuri, scarpe nere aperte in punta. Per finire gli accessori: orecchini a cerchio e una collana verde smeraldo.

Apicoltura Il Bric

I mieli dell’Apicoltura il Bric sono completamente italiani. Vengono prodotti in collina, in ambienti circoscritti e lontani da fonti di inquinamento. Per la cura e la difesa delle api e degli alveari non vengono impiegate sostanze chimiche di sintesi che alterano le proprietà organolettiche del miele. I mieli dell’Apicoltura Il Bric sono ‘’raccolti’’, ovvero, il prodotto dell’operosità delle api non subisce trattamenti: viene invasettato tale e quale immagazzinato nei favi. Impurità naturali sono filtrate per garantire mieli di qualità elevata.

ECCO PERCHÈ IL MIELE NON È TUTTO UGUALE... Frazione Bricco, 9 | 15010 Castelletto d’Erro (AL) info@ilbric.it | www.ilbric.it

Tel. 328.1728517

Chiudiamo con la “strana” coppia formata dall’insegnante di Cristina danza Casolati e il Comandante della Polizia Municipale Pier Giuseppe Rossi: lei indossa una minigonna decisamente azzardata e una giacca in pelliccia con maniche vistose piuttosto pacchiana. Bocciatissimo inoltre il trucco stile Barbie Girl. Lui stretto in un completo scuro, cravatta nera e occhiali da sole sembra un inviato del programma televisivo Le Iene. Insomma, i due più che partecipare ad una sfilata sembrano scappati da una festa di carnevale...

E per questo mese “è tutto”. Per commenti scrivete a:

Separati dalla nascita Sono due gocce d’acqua

m.priestly@lapulcenellorecchio.it

Marco Galiazzo e Alessio Giacomini. Il primo è il campione olimpico di tiro con l’arco, il secondo è il presidente dell’associazione universitaria Alfa-Omega, di Alessandria. Cognomi diversi ma una somiglianza che ha dell’incredibile, tanto che qualcuno ha ipotizzato che ci fosse un legame di parentela tra i due. La foto è stata scattata durante il torneo di tiro con l’arco “Città di Alessandria” svoltosi in Cittadella, vinto, neanche a dirlo, dall’olimpionico, decisamente più imparentato con Robin Hood che con il presidente degli universitari dell’”Avogadro”.


19 OTTOBRE 2010

IL MORSO DELLA PULCE

VAFFANBAGNO

Prendetevela pure... ma sul ridere!

Freddure alessandrine

Avete mai pensato di scegliere il locale, il negozio o il bar in cui andare in base alla pulizia dei servizi? Vaffanbagno è la rubrica che fa per voi: ogni mese verranno giudicate alcune toilette visitate (e fotografate) da La Pulce. Aspettiamo anche le vostre recensioni! Poche righe di descrizione, corredate da una o due foto, e alcuni giudizi. Facile come ...tirare l’acqua! info@lapulcenellorecchio.it Ristorante Le Braci Bozzole Settembre 2010 La toilette si trova sulla sinistra rispetto all’ingresso ed è perfettamente in sintonia con tutto il resto del locale: elegante, ma rustica. Si vede che il bagno è nuovo di zecca e che ai proprietari piace mantenerlo tale. Profumato, pulito e ordinato. Non manca niente, anzi: c’è tutto e in abbondanza. Carta igienica: come se piovesse Sapone lavamani: presente, sul lavandino Salviette: sì Asciugamani: no Pulizia: alta Valore aggiunto? Rotoli di carta igienica di scorta, presentati elegantemente Non va: sistema particolare per le salviette, non comodissimo

Quest’anno ad Alessandria l’influenza arriverà in anticipo. In compenso i lavori per il Meier partiranno in ritardo Dieci anni fa l’alluvione nel Monferrato casalese. Sembra ieri... Ad Alessandria si terrà il convegno dal titolo: “rischi sanitari delle zanzare”. Si inviteranno gli insetti ad usare il preservativo.

Bar Roma Alessandria Settembre 2010

Nell’alessandrino si moltiplicano le coltivazioni di marijuana. La faremo diventare D.O.C.G Alessandria: l’opposizione in consiglio comunale contesta l’operato della giunta. Lo sta bisbigliando ai quattro venti

Uno dei bagni più piccoli che io abbia mai visto. Si trova nella seconda stanzona del bar, sulla sinistra. Già la porta e il minuscolo ingresso con un lavandino (per bambini?) dicono tutto. Le piastrelle bianche di sicuro non aiutano, lo sporco si vede subito!

In provincia ci sono classi con 34 alunni: solo per fare l’appello si finisce a mezzogiorno. Il sovraffollamento delle classi non preoccupa la Gelmini. D’altronde lei fu una convinta sostenitrice del turnover di Arrigo Sacchi.

Carta igienica: poca Sapone lavamani: c’è, ma di un colore inquietante Salviette: sì Asciugamani: no Pulizia: medio/bassa Valore aggiunto? Sciacquone con catenella, impossibile sbagliare Non va: Il cestino va svuotato, sapete?

Il Comune di Alessandria e l’Informagiovani avvieranno il progetto dal titolo “Job & Fun: lavoro, musica e tempo libero”. Visto che il lavoro non c’è, si passerà direttamente ad ascoltare l’ultimo CD di Valerio Scanu.

Crepes L’Avarizia Alessandria Settembre 2010 Tanto sono buone le loro crepes, quanto è terribile il loro bagno! Sporco, disordinato e poco fornito... di tutto. La porta cade letteralmente a pezzi e quando ci si avvicina al lavandino non si sa se ci si laverà le mani o se ci si sporcherà. Bocciato. Il leghista Riccardo Molinari ha relazionato sulla proposta di costituire l’associazione per il Tibet. Il motto sarà “Pechino ladrona, Lhasa non perdona”.

Carta igienica: non se ne sente parlare Sapone lavamani: poco Salviette: sì Asciugamani: sì Pulizia: bassa Valore aggiunto? E’ una stanza grande Non va: per chiudere la porta chiamate Hulk

Qualche giorno fa il Teatro di Alessandria è rimasto inagibile per “polveri anomale”. Questa volta Morgan non c’entra Si chiede che nelle moschee alessandrine si parli l’italiano. Beh, iniziamo dal consiglio comunale Al Teatro di Alessandria arriverà anche il trasformista Arturo Brachetti. Potrebbe essere imitato da alcuni politici Silvio Berlusconi: “continuano a dire, Berlusconi a casa! Creandomi un certo disagio, perchè, disponendo di 20 case, non saprei in quale andare”. Lo ripeterà anche all’Aquila? Tre anni fa Valter Veltroni doveva partire definitivamente per l’Africa. Purtroppo per noi aveva il navigatore guasto Fabu

Buono stato

Medio stato

Cattivo stato


20 OTTOBRE 2010

EROS

Foto hard: le aspiranti modelle non mancano Lasciamo stare le modelle semiprofessioniste che prestano la propria immagine e il proprio corpo per campagne pubblicitarie o sfilate di moda. Non parleremo di quelle ragazze che si propongo-

Workshop

no a fotografi in modo serio e che sul set “bucano” l’obbiettivo per la sensualità che sprigionano ad ogni click. La differenza sta proprio lì: ci sono ragazze (e maschietti) che, come in ogni lavoro, valutano di volta in volta e chi spera di diventare famosa con qualche foto in giro per la rete o iscrivendosi a siti più o meno seri di ricerca hostess e modelle. La diffusione di un certo tipo di cultura dell’apparire ha moltiplicato in modo esponenziale le ragazze che si mettono in mostra su internet, per vanità o per racimolare qualche soldo, a disposizione per amatori della fotografia. Disposte a cosa, poi, lo ve-

scuola sono libera o nel Lui e lei e basta. Con tutti i rischi tardo pomeriggio o nei di andare nello studio (o in casa) week end”. Sui siti spedi uno sconosciuto. Qualcuna lo cializzati ci sono pagifa per esibizionismo: “Per stare ne e pagine intere di di fronte a 20 fotografi devi esragazze della provincia sere molto disinibita”, conferma di Alessandria pronte a Cappuccini. La sfrontatezza può spogliarsi, in nome dell’arte figuportare a percorrere altre strade. rativa. Abbiamo chiesto il parere E’ capitato di vedere che la stessa ad un esperto, dal momento che, ragazza abbia prima provato la a prima vista, la maggior parte di carriera delle pose osé e che poi sia quelle scollacciate sul web non asfinita su portali di altre agenzie di somigliano neppure lontanamente accompagnatrici ed hostess decialle Belen o alle Adriana Lima che samente poco professionali, resesfilano in passerella. “Maledetto si conto di essere “fuori mercato” Photoshop”, confessa Gianfranco per la fotografia glamour. O hanCappuccini, fotografo di Alessanno scelto semplicemente la strada dria, specializzato in corpi e nudipiù remunerativa. Giulia, Micol, tà, “le foto su internet sono tutte Natascia (si, scritto così), Isabelritoccate”. Cappuccini non intenla, Indya, Camilla. Solo in un un de solo le modifiche allo sfondo, sito web di “models on line” sono alla luminosità dell’incarnato o a iscritte un centinaio di alessandriqualche imperfezione cancellata. ne, disposte anche a foto svestite o Perfino le “aspiranti” ricorrono a fare da ragazza immagine alla chirurgia estetica alla Sagra del sedano. Non digitale: “Si fanno alsi sa se contemporaneazare il seno, ridurre mente. Niente di male Studentesse, le cosce o il sedea tentare, divertirsi re. Si piallano o giocare a fare la impiegate e la pelle per far top model (anche se giornaliste sparire brufoli o spesso dovrebbero pronte a cicatrici. Dal vivo chiamarsi tap mopoi sono impredel): l’importante è posare nude sentabili. Per un farlo con la testa sulle lavoro con altri fotospalle e rendersi conto grafi mi si era presentata che uploadare foto nudisuna modella con l’apparecchio e sime in rete (spesso autoscatti una sformata, addirittura con un casalinghi, fatti in camera o in dente in meno”. Ragazze nude ne bagno), lasciare numeri di cellulavede parecchie (organizza worre e contatti privati può riservare kshop di fotografia in giro per la delle sorprese. Soprattutto per le provincia): “Solo il 40% di quelle giovanissime-prima esperienza, che si propongono, alla fine sono tanto desiderose di fare le veline davvero valide artisticamente”. quanto ingenue nel dare confidenCarriera finita per tutte le speranza ad estranei. Giulia è rannicchiazose del nudo artistico? Si acconta in posa fetale come mamma l’ha tentano di 150 euro (le modelle fatta, Elly si guarda allo specchio, professioniste per il medesimo immessa come in un film di Tinto pegno chiedono 400/600 euro) e, Brass. Niente è lasciato all’immaforse per ingenuità, sono disposte ginazione. a spogliarsi di fronte al fotografo. Aldo Monta

Poche hanno il fisico giusto: “Solo il 40%” dice il fotografo dremo più avanti. Non è neppure difficile contattarle. Ci sono ragazzine appena maggiorenni (come Serena, di un paese vicino ad Acqui Terme) che lasciano anche il numero di cellulare, accanto a immagini ammiccanti e seminude (“amo il genere alternativo, pin up, burlesque, lolita”). Oppure ragazze che hanno passato la trentina, catalogate come “aspiranti modelle”, decisamente più spregiudicate (“valuto proposte per foto nudo erotico, playboy, fetish”). Ecco Francesca, alessandrina di 19 anni, che si mostra nella sua pagina profilo (accessibile senza particolari restrizioni o iscrizioni) che si mostra sbarazzina in svariate pose senza veli: “Mi piacerebbe fare la fotomodella anche se per ora non ho esperienza, mi piace molto essere fotografata”, si descrive, e lascia un appunto ai fotografi che la volessero immortalare: “Poiché vado ancora a

Donne nude e motori. L’incontro fotografico di glamour e nudo artistico per fotografi alessandrini – organizzato da Gianfranco Cappuccini - ha visto la partecipazione di una ventina di amatori ed appassionati dell’obiettivo (e delle belle donne). Alessia, Nora Kissat (una nostra vecchia conoscenza, presente sul numero de La Pulce di Aprile) ed Eliandro (si, c’era anche un modello) hanno prestato la propria immagine a favore di obbiettivi e flash, tra bolidi a due e quattro ruote. Gli scatti nelle campagne di Valmadonna avevano per tema proprio “Donne e motori ... gioie e dolori...”. Ecco alcuni scatti del backstage ed alcuni esempi di come le vere modelle di nudo artistico si trovano a lavorare di fronte a tanti

Donne e motori gioie e dolori occhi. Umani e artificiali. Qualcuno si è anche tolto lo sfizio di farsi un giro su una Porsche SR “da paura”: “Vi giuro che è meglio di fotografare una modella”... confessa Cappuccini. Contento lui...

Lorenzo Cornaglia Ragazzi attenti: anche nella moda siate seri Il mondo dello spettacolo è un ambiente difficile e non sempre corretto. Lo dice Lorenzo Cornaglia, ventenne di Casale Monferrato, tra i finalisti del Più Bello d’Italia, concorso nazionale per eleggere ogni anno il maschietto più avvenente dello Stivale. Nonostante la sua giovane età – e grazie alla sua bella presenza e al suo fisico da sportivo – ha già alle spalle una serie di casting e presenze in pubblicità e concorsi di bellezza. “Per arrivare a certi livelli ci vuole costanza e sacrificio, coerenza ed esperienza”. Insomma, nonostante non neghi che nel mondo dello spettacolo esistano raccomandati e persone poco serie, consiglia a tutti i coetanei desiderosi di entrare nel jet-set di dare il massimo, con la testa sulle spalle. No a compromessi ambigui, sotterfugi e scorciatoie. Per Lorenzo anche sotto i riflettori bisogna mantenere i principi cardine che ci sorreggono nella vita di tutti i giorni, sicuro che prima o poi i suoi sforzi verranno ripagati. Il suo sogno? “Fare l’attore o il presentatore di un programma di informazione, stile Ballarò”. Lorenzo sarà il nuovo Floris?


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GIOCA CON NOI!

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PASSATEMPO

IL PERCORSO della Pulce

CRUCIVERBA ALESSANDRINO 1

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Partendo dalla prima parola fino all’ultima, inserire i termini riportate in fondo, seguendo un ordine logico o grammaticale.

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AMIANTO | BUCO | CASALE MONFERRATO | ETERNIT | FARINATA | KRUMIRI | SCIOPERO | SCUOLA | SUOLA | TEATRO

BICICLETTA | CINA | FUTURISMO | INVOLTINO | MOSAICO | MOSTRA | PISTA | POSTA | PRIMAVERA | SEVERINI

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Le definizioni in grassetto sono a “tema” sulla provincia di Alessandria

ORIZZONTALI 1) Associazione presieduta da Danila Corsi, 4) Iniziali del consigliere provinciale Ghiglia, 6) Tentò di volare, 11) Tendenza all’adulazione, al servilismo, 13) Lo è chi è disattento e distratto, 16) Ha per capitale Vientiane, 17) Un tipo di farina, 18) Ancona per l’ACI, 19) Le consonanti nella lima, 21) Gruppo di lupi, 24) Famosa azienda dolciaria di Villanova Monferrato, 28) Olio a Londra, 30) Ha illuminato le torri più alte nel Mondo, 33) Indica i raggi infrarossi, 35) Centro Sociale Autogestito del Cristo, 36) Lo è il Lovassino, 38) Lo dice chi non vuole, 39) Gran Premio, 40) La sfortuna di chi vede passare un gatto nero, 42) Il “me-

stiere” di Angelo Morbelli, 47) Riunisce gli assaggiatori di vino (sigla), 48) In fondo al corridoio, 49) Stato europeo di una città gemellata con Alessandria.

VERTICALI 1) Strumento per filatoi, 2) Direzione Investigativa Antimafia, 3) La Dionaea Muscipula è carnivora, 4) Firenze sulle targhe, 5) Gruppo di promozione locale con sede a Stazzano (sigla), 6) Un divertente personaggio del film “Frankenstein junior”, 7) Segretario nazionale dell’UDC, 8) Iniziali del comico Roncato, 9) Animali pieni di aculei, 10) I confini di Ortona, 11) Poliziotti di piazza Curiel

(Alessandria), 12) Quello delle stampe è a palazzo Cuttica, 14) Lo sport dell’alessandrino olimpionico Antonio De Santis, 15) Lo si dà al tifoso violento (sigla), 20) Esponente locale di An-Pdl, 22) Famosa sinfonia di Beethoven, 23) Frazione di San Salvatore, 25) Scrisse “Fontamara” (iniziali), 26) Lo si dice porgendo, 29) In Regione ha la delega per l’Istruzione, 31) Consonanti nella neve, 32) Al centro della soia, 34) Niente... al Casinò, 37) La si fa allo stadio, 38) Sigla di Napoli, 41) Al centro dell’ILVA, 42) Scorre vicino a Valenza, 43) Terni sulle targhe, 44) Al centro di Como , 45) Dio egizio, 46) E’ il presidente onorario di Italia Nostra Alessandria (iniziali).

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trova le Le soluzioni del Cruciverba e del Crucipuzzle saranno pubblicate nel prossimo numero. Per Trova le differenze... Gira pagina! differenze

CRUCIPUZZLE MANDROGNO

ARCO CAMPI CIOCCOLATO CORSO CROSA CURONE La foto 2 ha 10 differenze rispetto alla foto 1. Trovale!

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DIVISE DON ORIONE ETERNIT FERRERO GIORDANO GRASSANO KENDO MUSEO

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ORSO GRIGIO PEROSI PREDOSA

Cercate le parole contenute nello schema (in orizzontale, verticale, da destra a sinistra e da sinistra a destra, dall’alto in basso, dal basso in alto ). Le lettere rimanenti formeranno la “chiave”.

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CHIAVE (10): Città in provincia


22 OTTOBRE 2010

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23 OTTOBRE 2010

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30 - ABBIGLIAMENTO 31 - TECNOLOGIA 32 - ANTIQUARIATO E COLLEZIONISMO 33 - ARREDAMENTO 34 - ANIMALI 35 - VARIE



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