La Pulce nell'Orecchio - numero 5

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Ufficio Reclami

Parallelamente al free press cartaceo apre la versione web quotidiana: www.lapulcenellorecchio.it

Periodico di informazione, cultura e costume

Partiti senza numeri

Piano comunale per una nuova Alessandria nel 2018? Vi dimostreremo che la strategia è vecchia di 50 anni.

Marengo? Non è qui

PdL e Lega Nord tengono “segreti” gli iscritti al partito. Troppo impegnati a governare? Tessere, giovani e “quote rosa” dei partiti provinciali.

Quali saranno le vittime nda di Miranda o in questo numero de La Pulce?

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Pipen e Lo Smilzo

Riapre il Museo della Battaglia di Marengo. Ma si trovano più cimeli su internet che nella Villa di Spinetta. I retroscena della rievocazione.

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Ma cosa ti sei messo?!

GIORN GRATU ALE ITO Giurna a bafë l la

Giugno 2010 - Anno IX - Numero Cinque

Ecco la nostra Città del futuro

Apre lo “sportello” per le segnalazioni di cosa non va o non piace ad Alessandria e dintorni. Senza filtro e censure, tutto su viabilità, commercio, multe, parcheggi, e problemi vari. Vita morte e miracoli visti dai mandrogni.

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Ricordi della “Dolce Vita” mandrogna, tra personaggi che hanno fatto epoca e leggende metropolitane. In dialetto alessandrino. A pag. 6

Cuccioli in salvo Due storie diverse quelle di Perla e Pois, il cane e il piccolo capriolo nelle foto. Perla, 50 giorni, è stata trovata in un cassonetto davanti alla Scuola Media Cavour e - giustamente - salvata e adottata. Pois, invece, non doveva essere prelevato dal campo in cui pascolava, perché, così facendo, è stato segnato il suo destino: la mamma non riconosce più il suo cucciolo se viene toccato dall’uomo. E il suo futuro, adesso, è alla Garzaia di Valenza, finché non crescerà e ritornerà ad essere libero, ma lontano da casa.

A pag. 16

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SEX IN THE CITY

Quadri hot, da appendere (non solo) in camera da letto.

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GIOCHI E PASSATEMPI


2 GIUGNO 2010

POLITICA

Ogni Alessandrino lo sa: la premessa

Da questo numero La Pulce proporrà la sua idea di Alessandria del futuro

Con quello che stai leggendo inizia una serie di scritti dal titolo “Ogni Alessandrino lo sa”. Troppo spesso si è detto e si dice che Alessandria è una città grigia, chiusa in se stessa. Lo si dice per significare che l’alessandrino è persona senza identità. Io ritengo invece che l’alessandrino voglia apparire tale! Lo vuole per difendere il suo privato! Lì c’è la sua identità! L’ISTAT (Istituto Statistico Nazionale), per le sue indagini, ha sempre considerato Alessandria città campione. L’ISTAT considera quindi Alessandria

“Città di mezzo” e gli alessandrini ottimi rappresentanti di come in media sono e di quanto mediamente desiderano gli italiani. L’alessandrino vuole apparire senza identità per conservare capacità di un suo rapporto con le tre identità che lo circondano: Torino, Milano e Genova. Un ex vicequestore, alessandrino per scelta, oggi ai vertici della sua carriera, ebbe un giorno a dirmi: “Alessandria è città tranquilla perchè chi vi dimora, malavitosi compresi, vuole consapevolmente difendere la tranquillità della sua

Partiti politici o società segrete? Volevamo parlare dell’attivismo politico in provincia di Alessandria, indagare se i giovani sono ancora spinti dall’ardore di cambiare il mondo da un’idea. E ci avremmo messo pure le “quote rosa”. Ma dopo aver bussato per un mese a tutti i partiti politici del panorama ci siamo (per ora) arresi. Abbiamo chiesto alcuni dati (numero di iscritti, sezioni dei partiti, giovani/donne...) per cominciare. Le segreterie, da destra a sinistra, non l’hanno presa bene. C’è chi ha nicchiato, chi ci ha rimpallati e chi non si è fatto più trovare, neppure dopo avergli parlato al cellulare. Alcuni hanno addotto ritardi organizzativi o problemi nel leggere la posta elettronica. Alla fine non tutti i partiti hanno dato i numeri (dipende dai punti di vista) con buona pace della trasparenza e del dialogo con i cittadini. Se, in tempo di pace, ovvero lontano da elezioni, è così difficile rivelare i tesserati, ci dispiace pensare che alcuni luoghi comuni sulla “casta” non siano proprio lontani. Oppure qualche grande partito non voleva fare pretattica e rivelare al nemico il segreto di Pulcinella? A tutti prima abbiamo spedito una e-mail e poi telefonato.

PdL Prima una graziosa voce al telefono ci dice di chiamare la sede regionale (“questi dati non li abbiamo”), poi cerchiamo il segretario provinciale al telefono per più volte. Mandiamo e-mail, ci assicura risposta, ma alla fine il partito non ha comunicato un bel niente.

Lega Nord Dopo Strasburgo e Torino, si dice che ad Alessandria non sia rimasto più nessuno che conti. Stessa storia: posta elettronica e cellulari sortiscono lo stesso effetto. Solo promesse.

PD Bastano un paio di solleciti per avere a stretto giro di posta i dati: 3.106 iscritti, 57 circoli in provincia, 36% di donne e 259 giovani under 30. Evviva.

IdV Al partito hanno problemi di posta elettronica: non sanno chi la legge. O chi la smista. O chi deve rispondere. Tutto invano, sembrano troppi indaffarati per risponderci. Niente dati.

vita e quella dei suoi cari. Conosce i pericoli delle luci della ribalta e vuole che i suoi vivano seduti comodamente nelle poltrone riservate al pubblico, da spettatori. Per chi vuole ci sono, vicini, i palchi di Torino, Milano e Genova. E da lì i palchi di tutte le città più grandi del mondo. Un giorno, passando, verso le 19, in una corso Roma quasi deserta, ho colto parte del discorso di due coniugi che raccontavano ad un amico dei successi dei due figli: “.... è a Parigi.., mentre… è a Londra...”. Anche i figli di un mio

ex compagno di liceo sono in Cina come dipendenti di una società alessandrina. Shakespeare fa dire ad uno dei suoi personaggi che... il mondo è un palcoscenico sul quale tutti gli uomini e le donne recitano, da attori, una parte da loro stessi scritta. Gli uomini e le donne, secondo Shakespeare, scrivono copioni che poi interpretano nel corso della vita cambiando, nel corso degli anni, 7 volte maschera. Indossano la maschera del poppante, quella dello scolaretto, dell’amante, del

soldato, del giudice, del nonno ed infine quella del vecchio. Ogni alessandrino lo sa. Chi costruisce gli scenari sul palcoscenico? Chi definisce l’ambiente? I candidati Sindaci, per effetto delle modifiche normative cominciate nel 1993, allucinano gli elettori promettendo interventi per realizzare quanto allucinato nelle loro mappe. Dimostreremo, negli scritti programmati,

Sapere gli iscritti ai partiti è stata un’impresa. Politici indaffaratissimi o paura di fare brutta figura?

Forza Nuova sono stati i primi a rispondere. È bastata una e-mail perché il segretario locale telefonasse sponte sua e svelasse: la federazione provinciale di FN fu una delle prime a sorgere, nel ‘97 (“è tra le più attive in Italia”). Conta un centinaio di iscritti, tutti molto giovani, sotto i 30 anni. Fanno sapere di avere una buona “quota rosa”.

Rifondazione Comunista Dopo qualche telefonata “a vuoto” chiediamo al segretario provinciale il quale si attiva per raccogliere il materiale: 250 iscritti, 7 circoli (Alessandria, Acqui, Novi, Ovada, Pontecurone, Casale, Tortona), 74 donne e 20 giovani. Più qualche indipendente.

Radicali L’Ass.Aglietta di Torino ci risponde quasi subito: tra i 134 iscritti, 3 sono della provincia di

Alessandria, tutti uomini, 2 sotto i trent’anni. Per altre informazioni abbiamo cercato il coordinatore provinciale. Non pervenuto.

Sinistra Ecologia e Libertà Li sollecitiamo persino su Facebook. Qualcuno (chi? Non si firma) risponde dicendo che impegnati nella raccolta firme contro privatizzazione dell’acqua avrebbero provveduto a risponderci. Sono annegati?

La Destra Stessa strafila: e-mail, telefonata. Nessun dato ufficiale.

UDC Passa una settimana ma alla fine i dati li abbiamo: nuova sede in via Mazzini 34 ad Alessandria; iscritti: circa un migliaio; sezioni: 5 (Al, Acqui, Casale, Tortona, Novi); 25% di donne nel partito, 60 giovani. G.P.

> PDL nessun dato fornito > Lega Nord nessun dato fornito > PD 3.106 iscritti, 36% donne, 259 sotto i 30 anni > Italia dei Valori nessun dato fornito > Forza Nuova un centinaio gli iscritti, tanti giovani > Rif. Comunista 250 tesserati, 7 circoli in provincia > Radicali 3 alessandrini nell’Ass. Aglietta di Torino > Socialisti Ecologia e Libertà neppure con Facebook > La Destra nessun dato fornito > UDC un migliaio di iscritti

LA PULCE NELL’ORECCHIO Periodico registrato al Tribunale di Alessandria al n°631 del Registro Stampa il 13 novembre 2009

Direttore Responsabile Giordano Panaro Condirettore Paolo Allegrina Redazione Fabio Buffa Franca Ferraro Aldo Monta Vittoria Torriani Marco Vernazza Hanno collaborato a questo numero: Piero Archenti, Marco Baccari, Emanuele Lombardi, Roberto Mazzola, Vincenzo Pasino, Giorgio Pieri, Gennaro Valotto Foto Lino Carter piazzetta Monserrato 6 15121 Alessandria info@lapulcenellorecchio.it www.lapulcenellorecchio.it Tel e fax 0131.481374 Editore Na.Va.Le Soc. Cooperativa di servizi p.iva 02233310065 Fondatore Cav. Bruno Ferraro piazzetta Monserrato 6 15121 Alessandria Tel e fax 0131.481374 Pubblicità Fulvio Perugini cell: 347.4455241 pulce@lapulcenellorecchio.it Prezzo al modulo (50x53,75 mm): 30,00 € Grafica e impaginazione VOX Comunicazione info@voxcomunicazione.it Stampa SARNUB srl Industrie tipografiche Cavaglià (BI) La Pulce nell’Orecchio è stampata su carta riciclabile.


3 GIUGNO 2010

POLITICA Dimostreremo che il modello utilizzato per i “Piani Strategici” sono vecchi. Altro che 2018! che la pretesa delle Amministrazioni, da quelle locali a quella nazionale, di Governo dello sviluppo sono pretese che ignorano il modo di funzionare degli esseri umani e dei sistemi viventi in genere. Dimostreremo che il modello utilizzato per i “Piani Strategici”, datato anni 50 del secolo scorso, è inadatto a descrivere il funzionamento della società e che le risorse impegnate per “il Piano Strategico per Alessandria nel 2018 sono soldi sottratti ai cittadini. Metteremo in evidenza che il modello contempla un ruolo centrale dei gruppi di interesse e mette in secondo piano l’assunto che la democrazia è e deve essere governo di popolo. Ogni alessandrino lo sa. Sa che la crescita è conseguenza della connessione del sistema cognitivo di

ciascuno con l’ambiente. Dimostreremo che ogni alessandrino sa che il modello di feedback è inapplicabile ai sistemi viventi così come è inapplicabile il principio di conservazione dell’energia. Dalle pagine de “La Pulce” suggeriremo la partecipazione ad un nuovo modello di sviluppo che si fondi sulla identità che ogni alessandrino ha marcata e consapevole. Suggeriremo iniziative che valorizzino passioni e saperi antichi e nuovi. Ogni alessandrino sa che solo una riorganizzazione interna degli uomini e delle donne di Alessandria è in grado di garantire un futuro di prosperit, salute ed armonia. Vincenzo Pasino


4 GIUGNO 2010

CRONACA LOCALE

Marengo, la vera battaglia è fuori dal campo Quello che non vedrete al Museo: divise, quadri e cimeli della battaglia di Marengo in giro per il mondo Tuonano i cannoni nella piana di Marengo, oltre duocento anni dopo. Con la rievocazione di una delle battaglie napoleoniche più importanti per la storia europea, è stato inaugurato il Museo a Spinetta Marengo, dopo anni di restauro e furti di reperti che hanno letteralmente spogliato la Villa che ospitava alcuni “pezzi” lasciati sul campo dall’esercito frencese e da quello austriaco. Tuonano i cannoni delle polemiche: nella festa tutta provinciale (nel senso che la gestione e l’organizzazione è curata dalla Provincia di Alessandria) spiccava il silenzio del Comune della città, impegnata ad aprire la Cittadella alle manifestazioni varie. Come se poco più in là, nel sobborgo della Fraschetta, non stesse accadendo nulla. Come al solito, si direbbe. Neppure la Tortona di centrodestra (a Torregarofali Napoleone aveva il suo quartier generale in una cascina ancora visibile) si è espressa sull’evento. Se da una parte l’assessore alla cultura Bonadeo sembra sia disposto a d

approfondire l’altra faccia di Napoleone (l’invasore, il dittatore, il devastatore eretico di Alessandria, il saccheggiatore) e della Resistenza antifrancese degli alessandrini (per bilanciare le celebrazioni provinciali?), dall’altra c’è chi (Mario Bocchio) auspica un asse istituzionale per valorizzare Marengo, Cittadella e caserme da proporre al mondo in vista dell’Expo 2015.

IL MUSEO www.marengomuseum.it è il sito (web) del sito (napoleonico). Mille visitatori paganti all’inaugurazione, anche se, nonostante qualche curiosità e la faccia del Bonaparte che invechia al computer, si sperava qualcosa di più. A supplire la mancanza di reperti ci sono i tour virtuali.

POLLO ALLA MARENGO

A parte un infilzato vero con una baionetta, e un cavallo fuori controllo, la rievocazione storica è stata apprezzata da molti che hanno sfidato il sole cocente per un tuffo nel passato.

Napoleone non aveva mangiato durante la battaglia di 12 ore. Così ha ordinato al suo cuoco svizzero, Dunand, di preparare una cena. Ma le provviste scarseggiavano, così il cuoco mandò del personale nelle fattorie dei dintorni a scroccare qualcosa da cucinare. Secondo una versione riportarono indietro alcune uova, pomodori, gamberi di fiume, una gallina.

GADGETS Su Ebay e vari altri siti francesi di cimeli sono in vendita stampe più o meno dell’epoca (la battaglia fu il 14 giugno 1800), monete, cammei, marenghi d’oro e altri gadgets per collezionistri di “militaria” o del periodo napoleonico. Con 14,99 si acquista subito un disegno della battaglia datato - dice il venditore privato - 1837. Ma su molti altri negozi virtuali si può avere una replica della spada di Napoleone usata a Marengo.

TOSCA E MARENGO La battaglia di Marengo fa da sfondo alla Tosca, famosa opera di Puccini, che ne ricalca l’altenarsi dei momenti: buona parte del primo atto ruota intorno alla preparazione e successivo svolgimento del “Te Deum” di ringraziamento per la presunta vittoria come annunciata dall’intempestivo dispaccio di Melas; nel secondo atto, nel mezzo della drammatica scena della tortura di Cavaradossi, la successiva notizia della definitiva sconfitta degli Austriaci, segna l’acme ed il successivo sciogliersi dell’azione scenica (aria “Vittoria, vittoria ...” di Cavaradossi).

LE BRAGHE DI DESAIX Nei musei francesi si possono vedere da dietro un ateca i pantaloni utilizzati dal generale Desaix, il vero vincitore della battaglia di Marengo, utilizzati in quell’occasione. Sono ancora sporchi di sangue: Desaix cadde in battaglia dopo aver ribaltato le sorti della stessa, a favore dei francesi.

A Marengo riapre un museo più virtuale che reale. Su internet con 14,90€ ci si porta a casa un ricordo della battaglia. E il Comune pensa alla “contromanifestazione”

LA SPADA DI NAPOLEONE La spada di napoleone usata nella battaglia di Marengo venne venduta all’asta nel 2007 ad una cifra record: 4,8 milioni di euro (circa a quanto ammonterebbe il debito del Comune di Alessandria). Sembra che l’arma fosse stata brandita da Bonaparte per dare la carica ai suoi, durante le fasi più critiche dello scontro con gli austriaci. La spada apparteneva ad un discendente del fratello di Napoleone. Base d’asta: 1,5 milioni di euro.


5 GIUGNO 2010

CRONACA LOCALE

La convivenza passa dalle religioni

Incontri con musulmani per conoscrere l’Italia laica e religiosa

di Roberto Mazzola* I dati raccolti dall’Osservatorio regionale del Piemonte sulla immigrazione relativi alle province di Alessandria, Novara e Vercelli dimostrano come dal 2005 al 2007 il tasso di crescita degli stranieri sia in costante aumento. Si è passati complessivamente per le tre province del Piemonte Orientale da 52.700 nel 2005 a 62.700 nel 2007. Questo significa che il territorio del Piemonte Orientale non sfugge all’irreversibile processo di immigrazione e a tutte le problematiche e sfide che le società multiculturali e multireligiose pongono alle istituzioni e alla società civile. Da ciò l’esigenza di studiare le migliori strategie per governare tale fenomeno. Il Forum Internazionale Democrazia & Religioni all’interno dell’Ateneo del Piemonte Orientale, nato per iniziativa della Facoltà di Giurisprudenza e del Dipartimento di Scienze Giuridiche e Economiche “A. Galante Garrone” in sinergia con il Dipartimento POLIS, la Facoltà di Scienze Giuridiche, il Dipartimento di Studi Umanistici e la Facoltà di Lettere e Filosofia, si pone pertanto come obiettivo di operare scientificamente nel settore della integrazione con particolare attenzione al fenomeni collegati alle comunità etnico-religiose. In particolare il FIDR intende analizzare innanzitutto come, nelle società multiculturali, si sia trasformato il ruolo del religioso nella definizione della tavola di valori su cui rifondare le comuni-

tà politiche. Il Centro di ricerca si impone inoltre di studiare quali siano i nuovi confini della laicità e i costi economici e la regolamentazione della diversità. E’ pur vero, infatti, che le differenze costituiscono la materia di cui è fatto il progresso dell’umanità, tuttavia, affinché tale processo agisca per via costruttiva è necessario tenere sotto controllo il conflitto tramite regole e buone pratiche. Più di un analista evidenzia, infatti, come una delle principali sfide del XXI secolo sarà quella di ricercare un ethos condiviso capace di favorire un accordo adeguato su norme comuni affinché siano riconosciute le diversità culturali e religiose del nostro pianeta e trovino soddisfacente soluzione i conflitti che ne derivano. In questo orizzonte si colloca, all’interno del FIDR, il progetto: “Nuove presenze religiose in Italia. Un percorso di integrazione” finanziato dalla Compagnia San Paolo di Torino e patrocinato dal Ministero dell’Interno-Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Tale progetto, unico a livello nazionale, elaborato in collaborazione con la Statale e la Cattolica di Milano, l’Università di Padova e dell’Insubria, e pilotato da un Comitato scientifico formato dai proff.: Silvio Ferrari, Stefano Allievi, Paolo Branca, Milena Santerini, Alessandro Ferrari e Roberto Mazzola, si sostanzia in incontri di formazione rivolti ai responsabili delle comunità islamiche italiane

La presenza di stranieri in Piemonte

che vogliano meglio conoscere storia, valori e diritti del paese in cui vivono, al fine di offrire un migliore servizio ai propri fedeli e dialogare più efficacemente con le pubbliche amministrazioni. Gli incontri, cinque in tutto, organizzati tra Varese e Alessandria a partire dal mese di maggio fino al mese di Dicembre 2010, avranno ad oggetto una serie questioni quali: a) le principali problematiche storico-politiche che hanno contribuito a definire l’orientamento dello Stato italiano nei confronti del fenomeno religioso; b) le dinamiche sociali contemporanee che hanno investito sia lo Stato italiano sia le realtà associative, religioni comprese, in esso presenti, c) il rapporto religione democrazia nelle società pluraliste contemporanee e infine, le principali questioni giuridiche legate all’esercizio del diritto di libertà religiosa con particolare attenzione ai profili pratici di immediato interesse per i partecipanti. Al termine del programma di formazione, a quanti avranno partecipato all’intero percorso, verrà rilasciato un attestato di partecipazione nella speranza che le nozioni acquisite vengano trasmesse e diffuse all’interno di ciascuna comunità di riferimento. *Prof. Ord. Diritto Ecclesiastico e Direttore Dipart. Scienze Giuridiche ed Economiche Univ. “A. Avogadro” Membro del Comitato Scientifico

La presenza e i tassi di crescita degli stranieri sono piuttosto diversi tra le province. Biella e il VCO hanno una minor presenza e tassi di crescita meno rapidi. Asti, Alessandria, Cuneo e Torino rappresentano la situazione opposta.

“Dite ai bimbi che le banane non crescono sul Tanaro”

La globalizzazione? Era già ai tempi di Gesù. Lo dice Jean Claude Mugabo, presidente della cooperativa “Immigrazionisti” (“Cioè esperti in immigrazione”) che ha operato anche ad Alessandria per la creazione di sportelli di mediazione culturale e progetti di integrazione nelle scuole. Mugabo, 47 anni ruandese, polemizza con la politica degli ultimi venti anni. “La sicurezza serve per fare propaganda e tutti i partiti politici non intendono risolverla. Il dibattito non è cresciuto. Solo la Caritas ha fatto passi avanti”. Gli immigrati, dice, sono uomini e donne comuni. Cercano lavoro come gli italiani ed hanno gli stessi desideri: famiglia, amici, casa, uscire qualche volta a divertirsi. L’Italia, poi. Al centro dell’Impero Romano, cuore della civiltà del Vecchio Continente, da duemila anni dovrebbe essere abituata alla convivenza tra i popoli. “Dite ai bambini che i numeri che usano per i calcoli arrivano dal Medio Oriente, che le banane

non nascono vicino al tanaro e che l’oro lavorato a Valenza arriva da molto lontano”. Da Nord a Sud, Venezia come Roma, le città italiane si sono sviluppate anche grazie ai rapporti internazionali di secoli, con il mondo “esterno”. “La Alessandria di oggi è frutto della fatica di italiani, ma anche del sudore di altri popoli. Oggi abbiamo la fortuna di conoscerli direttamente queste culture”. La città venivaa

“E’ una fortuna incontrare popoli, culture e mondi diversi” chiamata “Alessandria della Paglia” perché le casupole dei primi abitanti nelle zone paludose avevano i tetti poveri fatti di stoppie. “Un po’ come in Africa...”.


6 GIUGNO 2010

CULTURA LOCALE

Amarcord mandrogno Alessandrino DOC, si definisce “libero pensatore”. Gli piace ricordare che nacque sotto 50 cm. di neve e che fui portato a casa con una carrozza trainata da due cavalli bianchi. Ama le passeggiate nei boschi, le gite in bicicletta, parlare con gli animali e con gli alberi, il vento fra i capelli, il profumo dei ciclamini e delle viole, la musica, la lettura, ma quello che lo fa

sublimare è la Poesia. Con la “P” maiuscola. Montale, Pascoli e Penna i preferiti. Poeta nonostante la formazione da (“pessimo”) ragioniere e “manovale del verso”. (meglio se in dialetto alessandrino). L’ultimo libro che ha letto è “Il pendolo di Foucault” (“l’ho letto due volte, ma praticamente non ho capito quasi niente”).

LA FIU’ D’LA MORT

FIORE DI MORTE

( “Digital purpurea” Lisàndren-na)

(“Digital purpurea” Alessandrina)

U j’era ammacc ‘na fiù, antur tütt spen-ni èrba brüsaja e arbüst secà dau sù. An mèz a tücc ‘s’j’auren, cula fiù rusa um dava am po’ ‘d sperònsa an fònd al còr. “El mònd l’è nent finì” me a pensava, “Cuccoza ad bèl u j’è ‘ncura, basta serchèl”. A j’hò slungà la mòn tüta tramònta per vighi s’l’era in’allücinasion , ma pena ch’j’hò sercà ad caresèla, j’hò vist antura mé ina gròn nèbbiòn, la testa a l’ha cmensà a girèm fort, an t’in minüt u m’è mancà tütt l’aria, an tèra a sòn cascà e pò a sòn mort.

C’era soltanto un fiore, intorno tutte spine erba bruciata e cespugli disseccati dal sole. In mezzo a tutte quelle rovine, quel fiore rosso mi dava un poco di speranza in fondo al cuore. “Il mondo non è finito” pensavo, “Qualcosa di bello c’è ancora, basta cercarlo”. Ho allungato la mano tutta tremante per vedere se era un’allucinazione e appena mi sono accinto per accarezzar quel fiore, ho visto attorno una fitta nebbia, mi sono venute le vertigini, in un minuto mi è mancata l’aria, son stramazzato al suolo e sono morto.

Lisòndria, 1 Agust 2006

Alessandria, 1 Agosto 2006

S.O.S. Monserrato Che negli ultimi anni l’Istruzione italiana abbia subìto tagli senza precedenti e che ora si ritrovi con l’acqua alla gola non è una novità. Tutti sanno di una scuola pubblica fortemente penalizzata, dei licei, degli istituti tecnici e delle università ai ferri corti col Ministero addetto ai lavori, degli insegnanti precari e malpagati, dei fondi centellinati col contagocce. In pochi però sono a conoscenza di come in effetti coloro che sono direttamente coinvolti cerchino di correre ai ripari, delle modalità con cui si cerca di mantenere vivo ed efficiente un istituto in difficoltà. Ne è un esempio straordinario la Scuola Materna Monserrato, zona Borgo Rovereto, Alessandria. Nata nel 1961 e dunque secondo asilo costruito in città, è un istituto che oggi si trova ad affrontare non pochi problemi di sopravvivenza. Non bastando i fondi forniti dalla Provincia, né quelli forniti dalla Regione, l’asilo Monserrato è costretto a fare i salti mortali sorreggendosi più che altro sull’operato di tre suore e sul volontariato di diverse associazioni di beneficenza. Fondamentale è il supporto del VIDES Orizzonti, un ente che inizia ad operare nel 1987 su scala nazionale e locale e che si impegna nella difesa dei diritti umani, in particolare dei giovani e delle donne, promuovendo anche il sostegno a distanza dei bambini e delle loro famiglie. Nel 2006, infatti, venuto a conoscenza della precaria situazione finanziaria in cui versava l’asilo Monserrato a rischio di chiusura, il VIDES ha dato vita ai progetti “Adotta un Asilo” e “Adozione Vicina”, iniziative che attraverso il volontariato e la partecipazione si pongono come obiettivo la raccolta fondi da destinare all’Opera Pia Asili Infantili Monserrato. Del resto, basta visitarlo, l’asilo, per comprendere la mobilitazione del VIDES: un edificio le cui pareti sono ancora macchiate dai segni dell’alluvione, un cortile dissestato e sconnesso da buche e crepe, muri esterni scrostati e da riverniciare. Grazie alla beneficenza tre aule sono state ristrutturate, come il refettorio, il salone-

giochi, i bagni, la camera destinata al riposo pomeridiano degli alunni e i corridoi. Ma i problemi non si limitano alla sola manutenzione: gli iscritti sono circa cinquanta, la maggior parte dei quali provenienti da famiglie straniere e poco abbienti, il cui basso reddito si viene ad intersecare con un generale problema d’integrazione nella società italiana e di inserimento vero e proprio. Nascono così, sempre grazie al VIDES e soprattutto a Lella Fossati, corsi pomeridiani di lingua italiana per le mamme degli alunni, le quali ricevono dalle Suore e dai volontari ( sebbene in numero esiguo) quotidiana accoglienza ed ascolto, e nei casi di necessità, anche aiuto materiale con la distribuzione di generi alimentari, medicinali e di vestiario. E poi c’è il doposcuola, le attività sportive, musicali, corsi di recupero scolastico con insegnanti in pensione e studenti delle superiori. Una specie di miracolo, insomma. Un miracolo perché non è affatto facile gestire una situazione del genere con tale successo, soprattutto mentre le istituzioni - spesso e volentieri distanti - tendono sempre più a promuovere una società chiusa ed individualista. E’ grazie a comunità come l’asilo Monserrato, ad associazioni come il VIDES e al loro organico di persone, di storie che s’intrecciano e si vengono incontro che si ritrova fiducia e speranza in un futuro più luminoso. E’ la prova che c’e’ anche - e soprattutto - una parte della comunità non impaurita e solidale, moderna ed accogliente, che impreziosisce il nostro territorio e che non asseconda gli allarmismi e la diffidenza promossi dai media; una società che non è timorata del nuovo e che possiede un forte senso dell’empatia, capace di comprendere, rispettare ed aiutare tutti coloro che vengono a vivere onestamente nel nostro Paese. Il prossimo anno ricorrerà il cinquantesimo anniversario della nascita dell’asilo Monserrato, avranno luogo mostre, incontri, si parlerà e ci si confronterà, si faranno bilanci, e non si esclude la presenza di celebrità locali come Gianni Rivera. Si auspica perciò che l’evento accenda i riflettori sulla scuola materna e richiami l’attenzione di chi, con una firma, potrebbe definitivamente salvare questa realtà più unica che rara. m.b.

La lunga estate del ‘63 Il primo tiepido sole di Giugno ci trovò come al solito seduti sulla traballante panchina situata sotto l’ormai ombroso viale che conduce dalla stazione verso la piscina comunale, si, proprio lì, di fronte la casa di Beppe, per gli amici “Pipen”. Quel sabato pomeriggio c’eravamo proprio tutti: Pipen, Piero lo Smilzo, Giancarlo detto Scià, Paolo detto Ga, Ennio detto Rospo, Agusten ed io, Gianni. L’interminabile anno scolastico era fortunatamente terminato e per tutti noi l’esito era stato sufficientemente positivo, ci aspettava quindi una formidabile, divertente, entusiasmante e lunga estate, si, La lunga estate del 1963. Si doveva decidere come passare la serata e le varie proposte si susseguivano: “ Andiamo au Giason (soprannome del vecchio cinema Dante ed attuale cinema Corso) a far casino” propose Ennio Rospo,” Questa sera è in programmazione Maciste contro tutti, ci divertiremo”. “Andiamo a suonare i campanelli nei palazzi” propose Paolo Ga. “Andiamo a rubare l’insalata negli orti dei ferrovieri” disse Giancarlo Scià, ma anche questa proposta non ci entusiasmò. Mentre si stava discutendo sul da farsi, arrivò Gianni Conti che, dopo essersi seduto accanto a noi disse: “Mi è venuta un’idea esagerata”. Lo guardammo con interesse e lo incitammo ad esporci il suo programma. Dopo qualche istante di voluto silenzio per aumentare la nostra attenzione, continuò: “Sono riuscito a procurarmi le cariche della pistola sparachiodi di mio zio (che faceva il carpentiere) e questa sera potremmo andare a farle esplodere sul greto del Tanaro dietro la piscina”. Nell’udire tale proposta i nostri occhi si misero a brillare di gioia e la l’idea accolse la totalità dei consensi. Erano ormai giunte le 18,30, ora canonica del ritorno a casa per la cena. Ci salutammo e ci demmo l’appuntamento per le ore 21 sempre sotto il viale. La serata era fresca e tutti quanti ci trovammo all’appuntamento abbondantemente in anticipo rispetto l’ora stabilita, indossando giubbotti tipo “BLUSON NOIR”. Gianni Conti arrivò tutto euforico con una scatola rossa sotto il braccio; stava per iniziare l’avventura. Ci dirigemmo in gruppo verso la piscina ed ivi giunti scendemmo dalla riva del Tanaro verso il greto del fiume. Era buio pesto e faceva abbastanza freddo perché il tiepido vento del giorno aveva cambiato direzione e spirando da nord, aveva fatto scendere notevolmente la temperatura. Giunti sul greto del fiume, iniziammo le operazioni. Paolo Gà, munito di coltellino SVIZZERO MULTILAME tagliò alcuni arbusti secchi e ne fece un fascio, munito di torcia elettrica, Agusten, indicò il luogo dove io ed Ennio Rospo accatastammo i rami. Mentre erano in corso i preparativi, Piero lo Smilzo, che era di vedetta sulla riva, scese di corsa per avvisarci che stava giungendo qualcuno. Ci riunimmo e ci nascondemmo poco oltre in mezzo alle frasche. Giancarlo Scià ebbe una grandiosa idea: “Accendiamo il fuoco, quindi, rimanendo nascosti, attendiamo che l’ignaro passante si avvicini a curiosare e noi dal nascondiglio lanciamo le cartucce nel falò”. “Formidabile” gridammo all’unisono ed, in men che non si dica, il fuoco ardeva vivo e

scoppiettante. Piero lo Smilzo, che era tornato di vedetta, ci comunicò con gesti disarticolati che l’ignaro passante stava accingendosi a scendere sulla riva del fiume e, dopo questa informazione ci raggiunse carponi. La nostra bravata stava poco a poco compiendosi. L’uomo dall’apparente età di settant’anni circa, un poco malfermo sulle gambe, iniziò la discesa probabilmente per andare ad espletare un urgente bisogno corporale, ma attratto dal fuoco e mosso da curiosità, ivi si diresse. La nostra euforica tensione stava raggiungendo il suo apice. Gianni Conti dopo aver aperto la scatola rossa, diede ad ognuno di noi una manciata di lucenti capsule. Nel frattempo l’ignara vittima, con un bastone stava rovistando fra gli sterpi ardenti. Era giunto il momento magico; lanciammo nel fuoco la prima capsula, pochi istanti dopo una seconda, una terza; iniziarono i botti, uno dopo l’altro, forti, potenti, consecutivi. La nostra euforia era al massimo e l’uomo era immobilizzato dalla sorpresa e dalla paura. Gettammo tutte le capsule nel rogo ed iniziarono i fuochi d’artificio. Non ancora soddisfatti di quanto era stato fatto, tutti a tempo uscimmo dal nostro nascondiglio e gridando come pazzi ci dirigemmo correndo verso il malcapitato che, dopo essersi leggermente ripreso, cominciò ad apostrofarci con epiteti degni della migliore scuola alessandrina coinvolgendo con le sue parole parecchie nostre generazioni. Ci allontanammo correndo a gambe levate, l’uomo però, stranamente non si mosse; probabilmente aveva espletato il suo impellente bisogno corporale, stimolato dalla paura, ritto in piedi e soprattutto senza calarsi i calzoni. La nostra corsa finì nei pressi del bar Zerbino, era passata da poco la mezzanotte e nel bar c’erano pochi avventori quindi non entrammo. Ci guardammo soddisfatti, la bravata era perfettamente riuscita e la nostra vittima non avrebbe mai potuto riconoscere. Attraversammo i giardini pubblici e ci dirigemmo verso c. Roma per tornarcene a casa. L’euforia ormai era spenta e camminavamo in ordine sparso. Giancarlo Scià dava calci ad una lattina vuota assumendo atteggiamenti alla Gianni Rivera, Ennio Rospo e Gianni Conti illudendosi di imitare i Beatles, lanciavano al vento ululati da veri cani di razza, Smilzo, Gà, Agusten ed io, discutevamo animosamente facendo l’impari confronto tra le tette di Rita Pavone (misere misere) e quelle di Margaret Lee (sempre presente nei nostri sogni erotici di sbarbati quindicenni inesperti, ma appassionatissimi alla materia). Giungemmo così in P. Savona (p. Garibaldi), ci stavamo salutando, quando sentimmo due voci che ci stavano chiamando. Erano Franchen Vottero e Gianni Adone Vittadelllo, i due baristi del bar Zerbino che avevano da poco terminato il loro turno di lavoro. Si avvicinarono e dopo averci salutato dissero: “Domani aprono la piscina comunale, noi andiamo, venite anche voi?. Fine della prima parte Questo è un fatto realmente accaduto quand’ero ragazzo. I racconti de LA LUNGA ESTATE DEL ’63 sono dedicati al mio amico Gianni Adone Vittadello (barista del bar Zerbino in quell’anno), tragicamente scomparso nell’estate del 1965, in un grave incidente automobilistico sul Turchino.

Gianni Regalzi



8 GIUGNO 2010

ATTUALITÀ Giunta di Alessandria contro i revisori dei conti, accusati di essere politicizzati. Con uno “spostamento” di cifre il debito diminuisce da 7,8 mln a 4,8 mln di euro Si sono spente le luci e le discussioni sul Bilancio Consuntivo 2009 e con il loro azzeramento è sceso anche un velo pietoso sulle battaglie verbali sorte in seguito alle motivazioni che hanno consentito all'Amministrazione Comunale di poter dire che il Bilancio si chiude con un disavanzo di amministrazione di "soli 4.700.000 euro". Naturalmente per arrivare a questo risultato si è dovuto "ritoccare" un po' le carte altrimenti l'Assessore al Bilancio, Luciano Vandone, avrebbe dovuto dichiarare che il bilancio 2009 si sarebbe chiuso con un disavanzo un po' più consistente, vale a dire, "di ben 7.800.000 euro". Quella che si potrebbe definire con una buona dose di eufemismo, "una impropria e surretizia correzione contabile", non dovrebbe essere consentito ma tant'è, in un Paese come il nostro, dove la regole sono sempre più un optional, ci si sorprende soltanto se accade il contrario, ossia, quando le regole vengono rispettate. Il nocciolo del problema, emerso nel corso del dibattito in Consiglio Comunale, era collegato a due importi riportati a bilancio in entrata (ammende ed oblazioni codice della strada 1.667.000 e plusvalenze dalla cessione dell'80% di Aristor, 1.384.000 euro).

Importi che però, secondo il parere dei Revisori dei Conti, non dovevano entrare a far parte delle entrate 2009 per due motivi. Il primo, quello che riguarda le ammende al codice della strada, è collegato ad una determina dirigenziale del 16 ottobre 2009, e ravvisa l'opportunità di tenere conto di una prevedibile inesigibilità di quelle ammende, pari al 50% già in sede di assestamento. Quindi, nel migliore dei casi, si sarebbe dovuto riportare a bilancio la somma probabilmente esigibile di 833.500 euro. Il secondo importo invece, è ancora più discutibile ritrovarlo iscritto a bilancio nel 2009 dal momento che, come hanno fatto rilevare inutilmente i Revisori dei Conti, il bando d'asta prevedeva come termine ultimo per la presentazione delle offerte il 31 gennaio 2010. Quindi, a meno che l'Amministrazione non abbia avuto doti di preveggenza, risulta perlomeno sorprendente avere realizzato in anticipo che l'offerta per l'80% di Aristor, nel 2010, sarebbe stata di 1.384.000 euro, come in effetti poi è stato. In questo caso però, chiedono i revisori, "perché riportarla nel 2009 e non, come logica vorrebbe, nel 2010?", ossia quando quei denari sono entrati fisicamente nelle casse comunali.

Apicoltura Il Bric

I mieli dell’Apicoltura il Bric sono completamente italiani. Vengono prodotti in collina, in ambienti circoscritti e lontani da fonti di inquinamento. Per la cura e la difesa delle api e degli alveari non vengono impiegate sostanze chimiche di sintesi che alterano le proprietà organolettiche del miele. I mieli dell’Apicoltura Il Bric sono ‘’raccolti’’, ovvero, il prodotto dell’operosità delle api non subisce trattamenti: viene invasettato tale e quale immagazzinato nei favi. Impurità naturali sono filtrate per garantire mieli di qualità elevata.

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Fa che 't n'abi con la finanza creativa E' stato quindi in seguito a queste due voci che il Collegio dei Revisori dei Conti ha ritenuto di essere in dovere di far notare queste "inesattezze", ponendo quindi una riserva alla registrazione fra le entrate di queste due voci. Riserva che, lo dice la parola stes-

La maggioranza riesuma un Regio Decreto per far quadrare i conti sa, sarebbe stata tolta qualora si fosse provveduto alla correzione. E quì si è scatenato un acceso dibattito fra maggioranza e minoranza. La maggioranza è andata a riesumare un Regio Decreto del 1910, mai cancellato e "già nel 1997 utilizzato dal governo Prodi" - si giustifica Vandone - (evidentemente sfuggito al Ministro Calderoli, ma non al nostro Assessore al Bilancio) secondo il quale fino a che l'Amministrazione non riceve comunicazione ufficiale di inesigibiltà, l'importo derivante dalle ammende al codice stratale, deve essere riportato in entrata. Per quanto riguarda invece la

preveggenza, la tesi ascoltata dal capogruppo Priano è la seguente: "Riportare a bilancio una cifra un anno per l'altro non credo comporti una grande differenza, il fatto è che il bilancio degli Enti Locali sono tutti in grandissima sofferenza e dovremo fare dei sacrifici per ripianarlo entro settembre". Insomma, come dire che - "va bene, abbiamo preso lucciole per lanterne ma che ve ne frega se lo lasciamo così com'è? Vorrà dire che l'anno prossimo lo correggeremo". Questo, naturalmente per avvalorare la tesi secondo cui tutto è opinabile, persino la logica più elementare. Non parliamo poi dei bilanci che, dopo questa lezione di alchimia amministrativa, da ora in poi sarà possibile tutto e il contrario di tutto. Insomma, il Re è nudo ma basta che non lo si faccia notare all'interessato. In conclusione, il bilancio è stato approvato anche senza il parere favorevole dei Revisori, anzi accusando due di loro di essere, bada ben bada ben, di sinistra! Dal che si deduce essere una colpa ormai avere opinioni di sinistra, com'era una colpa essere ebreo, socialista, comunista o democristiano, quando invece imperava la destra nel ventennio di triste memoria. "Fa che 't n'abi" - è un vecchio

Turisti olandesi sul primo binario Accoglienza calorosa e folkloristica alla stazione ferroviaria di Alessandria, per il primo treno con auto al seguito in arrivo dall’Olanda. Il servizio è sviluppato sulla falsariga di quello già attivo da un paio d’anni da e per la Germania. Un orgoglio alessandrino: i treni sono Arenaways, compagnia ferroviaria con sede nel capoluogo. Nonostante la festa e i regali preparati per i turisti che hanno inaugurato la tratta, si è assistito ad un esodo di massa. Gli Olandesi non sono rimasti in provinicia, ma “fuggiti” per mete prestabilite. Bisognerà lavorare di più sui tour operator in terra straniera. Ci vuole altro che una gift bag...

modo di dire tutto alessandrino il cui significato vorrebbe essere: "fa in modo di non aver bisogno di nessuno perché nessuno ti aiuterà". Una logica che non si dovrebbe mai adottare ma di fronte a fatti così poco edificanti, si comprende chiaramente che al di là delle molte promesse esibite per essere eletti, si è poi costretti, come cittadini, ad accettare di essere trattati come degli sciocchi, orbi, sordi e muti. Questo perché i Consiglieri Comunali eletti (destra o sinistra non importa), devono obbedire ad ordini di scuderia, benché essi stessi si rendano conto della insensatezza di quanto, a volte, viene loro chiesto di votare. Questa volta è toccato ai Consiglieri di destra fare il gioco delle tre scimmiette esattamente come in passato è toccato ai Consiglieri di sinistra, ma in mezzo ci sono gli alessandrini che, con quel - "fa che 't n'abi" - hanno già mandato a quel paese l'Amministrazione precedente, e chissà che non si stiano preparando a "mandè a ciapè di ràt" (colorita espressione alessandrina per significare che sarebbe ora sgombrare il campo) anche quella di destra che oggi siede a Palazzo Rosso, sui banchi della maggioranza... Piero Archenti

Non solo dalla Germania. Il servizio auto+treno anche dall’Olanda


9 GIUGNO 2010

UFFICIO RECLAMI per segnalazioni: info@lapulcenellorecchio.it

Tanto rumore per nulla Troppo rumore sul selciato artificiale. I dossi della “zona 30” in c.so Acqui fanno discutere: non servirebbero a limitare la velocità ma solo ad aumentare il rumore delle

auto che, soprattutto di notte, sfrecciano indisturbate sulle lievi gobbe di “sanpietrini”. Solo all’inizio ed alla fine della strada sono costrette ad andare a 30 km/h.

Pubblicità regresso Spuntano come funghi i pannelli pubblicitari. Questo nei pressi della Scuola di Polizia non piace perché coprirebbe la luce degli unici lampioni in una zona residenziale del quartiere Cristo. Servirebbere più illuminazione pubblica o... un po’ meno cartelloni pubblicitari.

Tappabuchi fai da te Attenzione a dove mettete i piedi. Alcuni commercianti si sono improvvisati manutentori per chiudere delle buche nei marciapiedi, causa di cadute, storte alle caviglie e malumore tra clienti e passanti. Cazzuola alla mano, hanno tappato i buchi. In attesa che qualcuno dal Comune lo faccia per bene.

Senza ponte Cittadella in via G. Bruno non si vive più. E le case valgono meno A nome degli abitanti e utenti di via Giordano Bruno e via Pavia sono a rammentarvi che la Cittadella è in lista di attesa per l’iscrizione all’UNESCO (bene dell’umanità) anche in vista dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia, grazie pure all’interessamento di noi componenti dell’Associazione “Cittadella 1728” ed è senza una via di accesso alla Città. Quando si fanno manifestazioni vi è un grosso problema di viabilità. Se poi vi fosse da raggiungere con urgenza con mezzi di soccorso, il problema è ancora più evidente. A suo tempo questa amministrazione aveva avverato la possibilità che i genieri dell’esercito (avendo interessato il Ministro La Russa) avrebbero fatto un attraversamento provvisorio sul Tanaro per motorizzazione leggera e pedonabile, illudendo gli alessandrini. Io sono convinto della bontà delle intenzioni, però rimaste infondate. Prima della demolizione, in tutta fretta, se avessimo potuto informare meglio, la popolazione si sarebbe opposta all’abbattimento. Con questa crisi mondiale non ha più senso costruire un manufatto così costoso. La città ha altre esigenze; inoltre i nostri concittadini pro-

prietari di attività e di immobili sono stati ulteriormente beffati, perché il valore del “mattone” è crollato. Oltretutto subiamo un ulteriore disagio dovuto al traffico pesante superiore alle 40 tons. Su tutte le arterie (anche e soprattutto durante la notte con rumori insopportabili). A questa Amministrazione faccio notare la tempistica nell’abbattere il ponte vecchio senza prevedere a breve nessuna alternativa da creare meno danno e disagio alla cittadinanza. Bastava osservare altre amministrazioni con stessi problemi risolti (Asti, Alba...). Le alluvioni si prevengono facendo esondare il fiume verso casse di espansione con normali argini, come in Polesine, e non permettendo di costruire (come agli Orti) in prossimità del fiume. Il manto stradale di via G. Bruno dal ponte vecchio presenta delle buche e voragini in prossimità di botole fissate troppo sotto la strada. Questi avvallamenti creano rumori e vibrazioni diurni e notturni. Come proprietario di via G. Bruno mi sono spesso rivolto a chi di dovere nelle sedi istituzionali. Emanuele Lombardi

Divieto... di protesta? In tanti ci hanno segnalato una curiosità. Molto spesso nei pressi della sede di una associazione consumatori è parcheggiata in evidente divieto di sosta un’auto di grossa cilindrata. Pare che appartenga proprio ad uno dei responsabili dell’associazione che, tra l’altro, si è occupata recentemente di multe degli ausiliari del traffico. Che sia una nuova forma di protesta?


10 GIUGNO 2010

GIOVANI E WEB

Elèna Alpa

In corsa per una fascia, sognando la crociera

Apericena al Borsalino

Nata il 17.11.1988 studentessa del terzo anno con la media del trenta alla facoltà di giurisprudenza di Alessandria. Cervello, ma non solo! Anche miss, fotomodella, protagonista di alcune pubblicità e presentatrice di eventi. In particolare: finalista a miss padania e vincitrice di numerosi concorsi di bellezza, fotomodella per paglieri S.r.l, ragazza immagine per campari e ducati. Fra i suoi hobby: palestra, runnering e shopping con mamma! Adora i cani, soprattutto la sua vopina ‘’vuitton’’. (E poi carlino aggiungi tutte le cose carine che ti vengono in mente.. Ti mando un bacio gigante..Le tue foto sono bellissime!!! E scusa x il ritardo)

Continuano le selezioni alessandrine per il titolo di Miss Blumare 2010. Al “3Bar’s” ci corso Marx ha vinto Florina Elena Bandrabur, 22 anni di Aosta che accede direttamente in finale (15-25 ottobre sulla “Splendida”, nave della MSC Crociere). Classificate: Elisabetta Panero, Federica Ferrari, Chiara Nicolino, Giorgia Dalfarra. Miss Teenager una conterranea: Chiara Pascucci, 16enne di Pozzolo Formigaro. Il concorso di bellezza è organizzato da “Cenacolo GdP” di Borgoratto e Pierre Paolo Lizzi.

Gara di cucina... con i computer Dal 19 al 22 luglio ad Alessandria si sfideranno dei cuochi molto particolari. Si svolgerà un contest culinario... virtuale. Presso la Facoltà di Scienze MFN dell’Università si terrà il terzo Computer Cooking Contest europeo, gara per il miglior softwareper ricette. Nessuna limitazione sulle tecnologie, dicono gli organizzatori. Tedeschi,

Chef informatici per ricette reali irlandesi e francesi i vincitori delle scorse edizioni. Ora tocca agli italiani dimostrare di saperci fare ai fornelli virtuali. http://computercookingcontest. net

BAND ALESSANDRINE

Posto di blocco www.postodiblocco.it Band nata quasi dieci anni fa, i Posto Di Blocco imboccano sin dagli esordi la strada del rock, come molti partendo da una lunga “gavetta” di cover riproponendo i brani che li fecero innamorare della musica sin da ragazzini , per poi giungere, come pochi, ad allestire un proprio repertorio di materiale inedito e tutt’altro che banale. Stefano Pancot, Daniele Porcu, Matteo Rota, Lorenzo Davite e Ivan Settana realizzano infatti nel 2005 un demo di tre brani di loro composizione che presenteranno con successo ad eventi musicali come il Lustando e l’Open Stage,e dunque approdando poco dopo al concept album “Ricordi Distratti”, opera di undici tracce che

ripercorre con lucidità ed affetto la storia di un caro amico comune dei membri della band; un “amico fragile”,come lo definiscono loro, parafrasando De Andrè. Prodotto che coagula svariati umori, “Ricordi Distratti” raccoglie vere e proprie scariche di adrenalina alla Korn ed affini come “Inferno Malato” e “Ad Un Secolo Dal Maggio Perduto”, ballate fluide come “Ma Qui Non E’ Così”, ritratti intimi e dal tono personale come “Bacio Di Giuda a Una Stella” e “Nel Vento (Canzone Speciale)”. Impregnata di possenti chitarre spesso e volentieri volutamente assordanti,di testi al di sopra della media e d’impronta cantautoriale,di sbalzi d’umore stilistici e compositivi, ideale dal vivo, l’ultima fatica dei PDB verrà presentata al Festival Speciale Days di San Salvatore Monferrato, evento benefico di inizio

giugno con incasso interamente devoluto a l l ’A s s o ciazione Idea Onlus in memoria dell’amico Luca Speciale. Pochi giorni dopo sarà invece la volta del Wild Cats di Gerlotti (19 giugno) ed infine del No Noia, il 20 agosto a Casale Monferrato. Tutti appuntamenti ideali per chi ama ballare, saltare, spossarsi e nutrirsi di un sound energico e vitale ma che non trascura mai tematiche autentiche e sincere, di spiccata sensibilità. I Posto Di Blocco augurano a voi tutti un cordiale rock’n’roll. M.B.



12 GIUGNO 2010

IL BORSINO DELLA PULCE

Come gli eventi di maggio han

+44 Cavalli in

+25

Cittadella

Il Demanio regala

-51 (S)Bilancio comunale

-19 Addio a

Alessandria valeva

Cotroneo e Gemma

0

992

Rimborso Pasino

al 30.04.10

+44 Cavalli Continuano le manifestazioni in Cittadella. Dopo i fiori e i gatti sono entrati i cavalli. E poi la musica dei concerti estivi, i gatti e tante altre occasioni per “vivere” la fortezza alessandrina e tentare di proiettare la città al di là del Tanaro. Un buon inizio.

-51 (S)Bilancio Bilancio comunale con qualche buco di troppo e polemica per il parere non proprio positivo dei Revisori dei Conti, accusati perfino di essere politicizzati. Nonostante gli “spostamenti” il bilancio presenta un disavanzo di quasi 5 milioni di euro.

0Pasino Il dipendente comunale Vincenzo Pasino ha vinto in appello: il Comune gli dovrà una barca di soldi. Incomincia con 458 mila €, un terzo del totale. Una bella rivincita per il dirigente allontanato, un bel po’ di soldi che l’Amministrazione alessandrina deve sborsare cash.

+25 Demanio Tanti beni regalati ai Comuni. sono perlopiù edifici militari decadenti. Lo Stato si libera di ruderi che dà in gestione gratuitamente, salvo guadagnare la metà del ricavato se le amministrazioni riescono a venderli. L’elenco di terrenti, polveriere, caserme è lungo e tocca molti Comuni.

-19 Lutti “politici” Scomparsi due personaggi politici molto conosciuti: il democristiano Giuseppe Cotroneo e il comunista partigiano Enzio Gemma. Entrambi personaggi di spicco della politica di qualche anno fa e punti di riferimento per le nuove leve di amministratori e politici.


13 GIUGNO 2010

IL BORSINO DELLA PULCE

nno variato il valore della città +39 Processo “record”

-33 Alluvione

+18 Olandesi

-40 Giovani

infinita

in città

disoccupati

+27 Torneo di tennis

Oggi vale

1.002 -40 Disoccupati Tempi duri per i giovani. L’Istat ha calcolato che un ragazzo su tre non trova lavoro (senza considerare le situazioni precarie o sottopagate). Gli Enti pubblici non fanno più concorsi da un bel po’. Il posto fisso sta diventando sempre più una chimera e i contratti a progetto la triste normalità.

+27 Tennis ATP internazionale di tennis ad Alessandria. Anche se vissuto marginalmente dagli alessandrini il torneo è un buon volano per turismo ed economia, in vista anche dell’Expo 2015 di Milano. Speriamo che negli anni cresca di livello e aumentino gli appassionati, anche da fuori città.

+39 Processo Quasi due udienze a settimana. Un vero e proprio record per il processo a Maurizio Grassano, l’ex presidente del consiglio comunale. Per una volta la giustizia sta accelerando i tempi, con uno sprint finale che dovrebbe portare ad una prima decisione già entro l’estate.

+18 Olandesi Ora anche nei Paesi Bassi sanno dov’è Alessandria. Perché sbarcano in auto dopo il viaggio in treno. Purtropo, per ora, ripartono subito verso mete prestabilite dalla tabella di marcia delle vacanze. Si speca che in futuro potranno fermarsi a villeggiare tra le colline e i nostri paesi.

-33 Alluvionati Espropri non ancora pagati e alluvionati del 1994 beffati dalle nuove manovre finanziarie (sparisce l’esenzione ICI?). E’ l’ultimo ennesimo capitolo di una storia infinita che continua a fare danni. Molti imprenditori, senza clamore, hanno chiuso bottega.


14 GIUGNO 2010

Le montagne "nascoste

"

NATURA Dal monte Chiappo al monte Ebro: balcone sulle nostra provincia L’appennino piemontentee, se, con la sua dorsale, arriva a segnare ill confine tra le province di Alessandria, Pavia, Piacenza e poco più in là con quella di Genova; a; ed è proprio al Monte nte Chiappo, con i suoi 1699 metri, cui spetta il compito di fare da “cippo” dii confine, ed è da qui che parte anche che il crinale che divide la Val al Curone dalla Val Borbera. era.. Proprio a questo crinaale voglio dare risalto o in questa occasione,, sulla sua dorsale tro-viamo il Monte Gia-rolo, il Monte Panà, il Monte Gropà e il Monnte Ebro che con i suoi 1701 metri èil più alto o della nostra provincia. Il Chiappo e l’Ebro sono due montagne erbose trapezoidali e tondeggianti, le praterie sommitali sono visibili dalla pianura tortonese e alessandrina. La posizione panoramica delle loro cime permette di osservare da una parte l’intero arco alpino dalle Alpi Marittime, alle Alpi del Triveneto e dall’altra il Mar Ligure con la costa genovese e savonese. Il colpo d’occhio verso sud-est ci fa apparire le cime importanti

dell’appennino settentrionale quali il Monte Lesima, il Monte Alfeo e più lontano il Monte Maggiorasca e il Monte Penna che svettano nella Val d’Aveto. Seguendo il percorso sul crinale tra il Chiappo e l’Ebro si attraversano praterie altitudinali, dove a primavera si susseguono esplosioni di colore dovuti a numerosissime specie floreali, alcune molto rare per l’Appennino. Gli spazi aperti si alternano a zone boschive, che vedono la presenza di faggi, sorbi montani, aceri di monte accompagnati ad arbusti quali il biancospino. La fauna di queste praterie fiorite è particolarmente ricca di lepidotteri diurni, tra le quali emergono specie di farfalle di ascendenza alpina. Tra gli uccelli nidificatori troviamo invece specie steppiche, mentre nella parte sommitale del Monte Chiappo è attualmente presente

T U T T I

Le montagne sono sempre al loro posto, sovrastano e dividono ccontinenti e nazioni, razze e culture. Ogni territorio, regione o provincia O www. a una buona popolazio-passodopopasso. ha le proprie montagne, dove ne di mar-il tempo trascorre senza clamori eu motte. La con ritmi diversi da quelli a cui siamo co presenza di aree umide, anche di piccole abituati normalmente, le vallate sono estensioni consente l’esistenza di anfibi, tra i quali la rana montail nostro rifugio per ritornare na. Questa dorsale che appunto è a provare emozioni e sensazioni che caratterizzata dalla presenza del Monte Chiappo e dal Monte Ebro, solo la natura ci può dare. Allora che distano circa un’ora di cammiperché non conoscere e approfittare di no uno dall’altro, la salita a questi monti è alla portata di tutti e le vie quelle che sono le nostre montagne? di accesso sono numerosissime. Raggiunto il crinale ci si può muovere in tutta sicurezza lungo le decine di chilometri con lievi saliscendi. Il Monte Chiappo è raggiungibile anche in seggiovia partendo da Pian del Poggio o attraverso i numerosi sentieri che si inerpicano dal versante della Val Borbera. Per rimanere in territorio alessandrino vi voglio proporre quella che, secondo il mio punto di vista, rappresenta la via di accesso più comoda e versatile per raggiungere questo ambiente. Da Tortona prendere la SP 100 che sale per la Val Curone fino a giungere al bivio che

ci fa lasciare la strada che porta a Caldirola per imboccare sulla sinistra in direzione Montecapraro e Salogni. Oltrepassato l’abitato di quest’ultima località caratterizzata da accentuati tornanti si lascia un pilone votivo sulla sinistra per poi trovare poco più avanti una strada secondaria asfaltata che si imbocca in salita sulla sinistra. La strada prosegue inerpicandosi e guadagnando quota velocemente, considerando la larghezza della carreggiata e le curve strette è da affrontare con

attenzione. Durante la brutta stagione e in presenza di neve, non è consigliato percorrerla se non si hanno mezzi 4x4 e dimestichezza con la guida impegnativa. Dopo pochi chilometri, si raggiunge uno slargo abbastanza pianeggiante nei pressi di alcune stalle, da qui parte il sentiero n.° 113 che porta al Rifugio Orsi (1397 mt.) che è situato su un altopiano immerso in una splendida faggeta. La struttura è completamente rivestita da pietra e legno ed è fornita di una piccola stanza adibita a rifugio di emergenza, mentre la struttura ricettiva è aperta nei fine settimana e nei mesi di luglio e agosto. Giorgio Pieri

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16 GIUGNO 2010

MODA

Ma cosa ti sei messo?! Tutto quello che avete sempre pensato dei politici alessandrini e non avete mai osato dire “Qualcuno sa dirmi perché il mio caffè non è ancora qui? La mia assistente è morta per caso?”

di Miranda Priestly, “perfida” direttrice della rivista di moda Runway

i

nformatori fidati mi hanno riferito le reazioni dei politici di cui abbiamo parlato in questa rubrica il mese scorso e non sono decisamente delle migliori: minacce di non comprare più spazi pubblicitari da parte del Comune, di contattare l’ordine dei giornalisti (per dire cosa poi non si sa…), riunioni di partito il cui primo punto all’ordine del giorno era l’analisi de La Pulce (come se nel territorio in cui viviamo non ci fossero problemi ben più importanti ed urgenti), insomma, nessuno ha seguito i miei consigli, ovvero cercare di leggere la rubrica con un po’ di autoironia…l’unica ad averla presa bene, telefonando addirittura in redazione per ringraziarci, è stata Manuela Ulandi ma d’altra parte lei era il meglio del mese. Ho quindi deciso che, a partire da questo numero, sarà la madrina, nonché guida spirituale, della rubrica. Cari politicanti, mettete da parte le minacce (non siamo mica a Teheran!!!) e cercate di vestirvi decentemente, questa è l’unica vera arma di difesa che avete a disposizione. Fortunatamente qualcuno ha iniziato a farlo seguendo i miei preziosi consigli e mi riferisco a Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Sempre i soliti informatori mi hanno riferito che il Presidente del Consiglio Comunale, dopo le dure critiche ricevute il mese scorso, ha finalmente iniziato a curare di

più l’abbigliamento e l’immagine, prediligendo completi scuri e cravatte in tinta. E bravo Cuttica, se continuerà così la sottoporremo presto a un esame di riparazione. Ma entriamo finalmente nel vivo della rubrica. Nonostante il clima polare di un inverno particolarmente rigido e interminabile, il caldo è finalmente arrivato e con lui anche la famigerata prova costume. Tra i politici c’è chi si è portato avanti

da diversi mesi per superarla a pieni voti. Stiamo parlando ovviamente di Paolo PresidenFilippi, te della Provincia di Alessandria. Come molti di noi hanno notato già da tempo, il nostro Filippone si è improvvisamente trasformato in un Filippino (nel senso di una versione estremamente light di sè), abbandonando così le taglie forti. Il cambiamento è stato radicale, sicuramente gli ha giovato alla salute e all’immagine ma ora gli consigliamo di fermarsi, inizia a sembrare un po’ sciupato… ma soprattutto, carissimo dott. Filippi ci riveli qual è il segreto di un dimagrimento così portentoso! Si tratta forse di un bypass gastrico? Di una fantozziana dieta da lager nazista?? O si è fatto impiantare una tenia come la Callas??? Nel caso in cui si tratti di una tecnica di sua invenzione Le consiglio di brevettarla subito, potrebbe rivelarsi una miniera d’oro! Noi intanto Le forniamo lo spunto per i depliant e il materiale informativo con le tipiche foto “prima e dopo la cura”. Infine, mi tolga un altro dubbio, oltre ad essere dimagrito, si è anche allungato? Glielo chiedo perché ho notato in questa foto che la lunghezza dei suoi pantaloni è praticamente a ¾.

Santa Ulandi, potrettrice del buon gusto e dello stile, aiuta i nostri politici a vestirsi con classe e dignità. Amen!

Il meglio del mese Il meglio di questo mese è ale il Consigliere Comunale Massimo Piccolo. Che he ffosse un uomo bello e afo fascinante ce ne eravamo accorti tutti già da tempo,, soprattutto quando du-rante la scorsa campagna elettorale per le elezioni amministrative aveva astutamente giocato sulla sua somiglianza con Claudio Baglioni, di cui, fortunatamente, non porta sul volto i segni della chi-to rurgia estetica. Trovo molto apprezzabile e azzeccata la prio scelta di sfoggiare il proprio colore naturale dei capelli, per altro bello. Meglio infattii un bel bianco come il suo che tinte mbaposticce dalle sfumature imbarazzanti e improbabili. L’abbigliamento è “azzardato” al punto ual ma giusto: bello il look casual curato ed elegante, così come i sivi. La colori accesi ma mai eccessivi. rberry polo manica lunga di Burberry denota un gusto spiccato per à l’abbigliamento di qualità mentre l’accostamento tra i pantaloni rosa pallido e le sneakers viola è decisamente trendy. Belli anchee to gli occhiali da sole. Questo re “piccolo grande” consigliere è promosso a pieni voti!


17 GIUGNO 2010

MODA Il peggio del mese Ma veniamo finalmente al peggio del mese: l’Assessore alle Politiche Curino, per la Famiglia Teresa Cur una donna che quando esce di casa nell’ar al mattino dimentica nell’armafemmin dio gusto e femminilità, Per analizzar Pe analizzare al meglio ill suo ((n (non) st stile a metà tra la Signorina Rotten Rottenmeie Rottenmeier di Hedii e Frau Bluche Blucher di Frankenstein Junior, ci serv servono ben due look diversi. diversi Partiamo da quello invernale, solita scansione testa-piedi: taglio di capelli spartano con permanente ormai spettinana e sfatta, tinta giallo polenta con vistosa ricrescita, giaccone oversize e squadrato di fattura scadente, quasi una cerata da pescatore più che un impermeabile, gonna scozzeze a pieghe lunga fin

Alcuni consigli preziosi per Teresa Curino

sotto il ginocchio dai colori mesti e triiiistiiii, scarpe basse alla Mary Poppins. E infine il dettaglio imbarazzante: l’ombrello verde Irlanda scassatissimo. Mi sorprende che in simili condizioni riesca ad essere ancora funzionale, oltre ad essere inguardabile. Unico elemento salvabile la pashmina rosa. E ora il look primavera estate…peggio che andar di notte! Tailleur marroncino, anche in questo caso troppo abbondante e sformato, con gonna altezza polpaccio, maglietta leopardata, scarpe di similserpente maculate con un accostamento di colori improbabile che varia dal celeste al sabbia, che mette in risalto le caviglie grosse. Una vera tragedia!

Una maggiore cura per i capelli, sia per quanto riguarda il taglio che il colore ma soprattutto il guardaroba è da cestinare completamente e da sostituire con l’aiuto di un bravo personal shopper che sappia rendere l’immagine della Curino più femminile e meno stile “rigida educatrice/catechista bacchettona”. In ogni caso, auguri allo (s)fortunato, qui di lavoro da fare ce n’è fin troppo!

E per questo mese “è tutto”. Per commenti scrivete a: m.priestly@lapulcenellorecchio.it


18 GIUGNO 2010

OLANDESI

Per gli Olandesi piantiamo tulipani e... Maria Io e il mio amico Ettore, ex ragazzo col quale all’età dei pruriti si facevano strepitosi viaggi culturali in Europa (siamo stati, in ordine alfabetico dalla A alla B, ad Amsterdam, Barcellona e Bruxelles), ci siamo trovati l’altra sera a ragionare su uno dei più scottanti temi d’attualità riguardanti la città di Alessandria. Abbassi la mano chi sta pensando ai grigi. E anche chi fa riferiento a ponte Meier che prima o poi arriverà o al cantiere di corso Roma che prima o poi se ne andrà. Lo scottante problema si riferisce al turismo. Tutto fa riferimento a una domanda essenziale: perché gli alessandrini che vanno ad Amsterdam si fermano là almeno per qualche giorno, mentre gli olandesi che vengono ad Alessandria approfittando dei grandi vantaggi di Autozug, non fanno due passi che sono due qui, ma si dirigono immediatamente verso altre località, immaginiamo Torino, Milano, Genova, perché non si hanno notizie di flussi turistici verso Cereseto, Gavonata o Torre Calderai? Io avevo in mano un articolo di giornale che spiegava che gli olandesi qua non si fermano. Quello che vedono di Alessandria è la stazione. Magari gettano lo sguardo un po’ più in là verso lo scalo ferroviario, pensando che la nostra città sia tutta così, e non sapendo che, invece, in certe zone è anche peggio. Leggevo il giornale e dicevo a Ettore: “Però, questi olandesi... Arrivano qui con l’auto portata dal treno, e va bene. Ma prima di andare a vedere Torino o Milano, o ingolfarsi nella meta turistica più rinomata della notra zona (ovviamente è l’Outlet di Serravalle, bisogna ricordarlo?), potrebbero trascorrere un’ora da noi. Comprano un parking voucher, grattano, parcheggiano dove trovano, si fanno un po’ di corso Roma, la

Alessandria è troppo poco appetibile per chi è abituato a ben altro piazzetta, via dei Martiri, piazza della Libertà, raccolgono in terra qualche tessera del mosaico di Severini, vanno a vedere se il museo del cappello è aperto (ah ah ah), se sono fortunati possono andare al concerto dei Sonohra (se arrivano il 12 giugno, più che altro), si fanno un aperitivo, prendono una pizza, si ingozzano in un ristorante cinese... e poi che vadano dove li porta il cuore”. Questo dicevo a Ettore, ricordandogli che noi che siamo stati da Amsterdam a Bruxelles non è che abbiamo preteso di vedere il Louvre (che a Bruxelles non c’è) o di fare immersioni per ammirare i coralli (ricordo poche cose di Amsterdam, ma escludo ci fossero coralli nei suoi canali). Dunque, come al tempo dei pruriti ci accon-

Per convicere i turisti a rimanere ad Alessandria? Usiamo i segnali... di fumo! tentavamo noi, che si accontentino loro oggi, che è pure epoca di crisi. Che pretendono in epoca di crisi? Che un ponte si faccia schioccando le dita? Belle pretese hanno questi olandesi maleducati... che arrivano ad Alessandria e se ne vanno subito, perdendosi piazza Genova e l’Arco di via Dante. Sti tulipani che non sono altro. Dicevo questo al mio amico Ettore. D’un tratto, però, lui mi fulmina con lo sguardo di chi sa cosa bisogna fare. Il mio amico Ettore che ha studiato un po’ filosofia (secondo me per corrispondenza, comunque l’ha anche insegnata in una scuola privata: un suo allievo adesso si droga) e che ha una visione del mondo molto più ampia di quella di Calderoli, di solito trova una soluzione intelligente a fronte di quesiti di natura esistenziale. Mi dice semplicemente: “Se gli

italiani vanno all’estero e cercano cose italiane, sperimentando la pizza ad Haiti e pretendendo il caffè con la napolenata a Lubecca, noi per tratterenere i turisti olandesi dobbiamo pensare a cosa va forte in Olanda”. Non la pizza, non il caffè con la napoletana, penso subito. La cosa successiva che mi viene in mente è Ruud Gullit, che nemmeno so che fine abbia fatto. Ci penso un attimo... una folgorazione!! Guardo Ettore con un’espressione che assomiglia a un “lo so, perché non ci ho pensato prima?”. Ettore capisce e annuisce. Capisce che ho capito. Ma quando, finalmente, gli dico “i tulipani! Piantiamo tulipani dappertutto!”, mi rifila un vaffa che neanche pensavo potesse esistere con quell’intensità. Vorrei aggiungere: “Tulipani agli Orti, in piazza Basile, al Norberto Rosa, fino a Cabanette”... ma non faccio in tempo, stroncato dall’insulto. Capisco che non avevo capito. Ma dato che sono uomo di mondo, dalla A alla B, appena Ettore mi mima un paio di cose con gesti eloquenti, arrivo alla soluzione: ma certo, marijuana e vetrine. L’Olanda è nota per i caffè in cui si può fumare ‘maria’ senza problemi e anche per quei negozi in cui si vende carne, pur non trattandosi di macellerie,

con belle donnine in esposizione. Ma certo, certo! Altro che tulipani! Ci sono un sacco di locali sfitti, in centro. Convertiamoli a qualcosa di produttivo, con una giustificazione su cui neanche il più oppositore degli oppositori avrebbe da ridire, in nome del turismo e dell’economia. Dal momento che, con questi chiari di luna (non parlo di Alessandria, ma in generale) un po’ tutto va in fumo, per non dire a puttane, ebbene, cerchiamo di sfruttare l’occasione e di non perdere il treno. Treno che, conclude lo scienziato Ettore, porterà i turisti in una città che non se li farà scappare. E il fatturato si impenna. Gennaro Valotto

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19 GIUGNO 2010

IL MORSO DELLA PULCE prendetevela pure... ma sul ridere

Alessandria e i luoghi comuni Parole sante o frasi irriverenti? Ecco un elenco di luoghi comuni che almeno una volta nella vita abbiamo detto o sentito su di noi Alessandria, se si abbattessero tutti i ponti su Tanaro e Bormida, diventerebbe un’isola (meglio di no, che poi Simona Ventura ci manda i famosi) Ad Alessandria c’è sempre la nebbia (lo diceva sempre mia zia. Poi ha scoperto di avere la cataratta da dieci anni) Una volta Alessandria era chiamata la città della paglia (e gli abitanti pagavano l’Ici con le macine del Mulino Bianco) Il Ponte Cittadella faceva da “tappo” (si poteva risolvere il problema col Guttalax) A Umberto Eco piace la farinata (quando si supera l’età per la gnocca si ripiega sul mangiare) Le sorelle Parodi hanno imparato a fare giornalismo ad Alessandria (evidentemente hanno disimparato strada facendo) Secondo un’antica leggenda, dal rione Cristo parte un tunnel che arriva fino alla Cittadella (ecco dove è finito il Pd alessandrino) Ad Alessandria non succede mai nulla (poi è arrivata l’alluvione del ‘94 e abbiamo imparato a stare zitti)

Alessandria era al centro del triangolo industriale (ora è nel mezzo del pentagono della cassa integrazione) Gli alessandrini che diventano famosi prima o poi lasciano la città natale (il problema è che poi tornano) Se vuoi avere successo nella vita, devi andare via da Alessandria (per esempio fuggire alle isole Cayman, con un passaporto falso) Gagliaudo cacciò l’invasore straniero semplicemente con una mucca (non ditelo al ministro Maroni, altrimenti sostituisce le auto della Polizia con le frisone olandesi) San Baudolino parlava alle oche (per questo motivo gli amici lo avevano soprannominato “Lele Mora”) Virginia Marini imparò a fare l’attrice esibendosi davanti allo specchio (ci ha provato anche Martina Stella, ma lo specchio si sganassava dalle risate) Andrea Vochieri a 27 anni emigrò a Barcellona, poi tornò ad Alessandria e lo fucilarono (furrrboo!!!) Fabu

Sembrava già fatto lo scambio Mourinho-Benitez tra l’Inter ed il Real Madrid all’indomani della vittoria dei nerazzurri in Champions League. Ma se Mou non ci ha pensato due volte a scappare dall’Italia, Moratti ha incominciato a tergiversare sulla nomina del nuovo Mister. Richieste economiche troppo elevate, scambi di giocatori ancora da perfezionare? Problemi dell’ultima ora? Niente di tutto questo. Pare che il paperone a strisce stia ritornando sui suoi passi, dopo aver visto all’opera un altro Special One. Fa più magie di Herrera, ha più verve di Mourinho e più dimestichezza con i numeri di Oronzo Canà (altro che 5-5-5!) messi insieme. In più riesce a modificare la classifica

ed influenzare gli arbitri meglio di Moggi, semplicemente stando seduto in ufficio. Con grande risparmio sulla bolletta del telefonino. Si chiama Luciano di nome ma non è brasiliano (sarebbe l’unico italiano all’Inter). Di cognome fa Vandone. Si, l’assessore al bilancio del comune di Alessandria. se con Benitez non dovesse trovare l’accordo giusto, Moratti ha già pronto l’asso nella manica. Il presidente interista avrebbe confidato. “VandOne potrebbe fare al caso mio. Ha i numeri giusti... Mal che vada mi fa sparire qualche milione di euro dai debiti della squadra, dando la colpa al quarto uomo”. Abra cadabra. Rafa Benitez in confronto è un allenatore da oratorio.

SCAMBIO VANDONE-MOURINHO L’ Assessore in forse per un... nuovo incarico


20 GIUGNO 2010

SESSO

Il corpo femminile: un'opera d'arte Arte o pornografia? Per Irina c’è più volgarità in TV. Il corpo di una donna è il miglior soggetto artistico: curve e sensualità

Con una mano si alza lentamente la maglietta mostrando il seno sodo nel fiore degli anni. L’altra scende verso il basso, sfiora il ventre e si insinua sotto gli slip. Autoerotismo femminile immortalato in una delle tele psichedeliche più efficaci di Irina, artista a tutto tondo di Ovada, che spesso sceglie soggetti e dettagli sensuali, erotici. Particolari fetish o sadomaso sono all’ordine del giorno. Donne legate, bustini o reggicalze in evidenza. Quadri che si trasformano quasi in insegne al neon di ammiccanti locali notturni. Basta un tocco per emozionare lo spettatore, incerto se imbarazzarsi per il soggetto esplicito o godere della bellezza

del quadro. L’ispirazione, confessa l’artista, arriva all’improvviso, guardando un film o curiosando tra gli scaffali di un sexy shop. “Passo delle ore a cercare l’immagine giusta”, dice, trovando più che normale guardare materiale hard o dipingere peni in erezione. “Colgo l’attimo di una sfilata di moda, in un allenamento in palestra, nel corpo in azione”. Sempre

Autoritratti hot, corpi di amiche o ispirazioni che nascono anche nei sexy shop

alla ricerca dell’immagine perfetta, le piace immortalare il corpo femminile che sprigiona sensualità ad ogni curva, con un movimento o un certo abbigliamento che sottende - a volte in modo più che esplicito, però - chissà quali fantasie. Arte o pornografia? “C’è più porno in tv che nei miei quadri”, ribatte sicura: “Come si fa a rimanere offesi da un corpo nudo?”. Esegue anche dipinti su ordinazione, anche non a carattere erotico. Quando

si serve di modelli in carne ed ossa non va molto lontano: “Sono amiche che mi conoscono bene”. Ma tra le opere acriliche su tela si nascondono autoritratti. Ancora donne. “Le curve, il corpo, le posizioni. Il gentil sesso “rende” di più. “Un uomo o è palestrato o sono tutti uguali”. I suoi biglietti da visita le creano non pochi problemi. D’altronde si vedono due mani femminili legate da manette, sopta un perfetto Lato B, appena coperto. I maschietti che chiamano pensano a ben altri servizi. “L’ennesimo maniaco mi ha contattata. E per di più è sposato. Che tristezza gli uomini...”. Molto meglio le donne. Aldo Monta

Feste trasgressive over 30 Spopolano le notti estreme dove la normalità è l’eccesso... di divertimento. Sconsigliato a chi non ha larghe vedute o si vergogna... Il venerdì lasciate a casa i ragazzini. La notte è over 30! Giochi erotici, equivoci, burlesque, fetish. Tutto quanto è considerato dalla società in giacca e cravatta “trasgressivo” viene riproposto nei vari locali e discoteche, pronte a far divertire in modo decisamente non convenzionale. Sono le serate Pepper&Chic e, nonostante l’organizzazione artistica sia di un nostro conterraneo (l’ovadese Enrico Santamaria aka Santy, art director della Cool-Made Agency, ma l’idea è del “boss” genovese Luca Risso) la trasgressione è esportata in locali della Riviera, dove anche molti alessandrini fanno la spola nel week- end, alla ricerca di qualcosa di nuovo e stuzzicante. Il venerdì notte per un pubblico decisamente adulto e vaccinato, dicevamo, per chi ha voglia di lasciarsi andare e fare esperienze diverse, nuove, colorate. Pepper & Chic si presenta ogni setti-

mana come un nuovo e variegato palcoscenico dove, in base alle serate a tema (tacchi a spillo, latex, bondage, sexy dolls...) gli artisti mettono in scena uno spettacolo continuo, fino a tardi, che coinvolge i presenti in un unico momento, libero dai freni inibitori. Alla consolle si può contare su due djs storici dell’ambito genovese: Mimmo Roselli e Nando Galli, deputati a curare la musica house fashion. Presenze fisse del palinsesto sono Yunelleska, performers internazionale proveniente dalla scuola milanese di Pervert, a cui è affidata la gestione del palco e la voce irriverente e scanzonata della drag queen Jasmine Jhons che ama giocare sugli equivoci e sulle trasgressioni del pubblico. Pepper & Chic ha rotto gli schemi ed ha creato un precedente che, siamo sicuri, attecchirà anche qui da noi, che siamo

un po’ restii alle serate estreme, ma ben propensi a macinare chilometri per sballarsi chissà dove. E’ stata così sdoganata la trasgressione (ma sempre in un ambiente selezionato e curato quasi come un salotto di casa dove tutto, o quasi, è permesso). Fantasia, malizia ed eccessi, sempre con la testa sul collo. Ci si ritrova cosi a vivere serate con vasche di cioccolato da cui emergono procaci pin up ad autentiche scene di dominazione in chiave fetish dove l’uomo è oggetto delle perversioni sessuali della donna, occasioni dove la sessualità, a volte dubbia, dei performers viene accentuata per far chiacchierare il parterre del clubbing presente o dove un normalissimo lollipop scatena il divertimento del danceflor…questo è Pepper & Chic... tutto quello che non potete nemmeno immaginare! (A.M.)


21 GIUGNO 2010

GIOCA CON NOI!

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Le definizioni in grassetto sono a “tema” a” sulla provincia di Alessandria

IL PERCORSO

della Pulce

ORIZZONTALI 2) Matematico e astronomo... del Liceo Classico. 13) La squadra nerostellata. 15) La fine della cavea. 16) Gioca il derby con la Samp. 17) Acceso, sugli interruttori. 18) Automobilista ed imprenditore alessandrino. 20) Si lancia per chiedere aiuto. 22) Simbolo chimico dell’oro. 23) Isernia per l’ACI. 25) Il lavoro dei latini. 28) Gran Turismo. 29) Leggendario brigante di Spinetta Marengo. 31) Giornalista di Alessandria di Cotto e Mangiato. 36) Si corre in primavera per le vie della Città. 37) E’ a forma di stella, sulla sponda sinistra del Tanaro. 38) Si cita con i se. 39) Le consonanti nell’atrio. 40) Mezzo sui binari. 43) Porticato per filosofi. 44) Antico Foro romano.

Partendo da CORSO fino a OUTLET, inserire le parole riportate in fondo, seguendo un ordine logico o grammaticale.

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trova le differenze

1) Ha scritto il Pendolo di Focault. 2) Iniziali del regista tetarale Strehler. 3) Il nome di Anderson dei Jetrho Tull. 4) Nome russo. 5) Identifica un tipo di vetrata per esterni. 6) Espressione piemontese per “non è vero”? 7) Servizio militare di leva. 8) Polisportiva “Vela” di Alessandria (sigla). 9) Sistema operativo per Mac. 10) Associazione Nazionale Sociologi. 11) Lo dice chi non è d’accordo. 12) I confini dell’Albania. 14) Il partito di Fini. 19) Ci sale chi vuole insegnare. 21) Li perdi dalla patente. 23) Nativo dell’America Latina. 24) Legume originario della Cina. 25) In mezzo alla roba. 26) Frutto... vellutato. 27) Il dipartimento delle dipendenze dell’Asl. 28) Famoso è quello di Cercenà. 29) Fumettista italiano. 30) Banca vaticana. 32) estensione di un file audio. 33) Si ripete in una mosca fastidiosa. 34) Ha sede legale nel Monferrato. 35) Soprabito invernale... dei nostri nonni. 38) Mantova sulle targhe. 41) In mezzo al mare. 42) Capoluogo lombardo (sigla).

OUTLET CIRCOLO | SALDO | GENOVA | MOZZARELLA | ROMA | ARTICO | SARDO | PIAZZA | CALCIO | PIZZA

Le soluzioni del Cruciverba e del Crucipuzzle saranno pubblicate nel prossimo numero. Per Trova le differenze... Gira pagina!

CRUCIPUZZLE MANDROGNO ACNA ANPI

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ARENA ARGINE La foto 2 ha 10 differenze rispetto alla foto 1. Trovale!

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BONADEO CAMPI CINEMA CIVALE DON SORIA FANTINI FARINATA GIARDINI LU MIGLIARA NEVE PANISSA PIEMONTE PIOVERA SANTO TENNIS VINCI

Cercate le parole contenute nello schema (in orizzontale, verticale, da destra a sinistra e da sinistra a destra, dall’alto in basso, dal basso in alto ). Le lettere rimanenti formeranno la “chiave”.

VINI

CHIAVE (8): Roberto, giornalista e scrittore alessandrino.


22 GIUGNO 2010

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Macchina fotografica Canon AE-1 con obbiettivi ed accessori e cavalletto, con borsa portatutto. Come nuova degli anni ‘70\’80 a 89 €. 0131.226152.

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Studente universitario in matematica impartisce lezioni di matematica per elementari, medie superiori per recuperi e compiti delle vacanze. per contatti 349 8448297. Prezzi modici.

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Pulce nell’Orecchio

TESTO DA PUBBLICARE

categoria n.

Indice delle categorie AUTO-MOTO 01 - AUTO VENDITA/ACQUISTO

Cognome

02 - CICLI E MOTOCICLI 03 - ACCESSORI

Nome

04 - CAMPEGGIO E NAUTICA 05 - MACCHINE AGRICOLE

Via

IMMOBILIARI Città

10 - ALLOGGI VENDITA/AFFITTO 11 - CASE VENDITA/AFFITTO

Tel.

12 - CASE VACANZA VENDITA/AFFITTO 13 - ATTIVITA’ COMMERCIALI

NB. In conformità alla legge 675/96 autorizzo il trattamento dei miei dati personali.

Compilare, in stampatello leggibile, in tutte le sue parti.

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14 - RUSTICI E TERRENI LAVORO 20 - LAVORO CERCASI

LA PUBBLICAZIONE DELL’ANNUNCIO E’ SUBORDINATA ALL’ACCETTAZIONE DELLA DIREZIONE. LA PULCE NELL’ORECCHIO NON E’ RESPONSABILE DELLA QUALITA’, VERIDICITA’, PROVENIENZA E PUNTUALITA’ DELLE INSERZIONI E NEPPURE PER LE CONSEGUENZE DIRETTE E INDIRETTE CHE POSSONO DERIVARE DALLA NON CORRISPONDENZA DEI DATI RISPETTO ALLA REALTA’.

21 - LAVORO OFFRESI 22 - LEZIONI PRIVATE MERCATINO

TUTTI GLI ANNUNCI SONO PUBBLICATI SOTTO L’ESCLUSIVA RESPONSABILITA’ DELL’INSERZIONISTA E SONO INSERITI A TITOLO GRATUITO.

30 - ABBIGLIAMENTO

I LETTORI SONO INVITATI AD ACCERTARSI DELLA PROVENIENZA DEL BENE CHE SI INTENDE ACQUISTARE ONDE EVITARE DI INCORRERE NEL REATO DI “INCAUTO ACQUISTO”.

31 - TECNOLOGIA 32 - ANTIQUARIATO E COLLEZIONISMO

PER INVIARE IL COUPON: per posta, in busta chiusa, a: La pulce nell’Orecchio - Piazzetta Monserrato, 6 - 15121, Alessandria Via fax al numero: 0131 481374; via e-mail a info@lapulcenellorecchio.it.

33 - ARREDAMENTO 34 - ANIMALI 35 - VARIE



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