Quest’anno sarà ricordato per due date storiche: il 19 e il 26 giugno, rispettivamente la definitiva approvazione dell’autonomia con il voto del Parlamento e la promulgazione della legge, con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ne fissato la piena operatività dal 13 luglio. Ma ce ne è anche una terza: il primo luglio, giorno in cui con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Veneto ha chiesto la riapertura del tavolo di confronto per l’attuazione dell’autonomia differenziata, secondo quanto previsto dalla Costituzione. Con questa lettera si riprende la trattativa sulle nove materie per cui non è prevista la definizione dei Lep, alle quali si affiancano quelle previste nella pre-intesa siglata ancora nel 2018. Il Veneto è pronto e dimostra di credere fermamente nella devoluzione delle competenze. Di fronte alla necessità di dare risposte sempre più adeguate ai cittadini, infatti, è nell’oggetto sociale di un governatore aspirare a ulteriori ambiti di attività. Siamo consapevoli che il percorso dovrà essere graduale perché impone una valutazione attenta per l’attribuzione di ogni singola materia e delle funzioni. Se da sempre abbiamo affrontato 23 dossier, ognuno per una materia, è stato perché ci ha permesso di poter trattare ampiamente con cognizione di causa l’argomento e presentare una proposta di autonomia differenziata che sia di efficienza, responsabilità e vicinanza ai cittadini. aIl momento di mettersi alla prova è arrivato. Come Veneto siamo disposti a gemellarci da subito con una Regione del Sud che intenda testare assieme questa riforma che per noi significa equa distribuzione del benessere e non del malessere.
Bortolato (Mogliano Veneto) e Durighetto (Zero Btranco) fanno bis. A Preganziol vince la continuità, a Quinto di Treviso si cambia
La riforma
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AUTONOMIA, SI FA SUL SERIO IL VENETO APRE LA TRATTATIVA
Dopo il via libera al disegno di legge e l’approvazione di Mattarella parte la prima richiesta ufficiale
Servizio a pag. 17
UN “COLPO DI SCENA” PER I TRE TEATRI VENETI
Al via la nuova rassegna messa a punto dal Teatro Stabile del Veneto, in arrivo 80 spettacoli e grandi nomi
Servizio a pag. 19
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SBye bye “galleggiamenti”
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
aranno state le proteste via via sempre più insistenti e numerose, soprattutto dopo la fine della pandemia, sarà che gli investimenti messi in campo l’anno scorso per le assunzioni e una migliore organizzazione iniziano a dare i loro frutti, fatto sta che sul fronte delle liste d’attesa nella sanità pubblica qualcosa si è mosso, in questi ultimi mesi. I numeri diffusi ad inizio luglio sembrano confermare questa tendenza.
segue a pag. 5
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L’estate non è ancora finita
“L’estate sta finendo”, cantavano i Righeira. Dopo il grande successo della tradizionale festa sul Sile, organizzata dalla Pro loco di Quinto di Treviso e giunta alla sua 38esima edizione, e le numerosissime tappe di Sile Jazz, che con la sua musica ha animato le serate di molti comuni della Marca trevigiana, restano tuttavia ancora due importanti appuntamenti prima della conclusione della stagione calda, organizzati dalle associazioni del Comune di Zero Branco.
Il 15,16,17 e 18 agosto è in programma nella frazione di Scandolara la tradizionale Sagra di San Rocco, organizzata dall’omonimo gruppo parrocchiale San Rocco e giunta alla sua 41esima edizione: quattro giorni di ottima cucina e buona musica per divertirsi con tornei, animazioni per i più piccoli e tanto altro ancora.
Dal 30 agosto all’8 settembre sarà invece la volta della kermesse che lo scorso anno ha ricevuto da UnpliUnione Nazionale Pro Loco d’Italia il marchio Sagra di qualità: è la tradizionale “Sagra del peperone” di Zero Branco, organizzata dalla Pro loco di Zero Branco e giunta ormai alla sua 57esima edizione, che sin dal 1968 offre degustazioni, buona musica e divertimento assicurato, al punto da poter essere considerata precursora di numerose altre sagre nate negli anni successivi. L’inaugurazione avverrà sabato 31 agosto in via Martiri, ma tante serate in buona compagnia attenderanno i partecipanti all’evento: saranno insomma, come ogni anno, 10 giorni di grande festa per tutte le età.
Pronti dunque per continuare a festeggiare? L’estate non è ancora finita.
Gaia Zuccolotto
Restano due grandi eventi prima di chiudere la stagione estiva
Bye bye “galleggiamenti”
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Come già avevamo annunciato il mese scorso la curva delle prestazioni in attesa per esami e visite specialistiche continua a scendere negli ultimi mesi. I cosiddetti “galleggiamenti” sono ormai pressoché azzerati, assicurano i vertici della sanità regionale, per le prestazioni urgenti, quelle da garantire entro 10 giorni, mentre quelle con priorità a 30 giorni sono passate dalle 82.811 di maggio 2023 alle 13.913 dello scorso fine maggio, con un calo dell’83%. Sono scese del 62%, invece, le attese per visite ed esami da garantire tra i 60 e i 90 giorni, passate da poco meno di 75 mila alle attuali 28 mila.
Scendendo nel locale, in alcuni territori va meglio, in altri restano delle criticità, soprattutto dove mancano strutture e dove c’è ancora carenza di personale, come denunciano le organizzazioni sindacali che continuano a chiedere maggiori investimenti nel pubblico e meno ricorsi alle strutture private. Dai singoli direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere fino al presidente della Regione tutti assicurano che il “dirottamento” delle prestazioni nelle strutture private resta l’ultima spiaggia, una scelta necessaria solo quando non vi sono veramente altre alternative in ballo. E’ sensibilmente calato anche il numero dei pazienti che rinunciano alle cure nel pubblico, di fronte ai lunghi tempi di attesa, e si rivolgono ad ambulatori o cliniche private, pagando decisamente di più, pur di avere un riscontro in tempi più rapidi. Eppure la voce dei cittadini continua a farsi sentire, in particolare per le visite e gli esami più difficili da prenotare: ortopedia, dermatologia, oculistica, pneumologia e colonscopia, solo per citarne alcuni. A questo si aggiunge la maggiore distanza da affrontare per eseguire gli accertamenti, visto che le prenotazioni vengono assegnate a strutture lontane anche 50-60 chilometri dalla residenza del paziente. Ora, in soccorso degli operatori e dei cittadini, arriva anche l’intelligenza artificiale, in grado di incrociare centinaia di informazioni ed elaborare l’appuntamento “ideale”. Ben venga, purché al centro continui a rimanere la persona.
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continua da pag. 1
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Chiuso in redazione
8 luglio 2024
è ancora Davide Bortolato
M ogliano Veneto rimane in mano al centrodestra unito: a guidarla per i prossimi cinque anni sarà ancora Davide Bortolato, riconfermato sindaco della città con il 58,19% dei voti.
Bortolato, pensava di farcela già al primo turno?
“La preoccupazione di dover andare al ballottaggio c’era perché è sempre un rischio, ma per fortuna è andata bene al primo colpo e abbiamo ottenuto anche un risultato ampio e che ci dà soddisfazione”.
L’emozione per la vittoria è la stessa della prima volta o è maggiore?
“L’emozione è sempre tanta. I
“I moglianesi hanno riconosciuto il grande lavoro fatto negli ultimi cinque anni: ora l’intenzione è portare avanti le opere non ancora iniziate”
moglianesi hanno riconosciuto il grande lavoro fatto negli ultimi cinque anni e durante la campagna elettorale. Ora la nostra intenzione è portare avanti le tante opere non ancora iniziate, ma già ideate e finanziate e mettere in campo nuove progettualità per continuare a migliorare la nostra Mogliano in tutti i suoi ambiti e senza dimenticare nessuna zona”.
Ha dedicato la vittoria a una persona in particolare?
“Sì, a Nico Zane, che ci ha lasciato l’8 giugno: un bravissimo consigliere e un grandissimo uomo, sempre corretto e dai grandi valori. Soprattutto anche
una persona che sapeva star nel gruppo e fare squadra. Ci mancherà”.
Un bilancio della campagna elettorale.
“I miei sfidanti si sono concentrati nel fare campagna elettorale contro di me e il lavoro fatto dalla mia squadra e forse ne hanno un po’ pagato le conseguenze. Inoltre hanno fatto pochissime proposte e irrealizzabili. I cittadini hanno capito e il voto di scarto è stato grande, anche perché vincere al primo turno con due sfidanti non è facile”.
Anche se ce l’ha già anticipata, ci conferma la prima cosa che farà?
“Dedicheremo una piazza della città ai volontari. A Mogliano abbiamo tantissime associazioni e moltissimi cittadini attivi nel volontariato: vogliamo rendere merito a tutte queste persone con la dedica di una piazza che oggi non ha nome a loro”.
La priorità dei primi mesi di questo secondo mandato?
“Innanzitutto sono già partiti o partiranno a breve dei grossi cantieri: la riqualificazione di via Don Bosco, dalla chiesa al Terraglio, che verrà completamente ripavimentata; una pista ciclabile a Zerman che collegherà la chiesa, il cimitero e via Malombra e una seconda tra la località dei Torni e Mazzocco. Ancora, in programma l’avvio dei piani proposti anche durante la campagna elettorale tra cui il Biciplan, il piano delle piste ciclabili, il quale individuerà le zone in cui mancano e collegherà la rete di piste di oltre cinque chilometri che abbiamo costruito in questi anni”.
Marika Andreoli
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Il nuovo consiglio comunale tra conferme e novità
Dalle urne è uscito non solo il nuovo sindaco di Mogliano Veneto, ma anche la giunta e il consiglio comunale. Il braccio destro del sindaco sarà l’ex presidente della provincia di Treviso Leonardo Muraro (Lega), nel ruolo di vicesindaco. A lui gli assessorati alla sicurezza, protezione civile, mobilità e viabilità e servizi demografici. Insieme a Muraro Giorgio Copparoni (Piazza Civica), assessore alla cultura, turismo ed eventi e, novità, alle tradizioni locali e politiche agricole, Francesca Caccin (FdI), assessore alle politiche sociali, per la famiglia, pari opportunità, politiche abitative e rapporti con l’Ulss, Martina Cocito (Davide Bortolato Sindaco) assessore al bilancio e tributi, politiche educativi e giovanili e commercio e attività produttive ed Enrico Maria Pavan (Davide Bortolato Sindaco) assessore ai lavori pubblici, sport, risorse umane e comunicazione istituzionale. Al sindaco le deleghe ad edilizia e urbanisti-
ca, ambiente, rapporti con i quartieri, patrimonio e progetti strategici, oltre a tutti gli ambiti non espressamente delegati agli assessori.
Passando al consiglio comunale, entrano per la lista Davide Bortolato Sindaco Federico Severoni, Enrico Cerello, Roberto Zanardo, Francesca Morè e Maria TeresaPeroglio-Bolè; per la Lega Tiziana Eula e Alvise Toniolo; per Fratelli d’Italia Chiara Bortolato e Danilo Benvenuti; per Piazza Civica Edoardo Bison. Ancora, tra le file della minoranza, per il Pd, insieme a Giacomo Nilandi, Denny Castiglione, Irene Favaro, Chiara Giaggio e Laura Sartor a cui si aggiunge per Mogliano Bene Comune Elena Quiliquini.
Questi i nomi dei consiglieri per il prossimo quinquennio anche alla luce delle dimissioni di Carlo Albanese (Lega) e Massimo Zardetto (FdI). Nominato anche il presidente del consiglio comunale: sarà Enrico Cerello. (m.a.)
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di Virginio De Biasi
Mogliano Veneto
G iacomo Nilandi (candidato del centrosinistra) e Giuliana Tochet (candidata civica) non sono riusciti a battere il sindaco uscente Davide Bortolato: il primo si è fermato poco sopra al 36%, la seconda sotto la soglia del 6%. “La nostra è stata una sconfitta a testa alta, perché rivendichiamo quasi quattro moglianesi su dieci hanno votato per il nostro progetto; il Partito Democratico è il primo partito alle elezioni comunali con il 25,67% dei voti, dato più alto di sempre da quando è nato il nostro partito e infine perché esprimiamo un gruppo consiliare completamente rinnovato, composto in maggioranza da giovani under 35, con i risultati migliori in termini di performance personali tra tutte le liste” ha affermato Nilandi che si è subito complimentato con Bortolato per la vittoria “netta e inequivocabile”.
Poi su Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Azione: “hanno preferito
non partecipare alla partita o addirittura appoggiare il fronte avversario: forse a quest’ora con scelte diverse e più coerenti staremmo commentando un altro tipo di risultato. Speriamo che nei prossimi anni possano rivedere la loro posizione per allargare ulteriormente il perimetro del centrosinistra”. In ogni caso, niente rimpianti per
il candidato di centrosinistra: “In cuor nostro sentiamo di non aver lasciato nulla di intentato, questo ci ha permesso di allargare la nostra comunità politica, con più di 150 militanti e più di 20 mila euro di donazioni raccolte. Un patrimonio umano inestimabile, che non vogliamo disperdere e per questo non smobiliteremo il nostro im-
pegno, anzi correremo ancora più forte nell’interesse primo della nostra città”. Nessun rammarico nemmeno da parte di Giuliana Tochet che sui social ha scritto: “Ho tanto lottato perché non è facile essere solo civici, chi mi ha creduto era in gamba ma non politici, ho dovuto prima insegnare e poi partire, ho dovuto
correre per cercare di convincere i cittadini ma anche per depositare i documenti. Ho avuto colpi di coda da chi avevo creduto amico e da chi mi voleva far correre in solitaria mentre io credevo nello spirito di squadra”.
“Dopo mesi di intenso lavoro fra screzi e momenti felici - ha aggiunto - siamo arrivati a capire che per essere votati bisognava correre, i giovani non si erano resi conto di questo, lo hanno capito solo facendo i rappresentanti di lista durante lo spoglio”.
“Non ho raggiunto un gran risultato, ma sicuramente ho realizzato il mio scopo, ossia far capire quant’è importante il lavoro di tutto il gruppo. Spero tanto che questo sforzo li porti ad essere gli amministratori di un domani, con grande senso civico e Responsabilità” ha concluso la Tochet che ha ringraziato “i suoi ragazzi” e tutti quanto l’abbiano votata.
Marika Andreoli
Preganziol
La nuova sindaca. Elena Stocco, delfina dell’uscente Galeano, guiderà la città insieme alla vice Susanna Errico
Amministrazione al femminile:
è la prima volta nella storia
APreganziol per la prima volta nella storia vince il protagonismo femminile: con il 51,19% delle preferenze sarà Elena Stocco a guidare la nuova amministrazione. Non solo: a ricoprire il ruolo di vicesindaco sarà infatti un’altra donna, Susanna Errico, già assessore all’Istruzione.
“Una scelta che premia l’impegno e le doti umane di Susanna, che ha dato prova di saper svolgere il ruolo di assessore con competenza ma soprattutto con passione e spirito di squadra – ha dichiarato Stocco –. È la prima volta nella storia del nostro Comune che due donne raggiungano i ruoli di vertice, festeggiamo questo traguardo augurandoci che sia solo un punto di partenza e un esempio anche per altre realtà”.
Oltre a Stocco ed Errico – i cui referati saranno Politiche per l’istruzione; Politiche per la promozione della cultura civica; Spettacoli, manifestazioni ed eventi; e Politiche Partecipative –, faranno parte della giunta preganziolese anche altri nomi già noti: Paolo Galeano, già sindaco, sarà ora assessore a Bilancio, Sport, Lavori ed Opere Pubbliche, Edilizia Scolastica e Manutenzione, cura e gestione del Patrimonio Comunale; Stefano Mestriner si occuperà dei referati Urbanistica, Edilizia Privata ed Edilizia Residenziale Pubblica, Politiche Ambientali ed energetiche, Attività economiche, Turismo e Protezione Civile; e Fabio Di
Lisi manterrà il suo incarico come assessore a Cultura, Politiche per la mobilità, Politiche giovanili e Comunicazione, trasparenza e servizi informativi. Volto nuovo della Giunta sarà invece Maria Pia Trento, che seguirà Politiche per le famiglie e per la natalità, Politiche per la terza età, Politiche per l’inclusione sociale e Attuazione del programma.
Nel consiglio invece entrano per la lista Democratici per Galeano Sindaco: Ennio Carraro (Capogruppo), Renata Spigariol, Gabriella De Santis, Marco Malerba e Bruno Cescon; mentre per le liste Io Preganziol e Preganziol insieme: Stefania Carrer (Capogruppo), Andrea
Paglia, Marconato Denis, Sergio Polo e Sara Scattolin.
“È giunto ora il momento di voltare pagina e di iniziare con serenità e fiducia un nuovo cammino – ha affermato la neo sindaca –. Ora c’è molto da fare ed è necessario cominciare a lavorare da subito. Il mio intento è di essere il sindaco di tutte e tutti i preganziolesi e di operare esclusivamente nell’interesse della nostra città”.
Ed Elena Stocco non ha certo perso tempo, partecipando attivamente alla vita della sua comunità e dando anche comunicazione di nuovi lavori pubblici al via. Del resto, si sa, la determinazione è donna.
Gaia Zuccolotto
Il Comune riparte dalle frazioni: nuove asfaltature in arrivo
Elena Stocco parte dalle frazioni. Hanno infatti preso il via lo scorso 24 giugno i lavori di asfaltatura delle strade comunali di Sambughè e San Trovaso.
L’intervento interesserà dapprima la frazione di Sambughè, nella quale verrà rifatto il tratto di via Sambughè compreso tra via Lussu e piazza Tegon. “L’intervento – spiega la sindaca in una nota ufficiale – prevede, ove necessario, il rialzo e la messa in quota di pozzetti e chiusini esistenti, la fresatura dell’asfalto ammalorato esistente e la stesura di nuovo tappeto d’usura spessore 3 cm”. Gli interventi comporteranno una modifica provvisoria della viabilità, con l’installazione di un semaforo che regoli il traffico nel senso unico alternato.
I lavori però non si fermeranno qua. Seguiranno infatti nelle prossime settimane interventi anche lungo via Berto e via Don Mario Bortoletto a San Trovaso e infine verranno messe a nuovo anche via IV novembre e un tratto di via Manzoni nel capoluogo di Preganziol. (g.z.)
“Ora c’è molto da fare ed è necessario cominciare a lavorare da subito. Il mio intento è di essere il sindaco di tutte e tutti i preganziolesi e di operare esclusivamente nell’interesse della nostra città”
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Preganziol
Cestaro: “In amministrazione persone che stimo, ma faremo ricorso”
C
i è mancato così poco: il centrodestra non è riuscito a sfilare il Comune dalla presa salda della delfina di Galeano per poco più di 200 voti. Con il 48,81% delle preferenze, Gianni Cestaro ha mancato il bersaglio di poco.
“Purtroppo, nonostante il nostro impegno e la passione condivisa per il futuro di Preganziol, il risultato delle elezioni non è stato quello che speravamo, ma il nostro viaggio non finisce qui – ha affermato Cestaro all’indomani delle elezioni –. La nostra dedizione e il nostro amore per tutta Preganziol non si fermano di fronte a questo risultato. Continueremo a lavorare con la stessa determinazione e impegno nell’opposizione, perché crediamo fermamente nel valore di un dialogo costruttivo e nella necessità di rappresentare le vostre voci”.
Forse è proprio questa ferma intenzione dunque ad aver sospinto la decisione arrivata ad appena pochi giorni dal voto da parte del centrodestra di fare ricorso. Sì, perché se la vittoria di Elena Stocco è cosa certa, altrettanto sicura non è stata la ripartizione dei seggi, criticata dalla coalizione di centrodestra (formata dai partiti di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Coraggio Italia, Lega e la civica “Con Gianni Cestaro vince Preganziol”) che sostiene Cestaro: “A seguito di attenti e approfonditi controlli giuridici – si legge infatti in un comunicato stampa condiviso anche sulla pagina di Gianni Cestaro –, la Coalizione di centrodestra ha deciso di optare per proporre un ricorso contro l’attuale suddivisione del Consiglio comunale che prevede 11 consiglieri di maggioranza per il centrosinistra e 6 di minoranza per il centrodestra”. Alla base della scelta politica, quanto dichiarato dall’Art. 73 comma 10 del T.U.E.L. (Testo Unico Enti Locali) dispone che “Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al primo turno, alla lista o al gruppo di liste a lui collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60% dei seggi del consiglio, ma abbia ottenuto almeno il 40% dei voti
validi, viene assegnato il 60% dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altra gruppo di liste collegate abbia superato il 50% dei voti validi”.
“È dunque chiaro che l’attribuzione del “premio di maggioranza” al sindaco e alla sua coalizione/lista può avvenire “sempreché nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate abbia superato il 50% dei voti validi” e nel caso di Pregan-
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ziol i cittadini hanno effettivamente scelto l’attuale sindaca Stocco preferendo però nel complesso le liste del centrodestra – ha spiegato la coalizione –. Nel dettaglio, la prima cittadina ha complessivamente ottenuto 204 voti in più del candidato sindaco Gianni Cestaro (4.376 contro 4.172), ma le Liste a lui collegate hanno ottenuto oltre il 50%del totale dei voti validi (4.066 preferenze contro 4.059), quindi più di quelle a sostegno della Stocco. Attenendosi alla norma del T.U.E.L., dunque, ne conseguirebbe un’attribuzione proporzionale dei seggi in consiglio comunale portando così a 9 i consiglieri di centrodestra e a 8 quelli di centrosinistra con il conseguente caso del fenomeno della cosiddetta “anatra zoppa”, vale a dire un governo cittadino claudicante in quanto il sindaco si troverebbe a governare senza una maggioranza effettiva in suo supporto”.
Nonostante il ricorso, Gianni Cestaro ha comunque espresso il suo augurio alla nuova amministrazione nel corso della prima riunione del Consiglio comunale. “Un grande in bocca al lupo a questo gruppo di lavoro, composto da persone che io stimo, come ho sempre detto anche in campagna elettorale – ha dichiarato Cestaro –. Noi ci metteremo a disposizione per fare il nostro dovere: non siamo qui per fare ostruzionismo, ma per dare buoni suggerimenti per lo sviluppo dei vari programmi, perché anche se diversi sono stati redatti tutti per il bene della comunità”.
Ad accompagnare Gianni Cestaro nell’opposizione, dunque, salvo nuovi sviluppi legati al ricorso proposto al Tar, saranno dunque i consiglieri: Elio Tronchin (capogruppo consiliare della lista “Con Gianni Cestaro vince Preganziol”), Raffaele Freda (capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia), Sara Tolusso (Fratelli d’Italia), Filippo Vedovato (Fratelli d’Italia) e Valeria Salvati (capogruppo consiliare Lega Liga Veneta Preganziol).
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Storia e futuro s’incontrano nel progetto del nuovo Liceo Selvatico a Padova.
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tura e Seingim, mentre l’esecuzione
Tecno Crane è già stata protagonista di importanti progetti di riqualificazione all’interno dei centri storici di numerose città del Veneto. Lavori delicati e, talvolta, anche complessi considerato l’alto valore storicoartistico dei palazzi che il team di esperti montatori ha sempre affrontato dimostrando grande professio-
dell’edificio. Saranno presenti, oltre alle aule didattiche e laboratori artistici, anche uffici, archivi amministrativi, biblioteca storica e spazi espositivi per le collezioni storiche dell’Istituto. Nel progetto, anche la realizzazione di un auditorium indipendente da 150 posti per realizzare eventi culturali anche a scuola chiusa.
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“Ripartiamo dai cantieri avviati e da quelli che stanno per iniziare”
“N on mi aspettavo un risultato di questa portata. Ringrazio tutti. Siamo già pronti a riprendere a lavorare, assieme a tutta la nostra squadra. Anzi, non abbiamo mai smesso”. Il sindaco Luca Durighetto guarda avanti dopo il trionfo alle ultime elezioni comunali. È stato confermato primo cittadino di Zero Branco, per il secondo mandato, con il 72,62 per cento dei consensi. Un vero e proprio plebiscito.
Sindaco Durighetto, dopo la conferma della vittoria è stato festeggiato anche da sua nonna, Elena Favaretto, che ha appena compiuto 99 anni.
“Novantanove anni e ancora tanto da insegnarmi. Mi ha detto che era molto contenta per il risultato, anche perché vuol dire che potrò andarla a trovare indossando la fascia tricolore da sindaco quando compirà 100 anni (sorride, ndr)”. Quali sono oggi le priorità per Zero Branco?
“Siamo pronti a continuare portando avanti i cantieri aperti e quelli che stanno per arrivare. Tra le altre cose, penso in particolare alla pista ciclopedonale in fase di realizzazione tra Zero Branco e Scandolara, al recupero dell’area ex Giopato, a ridosso della piazza di Zero Branco, e alla riqualificazione del centro di Sant’Alberto. Ma non solo”.
Qualcos’altro in particolare?
“Intendiamo puntare molto anche sulla formazione dei giovani, in modo ancora più articolato. La pensiamo come un ambito che abbraccia la cultura e l’istruzione. Senza fermarsi a singoli eventi, comunque importanti. Ma cercando di costruire un vero e proprio percorso per accompagnare la crescita dei bambini e dei ragazzi sviluppando conoscenze e capacità”.
Ha confermato in blocco la nuova giunta. Con una sola variazione: il vicesindaco non è più Mirco Feston, ma Lucia Scattolin.
“Squadra che vince non si cam-
bia. Oltre a questo, l’idea è stata quella di partire con una conferma perché ci sono dei progetti da chiudere, e serviva continuità. Ma abbiamo già concordato che a breve ci saranno degli avvicendamenti tra
gli assessori”.
Si annunciano staffette, insomma.
“L’obiettivo è fare un minimo di rodaggio per poi valorizzare i nuovi entrati, in base alle competenze
Confermati tutti gli assessori del “Durighetto uno”, ma cambia il vicesindaco
La stessa giunta che ha concluso lo scorso mandato, composta da tre uomini e due donne. Il sindaco Luca Durighetto ha confermato tutti i suoi assessori. C’è solo una variazione: l’incarico di vice è passato da Mirco Feston a Lucia Scattolin. Il primo cittadino si è tenuto le deleghe al bilancio e ai tributi, sport, mobilità, personale, sicurezza, polizia locale e protezione civile. La vice, Scattolin, seguirà sociale, sanità, politiche giovanili e pari opportunità. Nicole Cazzaro la scuola e i servizi per l’infanzia. Per l’ex sindaco Feston ci sono lavori pubblici, viabilità, urbanistica, edilizia privata, agricoltura, ambiente ed
ecologia. Francesco Dal Colle è assessore alla cultura, turismo e comunicazione istituzionale. E Amedeo Requale alle attività produttive, patrimonio e manifestazioni. Il primo consiglio comunale si è tenuto all’inizio di luglio a villa Guidini. Dopo il giuramento del sindaco, nella prossima assemblea un paio di assessori potrebbero dimettersi dal ruolo di consigliere. E questo aprirebbe le porte a due nuovi ingressi in maggioranza: dovrebbe toccare a Rachele Lazzaron e Thomas Venturini. Intanto sono state affidate deleghe anche da alcuni consiglieri comunali: Andrea Favaretto (sport), Giuseppe Dal Bo’ (terri-
torialità), Marina Ferrara (sicurezza), Michelle Masiero (politiche giovanili e pari opportunità), Gianluca Carollo (imprese) e Rachele Tortora (formazione). Mentre l’ex consigliere Claudio D’Angelo supporterà il sindaco come esperto in materia di sicurezza.
Questa la composizione generale del nuovo consiglio. Per la maggioranza, oltre al sindaco, Scattolin, Cazzaro, Feston, Dal Colle, Favaretto, Tortora, Masiero, Ferrara, Carollo, Dal Bo’ e Alberto Vedovato. Per la minoranza Luigi Cecconi, Elisabetta Bortoletto, Melita Gobbo, Roberto Moretto e Federico Gasparin. (m.f.)
e alle capacità. C’è un gruppo che ha lavorato tanto e bene, dopo un periodo di assestamento prenderà forma anche il rinnovamento”.
Com’è nata la scelta di cambiare il vicesindaco?
“Il cambio non è stato legato solamente alle preferenze ottenute alle ultime elezioni (Scattolin ne ha prese 329 e Feston 309, ndr). Era anche giusto premiare l’impegno che c’è stato fino ad oggi”.
Qual è l’eredità del primo mandato?
“Quella che rinnoviamo anche oggi: la volontà di continuare a fare la nostra parte, da amministratori presenti quotidianamente, trasparenti, diretti e disponibili. Sono le caratteristiche che contraddistinguono da sempre il nostro gruppo. Caratteristiche che ci sono riconosciute dalle persone. Si tratta degli aspetti a cui teniamo di più e che vanno oltre ogni piccolo o grande progetto realizzato o da realizzarsi”.
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per averci scelto e per continuare a sceglierci
Mauro Favaro
Il sindaco Luca Durighetto festeggia con la nonna 99enne
Lo sconfitto. Cecconi: “Un capitano deve sempre essere il primo a rispondere dei risultati”.
“Vigileremo su quanto verrà fatto Sarà un’opposizione costruttiva”
“ S e non è passato il concetto dell’importanza della squadra, della cui preparazione e validità sono assolutamente convinto, le colpe sono da attribuire esclusivamente alla credibilità del capitano”. Non capita spesso di ascoltare un’assunzione di responsabilità come quella che emerge dalle parole di Luigi Cecconi, candidato sindaco che ha riunito il centrodestra, fermatosi al 27,38% dei consensi. “Lo sport mi ha insegnato questo – rimarca lo stesso Cecconi, tra le altre cose presidente della società di pallavolo Kosmos – ma ora è tempo di rimboccarsi le maniche”. Adesso inizia comunque la nuova avventura in consiglio comunale.
Luigi Cecconi, come ha vissuto la sconfitta?
“Si può dire che siamo partiti un po’ in ritardo o che si poteva fare qualcosa di diverso. Ma un capitano deve sempre essere il primo a rispondere, sia davanti
alle vittorie che davanti alle sconfitte. Chi vive lo sport sa che è essenziale assumersi sempre le proprie responsabilità”.
Ha mai pensato di lasciare il consiglio comunale?
“No. Ho preso un impegno e sono chiamato a rappresentare i cittadini. Lo farò da capogrup-
“Ci sono molte persone che stanno continuando a darci una mano. Il gruppo si è mantenuto. E questa è la cosa più importante”.
po di opposizione, ovviamente assieme a tutta la squadra. Ci sono molte persone che stanno continuando a darci una mano. Il gruppo si è mantenuto. E questa è la cosa più importante”.
Qual è il giudizio sulla giunta Durighetto, riconfermata in blocco?
“Personalmente credo che gli assessori andrebbero scelti tra i candidati che hanno raccolto il maggior numero di preferenze. Sono stati indicati dai cittadini. Non c’è niente di male a fare diversamente, ma allora bisognerebbe dirlo prima”.
Si riferisce in particolare ad Andrea Favaretto, nominato consigliere delegato allo sport dopo aver sfiorato le 300 preferenze?
“Ha fatto moltissimo in questi anni. Mi è dispiaciuto non vederlo tra gli assessori. Credo sia una questione di rispetto nei confronti degli elettori”.
Che tipo di opposizione farete?
“Abbiamo chiesto di essere coinvolti nella gestione, in modo da poter collaborare attivamente: siamo tutti consiglieri comunali. Vigileremo su quanto verrà fatto. In ogni caso, sarà un’opposizione costruttiva, senza però essere remissiva. Cercheremo di portare
avanti le nostre proposte”. Quali sono i passaggi che ritiene indispensabili?
“Bisogna riportare Zero Branco a essere attrattiva. Anni fa c’erano delle strutture che richiamavano gente anche dai paesi vicini. E’ necessario tornare a quella dimensione. Così come è neces-
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sario lavorare in particolare su scuola, sanità, viabilità e urbanistica. E per lo stesso motivo vanno rafforzati i rapporti con gli altri enti, Regione, Provincia, Comuni e anche le Province vicine, per poter chiedere e arrivare a ciò di cui i cittadini hanno diritto”.
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Mauro Favaro
europea del turismo all’aria aperta
Sintonizzati sul futuro.
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Una terra incastonata tra mare e laguna, contraddistinta da
il 1920, che sorgono su tutto il territorio. Dalla maestosa Batteria Amal no alla restaurata Batteria Pisani, dov’è possibile visitare il museo che ricostruisce la storia che lega il litorale al periodo della Grande Guerra, a difesa di Venezia.
sport»
Ai suoi visitatori Cavallino-Treporti offre anche un ricchissimo programma di eventi organizzati grazie alla proposta di tante associazioni locali e attività che collaborano con le istituzioni.
Sabato 24 agosto tornerà anche BEACH ON FIRE, un evento unico nel suo genere, giunto alla 19ª edizione e dal 2016 inserito nel Guinnes dei Primati. Uno spettacolo pirotecnico da record, lungo 17 minuti, con oltre 6 mila fuochi d’arti cio sparati in contemporanea lungo 12 chilometri di litorale. Cavallino-Treporti,
In ne, la “Via del tramonto” permette di esplorare la zona di Punta Sabbioni, godere della vista del mare, osservare l’opera di ingegneria del Mose per la difesa di Venezia e poi immergersi nella pineta. Da non perdere l’opportunità di percorrere la nuova pista ciclabile realizzata in via Pordelio a sbalzo sulla laguna. Si tratta della pista ciclabile a
Dalle mostre ai concerti, passando per gli spettacoli, le presentazioni librarie e gli appuntamenti organizzati all’interno di Batteria Pisani, come la novità di quest’anno, l’anteprima del festival chitarristico internazionale delle Due Città Treviso-Venezia. Da non perdere i numerosi festival proposti durante l’estate: dal Litorale Jazz Festival,
Concerto presso Batteria Pisani
Avv. Roberta Nesto Sindaco del comune Cavallino-Treporti Messaggio
Quinto
Durigon: “Già pronti a far ripartire Quinto”
Ha ufficialmente preso il via l’attività della nuova amministrazione comunale di Quinto di Treviso, guidata dal neo sindaco Ivano Durigon, che a fine giugno ha aperto la prima seduta del consiglio comunale per il quinquennio 2024-2029 con il proprio giuramento.
“È per me un grande onore, insieme a una grande emozione, assumere la carica di sindaco del Comune di Quinto di Treviso - ha affermato in apertura Durigon -. L’insediamento e il giuramento rappresentano l’impegno profondo verso ogni cittadino della nostra comunità”.
Nella sfida a tre di Quinto di Treviso, infatti, alla fine l’ha spuntata Ivano Durigon: con il 46,76% dei voti ha battuto gli sfidanti Luca Miglioranza (lista civica Per Quinto) e l’uscente Stefania Sartori (coalizione Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Sartori con Quinto). “Il risultato è stato in linea con quanto ci aspettavamo – è stato il commento a caldo del sindaco –, posso dirmi soddisfatto”.
“L’aver radunato quasi tutto il centrodestra sotto un’unica lista è stata una buona scelta” ha continuato il neo eletto, rivolgendo poi il pensiero a Fratelli d’Italia, escluso dall’amministrazione: “Questa situazione non creerà alcuna difficoltà, perché a livello comunale ciò che conta non sono tanto i partiti ma le persone: ha vinto la squadra, la coesione tra i candidati”.
“Gli elettori e le elettrici ci hanno assegnato un compito importante, i cui effetti riguardano la vita pubblica e di conseguenza anche quella privata di ciascuno; pertanto, ritengo sia necessario impiegare tutte le nostre energie per svolgerlo al meglio” ha proseguito il primo cittadino.
Nel corso della prima seduta del consiglio sono stati ufficializzati anche i nomi degli assessori che porteranno avanti l’amministrazio-
Miglioranza:
Alla soddisfazione dei vincitori e alla fiducia dell’altro centrodestra si oppongono l’obiettività e la conseguente preoccupazione della guida della civica “Per Quinto, Luca Miglioranza. Con il 42,73% delle preferenze, la sua lista è la seconda più votata a Quinto di Treviso… per modo di dire: a votare a Quinto di Treviso è stato solo il 58, 23% degli elettori. “Quello ottenuto è un risultato che non ci aspettavamo e di cui siamo molto soddisfatti perché siamo riusciti a guadagnare 190 voti in più rispetto alla scorsa tornata elettorale, ma di fatto la realtà è diversa: rappresentiamo soltanto il 24% degli elettori, ovvero un quarto della popolazione quintina”, spiega Miglioranza.
Stando alle considerazioni di Miglioranza, nemmeno il nuovo sindaco dovrebbe cantare troppo vittoria. “Ivano Durigon rappresenta il 26,31% dei quintini – afferma il candidato di “Per Quinto” – e comunque abbiamo conseguito uno scarto di soli 192 voti rispetto alla sua lista: spero questo fatto venga tenuto in considerazione dall’amministrazione”.
Il dato fa comunque riflettere. “Insieme, noi e la lista Durigon rappresentiamo appena il 50%
ne al fianco di Durigon.
A fare da braccio destro al nuovo sindaco quintino sarà Cristina Veneziano, ora vicesindaca e assessora con le deleghe a Politiche sociali e sanitarie, Politiche per la famiglia, la casa e la terza età, Assistenza e Politiche per le persone diversamente abili, Politiche per l’immigrazione, Politiche di genere, Politiche giovanili, Pari opportunità, Cultura e Turismo.
Insieme a Durigon e Veneziano ci sarà anche Renzo Crosato, assessore anziano con deleghe a Lavori pubblici, Manutenzioni, Viabilità, Sport e Nuove opportunità.
L’assessora Mara Marangon si occuperà invece di Bilancio, Tributi, Patrimonio, Partecipate e Istruzione e scuola. Mauro Dal Zilio, invece, è assessore con deleghe ad Attività produttive, Industria, Servizi, Commercio, Agricoltura, Artigianato, Ambiente ed ecologia, Aeroporto, Trasporti pubblici e Protezione civile.
Riservate a Durigon invece le deleghe alle Attività istituzionali, Demografia, Personale, For-
me associative, Bandi e finanziamenti pubblici, Comunicazione istituzionale, Manifestazioni, Sicurezza e polizia locale, Informatizzazione e innovazione digitale, Urbanistica ed Edilizia privata.
Oltre alla Giunta composta dagli assessori Veneziano, Crosato, Marangon e Dal Zilio, altri incarichi sono stati affidati anche ai consiglieri di maggioranza Franco Arrigoni, Francesca Tronchin, Nadia Soligo e Nicola Franchetto.
Nello specifico, Franco Arrigoni ha la delega alla Comunicazione; Francesca Tronchin si occuperà di Risorse, finanziamenti e bandi pubblici; Nadia Soligo ha la delega alle Pari opportunità e Nicola Franchetto quella all’agricoltura.
Si guarda ora avanti, al futuro di Quinto. “La prima cosa da fare, come ho sempre sostenuto anche in campagna elettorale, è riorganizzare la macchina amministrativa e capire in cosa si può migliorare, come gestire al meglio la quotidianità all’interno degli uffici comunali – ha affermato Durigon –: mancano un po’ di competenze, quindi serve recuperarle con qualche nuova assunzione o qualche ritorno magari.
Da lì si potrà poi rivolgere lo sguardo al decoro urbano: non sono grandi lavori, dunque si potranno fare nell’immediato. Si partirà quindi con la programmazione vera e propria, ma non prima del prossimo anno: non sarà una ripartenza facile, è necessario prima di tutto riuscire a riattivare il meccanismo amministrativo per poter fare qualsiasi cosa, ma penso che il lavoro di squadra avrà la meglio su ogni difficoltà”. Ma Ivano Durigon si sente pronto alla sfida? “Assolutamente sì – ha ammesso, scherzandoci su –: anni di passata amministrazione ci hanno vaccinati. Ora è tempo di restituire a Quinto un futuro dignitoso”.
dei quintini – prosegue Miglioranza – e viene da chiedersi: c’è una disaffezione alla politica? Gli astenuti non hanno votato per protesta? E nei confronti di chi? Oppure non si sono riconosciuti in nessuna lista? Dobbiamo tener conto di questo fatto: il 50% dei quintini non è rappresentato in questo momento ed è un dato preoccupante.
Ora la disaffezione nei confronti del territorio di cui ho parlato in campagna elettorale è risultata più che evidente ed è necessario intervenire”. “Come gruppo, una delle prime cose su cui
stiamo lavorando ora è proprio la proposta di alcuni incontri con i cittadini sui temi della politica e dell’amministrazione – spiega il capogruppo di “Per Quinto” –. Molti sono disinteressati, altri ignari di molti aspetti: c’è chi non sa nemmeno che cosa sia una lista civica come la nostra. Quello che manca è forse una conoscenza più precisa che permetta alle persone di avere un proprio strumento di giudizio. Saper scegliere è importante!”.
“Prima di tutto, dunque, cercheremo di ritrovare la fiducia dei cittadini, anche per poter dare loro voce”, afferma Miglioranza.
A rappresentare la lista civica insieme a Luca Miglioranza (capogruppo), saranno anche i consiglieri Antonio Chinellato, Patrizia Franco ed Elisabetta Volpato. “La nostra sarà un’opposizione costruttiva e propositiva – conclude Miglioranza –: terremo d’occhio l’amministrazione – le promesse che hanno fatto vanno mantenute –, ma proporremmo anche le nostre idee e se queste verranno anche accolte, ben venga: vorrà dire che il Comune avrà davvero ripreso a funzionare. Alla fine ciò a cui tutti puntiamo è sempre e solo il bene di Quinto”. (g.z.)
Sartori fuori, Susin: “Vigileremo comunque sull’operato dell’amministrazione”
Non ce l’ha fatta la sindaca uscente Stefania Sartori, sostenuta dalla coalizione Fratelli d’Italia e Noi Moderati: con appena il 10,51%, l’equivalente di 500 voti, non riuscendo ad accaparrarsi nessun seggio.
“Sono stati cinque anni difficili, ma sono pronta a ripartire e a far ripartire anche il mio paese”, aveva sostenuto in campagna elettorale Sartori, ma il quinquennio 2019-2024 deve aver inciso troppo sulla fiducia dei cittadini, che pur tuttavia hanno sostenuto la lista di Durigon, la quale vedeva al suo interno correre anche alcuni dei passati amministratori in carica sotto la guida di Sartori.
Nonostante la sconfitta, però, Fratelli d’Italia accoglie il risultato raggiunto senza timore – del resto, era la prima volta che il partito partecipava alle elezioni nel Comune di Quinto, scegliendo di intraprendere una strada separata rispetto al resto del centrodestra. “Forse siamo stati penalizzati, ma anche alla luce di come il nostro partito è andato a livello europeo è chiaro che la scelta
dei cittadini sia stata dovuta più a un bisogno di cambiamento che non a una sfiducia nei nostri confronti – commenta Luigi Susin, segretario del gruppo FdI quintino –. È altrettanto chiaro comunque che l’elettorato di Quinto abbia maggiori preferenze per il centrodestra, di cui facciamo comunque parte anche noi”.
Nessun seggio per il gruppo Sartori, tuttavia. “Abbiamo mancato l’obiettivo per poco più di una manciata di voti – spiega Susin –, ma il nostro gruppo è abbastanza nutrito nel territorio e anche per questo vigileremo ugualmente sull’operato dell’amministrazione: saremo critici e propositivi e se le cose verranno fatte nel modo giusto non ci sottrarremmo dal congratularci con chi guida Quinto”.
Diverso il risultato ottenuto alle Europee: con il 34,85%, è stato proprio Fratelli d’Italia il partito più votato dai quintini. “Frutto del buon lavoro che è stato fatto a livello nazionale e sul territorio – commenta Luigi Susin –. La tendenza a credere nel nostro partito a Quinto c’è: non resta che continuare a coltivarla”. (g.z.)
Gaia Zuccolotto
Il festival. Sulle Mura di Treviso la 34esima edizione con un ricco programma di ospiti tutte le sere
Suoni di Marca, è una festa per tutti Musica (e non solo) fino al 27 luglio
Le Mura di Treviso continuano a essere un meraviglioso palcoscenico naturale in grado di ospitare i grandi protagonisti della musica. Fino al 27 luglio il festival Suoni di Marca propone un susseguirsi di concerti, accompagnati come sempre dalla possibilità di degustare prelibatezze nell’area gusto e di deliziarsi tra le bancarelle della mostramercato.
La prima settimana della trentaquattresima edizione ha visto l’esibizione dei Santi Francesi, di Valerio Lundini & I Vazzanikki, del doppio set di Casino Royale e Duo Bucolico, di Sophie & The Giants. La seconda settimana si è aperta con l’incontro fra musica e poesia del viaggio grazie alla presenza dell’attesissimo Gio Evan. Mercoledì 17 luglio è tempo di milonga sotto le stelle: in programma c’è infatti Tango Y Cielo, serata dedicata al tango con ben 400 metri quadrati di pedana in legno per ballare accompagnati dalle note della Sonder Tango Orchestra e de Tdj Carlo Carcano. Giovedì 18 invece torna il grande cantautorato italiano degli anni Novanta e Duemila grazie a Paolo Benvegnù, che introdurrà la serata con un set in solo per chitarra e voce, seguito da La Crus con una formazione inedita ma dalla veste sempre ricercata e al tempo stesso di forte impatto, capace di regalare al pubblico come sempre un’esperienza coinvolgente e affascinante. Venerdì 19 luglio si terrà l’unica data veneta della tournée estiva degli Eugenio In Via Di Gioia, fiore all’occhiello della scena indie-pop all’italiana: un gruppo che in pochissimo tempo è riuscito a distinguersi grazie a canzoni che riflettono una personalità dirompente, solare e fantasiosa a cui piace toccare (giocandoci) i temi attuali.
Tony Esposito e Teresa De Sio saranno i padroni del palco principale di Suoni di Marca sabato 20 luglio: un doppio set all’insegna del suono partenopeo, che recupera la tradizione e si mescola con timbri da tutto il mondo. Due voci iconiche della musica napoletana che, nel corso delle rispettive carriere, si sono incrociate e hanno viaggiato, ma sono rimaste sempre fortemente radicate e inconfondibili.
Quella di domenica 22 è stata l’ultima carta a essere scoperta nel ricco programma di quest’anno. Ed è la carta trevigiana. Già, perché ad attendere il pubblico saranno tre artisti di punta rappresentativi di più generazioni e scuole musicali. Dal rock al reggae, dallo ska al blues. Sono The
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Aton Tanks, giunti al tour di addio dopo essersi formati nel 2012 e aver lasciato il segno sul loro percorso grazie a un sound meticcio caratterizzato da un’atmosfera energica e graffiante. Gianluca Mosole, uno dei chitarristi italiani più apprezzati sia a livello nazionale che internazionale per la sua versatilità con cui riesce a passare dai virtuosismi fusion alla passione blues, mescolata con elementi rock, pop e funky, arrivando a suonare con Sting e Miles Davis. Suonerà assieme a Raffaele Bianco (basso), Phil Mer (batteria), Sara Camerini e Alex Balestrieri (voci). E infine l’atteso e acclamatissimo “guitar hero” Tolo Marton e la sua band. L’ultima settimana si aprirà lunedì 22 con Willie Peyote, punto di incontro ideale fra rap e cantautorato impegnato nel sociale, per poi proseguire martedì 23 con l’icona del pop italiano degli anni Settanta Donatella Rettore. Mercoledì 24 saranno anni Ottanta, grazie alla collaborazione con Radio Company, che celebra i suoi trent’anni di carriera e che arriverà sulle Mura con la voce inconfondibile di Mauro Tonello e la selezione alla consolle di Harry Morry. Ospite della serata sarà Gazebo. Giovedì 25 appuntamento con il pianoforte rock’n’roll di Matthew Lee; venerdì 26 con lo show dei Planet Funk. A chiudere in grande questa edizione 2024 saranno i Modena City Ramblers: forti di uno stile che ha ispirato generazioni di cantautori, sono la band più rappresentativa e longeva della scena folk italiana, nata agli inizi degli anni Novanta. Il loro è un sound unico, allegro, festoso, danzereccio, di ispirazione irlandese ma con qualche punta di Mediterraneo e America Latina. Il tutto mescolato alla tradizione emiliana e all’impegno sociale. Un “combat folk” perfetto per una grande festa inclusiva.
Fotog
Nelle foto alcuni degli artisti che si esibiranno: Gianluca Mosole, Donatella Rettore e i Modena City Ramblers
La candidatura. Commissione Aces Europe in visita per valutare l’impegno di Zero Branco, Trebaseleghe e Martellago
Tre amministrazioni unite per diventare “Comunità europea dello sport 2026”
L
o sport come motore di sviluppo e mezzo di condivisione, inclusione e aggregazione. È ciò in cui credono i Comuni di Trebaseleghe, Martellago e Zero Branco, impegnati negli ultimi giorni ad accogliere l’importante visita della commissione di Aces Europe nei loro territori per esaminare la candidatura della “Comunità delle tre province” – questo è il nome che porta il progetto che riunisce i tre comuni – a Comunità Europea dello Sport 2026.
In primavera, le tre amministrazioni erano state impegnate nella presentazione di un corposo dossier sullo stato dell’arte dello sport nei rispettivi territori, completo dunque di impianti, eventi realizzati, associazioni sportive e campioni residenti nel territorio, e sugli obiettivi per il futuro, presentando di fatto ufficialmente la loro candidatura ad Aces Europe, associazione promotrice dell’iniziativa a capo della Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport, il cui obiettivo è la promozione dello sport tra i cittadini dell’Unione Europea, con un’attenzione in particolare per bambini, anziani e persone con disabilità.
Ora però era giunto il momento di accogliere la commissione Aces, affinché potesse toccare con mano l’impegno e il lavoro svolto dalle tre amministrazioni nell’ambito sportivo: al via dunque due giorni di visite a strutture, spazi e associazioni sportive. La visita di Aces è incominciata dagli impianti di Trebaseleghe e Zero Branco, per poi proseguire con quelli di Martellago, sotto la guida della vicesindaca di Trebaseleghe, Francesca Pizziolo, del consigliere comunale con delega allo Sport del Comune di Zero Branco, Andrea Favaretto e dell’assessore allo Sport del Comune di Martellago, Daniele Favaretto.
“Si tratta di una candidatura che, sotto la denominazione di Comunità delle tre province, parte da lontano e racchiude tutti gli sforzi profusi in ambito sportivo – ha affermato l’europarlamentare Rosanna Conte, delegata Aces per il Triveneto, che ha partecipato alla visita –, se pensiamo al gran numero di strutture presenti nel dossier che è stato predisposto e su cui
si è investito negli ultimi anni, per renderli all’altezza di ospitare eventi e competizioni sportive e dare la possibilità a tutti i cittadini di praticare sport. E ci tengo in particolare a sottolineare quest’ultimo aspetto, considerando che lo sport è entrato di recente a tutti gli effetti nella nostra Costituzione”.
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“Sono certa che dopo gli incontri e le visite di questi giorni, la candidatura ne uscirà ancora più rafforzata. Questo riconoscimento darebbe ulteriore seguito al percorso intrapreso dal Veneto come Regione europea dello sport 2024, di cui sono stata promotrice con grande orgoglio – ha proseguito Conte –. Personalmente garantisco tutto il mio sostegno, con l’augurio di poter raccogliere i frutti di quanto è stato seminato e ottenere questo importante e meritato riconoscimento”.
“È un percorso in cui credo fortemente – ha affermato il consigliere zerotino, Andrea Favaretto –, nato dalla collaborazione di tre Comuni appartenenti a tre diverse province, una sfida importante che potrebbe portare al nostro territorio un grande valore aggiunto, oltre a un giusto riconoscimento per l’impegno delle associazioni sportive che giorno dopo giorno col loro impegno sono cresciute, divenendo motivo di vanto e orgoglio per tutta la nostra comunità”.
I giudizi della commissione che ha fatto visita ai Comuni di Trebaseleghe, Martellago e Zero Branco sono stati positivi: sembrerebbe che per la “Comunità delle tre province” vi siano buone possibilità di guadagnarsi il prestigioso riconoscimento europeo. Ora però non resta che attendere la decisione definitiva da Bruxelles nell’autunno “Grazie alla commissione, ai nostri uffici tecnici presenti, alle nostre associazioni e un grazie particolare ai colleghi, con i quali è nata una bellissima amicizia oltre alla collaborazione – hanno dichiarato i tre amministratori protagonisti di questa importante avventura europea –. Ora bisognerà attendere ottobre per la proclamazione dei vincitori del titolo, incrociamo le dita”.
più diffuso del Veneto.
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Gaia Zuccolotto
#Regione
LA RIFORMA. Dopo l’approvazione del disegno di legge alla Camera
Autonomia differenziata, la lunga marcia
Intanto il centrodestra capitalizza il risultato.
Zaia: “Riaperto il tavolo di trattativa nazionale”
Eadesso? Dopo le dichiarazioni cariche di entusiasmo da una parte politica (“abbiamo scritto la storia”) e le stroncature dall’altra (“tutto inutile, non cambierà nulla”), archiviata anche la campagna elettorale, inizia la “lunga marcia” dell’autonomia.
Un percorso tutt’altro che lineare, quasi tutto da definire, e non privo di incognite, ad iniziare da quelle economiche. Ma la spinta impressa con l’approvazione del disegno di legge dopo la famosa maratona notturna alla Camera sicuramente darà l’energia per affrontare almeno la prima parte della riforma, che prevede l’apertura delle trattative fra regioni e Stato per il trasferimento delle competenze sulle materie per le quali non ci sono da garantire i livelli essenziali di prestazione, gli ormai famosi Lep di cui si è sentito molto parlare negli ultimi anni. Vale a dire gli standard minimi che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale per 14 delle 23 materie previste dall’autonomia, tra le quali vi sono la tutela della salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura e commercio estero. Per metterli a punto il governo si è preso due anni di tempo, intanto le regioni potranno avanzare delle richieste sulle altre 9 competenze che riguardano. Il primo a farlo è il Veneto, con
la lettera inviata il primo luglio per aprire le trattative. Le materie sono: i rapporti internazionali e con l’Unione Europea; il commercio estero; la protezione civile; le professioni; la previdenza complementare integrativa; il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; le casse di risparmio, le casse rurali e aziende di credito a carattere regionale; gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; l’organizzazione della giustizia di pace. Sulla carta sono immediatamente trasferibili, ma dietro a queste voci celano decine di funzioni per la precisione ben 184, che dovrebbero essere normate in autonomia dalle regioni, con il rischio paventato di una nuova selva legislativo e un ulteriore carico burocratico, che nessuno però vuole.
ZAIA, “IL VENETO
E’ PRONTO”
Il presidente del Veneto Luca Zaia ha ribadito che il Veneto è pronto a ricominciare a trattare. “Leggo dichiarazioni in cui sembra che per qualcuno sia quasi preferibile un’equa suddivisione del malessere; con l’autonomia abbiamo l’opportunità affinché si compia l’equa suddivisione del benessere. Faremo in modo che si eliminino le disuguaglianze grazie a quell’assunzione di responsabilità che, come ha detto il Presidente Napolitano, è il senso stesso dell’autonomia. Siamo
consapevoli e convinti della gradualità che il percorso impone e della valutazione attenta che va fatta per l’attribuzione di ogni singola materia e delle rispettive funzioni”, ha concluso Zaia.
LA LEGA ESULTA
Per la Lega, alle prese con le criticità interne e con la concorrenza di Fratelli d’Italia che in Veneto ha fatto il pieno di voti, l’autonomia è un punto a favore, un risultato da rivendicare. Alberto Stefani, segretario della Liga veneta e deputato, “è una riforma che sceglie di tracciare la strada del futuro che permetterà al nostro territorio più risparmi, più efficienza, più servizi per i veneti. Essere relatore dell’Autonomia è stato un onore immenso. E’ un risultato che fa la storia della Lega”.
Gli fa eco il senatore Massi-
mo Bitonci: “Questa riforma non spacca l’Italia ma la unisce.
La compartecipazione è alla base del federalismo e alla base dell’autonomia. Questo significa che una parte delle tasse, non solo dell’Iva, ma anche dell’Irpef può rimanere nella regione. Cioè, si produce il reddito, e una parte di questo reddito viene speso per i servizi ai cittadini. È anche una garanzia per tutta l’Italia, perché con l’inserimento dei livelli essenziali delle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda tutte le materie di carattere sociale, c’è finalmente una garanzia che in tutta Italia potranno esserci dei servizi uguali per tutti i cittadini”.
FRATELLI D’ITALIA
PLAUDE AL GOVERNO
E’ il senatore di FdI Luca De Carlo a rivendicare il ruolo chia-
ve del suo partito e a sottolineare che se l’autonomia differenziata è legge «è solo grazie all’impegno, al lavoro e alla serietà del Governo Meloni. Per anni questo è stato un obbiettivo solo a parole dei governi che si sono succeduti alla guida della nazione, ma è solo con Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio e con Fratelli d’Italia al governo che si è arrivati al risultato concreto. E’ l’ennesima prova di come quando Fratelli d’Italia prende un impegno lo rispetta sempre. Quanti, anche in Veneto, per mesi ci hanno attaccato dicendo che con questo governo l’autonomia sarebbe stata bloccata e affossata? Oggi credo siano in molti a doversi ricredere; noi, e io per primo, lo abbiamo sempre detto: quando facciamo una promessa, la manteniamo sempre”.
Il Dem Martella: “E’ solo una scatola vuota,
con
effetti risibili e contraddittori”
Una netta stroncatura al disegno di legge arriva dal segretario del Pd veneto Andrea Martella, che ricorda come il centrodestra abbia voluto tirare dritto senza valutare gli effetti di queste scelte. “Noi non siamo contro il principio dell’autonomia, - sottolinea Martella - infatti avevamo messo sul tavolo delle proposte costituzionali per escludere
prerogative indiscutibilmente nazionali come scuola, energia e reti di comunicazione e lavorare ad un progetto cooperativo fra Stato e Regioni centrato non su 23 ma su alcune precise materie. Questa era la strada da percorrere, invece ci troviamo con una scatola vuota, una riforma inapplicabile che non porterà nulla al Veneto e che non produrrà effetti
positivi per i suoi cittadini e le sue imprese. Questa è l’autonomia portata a casa dalla Lega, dopo anni e anni di propaganda”.
Nella legge approvata a tappe forzate dal centrodestra, prosegue il segretario regionale, “non c’è alcun contenuto capace di rispondere alle necessità reali del Paese, delle famiglie, delle
lavoratrici e dei lavoratori, delle imprese. E’ una riforma inutile per il Nord e dannosa per il Sud. Non fosse altro per l’evidente ed enorme problema rappresentato dalla mancata definizione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, per i quali soprattutto non sono state previste risorse, nemmeno un euro”, mette in guardia il segretario veneto Dem.
Andrea Martella
ELEZIONI. Come cambia il quadro politico veneto dopo il test per Bruxelles
Il verdetto delle europee: vincitori e vinti
Tra gli eurodeputati veneti Donazzan, Berlato e Polato (FdI), Tosi (FI), Moretti e Zan (Pd), Guarda (Alleanza Verdi Sinistra)
Le scorse elezioni europee hanno assunto, nel corso di tutti i mesi precedenti, il valore di un test per stabilire i rapporti di forza in chiave regionale e molti dati, a volerli leggere in quell’ottica, sono chiaramente emersi. Anche se, è giusto ricordarlo, le elezioni comunali degli stessi giorni hanno lasciato lo spazio a più di qualche dubbio.
Ma andiamo con ordine.
Come assolutamente previsto a farla da padrone è stata Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni ha fatto registrare il 37,58% dei consensi consentendo di staccare un biglietto per Bruxelles, tra gli altri, all’assessore regionale Elena Donazzan (63.250 preferenze personali complessive in tutto il collegio), a Sergio Berlato (46.011) e a Daniele Polato (31.516). Un risultato di grandissime proporzioni, anche se molto distante da quello della Lega che alle Europee del 2019 in Veneto prese il 49,88% dei voti e che, a quanto pare, nel complicato scacchiere europeo non sta consentendo ai meloniani
di essere determinanti nelle scelte degli assetti, in primis la scelta della Presidente della Commissione Europea che resterà a Ursula von der Leyen, forte di un’alleanza tra Popolari, Socialisti e Liberali. Per restare al Veneto, però, questa affermazione mette una seria ipoteca sulla scelta di futuro presidente della Regione. Il Partito Democratico di Elly Schlein ha superato la soglia psicologica del 20% superando, a livello nazionale il 24% dei consensi. In Veneto, terra storicamente difficile, i democratici hanno messo insieme un buon 18,88% crescendo di quasi 3 punti percentuali rispetto alle Elezioni Politica del settembre 2022.
A guadagnarsi l’elezione in Europa, tra gli altri, la riconfermata Alessandra Moretti (82.540 preferenze personali complessive in tutto il collegio) e Alessandro Zan (92.651). Il dato che nessuno si aspettava è che i democratici nel collegio Nordest eleggono ben 5 parlamentari europei: un dato che consente a un altro veneto, il consigliere regionale An-
drea Zanoni, di essere il primo dei non eletti – quindi con grande possibilità di subentro nel corso della legislatura – grazie alle sue 31.682 preferenze.
La Lega Nord subisce, a livello nazionale, il sorpasso di Forza Italia ma in Veneto la spallata immaginata e costruita nei mesi passati dal segretario regionale forzista, Flavio Tosi, (il quale, forte dell’alto numero di preferenze ottenute, oltre 34 mila, sceglie di entrare in Parlamento Europeo) non è riuscita. Nonostante i moltissimi mal di pancia della base leghista uno dei fattori che evidentemente hanno evitato il sorpasso è stata l’intuizione di Matteo Salvini di candidare il Generale Vannacci capace di attirare, soltanto in Veneto, le preferenze di 72.048 elettori molto più della somma di tutti gli altri candidati leghisti. Anche questo caso il dato è molto significativo così come quello di Alessandro Manera - candidato del sindaco di Treviso, Mario Conte da molti indicato come il migliore successore di Zaia – evidentemente non sostenuto dalla Lega fuori dal territorio trevigiano. Manera, infatti, non sarà eletto avendo preso, a livello Veneto, 16.574 preferenze
delle quali 14.088 nelle Marca.
L’Alleanza Verdi – Sinistra, guidata dalla consigliera regionale Cristina Guarda, che entra in Parlamento Europeo, vola sopra il 6%; il Movimento 5Stelle continua a non sfondare in Veneto e non arriva al 5%.
Da Matteo Renzi e Carlo Calenda, almeno in questo territorio, era lecito attendersi di più: entrambi, il primo con Stati Uniti d’Europa (che
Artigianato. Il rapporto presentato da Confartigianato Imprese Veneto a Mogliano
comprendeva anche il Partito Socialista e +Europa di Emma Bonino) e il secondo con Azione, non hanno superato, a livello nazionale, la soglia di sbarramento del 4% e anche in Veneto non hanno brillato; Azione, grazie all’attivissimo segretario regionale Carlo Pasqualetto, scollina la soglia fatidica e, almeno in questa regione, supera il 4% (4,1%), mentre i renziani si fermano al 3,2%. (r.r.)
Il Veneto tiene ma i costi per le imprese sono cresciuti
Negli ultimi quattro anni le micro e piccole aziende hanno speso 4,8 miliardi di euro in più per energia, tassi di interesse e carenza di manodopera
Il rapporto “Le prospettive dell’economia veneta nel panorama italiano ed europeo” presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, durante l’incontro “Il Veneto si racconta” a Mogliano Veneto, ha evidenziato come, nonostante eventi ad alto impatto economico quali la pandemia, invasione dell’Ucraina, crisi energetica, stretta monetaria e crisi del commercio internazionale, il Veneto abbia risposto con forza negli ultimi quattro anni. Le micro e piccole imprese venete hanno affrontato maggiori costi per 4,8 miliardi di euro in energia, tassi di interesse e carenza di manodopera. Tra gli ospiti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha ringraziato Confartigianato per il supporto costante nel percorso verso l’autonomia, esortando gli artigiani a mantenere viva la loro motivazione, elemento fondamentale per il successo e il valore riconosciuto a livello internazionale dei
prodotti e servizi Made in Italy. Tornando ai numeri del rapporto, tra il 2019 e il 2023, il Veneto ha registrato la crescita più alta del PIL a livello nazionale, con un incremento del 5,9%, superando la media nazionale di 2,4 punti. La regione ha anche raggiunto la più alta percentuale di occupazione nel Nord Italia, contribuendo a far crescere l’occupazione nazionale del 4,5% rispetto al 2021, un dato migliore rispetto a Germania e Francia. Nel 2023, il Veneto è diventato leader nei settori manifatturieri che coinvolgono quasi 100.000 imprese, eccellendo in moda, abbigliamento, accessori, arredamento, editoria e farmaceutica. Con un peso occupazionale del 28,7%, il Veneto supera abbondantemente la media nazionale del 20,1%, collocandosi al primo posto, seguito dalle Marche (27,6%) e dall’Emilia Romagna (27,3%).
L’incontro, organizzato dopo un lungo percorso di rinnovo delle cariche che ha portato all’elezio-
ne di una nuova classe dirigente di Confartigianato Imprese Veneto, composta da 12 presidenti di Federazione e 67 presidenti di Gruppi di Mestiere, ha offerto una solida base di partenza politico-economica e sociale per la programmazione e rappresentanza dei prossimi quattro anni. Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, ha introdotto l’evento sottolineando la rilevanza delle PMI in Veneto, che contano 404.522 imprese con 1,1 milioni di addetti, rappresentando il 99,2% del tota-
le delle imprese. Ha evidenziato le principali sfide come la glaciazione demografica, la difficoltà nel reperire manodopera, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, necessitando di formazione e competenze.
Dai dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese emerge che il Veneto è leader nazionale nel digitale, con il 70,7% delle imprese che investono in questo settore. Tuttavia, la regione è in ritardo sulla transizione verde, con solo il 25,3% delle aziende che riducono
le emissioni o investono nel risparmio energetico. Boschetto ha sottolineato l’importanza del ruolo di rappresentanza per i neoeletti presidenti delle federazioni, affermando che “nell’era in cui l’aggregazione è sinonimo di forza contrattuale e competitiva, sono certo che noi, come corpi intermedi, stiamo recuperando spazio e autorevolezza nelle sfere decisionali. Rappresentiamo non solo le imprese, ma anche filiere e distretti che operano e collaborano in un quadro organico e collettivo.” (r.m.)
Il cartellone. Il presidente Giampiero Beltotto commenta la nuova rassegna
Con il Teatro Stabile del Veneto
350 giornate di spettacoli dal vivo
“Colpo di scena” porta a Venezia, Padova e Treviso 80 lavori teatrali ma anche proposte per le scuole e co-produzioni
Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, fa il punto sulla nuova rassegna teatrale presentata in Regione. “Colpo di scena”, così si chiama il ricco cartellone di oltre 80 spettacoli, di cui 38 titoli in abbonamento (13 in programma a Venezia, 13 a Padova e 12 a Treviso), numerosi progetti per il territorio, 4 proposte dedicate alle scuole superiori e 15 titoli di produzioni e co-produzioni per oltre 350 giornate di spettacolo dal vivo. Presidente, quali sono le novità e i punti salienti di questa nuova edizione?
Anzitutto i numeri perché quando vengono messe in cartellone quindici produzioni in un solo anno possiamo senza dubbio affermare che siamo un davvero un teatro nazionale. Poi la qualità delle produzioni, che è anche rappresentata anche dagli attori di fama, e di fama nazionale che hanno deciso di lasciarsi coinvolgere dalle nostre iniziative. E infine, credo, di rispetto per il
pubblico, a partire dagli abbonati, che lo scorso anno erano 6.200. Quest’anno contiamo di superare, anche se di misura, quel numero, insieme a quello degli spettatori, che nella scorsa stagione è stato di oltre 150 mila.
L’obiettivo, dunque, è di andare oltre a questi numeri e di coinvolgere, specialmente a Venezia, i turisti, aprendosi quindi ad un pubblico anche internazionale?
Noi abbiamo tre obiettivi. Il primo è che lo spettacolo estivo di Venezia, “Titizè. A venetian dream”, in cartellone fino al 10 ottobre, vada bene. In questo caso dobbiamo fare numeri importanti perché è uno spettacolo circense, che mescola il linguaggio della commedia dell’arte con affascinanti macchine sceniche, quindi per tutti davvero per tutti. È andare al circo in una forma teatrale, quindi un’iniziativa molto importante, alla quale teniamo. L’altro aspetto è allargarci, riguarda le convenzioni in essere con Vicenza e con Verona, affin-
ché continuino a crescere e ad offrire qualcosa in più. Con Vicenza devo dire che già siamo molto impegnati. Terzo obiettivo, infine è internazionalizzare la nostra offerta. La presenza della sovrintendente del Teatro di Fiume, con cui inauguriamo il nuovo teatro di Fiume, devo dire la verità, è di buon auspicio. C’è anche un grande coinvolgimento dei giovani: l’obiettivo è portarli a teatro?
Crediamo molto nella scuola. Il progetto Teseo fatto con la regione Veneto, e poi Veneto Creators, che è un’invenzione del presidente Zaia. E poi avete visto i giovani i giovani accanto a noi in occasione della presentazione della nuova rassegna. Tutto fa pensare al meglio, non possiamo sbagliare.
Quali i grandi nomi, gli attori di fama che ritroveremo sui palcoscenici veneti, nei teatri di Venezia, Treviso e Padova?
Sono moltissimi: Luca Barbareschi, Giuliana De Sio, Maria Amelia Monti, Marco Paolini, Andrea Pennacchi, Silvio Orlando, Alessandro Preziosi, Alessio Boni, Sergio Rubini, Franco Branciaroli e infine Mariano Rigillo che è un
mio grande amico.
L’arrivo di Dini segna una svolta per il Teatro Stabile del Veneto?
È il più grande direttore artistico che c’è in Italia. Anche qui possiamo farci male solo da soli.
La Regione Veneto investe in questa iniziativa culturale così importante perché ci crede, fino in fondo?
Se vogliamo essere essere in serie
A dobbiamo fare di tutto per restarci anche. Insieme alla regione Veneto ci credono anche i comuni perché negli ultimi anni, in particolare dal Covid in
Il programma. Dal 16 luglio la vendita degli abbonamenti sui posti liberi in cartellone
poi, avrebbero avuto con il covid una buona scusa per ritirare investimenti. Non è mancato nemmeno un centesimo, anzi, a Venezia abbiamo rifatto la sala, a Padova abbiamo rifatto la sala e nessuno ha fatto mancare il suo impegno su questo fronte. Anzi i Comuni ci hanno aiutato anche per raccogliere bene anche tutte le adesioni che abbiamo avuto da parte della fondazione di Venezia come da parte della Fondazione Cariparo. Insomma è stato un gran lavoro di squadra, ora aspettiamo il pubblico a teatro. (g.g.)
Al Teatro del Monaco un mix di ispirazioni classiche e contemporanee
Ultimi giorni di prelazione per chi vuole rinnovare l’abbonamento alla stagione di prosa al teatro comunale Mario Del Monaco di Treviso. Dal 16 luglio si apre infatti la vendita degli abbonamenti sui posti liberi per il cartellone 2024/2025, che avrà una programmazione di 12 titoli in abbonamento e – forte del successo della passata stagione e della crescita del numero degli abbonati, che ha segnato un +62% – inaugura il passaggio da tre a quattro serate, dal giovedì alla domenica, per tutti gli spettacoli.
Il “colpo di scena” che aprirà la declinazione trevigiana del Teatro Stabile del Veneto sarà lo spettacolo “Molto rumore per nulla” (in scena dal 7 al 10 novembre) per la regia di Veronica Cruciani con protagonisti Lodo Guenzi e Sara Putignano, seguito (dal 28 novembre al 1° dicembre) dalla prima produzione firmata per lo TSV dal nuovo direttore artistico Filippo Dini, nei panni di attore e regista, con “Parenti Terribili” di Jean Cocteau. Un mix di drammaturgia contemporanea e ispirazioni classi-
che che accompagnerà gli appassionati fino a maggio, con molti spettacoli ospitati e diversi appuntamenti “fuoriserie”, che riporta al Del Monaco il Festival Mythos, l’”Odissea” con Andrea Pennacchi, mentre Alessandro Preziosi vestirà i panni di D’Annunzio.
Il cartellone (il programma completo è consultabile sul sito teatrostabiledelveneto.it) è stato presentato a fine giugno con tanto di buffet aperto a tutti apparecchiato in Corso del Popolo ed è stato definito dall’assessora
alla cultura del Comune di Treviso
Maria Teresa De Gregorio “caratterizzato da grande qualità ma anche da una relazione sempre più forte e consolidata con le città e i territori circostanti, grazie a progetti che hanno connesso il TSV con università, scuole, imprese, il sistema museale, le Diocesi”. Ancora in via di definizione, invece, i contenuti della stagione lirica e concertistica, il programma di danza e la rassegna domenicale delle “Famiglie a Teatro”.
Sara Salin
LE INTERVISTE DEL DIRETTORE
Uno spazio dove esploriamo conversazioni intriganti e approfondite con il nostro direttore. In onda sabato e domenica dalle 9:28. Solo su Radio Veneto24.
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Giulia De Sio è attesa a Treviso a gennaio 2025
Ecco i significati del Green: parole e concetti che usiamo spesso senza conoscerli
L’uso e l’abuso di molti termini legati ai concetti di cui andremo a parlare provocano disorientamento, che spesso sfocia quasi nel “fastidio”. Vi è mai capitato di alzare gli occhi al cielo quando per la quindicesima volta in poche ore sentiamo pronunciare parole come “sostenibilità” o “cambiamento climatico”?
Usate a sproposito o meno, cerchiamo di fare chiarezza!
Ecco un “glossario” essenziale di quanto può servirci capire.
In primis, SOSTENIBILITA’, che significa vivere e svilupparsi in modo che le risorse del nostro pianeta siano usate in modo responsabile, assicurando che anche le future generazioni possano avere ciò di cui hanno bisogno. Significa prendersi cura dell’ambiente, della società e dell’economia in modo equilibrato, senza esaurire le risorse naturali o causare danni duraturi. In parole semplici, è un modo di fare le cose che permette al pianeta di continuare a prosperare per molto tempo.
Ed alcune derivazioni specifiche, come la mobilità sostenibile, per cui si intende il modo di spostarsi che riduce l’impatto negativo sull’ambiente. Significa usare mezzi di trasporto che inquinano meno, come auto elettriche, biciclette, mezzi pubblici efficienti e camminare di più. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento dell’aria, il traffico e il consumo di risorse naturali, rendendo gli spostamenti più ecologici e salutari per tutti. E lo sviluppo sostenibile, che significa crescere e migliorare la qualità della vita senza danneggiare il pianeta o esaurire le risorse naturali, soddisfare i bisogni delle persone oggi, come cibo, acqua, energia e lavoro, in modo che anche le generazioni future possano avere le stesse opportunità.
La TRANSIZIONE ECOLOGICA è il processo di cambiare il modo in cui
viviamo e produciamo energia, passando da pratiche che danneggiano l’ambiente a quelle che lo proteggono. Significa spostarsi verso l’uso di energie rinnovabili, ridurre l’inquinamento e adottare abitudini più sostenibili per preservare la salute del pianeta. E’ il passaggio ad uno stile di vita e ad un’economia più verde e rispettosa dell’ambiente.
L’EFFICIENZA ENERGETICA è il modo di usare meno energia per fare le stesse cose. Significa utilizzare tecnologie e pratiche che riducono il consumo di energia senza sacrificare comfort o funzionalità. Ad esempio, lampadine a basso consumo che illuminano come quelle tradizionali, ma consumano meno elettricità.
Le ENERGIE RINNOVABILI, che approfondiremo nella pagina seguente, sono fonti di energia che non si esauriscono e che possono essere usate continuamente senza danneggiare il pianeta. Queste includono il sole (energia solare), il vento (energia eolica), l’acqua (energia idroelettrica) e il calore della Terra (energia geotermica).
L’IMPATTO AMBIETALE invece è l’effetto che le nostre azioni hanno sulla natura. Include i cambiamenti che causiamo all’aria, all’acqua, al suolo, alle piante e agli animali.
BENVENUTI
Benvenuti al primo appuntamento delle Rubriche de La Piazza. Da questa uscita ogni mese troverete all’interno di ciascuna delle 23 edizioni territoriali de La Piazza un approfondimento tematico dedicato.
Partiamo con uno dei temi più attuali e sentiti degli ultimi tempi, il Green. Intendiamo raccontarvi in generale e nel dettaglio il coinvolgimento che la rivoluzione green ha e avrà nelle nostre vite. Come ad esempio nei trasporti, ma in particolare nella scelta dell’auto che andremo a fare: elettrica, ibrida o a trazione termica? Nella prossima uscita approfondiremo gli ultimi modelli delle auto in commercio, con una rubrica dedicata ai Motori. Con l’arrivo dell’autunno vi porteremo con noi nel mondo dell’arredamento, del design e della ristrutturazione, con la Casa in primo piano.
Temi importanti, che ci accompagneranno a rotazione fino alla prossima primavera, quando invece andremo a concentrare l’attenzione sul tema Garden, quindi sugli spazi all’aperto che circondano le nostre abitazioni: giardini, terrazze e orti.
Cercheremo di darvi anche consigli utili e ponderati, attraverso le offerte che le aziende e le attività commerciali del nostro territorio hanno deciso di dedicare ai nostri lettori de La Piazza.
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Fonti alternative. Le principali sfruttano risorse come il sole, il vento, la forza dell’acqua e materiali organici
Focus energie rinnovabili: quali le più adatte al nostro territorio?
Le energie rinnovabili sono una chiave fondamentale per un futuro sostenibile e per la riduzione dell’impatto ambientale dell’umanità. A differenza dei combustibili fossili, che sono limitati e causano significativi danni ambientali, le energie rinnovabili sono inesauribili e più rispettose dell’ambiente. La diversificazione delle fonti di energia rinnovabile è fondamentale per garantire una fornitura energetica stabile e affidabile. Investire in tecnologie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e promuovere politiche favorevoli sono i passi fondamentali per un futuro energetico sostenibile. Vediamo le principali fonti di energia rinnovabile: solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomassa.
ENERGIA SOLARE
L’energia solare sfrutta la luce del sole per generare elettricità o calore. Esistono due principali tecnologie: i pannelli fotovoltaici e i collettori solari termici. I pannelli fotovoltaici convertono direttamente la luce solare in elettricità mediante celle solari. Sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, dalle abitazioni ai grandi impianti solari. I collettori solari termici, invece, assorbono il calore del sole per riscaldare acqua o aria, usati principalmente per il riscaldamento domestico. L’energia solare è abbondante e può essere sfruttata quasi ovunque, rendendola una delle fonti di energia più promettenti per il futuro.
ENERGIA EOLICA
L’energia eolica sfrutta la forza del vento per generare elettricità. Le turbine eoliche, con le loro grandi pale, catturano il vento e lo trasformano in energia elettrica tramite un generatore. Le turbine possono essere installate sia sulla terraferma che in mare aperto (offshore), dove i venti sono più forti e costanti. L’energia eolica è una delle fonti di energia rinnovabile in più rapida crescita, grazie ai costi di produzione relativamen-
paesaggistiche e dall’impatto visivo.
ENERGIA IDROELETTRICA
L’energia idroelettrica utilizza il movimento dell’acqua per generare elettricità. Gli impianti idroelettrici sono spesso costruiti su fiumi, dove le dighe creano un bacino d’acqua. L’acqua rilasciata dal bacino fluisce attraverso turbine, generando elettricità. Esistono anche impianti di piccola scala, chiamati micro-idroelettrici, che possono essere installati in piccoli corsi d’acqua. L’energia idroelettrica è una fonte stabile e affidabile, ma può avere significativi impatti ambientali, come la distruzione di habitat naturali e la modifica dei flussi dei fiumi.
ENERGIA GEOTERMICA
L’energia geotermica sfrutta il calore proveniente dall’interno della Terra. Questo calore può essere utilizzato direttamente per il riscaldamento
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o convertito in elettricità tramite impianti geotermici. Le aree geologicamente attive, come l’Islanda o parti degli Stati Uniti, sono particolarmente adatte per l’energia geotermica. I principali vantaggi di questa fonte di energia sono la sua affidabilità e la capacità di fornire energia continua, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Tuttavia, la sua applicazione è limitata a regioni con sufficiente attività geotermica. BIOMASSA
La biomassa utilizza materiali organici, come legno, rifiuti agricoli e urbani, per produrre energia. Questa può essere trasformata in biogas attraverso la digestione anaerobica o in biocarburanti tramite processi chimici. La biomassa è una fonte di energia flessibile e può contribuire alla gestione dei rifiuti. Tuttavia, la sua sostenibilità dipende da pratiche di coltivazione e raccolta responsabili, poiché un uso eccessivo può portare alla deforestazione e alla perdita di biodiversità.
Come mai?
“Semplice: ha installato impianto fotovoltaico, pompa di calore e batteria d’accumulo. Prima dell’intervento spendeva circa 2.000 euro l’anno di gas. Oggi, per tutte le sue esigenze di luce, riscaldamento, raffreddamen-
tutto l’investimento, dalle spese per le componenti sino alla manodopera. Un ulteriore vantaggio che merita di essere sfruttato”.
Quali sono i marchi che piacciono di più ai clienti?
“Dipende. Noi installiamo prodotti delle mi-
Una bella soddisfazione…
“La vera soddisfazione è contribuire a una rivoluzione gentile, che consente alle persone di risparmiare e, contemporaneamente, tutela il nostro pianeta”.
SOLAR Piazzetta Curte Rodulo,
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te bassi e alla sua efficienza. Tuttavia, l’installazione delle turbine può essere limitata da considerazioni
La casa cambia. Attenzione ai materiali usati ma anche all’efficienza energetica e all’impiego delle risorse
Le buone pratiche per un’edilizia sempre più attenta all’ambiente
L’edilizia sostenibile rappresenta un approccio innovativo alla costruzione e alla gestione degli edifici, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, con un occhio attento al benessere delle persone.
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Questa pratica integra materiali ecologici, tecnologie efficienti e design intelligente per creare strutture che siano rispettose dell’ambiente e delle risorse naturali.
Uno degli aspetti fondamentali dell’edilizia sostenibile è l’uso di materiali a basso impatto ambientale. Questi includono legno certificato, bambù, calcestruzzo riciclato e pannelli solari. L’uso di materiali riciclati, e a Km0, riduce la necessità di trasporto e diminuisce le emissioni di carbonio. Inoltre, i materiali naturali come il legno e il bambù sono rinnovabili e biodegradabili, riducendo quindi l’inquinamento e il consumo di risorse non rinnovabili.
L’efficienza energetica è un altro pilastro dell’edilizia sostenibile. Gli edifici possono essere progettati per massimizzare l’uso della luce naturale, riducendo la necessità di illuminazione artificiale e, di conseguenza, il consumo di energia. L’isolamento termico di alta qualità, finestre a doppio vetro e sistemi di riscaldamento e raffreddamento efficienti contribuiscono a mantenere una temperatura interna confortevole con un minor uso di energia. L’integrazione di fonti di energia rinnovabile, come pannelli solari e impianti geotermici, può inoltre ridurre ulteriormente la dipendenza dai combustibili fossili. La gestione sostenibile dell’acqua è un punto cruciale nell’edilizia sostenibile. Sistemi di raccolta dell’acqua piovana, rubinetti a basso flusso e impianti di riciclo delle acque grigie aiutano a ridurre il consumo di acqua potabile. Questi sistemi non solo conservano una risorsa preziosa, ma riducono anche i costi operativi degli edifici. Infine, il design intelligente degli edifici sostenibili prevede l’ottimizzazione dello spazio e la flessibilità d’uso. Questo significa progettare spazi che possono adattarsi a diverse funzioni nel tempo, riducendo la necessità di ristrutturazioni frequenti e minimizzando l’uso di materiali e risorse.
L’edilizia sostenibile è una risposta necessaria alle sfide ambientali odierne. Integrando materiali ecologici, tecnologie efficienti e un design intelligente, si possono costruire edifici che riducono l’impatto ambientale e migliorano la qualità della vita delle persone.
Tecnologia green per l’edilizia sostenibile
La tecnologia green sta rivoluzionando il settore dell’edilizia sostenibile, offrendo soluzioni innovative per costruire edifici più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Tra le principali tecnologie troviamo i pannelli solari, che consentono agli edifici di generare energia pulita, riducendo la dipendenza da fonti fossili. Inoltre, l’uso di materiali da costruzione eco-compatibili, come il legno certificato e i mattoni riciclati, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni.
Le tecniche di isolamento avanzate, come i vetri a bassa emissività e i sistemi di isolamento termico a cappotto, migliorano l’efficienza energetica degli edifici, riducendo i consumi di riscaldamento e raffreddamento. Le smart grid e i sistemi di gestione dell’energia permettono di ottimizzare l’uso delle risorse, monitorando e regolando il consumo energetico in tempo reale. Inoltre, l’integrazione di soluzioni di raccolta e riutilizzo delle acque piovane riduce lo spreco idrico, mentre i tetti verdi e le pareti vegetali migliorano l’isolamento termico e la qualità dell’aria. L’implementazione di queste tecnologie green nell’edilizia sostenibile non solo aiuta a mitigare il cambiamento climatico, ma crea anche ambienti di vita più salubri e confortevoli.
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Vacanze 2024 all’insegna della sicurezza
Usalute.
E’ partita l’estate 2024 nel litorale Veneziano: “Benvenuto turista d’Italia e del mondo” è l’incipit del video che l’Ulss 3 Serenissima ha realizzato sull’impegno per garantire l’assistenza in emergenza e sanitaria ai villeggianti che giungono nelle città e nelle spiagge del Veneziano.
“Vacanze sicure” è un progetto che l’azienda sanitaria condivide con la Regione Veneto e che, per l’edizione 2024, consiste in uno sforzo economico di poco meno di un milione e 700mila euro d’investimento. Un impegno che quest’anno ha consentito di potenziare personale e strutture, oltre ai servizi.
“Siamo vicini ai territori che nell’estate accolgono milioni di turisti e villeggiantiha sottolineato il Direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. L’obiettivo è garantire a chi arriva nel Veneziano di trovare un sistema che lo accolga con professionalità anche per la sicurezza e l’assistenza medica e sanitaria”. Chioggia, con la sua città d’arte e le spiagge, sta al centro di questo potenziamento dei servizi sanitari.
“Ai due ambulatori medici attivati per la stagione estiva - esordisce il Direttore del Suem118, Andrea Tiozzo, per l’area di Chioggia - si aggiungono quattro punti infermieristici, all’Ascot, allo Stella Maris, all’Astoria, e ai Bagni Smeraldo. Presi-
VACANZE SICURE 2024
Nelle spiagge di Sottomarina e Isola Verde potenziati servizi, personale e strutture. Il miglior benvenuto che si possa dare ai turisti
diamo anche quella spiaggia libera di circa settecento metri ad Isola Verde, che è particolarmente difficile da raggiungere”. Il progetto prevede quest’anno un presidio con l’ambulanza dedicata a Isola Verde. “Fondamentale è la mappatura - ha spiegato il Primario - che ogni anno viene rinnovata sulle spiagge”. C’è poi la collaborazione con gli operatori del salvamento, la quale ha consentito di ridurre anche in modo significativo il numero dei decessi in spiaggia. “Ci aiutano – ha aggiunto Tiozzo - ad essere efficienti anche mezzi: è possibile il volo notturno dell’elisoccorso, l’idroambulanza che d’estate sosta a Pellestrina, e quad per muoverci in velocità sulla sabbia. La novità: le medical e-bike, ad ampia autonomia, dotate di luci stroboscopiche e sirene; a Chioggia sono tra le prime in Italia”.
La formazione per gli operatori è strategica come lo è anche quella fatta a cittadini e villeggianti. A Chioggia e a Sottomarina è pronto il programma di corsi sia di rianimazione cardiopolmonare che di disostruzione pediatrica. Entrano in azione anche i cani addestrati al salvamento.
Estate sicura sul territorio significa anche lotta agli insetti pericolosi. “Siamo
pronti - ha sottolineato la dottoressa Federica Boin - con la lotta all’arbovirosi. Con i comuni, che mappano le aree a rischio, organizziamo i trattamenti larvicidi e, nel caso si presentino casi umani di infezione, avviamo protocolli di trattamento straordinario con larvicidi e adulticidi per la lotta al vettore. Ci impegniamo anche con il Piano caldo per proteggersi dalle ondate di calore”. Il faro della salute resta comunque l’Ospedale. “Chioggia - ha sottolineato il Dg Contato - è uno dei pochissimi poli turistici che hanno un Ospedale vicinissimo all’area balneare, raggiungibile via acqua, via terra e anche dal cielo, grazie all’elisuperficie. Sono stati potenziati il Pronto Soccorso, i servizi di ambulatorio pediatrico e di specialistica”.
Collaudata è la comunicazione al turista, con l’app “Vacanze Sicure” che mette a disposizione i servizi di emergenza-urgenza, di assistenza e di cura. Si lavora sul fronte della telemedicina che si concretizza in tutte quelle attività di consulenze a distanza, ma anche nell’utilizzo dei visori che, indossati dal personale del Suem118, permettono loro di intervenire, in caso di emergenza, restando in collegamento con la centrale.
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Riabilitazione. Sei appuntamenti da giugno a settembre nel territorio veneto
Le squadre del Dragon boat scendono in acqua
Sono formate da donne operate di tumore al seno che si allenano in questa disciplina particolarmente indicata come attività, riabilitativa psicofisica. Gareggeranno per informare e divulgare all’interno di un progetto regionale
Forza, riscatto, rinascita. Tre parole, un unico obiettivo: riabilitazione!
Dopo l’avvio il 1° giugno a Treviso, l’8 a Mestre (Ve) e il 15 a Bardolino (Vr), una nuova data si è aggiunta – quella del 29 giugno a Padova – alle complessive sei giornate previste per questa iniziativa che fa parte di un progetto della Regione Veneto di promozione del Dragon Boat, in collaborazione con Ugo, l’acronimo di Unite gareggiamo ovunque, le squadre formate da donne operate di tumore al seno, e Lilt.
Il Dragon boat è una canoa con una testa di drago sulla prua, da cui il nome di questa disciplina – di origine cinese - particolarmente indicata come attività riabilitativa psicofisica rivolta alle donne con pregresso tumore al seno. Venti rematori pagaiano al ritmo scandito da un tamburo che si trova a prua dell’imbarcazione mentre a poppa si colloca il timoniere che tiene la direzione. E’ uno sport di squadra che non richiede conoscenze pregresse e può essere praticato da chiunque. In Italia fu praticato per la prima nel 1988 a Roma sul laghetto dell’Eur, mentre i primi campionati del mondo furono in Cina nel 1995. Le gare si svolgono sulle distanze di 200, 500, 1000, 2000 metri. Dal 2016 le Ugo hanno iniziato a gareggiare, sia in Italia che all’estero, con l’obiettivo di promuovere il loro progetto affinché tutte le donne
che hanno avuto la loro esperienza possano conoscere l’attività del Dragon boat e decidere di sperimentarla. Nel 2019 hanno costituito l’Associazione Ugo Unite gareggiamo ovunque Onlus con la mission di promuovere e diffondere i benefici dell’attività fisica, i valori dello sport e la ricerca della salute. Il progetto regionale è stato approvato alla fine dello scorso anno, Dgr 1390 del 20 novembre 2023, e prevede appunto 6 giornate organizzate nelle diverse province del territorio, in cui momenti di approfondimento con medici e specialisti si alternano all’attività fisica su dragon boat. “È da tempo dimostrato – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin, in occasione dell’Open Day a Padova – che l’attività fisica praticata regolarmente contribuisca a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella, migliori la tollerabilità dei trattamenti e riduca il rischio di ricaduta di malattia dopo una prima diagnosi di tumore operabile”.
In particolare, per le donne sottoposte a linfoadenectomia, che hanno il rischio di sviluppare un linfedema, viene evidenziato che esercizi leggeri di allungamento muscolare (stretching), di mobilità articolare e rinforzo muscolare permettono di ripristinare gradualmente la funzionalità del braccio, facilitando il ritorno linfatico; infatti, se svolti con regolarità, questi esercizi permettono di migliorare i movimenti dell’arto e ridurre il gonfiore.
“Ecco perché assume particolare importanza l’obiettivo regionale di promuovere il movimento tra le donne colpite da tumore al seno, attraverso l’attività sportiva del “Dragon Boat”. Tale disciplina - ha continuato Lanzarin - unisce la ripresa fisica (soprattutto per la riabilitazione del braccio dal lato dell’intervento chirurgico) con quella psicologica e sociale, in quanto lo spirito di squadra e una sana competizione hanno effetti “terapeutici” molto efficaci di sostegno reciproco nella lotta alla malattia oncologica e per una ripresa della vita dopo la malattia”.
In Italia esistono 52 squadre di Dragon Boat, di cui 9 in Veneto. Le tappe successive dell’iniziativa veneta si svolgeranno il prossimo 7 settembre a Solagna (Vi) e ad Arquà Polesine (Ro). La chiusura si terrà a Bardolino (Vr) il prossimo 14 settembre con la presentazione degli esiti finali del progetto e una competizione tra diverse squadre che si sfideranno a colpi di pagaia
APPARENTEMENTE INNOCUE, POSSONO ESSERE UN PERICOLO PER I BAGNANTI
Meduse, come comportarsi in caso di contatto
L’estate è iniziata e sono stati inaugurati anche i primi bagni in mare della stagione, perfetti per godersi un po’ di meritato riposo e un po’ di ristoro nelle giornate di caldo intenso. Tuttavia, è importante essere preparati per eventuali “incontri ravvicinati” con le meduse, organismi marini apparentemente innocui che rappresentano però un pericolo per i bagnanti.
Con le loro punture, infatti, le meduse possono rovinare una perfetta giornata al mare e causare danni, anche permanenti, come cicatrici o macchie sulla pelle.
Ma attenzione: con le giuste informazioni si possono affrontare senza panico anche le meduse!
L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha fornito nelle sue pagine social alcuni utili consigli per intervenire correttamente in caso di contatto e continuare a godersi le proprie vacanze estive in piena sicurezza. Innanzitutto, la prima cosa da fare in caso di contatto è rimanere calmi e cercare di respirare in modo regolare. Se si è vicini alla riva è bene
uscire dall’acqua, in caso contrario è opportuno richiamare l’attenzione degli altri bagnanti per farsi aiutare.
Una volta fuori dall’acqua, si legge nell’infografica dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, è prioritario controllare se sono rimasti attaccati frammenti della medusa. Nel caso in cui vi fossero, se è possibile, è opportuno rimuoverli senza toccarli direttamente, ad esempio con una spatola o una tessera di plastica rigida. Si dovrà quindi sciacquare con acqua di mare la zona colpita. Non va usata l’acqua dolce perché causerebbe la rottura delle nematocisti ancora intatte e il rilascio di altro liquido urticante.
Per alleviare il dolore sono consigliati impacchi freddi, anche se bisogna evitare che il ghiaccio entri in contatto con la pelle. Va quindi usato un gel astringente per ridurre il prurito e bloccare la diffusione delle tossine. Lo si può trovare in farmacia ed è utilizzato anche per le punture di zanzara. Infine, è consigliabile non esporre al sole la zona colpita, poiché è sensibile è può scurirsi, provocando macchie e cicatrici antiestetiche.
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Medicina Turistica a Rosolina Mare e Porto Tolle
Due ambulatori e dieci medici per i villeggianti delle spiagge
Medicina turistica, attivi due ambulatori, a Rosolina Mare e a Bonelli di Porto Tolle, riservati ai villeggianti che nel periodo estivo soggiornano nel litorale rodigino.
l
servizio che l’Azienda Ulss 5 Polesana assicura è garantito a tutti i non residenti della località turistica, compresi i cittadini stranieri, secondo le tariffe in vigore.
I residenti nella Regione Veneto possono chiedere il rimborso delle spese sostenute, con domanda presentata presso l’Azienda Ulss di appartenenza, se rientrano nelle seguenti categorie: minori di 12 anni; cittadini di età superiore agli anni 60; lavoratori e studenti dimoranti, per ragioni connesse all’attività lavorativa e di studio, fuori dal proprio domicilio; cittadini portatori di handicap con grado di menomazione superiore all’80% ai fini dell’attività lavorativa.
I residenti in altre Regioni devono rivolgersi alle Aziende Sanitarie di appartenenza per informazioni su eventuali rimborsi.
L’ambulatorio di Rosolina Mare si trova in Viale dei Lauri, 80 e può essere contattato ai numeri telefonici 3474461228 e 042668245. E’ attivo già dal 1° giugno e rimarrà a disposizione dell’utenza fino al
prossimo 15 settembre tutti i giorni, compresi i prefestivi ed i festivi, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con fascia oraria dalle 13.00 alle 15.00 dedicata alle visite domiciliari, salvo le urgenze. In caso di urgenze notturne, dalle 20.00 alle 8.00 del giorno successivo, ci si dovrà rivolgere alla Continuità Assistenziale di Porto Viro (Ex Guardia Medica) al numero 0425078180.
L’ambulatorio di Bonelli di Porto Tolle, che si trova nel Villaggio “Barricata Holiday Village”, può essere contattato ai numeri telefonici 3334901075 e 0426389930. E’ attivo dal 1° giugno e sarà operativo fino al prossimo 1° settembre solo nei giorni prefestivi e festivi dalle 9.00 - 19.00, con fascia oraria dalle 13.00 alle 15.00 dedicata alle visite domiciliari, salvo le urgenze. In caso di urgenze notturne, dalle 20.00 alle 8.00 del giorno successivo, ci si dovrà rivolgere alla Continuità Assistenziale di Porto Tolle (Ex Guardia Medica) al numero 0425078160.
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In estate aumenta il tempo trascorso all’aperto. Contro il rischio di malattie gravi, provocate dalle punture o morsi degli insetti
Zanzare e zecche, la miglior difesa è la prevenzione
La Regione Veneto, insieme alle Ulss, ha predisposto una campagna d’informazione su comportamenti corretti, utili a prevenire eventuali complicanze
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na puntura di zanzara o un morso di zecca possono diventare un vero e proprio problema di salute. La maggior parte delle punture o dei morsi sono innocui ma alcune zanzare e zecche possono trasmettere malattie anche gravi, chiamate arbovirosi. I sintomi più comuni di queste malattie sono febbre e malessere generale. In alcuni casi, soprattutto nelle persone anziane e nei soggetti fragili, queste malattie possono causare problemi di salute anche gravi. Le malattie più diffuse nel Veneto causate da zanzare o zecche sono la Febbre del Nilo Occidentale (West Nile) e l’Encefalite da morso di zecca (TBE), quest’ultima in particolare rappresenta un rischio anche per le persone giovani e sane, con possibili complicanze gravi e anche invalidanti in un soggetto su cinque. Negli ultimi anni i cambiamenti climatici e la globalizzazione hanno peggiorato la diffusione di queste malattie e, inoltre, potrebbero contribuire a portare anche altre malattie generalmente poco diffuse nel Veneto, come ad esempio dengue, chikungunya, zika.
Cosa si può fare? La Regione Veneto, insieme alle Ulss, ha predisposto una campagna informativa e alcuni suggerimenti su comportamenti corretti, utili a prevenire eventuali complicanze.
Il modo migliore per evitare queste malattie è infatti essere consapevoli dei rischi, prevenire le punture o i morsi e contrastare la diffusione delle zanzare.
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dell’organismo e dell’ in cui vive per
Come? Proteggendosi da punture e morsi di zanzare e zecche; prendendosi cura dei giardini delle aree private per ridurre la proliferazione delle zanzare; prestando particolare attenzione in caso di escursioni in montagna e nei viaggi all’estero.
Usare i repellenti. E’ consigliato usare prodotti disponibili in commercio. E’ bene controllare che siano a base di icaridina (KBR 3023), DEET (N,N-dietil-m-toluammide) butilacetilaminopropionato (IR3535) o Paramatandiolo (PMD o Citrodiol). Il prodotto va applicato più volte durante la giornata, soprattutto se fa caldo e si suda. Per i bambini piccoli e le donne in gravidanza è consigliabile seguire le specifiche raccomandazioni.
di Pyriproxifen, S-Methoprene, Bacillus thuringiensis var. israelensis o olio siliconico (PDMS, Polidimetilsilossano). E’ importante alternare almeno due prodotti diversi per evitare che si sviluppino larve resistenti.
Dopo piogge abbondanti è indicato ripetere il trattamento larvicida per garantirne l’efficacia. Consultare sempre le schede tecniche dei prodotti per la periodicità e le modalità di applicazione.
•Screening prevenzione melanoma •Esame fondo oculare
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L’abbigliamento giusto. Soprattutto le persone anziane e fragili dovrebbero indossare vestiti lunghi e coprenti (es. maniche e pantaloni lunghi), tessuti leggeri adatti all’estate (lino, cotone, ecc.). Se si fa un’escursione in montagna si raccomanda sempre di utilizzare calzature adeguate e coprenti (evitare sandali e infradito), calzini alti e colori chiari per l’abbigliamento.
I repellenti vanno utilizzati anche sui vestiti, prima di indossarli vanno impregnati con prodotti specifici, soprattutto se ci sono molte zanzare. Per questo scopo è bene usare quelli a base di permetrina, disponibili in commercio. Queste sostanze aiutano a tenere lontane zecche e zanzare. Le zanzariere vanno tenute abbassate.
Evitare ristagni d’acqua. Alcuni semplici accorgimenti possono evitare che le zanzare proliferino negli ambienti in cui si vive. Per questo è fondamentale evitare i ristagni d’acqua. E’ infatti sufficiente pochissima acqua stagnante affinché le zanzare possano depositare le uova e riprodursi. Cosa fare? Intanto svuotare giornalmente vasi, sottovasi e le raccolte d’acqua in generale, poi coprire con teli o microreti le raccolte di acqua che non possono essere svuotate e, quindi, applicare periodicamente, nei fossati di pertinenza privata e in presenza di acqua stagnante con presenza di larve di zanzara, prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. israelensis. Si possono inoltre posizionare pesci che si nutrono delle larve di zanzara (es. Gambusia), nelle raccolte d’acqua private, quali laghetti e stagni e, infine, mantenere correttamente il giardino (sfalcio dell’erba, potatura delle siepi).
Gli adulticidi. Sono invece prodotti che vengono nebulizzati nell’aria o sulla vegetazione per uccidere le zanzare adulte. Hanno un effetto debole e di breve durata. Non sono di norma indicati per la lotta ordinaria contro le zanzare. Anche per le case private non è raccomandato il loro uso periodico. Molte specie di zanzare, a causa del loro utilizzo incontrollato, sono diventate resistenti a questi prodotti che sono utilizzati solo quando sono presenti criticità sanitarie molto particolari (es. comprovata presenza di alta densità di zanzare, presenza di specie moleste) e, quando utilizzati, deve essere posizionata una idonea cartellonistica almeno 48 ore prima dell’intervento.
I Comuni e le ULSS ogni anno eseguono interventi mirati nei tombini e nei fossati, per ridurre le zanzare nelle aree pubbliche, che servono a uccidere le larve di zanzara e non sono dannosi per l’ambiente, le persone e gli animali. Escursioni in montagna. E’ vivamente consigliato evitare di camminare fuori dai sentieri battuti, o di distendersi sull’erba.
Al rientro dalle escursioni ricordarsi di controllare accuratamente ogni parte del corpo, le zecche amano insediarsi sulla testa, sul collo, sui fianchi e dietro alle ginocchia. Meglio accorgersi subito della presenza di zecche sul corpo, eviterà di trovarla dopo giorni dal morso iniziale, riducendo la possibilità di infezione con un’idonea rimozione.
E’ importante controllare anche eventuali animali domestici (es. cane). Per una delle malattie trasmesse dal morso di zecca è disponibile un vaccino.
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I prodotti larvicidi. Sono delle pastiglie che uccidono le larve. Possono essere acquistati nei consorzi agrari, in farmacia o in negozi specializzati (anche e-commerce). Devono essere applicati periodicamente, almeno ogni 3-4 settimane, nei tombini e nelle caditoie (griglie dove defluisce l’acqua) dove c’è acqua stagnante. Sono i prodotti più importanti da utilizzare anche a casa. Utilizzati nel modo corretto non sono dannosi e hanno un’efficacia duratura. Che prodotti usare? Possono essere utilizzati quelli a base
Viaggi all’estero. Durante i viaggi è importante proteggersi. Soprattutto nei paesi tropicali, c’è il rischio di malattie trasmesse dalle zanzare (come dengue, chikungunya o zika) o da altri insetti. Possibilmente 2-3 mesi prima di partire è importante prenotare una consulenza presso gli ambulatori di medicina dei viaggi. Durante la consulenza il personale esperto potrà dare informazioni utili per ridurre i rischi e raccomandare eventuali vaccinazioni. Per 4 settimane dopo essere rientrati è importante controllare se compaiono alcuni sintomi particolari (es. febbre, malessere generale, dolore oculare, manifestazioni cutanee) e continuare ad utilizzare i repellenti cutanei. In presenza di sintomi rivolgersi al medico facendo presente il paese in cui si è stati.
Per ulteriori informazioni è bene consultare la sezione del Dipartimento di Prevenzione del sito web della propria Azienda Ulss.
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mostrato i tanti frequentatori illustri del mondo dello spettacolo che si sono immersi nelle sue acque termali, da Flavio Insinna ad Ornella Muti, da Dj Ringo a Giovanni Storti, da Giulia Calcaterra a Jakidale, da Vittorio Sgarbi a Marco Bianchi, che le ha dedicato un suo menu pensato per chi pratica attività acquatiche. Oltre a tanti visitatori illustri come Stefano Bollani, Andrea Lucchetta, Domenico Fioravanti, Vittorio Brumotti, Valerio Massimo Manfredi, Giuseppe Vessicchio.
Ad accendere per primo i riflettori in Y-40 come studio di produzione è stato Diego Dalla Palma che ha girato un’intera stagione di Ciao Bellezza per Rete 4 dando il la a numerosi servizi nelle maggiori emittenti giornalistiche e televisive da ogni parte del mondo, come CNN, Fox, Discovery Channel, BBC, EBC Taiwan, TeleFrance1, RAI, Mediaset, SKY, La7. A consacrarla nell’ultima stagione sono state le numerose esterne acquatiche condotte da Umberto Pelizzari per Lo Show dei Record di Canale 5 con Gerry Scotti, nonché l’intera puntata di Generazione Bellezza di Emilio Casalini su Rai 3 dedicata proprio alla struttura unica al mondo e alle molteplici opportunità di sviluppo turistico ed economico aperte da Y-40.
DANZA
Location privilegiata per la danza subacquea, Y-40 ha ospitato gli allenamenti dell’étoile dell’Opera di Parigi Sylvie Guillem, fino ad essere il palcoscenico preferito del volteggiare della performer cinese Dada Li e di numerose altre artiste. Tre video soprattutto sono diventati virali per quel che riguarda la sesta arte: le coreografie a testa in giù della squadra nazionale italiana di nuoto sincronizzato riprese da Fabio Ferioli, gli struggenti passi di danza della campionessa Julie Gautier coreografati da Ophélie Longuet sulle note di Ezio Bosso, ma anche la danza morbida e sensuale del travolgente Tang’o eseguito sott’acqua in apnea dalla ballerina spagnola Ariadna Hafez Navarro con la coreografia di Bastien Soleil, un’incredibile performance subacquea a 10 metri di profondità, per la quale sono servite 600 immersioni in notturna della durata di circa un minuto e mezzo.
PUBBLICITÀ
Y-40® è stata il teatro dell’intera campagna del Ministero
destramento subacqueo.
Diversi gruppi di forze armate e associazioni di volontariato si sono rivolte alla struttura per sfruttare la conoscenza dei suoi operatori in educazione acquatica e speleosubacquea, tra cui: l’Arma dei Carabinieri, l’Aeronautica Militare, l’Esercito Italiano, la Guardia di Finanza, la Marina Militare, la Polizia di Stato, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e, tra i tanti gruppi internazionali, anche l’ Esercito degli Stati Uniti d’America.
Y-40® rappresenta la condizione ideale per la ricerca scientifica subacquea non solo per la sua profondità reale e la temperatura che consente di rimanere in immersione a lungo, ma anche per l’assenza di correnti, e perturbazioni meteorologiche. La USA Navy ha scelto Y-40® per studiare la fisiopatologia degli atleti in apnea nel progetto di collaborazione tra Office of Naval Research, US Federal Agency, ed il dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Padova diretto dal prof. Gerardo Bosco. Anche la NATO ha scelto Y-40 per il summit del 2022 “Underwater Diving Working Group” sulla sicurezza in mare.
100 Paesi di provenienza
NORMANDIA ROMANTICA
Le Havre e Rouen, le due “modelle” Magiche ispirazioni per gli Impressionisti
La due città atlantiche, bagnate dalla Senna, hanno ispirato molte opere di pittori legati al movimento artistico nato 150 anni fa in Francia. Claude Monet le ritrasse sfidando il mare, come fece alle falesie di Etretat, o dalla finestra al primo piano di un negozio di lingerie, per catturare meglio la magia della Cattedrale di Notre Dame
di
Renato Malaman
C’è un fil rouge che lega Le Havre a Rouen. Un fil rouge onirico, come i paesaggi lungo la Senna su cui le due città si specchiano. Seguendo questo invisibile filo si possono riscoprire sotto la luce magica dell’arte queste due bellissime perle di Normandia. Un buon pretesto per intraprendere questo viaggio carico di suggestioni è costituito dai 150 anni del movimento impressionista. Che proprio da queste parti lasciò tracce indelebili, grazie alle opere di Monet, Pissarro, Boudin, Renoir, Géricault, Manet e di tanti altri artisti, capaci con i loro sfumati tocchi di pennello di trasporre in poesia ogni soggetto che aveva rapito i loro occhi e il loro cuore. Due città, Le Havre e Rouen, l’una marittima e portuale e l’altra più storica e culturale, che trovano proprio nell’arte ciò che le unisce. Storie diverse, storie convergenti. Antipodi che diventano un unico polo.
Dalle bombe al riconoscimento Unesco
Se l’Araba Fenice è rinata dalle sue ceneri, Le Havre è rinata sulle sue macerie, dopo che le bombe nel settembre del 1944 l’avevano rasa al suolo.
Le vittime civili furono tante e la distruzione della città fondata da Francesco I nel 1517 (quello del castello di Chambord, che convinse Leonardo Da Vinci a trasferirsi in Francia) fu pressoché totale. Chi poteva immaginare che soltanto pochi decenni dopo Le Havre sarebbe entrata nel Patrimonio Unesco? Il riconoscimento è arrivato nel 2005, ma i suoi presupposti risalgono all’immediato dopoguerra, quando la Francia affrontò uno sforzo titanico pur di ridare vita e luce alla sua finestra sull’Atlantico. Nonostante l’emergenza, l’operazione venne pensata in grande, così da dare continuità alle visioni di Francesco I, ma anche a quelle più recenti dei pittori impressionisti che dalla Le Havre ottocentesca trassero linfa per felici ispirazioni.
Auguste Perret, l’urbanista del cemento armato E’ così che una città di cemento armato, riedificata secondo i rigidi schemi del Classicismo Strutturalista, in cui l’estetica si sacrifica alla funzionalità, può trasformarsi in un luogo di poesia. Le Havre deve una gratitudine speciale ad August Perret, l’architetto che ha pianificato la sua ricostruzione a tempo di record, contando su un formidabile alleato: il cemento armato, materiale di cui l’architetto è stato uno dei pionieri. Perret ha firmato anche la chiesa simbolo, quella di Saint Joseph che dall’alto dei suoi 107 metri domina lo skyline della città. Una vertigine estetica e spirituale.
Oscar Niemeyer e il suo “Vulcano”
A Le Havre approdò poi anche un altro padre dell’architettura moderna: Oscar Niemeyer, quello che edificò Brasilia: fu lui a progettare il provocatorio “Volcan”, centro culturale a forma di vulcano che caratterizza la centralissima piazza che porta il suo nome. Una sfida architettonica è anche la Narrow House, la casa più stretta del mondo creata da Erwin Wurm. Città anche ecologica Le Havre, che si gira facilmente in bici e dove le rotaie del tram spuntano dall’erba.
La luce del Nord al MuMa, i Docks, il porto… L’altra Le Havre è quella affacciata sull’Atlantico. Lo stesso Museo MuMa, il museo d’arte
moderna “André Malroux” che contiene il maggior numero di capolavori dei pittori impressionisti (in particolare la collezione di Eugène Boudin) sorge in faccia al mare, attingendo alla sua luce. Di straordinario effetto scenico sul panorama urbano hanno i Docks, i magazzini portuali oggetto di una intelligente operazione di recupero. Erano i magazzini del caffé e del cotone: il restyling li ha trasformati in luoghi dedicati allo svago, al lifesyle e alle attività commerciali e congressuali.
E poi c’è il porto, da vivere attraversandolo in battello fra gigantesche navi porta container (nessun porto in Francia ne movimenta così tanti) e da crociera: qui ne approdano 180 all’anno. Di lontano si scorge il Pont de Normandie, il ponte strallato a luce libera più lunga del mondo (850 metri). Un’opera di grande valore estetico.
La seducente Sainte-Adresse, legata al Belgio Seduzione pura a Sainte-Adresse. Altro luogo immortalato da celebri opere degli impressionisti, che proprio dal molo, dalle passerelle e dall’arenile potevano ammirare, lontani all’orizzonte, Deauville, Trouville-sur-Mer e Honfleur, ovvero i villaggi che a fine Ottocento videro nascere il movimento che rivoluzionò il mondo della pittura… Sainte-Adresse fu anche un’enclave belga, perché qui tra il 1914 e il 1918, si rifugiò il governo di Bruxelles per mantenere le sue funzioni durante la prima guerra mondiale. Etretat, le falesie più ritratte di Francia La Le Havre legata all’Impressionismo ha una sua appendice naturale a Etretat, il pittoresco villaggio affacciato sulle scogliere più famose e fotografate di Francia. Qui Claude Monet e gli altri artisti furono attratti come calamite dal fascino selvaggio delle falesie della spettacolare Costa d’Alabastro. Monet decise di stabilirvisi e quel paesaggio di balze e di picchi lo trasformò più volte in arte. Sopra la falesia più famosa, quella dell’Aiguille, ora sorge uno dei campi da golf più incredibili del mondo. Un luogo da cui ammirare le falesie sono i bizzarri giardini di Etretat, progettati da Alexandre Grivko. Sorgono intorno a una delle più eclettiche ville che i parigini un secolo fa fecero edificare su questo tratto di costa della Normandia, diventato un richiamo di moda. Immerse nel verde ci sono le opere buffe di Samuel Salcedo. Nel cuore di Etretat c’è la Clos Lupin, la casa dello scrittore Maurice Leblanc dedicata al personaggio più famoso uscito dalla sua fervida penna: Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo. La casa e il suo giardino sono un susseguirsi di sorprese e di colpi di scena, legati ai 39 racconti (condensati in 5 libri) che Leblanc dedicò a Lupin. Sul lungomare tanti ristorantino che propongono “moule” (le cozze), ostriche, frutti di mare e poi gli inimitabili formaggi di Normandia. Golosità che si incontrano ovunque in questa regione del Nord. Rouen, la chiesa del “vichingo” e la case a graticcio
A Rouen si incontrano storia e storie. Come quella quella del legame di Monet per la cattedrale di Notre Dame: la immortalò in una trentina di opere, in condizioni di luce diverse. Dipingeva affacciato alla finestra del prospiciente negozio di lingerie. La cattedrale di Rouen è il condensato di mille anni di storia espressi in ricami di pietra. In cui emerge il ruolo e la
vocazione di capitale culturale di Normandia di questa città. Al suo interno anche le tombe di Rollo, l’ultimo dei vichinghi e primo della dinastia dei Normanni, e quella che contiene il cuore di Riccardo Cuor di Leone, famoso per le sue crociate. A Rouen, oltre al pittore Gèricault nell’800 nacque anche lo scrittore Gustave Flaubert, quello di Madame Bovary; due secoli prima Pierre Corneille, scrittore e drammaturgo. Il Museo delle Belle Arti di Rouen, con il MuMa di Le Havre, è lo scrigno più ricco di
opere dell’impressionismo. Ambientazioni e allestimenti diversi, ma lo stesso incanto. Lungo le vie del centro di Rouen si affacciano ancora le case a graticcio medievali che sembrano proteggere l’anima e il genius loci di questo luogo lambito dalla Senna; fiume che poi sfocia nell’Atlantico a Le Havre. Rouen che ricorda anche il martirio di Giovanna d’Arco, messa sul rogo il 30 maggio 1431 per un’accusa di eresia, su cui poi la Chiesa dovette colpevolmente ricredersi. Tanto che quasi cinque
Nella foto copertina le falesie di Etretat con il pannello che riporta il dipinto realizzato da quello stesso punto da Claude Monte nel 1885. Sotto: a sinistra una veduta di Le Havre con quartieri e la chiesa-torre realizzati da Auguste Perret. A destra: storiche facciate a graticcio nel centro storico di Rouen. Qui a lato: l’opera realizzata con container all’ingresso del porto di Le Havre e il Gros-Horloge, uno dei simboli di Rouen
secoli dopo, nel 1920, Jeanne d’Arc venne proclamata santa dal Papa. A Rouen c’è un’antica torre dell’orologio, il Gros-Horloge, i cui rintocchi scandiscono la storia da secoli. E’ il simbolo stesso della città, come la luce infinita dei cieli di Normandia è lo sfondo di tante opere degli Impressionisti. Viene voglia di scrivere una cartolina per catturarne un po’ e trasmetterne l’incanto a chi leggerà la dedica. Romantica e struggente Normandia… Come si fa a resistere al suo fascino?
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