laPiazza di Padova - Aprile 2024

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I nostri prossimi 30 anni!

Guardare al passato non mi è mai piaciuto, ho sempre voluto guardare avanti, progettare il futuro. Eppure questo anniversario mi fa riflettere, mi obbliga a ragionare sul passato per guardare al futuro.

Perché 30 anni per un’idea trasformata in realtà sono davvero tanti, me lo dico da solo, che trent’anni fa ebbi quell’idea, da molti definita visionaria ed imprenditorialmente impossibile, da molti altri democratica e vero modello di business.

Odio o amore, bianco o nero: La Piazza è sempre stata così, mai grigia, mai indifferente.

Il mio scopo in questi 30 anni è sempre stato quello di informare i cittadini veneti su tutto ciò che accade nel proprio comune, nel proprio quartiere, nella propria via. Sempre e solo in modo gratuito, perché la fruizione gratuita dell’informazione per me non è un modello di business, ma una scelta, che rivendico ed in cui credo fermamente.

E il tempo mi ha dato ragione, rendendo sempre più evidente quanto i prodotti editoriali a pagamento siano settoriali ed obsoleti. Aziende come la nostra hanno dato all’informazione di pubblica utilità un valore sociale, oserei dire etico. Pur senza ricevere alcun contributo statale di nessuna natura.

segue a pag. 5

di Padova

SBOCCIA LA PRIMAVERA: GRANDI INVESTIMENTI PER I GIARDINI DELLA ROTONDA

Da Parco Iris al Basso Isonzo: massima attenzione alla manutenzione del verde pubblico di tutti i quartieri

Servizi alle pagg. 8 e 9

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Ambiente

DAL VENETO ALL’EUROPA

LA SFIDA DI ELENA DONAZZAN

L’assessore regionale annuncia la candidatura e traccia un bilancio dei 25 anni trascorsi a Venezia

Servizio a pag. 30

TERZO MANDATO, SECCO NO CAMANI: “TROPPO POTERE”

La capogruppo del Partito Democratico: “Governare per così tanto tempo può influenzare la scelta dei cittadini” Politica

Servizio a pag. 29

Autonomia avanti tutta

Luca Zaia

Governatore Regione Veneto

ualcuno credeva il nostro impegno un sogno da visionari. Il progetto di autonomia differenziata, però, ha proseguito inesorabilmente la sua strada e, dopo l’approvazione al Senato della Repubblica, ora è approdato anche alla Camera dei Deputati. Ma non solo. La 46esima sessione del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, ha sancito una decisa apertura verso la riforma federale in corso in Italia. segue a pag 3

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APRILE 2024
Periodico d’informazione localeAnno XXXI n. 76

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Entro il 2027 50mila lavoratori in meno

L a popolazione padovana invecchia, e questo ha delle conseguenze sul mondo del lavoro: tra quattro anni, nel 2027 mancheranno 50mila lavoratori, e nel 2041 ne mancheranno 100mila. “Se non invertiremo la rotta rapidamente l’intero sistema rischia il collasso”, ha messo in guardia il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio. Il centro studi di Confapi, “Fabbrica Padova” ha condotto una complessa ricerca statistica per avere consapevolezza dei problemi aperti: lavoro, pensioni, immigrazione, gender gap.

Un Paese che registra una popolazione sempre più anziana potrebbe avere nei prossimi decenni seri problemi a far quadrare i conti pubblici a causa dell’aumento della spesa pensionistica. A questo si aggiungono i dati relativi alla cronica difficoltà nel trovare manodopera, pressoché a tutti i livelli, sia per ruoli ad alta professionalizzazione sia per mansioni più generiche: il 57,6% delle aziende padovane segnala difficoltà nel reperire le figure professionali di cui ha bisogno. Infine la questione “genere”: è da registrare il costante aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e la permanenza anche dopo la maternità, e tuttavia resta ampio il divario tra uomini e donne: a Padova le donne occupate sono il 14,2% in meno rispetto agli uomini (78,9% contro 64,7%).

“E’ necessario innalzare il livello di istruzione dei lavoratori, che in Italia è ancora tra i più bassi di tutta l’UE”, ha dichiarato il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio. “Occorre poi incentivare ulteriormente l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro, visto che l’Italia è ultima in Europa per il tasso di occupazione femminile. Senza dimenticare le politiche per la crescita demografica. Inoltre è importante affrontare il tema dell’immigrazione non solo dal punto di vista numerico, ma considerando la questione della selezione e delle competenze”.

Diego Buonocore

L’allarme di Confapi Padova:

“Dobbiamo invertire la rotta”

Autonomia avanti tutta

Le conclusioni da trarre sono univoche: è necessario continuare nella direzione intrapresa, arrivando in tempi certi e con pragmatismo a coronare l’iter della riforma. È la via per avere finalmente un Paese in grado di ridurre le disparità, di aumentare l’efficienza, sgravare i meccanismi dalla troppa burocrazia. Sono i cittadini, infatti, a chiedere di entrare nel vivo dell’autonomia.

Da queste considerazioni possiamo comprendere quale portata storica può assumere il semaforo verde anche da Montecitorio. L’attuazione del disegno di legge, infatti, diventerà la pietra miliare per il futuro dell’Italia e di ogni singola regione.

I nostri occhi continuano a non staccarsi da quanto sta accadendo a Roma dove, grazie a questo Governo, la riforma federalista passo dopo passo sta gettando le radici e, allo stesso tempo, mettendo a frutto un lavoro intenso sviluppatosi dalle Regioni e dai territori.

L’intero Paese, dev’essere orgoglioso di come grazie a questa riforma si è scoperto capace di guardare al futuro, affrontando con serietà e rigore un’evoluzione federalista che avvicinerà le istituzioni ai cittadini, ma anche i cittadini a un’amministrazione pubblica.

I nostri prossimi

30 anni!

Giuseppe Bergantin*

Sì, perché la gratuità è sostenuta dagli investimenti che aziende ed istituzioni, che ringrazio, sostengono su La Piazza e su tutti i nostri media. Di certo per promuovere i propri prodotti e servizi, ma che con i loro investimenti contribuiscono anche a rendere possibile l’informazione libera, di pubblica utilità, fruibile in modo gratuito in tutto il Veneto.

Ora il nostro lavoro, quello che preferiamo, è pensare ai prossimi 30 anni, che per noi sono iniziati con la nascita della prima radio di informazione del Veneto, Radio Veneto24, e con l’implementazione della nostra piattaforma web, LaPiazzaweb. Il tutto per la massima valorizzazione delle notizie che trovate tutti i mesi, da 30 anni, in ciascuna delle 23 edizioni cartacee de La Piazza. Siamo sempre stato convinti infatti che tutti abbiamo il diritto di poter avere il tipo di informazione che preferiamo: ascoltando la radio, navigando nel web o leggendo il nostro giornale. Per questo motivo i nostri prossimi 30 anni li vogliamo con la stessa informazione libera e gratuita di sempre e con un’accelerazione forte all’informazione multipiattaforma, che già abbiamo creato e che sarà il nostro futuro.

*Fondatore e Editore de La Piazza, LaPiazzaweb e Radio Veneto24

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di Padova Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 continua da pag. 1 è una testata giornalistica di proprietà di Srl Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it < > www.lapiazzaweb.it < Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it < Redazione >redazione@givemotions.it < PEFC/18-31-992 RiciclatoPEFC Questoprodottoè realizzatoconmateria primariciclata www.pefc.it CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Via dell'Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel: +39.030.7725594 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Chiuso in redazione il 5 aprile 2024
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Edilizia residenziale pubblica . Domande in aumento e sfide per l’accesso alle case

Pubblicate le graduatorie ERP Nuovo studentato da 109 posti letto

Sul fronte alloggi per studenti, una parte dell’immobile di via San Giovanni di Verdara, noto per essere la sede dei Padri Comboniani a Padova, sarà trasformata in una moderna residenza universitaria gestita dall’Esu

Lo scorso novembre sono scaduti i termini per la presentazione delle domande per la nuova graduatoria dell’edilizia residenziale pubblica. Sono oltre 1838 le domande protocollate dal comune di Padova per una casa popolare a Padova, 446 in più rispetto all’anno scorso.

La crescente richiesta di alloggi nel mercato privato è evidenziata dalla recente pubblicazione della graduatoria per l’assegnazione delle case. Sempre più persone e famiglie si rivolgono al settore pubblico per soddisfare le proprie esigenze abitative.

“Nelle scorse settimane,commenta l’assessora all’edilizia residenziale pubblica Francesca Benciolini - i nostri uffici hanno vagliato le domande, compilando una graduatoria secondo i criteri annunciati, che rimarrà a disposizione delle persone con tutti gli accorgimenti per tutelare la privacy in modo che ciascun nucleo possa verificare il punteggio assegnato e procedere con eventuale ricorso nel caso in cui lo ritenga opportuno”.

Dopo la scadenza del 26 aprile, data di pubblicazione della graduatoria provvisoria, gli uffici valuteranno i ricorsi presentati. A partire dall’autunno, entrerà in vigore la nuova graduatoria, che terrà

conto anche delle domande provenienti da nuclei familiari con residenza in Veneto da meno di cinque anni.

“In altre regioni è già stato dichiarato incostituzionale questo limite – continua l’assessora –. Ad una graduatoria così consistente non corrisponde un numero di case disponibili così elevato, ma la nostra priorità è quella di sistemare tutte le case di cui disponiamo e questo vale per le case comunali come per quelle di Ater”.

Sempre più persone e famiglie si rivolgono al settore pubblico per soddisfare le proprie esigenze abitative

In tal senso, sono stati richiesti e ottenuti i fondi necessari per procedere con gli interventi necessari, per migliorare la qualità degli alloggi e renderli più sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico. Inoltre, l’amministrazione sta lavorando per ridurre le spese condominiali attraverso interventi di efficientamento energetico.

Sul fronte alloggi per studenti a Padova, un nuovo studentato da 109 posti letto è in arrivo in via San Giovanni di Verdara. Una parte dell’im-

mobile di via San Giovanni di Verdara, noto per essere la sede dei Padri Comboniani a Padova, sarà trasformata in una moderna residenza universitaria gestita dall’Esu, offrendo 109 posti letto e una vasta gamma di servizi.

La volontà dei Padri, testimoni in prima linea dell’accoglienza e dell’inclusione, è di destinare per gli studenti una loro struttura affinché sia al servizio dello studio e delle esigenze di alloggio manifestate dagli studenti stessi, dall’Esu e dall’Università.

“Vogliamo dare un senso di appartenenza e missione alla nostra presenza e alle risorse che ci sono state affidate da tanti benefattori, amici e compagni di viaggio della nostra missione – ha commentato Padre Paolo Latorre, Economo Provinciale Collegio Missioni Africane –. Nel mondo in cui viviamo, polarizzato e stordito da tante illusioni e buoni propositi, il

segno di questa riconversione di un luogo dove un tempo si sono formati missionari, desideriamo che oggi trovino un ambiente di formazione e accompagnamento cittadini, uomini e donne capaci di imbastire un alfabeto nuovo che parli di responsabilità e di pace”.

Il progetto prevede un intervento di fattibilità tecnica ed economica che convertirà tutto il blocco nord dell’edificio, oltre al secondo e terzo piano del blocco principale, in una struttura accogliente per gli studenti universitari. Verranno realizzati 109 posti letto con tipologia ad albergo, in 5 camere singole e 52 camere doppie dotate di servizio igienico. La residenza avrà ingresso e vista su via Citolo da Perugia e offrirà una serie di servizi pensati per soddisfare le esigenze degli studenti. Tra i servizi inclusi ci saranno reception, emeroteca, biblioteca, aule studio,

aule riunioni, sala musica, zone relax, caffetteria, cucine di piano, servizi collettivi, depositi, lavanderia e zona fitness.

“Abbiamo posto una pietra miliare dalla quale non si torna più indietro, si può solo andare avanti – ha sottolineato Giuseppe Maschera, presidente Esu Padova –. Il numero di posti letto che verranno realizzati e la posizione strategica, vicina a un polo universitario e ai servizi di mobilità di bus e ferrovia, fanno di questa residenza un servizio di eccellenza per gli studenti, di cui andiamo orgogliosi”.

L’operazione ha un costo totale che supera i 5,2 milioni di euro, di cui 4,5 milioni sono stati finanziati attraverso un bando ministeriale, mentre i rimanenti circa 700 mila euro sono a carico dell’Esu. Dopo aver ottenuto il finanziamento, l’azienda regionale e il Collegio delle Missioni Africane hanno concluso un contratto di usufrutto dell’immobile per una durata di 30 anni, pagando un corrispettivo di 1,9 milioni di euro.

Entro il 31 ottobre, sarà necessario procedere con l’assegnazione dell’incarico per la redazione del progetto esecutivo e per l’avvio dei lavori attraverso la modalità dell’appalto integrato. Secondo quanto previsto dal verbale di consegna del cantiere, si stima che i lavori saranno completati entro 2 anni e 4 mesi.

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Verso le Elezioni 2024

ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni europee e amministrative politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale. (In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

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Sboccia la primavera in città. Attenzione particolare al verde pubblico, la Giunta Giordani punta su

Giardini della Rotonda, Parco Iris e in arrivo su sfalci e manutenzioni,

In questi anni è stato forte l’impegno nella conservazione delle foreste urbane e nella gestione responsabile del patrimonio arboreo

A rriva la primavera e il gioiello verde di Padova torna a splendere: riaprono i Giardini della Rotonda di Piazza Mazzini. Dopo due anni di lavori e un investimento di 250mila euro, i Giardini della Rotonda, uno dei parchi più suggestivi di Padova, sono finalmente riaperti al pubblico. Un’area di oltre 5mila metri quadrati nel cuore della città, a ridosso delle mura cinquecentesche e del bastione della Gatta, torna a vivere grazie a un accurato restauro che ha restituito al giardino la sua bellezza originaria. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cariparo, è il risultato di un lungo processo di consultazione con la comunità locale, che ha visto coinvolti residenti, consulte cittadine, esperti e associazioni. Un impegno che ha permesso di realizzare un intervento rispettoso del patrimonio storico e naturalistico del giardino,

adattandolo alle esigenze e ai fruitori di oggi. I lavori hanno riguardato la ridefinizione delle forme e delle geometrie delle aiuole, ripristinando il disegno originale del giardino e reinterpretandolo in chiave moderna. Le aiuole, delimitate da eleganti contenimenti in acciaio Corten, ospitano nuovamente specie arbustive, siepi, alberi di piccole dimensioni ed erbacee perenni, tutte accuratamente selezionate tra quelle autoctone e tipiche dell’epoca di realizzazione del giardino. I percorsi pedonali sono stati ripristinati e ampliati per una migliore fruizione del parco, mentre un nuovo impianto di irrigazione ad alta efficienza garantirà la cura e la bellezza delle essenze vegetali. La recinzione in ferro zincato e verniciato color antracite, il restauro delle cinque fontane circolari e l’installazione di una fontana in ghisa per

l’erogazione di acqua potabile completano l’opera di riqualificazione.

Ma al momento il parco più apprezzato si conferma il Parco Iris, il polmone verde più amato dai cittadini e dai visitatori, con una media di 500 accessi al giorno e oltre 200mila presenze annue. Un vero e proprio record, che testimonia l’importanza di questa area verde per la città e la sua comunità. Dall’analisi dei dati emerge un quadro chiaro: il Parco Iris è un luogo vissuto e apprezzato da tutti, dai bambini agli anziani, dagli sportivi agli amanti della natura. Un’oasi di pace e relax nel cuore della città, dove poter passeggiare, correre, giocare o semplicemente godersi il sole e il verde. Il Comune è impegnato nella sua costante cura e valorizzazione. A breve partiranno i lavori per il primo stralcio dell’ampliamento del parco, che includerà la

realizzazione di nuovi sentieri, aree gioco e spazi verdi. Questa operazione porterà ad un ampliamento del parco che passerà dagli attuali 6,5 ettari a ben 16 ettari. Inoltre, insieme ad un gruppo di sedici partner internazionali coordinati dall’Università Tecnica di Creta, il Parco Iris è stato candidato ad ospitare attività innovative nella progettazione e gestione del verde pubblico all’interno di una proposta di progetto europeo di ricerca. L’ampliamento e la partecipazione al progetto europeo di ricerca sono solo due

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L’assessore Antonio Bressa e due foto dei Giardini della Rotonda

venti squadre di giardinieri per intervenire su tutti i quartieri

Basso Isonzo: grandi investimenti Padova torna a splendere

dei tasselli che compongono il futuro del Parco Iris. L’obiettivo è quello di rendere questo parco ancora più bello, sicuro e accessibile a tutti, confermandolo come un punto di riferimento per la città.

Mentre fervono i preparativi per l’ampliamento del Parco Iris, la Giunta Giordani è impegnata nella manutenzione di tutte le aree verdi cittadine. Alberi, parchi, giardini, cigli stradali e verde spontaneo: sono venti le squadre di giardinieri che, in questi giorni, hanno dato il via ai regolari interventi di manutenzione in tutti i quartieri. Solo per lo sfalcio dell’erba il Comune investe ogni anno circa 2,8 milioni di euro. La manutenzione è affidata a ditte specializzate vincitrici di accordi quadro di durata quadriennale che utilizzano le tecniche più idonee a svolgere i vari servizi in maniera efficiente, occupandosi dello smaltimento finale delle ramaglie e degli altri rifiuti vegetali generati dalle attività manutentive stesse. Dove possibile, vengono adottate tecniche innovative di taglio come il mulching, che consiste nello sminuzzare ripetutamente i frammenti d’erba tagliata e lasciarli sul prato in

modo da concimare e fornire acqua ed elementi naturali al terreno.

A questa cifra si deve aggiunge il corposo investimento di 3,3 milioni di euro per la manutenzione straordinaria del patrimonio arboreo cittadino. Non solo potature, analisi e cura, ma anche nuove messe a dimora. In particolare, si tratta di un piano triennale per la cura del patrimonio arboreo cittadino, che conta oltre 60.000 alberature appartenenti a più di 250 specie diverse. L’obiettivo è quello di tutelare e valorizzare questo prezioso capitale naturale, che rappresenta un elemento fondamentale per la bellezza, la sicurezza e la sostenibilità della città. Un budget è stato destinato per la cura del verde pubblico, con l’obiettivo di mantenere il patrimonio arboreo in salute e sicurezza. Gli interventi saranno effettuati in aree verdi, scuole, asili e cimiteri. Si procederà alla potatura, messa a dimora di nuovi alberi, irrigazioni di soccorso, rimozione ceppaie, spollonature degli alberi stradali, trattamenti fitosanitari, rimozione erbe infestanti e diserbo. Previste anche risorse per interventi urgenti volti a preservare la sicurezza del patrimonio arboreo e garantire l’accessibilità dei parchi e delle strade cittadine. I lavori inizieranno in autunno, periodo critico per questo tipo di interventi, e proseguiranno con la manutenzione ordinaria. Non solo attenzion per il verde, ma anche valorizzazione della dimensione agricola. Sono entrati in azione i trattori al Basso Isonzo, nell’area tra il Campo dei Girasoli e la casa Ex Bortolami. L’intervento, che riguarda una superficie di circa 1.8 ettari e mira a potenziare le

connessioni ecologiche, promuovere la biodiversità nelle zone agricole, contrastare l’erosione del suolo, migliorare la qualità delle acque, incrementare l’assorbimento di anidride carbonica atmosferica e il suo stoccaggio nel terreno, oltre a riqualificare il paesaggio agrario. In totale 12 ettari di proprietà comunale saranno destinati a sviluppare l’idea di Parco Agropaesaggistico, per lo sviluppo di un’agricoltura metropolitana multifunzionale, sostenibile ed innovativa. In sostanza a riconoscere il ruolo dell’agricoltura urbana e periurbana come centrale nello sviluppo sostenibile del territorio, sia da un punto di vista urbanistico che economico.

In questi anni Padova si è distinta come una città impegnata nella conservazione delle foreste urbane e nella gestione responsabile del patrimonio arboreo. Una visione confermata anche dal prestigioso riconoscimento assegnato dal programma internazionale “Tree Cities of the World”, promosso dalla Arbour Day Foundation e dalla FAO: Padova è stata confermata come la “Città degli Alberi” per il quarto anno consecutivo. Secondo gli organizzatori del premio, piantare alberi in contesti urbani offre numerosi vantaggi che vanno al di là del mero riconoscimento. L’aumento del verde in una città può ridurre i costi energetici, migliorare la gestione delle acque piovane e contrastare l’erosione del suolo. L’obiettivo finale è quello di creare una rete di città che condividano le migliori pratiche nella gestione forestale urbana e promuovere la creazione di più spazi verdi nelle aree urbane.

Non solo attenzione per il verde, ma anche valorizzazione della dimensione agricola. Sono entrati in azione i trattori al Basso Isonzo, nell’area tra il Campo dei Girasoli e la casa Ex Bortolami

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Elezioni provinciali. A breve verranno attribuite le deleghe e si capirà se si costituirà una maggioranza

La Provincia di Padova è un affare tra il centrosinistra e la Lega

Le elezioni provinciali hanno riscosso un importante successo in termini di partecipazione, segno che i partiti credono molto nell’impatto strategico di questo ente soprattutto in termini di edilizia scolastica, viabilità e trasporti

Le elezioni provinciali padovane hanno confermato un dato estremamente tangibile: quando a esprimersi sono gli amministratori i più “posizionati” sono quelli del centrosinistra e della Lega. Del resto le provinciali, in attesa di una riforma che dovrebbe restituire la parola ai cittadini, sono elezioni, cosiddette, di secondo livello: a votare, infatti, sono i consiglieri comunali dei 101 municipi padovani. Ogni comune, in base al numero di abitanti, ha un “peso elettorale” diverso quindi il numero di voti per ciascun candidato è il frutto della somma non dei singoli consensi espressi ma del valore che ciascuno di essi rappresenta. Esaurita questa doverosa premessa, veniamo ai risultati. Accanto al presidente della provin-

cia Sergio Giordani, siederanno: per Tutti la Provincia - Uniti per il territorio (centrosinistra) Luigi Alessandro Bisato (8599), Massimo Momolo (5175), Carlo Pasqualetto (4416), Stefano Agujari Stoppa (4011), Paola Martin (3092), Emanuela Gastaldello (2835); per Lista civica per Padova Provincia (Fratelli d’Italia), Luigi Sabatino (3723), Matteo Cavatton (3172); per Veneto domani - La sfida identitaria (Lega)Daniele Canella (9285), Eleonora Mosco (4947), Stefano Beraldo (2574), Roberto Cruciato (2326); per Padova provincia al centro (Udc) Vincenzo Gottardo (3391); Silvia Alibardi (2039); per Forza Provincia (Forza Italia) Valentino Turetta (3699),Daniela Bordin (2870).

Le elezioni provinciali hanno anche riscosso un

Il nuovo Consiglio della Provincia di Padova, insediato all’inizio di aprile

importante successo in termini di partecipazione, segno che i partiti credono molto nell’impatto strategico di questo ente soprattutto in termini di edilizia scolastica, viabilità e trasporti. Sì è, infatti, recato alle urne l’82% dei 1327 aventi diritto al voto.

A breve verranno attribuite le deleghe e si capirà

molto chiaramente se si costituirà una maggioranza, con un’alleanza tra due o più forze politiche, o se i prossimi anni saranno all’ insegna di una condizione collegiale. I nomi più quotati per la fondamentale poltrona di vicepresidente sono, ovviamente, i due più votati: Alessandro Bisato (Pd) e Daniele Canella

(Lega). Da segnalare, anche, il buon risultato dell’Udc che passando da uno a due, raddoppia i propri rappresentanti in Provincia. Fratelli d’Italia, in piena controtendenza rispetto all’attuale trend elettorale, perde un consigliere rispetto alla precedente tornata : ad approfittarne Forza Italia che ne guadagna uno.

Lo strano caso della Lega padovana: tra addii eccellenti, vittoria alle provinciali e campagne elettorali

La Lega Nord padovana appare, oggi più che mai, un soggetto difficile da interpretare. L’ultimo congresso ha certamente lasciato qualche strascico.

Il difficile equilibrio, poi, tra la linea nazionale del leader Matteo Salvini e la tensione verso il ritorno ad un partito più territoriale, a diretta vocazione nordista, sta incidendo non poco. A creare ulteriore subbuglio tra le file leghiste, a Padova come in Veneto, il derby interno alla coalizione con Fratelli d’Italia – che veleggia a tutta velocità – e l’insidia rappresentata dalla nuova Forza Italia targata Flavio Tosi che, nel territorio, non si fa mancare una serrata azione di campagna

acquisti e tantissime avance anche pubbliche.

Sia ben chiaro: non stiamo assistendo a un altro novembre 201 6 quando a Padova fu disarcionato l’allora sindaco del Carroccio, Massimo Bitonci, ma un po’ di scricchiolii si sentono.

In un quadro tanto complesso, però, giunge la sorpresa che non ti aspetti: alle ultime elezioni provinciali padovane, infatti, la Lega Nord ha avuto un significativo successo risultando, insieme al centrosinistra la forza politica che ha eletto più consiglieri. La Lega ha addirittura doppiato Fratelli d’Italia in questa partita. È vero che sono elezioni di secondo livello quindi a

votare sono gli amministratori e non i cittadini, ma in un contesto che da più parti appare come molto frastagliato è comunque, questo, un dato da analizzare.

A rendere ancora più mossa questa foto di gruppo fatta di segnali molto contrastanti tra loro, ci ha pensato un volto noto della Lega padovana, Vanda Pellizzari che proprio nelle stesse ore ha annunciato la propria uscita dal partito di Salvini.

Una perdita estramente dolorosa per il movimento considerato il suo radicamento territoriale e il rispetto che ha sempre riscosso nei militanti.

“Nella Lega ho sempre creduto – ha dichiarato Pel-

lizzari – e i cittadini lo sanno bene, ora tuttavia faccio fatica a condividerne la linea politica, anche a livello locale. In città il dibattito è di fatto precluso e questo limita la crescita del Partito in termini di consensi e credibilità. La mia decisione è stata alquanto sofferta, ma ponderata. Avverto pertanto la necessità di archiviare questo percorso politico, iniziato nel 201 4, che non rinnego. Tuttavia, visto che non sono mai scesa a compromessi, la mia coscienza mi impone di rimanere coerente con i miei principi e i miei ideali. Continuerò a battermi a fianco ai cittadini e ai commercianti garantendo loro il mio appoggio facendomi portavoce delle

loro istanze, come ho sempre fatto”.

L’altro colpo di scena è rappresentato dalla caduta, per mano leghista, dell’Amministrazione Comunale di San Giorgio in Bosco. Cose che capitano, si dirà. Peccato che il sindaco caduto per mano dei consiglieri leghisti sia Nicola Pettenuzzo, segretario provinciale proprio della Lega.

Insomma tra successi, adii e cortocircuiti e a fronte di una concorrenza interna sempre più agguerrita, la foto di gruppo della Lega nel Veneto, e nello specifico a Padova, è certamente un po’ mossa. Le amministrative alle porte, però, possono essere il momento migliore per sistemare le cose.

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Politica

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Trasporto pubblico. Viaggio dentro

l’azienda che sta realizzando il nuovo ponte per Voltabarozzo

Un’opera di ingegneria avveniristica per il tram e la mobilità dolce

Il nuovo collegamento sarà gemello di quello esistente, posizionato a 4,5 metri di distanza e destinato esclusivamente al tram.

Oltre a consentire il passaggio del tram, il nuovo ponte sullo Scaricatore offrirà alla città una via sicura e funzionale per ciclisti e pedoni

I l quartiere di Voltabarozzo si prepara ad un futuro più connesso e sostenibile grazie al nuovo ponte in costruzione sul Canale Scaricatore. Un’opera di 95 metri di lunghezza e 820 tonnellate di peso, che rappresenta una delle sfide ingegneristiche più complesse del progetto del tram Sir 3.

Il ponte, già in fase di assemblaggio presso l’azienda veronese “Mbm”, verrà trasportato e posizionato nella sua sede definitiva ad aprile, utilizzando speciali gru. La complessità dell’operazione richiede diverse settimane di lavoro, con il completamento previsto tra maggio e giugno.

Il nuovo collegamento sarà gemello di quello esistente, posizionato a 4,5 metri di distanza e destinato esclusivamente al tram. Oltre a consentire il passaggio del tram, il nuovo ponte sullo Scaricatore offrirà alla città una via sicura e funzionale per ciclisti e pedoni, rispondendo così alle esigenze di una zona frequentata da una grande quantità di persone in bicicletta e a piedi.

Al centro della struttura passerà il Sir 3 in entrambe le direzioni, mentre su un

lato verrà realizzata una pista ciclopedonale larga tre metri. Sul lato opposto sarà invece presente un percorso pedonale largo due metri, progettato anche per facilitare le operazioni di manutenzione.

La costruzione del ponte richiede un cantiere di dimensioni eccezionali, poiché include il rinforzo degli argini nei punti in cui la struttura del ponte farà appoggio, al fine di garantire la sicurezza idraulica e il supporto necessario. Le strutture di rinforzo degli argini e le fondazioni del ponte attualmente in fase di realizzazione sono realizzate in cemento armato, con una profondità di 21 metri e una larghezza di circa due metri. Sopra queste verranno collocate le platee di supporto del ponte, lunghe 24 metri, profonde 5 metri e alte 1,7 metri. Si tratta di un ponte in acciaio di grande complessità dal punto di vista ingegneristico, come ha spiegato Diego Galiazzo di Aps Holding, responsabile unico del procedimento (Rup). Il ponte verrà trasportato nella sua posizione finale tramite un avambecco di circa 50 metri che lo accompagnerà da un lato all’altro del canale.

Una volta installata la struttura principale, i lavori continueranno per completare le piattaforme per le rotaie, la pista ciclopedonale e tutte le altre opere com-

plementari. Il nuovo ponte di Voltabarozzo non rappresenta solo un collegamento più efficiente con la stazione, ma un passo avanti verso una mobilità urbana più

sostenibile. L’opera favorirà l’utilizzo del tram e della bicicletta, decongestionando il traffico e migliorando la qualità dell’aria.

I lavori per la costruzione del ponte sono già in corso presso la ditta incaricata e la struttura sarà assemblata interamente al di fuori dell’area in cui sarà posizionata, proprio all’incrocio con il lungargine Terranegra, sulla piattaforma già preparata. A partire da aprile, sarà traslato nella sua posizione finale utilizzando apposite gru, con il completamento previsto tra maggio e giugno.

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Tram
Rendering del ponte sullo Scaricatore e alcuni dettagli dell’azienda veronese “Mbm” che si occupa dell’assemblaggio del ponte

World Health Forum. L’evento ha visto la partecipazione di un centinaio di relatori di diversi ambiti professionali

Il trionfo della salute: prossimo appuntamento fissato per il 2025

Oltre 3000 partecipanti desiderosi di contribuire al dibattito e di cogliere gli spunti offerti dai più di 100 speaker, provenienti da 35 istituzioni universitarie e centri di ricerca

Quattro intensi giorni di dibattiti sulla sanità, le tecnologie applicate e l’intelligenza artificiale hanno caratterizzato la prima edizione (20-23 marzo) del ‘World Health Forum’ a Padova. L’evento che ha visto la partecipazione di un centinaio di relatori provenienti da diversi ambiti professionali ha offerto uno spaccato approfondito sulle innovazioni nel campo della medicina, sia nel presente che nel futuro.

Oltre 3000 partecipanti desiderosi di contribuire al dibattito e di cogliere gli spunti offerti dai più di 100 speaker, tra cui ricercatori, accademici e esperti provenienti da 35 istituzioni universitarie e centri di ricerca. Inoltre, più di 20 le aziende del settore farmaceutico presenti, sottolineando l’importanza e l’interesse suscitato dall’evento nel panorama sanitario internazionale.

Il World Health Forum Veneto si è svolto tra le prestigiose sedi del Palazzo della Ragione e del Padova Congress in Fiera, confermando il successo dell’iniziativa nell’offrire un palcoscenico per il confronto e lo scambio di idee tra i protagonisti del settore sanitario e tecnologico. L’evento è stato promosso da Regione del Veneto, Comune di Padova, Università degli Studi di Padova, Camera di Commercio di Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Motore Sanità, VIMM, Venicepromex e Veneto Innovazione.

Il forum si è aperto con un acceso dibattito sull’impatto della pandemia da Covid-19 e sulle sfide future per la salute globale. Thomas Mertens, esperto di sanità pubblica, ha sottolineato l’importanza di disporre di dati di alta qualità e di

processarli in tempo reale per affrontare future emergenze sanitarie. Giorgio

Palù, virologo di fama internazionale, ha evidenziato il potenziale degli algoritmi predittivi basati sull’intelligenza artificiale per supportare le decisioni di contenimento del virus.

Nelle giornate successive,

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il forum, nell’ambito della conferenza “AI4H – Artificial Intelligence for health”, ha approfondito diverse tematiche chiave, tra cui l’applicazione dell’intelligenza artificiale in medicina (Mihaela van der Schaar), l’implementazione dei sistemi AI nei sistemi sanitari (Yael Ophir), il ruolo dei dati nella medicina, l’AI per la medicina di precisione e le questioni etiche e regolamentari legate all’uso dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario. La terza giornata è stata dedicata alla genetica e ai big data applicati alla sanità, con la partecipazione di Alessandro Doria, professore di medicina alla Harvard Medical School e ricercatore senior e capo della sezione di genetica ed epidemiologia del Joslin Diabetes Center di Boston.

Sabato 23 marzo, il forum ha esplorato diverse tematiche di grande attualità, tra cui la sanità digitale, la cybersecurity (con la partecipazione di Bruno Frattasi, direttore dell’agenzia nazionale per la cybersicurezza), la salute globale e l’esplorazione spaziale come nuovo campo di sperimentazione per le scienze mediche (con l’astronauta Paolo Nespoli). Il forum ha inoltre dedicato spazio al dialogo tra industria, politica e ricerca, con un focus sulle ricadute economiche e sociali delle innovazioni in campo sanitario.

La prima edizione del World Health Forum si è rivelata un grande successo, non solo per la qualità dei contenuti e la partecipazione di relatori di fama internazionale, ma anche per l’importante ricaduta economica e turistica per la città di Padova. L’appuntamento per la seconda edizione è già fissato per il 2025. Un evento da non perdere per tutti gli interessati al futuro della sanità e alle sue implicazioni per la società.

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Sanità
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Un momento di una delle conferenze che si sono tenute al Centro Congressi di Padova

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Novità dalle categorie

Confcommercio. In 1200 alla manifestazione per sottolineare il ruolo delle “imprese intelligenti”

Ascom: “Siamo il futuro del terziario”

Bertin: “Padova punti al ruolo di “periferia competitiva” per non essere marginalizzata”

E rano in 1200 tra associati e autorità i presenti alla grande iniziativa di Confcommercio Ascom Padova che si è svolta nel Centro Congressi in Fiera. In 1200 per ascoltare l’emozione di Patrizio Bertin, è riconfermato alla guida dell’associazione che rappresenta, a Padova e provincia, quel terziario di mercato che, ricorrendo proprio alle parole del rieletto presidente, “è termine generico, talvolta poco compreso, ma dietro al quale ci sono le migliaia di imprese del commercio, del turismo, dei servizi e ci sono anche le professioni”.

Il titolo dell’evento era eloquente: “L’impresa intelligente”. Ed è proprio da quel titolo che è partita la riflessione di Bertin, da quell’impresa intelligente che vuole essere una sorta di “risposta” all’intelligenza artificiale. “La storia ci insegna che tutte le grandi rivoluzioni hanno avuto gli imprenditori come protagonisti”, ha infatti sottolineato Bertin.

Bertin ha quindi focalizzato l’attenzione su Padova, che con le sue infrastrutture, a partire dal nuovo ospedale, deve assurgere al ruolo di “periferia competitiva”, evitando la marginalizzazione provocata dalle grandi “città pigliatutto” come Milano, Londra o New York. Per farlo, massima dev’essere l’accortezza rispetto al ruolo della Camera di Commercio, alla formazione continua e all’attenzione alle persone.

Cultura e sociale devono essere anch’essi temi tenuti di massimo conto. A tal proposito il presidente di Confcommercio Ascom Padova ha ricordato il “presidio” della Confcommercio padovana in questi due ambiti con il premio letterario sportivo “Memo Geremia” da un lato e il sostegno alla ricerca del Vimm dall’altro.

Come il commento musicale serve a rendere immortale la scena di un film, così l’Ascom Confcommercio di Padova ha l’ambizione di poter valorizzare il lavoro delle imprese pado-

vane distribuite sul territorio. Ecco allora la connessione con la seconda parte della serata, dedicata allo spettacolo del gruppo internazionale “Aria”, che ha interpretato alcune celebri colonne sonore, tra cui le musiche di Ennio Morricone, mentre nell’enorme schermo del Padova Congress passavano le immagini de “Il Buono, il Brutto, il Cattivo”.

Presente all’evento anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha esordito con umorismo: “Sono qui per capire da Patrizio Bertin qual è il segreto per il terzo mandato. E poi per ringraziarvi per le

tasse che pagate e per essere sopravvissuti a chi complica gli affari semplici”. Ha poi tuttavia proseguito l’intervento dando spazio al tema dell’autonomia: il Veneto, ha ricordato, mette a disposizione di Roma circa 24 miliardi e non aspetterà un minuto in più rispetto al varo della legge per chiedere le materie previste. Ha quindi gettato uno sguardo al turismo, che soltanto quest’anno ha fatturato 1 8 miliardi con un 70% rappresentato da turisti stranieri e con un aumento degli statunitensi nell’ordine del 30%.

Di profonda riflessione l’intervento del presidente nazio-

nale di Confcommercio, Carlo Sangalli, che si è focalizzato sulle sfide per il futuro: “L’impresa è intelligente quando coglie le opportunità – ha affermato –. L’innovazione richiede l’esercizio condiviso della responsabilità. E la sostenibilità non può essere solo lotta allo spreco ma deve essere intesa anche come generazione di sostenibilità”

Un passaggio significativo Sangalli l’ha dedicato al rinnovo del contratto che “per noi di Confcommercio è responsabilità sociale in quanto al centro ci sono le persone che formano la comunità”.

Il finale l’ha riservato proprio alla Città del Santo, che “lavora per la formazione, per diffondere la cultura d’impresa”, che si fa antidoto alla desertificazione commerciale, dove il negozio di vicinato è elemento fondamentale per la rigenerazione urbana.

La manifestazione al Centro Congressi è stata anche l’occasione per presentare i componenti del nuovo consiglio direttivo e per definire le prospettive future di un’associazione che da sempre gioca in attacco.

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Il nuovo consiglio direttivo di Confcommercio Ascom Padova

Al via il dal 25 aprile la sperimentazione

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“Ribadiamo con forza che nessuno vuole chiudere la città e che se qualcuno vorrà comunque venire in queste giornate da bollino nero potrà farlo, pagando appunto un contributo di 5 euro e prenotando la visita in città”

Il 25 aprile entra in vigore a Venezia il Contributo d’accesso. Si tratta di una sperimentazione per definire un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici e di disincentivare il turismo giornaliero a Venezia in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della città, per garantirle il pieno rispetto che si merita.

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Per illustrare e chiarire chi dovrà pagarlo e chi potrà accedere comunque in città nei giorni cosiddetti da “Bollino Nero” essendo sempre e comunque in possesso di QR che ne certifica il diritto di accesso o esenzione, è stata predisposta una campagna di comunicazione che intende arrivare non solo sul territorio veneto ma anche su quello nazionale e internazionale.

L’obiettivo sarà principalmente informare e sens ibilizzare verso un turismo sostenibile. Spot televisivi e radiofonici, manifesti e locandine, brochure, sito Internet, blog e social network: questi i principali mezzi di di usione della campagna di comunicazione multicanale turistica.

“Ho l’onore di essere il sindaco della città più bella del mondo, ma che negli ultimi anni ha un problema di qualità della vita delle persone, di civiltà e di rispetto delle norme.

Un momento della presentazione del contributo d’accesso alla stampa estera dello scorso 4 aprile a Roma

l’individuazione di una soglia di presenze oltre la quale applicare una maggiorazione del contributo di accesso. Il contributo sarà applicato solo alla Città antica e non alle isole minori tra cui il Lido di Venezia

betto, Vignole, S. Andrea, la Certosa, San Servolo, S.

L’obiettivo della campagna di comunicazione sarà rismo sostenibile. Le 29 giornate con il bollino rosso ro dal visitare la città durante questi picchi, favorendo l’arrivo in periodi meno a ollati. Spot televisivi e radiofonici, manifesti e locandina, brochure, sito Internet, sione della campagna di comunicazione multicanale turistica, basta sul claim “ma xe vero che”. Fermo restando che la città sarà sempre e comunque visitabile, i messaggi avranno lo scopo di orientare i turisti giormente fruibile, trasformando questa visita in una esperienza e adottando anche dei comportamenti più responsabili e sostenibili. Per ricordare che il turismo rappresenta anche una opportunità di crescita

fare le riflessioni che andranno fatte, per migliorare e cambiare, con l’aiuto di tutti”.

Contributo

L’importo per il 2024 sarà dunque di 5 euro giornalieri e non sono previste riduzioni. Non vi sarà neppure

Tutte le info su esenzioni, prenotazioni e ottenimento del QR al sito https://cda.ve.it/it/ Per la campagna di comunicazione: https://cdamedia.veneziaunica.it

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Progetto “Padova Led”. Investimento complessivo in città da oltre 4 milioni di euro

Madonna Pellegrina sotto una nuova luce... a led

D a metà di marzo sono accesi i nuovi corpi illuminati a led nel quartiere Madonna Pellegrina: sono in tutto circa 60 punti luce. Questo intervento si inserisce all’interno del progetto “Padova Led”, che il Comune sta realizzando in collaborazione con Hera Luce, con un investimento di oltre 4 milioni di euro. Nel solo quartiere della Madonna Pellegrina entro fine mese saranno installati in tutto oltre 365 punti luce led per una spesa totale di 586.000 euro.

“Con questi nuovi punti luce il quartiere della Madonna Pellegrina avrà un’illuminazione completamente rinnovata, più potente e confortevole, superando la precedente ormai datata”, ha dichiarato il vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici Andrea Micalizzi. “Si tratta di un intervento in linea con obiettivi di sostenibilità, efficienza e risparmio energetico, permetterà infatti un risparmio di circa il 40 per cento dei consumi e quindi dei costi in bolletta. Inoltre, queste luci illuminano meglio le strade, offrendo più sicurezza per la circolazione e maggiore confort visivo per gli abitanti. Con questo progetto superiamo il 50 per cento della città illuminata a Led, un traguardo che ci stimola ancora di più a proseguire negli altri quartieri”.

Il progetto “Padova Led” prevede la sostituzione di 2.100 punti luce con led di ultima generazione, la sostituzione dei quadri elettrici, di circa mille pali e l’interramento di 23 km di linee aeree, aumentando l’efficacia, l’efficienza e la sicurezza dell’intera rete di illuminazione, oltre che a rendere le zone della città esteticamente più belle e ordinate. L’operazione riguarda alcuni quartieri della città nella zona Sud di Prato della Valle: oltre a Madonna Pellegrina Sant’Osvaldo, Città Giardino e la zona ospedale fino a via Forcellini, comprendendo anche la Basilica di Santa Giustina. Particolare attenzione sarà infatti dedicata alla riqualificazione dell’illuminazione, in chiave di valorizzazione del patrimonio storico-architetturale, del-

la Basilica di Santa Giustina, come in precedenza è stato fatto, sempre grazie all’accordo tra Comune e Hera Luce, per il Duomo di Padova.

La tecnologia a led permette un miglioramento dell’illuminazione stradale sia in termini di uniformità che di confort visivo, incrementando la percezione dei colori. “Si tratta della tranche di lavori per l’illuminazione più significativa mai avviata a Padova”, ha detto il vicesindaco Micalizzi: ”per dare un’idea, quando abbiamo convertito a led l’Arcella abbiamo messo in opera 1300

punti luce, qui siamo quasi al doppio. I lavori interessano oltre 200 strade della città”.

Il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Andrea Micalizzi, tiene in mano uno dei nuovi punti luce a led destinati al quartiere

Rione Palestro, appello delle associazioni:

“Salviamo il rifugio antiaereo”

Ad ogni pioggia il rifugio antiaereo del Rione Palestro finisce sott’acqua. Alcune associazioni che operano nel quartiere (Comitato Palestro 30 e Lode, Anpi Padova, Asd Quadrato Meticcio, Aes-Ccc, Legambiente Padova, Auser Savonarola, Associazione Mimosa, Associazione Città e Partecipazione) hanno scritto al Sindaco Giordani, agli Assessori Micalizzi, Bressa e Colasio e alla Consulta 5B, sollecitando il recupero e la valorizzazione del rifugio antiaereo.

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“Avevamo scritto già un anno fa”, comunicano le associazioni, “nel frattempo la situazione è peggiorata: ad ogni pioggia il sito si allaga perché gli impianti di sollevamento sono andati fuori uso trasformando il luogo in zona pericolosa”. I resti del ricovero antiaereo della seconda guerra mondiale si trovano nel complesso delle case Ater adiacenti alla Piazzetta Caduti della Resistenza.

All’inizio degli anni 2000 il rifugio, riportato alla luce e reso fruibile, è stato inaugurato dalle Autorità ed Associazioni di quartiere per commemorare le vittime dei bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale. La zona è prossima a Campo di Marte che era uno degli obiettivi dei bombardamenti. Nel 2020, a seguito dei lavori di riparazione dell’impianto di teleriscaldamento del complesso, tutto il giardino compresa l’area del rifugio è stata interessata da lavori di scavo e l’area verde e la zona del rifugio non sono state ripristinate e riportate all’originale.

Il Comitato “chiede calorosamente che per il 25 Aprile l’area del rifugio antiaereo venga ripulita e ripristinata e si avvii il recupero del verde per l’area adiacente, con la ripiantumazione degli alberi rimossi. Questo affinché il luogo possa ritornare ad essere punto della memoria, di aggregazione e riferimento per chi vive e attraversa il rione e luogo per visite didattiche delle scuole”. (d.b.)

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L’iniziativa. Preservare la memoria di ciò che è avvenuto nell’ex campo di concentramento

Il progetto per non dimenticare Padre Cortese e la storia di Chiesanuova

U n progetto collettivo per recuperare la memoria. Lasciare segnali concreti nell’area dell’ex Caserma Romagnoli a Chiesanuova, portando alla luce pagine della storia come l’ex campo di concentramento e l’eroica opera di Padre Placido Cortese, il quale si distinse nel contesto per il suo impegno nel mitigare le sofferenze degli internati.

Proprio da Chiesanuova, infatti, la dismessa caserma durante il secondo conflitto mondiale, servì da campo di concentramento per i deportati dall’ex Jugoslavia. Qui il francescano padre iniziò la sua opera di salvezza falsificando certificati e salvacondotti per liberare i prigionieri dei tedeschi.

Da questo contesto è nato il progetto che a febbraio 2022 è diventato una mozione proposta dal consigliere comunale Gianni Berno su sollecitazione di vari attori (Frati Minori Conventuali, Associazione Vivere i Balcani, Consulta di Quartiere 6A, le parrocchie di Chiesanuova e Cave, il gruppo di cittadini sopra citato) e sottoscritta da tutto il consiglio comunale e poi votata all’unanimità.

“Si tratta di una proposta di alto valore politico-amministrativo, che avrà importanti risvolti educativi e sociali – ha commentato il consigliere Berno –, salvaguardando la memoria di quanti, negli anni dolorosi della Seconda guerra mondiale, hanno patito nell’ex Campo di Chiesanuova”.

La presenza e l’opera di padre Placido Cortese nel campo di concentramento sono ricordate da un cippo collocato all’interno della ex Caserma nel 2009 e trasferito, dopo la sua chiusura, accanto alla chiesa parrocchiale. Il progetto di conservazione della memoria darebbe un ulteriore sviluppo nel rafforzare il ricordo dell’infaticabile attività.

L’idea è quella di conservare un edificio originale dell’ex Campo di concentramento cui attribuire un nome che richiami gli eventi passati, che porti sulla facciata esterna una targa a memoria dei fatti e che preveda al suo interno uno spazio riservato a foto e documenti dell’epoca. Uno spazio dedicato a ospitare servizi sociali e attività culturali a beneficio della popolazione del

quartiere e dell’intera cittadinanza. Il progetto condiviso dal gruppo di lavoro prevede anche la conservazione di una porzione originale del muro di cinta del Campo sul fronte strada e di riservare all’interno del nuovo complesso uno spazio verde pubblico da intitolare agli internati.

“In attesa di questo obiettivo – continua il consigliere – è stata attivata una ricerca storica sul campo di concentramento che in autunno diventerà una mostra itinerante e ancora nel 2025 una pubblicazione a disposizione della città. Un progetto che contribuirà a rendere lo spazio dell’ex caserma Romagnoli, una volta riqualificata un luogo di incontro, un luogo educativo dove la memoria del passato potrà ispirare le cittadine e i cittadini di oggi a partire dai più giovani”. Come ogni anno, il 25 aprile, il comitato cittadino Itinerario della memoria Padova ovest propone la passeggiata di quartiere ai monumenti che ricordano il sacrificio delle vittime della Resistenza e delle guerre.

L’idea è quella di conservare un edificio originale cui attribuire un nome che richiami gli eventi passati, che porti sulla facciata esterna una targa a memoria dei fatti e che preveda al suo interno uno spazio riservato a foto e documenti dell’epoca

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Diritto allo studio. Più della metà delle borse mancanti in Italia andrebbero destinate al Veneto

Cresce la preoccupazione studentesca “Siamo ancora senza borse di studio”

Le borse dello scorso anno sono arrivate con 12 mesi di ritardo e per gli idonei non beneficiari di quest’anno ancora nessuna risposta se non l’amaro presentimento che non tutte le borse verranno coperte”

La comunità studentesca dell’Università di Padova, insieme alle loro rappresentanze dell’Unione degli Universitari (Udu) Padova, hanno espresso profonda preoccupazione e delusione per la mancanza di copertura delle borse di studio per gli studenti idonei. In particolare evidenziando la mancanza di risposte concrete da parte dell’Assessora all’istruzione Elena Donazzan e della giunta Zaia, nonostante le promesse di garantire il sostegno finanziario agli studenti meritevoli ma privi di mezzi.

L’Ente per il diritto allo Studio Universitario (Esu) di Padova ha recentemente presentato il progetto per l’apertura di una nuova residenza nel Collegio Missioni Africane, evento al quale ha partecipato anche l’Assessora Elena Donazzan che, incalzata sul tema, non avrebbe dato risposta. Cosa che avrebbe fatto innervosire ancor di più la comunità studentesca poiché, secondo i rappresentanti degli studenti, si sarebbe trattato solo di una passerella che non risolve né il problema fondamentale dell’assenza di studentati e posti letto, né della mancanza delle borse di studio.

Domenico Ciro Amico, coordinatore dell’Udu Padova, ha dichiarato: “Non ci sorprende che ancora una volta l’assessora Elena Donazzan rifugga dalle sue responsabilità. Affermare che la Regione abbia sempre garantito tutte le borse è un’assurdità risibile. La copertura totale è merito degli aiuti delle università. Unipd destina più di 7 milioni di euro per colmare le lacune dell’assessora Donazzan e della giunta Zaia, facendosi carico di un compito che spetterebbe al governo e alle regioni. Le borse dello scorso anno sono arrivate con 12 mesi di ritardo e per gli idonei non beneficiari di quest’anno ancora nessuna risposta se non l’amaro presentimento che non tutte le borse verranno coperte”.

Amico ha inoltre aggiunto: “La carenza di borse di studio è sicuramente un problema nazionale, ma non è un caso che più della metà delle borse mancanti siano proprio in Veneto. L’assessora Donazzan non mantiene mai la parola: da assessora all’istruzione dovrebbe assumersi la responsabilità di

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Gli studenti di Padova in protesta con le maschere dei “colpevoli”: il presidente della Regione Luca Zaia e l’assessore Elena Donazzan

questa situazione anziché trascurare la comunità studentesca.”

“DONAZZAN MAI DI PAROLA

CON NOI STUDENTI”

Francesca Pollero, rappresentante degli studenti in Esu per Udu Padova, ha anche commentato sulla questione della residenzialità: “Non possiamo considerare sufficiente l’aggiunta di 1 09 posti letto, dato che più di mille studenti l’anno scorso non hanno ottenuto alloggio - a cui avevano diritto - nella prima assegnazione. Gli scorrimenti delle liste non risolvono il problema, poiché gli studenti hanno bisogno del posto letto all’inizio dell’anno accademico, non a dicembre.” Una denuncia, questa, che mette in luce una situazione critica che richiede interventi immediati da parte delle autorità competenti per garantire il diritto all’istruzione e all’assistenza agli studenti universitari di Padova. La mancanza di risorse finanziarie adeguate e di alloggi adeguati mette a dura prova la componente studentesca e le rispettive famiglie, e mina il principio di uguaglianza di accesso all’istruzione superiore. Resta da vedere se le istituzioni prenderanno finalmente le necessarie misure correttive per affrontare questa emergenza e garantire un futuro migliore per la comunità studentesca di Padova e della Regione Veneto. Enrico Caccin

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La storia. Zaino in spalla e destinazione Sudamerica, il progetto è quello di Bagaglio Leggero

Biglietto per il Cile di sola andata?

Per Silvia e Davide si può fare

Silvia Vettori e Davide Zambon hanno deciso di mettersi uno zaino in spalla (letteralmente) e di andarsene in Sudamerica ad esplorare le Ande. Grandi appassionati di montagna, hanno girato in lungo e in largo le nostre Alpi prima di decidersi a prendere un biglietto di sola andata per il Sudamerica.

Che cos’è Bagaglio Leggero?

Un progetto personale che si è gradualmente amalgamato alla nostra vita. All’inizio è stato il classico “sfogo su internet”, nel nostro caso un canale per lasciare traccia delle escursioni che facevamo, ed è poi diventato la molla, o uno dei fattori che ci hanno spinto a fare il cambio vita che abbiamo fatto ormai 4 anni fa. Detto questo, Bagaglio Leggero è un progetto editoriale che racconta le terre alte attraverso un blog - bagaglioleggero. it - e un profilo Instagram @bagaglioleggero.

Quando si parla di nomadi digitali si pensa subito alle Canarie, a Goa… insomma a un posto da “vivere in vacanza”. Voi invece avete scelto la Patagonia: come mai?

Il Cile e l’Argentina sono un esperimento fatto dopo anni di nomadismo digitale sui generis: tra le montagne italiane. Quando abbiamo deciso di cambiare vita e diventare nomadi digitali è stato naturale guardare alla nostra passione per le terre alte e muoverci verso queste. Abbiamo vissuto in valli alpine poco turistiche, avvicinandoci alla vita in montagna e alle problematiche che comporta per chi lavora location independent Cinque mesi fa ci siamo detti che era il momento giusto, per noi, di prendere in mano l’idea del viaggio oltreoceano, e abbiamo scelto una meta coerente con il nostro amore per l’aria aperta e l’escursionismo. Quindi, Cile e Argentina: la Patagonia, un sogno per ogni amante della montagna!

Da quando avete iniziato a pensare di partire a quando siete partiti quanto tempo è passato?

Molto! Nel senso che ogni tre mesi l’idea del viaggio si riaffacciava, ma la verità è che il nomadismo digitale in versio-

ne alpina ci piaceva tantissimo. Quindi: “lasciamo passare il Natale, poi ci pensiamo”, “vediamo l’estate prossima”, e via dicendo. Alla fine, eccoci a comprare un biglietto aereo del tipo “adesso o mai più”, e siamo partiti 4 mesi dopo.

Qual è stata la parte più complessa dell’organizzazione?

Avere chiaro come sarebbe andata con i nostri lavori di copywriter e ghostwriter, abituando i nostri clienti a fidarsi del fatto che avremmo lavorato bene e avremo rispettato tutte le scadenze, anche in viaggio. E il viaggio di imprevisti ce ne ha dati tanti, ma - fino ad ora - siamo sempre riusciti a mantenere fede agli impegni (anche se una volta abbiamo fatto 60 km a piedi attraverso le Ande per riuscire ad arrivare in tempo ad una call, visto che non c’erano bus). Com’è l’Italia vista dall’altra parte del mondo?

Hermosa! L’Italia è un mito, non ci sono altre parole per descrivere cosa provano qui quando diciamo somos italianos. Chiunque in Argentina ha parenti più o meno lontani in Italia, ci è stato per raccogliere la documentazione con la quale ottenere la doppia cittadinanza, o comunque pianifica di venirci e starci un po’. Ma soprattutto piace la cultura italiana: il cinema, la moda, l’architettura.

E com’è l’altra parte del mondo vista “live”?

Più che l’altra parte del mondo… le altre parti del mondo! Non c’è un “Cile”, non c’è una “Argentina”. Ogni cosa cambia di regione in regione, dato che si parla di Stati enormi: gli ambienti, il clima, il modo di parlare delle persone e il cibo

variano di tappa in tappa. Per dare una fotografia: natura selvaggia, persone che si fanno in quattro per aiutarti e storia travagliata.

Un primo bilancio di questa esperienza.

Fantastico. Ci capita di guardarci, magari mentre camminiamo tra le Ande, o dopo una cena fatta con delle conoscenze locali, e dirci quanta fortuna abbiamo avuto a vivere la densità di questi mesi. È la fortuna del viaggiatore lento: scalfita la superficie dei monumenti e dei luoghi instagrammabili, c’è una profondità tutta da scoprire e spesso più bella di quello che si vede sui depliant turistici.

Next step?

Al momento non abbiamo fatto progetti che superano la settimana (è difficile viaggiare, lavorare e anche pianificare nello stesso tempo), ma sicuramente c’è il desiderio di tornare in Italia per riprendere la nostra vita nomade tra le montagne del nostro Paese.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale.

È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

Silvia Vettori e Davide Zambon stanno viaggiando in Cile e Argentina seguendo la loro passione per le “terre alte”. Una storia di nomadismo digitale davvero molto diversa dal solito

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Davide Zambon e Silvia Vettori in Patagonia

Arte. 60 capolavori provenienti dal Musée

Marmottan Monet di Parigi

A Padova omaggio a Monet a150 anni dalla prima mostra impressionista

Attraverso una selezione accurata di dipinti, il tributo renderà omaggio alla rivoluzionaria tecnica di Claude Monet e al suo impatto duraturo sull’arte mondiale

Da Parigi a Padova, il Centro Culturale Altinate- San Gaetano celebra un anniversario artistico senza precedenti. Una mostra speciale dedicata a Claude Monet, il genio che ha segnato l’inizio del movimento Impressionista nel lontano 1874 con la storica mostra parigina.

In occasione del 150º anniversario di questo evento epocale, gli amanti dell’arte avranno l’opportunità di immergersi nelle opere del padre dell’Impressionismo. Attraverso una selezione accurata di dipinti, 60 capolavori provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, il tributo renderà omaggio alla rivolu-

zionaria tecnica di Monet e al suo impatto duraturo sull’arte mondiale.

L’esposizione offre un’esperienza straordinaria, invitando il pubblico a esplorare il mondo di Monet attraverso le sue pennellate vibranti e i suoi paesaggi mozzafiato. Dai celebri giardini di Giverny alle suggestive vedute di Parigi, l’arte di Monet continua a incantare e ispirare, dimostrando la sua eterna rilevanza nel panorama artistico contemporaneo.

L’esposizione passa in rassegna le tappe della ricerca artistica del pittore: dagli inizi della sua carriera sulla costa della Normandia, attraverso i viaggi in Olanda, Norvegia e

Le “Esplorazioni Tartiniane” riportano Padova nell’epoca di Giuseppe Tartini

A partire dal 13 aprile, riprendono le affascinanti “Esplorazioni Tartiniane”, un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica e della storia, dedicato al celebre violinista e compositore Giuseppe Tartini. Organizzate dagli Amici della Musica di Padova, in collaborazione con le Guide dell’Associazione Tartini 2020, queste esplorazioni offrono un viaggio nel mondo del grande maestro, con una combinazione unica di visite guidate e concerti.

Ogni sabato pomeriggio fino a fine maggio e poi nuovamente a settembre, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare i luoghi di Padova legati alla figura di Tartini, immergendosi nella vita musicale e culturale

della città nel Settecento. Attraverso visite guidate che precedono i concerti nella suggestiva cornice della Chiesa di S. Caterina, sarà possibile scoprire le molte tracce lasciate da Tartini nella città che amava e che lo ha adottato come uno dei suoi figli più illustri. Le “Esplorazioni Tartiniane” si concentreranno su vari aspetti della vita e dell’opera di Tartini, affrontando temi diversi ad ogni appuntamento. Dalla cultura e l’ambiente musicale al Santo al tempo di Tartini, alla Scuola delle Nazioni e al suo virtuoso entourage, fino ad una riflessione sulla sua infanzia e giovinezza, ogni tappa offrirà una prospettiva unica sulla vita del maestro e sul contesto storico in cui visse.

Alcune delle opere di Claude Monet esposte a Padova

Londra, fino all’opera finale, le Ninfee, dipinti che il pittore ha conservato gelosamente nella sua casa di famiglia a Giverny, fino alla sua morte.

A Padova sono esposti capolavori quali Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon (1880), Il treno nella neve. La locomotiva (1875), Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905), oltre a tutte le opere di grandi dimensioni come le eteree Ninfee (1917-1920) e gli evanescenti Glicini (19191920).

Un omaggio che celebra un pioniere che ha ridefinito il concetto stesso di bellezza e percezione visiva. Attraverso la sua lente impressionista, Monet ha catturato l’effimero, trasformando momenti fugaci in opere d’arte senza tempo.

I concerti, introdotti dalla rinomata musicologa Myriam Guglielmo, saranno eseguiti da giovani talenti che si cimenteranno con le sonate scritte da Tartini nell’ultima parte della sua vita. Si tratta di opere rare, che richiedono notevole virtuosismo da parte degli interpreti, e che saranno un’occasione unica per apprezzare la genialità di Tartini.

Le “Esplorazioni Tartiniane” sono un’iniziativa nata alcuni anni fa grazie all’apporto dell’Università di Padova e godono del contributo del Comune di Padova e del patrocinio della Regione del Veneto. Le visite guidate e i concerti sono gratuiti, ma è necessaria la prenotazione per partecipare.

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Cultura
Alcuni dei giovani talenti che si cimenteranno con le sonate scritte da Tartini

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Pallavolo Padova. La formazione è reduce da un torneo internazionale a Dubai

Volley bianconero sempre più amato, battuto il record di presenze al Kioene Sport

Pallavolo Padova è stata impegnata in un torneo internazionale di pallavolo a Dubai negli Emirati Arabi, dal 20 marzo al primo aprile scorsi. La formazione del volley padovano ha preso parte al torneo non ufficiale “NAS Sports Tournament”, organizzato tutti gli anni dal Consiglio dello Sport di Dubai. Nel corso del torneo si sono svolte una serie di competizioni di diverse discipline: dal volley al basket, dal padel al tennis, dalla corsa al ciclismo, e molti altri sport. Questo viaggio segue le precedenti esperienze del team di Pallavolo Padova in Giappone e in India, e costituisce un altro importante tassello nel percorso di crescita internazionale della società bianconera.

“Dubai rappresenta un’opportunità che ci è stata proposta e che abbiamo accettato di buon grado”, ha dichiarato il capitano della squadra, Marco Falaschi. “E’ stata l’occasione per dare spazio a tutti gli effettivi e per proseguire la preparazione in vista delle prossime partite di Play Off quinto posto”. La positiva stagione della Pallavolo Padova nella regular season ha infatti portato la squadra a centrare con tre giornate di anticipo l’obiettivo salvezza e ha permesso ai bianconeri di accedere ai Play Off quinto posto.

E’ da registrare il record di presenze alla Kioene Arena nella stagione 2023-24: ben 32mila spettatori, che portano Padova al quinto posto tra

le squadre della massima serie italiana, poco dietro Modena e Perugia.

Le presenze sono state oltre 2.900 di media a partita: l’ 8 per cento in più rispetto alla precedente stagione. Questo risultato rappresenta un nuovo record societario di presenze per Pallavolo Padova che sottolinea il crescente entusiasmo e coinvolgimento dei tifosi. La sfida con Trento è quella che ha visto il maggior numero di tifosi, ben 4.126 spettatori, seguita dalla partita con Monza, 3.396, e Civitanova, 3.380.

“Il record di affluenza alla Kioene Arena testimonia il profondo legame tra la nostra società e la comunità padovana” ha detto il presidente Giancarlo Bettio. “Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo risultato possibile, dimostrando un appoggio straordinario alla squadra. Ora, avanti così!”.

Diego Buonocore

Plebiscito Padova prima scuola tennis del Veneto

Una grande risorsa per lo sport giovanile. La prima scuola tennis del Veneto è il Plebiscito Padova: lo ha stabilito la classifica stilata dal Grand Prix delle scuole tennis dalla Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), che ha portato il centro sportivo del Plebiscito al vertice del tennis Veneto. La classifica valuta l’effettiva qualità delle scuole tennis italiane, analizzando staff, strutture, partecipazione a progetti federali e convocazioni degli atleti del settore giovanile a raduni e competizioni regionali e nazionali. La Scuola Tennis e il settore Accade-

mia del Centro Sportivo del Plebiscito Padova è ai vertici nazionali: è la quattordicesima Scuola Tennis nella classifica Nazionale Gene-

rale, ottava nella classifica nazionale riservata alle Top School e prima scuola tennis del Veneto. Un

riconoscimento alla qualità dello staff 2001 Team e del progetto Accademia del Tennis, che ha portato numerosi atleti del settore giovanile ai vertici dell’attività Nazionale.“Questi risultati rappresentano un grande motivo di orgoglio”, ha dichiarato la società padovana, “I risultati sono frutto di un progetto che parte da lontano, da quasi 20 anni fa e che quest’anno ha visto un’enorme crescita di risultati per tutti gli atleti agonisti, che hanno migliorato le proprie classifiche FITP e hanno conquistato titoli regionali e nazionali”. (d.b.)

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Gli atleti della Pallavolo Padova tra le dune del deserto e durante un’azione di gioco al torneo internazionale di Dubai

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Tempestività e disponibilità: i valori chiave della professionalità di M.a.r.a. Elettropompe

Disponibilità e tempestività in alcuni contesti possono fare davvero la differenza ed essere una dimostrazione di grande professionalità. Uno dei contesti in cui questi aspetti contano di più è sicuramente quello degli allagamenti in casa o in condominio, che possono comportare grande disagio per chi si ritrova a doverli affrontare. La realtà di M.a.r.a. Elettropompe lo sa bene e per questo ha fatto di queste caratteristiche la sua mission principale: “Essere sempre presenti, al momento giusto, per i nostri clienti”.

M.a.r.a. Elettropompe è una realtà nata a Padova nel 1979 e cresciuta poi ad Albignasego, che si occupa di installazione, manutenzione e riparazione di elettropompe sommerse, di impianti di sollevamento acque bianche e nere con opere murarie e di impianti di depurazione. A fondarla sono stati Giuliano Andreetta e Mara Giunta, che insieme sono riusciti a costruire una realtà con ben quarantacinque anni di esperienza.

L’azienda nel tempo si è sviluppata, vedendo entrare a far parte della sua realtà anche i figli dei titolari, Michele nel comparto tecnico e Susanna nel comparto

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una pompa è garantito solo se avviene Perché dunque scegliere M.a.r.a. Elettropompe? Perché in questa realtà non si nascondono né l’impegno né l’orgoglio. “Nella nostra azienda tutti i componenti lavorano con precisione e professionalità, garantendo un ottimo servizio – affermano Giuliano e Mara –. Il nostro punto di forza è essere un’azienda fondata sui veri valori familiari, sulla puntualità e sulla massima attenzione a ogni esigen-

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L’intervista.

#Regione

“Siamo profondamente contrari all’estensione del mandato di governatore e anche dei sindaci”

“Lo dice la Corte costituzionale: se un personaggio politico esercita un ruolo così rilevante per così tanto tempo rischia di limitare la libertà reale dei cittadini nella loro oggettiva esplicazione”

La cronaca politica delle ultime settimane è stata dominata dal dibattito sul terzo mandato per i presidenti di Regione, approdato in Parlamento con l’emendamento leghista al decreto Elezioni. 112 i voti contrari, 26 i favorevoli (Lega e Italia viva) e 3 gli astenuti. Soddisfatta dalla stroncatura di Roma la capogruppo in consiglio regionale Vanessa Camani.

Il terzo mandato per presidenti regionali e sindaci è stato recentemente bocciato in Parlamento, è d’accordo su questo stop?

“Va premesso che nella nostra regione si dovrebbe parlare di quarto mandato, poiché se il presidente Zaia terminerà questa legislatura avrà esercitato le funzioni di governatore della Regione Veneto per 15 anni. Si sta perciò traslando sul piano nazionale una questione regionale che qua è già am-

piamente superata dai fatti. Anche in conseguenza di ciò, siamo profondamente contrari all’estensione del mandato di governatore e anche di sindaci”.

Secondo lei, non dovrebbero essere i cittadini a scegliere?

“I cittadini sono liberi di scegliere. Il fatto di impedire a Zaia di fare il governatore del Veneto per 25 anni consecutivi non riduce la possibilità di scelta dei cittadini che sono comunque chiamati a esprimersi attraverso un voto libero nelle elezioni regionali. Lo dice la Corte costituzionale: se un personaggio politico esercita un ruolo così rilevante per così tanto tempo rischia di limitare la libertà reale dei cittadini nella loro oggettiva esplicazione.

Governare per così tanto tempo un organo importante come la presidenza della giunta regionale può influenzare i cittadini nell’esercizio

del potere, che è un potere enorme che passa dalla decisione di qualunque aspetto attinente alla vita dei cittadini veneti, ma è anche un potere che si esprime nella diversa opportunità di concorrere alle elezioni regionali in virtù della eccessiva esposizione mediatica che il presidente attuale ha avuto: nessuno ha le sue stesse condizioni di partenza in termine di notorietà e di accesso agli elettori che ha il presidente Zaia”.

Pensa che la bocciatura in Aula da parte di Fratelli d’Italia possa essere una mossa per “prendersi” il Veneto?

“Purtroppo la destra al governo nazionale sta dimostrando che intende dispor-

Le prossime mosse del suo partito in vista di questa elezione? Quali sono i candidati?

“Mancano 500 giorni, è il momento di incominciare a porsi delle questioni cruciali. Noi stiamo ragionando su raccogliere la sfida vera: il racconto del Veneto che Zaia ci ha fatto nel 2010 evidentemente nel 2025 non potrà essere il medesimo e noi andremo a presentare un progetto sostitutivo per il bene di questa regione.

Il modello portato avanti da Zaia oggi è limitato sotto tre aspetti. Il primo è l’ambiente: dobbiamo rendere la regione sostenibile per porre le condizioni per una più semplice transizione ecologica delle imprese. C’è poi il lavoro che va visto come strumento di emancipazione sociale. Infine, la sanità pubblica che in questa regione è gravemente arretrata e rischia di essere letalmente compromessa se non si inverte la rotta. Noi lavoreremo proprio su questo e individueremo la figura che meglio di tutti può portare avanti questo programma”. (g.f.)

re delle istituzioni non sulla base di valutazioni che attengono gli equilibri dei poteri, ma per bisogni biecamente strumentali. Questa ricostruzione dunque potrebbe essere verosimile. Tuttavia, se da un lato si registra la strumentalizzazione di Fratelli d’Italia che prova a fissarsi su questa posizione per “prendersi” il Veneto, mi pare che anche la Lega di Salvini e di Zaia abbia un approccio altrettanto strumentale in merito al terzo mandato, ponendosi di salvare con questi personalismi Luca Zaia. In Veneto bloccare il dibattito pubblico e il lavoro istituzionale per decidere che lavoro farà Zaia domani mi sembra comunque vergognoso e indegno per la nostra regione”.

E’ crisi tra Lega e Fratelli d’Italia: scontro sulle Amministrative con vista Regionali

I rapporti territoriali tra Lega Nord e Fratelli d’Italia sono estremamente tesi e a farne le spese sono le prossime amministrative. Nei comuni maggiormente importanti, quelli nei quali le segreterie sovra-comunali ci mettono lo zampino, gli accordi per presentarsi uniti alle urne appaiono estremamente difficili e, in molti casi, sembrano ormai impossibili.

Il caso forse più emblematico è quello di Bassano dove l’accordo sembra essere ormai definitivamente saltato, mentre a Rovigo, l’unico capoluogo di provincia al voto in Veneto, la Lega è riuscita a imporre il proprio candidato con buona parte dei Meloniani che rivendicavano la leadership.

Ma sono tantissime le realtà venete dove i conti non quadrano; una miriade di piccole e medi

comuni nei quali le trattative vanno avanti freneticamente e non dove, al momento, non si vede una via d’uscita unitaria. Da Noale a Vittorio Veneto, da Preganziol a Montecchio Maggiore.

A complicare ulteriormente le cose ci si mette anche la crisi di Chioggia dove il sindaco leghista, Armelao ha letteralmente defenestrato Fratelli d’Italia. Risultato: la città è paralizzata da quattro mesi.

Impossibile non immaginare che queste tensioni abbiano un minimo comune denominatore: le prossime elezioni regionali.

Fratelli d’Italia, non è un mistero, chiede per se la presidenza. Dopo anni di strapotere leghista, questo il ragionamento, ora il vento è cambiato, ma sono mutati soprattutto i numeri. Il partito di Giorgia Meloni è decisamente il “preferito”

dai veneti e la crisi della Lega, combattuta tra la linea di Matteo Salvini e la volontà di un ritorno al passato nel quale il termine “Nord” sia determinante, porta in quella direzione.

Luca Zaia, in una ricerca condotta di recente da Ilvo Diamanti, sarebbe ancora il presidente che i veneti vorrebbero tanto che il 52% degli intervistati, un dato questo che dimostra per l’ennesima volta l’assoluta trasversalità del gradimento, sarebbe favorevole ad una riforma legislativa che consente un suo ulteriore mandato. Riforma che, salvo colpi di scena, non ci sarà. Quindi il quadro resta aperto e complicato.

A cercare di ritagliarsi il proverbiale ruolo di “terzo” tra i due litiganti, c’è Forza Italia pronta a porre sul tavolo nazionale dell’alleanza la carta Flavio Tosi.

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Vanessa Camani, consigliera regionale e capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani

Regione

Centrodestra. L’assessore regionale traccia un bilancio di questa fase politica e annuncia la sua candidatura alle Europee

Elena Donazzan: “Recuperiamo rispetto e sguardo lungo”

“In questi anni la politica è cambiata molto ma guardando ai giovani nutro la speranza di una nuova stagione”

E

lena Donazzan è un volto noto della politica regionale e nazionale, esponente di una destra che negli anni è molto cambiata nelle forme partito, ma che ha saputo mantenere alcuni caposaldi estremamente evidenti e tangibili. “Io non sono una nostalgica, anche per questioni anagrafiche, ma credo che le storie politiche, quelle di militanza, di impegno, di passione, quelle che hanno pagato anche tributi di sangue meritino tutte rispetto.”

Pur presa tra mille impegni Donazzan non perde mai la voglia di analizzare, di soffermarsi, di confrontarsi con la politica. E allora ne approfittiamo per farci accompagnare in un percorso lungo quasi 25 anni dentro la Regione Veneto, i primi cinque da consigliere e i successivi da assessore.

“La politica – ci spiega l’Assessore Donazzan – è cambiata molto in questi anni. Oggi si vive certamente una carenza di dibattito politico, di rispetto e di capacità di programmazione a lungo termine. Io ricordo che quando approdai per la prima volta in consiglio regionale ascoltavo ammirata, anche da se da posizione diversa, gli interventi di Carlo Alberto Tesserin (Forza Italia) o di Pierangelo Pettenò (Rifondazione Comunista). Oggi tutto questo si è perso e, paradossalmente, pur essendosi affievolito il dibattito politico - quindi venendo meno quelle discussioni alte che potevano accentuare le differenze - l’assenza di rispetto non ci consente di trovare punti di accordo: tutto questo lo trovo avvilente per la politica e per i cittadini.”

“Di contro – continua Donazzan – oggi c’è molto più interesse per la politica. Purtroppo il numero dei cittadini che si recano alle urne sta diminuendo, ma chi lo fa appare maggiormente consapevole. Credo che questa preparazione dipenda, fortemente, dalle molteplici forme di comunicazione. A me piacciono il mare grande e la libertà, quindi più fonti ci sono meglio è così ciascuno può costruire la propria idea, anche a costo di imbattersi, soprattutto sui social, in contenuti di cattiva informazione. Ed è proprio questa crescente consapevolezza soprattutto tra i giovani, con i quali interagisco spesso anche per

“Fratelli d’Italia ha una classe dirigente preparata, lasciamo da parte le polemiche, per rispetto agli elettori”

le mie deleghe da assessore, che nutro la speranza per una nuova stagione della politica. Una politica fatta di rispetto, di preparazione, di contenuti e anche di genuinità. I primi a crederci, però, dobbiamo essere tutti noi che abbiamo qualche anno in più. Quando leggo le statistiche dei giovani che lasciano la nostra Regione o il nostro Paese mi chiedo perché in molti si stupiscano. Se siamo i primi noi a non avere rispetto per noi stessi, a non raccontare gli enormi valori che abbiamo, i nostri punti di forza, perché una ragazza o un ragazzo dovrebbero scegliere, se hanno dei sogni o semplicemente del-

le aspettative, di stare qui?”

“Quello che mi piacerebbe contribuire a costruire è un profondo senso di responsabilità per ciò che abbiamo ereditato anche in questo nostro Veneto nel quale l’amore per il lavoro e l’attenzione verso il volontariato e il prossimo sono eccezionali. Abbiamo dei fondamentali ottimi, dei quali essere orgogliosi e per i quali dobbiamo impegnarci. Oltre alla responsabilità del rispetto, infatti, abbiamo quella di tramandare ciò che siamo. Se ci diciamo da soli che non siamo abbastanza, come possiamo pretendere di farlo conoscere agli altri?”

“Io sono fermamente convinta – aggiunge – che essere cittadini del mondo in un mondo globalizzato non significhi negare la propria identità. La rincorsa degli anni passati ci ha portato ad affacciarci sulla scena planetaria attraverso una competizione basata esclusivamente sui prezzi e ci hanno battuto; poi ci siamo affidati alla qualità e stiamo rischiando che venga imitata. L’elemento che non perderemo mai è l’identità: l’elemento capace di costituire anche un valore economico oltre che culturale.”

“Anche per questo – conclude Donazzan – ho deciso di candidarmi alle Elezioni Europee del prossimo 8 e 9 giugno. Lo faccio forte della mia storia, dei miei ideali e proprio per contribuire a costruire il rispetto, il valore della nostra identità di Veneti e di Italiani. Lo faccio con orgoglio e con il pensiero ai tanti che in tutti questi anni non hanno mai smesso di sostenermi e di vedermi come una donna che

non ha mai smesso di impegnarsi per il proprio territorio. Anche quando la mia militanza politica mi è costata parecchio, non mi sono mai girata dall’altra parte e non ho mai scelto scorciatoie che anteponessero i miei interessi a quelli del gruppo. Fratelli d’Italia ha una classe dirigente forte e preparata.

Ho sorriso leggendo sui giornali la battuta del segretario regionale della Lega che sostiene che noi abbiamo soltanto i voti. Noi abbiamo un concetto della coalizione alto, determinato dal rispetto verso tutti gli

elettori, quindi non indugiamo in polemiche: del resto credo che il suo sia stato solo un tentativo di esorcizzare, con poche parole, la sua paura che la nostra classe dirigente possa portagli via ulteriore consenso. Quello che però, oggi mi interessa, è di affrontare, tutti insieme, questa fase politica con il sorriso e la giusta determinazione. Io sono “Una di parola”, proprio come recitano i miei manifesti elettorali: uno slogan che è stato scelto proprio “intervistando” le persone che mi conoscono e che, con mia immensa gioia, mi vedono così”.

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Elena Donnazzan

Elezioni

Europee. Padovano, 35 anni, imprenditore, è consigliere comunale e provinciale

Carlo Pasqualetto capolista in Veneto con Azione

Lo scorso dicembre era stato eletto segretario regionale di Azione, ora Carlo Pasqualetto, 35 anni, padovano, corre per le elezioni europee da capolista in Veneto. La candidatura del consigliere comunale di Padova, nonché consigliere provinciale con delega all’innovazione, è stata presentata dal leader di Azione Carlo Calenda. Nato a Padova, marito di Benedetta e padre di Azzurra, Pasqualetto è il fondatore e amministratore delegato di Azzurro Digitale, gruppo specializzato nella trasformazione digitale del mondo manifatturiero e logistico. Nel 2013 aveva dato vita a TEDxPadova, il laboratorio di idee e divulgazione scientifica legato alla fondazione americana TED.com. Da leader veneto di Azione ora affronta la sfida delle elezioni europee.

“Per me la politica - spiega - è la capacità di far succedere le cose per migliorare la vita della nostra comunità. Senza dubbio un servizio, e come quando ci si impegna a servire gli altri: si riceve più di quanto si dia. Prendiamo ad esempio la mia situazione familiare. Essere genitori è un servizio pieno di dolcezza; ti richiede di non concentrarti più solo su te stesso, ti fa scoprire nuovi mondi anche se ti costa molto in termini di energie, tempo e denaro. Ma ti arricchisce in-

teriormente e ti fa comprendere che non puoi limitarti a essere solo un buon genitore o imprenditore, come nel mio caso. Vorrei trasmettere questo concetto in politica. Molte persone sostengono che destra e sinistra siano la stessa cosa e che la politica sia inutile. Questo è vero solo se non si scelgono le persone competenti; in tal caso, un incompetente di destra è lo stesso di un incompetente di sinistra. È vero ancor più se manca l’empatia e ognuno guarda solo al proprio interesse. Ma se si fa politica con serietà, competenza, cuore e ragione, diventa l’attività più nobile su cui profondersi. Me ne sono reso conto quando sono entrato nel Consiglio comunale di Padova a 21 anni: si può fare molto bene, basta dimenticare il proprio interesse e agire con giustizia e generosità, perché quel bene tornerà”.

Insieme ai soci Pasqualetto ha creato una serie di aziende che costituiscono “Azzurro Digitale”, un gruppo che fattura oltre 5 milioni di euro e conta 60 dipendenti. “Siamo riusciti a fare impresa nel Veneto perché abbiamo scelto di guardare il bicchiere mezzo pieno. È vero, in Italia ci sono molte tasse da pagare e la burocrazia non è sempre favorevole. Tuttavia, siamo in una regione che resta tra le più belle e creative del mondo, un vero gioiello”.

“Per me la politica è la capacità di far succedere le cose per migliorare la vita delle nostre comunità. Dobbiamo bloccare l’emigrazione dei talenti da Nordest, dare ai giovani la possibilità di lavorare e fare impresa nella nostra regione”

Dal lavoro all’Europa, una delle prime sfide da affrontare, sottolinea Pasqualetto, riguarda proprio l’emigrazione dei talenti dal Nord-Est. “Sull’immigrazione si sono fatte le ultime tre campagne elettorali, - ricorda il candidato di Azione - gridando gli slogan più assurdi, per ultimo quello del blocco navale. Io non voglio parlare di immigrazione, ma di emigrazione. Dobbiamo bloccare l’emorragia di giovani che sta depauperando il nostro territorio. Nel 2000 il Veneto aveva un PIL pro-capite superiore del 35% rispetto alla media europea, oggi quel delta si è assottigliato e sta intorno al 5%. Cosa vuol dire questo? Che ci siamo fermati, che abbiamo smesso di essere una terra in crescita e attrattiva. E’ necessario applicare una cura da cavallo per aiutare i nostri giovani a fare impresa e trovare lavoro qui. Carlo Calenda ha attuato da ministro un incentivo semplice, quello del super ammortamento al 140% che gli imprenditori si ricordano ancora con favore: era automatico e si ripagava da solo in termini di gettito fiscale e aumento della produttività. Abbiamo bisogno di operazioni del genere - conclude Pasqualetto - perché le nostre imprese riescano ad attrarre i giovani laureati e diventino attrattive per i migliori professionisti italiani ed europei”. (r.r.)

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Carlo Pasqualetto con il leader di Azione Carlo Calenda

Sicurezza. Iniziativa di Polizia di Stato, Aspiag Service Despar, Associazione nazionale amministratori condominiali

Insieme contro le truffe agli anziani

Presentata in Questura a Padova la nuova campagna di prevenzione con la distribuzione di materiale informativo nei condomini e nei supermercati della provincia

L e truffe agli anziani hanno fatto registrare nella provincia di Padova un aumento di denunce: nel solo 2023 sono stati 615 gli episodi segnalati rispetto ai 435 del 2022 e già 125 nei primi due mesi del 2024, con una sottrazione di denaro contante oltre a monili in oro e gioielli per un danno complessivo alle vittime di alcuni milioni di euro.

E proprio sulla scorta di questi dati, nell’ambito della strategia di prevenzione e contrasto a questo odioso fenomeno curata dalla Polizia di Stato, il Questore di Padova Marco Odorisio, il direttore regionale di Aspiag Service Despar per il Veneto Giovanni Taliana ed il presidente dell’associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (ANACI) Padova Alfredo Gambato hanno presentato l’iniziativa “Insieme, contro le truffe” per la

prevenzione delle truffe agli anziani. La campagna di prevenzione contro le truffe agli anziani nasce proprio dalla consapevolezza di arginare questo crimine puntando su un capillare circuito di informazione rivolto alle potenziali vittime, richiamando la loro attenzione con la predisposizione di opuscoli informativi, distribuiti all’interno della rete di 8.500 condomìni dell’Anaci e in tutti i punti vendita a marchio Despar, Eurospar e Interspar della provincia di Padova. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini, fornendo informazioni utili e ricordando i numeri d’emergenza a cui rivolgersi per denunciare una truffa, stabilendo un collegamento diretto con le forze dell’ordine.

La campagna rappresenta la continuazione del percorso di collaborazione tra la con-

cessionaria del marchio Despar e la Polizia di Stato, che negli anni continua a essere un esempio di sinergia per garantire la sicurezza e la tutela dei cittadini.

“Le persone anziane rappresentano la nostra memoria storica e la nostra identità - ha ricordato il Questore della provincia di Padova Marco Odorisio - e sta a noi proteggerle da questi odiosi reati commessi da persone vigliacche che spesso fanno leva sui sentimenti, sugli affetti e talvolta sulla solitudine delle vittime, che quando scoprono di

essere state raggirate, oltre al danno economico subiscono anche negative conseguenze emotive. È bene fare sistema, fare squadra tutti insieme per una migliore azione di prevenzione e contrasto”.

“Anche quest’anno siamo orgogliosi di confermare il nostro impegno a favore di questa significativa iniziativa - ha aggiunto Giovanni Taliana, direttore regionale di Aspiag Service Despar per il Veneto -. Abbiamo l’opportunità di offrire un aiuto tangibile ai cittadini, sensibilizzando e informando la

comunità sulla prevenzione e sul riconoscimento delle truffe, soprattutto nei confronti delle persone più vulnerabili. Grazie alla nuova sinergia con Anaci, possiamo raggiungere ora un pubblico ancora più vasto. Invito tutti i cittadini a partecipare attivamente a questa iniziativa e a segnalare eventuali casi sospetti alle autorità competenti”.

“È con orgoglio che Anaci Padova partecipa a questa importantissima iniziativa – ha commentato Alfredo Gambato, presidente Anaci Padova - La locandina di questa campagna, contenete anche alcuni semplici consigli diretti a riconoscere e prevenire potenziali situazioni sospette, verrà diffusa in tutti i condomini amministrati dagli iscritti ad Anaci Padova per rendere consapevoli i condomini riguardo alla necessità di essere cauti e prudenti, ed aiutarli a riconoscere ed evitare situazioni di pericoli. Oltre ai numeri di emergenza, i condomini possono sempre contare sui rispettivi amministratori.”

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da sinistra Alfredo Gambato di Anaci Padova, Giovanni Taliana direttore regionale Aspiag Service e il Questore Marco Odorisio

Economia. Riccardo Giovani, direttore nazionale politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato Imprese e presidente Fsba

Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, ammortizzatori sociali a misura delle imprese

Parliamo di ammortizzatori sociali. È un tema che ha diverse declinazioni perché molti conosceranno la cassa integrazione ordinaria i contratti di solidarietà, gestiti dall’Inps. Nell’artigianato vi sono strumenti differenti: ne parliamo nel dettaglio con Riccardo Giovani, direttore nazionale delle politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato Imprese, nonché presidente di FSBA, il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato.

Quali sono i motivi che hanno spinto il mondo dell’artigianato a dotarsi di uno strumento come questo che si definisce bilaterale?

Il motivo principale è che l’artigianato è sempre stato escluso dalla cassa integrazione guadagni Inps. Quindi non avendo un ammortizzatore sociale Inps, stabilito dalla legge fin dagli anni settanta, l’artigianato a livello territoriale ha incominciato

a maturare esperienze di ammortizzatori sociali, bilaterali e autogestiti, ad iniziare dai territori. Per esempio ricordo la cassa integrazione dei dipendenti della ceramica nato in Veneto. Da queste esperienze gli ammortizzatori sociali bilaterali sono diventati un sistema in tutto il territorio nazionale. Con le riforme del 20212 e 2015 il legislatore hanno trasfuso questa importante esperienza in provvedimenti attraverso la costituzione di Fsba. Si tratta quindi di un fondo bilaterale autogestito, soggetto naturalmente ad alcune regole di legge e al controllo del Ministero del lavoro, ma fondamentalmente ha la caratteristica di avere delle prestazioni scritte e gestite su misura per le esigenze delle imprese artigiane.

Quante imprese ci sono in Fsba e quali di queste devono versare?

Le imprese iscritte sono oltre 220 mila per circa un milione di lavoratori. Sono

imprese artigiane e tutte sono obbligate a versare la contribuzione ad Fsba perché è stato chiarito con gli ultimi interventi legislativi che si tratta di un una contribuzione obbligatoria. Quindi tutte le imprese artigiane devono versare, ad esclusione delle imprese edili che hanno un diverso sistema di ammortizzatori.

Sappiamo che le imprese

industriali versano una percentuale all’Inps per gli ammortizzatori sociali. Invece quanto versano le imprese artigiane?

La percentuale complessiva per la prestazione dell’assegno di integrazione salariale ordinario a cui sono tenute tutte le imprese è pari allo 0,60% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Le imprese invece che occupano più di 15 dipendenti devono versare complessivamente l’1% per poter sostenere un ulteriore prestazione che è la prestazione Acis. Inoltre preciso che il versamento è ripartito per due terzi a carico del datore di lavoro e per un terzo a carico dei lavoratori.

Qual è allora il ruolo dei vari enti bilaterali nella gestione delle procedure operative del vostro fondo?

Gli enti bilaterali regionali sono fondamentalmente il nostro sportello sul territorio,

garantiscono un collegamento diretto con il territorio e quindi con le aziende e con i lavoratori. Questo strumento consente di supportare realmente ed efficacemente imprese e lavoratori durante le crisi. E questo è dovuto proprio all’impegno degli enti bilaterali regionali.

Come affrontate periodi critici e di rallentamento globale come quello attuale?

Dopo la pandemia avevamo assistito ad una crescita del prodotto interno lordo. Oggi registriamo una realtà più complessa, non omogenea territorialmente, che vede alcuni settori in grande difficoltà mentre altri continuano ad avere buone performance. Il nostro fondo è comunque in condizione di rispondere prontamente alle sfide che potrebbero presentarsi rispetto alle quali poi occorre anche intervenire a valle delle problematiche registrate. (r.r.)

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Ascolta Riccardo Giovani

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Innovazione. Dal Centro Carni Tann vengono riforniti oltre 550 punti vendita Aspiag Service

L’eccellenza dall’allevamento alla tavola, viaggio nel Centro Lavorazione Carni e Salumi

Una superficie di oltre 13.000 mq, 99 collaboratori che saliranno a 120 nel corso del 2024, una produzione media mensile di quasi 900 tonnellate di carni bovine e suine e di 300 tonnellate di salumi: sono questi i numeri che descrivono l’attività di TANN, il Centro Lavorazione Carni e Salumi di Aspiag Service, concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, situato a Monselice all’interno del più ampio polo logistico Agrologic. Innovazione è la parola che caratterizza i processi all’interno del Centro Carni che utilizza le più recenti tecnologie sulle lavorazioni della carne e della salumeria e, grazie ad un alto livello di automatizzazione dei processi, riesce ad industrializzare la produzione ottimizzando i tempi di lavorazione, migliorando la qualità del prodotto, riducendo gli sprechi e garantendo uno standard igienico sanitario elevato. Tra le tecnologie impiegate spiccano le linee in camera bianca di slicing e cubettatura e l’innovativa “Linea Skin Pack”, un metodo che, grazie ad un

particolare packaging sottovuoto, permette di aumentare la durata di conservazione, riducendo il materiale di confezionamento, preservando gusto e proprietà del prodotto. E proprio il prodotto e la cura nella lavorazione delle materie prime provenienti da filiere italiane certificate e tracciate caratterizzano i processi all’interno di TANN per garantire qualità e sicurezza dalla materia prima alla consegna del prodotto lavorato in punto vendita, una scelta in linea con l’impegno di Aspiag Service Despar per la valorizzazione delle produzioni e

dei produttori locali che rappresenta da sempre uno dei tratti distintivi dell’azienda. All’interno del Centro Carni vengono infatti lavorate carni di vitello, bovine e suine, oltre alle preparazioni di prodotti di salumeria. Per la carne bovina, particolare attenzione è riservata alla valorizzazione degli allevamenti sui territori in cui l’azienda è presente, per portare nei banchi di macelleria carni allevate direttamente nelle regioni in cui sono dislocati i punti vendita. Anche per i prodotti di salumeria, è ampio l’assortimento di salumi tipici della tradizio-

ne italiana e tirolese, a cui si aggiungono referenze innovative che valorizzano i gusti e i sapori delle specialità dei territori.

Le referenze prodotte in TANN vengono distribuite negli oltre 550 punti vendita diretti e affiliati di Aspiag Service Despar, inoltre nel Centro Carni si producono carni e salumi pensati ad hoc per il mercato estero e distribuiti nei paesi delle società Spar Austria, Spar Slovenia, Spar Croazia e Spar Ungheria appartenenti al Gruppo SPAR Austria, di cui anche Aspiag Service fa parte.

La visita del presidente Zaia: “Ricadute positive sull’economia veneta”

Diventato operativo nel 2020 con un investimento di circa 60 milioni e un giro d’affari che tocca i 115 milioni di euro, il Centro Carni di Monselice è stato meta lo scorso 8 marzo della visita del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, accompagnato dal Presidente di Aspiag Service Despar, Paul Klotz dagli Amministratori Delegati di Aspiag Service Christof Rissbacher e Massimo Salviato, dal direttore del centro carni TANN Martin Niederkofler, e da Giovanni Taliana, Direttore Regionale Veneto di Aspiag Service Despar. “Un impianto imponente quello di Monselice, qui è il posto giusto dove sviluppare una struttura come questa che ospita ogni giorno oltre 100 addetti che lavorano con cura e professionalità prodotti provenienti da filiere agroalimentari locali” ha commentato il Presidente Zaia che ha anche sottolineato le ricadute positive per il territorio e per la valorizzazione delle filiere loca-

li. “Un investimento di Aspiag Service Despar che da Padova rifornisce i punti vendita in tutta Italia e all’estero, un investimento vincente per il territorio sia in termini occupazionali che di valorizzazione degli allevamenti veneti che producono il 40% della carne rossa italiana e che rappresentano un’eccellenza a chilometro zero, generando così ulteriori ricadute positive sull’economia veneta” ha concluso Zaia. Un aspetto, quello della valorizzazione delle filiere delle

di Martin Niederkoler

Filiere e qualità, l’impegno del marchio dell’Abete per valorizzare le eccellenze dei territori

carni evidenziato anche dal Presidente di Aspiag Service Despar Paul Klotz: “TANN è un polo produttivo di eccellenza, frutto di un investimento importante che abbiamo realizzato puntando ai più elevati standard tecnologici e di sostenibilità, e con cui vogliamo consolidare la costruzione di una filiera produttiva integrata nel mondo delle carni e dei salumi che dalla selezione delle materie prime arriva fino al prodotto finito sui banchi macelleria”. E ancora ricordando l’importante investimento attuato Paul Klotz ha rimarcato il valore aggiunto per l’economia locale: “TANN rappresenta un motore di sviluppo per il territorio, sia dal punto di vista occupazionale sia per la rete che abbiamo costruito con i nostri fornitori, in un’ottica di valorizzazione e conoscenza delle eccellenze locali che da sempre rappresenta un tratto distintivo della nostra strategia di sviluppo”.

Valorizzare i prodotti di eccellenza del territorio e i produttori locali è da sempre al centro della strategia di crescita di Aspiag Service Despar. Garantire prodotti di alta qualità ai clienti non significa solo selezionare accuratamente i fornitori ma anche, come nel nostro caso, produrre e lavorare le carni e i salumi che la nostra azienda distribuisce in tutti i propri punti vendita diretti e affiliati. E proprio in questa prospettiva si inserisce la scelta di investire in una struttura come il Centro Carni che rappresenta un motivo di orgoglio per la nostra azienda poiché siamo uno dei pochi attori della GDO a poter vantare una struttura di questo genere gestita direttamente. Nel nostro Centro le tipologie di carne prodotta sono le più varie, dai salumi alle carni suine, bovine e di vitello, e per tutte le fasce di prezzo, dal mondo convenience con la linea S-Budget a quella Despar Premium. Tutti i prodotti provengono da filiere controllate e i fornitori devono garantire sull’operato di provenienza dei capi, aderendo al nostro protocollo di filiera Despar “Passo dopo Passo”, inoltre i nostri protocolli prevedono sistemi interni che tengono sotto controllo tutte le fasi della lavorazione e della produzione mediante una regolare attività di auditing. Accanto a ciò le filiere, la territorialità del prodotto e i protocolli per garantire la qualità e il benessere animale sono elementi centrali che fanno la differenza nelle scelte dei clienti, anche in un contesto di mercato come quello attuale in cui assistiamo a una flessione nei consumi di carne. Un impegno che vogliamo continuare a perseguire valorizzando sempre più le filiere regionali. Tra il 2023 e 2024 abbiamo per esempio attivato le filiere Pascol in Lombardia e quella del bovino allevato in Veneto, con l’obiettivo di valorizzare le piccole aziende agricole locali, ridurre l’impatto ambientale e garantire al cliente la possibilità di acquistare un prodotto di provenienza certa e a km0.

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Direttore Centro di Lavorazione Carni e Salumi TANN di Monselice
IL PUNTO

Aria pulita e mobilità pubblica

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La necessità di rendere il trasporto pubblico una scelta preferibile passa per l’e cienza e la puntualità del servizio. Il sistema SMART prevede l’utilizzo di 55 mezzi che e ettueranno fino a 450 corse al giorno, consentendo ogni giorno a 144.000 persone di spostarsi senza utilizzare mezzi privati e inquinanti. In particolare, le tratte principali del sistema SMART, una volta a regime, prevedono una frequenza di 22 passaggi all’ora, mentre su quelle con minor densità di linee la frequenza non scenderà mai sotto gli 8 passaggi orari. Questa elevata frequenza di passaggio mira a rendere il trasporto pubblico una scelta preferibile per i cittadini, incentivando l’abbandono dell’automobile a favore di un mezzo più sostenibile ed e ciente. Il tram, grazie alle corsie riservate, garantisce tempi di percorrenza ridotti e maggiore puntualità

La mobilità sostenibile gioca un ruolo chiave nel diminuire i rischi per la salute pubblica, circa un terzo dell’inquinamento è infatti generato dal tra co privato.

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Il tram, con la sua capacità di ridurre il tra co e le emissioni, è una soluzione cruciale per migliorare la qualità dell’aria. La realizzazione della rete SMART ci porterà ad avere un sistema di trasporto pubblico e ciente e capillare all’altezza di una moderna città europea.

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Conosciamo l’endometriosi

Riconoscere quando si manifesta migliora la qualità della vita

E’ una patologia frequente nelle donne in età fertile, con un picco tra i 25 e i 35 anni, ma la diagnosi arriva ancora dopo un lungo percorso

Endometriosi, una maggiore consapevolezza può aiutare a comprenderne meglio i sintomi e ad arrivare con tempestività alla diagnosi per intraprendere con efficacia un trattamento idoneo a migliorare la qualità della vita e a prevenire l’infertilità.

Nel mondo sono 150 milioni le donne che ne soffrono. È una patologia frequente che si manifesta in età fertile, con un picco di casi nella fascia di età 25-35 anni.

In molti casi la diagnosi arriva ancora dopo un percorso lungo e dispendioso, con un ritardo stimato di circa 7 anni e gravi ripercussioni psicologiche sulla donna.

E’ perciò importante parlare di endometriosi, ed è per accrescerne la consapevolezza. Per questo la Regione del Veneto ha messo a punto un vademecum, divulgato anche attraverso i social media di tutte le aziende sanitarie.

Cosa si intende per endometriosi? E’ una patologia cronica che si manifesta quando un tessuto simile all’endometrio si forma e cresce all’esterno dell’utero. Le aree interessate sono sensibili ai livelli di ormoni che regolano il ciclo mestruale e pertanto sanguinano periodicamente. Tali formazioni possono essere causa di dolore, infiammazioni e altri disturbi talvolta invalidanti, che possono colpire la donna, specie durante le mestruazioni, anche per tutto il periodo riproduttivo.

Cosa causa la malattia? Una delle ipotesi principali è la cosiddetta “teoria della mestruazione retrograda”: a causare la formazione e crescita dell’endometrio all’esterno dell’utero sarebbe il passaggio, causato dalle contrazioni dell’utero

Prosegue alla pag. seguente

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APRILE 2024 on-line: /category/salute/
Allerta animali selvatici infetti, non date da mangiare ai piccioni!

Il Comune di Padova ha adottato una serie di misure per limitare il rischio igienico sanitario dopo che il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea ha rilevato la presenza di alcuni agenti patogeni potenzialmente trasmissibili all’uomo

Limitare il rischio igienico sanitario che può derivare alla popolazione dal contatto con alcuni esemplari di animali che potrebbero essere infetti.

Dopo che il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea ha rilevato la presenza di alcuni agenti patogeni potenzialmente trasmissibili all’uomo, nelle scorse settimane il Comune di Padova ha pubblicato con urgenza un’ordinanza relativa ad una serie di misure di prevenzione del possibile contagio di malattie trasmesse da animali. Tra le malattie potenzialmente trasmissibili all’uomo vi è la psittacosi, un’infezione non frequente ma che può provocare polmoniti e alterazioni del profilo ematico. Gli animali, possibili portatori di questi agenti patogeni, sono soprattutto i piccioni, ma anche le nutrie e le tartarughe d’acqua dolce.

In particolare, l’ordinanza stabilisce di non dare direttamente o indirettamente nutrimento alla fauna selvatica cittadina; di non

avvicinare mai la fauna selvatica (evitare di accarezzare, rincorrere, prendere in braccio gli animali); di non abbandonare accumuli o residui di alimenti o, comunque, prodotti appetibili e facilmente raggiungibili alla fauna selvatica; di rafforzare le misure di controllo e contenimento delle popolazioni di muridi.

“Si tratta – sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Padova, Andrea Ragona - di una misura precauzionale dettata dalla Regione, non siamo in una situazione di emergenza, ma è corretto e logico, visto che i Servizi Veterinari hanno rilevato alcuni casi di animali infetti, mettere in atto alcune semplici azioni di prevenzione che sono prima di tutto di buon senso. L’importante è non entrare in contatto con gli animali, è solo così infatti che potenzialmente ci si può infettare. Assieme al Dipartimento di Prevenzione della Ulss 6 continueremo a monitorare la situazione finché l’allerta non sarà rientrata”.

Riconoscere quando l’endometriosi si manifesta migliora la qualità della vita

durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero alle tube e da queste in addome, con conseguente impianto sul peritoneo, sulla superficie degli organi pelvici e, raramente, su altre sedi.

Questa teoria non ne esclude altre, tanto che sono stati diagnosticati anche rarissimi casi nel sesso maschile. Ci sono anche alcuni fattori che predispongono allo sviluppo di questa patologia, tra cui le caratteristiche istologiche del tessuto responsabile della malattia. Questo tessuto è anche caratterizzato da un’alta capacità di “adesività” che gli consente di aderire alle strutture esterne all’utero. Tra le altre cause: la stimolazione ormonale; le alterazioni del sistema immunitario che permettono l’impianto del tessuto endometriosico, creando uno stato infiammatorio cronico; la genetica e familiarità: le donne con una madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.

A che età si può sviluppare? L’endometriosi può comparire già alla prima mestruazione e perdurare fino alla menopausa. Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in più giovane età.

Sebbene sia considerata una malattia dell’età riproduttiva, raramente sono descritti casi anche in post menopausa, specie in donne che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.

Quanto è frequente? E’ una malattia diffusa, ma poco conosciuta. In Italia le donne con diagnosi conclamata sono 3 milioni: la malattia colpisce il 10-15% delle donne in età fertile.

Quali sono i sintomi? E’ una malattia difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti. I principali sintomi sono: dolore pelvico, nella parte bassa dell’addome persistente per più di 6 mesi; dolore durante il ciclo mestruale che può arrivare a diventare invalidante; dolore durante o dopo rapporti sessuali.

Altri sintomi sono: ciclo mestruale lungo (oltre i 7 giorni), intenso flusso mestruale, perdite di sangue tra un flusso e l’altro; dolore alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine e nelle feci; disturbi urologici ricorrenti o durante il ciclo mestruale; cefalea, stanchezza fisica e lieve rialzo della temperatura corporea che può accentuarsi durante il periodo mestruale e fenomeni depressivi; disturbi intestinali ricorrenti o durante il ciclo, infiammazioni, aderenze, cisti e noduli; infertilità (30-40% dei casi).

E’ bene sottolineare che gli stessi sintomi possono avere anche altre cause.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti? E’ importante parlarne con il proprio medico di famiglia, che valuterà una visita da un ginecologo per un approfondimento. Sin dalla più giovane età non devono essere sottovalutati o taciuti i sintomi che possono essere associati all’endometriosi.

Come può influire sulla quotidianità? L’endometriosi può influire sui livelli di attenzione, causare stanchezza persistente o non riconducibile ad altre cause, ridurre il rendimento scolastico e le prestazioni fisico-sportive. Il dolore pelvico cronico a lungo andare ha un impatto negativo sulla vita, potendo causare patologie psichiatriche come depressione, alterazione della vita sociale e sessuale con possibili ripercussioni negative sul benessere della coppia, oltre che disabilità fisica con conseguenze negative anche sul lavoro.

Quali trattamenti esistono? Variano a seconda della gravità della condizione clinica riportata dalla paziente e alle sue specifiche esigenze, possono essere di tipo farmacologico o chirurgico oltre al supporto psicologico con tecniche di rilassamento. La cura dev’essere personalizzata, in base alle condizioni della paziente, e prescritta dal proprio medico curante.

La dieta può influire? L’assunzione di alcuni cibi può essere d’aiuto per ridurre l’infiammazione, gli alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi essenziali omega 3: frutta secca, semi di lino, di chia, di zucca, salmone, pesce azzurro di piccola taglia, avocado; alimenti ricchi di fibre: frutta, verdure, legumi, cereali integrali. Può essere utile anche l’uso di integratori di omega 3 e 6, vitamina D, C, la cui assunzione deve avvenire su prescrizione del curante.

Sono invece sconsigliati carboidrati raffinati, latticini, carne rossa specie se processata, grassi saturi, caffeina, cibi fritti, alcool, soia, avena, aloe, segale.

Endometriosi e gravidanza. Le donne affette da endometriosi riescono a portare avanti una gravidanza. Nei casi più gravi, specie se associati ad una mancata diagnosi ed in assenza di trattamento tempestivo possono presentarsi delle situazioni di sterilità (30-40% dei casi).

In caso di diagnosi di malattia e desiderio di maternità è possibile rivolgersi a medici e centri specializzati per ricevere un trattamento personalizzato e mirato alle proprie esigenze.

Ci sono esenzioni? Dal 2017, con i nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA), l’endometriosi è stata inserita, limitatamente agli stadi clinici più avanzati, nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, riconoscendo alle donne che ne sono colpite il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo.

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Ulss 2 Marca Trevigiana. Anoressia e bulimia nervosa, disordini alimentari

Una rete di supporto per i disturbi alimentari

Nel 2023 il Cpda ha preso in carico 569 utenti e ha registrato complessivamente

260 prime visite di cui 136 di minori e ben 35 di pazienti con età inferiore ai 15 anni

“Vivere con un disturbo alimentare non significa solamente avere problemi con il cibo, ma molto di più. Un aspetto che ha inciso molto sulla mia esperienza è stato il rapporto conflittuale con il mio corpo. Percepivo mente e corpo come due entità separate, in cui la testa comandava e il corpo doveva obbedire. Ed è così che, durante questi anni convissuti con l’anoressia nervosa, mi sento di aver trasformato il mio fisico in una macchina industriale. Invece di apprezzare il mio corpo come dono della natura, ho cercato in qualsiasi modo di nascondere i segnali che esso mi mandava, fino a non riuscire a percepirli più. E mi ritrovo ora in difficoltà, perché vorrei ritornare a vivere, a stimare le potenzialità che il corpo può avere. Un giorno mi è stato chiesto di distendermi in un grande foglio su cui è stato ricalcato il perimetro della mia immagine. Mi sono alzata in piedi e ho guardato il disegno… Ero io quel segno sul foglio? No, perché quel disegno non aveva vita: non sono solo quello che io vedo. Grazie al percorso corporeo che sto facendo al centro, sto pian piano cercando di avvicinarmi e riscoprire il mio corpo. Sto riprendendo il contatto con esso e sto

lasciando andare i pensieri che volevano comandarlo: lo sto facendo finalmente vivere, esprimere, muovere, e giocare, esattamente come fanno i bambini”.

E’ la preziosa testimonianza di una dei pazienti seguiti dal Centro Provinciale Disturbi Alimentari (CPD) di Treviso, dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, che è stato diffuso in occasione della Giornata del “Fiocchetto Lilla”, lo scorso 15 marzo, dedicata alla sensibilizzazione sul tema dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA).

I disturbi alimentari, che comprendono principalmente Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder, sono disturbi psichiatrici complessi, caratterizzati da comportamenti che determinano gravi compromissioni a livello nutrizionale e corporeo. Si tratta di patologie sempre più emergenti, cui spesso si associano altre sintomatologie in comorbilità, in quei quadri multidimensionali frequenti soprattutto tra i giovani in adolescenza e oggi anche in età di pre-adolescenza (dai 9 ai 14 anni).

I dati dell’Ulss 2. L’Anoressia Nervosa (AN) ha un’incidenza massima tra i 15 e i 19 anni di oltre 100 casi anno per

100.000 abitanti, la Bulimia Nervosa (BN) ha un’incidenza e una prevalenza stimate almeno il doppio rispetto a quella dell’AN. Un altro disturbo alimentare, per il quale si sta osservando un aumento di presa in carico, è il Binge Eating Disorder (BED). Nel 2023 il Centro Provinciale Disturbi Alimentari dell’Ulss 2 ha preso in carico 569 utenti per i quali sono state erogate prestazioni di cura, con 57 percorsi nel Centro Diurno e 14 residenziali. Sono state registrate complessivamente 260 prime visite di cui 136 di minori e ben 35 di pazienti con età inferiore ai 15 anni. Altro dato importante è quello relativo all’aumento del numero di pazienti rico-

verati anche più volte in area medica, pediatrica e psichiatrica, che sono più di 70. Il Centro provinciale disturbi alimentari dell’Ulss 2, attivo dal 2005, è costituito da una rete interdipartimentale di servizi composta dal Dipartimento di Salute Mentale, coordinatore del centro stesso, dall’Unità operativa Infanzia, Adolescenza, Famiglia, e Consultori, dalla Nutrizione Clinica, dal privato sociale “Insieme si Può”, ed è in rete anche con i reparti ospedalieri di Pediatria, Medicina, Psichiatria, favorendo l’accessibilità e la condivisione di una équipe multiprofessionale per il trattamento in tutte le sue fasi, dall’accoglienza, alla diagnosi, ai

Un approccio multidisciplinare sempre più perfezionato

“I recenti provvedimenti del Regione del Veneto hanno consentito, nel 2023, di sostenere e migliorare la rete del CPD - spiega la dr.ssa Francesca Fontana, responsabile dei Centri Provinciali Disturbi Alimentari -. Dal punto di vista clinico sono state potenziate la fase di valutazione e quella di gestione delle situazioni acute, ed è stato migliorato il collegamento alla rete nella fase di post dimissione dal ricovero ospedaliero. È migliorata la qualità e la continuità delle cure offerte, con incremento degli interventi psicoterapici individuali e di gruppo fondamentali per il trattamento dei DNA, così come gli

interventi rivolti alla famiglia, per favorire la ripresa del processo di crescita che il disturbo alimentare aveva bloccato: la disponibilità dei genitori a cambiare insieme alla persona con disturbo alimentare, è una risorsa fondamentale.

È stata inoltre potenziata la rete di supporto per utenti minori di 15 anni. È stato anche possibile realizzare nuovi percorsi quali, tra gli altri, interventi intensivi ambulatoriali con la dietista anche con “cena assistita ambulatoriale”, gruppi corporei, gruppi mindfulness, mindful-eating, arte-terapia e interventi personalizzati con l’educa-

percorsi di cura ambulatoriali, riabilitativi semiresidenziali e residenziali e ai ricoveri ospedalieri.

L’accessibilità agli ambulatori specialistici dei tre distretti dell’Ulss 2 a partire dal 2020 è garantita da un numero unico telefonico 0422322961 del Centro DNA che può essere contattato dalle persone con disturbi alimentari e dai loro familiari, sia per minorenni che per maggiorenni, o da altri specialisti, e che, tramite una accoglienza e un triage telefonico, facilita l’accesso al servizio per una valutazione o presa in carico, o per ricevere informazioni sui possibili percorsi di valutazione e trattamento.

tore, rivolti anche al supporto nelle aree di realizzazione scolastica o universitaria, incrementando i percorsi di scuola a distanza e frequenza personalizzata - conclude -. Si è, infine, intensificata la collaborazione con l’associazione “L’Abbraccio” che, in convenzione Ulss 2, collabora con il CPD attraverso la costituzione di gruppi di sostegno famigliari e partecipa con volontari alle attività specifica del centro diurno per i disturbi alimentari di Treviso, oltre a occuparsi di informazione e promozione sociale nelle scuole di attività sul tema dei DNA”.

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Medicina e beneficenza. La quinta edizione coinvolgerà anche le scuole

Al via la Staffetta della Città della Speranza

Al via da Padova lo scorso 27 marzo, da nord a sud toccherà varie città italiane per raccogliere fondi a favore della ricerca e sensibilizzare

soprattutto i giovani sui corretti stili di vita

E’ partita lo scorso 27 marzo la tradizionale Staffetta Città della Speranza, l’iniziativa benefica che attraversa l’Italia da Nord a Sud per dimostrare che con l’impegno di tutti è possibile spingere avanti la ricerca e lasciare indietro la malattia. Anche quest’anno accanto alla Città della Speranza sarà impegnata l’Arma dei Carabinieri, che seguirà le varie tappe della manifestazione per essere accanto agli atleti, ai volontari, agli sportivi, ai sostenitori i quali, tutti insieme, attraverso i diversi sport porteranno il loro vitale contributo per supportare la ricerca. Per tutti l’obiettivo è uno solo: consentire, attraverso le nuove frontiere raggiunte grazie al lavoro dei ricercatori impegnati nell’Istituto di Ricerca Pediatrica, di far crescere sempre più bambini vincitori della gara più importante della loro vita, quella contro le malattie.

Con l’edizione dello scorso anno sono stati raccolti 100mila euro che sono andati interamente a finanziare

il lavoro dei ricercatori. Il desiderio quest’anno è di fare ancora meglio e di raggiungere così molti altri traguardi. La Staffetta, che nella sua prima tappa ha preso il via a Padova, quest’anno coinvolge anche le scuole delle varie città che andrà a toccare per parlare di sport, di corretti stili di vita, di legalità, valori imprescindibili per garantire una crescita sana in ogni senso ai bambini di oggi che saranno gli adulti di domani. La prima delle scuole incontrate è stata l’Istituto Scalcerle a Padova dove si sono tenuti tre incontri aperti agli studenti: il primo sulla attività della Fondazione Città della Speranza che si prepara a festeggiare i 30 anni, raccontata da Stefania Fochesato; a seguire l’intervento di alcuni pediatri del Dipartimento Didattico-Scientifico Assistenziale Integrato Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda Ospedaliera di Padova che hanno parlato ai ragazzi dei corretti stili di vita per una crescita sana; a conclusione il Mare-

sciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Ottaviano Iuliano, Comandante del Centro Sportivo Carabinieri, Sezione Atletica, Bologna - un passato da atleta, ex quattrocentista ed ex azzurro della specialità sul giro di pista – ha parlato ai ragazzi di sport e di legalità.

“Siamo davvero felici che sia ripartita anche quest’anno la tradizionale Staffetta benefica che porta in molte città italiane da nord a sud i valori condivisi di solidarietà e vita sana, che sono i valori fondanti della Fondazione Città della Speranza, a servizio della ricerca – ha commentato il Presidente della Fondazione,

Dottor Giovanni Paolino –. La novità di quest’anno è che abbiamo coinvolto le scuole per permettere ai più giovani di adottare corretti e sani stili di vita e di condividere con loro la cultura della solidarietà: vivere bene e compiere azioni buone per crescere sani nel fisico e nel cuore. Accanto a noi, come sempre e ne siamo onorati, l’Arma dei Carabinieri che ci affianca dal punto di vista logistico ma che sarà parte attiva di grandissimo aiuto per veicolare ai ragazzi delle scuole i valori dello sport e della legalità”.

“Cogliamo questa occasione per ringraziare l’Arma dei Carabinieri

che da molti anni è vicina alla Fondazione Città della Speranza – ha aggiunto l’AD dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza Dottor Gen. Stefano Lupi –. Questa è la quinta edizione della Staffetta nella quale l’Arma letteralmente corre con i propri atleti a fianco dei ricercatori nelle varie tappe della manifestazione per raggiungere sempre maggiori traguardi nella ricerca; ma i Carabinieri ci hanno sostenuto anche in altre iniziative. Un buon sodalizio che porta buoni frutti e che quest’anno ci è accanto anche in una importante azione divulgativa e culturale nelle scuole”.

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Tulin S.r.l., “abbiamo scelto di cambiare veste per poter crescere e sbarcare all’estero”

Fra i servizi offerti ci sono la gestione e il controllo di diversi impianti, dalla distribuzione al condizionamento industriale fi no ad arrivare agli impianti di automazione e movimento acque

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Questa caratteristica di certo non manca a una storica azienda di Pontelongo, in provincia di Padova, specializzata nella progettazione e creazione di quadri elettrici per impianti industriali, sistemi idrici, distribuzione e monitoraggio consumi. Si tratta della Tulin S.r.l, “nuova” realtà nata dalle fondamenta della precedente “Tulin Pietro”, come spiega l’attuale titolare, Alberto Tulin: impresa nasce nel 1996 daill’impegno dei miei genitori – racconta il titolare –. Io sono entrato a farne parte circa vent’anni fa in qualità di dipendente. Dopo un periodo di gavetta però mi sono fatto le ossa e ho cominciato a cercare e trovare nuovi clienti per l’azienda, che sono poi alcuni dei miei attuali clienti”.

“Durante il periodo del Covid abbiamo cominciato quindi a gettare le basi per una nuova società, che andasse a convertire il lavoro della Tulin Pietro in una nuova attività. Così lo scorso anno è nata la Tulin S.r.l. – prosegue Alberto Tulin –. Si è trattato sì di una conversione, ma in continui-

capaci, negli anni, di rispondere alle mol-

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la componentistica per la produzione. Attraverso le attrezzature automatizzate e il nostro personale specializzato per la produzione di cablaggi automotive strutturati, riusciamo a ridurre i tempi di fornitura mantenendo un altissimo livello qualitati-

sono la gestione e il controllo di diversi impianti, dalla refrigerazione al condizionamento industriale fino ad arrivare agli impianti antincendio e a quelli relativi al movimento delle acque. “Siamo anche nel settore automobilistico – continua Tulin –. Una piccola parte della nostra produzione riguarda infatti il cablaggio delle cabine dei trattori. Partendo dallo studio di fattibilità su un campione del cliente, siamo in grado di industrializzarlo, standardizzarlo e acquistare in autonomia

“Ci appoggiamo a due studi tecnici esterni per il settore civile e industriale, uno per i quadri di distribuzione e uno per i quadri di automazione per macchinari e ambienti particolari – spiega il titolare –. Insomma, cerchiamo di offrire un pacchetto comple-

La voglia inesauribile di offrire un servizio sempre migliore guida l’azienda, che punta anche alla certificazione, proprio per dare ai propri clienti la garanzia di serietà ed efficienza: “I nostri prossimi obiettivi nel breve termine riguardano il conseguimento della certificazione ISO 9001, con la quale potremmo ampliare il nostro pacchetto clienti puntando anche ad aziende di un livello ancora più alto e internazionalizzando la nostra realtà –conclude Alberto Tulin –. Vogliamo crescere, quella è la nostra direzione”.

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Thöni: “Venite a Trafoi”

L’ex campione di sci presenta il suo paese

Un regno della natura

Il campionissimo dello sci, albergatore per lunga tradizione familiare, dallo storico “Bella Vista” (dove è nato e dove c’è il suo museo ricco di trofei) indica come scoprire questi luoghi ai piedi del Passo dello Stelvio e gemme dell’omonimo Parco Nazionale. La rimpatriata con gli altri protagonisti della “Valanga azzurra” e con Alberto Tomba

In italiano si dice Trafoi, in tedesco si dice Trafoi. Persino il torrente che attraversa il paese si chiama Trafoi. Del resto ai tempi dei retoromani questo luogo si chiamava Tra Ful, tre fonti. Nome non declinabile, identità non barattabile. C’è un unico altro modo per definire questo paesino di montagna che sembra un presepe abbarbicato ai piedi del Madatsch, una piramide di roccia che ricorda il Cervino, e dell’Ortles, la vetta più alta dell’Alto Adige. Trafoi che è anche ai piedi del passo più alto d’Europa, sua maestà lo Stelvio. E quell’unico modo per definire diversamente Trafoi è Thöni, o meglio “il paese di Thöni”. Se Trafoi, oggi, è conosciuto in tutto il mondo lo deve a Gustav Thöni e alle sue straordinarie imprese sportive. Il grande campione dello sci azzurro, trascinatore nei primi anni ’70 della “Valanga azzurra”, uno dei più grandi di sempre dall’alto delle sue quattro Coppe del Mondo vinte (oltre ai titoli olimpici e mondiali) è nato qui e vive qui. Non solo, ma Gustav Thöni, padre di tre figlie e nonno felice di 12 nipotini, della sua Trafoi è tuttora innamoratissimo. L’albergo dove è nato (una targa affissa nella facciata lo ricorda), il “Bella Vista”, oggi un accogliente Family Hotel (un 4 stelle Superior, se vogliamo dirla tutta, anche a misura di bambino) che conserva un tono intimo e familiare, è diventato un luogo di accoglienza privilegiato per quanti si spingono fin quassù. Ovvero fino al tornante numero 46 della statale 38 del Passo dello Stelvio... Gustav Thöni in una parte dell’albergo, recentemente apprezzato anche per la cucina di territorio del giovane cuoco Andy Wunderer, ha ricavato il suo museo: una galleria dall’allestimento semplice (impossibile chiedere a Gustav di fare una cosa che non rispecchi il suo carattere schivo) ma dai contenuti preziosi. A partire da quelle quattro sfavillanti sfere di cristallo a forma di coppa che ricordano il suo poker in Coppa del Mondo (1971, 1972, 1973 e 1975: in mezzo c’è la vittoria di Piero Gros, ma Gustav quell’anno si piazzò al secondo posto). Beh, il piccolo museo di Thöni, ammirabile grazie a una vetrata anche dalla sala ristorante e colazioni dell’albergo, è una della maggiori attrattive turistiche di Trafoi. Perché chi sale fin quassù compie anche un atto di “pellegrinaggio sportivo”, che poi è inevitabilmente pregno anche di un forte desiderio di amarcord per un’epoca, gli anni della “Valanga azzurra”, rimasta nel cuore di tutti. Almeno di chi l’ha vissuta. Gustav proprio nel suo albergo, di proprietà della famiglia dal 1875, nel gennaio scorso ha organizzato una storica rimpatriata dei protagonisti della “Valanga azzurra”, con Gros, Schmalzl, Pietrogiovanna e la vedova di Stricker. C’era anche Alberto Tomba, che Thöni ha allenato per ben sette anni. Con Thöni andiamo a scoprire il piccolo mondo di Trafoi, varcando metaforicamente anche la sbarra che otto mesi all’anno impedisce il transito sul passo dello Stelvio, quando la statale 38, teatro di memorabili imprese sportive (nel ciclismo in particolare), si arrende alla neve. Sul passo, che è a 2758 metri, dal versante altoatesino si arriva dopo 48 tornanti, con pendenze che mano a mano che si sale diventano sempre più ossessionanti. Monumento alla fatica. Un’ascesa spettacolare, entrata nella mitologia sportiva grazie anche alla Coppa dello

Stelvio, gara automobilistica in salita in voga negli anni ’30. “Quando partivano le auto proprio da qui, da davanti all’albergo – racconta Gustav – mio padre mi raccontava che bisognava chiudere le finestre per proteggere i vetri dai sassi che schizzavano sotto le ruote per effetto delle sgommate”. Trafoi, tanto per ribadire il suo rapporto privilegiato con lo sport, si prepara ad accogliere il Giro d’Italia. “Lo Stelvio sarà anche quest’anno la Cima Coppi del Giro – mi hanno invitato lassù e sarà un onore esserci. Dicono ci sarà anche Faustino Coppi, il figlio del Campionissimo che nel 1953 firmò su questa salita una delle pagine memorabili del nostro ciclismo, assicurandosi quell’edizione del Giro d’Italia.

Il primo luogo che Gustav ci porta a vedere è il Santuario delle Tre Fontane Sacre, quello che dà il nome a Trafoi. Un luogo di devozione, teatro di guarigioni, caro a tutte le genti di

qui. E’ circondato da rocce scure e incombenti. Recentemente una frana ha minacciato da vicino la chiesetta e da queste parti dicono che sia stata la Madonna a fermarla… Qui, il lunedì di Pentecoste, arriva anche la processione che parte dalla chiesa del paese. A Gustav piace far vedere i cervi rossi ospitati in una riserva gestita dal Parco Nazionale dello Stelvio (da non perdere anche il Centro visite Naturatrafoi, che si trova proprio di fronte all’albergo Bella Vista). Già, i cervi. Talvolta scendono anche vicino all’hotel, lambendo la piscina termale all’aperto, e finiscono per fare qualche danno alle piante del giardino, però la loro presenza è anche il segno di una bella convivenza fra l’uomo e gli animali all’interno del Parco. Quanti sentieri intorno a Trafoi! Ci si può sbizzarrire: d’estate con gli scarponi ai piedi e d’inverno con le ciaspole. Chi invece ama lo sci alpino “alla Thöni” a Trafoi trova pane

per i suoi denti. In seggiovia si può salire al Rifugio Forcola e poi da lì andare a scoprire una fitta ragnatela di piste. La base di partenza è a due passi dall’albergo di casa Thöni, oggi gestito dalla figlia primogenita Petra (che l’arte dell’ospitalità ce l’ha nelle vene) e dal genero Stephan Gander, appassionato di storia e di cultura locale, tanto da organizzare con taglio personale le escursioni con le ciaspole, le passeggiate, le escursioni a cavallo e le degustazioni di prodotti tipici locali. Ovvero parte delle tante attività, molte legate anche al benessere grazie alla nuova Spa, di cui l’albergo è volano. Oggi con Petra e Stephan talvolta collabora anche il figlio Matthias, nipote di Gustav Gustav si presenta al “Bella Vista” tutte le mattine, lustra con gli occhi le sue coppe, si intrattiene con i clienti, pranza con la famiglia. Insomma, c’è. Questo era il suo mondo di montagna prima di diventare un mito e questo è il mondo, pieno di valori, che lo accompagna e lo accompagnerà per sempre. C’è da giurarci. E’ così dentro alla sua comunità, Gustav, da aver insegnato a sciare a mezzo paese, al parroco Don Gilberto in particolare. “Sciava come uno boscaiolo – sorride Gustav – poi ha finito per mettere in riga anche tanti esperti. Senza ricorrere ad aiuti… divini”.

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Gustav Thöni con la figlia Petra, alla quale (insieme al marito Stephan) ha affidato la gestione dell’hotel “Bella Vista” (della famiglia dal 1875). A sinistra: un panorama di Trafoi con la vetta del Madatsch e il Centro Visite NaturaTrafoi

Film e serie tv visti da vicino

Netflix e quei “3 Corpi” Alieni ma non troppo

Nel 1993 Fox Mulder diceva che “La verità è là fuori”, riferendosi agli omini grigi al centro dei suoi “X-Files”. Tre decenni dopo gli alieni tornano protagonisti di una serie televisiva che ambisce a riscrivere il genere.

Si intitola “Il problema dei 3 corpi” ed è su Netflix. Tratta dalla trilogia omonima di Liu Cixin, la serie racconta gli sforzi di un gruppo di scienziati di Oxford nello scongiurare un’invasione aliena che avverrà tra 400 anni.

La storia inizia nel 1966, quando Ye Wenjie - giovane astrofisica - assiste alla brutale esecuzione del padre, professore di fisica all’università di Pechino, accusato di idee anti-comuniste. Questo episodio innescherà una catena di eventi che culminerà nella scelta di Ye Wenjie di rendersi complice dei misteriosi San-Ti, gli alieni che arriveranno sul nostro pianeta tra quattro anni luce.

Pur non essendo astrofisici appare chiaro che The Three-Body Problem è una scommessa da 150 milioni di euro, 20 a puntata, che Netflix non può permettersi di bucare. La serie attinge dalla saga di romanzi dell’autore cinese Liu Cixin, considerato uno degli scrittori di fantascienza contemporanei più importanti. Il suo libro, pubblicato nel 2010, è pervaso da un profondo sentimento anti-maoista che nella serie diventa il meccanismo per parlare d’altro.

Perché una storia di fantascienza resti impressa nella nostra immaginazione non è tanto importante l’innovazione di ciò che racconta - alieni, astronavi, intelligenza artificiale -, quanto l’abilità nel predire le conseguenze che questi eventi avranno sul mondo per come lo conosciamo.

Ecco che la vera novità de “Il problema dei 3 corpi” sta proprio in questo. Benioff & Weiss sanno come costruire un racconto televisivo agganciando lo spettatore in maniera a volte ruffiana - vogliamo vedere gli alieni, anche se non ci vengono mostrati - ma intelligente. Il perno di questo racconto diventa chiaro man mano che gli episodi scorrono: come reagiremmo se sapessimo che da qui a 400 anni avrà luogo un’invasione aliena? La serie è una metafora per il cambiamento climatico: è una catastrofe in arrivo, e nessuno sembra prenderla sul serio.

“Call My Agent” cresce senza perdere smalto

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Call My Agent torna con la seconda stagione. Il remake della serie francese

Dix Pour Cent targato Palomar e Sky Studios riparte con sei episodi inediti per raccontare vizi, capricci e nevrosi dello star system italiano.

Tra Serena Rossi e Davide

Devenuto in procinto di separarsi, Claudio Santamaria pronto a diventare un “cattivone” e la svolta horror di Elodie, questa seconda stagione alza l’asticella e conferma la grande nitidezza di Lisa Nur Sultan e Luca Ribuoli – rispettivamente alla scrittura e alla regia – nel tracciare una linea che, pur continuando a omaggiarla, taglia definitivamente i legami con la serie originale e crea qualcosa di inedito ed estremamente spassoso.

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In questa stagione gli agenti - Vittorio (Michele Di Mauro), Lea (Sara Drago) e Gabriele (Maurizio Lastrico) - sono più caotici che mai. “Ritroviamo Lea dopo una scelta dolorosa, quella in cui ha messo davanti il lavoro rispetto a una relazione” anticipa Sara Drago. Per Maurizio Lastrico questi nuovi episodi “espandono ancora di più i conflitti e la comicità” della serie, andando ad allargare i confini del mondo accennato nella prima stagione. È una stagione di consapevolezze per i giovani assistenti che lavorano alla Claudio Maiorana Agency: Camilla (Paola Buratto), Sofia (Kaze) e Pierpaolo (Francesco Russo). Ciascuno si trova a un bivio riguardo alla propria carriera: c’è chi, come Camilla, cerca di destreggiarsi tra lavoro e vita personale e chi - nel caso di Sofia - deve dimostrare di essere all’altezza della situazione in cui si trova. Pierpaolo è chiamato a prendere una decisione sul suo futuro, magari da agente. E poi c’è Evaristo, un nuovo ingresso che promette di dare una bella scossa alla CMA.

Di questa stagione, Kaze ha apprezzato maggiormente la velocità con cui Sofia ha imparato a stare al passo del mondo in cui è immersa: “Sofia è una tipa che si muove rapidamente, e le reazioni a tutto quello che le succede attorno sono immediate,” racconta l’artista. Pietro De Nova anticipa che Evaristo è un personaggio che intende ricorrere alle proprie competenze in fatto di economia per ribaltare l’agenzia come un calzino.

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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e
Rubrica a cura di Paolo Di Lorenzo

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Una veste rinnovata per il Palazzo dell’Ex

Casinò del Lido di Venezia lavori di riqualificazione

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Un gioiello storico del territorio, già ricco di bellezza, che gode di ampia visibilità mediatica e quindi gioca un ruolo di primissimo piano nel trasmettere l’immagine di Venezia e dell’Italia nel mondo.

Il Palazzo del Casinò fu progettato dall’Ingegnere Eugenio Miozzi e realizzato nel 1938 come sede estiva del Casinò Municipale di Venezia. L’aspetto è monumentale, con chiari rimandi all’architettura di regime degli anni ‘30 e una superficie che copre circa 4200 metri quadrati, sviluppati su 5 piani. L’intento dell’epoca era molto ambizioso e mirava a creare la “Casa da Gioco più bella d’Europa”. All’interno si trovano ampi spazi e sale decorate con marmi, mosaici e vetri artistici dei migliori artigiani di Murano. Dalla fine degli anni ‘90 il Palazzo è diventato la cornice per accogliere l’iconica

complesso, che richiedeva soluzioni in grado di conciliare esigenze normative, prestazionali e di conservazione, per riuscire a ridare il massimo splen-

Un nuovo contributo di cui Tecno Crane può andare fiera, che si unisce alle altre partecipazioni a progetti importanti di riqualificazione di palazzi storici delle città di Padova, Castelfranco Veneto o Verona, solo per citarne alcuni. Lavori in cui viene riconosciuta la professionalità e l’affidabilità di tutto il team di Tecno Crane, capace di portare a termine progetti complessi nel pieno rispetto delle esigenze di cantiere anche quando si tratta di edifici dal grande valore storico-artistico

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Baap.

“Da oltre 60 anni affi anchiamo le aziende nella sfi da della sicurezza a 360 gradi”

Grande attenzione alla formazione, grazie alla nascita della “Baap Academy”

Unel settore della sicurezza, ma proiettata al futuro, per dare risposte sempre più complete alle aziende, affiancandole anche con un’intensa formazione di altissimo livello.

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Questa è Baap, acronimo di Bergamaschi

Antincendio e Antinfortuniscica Padova.

Nata nel 1

dita di estintori, oggi è una realtà nazionale che offre un servizio a 360 gradi nel settore della sicurezza.

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A ripercorrere oltre 6 decenni di storia è l’amministratore Mauro Bergamaschi: “L’azienda nasce nel 1

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un’azienda familiare, una vera e propria “family company”, dato che è stata creata da mio padre più di sessant’anni fa e che oggi siamo noi tre fratelli a portarla avanti. Tutto è iniziato con mio padre che, da vigile del fuoco, si appassionò al mondo della sicurezza e degli estintori, cominciando prima a venderli e poi a produrli. Diventò così uno dei maggiori produttori italiani di estintori. Poi una ventina di anni fa decidemmo di allargarci e di affiancare una serie di servizi collaterali in materia di sicurezza, in primis la vendita dei dispositivi antinfortunistici. Quindi negli anni abbiamo cambiato pelle e oggi siamo un’azienda che si occupa di sicurezza a 360 gradi”. Per ultima è arrivata anche la formazione: “Abbiamo creato una vera e propria sede distaccata, che si chiama “Baap Academy” dove organizziamo seminari in cui forniamo aggiornamenti sulle nuove norme oppure invitiamo chi quelle norme le ha scritte, chi a Roma è nella stanza dei bottoni, per raccontarci le novità introdotte.

alla fine chiediamo se si vuole ricevere la visita di un nostro commerciale oppure contattarci”. C’è poi anche un’area dedicata al registro antincendio: “È il registro dei controlli online – spiega Bergamaschi -. Vuol dire che un cliente, che ha con noi il contratto di manutenzione, può consultare in qualunque momento la sua situazione, le date dell’ultima manutenzione e le prossime scadenze”.

vidiamo, e perchè la pallavolo sta diventando uno sport molto seguito e giocato. Pensiamo al beach volley d’estate e a tutti i tornei che tra poche settimane cominciano in Veneto. Inoltre, abbiamo sempre creduto nel settore giovanile: da qui sono emersi tantissimi campioni che adesso giocano in giro per il mondo, in nazionale. Sono ragazzi che abbiamo visto crescere e per noi è motivo di grande soddisfazione”.

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