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Ospedale Ca’ Foncello: riconoscimento per l’eccellenza nella cura del tumore renale

di Castelfranco Veneto

Vola il turismo in Veneto, superati i 73 milioni di presenze, Caner: “siamo la destinazione di riferimento”

Il sindaco Marcon: “L’informazione direttamente a casa dei cittadini”

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Il conto alla rovescia

Le elezioni regionali si avvicinano, ma non troppo. Se fino a poco fa sembrava ormai assodato che si sarebbe votato il prossimo autunno, a sparigliare le carte, con un colpo a sorpresa di fronte allo stesso Zaia, ci ha pensato il ministro dell’Interno che ha rotto il tabù delle elezioni nella primavera 2026. Al di là del vivace dibattito che ne è scaturito resta un dato di fatto, il conto alla rovescia, più o meno lungo, è iniziato.

Anche se i partiti e le coalizioni non appaino, almeno al momento, particolarmente lanciati nello sprint finale, nonostante manchino pochi mesi e di mezzo ci sia anche l’estate, periodo storicamente molto complicato per fare campagna elettorale.

Il centrodestra è alle prese con il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia.

Quando scriviamo queste righe non conosciamo ancora l’esito del pronunciamento della Consulta sulla possibilità per i Presidenti, in questo caso Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania, di essere eletti per un ulteriore mandato, ma i pronostici, in questo senso, non consentono loro di sperarci troppo.

segue a pag. 16

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La piscina riapre ma intanto continua il dibattito sul nuovo impianto da 13 milioni

CIAO CASTELFRANCO!

Il ministro dell’Interno ribadisce l’autonomia delle Regioni nella scelta della data, Zaia: “Cosi possiamo anche risparmiare”

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LDiritto alla casa, questione sociale

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

’emergenza casa si tocca con mano anche nella nostra regione, ben lo sanno gli amministratori locali veneti che hanno raggiunto Roma per partecipare alla prima conferenza internazionale sulla casa “All we need is HOME. Un titolo azzeccato, grazie ai Beatles ovviamente per l’ispirazione, che va subito al cuore del problema: la casa è un diritto, o almeno dovrebbe esserlo, perché senza casa viene meno anche la tenuta sociale, insieme alla dignità delle persone.

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Servizio a pag. 3

Sostenibilità. Nel nuovo Interspar di Castelfranco valorizzazione delle produzioni locali

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Despar Nord arriva a Castelfranco Veneto: innovazione e tante iniziative per il territorio

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La Piazza saluta Castelfranco

Con queste poche righe voglio dare, a nome di tutti noi, il benvenuto ai nostri nuovi lettori di Castelfranco! La Piazza di Castelfranco da aprile 2025 vi arriverà tutti i mesi e potrete così leggere i nostri approfondimenti e le nostre notizie o anche solo sfogliare le nostre pagine.

La Piazza è arrivato nelle vostre cassette delle lettere questo mese come ormai da 31 anni ad oltre 500.000 famiglie venete. Sì, perché il giornale che avete tra le mani è nato nel 1994 in un piccolo comune del veneziano – Cavarzere – e da allora ha voluto portare l’informazione locale a tantissime altre famiglie residenti in Veneto. La Piazza di Castelfranco infatti è la nostra 25esima edizione ed è con orgoglio e con grande emozione che entriamo oggi nelle vostre case. Il nostro lavoro è quello di dare voce a quell’informazione locale che non trova spazio nei media tradizionali, ad eccezione che per i fatti di cronaca nera. Ci piace definire i nostri giornali “iper locali” perché trattano, esclusivamente e tutti i mesi, dei territori dove vengono recapitati: ad oggi sono più di 80 i comuni del Veneto nei quali arriviamo con La Piazza. E non preoccupatevi, non vi chiediamo nulla, siamo completamente gratuiti! Da 31 anni infatti sono le attività commerciali della città, della provincia e del Veneto che ci consentono di arrivare nelle vostre case tutti i mesi. E di questo siamo i primi a ringraziarli! Avrete, spero, modo di conoscerci meglio, ma ci tengo a sottolineare che la nostra redazione è a disposizione per le vostre segnalazioni, le vostre riflessioni o i vostri spunti per qualche nostro approfondimento editoriale. E se vorrete essere aggiornati quotidianamente, collegatevi a www.lapiazzaweb.it, il nostro quotidiano online che, con oltre 80 notizie al giorno, vuole portare l’informazione locale anche nei vostri device e quando non siete in casa, in modo totalmente gratuito e senza nessun cookies di profilazione dell’utente. Se invece preferite ascoltare le notizie, radio Veneto24 con i suoi 50 notiziari veneti al giorno e i suoi programmi in diretta di certo vi appassionerà! La trovate nelle vostre auto in Dab+, oppure su Alexa, oppure su www.veneto24.it. Con i nostri 3 media pensiamo di dare un servizio di informazione locale a 360 gradi, con moltissimi approfondimenti tematici che vadano oltre alla cronaca e possano correttamente informare i nostri concittadini veneti. Fateci sapere cosa ne pensate a redazione@givemotions.it oppure telefonando allo 049 8704884.

Buona lettura e buon ascolto!

Da questo mese arriverà a casa dei cittadini di Castelfranco la 25esima edizione del mensile leader dell’informazione locale, distribuito in oltre 500 mila copie in Veneto

Diritto alla casa, questione sociale

La conferenza di Roma è stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti di città ed istituzioni europee sulle politiche abitative in Italia e in Europa e su alcuni temi urgenti come l’edilizia residenziale pubblica, le agenzie sociali per l’abitare, la carenza di affitti e l’energia verde e il consumo di suolo. L’intento è scambiare buone pratiche, cercare soluzioni, proporre politiche sulla casa. Nella speranza che qualcosa si muova anche a livello nazionale perché “è ora di mettere il diritto alla casa, la protezione delle famiglie vulnerabili e la transizione energetica in cima all’agenda”.

L’incontro internazionale ha cercato di fornire uno strumento utile agli amministratori pubblici, locali e nazionali, che quotidianamente devono confrontarsi con il fenomeno della precarietà abitativa, per interpretare la realtà e selezionare le esperienze positive già esistenti. In questi anni, hanno sottolineato gli esperti, cambiamenti radicali si sono manifestati nella società, nella famiglia e nella condizione economica della popolazione.

La domanda di alloggi a prezzi accessibili supera di gran lunga l’offerta, creando una situazione di crisi che colpisce persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni, in particolare nei contesti cittadini dove più grave è il deficit di patrimonio pubblico.

È uno scenario purtroppo in crescita, aggravato dall’ampliamento delle diseguaglianze economiche e sociali e dall’impoverimento della classe media. Tante persone si vedono negato un diritto, quello all’abitare, che è un diritto essenziale per il pieno riconoscimento della dignità di ogni persona e, in seconda battuta, dei suoi diritti di cittadinanza. L’obiettivo si è ampliato rispetto al passato: occorre rispondere anche all’esigenza di nuove residenze ad affitti calmierati, rivolte a quelle fasce intermedie che non riescono a soddisfare il proprio bisogno sul mercato per ragioni economiche e per assenza di un’offerta adeguata, e che però non rientrano nei requisiti per l’assegnazione di alloggi popolari. Questa categoria comprende una varietà di tipologie come giovani coppie a basso reddito, famiglie monogenitoriali, anziani, studenti, lavoratori fuori sede, immigrati. La conferenza ha approfondito le esperienze delle Agenzie sociali per l’Abitare, uno strumento pubblico già presente a Torino, Milano, Napoli, Firenze e Modena, per calmierare il mercato degli affitti residenziali. Lo scopo è reperire alloggi nel mercato privato tramite accordi con i proprietari, in modo da arrivare ad affitti a canone concordato. Una soluzione ancora poco praticata nelle nostre città.

Giuseppe Bergantin

Editore e fondatore del gruppo editoriale La Piazza

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Il saluto. Il sindaco: “Un nuovo strumento di comunicazione direttamente nelle case dei cittadini”

Stefano Marcon: “Sono felice di dare il benvenuto al mensile La Piazza”

Tra le priorità dell’amministrazione, il completamento di nuove infrastrutture, la riqualificazione di aree storiche e il potenziamento della sanità, con Castelfranco pronto a diventare un punto di riferimento nazionale.

“S ono davvero felice che con il mese di aprile il mensile “La Piazza” arrivi anche a Castelfranco Veneto. Il cartaceo è ancora uno strumento di comunicazione molto efficace, che lascia una traccia formale e scritta. Nelle famiglie, spesso si prende il giusto tempo necessario per approfondire la vita della città. Credo che per la città sia una vera e propria fortuna quella di avere “La Piazza”, anche perché è un giornale diffuso in quasi tutto il Veneto, che arriva a casa dei cittadini gratuitamente. Questo è un punto positivo, in termini di comunicazione. La velocità della comunicazione di oggi, che passa attraverso i social e i media, non sempre lascia il giusto spazio per fare approfondimenti. Avere la possibilità di farlo comodamente a casa, nel tempo che si ritiene giusto, è un grande vantaggio. E quindi: un grande benvenuto al giornale La Piazza!”. Queste le parole del primo cittadino Stefano Marcon che dà il benvenuto al nostro mensile, sottolineando l’importanza di un’informazione chiara e accessibile a tutti i cittadini. Con l’occasione abbiamo anche approfondito vari temi che riguardano la città murata.

Sindaco, parliamo ora di viabilità, quali sono le novità in arrivo per il 2025?

“L’ultima rotatoria sulla Sr 53

sta prendendo corpo. Quell’incrocio, che unisce via Postioma e via del Commercio, è un progetto che vedrà la sua realizzazione entro il primo semestre di quest’anno. I fondi sono già stanziati, il finan-

getto della Barchessa degli Strepiti

“La Barchessa degli Strepiti è uno dei tre interventi finanziati dal bando per la rigenerazione urbana. Abbiamo già realizzato una pista ciclopedonale in via Ospedale e ora ci concentreremo su quest’opera. Il recupero della Barchessa, che era in stato di abbandono da molti anni, è particolarmente significativo. Saranno messi a disposizione della città

ziamento è disponibile e stiamo completando gli ultimi dettagli per il bando di gara. E speriamo che la posa della prima pietra possa avvenire nei primi mesi del secondo semestre di quest’anno”.

Nelle ultime settimane in città si è parlato tanto anche del pro-

1.200 metri quadrati, destinati ad attività culturali e turistiche. Sarà anche la porta d’ingresso per il parco di Villa Bolasco. Questa parte della città, che ha già visto la realizzazione di una pista ciclabile, un nuovo parcheggio e il riadattamento dell’ex pronto soc-

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta Il nostro giornale sbarca in città

corso ospedaliero, si completerà e verrà riqualificata”.

Un fiore all’occhiello per la città è anche la sanità..

“L’ospedale di Castelfranco Veneto sta attraversando una fase di grande trasformazione. L’implementazione dell’Istituto Oncologico Veneto (Iov) è un progetto molto importante, che sta facendo crescere l’ospedale e i suoi reparti. I lavori per il bunker di radioterapia sono già in corso e proseguono rapidamente. Castelfranco diventerà un punto di riferimento oncologico, non solo a livello regionale, ma anche nazionale”.

Castelfranco è coinvolta in progetti internazionali, può dirci di più?

“Uno dei progetti è Varcities, che ci vede rappresentare l’Italia insieme ad altre città medie europee. Questo progetto mira a valorizzare spazi e metodi operativi per mostrare come sia possibile vivere bene in determinati ambienti. È un progetto di medio termine che prevede collaborazioni e sinergie tra vari enti, come l’università, e il coinvolgimento del tessuto socio-economico di Castelfranco Veneto. Sono stati organizzati molti incontri con le associazioni di volontariato, le associazioni di categoria e con chiunque volesse dare il proprio contributo. Si tratta di una partecipazione aperta che permetterà di sfruttare al meglio tutte le opportunità che derivano da questo progetto, partendo dal basso e coinvolgendo tutta la cittadinanza”.

Lei è sindaco dal 2015. Come

giudica i suoi dieci anni da amministratore?

Il sindaco sorride e poi risponde. “Dieci anni sono passati velocemente. Ho la soddisfazione di poter dire che l’80% del programma elettorale con cui mi sono presentato si è concretizzato. Le realizzazioni più tangibili includono le rotatorie sulla viabilità, la messa a norma dei plessi scolastici e la costruzione di una nuova palestra. Ma anche la riqualificazione di Salvatronda, la sala polivalente di Villarazzo e la sistemazione della sede delle vecchie scuole elementari, sono solo alcune delle risposte date a tutto tondo. Questi interventi culmineranno con l’apertura del camminamento sulla cinta muraria, che vedrà la realizzazione del terminal bus. È stato un bilancio che, pur accompagnato da alcune difficoltà, ha comunque dato soddisfazione”.

Il sindaco Stefano Marcon
Visita del Sindaco al cantiere per il restauro della Barchessa degli Strepiti

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Bassano del Grappa (VI)
Castelfranco Veneto (TV)
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Incontro sulle truffe per imparare a difendersi

N egli ultimi anni, le truffe sono diventate un fenomeno sempre più diffuso e sofisticato, sfruttando le vulnerabilità delle persone e le nuove tecnologie per raggirarle. Dai classici inganni di strada ai raggiri telefonici e online, i malintenzionati affinano continuamente le loro tecniche per colpire con maggiore efficacia.

La prevenzione e la conoscenza dei principali schemi di frode sono oggi strumenti essenziali per difendersi e proteggere i propri dati, il proprio denaro e la propria sicurezza.

Nella sala dell’Associazione Pensionati Giorgione, nel quartiere Abruzzo, si è svolto di recente un incontro informativo dal titolo “Truffe: come riconoscerle?”, dedicato a sensibilizzare

i cittadini sui raggiri più diffusi e sulle strategie per evitarli. Durante l’appuntamento, sono state analizzate le truffe più comuni che avvengono in strada, come la truffa dello specchietto, la truffa della frutta, la tecnica dell’abbraccio e il trucco della gomma bucata o della banconota a terra. Questi inganni mirano a distrarre la vittima inducendola ad abbandonare momentaneamente il proprio veicolo, offrendo così ai malintenzionati l’opportunità di rubare denaro, effetti personali o addirittura l’intera automobile. Le truffe in strada, come quella dello specchietto o della gomma bucata, colpiscono spesso chi è di fretta o meno attento, inducendolo a fermarsi e abbassare la guardia. Si è poi passati ad esaminare

i raggiri che si verificano nelle abitazioni, come quelli messi in atto da falsi tecnici del gas, sedicenti agenti delle forze dell’ordine o il cosiddetto “trucco del nipote”, con cui i truffatori fingono di essere parenti in difficoltà per estorcere denaro. Gli anziani sono spesso le vittime preferite, soprattutto per truffe in casa (falsi tecnici, finti nipoti) o per raggiri in strada. La loro maggiore fiducia nel prossimo e talvolta la minore familiarità con le nuove tecnologie li rendono bersagli facili.

Un altro tema affrontato è stato quello delle telefonate dai call center e degli sms fraudolenti, con numerosi esempi pratici e consigli utili per riconoscere e contrastare queste minacce. Inoltre, si è discusso dell’uso

3,3 milioni per i giovani per creare spazi e servizi

Castelfranco Veneto, comune capofila dell’ATS Ven 08, ha ottenuto un finanziamento di 3.327.000 euro grazie al bando “DesTEENazione - Desideri in azione”. Le risorse, suddivise in tre anni, saranno impiegate per creare spazi e servizi dedicati ai giovani.

“Un risultato importante, frutto della collaborazione tra Comuni – commenta il sindaco Stefano Marcon –. I ragazzi saranno protagonisti sia nella progettazione che nell’utilizzo degli spazi”.

Il progetto approvato prevede la creazione di uno spazio multifunzionale di esperienza sotto forma di un

consapevole dei social network, sottolineando come la condivisione eccessiva di informazioni personali possa favorire i criminali, esponendo le persone a rischi imprevisti.

L’incontro rientra in un più ampio programma di iniziative sulla sicurezza promosse nel-

servizio integrato, con una prevalente valenza socioeducativa, che mira a creare connessioni tra interventi rivolti a ragazzi e ragazze, perlopiù minorenni. L’obiettivo è favorire la loro partecipazione, lo sviluppo delle loro potenzialità, l’integrazione, l’inclusione sociale, il contrasto alla dispersione scolastica e la valorizzazione delle competenze affettive e relazionali.

Tra le iniziative previste, la riqualificazione dell’ex caserma della Guardia di Finanza di via Damini, in collaborazione con Ulss 2 Marca Trevigiana, che diventerà un centro multifunzionale per attività socioeducative, con

le associazioni, nei gruppi di quartiere e nelle scuole. “Questi appuntamenti, sempre più numerosi – ha dichiarato il Sindaco – rappresentano un’opportunità importante per avvicinare la cittadinanza alla Polizia Locale e rafforzare il concetto di polizia di prossimità.”

un investimento di 390 mila euro.

“Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti – aggiunge l’assessore Oscar Miotti –. È fondamentale offrire ai giovani luoghi di ascolto, crescita e inclusione”.

La città ricorda Tina Anselmi, maestra ed educatrice per vocazione

Il 25 marzo 1927 nasceva a Castelfranco Veneto Tina Anselmi, figura centrale della politica italiana e prima donna ministro della Repubblica. Alla sua vocazione di educatrice è dedicato il libro Tina Anselmi Maestra. Educatrice per vocazione, scritto dallo storico Mauro Pitteri e promosso da Cisl Veneto e Cisl Scuola Veneto.

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta Prevenzione. Dalla

Il volume analizza il percorso di Anselmi dagli anni della formazione fino all’insegnamento, sottolineando il suo impegno nel sindacato e nella politica. Il segretario generale di Cisl Veneto Massimiliano Paglini e la segretaria generale di Cisl Scuola Veneto Sandra Biolo evidenziano come questa pubblicazione coincida con l’80°

anniversario della Liberazione e il Congresso regionale di Cisl, sottolineando le radici antifasciste del sindacato. Nel libro, Pitteri ripercorre il passaggio di Anselmi da studentessa a maestra, fino alla scelta definitiva della politica nel 1955, senza mai dimenticare l’attenzione per la scuola, testimoniata dai numerosi

disegni di legge presentati nel corso della sua carriera parlamentare: da ministra, Anselmi firmò 29 disegni di legge per il settore, tra cui l’introduzione dell’educazione civica e l’educazione sessuale nelle scuole. Un omaggio alla sua visione di un’Italia fondata sull’istruzione e sulla democrazia.

Il progetto. La struttura di via Redipuglia, protagonista della cerimonia di inaugurazione

Piscina riaperta, ma il dibattito sul nuovo impianto continua

Con l’apertura al pubblico il 3 marzo scorso, si sono conclusi gli oltre 5 mesi di chiusura della piscina comunale di Castelfranco, posta lungo via Redipuglia. Era la notte del 22 settembre scorso, quando nell’area delle docce degli spogliatoi femminili è crollata una parte del soffitto, con la caduta al suolo delle “pignatte”, i laterizi forati posti tra le travature portanti del solaio.

L’impianto era stato subito chiuso ed erano partite le indagini all’interno della struttura, per capirne lo stato di salute. Nel frattempo si era infiammata la polemica politica, con le opposizioni che avevano attaccato l’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Marcon per non aver provveduto alla manutenzione del polo natatorio. I sopralluoghi hanno rilevato l’inagibilità del settore degli spogliatoi, dei bagni e della segreteria. Per tale motivo, l’amministrazione comunale, in collaborazione con i gestori Aeep (Azienda per l’Edilizia Economica e Popolare) e Redipuglia Sport Center, si è messa subito alla ricerca delle soluzioni più idonee a garantire la riapertura dell’impianto.

Sono state valutate diverse ipotesi di intervento, decidendo infine, con una spesa di 180mila euro

di fondi comunali, di ricavare i nuovi locali all’interno dell’attuale impianto, nella parte est, scartando l’ipotesi dell’installazione di container esterni. Con la riapertura dell’impianto e la ripresa delle normali attività della piscina, si guarda già al futuro. Sono già visibili gli interventi che riguardano l’area esterna, con la sostituzione delle vecchie tubature e la realizzazione delle docce e delle vaschette esterne, così come l’intera illuminazione del bordo vasca. Per quanto riguarda invece la realizzazione di un nuovo impianto natatorio, di cui si parla da anni e per il quale è stato realizzato nel 2022 un progetto firmato dal raggruppamento di imprese Parallab, Archest, Dejaco + Partners e Seingim per una spesa di 300mila euro, rimasto in

sospeso per via dei costi stimati di realizzazione (si parla di 13 milioni di euro), l’amministrazione ha già indicato l’iter che intende intraprendere. Ad inizio 2026, con la scadenza di un investimento in Boc (Buoni obbligazionari comunali) da 4 milioni di euro, il Comune chiederà l’accensione di un mutuo di pari valore: l’obiettivo è di riuscire, attraverso ulteriori finanziamenti da parte di Coni e Gse, da un milione di euro ciascuno, a realizzare un primo stralcio del nuovo impianto natatorio, quindi la struttura con il piano vasca, ma, ad esempio, senza la zona wellness prevista nel progetto del 2022. La nuova piscina sorgerà sul luogo dell’attuale, che sarà dunque abbattuta, in quanto – sostengono dall’amministrazione – dalle indagini condotte risulta che la piscina di Castelfranco abbia il suo punto di forza nella sua posizione in centro storico. Una scelta, tuttavia, contestata soprattutto dalle opposizioni, sia per le dimensioni che avrà il nuovo manufatto (nel progetto si parla di un edificio alto 10,5 metri), sia per le ripercussioni sul traffico nell’area, sia perché, per la durata dei lavori, Castelfranco rimarrebbe priva di piscina.

Leonardo Sernagiotto

Partecipazione, con opere, delle scuole nella ricorrenza del 25 aprile

A marzo è stata riaperta la piscina comunale, chiusa per oltre 5 mesi dopo il crollo di parte del soffitto. Sono previsti interventi esterni e un nuovo impianto natatorio, con un progetto da 13 milioni di euro

Quest’anno si celebrano gli ottant’anni dalla fine della Guerra di Liberazione in Italia, un evento che ha segnato il trionfo della democrazia e della libertà dal nazifascismo. Il 25 aprile, giorno della Liberazione, rimane una delle ricorrenze più significative della nostra storia, in cui ricordiamo i sacrifici di uomini e donne che, con coraggio e determinazione, hanno lottato per un futuro di giustizia, uguaglianza e libertà. Quest’anno, in occasione di questo anniversario speciale, le scuole di Castelfranco Veneto sono chiamate a partecipare attivamente alla commemorazione, non con un concorso, ma con un invito di partecipazione che coinvolge tutti gli studenti delle scuole primarie, secondarie di

primo e secondo grado. L’iniziativa, promossa in collaborazione con l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), ha come obiettivo quello di sensibilizzare le nuove generazioni sul valore

della memoria storica e sull’importanza di non dimenticare i sacrifici di chi ha reso possibile la nostra libertà. La ricorrenza del 25 aprile si svolgerà nel Teatro Accademico, un luogo simbolico che ospiterà tutte le opere realizzate dagli studenti. La partecipazione è aperta a classi, gruppi di studenti e singoli alunni, ciascuno per la propria sezione di appartenenza. Le opere, che potranno essere presentate in formato multimediale, dovranno rispettare un limite di durata di 3 minuti. Ogni creazione sarà visibile durante i festeggiamenti del 25 aprile e sarà un’opportunità unica per i ragazzi di esprimere la loro visione della storia e dei valori che hanno definito la nostra Repubblica. (a.b.)

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Scuole in sofferenza: ecco il quadro educativo della città murata

Come altre realtà del territorio nazionale, anche Castelfranco Veneto deve fare i conti con l’inverno demografico. Il costante calo delle nascite ha ripercussioni soprattutto sul mondo dell’istruzione castellano, in una città che si qualifica come uno dei poli scolastici più importanti della Marca, con la presenza di tutti gli indirizzi superiori e capace, grazie ai suoi collegamenti ferroviari e stradali, di attrarre studenti anche dalle limitrofe province di Padova, Vicenza e Venezia. Tuttavia, a farne le spese maggiori sono soprattutto le scuole primarie presenti nelle frazioni. Anche per il prossimo anno scolastico, diversi plessi frazionali vedranno partire un’unica classe prima con il numero minimo di iscritti, anche se si segnalano alcune inversioni di tendenza. È il caso di Sant’Andrea Oltre il Muson dove, dopo che la classe prima era saltata per il presente anno scolastico, l’anno prossimo vedrà l’attivazione di due prime. Un risultato ottenuto dal lavoro dell’istituto comprensivo, ma anche e soprattutto dallo sforzo del comitato genitori, che ha organizzato diverse iniziative a supporto della scuola, come gli open day, nei quali gli stessi alunni frequentanti hanno contribuito, coinvolgendo i potenziali nuovi iscritti. Emergono tuttavia le difficoltà di due classi, entrambe a tempo ordinario (quindi con un unico rientro pomeridiano a settimana), afferenti all’istituto comprensivo 2: Campigo e Salvarosa (in quest’ultima frazione tuttavia sarà comunque attivata una prima a tempo pieno). Sono settimane febbrili, con un continuo confronto con tra genitori della frazione di Campigo, la dirigenza scolastica, l’amministrazione comunale e l’ufficio scolastico provinciale. Lo stesso sindaco Stefano Marcon si è speso in prima persona per riuscire ad ottenere una deroga e poter far partire la prima di Campigo, anche con un numero di iscritti inferiore a quello di 15, richiesto dalle normative nazionali. Luci e ombre si notano anche nel mondo degli istituti superiori di

Castelfranco, diversi dei quali registrano un calo stimabile attorno al 10%, cifra comunicata dal liceo Giorgione, dall’istituto Rosselli e dall’istituto BarsantiGalilei. Spesso il calo non è dovuto solo a motivi demografici, ma anche ad un certo interesse per gli indirizzi sperimentali del 4+2, che prevedono un ciclo scolastico di 4 anni, con la possibilità di accedere agli Its Academy, istituti ad alta specializzazione tecnologica. Una formula ritenuta da diversi genitori una soluzione più favorevole, nell’ottica di facilitare l’ingres-

so degli studenti nel mondo del lavoro. Infine, un accenno anche allo stato del conservatorio di musica Agostino Steffani, che ha registrato un notevole incremento del numero degli iscritti (+30% per il triennio e +50% per il biennio), che vede sempre più valorizzata la sua dimensione internazionale, con numerose collaborazioni con le principali istituzioni musicali europee, con uno sguardo anche al di fuori del nostro continente, specialmente verso l’America latina e l’Africa.

Leonardo Sernagiotto

Inaugurata la nuova mensa alla scuola primaria Colombo

Nelle scorse settimane, il sindaco, accompagnato dal vicesindaco Marica Galante, con delega alla Scuola, e dall’assessore Mary Pavin, responsabile dei Lavori Pubblici, ha visitato la nuova mensa destinata agli alunni della Scuola Primaria A. Colombo. Situata nel cortile interno dell’IC2 di Viale Triste, la struttura, che offre circa 100 posti a sedere per le cinque classi a tempo pieno,

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rappresenta un importante passo in avanti per migliorare il servizio scolastico. La nuova mensa si estende su una superficie totale di 300 metri quadrati, di cui 205 metri quadrati sono dedicati all’area mensa e agli spazi di servizio, mentre i restanti 95 metri quadrati sono occupati dai portici. L’opera, dal valore complessivo di 708mila euro, è stata finanziata in parte con 380mila euro provenienti dal Pnrr e con il contributo dell’Ente per 290mila euro. Durante la visita, il sindaco ha avuto l’opportunità di incontrare i bambini, le maestre, la vicepreside e il personale di servizio, esprimendo grande soddisfazione per l’intervento che finalmente ha risolto il problema legato agli spazi mensa, creando un ambiente moderno e accogliente per i piccoli studenti. (a.b.)

La struttura. Un investimento di 20 milioni di euro darà vita a un complesso moderno e funzionale

Al via la nuova sede dello Steffani Nasce la “Cittadella della Musica”

C on la posa della prima pietra, il 25 gennaio scorso, sono partiti ufficialmente i lavori della nuova sede del Conservatorio di musica “Agostino Steffani”. Un intervento che cambierà il volto di un angolo di Castelfranco a pochi passi dalle mura medievali: con due finanziamenti ministeriali da circa 10 milioni l’uno, il complesso tra via Riccati e via San Giacomo vedrà sorgere a tutti gli effetti una “Cittadella della musica”, permettendo al conservatorio di avere una sede propria, dopo oltre 50 anni di permanenza in affitto presso Villa Barbarella. Era il 1969 quando il Conservatorio di Venezia “Benedetto Marcello” apriva a Castelfranco una sede distaccata, divenuta autonoma nel 1980, rappresentando il conservatorio di riferimento delle province di Treviso e di Belluno. Negli ultimi anni lo Steffani ha visto un incremento degli iscritti e delle collaborazioni con i più importanti istituti musicali a li-

vello nazionale e internazionale. Nel 2024 lo Steffani è uno dei due unici enti italiani capofila di un dottorato di interesse nazionale (l’altro è l’Accademia di Belle Arti di Napoli), che vede altri diciassette conservatori aderenti in tutta Italia, da Bolzano a Trapani. Il progetto della nuova sede, affidato a un gruppo di progettisti composto da Sinergo Spa (capogruppo), Struttura Srl, Cavina Terra Architetti, Tosato Ingegneria, Matteo Brandoli e Sap Archeologia, è suddiviso in due fasi. La prima vedrà la riqualificazione di oltre 3700 metri quadrati di superficie, del compendio formato da: palazzo Riccati, già sede scolastica; Chiostro dei Serviti, attualmente utilizzato per aule di didattica e biblioteca; chiesa di San Giacomo, opera settecentesca di Giorgio Massari, che continuerà ad essere utilizzata per le funzioni religiose. I lavori hanno incontrato un piccolo intoppo, con la scoperta di parti in amianto nei

controsoffitti dei piani superiori del palazzo Riccati, la cui rimozione e bonifica comporterà un ritardo preventivato di circa un mese nel cronoprogramma degli interventi.

Tuttavia non dovrebbe essere compromesso il trasloco, previsto per le prossime festività natalizie, di tutto il materiale del Chiostro dei Serviti all’interno del palazzo, al fine di procedere con l’avanzamento dei lavori. Terminato il primo stralcio, che vedrà la realizzazione di nuove aule e spazi in edifici storici riqualificati acusticamente, dal punto di vista sismico, energetico e della normativa antincendio, si procederà alla seconda fase, con la costruzione di un nuovo auditorium e con importanti interventi sul palazzo ex-Pavan. Inoltre la corte retrostante del compendio Riccati, dove sarà realizzato un secondo accesso da via San Giacomo, diventerà una piazza pavimentata affacciata sul torrente Avenale. Alla partenza dei lavori,

il sindaco Stefano Marcon aveva dichiarato: “Con un costo di 20 milioni di euro, la nuova sede del Conservatorio Steffani è certamente il cantiere più importante della provincia di Treviso e sicuramente uno dei più importanti in Veneto. È un progetto al quale

come amministrazione abbiamo creduto molto, finanziando totalmente la progettazione della nuova sede con 340mila euro e concedendo allo Steffani gli spazi in comodato d’uso gratuito per 50 anni”.

Leonardo Sernagiotto

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La criticità. Grazie ai nuovi interventi la città mira a ridurre i rischi legati alle piogge intense

Il rischio esondazioni è sempre alto: ecco le strategie di prevenzione

S ono bastati pochi giorni di pioggia moderata, ma persistente, caduta a marzo per far tornare, se non la paura, almeno l’inquietudine tra i cittadini di Castelfranco. La paura è che l’Avenale, il torrente protagonista di tre esondazioni nel 2024 che hanno allagato case e negozi causando danni ingentissimi nel centro storico e a Bella Venezia, potesse soffrire criticità dal punto di vista idraulico. Sono apparsi sui social nuovamente gli schemi delle portate idrauliche registrate dall’Arpav, con la speranza che il livello dell’Avenale non superasse la soglia critica. In questi mesi, tuttavia, tanto il Comune di Castelfranco quanto i consorzi di bonifica hanno operato per il miglioramento della sicurezza idraulica, ben consapevoli tuttavia che precipitazioni brevi ma intensissime, come quelle registrate lo scorso anno, condannerebbero nuovamente la città del Giorgione a nuove alluvioni. Il Comune di Castelfranco è intervenuto in specifici punti del sistema idrico cittadino, realizzando innanzitutto una nuova paratoia presso la “busa dee moneghe” nell’angolo sud-ovest del fossato delle mura, capace di far defluire, in caso di emergenza, 3500 litri al secondo. Lungo via Avenale, altro

L’alluvione dello scorso 25 giugno

luogo critico della città, è stata realizzata una barriera, composta da prefabbricati alti 50 centimetri, posizionati dalla Sr 53 fino al ponte di Ongarato, su via San Pio X. In quest’ultimo punto sarà poi posizionata una webcam che funzionerà in parallelo ad un’altra simile collocata a Bella Venezia, alla confluenza tra l’Avenale e il suo affluente Brenton. Un sistema di vi-

deocontrollo che permetterà di allertare tempestivamente la popolazione, in modo che possa mettere in campo le difese passive e proteggersi da un torrente che ha dimostrato di gonfiarsi molto velocemente in caso di piogge intense. Tra le operazioni future, sarà prevista la realizzazione di una cordonata sul ponte di via Ospedale, da dove l’Avenale inizia solitamente ad

esondare. Anche il Consorzio di bonifica Piave ha sviluppato alcuni progetti, volti a ridurre l’apporto di acqua nell’Avenale, prima che questo si immetta nel centro storico. Si tratta di un sistema integrato di casse di espansione e di un canale scolmatore, che, una volta realizzato, è stato stimato possa ridurre di oltre il 90% il carico d’acqua nell’Avenale. È prevista la realizzazione di 5 casse d’espansione in terreni di proprietà comunale posti nella zona nord di Castelfranco, con volumi variabili dai 100mila ad oltre 350mila metri cubi. Vi è poi il piano di creare uno scolmatore che possa deviare le acque dei canali Roi e di un ramo dell’Avenale all’interno del torrente Muson, quando le condizioni di quest’ultimo lo consentano. Il luogo dove realizzare il manufatto di scarico è l’area presso la rotonda per Villarazzo, di fronte alla Fraccaro Spumadoro. In questa zona, dove è prevista una delle 5 casse d’espansione, l’acqua tende a ristagnare a lungo, trasformando i campi in un lago temporaneo in caso di forti piogge, con frequenti fenomeni di ritorno delle acque verso Bella Venezia o il centro storico.

Leonardo Sernagiotto

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Crisi Berco: c’è chi guarda alla produzione bellica

Nel tentativo di salvaguardare i posti di lavoro, Massimo Civiero della Fim Cisl ha proposto di riconvertire lo stabilimento di Castelfranco Veneto per la produzione bellica nell’ambito del programma europeo di riarmo

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C ontinua a tenere banco in città la crisi che riguarda la Berco, l’azienda specializzata nella fabbricazione di componenti e sistemi sottocarro per macchine movimento terra cingolate, parte del gruppo tedesco ThyssenKrupp. L’azienda ha infatti deciso, nell’autunno scorso, di voler operare una revisione del contratto integrativo e di intraprendere un piano di esuberi dei dipendenti inizialmente previsto sia per la sede di Copparo, in provincia di Ferrara, sia per quella di Castelfranco Veneto. I licenziamenti ad oggi riguarderebbero unicamente la sede emiliana, sebbene permanga nella città del Giorgione un vivo senso di apprensione, con timori concreti sul futuro dell’azienda a Castelfranco. Come dichiarato dai vertici aziendali, alla base della crisi della Berco vi sarebbero diversi fattori, legati soprattutto alle crisi geopolitiche globali e all’aumento dei costi delle materie prime, elementi che hanno avuto un pesante impatto sull’azienda, con una riduzione del 30% degli ordini e del fatturato. Tra la fine del 2024 e gli inizi del 2025 vi sono state numerose iniziative da parte dei lavoratori e dei sindacati a tutela degli oltre 1300 dipendenti delle due sedi, un impegno che ha visto anche l’interessamen-

to delle istituzioni pubbliche e politiche, dal livello territoriale a quello nazionale. Sono state ad esempio presentate interpellanze parlamentari da ambo gli schieramenti politici, così come è intervenuto direttamente Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy (Mimit). L’azienda, che in un primo momento aveva partecipato ai tavoli di confronto, presentando anche un piano di rilancio industriale (ritenuto tuttavia dai sindacati privo di concretezza), si è poi arroccata nelle sue posizioni, disertando il tavolo di confronto ministeriale di febbraio e non mostrando alcuna volontà di un accordo condiviso, nel confronto fiume di 12 ore di fine marzo a Copparo. Mentre continua il braccio di ferro con l’azienda, Massimo Civie-

ro della segreteria Fim Cisl Belluno Treviso, nella logica di poter far ripartire la produzione a Castelfranco, ha suggerito la riconversione dello stabilimento per una produzione bellica nell’ambito del programma europeo di riarmo da 800 miliardi di euro, suscitando un vivace dibattito anche a livello nazionale. Un’idea che sarebbe comunque un “ritorno alle origini”: alla fine del secolo scorso, negli stessi luoghi operava la Simmel, specializzata della produzione di bossoli e ogive, dalla quale nacquero la Faber, specializzata nella fabbricazione di bombole, e la stessa Berco, che potrebbe quindi produrre le componentistiche per mezzi militari cingolati (carri armati, ma non solo).

Leonardo Sernagiotto

Mantovan: “Serve dialogo, no a soluzioni basate solo sui tagli”

La crisi della Berco continua a destare preoccupazione, soprattutto dopo l’inasprimento delle posizioni aziendali che hanno interrotto il dialogo con le parti sociali. Durante l’ultimo incontro pubblico tenutosi a Copparo (Fe) con i sindacati, insieme alle istituzioni locali e regionali dell’Emilia-Romagna, l’assessore al lavoro del Veneto, Valeria Mantovan, ha ribadito la necessità di riprendere il confronto per trovare soluzioni che vadano oltre la logica dei licenziamenti.

“Sono qui per esprimere vicinanza ai lavoratori della Berco, non solo a livello istituzionale ma anche personale – ha dichiarato Mantovan –. La Regione Veneto ha a cuore il destino di entrambi gli stabilimenti, quello

di Castelfranco Veneto e quello di Copparo, dove operano molti lavoratori veneti del Polesine”.

L’assessore ha sottolineato le difficoltà nella gestione della crisi, dovute soprattutto alla rigidità delle posizioni aziendali.

“Dopo il ritiro dei licenziamenti unilaterali a seguito dei tavoli nazionali al Mimit, sembrava avessimo avviato un percorso costruttivo. Poi, da gennaio, l’azienda ha fatto marcia indietro, chiudendo ogni possibilità di confronto proprio mentre si stavano valutando soluzioni organizzative e industriali alternative”.

Particolarmente grave, secondo Mantovan, è stato il rifiuto della Berco di partecipare al tavolo ministeriale di febbraio,

dichiarando di voler procedere esclusivamente con la procedura di licenziamento collettivo.

“Non sono qui per puntare il dito contro l’azienda – ha precisato l’assessore – ma per rinnovare l’invito al dialogo. Senza confronto, le alternative restano impraticabili”.

Nel ringraziare i lavoratori e i sindacati per la loro responsabilità anche nei momenti più critici, Mantovan ha auspicato un cambio di atteggiamento da parte dell’azienda. “Le istituzioni non hanno mai smesso di cercare soluzioni. Ora spetta alla Berco dimostrare di voler costruire un futuro che non sia solo basato sulla riduzione dei costi, ma su una strategia industriale sostenibile”. (a.b.)

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La mostra. La città celebra l’impressionismo con un’esposizione dedicata al celebre pittore francese

Da Degas a “Portofranco”: uno sguardo al futuro dell’arte

La città capitale delle sei corde: torna il Festival della Chitarra

Steffani interesseranno anche quell’edificio e si è reso necessario trovare una nuova collocazione per lo Iat. Il posizionamento

dell’ufficio turistico all’interno di Palazzo Soranzo-Novello permetterà inoltre delle economie nei costi per il servizio di bigliet-

teria di eventi futuri nel palazzo. Riguardo a quest’ultimo punto, le mostre organizzate hanno evidenziato tutti i limiti di Palazzo Soranzo-Novello per l’esposizione di opere d’arte antiche, problemi che non si pongono invece per la fotografia e l’arte contemporanea. Ed è a quest’ultima che ora punta l’amministrazione, alla ricerca di un partner interessato alla co-progettazione di un evento espositivo d’arte contemporanea, aperto alle arti visive, digitali, plastiche, dal titolo provvisorio di “Portofranco”.

Leonardo Sernagiotto

L a mostra “Studiosi e Libertini. Il Settecento nella città di Giorgione”, allestita in occasione del 250 anniversario della morte dell’architetto Francesco Maria Preti, si è conclusa il 6 aprile scorso. L’arte e la cultura a Castelfranco Veneto tuttavia non si fermano. Sabato 12 aprile sarà inaugurata negli spazi del Museo Casa Giorgione la mostra “Illustrare Degas”, dedicata al celebre pittore impressionista francese Edgar Degas (1834-1917), che rimarrà aperta fino al 15 giugno prossimo. L’idea dell’esposizione nasce dal libro “Ai tempi di Degas”, una collaborazione tra il MoMA (Museum of Modern Art) di New York e la casa editrice italiana Fatatrac. Il volume, scritto da Samantha Friedman e illustrato da Cristina Pieropan, accompagna i lettori nel percorrere le strade di Parigi della fine dell’Ottocento, attraverso lo sguardo artistico di Degas verso la città e i suoi abitanti. Da quel testo è stato ideato un percorso espositivo che racconta il processo di creazione dell’albo illustrato, mostrando il materiale didattico e artistico, come le tavole originali, gli schizzi, i disegni e le fonti iconografiche, frutto del lavoro di Cristina Pieropan, affermata disegnatrice, illustratrice e incisore, che ha realizzato oltre 30 libri in Italia e all’estero, esponendo le sue opere in varie mostre internazionali. La mostra prevede inoltre diverse attività laboratoriali per le scuole (da quella dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado) e per le famiglie, ma anche workshop dedicati agli adulti. In contemporanea, nella vicina biblioteca comunale sarà allestita la mostra bibliografica collaterale “La meraviglia del mondo. L’albo illustrato di divulgazione per bambini e ragazzi”, all’interno di un progetto che intende esplorare il modo in cui gli albi illustrati possono raccontare l’arte, stimolando l’immaginazione e la capacità di osservare il mondo. Novità in vista anche per Palazzo Soranzo-Novello. La prima riguarda lo spostamento dell’ufficio turistico cittadino (Iat), attualmente ospitato all’interno del Palazzetto Preti in via Riccati. I lavori per la realizzazione della nuova sede del Conservatorio

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Dal 31 marzo e fino al prossimo 29 maggio, Castelfranco è la capitale europea della chitarra, grazie alla quarta edizione del Festival Chitarristico Internazionale, evento targato dal Conservatorio di musica Steffani. Curato dai docenti Alberto Mesirca e Fabiano Merlante, il festival chitarristico vede concerti, masterclass e conferenze, divisi tra la sede di Villa Barbarella e il Chiostro dei Serviti, con la vicina chiesa di San Giacomo. Un festival che spazia dal passato al futuro della chitarra, dalla riscoperta di suoni e repertori antichi, allo sguardo verso la fusione tra chitarra e musica elettronica, con la conferenza e successivo concerto di Arturo Tallini il prossimo lunedì 19 maggio. Molti i nomi di prestigio e di elevato profilo musicale, dagli italiani Lorenzo Micheli e Stefano Grondona (per il quale il festival è un “ritorno a casa”, avendo insegnato allo Steffani dove ha trascritto una toccata di Bach), a importanti ospiti internazionali, che rendono il festival di Castelfranco un vero e proprio osservatorio chitarristico sull’Europa. Spaziando dalla masterclass dello spagnolo Miguel Tràpaga (docente del Conservatorio Reale di Madrid) al concerto conclusivo del 29 maggio con Mesirca e Nicholas Daniel, uno dei più grandi oboisti del mondo e tra i musicisti britannici più noti, Castelfranco vede la presenza di musicisti dal nord al sud del Vecchio Continente, dalla Grecia alla Finlandia, dalla Spagna alla Norvegia. Il respiro internazionale del festival è sottolineato dal direttore del conservatorio Paolo Troncon: “Concerti, approfondimenti e lezioni dedicati alla chitarra per un festival che dà slancio all’approfondimento del repertorio delle sei corde, invitando il pubblico a conoscere anche lo straordinario mondo della liuteria chitarristica. Il festival rientra nei progetti principali del Conservatorio Steffani, il quale punta molto a un’internazionalizzazione che porta prestigio anche alla città di Castelfranco”. (l.s.)

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Cultura

La mostra-dossier. “Canova e la nascita della scultura moderna” è in programma fino al 21 giugno”

Per la prima volta il gesso della Testa di Teseo viene esposto alla Gypsotheca di Possagno

Fulcro della rassegna è il Teseo sul Minotauro capolavoro giovanile dell’artista trevigiano realizzato nel 1783

L

’occasione è l’ingresso nella collezione della Gypsotheca di Possagno di un’opera in comodato gratuito proveniente da una collezione privata: è la Testa di Teseo in gesso, mai esposta prima al pubblico. Ecco allora che fino al 21 giugno è stata allestita la mostra-dossier “Canova e la nascita della scultura moderna”, il cui fulcro è il Teseo sul Minotauro, capolavoro giovanile dell’artista trevigiano, realizzato a Roma nel 1783. Un’opera che riveste un’importanza capitale nella storia dell’arte e della scultura, perché segna il passaggio dagli ideali barocchi ai principi estetici neoclassici. Il periodo romano di Canova iniziò nel 1779: aveva 22 anni e venne incoraggiato alla professione da Girolamo Zulian, ambasciatore veneto a Roma, che gli donò un blocco di marmo, lasciandogli piena libertà di scelta sul soggetto da raffigurare. E Canova – che all’inizio aveva pensato a un’ambientazione dinamica, con la lotta di Teseo con il Minotauro – finì per raffigurare il momento di quiete dell’eroe dopo la vittoria, in netta opposizione alla tradizione del Barocco, che prediligeva scene appunto di azione. Nella versione canoviana, Teseo è seduto sul Minotauro in atto di trionfo. Tiene in mano la clava con cui ha abbattuto il nemico, mentre il Minotauro è proteso esangue in una posa innaturale. Una scultura che suscitò fin da subito grandissima ammirazione, tanto che nel 1787 venne acquistata dal conte viennese Joseph Johann Gran von Fries, che si fece ritrarre con la scultura sullo sfondo da Angelika Kauffmann. Alla sua morte l’opera canoviana passò in Inghilterra tra le raccolte del marchese di Londonderry e infine venne venduta al Victoria and Albert Museum di Londra, dove è conservata.

servare dal vivo il gesso della Testa di Teseo, posizionato nell’ala Lazzari del museo, messo a confronto con il primo modellino realizzato da Canova per studiare la scultura e la sua versione finale. Una sezione è allestita nella casa natale dello scultore, dove trovano posto incisioni (come l’acquaforte Teseo sul Minotauro di Raffaello Morghen su invenzione dello stesso Canova e disegno di Salesa Bonaventura), documentazioni e pubblicazioni storiche. Orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.

L’esposizione – curata da Elena Catra, membro del comitato scientifico della Gypsotheca – ha quindi come vera curiosità da os-

Tre spettacoli del festival Mythos all’interno del museo canoviano

La Gypsotheca di Possagno è da quest’anno partner di Mythos, il festival di teatro classico organizzato dall’associazione Tema Cultura di Treviso, diretto da Giovanna Cordova. Con l’obiettivo di creare modelli di relazione culturale nel territorio, “Eroi, eroine, martiri e sante” saranno raccontate in otto eventi

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da aprile a settembre, snodandosi tra i capolavori del museo canoviano e quello di Santa Caterina (con la mostra di cui raccontiamo alla pagina che segue, ndr). Il 13 aprile (primo turno ore 19.30, secondo turno ore 21) è in programma “Amore sacro e amor profano”, spettacolo itinerante all’interno del museo con il soprano Anna Manzato e al pianoforte il maestro Riccardo Massolin. Il 27 giugno nel giardino di Casa Canova alle 20.30 “Achille e gli altri. Rapsodia di eroi”, spettacolo con testo e regia di Cordova. Il 27 settembre alle 20.30 nell’ala Lazzari della Gypsotheca “Dall’eroe del mito a Napoleone” con la compagnia Tema Academy.

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Calcio Juniores

Élite. L’allenatore si racconta: una carriera dedicata all’amore per questo sport

Nicola Saviolo: il maestro del settore giovanile pronto al grande salto

N

icola Saviolo è l’allenatore della Juniores Élite del Giorgione Calcio. Il suo percorso, però, inizia con il pallone sempre incollato al suo educato mancino: sette anni a Cittadella lo lanciano verso una carriera nel professionismo, ma un infortunio gli tarpa le ali: “La società puntava su di me, ma la pubalgia cronica mi ha limitato. Ho deciso quindi di scendere di categoria; nel mentre mi sono iscritto a Scienze Motorie e ho iniziato il percorso in panchina”.

Dopo le esperienze nel settore giovanile del San Paolo, culminate con la vittoria del titolo regionale veneto con i Giovanissimi Elite, arriva la chiamata della Serie D a 31 anni. Una grande occasione; tuttavia, nonostante il settimo posto in classifica, l’avventura si interrompe a metà stagione per alcune divergenze con

la società. “L’obiettivo era quello di costruire una squadra giovane e di puntare sui ragazzi. Non andò esattamente così. In ogni caso fu una grande esperienza. Il perché di quell’esonero? Non va chiesto a me”.

Dopo l’esperienza in Serie D, Saviolo entra nel mondo del professionismo, lavorando nelle giovanili di Padova, Vicenza, Verona e Arzignano. “Padova è la squadra della mia città; la società ripartiva dopo il fallimento e contribuire alla ricostruzione è stato incredibile. A Vicenza sono cresciuto ancora; quell’anno ho affrontato giocatori incredibili come Kulusevski, Tonali, Bellanova e Carnesecchi. A Verona ho passato 5 anni. Ho fatto tutta la trafila, vincendo subito il titolo regionale con l’Under 14. Sono arrivato fino all’Under 18. Questa per me era diventata una seconda casa,

dove ho avuto la possibilità di collaborare con uno staff di altissimo livello. Infine, Arzignano, in Primavera 3. Siamo stati ripescati e abbiamo avuto poco tempo per costruire la squadra; nonostante ciò siamo riusciti a salvarci con quattro giornate d’anticipo: una grande impresa calcistica”, ricorda Saviolo.

Oggi è a Castelfranco per contribuire a ricostruire il club dopo anni difficili. “Lavoriamo per riportare lustro a una società che in passato era una fucina di talenti. Quest’anno eravamo primi a fine girone d’andata, poi abbiamo rallentato. Ma questo era una sorta di anno zero, l’obiettivo era quello di gettare le basi per il futuro”. Saviolo nella sua prima fase di carriera si è reso celebre per una proposta di gioco che sfiorava il concetto di tiki-taka in stile Guardiola. Dopo la rivoluzione della

pressione alta dell’Atalanta di Gasperini, però, ha adattato il suo calcio: “ Un tempo si puntava molto sul possesso, oggi le squadre pressano più alte e bisogna trovare l’equilibrio tra palleggio e verticalità. Ma la costante rimane quella del dominio del gioco”. Il grande sogno? “Rimane quello di allenare una prima squadra.

Coach Scudiero racconta i Cavaliers: il sogno è portare il campionato in città

Dal sogno di un gruppo di ragazzi, ispirati dai campioni americani, ai giorni nostri: la storia dei Cavaliers Castelfranco Veneto nasce così nel lontano 2008. Oggi uno dei protagonisti di questa storia, l’allenatore Michele Scudiero, racconta le sfide che la squadra affronta nel contesto attuale del football italiano. “Siamo cresciuti molto, abbiamo raggiunto livelli alti, ma dopo il Covid c’è stata una regressione. Non è stato un problema del nostro metodo di

gestione, quanto piuttosto di una flessione generale del movimento nella nostra nazione”, racconta Scudiero. Ma nonostante le difficoltà, i Cavaliers non mollano. La squadra gioca nel campionato di Terza divisione di football a 9: “Negli ultimi 4 anni siamo arrivati in semifinale. Quest’anno puntiamo a fare un passo in più. La finale è il nostro obiettivo. Dopo anni di delusioni, sarebbe bellissimo raggiungerla e portare finalmente il titolo a Castelfranco”.

Michele Scudiero, ex difensore, ha deciso nel 2019 di intraprendere la carriera da allenatore: “Con questo sport è stato amore a prima vista. Qui siamo come una famiglia. Non è solo un rapporto tra compagni di squadra, ma è un legame che va oltre. Anche se ci sono litigi, alla fine restiamo uniti, sempre”. C’è un aneddoto che rappresenta appieno questo concetto di fratellanza: “Il più bel ricordo risale a dieci anni fa. Avevamo una trasferta a Catania. Ci

Vorrei tornare a vivere quell’adrenalina. Se chiudo gli occhi mi piace immaginare Anfield...”. Nicola Saviolo: un allenatore che guarda il calcio con gli occhi di un bambino innamorato. Oggi è ripartito da Giorgione per riprendersi, prima o poi, quel palcoscenico che forse troppo presto gli è stato tolto. Stefano Parpajola

mancavano, però, i mezzi adatti e siamo andati con dei pulmini. Abbiamo attraversato l’Italia tutti insieme. È stata un’avventura. Anche se poi abbiamo perso porterò questo ricordo con me”. Oggi i Cavaliers vogliono aggiungere la grande ciliegina ad un progetto virtuoso e ricco di passione: vincere l’agognato Campionato e sfatare la maledizione delle semifinali perse. Un sogno che Scudiero, insieme ai suoi ragazzi, è determinato a giocarsi fino alla fine. (s.p.)

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Nicola Saviolo

Il conto alla rovescia

Se Zaia non sarà della partita, come appare molto probabile, gli scenari nella nostra regione muteranno in modo estremamente significativo perché il buon Luca in questi quindici anni, oltre ad essere alla guida di una delle più importanti regioni italiane, si è, nella sostanza e ancora di più nel percepito, immedesimato con il suo territorio e viceversa.

In buona sostanza il volto, il modo di pensare e quello di sentirsi parte del Veneto in questi anni è stato Luca Zaia come ha dimostrato la percentuale record con la quale

è stato rieletto nel 2020: un 77% che indica come al di là dell’orientamento politico e persino del giudizio amministrativi i Veneti, in modo trasversale, si sono riconosciuti nel Presidente.

Questo cambio epocale ovviamente si incrocia con l’incremento esponenziale del consenso politico di Fratelli d’Italia che, non a caso, chiede per uno dei suoi la presidenza del Veneto. E qui volano gli stracci: per la Lega il Veneto rappresenta la linea del Piave che non può essere valicata e ancora meno sfondata a forza. Le armi sono affilate e le prossime settimane ci diranno chi la spunterà. Sul versante opposto il centrosinistra dallo scorso luglio

ha definito il perimetro della propria coalizione, anche questo caso una bella novità visto che nelle tornate precedenti il campo non era poi così largo – questa volta va, per semplificare, da Italia Viva al Movimento 5Stelle – e soprattutto non era stato definito con così tanto anticipo. Basterà per essere maggiormente competitivi rispetto allo striminzito 15,7% incassato cinque anni fa da Arturo Lorenzoni? Difficile dirlo. Molto dipenderà dal candidato Presidente che saranno in grado di mettere in campo e che, ancora, non si vede all’orizzonte proprio come accade nel centrodestra anche se per ragioni diametralmente opposte.

Il caso. Zaia coglie subito la palla al balzo e sottolinea anche il risparmio economico

Elezioni a primavera 2026, arriva l’assist di Piantedosi: “Le Regioni hanno autonomia”

Elezioni regionali, si riaffaccia l’ipotesi di elezioni nella primavera 2026, anziché alla scadenza autunnale di quest’anno come ormai sembrava ormai assodato. A sparigliare le carte è stato nientemeno che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da Venezia, con Zaia a fianco. “Le Regioni hanno

tiva regionale preveda una “finestra” per le elezioni in primavera. “Adesso è necessario verificare se questa norma regionale sia in linea con la legislazione nazionale”, ha aggiunto Piantedosi, specificando che, nel caso di divergenze, sarà la normativa nazionale a prevalere. In ogni caso, la possibilità di tenere

piena autonomia sulla data delle elezioni”, ha dichiarato il ministro confermando che la normativa regionale può stabilire il periodo del voto, anche se è necessario un allineamento con la legislazione nazionale. Ma na anche sottolineato che tutte le Regioni godono di piena autonomia nella determinazione della data delle proprie elezioni. E infatti lo stesso Zaia aveva recentemente messo in evidenza come la norma-

elezioni primaverili rimane un’opzione valida, purché vi sia un allineamento tra le disposizioni regionali e quelle nazionali.

Dal canto suo Zaia ha ribadito che sarebbe preferibile svolgere le prossime elezioni regionali nella primavera del 2026 anziché in autunno. Secondo il governatore veneto la scelta della primavera comporterebbe un notevole risparmio economico, considerato le elezioni

per gli altri enti locali, come il Comune di Venezia, sono già in calendario per maggio 2026.

“La primavera sarebbe la soluzione migliore, visto che consentirebbe di risparmiare molti milioni di euro”, ha sottolineato il presidente del Veneto, evidenziando la differenza tra la legge regionale del Veneto, che prevede una sola convo-

cazione elettorale primaverile, e la prassi consolidata che indica l’autunno come termine naturale per il voto, coincidente con la scadenza quinquennale.

Zaia ha aggiunto che l’amministrazione sta attualmente compiendo le verifiche giuridiche necessarie per chiarire quale sia la normativa prevalente e determinare la data

definitiva delle elezioni. “Fino a tre mesi prima, possiamo ancora decidere. Se la convocazione sarà autunnale, il termine ultimo per il voto è tra il 25 e il 23 novembre”, ha concluso il presidente. Considerazioni che ora potrebbero fare breccia e rafforzare il “partito” che vuole andare al voto non prima del 2026.

Il caso. Il Pd insorge, Camani: “Basta giocare con la democrazia”
Sulla data del voto è già battaglia politica, Martella attacca: “Il Veneto non è vostro”

“Le elezioni regionali si tengono ogni cinque anni. Punto. Non lo dice il PD, lo dice la legge”, afferma il senatore Andrea Martella. Il segretario regionale del Partito Democratico critica duramente Piantedosi e Zaia, accusandoli di voler piegare le regole per posticipare il voto. “È clamoroso che si voglia riaprire una discussione che dovrebbe essere chiusa da tempo. E subito Zaia coglie la palla al balzo per rilanciare l’idea di uno slittamento delle elezioni al prossimo anno, con il solito ‘approfondimento giuridico’ utile solo a guadagnare altri mesi di potere”.

Il riferimento è alla proposta, già avanzata in passato, di posticipare il voto oltre la scadenza naturale della legislatura, sulla base di un’interpretazione normativa controversa. Una strategia che per il Partito Democratico avrebbe il solo scopo di

prolungare artificialmente il mandato della giunta uscente.

Martella respinge con forza anche il richiamo alla consuetudine del voto in primavera. “Nel 2020 si votò in autunno solo per l’emergenza Covid, un fatto eccezionale. Oggi non c’è alcuna emergenza, né sanitaria né giuridica, che giustifichi uno slittamento. Solo l’ostinazione di una classe dirigente che, dopo trent’anni di governo ininterrotto, non vuole lasciare il potere. Ma prorogare artificialmente una legislatura di sette-otto mesi, senza alcuna base normativa, è uno schiaffo alla democrazia”.

Il senatore dem sottolinea come la vera priorità dovrebbe essere un cambio di guida per affrontare i problemi concreti della Regione. “Zaia pensa solo a restare in carica qualche mese in più, mentre il Veneto affronta emergenze gravi: la crisi della

sanità pubblica, il caro vita, la fuga dei giovani, i dazi che minacciano le imprese, l’emergenza abitativa. Serve un nuovo governo regionale, con una visione nuova, energie nuove e una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Il Veneto non è una proprietà privata”.

Per Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, “sarebbe illegittimo se Zaia, sulla base di una presunta autonomia decisionale, e senza alcuna buona ragione, non dovesse sciogliere il Consiglio regionale nei tempi previsti dalla legge. Basta giocare con la democrazia”.

“Qui si gioca con i diritti dei cittadini”, aggiunge il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “Il centrodestra spinge per un rinvio delle consultazioni per provare a sistemare i conflitti interni, sempre più evidenti”.

Il governatore Luca Zaia e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il Veneto supera i 73 milioni di presenze

“I l 2024 segna un altro anno di crescita, consolidando il primato della nostra regione nel panorama turistico italiano con un incremento del 3,3 per cento negli arrivi e del 2,2 per cento nelle presenze, che superano i 73 milioni. Di fatto, siamo la destinazione di riferimento per i viaggiatori internazionali, con un aumento significativo della quota straniera. Ma siamo anche una regione che cresce e innova per offrire un’esperienza capace di soddisfare sia il mercato consolidato sia la domanda di viaggiatori più sensibili al mondo legato alla sostenibilità”.

Così l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, ha presentato i numeri della statistica regionale, legati al comparto turistico dello scorso anno, che certificano la piena ripresa e il superamento dell’attrattività pre-pandemica, con numeri superiori a quelli del 2019 in tutte le principali tipologie di destinazione.

Le diverse aree turistiche del Veneto registrano un aumento di arrivi, con numeri in

Venturini: “Un tavolo regionale per la sicurezza degli operatori sanitari”

“È una buona notizia l’organizzazione del Tavolo regionale permanente per la prevenzione e la protezione dagli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, un passo fondamentale per garantire maggiore sicurezza ai professionisti della sanità.” – così Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, annuncia la decisione della Regione Veneto di istituire questo organismo, che sarà composto da rappresentanti delle aziende sanitarie, delle associazioni di categoria e delle istituzioni regionali, con il compito di monitorare il fenomeno delle aggressioni e proporre soluzioni concrete. Tra le sue funzioni principali vi è anche la redazione del Piano regionale per la prevenzione degli atti di violenza.

Il Piano definirà interventi concreti per ridurre i rischi nelle strutture sanitarie, mi-

gliorare la gestione degli episodi di violenza, rafforzare la formazione del personale e promuovere una cultura di prevenzione e accoglienza nei contesti ospedalieri.

Venturini ha inoltre evidenziato l’importanza di intervenire sulle criticità nei Pronto Soccorso, proponendo l’introduzione di procedure specifiche per la gestione di pazienti in stato di alterazione, spesso coinvolti in episodi di violenza. “Serve un sistema strutturato di valutazione delle condizioni psichiche dei pazienti, al pari della classificazione delle emergenze cliniche, per proteggere sia gli operatori che i cittadini” – sottolinea Venturini.

Con questa iniziativa, la Regione Veneto conferma il proprio impegno nella tutela degli operatori sanitari, mettendo in atto misure concrete per affrontare un problema sempre più urgente.

crescita per mare, città d’arte, lago e montagna. L’interesse internazionale è in continua espansione, con un incremento del 5,9 per cento negli arrivi di turisti stranieri e del 4 per cento nelle loro presenze. Al contrario, il turismo italiano segna un lieve calo (-1,5 per cento negli arrivi, -1,8 per cento nelle presenze).

Le località termali registrano un lieve rallentamento, con una diminuzione degli arrivi complessivi dello 0,1 per cento, dovuta a una flessione della domanda italiana (-1,1 per cento), non completamente compensata dall’aumento della clientela straniera (+2,9 per cento).

Tra i mercati esteri, la Germania si conferma il principale bacino turistico per il Veneto, con un incremento del 2,3 per cento negli arrivi e del 2 per cento nelle presenze, raggiungendo numeri mai così elevati. In ripresa anche il turismo cinese, che sebbene sia ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, continua a registrare segnali positivi

“L’impegno della Regione continua a esse-

re orientato alla valorizzazione del territorio e alla promozione di un turismo sostenibile e di qualità, grazie anche al grande lavoro degli operatori del settore – prosegue Caner -. Le strutture alberghiere si confermano stabili, mentre il settore extralberghiero registra un incremento del 3,8 per cento delle presenze grazie anche all’importante lavoro di coordinamento che ci ha permesso di tracciare e regolarizzare le strutture già presenti”.

“Quello che emerge è un Veneto che non è solo mare e città d’arte, ma una regione capace di offrire esperienze autentiche in ogni stagione. La crescita delle Colline del Prosecco e dei Colli Euganei dimostra che i turisti cercano sempre più un contatto diretto con la natura, la cultura e le eccellenze enogastronomiche locali – conclude l’assessore -. Questi risultati sono il frutto di una strategia regionale che mette al centro la valorizzazione del territorio e la promozione di un turismo sostenibile e di qualità, capace di generare valore per cittadini e imprese”. (r.r.)

Eventi sportivi, contributi per associazioni e società

Ammontano a 300 mila euro i contributi per l’organizzazione e realizzazione di eventi sportivi previsti dal piano annuale per lo sport 2025 messo a punto dalla regione per sostenere la pratica sportiva in Veneto. Il bando è aperto alle associazioni e società sportive venete regolarmente iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche del Dipartimento nazionale per lo sport. Ogni società o associazione sportiva può presentare una sola domanda per un unico evento da realizzare nel 2025, il contributo coprirà fino al 70 per cento delle spese ritenute ammissibili. “Siamo in linea con la precedente programmazione regionale in ambito sportivo, - spiega l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari - un lavoro che sta dando i suoi frutti in termini di sostegno

al movimento sportivo e di attrattività per i grandi eventi dello sport, primo tra tutti l’appuntamento con i Giochi di Milano-Cortina 2026. La convinzione è che lo sport sia uno strumento privilegiato per trasmettere uno stile di vita sano oltre a validi principi educativi capaci di formare i buoni cittadini del domani. Quest’anno lo stanziamento complessivo regionale per il mondo sportivo è di 17,5 milioni di euro, di cui 930 mila per la pratica sportiva e la parte rimanente verrà spesa per l’impiantistica sportiva”.

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L’evento.

Confindustria Veneto Est ha proposto 59 incontri, patto con i sindaci

Sostenibilità, il Veneto fa ancora scuola: le imprese green crescono più del doppio

I

n un’epoca di cambiamenti climatici e incertezze economiche, la sostenibilità non è più un optional, ma una necessità. E il Veneto, con le sue 470 società benefit, si conferma un modello virtuoso. I dati presentati da Confindustria Veneto Est alla settimana della sostenibilità sono inequivocabili: nel triennio 2021-2023, queste aziende hanno registrato un aumento medio del fatturato del 26%, contro il 15,4% delle imprese tradizionali.

Il Move Hotel di Mogliano Veneto ha ospitato 59 incontri dedicati alle sfide e alle opportunità della transizione sostenibile per imprese, territori e comunità. L’evento ha messo al centro tematiche cruciali come ambiente, governance, sociale ed energia, con l’obiettivo di tracciare strategie concrete per un futuro più sostenibile. Giunto alla sua quarta edizione, è stato un’importante occasione di riflessione e confronto sulle sfide globali legate a clima, tecnologia ed energia,

coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini in un ampio dibattito sui temi ambientali e sociali.

“La sostenibilità è una leva di crescita”, ha ricordato Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est. “Un’opportunità per innovare, essere più efficienti e resilienti”. Parole che trovano conferma nei numeri: le Società Benefit non solo crescono di più, ma sono anche più produttive, redistribuiscono più valore ai dipendenti e sono più propense all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Tuttavia, il percorso verso una transizione sostenibile è ancora in salita, soprattutto per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia locale. Il nostro è un approccio pragmatico alla sostenibilità quale opportunità di innovazione, efficienza e resilienza. Una forza trasformativa che se anche nel breve può comportare costi o investimenti aggiuntivi per le imprese, ha la capacità di ridisegnare modelli di business e set-

tori produttivi per creare il valore di domani. Va approcciata senza ideologismi ma con uno sguardo saggio di lungo termine. La sfida è coniugare competitività e sostenibilità, nei modi e tempi giusti, con semplificazione normativa, adeguati stimoli agli investimenti, alleanze di filiera”.

“Servono semplificazioni normative, incentivi fiscali e maggiori facilitazioni al credito”, ha sottolineato Carlo Cici, Partner, Head of Sustainability The European House - Ambrosetti. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra regolamentazioni e incentivi, per evitare che il costo della transizione ricada sui soggetti più vulnerabili. Solo in Europa rischiano di passare dagli attuali 50 miliardi a più di un trilione l’anno a fine secolo. Siamo oltre il km 22 della maratona per la transizione e abbiamo già ottenuto risultati significativi, ma ora ci attendono nuove sfide e il contesto odierno sempre più richiede alle aziende lucidità, visione e chiarezza

di idee per stabilire non tanto la direzione da prendere, quanto la velocità e l’approccio da dare alla transizione”.

La transizione verso un’economia sostenibile è irreversibile”, ha ribadito Lara Ponti, Vice Presidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG. “Dobbiamo costruire un futuro solido, equo e duraturo per le generazioni future”.

E’ stato è stato tracciato anche il percorso per la realizzazione della “Città Sostenibile”, con la firma del Patto per la qualità dell’aria e il miglioramento de-

gli ecosistemi urbani. I sindaci di Milano, Giuseppe Sala, Torino, Stefano Lo Russo e Treviso, Mario Conte, hanno discusso delle azioni comuni e delle sfide urgenti per migliorare l’ambiente urbano e contrastare l’inquinamento, in linea con l’appello del Patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri.

I quattro Comuni capoluogo, Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, hanno presentato le loro iniziative di sostenibilità, con interventi di esponenti istituzionali locali, come gli assessori all’ambiente dei vari Comuni.

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L’esposizione. A XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee, fino al 29 giugno

Giovanni Fattori, il genio

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dei Macchiaioli protagonista del naturalismo europeo

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La grande arte

L’esposizione. A XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee, fino al 29 giugno

Giovanni Fattori, il genio dei Macchiaioli protagonista del naturalismo europeo

Organizzata in occasione del bicentenario della nascita, la mostra presenta 170 opere, di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni

APiacenza un’esposizione di richiamo internazionale celebra il bicentenario della nascita di Giovanni Fattori, uno dei protagonisti del grande naturalismo europeo della seconda metà dell’Ottocento. A lui XNL

Piacenza, centro per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dedica, dal 29 marzo al 29 giugno 2025, la mostra “Giovanni Fattori 18251908. Il genio dei Macchiaioli” a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, realizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.

Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista indiscusso del movimento dei Macchiaioli, è stato uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti

i generi pittorici. Dalle prime ricerche sulla macchia, agli intensi ritratti, dai paesaggi en plein air ai soggetti di vita rurale e alle scene che esaltano la Maremma, simbolo di quel mondo contadino che Fattori amava e che contrapponeva alla disorientante modernità urbana. Su questi campeggia la straordinaria interpretazione dei soggetti militari, indagati sia nelle manifestazioni più solenni ed epiche delle grandi campagne delle Guerre d’Indipendenza, sia nei momenti più intimi della vita di guarnigione. Di fronte al crollo di tutte le aspirazioni e gli ideali riposti nell’Unità, la sua produzione, mai scontata e sempre distante da una retorica celebrativa, è stata accompagnata da una personale riflessione etica, al punto da rappresentare una delle testimonianze più autentiche e coerenti del nostro Risorgimento.

hanno ispirato anche importanti registi italiani tra cui Luchino Visconti, che ha utilizzato le atmosfere fattoriane nei suoi film sul Risorgimento, come Senso (1954) e Il Gattopardo (1963).

La mostra – organizzata in occasione del bicentenario della nascita e della prossima uscita del catalogo ragionato, a cura di Giuliano Matteucci – con 170 opere (di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni) si propone di rinnovare la memoria di Fattori offrendo una nuova interpretazione della sua figura e della sua opera, concentrandosi sulle peculiarità e l’unicità dell’artista e dell’uomo in rapporto al panorama dell’arte italiana del XIX secolo.

Una particolare attenzione viene dedicata alla produzione grafica dell’artista, composta da acqueforti di straordinaria bellezza, che rivelano la sua capacità di rinnovare il linguaggio attraverso una tecnica nuova, complementare alla pittura.

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L’arte di Fattori ha lasciato un’impronta indelebile anche sulla cultura del XX secolo, come documentano saggi critici e opere di artisti contemporanei come Ugo Ojetti, Emilio Cecchi e Giorgio de Chirico. Le sue opere

“L’esposizione - afferma Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevanotrova la sua sede naturale in XNL Piacenza, uno spazio che in poco tempo ha saputo integrarsi nel sistema della cultura a Piacenza, svolgendo fin da subito una funzione di crocevia fra i diversi linguaggi artistici della contemporaneità, le epoche e le istituzioni culturali. La mostra è un progetto di respiro nazionale frutto del lavoro di squadra fra istituzioni che, ancora una volta, insieme, promuovono la valorizzazione turistica e culturale del territorio, guardando a un pubblico ampio, oltre i confini di Piacenza. Una esposizione importante, che presenta una ricchissima selezione di capolavori e che, è il nostro augurio, sorprenderà i visitatori”.

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Giovanni Fattori, La strada bianca, circa 1887, olio su tela, 95 × 73 cm, collezione privata, © Istituto Matteucci, Viareggio

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Reati tributari, tra false dichiarazioni, fatture inesistenti e imposte non pagate

Il decreto legislativo 10 marzo 2000 n.74, dal significativo titolo “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, si occupa di tutti i principali reati tributari. Su tale provvedimento vi sono stati vari interventi successivi, ad esempio sulle soglie di punibilità, sulle attenuanti, sulla prescrizione: anche per ragioni di spazio, ci occupiamo solo delle norme attualmente in vigore, relative a reati conseguenti a dichiarazioni dei redditi (od omissioni) rinviando al prossimo articolo la trattazione degli altri reati.

Seguiamo l’esposizione del succitato decreto legislativo: ARTICOLO 2-“dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. Il reato si realizza quando si presenta una dichiarazione utilizzando documentazione falsa, non basta la mera detenzione. La pena é da quattro ad otto anni. Se l’ammontare degli elementi fittizi é inferiore a euro centomila la pena è da un anno e sei mesi a sei anni. ARTICOLO 3: “Dichiarazione fraudolenta mediante altri raggiri”. Tale reato sussiste quando si ricorre a documentazione fraudolenta diversa da quella di cui all’articolo 2, per tentare di sottrarsi in tutto o in parte al pagamento delle imposte. La pena é da tre a otto anni, debbono però sussistere congiuntamente i seguenti presupposti: a) l’imposta evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte , a 30.000 euro;

b) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alla tassazione deve essere superiore al 5% indicato nella dichiarazione o, comunque, deve essere superiore a 1.500.000 euro ovvero l’ammontare complessivo degli elementi attivi deve essere superiore al 5% dell’importo dell’imposta medesima o comunque a 30.000 euro.

ARTICOLO 4) “Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3 é punito con la reclusione da due a quattro anni e sei mesi chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti, quando congiuntamente: 1) l’imposta evasa é superiore con riferimento a taluna delle singole imposte a euro centomila ; 2) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi inesistenti, é superiore al dieci per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o, comunque, é superiore a euro due milioni”.

ARTICOLO 5) Omessa dichiarazione. 1 ) “E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendovi obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta

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evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro cinquantamila. 1) bis . E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate é superiore e euro cinquantamila. Ai fini della disposizione prevista dai commi 1 e 1bis non si considera omessa la dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine o non sottoscritta o non redatta su uno stampato conforme al modello prescritto”.

Per tutti questi reati é prevista una causa di non punibilità qualora i debiti tributari siano integralmente estinti a seguito di ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione dell’imposta relativa al periodo successivo solo però se non vi sia stata da parte dell’autorità competente anche un solo inizio di attività ispettiva. Diversamente tale eventuale integrale pagamento comporta la riduzione della pena fino alla metà. I reati in questione si considerano consumati alla data di presentazione della dichiarazione relativa alle imposte o, in caso di omissione alla scadenza del termine prorogato. Oltre alle interruzioni delle prescrizioni d’ordine generale, ne é aggiunta una specifica e cioè la notifica dal verbale di constatazione o d’accertamento.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Il Garden perfetto: idee e consigli per giardini, terrazze e poggioli

Progettare giardini, terrazze e poggioli

Per un giardino ben organizzato, è fondamentale suddividere gli spazi in modo funzionale: un’area relax con sedute e tavolini, una zona verde con aiuole fiorite o arbusti ornamentali, e magari uno spazio dedicato all’orto domestico. Un’idea vincente è quella di creare percorsi in pietra o legno per dare movimento all’ambiente e facilitare la manutenzione. Se lo spazio lo consente, una fontana o un laghetto possono aggiungere un tocco di eleganza e favorire un’atmosfera rilassante. Per chi ha una terrazza, le possibilità sono molteplici. Le piante in vaso permettono di creare una piccola oasi verde, mentre l’uso di grigliati e pergole con rampicanti come glicine o vite americana garantisce privacy e ombreggiatura. Anche nei poggioli più piccoli si può dare spazio alla creatività: fioriere sospese, pareti verticali con piante aromatiche e vasi colorati possono trasformare anche il più modesto balcone in un angolo accogliente. Un aspetto importante è la scelta delle schermature per garantire un po’ di intimità. Teli ombreggianti, siepi artificiali o naturali e strutture in legno sono ottime soluzioni per proteggersi dagli sguardi esterni e creare un ambiente

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più raccolto. Inoltre, l’uso di materiali naturali come il legno e il ferro battuto può rendere gli spazi ancora più armoniosi e in sintonia con l’ambiente circostante. Un buon progetto prevede anche l’inserimento di elementi che favoriscano la biodiversità, come casette per uccelli, mangiatoie per insetti utili e piante mellifere che attirano api e farfalle.

L’organizzazione dello spazio deve anche considerare l’uso pratico degli ambienti: inserire una zona barbecue, un angolo dedicato allo smart working all’aperto o una piccola area per lo yoga può rendere il giardino o la terrazza ancora più funzionali. L’inserimento di mobili pieghevoli, panche contenitore e tavoli allungabili permette di adattare lo spazio in base alle esigenze, trasformandolo all’occorrenza per ospitare cene con amici o momenti di relax in solitudine.

UCome creare un piccolo orto in terrazza

n orto in terrazza è un’ottima soluzione per coltivare erbe aromatiche, ortaggi e piccoli frutti anche senza un giardino. Per iniziare, è importante scegliere contenitori adeguati: cassette in legno, vasi in terracotta o orti verticali modulari permettono di ottimizzare lo spazio. Il drenaggio è essenziale, quindi i vasi devono avere fori sul fondo e uno strato di argilla espansa per evitare ristagni d’acqua.

Le piante più adatte sono basilico, rosmarino, timo, insalate, pomodori ciliegino e fragole, tutte varietà che si sviluppano bene in contenitori. È fondamentale garantire almeno 4-6 ore di luce solare al giorno e proteggere le piante dai venti forti con barriere o grigliati. L’irrigazione deve essere costante, ma senza eccessi: un impianto a goccia può essere una soluzione pratica per mantenere il giusto grado di umidità.

Nel nostro punto vendita puoi trovare un ampia gamma di Trattorini e Raggio Zero. Vieni a trovarci!

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Concimare regolarmente con fertilizzanti naturali come compost o humus di lombrico aiuta a migliorare la qualità del terreno. Per rendere l’orto ancora più produttivo, si possono combinare piante con esigenze simili e sfruttare la rotazione delle colture per mantenere il terreno fertile. Infine, l’inserimento di piante fiorite come calendule o nasturzi aiuta a tenere lontani gli insetti nocivi in modo naturale.

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La progettazione. Le tendenze sono all’insegna del comfort per uno spazio dedicato al riposo e al benessere

Arredamento per esterni 2025: comodità e raffinatezza

La progettazione dell’arredamento per spazi esterni deve combinare praticità e resistenza e per il 2025 le tendenze per gli spazi esterni sono all’insegna del comfort, che diventa la nuova frontiera del lusso e che porta a trasformare terrazze, giardini e balconi in estensioni della propria casa, dedicati al riposo e al benessere, soprattutto se sostenibile, offrendo una pausa rigenerante dalla vita frenetica. Grande attenzione viene data alla progettazione di oasi verdi per migliorare la qualità dell’aria e rigenerarsi, prediligendo un arredamento ecologico. Lo spazio sui balconi viene arricchito da vasi rigogliosi di essenze aromatiche e, per chi dispone di ampie terrazze, sono privilegiati giardini verticali o fioriere spaziose contenenti piante da frutto. Nel 2025 dunque l’arredamento, estensione dell’ambiente interno, si trasforma. La plastica viene sostituita da materiali moderni e naturali come legno, bambù, laminato, acciaio e semplice PVC, materiali duraturi e resistenti. Materiali come teak, rattan

sintetico e alluminio sono ideali per assicurare durata e leggerezza. Gli arredi per giardini solitamente sono più robusti e capienti, mentre per terrazze e balconi si preferiscono soluzioni modulari e salvaspazio. Panche con spazio contenitivo, tavolini pieghevoli e sedute multifunzionali consentono di ottimizzare ogni centimetro senza compromessi sullo stile.

Sostenibilità resta la parola d’ordine per la progettazione, alternando uno stile funzionale e minimalista con il colorato e bohémien, ispirato da palettes e textures monocromatiche con colori naturali. Verde scuro, arancione, sabbia, blu cobalto e terracotta sono colori chiave. I colori svolgono un ruolo cruciale nell’arredamento esterno: tonalità neutre quali beige e grigio conferiscono eleganza, mentre tinte vivaci come verde salvia e terracotta aggiungono carattere.

I materiali prediletti sono morbidi: velluto, canapa, cotone e bouclé esaltano il senso di comfort. Elementi decorativi come tappeti per outdoor, tende leggere e specchi contribuiscono a dare profondità agli spazi, rendendoli accoglienti e sofisticati.

Anche nell’outdoor tecnologia e funzionalità restano al centro, per massimizzare il benessere: illuminazione naturale, calda e soffusa, pannelli solari, verande high-tech, cucine outdoor e barbecue a emissioni zero, insieme a pavimentazioni ecologiche. L’illuminazione infatti riveste un’importanza fondamentale: l’uso di faretti a LED, lanterne solari e ghirlande luminose può trasformare un ambiente esterno in un luogo suggestivo anche nelle ore serali.

L’esterno diventa una continuazione dello spazio interno, un secondo salotto dove godere di aria fresca e della brezza generata dalle piante, dal pavimento al tetto. L’arredo, tanto in casa quanto fuori, segue linee guida sostenibili, eco-compatibili e innovative, ma al contempo lussuose, di alta qualità e rapide da assemblare. Gli stili per terrazze e balconi oscillano tra il minimalismo e un ritorno allo stile bohémien, gloriosamente tornato in auge con colori, textures e stili che evocano terre lontane e atmosfere orientali. Amache, sedute sospese e divisori murali dominano, creando ambienti di comfort e relax. Con le scelte giuste, ogni spazio esterno può trasformarsi in un rifugio personale di comfort e bellezza.

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In mezzo al verde. Esistono soluzioni intelligenti per sfruttare al meglio lo spazio

“Rendi unico il tuo spazio esterno: giardini, terrazze e balconi per un angolo di relax e benessere”

Risveglia il tuo spazio all’aperto con piante e fiori che migliorano l’estetica e la qualità dell’aria. Giardini, terrazzi o balconi possono diventare angoli di relax con soluzioni sostenibili, piante idonee e arredi comodi

Passato il grigiore invernale, è tempo di ridare vita ai nostri spazi all’aperto. Che si tratti di un ampio giardino, di una terrazza o di un piccolo poggiolo, ogni angolo verde può diventare un rifugio rilassante e accogliente. La presenza di piante e fiori non solo migliora l’estetica, ma ha effetti benefici sul nostro umore e sulla qualità dell’aria. Studi dimostrano che il contatto con la natura riduce lo stress e favorisce il benessere psicofisico. Un giardino ben curato può trasformarsi in un vero e proprio angolo di paradiso, dove rilassarsi dopo una giornata di lavoro o trascorrere del tempo con la famiglia. Per chi dispone solo di una terrazza o di un poggiolo, esistono soluzioni intelligenti per sfruttare lo spazio al meglio, creando piccoli angoli verdi che regalano relax e armonia. La scelta delle piante deve tenere conto dell’esposizione solare e delle

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riducendo lo stress e favorendo il benessere psicologico. Prendersi cura delle piante e dedicarsi alla coltivazione di fiori e ortaggi è anche un’attività educativa per i più piccoli, che imparano il rispetto per la natura e il valore del cibo coltivato in casa.

Chi desidera sfruttare al meglio il proprio spazio verde può anche considerare la coltivazione idroponica o in vaso rialzato, tecniche moderne che permettono di gestire la crescita delle piante in modo efficiente e con meno spreco di acqua. La scelta di vasi e contenitori in materiali sostenibili, come la terracotta o il legno riciclato, può dare un tocco estetico più naturale e armonioso. Aggiungere elementi come pareti verticali e supporti modulari permette di sfruttare anche gli spazi più ristretti, trasformando un piccolo balcone in un’oasi di verde e colore.

condizioni climatiche: piante che necessitano di molta luce vanno collocate in punti soleggiati, mentre per angoli più ombreggiati si può optare per felci o edera.

Oltre all’estetica, il verde porta benefici concreti. Le piante migliorano la qualità dell’aria assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, contribuendo a creare un microclima più salubre. Inoltre, il giardinaggio è un’attività fisica che aiuta a mantenersi in forma,

Le piante ideali per ogni spazio

L’illuminazione è un aspetto spesso sottovalutato ma essenziale per valorizzare gli spazi esterni. L’uso di luci solari da giardino, lanterne e candele crea un’atmosfera intima e rilassante, perfetta per serate all’aperto. Anche la scelta di complementi d’arredo gioca un ruolo importante: tappeti outdoor, tende leggere e cuscini impermeabili contribuiscono a creare un ambiente accogliente e confortevole, dove trascorrere momenti piacevoli in ogni stagione.

Per un giardino rigoglioso, le scelte più comuni includono rose, lavanda e ortensie, che garantiscono fioriture scenografiche. Sui terrazzi, piante come il ficus, l’oleandro e le erbe aromatiche come rosmarino e salvia sono perfette per la loro resistenza. Per i poggioli, le soluzioni migliori sono gerani, petunie e piante pendenti come il pothos. Chi ha poco tempo per la cura delle piante può optare per varietà a bassa manutenzione come la sansevieria o il bambù.

L’aggiunta di piante tropicali, come il banano o il filodendro, permette di dare un aspetto esotico agli spazi esterni, mentre alberi da frutto in vaso, come il limone o il mandarino, offrono una doppia funzione decorativa e produttiva. Per chi vive in zone dal clima rigido, le conifere nane e gli arbusti sempreverdi assicurano un giardino verde anche in inverno.

Il banano

Ama il sole e necessita di almeno sei ore di luce diretta al giorno. Il terreno deve essere ben drenato e ricco di sostanze nutritive. Va annaffiato regolarmente, mantenendo il suolo umido ma senza ristagni. In inverno, se coltivato in vaso, meglio proteggerlo dal freddo.

Il filodendro

Perfetto per spazi ombreggiati, cresce bene in vaso con terriccio leggero e drenante. Ha bisogno di annaffiature moderate e tollera bene gli ambienti interni. Può essere coltivato come pianta rampicante o ricadente.

Il filodendro

La lavanda è una delle piante più apprezzate per il suo profumo e la sua resistenza. Ideale per bordure e aiuole, necessita di molta luce e terreno ben drenato. Inoltre, tiene lontani gli insetti e dona un tocco rustico e provenzale al giardino.

Il ficus

Il ficus è perfetto per terrazze e spazi semi-ombreggiati. Facile da coltivare, richiede poche cure e resiste bene alle temperature miti. È una scelta eccellente per chi cerca una pianta ornamentale sempreverde.

Il pothos

Il pothos è una pianta ricadente ideale per poggioli e piccoli balconi. Si adatta bene agli interni e agli esterni protetti, cresce velocemente e necessita di poche attenzioni, rendendola una soluzione perfetta per decorare gli spazi verticali.

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LTreviso, l’Urologia del Ca’ Foncello eccellenza nel trattamento del tumore del rene

’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso si conferma tra i migliori centri italiani per la cura del tumore del rene. L’Unità Operativa di Urologia ha ricevuto il prestigioso Bollino Arancione, riconoscimento attribuito dalla Società Italiana di Urologia (SIU) ai centri di eccellenza nella diagnosi e nel trattamento della neoplasia renale. Un traguardo che premia la competenza e l’approccio multidisciplinare dell’équipe guidata dal dottor Mangano.

L’iniziativa “Bollino Arancione” ha l’obiettivo di individuare le strutture sanitarie italiane in grado di offrire cure all’avanguardia, integrando prevenzione, diagnosi precoce e trattamenti innovativi. Il riconoscimento si basa su rigorosi criteri di valutazione, che comprendono i percorsi diagnostico-terapeutici e i servizi dedicati ai pazienti. Un board multidisciplinare, composto da urologi, radiologi, anatomopatologi e oncologi, ha certificato la qualità delle cure offerte dall’ospedale trevigiano sulla base delle più recenti evidenze scientifiche e Linee Guida Internazionali.

Secondo i dati del Piano Nazionale Esiti, solo il 7% delle strutture ospedaliere italiane può vantare un’esperienza consolidata nella cura dei tumori del rene, con oltre 100 casi trattati nel 2023. L’Unità Operativa di Urologia di Ca’ Foncello rientra tra queste eccellenze, con circa 150 diagnosi annue di neoplasia renale nell’Ulss 2. Il trattamento chirurgico si avvale del robot da Vinci, una tecnologia mini-invasiva che consente nella maggior parte dei casi di rimuovere la massa tumorale preservando il rene. Nei casi più complessi, che coinvolgono masse voluminose con

estensione extrarenale, l’approccio chirurgico viene studiato in collaborazione con le équipe di Chirurgia e Cardiochirurgia.

Per i pazienti non candidabili alla chirurgia tradizionale, l’ospedale offre un’alternativa innovativa: la crioablazione. Questa procedura mini-invasiva, eseguita in collaborazione con il team di Radiologia, prevede l’inserimento di un ago all’interno del tumore, che viene distrutto attraverso il congelamento, garantendo un trattamento efficace con un impatto minimo sul paziente.

“Questo riconoscimento testimonia l’esperienza, l’impegno e la capacità della nostra equipe di fornire ai pazienti le migliori soluzioni per la diagnosi e il trattamento del tumore del rene, garantendo la minor invasività possibile”, ha dichiarato il dottor Mangano, primario dell’Urologia di Ca’ Foncello. Grande soddisfazione anche da parte del direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi: “Alla vigilia della Giornata Mondiale del Rene, questo ulteriore riconoscimento rappresenta un motivo di orgoglio per l’intero ospedale. Mi complimento con il dottor Mangano e con tutta la sua squadra per la professionalità e la dedizione dimostrate, che rendono Ca’ Foncello un punto di riferimento a livello regionale e nazionale in ambito urologico”.

Un premio che ribadisce il ruolo di Treviso come polo d’eccellenza nella lotta contro il tumore del rene, garantendo ai pazienti trattamenti sempre più efficaci e innovativi.

Al via il progetto “SOS Guida Sicura”

Nel 2024 la Marca Trevigiana ha registrato 66 vittime della strada. Un dato allarmante, sebbene il primo trimestre del 2025 segni un netto calo: 9 decessi contro i 20 dello stesso periodo del 2024, pari a un -55%. A rilevarlo è il Centro di Monitoraggio Incidenti della Provincia di Treviso, che analizza l’andamento della sinistrosità e i fattori di rischio.

Per contrastare questa piaga, la Provincia lancia il progetto “SOS Guida Sicura”, realizzato grazie al bando nazionale “Mobilità Sicura” dell’Unione Province Italiane. L’iniziativa coinvolge UPI Veneto, Ulss2, Prefettura, Federazione Motociclistica e Ufficio Scolastico Provinciale, con l’obiettivo di educare alla sicurezza stradale.

Nel 2025 verranno organizzate 40 lezioni nelle scuole superiori, un nuovo Drive Camp con crash test e simulazioni, il potenziamento del portale di monitoraggio e una campagna a fumetti sui rischi della guida in stato alterato.

“È fondamentale continuare a fare prevenzione e sensibilizzare tutti, dai neopatentati agli adulti – afferma Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso –. Per questo, con ‘SOS Guida Sicura’ investiamo in formazione e consapevolezza, perché la sicurezza stradale riguarda ciascuno di noi”.

“La sicurezza stradale è una priorità di salute pubblica e la nostra Azienda Sanitaria - dichiara il direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, Francesco Benazzi - è impegnata nella prevenzione degli incidenti e nella sensibilizzazione della popolazione sui rischi legati alla guida.” Il direttore dell’Ulss2, Francesco Benazzi, ribadisce anche la necessità di prevenzione: “Il consumo di alcol e sostanze psicoattive alla guida, oltre all’uso del cellulare e alle condizioni legate all’avanzamento dell’età anagrafica, rimangono un problema rilevante”.

L’obiettivo è chiaro: ridurre il numero di incidenti e rendere le strade più sicure per tutti.

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L’attività.

Uomini più in salute se imitassero le donne: evitate ogni anno 600 morti precoci

In provincia di Treviso la differenza di aspettativa di vita tra donne e uomini è significativa: le prime vivono mediamente 86,5 anni, circa quattro anni in più rispetto agli uomini, che si fermano a 82,3. Questo divario si riflette in una serie di comportamenti e stili di vita che incidono profondamente sulla salute e sulla mortalità, e che potrebbero essere colmati se gli uomini adottassero le abitudini salutari tipiche delle donne. I dati relativi alla salute psicologica sono particolarmente rilevanti. Ben il 47% delle donne ha riferito di aver avuto problemi psicologici negli ultimi 30 giorni, una percentuale più alta rispetto al 38% degli uomini. Tuttavia, le donne tendono a cercare aiuto per risolvere questi problemi, con il 70% che si rivolge a un professionista, contro solo il 50% degli uomini.

Diversi comportamenti mostrano una netta differenza tra i sessi. Le donne risultano essere meno inclini a comportamenti dannosi, come il fumo e l’abuso di alcol. Solo il 18,7% delle donne è fumatrice, rispetto al 29,7% degli uomini, e il 22,5% delle donne beve alcolici a rischio, contro il 39,5% degli uomini. Inoltre, il tasso di obesità è più basso tra le donne (33,1% contro 45,9% degli uomini). Le donne sono anche più propense a partecipare a screening di prevenzione, con una percentuale più alta di vaccinazioni contro l’HPV e adesione agli screening per il colon-retto. Tuttavia, c’è un’area in cui gli uomini si rivelano più attenti: l’attività fisica. Il 62% degli uomini pratica regolarmente attività fisica a livelli raccomandati, mentre solo il 44% delle donne lo fa. Questo potrebbe essere dovuto alla difficoltà delle donne nel conciliare il tempo per sé stesse con le responsabilità familiari.

La differenza di comportamenti tra uomini e donne è particolarmente evidente in ambito di sicurezza stradale. Ogni anno, in media, 48 uomini perdono la vita in incidenti stradali, contro solo 15 donne. Inoltre, gli uomini perdono ogni anno circa 1304 anni di

vita a causa di incidenti, rispetto ai 414 anni persi dalle donne. Le statistiche mostrano anche che gli uomini sono molto più propensi a guidare in stato di ebbrezza (10,3% contro 2,8% delle donne) e a subire la sospensione della patente per alcol o droghe (953 uomini contro 219 donne).

Un altro dato rilevante riguarda l’uso

1.000 abitanti contro 5,1 donne). Cosa potrebbe accadere se gli uomini imitando le donne?

Adottando gli stili di vita delle donne, gli uomini potrebbero vedere significativi miglioramenti nella loro salute. Diminuiscono, ad esempio, i fumatori (32.000 in meno), i bevitori a rischio (50.000 in meno) e i casi di obesità (38.000 in meno). A livello di sicurezza stradale, si eviterebbero annualmente 33 morti, 2669 anni di vita persi e 22.000 incidenti legati all’ebbrezza. Inoltre, 25.000 uomini inizierebbero a usare la cintura di sicurezza posteriore, riducendo ulteriormente i rischi di incidenti fatali.

Infine, la speranza di vita alla nascita aumenterebbe di 4,5 anni e le malattie cardiovascolari e respiratorie registrerebbero un netto calo, con circa 1700 ricoveri in meno all’anno.

Mauro Ramigni, responsabile dell’Unità operativa di Epidemiologia dell’Ulss 2, sottolinea come queste differenze non siano naturali, ma il risultato di un sistema sociale che penalizza le donne. La retribuzione media per le donne è infatti inferiore di 9.700€ rispetto agli uomini nella provincia di Treviso, un dato che riflette un divario che si estende anche al benessere fisico e psicologico.

della cintura di sicurezza posteriore: il 63,2% delle donne la utilizza, rispetto al 54,6% degli uomini.

La scarsa attenzione alla salute degli uomini si traduce in tassi di mortalità e incidenza di malattie più elevati rispetto alle donne. Ogni anno, ci sono 600 morti precoci in meno se gli uomini seguono gli stili di vita delle donne, 500

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tumori in meno e 2200 ricoveri in meno per malattie cardiocircolatorie. Le donne, infatti, registrano tassi di ricoveri per malattie cardiache e respiratorie significativamente inferiori rispetto agli uomini. La mortalità precoce tra gli uomini è superiore di 1564 casi all’anno rispetto alle donne, mentre l’incidenza di tumori è più alta (6,5 uomini ogni

Il Direttore Generale Francesco Benazzi, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, ha evidenziato l’importanza di riflettere su queste disparità comportamentali e su come esse influenzino la salute dell’intera comunità. “Superare gli stereotipi di genere è fondamentale per costruire una società in cui la salute, i diritti e le responsabilità non dipendano dal sesso,” ha dichiarato Benazzi.

L’adozione di stili di vita più salutari da parte degli uomini non solo migliorerebbe la loro qualità della vita, ma avrebbe anche effetti positivi per l’intera comunità, contribuendo a ridurre il carico sanitario e sociale causato da malattie e incidenti.

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Porte aperte. Innovazioni nei percorsi di cura nel centro provinciale e la sua rete di supporto

Disturbi Alimentari: oltre 700 persone seguite, incluso un bambino di 9 anni

In occasione della XIV Giornata del “Fiocchetto Lilla”, dedicata alla sensibilizzazione sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), il Centro Provinciale per i Disturbi Alimentari (CPD) dell’Ulss 2 ha aperto le sue porte alla cittadinanza, per la prima volta, offrendo un’opportunità di conoscenza e confronto con i professionisti del settore.

Questi disturbi, che includono principalmente Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder, rappresentano patologie psichiatriche complesse che coinvolgono sia aspetti emotivi dolorosi che gravi conseguenze fisiche, legate alla malnutrizione. I disturbi alimentari colpiscono principalmente adolescenti e giovani adulti, ma recentemente si osserva anche un incremento dei casi tra gli adulti, un fenomeno che preoccupa gli esperti.

Francesca Fontana, responsabile dell’Unità Operativa Semplice (UOS) DNA e referente del CPD, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “In un momento storico in cui i dati nazionali registrano quasi 4 milioni di casi di disturbi alimentari in Italia, il 90% dei quali riguardano donne, e il 40% colpisce persone tra i 12 e i 17 anni, è fondamentale offrire ai cittadini l’opportunità di conoscere da vicino i servizi specializzati e i percorsi terapeutico-riabilitativi.” Durante l’Open Day, è stato possibile incontrare l’équipe multiprofessionale del CPD, che ha fornito informazioni dettagliate sui percorsi di cura e sulle modalità di accesso al servizio. L’iniziativa ha avuto anche lo scopo di sensibilizzare gli educatori e i genitori, affinché possano intercettare precocemente i segnali di disagio e favorire l’invio tempestivo alle strutture specializzate. Come ha sottolineato il Direttore Generale Francesco Benazzi: “Vogliamo rafforzare il dialogo con famiglie, scuole e altre realtà, poiché solo attraverso una rete di collaborazione solida possiamo affrontare efficacemente questa emergenza sanitaria e sociale.”

I dati del CPD: un servizio sempre più richiesto Nel 2024, il CPD ha preso in carico oltre 700 utenti, offrendo circa 17.500 prestazioni terapeutiche e riabilitative. Sono stati avviati 219 nuovi percorsi di cura, di cui 89 per minorenni, con un dato allarmante: il più giovane paziente è un bambino di soli 9 anni. Questa triste realtà

evidenzia come i disturbi alimentari possano manifestarsi già in età precoce, creando danni irreversibili se non trattati tempestivamente. Oltre ai trattamenti ambulatoriali, il CPD ha garantito 55 percorsi semiresidenziali presso il Centro Diurno e 13 percorsi residenziali presso il GAP Futuro Insieme. Non sono mancati anche casi di gravità estrema, con circa 70 pazienti ricoverati in ospedale per sintomi fisici severi legati alla malnutrizione e alla presenza di altri disturbi psichiatrici, come depressione e autolesionismo.

Attivo dal 2005, il CPD dell’Ulss 2 fa parte di una rete regionale che include strutture specializzate nella diagnosi e cura dei disturbi alimentari. Questa rete interdipartimentale coinvolge diversi servizi, tra cui il Dipartimento di Salute Mentale, la Neuropsichiatria Infantile, le Malattie Endocrine, la Psicologia Ospedaliera e il privato sociale “Insieme si Può”. Il CPD lavora a stretto contatto con la medicina di base, i pediatri di libera scelta e altre realtà sanitarie, assicurando un approccio integrato che favorisce l’accesso a cure tempestive e appropriate.

Un aspetto cruciale è la collaborazione con l’associazione di familiari “L’Abbraccio”, che partecipa attivamente alle attività del Centro Diurno e svolge attività di sensibilizzazione nelle scuole, contribuendo a diffondere la conoscenza sui disturbi alimentari e sull’importanza di intervenire precocemente.

Dal 2020, l’accesso agli ambulatori specialistici è stato semplificato tramite un numero telefonico unico, che facilita il contatto sia da parte dei pazienti che dei familiari o specialisti. Tra le novità introdotte grazie al rinnovo del fondo nazionale per il contrasto ai DNA, vi sono nuovi percorsi di cura, come il trattamento ambulatoriale intensivo che prevede attività specifiche, tra cui “la cena assistita ambulatoriale”, gruppi corporei, mindfulness, arte-terapia e supporto alla frequenza scolastica.

Il CPD ha potuto così ampliare la propria offerta terapeutica, garantendo un supporto più mirato e personalizzato, fondamentale per i pazienti, soprattutto quelli in fase pre-adolescenziale, e per le famiglie, che sono coinvolte attivamente nel processo di cura.

Il Centro Provinciale per i Disturbi Alimentari continua a essere una ri-

sorsa fondamentale per la comunità trevigiana, grazie a un approccio multidisciplinare che si adatta alle esigenze di ogni paziente. L’Open Day ha rappresentato un’occasione unica per avvicinare la cittadinanza a questi servizi, offrendo una visione più chiara su come affrontare e prevenire i disturbi alimentari. Tuttavia, è fondamentale che tutti, dalle scuole alle famiglie, siano consapevoli dell’importanza di una diagnosi precoce e di un intervento tempestivo, per garantire un recupero duraturo e la protezione della salute mentale e fisica delle persone.

Redazione Salute

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Ospedale. Nel 2024 cresce il numero di casi di malaria tra i cittadini residenti nell’area dell’Ulss 2, partiti senza profilassi preventiva

Ambulatorio di Medicina dei Viaggi dell’Ulss 2: oltre 5000 vaccinazioni e 2400 consulenze nel 2024

Con l’arrivo della stagione estiva, in cui molte persone iniziano a programmare le loro vacanze, è fondamentale tenere conto di un aspetto spesso sottovalutato: la salute durante i viaggi, in particolare quelli verso Paesi esotici. Infatti, viaggiare all’estero, soprattutto in destinazioni tropicali o equatoriali, può comportare rischi per la salute, legati a malattie infettive che possono essere prevenute con adeguate precauzioni, come vaccinazioni e profilassi farmacologiche.

In questo contesto, l’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi dell’Ulss 2 gioca un ruolo cruciale, fornendo consulenze ai viaggiatori e somministrando i vaccini necessari. Questi servizi sono offerti dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) nelle sedi di Conegliano, Montebelluna, Oderzo, Treviso e Vittorio Veneto, ed è consigliabile consultare i medici almeno un mese prima della partenza, specialmente se la destinazione è in zone a rischio di malattie infettive.

Il Dr. Simone Pietro Zevrain, responsabile della UOS Prevenzione e Controllo delle Malattie infettive nell’individuo e nelle collettività, ha sottolineato l’importanza di informarsi per tempo: “È fondamentale chiedere una consulenza preventiva, soprattutto quando si viaggia verso Paesi tropicali o equatoriali, per evitare il rischio di contrarre patologie infettive durante il viaggio.”

Nel corso del 2024 il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 2 ha fornito un supporto fondamentale per la salute dei viaggiatori, erogando circa 2400 consulenze e somministrando più di 5000 vaccinazioni. Tra le vaccinazioni più comuni quelle contro il tifo addominale e l’epatite A, malattie trasmissibili attraverso cibi e acque contaminati, con un totale di circa 1600 vaccinazioni contro il tifo e 1500 contro l’epatite A. Inoltre, sono state somministrate circa 600 dosi di vaccino contro la febbre gialla, una malattia endemica nelle regioni tropicali del Sud America e dell’Africa subsahariana, trasmessa dalla

zanzara Aedes aegypti. La febbre gialla ha un tasso di letalità che può arrivare al 20% tra i casi sintomatici, ma è sufficiente una sola dose di vaccino per acquisire un’immunità permanente. Un altro vaccino molto richiesto è quello contro la rabbia, somministrato a circa 220 persone. La rabbia, che si trasmette principalmente attraverso il morso di animali infetti, è una zoonosi mortale che non lascia scampo a chi non riceve il trattamento profilattico.

Un dato significativo emerso nel 2024 è il numero di casi di malaria tra i cittadini residenti nell’area dell’Ulss 2: 26 persone sono state colpite dalla malattia al ritorno da viaggi nei Paesi dell’Africa subsahariana. La malaria, che richiede un trattamento urgente, ha costretto la quasi totalità dei malati al ricovero ospedaliero. Un’analisi più approfondita ha rivelato che la maggior parte dei viaggiatori non aveva effettuato una consulenza preventiva prima della partenza e non aveva assunto la chemioprofilassi farmacologica necessaria. Inoltre, molti non avevano utilizzato repellenti cutanei per proteggersi dalle punture di zanzara, aumentando così il rischio di contrarre la malattia. L’esempio dei viaggiatori malarici evidenzia l’importanza di una preparazione adeguata prima di partire, non solo in termini di vaccinazioni, ma anche di prevenzione farmacologica e protezione contro gli insetti. La medicina dei viaggi, quindi, non è solo una questione di vaccinazioni, ma un insieme di pratiche preventive che possono fare la differenza tra un viaggio sicuro e il rischio di gravi malattie.

Con l’avvicinarsi delle vacanze, l’Ulss 2 continua a mettere a disposizione dei viaggiatori un servizio fondamentale per la loro salute, contribuendo a garantire che i viaggi siano un’esperienza di benessere, senza compromettere la salute a causa di malattie prevenibili.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

TORTINI DI AGRETTI

Sono dei rustici semplici e sfiziosi, perfetti per la stagione primaverile. Sono semplicissimi da realizzare e molto veloci.

Ingredienti: Per la pasta brisée: farina di tipo 2 200 gr; olio extravergine di oliva 80 gr; acqua fredda 70 gr; sale. Per il ripieno: robiola 200 gr; 2 uova medie; agretti 300 gr; latte 80 gr; parmigiano grattugiato 60 gr; 1 cipollotto; sale e pepe

Preparazione: Per la pasta brisé mescolare la farina con l’olio in un mixer fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungere acqua e sale, poi impastare fino a ottenere un panetto omogeneo. Lavorarlo a mano per qualche minuto, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare.Tritare il cipollotto e soffriggerlo con un filo d’olio. Aggiungere gli agretti e cuocere a fuoco medio per 15 minuti, mescolando e aggiungendo un po’ d’acqua se necessario. Salare e pepare, poi lasciar intiepidire. Mescolare la robiola con le uova, un pizzico di sale e pepe. Aggiungere il latte e amalgamare bene. Incorporare 40 g di parmigiano grattugiato. Stendere la pasta brisée a 2-3 mm di spessore e ritagliare 4 dischi. Foderare gli stampini e bucherellare il fondo con una forchetta. Distribuire gli agretti e versare sopra la crema di formaggio. Spolverare con il parmigiano rimanente. Cuocere in forno a 180°C per 20 minuti, finché i tortini saranno dorati.

VELLUTATA

DI ASPARAGI E PATATE

Un piatto leggero ma gustoso e di grande effetto. Servita tiepida e in piccole porzioni, la vellutata può essere un antipasto per una cena, oppure come primo piatto dal sapore morbido e delicato. Ingredienti: : 500 g di asparagi; 300 g di patate; 1 cipolla; 750 ml di brodo vegetale2 cucchiai di olio extravergine d’oliva; Sale e pepe q.b.

Preparazione: Lavare gli asparagi, privarli della parte dura del gambo e tagliarli a pezzi. Tritare la cipolla e soffriggerla in una pentola con l’olio extravergine d’oliva.Aggiungere le patate sbucciate e tagliate a cubetti, seguite dagli asparagi. Coprire il tutto con il brodo vegetale e lasciare cuocere per circa 25 minuti. Quando le verdure sono morbide, frullare il composto con un mixer a immersione fino a ottenere una crema liscia.Servire la vellutata calda, con un filo d’olio e pepe nero macinato.

FUGASSA VENETA

Un dolce tipico del periodo pasquale. Ideale da portare come merenda per le prime scampagnate all’aria aperta. È una preparazione molto complessa, perché comprende diversi impasti che richiedono ben tre lievitazioni..

Ingredienti: 250 g di farina 00; 250 g di farina manitoba; 70 ml di latte tiepido; 4 uova; 20 g di lievito di birra fresco; 150 g di zucchero; 100 g di burro a temperatura ambiente; q.b. di sale; 1 buccia di arancia e di limone grattugiata

Preparazione: Sciogliere il lievito di birra nel latte tiepido, aggiungendo 20 gr di zucchero e 100 gr di un mix delle due farine. Mescolare per ottenere un impasto morbido: avvolgere con un panno leggermente umido e lasciare riposare per circa un’ora. Primo impasto: unire i 200 gr. di farina, le due uova e gli 80 gr. di zucchero. Aggiungere il lievitino e iniziare a lavorare il tutto finché l’impasto non sarà elastico. Successivamente unire i 50 gr. di burro morbido a piccoli, lavorare il tutto fino ad ottenere un impasto liscio e morbido. Lasciare riposare circa per tre ore. Secondo impasto: aggiungere i restanti ingredienti e unire al primo impasto, che nel frattempo sarà lievitato. A lievitazione avvenuta, disporre la pasta su una teglia rotonda, con i bordi alti, rivestita da carta da forno, cospargerla con le mandorle pelate e tagliate a metà nel senso della lunghezza, la granella di zucchero e un po’ di zucchero a velo. Infornare in forno statico a 180° per circa 30 minuti affinché la focaccia pasquale mantenga la sua morbidezza e leggerezza.

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Rubrica a cura di Sara Busato
Piatti gustosi per festeggiare con golosità la Pasqua
La fugassa di Nonno Colussi

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