laPiazza di Venezia__Giugno25

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di Venezia e Mestre

Marghera, primi passi verso il cantiere

della nuova Questura da 48 milioni di euro

Regionali, unica certezza la data

Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?

Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.

E invece?

Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.

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Cultura, al Teatro Toniolo presentata la nuova stagione con 18 spettacoli

“Far filò”, 7 compagnie riportano il teatro tra le corti e i campi in 14 appuntamenti

Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti: “I nostri negozi protagonisti e anima delle città”

Salone nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche

AGGRESSIONI, FURTI E RISSE

ALLARME

MINANO LA SICUREZZA URBANA:

L’assessore Pesce fa il punto sulla sicurezza a Venezia: 800 telecamere, agenti in borghese, lotta al degrado e ordinanze per frenare la movida e tutelare residenti e turisti

ALBERI: DOPO IL CROLLO DI PIAZZALE ROMA È EMERGENZA

aumentano le segnalazioni di piante a rischio: tra residenti e turisti c’è paura

GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO

Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”

ATra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.

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Attesa finita. Dopo una lunga attesa iniziano i lavori per l’importante opera

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Venezia guida la rivoluzione blu

V

enezia si fa portavoce di una nuova visione planetaria e lancia il Blue Deal, un patto tra le città d’acqua destinato a ridefinire il rapporto tra le comunità urbane e l’ambiente idrico. L’accordo, sottoscritto durante la seconda giornata della Venice Climate Week, sancisce l’avvio di una rete internazionale di enti locali e regioni uniti nell’impegno a promuovere soluzioni tecnologiche sostenibili legate all’acqua.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che l’acqua non rappresenta più solo una risorsa da gestire, ma un elemento centrale nella trasformazione ecologica e sociale del futuro. Non più confine tra le terre, ma filo conduttore tra i popoli. Con questa premessa, Venezia si propone di catalizzare un cambiamento radicale, coinvolgendo le oltre 10.000 grandi città del mondo nel riconoscersi non soltanto come realtà urbane del “pianeta Terra”, ma come “città del pianeta Acqua”. Il Blue Deal mira a favorire lo sviluppo e l’adozione di tecnologie blu distribuite, capaci di migliorare la resilienza delle città in un’epoca di idrosfere sempre più instabili e imprevedibili. Il progetto incoraggia la nascita di nuove imprese, infrastrutture intelligenti e posti di lavoro orientati all’adattamento climatico e alla gestione sostenibile delle risorse idriche.

Tra gli obiettivi dichiarati figura anche la proposta – simbolica e rivoluzionaria – di introdurre una nuova denominazione ufficiale del nostro pianeta: “Pianeta Aqua”. Un riconoscimento formale nei patti, nei codici e negli statuti locali e internazionali che sottolinei la centralità dell’acqua nell’equilibrio della vita umana.

Siglato il ‘Blue Deal’ alla Venice Climate Week

Tra violenza concreta e insicurezza percepita Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.

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Attesa finita. Dopo una lunga attesa iniziano i lavori per l’importante opera

Nuova sede della Questura a Marghera: inizia la fase di cantierizzazione dell’area

Parte la fase preliminare per la nuova sede della Questura a Marghera. Il progetto da 48 milioni è frutto di un accordo tra Ministero, Comune e Città metropolitana

L a Città metropolitana comunica che inizierà la fase propedeutica di cantierizzazione dell’area della nuova sede della Questura di Venezia a Marghera. procederà, dunque, alla delimitazione del perimetro dove, poi, sarà operativo il cantiere, della messa in sicurezza dello stesso e dell’area circostante, compresa quella che sarà la zona di movimentazione dei mezzi in entrata e in uscita. Verrà installata una adeguata cartellonistica che informerà della presenza del cantiere e di eventuali deviazioni o modifiche alla viabilità. La

ditta Mengato, che si è aggiudicata l’appalto, prenderà possesso dell’area per prepararla, poi, all’inizio della costruzione della struttura prevista questa estate. La realizzazione della nuova sede della questura di Venezia a Marghera è il risultato di un accordo tra il Ministero dell’Interno, che ha garantito i finanziamenti, il Comune di Venezia, che ha messo a disposizione il lotto, e la Città metropolitana, individuata come stazione appaltante, per un importo economico complessivo di 48milioni di euro.

L’area dove sorgerà la struttura, di circa 10mila metri quadri, è inserito tra via Ulloa e piazzale Giovannacci a Marghera dove un tempo sorgeva l’ex scuola Monteverdi. Le caratteristiche della nuova struttura si identificano in uno spazio di servizi a diretto contatto con il pubblico

e in uno spazio di tipo istituzionale e dirigenziale, oltre a quelli di tipo residenziale. Il progetto è dello studio Mario Coccinella.

“Questa nuova funzione rappresenta in modo concreto la nostra idea di riqualificazione urbana. La nuova sede della Questura sarà un vero e proprio

presidio di sicurezza e legalità non solo per Marghera ma anche per tutta Mestre che potranno finalmente contare su una struttura all’avanguardia, moderna e soprattutto posta in una zona strategica anche per garantire la sicurezza dell’area della stazione che presto inizierà con RFI i lavori di restyling - spiega il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro - Un ringraziamento particolare va rinnovato al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al Prefetto Darco Pellos che hanno avuto un ruolo determinante nel portare a compimento questo progetto e anche a tutti i tecnici e dirigenti della Città metropolitana, del Ministero e della Questura di Venezia che in questi mesi hanno seguito l’iter passo passo”.

Contro le truffe agli anziani, siglato un protocollo tra Città metropolitana e Prefettura

Il sindaco del Comune e della Città metropolitana di Venezia Luigi Brugnaro e il prefetto di Venezia Darco Pellos hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto delle truffe agli anziani. Il documento si inserisce nel “Patto metropolitano per Venezia sicura - Patto per la sicurezza urbana, integrata e partecipata”. Il Comune di Venezia ha attivato il progetto “Ocio Ciò”, per aumentare la sicurezza (reale e percepita) degli anziani, aiutandoli a vivere più serenamente, prevenire le condizioni di marginalità o rischio, aumentate dalla paura e dal senso di insicurezza, e stimolare la partecipazione alla vita sociale. L’obiettivo principale del protocollo sottoscritto con la Prefettura è, dunque, quello di coinvolgere la popolazione anziana rispetto alla prevenzione di furti, scippi e truffe, attraverso azioni di sensibilizzazione, collaborazione con le Forze dell’ordine, incontri di formazione - informazione, produzione e diffusione di materiale informativo, nonché con l’istituzione del Fondo a gestione diretta “Ocio al Tacuin”,

rivolto agli anziani rimasti vittime di un reato predatorio nel territorio comunale.

Otto i punti su cui si baserà l’attività dell’Amministrazione comunale rispetto all’accordo sottoscritto con la Prefettura:

• produrre specifici report aggiornati, a cadenza bimestrale;

• predisporre una relazione finale sugli esiti dell’iniziativa, corredata dal rendiconto economico - finanziario della gestione e della documentazione di spesa;

• raccogliere dati e informazioni sul fenomeno di furti e truffe nel territorio, attraverso la collaborazione delle Forze dell’ordine e mediante le richieste pervenute al dispositivo “Fondo Ocio al Tacuin”;

• rafforzare il rapporto con i media, sia a supporto delle attività del progetto, sia per agire positivamente sul livello di “sicurezza percepita”;

• progettare e realizzare incontri formativi - informativi nel territorio, rivolti a cittadini, gruppi e associazioni;

• organizzare attività aggregative per contrastare l’isolamento creando ulteriori occasioni informative;

• sostenere, attraverso il fondo “Ocio al Tacuin”, rimborsi agli over 70 che hanno subito furti o scippi o truffe;

• promuovere la cooperazione tra soggetti istituzionali, quali le Forze dell’ordine, realtà del Terzo settore e gruppi informali sugli obiettivi del progetto.

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Sicurezza urbana/1. La città lagunare affronta la stagione più delicata tra afflussi record e criticità urbane

Venezia entra nel suo periodo più critico L’assessore Pesce: “La sicurezza è una priorità”

V enezia inizia ad entrare nel suo periodo più critico dell’anno, in cui masse di visitatori si riversano nella città storica con rischi per la sicurezza di residenti e dei turisti stessi. Sulla situazione generale da questo punto di vista abbiamo fatto il punto con l’assessore alla sicurezza Elisabetta Pesce.

Secondo lei, è cambiata la percezione dei cittadini di Venezia riguardo alla sicurezza negli ultimi anni, anche alla luce degli accoltellamenti avvenuti alcuni mesi fa?

“La sicurezza è una priorità nazionale e l’impegno delle forze dell’ordine, con in prima linea la Polizia Locale, è costante e articolato. Fondamentale è il ruolo del sistema di videosorveglianza comunale, con oltre 800 telecamere attive e in espansione, che consente interventi tempestivi e il trac-

ciamento efficace degli autori di reati. I responsabili dei più recenti episodi criminosi sono stati rapidamente identificati e consegnati alla giustizia. A ciò si aggiunge l’importante lavoro interforze”. Contro i continui borseggi ai danni dei turisti, ritiene che dei presidi fissi della Polizia Locale in punti strategici possano essere una soluzione percorribile?

“Il tema dei borseggi, fenomeno diffuso in tutte le città ad alta vocazione turistica, resta una criticità. La normativa vigente, che spesso prevede l’archiviazione dei casi in assenza di querela, complica le attività repressive. Nonostante ciò, la Polizia Locale ha da tempo istituito un nucleo antiborseggio con agenti in borghese. Nei primi cinque mesi del 2025 sono state fermate 60 persone, mentre nel 2024 erano stati 105 i soggetti segnalati all’autorità giudiziaria. Actv ha at-

tivato un servizio di vigilanza privata nei principali imbarcaderi. La stazione di Santa Lucia e Piazzale Roma sono già state identificate dal Prefetto come “zone rosse”. Il programma Oculus Terraferma sta dando notevoli risultati. Quali saranno i prossimi step contro il degrado?

“Sul fronte del degrado urbano, il programma Oculus ha prodotto risultati concreti. Attivo sia in terraferma sia in altre zone del territorio, si basa sul Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana, che impone ai proprietari l’obbligo di mettere in sicurezza aree ed edifici abbandonati. Grazie al Servizio Sicurezza Urbana della Polizia Locale, numerosi siti sono stati bonificati e chiusi, riducendo rischi e insicurezza. Il lavoro proseguirà con attività di monitoraggio continuo e collaborazione interistituzionale per il recupero funzionale

degli immobili”. Parliamo di mala movida: quali sono i provvedimenti che state adottando a tutela della quiete pubblica?

“Per contrastare il disturbo alla quiete pubblica, è attiva un’ordinanza che regola gli orari di apertura dei locali: mescita entro le

Venezia: un triste primato. È prima in Veneto e i dati continuano a crescere

Secondo i dati pubblicati dall’ISTAT, la Provincia di Venezia si conferma, a tutto il 2023, come la zona più colpita dalla criminalità nel Veneto. Con 40.287 denunce registrate, il territorio lagunare mostra un aumento significativo rispetto ai 37.041 casi del 2022, consolidando una tendenza preoccupante, con un aumento del 68% dei reati spia rispetto al periodo 2018/2019. La seconda posizione in questa triste classifica spetta a Verona, con 36.259 reati, mentre Padova si ferma a 13.752. Il settore più colpito è quello dei furti, che rappresentano la maggior parte dei reati denunciati a Venezia: ben 22.144 episodi, contro i 17.644 di Verona e i 13.752 di Padova. Questi numeri evidenziano come

Venezia sia particolarmente vulnerabile in questo ambito, probabilmente a causa della forte presenza di turisti e di un flusso continuo di visitatori.

Per quanto riguarda gli omicidi, nel 2023

Venezia si posiziona in una situazione più tranquilla rispetto a Verona, che registra 28 casi di omicidi colposi legati ad incidenti stradali, contro i 20 di Venezia e i 19 di Padova. Tuttavia, in termini di omicidi volontari, Venezia si distingue con soli 3 casi, meno rispetto ai 7 di Treviso, i 6 di Padova e i 4 di Verona, segno che la violenza volontaria rimane un fenomeno meno diffuso nel territorio lagunare.

Le rapine sono un altro dato importante: Venezia e Verona sono praticamente a pari

merito, con 442 e 477 episodi rispettivamente, mentre Padova si ferma a 280. Questo dato sottolinea come le rapine siano un problema diffuso in tutta la regione, con Venezia che si conferma tra le zone più colpite.

Analizzando il tasso di delittuosità ogni 100.000 abitanti, Venezia si colloca al primo posto con 4.822 casi, lasciando indietro Verona (3.914) e le altre province venete. Questi numeri dipingono un quadro preoccupante, che, nonostante l’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine, richiede attenzione e interventi mirati per garantire maggiore sicurezza ai cittadini e ai visitatori di Venezia e del suo territorio circostante. (r.m.)

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1:30 e chiusura alle 2. Inoltre dalle 23:00 è obbligatoria la presenza di personale addetto al controllo dei plateatici, ed è vietata la diffusione di musica molesta. Il provvedimento prevede sanzioni, chiusure temporanee e, nei casi più gravi, la revoca della licenza”.

Riccardo Musacco

L’assessore Elisabetta Pesce

Lady Pickpocket: Monica Poli vedetta instancabile contro i borseggiatori

Èormai impossibile passeggiare tra i ponti e le calli di Venezia senza sentire, in qualche video virale, la voce ferma e inconfondibile di Monica Poli: “Attenzione, pickpocket!”. Una frase diventata tormentone, un grido d’allarme che ha fatto il giro del mondo, trasformandola da attivista locale a simbolo internazionale della lotta ai borseggi. Ma chi è davvero Monica Poli, la donna dietro all’audio più celebre del web?

“Faccio parte del Comitato Cittadini Non Distratti da molti anni”, racconta Monica. “Noi non facciamo giustizia sommaria, noi segnaliamo, preveniamo, proteggiamo. Ma servirebbero più presidi, più occhi attenti. Le bande lo sanno che qui possono rubare indisturbate”.

Monica parla con l’urgenza di chi vive la città ogni giorno. “Le borseggiatrici storiche ora si sono spostate a Milano e Firenze. Al loro posto sono arrivate nuove leve, accompagnate da uomini, in aumento. La strategia è cambiata: si spingono fino all’Arsenale e ai Giardini della

Biennale. E non si fermano mai. Di notte, fino a mezzanotte, agiscono indisturbati”.

Gli audio virali non sono solo spettacolo: nascono da un’esasperazione profonda. “Mi è capitato di essere aggredita, più volte. Sono famiglie intere, organizzazioni criminali che sfruttano i bambini e le gravidanze per evitare il carcere. Non si tratta di piccoli furti, è un sistema”.

Monica si dice amareggiata per le istituzioni: “Anche quando si riesce a prenderli in flagranza, l’arresto non viene convalidato. Obbligo di

firma, poi di nuovo liberi. Le forze dell’ordine fanno il possibile, ma con le mani legate. E Venezia è un labirinto: conoscono meglio loro i vicoli di noi veneziani”.

Un tempo, racconta, due guardie giurate presidiavano Piazzale Roma dalle 18 alle 24. “Funzionava. Ma oggi sono troppe le zone scoperte. I pontili, le macchinette dei biglietti, l’arrivo dei bus notturni... Ci servono almeno due guardie in più solo per la ferrovia”.

La sua proposta è chiara: “I soldi del ticket d’accesso usiamoli per la sicurezza. Ne ho già parlato pubblicamente. Non basta fare qualcosa per mettersi in mostra. Servono misure serie, coordinate, durature”. Intanto Monica continua. Gira per la città con il telefono in mano, pronta a urlare il suo “Attenzione pickpocket!”, ripresa dai turisti, ammirata da mezzo mondo. E conclude: “Abbiamo cambiato il logo, ora siamo anche su YouTube e Instagram. La nostra voce cresce. Ma non basta diventare virali, serve cambiare davvero le cose”.

Riccardo Musacco

Un lavoro incessante contro spaccio e reati al patrimonio

Il rapporto annuale sull’attività del 2024 del Corpo di Polizia Locale di Venezia ha presentato un bilancio ricco di interventi e iniziative per garantire sicurezza e vivibilità nella città. Nel corso dell’anno, gli agenti hanno effettuato numerosi interventi contro lo spaccio di droga: sono stati fermati 157 spacciatori, di cui 26 arrestati, e deferiti 282 soggetti per reati contro il patrimonio e il pubblica amministrazione. La polizia scientifica e tecnologica ha svolto 306 accertamenti tecnici e 362 estrazioni di dati digitali, a tutela della legalità.

vece, il sindaco Luigi Brugnaro ha firmato una nuova ordinanza che limita gli orari di apertura di bar e locali nelle zone più frequentate, dal 16 maggio al 14 luglio. La misura, già sperimentata nel 2024, anticipa l’inizio del periodo di restrizioni, in vista dell’aumento di visitatori estivi. Le aree interessate includono il centro di Mestre, Campo Santa Margherita, Piazzale Roma e altri punti nevralgici, per garantire convivenza tra residenti e turisti.

“Attenzione, pickpocket!”: Monica Poli è diventata virale, ma la sua missione è concreta. Denuncia un sistema criminale organizzato e chiede più presidi nelle aree critiche

Prosegue anche il programma di rigenerazione urbana #Oculus, con 111 operazioni, 172 sopralluoghi e 40 denunce per occupazioni abusive. La collaborazione tra istituzioni e cittadini si conferma fondamentale per migliorare la qualità della vita. Presenti all’evento l’assessore alla Sicurezza Elisabetta Pesce, il comandante Marco Agostini e il vice Gianni Franzoi. Sul fronte della mala movida, in-

L’ordinanza prevede la cessazione della mescita alle 1.30, l’apertura degli esercizi dalle 6 alle 2, con restrizioni sul servizio tra l’1 e l’1.30, e l’obbligo di personale di controllo dopo le 23. È vietata la musica all’esterno, mentre all’interno si può diffondere solo sottofondo fino alle 2. La regolamentazione riguarda anche attività artigianali e distributori automatici, con orari limitati.

L’assessore Costalonga sottolinea come questa misura sia frutto di un confronto con esercenti e citta-

dini, volto a tutelare lavoro e tranquillità. Elisabetta Pesce evidenzia invece come l’ordinanza abbia già prodotto risultati concreti, migliorando la vivibilità degli spazi pubblici e rafforzando la sicurezza urbana. Il comitato Danni da movida, però, non abbassa la guardia e ha fatto sapere che vigilerà sull’effettiva osservanza del provvedimento. “Siamo grati per gli sforzi delle forze dell’ordine –ha dichiarato a Veneto24 Martina Zennaro, Presidente del Comitato – ma ricordiamo che il rispetto delle regole da parte dei gestori dei locali non è un’opzione ma un obbligo”.

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Monica Poli

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La truffa. Complesso meccanismo per aggiudicarsi le gare

Appalti truccati per gli scuolabus: un milione di euro finisce sotto inchiesta

Bandi scolastici “truccati” per favorire un’unica ditta: a Gorizia sei funzionari e un dipendente privato sono indagati per aver pilotato gare d’appalto pubbliche relative alla fornitura di scuolabus. Sequestrati documenti e email compromettenti

Un sistema ben oliato, fatto di gare d’appalto confezionate su misura e accordi sottobanco, ha permesso a un’unica società, con sede in provincia di Venezia, di aggiudicarsi appalti pubblici per oltre 1,1 milioni di euro relativi alla fornitura di scuolabus.

È quanto emerso da una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Gorizia, sotto la direzione della Procura della Repubblica locale. Le irregolarità sono emerse in ben sette procedure di gara, tutte promosse da diversi enti della provincia, e tutte finite nelle mani della stessa azienda.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, le procedure di gara erano sistematicamente “indirizzate” prima ancora di essere pubblicate, tramite bandi costruiti ad hoc, che richiedevano scuolabus con specifiche tecniche identiche a quelle dei veicoli proposti preventivamente dalla società veneta.

In questo modo, la concorrenza veniva esclusa a monte: nessun altro fornitore poteva proporre mezzi che rispondessero a requisiti così stringenti e personalizzati. Il risultato era una finta competizione, dove l’unico partecipante effettivo era già noto, e i ribassi applicati dall’azienda vincitrice erano irrisori, anche inferiori all’1% rispetto alla base d’asta.

della provincia — e un dipendente commerciale della società fornitrice. Secondo l’accusa, gli accordi illeciti tra pubblici ufficiali e privati erano sistematici e finalizzati a pilotare gli appalti, compromettendo la libera concorrenza e violando i principi di trasparenza amministrativa.

Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha sequestrato documentazione cartacea, fascicoli di gara e computer dei funzionari coinvolti. L’analisi di un ampio volume di email compromettenti ha permesso di ricostruire nel dettaglio il sistema illecito.

Gli inquirenti hanno denunciato sei funzionari pubblici — appartenenti a diversi enti locali

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Maxi truffa a Venezia: clonavano patenti nautiche e le vendevano a 2mila euro, 50 indagati

La Procura di Venezia ha concluso una vasta indagine per corruzione che ha coinvolto un gruppo di persone accusate di aver clonato patenti nautiche, vendendole a prezzi elevati. Al centro dell’inchiesta c’è una rete che operava attraverso la Capitaneria di Porto di Venezia, con il coinvolgimento di un sottoufficiale e numerosi intermediari. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri, i colpevoli avrebbero utilizzato una tecnica fraudolenta che prevedeva la clonazione di patenti nautiche, spesso appartenenti a persone decedute. I falsi duplicati venivano poi venduti per circa 2mila euro ciascuno. L’inchiesta ha portato all’individuazione di 50 persone sotto accusa, tra cui alcuni noti residenti in Veneto e in altre regioni. Tra i principali indagati figura Paolo Russo, un 57enne di Zero Branco, luogotenente del servizio patenti presso la Capitaneria di Porto. Nel corso delle indagini, che hanno preso il via nel giugno 2022, è emerso che il meccanismo criminale era ben collaudato. Il luogotenente avrebbe suggerito, tramite intermediari, il numero e la data di scadenza di patenti già esistenti, appartenenti a persone ormai decedute, che venivano poi dichiarate smarrite per permettere il rilascio di duplicati. Tra gli altri indagati figura anche Giuseppe Di Napoli, un 56enne di Martellago, oltre a numerosi altri intermediari sparsi per diverse province. Le autorità hanno già sequestrato oltre 37mila euro, mentre la Procura sta valutando se ci sono gli estremi per portare tutti gli indagati a processo.

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Piazzale Roma. Paura e feriti durante il ponte del 2 giugno

Crolla un albero a Piazzale Roma: quattro feriti ancora in ospedale

Quattro persone sono ancora ricoverate a seguito del crollo di un grosso leccio avvenuto a Piazzale Roma, nel cuore di Venezia. L’incidente ha coinvolto un gruppo di dodici turisti, di cui otto già dimessi dagli ospedali cittadini. Tra questi ultimi c’è anche la bambina di 6 anni, la più grande delle due figlie della donna rimasta ferita in modo più serio. La sorellina più piccola, di 2 anni, invece, resta tuttora sotto osservazione medica.

Le condizioni più critiche sono quelle della madre, una 38enne, che è stata colpita direttamente dalla caduta dell’albero alto circa 15 metri. La donna è stata sottoposta d’urgenza a un intervento chirurgico per un grave trauma addominale presso l’ospedale dell’Angelo. Quindi è stata ricoverata in te-

rapia intensiva in prognosi riservata.

L’assessore Zaccariotto avvia accertamenti urgenti

Il crollo di un albero in Piazzale Roma, avvenuto il 2 giugno 2025, ha causato il ferimento di alcuni turisti, suscitando preoccupazione tra i residenti e le autorità locali.

Sul luogo del crollo si sono recati prontamente il comandante e l’assessore ai lavori pubblici, Francesca Zaccariotto. La loro presenza ha sottolineato l’urgenza di affrontare la situazione e di avviare un’indagine approfondita per comprendere le cause del cedimento.

Alcuni testimoni, tra cui diversi ambulanti presenti in zona, hanno riferito al Corriere del Veneto di aver sentito degli “scricchiolii” provenire dall’albero prima del suo crollo. Que-

sti segnali premonitori, se confermati, potrebbero indicare che il cedimento era prevedibile e che misure preventive avrebbero potuto essere adottate.

Il Sindaco Brugnaro: “Adesso pensiamo ai feriti”

“Siamo impegnati a seguire i feriti, in particolare la signora che è ancora in condizioni gravissime, in fin di vita”. Il sinda-

Continuano a cadere alberi: questa volta è toccato al Lido

Soltanto pochi giorno dopo il crollo degli alberi a piazzale Roma, la principale porta di Venezia per turisti e lavoratori, un altro crollo ha fatto molto discutere: una grande robinia, in piena notte, è collassata al Lido di Venezia.

In questo caso, a differenza di quanto accaduto pochi giorni prima, non ci sono state conseguenze per le persone. L’episodio è accaduto in piena notte e il grande albero è crollato verso il canale dove, fortunatamente, in quel momento non vi era barche ormeggiate.

Un secondo episodio in così poco tempo, però, ha fatto scoppiare le polemiche determinate dalla paura che qualcosa di grave possa accadere di nuovo.

Intanto si continua a parlare dell’episodio, purtroppo non senza feriti, di Piazzale Roma.

Sul albero caduto, infatti, il dottore forestale Riccardo Rizzetto ha pubblicato un video che, utilizzando le immagini ricavate da google street view del 2013 e poi del 2017 e, infine, del 2024 dalle quali, a suo dire, sarebbe

stato evidente, dall’evoluzione dello stato della chioma, che il grande leccio era malato.

Il Presidente della Municipalità di Venezia, Marco Borghi, nel frattempo ha attivato un servizio attraverso il quale i cittadini possono segnalare situazioni sospette e potenzialmente a rischio.

Certo Venezia, e il Lido, è sempre affollata e incidenti di questo tipo, oltre a produrre danni e purtroppo feriti, non rappresentano un bel biglietto da visita in una stagione pienamente turistica.

co di Venezia Luigi Brugnaro ha commentato il drammatico incidente avvenuto nel pomeriggio del 2 giugno in piazzale Roma a Venezia, dove un albero è improvvisamente crollato ferendo dodici persone, tra cui una 39enne tutt’ora ricoverata in condizioni critiche. Riguardo alle cause del crollo, il sindaco ha spiegato di essersi

recato sul luogo dell’incidente, senza però riuscire a comprendere appieno cosa possa aver provocato il cedimento. “Sono passato oggi a vedere, ma non riesco proprio a capire. Ci sono delle indagini in corso e cercheremo di approfondire”, ha aggiunto, lasciando intendere che saranno gli accertamenti tecnici a fare chiarezza.

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TEATRO GOLDONI – VENEZIA

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La svolta. Può tornare alla città un luogo storico

Firmata la pre-intesa per il rilancio dell’Arsenale Nord e del Bacino Grande

V enezia compie un passo importante verso il recupero e la valorizzazione dell’Arsenale Nord. È stata siglata, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro e di rappresentanti istituzionali di primo piano, la pre-intesa che dà avvio a una profonda riorganizzazione funzionale dell’area, con particolare attenzione al Bacino Grande, uno dei luoghi simbolo della città lagunare.

L’accordo, firmato dal Comune di Venezia, dall’Autorità per la Laguna, dal Consorzio Venezia Nuova e dal Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto, punta a restituire centralità a una parte significativa dell’Arsenale attraverso una razionalizzazione degli spazi e un uso più efficiente delle strutture esistenti. L’obiettivo condiviso è duplice: ottimizzare le attività di gestione del MOSE, il sistema di difesa contro l’acqua alta, e allo stesso tempo liberare nuove aree da destinare alla cittadinanza, alle imprese e alla cultura.

Il Comune, già dal 2012 proprietario del compendio con eccezione delle aree militari, aveva concesso l’uso gratuito di alcune porzioni all’allora centro operativo del MOSE. Oggi, alla luce dei cambiamenti organizzativi e tecnici intervenuti nella gestione dell’opera, si apre una nuova fase che prevede un utilizzo più articolato e flessibile degli spazi.

Il Bacino Grande tornerà nella disponibilità del Comune di Venezia, che potrà destinarlo a nuove funzioni civili e produttive. Saranno promosse attività economiche legate alla cantieristica nautica e alla manutenzione, ma anche iniziative culturali e sociali rivolte in particolare alle giovani generazioni. Il recupero delle strutture esistenti, infatti, non sarà soltanto architettonico, ma anche funzionale e comunitario.

“Il rilancio dell’Arsenale Nord –ha dichiarato il sindaco Brugnaro – è parte integrante di un più ampio progetto di riqualificazione dell’intero Arsenale, simbolo

storico e strategico per la città. Il nostro obiettivo è trasformare questi spazi in luoghi produttivi e vivi, a beneficio dell’intera collettività.”

L’intesa prevede la creazione di un tavolo operativo congiunto per definire tempi, modalità e atti amministrativi necessari a rendere effettiva la trasformazione. Le parti si sono impegnate inoltre a promuovere progetti condivisi in grado di attrarre finanziamenti europei, nazionali e regionali, con l’obiettivo di assicurare uno sviluppo sostenibile e duraturo.

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Ex Caserma Pepe al Lido di Venezia: semaforo verde del Consiglio comunale al progetto di riqualificazione

Semaforo verde del Consiglio comunale alla riqualificazione dell’ex “Caserma Pepe e Bellemo” al Lido di Venezia, destinata a diventare una nuova residenza universitaria. L’intervento, approvato all’unanimità, nasce dal Protocollo d’Intesa sottoscritto il 12 maggio 2022 tra Comune di Venezia, Agenzia del Demanio, Regione Veneto e Università Ca’ Foscari, con il quale è stata concessa all’Ateneo l’area per 19 anni. Grazie a questo accordo, Ca’ Foscari ha potuto accedere ai fondi del Ministero dell’Università e della Ricerca per l’edilizia residenziale universitaria, ottenendo un cofinanziamento di 26.905.785 euro per il recupero dell’immobile, attualmente in stato di abbandono, su una spesa complessiva di 32.437.000, finanziata da Ca’ Foscari per la parte eccedente il contributo. Il progetto, si inserisce nell’ambito del protocollo Città Campus volto alla realizzazione di un polo integrato di servizi per gli studenti, riqualificando un complesso immobiliare attualmente inutilizzabile, e prevede la realizzazione di una residenza universitaria per complessivi 207 posti letto suddivisi in 69 alloggi singoli e 69 alloggi doppi, progettati in modo da garantire per ciascuno i servizi essenziali come l’angolo cottura e un’area studio. Due degli edifici da concedere all’Ateneo, di proprietà comunale, sono dichiarati di interesse culturale, come il resto del complesso, e risultano inagibili e inutilizzabili. Pertanto, l’intervento qualificato da parte dell’Università Ca’ Foscari ne consente il recupero finalizzato alla conservazione e alla tutela del patrimonio culturale comunale, migliorando le condizioni di utilizzo e l’apertura dei luoghi. La delibera dispone che gli spazi del compendio non potranno essere destinati, neanche per brevi periodi, all’uso turistico ricettivo o complementare o ai servizi legati all’accoglienza dei turisti. Sarà invece favorita l’apertura alla cittadinanza di alcune aree dell’ex Caserma per ampliare l’offerta formativa della città, creare momenti di aggregazione e per lo svolgimento di attività di pubblico interesse, strumentali alla realizzazione delle finalità istituzionali a vantaggio dei cittadini.

Il sindaco Brugnaro espone il progetto

In Tribunale. La città attende giustizia

Mestre, omicidio Gobbato, al via il processo contro Serghei Merjievschii

Iniziato a Venezia il processo per l’omicidio di Jack Gobbato, ucciso nel tentativo di fermare una rapina. L’imputato Merjievschii si difende: “Non volevo uccidere”. Visionato in aula il video dell’aggressione. Udienza aggiornata all’8 luglio

Èiniziato davanti alla Corte d’Assise di Venezia il processo a Serghei Merjievschii, 38 anni, accusato di omicidio volontario aggravato per la morte di Giacomo “Jack” Gobbato, avvenuta a Mestre il 20 settembre 2024. Il giovane fu accoltellato mentre cercava di impedire una rapina, insieme a un amico che rimase ferito.

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Merjievschii, presente in aula, ha ammesso le sue responsabilità solo in parte, sostenendo di aver agito per procurarsi denaro per l’acquisto di cocaina, ma ha negato l’intenzione di uccidere. “Ho cercato solo di allontanarli”, ha detto riferendosi a Gobbato e all’amico intervenuti per difendere una donna aggredita.

Oltre all’accusa di omicidio, l’imputato deve rispondere anche di due rapine, tra cui quella sfociata nel tragico omicidio. Durante la prima udienza, i giu-

dici hanno visionato un filmato delle telecamere di sorveglianza che documenta l’intera sequenza: l’aggressione iniziale, le urla della donna, il tentativo dei due ragazzi di bloccare l’aggressore, fino al violento accoltellamento che è costato la vita al 25enne.

La scena, cruda e drammati-

ca, ha lasciato un clima di forte tensione nell’aula del tribunale, dove erano presenti familiari e amici della vittima.

La prossima udienza è fissata per l’8 luglio, quando verranno ascoltati ulteriori testimoni e approfonditi gli elementi alla base delle imputazioni.

Scoperta shock nel verde della Gazzera: trovato cadavere in stato di decomposizione

Una tranquilla passeggiata domenicale con il cane si è trasformata in una scena da cronaca nera. Poco prima delle 18 di domenica 1° giugno, una residente di via Gazzera Alta ha scoperto il cadavere di un uomo, disteso tra l’erba alta, nei pressi del parco del Rio Cimetto. È stata la sua cagnolina, appena liberata al guinzaglio, a correre in direzione del corpo e a richiamare l’attenzione della padrona con abbai insistenti.

La donna, insospettita dal comportamento agitato dell’animale, ha deciso di seguirlo, fino a trovarsi davanti a un corpo immobile, seminascosto dalla vegetazione.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 1 18 e le volanti della questura. Il medico ha potuto soltanto constatare il decesso: si trattava di un uomo di nazionalità cinese, in avanzato stato di decomposizione, con ogni probabilità morto da diversi giorni. L’identità non è stata ancora accertata.

Il luogo del ritrovamento è un’area verde scarsamente frequentata, non distante dalla nuova fermata ferroviaria Mestre Gazzera. Il cantiere del progetto Sfmr ha reso la zona semi-isolata, sebbene qualche residente abbia riferito di averci passeggiato nei giorni precedenti, senza notare nulla di anomalo. Alcuni raccontano che in quell’area, tra rovi e canali di scolo, talvolta si rifugia-

no senzatetto in cerca di riparo. Intorno alle 19.30 è arrivata sul posto la polizia scientifica, che ha eseguito i rilievi sul corpo e sulla zona circostante. L’obiettivo è fare luce sull’identità dell’uomo e ricostruire le sue ultime ore di vita. Al momento, non sono emersi segni evidenti di violenza, ma saranno gli accertamenti medico-legali a fornire elementi più precisi.

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lizzate in Veneto. Ogni volta che in uno degli Ospedali della nostra coglie il frutto di anni di lavori, di fessionisti che vi opereranno, al

del servizio che, anche nella nostra Ulss 3 Serenissima, è da tempo in atto sulle strade. Ovunque, nella terraferma, al fianco dell’ambulan-

tive, l’”idromedica” sarà presentata nelle prossime ore al Salone Nautico di Venezia; l’anteprima odierna organizzata dall’Ulss 3 Serenissima

renissima - ha sottolineato il Direttore Generale Edgardo Contato - vuole sempre tenere come linea guida del proprio impegno, e cioè che non intendiamo lasciare indietro nessuno, e che a tutti, quindi, vogliamo garantire il meglio quanto ai servizi: nasce da qui l’idea di un mezzo acqueo veloce, che anche in laguna migliori i tempi di intervento, e permetta al medico di servizio di intervenire sui codici rossi effettivi, aumentando la performance sanitaria suo codici gravi”.

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La nuova “idromedica” viene realizzata in due esemplari: la prima è già completamente allestita e sarà messa in acqua nel pomeriggio di oggi, per il passaggio al Salone Nautico e per i collaudi necessari, per poi entrare in servizio attivo nelle prossime settimane; la seconda è in via di allestimento. Il prototipo, con la barca gemella, è stato realizzato, utilizzando per lo scafo in legno e carbonio, nel cantiere Ca’

Na.Ve di Venezia; è lungo quasi 7 metri e mezzo, pesa 1200 kg a vuoto, è dotato di un motore fuoribordo da 200hp, può raggiungere i 40 nodi di velocità. La nuova “idromedica” qualifica la flotta del Suem118 veneziano e si caratterizza per una precisa attenzione all’ambiente: grazie alle peculiarità caratteristiche dello scafo, riduce la produzione di moto ondoso anche alle alte velocità.

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completa e di ultima generazione e con un’équipe dedicata. Il sistema occupa complessivamente quasi 2.500 metri quadri, in cui operano complessivamente 27 dirigenti medici e biologi, 59 tecnici di laboratorio e 9 operatori sociosanitari.

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tamente automatizzate, riducendo al minimo gli errori umani e aumentando la velocità delle operazioni.

2. Il Laboratorio di genetica e citogenetica è collocato al piano -2 su 560 mq. Diretto dal dottor Mosè Favarato,

l’identificazione rapida dell’agente infettivo (spettrometria di massa) e per la sensibilità agli antibiotici (ricerca dei geni associati a farmacoresistenze).

Realizzato ex novo, è all’avanguardia nel campo dell’automazione ed è dotato di una stanza di biosicurezza di livello

L a nuova piastra angiografica è stata realizzata con un cantiere articolato in tre stralci senza mai interrompere le attività di cardiologia interventistica ed emodinamica e di neuroradiologia e radiologia interventistica. È stata ricavata dagli spazi pre-

Nelle foto di queste pagine, in alto il Direttore Contato con il Primario Cagliari e la sua équipe, e due immagini del laboratorio e della piastra angiografica; in basso il Presidente Zaia con i Primari Righi e Themistoclakis e con il Primario Carraro

tività in altra sede e alcune

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Adolescenti psichiatrici triplicati in cinque anni,

correlazione all’utilizzo intensivo e no un impatto importante sullo stima e sulla regolazione emotiva, come rilevato in più studi - dicono Festa e Rampazzo -. L’esposizione portamentali online può generare li dannosi e difficoltà relazionali, contribuendo all’insorgenza del disagio psicologico. A fianco di ciò nitori che spesso sembrano come dibili ed autorevoli amplificando cordare l’impatto della pandemia, to, riduzione delle relazioni sociali, angosce di morte e interruzione

ni, tredicenni e quattordicenni: sono raddoppiati dall’anno scorso.

Fobie dei ragazzi

N el quadro dei disturbi ansiosi o di isolamento sociale, tra gli elementi emergenti, l’équipe dello Iaf riscontra ciclicamente quella che descrive come “ansia di separazione dallo smartphone - dice Angelica Rampazzo, neuropsichiatra e direttrice Iaf di Dolo, Mirano e Chioggia - e paura di essere

ambini, adolescenti, famiglie, prevenzione, sostegno, diagnosi, cura, riabilitazione, lavoro clinico multiprofessionale e integrato.

Se ne è parlato nelle scorse settimane alla Casa della comunità di Noale. Le professioniste Iaf, assieme al direttore socio sanitario Massimo Zuin e ad altri esperti provenienti dal mondo dell’università, delle associazioni e dei servizi territoriali e ospedalieri dell’Ulss 3, sono stati protagonisti, in sala convegni, del seminario “I servizi a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia”.

Le Primarie Angelica Rampazzo e Ilaria Festa

Spettacolo. Una rassegna itinerante composta da 14 appuntamenti, due per ciascuna provincia

Sette compagnie venete riportano il teatro tra le corti e i campi

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itrovare le radici del teatro popolare attraversando il paesaggio agricolo veneto con la forza della narrazione. È questo lo spirito di Far Filò. Storie della terra e del cielo, il nuovo progetto teatrale che porterà, tra luglio e dicembre 2025, spettacoli itineranti nelle sette province del Veneto. Corti rurali, aziende agricole, parchi e chiostri si trasformeranno in palcoscenici d’eccezione, accogliendo una rassegna che intreccia il passato della civiltà contadina con le sfide contemporanee legate alla sostenibilità, alla biodiversità e al cambiamento climatico. La rassegna nasce nell’ambito del progetto speciale “Coltivare Teatro”, promosso dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, in collaborazione con Arteven, Coldiretti Veneto e il sostegno della Regione del Veneto.

“Il teatro nasce dalla terra. Con Far Filò. Storie della terra e del cielo vogliamo tornare alle radici popolari del teatro. Questo progetto dà spazio alle compagnie profes-

sioniste del Veneto e ha il valore culturale di riscoprire le radici rurali del teatro – dichiara Giampiero Beltotto, presidente della Fondazione Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale -. I più sentiti ringraziamenti vanno a Coldiretti Veneto perché ci ha creduto fin da subito e ad Arteven Circuito Multidisciplinare Regionale grazie alla cui collaborazione con questo progetto itinerante raggiungeremo tutte le province della regione. È nella lingua del Ruzante che troviamo le radici rurali del teatro pavano e veneto. Con questo spirito di riscoperta abbiamo selezionato le migliori 7 proposte artistiche tra le 30 candidate. Saranno 14 appuntamenti, due per ogni provincia. Riempiremo il Veneto di buona terra e buona linfa”.

“FarFilò. Storie della terra e del cielo non è solo un progetto teatrale, ma un’occasione per far rivivere una tradizione antica in chiave contemporanea, unendo memoria e innovazione per coltivare il senso di appartenenza e custodire la bel-

lezza del nostro patrimonio rurale, elemento fondante della cultura e dell’identità venete” sottolinea l’assessore regionale alla cultura Cristiano Corazzari.

“Il fare filò animava il nostro territorio e la gente bei campi nel passato, oggi quel bel racconto agricolo si trasforma in questa progettualità, in un network importante per tutti coloro che operano ai fini organizzativi che sarà arricchente per tutti coloro che ne usufruiranno – afferma Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto -. Tutti abbiamo bisogno di riscoprire il valore della socialità e

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tà, oltre che tenere accese le nostre comunità, soprattutto quelle più piccole. Per questo ci mettiamo a disposizione con le nostre aziende che conoscono già il termine della “multifunzionalità” e con questo progetto teatrale si apriranno anche a un nuovo modo di fare accoglienza. Come mondo agricolo abbiamo bisogno della vicinanza della cittadinanza per raccontare l’agricoltura di oggi, fatta di sfide economiche, ma anche sociali e sindacali”. “Nella tradizione veneta fare filò aveva il significato di trasmettere oralmente tradizioni e

saperi collocandosi tra le preziose espressioni della cultura immateriale della nostra regione. Le tradizioni sono parte di una memoria personale e collettiva che non devono andare perdute ma continuamente rinnovate e trasmesse all’interno della comunità. È questo l’obiettivo dell’articolato progetto che ci vede promotori - dichiara Massimo Zuin, presidente di Arteven Circuito Multidisciplinare Regionale – assieme al Teatro Stabile del Veneto e Coldiretti Veneto. Ora il testimone passa alle sette compagnie teatrali selezionate che, tra luglio e dicembre, porteranno le loro proposte artistiche anche in luoghi non convenzionali, apportando nuova linfa e nuovi spunti alla narrazione orale”.

Con due spettacoli per provincia e un totale di 14 appuntamenti, Far Filò si configura come un’esperienza teatrale diffusa, capace di unire le persone attraverso storie, paesaggi e valori condivisi. Un viaggio nella memoria, ma con lo sguardo rivolto al domani.

La sorpresa. La star vicina ai più deboli, accompagnata dal presidente Pietrangelo Buttafuoco

Ospite d’eccezione al carcere di Venezia: Willem Dafoe incontra i detenuti

Al carcere di Venezia Willem Dafoe assiste a uno spettacolo teatrale dei detenuti e propone futuri laboratori. La Biennale annuncia un progetto stabile per fare dell’arte un ponte verso l’inclusione e la trasformazione umana

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l carcere di Venezia è stato protagonista di una giornata davvero singolare, dove l’attore americano Willem Dafoe, noto per i suoi ruoli iconici e attuale presidente della Biennale Teatro, ha incontrato i detenuti dell’istituto penitenziario. Accompagnato da Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, Dafoe ha partecipato a una visita intensa e significativa, culminata nell’assistenza a una breve rappresentazione teatrale messa in scena dalla compagnia interna, diretta dal regista e pedagogista Michalis Traitsis. La rappresentazione, parte di un progetto trattamentale volto al recupero e alla formazione dei detenuti, ha colpito profondamente l’attore, che ha definito lo spettacolo “vero teatro”, sottolineando come a volte la più autentica espressione artistica si trovi lontano dai circuiti commerciali. Dafoe ha espresso il desiderio di tornare presto per condurre personalmente laboratori teatrali rivolti ai detenuti, confermando l’importanza dell’arte come strumento di riscatto e inclusione.

Parallelamente, Pietrangelo Buttafuoco ha annunciato l’intenzione di avviare un progetto stabile all’interno del carcere,

destinato a diventare uno spazio permanente per la sperimentazione teatrale e gli incontri culturali. L’obiettivo è creare un polo dedicato ad eventi, ospiti e percorsi formativi, grazie alla riconversione di un’area inutilizzata dell’istituto. Il progetto, sostenuto dalla Biennale di Venezia, mira a ospitare personalità di rilievo nazionale e internazionale, ampliando così le opportunità di dialogo e crescita per la comunità carceraria. Durante la visita, a Willem Dafoe è stata consegnata una scultura realizzata da un appartenente alla Polizia penitenziaria. L’opera raffigura il ‘Goblin’, celebre personaggio interpretato

dall’attore nel film “Spiderman”, nell’atto di aprirsi il petto per mostrare una maglia con la scritta “Polizia Penitenziaria”. Alla base, la frase “Everyone can change” sintetizza un messaggio universale di trasformazione e speranza, cuore pulsante della missione educativa dell’istituto. Il direttore del carcere, Francesco Farina, ha voluto ringraziare con sincerità la Biennale, le istituzioni e tutte le realtà coinvolte nei progetti di recupero, definendo l’istituto “un luogo dove la bellezza dialoga con la sofferenza” e dove arte e cultura rappresentano veicoli fondamentali di rinascita, umanità e inclusione sociale.

Venezia: via al restauro del “Cristo davanti a Pilato”

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Un importante passo avanti nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico italiano è stato compiuto nei giorni scorsi a Montecitorio con la firma di un accordo tra la Camera dei deputati e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. L’intesa mira a valorizzare le opere d’arte custodite nei depositi veneziani, trasferendole temporaneamente negli spazi parlamentari per restauro e fruizione pubblica. Alla cerimonia di firma hanno partecipato il segretario generale della Camera, Fabrizio Castaldi, e il direttore delle Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia. Il protocollo si inserisce in un più ampio progetto, siglato a dicembre 2024 dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e dal

ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che punta a promuovere iniziative volte a rendere il

patrimonio artistico nazionale maggiormente accessibile ai cittadini e a favorire la ricerca storico-scientifica. Il primo risultato dell’accordo riguarda il trasferimento e il re-

stauro a Roma di “Cristo davanti a Pilato”, una grande tela (300x448 cm) realizzata verso il 1570-1580 da Paolo e Benedetto Caliari, attualmente conservata nei magazzini veneziani. Dopo il restauro, l’opera sarà esposta nella Sala Moro di Montecitorio, luogo di grande afflusso di scolaresche, delegazioni internazionali e visitatori.

L’esposizione consentirà un dialogo diretto con un’altra celebre opera dei Caliari, le “Nozze di Cana”, restaurata nel 2021 e già presente nella stessa sede parlamentare. Questo confronto offrirà una preziosa occasione per apprezzare due espressioni significative della pittura veneta tardorinascimentale, provenienti dalla stessa bottega artistica.

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Basket. Un papà come idolo e un percorso ancora tutto da scrivere

Davide Moretti sogna in grande spinto da un’ambizione fuori dal comune

P er Davide Moretti la passione per il basket nasce in casa. Il playmaker dell’Umana Reyer Venezia, infatti, fin da bambino si è trovato davanti un modello, un maestro e un idolo: si tratta di suo papà Paolo. “È stato un cestista e oggi è un allenatore. Sin da piccolo mi sono sempre spostato per seguirlo, non avevo mai una sistemazione fissa in inverno, viaggiavamo molto; sono cresciuto guardando le sue videocassette e con la voglia di imitarlo e, perché no, superarlo”. Un cammino che parte dalle giovanili a Pistoia, dove vince uno scudetto giovanile. Dopodiché c’è il trasferimento nella Stella Azzurra Roma. A soli 16 anni, con il ritorno in Toscana, arriva l’esordio tra i grandi: si aprono le porte della Serie A.

Nel 2017 si presenta la grande occasione: l’Ncaa negli Stati Uniti. “Era un’esperienza che mi intrigava già da prima”, ammette Davide. “Guardavo sempre l’Nba. L’esperienza è stata grandiosa; lì ci sono

tante persone che ti seguono, che guardano il college, oltre alle strutture che sono all’avanguardia”. La possibilità di andare al Texas Tech è nata dai buoni risultati con la nazionale giovanile, che gli hanno aperto le porte di molte società. Eppure, non è stato tutto facile. La difficoltà con la lingua, la solitudine e la distanza da casa sono ostacoli che Moretti ha dovuto affrontare. “Non nascondo il fatto che ho pensato di tornare a casa nel primo periodo. Poi mi sono rimboccato le maniche, mi sono chiuso in palestra e sono riuscito a farcela”.

Nel 2020 si concretizza la possibilità del ritorno in Italia: alla sua porta bussa l’Olimpia Milano. “È complicato dire di no ad una società del genere. Ho accettato e deciso di fare uno step in avanti”. Oggi, la nuova casa del bolognese è la Reyer Venezia: “Siamo un gruppo che ha talento, ma abbiamo avuto tanti problemi durante l’anno”, racconta. “Nonostante ciò non ci siamo mai disuniti e la forza men-

tale ci ha aiutato a vincere alcune partite non scontate”. Le difficoltà legate agli infortuni non sono passate inosservate, ma “c’è del potenziale e possiamo fare bene nella fase finale”. Il rapporto con coach Spahija è un altro punto di forza: “Mi conosce da tanto tempo, mi ha voluto in squadra. La sua carriera, poi, parla per lui”. E poi c’è la Nazionale, un sogno per Moretti: “Sono contentissimo di essere rientrato. Spero ora di rimanerci in pianta stabile”. Parlando dei suoi idoli, Davide non ha dubbi: “Guardo da sempre le gesta di Manu Ginobili, ex grande cestista argentino; mi faceva impazzire. Ammiravo la sua attitudine in campo, la capacità di far sempre la scelta giusta. Ho sempre cercato di imitarlo”. Moretti, infatti, si definisce un “play moderno”: “Posso sia fare punti che gestire la squadra. Cerco di fare la giocata giusta al momento giusto, quello che serve alla squadra per vincere”. Per quanto riguarda i numeri di maglia, Davi-

Venezia FC, retrocessione amara ma si lavora per la risalita

Cronaca di una retrocessione annunciata. Sembrerà blasfemo parafrasare il sommo scrittore Gabriel Garcia Marquez ma per definire la stagione del Venezia FC mai titolo potrebbe essere più adatto. Niente da fare per gli arancioneroverdi, quindi, il sogno di una permanenza in Serie A anche per la prossima stagione sportiva 2025-26 è infatti sfumato al fotofinish con le due sconfitte nelle gare finali a Cagliari e in casa contro la Juventus. L’illusione che aveva fatto sperare i tifosi con la vittoria 2-1 al Penzo contro la Fiorentina che aveva permesso ai lagunari di abbandonare le sabbie mobili della zona re-

trocessione è svanita con le tre sberle prese in terra sarda da un team rossoblu assai più motivato. Sperare poi di battere le zebre torinesi, nonostante la buona volontà dimostrata, era un’ipotesi buona solo per gli amanti delle belle favole a lieto fine. Un risultato finale che nasce da lontano, purtroppo, con una campagna acquisti assai limitata anche per problemi di bilancio, la delusione per alcuni elementi su cui si era puntato, come Oristanio, mai veramente incisivo in attacco e quello che doveva essere il pilastro del centrocampo, Duncan, falcidiato dagli infortuni nella seconda parte di stagione. Se poi ci

de è particolarmente legato all’11, il numero che aveva suo padre in Nazionale, al 25, il numero che ha usato negli Stati Uniti, e al 9 e al 7 che appartenevano sempre a suo padre. Il play di Venezia, riflette poi, sui sacrifici fatti per raggiungere gli altissimi livelli del basket: “Ho fatto una scelta di vita. Non è stato facile far combaciare tutto”, ammette. “Sei sempre in giro, in un posto nuovo ogni anno. È difficile mantenere le amicizie e gli amori, ma questo sport è sempre stato la mia priorità”. Moretti, infatti, vive

mettiamo pure la cessione di Pohjanpalo al Palermo nel mercato di gennaio (a proposito, con l’ex capitano ci si incontrerà nuovamente l’anno prossimo, stavolta da avversari) con i rincalzi, Fila e Maric che lo hanno fatto rimpiangere, l’infortunio di Svoboda e una difesa spesso da reinventare, la frittata è fatta. Un plauso a chi ci ha creduto fino all’ultimo e ha lottato, dal mister Di Francesco in primis, poi Nicolussi Caviglia, Kike Perez e Haps, fino all’ultimo mai domi. In attesa del

il gioco con un’ambizione fuori dal comune: “Voglio vincere uno scudetto in più di mio padre, diventare un giocatore di livello più alto, giocare stabilmente in Europa e magari, un giorno, approdare in Nba. E, naturalmente, vincere una medaglia con la Nazionale”. Pensando al dopo carriera, Davide non esclude di rimanere nel mondo del basket, la sua grande passione. “Escludo di voler fare l’allenatore, però mi piacerebbe fare il GM o il direttore sportivo”.

Stefano Parpajola

nuovo stadio, però, nessuno nel club, pur nel rammarico per come sono andate le cose, si fascia la testa. Il DS Filippo Antonelli ha dichiarato che il progetto va avanti e una volta pianificati budget e programmi, si potrà pensare ad affrontare ancora da protagonisti anche il campionato cadetto. (r.m.)

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Corsa alle regionali

Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.

Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.

Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-

riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.

Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-

tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.

Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.

Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti

Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità

Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.

Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.

“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-

cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:

“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:

“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”

I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che

ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”

Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”

Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-

ficiale: www.energiaperilterritorio. it.

Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.

Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia

Economia.

L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale

“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”

F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-

Convento

sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.

L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai

nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”. Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale

Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.

(Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”

Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il

fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.

L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-

mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e

amministrazioni locali”.

Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)

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Flavio Zanonato e Flavio Convento

L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”

Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità

C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.

Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.

“È una scommessa iniziata nel

2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.

Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.

Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.

Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-

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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.

Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia

del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.

Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.

Riccardo Musacco

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I risultati. Nel 2024 il fatturato regionale ha superato i 984 milioni di euro sulla spinta degli investimenti per 53 milioni

Despar Nord cresce in Veneto tra investimenti e impegno sociale

Espansione, territorio e solidarietà: Despar Nord apre nuovi negozi, valorizza produttori locali e sostiene iniziative contro lo spreco, per l’inclusione e l’educazione dei più giovani

Despar Nord continua a crescere in Veneto, sostenuta da solidi risultati economici e da un forte impegno sociale. Nel 2024, il fatturato regionale ha superato i 984 milioni di euro, con un incremento dell’1,2% rispetto al 2023, spinto da investimenti per 53 milioni di euro, destinati soprattutto all’ampliamento e alla modernizzazione della rete vendita. Sono stati aperti quattro nuovi negozi e ristrutturati altri cinque, portando a 156 i punti vendita in Veneto (83 diretti, 73 affiliati). Questa espansione ha contribuito ad un incremento dell’occupazione, con 564 nuove assunzioni, per un totale di 4.321 collaboratori nella regione. Nel percorso di crescita dell’Azienda, la valorizzazione del territorio è rimasta un elemento centrale, grazie al progetto “Sapori del Territorio”, il marchio che oggi riunisce oltre 3.000 referenze provenienti da più di 400 produttori locali, di cui 117 veneti. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai micro-localismi, con l’inserimento di quasi 40 nuovi micro-produttori artigiani e circa 200 prodotti a filiera corta, disponibili nei punti vendita del Veneto più vicini alle rispettive aree di produzione. Uno dei pilastri della strategia di crescita di Despar Nord è l’impegno concreto per il

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territorio che, anche nel 2024, si è tradotto in numerose iniziative a carattere sociale in tutta la regione. Sul fronte della lotta allo spreco alimentare, nel 2024 sono state recuperate oltre 430 tonnellate di cibo, grazie alla collaborazione con Last Minute Market e più di 50 associazioni locali. Un risultato importante, che ha permesso la preparazione di circa 950.000 pasti destinati alle persone in difficoltà.

È proseguito anche il progetto di inclusione lavorativa “iDem”, sviluppato in collaborazione con la cooperativa Vite Vere Down Dadi, che ha coinvolto sei persone con disabilità intellettiva nella realizzazione artigianale di shopper in cotone, oggi in vendita in alcuni punti vendita della zona di Padova, e che nel 2025 si evolverà con l’iniziativa “iDem in Tour”, portando questo modello virtuoso anche in altri territori.

Despar Nord ha inoltre supportato iniziative in favore delle donne come ad esempio il sostegno all’Associazione D.i.Re – Donne in Rete Contro la Violenza con una donazione diretta al “Progetto Fondo Lavoro” e la partecipazione alla Pink Run di Padova. Non sono mancate attività nell’ambito della promozione sociale con iniziative concrete rivolte alla tutela

dei cittadini, come la campagna contro le truffe agli anziani realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato e ANACI.

Sul fronte educativo, è proseguito il programma “Le Buone Abitudini”, che promuove la sana alimentazione e corretti stili di vita nelle scuole primarie: solo in Veneto, il programma ha coinvolto

445 insegnanti, 890 classi e oltre 19.500 alunni. A questo, si è aggiunta inoltre l’iniziativa Scuolafacendo, con cui Despar ha donato 4.400 premi a più di 1.000 scuole, per un valore complessivo di oltre 176.000 euro. Infine, anche nel 2024 Despar Nord ha continuato a promuovere iniziative di sensibilizzazione sui temi am-

Giubilei Despar, un omaggio a impegno e appartenenza: in Veneto premiati 397 collaboratori

Despar Nord premia quasi 400 collaboratori per i traguardi di carriera in un evento che esalta rispetto, appartenenza e dedizione. Al centro, le persone e le loro storie aziendali

Un evento sentito, che unisce riconoscimento e gratitudine: si è svolta lo scorso 28 maggio presso la Villa di Montruglio, a Barbarano Vicentino, l’edizione veneta del tradizionale “Giubileo” di Despar Nord, un appuntamento annuale che celebra i collaboratori per i loro importanti percorsi di anzianità aziendale o per il traguardo della pensione. Ben 397 le persone premiate, protagoniste di carriere che spaziano dai 15 ai 40 anni di servizio, fino al pensionamento. Un evento che è nato per valorizzare le storie e le esperienze dei collaboratori di Despar Nord, tutte diverse ma accomunate dalla dedizione, dall’impegno e dalla passione dimostrate lavorando nella grande “famiglia dell’Abete”. Sul palco si sono alternati rappresentanti aziendali e collaboratori, in un clima di festa ma

anche di riflessione sui valori che tengono unita una grande realtà come Despar Nord: il rispetto, la collaborazione e un forte senso di appartenenza. Ogni riconoscimento consegnato ha raccontato un pezzo di storia aziendale, un percorso umano e professionale che ha contribuito alla crescita dell’organizzazione. Il Giubileo è stato così l’occasione per dare voce a quasi 400 storie di persone che hanno creduto nel progetto, che hanno vissuto e costruito l’evoluzione di Despar Nord giorno dopo giorno. Un’iniziativa che conferma l’attenzione e l’impegno costante dell’azienda nel valorizzare i propri collaboratori, nella consapevolezza che non c’è successo aziendale senza riconoscimento del lavoro e della dedizione di chi ne è protagonista ogni giorno.

bientali come ad esempio il progetto “Piccoli Eroi Ricicloni”, che ha visto la partecipazione di circa 40 alunni della primaria di Santa Caterina d’Este. Un insieme di azioni che conferma Despar Nord come attore economico e sociale strategico per il Veneto, capace di generare valore condiviso per le comunità locali.

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Un altro evento musicale signi cativo sarà il “Festival Organistico di CavallinoTreporti”, articolato in otto concerti che avranno come protagonista lo storico or-

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razza panoramica di Cavallino, su un tracciato nuovo e più impegnativo, completamente visibile dalla pista ciclopedonale a sbalzo sulla laguna.

CAVALLINO-TREPORTI, UN LUOGO DA SCOPRIRE E DA VIVERE

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