Mestre all’avanguardia: all’Ospedale dell’Angelo nuovi laboratori integrati e piastra angiografica
Corsa alle regionali
Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”
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Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
TRA PAURA E CONTROLLO: LE CITTÀ SI TRASFORMANO
A Chioggia, risse, furti e movida selvaggia: è allarme. Scattano zone rosse ed ordinanze anti alcol. Barbara Penzo (Pd): “Non si criminalizzi il disagio sociale”
“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile
MONTANARIELLO
ATTACCA LA GIUNTA, “I CITTADINI MERITANO MOLTO DI PIÙ”
Il consigliere del Partito Democratico denuncia l’inerzia dell’attuale giunta: Infrastrutture carenti, investitori scoraggiati e giovani in fuga
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”
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Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
A ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.
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Il viaggio indimenticabile di due studenti
Orgoglio e soddisfazione all’Istituto Superiore Cestari-Righi, indirizzo Trasporti e Logistica, per l’esperienza vissuta da Angelo Romano e Riccardo De Gobbi della 4 E, studenti selezionati per salire a bordo della leggendaria nave scuola Amerigo Vespucci, simbolo della Marina Militare Italiana. I due giovani, imbarcatisi a Cagliari il 20 maggio, hanno navigato per 17 giorni, vivendo un’esperienza unica e intensa che si è conclusa il 5 giugno a Livorno. Il ritorno dei due ragazzi a scuola è stato festeggiato con i compagni di classe, i docenti e i soci dell’Anmi (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), con tanto di torta con la bandiera tricolore. L’iniziativa è frutto della partecipazione al bando nazionale promosso dallo Stato Maggiore della Marina Militare, grazie alla sinergia instaurata tra il corpo docente dell’istituto scolastico Cestari-Righi con Antonella Zennaro come dirigente scolastico e l’impegno del gruppo locale Anmi rappresentato dal presidente Gianfranco Carisi e dal consigliere e segretario Lucio Boscolo Cegion.
“L’esperienza sul Vespucci è stata un sogno che si è avverato senza averlo mai sognato, perché non mi ero mai prefissato di imbarcarmi su una nave militare, ma sempre su navi mercantili - racconta con entusiasmo Angelo Romano -. Questa esperienza è stata bellissima e mi ha insegnato molte cose, tra cui anche la disciplina. È un’esperienza che penso tanti giovani dovrebbero fare, non per forza sul Vespucci, ma anche semplicemente nel militare, perché ai giovani di oggi serve un po’ di insegnamento dei valori”, Soddisfazione anche da parte dell’Animi di Chioggia, come sottolinea Lucio Boscolo Cegion: “Siamo felici dell’entusiasmo dei due studenti, che hanno fatto l’esperienza sul Vespucci. Il 30 giugno, un altro studente della logistica trasporti del Righi di Chioggia verrà imbarcato sulla Palinuro da Trieste, per poi sbarcare a Brindisi il 10 luglio”.
Guendalina Ferro
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.
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Politica. Il consigliere comunale e regionale lancia l’allarme sulla situazione amministrativa
Jonatan Montanariello (PD): “La città così non crescerà mai”
“C hioggia merita di più!
Così non cresceremo mai!”. Non usa mezzi termini Jonatan Montanariello, consigliere comunale e regionale del Partito Democratico per tracciare un ritratto di quanto sta accadendo, anche in queste ore, nella sua città. “Prima la crisi con Fratelli d’Italia e l’allargamento innaturale della maggioranza – attacca Montanariello – ora il defenestramento, comunque tardivo, della vicesindaco. Ormai l’amministrazione Armelao è una soap opera nella quale, a ogni puntata, accade un colpo di scena. Peccato che a farne le spese siano sempre i chioggiotti che non vengono minimamente considerati perché sindaco e maggioranza sono impegnati in guerre di potere per tenersi la cadrega”.
“I problemi della nostra città – continua il consigliere Dem – sono tutti ancora sul tappeto e ben distanti non solo dall’essere risolti, ma neppure dall’essere messi in agenda. Il sindaco e i suoi fanno solo propaganda come quella sulla Romea. Sapete cosa è emerso dal vertice voluto da Armelao a porte chiuse in Municipio per la Romea? Che le opere di messa in sicurezza che avevamo concordato prima del suo arrivo con Anas un po’ alla volta si faranno e che del progetto di variante per risolvere una volta per tutte il problema, se ne parlerà un’altra volta. Però il sindaco ha rilasciato una dichiarazione trionfalistica e ovviamente univoca poiché un vertice a porte chiuse che non ha coinvolto cittadini, associazioni, categorie economiche, pendolari, non prevede contraddittorio.
Quindi ha raccontato di aver risolto tutto anche se non è per nulla andata così”.
“Chioggia continua a essere una meravigliosa incompiuta –spiega Montanariello – avremmo tutto per eccellere, ma serve serietà e affidabilità. Abbiamo una spiaggia di una bellezza invidiabile, un centro storico unico, un’enogastronomia d’eccellenza che si basa su antiche tradizioni e su una delle marinerie più importanti d’Italia e su di un settore agricolo d’avanguardia. Eppure la nostra Città non riesce a decollare. I suoi mali sono essenzialmente due: da un lato la precarietà dei collegamenti infrastrutturali e dall’altro l’inaffidabilità di questa amministrazione sempre in guerra al proprio intero: non certo il migliore degli spot per chi avesse voglia di investire e aiutarci a far crescere la nostra città”.
“Serve un cambio di passo radicale – aggiunge – un nuovo paradigma culturale e amministrativo, prima ancora che politico, che dia le giuste garanzie di autorevolezza e di affidabilità, per sciogliere finalmente con gli Enti superiori quei nodi che bloccano lo sviluppo e per consentire a quei privati illuminati che volessero investire qui di avere le giuste certezze in termini di tempi, procedure e solidità dell’amministrazione stessa”.
“Le sfide che abbiamo di fronte – conclude Jonatan Montanariello – sono molte e complesse; non c’è più tempo da perdere se vogliamo realmente compiere quel salto di qualità che è alla portata di Chioggia e garantire a tutti migliori condizioni di vita e più opportunità di crescita e sviluppo. Non possia-
Poste chiuse in Veneto per oltre 10mila giorni
“Più di 10.000 giorni complessivi di chiusura degli uffici postali in Veneto da aprile 2023 a novembre 2025 sono un numero inaccettabile e allarmante. Si tratta di un segnale chiarissimo del progressivo abbandono istituzionale dei territori, in particolare quelli montani, rurali e periferici”. A lanciare l’allarme pochi giorni fa è Jonatan Montanariello, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Seconda Commissione consiliare.
mo continuare a rassegnarci nel vedere i nostri giovani andarsene da qui e non possiamo neppure più accettare di essere additati come una sorta di “mondo a parte”. Certo! Noi abbiamo le nostre specificità e ne andiamo fieri ma questo non può essere motivo di scherno o sfiducia. Questa amministrazione tra una crisi e l’altra e una pacca sulla spalla e l’altra continua a mettere la testa sotto la sabbia e a provare a tirare a campare, ma i problemi crescono, le difficoltà sono sempre più grandi e ampie fasce della popolazione fanno sempre più fatica. Così non si può andare avanti. Chioggia merita molto di più”. Redazione Chioggia
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CHIOGGIA
Insieme a lui, la capogruppo Dem Vanessa Camani, i rappresentanti della Cgil – Nicola Atalmi (Slc Cgil Veneto) e Marco D’Auria (Slc Poste Cgil Veneto) – e la consigliera comunale di Venezia Emanuela Zanatta. Tut-
Siete lontani da casa e sentite la nostalgia dei sapori familiari? Oppure desiderate esplorare i gusti autentici dell'Est Europa? Mix Markt è il luogo che fa per voi!
ti uniti per denunciare una crisi strutturale degli uffici postali che colpisce in modo sproporzionato le fasce più fragili della popolazione e le zone meno servite del Veneto.Montanariello ha puntato il dito contro l’inerzia della Giunta regionale, ritenendo insoddisfacente la risposta che demanda ogni responsabilità al Ministero dello Sviluppo Economico: “Siamo di fronte a un arretramento grave dello Stato, che viene giustificato con logiche tecnocratiche e numeriche, senza tenere conto della funzione sociale vitale che svolgono gli uffici postali”. Ha poi snocciolato i dati raccolti dalla Cgil: Treviso, Padova e Venezia sono le province più colpite, con una media di 108 giorni di chiusura effettiva
per gli uffici interessati dal cosiddetto “Progetto Polis”, finanziato dal Pnrr.
Un’iniziativa che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto rafforzare la presenza dello Stato nei piccoli comuni con sportelli unici della Pubblica Amministrazione, ma che secondo Montanariello ha avuto l’effetto opposto: “Nei fatti, ha prodotto isolamento, disagio sociale, digital divide e perdita di presìdi di legalità”.
La battaglia, guidata con forza da Montanariello, punta a evitare che i cittadini del Veneto vengano lasciati soli. “Serve una politica che stia nelle piccole cose – ha concluso – perché sono quelle che danno coesione sociale e senso alla presenza dello Stato nei territori”. (r.c.)
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Jonatan Montanariello
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direzione artistica di Maurilio Dorigo e alla collaborazione delle attività sulla spiaggia che, insieme al Comune, portano avanti con entusiasmo questo progetto.
Un altro evento musicale signi cativo sarà il “Festival Organistico di CavallinoTreporti”, articolato in otto concerti che avranno come protagonista lo storico or-
Parco Turistico e Assocamping, oltre alla collaborazione di varie associazioni. Il cuore pulsante della manifestazione saranno le regate in programma di domenica. La novità è che la regata si svolgerà sul canale Pordelio da Ca’ Ballarin alla terrazza panoramica di Cavallino, su un tracciato nuovo e più impegnativo, completamente visibile dalla pista ciclopedonale a sbalzo sulla laguna.
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CAVALLINO-TREPORTI, UN LUOGO DA SCOPRIRE E DA VIVERE
Sicurezza urbana/1.
Risse, furti e movida selvaggia: è allarme totale Scattano zone rosse ed ordinanze anti alcol
Con l’estate arriva l’incubo dei raduni molesti organizzati sui social
S
icurezza a Chioggia, il Comune per quest’anno ripropone il bis delle misure per il periodo estivo. E’ molto positivo infatti per l’ente locale il bilancio della prima esperienza di istituzione delle “Zone rosse” a Sottomarina. Per questo esprime soddisfazione e ringrazia il Prefetto di Venezia Darco Pellos per aver dato l’avvio alle “Zone rosse” e aver accolto così le richieste del Comune. La maggiore presenza di forze dell’ordine in alcune aree della città è stata subito evidenziata in maniera positiva anche da tanti cittadini che hanno sottolineato come piazzale Europa e Lungomare, da viale Umbria all’Astoria a volte teatro di problemi legati all’ordine pubblico, sono state controllate a dovere. Proprio in virtù di questi riscontri positivi il Comune ha chiesto al Comi-
tato provinciale per la sicurezza di poter continuare su questa strada e prevedere queste “Zone rosse“ durante i giorni prefestivi e festivi e per tutto il periodo estivo. Del resto, a fronte a numeri esigui dei rinforzi estivi si chiede che almeno vengano previsti servizi straordinari di controllo del territorio che possano garantire maggior sicurezza alla città. Il Comune è pronto anche ad arrivare alla linea dura delle ordinanze anti-alcol e anti-vetro per azzerare gli episodi di degrado urbano spesso segnalate in città. E non è tutto si sta pensando di individuare, eventualmente, altre aree da inserire nella “Zona rossa”, in particolar modo dove ci sono locali frequentati da persone moleste, nelle zone centrali di Sottomarina e alcune anche a Chioggia, luoghi della cosiddetta movida.
Il Comune invita poi i cittadini anche attraverso i social a segnalare eventuali notizie di raduni di ragazzi che puntano ad arrivare a Chioggia per raduni molesti o compiere reati, così
da avvisare le forze di polizia, perché per l’ente locale “nella nostra località non ci deve essere spazio per la violenza”. Il Comune inoltre valuterà assieme al comandante della nostra
Sosta selvaggia indescrivibile, polizia locale fino all’una di notte
Occasioni per risse, colluttazioni alterchi e diverbi a Chioggia e Sottomarina è sempre stato il fenomeno dei parcheggi selvaggi. Per monitorare il fenomeno dallo scorso primo maggio le pattuglie della Polizia Locale del Comune hanno agenti che sono in servizio fino all’una di notte. “Preme sottolineare con forza - spiega il Comune in una nota - che in città deve cessare la pessima abitudine di parcheggiare in centro strada sul Lungomare Adriatico, di fron-
te ai locali pubblici, impedendo l’immissione alle altre autovetture provenienti da viale Umbria. Così come le auto parcheggiate al centro della rotonda di Piazzale Italia o sopra i marciapiedi. Sappiamo anche di persone che addirittura spostano i cassonetti dei rifiuti pur di parcheggiare comodamente l’auto”. E non mancano ovviamente le liti soprattutto nelle ore serali quando anche chi ha parcheggiato regolarmente, si trova le auto parcheggiate in doppia o
Polizia Locale il dottor Luca Sattin, l’eventuale acquisto di metal detector palmari così da verificare che le persone controllate non abbiano occultato dei coltelli o altri oggetti atti ad offendere. Per il Comune non si può accettare l’idea che persone che frequentano la località, con la stessa facilità con la quale si portano dietro un documento d’identità abbiano con sé un coltello nascosto. Questo a tutela anche delle forze di polizia e degli autisti dei bus extraurbani che riportano tanti giovani a casa e anche degli stessi cittadini. Per quanto riguarda la questione della quiete pubblica, sono in programma incontri, con i gestori dei locali sul Lungomare e alcune associazioni di categoria, per trovare un accordo sulla pacifica convivenza e che coniughi le esigenze delle strutture ricettive e quelle dei locali pubblici.
Alessandro Abbadir
terza fila che ne ostruiscono l’uscita. Su questo la Polizia Locale di Chioggia sta lavorando per istituire il servizio di rimozione dei mezzi parcheggiati in divieto di sosta, in zone dove è prevista la rimozione forzata del mezzo, davanti a passi carrabili o in altre zone dove le auto parcheggiate senza autorizzazione creano intralcio alla circolazione stradale. “E’ tempo di rispettare le regole - ribadisce il Comune - perché ne va del decoro della nostra città”. (a.a.)
Sottomarina e i controlli dei carabinieri a Chioggia
Multe per sosta selvaggia
Sicurezza urbana/2. La consigliera del Pd Barbara Penzo all’attacco del Comune
“Zone rosse? Non bastano, così si criminalizza il disagio sociale”
“Sicuramente con le zone rosse abbiamo un effetto immediato per la presenza visibile delle forze dell’ordine e la sensazione (talvolta solo percepita) di maggior sicurezza per i cittadini. Il rischio però è di criminalizzare la povertà o il disagio sociale e di adottare misure temporanee che spesso sono inefficaci sul lungo periodo. Il Commissariato di polizia inoltre va potenziato perché costantemente sotto organico”. E’ la posizione della consigliera comunale di opposizione, del Pd, Barbara Penzo che va all’attacco del Comune di Chioggia guidato dal sindaco Mauro Armelao. La consigliera di opposizione ritiene che nel caso delle zone rosse, si tratti di un provvedimento tampone che metta solo una pezza ad un problema complesso, e per questo ha anche presentato nelle scorse settimane una interrogazione.
“Interrogo - scrive la Penzo - sindaco e assessore competente per, da un lato, sollecitare gli enti preposti e segnalare la grave carenza del personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia e richiederne il potenziamento, dall’altro, per comprendere se l’amministrazione intenda attivare tavoli di lavoro intersettoriali e percorsi partecipativi per co-pro-
gettare interventi efficaci e condivisi in merito al disagio sociale presente in alcune aree del territorio”. Penzo sottolinea poi come molte volte il provvedimento preso si riduce a spostamento del problema da un quartiere all’altro, senza affrontarne le cause. “Valutiamo invece - precisa - la necessità di maggiori interventi sociali di prevenzione. Parliamo di educazione, mediazione culturale, lavoro sociale di strada, sostegno alle famiglie, politiche abitative, inclusione lavorativa, supporto psicologico. Significa investire nelle persone,
non solo contenerle. Questo approccio agisce sulle cause profonde del disagio: povertà, esclusione, marginalità e promuove coesione sociale e senso di appartenenza, inoltre è sostenibile nel lungo termine. Sicuramente richiede investimenti e competenze e o risultati non sono immediati e spesso sono poco “spettacolari” da comunicare politicamente”. Non si tratta sempre di una scelta binaria, ma di una visione di società per il Pd. “Se puntiamo su zone rosse - ribadisce Penzo - mettiamo una toppa se investiamo in prevenzione sociale, costruiamo ponti e comunità. In molti contesti, si potrebbero anche combinare le due cose con intelligenza: sicurezza sì, ma mai senza giustizia sociale”. Le cosiddette “zone rosse”, sono aree precisa il Pd, che dovrebbero essere presidiate e sorvegliate h24 dalle forze dell’ordine e si ribadisce la necessità di rimpolpare gli organici. “È doveroso sottolineare che un adeguato potenziamento degli organici - si legge nell’interrogazione - permetterebbe di intensificare i controlli su tutto il territorio comunale, senza bisogno di ricorrere a misure straordinarie e, soprattutto, senza gravare sempre e solo sulle spalle degli stessi operatori”. Alessandro Abbadir
Proseguono sul territorio gli incontri contro le truffe agli anziani
Si chiede un forte potenziamento dell’organico del Commissariato della Polizia di Stato
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Sono tante nel territorio le azioni di prevenzione che le forze dell’ordine organizzano contro le truffe agli anziani e alle persone in difficoltà. Fra queste ci sono gli incontri periodici che da qualche anno i carabinieri organizzano con i residenti, nei territori di competenza. Nel corso degli anni il fenomeno delle truffe agli anziani si è sempre più specializzato e diffuso. Quelle che i banditi mettono in atto sono truffe, sempre più insidiose. Alcuni di questi incontri si sono svolti nelle settimane e nei mesi scorsi scorsi a Chioggia, e in Riviera del Brenta anche con l’intervento di Adiconsum Veneto. La campagna di sensibilizzazione, hanno fatto sapere i carabinieri, continuerà anche nei prossimi mesi in altre parrocchie e in centri di ritrovo per anziani. Gli incontri sono
stati tenuti dal comando della Compagnia carabinieri di Chioggia. Nello specifico va detto gli incontri hanno trattato i principali tipi di truffe in cui gli anziani si possono imbattere. Si è andati così dalla tecnica del finto avvocato o finto carabiniere per il pagamento di una penale inesistente, agli operatori mandati dal Comune (cimiteriali o delle immondizie o di altro tipo), venditori di rilevatori di gas, l’abbraccio per strada e lo
specchietto rotto, e anche le truffe “sentimentali”. I partecipanti hanno potuto ricevere consigli pratici per difendersi dai raggiri. Questi incontri si sono rivelati molto utili perchè hanno permesso alle persone di capire l’ importanza di contattare immediatamente il numero di pronto intervento 112 e di sporgere denuncia, anche in caso di truffa tentata. Le informazioni fornite dalle vittime infatti possono sono d’aiuto per mettere in allerta le pattuglie sul territorio e raccogliere elementi per le indagini, evitando che i truffatori agiscano di nuovo. Nel corso degli ultimi mesi le forze dell’ordine hanno smantellato vere organizzazioni dedite a questo tipo di crimine anche nel veneziano. Spesso bande organizzate provenienti da altre regioni d’Italia. (a.a.)
La consigliera comunale del Pd a Chioggia
Barbara Penzo
Statale 309 Romea, la Regione accelera: “Non basta sistemare, serve un’alternativa”
S tatale 309 Romea urgono soluzioni. E per questo nelle scorse settimane si è tenuto un vertice a Palazzo Linetti a Venezia. È stato presentato lo studio condotto sul traffico lungo il tratto veneto della statale, con l’obiettivo di definire il tracciato migliore per una nuova variante. La statale 309 “Romea”, è considerata una delle strade più pericolose d’Italia: gli incidenti continuano a essere numerosi, molti mortali, e il traffico giornaliero arriva a 27mila veicoli, il 13% dei quali sono mezzi pesanti. Ma non solo. Nel dettaglio, è stato calcolato che negli ultimi 5 anni, lungo la Romea, si sono verificati 600 incidenti e 21 persone hanno perso la vita. La Regione Veneto punta sulla realizzazione di una variante, probabilmente solo in uno specifico tratto. All’incontro ha partecipato anche la vicepresidente del Veneto e assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, che ha posto l’accento sulle aree più critiche. Per la De Berti le maggiori difficoltà emergono nel tratto compreso tra Chioggia e Mestre, con un’alta concentrazione di traffico locale. E nello specifico tra Conche di Codevigo e Giare di Mira lungo 16 chilometri. Per De Berti, il progetto di messa in sicurezza non basta più. “La Romea è una priorità per la Regione - ha detto all’incontro - ma non possiamo limitarci a sistemare l’esistente. Serve una vera alternativa strutturale. Per questo, nel contratto di programma siglato con il ministero, è stata inserita la richiesta ad Anas di avviare la progettazione di una nuova variante”. Dallo studio fatto emergono poi altre sorprese. È emerso cioè che la maggior parte dei veicoli in transito ha come origine e destinazione proprio Chioggia. Ci si aspettava una percentuale molto alta di traffico di lunga percorrenza, da Nord a Sud, e invece i dati ci indicano che una parte significativa dei flussi è di tipo locale. Ciò permette di ragionare su soluzioni infrastrutturali più mirate, “interne” al territorio, pensate per il tratto di Chioggia. L’assessore regionale ha sottolineato l’importanza del confronto con il territorio. Un altro incontro si è tenuto sempre nelle scorse settimane in sala consigliare del municipio di Chioggia tra i prefetti di
diverse province dei Comuni interessati all’attraversamento dell’arteria e la Regione. In sostanza si è definito un programma organico che interviene su tre direttrici: l’attività volta a garantire la sicurezza stradale, con interventi sia sul piano preventivo, sia su quello repressivo (autovelox e controlli stradali); quindi il coordinamento sulle attività cantieristiche, per ridurre i disagi alla circolazione ed la verifica sulla progettazione e l’andamento dei lavori, al fine di poter intervenire qualora si registrassero ritardi o particolari criticità.
Alessandro Abbadir
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Swamrisk, iniziativa internazionale
finanziata con 2,19 milioni di euro
Il progetto Swamrisk, acronimo di “Subsurface WAter monitoring and Management to prevent drought risk in coastal systems” (Monitoraggio e gestione delle acque sotterranee per prevenire il rischio siccità nei sistemi costieri), è un’iniziativa internazionale finanziata dal programma Interreg Italia-Croazia 2021-2027 con un budget di 2,19 milioni di euro. Si concentra su due aree: la Laguna di Venezia e il delta del Po in Italia, e il delta del fiume Neretva in Croazia. L’obiettivo è migliorare la conoscenza dell’impatto dei cambiamenti climatici sul sistema acquifero della fascia costiera. La principale emergenza affrontata da Swamrisk è l’intrusione di acqua salata negli acquiferi costieri, fenomeno aggravato dalla subsidenza e dall’innalzamento del livello del mare. Per contrastare la minaccia, il progetto ha avviato un programma di monitoraggio delle falde acquifere. Una delle soluzioni prevede la creazione di un sistema integrato di osservazione con l’installazione di nuovi piezometri nei “super-siti”, come a Chioggia e Cavarzere. Questi dispositivi raccolgono dati su livello, salinità e temperatura delle acque sotterranee, migliorando la capacità di previsione e gestione delle risorse idriche. Il progetto, avviato nel 2024, ha completato una fase iniziale di ricognizione. Swamrisk coinvolge un consorzio di 8 partner italiani e croati: il Consorzio di bonifica Adige Euganeo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geoscienze e Georisorse (Cnr-Igg), la Regione del Veneto, M3E srl, l’Università di Spalato, Dunea, Croatian Water e Aequum ltd. Un momento cruciale nel percorso è per i prossimi 15, 16 e 17 settembre. Si tratterà di un evento di rilievo, aperto a tutti gli stakeholder dell’area interessata, pensato per condividere i progressi e i risultati raggiunti. (a.a.)
Chioggia
Terremoto
politico. Le parole dell’ex vicesindaca accendono nuove tensioni
Zennaro rimossa dalle sue cariche “Una scelta dettata da giochi di potere”
“S
ono stata cacciata per giochi di potere”. Così Elena Zennaro commenta la sua rimozione da vicesindaco, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa. Da alcune settimane, infatti, la politica di Chioggia è in fermento dopo questa decisione che ha innescato nuove tensioni all’interno della maggioranza guidata dal sindaco Mauro Armelao.
Una decisione arrivata all’improvviso, sebbene ufficialmente condivisa dalla Lega, che però ha sollevato dubbi e polemiche soprattutto per le tempistiche e le modalità con cui è stata portata avanti. Le crepe nella coalizione di governo, ormai sempre più evidenti, alimentano un clima instabile e acceso. Il futuro politico appare sempre più incerto. A rompere il silenzio, dopo la sua rimozione, è stata la stessa Elena Zennaro che in un’intervista amara ai microfoni di Radio Veneto24 ha dichiarato: “Non ho molto da dire, anche perché non mi aveva avvisato dell’imminente rimozione. Posso solo dire che a tutt’oggi manca un vicesindaco, quindi è evidente che il problema non ero io”.
Zennaro ha poi aggiunto con tono critico: “Ci sono problemi all’interno
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dell’amministrazione e sono tutti contro tutti. Per adesso la città ne risente. Ripeto: non sono io il problema. Non ho cambiato, non sono cambiata io. Sono cambiati gli equilibri. O forse, meglio dire, sono saltati”. Sulle sue prossime mosse, l’ex vicesindaca è chiara: “Adesso continuo a fare il mio lavoro, faccio l’avvocato, e sto a guardare quello che succede alla mia città, sperando che presto si sblocchi la situazione. Perché non può restare ferma e bloccata da queste sceneggiate, da questi giochi di potere”. Dall’altra parte, invece, il sindaco Armelao ha scelto finora di non rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale.
Elena Zennaro, oltre a essere vicesindaco, aveva la delega alle Pari Opportunità, alla Cultura, al Demanio, all’Agricoltura, alla Privacy, alla Trasparenza, al Giudice di Pace, all’Avvocatura Civica e agli Affari Istituzionali, nonché ai Patti di Amicizia e ai Gemellaggi.
Nel frattempo, la situazione rimane tesa. Una città intera, spettatrice e vittima di questa instabilità politica, continua ad aspettare risposte concrete.
Redazione Chioggia
XIl G20Spiagge si chiude con nuove deleghe e obiettivi condivisi
Si è conclusa qualche settimana fa l’ottava edizione del G20Spiagge Destination Summit, il più importante appuntamento del turismo balneare italiano che riunisce le località costiere a maggiore affluenza turistica. Un vertice strategico che ha visto la partecipazione di sindaci, operatori del settore, rappresentanti istituzionali e associazioni, riuniti per affrontare i temi cruciali della gestione turistica e della vivibilità delle città costiere. Tra le decisioni principali, spicca l’assegnazione delle deleghe operative per lo sviluppo tematico del network. A Chioggia è stata affidata la delega nazionale alla sicurezza, un riconoscimento importante per l’impegno mostrato nella gestione del demanio marittimo e nel contrasto a situazioni di rischio legate alla balneazione. Il summit ha toccato sei macrotemi fondamentali: sicurezza del mare, gestione del demanio, fiscalità locale, tutela ambientale, sviluppo delle comunità energetiche e gestione del commercio costiero. (a.b.)
Elena Zennaro
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Sociale. Arte e volontariato uniti nella suggestiva chiesetta di San Martino
Una mostra per festeggiare i 10 anni dell’associazione Ada
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er festeggiare i dieci anni di attività l’Ada (Associazione per i Diritti degli Anziani) odv Chioggia ha organizzato la Mostra Collettiva di Pittura e Arti Varie “ARTECHIOGGIA” allestita dal 19 al 27 aprile nella chiesetta di San Martino a Chioggia nei pressi della Cattedrale. Le opere esposte appartenevano ad artisti locali e di altre località venete: Stefano e Annamaria De Grandis, Paolo Pustetto, Rosanna Zennaro, Emanuela e Luca Pagan, Sandrino Boscolo Sesillo, Esterna Vianello, Clara Quaresima, Maria Adele Rossetti, Ermanno Moro, Giorgia Iaia Voltolina, Silvano Piovesan, Yadira Bartholemy, Alessandra Bandinelli, Sandro
Varagnolo, Gloria Baron, Nella Talamini, Laura Stringhetti, Walter Carbonin, Claudio Varisco, Agnese Furegon, Elena Zampieri, Luigi Santoni, Antonello De Ambrosi, Maurizia Freddo, Renzo Gianella, Toni Duse, Franca Dalcomune, Giovanni Scarpa, Annamaria Padoan, Michela e Antonietta Alfiero, Gianfranco Tiozzo Netti, Alessandra Tonello, Gabriella Siviero, Paolo Porcacia, Francesca De Antoni. L’Ada, presieduta da Erminio Boscolo, è una associazione di volontariato che dal 2015 è divenuta un punto di rife-
rimento per tanti cittadini anziani e non che hanno usufruito del trasporto sociale nei luoghi di cura e nosocomi regionali, del servizio dei “Nonni Vigili” davanti alle scuole cittadine, della sorveglianza e sicurezza di giardini e luoghi pubblici, di svariate iniziative culturali e di turismo sociale. Nel corso dell’inaugurazione si è esibito il Coro Popolare Chioggiotti diretto dal maestro Loris Tiozzo. Alla presenza del presidente ADA Veneto Mauro Di Matteo e del presidente del Consiglio Comunale Beniamino Boscolo Capon sono stati premiati alcuni volontari che si sono distinti per il loro impegno: Vincenzo Boscolo, Marino Boscolo Bacchetto, Antonio Frosolone, Flavio Monaro, Andrea Marzolla, Giovanni Ortolani. Il presidente di Ada Chioggia Erminio Boscolo intende riproporre anche in futuro il binomio tra volontariato e arte che ha fatto emergere in città i più autentici valori della solidarietà, dell’amicizia e della partecipazione attiva delle persone senza distinzione di età.
Eugenio Ferrarese
Terapia assistita con animali per promuovere inclusione e riabilitazione
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Inclusione, solidarietà e innovazione terapeutica si incontrano nel progetto “Crec Lions for Pets”, sbarcato anche a Chioggia con il sostegno del Lions Club di Rovigo e del Leo Club locale. Si tratta di un’iniziativa a carattere nazionale che punta a integrare la terapia assistita con gli animali nei percorsi riabilitativi per persone affette da disturbi dello spettro autistico e difficoltà intellettivocomportamentali. Presentato nelle scorse settimane allo Zoomark di Bologna, il progetto ha raccolto consensi per la sua capacità di coniugare benessere psicofisico e approccio scientifico. A Chioggia, l’adesione si è tradotta in un evento pubblico sul salvataggio in mare con i cani da soccorso, occasione per mostrare alla cittadinanza l’efficacia e la bellezza della relazione tra uomo e animale in contesti terapeutici e operativi. Il programma, sostenuto dal network Lions a livello nazionale, prevede anche una campagna di raccolta fondi finalizzata alla creazione di centri specializzati in interventi assistiti con animali, realizzati in collaborazione con aziende sanitarie, università e organismi certificati, nel rispetto delle linee guida ministeriali. (a.b.)
Le indagini. Primi incoraggianti risultati del progetto italo-croato Swamrisk
Punta Gorzone, scoperto a decine di metri sotto terra un serbatoio di acqua dolce
Tra i 28 e i 35 metri di profondità è stata individuata una riserva idrica con una concentrazione salina di appena 1 grammo per litro
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Un serbatoio di acqua dolce a decine di metri sotto il terreno a Chioggia e Cavarzere. Questi i primi risultati del progetto italocroato Swamrisk rivelano la presenza di riserve idriche non contaminate sotto i terreni costieri. Si tratta di dati cruciali per il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo nella lotta alla siccità e all’intrusione salina nell’area sud del veneziano. Le indagini si sono concentrate in località strategiche: un sito nel bacino di Buoro, nel Comune di Cavarzere, e un altro sito a Punta Gorzone nel Comune di Chioggia. Proprio in quest’ultimo, dove le operazioni di escavo dei pozzi piezometrici si sono concluse ai primi di maggio, sono state acquisite informazioni di rilievo per contrastare la progressiva salinizzazione dei suoli.
I carotaggi effettuati durante la perforazione dei due nuovi pozzi a Chioggia, uno spinto fino a 1215 metri di profondità e l’altro fino a 35 metri, hanno permesso di intercettare due distinti corpi acquiferi. Questi sono separati da uno strato geologico denominato “acquitard”, uno spessore di oltre 10 metri composto da argille e limi compatti a bassa permeabilità.
“Tali sedimenti - spiega la dottoressa Sandra Donnici, primo ricercatore Cnr - formatisi tra 22.000 e 10.000 anni fa, fungono da barriera naturale tra le sabbie che ospita-
no i due acquiferi”. L’acquifero superiore si è rivelato fortemente interessato dall’intrusione salina e questo rende l’acqua a quella quota fortemente salina e dannosa per le colture agricole.
Il secondo pozzo, più profondo, ha riservato una sorpresa positiva: tra i 28 e i 35 metri di profondità è stata individuata acqua dolce, con una concentrazione salina di appena 1 grammo per litro. La presenza dell’“acquitard” si è dimostrata decisiva nel preservare questa preziosa risorsa idrica dalla contaminazione.
“Questa scoperta non era attesa e conferma tutta l’importanza del progetto Swamrisk - ha commentato Luigi Tosi, dirigente di ricerca del Cnr - tra gli obiettivi del progetto, infatti, rientra l’acquisizione di nuovi dati sulla situazione idrogeologica di questi territori, per sviluppare modelli capaci di individuare gli interventi di mitigazione più efficaci. Questi piezome-
tri hanno lo scopo di identificare, se esistono ancora, acquiferi non contaminati dal sale, dove si trovano, e se e come possano essere sfruttati senza causare ulteriori problemi, come il fenomeno della subsidenza”.
Il progetto proseguirà con l’installazione di centraline di rilevamento permanenti. Questi sistemi trasferiranno in tempo reale i dati raccolti all’interno dei pozzi, quali il livello, la conducibilità e la temperatura, consentendo di monitorare l’evoluzione del sistema acquifero nel lungo periodo.
“Tali informazioni - dice il presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Fabrizio Bertinsaranno fondamentali per il nostro ente, che potrà così acquisire un quadro aggiornato del territorio e studiare contromisure mirate al contrasto dell’intrusione salina”. Alessandro Abbadir
Forte San Felice apre le porte alla storia: partono gli incontri sul restauro e la valorizzazione
Sottomarina di Chioggia si prepara a vivere un’importante stagione dedicata alla riscoperta di Forte San Felice, uno dei monumenti più antichi e suggestivi della gronda lagunare. Da venerdì 23 maggio ha preso il via un ciclo di quattro incontri pubblici, che proseguiranno fino all’autunno, volti a illustrare i nuovi dati scientifici emersi durante i lavori di restauro e a presentare le iniziative in corso per il recupero e la valorizzazione del complesso. Il progetto di recupero è il frutto di una proficua collaborazione tra enti pubblici, coordinata da un Tavolo tecnico istituito nel 201 8,
nato dall’intesa tra Ministero della Difesa, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Agenzia del Demanio e Comune di Chioggia. L’obiettivo comune è stato fin da subito quello di restituire alla comunità un bene storico prezioso, trasformandolo in un luogo di
aggregazione sociale, culturale e ricreativa. L’accordo di valorizzazione, firmato nell’agosto 2021, ha dato un’ulteriore spinta al progetto, permettendo di programmare la futura apertura al pubblico del Forte, che rappresenterà presto un punto di riferimento per la vita culturale di Chioggia e dell’intera area lagunare. Gli incontri successivi, programmati per il 26 settembre e il 3 ottobre, offriranno ulteriori approfondimenti con esperti, studiosi e professionisti impegnati nel delicato lavoro di conservazione e rilancio del patrimonio storico locale. (a.b.)
Il personaggio
L’intervista. Il giovane violinista aveva organizzato una performance improvvisata per sdebitarsi con i condomini
Riccardo Penzo, concerto per i vicini: “Voleva essere un gesto di ringraziamento”
Riccardo Penzo, violinista ventenne laureato con lode al Conservatorio di Udine, ha ringraziato i vicini con un concerto in terrazza dopo anni di studio intenso. Un gesto sincero per condividere la sua passione e gratitudine verso la comunità.
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oco più di 20 anni e una laurea in violino conseguita con 110, lode e menzione d’onore. Il risultato di anni e anni di sacrifici, studio matto e disperatissimo e interi pomeriggi in compagnia del suo fedele strumento. Uno studio che non è passato inosservato (ma soprattutto inascoltato) ai vicini di Riccardo Penzo, che per anni
hanno dovuto sopportare i suoi esercizi quotidiani, che spesso si protraevano per più di sette ore al giorno. E così il giovane studente, poco dopo la laurea, ha improvvisato un concerto di ringraziamento direttamente dalla sua terrazza, allietando dirimpettai e turisti con musiche di John Lennon, Morricone e Bach.
legame molto intimo e particolare. Come diceva il mio vecchio insegnante, è un po’ come fosse il prolungamento di noi stessi, sia a livello fisico che dell’anima. Per me è come un’amicizia… ma come in tutti i rapporti umani non sempre è tutto rose e fiori. Talvolta può diventare burrascoso perché magari lo
strumento non risponde come il musicista vorrebbe oppure l’artista può non sentirsi adatto. È un percorso di crescita continua, che ti accompagna e ti trasforma ogni giorno”.
Un percorso iniziato quando era piccolo piccolo.
“Sì, ho cominciato a suonare all’età di tre anni. Ero un bambino molto timido e i miei genitori cercavano un’attività che mi permettesse di relazionarmi con i miei coetanei in maniera diversa. Giocavo a calcio ma non mi trovavo molto bene... così mi mandarono in una scuo-
la di musica. Dopo due anni di corsi propedeutici, è iniziata la mia avventura con il violino”.
E da quel momento, anni di studio quotidiano fino alla laurea a pieni voti al Conservatorio Tomaldini di Udine.
“Per la gioia dei miei vicini... che da anni sentono tutto quello che suono in casa. Soprattutto d’estate, con le finestre spalancate, mi sono spesso messo nei panni di chi mi ascolta dall’altra parte del muro. Anche perché non sempre si tratta di brani piacevoli...parliamo di scale, arpeggi e passaggi ripetuti
Riccardo, si può dire che il violino sia stata una compagnia molto presente nelle tue giornate (e i vicini lo possono confermare). Come descriverebbe il rapporto con il suo strumento?
“Quello che si crea con il proprio strumento, soprattutto nel caso di archi e fiati, è sempre un
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all’infinito. Eppure ho sempre sentito molto calore e vicinanza da parte della comunità”.
E così è nata l’idea del concerto in terrazza.
“Sì, poco dopo la laurea, con i miei genitori ho imbastito un piccolo concerto nel mio terrazzo di casa. Insieme al mio amico e pianista Andrea Bacci abbiamo suonato brani di Bach, Morricone e John Lennon. Doveva essere un momento intimo, un regalo per esprimere tutta la mia gratitudine ai vicini di Calle
mattina ha fatto sognare non solo i suo i vicini, ma anche molti turisti.
“Sì, è stato davvero speciale. Ma non vorrei si perdesse il senso originario del mio gesto... moltissime testate giornalistiche mi hanno contattato e il riscontro mediatico è stato quasi esagerato. Il mio intento non era quello di mettermi in mostra e farmi pubblicità, ma esprimere tutta la mia gratitudine”.
Un sogno nel cassetto?
“Rendere orgogliosi i miei genitori, che da sempre mi sostengono nel mio percorso e i miei insegnanti, che mi hanno insegnato a vedere la musica nella maniera più onesta possibile”.
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Giulia Turato
Giubileo. Le chiese cittadine si trasformano in tappe di un itinerario spirituale
Il nuovo volume della Diocesi guida pellegrini e visitatori nell’arte sacra
“L
Housekeeping: come rendere la casa più accogliente con facili accorgimenti
vati costruire queste opere d’arte, a spendere risorse importanti benché immersi nella povertà materiale, forse custodivano nel cuore qualcosa di grande per cui valeva la pena investire così tanto”. Sono inoltre proposti dei percorsi tematici che riguardano la storia della salvezza nell’Antico e nel Nuovo Testamento, la vita di Gesù, la vita di Maria, i santi patroni Felice e Fortunato, i santi della Carità. Sono già previsti altri fascicoli più specifici di chiesa in chiesa: un cammino catechistico attraverso l’arte sacra.
Eugenio Ferrarese
e chiese della nostra città sono un ‘catechismo’ che si offre a chi, senza fretta, vuole nutrire gli occhi, la testa e il cuore dei misteri della nostra fede”: così ha scritto il vescovo di Chioggia Giampaolo Dianin nella prefazione del volume “Chioggia. Anno Santo 2025. Profili artistici per visitatori e pellegrini” (edizioni Nuova Scintilla 2025). Nel corso dell’anno sono attesi nel centro storico di Chioggia non soltanto turisti, ma anche molti pellegrini in occasione dei numerosi incontri organizzati dalla diocesi per il Giubileo. Questo libro - spiega il vescovo Dianin - “non vuole aggiungersi alle non poche guide turistiche delle nostra città, ma vuole accompagnare il pellegrino a scoprire, attraverso l’arte, il dono della fede che il Giubileo vorrebbe risvegliare, nutrire e rilanciare nel cuore di ciascuno”. I testi curati da mons. Giuliano Marangon e Pierluigi Bellemo accompagnati dalle foto realizzate da Sergio Piva ci permettono di conoscere il Palazzo vescovile e la Cappella al suo interno, il Museo Diocesano e la Cappella della Memoria, la Cattedrale, la chiesa di san Francesco ‘dentro le mura’ (nota anche come ‘chiesa delle Muneghette’), la chiesa - pinacoteca della SS. Trinità, la chiesa monastica di Santa Caterina, il Santuario di san Domenico, la chiesa di San’Andrea, quella di San Giacomo - Basilica della Beata Vergine della Navicella, la chiesa dei padri Filippini (Patrocinio della Beata vergine Maria e San Filippo Neri), quella di Maria Ausiliatrice e l’Oratorio Salesiano, la chiesa del Seminario vescovile. In questo viaggio artistico scopriamo opere che vanno dal medioevo ai giorni nostri: con Paolo Veneziano siamo nella metà del Trecento, tra Cinquecento e Seicento con Pietro Damini, Andrea Vicentino, Palma il Giovane, Alvise Benfatti, Paolo Piazza, il ciclo settecentesco dedicato al martirio dei patroni realizzato da pittore veneti di scuola tiepolesca, le tele e gli affreschi di Antonio Marinetti, il maestoso altare di san Giacomo ideato all’inizio del Novecento da Aristide Naccari… “L’arte può anche colpire chi non credeaggiunge il vescovo di Chioggia - e suscitare quelle domande di senso che sono la porta d’ingresso della fede. Se i nostri antenati sono arri-
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Accoglienza a regola d’arte e innalzamento della qualità dell’offerta extralberghiera. L’associazione Vacanza in Calle, in collaborazione con il centro di formazione Enaip Chioggia, ha organizzato un corso di formazione rivolto ai numerosi operatori del settore, determinati a migliorare le proprie competenze in materia di pulizia professionale, attenzione ai dettagli e cura degli ambienti destinati all’ospitalità turistica. “Vacanza in Calle” riunisce le migliori strutture extraalberghiere del centro storico di Chioggia e del centro storico di Sottomarina, nonché tutti i migliori operatori del settore turistico, storico, culturale, enogastronomico e ambientale del comune di Chioggia e si pone l’obiettivo di preservare l’autenticità della città lagunare e soprattutto di raccontarla e spiegarla. Il percorso formativo è stato guidato dalla dott.ssa Emma Baessato e dalla dott.ssa Daniela Ciobotaru che hanno offerto ai partecipanti strumenti pratici e teorici per elevare gli standard qualitativi delle strutture ricettive. ”Il gruppo Vacanza in Calle, ormai brand consolidato dell’offerta turistica chioggiotta, è pronto a compiere un salto di qualità – ha dichiarato la presidente dell’associazione, Silvia Vianello –. I partecipanti al corso si sono dimostrati entusiasti di questa opportunità di crescita, che aiuterà ad affinare lo sguardo verso pulizia e dettagli. Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per chi sceglie Chioggia e garantire un’accoglienza all’altezza delle aspettative dei viaggiatori di tutto il mondo. Questo è solo il primo passo: siamo pronti ad ampliare l’offerta formativa”. “Anche per noi è un traguardo importanteha sottolineato Stefano Cicigoi, direttore di Enaip Chioggia.Aprirci a un comparto come quello dell’extralberghiero, ormai essenziale per lo sviluppo turistico del territorio, significa essere al fianco di chi lavora ogni giorno per accogliere con professionalità e calore. Mettiamo a disposizione le nostre competenze per supportare questa crescita”. (e.f.)
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L’intervista. Il Presidente dell’Union Clodiense ha fatto un’analisi su quella che è stata l’annata granata
Bielo: “La Serie C è stato il sogno. Ora ripartiamo, ma non da soli”
U na stagione amara, la prima tra i professionisti dopo 47 anni, si è chiusa con la retrocessione a Chioggia. Ma Ivano Boscolo Bielo, il Presidente dell’Union Clodiense, non ha intenzione di fermarsi. Anzi, ha già lo sguardo rivolto verso il futuro. “È stata un’annata complicata. Ma abbiamo imparato. E ora vogliamo ripartire”.Nella costruzione della squadra qualcosa non è girato nel verso giusto: “Abbiamo pagato un po’ di inesperienza, è vero. Nonostante ci fossimo strutturati bene a livello organizzativo e gestionale, sul piano tecnico ci è mancato qualcosa: forse sarebbero serviti 3-4 giocatori di categoria in più. Il cambio di allenatore, inoltre, doveva essere fatto prima del mercato di gennaio”. Il Presidente, in ogni caso, ci tie-
ne a sottolineare anche quanto di buono è stato fatto: “C’è orgoglio per Chioggia, per aver portato questa città nel calcio professionistico. Per me è stato un onore essere il presidente che ha riportato la squadra in Serie C dopo tanto tempo”. Tra i momenti più significativi della stagione c’è sicuramente il ritorno al Ballarin, ristrutturato e finalmente pronto ad accogliere i granata. “È stata una bella emozione. Il debutto in casa è stato contro una squadra importante come il Padova. È stata una gran serata”. Dal punto di vista sportivo, l’inizio aveva fatto sperare: “Siamo partiti abbastanza bene, ricordo le prime 5 partite con piacere. Ma la sconfitta contro la Pro Patria nel finale di stagione è stata una mazzata, lì ho capito che salvarsi sarebbe stata
durissima”.
Nonostante la retrocessione, l’Union Clodiense non si arrende. Anzi, si è già al lavoro in vista della prossima annata. “Si ripartirà da mister Bruno Tedino. Il nuovo direttore sarà Sandro Federico. Ci stiamo muovendo su tutti i fronti e presenteremo domanda di ripescaggio: siamo una società strutturata e pronta per rifare la Serie C. Se non sarà possibile, costruiremo una squadra competitiva per tornare su”. Boscolo Bielo è un personaggio schietto e vero, senza peli sulla lingua. È diretto nel parlare alla città: “Ho deciso di restare nonostante la retrocessione, ma da solo diventa tutto più difficile. Mi auguro che a Chioggia emergano persone con la voglia di fare calcio. Le componenti per fare bene sono tre:
la società, l’amministrazione — che ringrazio — e la città. Ecco, quest’ultima è mancata un po’. I tifosi? Sono il dodicesimo uomo e li ringrazio. Ci hanno sempre seguito in Serie C e così faranno in Serie D”. Riamane un anno storico per Chioggia. Il sogno della Serie C è stato realizzato. Resta
Il Trofeo del Cinquantenario Fiasp assegnato all’Asd Marathon Cavalli Marini
La Fiasp (Federazione italiana amatori sport per tutti) ha assegnato al gruppo sportivo Asd Marathon Cavalli Marini il “Trofeo del Cinquantenario” della fondazione e la cerimonia di consegna si terrà a Curtatone (Mn) il 13 settembre 2025 in occasione del “Raduno Nazionale dei Comitati Territoriali Fiasp”. Il prestigioso riconoscimento premia l’impegno del gruppo podistico di Chioggia che partecipa nel corso dell’anno a numerose gare agonistiche e marce non competitive organizzate sia in Italia che all’estero: le mezze maratone di Rovigo, Cittadella, Malta, le maratone di Roma,
Padova, Venezia, la “Montefortiana”, la marcia della “Città di Monselice”, la Venice Night Trail, gli impegnativi percorsi trail e ultratrail in collina e montagna… e tra questi anche la celebre “100 chilometri del Passatore” con un gruppetto di Cavalli Marini - Francesco Barone, Ilaria Tiozzo Netti, Marilena Cavazzini, Barbara Boscolo Bocca, Ivone Bertaggia, Dario Scarpa - partiti da Firenze e giunti tutti al traguardo finale a Faenza. E tra le iniziative promosse dall’Asd Marathon Cavalli Marini vi è anche l’organizzazione della “Caminà per Ciosa e Marina” - un evento ludico - motorio a passo li-
bero aperto a tutti, anche a persone con disabilità. Oltre all’attività sportiva agonistica e non, i Cavalli Marini collaborano anche con VeniceMarathon nell’organizzazione della Family Run a cui partecipano migliaia di studenti delle scuole del territorio provinciale e a varie iniziative di solidarietà quali la Run4Hope corsa a staffetta che si svolge in tutta Italia, promuovendo la raccolta di fondi per la ricerca contro il cancro. “Il merito del riconoscimento che ci è stato assegnato dalla Fiasp - ha affermato Achille Penzo, presidente dell’Asd Marathon Cavalli Marini - ci riguarda tutti. Quello che sia-
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mo riusciti a fare è stato possibile grazie ad una grande squadra, coesa e soprattutto fatta di persone fiere di appartenere ad una realtà
la piccola speranza di un ipotetico ripescaggio. In caso contrario sarà Serie D. Ma Boscolo Bielo e la sua Union Clodiense ripartiranno con lo stesso entusiasmo e con lo stesso desiderio: riportare in alto il calcio clodiense. Servirà, però, questa volta, l’aiuto di tutti. Stefano Parpajola
storica della nostra città. Ringrazio tutti gli associati perché senza di voi non avremmo potuto vincere questo premio”. (e.f.)
il commento alle notizie del giorno dalle 17:00 con
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Ivano Boscolo Bielo, il Presidente della Clodiense
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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei
costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia
Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”.
Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma
se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-
mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e
amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)
Flavio Zanonato e Flavio Convento
L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”
Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità
C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.
“È una scommessa iniziata nel
2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.
Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto
anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.
Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.
Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-
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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.
Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia
del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.
Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.
Riccardo Musacco
Il dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F
rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio. Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile.
Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in
cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia.
Com’è l’Italia vista da fuori?
Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
La scrittrice Francesca Chiesa
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Ospedale di Mestre: nuovi laboratori integrati e piastra angiografica all’avanguardia
Éandata in scena il 22 maggio una cerimonia di inaugurazione significativa per l’ospedale dell’Angelo di Mestre, che ha presentato due importanti nuove infrastrutture: un sistema integrato di laboratori e una moderna piastra angiografica. Entrambi i progetti, realizzati grazie ai finanziamenti della Regione Veneto e sviluppati dal concessionario Veneta Sanitaria Finanza di Progetto nell’ambito di un accordo di project financing, rappresentano un passo decisivo nel rafforzamento e nell’innovazione della rete ospedaliera locale. Alla cerimonia hanno partecipato autorità regionali e locali, tra cui il presidente Luca Zaia, l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, che hanno sottolineato l’importanza strategica degli interventi per la qualità dei servizi offerti.
Il nuovo sistema integrato dei laboratori, costruito su un’area di 2.500 metri quadrati con un investimento di oltre 8 milioni di euro, unisce le eccellenze di tre laboratori specialistici: Medicina di Laboratorio, Genetica e Citogenetica, e Microbiologia. Ognuno di essi è dotato delle più avanzate tecnologie, tra cui sistemi di automazione all’avanguardia che migliorano la precisione e velocità delle analisi, e laboratori di biosicurezza per le indagini su microrganismi ad alta pericolosità. Con 95 professionisti altamente specializzati impegnati, questa struttura rappresenta il cuore diagnostico dell’intera rete ospedaliera dell’Ulss 3, garantendo standard
elevati su un territorio molto esteso.
Parallelamente, la nuova piastra angiografica, realizzata con un investimento di 3,2 milioni di euro e completata in 14 mesi, offre un avamposto tecnologico d’eccellenza per le attività di cardiologia interventistica, neuroradiologia e radiologia interventistica. Dotata di sei angiografi di ultima generazione – tra cui un angiografo biplano e un portatile – la struttura di 1.300 metri quadrati al piano -1 consente di effettuare procedure diagnostiche e interventistiche complesse e di alta specializzazione, coprendo un ampio bacino provinciale, con particolare attenzione alle emergenze tempo-dipendenti come ictus e infarto.
Gli interventi sono stati pianificati per non interrompere le attività cliniche, dimostrando una capacità organizzativa di alto livello che ha permesso la contemporanea realizzazione delle opere e la continuità dei servizi.
Il presidente Zaia ha ribadito come l’ospedale dell’Angelo confermi il proprio ruolo di presidio sanitario di eccellenza regionale, mentre il direttore Contato ha evidenziato l’importanza delle tecnologie innovative e del personale specializzato nel preparare la struttura ad affrontare le sfide sanitarie del futuro. Il sindaco Brugnaro ha ringraziato il personale per l’impegno quotidiano, sottolineando il valore concreto degli investimenti per la salute della comunità.
Riccardo Musacco
Chioggia insegna medicina alle future dottoresse americane
L’ospedale di Chioggia conquista l’attenzione internazionale e diventa modello per la formazione delle nuove generazioni di medici statunitensi. Da giugno a settembre, sette studentesse della University of Kansas — Waldorf, Moen, Wasilewski, Miller, Pierson, Abulbashar e Do — trascorreranno ogni giorno cinque ore in osservazione clinica nei reparti di Pediatria, Chirurgia e Ginecologia dell’ospedale clodiense, affiancando le équipe guidate dai primari Andrea Cattarozzi, Luca Bergamini e Salvatore Ramuscello. L’iniziativa è promossa dalla società statunitense Atlantis, specializzata in programmi internazionali di osservazione clinica per aspiranti medici. Le giovani universitarie hanno scelto di attraversare l’oceano per toccare con mano il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale italiano. «È un fiore all’occhiello per l’intera Azienda sanitaria veneziana — commenta il primario Cattarozzi —. Le studentesse stanno conoscendo un sistema sanitario gratuito, universalistico, capace di offrire cure di alta qualità e un’aspettativa di vita tra le più alte al mondo». Un entusiasmo condiviso anche dal direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato: «Ogni giorno ospitiamo pazienti statunitensi: questo programma rafforza un dialogo già attivo tra due mondi sanitari differenti ma complementari». L’organizzazione Atlantis sottolinea come Chioggia rappresenti per queste giovani “una sfida di vita e di confronto con un sistema sanitario avanzato e una cultura ricca di umanità”. Il programma di scambio si inserisce in un contesto di ampio rafforzamento dei servizi ospedalieri estivi. L’Ulss 3 ha infatti investito 1,3 milioni di euro per potenziare l’Emergenza urgenza: 42 progetti tra cui nuovi mezzi di soccorso, visori a panoramica, ambubike, sistemi diagnostici potenziati e ambulatori direttamente in spiaggia. A Sottomarina sono operativi quattro presìdi infermieristici e un’ambulanza a Isola Verde. Non manca il supporto per dialisi e terapia anticoagulante per turisti con patologie croniche. Anche l’ospedale cittadino ha visto un potenziamento: radiologia, sala operatoria e gessi saranno attivi anche la domenica. Iniziative divulgative come “In spiaggia con il cardiologo” o “Litorale sicuro con la Capitaneria” coinvolgono direttamente cittadini e villeggianti.
Il territorio, invece, concentra gli sforzi sulla tutela dei soggetti fragili, soprattutto anziani, in vista delle ondate di calore. «Corsi di primo soccorso, prevenzione alimentare e contrasto alle arbovirosi completano un’offerta sanitaria integrata e capillare», spiega Andrea Maschera, dirigente delle professioni sanitarie di Chioggia.
Infine, un toccante momento di memoria: il punto infermieristico dello stabilimento Stella Maris è stato dedicato a Gianluca Fasolin, imprenditore balneare scomparso prematuramente. La moglie Marilisa Boscolo Todaro ha ricevuto la targa commemorativa dalle mani del dg Contato, a nome di tutta la comunità. (r.s.)
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Salute mentale a scuola. Il Parlamento sollecita il decreto per il sostegno psicologico
L’onorevole Rachele Scarpa: “Trasformare in realtà il progetto Chiedimi come sto”
Il Parlamento sollecita l’attuazione del decreto per il supporto psicologico nelle scuole, promosso da Rachele Scarpa (PD). La misura, parte della proposta “Chiedimi come sto”, punta a tutelare il benessere di studenti e docenti, superando ostacoli economici e culturali
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rriva dal Parlamento un segnale importante per il futuro della salute mentale nelle scuole italiane. Con il parere favorevole all’ordine del giorno presentato dall’onorevole Rachele Scarpa, responsabile nazionale Giovani e Salute del Partito Democratico, si sollecita l’adozione del decreto attuativo indispensabile per avviare il servizio di sostegno psicologico negli istituti scolastici. Una misura attesa da anni, che punta a tutelare il benessere di studenti, docenti e dell’intera comunità educativa. «Accolgo con soddisfazione questo passaggio parlamentare – ha dichiarato Scarpa – ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Il decreto ministeriale va approvato al più presto, altrimenti tutto resta fermo sulla carta». L’iniziativa si inserisce nel quadro della proposta di legge Chiedimi come sto, di cui la deputata è prima firmataria. Il testo mira a rendere stabile e accessibile il supporto psicologico a scuola, con interventi di prevenzione e assistenza rivolti non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti. Secondo Scarpa, la salute mentale dei giovani è una delle grandi sfide del presente. «Oggi – spiega – l’accesso al supporto psicologico è ancora ostacolato da barriere culturali e da limiti economici. Molte famiglie non possono permettersi percorsi di assistenza, e il disagio rimane nascosto, con conseguenze che possono essere gravi. Servono strumenti pubblici, universali, presenti nei luoghi di vita quo-
tidiana dei ragazzi». Nonostante sia già stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per l’avvio del servizio nel 2025, a cui seguiranno 18,5 milioni annui dal 2026, senza il decreto attuativo le risorse non possono essere utilizzate. «Serve un’azione rapida ed efficace – ribadisce la deputata – per dare il via a una sperimentazione reale, che diventi presto una misura strutturale e permanente. Non possiamo più permetterci ritardi».
La proposta Chiedimi come sto ha un orizzonte ampio: non si limita a curare il disagio, ma vuole promuovere una cultura della prevenzione e del benessere, coinvolgendo l’intera comunità educante. «Anche i docenti – conclude Scarpa – si trovano spesso a fronteggiare situazioni complesse senza strumenti adeguati. Garantire loro un supporto psicologico significa rafforzare la scuola come luogo sicuro, accogliente e capace di ascoltare».
Oltre 71 milioni per garantire l’assistenza domiciliare alle persone fragili
Un impegno concreto per la continuità dell’assistenza alle persone più fragili. La Regione Veneto ha stanziato oltre 71 milioni di euro per garantire l’erogazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) a favore di persone con disabilità o non autosufficienti che vivono a domicilio. Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, consente di anticipare le risorse statali non ancora trasferite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
«Abbiamo attivato da tempo questa misura – spiega Lanzarin – per fornire contributi economici a chi vive situazioni di grave fragilità, offrendo accesso a servizi domiciliari personalizzati e fondamentali per la qualità della vita. Ora assicuriamo la continuità del sostegno, senza interruzioni, anche in assenza dei fondi ministeriali». Lo stanziamento ammonta a 71.456.000 euro, che saranno distribuiti tra le Aziende ULSS e gli enti capofila dei territori sociali. L’obiettivo è sostenere le Impegnative di Cura Domiciliare (ICD), uno strumento di supporto economico per favorire la permanenza al domicilio di persone che
necessitano di assistenza continua. Le risorse copriranno tutte le principali tipologie di ICD attive sul territorio.
Per le persone non autosufficienti, si tratta delle impegnative ICD B, B Plus, M e Mgs, destinate a chi ha bisogno di assistenza di base, potenziata o specifica. Per le persone con disabilità, le categorie interessate sono le ICD A, Sla, P e F, con possibilità di accesso al Fondo nazionale per la Non Autosufficienza nei casi più gravi. Il provvedimento ha una doppia valenza: da un lato, garantisce continuità ai
servizi già attivi e attesi dalle famiglie, evitando vuoti nell’assistenza; dall’altro, rappresenta una risposta concreta al ritardo nell’erogazione dei fondi statali, mettendo in sicurezza un sistema che interessa migliaia di cittadini veneti. «Sostenere le famiglie che ogni giorno si prendono cura di persone non autosufficienti – conclude Lanzarin – è una priorità per questa Regione. L’assistenza domiciliare è un pilastro della nostra sanità di prossimità, che vogliamo rendere sempre più capillare, stabile ed efficace».
Adolescenti in crisi: boom dei disagi psichici, casi triplicati in cinque anni nel Veneziano
I
n soli cinque anni, i numeri sono esplosi: nel Veneziano, gli adolescenti seguiti per disturbi psichici sono più che triplicati. Dai 450 casi del 2020 si è arrivati ai 1.415 del 2024, con un’ulteriore crescita già nei primi mesi del 2025. Un trend allarmante che fotografa una realtà in continua evoluzione e un disagio sempre più precoce.
A dare assistenza quotidiana a questi ragazzi è lo IAF (Infanzia, Adolescenza e Famiglia), servizio territoriale dell’Ulss 3 Serenissima, composto da un’équipe multidisciplinare quasi tutta al femminile: neuropsichiatre infantili, psicologhe, psicoterapeute, ginecologhe, assistenti sociali, logopediste e infermiere. Operano a Dolo, Mirano, Venezia e Chioggia, con un approccio integrato che spazia dalla prevenzione alla diagnosi, fino alla riabilitazione.
Le professioniste del servizio hanno segnalato un forte aumento dei casi tra i preadolescenti, in particolare nella fascia 12-14 anni. La neuropsichiatra Angelica Rampazzo, che dirige le sedi di Dolo, Mirano e Chioggia, ha evidenziato come tra i disturbi emergenti si riscontri frequentemente una forma di ansia legata alla separazione dallo smartphone, che porta con sé il timore di essere esclusi dalle esperienze condivise sui social. Un fenomeno conosciuto come nomofo-
bia. All’interno dello stesso quadro, sono emerse anche altre ossessioni legate all’uso dei social, come l’ortoressia (la fissazione per il cibo sano e naturale), la vigoressia (il bisogno compulsivo di scolpire il proprio corpo in palestra) e la drunkoressia(l’abitudine di sostituire il cibo con l’alcol per ridurre le calorie).
Anche Ilaria Festa, neuropsichiatra e responsabile del servizio per Venezia e terraferma, ha confermato che la crescita della domanda è continua e riguarda in particolare la fascia preadolescenziale. Ha segnalato che, nel primo quadrimestre del 2025, i giovanissimi già in carico sono stati 87, un numero raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo la dottoressa, questo rappresenta un chiaro segnale di una tendenza alla comparsa sempre più precoce dei sintomi legati a disturbi psichici.
I dati parlano chiaro: il 40% dei disturbi riguarda ansia e umore, spesso associati a isolamento sociale e uso eccessivo dei dispositivi elettronici. Un ulteriore 30% è rappresentato da disturbi della nutrizione, con un’esordio sempre più anticipato già a 12-13 anni. Il restante 30% si riferisce a problemi comportamentali che, con l’avanzare dell’adolescenza, possono sfociare in veri e propri disturbi della condotta.
Redazione Salute
Consegnato all’Ospedale di Mirano un ecografo portatile grazie a La
Colonna APS
Nelle scorse settimane l’ospedale di Mirano è stato teatro di un importante evento: la consegna di un ecografo portatile multidisciplinare, ad ultrasuoni, all’avanguardia e completamente digitale, del valore di 15.330,00 euro, donato da La Colonna APS, l’associazione fondata da Giancarlo Volpato che si occupa di sostenere la ricerca sulle lesioni spinali, a favore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia. Questo strumento rappresenta molto più di un semplice aiuto economico perché promette di rivoluzionare la diagnosi e il trattamento dei pazienti, garantendo cure più rapide e precise, specialmente in situazioni di emergenza.
Adriana Critelli, Direttrice dell’Unità di Neurologia, ha evidenziato come questo strumento permetterà di espandere le capacità diagnostiche del reparto, specialmente in contesti complessi. È un supporto fondamentale per i pazienti affetti da patologie cerebrovascolari, offrendo un intervento tempestivo e mirato.
Alla cerimonia erano presenti il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, il Sindaco di Mirano Tiziano Baggio con la Vicesindaca Maria Giovanna Boldrin, e altri membri del consiglio comunale, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni locali. Anche i rappresentanti di La Colonna APS hanno partecipato, insieme ai partner storici come Kardines Walking, Mirano Nuoto e Gelateria L’Arte di Mauro, che attraverso iniziative di raccolta fondi come “100km per Gianca” e “Swim Day” hanno dato un contributo decisivo alla realizzazione del progetto.
Contato ha espresso gratitudine verso l’associazione ribadendo il valore inestimabile del volontariato. Giancarlo Simionato, in rappresentanza del presidente Giancarlo Volpato, ha sottolineato come dietro ogni donazione ci sia l’obiettivo di realizzare progetti che rispondano ai bisogni della comunità. L’evento ha sottolineato la forza di una rete solidale che unisce volontariato, istituzioni e cittadini per generare un impatto positivo e tangibile.
La Colonna APS continua a migliorare la qualità della vita di chi convive con una lesione spinale, confermandosi come un pilastro fondamentale di solidarietà e innovazione.
Riccardo Musacco
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