Al “Ca’ Foncello” apre la “stanza rosa” per accogliere le donne vittime di violenza
di Castelfranco Veneto
Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”
Corsa alle regionali
Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
TRA PAURA E CONTROLLO: LE CITTÀ SI TRASFORMANO
Metal detector e steward non bastano più. A preoccupare è il clima che si respira tra i giovani, dove il coltello è diventato uno “strumento normale” e l’aggressività una forma di affermazione

“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile

CONSIGLIO COMUNALE INFUOCATO SCONTRI TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE
La seduta termina con un acceso confronto tra il sindaco Marcon e il consigliere di opposizione Alessandro Boldo, in un episodio definito come una pagina nera per la politica locale
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”



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Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
A ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.

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In arrivo 7 milioni contro le alluvioni

Un piano da 7 milioni di euro per mettere in sicurezza la città contro il rischio alluvioni: è quanto ha annunciato l’amministrazione comunale di Castelfranco, presentando un progetto strutturato che prevede la realizzazione di quattro bacini di laminazione e di un nuovo scarico delle acque nel fiume Muson, per affrontare le emergenze idriche con strumenti concreti e innovativi.
L’annuncio è arrivato nel corso della serata di presentazione del volume “Castelfranco Veneto nodo idrico. Indagine sull’idrografia urbana tra passato e contemporaneità”, tenutasi al Teatro Accademico, che ha visto la partecipazione di tecnici, studiosi e amministratori.
Il fulcro dell’intervento riguarda la capacità di gestione dell’acqua a monte della città. I nuovi bacini e lo scarico aggiuntivo serviranno a trattenere oltre 500mila metri cubi di acqua, in risposta agli eventi estremi che nel 2024 hanno causato gravi allagamenti, in particolare lungo il corso dell’Avenale. Tre dei quattro nuovi bacini saranno realizzati in zone agricole tra Castello di Godego, Riese Pio X e il territorio comunale di Castelfranco, a nord della circonvallazione. Il quarto, che richiederà espropri, comporterà una tempistica più lunga e dipenderà da ulteriori stanziamenti. Lo scarico nel Muson, invece, è già progettato: mancano solo gli ultimi via libera da enti come Veneto Strade e Genio Civile. Si prevede di partire entro fine estate con la progettazione dettagliata di almeno tre bacini. Il percorso di approfondimento sulla rete idrica urbana è iniziato nell’agosto 2024, con un’iniziativa promossa dall’Osservatorio Locale per il Paesaggio della Castellana, che ha portato alla redazione del volume curato da Giacinto Cecchetto, con immagini di Luca Antonello e mappe dell’architetto paesaggista Claudio Mistura. (a.b.)
La città vara un piano idraulico per contenere oltre 500mila metri cubi d’acqua
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano
>direttore@givemotions.it<
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.


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Il dibattito. Bufera tra maggioranza e minoranza dura la replica del sindaco
Marcon commenta il finanziamento e rassicura i cittadini sul progetto di canale scolmatore
Quattro opere per difendere Castelfranco dalle alluvioni, grazie a 1,2 milioni statali. Il sindaco Marcon smentisce le polemiche sui ritardi e chiarisce: “Tutti i passaggi sono documentati”
Protezione dalle alluvioni: in arrivo dallo Stato 1 milione e 218mila euro per interventi a Castelfranco. Accusato di aver perso i fondi destinati ai comuni alluvionati per ritardi burocratici, il sindaco Stefano Marcon presenta le carte che certificano come il Ministero dell’Interno, di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con il ministero per la Protezione Civile e le Politiche del mare abbia concesso i finanziamenti in favore dei comuni italiani colpiti da alluvioni nel 2024, compresa anche Castelfranco. I fondi saranno destinati a opere riguardanti la messa in sicurezza idraulica soprattutto del centro storico della città del Giorgione, individuati dopo le alluvioni del 2024. Uno di questi interventi, la posa di new jersey in cemento lungo via Avenale, uno dei quartieri più colpiti, è stato già realizzato nell’autunno scorso e ora potrà beneficiare di 115mila euro di fondi statali. Le altre opere in fase progetuale sono il rialzo degli argini del torrente Muson in Borgo Vicenza (208mila euro), lo scavo e lo smaltimento di fanghi e altro materiale alluvionale dall’Avenale e dal fossato del castello (635mila euro), l’intervento di consolidamento del ponte di Ca’ Duodo, in corso XXIX aprile (260mila euro). Il comune aveva individuato queste quattro opere, volte alla riduzione del rischio residuo, già dopo la prima alluvione del 16 maggio
2024, reiterando la richiesta allo Stato anche dopo l’esondazione del 25 giugno e del 23 settembre. In attesa dell’azione dei ministeri, il Comune aveva ricevuto un finanziamento regionale di 199mila euro, pari al 77% dell’importo totale e massima percentuale erogabile, che ora sarà restituito, in quanto il contributo statale copre l’intera somma richiesta. Con i fondi che tuttavia tardavano ad arrivare, le opposizioni accusavano l’amministrazione guidata da Marcon di non aver provveduto alla richiesta di finanziamento entro i termini previsti. In verità un ritardo c’è stato, ma solo per la richiesta di giugno, che tuttavia reiterava quanto già richiesto per l’alluvione di maggio. E a chi fa notare come l’arrivo dei finanziamenti sia giunto poco dopo l’interrogazione presentata in Regione dal consigliere di Europa Verde Andrea Zanoni, il sindaco replica: “Nessun superpotere da parte mia, né nessun retroscena da fantapolitica, ma normali tempi burocratici. Inviterei coloro che vedono la pagliuzza nell’occhio dell’altro a fare una riflessione e ad ammettere di aver fatto confusione”. Il sindaco rassicura inoltre i cittadini che vivono lungo l’asta del torrente Muson, preoccupati dal progetto di canale scolmatore per far defluire l’acqua del torrente Avenale in caso di piena: “Il progetto prevede l’utilizzo dello scolmatore solo quando il torren-

te Muson ha la capacità ricettiva adeguata. Ad esempio, a differenza dell’alluvione di maggio, durante la quale il Muson era a
livello di allerta, nelle successive alluvioni di giugno e settembre il Muson non presentava criticità e avrebbe potuto contenere parte
Scontro acceso su mozione per gli
dell’acqua dell’Avenale, prima che questa giungesse in centro a Castelfranco”.
agenti di scorta di Falcone e Borsellino, si sfiora la rissa tra sindaco e opposizione
L’ultimo infuocato consiglio comunale di Castelfranco ha visto lo scontro tra la maggioranza e le forze di opposizione su diversi temi, dai finanziamenti post-alluvione al tema della cementificazione. La miccia che ha fatto deflagrare gli animi è stata tuttavia la sospensione, decisa dalla maggioranza, della mozione presentata dal consigliere Diego Giovine, per l’intitolazione di un parco ai poliziotti morti nel 1992, durante il servizio di scorta a Falcone e Borsellino. Le minoranze compatte commentano: “La maggioranza ha deciso di votare la sospensione della votazione aggrappandosi ad un cavillo del regolamento, interpretandolo faziosamente. Si tratta di un fatto mai accaduto in consiglio comunale in



oltre 40 anni, un gravissimo precedente che di fatto limita arbitrariamente la funzione del consigliere comunale, con grave vulnus all’esercizio democratico dei suoi compiti”. Una sospensione, commenta l’opposizione, dettata dal tentativo di mantenere in piedi una maggioranza, che si appoggia su un unico voto in più rispetto alla minoranza. Al termine del consiglio, si è
poi sfiorato il confronto fisico tra il sindaco Marcon e il consigliere di minoranza Alessandro Boldo. Dopo le prime schermaglie verbali, “il sindaco si è scagliato contro il consigliere Boldo sotto lo sguardo esterrefatto di tutti i consiglieri. Una pagina nera, la più nera della storia politica e democratica di Castelfranco Veneto” conclude l’opposizione. (l.s.)

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“Crocevia della storia, tracce musicali del passaggio per la nostra terra di popoli, eserciti, viaggiatori”
“Crocevia” sarà un veicolo che verrà usato dal Val Canzoi per cercare di tramandare la tradizione musicale e far capire il valore della ricerca per l’innovazione del canto popolare alle nuove generazioni.
Una carrellata di storie e canti che testimoniano il passaggio di diversi popoli per le nostre terre, nel corso dei secoli. Dai barbari agli spagnoli, dai francesi agli americani, molteplici popoli hanno
colo perverrà da una accattivante performance di SAND ART, realizzata dall’artista Giulia Mucignato, che con il suo sapiente tocco saprà dare fugace consistenza visiva alle immagini sonore che verranno evocate dal canto: uno spettacolo da non perdere!
La strada già percorsa
Nei scorsi mesi alcune progettualità sono già state attuate. Sabato 29 marzo, presso il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto,






Sicurezza urbana/1. Dalla trap sotto il mirino dei proprietari di discoteche alla politica che invoca un daspo ad hoc
Il delitto a Playa Loca aggrava il dibattito su sicurezza e cultura giovanile nelle discoteche
Il dramma di Lorenzo Cristea scuote Castelfranco: armi tra i giovani, serate a rischio e musica violenta spingono esperti e istituzioni a cercare soluzioni per la sicurezza nei locali
L’omicidio di Lorenzo Cristea, avvenuto il 4 maggio scorso al di fuori della discoteca Playa Loca a Castelfranco, ha suscitato preoccupazione e rabbia nella società castellana e non solo, suscitando dibattiti su come è cambiato il modo di divertirsi dei più giovani. Molte persone sono state colpite non tanto dalla rissa che ha coinvolto i ragazzi, fenomeno da sempre diffuso ovunque, fuori da locali, discoteche, stadi, quanto dall’utilizzo di armi, come coltelli, che molti giovani portano con sé e non mostrano remore ad utilizzarli, tanto che sono diversi i locali che effettuano controlli con il metal detector all’ingresso. Una settimana dopo il tragico omicidio, lo stesso gestore del Playa Loca, Chri-
stian Simioni, ha voluto organizzare una serata invitando istituzioni civili e professionisti del mondo dell’intrattenimento, per discutere e riflettere insieme, al fine di trovare soluzioni o percorsi da intraprendere. Una discussione che riguarda anche la musica più alla moda oggi, la tanto accusata “trap” e il suo immaginario “gangsta” di soldi, armi, droga e lusso, condito da un atteggiamento duro, ribelle e provocatorio. Roberto Giacomin, bodyguard e titolare dell’agenzia di sicurezza Prs Security, ha parlato di come il mondo della sicurezza sia cambiato profondamente negli ultimi anni: prima della pandemia di Covid-19, bastavano 5-6 addetti alla sicurezza per gestire una serata con 800 persone,
ora ne servono il doppio. “Non si può negare – commenta Giacomin – che sia cambiata radicalmente la musica. Vanno di moda generi che in qualche modo incitano alla violenza, che sicuramente hanno una presa sulle giovani generazioni”. Una visione condivisa anche da Giannino Venerandi, titolare dell’Odissea di Spresiano, che sottolinea come siano le stesse case discografiche a spingere certi “artisti” controversi unicamente nel nome del business. Poi lancia la proposta: “Per serate con una certa affluenza, dobbiamo pagare la squadra dei vigili del fuoco. Personalmente, ma come me tanti miei colleghi, pagherei volentieri anche una pattuglia dei carabinieri che stazionasse fuori dai locali. Anche in chiave preventiva, come avviene nei grandi concerti”. Anche la politica sta cercando di venire incontro alle richieste imprenditori e fruitori dei locali notturni. È il caso di Guido Rizzo, consigliere

comunale di Fratelli d’Italia, che lancia l’idea di un “daspo” per i locali, dopo che si è scoperto che gli autori accusati dell’omicidio di Cristea fossero persone già riconosciute come problematiche in altri locali del montebellunese: “Ritengo sia necessario introdurre un daspo specifico per le discoteche e i locali pubblici, sul modello di quello già applicato negli stadi. Chi si rende protagonista di atti violenti o pericolosi non deve più avere
Via Piccinini, furto in pieno centro: cresce l’allarme sicurezza
Nonostante Castelfranco sia considerata una città tranquilla, senza particolari problemi di ordine pubblico, questo non la mette al riparo dalla criminalità comune, con diverse segnalazioni di furti in casa o nei parcheggi. Un fenomeno che riguarda tanto il centro storico, quanto le frazioni e che suscita spesso apprensione e sgomento da parte della popolazione, dato che viene colpita la propria sfera intima e privata. L’ultimo in ordine di tempo, il furto in un’abitazione nella centralissima via Piccinini, conclusosi con l’arresto di uno dei ladri. Istituzioni e forze dell’ordine sono costantemente al lavoro per contrastare il
fenomeno, spesso difficilmente prevedibile. La diffusa videosorveglianza presente nel territorio comunale è un aiuto imprescindibile, soprattutto per l’individuazione dei criminali. Tuttavia, vi sono diversi accorgimenti che ognuno di noi può seguire, divulgati dalle forze dell’ordine nella loro azione di sensibilizzazione alla sicurezza, rivolta soprattutto agli anziani, in una città dove il 13% della popolazione ha più di 75 anni. Il primo è cercare di evitare di tenere in casa un’eccessiva quantità di contanti o di beni preziosi, ma di affidarli a soggetti che possono custodirli in sicurezza. Le forze dell’ordine continuano inoltre a sensibi-


accesso ai luoghi del divertimento pubblico. È una proposta di tutela collettiva, che protegge i giovani e le famiglie che chiedono sicurezza e serenità, così come gli imprenditori e i lavoratori del settore. Deve esserci la collaborazione di tutti, a partire dalla politica che può aiutare a formalizzare l’iniziativa dal punto di vista normativo: la sicurezza non può essere una battaglia solitaria”.
Leonardo Sernagiotto

lizzare i cittadini sull’installazione di telecamere e antifurti, purtroppo ancora poco diffusi tra la popolazione. Incontrando alcuni armaioli, invece, non sembra esserci


stato negli ultimi tempi un aumento di vendita di armi per sicurezza personale, anche in quanto sono gli stessi venditori a non voler fomentare il fenomeno. (l.s.)
Sicurezza urbana/2. Alessio spiega come la sua azienda affronta le nuove criminalità
“Ormai i sistemi d’allarme devono essere parte integrante per la sicurezza delle famiglie”
“La società è cambiata negli ultimi anni e con essa il concetto di sicurezza. È necessario sapersi adeguare a questi mutamenti”. A parlare è Alessandro Alessio, titolare dell’Alessio Elettrosicurezza di Castelfranco, azienda che si occupa di sicurezza familiare e aziendale. L’Alessio Elettrosicurezza nasce nel 1987 e da allora è in continua espansione: oggi conta oltre 40 dipendenti e un fatturato di 8 milioni di euro. “Siamo sempre stati attenti alle trasformazioni legate al settore – continua Alessandro – Se in passato la sicurezza riguardava gli oggetti, ossia il loro furto o danneggiamento, adesso si è spostata su un fattore che è molto più emozionale e molto più delicato e che riguarda la protezione della persona stessa e dei suoi familiari”. Un cambiamento che il secondo titolare dell’Alessio si è accentuato soprattutto dopo il periodo del Covid-19, che ha accelerato una tendenza già in atto: “Negli ultimi 5-6 anni è aumentato il disordine urbano e sociale. Chi entra in casa delle persone è spesso un delinquente che fa uso di stupefacenti e che non esita a paralizzare e picchiare chi trova all’interno dell’abitazione”. Operando in tutto il nord Italia, Alessandro Alessio è conscio di come ogni città abbia le sue problematiche: “Rispetto ad altre città, Castelfranco non presenta gravi problemi di delinquenza, è sostanzialmente tranquilla. Ci sono

tuttavia fenomeni sporadici che suscitano preoccupazione e questo lo vediamo anche noi, con la continua installazione di impianti anche nella nostra città”. Per rispondere alle nuove sfide, Alessandro non ha dubbi: unire tecnologia e servizi, per offrire un sistema personalizzato al cliente. “Sono da tempo finiti gli anni nei quali si lasciava accesa la luce o la televisione, magari programmando col timer, per dare l’impressione di essere a casa. Ora i delinquenti seguono le potenziali vittime sui social, osservando abitudini e stili di vita e monitorano gli spostamenti. Per questo, prima di progettare gli impianti, si studiano le attività e le abitudini dei proprietari e anche dei loro figli. Ogni persona ha un modo di vivere diverso, ma ognuno ha l’esigenza di essere tutelato e protetto. Al giorno d’oggi i sistemi sono più complessi: si è passati da un
approccio passivo a uno proattivo e tempestivo, dove la tecnologia, basata anche sull’intelligenza artificiale, deve essere accompagnata al controllo garantito da istituti di vigilanza e security manager”. E se le forze dell’ordine continuano a sensibilizzare i cittadini sull’installazione di telecamere e antifurti, strumenti utili contro i furti in abitazione ma ancora poco diffusi tra la popolazione, Alessandro Alessio sottolinea il carattere sociale di installare un sistema di sicurezza: “Se un delinquente vuole entrare in un’abitazione e genera un allarme, questo genera deterrenza anche per le abitazioni vicine. Se un ladro vede una casa ben strutturata dal punto di vista della sicurezza, ormai non si avvicina nemmeno. Le tecnologie per la sicurezza devono essere parte fondamentale di un’abitazione”.
Leonardo Sernagiotto
Rimane alta l’attenzione verso il disagio giovanile
Alessandro Alessio, titolare di Alessio Elettrosicurezza di Castelfranco, racconta come il concetto di sicurezza sia profondamente cambiato negli ultimi anni. Dalla protezione degli oggetti si è passati a difendere le persone, studiando abitudini, stili di vita e sfruttando la tecnologia più avanzata per anticipare i rischi

Castelfranco come città sicura. È questo quanto emerge da un confronto con le forze dell’ordine operative nella città del Giorgione, che tratteggiano un quadro di relativa tranquillità in tema di sicurezza pubblica. Questo non esclude il verificarsi di episodi, anche gravi, che colpiscono la comunità castellana e che possono suscitare sgomento e apprensione tra la popolazione, ma si tratta di fenomeni che rientrano nel dato fisiologico, nelle statistiche di città dello stesso ordine di grandezza di Castelfranco. Chi si occupa di sicurezza pubblica esclude inoltre che sia presente a Castelfranco un fenomeno riconducibile alle cosiddette “baby gang”, ossia

bande microcriminali organizzate, colpevoli di reati quali estorsioni, rapine, spaccio di droga. L’unico episodio riconducibile a tale categoria criminosa ha riguardato alcuni giovani residenti a Vedelago, una struttura composta da adolescenti tra i 15 e i 17 anni (di ambo i sessi)
prontamente smantellata dall’azione dei carabinieri di Castelfranco. Nell’ambito del fenomeno delle devianze giovanili, le forze dell’ordine stanno inoltre conducendo un’importante azione di sensibilizzazione ed educazione nelle scuole, a partire dalle primarie fino alle superiori, ma anche servizi specifici mirati a tenere sotto controllo le zone di aggregazione dei giovani. Anche nella famigerata “piazzetta rossa”, l’area a ridosso della stazione degli autobus in via Podgora, teatro nel passato di episodi che hanno visto coinvolti giovani e ragazzi, negli ultimi mesi non si sono più registrati atti violenti riconducibili al disagio giovanile. (l.s.)

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Le opere. Tra le misure previste, nuovi limiti di velocità e attraversamenti pedonali
Al via una serie di interventi strategici per una città a misura di pedone
Al via il secondo stralcio del terminal bus: fine lavori entro il 2025. Previsti anche interventi su mobilità dolce e riqualificazione del palazzetto dello sport
S ono partiti il mese scorso i lavori per la realizzazione del secondo stralcio del terminal bus, in corrispondenza del parcheggio nord della stazione ferroviaria di Castelfranco. Con un importo complessivo dell’opera di quasi un milione di euro, i lavori dovrebbero terminare entro la fine del 2025. Si tratta dell’ultimo atto di un progetto quanto mai complesso e travagliato, che ha attraversato quasi 20 anni di politica castellana, passando tra concordati, fallimenti di ditte e fideiussioni escusse. La nuova opera permetterà di spostare la stazione degli autobus, attualmente in via Podgora, nelle vicinanze della ferrovia, in modo da attuare l’interscambio gomma-rotaia più volte ventilato, in una città che vede ogni giorno l’arrivo con i mezzi pubblici di oltre 7mila studenti. Nelle vicinanze del futuro terminal, è stato realizzato inoltre il nuovo deposito della Mom, dotato di tutti i sottoservizi necessari (ad esempio per il rifornimento di gasolio e metano) e che ospiterà 80 mezzi, che attualmente devono giostrarsi tra le due sedi in affitto in via Bordignon (deposito) e via dei Prai (officine). In occasione della presentazione pubblica di 19 nuovi autobus della Mom presentati in piazza Giorgione a Castelfranco, il sindaco Marcon aveva annunciato che il completamento di terminal e deposito aprirà la possibilità di sperimentare un nuovo sistema di trasporto pubblico urbano, che coinvolga anche i comuni della fascia suburbana di Castelfranco, incentrando il servizio su luoghi strategici, come l’ospedale e la stazione dei treni. Non solo trasporti pubblici. Anche la viabilità del centro storico vedrà degli interventi in funzione di incrementare la sicurezza per l’utenza debole, come pedoni e ciclisti. Lungo via Monte Grappa sono stati tracciati a terra i segnali di limite di 30 chilometri all’ora, propedeutici a realizzare degli attraversamenti pedonali rialzati, per limitare la velocità di una strada sostanzialmente rettilinea. L’am-
ministrazione è inoltre impegnata anche nell’ammodernamento del palazzetto dello sport, che dalla fine degli anni Sessanta caratterizza lo skyline castellano. Grazie a un contributo regionale di 44mila euro, che copre oltre il 50% degli 80mila euro di costo totale, saranno rifatti i due spogliatoi per gli atleti, collocati al piano del campo da gioco. I lavori vedranno il ripristino dell’impianto idrico ed
elettrico, la sostituzione dei piatti doccia, dei sanitari e il rifacimento dei pavimenti. L’obiettivo è tuttavia quello di riuscire a intercettare il bando nazionale “Sport e periferie”, che garantirebbe i fondi necessari (oltre 615mila euro) per poter realizzare due vani scala esterni al palazzetto, uno dei quali dotato di ascensore. I due nuovi vani scala garantirebbero migliori condizioni di sicurezza, permettendo di aumentare la capacità del palazzetto da 400 a circa 1200 posti.



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La città rinnova il suo impegno contro le barriere architettoniche
Il post di una donna che lodava l’intervento dell’Università di Padova all’interno di Parco Bolasco, con la sostituzione della ghiaia con del misto stabilizzato per rendere accessibile il percorso a carrozzine per disabili e passeggini, ha riportato il tema delle barriere architettoniche al centro dell’attenzione cittadina. La donna infatti invitava gli amministratori comunali a una prova “su carrozzina” per il centro di Castelfranco, per comprendere la difficoltà a spostarsi tra buche e gradini. Dal 2019, il Comune ha stilato un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, che consta di centinaia di interventi in tutto il territorio comunale, che vanno dalla pavimentazione sconnessa alla presenza di gradini o di altri ostacoli. Ogni anno, per l’eliminazione delle barriere architettoniche, il Comune spende in media 60mila euro. Gli interventi sono sostanzialmente conclusi a Bella Venezia e a Campigo, mentre sono in fase di realizzazione a San Floriano, per poi andare a intervenire anche negli altri quartieri e frazioni. Il centro storico ha già visto diversi interventi, ma la situazione è continuamente monitorata, anche per l’emergere di nuove esigenze da parte di persone disabili. La stessa strada di accesso a Parco Bolasco sarà oggetto di sistemazione, anche in vista della conclusione dei lavori presso l’adiacente Barchessa degli Strepiti, che grazie ai fondi Pnrr sarà restaurata per ospitare l’Osservatorio regionale sugli effetti terapeutici del paesaggio. Attraverso la nuova pista ciclabile di via Ospedale, sarà dunque realizzato un asse d’accesso inclusivo tra centro storico e villa Bolasco. (l.s.)

Fondi. Il Comune investirà 390mila euro l’anno fino al 2027
Firmata la nuova convenzione
con le scuole dell’infanzia paritarie
U
n patto rinnovato per il futuro dei più piccoli e delle loro famiglie. Nella Sala Consiliare, è stata firmata la nuova convenzione triennale tra l’Amministrazione Comunale e le Scuole dell’Infanzia Paritarie del territorio, alla presenza del sindaco Stefano Marcon e del vicesindaco Marica Galante. L’accordo, valido per il periodo 2025–2027, è stato sottoscritto in collaborazione con la Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) di Treviso. La convenzione prevede un contributo comunale annuale di 390.000 euro destinato a sostenere le spese di gestione delle scuole, contenere le rette e rendere l’accesso ai servizi educativi più equo e inclusivo. Si tratta di un investimento importante, che riconosce il valore delle scuole paritarie all’interno del sistema pubblico integrato di educazione e istruzione, così come definito dal decreto legislativo 65/2017. L’accordo stabilisce criteri chiari per la collaborazione economica, educativa e gestionale tra Comune e istituti, con l’obiettivo di garantire: pari opportunità per tutti i bambini dai 3 ai 6 anni; attenzione specifica per i minori con disabilità o in condizioni di svantaggio sociale; integrazione con i servizi socio-educativi locali; alti standard qualitativi nell’insegnamento e nella ristorazione scolastica;

trasparenza nella gestione delle risorse e nella valutazione dei risultati.
Le scuole coinvolte fanno capo alle parrocchie di S. Maria Assunta, S. Benedetto Abate di Bella Venezia, San Andrea Apostolo, San Pio X di San Floriano, Sant’Andrea O/M, San Daniele e S. Sebastiano Martire. Tutti istituti senza scopo di lucro, da sempre impegnati a offrire un’educazione accessibile, centrata sul benessere del bambino. “Sottoscrivendo questa convenzione – ha affermato il sin-
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daco Marcon – riaffermiamo il valore della sinergia tra enti pubblici e realtà educative paritarie. È un impegno concreto per assicurare continuità, qualità e accessibilità nell’educazione della prima infanzia”. Sulla stessa linea il vicesindaco Marica Galante: “Questo rinnovo è un pilastro della nostra politica sociale. Sosteniamo le famiglie e investiamo nel futuro della comunità, costruendo insieme un sistema educativo forte e inclusivo”.
Anna Bergantin
Più poteri agli ausiliari della sosta: multe anche fuori dalle strisce blu
Non solo parcheggi non pagati: da qualche settimana a Castelfranco gli ausiliari della sosta potranno sanzionare anche chi parcheggia in modo scorretto al di fuori delle aree blu. Il sindaco Stefano Marcon ha infatti firmato un decreto che estende formalmente i poteri degli operatori incaricati dalla società Abaco S.p.A., in linea con quanto previsto dall’articolo 12-bis del Codice della Strada. Si tratta di un cambiamento concreto e significativo per il controllo della sosta in città. Gli ausiliari potranno ora intervenire anche su violazioni come auto in sosta su marciapiedi, in aree vietate o negli stalli riservati ai disabili, situazioni finora escluse dalle loro competenze nonostante la vicinanza alle zone già presidiate. Il sindaco Marcon ha definito la misura come “una scelta di buon senso”, utile per razionalizzare gli interventi, migliorare l’ordine urbano e aumentare l’equità nei controlli. (a.b.)




Il convegno. Esperti, istituzioni e operatori si confrontano sulle sfide del domani
Il futuro dell’assistenza agli anziani passa per l’innovazione e il dialogo
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idefinire il futuro dell’assistenza alla terza età attraverso una visione condivisa, innovativa e sostenibile. È questo il messaggio emerso dal convegno “Scenari futuri dei Centri Servizi per Anziani: ripensare il domani tra sfide e opportunità”, promosso dalla rete SENIORnet e ospitato dalla Cooperativa Sociale Eureka di Castelfranco Veneto. L’appuntamento ha riunito oltre 200 partecipanti, tra dirigenti del settore socio-sanitario, amministratori pubblici, studiosi e professionisti della cura, per discutere le prospettive evolutive dei servizi residenziali per anziani, in un contesto segnato da cambiamenti demografici rapidi, nuove normative e un’accelerazione tecnologica senza precedenti. Tra gli interventi istituzionali di rilievo, quelli di Manuela Lanzarin, assessora regionale alla Sanità e ai Servizi Sociali, Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco e presidente della Provincia di Treviso, Enrico Pozzobon, presidente della Cooperativa Eureka, Roberto Volpe, presidente Uripa Veneto, e Romano Astolfo, coordinatore di SENIORnet. Durante l’incontro sono stati presentati i risultati dell’indagine SENIORnet 2024 sulla soddisfazione

dei familiari degli ospiti in 57 strutture del Nordest: 2.300 i questionari raccolti, con un punteggio medio di 4,2 su 5. Tra i punti di forza emersi spiccano la professionalità e la disponibilità del personale, mentre le aree che richiedono miglioramento riguardano la ristorazione e una maggiore integrazione delle famiglie nel percorso assistenziale. “Servono visione e collaborazione – ha sottolineato Pozzobon – per costruire un futuro sostenibile. Il convegno è un’occasione per unire chi gestisce i servizi, chi li studia e chi li
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vive ogni giorno. Solo da questo confronto può nascere un vero cambiamento”. Ampio spazio è stato dato all’analisi delle sfide emergenti: dall’impatto del nuovo Codice dei Contratti Pubblici alla necessità di modelli economici più resilienti, fino all’introduzione di tecnologie digitali nei percorsi di long-term care. Il convegno ha così posto le basi per un nuovo modo di intendere l’assistenza agli anziani: non più solo come servizio, ma come patto sociale intergenerazionale.
Anna Bergantin
Berco, la Cisl in difesa dello stabilimento: “Armi necessarie per la difesa del Paese”
Nel pieno del dibattito sul futuro dello stabilimento Berco di Castelfranco Veneto, destinato alla dismissione da parte di ThyssenKrupp, interviene la segretaria generale nazionale della Cisl, Daniela Fumarola, in difesa dell’ipotesi di salvataggio dell’impianto da parte dell’azienda friulana Faber, intenzionata a convertire la produzione in componentistica bellica. “Porsi il problema etico in questo momento non è ragionevole”, ha dichiarato Fumarola, spiegando che la priorità è tutelare la filiera industriale e l’occupazione, sottolineando che la produzione di armi è una necessità nell’ambito della difesa nazionale. “Un Paese va anche difeso – ha aggiunto – e in quest’ottica la fabbricazione di armamenti è parte della sua sicurezza. L’uso che se ne fa è un discorso diverso”. Nel suo intervento, la leader sindacale ha richiamato l’importanza di promuovere messaggi di pace, soprattutto nelle scuole, ma ha evidenziato che la violenza vera e quotidiana è un’altra, come quella che si manifesta “nel bullismo, nella mancanza di rispetto, nei crimini commessi per futili motivi”. “È lì che risiede la vera emergenza del nostro tempo”, ha concluso Fumarola, spostando il focus dal dibattito sulla produzione bellica alla necessità di affrontare le radici culturali della violenza nella società. (a.b.)

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Il progetto. Torna l’evento targato Sottosopra, con incontri, talk e tanta musica
Miraggio 2025: un’estate di cultura, spettacolo e cinema sotto le stelle nei giardini del castello
Fino al 27 luglio, ogni giovedì, venerdì e domenica, l’area si trasforma con musica dal vivo, talk, laboratori per tutte le età e sorprese come il cinema itinerante in collaborazione con Pasticciere Trotzkista, proponendo film classici e rari

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avolini, sdraio, luci e tanto divertimento e voglia di socialità. Anche quest’anno è tornato Miraggio, il progetto primaverile ed estivo dell’associazione Sottosopra, inaugurato per la prima volta nel 2024. Il luogo è sempre il medesimo: i giardini sud-ovest del castello, location insolita ma nel pieno spirito di Sottosopra, da sempre votata a capovolgere il nostro approccio verso l’esterno. Fino al 27 luglio, ogni giovedì, venerdì e domenica, dal tramonto in poi, questo angolo di Castelfranco si animerà di musica dal vivo, talk e laboratori per tutte le età, con nuove ed emozionanti sorprese. Ad iniziare dal cinema itinerante: in collaborazione con il Pasticciere Trotzkista, un progetto di Alfred Agostinelli, ogni giovedì saranno proiettati nell’arena all’aperto classici e perle rare come “Gli Uccelli” di Alfred Hitchcock o “Corpo Celeste” di Alice Rohrwacher. Confermata anche per quest’anno la rassegna di incontri e letture, curata dalla Libreria Zabarella di Padova, dove parteciperanno autori come Vanni Santoni (Il detective sonnambulo) ad Alessia Dulbecco (Il piacere sovversivo). Dopo la serata inaugurale del 30 mag-

gio scorso, con il djset di Massimo Santi, instancabile esploratore del suono, il venerdì di Miraggio è dedicato alla musica dal vivo, con l’alternanza di dj, musicisti e gruppi indipendenti come I Camillas e Jesse the Faccio. La domenica, invece, grandi e piccoli potranno partecipare ai laboratori di ceramica e illustrazioni proposti da Annamaria Ceramic e Cristina Pieropan. Dopo la giornata dedicata al vino naturale, a cui quest’anno hanno partecipato anche artigiani che lavorano pane a lievitazione naturale, peperoncini, miso e koji, Miraggio 2025 vuole continuare ad essere sinonimo di incontri
e dibattiti attorno ai temi della sostenibilità, dalla tutela del paesaggio al cicloturismo. Sotto il patrocinio del Comune di Castelfranco, il progetto Miraggio è reso possibile grazie al bando di co-progettazione indetto dall’amministrazione comunale e vedrà collaborare insieme a Sottosopra ben oltre quindici associazioni ed enti uniti per animare in sinergia la Città di Castelfranco Veneto, attraverso musica, teatro, cinema, letture e laboratori, per tutte le età, in attesa di Sottosopra Festival, che si terrà negli stessi spazi di Miraggio dal 1 al 3 agosto.
Leonardo Sernagiotto
La vita movimentata cittadina tra risse e segreti svelata da un archivio secolare
Un viaggio nella vita quotidiana della Castelfranco di 500 anni fa, ascoltando le voci della gente al mercato, nelle locande, lungo le vie della città. È il contenuto di “Botte da orbi. Una cronaca della podesteria di Castelfranco nel reggimento di Gabriel Pisani (1571-1572)”, scritto dal castellano Fabio Bortoluzzi, direttore dell’Archivio di Stato di Vicenza. Grazie a un paziente e certosino lavoro di lettura, studio e sintesi, Bortoluzzi presenta al grande pubblico una rapsodia sociale ricavata dalle oltre 1700 carte dei processi criminali istruiti dal podestà Pisani tra il marzo del 1571 e l’ottobre 1572, con-

densando in sole 95 pagine fatti accidentali, furti, liti di cortile, risse di ubriachi in osteria, botte fra giovanotti a filò, ma anche
faide, omicidi e scandali, in un universo urbano popolato da ladri di polli, mendicanti, contadini dediti al vino, banditi, bravi. “Botte da orbi” è il terzo volume della collana Quaderni di Biblioteca, Museo, Archivio. Dopo il primo volume sul Fregio giorgionesco conservato in Museo Casa Giorgione e la raccolta di saggi “Confini non confini” degli incontri tenutisi in biblioteca comunale, il lavoro di Bortoluzzi dà voce all’archivio storico di Castelfranco, preziosissimo scrigno di memoria di una città che ha saputo conservare una mole documentaria che non ha eguali in altre città venete di grandezza simile. (l.s.)
L’iniziativa. Enti e associazioni in prima linea per contrastare il fenomeno “Neet”
Progetto F.I.L.O: uno sguardo attento ai giovani per ridisegnare il futuro
T ratteggiarne un profilo unico è praticamente impossibile. Hanno età diverse, vengono da contesti familiari differenti, alcuni sono in fuga da insuccessi scolastici, altri da contesti lavorativi precari e senza futuro. In alcuni casi tendono a isolarsi, in altri hanno una vita sociale attiva, dando l’impressione che vada tutto bene. Ma non è così. Questi ragazzi condividono un disagio esistenziale profondo, che li tiene intrappolati in una situazione stagnante nella quale rischiano di rimanere invischiati per molto tempo. Stiamo parlando dei Neet - acronimo che indica i giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi - e che, secondo le stime, sono circa 47.000 solo in Veneto. Un’etichetta impersonale, dietro alla quale si nascondono storie di ragazzi che chiedono di essere visti, ascoltati e accompagnati a trovare il loro posto nel mondo. Proprio a loro si rivolge il progetto F.I.L.O (Formazione, Inserimento, Lavoro, Opportunità), presentato da Metalogos e finanziato dalla Regione Veneto attraverso il bando “Giovani Energie - Azioni sperimentali per l’attivazione dei giovani nella definizione del proprio percorso formativo e professionale”. Attivo nei territori di Asolo, Montebelluna, Valdobbiadene e Castelfranco Veneto, il progetto è realizzato in collaborazione con i partner operativi Una Casa per l’Uomo, Kirikù, L’Incontro e Fondazione Opera Monte Grappa. L’obiettivo? Intercettare i giovani in situazioni di disagio e lontani dai circuiti tradizionali della formazione e del lavoro, aiutandoli a ridisegnare il futuro con strumenti di orientamento, coaching e reinserimento attivo. “Non si tratta di un percorso psicologico,” spiega uno degli operatori del progetto, “ma di un lavoro di ascolto, accompagnamento e valorizzazione. Aiutiamo i giovani ad acquisire maggiore consapevolezza delle proprie risorse e a capire in che modo metterle a frutto in base alle possibilità offerte dal territorio”.
tezze. In seguito, sulla base delle esigenze emerse, vengono affidati a un educatore che li affianca in un percorso individuale. Si lavora su aspetti molto pratici come la scrittura di curriculum e lettere di presentazione, ma diventa soprattutto un’occasione preziosa di riflettere sulle proprie aspirazioni e fare un bilancio delle proprie competenze, in linea con quelle ricercate dal mercato del lavoro.
Tutto questo è reso possibile da una fitta rete territoriale che coinvolge enti pubblici e privati: servizi sociali, consultori, centri per l’impiego, servizi per l’età evolutiva,

psicologi e psicoterapeuti. Questi soggetti diventano segnalanti o collaboratori attivi nella presa in carico dei giovani. “Alcuni ragazzi arrivano direttamente tramite segnalazioni dei servizi sociali, altri
compilano un form dopo essere stati informati da enti specialistici – spiega l’operatore. Ma ci sono anche le adesioni spontanee: “Il progetto F.I.L.O punta a intercettare anche i giovani sconosciuti

Il percorso comincia con un colloquio iniziale, in cui i ragazzi hanno l’opportunità di raccontarsi e chiarire eventuali dubbi e incer-

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ai servizi specialistici, che vivono in una zona grigia, quasi invisibile. Qui giocano un ruolo chiave i canali informali, che ci aiutano a raggiungere chi è completamente scollegato dal mondo del lavoro e della formazione”. Il progetto non si limita all’orientamento individuale, ma prevede anche attività di gruppo come il laboratorio “Imprenditoria Creativa” in Villa Albrizzi Marini, dove Simone e Thea, due giovani imprenditori, si sono messi a disposizione per raccontare ai ragazzi la loro esperienza nell’avvio di una piccola impresa. Altro esempio significativo è stato l’attivazione del corso di operatore alla vendita, organizzato in collaborazione con il CFP di Fonte: “I ragazzi sono stati coinvolti attivamente nella scelta del progetto, compilando un sondaggio dove hanno espresso i loro interessi e preferenze” racconta l’operatore “Un riscontro positivo, che ha portato all’attivazione di due edizioni del corso, a dimostrazione di quanto sia importante valorizzare il punto di vista dei giovani nella scelta del percorso”.
Una società che non si arresta mai nella sua corsa dannosa al prossimo traguardo, la richiesta incessante e opprimente di performare, di farlo bene e nei tempi stabiliti. Le aspettative asfissianti, che pesano come macigni nelle vite dei giovani, soffocando il loro diritto umano a prendersi del tempo per capire chi sono e chi vogliono essere. Tutto questo in un mondo del lavoro troppo spesso precario e senza garanzie. Sono tante le ragioni che possono spingere i giovani a chiudersi in sé stessi, gettandoli in una spirale viziosa fatta di immobilità, insicurezza e paura del futuro. E il progetto F.I.L.O nasce proprio dall’intenzione profonda di offrire una narrazione alternativa, un rifugio che diventa punto di partenza per ripensarsi e ritrovarsi a partire dalla propria unicità. Uno slancio nuovo per guardare avanti con gli occhi della fiducia e dell’entusiasmo. Perché i giovani sono la linfa vitale che illumina il futuro della nostra società e meritano di sentirsi valorizzati, anche (e soprattutto) quando loro stessi hanno smesso di farlo.
Giulia Turato
Giornalismo. Nona edizione del prestigioso riconoscimento creato da Antonio Barzaghi
Il Parise premia la carriera di Lucia Goracci voce caparbia e fedele delle guerre di oggi
Quaranta capolavori corali restaurati e valorizzati da un progetto unico
L a nona edizione del “Premio Parise per il Reportage” – che da quest’anno è definito “di Antonio Barzaghi” per tributare la memoria di colui che lo ha ideato e che è morto lo scorso dicembre – il 7 giugno ha portato al Teatro Del Monaco di Treviso Lucia Goracci, alla quale ha consegnato il premio alla carriera. “Negli ultimi anni, finalmente, la presenza di voci femminili nell’informazione dai territori di conflitto si è fatta molto numerosa. Ma fra tutte le inviate – afferma la motivazione della giuria, presieduta dalla rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello con la presenza di Toni Capuozzo, Gianni Barbacetto e Laura Credidio –Lucia Goracci è stata quella che più di ogni altra e altro ha saputo raccontare a lungo e con caparbia e affettuosa fedeltà un Oriente che per lei va da Kabul a Istanbul. Non è stata un’inviata mordi e fuggi e ha sempre saputo mettere al primo posto non la propria presenza sul luogo, ma le storie delle persone protagoniste delle vicende belliche, politiche, sociali e umane che ha scelto di raccontare. Unendo alla capacità di trasmettere a chi guarda e ascolta emozioni, un linguaggio giornalistico sobrio, con analisi e letture del mondo coraggiose e autorevoli”. Il Parise – portato avanti oggi da Maria Rosaria Nevola, moglie di Barzaghi e con lui da sempre organizzatrice dell’iniziativa culturale – per la sezione giovani reporter ha premiato Raffaele Manco e Marco Della Monica, autori del reportage “Invisibili”, andato in onda il 4 febbraio scorso nell’ambito del programma “Il fattore umano” di Raffaella Pusceddu e Luigi Montebello, trasmesso da Rai 3 con la regia di Leonardo Patané. Il reportage dei due cronisti è anche un podcast originale di Rai Radio 1. La sezione umanistica – dedicata alle imprese italiane più attente al rispetto dei diritti umani e dell’ambiente – ha visto premiata la società cooperativa sociale “La Paranza” del Rione Sanità di Napoli, dove un gruppo di giovani ha deciso di restare, di prendersi cura di un patrimonio abbandonato, di aprire le Catacombe di San Gennaro non solo ai visitatori, ma anche a una nuova idea di futuro, dando
vita in pochi anni a un modello cooperativo efficiente e sostenibile, rimettendo al centro le persone.
Per la sezione dedicata agli studenti di Ca’ Foscari, la giuria ha voluto premiare Chiara Da Ros e il suo reportage “Parise 2.0: Il reportage nell’era dell’immediatezza”, operazione distopica grazie alla quale l’autrice intervista lo scrittore e giornalista sulla morte del reportage o, meglio, sulla sua metamorfosi, con le immagini che si sostituiscono alla scrittura e con il veloce che si sostituisce al profondo.
Sara Salin



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Un viaggio musicale lungo oltre due secoli ha unito studenti e docenti di quattro prestigiosi Conservatori italiani in un’impresa corale senza precedenti: la riscoperta e l’esecuzione integrale dei 40 Magnificat di Padre Giovan Battista Martini (1706–1784), figura chiave della musica sacra del Settecento. In prima linea, la classe di Direzione di Coro del Conservatorio Agostino Steffani di Castelfranco Veneto, con gli allievi Anna Paola Caroni e Marco Cazzuffi guidati dal loro docente Marco Berrini, che hanno partecipato attivamente al progetto insieme ai Conservatori di Bergamo, Bologna e Rovigo. Le opere di Padre Martini, custodite in importanti archivi storici come la Biblioteca della Musica di Bologna, il Convento di San Francesco e il Sacro Convento di Assisi, sono state trascritte e studiate da un gruppo di giovani musicisti e studiosi provenienti da tutta Italia. La varietà delle composizioni – dai brani per voce solista e basso continuo a quelli per doppio coro e complessi organici con strumenti a fiato –riflette la vastità del pensiero musicale di Martini e la sua centralità nella tradizione sacra europea. Grazie all’impegno di docenti come Marco Berrini, Michele Peguri e Maria Carmela De Cicco, i Magnificat sono stati inseriti nei programmi didattici, diventando oggetto di studio e di esecuzione pubblica in numerose sedi concertistiche. Il progetto ha coinvolto decine di realtà corali italiane e ha già prodotto numerosi concerti in tutto il Paese. Sono attualmente in fase di preparazione anche le registrazioni per l’etichetta Tactus, che renderanno accessibile al grande pubblico questo tesoro musicale finora in gran parte dimenticato. Nel frattempo, è stata completata e pubblicata l’edizione critica dell’intero corpus dei Magnificat, curata da Luigi di Tulli, Cristian Gentilini e Pier Paolo Scattolin per Corpus Musicum Franciscanum – Centro Studi Antoniani di Padova. L’opera, articolata in quattro volumi, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per studiosi e interpreti. (a.b.)
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Giornalismo. Nona edizione del prestigioso riconoscimento creato da Antonio Barzaghi
Il Parise premia la carriera di Lucia Goracci voce caparbia e fedele delle guerre di oggi
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La storia di Andrea Reffo, il capitano dei Cavaliers
A ndrea Reffo è il capitano e centro dei Cavaliers Castelfranco, squadra veneta di football americano. Il 28enne ha cominciato a giocare a 16 anni, dopo una lunga ricerca del suo spazio nel mondo. “Ero un ragazzo robusto, faticavo a trovare uno sport che mi piacesse davvero e che mi accogliesse. Avevo provato col rugby, ma non è andata. Poi ho trovato un volantino a scuola: parlava di football americano. Mi sono detto, proviamoci”. Era il 2013. Oggi sono passati 12 anni, tutti vissuti con la stessa maglia addosso. Nel racconto di Andrea, la parola “famiglia” ricorre spesso, non solo metaforicamente. “La maggior parte dei ragazzi che oggi sono con me in prima squadra c’erano anche nelle giovanili. Ci conosciamo da anni. È una seconda casa questa. Ho anche conosciuto mia moglie qui, è la sorella del nostro coach”. I legami
nati sul campo si sono trasformati in qualcosa di più grande, dentro e fuori dallo spogliatoio. Il cuore del team è formato da ragazzi cresciuti insieme. Anche gli allenatori sono ex giocatori, segno di un’identità forte che si tramanda e si rinnova. “Chi arriva si aggrega, ma i pilastri sono nati qui, con questa maglia”. La corsa verso il titolo ha spesso incontrato un ostacolo doloroso: le semifinali. “È un tabù? Forse, ma vuol dire che non eravamo pronti. Dispiace tanto, perché si lavora un anno intero per arrivare lì. Però bisogna imparare dagli errori. Quest’anno la squadra c’è, le potenzialità pure. Se continuiamo così possiamo farcela, ma bisogna andarsela a prendere”.
Andrea gioca come centro, una posizione centrale non solo nel nome, ma anche per l’importanza che ha in questo sport. “Negli anni mi sono spostato in questo

ruolo. Sono riuscito a diventare un punto di riferimento. Ho sempre partecipato alle attività della società. Sono, infatti, anche nella dirigenza, mi occupo dell’organizzazione del campionato, degli eventi e faccio promozione nelle scuole. Essere capitano per me è anche questo”.
Tra i ricordi più belli spicca una trasferta a Catania, durante i play-off. “Quel giorno, per un in-
Il Ds Bresolin e mister Zenorini salutano il Giorgione
Sono tempi complessi quelli che si trova a vivere il Giorgione Calcio 1 911. La società di Castelfranco, infatti, ha militato quest’anno nel Girone B di Eccellenza veneta. I risultati sportivi sono stati positivi, con la squadra che ha chiuso al settimo posto, seppur con qualche rimpianto. È l’extra campo, però, che desta preoccupazione da queste parti. Ha recentemente rassegnato le dimissioni il direttore sportivo Nuccio Bresolin: “La mia esperienza qui è stata positiva. Mi dispiace per questo
finale. Abbiamo fatto due anni importanti”. Qualcosa si è sgretolato fuori dal campo. È noto, ormai, che gli stipendi di calciatori e dirigenti sono congelati da qualche mese: questo aspetto di incertezza sta portando all’addio di alcuni dei membri cardine del progetto. Tra questi, appunto, c’è proprio il Ds Bresolin, che ha così salutato la piazza: “Il rammarico è grande, ma non c’erano i presupposti per continuare. Sono mancati degli imprenditori in grado di supportare il Presidente Rosin. Ho lavo-
rato con persone eccezionali, mi dispiace sia finita così, ma non avevo alternative”. Il rammarico più grande per il Ds, oltre alle questioni di cuore, riguarda soprattutto il progetto tecnico che è stato interrotto: “Sono convinto che continuando con questo gruppo avremmo fatto un ottimo percorso. Sarebbero stati necessari tre innesti di livello per crescere ancora. Purtroppo, però, ho dovuto prendere questa scelta dolorosa. In ogni caso, sempre Forza Giorgione”! È rovente, poi, anche la situazione
fortunio di un compagno, ho giocato per la prima volta da titolare come centro. E questo è il ruolo che mi ha fatto esplodere”. Il più brutto? “Quando siamo in pochi ad allenarci. Fa male”. Il sogno della Nazionale è rimasto lì, sfiorato nelle giovanili. Ma Andrea non ha mai smesso di guardare avanti: “Vorrei vincere il campionato prima di smettere. E magari giocare anche dopo i 40 anni.
Poi mi piacerebbe allenare, ma una cosa è certa: resterò in questo mondo”.
La sua è una storia che parla a chiunque si sia sentito fuori posto, a chi ha cercato uno spazio in cui essere sé stesso. E Andrea Reffo l’ha trovato al centro del mondo Cavaliers Castelfranco, una famiglia prima che una squadra di football americano. Stefano Parpajola

della panchina trevigiana. Si è interrotto, infatti, anche il rapporto tra mister Davide Zenorini e i rossostellati. Il tecnico vicentino ha sposato il progetto del Castel di Godego. Una rivoluzio-





ne, dunque, in casa Giorgione. Si prospettano adesso settimane caldissime, che permetteranno di capire che direzione prenderà il futuro di una nobile del calcio veneto. (s.p.)



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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Economia.
L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
Convento
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”. Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
(Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-
mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e
amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)



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L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”
Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità
C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.
“È una scommessa iniziata nel
2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.
Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.
Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.
Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-
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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.
Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia
del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.
Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.
Riccardo Musacco


Il
dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F
rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.
Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
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mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in



cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia. Com’è l’Italia vista da fuori?
Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

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32 trapianti da donatore al Ca’ Foncello: bilancio
positivo e formazione specialistica
Èun bilancio estremamente positivo quello tracciato per il 2024 dal Centro Trapianti di Cellule Staminali Ematopoietiche e Terapie Cellulari dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Un punto di eccellenza regionale, l’unico accreditato al trapianto allogenico nelle province di Treviso e Belluno, che ha registrato negli ultimi 18 mesi ben 32 trapianti da donatore (allogenici) e 50 trapianti autologhi, ovvero con cellule staminali prelevate dallo stesso paziente. Attualmente, il Centro ha in carico oltre 50 pazienti già sottoposti a trapianto in strutture diverse, segno di un ruolo sempre più centrale nella presa in carico a lungo termine.
Affidato all’Unità Operativa Complessa di Ematologia, il Centro rappresenta un presidio fondamentale per il trattamento di patologie oncoematologiche gravi come le leucemie acute, ma anche di malattie non tumorali quali le aplasie midollari. In questi casi, il trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) da donatore — familiare o iscritto al Registro Internazionale — è la terapia di elezione.
Ma la complessità del percorso terapeutico, che coinvolge numerose specialità mediche e può presentare criticità in ogni fase, rende necessaria una formazione continua e specifica per tutti i professionisti coin-


Torna “RiDatti una Mossa al Parco”: oltre 700 ore di sport gratuito in 15 Comuni della Marca
È online il calendario completo dell’edizione 2025 di “RiDatti una Mossa al Parco”, il progetto estivo promosso dall’Ulss 2 Marca Trevigiana che anche quest’anno invita la cittadinanza a praticare attività fisica gratuita nei parchi pubblici. L’iniziativa, giunta all’undicesima edizione, prenderà ufficialmente il via lunedì 16 giugno e coinvolgerà ben 15 Comuni del territorio: Breda di Piave, Cappella Maggiore, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Morgano, Orsago, Ponzano Veneto, Preganziol, Riese Pio X, Roncade, San Biagio di Callalta, Treviso, Vittorio Veneto e Zero Branco.
Oltre 700 le ore di attività in programma, organizzate all’aperto e a disposizione gratuitamente grazie all’impegno di 74 associazioni sportive locali. L’intero progetto è coordinato dal Servizio Promozione della Salute dell’Unità Operativa Prevenzione e Controllo Malattie Croniche dell’Ulss 2, in sinergia con le Amministrazioni comunali, le realtà sportive del territorio e gli enti di promozione AICS e ASI. L’iniziativa si inserisce inoltre nella più ampia rete “Lasciamo il segno – La Rete Trevigiana per l’Attività Fisica”, da anni attiva nella promozione di stili di vita sani e attivi.
Il calendario completo con sedi, orari e discipline è consultabile alla pagina dedicata del sito Ulss: www.aulss2.veneto. it/ridatti-una-mossa. Qui è possibile pianificare la propria estate scegliendo tra ben 69 attività diverse a basso impatto cardiovascolare, pensate per essere accessibili e inclusive, indipendentemente da età o condizione fisica.
volti. Per questo, l’Ulss 2 ha promosso un corso formativo interamente dedicato alla gestione del trapianto da donatore. L’iniziativa, intitolata “Il Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche da Donatore”, si è svolta nella sala convegni del Ca’ Foncello e si è articolata in tre giornate, ciascuna dedicata a diversi aspetti della pratica clinica.
Coordinato dalla dottoressa Marta Stanzani, responsabile del team trapiantologico, il corso ha affrontato in modo sistematico tutte le fasi dell’iter terapeutico: dall’individuazione dell’indicazione al trapianto, fino alla gestione delle complicanze, sia precoci che tardive. Particolare attenzione è stata riservata al tema del donatore, figura chiave nel successo della procedura. La selezione del soggetto idoneo — che si tratti di un parente o di un donatore da registro — richiede infatti conoscenze avanzate in ambito immunologico, ematologico e gestionale.
Grazie all’attività del Centro e alla collaborazione multidisciplinare promossa dalla formazione, l’Ulss 2 rafforza il proprio impegno nella cura di pazienti altamente fragili, garantendo loro non solo l’accesso a terapie salvavita, ma anche un percorso clinico integrato e aggiornato ai più alti standard di qualità.
Anna Bergantin


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L’offerta spazia da discipline più dolci, come pilates, yoga, meditazione e ginnastica posturale, ad attività dinamiche come camminata metabolica, nordic walking, danza, arti marziali, acquagym, scherma e molto altro ancora. Un’ampia proposta pensata per coniugare salute, socialità e valorizzazione degli spazi verdi urbani, restituendo ai parchi pubblici una funzione attiva e rigenerante per tutta la comunità. “RiDatti una Mossa al Parco” si conferma così un’opportunità concreta per adottare stili di vita più sani, contrastare la sedentarietà e prendersi cura del proprio benessere in modo semplice, naturale e a portata di tutti. L’unico requisito per partecipare è il versamento di una quota simbolica di 10 euro, una tantum, per la copertura assicurativa obbligatoria. La tessera è valida per tutta la durata del progetto e consente di accedere liberamente a tutte le attività proposte nei Comuni aderenti.
Per rimanere aggiornati, sono attivi anche i canali social ufficiali della rete “Lasciamo il Segno”, che accompagneranno l’estate sportiva della Marca con aggiornamenti, curiosità e testimonianze.
Redazione Salute



Il servizio. Inaugurato al Pronto Soccorso del San Giacomo di Castelfranco Veneto un nuovo spazio sicuro
Una “Stanza Rosa” per accogliere donne e minori vittime di violenza
Un luogo protetto e accogliente, pensato per donne e bambini che fuggono dalla violenza. È la nuova “Stanza Rosa” all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto, realizzata dall’Ulss 2 grazie al sostegno di aziende, enti e cittadini del territorio. Uno spazio dedicato, riservato e sicuro, che rappresenta un nuovo tassello nella rete di protezione attivata dall’Azienda sanitaria per offrire assistenza concreta a chi è vittima di maltrattamenti.
Frutto di una sinergia tra pubblico e privato, la Stanza Rosa è stata possibile grazie al contributo di CentroMarca Banca Credito Cooperativo di Treviso e Venezia, Garbujo rappresentanze, Gallo Pubblicità, Monica Borsato designer e Claudia Vedelago. Un esempio virtuoso di comunità solidale che ha creduto nel progetto, mettendo a disposizione risorse e competenze per creare un ambiente sicuro, riservato e accogliente. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, la direttrice del presidio ospedaliero Paola Anello, il primario del Pronto Soccorso Carmelo Madia e la referente aziendale per il percorso di tutela
delle vittime di violenza Catia Morellato, medico del Pronto Soccorso di Montebelluna. Presenti anche la vicesindaca di Castelfranco, Marica Galante, e numerosi rappresentanti di enti e associazioni del territorio. Con questa nuova apertura, l’Ulss 2 rinnova e rafforza il proprio impegno contro la violenza di genere e domestica, proseguendo un cammino avviato nel 2017 con l’introduzione del protocollo “Codice Rosa”. Si tratta di un percorso strutturato all’interno dei Pronto Soccorso che consente un’accoglienza dedicata, dalla fase di triage fino alle dimissioni, attraverso una presa in carico integrata e multidisciplinare. Il sistema coinvolge Centri Antiviolenza, Forze dell’Ordine, Comuni, Consultori familiari e vari reparti ospedalieri.
Dal 2017 al 22 maggio 2025, sono state intercettate e seguite 4.973 donne, di cui 220 solo nei primi mesi di quest’anno. Le vittime hanno per lo più un’età compresa tra i 25 e i 54 anni, ma non mancano casi anche tra over 75. Le forme di violenza rilevate sono fisiche, psicologiche, sessuali ed economiche. In molti casi sono coinvolti anche i figli minori.
La Stanza Rosa di Castelfranco si affianca a quelle già attive a Montebel-


luna, Conegliano e Treviso. Altri spazi analoghi sono in fase di progettazione nei Pronto Soccorso di Oderzo, Vittorio Veneto e Treviso, a testimonianza della volontà di estendere la rete di protezione su tutto il territorio provinciale.
“Questa stanza rappresenta un luogo sicuro in cui le donne possono ricevere cure adeguate, essere ascoltate e, se necessario, passare la notte in un ambiente protetto e dignitoso – ha commentato il direttore generale Francesco Benazzi –. È un ulteriore passo avanti nella nostra battaglia quotidiana contro la violenza. Una sfida che riguarda tutta la comunità: ciascuno di noi deve sentirsi parte di questo impegno collettivo per un futuro libero dalla violenza”.
Benazzi ha voluto ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno contribuito al progetto, sottolineando come solo grazie alla collaborazione e alla sensibilità della rete territoriale sia possibile dare un aiuto concreto alle vittime. “Iniziative come questa – ha concluso – possono davvero fare la differenza per tante donne che oggi vivono situazioni di paura e disagio”.
Paola Bigon
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Adolescenti tra stress, abuso e solitudine: l’allarme dell’indagine condotta da Ulss 2
Dormono poco, si sentono stanchi, bevono troppo e spesso ricorrono a sostanze per evadere o affrontare l’ansia. È il ritratto preoccupante degli adolescenti emerso dall’indagine condotta dall’Osservatorio dell’ Ulss 2, che ha coinvolto 3.685 studenti della provincia di Treviso. I risultati, presentati in un incontro con autorità scolastiche e forze dell’ordine, tracciano una mappa allarmante delle fragilità che segnano la generazione più giovane. La salute psico-fisica degli adolescenti appare fortemente compromessa: solo il 4% dorme almeno nove ore per notte, mentre oltre il 40% lamenta difficoltà ad addormentarsi. Il 27% dichiara di aver bisogno di supporti per dormire e il 24% non si sente mai riposato al mattino. Tra le ragazze, una su tre non raggiunge nemmeno sei ore di sonno. Il 30% degli studenti percepisce alti livelli di stress scolastico e il 13% dei maschi – contro il 26% delle femmine – afferma di non praticare alcuna attività fisica. Ne conseguono dati allarmanti anche sul piano fisico: il 21% dei ragazzi e il 13% delle ragazze è in sovrappeso o obeso. Il fumo si conferma una delle abitudini più diffuse: oltre la metà delle ragazze e il 45% dei ragazzi ha già provato a fumare. L’età media del primo contatto con il tabacco si aggira sui 14 anni. L’alcol, però, è ancora più radicato: quasi uno studente su due si è già ubriacato almeno una volta nella vita, con un 10% che ha superato le dieci esperienze di ubriacatura. Il 24% dei ragazzi e il 18% delle ragazze ha ammesso comportamenti a rischio post-sbornia, tra cui vandalismo, guida in stato di ebbrezza e rapporti sessuali non protetti. Non mancano dati inquietanti anche sul fronte delle droghe: quasi il 5% dei ragazzi e il 3,4% delle ragazze ha sperimentato sostanze illegali diverse dalla cannabis. Ancora più diffuso l’abuso di farmaci psicoattivi senza prescrizione, usati per “sballarsi” dal 24% degli intervistati; il fenomeno è particolarmente preoccupante tra le ragazze, con un 14% che ne fa uso regolare. A rendere il quadro ancora più fosco, il dato relativo alla violenza fisica: uno studente su due ha partecipato almeno una volta a una rissa. (r.s.)















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Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.
GAZPACHO DI POMODORO
Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.
Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe
Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.


POLPETTE DI MELANZANE
Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.
Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere
Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.

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PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE
Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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Celestini (5/8).
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TEATRO GOLDONI – VENEZIA
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