Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”
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Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
TRA PAURA E CONTROLLO: LE CITTÀ SI TRASFORMANO
PER FRONTEGGIARE FURTI, RISSE E AGGRESSIONI
Videocamere, cittadini-sentinella e controllo del vicinato sono le nuove armi contro il senso crescente di insicurezza. Un modello che trasforma i quartieri in reti di sorveglianza attiva
“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile
IL COMUNE DI ADRIA SEMPRE PIÙ SOCIALE FONDI FINO A 1.300 EURO PER 21 REALTÀ
Dalla cultura allo sport, fondi distribuiti ad associazioni attive nel territorio. Simoni: “Serve un lavoro di squadra tra istituzioni e cittadini”
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”
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Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
A ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.
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Sold out per Guido Barbujani alla Notte Europea dei Musei
La Notte europea dei Musei 2025, celebrata anche al Museo Archeologico Nazionale della città, ha fatto registrare un successo straordinario, con il sold out in pochissimo tempo per l’attesissimo incontro con il professor Guido Barbujani, genetista di fama internazionale, scrittore, divulgatore e docente in quiescenza. L’intervento del genetista di Adria, introdotto da Antonio Lodo, ha affascinato il pubblico con un racconto scientifico e coinvolgente sul Dna degli Etruschi, ponendo l’attenzione su tre interrogativi chiave: le origini della civiltà etrusca, le sue dinamiche di estinzione e la composizione genetica. Il docente, ha ripercorso la storia della civiltà, sottolineandone gli spostamenti e illustrando le principali ricerche scientifiche sul legame genetico fra la popolazione etrusca e quella odierna. Una lezione tra scienza e storia che ha offerto nuove chiavi di lettura sul nostro passato, rafforzando il ruolo della genetica come ponte tra le epoche. La direttrice del Museo Archeologico Nazionale Alberta Facchi, la presidente del circolo del cinema “Carlo Mazzacurati” Emanuela Finesso e Giovanni Vianello Presidente del Rotary Club di Adria, hanno presentato ufficialmente “ADRIKÀ, il Festival del cinema archeologico di Adria e del Delta”. Un nuovo, ambizioso progetto culturale che prenderà vita dal 12 al 14 settembre prossimi, con film, incontri, visite guidate e laboratori pensati per valorizzare il patrimonio archeologico e identitario del territorio. Il programma delle iniziative è consultabile nelle pagine social predisposte. Il festival, realizzato con il contributo del Comune di Adria, Parco del Delta del Po, Fondazione Cariparo, Banca Adria Colli Euganei, Fondazione Franceschetti di Cola e con il patrocinio di Regione del Veneto, Provincia di Rovigo e Veneto Film Commission, punta a rendere la cultura accessibile a tutti, promuovendo inclusione, partecipazione e senso di appartenenza.
Guendalina Ferro
La Notte Europea dei Musei
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.
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Assegnati fondi pubblici a 21 associazioni “Sostegno concreto a chi lavora per la comunità”
Si è concluso l’iter del bando comunale 2024 per l’assegnazione dei contributi ordinari alle associazioni locali: 20mila euro distribuiti tra 21 realtà del territorio, con importi da 1.300 a 720 euro
S
i è conclusa l’istruttoria del “Bando contributi ordinari 2024”, con cui l’Amministrazione comunale ha stanziato 20.000 euro a sostegno del tessuto associativo adriese. Sono 21 le realtà del territorio che hanno beneficiato del contributo, con importi che vanno da 1.303 euro per il primo in graduatoria a 721 euro per l’ultimo. A renderlo noto il vicesindaco con delega all’associazionismo, Federico Simoni. “È servita qualche settimana in più per arrivare alla graduatoria finale – spiega Simoni – poiché sono state richieste diverse
integrazioni documentali ai partecipanti, necessarie agli uffici per poter chiudere completamente l’istruttoria. Siamo vicini alle associazioni in maniera concreta, e questo bando, così come tutti gli altri contributi erogati sino ad oggi e il supporto fattivo e reale che diamo come Amministrazione ad ogni manifestazione, lo dimostrano in maniera chiara”. Due le esclusioni. La domanda dell’Associazione Pro Loco di Bottrighe non è stata accolta in quanto non ha raggiunto il punteggio minimo previsto dal bando (50 punti).
-Si legge nell’atto ufficiale-La richiesta dell’Asd Podisti Adria non è stata presa in considerazione perché non ha risposto nei tempi previsti alla richiesta di integrazione documentale, come stabilito all’art. 4 del bando. Il vicesindaco ha ribadito l’impor-
35 anni dopo il diploma, la V B Programmatori si ritrova
Trentacinque anni dopo il diploma, gli studenti della V B Programmatori dell’Istituto “G. Maddalena” di Adria si sono ritrovati a Rovigo per un incontro tanto atteso quanto carico di emozione. Era il 1990 quando si sono salutati per l’ultima volta tra i banchi di scuola. Oggi, uomini e donne con alle spalle percorsi diversi, si sono riuniti per con-
dividere ricordi, aneddoti e una memoria comune che il tempo non è riuscito a cancellare. Una quindicina i partecipanti, alcuni giunti anche da lontano, come da Montecchio Maggiore e da Vicenza, per non mancare a quello che è stato molto più di un semplice raduno. È stato un momento di cuore, in cui ogni sorriso raccontava un passato
condiviso. Ma anche un incontro che ha lasciato spazio al ricordo di chi non c’è più, come Luca Doni, compagno di classe di Porto Viro, scomparso troppo presto. In suo onore, durante l’incontro, è stata letta una poesia che aveva scritto per i suoi compagni: parole semplici ma profonde, un messaggio che ha commosso e fatto sentire Luca
Palazzo Tassoni, apre le porte al dialogo interreligioso
Si è svolto recentemente a Palazzo Tassoni un incontro istituzionale tra il Sindaco di Adria, e l’Imam Rachid Hamdi. Un momento di confronto costruttivo all’insegna del rispetto reciproco e della volontà di promuovere una convivenza armoniosa tra le diverse comunità presenti sul territorio. Nel corso del colloquio sono state affronta-
te diverse tematiche legate alla quotidianità e all’integrazione dei cittadini di fede musulmana residenti nel Comune di Adria. A testimonianza della sua vocazione al dialogo e all’ascolto attivo, il Sindaco ha proposto l’organizzazione di un incontro pubblico con la comunità musulmana, che si terrà ai giardini Zen al termine dell’anno
scolastico. “Credo fermamente che il confronto diretto con le persone sia la base per costruire una comunità coesa e solidale”, ha commentato Barbujani. “Il dialogo è uno strumento fondamentale per comprendere i bisogni reali dei cittadini e lavorare insieme per il bene della città”. Il primo cittadino ha inoltre annunciato che a partire da giugno
tanza della collaborazione tra istituzioni e volontariato: “È e sarà solo lavorando e impegnandoci sempre e soltanto assieme, in un lavoro di squadra tra istituzioni e associazioni di volontariato, senza divisioni e campanilismi, che riusciremo a dare risposta a molti dei bisogni e delle necessità della nostra comunità, diventando sempre più una grande comunità solidale adriese”. Hanno ottenuto i contributi comunali la Pro Loco di Adria Aps, con un contributo di 1.303,74 euro, seguita dall’Associazione Nazionale Alpini –Sezione di Padova – Gruppo di Adria (1.151,18 euro), dal Cada – Centro Assistenza Diurna Anziani e dal Parco Valliera Aps (entrambi con 1.137,31 euro). Seguono Attive Terre Ets Onlus (1.081,83 euro), il Coro Soldanella
(1.067,96 euro), l’Asd Canottieri Adria (1.054,09 euro) e l’Asd Baricetta (970,87 euro). Contributi anche a La Biblioteca di Babele di Bottrighe (929,26 euro), Foto Club Adria Aps, Adria Shopping e la Società Concerti A. Buzzolla Aps (tutte con 901,53 euro). Proseguendo, il Comitato Madonnari riceve 887,66 euro, Polesine Terra Emersa, 873,79 euro, il Coro Plinius e l’Università Popolare Polesana Aps 859,92 euro ciascuno, e il Circolo Noi Castello Aps 832,18 euro.
Chiudono la lista Insieme per una Carezza e L’Alternativa Aps (entrambe con 818,31 euro), il Centro Iniziativa Culturale El Canfin Aps (790,57 euro) e l’Associazione Culturale Let’s Talk (721,22 euro).
Guendalina Ferro
ancora parte del gruppo. A lui è oggi intitolato anche il centro sportivo di via dei VII Mari a Porto Viro, a due passi dalla biblioteca comunale: un segno tangibile di quanto la sua presenza abbia lasciato un’impronta nella comunità.
Non sono mancate riflessioni sul tempo che passa e su cosa resta dav-
vero. Una domanda su tutte: i ragazzi di oggi avranno lo stesso desiderio di ritrovarsi tra 30 o 40 anni? E i bulli di oggi, cosa proveranno quando rivedranno i compagni che prendevano in giro? Forse capiranno, col tempo, il valore di una stretta di mano sincera, di una risata condivisa, di un’amicizia che va oltre tutto. (g.f.)
prenderà il via un ciclo di incontri nelle frazioni, con l’obiettivo di ascoltare le istanze dei residenti. Prima della pausa estiva sarà inoltre organizzato un incontro pubblico con tutta la cittadinanza adriese, per continuare un percorso di partecipazione attiva che l’Amministrazione comunale ha deciso di promuovere. (g.f.)
Federico Simoni
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Scintille di speranza: Fondazione Cassa di Risparmio
Appuntamento alla prossima uscita per continuare a scoprire le storie di idee, progetti e persone che, giorno dopo
brale raro ma molto aggressivo e che colpisce in età pediatrica. “Il nostro lavoro mira a comprendere i meccanismi di resistenza alle cure – spiega Persano – per individuare terapie più mirate, meno invasive e, soprattutto, più efficaci”.
Grazie al finanziamento della Fondazione, il progetto ha potuto progredire,
chiedono perseveranza, ma generano risultati duraturi.
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E mentre le storie raccontate da “Scintille” ci ricordano l’importanza dell’impegno quotidiano, la Fondazione Cariparo prosegue nel suo cammino, confermando che il benessere di una comunità passa anche dalla salute dei suoi bambini.
FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800
Dott. Luca Persano
Sicurezza Urbana /1. L’amministrazione risponde con una strategia d’emergenza
Giovani allo sbando, cittadini in allerta
Il Comune corre ai ripari con nuove videocamere
L a sicurezza, un diritto inalienabile e pilastro della qualità della vita, è tornata al centro del dibattito ad Adria. Di fronte a una criminalità che muta e a una percezione di tranquillità che vacilla, il Comune ha deciso di calare un asso: una strategia che non lascia nulla al caso, mescolando tecnologia e, soprattutto, l’occhio attento del cittadino. Adria, in quest’ottica, ha abbracciato con convinzione il progetto “Controllo del Vicinato”. Non si tratta di una semplice iniziativa, ma di un vero e proprio volano per rafforzare il legame tra la comunità e le forze di polizia. L’obiettivo dichiarato è promuovere una cittadinanza attiva e consapevole, trasformando i residenti in sentinelle del proprio quartiere, con un ruolo attivo nella prevenzione dei reati. Accanto a questo modello partecipativo, il Comune punta sull’ampliamento della videosorveglianza. Nuovi occhi elettronici, conformi alle specifi-
che tecniche della “piattaforma della videosorveglianza integrata”, sorveglieranno le aree strategiche del territorio, agendo da deterrente e supporto alle indagini. Un’integrazione tecnologica che mira a rendere il controllo del territorio più razionale ed efficace. Il quadro che emerge è quello di una sicurezza integrata, dove la collaborazione interistituzionale diventa la chiave di volta. Amministrazioni, enti locali, soggetti privati e società civile sono chiamati ad agire in sinergia, ognuno nel proprio ruolo, per affrontare le criticità che mettono a rischio la tranquillità collettiva. Il Comune di Adria ha preso impegni precisi per la sicurezza, concentrandosi sulla collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine. Un modello di sicurezza partecipata, dove tecnologia, istituzioni e cittadini non sono più compartimenti stagni, ma elementi di un unico, grande ingranaggio. L’obiettivo è un territorio più sicuro, più vivibile e,
in definitiva, più coeso. In risposta ai recenti episodi che hanno visto protagonisti alcuni giovani, il sindaco Massimo Barbuiani ha annunciato un piano di rafforzamento della sicurezza cittadina, in particolare in vista degli imminenti eventi estivi. “Alla luce degli ultimi episodi che hanno coinvolto alcuni giovani nella nostra città, riteniamo fondamentale intervenire con misure concrete per garantire maggiore sicurezza a tutta la comunità,” ha commentato il sindaco Barbuiani, sottolineando l’importanza di un’azione tempestiva. L’attenzione è rivolta soprattutto a manifestazioni come il Delta Blues, che ogni anno richiamano ad Adria un vasto pubblico di cittadini e turisti. Per questo, l’amministrazione ha deciso di intensificare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Si tratta di “una scelta di responsabilità, volta a tutelare la tranquillità pubblica e prevenire situazioni di disagio o pericolo,” ha ribadito
Sicurezza in calo anche nelle province più tranquille
Ogni anno, l’Indice di Criminalità de Il Sole 24 Ore offre una fotografia impietosa della sicurezza nelle 106 province italiane. Questo “termometro” misura il numero di reati denunciati ogni 100.000 abitanti, ed è un dato che dovrebbe farci riflettere e, in molti casi, allarmare. Dietro questi numeri si celano storie di furti, rapine, truffe e violenze, e la situazione, purtroppo, non sembra migliorare. Le grandi città rimangono i princi-
pali epicentri della criminalità, ma la precarietà della sicurezza si sta estendendo anche a province di medie dimensioni. Ciò indica una diffusione capillare del fenomeno, che non risparmia più aree considerate, un tempo, più tranquille. Un esempio lampante è la provincia di Rovigo, che nel 2023 si è posizionata al cinquantaseiesimo posto della classifica nazionale, con oltre 7.000 reati denunciati ogni 100.000 abitanti. Questo dato, in
leggero aumento rispetto al 2020, evidenzia come anche province di medie dimensioni debbano fare i conti con un aumento della criminalità. Sebbene non si registrino dati allarmanti per gli omicidi volontari, e gli omicidi colposi per incidente stradale siano diminuiti drasticamente (da 19 a 5 tra il 2022 e il 2023), altri reati continuano a destare preoccupazione. Nel solo 2023, sono state segnalate 38 rapine, mentre i furti hanno toccato
il primo cittadino, che ha concluso affermando: “La sicurezza è e resterà una priorità per questa
amministrazione”. L’impegno di Adria si inserisce in un contesto di crescente collaborazione tra i comuni del Polesine sul fronte della sicurezza. Dopo l’adesione del Comune di Adria al progetto di sicurezza integrata, anche Castelmassa e Arquà Polesine hanno ufficialmente confermato la loro partecipazione. Questo segue l’esempio già dato nei giorni scorsi da Crespino e Fiesso Umbertiano, creando un vero e proprio fronte comune. Questa estesa partecipazione è un segnale concreto di condivisione e collaborazione tra territori, evidenziando come la sicurezza sia una sfida che le amministrazioni locali intendono affrontare in sinergia. Un progetto, quello della sicurezza integrata e del controllo di vicinato, che continua a raccogliere consensi, testimoniando la sua efficacia percepita e la volontà di costruire comunità più sicure e coese.
Sara Busato
quota 2.603. Interessante notare come Rovigo si posizioni come la seconda provincia con meno furti, dopo Belluno, il che suggerisce una variazione nella tipologia di reati prevalenti tra le diverse province. L’indice, aggiornato annualmente, non è solo una mera fotografia statistica. È il sintomo evidente di un’emergenza che richiede risposte. È fondamentale investire nelle forze dell’ordine, implementare controlli più efficaci e sviluppare
una politica strutturata sulla sicurezza urbana. (s.b.)
Il sindaco Massimo Barbujani
Sicurezza Urbana /2. Un impianto per rifiuti pericolosi divide i cittadini
L’autorizzazione all’impianto scatena le proteste Allarme salute e accuse alle istituzioni
Èstato approvato il progetto della società Alchèmia Srl, che prevede la realizzazione di un impianto per il recupero di solventi da rifiuti, anche pericolosi, nella zona industriale di Cavanella, in via Maestri del Lavoro 85. L’intervento, formalmente autorizzato dalla Commissione provinciale, punta alla riattivazione di un’area dismessa dal 2010, ma solleva forti perplessità Movimento 5 Stelle di Adria, che esprime una netta opposizione all’iniziativa, denunciando l’assenza di un reale confronto con i cittadini e la mancanza di misure di compensazione ambientale.
“Nonostante si tenti di presentare l’operazione come un’eccellenza della green economy e un’opportunità occupazionale, i documenti ufficiali raccontano un’altra storia”, affermano i pentastellati, facendo riferimento al verbale della Conferenza dei Servizi. Il progetto prevede la costruzione di un impianto per il recupero di solventi da rifiuti industriali e per la produzione di sostanze chimiche. Una prospettiva che, in un contesto già
segnato da emergenze ambientali, riaccende i timori legati all’inquinamento da Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche già responsabili di pesanti contaminazioni in vaste aree del Veneto.
“Torniamo a parlare di un impianto destinato al trattamento di sostanze pericolose – sottolinea il M5S – mentre l’amministrazione comunale continua a non esprimersi chiaramente. Durante l’ultimo consiglio comunale del 19 maggio non è stata data risposta nemmeno sulla possibilità di prevedere compensazioni ambientali, come invece accennato nel verbale della Conferenza dei Servizi”. La questione tocca un nervo scoper-
to: la gestione dei rifiuti pericolosi e la tutela della salute pubblica. Secondo i Cinquestelle, “la politica locale resta silente, mentre le istituzioni regionali continuano a trattare Adria come una discarica. La popolazione è lasciata sola di fronte a scelte imposte dall’alto e, ancora una volta, manca trasparenza”. In un’area già fragile dal punto di vista ambientale, la presenza di un impianto potenzialmente a rischio impone inoltre una riflessione seria anche sul piano della sicurezza urbana, con la necessità di garantire sistemi di controllo e prevenzione adeguati a tutela dei cittadini.
Infine, il Movimento annuncia battaglia: “Nonostante l’indifferenza delle istituzioni, noi continueremo a farci sentire. Forte”. Una vicenda che si preannuncia al centro del dibattito pubblico nei prossimi mesi, tra esigenze di sviluppo industriale, necessità di bonifica, l’irrinunciabile diritto alla salute dei cittadini e di sicurezza urbana.
Sara Busato
Droghe, incidenti, reati e degrado ambientale: Il volto nascosto della provincia rodigina
Approvato il progetto Alchèmia per il trattamento di rifiuti chimici in un’area industriale dismessa. Il M5S accusa: “Zero trasparenza, nessuna compensazione ambientale”. In un territorio già segnato da contaminazioni, si torna a parlare di sostanze pericolose e rischio sanitario
Un anno di attività intensa, quello appena concluso per il Comando Provinciale dei Carabinieri di Rovigo, che presenta un bilancio ricco di cifre e operazioni. Oltre 6.300 delitti perseguiti su quasi 7.500 reati commessi: un dato che segnala un’efficace capacità di reazione da parte dell’Arma, con quasi 150 arresti e circa 2.000 denunce a piede libero. Un’attività operativa sostenuta anche da un uso massiccio del numero di emergenza 112: più di 77.000 chiamate, che hanno richiesto oltre 14.500 interventi. Controllo del territorio e presenza fisica restano centrali nella strategia: oltre 60.000 persone identificate e 40.000 veicoli fermati testimoniano un’attività capillare, non solo preventiva ma anche investigativa. Particolare attenzione è stata posta al contrasto del traffico e consumo di sostanze stupefacenti. Nel cor-
so dell’anno, le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 47 kg di droga. Sono state 60 le persone arrestate o denunciate, tra cui un minorenne, mentre quasi 100 individui (il 9% under 18) sono stati segnalati come assuntori. Il tema della sicurezza su strada resta critico: più di 1.000 incidenti sono stati registrati nell’ultimo anno. In questo ambito, 50 persone sono state denunciate per guida in stato di ebbrezza e 15 per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, un dato
quest’ultimo che coinvolge in modo preoccupante i più giovani. In un territorio che vanta un’importante componente naturalistica, l’attività dei Carabinieri Forestali si è concentrata su un’ampia gamma di controlli: oltre 1.000 ispezioni, tra vincoli ambientali, polizia fluviale, rifiuti, pesticidi e antibracconaggio. Un’attività essenziale che però segnala anche le vulnerabilità di un ecosistema sottoposto a pressioni costanti. Il Nucleo Antisofisticazione e Sanità (Nas) di Padova ha operato con decisione nella provincia, effettuando 156 ispezioni, da cui è emerso un dato preoccupante: un terzo delle attività controllate nel settore alimentare e sanitario è risultato non conforme. Sono stati eseguiti oltre 5 arresti e applicate 5 misure cautelari, a conferma di una situazione che impone un monitoraggio costante. (s.b.)
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La rassegna. Protagonisti gli studenti dei laboratori teatrali scolastici ed extrascolastici
Premio Tomeo conquista il Teatro Ferrini con spettacoli emozionanti e coraggiosi
I l sipario del Teatro Ferrini si è alzato per accogliere, per la prima volta, una tappa del Premio Tomeo, portando Adria ufficialmente all’interno della rete culturale della rassegna. Due gli spettacoli in scena: in matinée il laboratorio di Tuc teatro con Hamlet irae, tratto da Shakespeare, con la regia di Claudia Bellemo; nel serale, i Minimiteatri con Farfalle, adattamento da Emanuele Aldovrandi, per la regia di Lahire Tortora. La tappa adriese del Premio Tomeo ha evidenziato appieno lo spirito della rassegna: grande partecipazione delle scuole, un teatro che diventa luogo di emozioni autentiche, giovani protagonisti che presentano gli spettacoli, e un palcoscenico che, per un giorno, si trasforma nel cuore pulsante del mondo adolescenziale. Una rete di istituzioni pubbliche e private – in primis la Regione del Veneto – si unisce per offrire ai giovani un’occasione concreta: quella di calcare un vero palcoscenico, sperimentare la vita dell’attore, vivere il teatro dall’interno. Un’opportunità che la direttrice artistica Irene Lissandrin, progettista per l’organizzatore ViviRovigo Aps, sottolinea da sempre con convinzione. La rassegna, itinerante e inclusiva, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Rovigo Cultura, con il patrocinio della Provincia di Rovigo e il sostegno della Regione del Veneto. In mattinata, il sindaco Massimo Barbujani, insieme alla direttrice artistica Irene Lissandrin, ha accolto le numerose scolaresche che hanno gremito la platea per assistere all’Amleto firmato Tuc Teatro. Presenti la primaria Pascoli di Rovigo, le scuole medie Marino Marin di Adria e Pio XII di Porto Viro, il Liceo Bocchi di Adria e l’Istituto CiprianiColombo. Una partecipazione viva e partecipe, capace di entrare in sintonia con la forza emotiva del celebre dramma shakespeariano: abbandono, tradimento, rabbia, vendetta. Sentimenti universali e profondi, che parlano in modo diretto agli adolescenti, in una fase della vita segnata da cambiamenti e ribellioni interiori. Lo spettacolo, messo in scena dal laboratorio veneziano Tuc Teatro, concorre nella categoria “Altri percorsi” e nelle selezioni per “Miglior attore” e “Miglior attrice”.
In serata, con il Teatro Ferrini ancora gremito — anche grazie alla presenza di molti ragazzi iscritti al Premio Tomeo, venuti a sostenere i loro coetanei sul palco — si è rinnovato il rito dell’apertura con la lettura dei valori del teatro da parte di Apollo (Angelo Gori, dei laboratori “Il teatro siamo noi” di ViviRovigo). La direttrice artistica Irene Lissandrin ha poi ricordato i numeri che in cinque anni hanno reso il Tomeo un appuntamento unico: 44 spettacoli messi in scena, 1600 ragazzi coinvolti tra attori, scenografi, cantanti e ballerini. Protagonista della serata è stato il
laboratorio teatrale Minimiteatri con l’adattamento di Farfalle, opera di teatro contemporaneo firmata
da Emanuele Aldovrandi, in gara nella categoria 14-19 anni.
Ferro
Sbarca la nuova pediatra di libera scelta
In un momento in cui la sanità di prossimità rappresenta una delle sfide più urgenti per i territori, la notizia dell’arrivo di un nuovo pediatra ad Adria assume un valore rilevante per l’intera comunità. A partire da giovedì 8 maggio, la dottoressa Chiara Mellino ha preso servizio come pediatra di libera scelta e aprirà il proprio ambulatorio presso l’Ospedale Vecchio, in Piazzale degli Etruschi 9, ai civici 73 e 74.
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Per accedere alle visite, i genitori dovranno effettuare l’iscrizione dei propri figli nella lista assistiti della dottoressa Mellino. Le modalità sono le consuete: tramite Fascicolo Sanitario Elettronico, accedendo con Spid o Cie al portale www. sanitakmzerofascicolo.it; oppure attraverso lo sportello amministrativo distrettuale dell’Ulss 5, disponibile online al sito www.aulss5.veneto.it nella sezione “Scelta o cambio del Pediatra di Libera Scelta”. È inoltre possibile inviare la richiesta via email a cssadria@ aulss5.veneto.it o recarsi di persona allo sportello amministrativo territoriale di Adria, sempre in Piazzale degli Etruschi 9, nei seguenti orari: lunedì e mercoledì dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 16.30; martedì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 13. Per informazioni, è attivo il centralino ai numeri 0426 940574 e 0426 940576. L’ambulatorio della dottoressa Mellino sarà aperto il lunedì e il venerdì dalle 15 alle 17, mentre martedì, mercoledì e giovedì sarà operativo la mattina, dalle 9.30 alle 11.30. Per contatti diretti con l’ambulatorio è attivo il numero 379 2246379. (g.f.)
Guendalina
Concorso. Un evento che ha trasformato il centro in una tela a cielo aperto
Oltre trecento studenti protagonisti lungo Corso Vittorio Emanuele II
U
na città trasformata in un’opera d’arte collettiva. È quanto è accaduto sabato lungo Corso Vittorio Emanuele II, dove si è svolta la quinta edizione del Concorso Madonnari, evento che ha saputo coniugare la forza espressiva del disegno a terra con l’energia della musica dal vivo, coinvolgendo oltre 300 giovani provenienti da diverse scuole del territorio. Un’autentica invasione pacifica di famiglie, colori ed emozioni ha trasformato il centro storico cittadino in un’esperienza condivisa d’arte e bellezza. La manifestazione, organizzata dal Comitato Madonnari di Adria, ha visto la partecipazione attiva di 52 gruppi di lavoro composti da studenti delle scuole di Adria, Papozze, Ariano Polesine, Porto Tolle, Corbola, Bottrighe e Castelmassa, a cui si sono aggiunti circa ottanta bambini delle scuole dell’infanzia, accompagnati dai volontari e dal maestro Alessandro Cannatà, storico docente d’arte oggi in quiescenza. Sotto un cielo limpido che ha favorito l’afflusso di visitatori e curiosi, il concorso ha trasformato il centro storico cittadino in una galleria a cielo aperto. I giovani artisti, guidati nei mesi precedenti da laboratori curati dal Comitato Madonnari all’interno degli istituti scolastici, hanno realizzato opere utilizzando materiali pro-
pri dell’arte effimera: gessetti, pastelli idrosolubili e polveri di gesso. Un lavoro corale che ha dato vita a 52 composizioni ispirate al tema di quest’anno, “Il volto di Maria”, con uno sguardo alla tradizione cristiana e una sensibilità che ha saputo toccare il cuore del pubblico. Accanto agli studenti, otto maestri madonnari di fama nazionale e internazionale provenienti da tutta Italia hanno contribuito a impreziosire l’evento, rendendolo un vero e proprio momento di
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scambio tra generazioni e di valorizzazione delle tecniche artistiche tradizionali. Fin dalla sua prima edizione, il concorso ha assunto una forte valenza emotiva, diventando un omaggio alla memoria di Francesca, Carlotta e di tutti i giovani che troppo presto hanno lasciato questa vita. Un messaggio di speranza e di luce, affidato al linguaggio universale dell’arte, capace di unire, commuovere e far riflettere. A fare da colonna sonora alla giornata, le performance musicali degli al-
lievi delle scuole medie a indirizzo musicale di Ariano Polesine, Corbola, Adria e Porto Tolle. Momento particolarmente suggestivo, quello offerto dall’arpista del Conservatorio di Adria, che ha regalato un’atmosfera di rara intensità. Note delicate si sono alternate ai colori lungo le vie del corso, con esibizioni davanti alla chiesa di San Nicola e nel primo pomeriggio in piazza Cavour, davanti al Teatro Comunale, dove si sono svolte anche le premiazioni. A conclusione della giornata, una giuria selezionata ha assegnato medaglie, attestati e buoni sconto per l’acquisto di materiale didattico e viaggi scolastici, premi pensati per incentivare la crescita culturale e artistica dei partecipanti e delle loro comunità. A presenziare all’evento anche il sindaco di Adria e il dirigente scolastico di Porto Tolle. Ad aggiudicarsi il primo premio per le scuole primarie di Adria, il plesso della Vittorino da Feltre e a seguire i plessi Giovanni Pascoli e la Edmondo De Amicis. Per le scuole secondarie di Adria, ha vinto il plesso Antonio Buzzolla ,seguito dal plesso della Marino Marin e un terzo gruppo misto di alunni. Per le scuole superiori il podio è andato alle allieve dell’istituto superiore di Castelmassa.
Guendalina Ferro
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L’evento. Una città in fiore che ha registrato oltre 12mila visitatori
Adria in Fiore 2025: un successo di colori, profumi e partecipazione
Il centro storico di Adria si è trasformato, nel corso della 17ª edizione di Adria in Fiore, in un vero e proprio giardino a cielo aperto, che ha registrato presenze stimate tra i 12.000 e i 15.000 visitatori. Organizzata dalla Pro Loco di Adria APS con il patrocinio del Comune, l’edizione 2025 ha offerto un programma ricco di eventi, riuscendo a soddisfare le aspettative di un pubblico eterogeneo e appassionato di arte, natura e tradizioni locali. Le piazze di Adria si sono animate con espositori provenienti da tutta la regione, tra cui Fiesso d’Artico, Loria, Boara Pisani e Abano Terme. I visitatori hanno potuto scoprire e acquistare una vasta selezione di piante e fiori, nonché prodotti orticoli freschi e primizie di stagione. Accanto a queste meraviglie della natura, l’artigianato locale ha avuto un ruolo da protagonista, con manufatti unici che hanno raccontato le tradizioni e la creatività del territorio. Per i più piccoli e le loro famiglie, Adria in Fiore ha proposto una serie di attività educative e ludiche. Il Giardino di Palazzo Tassoni ha ospitato la falconeria didattica della Falconeria Historia, dove i visitatori hanno potuto osservare da vicino gufi e poiane. La Biblioteca di Babele, inoltre, ha organizzato letture animate e laboratori creativi, mentre
la “Caccia al Sasso Fiorito” ha coinvolto le famiglie in una sfida divertente alla ricerca di tesori nascosti. La piazza Oberdan ha ospitato una galleria a cielo aperto con le opere dei madonnari Giulia e Alice Monzani, oltre alle creazioni dell’artista Marco Rubiero. Palazzo Cordella era allestita con una mostra di composizioni floreali e opere d’arte, con i lavori di Odilla Rizzo, Gloria Nives Frigato e Silvia Mesin che hanno valorizzato la bellezza del-
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la natura attraverso l’arte visiva. Al Teatro Ferrini è stato organizzato il concerto Voci e armonie per il creato, in memoria di Francesco Doati. La musica, grazie alla partecipazione del Coro Polifonico della Cattedrale diretto dal Maestro Marco Finotti, ha saputo trasmettere emozioni profonde, regalando una serata indimenticabile che ha unito arte e spiritualità.
Guendalina Ferro
Snals si afferma come primo sindacato in Polesine
Si è conclusa la tornata elettorale per il rinnovo delle Rsu (Rappresentanze Sindacali Unitarie) nelle scuole della provincia di Rovigo, e il verdetto delle urne ha premiato il sindacato Snals, che si conferma prima forza sindacale nel comparto scuola con il 30,7% dei voti, in crescita di oltre quattro punti percentuali rispetto al 2022. Sono stati 2.885 i votanti tra docenti, personale Ata e amministrativi, in un clima di partecipazione che conferma l’importanza del ruolo sindacale all’interno del mondo scolastico. Di questi, 885 hanno scelto Snals, che si è aggiudicato 28 seggi nei vari istituti Una presenza capillare, dunque, che ha portato almeno un rappresentante Snals in quasi tutte le scuole della provincia,comuni del delta compresi, dove erano allestiti 91 seggi elettorali distribuiti in 28 istituti comprensivi e superiori. Le altre sigle sindacali si sono così posizionate: Cgil 22,8% (23 seggi), Cisl 20,5% (22 seggi), Uil 16% (12 seggi), Gilda 5,4% (5 seggi), Anief 4,5% (1 seggio). Soddisfazione è stata espressa dalla segretaria provinciale Rita Bonfante, che ha commentato: “Sono numerosi i problemi e le necessità della scuola pubblica provinciale. che vanno dal sempre più basso numero di alunni (nel 2025/26 avremo in provincia. Sarà dunque un triennio di lavoro intenso che il sindacato Snals affronterà insieme ai propri rappresentanti per continuare insieme questo percorso”. (g.f.)
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L’area. Il museo ad Umberto Maddalena e la riapertura dell’autodromo, un volano collegato
Po e Turismo, per nuove attrattive
Le tre S-cioptà
a cura di Roberto Marangoni
> L’acqua màrsa le pale del mulin
> Le sùche le và dov can ghè bosgati
> Ogni Santo merita la so candela
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Valorizzazione turistica e culturale delle zone rivierasche del fiume Po nel territorio comunale che comprende il tratto che va da Bottrighe a Cavanella Po, passando per Mazzorno Sinistro, se ne è parlato in più occasioni, da quasi trent’anni, ma di fatto nulla di concreto è uscito dalle varie proposte o discussioni. Il tratto del lungo fiume che abbraccia questi centri in uno scenario di indiscussa bellezza, area già compresa nel territorio del parco regionale veneto del Delta Del Po, potrebbe avere, opportunamente studiato, uno sviluppo turistico non indifferente. Nell’area ex fornace di laterizi Rdb, nella zona della golena del Po e nella collegata località Squero, potrebbe nascere un vero approdo turistico, oltre all’attuale alaggio, sfruttando la bellezza faunistica dell’intera zona e dei suoi affascinanti percorsi, con vista su specchi d’acqua naturali che si dividono tra argine, stradicciola, spiaggetta e fiume. Un paesaggio di grande fascino da valorizzare, iniziando magari con l’installazione di una adeguata cartellonistica indicante flora e fauna presente. Si può inoltre aggiungere qualche tavolo da pic-nic e cestini, in
modo da andare nella direzione di offrire una dignitosa attrattiva turistica. A Mazzorno Sinistro, l’ex ostello, allora ricavato dalla ristrutturazione del vecchio edificio che ospitava le scuole elementari del paese, dopo la chiusura legata alle tristi vicende della prima gestione, potrebbe essere ripensato e recuperato per scopi turisticoculturali. Sempre a Mazzorno, l’approdo turistico realizzato nei primi anni novanta, potrebbe diventare un utile collegamento con il medesimo ostello. A Cavanella Po si respira aria di speranza legata alla riapertura dell’autodromo che porterebbe beneficio ad un grosso indotto e certamente agli operatori alberghieri, della ristorazione e non solo. Tornan-
do a Bottrighe un approdo turistico diventerebbe motivo per una sosta anche per le imbarcazioni dei turisti come avviene in altri centri legati al fiume. La nascita del museo dedicato ad Umberto Maddalena e altri eroi di Bottrighe, che dovrebbe sorgere nella casa natale del grande aviatore, diventerebbe una metà culturale di interesse turistico e scolastico. La stretta vicinanza poi con la città etrusca, del suo museo archeologico nazionale, quello diocesano della Cattedrale, recentemente ampliato, i teatri Comunale, Ferrini e prossimamente Politeama, le chiese e i monumenti artistici, costituiscono senza dubbio una ricchezza, tutta da sfruttare. Roberto Marangoni
Solidarietà in moto: l’avventura di “Insieme per una carezza” in Kenya
Stefano D’Andrea, vicepresidente e Milvia Bertaglia, dell’associazione “Insieme per una carezza” di Bottrighe, sono tornati dal Kenya dopo oltre due mesi, alternando la vacanza con iniziative di solidarietà in villaggi, orfanotrofi, scuole, in sella ad una moto, accompagnati da un giovane del luogo. Tanti kilometri, carichi di vestiti, farina, biscotti, riso, arrivando in villaggi sperduti. Hanno fornito materiale e cibo ai bimbi dell’orfanotrofio-scuola costruito da loro anni fa e che ne ospita 384, 60 di questi orfani. “Nelle scuole portiamo materiale e alimenti- dicono i missionari- ci attendono come una manna dal cielo, al nostro arrivo tutti cantano e ballano di gioia”. Nei viaggi spesso qualcuno li ferma e chiede aiuto, manca acqua o cibo nei loro villaggi, allora si cambia percorso per verificare. “Quest’anno ci hanno riferito di famiglie dove tutti dormivano a terra- raccon-
tano i D’Andrea- così siamo tornati in città per ordinare letti e materassi. Alla consegna grande emozione, persone di ogni età ci baciavano le mani, ripetendo Dio vi benedica”. Nel 2026 nuovi progetti, si vorrebbe costruire un pozzo in zona Marereni, a Malin-
di, l’acqua qui è salata e le donne devono fare kilometri con le taniche sulla testa per reperirla. L’associazione, presieduta da Tamara Bertaglia con Mattia Cavallaro segretario, è quindi pronta con nuove iniziative, oltre a quelle dei babbi e befane. (r.m.)
La memoria. Due figure che hanno lasciato un segno profondo nella storia del paese
La comunità chiede di intitolare spazi pubblici a Gino Navicella e Antonio Boni
La comunità di Bottrighe chiede da tempo un riconoscimento ufficiale per due figure fondamentali della sua storia recente: il commendatore Gino Navicella e il dottor Antonio Boni
D34esima Serata d’Onore, tra folklore, spettacolo e solidarietà
edicare uno spazio in paese al commendatore Gino Navicella e al dottor Antonio Boni, due illustri bottrighesi che hanno segnato in maniera significativa la storia di questa comunità, rappresenterebbe un gesto concreto di riconoscimento e memoria. Nel 2022, per Navicella, all’allora assessore Matteo Stoppa della giunta del sindaco Omar Barbierato, e successivamente nel 2023 e 2024 all’attuale sindaco Massimo Barbujani, nelle edizioni di “Serata d’Onore” del gruppo folkloristico “Bontemponi”, gli stessi, a nome della cittadinanza, avevano chiesto pubblicamente di intitolargli un luogo simbolico. Sentito il parere favorevole della famiglia, una proposta condivisa potrebbe essere quella di intitolare la via dell’area urbanizzata, una laterale di via Gramsci, nella zona industriale di Bottrighe, attualmente già di proprietà della famiglia Navicella. Scomparso il 9 ottobre 2021, Gino Navicella è stato un’autentica istituzione per Bottrighe e ben oltre i suoi confini. Un imprenditore di successo, stimato e riconosciuto anche in molteplici ambiti: amministrativi, istituzionali, sportivi e nel mondo del volontariato, dove si è sempre distinto per passione e impegno. Nonostante gli appelli pubblici, graditi dagli amministratori di ieri e di oggi, tutto tace ancora. Per il dottor Antonio Boni, altra figura di grande rilievo umano e professionale, scomparso il 24 marzo di quest’anno, un’idea concreta potrebbe essere quella di dedicargli la piazzetta delle Poste, in posizione centralissima, da poco riqualificata assieme a piazza della Libertà, nell’ambito di un progetto urbanistico finanziato con fondi del PNRR. Antonio Boni, laureato in chimica, era nato a Padova nel 1929, ma bottrighese d’adozione dal 1962, quando si trasferì definitivamente per ricoprire il ruolo di capo chimico dello zuccherificio, diventandone poi anche capo fabbrica. I suoi molteplici interessi
spaziavano dallo sport alla cultura, dalla musica alla parrocchia, dalla pubblica amministrazione alle attività ricreative e a numerose iniziative di volontariato e solidarietà. Nel 2007 fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e nel 2015 ricevette il riconoscimento
“Adria Riconoscente”. Dai “Bon-
temponi” è stato premiato, nel 2018, per primo con il premio “La Colonna”. A Navicella, il medesimo riconoscimento fu assegnato
alla memoria nel 2022, a conferma del valore di questi due uomini straordinari.
Roberto Marangoni
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Arriva la 34^ edizione di “Serata d’Onore”, il prestigioso appuntamento tra folklore, spettacolo e solidarietà che coincide con il 60° di fondazione dei Bontemponi, organizzatori dell’evento. Si terrà sabato 28 giugno, con inizio alle 20.45, in caso di maltempo il giorno dopo alla stessa ora, nel parcogiardino della scuola materna “Umberto Maddalena” di Bottrighe. L’iniziativa vede la collaborazione di Aribo, l’associazione Ricreativa Bottrighese. In questa particolare ricorrenza i Bontemponi presenteranno un pot-pourri di canti e balli che raccontano la loro lunga storia. In chiusura l’immancabile inno “Oh Bottrighe!” scritto nel 1930 dal duo artistico Vito Rossati e Danilo Venturi. Durante la serata, dedicata alla scuola materna stessa, si svolgerà la cerimonia, durante la quale verranno devoluti i fondi raccolti dall’associazione con le sfilate canore dei babbi natale, con la festa della befana e da svariate altre iniziative del precedente anno. Ne beneficeranno la Lega Italiana Lotta ai Tumori di Rovigo, dedicata al comune di Villanova Marchesana, in memoria di Adriano Libero Beccati, l’Ail associazione Italiana Leucemia in ricordo del dottor Antonio Boni, l’associazione “Parent Projet” di Roma, per la lotta alla distrofia muscolare di Duchenne e Becker, dedicata al comune di Crespino ed in memoria di Gianni Vettorello, l’associazione “Un cuore un mondo” di Padova, dedicata al comune di Ariano nel Polesine, in memoria del commendatore Gino Navicella e la scuola materna “Umberto Maddalena” di Bottrighe in memoria di Walter Rizzati, volontario dell’istituto paritario parrocchiale. Per la prima volta anche la consegna di una borsa di studio per un giovane del Polo Tecnico di Adria predisposto al volontariato. Altresì la consegna del 8° premio “La Colonna” alla musicista Carla Bizzaro. Autorità, medici, ospiti a sorpresa, hanno assicurato la loro presenza. Presente altresì il banchetto dei volontari Fidas Polesana donatori sangue di cui i Bontemponi sono testimonial. (r.m.)
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Gino Navicella
Antonio Boni
Restauro.
Fantinati, Presidente
della
Fondazione Mecenati: “Un sogno che si realizza”
Al via il primo stralcio dei lavori per Villa Mecenati, sede del Conservatorio
Dopo l’interruzione delle trattative con il Comune per la cessione della villa, la Fondazione Mecenati ha scelto la strada dell’autonomia per eseguire il restauro alla sede del Conservatorio “Antonio Buzzolla” di Adria. Il primo intervento, dal valore di 200mila euro, prevede il rifacimento del tetto e l’installazione di un ascensore per superare le barriere architettoniche
V
illa Mecenati, sede storica del Conservatorio “Antonio Buzzolla”, sarà oggetto di un importante intervento di restauro e messa in sicurezza. A darne l’annuncio, con soddisfazione, è stato il presidente della Fondazione Mecenati Luciano Fantinati, affiancato dal vicepresidente Marino Beltramini, dal presidente del conservatorio Giuseppe Carinci, dal direttore Paolo Zoccarato, dall’architetto Giambattista Scarpari e dal presidente di Bancadria Colli Euganei, Mauro Giuriolo. “Il recupero armonioso della villa è un sogno che si avvera, nel rispetto e nella memoria storica dei coniugi Ferrante e Rosita Mecenati. La villa è un bene prezioso per il territorio e la città di Adria, sede
mune, la Fondazione Mecenati ha avviato la ricerca di soluzioni alternative, bussando a più porte per trovare il sostegno necessario per avviare i lavori di recupero dello stabile. “Solo con Bancadria
abbiamo trovato la porta aperta”, ha sottolineato Fantinati. “Il finanziamento che abbiamo otte-
nuto da Bancadria Colli Euganei è decennale, chirografario, senza ipoteca sull’immobile. Le rate
del conservatorio Antonio Buzzolla”, ha dichiarato Fantinati, sottolineando il valore simbolico e concreto del lascito, che consente alla Fondazione Mecenati di custodire con responsabilità il patrimonio ricevuto in eredità. Il primo stralcio dell’intervento di restauro alla villa prevede una spesa di 200mila euro per il rifacimento del tetto , che si estende su una superficie di 370 mq ,e l’installazione di un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche. Dopo l’interruzione del dialogo con l’Amministrazione Barbujani per la cessione modale di Villa Mecenati al Co-
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mensili sono contenute e sostenibili, grazie agli affitti degli alloggi destinati agli studenti del conservatorio. Questo ci consente un intervento sereno ma urgente, soprattutto per il rifacimento del manto di copertura e l’ascensore”, ha ribadito il presidente della fondazione Mecenati. Le impalcature che verranno installate per i lavori sul tetto verranno poi utilizzate per il successivo recupero delle facciate. L’intero restauro si articolerà in fasi, con un investimento complessivo di circa un milione di euro. “Per quanto riguarda l’ascensore – ha precisato l’architetto Scarpari – la cui installazione era stata proposta già dieci anni fa e rifiutata per ben tre volte dalla soprintendenza, ora sarà posizionato nella parte posteriore della villa, in una zona poco visibile. Potremo inoltre usufruire di detrazioni fiscali fino al 75%, recuperando risorse utili per altri interventi”. “L’intervento alla storica e importante villa darà futuro all’eccellenza del Conservatorio Buzzolla – ha commentato il presidente di Bancadria Mauro Giuriolo –. Oltre alle borse di studio che sosteniamo insieme alla Fondazione Mecenati, il nostro impegno per il conservatorio occupa il 10% delle risorse. L’auspicio è che questa scuola, di livello internazionale, diventi sempre più attrattiva”. Parole di apprezzamento anche da parte del presidente del conservatorio, Giuseppe Carinci: “Noi siamo ospiti e prendiamo atto del restauro, che ci auguriamo avvenga nel minor tempo possibile, garantendo la piena continuità dell’attività didattica”. Carinci ha ricordato i numeri: “Negli ultimi tre anni abbiamo avuto ben 150 diplomati, segno di una realtà viva e in crescita”. “La ristrutturazione giunge in un momento importante – ha aggiunto il direttore Paolo Zoccarato –. Il conservatorio sta svolgendo un servizio di alto livello, con docenti e studenti che partecipano a programmi di studio importanti, in entrata e in uscita. Una struttura adeguata è fondamentale per rispecchiare la qualità dell’internazionalizzazione”.
Guendalina Ferro
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Da sinistra: Paolo Zoccarato, Giuseppe Carinci, Luciano Fantinati, Mauro Giuriolo, Giambattista Scarpari, Marino Beltramini
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Il girone. Il pilota polesano, in coppia con Melissa Ferro, costretto al ritiro per un guasto tecnico
Rally, passaggio a vuoto di Matteo Luise al Targa Florio Historic Rally
Èun girone altalenante, quello di Matteo Luise in questa stagione nel campionato italiano rally Auto Storiche, nel quale ha alternato buoni risultati a passi falsi. L’ultimo nella centonovesima edizione del Targa Florio Historic Rally, terzo atto del campionato italiano rally Auto storiche ed ultimo a coefficiente maggiorato dove il pilota di Adria, sempre in compagnia di Melissa Ferro sulla Fiat Ritmo 130 Abarth gruppo A, è tornato con zero punti. Le condizioni meteo ballerine e un guasto tecnico alla macchina hanno condizionato la due giorni di gare. “Dover decide-
re quali gomme montare a cento chilometri dalle prove speciali è complicato racconta Luise ed abbiamo deciso di partire in configurazione da asciutto. Poi è cominciato a cadere la pioggia, sulla prima era leggera ma sulle altre
due speciali si è intensificata. Abbiamo fatto quello che potevamo in una situazione nella quale era facile commettere errori pesanti”. Al termine del primo passaggio Luise viaggiava in ottava posizione assoluta, poi nel secondo
loop che sembrava poter giocare a favore del polesano ecco il guaio tecnico che lo vedeva costretto ad abbandonare la compagnia sulla settima speciale. “Con l’arrivo dell’asciutto abbiamo iniziato a spingere come sappiamo fare, racconta Luise ed infatti eravamo in pieno recupero, già terzi di raggruppamento. Sulla settima speciale, a circa un chilometro dal fine prova, i bulloni che tengono su i semiassi hanno ben pensato di tranciarsi, appiedandoci. Parlando con il nostro team a nessuno è mai successa una cosa del genere, in oltre quarant’anni di attività”. Un ritiro che conferma
la durezza di una Targa Florio da sempre molto selettiva per le storiche. “Sentivamo parecchi colpi pesanti sotto ed è probabile che siano stati questi a portare al cedimento di uno o più bulloni. Dal mio punto di vista personale la Targa Florio resta una gara che, a livello logistico, non funziona perchè la zona dell’assistenza è troppo lontana dalle prove. Peccato, potevamo portare a casa un terzo di raggruppamento con coefficiente maggiorato ed invece torniamo a casa con uno zero. Il campionato è ancora lungo e torneremo più agguerriti di prima”. Cristiano Aggio
Successo a Roma per l’Academy Dance Adria: 2° posto e miglior coreografia a Cinecittà
Un prestigioso secondo posto e premio come miglior coreografia nella finalissima al Cinecittà World di Roma per il gruppo Hip Hop intermedio di Adria dell’Academy Dance capitanato dalle insegnanti Ilaria Barella e Giulia Rossin. Un’esperienza di grande crescita per i ragazzi, che hanno saputo conquistare il podio in un concorso che coinvolgeva realtà
da tutta Italia. Il gruppo adriese formato da una ventina di ragazzi uniti dalla passione per l’Hip Hop si è esibito appunto al concorso internazionale tenutosi al Parco Cinecittà World, che ha accolto migliaia di ballerini arrivati da tutta Italia per sfidarsi. I ragazzi adriesi sono arrivati a Roma dopo essersi classificati al primo posto all’Omega Crew al
Davide Ajo alla nazionali di biliardo
C’è anche il bottrighese Davide Ajo, nel team del Csb, il Circolo sportivo Biliardo, Meeting di Rovigo, che a settembre prossimo parteciperà alle finali nazionali di Milano. Ajo, giovane artigiano del ferro battuto, cura questa sua passione da moltis-
simi anni. Fa parte infatti della squadra rodigina che dopo una lunga competizione è riuscita a vincere e a qualificarsi per la fase finale. Una grande soddisfazione polesana, ma soprattutto per Ajo, che recentemente a Verona hanno primeggiato alla fase fi-
nale del campionato regionale di biliardo, confrontandosi con squadre provenienti, oltre che dalla città scaligera, dalle provincie di Padova, Treviso, Belluno e Vicenza. Per Davide Ajo, che lo scorso anno, individualmente, era arrivato ai sedicesimi
concorso Performer Cup Livello B – Intermedio svoltosi a Verona. Ora il prossimo appuntamento è fissato per il 20 giugno, nella splendida cornice del teatro comunale di Adria, dove porteranno in scena il loro spettacolo di danza “Pirati dei Caraibi” con ospite Christian Stefanelli, ballerino di danza Hip Hop, direttamente dal cast del musical Notre
Dame de Paris e ballerino hip hop dello show televisivo amici 2021. Con Stefanelli anche Rita Pompili dalla Joffrey Ballet School di New York, ballerina dello show televisivo “Amici 2022”. Nella serata al teatro si vedranno in scena sia la danza classica, la moderna e l’Hip Hop. Per informazioni spettacolo.danza@ gmail.com (c.a.)
del campionato italiano svoltosi a Saint Vincent, e naturalmente per i suoi colleghi, è iniziata ora una lunga preparazione che li porterà a settembre alle nazionali che si terranno nella metropoli della Madonnina. E Bottrighe tifa per lui. (r.m.)
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TEATRO GOLDONI – VENEZIA
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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei
costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”. Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma
se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai
distretti del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-
mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e
amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)
Flavio Zanonato e Flavio Convento
L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”
Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità
C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.
“È una scommessa iniziata nel
2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.
Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto
anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.
Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.
Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-
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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.
Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia
del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.
Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.
Riccardo Musacco
Il dialogo. Francesca Chiesa
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F
rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.
Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in
cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia. Com’è l’Italia vista da fuori?
Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
La scrittrice Francesca Chiesa
• Chi è Giacomo Brunoro
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ULSS 5 Polesana, Giacomo Miazzo è il nuovo direttore del SUEM 118
Il dottor Giacomo Miazzo è stato nominato nuovo direttore dell’Unità Operativa Complessa SUEM 118 dell’ULSS 5 Polesana. La nomina è stata ufficializzata dall’Azienda Sanitaria, che affida così la guida della Centrale Operativa dell’emergenza territoriale a una figura di consolidata esperienza e alta competenza nel settore. Originario di Padova e classe 1982, Miazzo è medico anestesista e rianimatore, con un percorso formativo e professionale fortemente legato alla medicina di emergenza. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Padova, dove ha anche conseguito la specializzazione in Anestesia e Rianimazione con il massimo dei voti. La sua carriera si è sviluppata fin da subito all’interno del sistema di emergenza-urgenza: ha operato per diversi anni nella Centrale Operativa SUEM dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità fino all’incarico di Sostituto Responsabile dell’Unità Operativa Complessa. Docente presso la Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza-Urgenza dell’Università di Padova, Miazzo ha partecipato come relatore a numerosi corsi di formazione specialistica. È anche esperto in agopuntura e tecniche complementari, in gestione del rischio clinico e in pianificazione sanitaria in occasione di grandi eventi. Nel corso della sua attività, ha ricoperto il ruolo di referente SUEM in occasione di manifestazioni pubbliche, eventi sportivi, concerti e operazioni di protezione civile, contribuendo
all’organizzazione dei dispositivi di emergenza e alla sicurezza sanitaria. Ha inoltre partecipato alla redazione di percorsi diagnostico-terapeutici su patologie tempo-dipendenti ad alta priorità clinica, come infarto miocardico acuto, ictus e trauma maggiore, favorendo l’adozione di protocolli condivisi a livello interaziendale. Con una preparazione solida, un profilo accademico autorevole e una visione moderna dell’emergenza pre-ospedaliera, Miazzo porta nel Polesine un contributo prezioso per lo sviluppo e la qualificazione del sistema di soccorso. A esprimere soddisfazione per la nomina è il direttore generale dell’ULSS 5 Polesana, Pietro Girardi: «Benvenuto al dottor Miazzo. Siamo certi che la sua competenza e il suo entusiasmo daranno nuovo impulso al rafforzamento del nostro SUEM 118, un servizio strategico per la salute del territorio. A nome della Direzione, gli auguro buon lavoro e un futuro ricco di soddisfazioni professionali». Girardi ha inoltre rivolto un sentito ringraziamento al dottor Matteo Busetto, che ha svolto il ruolo di responsabile durante il periodo di perfezionamento del concorso per la nuova direzione: «La sua disponibilità e il suo impegno – ha aggiunto – sono stati fondamentali per garantire continuità ed efficienza al servizio in questi mesi di transizione».
Con la nuova guida del SUEM 118, l’ULSS 5 conferma la volontà di puntare su professionalità di alto livello per garantire ai cittadini un sistema di emergenza sempre più efficace, pronto e capace di rispondere alle sfide del territorio.
Piogge e caldo favoriscono le zanzare
L’alternanza tra piogge abbondanti e giornate soleggiate, tipica della primavera e dell’inizio estate, crea le condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare. Un fenomeno naturale che, però, può trasformarsi in un problema sanitario: alcune specie di zanzare, infatti, sono in grado di trasmettere malattie anche gravi, come le arbovirosi (es. West Nile, Dengue, Chikungunya).
Per questo, le Aziende ULSS del Veneto rilanciano l’appello alla collaborazione tra cittadini, amministrazioni comunali e aziende sanitarie. La prevenzione è infatti l’arma più efficace per contenere la diffusione delle zanzare, in particolare nei contesti urbani.
Ogni anno, le amministrazioni comunali e le ULSS effettuano interventi di disinfestazione nelle aree pubbliche, con trattamenti larvicidi nei tombini, fossati e canali. Tuttavia, questo non basta: serve anche la responsabilità individuale per eliminare i possibili focolai domestici. Ecco alcune semplici regole da seguire per ridurre il rischio:
• Eliminare i ristagni d’acqua da sottovasi, secchi, contenitori, grondaie, annaffiatoi e bidoni.
• Utilizzare regolarmente prodotti larvicidi nei punti critici, come caditoie e pozzetti.
• Evitare l’uso di prodotti adulticidi (contro le zanzare adulte): oltre ad essere meno efficaci, possono risultare dannosi per l’ambiente e per la fauna utile.
L’invito delle autorità sanitarie è chiaro: la lotta alle zanzare si vince insieme, attraverso una serie di azioni quotidiane semplici ma fondamentali. Ogni cittadino, nel proprio giardino o terrazzo, può contribuire in modo determinante alla riduzione del rischio.
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L’iniziativa. In centro storico una giornata dedicata alla consapevolezza e alla formazione sui temi del Pronto Soccorso
Adria ha celebrato la Giornata della Medicina d’Emergenza
Il centro storico di Adria si è trasformato in un grande laboratorio all’aperto per celebrare la Giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza, promossa dalla European Society for Emergency Medicine (EUSEM). L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva di studenti, cittadini, operatori sanitari e associazioni del territorio, con l’obiettivo di avvicinare la popolazione alla cultura dell’emergenza e valorizzare il lavoro quotidiano di chi opera in prima linea. Il tema scelto per la ricorrenza è stato “Proud to provide your emergency care – Orgogliosi di fornirti assistenza di emergenza”, un messaggio chiaro per sottolineare il valore umano e professionale di una specialità medica spesso poco conosciuta, ma essenziale.
Protagonista dell’evento è stato il Dipartimento Emergenza-Urgenza dell’ULSS, che ha messo in luce i numeri e la complessità di un servizio cruciale: ogni anno, 157 milioni di cittadini europei – circa un terzo della popolazione – accedono ai Dipartimenti di Emergenza. In media, si contano 430.000 accessi al giorno, pari a cinque ogni secondo. In Italia i pazienti del Pronto Soccorso superano i 20 milioni annui, mentre nel territorio polesano, nel solo 2022, si sono registrati circa 80.000 accessi.
L’iniziativa ha voluto non solo sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di un sistema di emergenza ben organizzato, ma anche diffondere la conoscenza di base su come comportarsi in caso di necessità. Oltre 200 studenti delle scuo-
le primarie, secondarie e del corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Ferrara hanno preso parte a esercitazioni pratiche, provando in prima persona tecniche di rianimazione di base, anche pediatrica.
Per tutti loro è stato predisposto un simbolico diploma del piccolo e giovane soccorritore, per ricordare l’importanza del primo intervento e promuovere una cittadinanza più consapevole e pronta ad agire in caso di emergenza.
Ha voluto partecipare alla giornata ed all’iniziativa l’Assessore regionale Cristiano Corrazzari.
«Fare squadra è fondamentale – ha spiegato Giovanni Lucianò, direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza –.
Gli operatori devono essere formati per intervenire in sicurezza, ma è altrettanto importante che i cittadini sappiano quando e come rivolgersi al Pronto Soccorso.
L’uso appropriato dei servizi permette di ridurre i tempi di attesa e migliorare la qualità dell’assistenza per tutti».
Tra i punti chiave della campagna: il riconoscimento delle competenze del personale dell’emergenza e la corretta
informazione alla popolazione, affinché sappia orientarsi nei momenti più critici. Il tutto in un’ottica di prevenzione e riduzione della morbilità e mortalità legate alle urgenze sanitarie.
A sottolineare l’aspetto educativo dell’evento è intervenuta anche la dottoressa
Adelina Ricciardelli, direttrice del Pronto Soccorso di Rovigo: «Sensibilizzare sull’ambiente difficile in cui operano i professionisti dell’emergenza è essenziale. Ma è altrettanto importante coinvolgere i giovani, renderli partecipi, informarli. Un intervento tempestivo, anche da parte di un cittadino formato, può salvare una vita».
Dimostrazioni pratiche, simulazioni e momenti di confronto hanno attirato l’attenzione dei più giovani, contribuendo a rafforzare il messaggio centrale della giornata: la medicina d’urgenza è una risorsa preziosa, ma ha bisogno del supporto e della consapevolezza di tutti per funzionare al meglio.
Le ULSS venete invitano cittadini e Comuni alla collaborazione: attenzione ai ristagni d’acqua e utilizzo corretto dei larvicidi
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Giulio Massimo Balta nuovo direttore dell’Urologia di Rovigo e Trecenta
Il dottor Giulio Massimo Balta è il nuovo Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia degli ospedali di Rovigo e Trecenta. La nomina è stata conferita dall’Azienda ULSS 5 Polesana a seguito dell’espletamento del concorso, affidando la guida del reparto a una figura con un solido percorso professionale e una riconosciuta esperienza clinico-chirurgica. Classe 1969, originario di Foggia, Balta si è formato all’Università degli Studi di Padova, dove ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia e, successivamente, la specializzazione in Urologia con il massimo dei voti e lode. Per oltre vent’anni ha operato all’interno della Urologia dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova, prima come dirigente medico e poi come responsabile di unità operative semplici e di alta specializzazione. Il suo profilo unisce competenze cliniche avanzate e capacità gestionali maturate in ambito ospedaliero. È considerato un esperto di riferimento a livello regionale per la chirurgia urologica mininvasiva, con elevata autonomia nelle tecniche laparoscopiche, robotiche e laser. In particolare, ha sviluppato una casistica significativa nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna mediante tecnica HOLEP, nella cura della calcolosi urinaria e nella gestione delle neoplasie delle alte vie urinarie. Dal 2020 è stato titolare di incarichi professionali ad alta specializzazione e ha svolto ruoli chiave nell’organizzazione dei servizi urologici, contribuendo all’innovazione dei percorsi di cura e alla formazione di giovani professionisti. La sua esperienza si estende anche alla sfera formativa e scientifica: attualmente è docente a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Urologia dell’Università di Padova, dove insegna “Chirurgia Laser della prostata”, ed è attivo in programmi di aggiornamento per specialisti e medici di medicina generale. Ha inoltre al suo attivo diverse pubblicazioni scientifiche e contributi in ambito urologico. «Colgo l’occasione, innanzitutto, per ringraziare il dottor Andrea Volpe per aver ricoperto il ruolo di direttore nelle fasi transitorie – ha dichiarato il Direttore Generale dell’ULSS 5 Polesana, Pietro Girardi –. L’arrivo del dottor Balta rappresenta un’importante opportunità di crescita per l’Urologia polesana. La sua competenza clinico-chirurgica e la sua esperienza nella gestione organizzativa garantiranno continuità e sviluppo ai servizi erogati. A nome della Direzione Generale, gli porgo un sincero benvenuto e i migliori auguri di buon lavoro». Con questa nomina, l’ULSS 5 conferma la volontà di investire su figure professionali di alto profilo per rafforzare la rete ospedaliera e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria nel territorio.
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Anche nei casi di dolore acuto, il trattamento può essere effettuato lavorando su zone lontane dal punto dolente, riducendo il fastidio in