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Nuovo Hospice pediatrico centro d’eccellenza delle cure palliative infantili a Padova

Corsa alle regionali

Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?

Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.

E invece?

Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.

Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:

“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”

Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche

TRA PAURA E CONTROLLO:

FRONTEGGIARE FURTI,

E AGGRESSIONI

L’area termale alle prese con furti in casa, atti di vandalismo, micro criminalità, spaccio: le forze dell’ordine intensificano i controlli, rete di telecamere puntate sui luoghi sensibili

ADDIO A NATALINO DALLA BONA, IL CUORE DOLCE DI MONTEGROTTO TERME delle

“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile

Maestro pasticciere, simbolo della comunità, si è spento a 85 anni. Il sindaco: “Un esempio di generosità, coraggio e dedizione”

GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO

Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”

Tra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Aggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.

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Firmato un protocollo per contrastare le infiltrazioni mafiose

Nella sede della Prefettura di Padova, è stato sottoscritto un importante Protocollo di legalità per la prevenzione e il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata di stampo mafioso nei settori turistico-alberghiero e della ristorazione. A firmarlo il Prefetto Giuseppe Forlenza, insieme con l’Assessore alla legalità del Comune di Padova, il Sindaco di Abano Terme e il Vicesindaco di Montegrotto Terme. L’accordo prevede un rafforzamento dei controlli antimafia nei procedimenti amministrativi gestiti dagli Sportelli unici per le attività produttive (Suap) dei Comuni firmatari. Tali Enti potranno richiedere una comunicazione antimafia anche per le imprese che, pur operando legalmente, presentino segnali di rischio di infiltrazione mafiosa secondo precisi indicatori. In pratica, i Comuni potranno inoltrare richieste di documentazione antimafia per gli operatori economici che, secondo l’algoritmo, mostrano un profilo economico sospetto. Le richieste saranno poi esaminate dalla Prefettura attraverso la Banca Dati Nazionale Antimafia.

Il sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato, ha commentato così la firma dell’accordo: “Con questo protocollo di legalità Abano Terme compie un passo importante e concreto nel contrasto alle infiltrazioni mafiose nel comparto turistico. La nostra città è simbolo di benessere, salute e accoglienza, e non può e non deve diventare terreno fertile per interessi criminali”. Il primo cittadino ha poi espresso il proprio ringraziamento al prefetto Giuseppe Forlenza per l’impegno e la volontà di coinvolgere l’intera area termale nella costruzione di una rete istituzionale contro ogni forma di infiltrazione criminale. “Nei prossimi mesi – ha concluso – il nostro impegno sarà fortemente orientato alla prevenzione e alla verifica dei dati che ci verranno forniti, in un’ottica di controllo attivo e continuo”.

Redazione Padova

Il Prefetto sigla un accordo con Padova, Abano e Montegrotto Terme

Tra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola

>direttore@givemotions.it<

Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.

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Politica. La richiesta ha l’obiettivo di ridurre del 50% l’emergenza idrogeologica nel territorio

La Giunta chiede con il Consorzio

16 milioni per contenere il rischio idraulico

Abano investe sulla sicurezza idraulica: 16 milioni per nuovo canale scolmatore e bacino di laminazione, riducendo del 50% il rischio allagamenti. Comune e Consorzio uniti per i finanziamenti

S

edici milioni di euro per ridurre di oltre il 50% il rischio idraulico nel territorio di Abano. E’ quanto chiederanno ai vari Enti competenti il Comune e il Consorzio di Bonifica Bacchiglione per realizzare da una parte un nuovo scolo, dall’altra un bacino di laminazione. Il nuovo canale collegherà gli scoli Piovega e Menona e avrà una lunghezza di 4 km. “Abbiamo ricevuto in questi giorni il finanziamento da parte della Regione di 45mila euro per poter elaborare il progetto esecutivo per la costruzione di questo nuovo canale scolmatore”, spiega il sindaco di Abano Federico Barbierato, assieme al presidente del Consorzio di Bonifica, Silvano Bugno. “Si aggiungono ai 60mila euro che già avevamo stanziato noi come Comune e Consorzio”. Il tracciato del nuovo canale parte dal tombinamento dello scolo Piovega in via IV Novembre, vicino alla scuola primaria Manzoni per terminare sullo scolo Menona, nel quartiere di Giarre. L’intervento utilizzerà scoli privati già esistenti, risultando in questo modo poco invasivo per il territorio. Questo intervento, insieme al progetto dei bacini di laminazione dei Colli Euganei ancora fermo alla domanda del Ministero, risulta attualmente non ancora finanziato. L’amministrazione sottolinea l’importanza di linee di finanziamento per progetti strategici in grado di

ridurre definitivamente il rischio idrologico. Il costo totale dell’iniziativa ammonta a circa 6 milioni e i lavori durerebbero un anno. Il nuovo canale si andrà a collocare a ridosso del bacino di laminazione che il Consorzio e gli 11 Comuni coinvolti hanno previsto a Giarre. E’ uno dei quattro proposti nel maxi progetto da oltre 36 milioni di euro. “Con queste due opere andremmo a ridurre del 50% i rischi di allagamenti nel nostro Comune, andando a mettere al sicuro il centro storico. Per l’invaso servono 10 milioni di euro, che sommati ai 6 necessari per il nuovo scolo fanno 16 milioni totali, con i quali faremo un grandissimo passo in avanti verso la sicurezza idraulica del nostro Comune”, sostiene ancora Barbierato. “Proveremo ogni strada per riuscire a trovare i fondi per poter agire e quindi realizzare il nuovo scolo”, garantiscono Barbierato e Bugno. Lo stesso Bugno poi aggiunge:“Lo scolo potrebbe essere anche co-finanziato dalla Regione. Siamo in attesa di una risposta per quanto riguarda gli invasi entro la fine del mese da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In questi giorni convocheremo i sindaci degli 11 Comuni coinvolti per fare il punto della situazione, fare squadra e poi capire come agire per riuscire a fare valere le nostre posizioni a Roma”. “Il territorio termale e collinare è quello che

sta registrando le maggiori precipitazioni rispetto alle altre zone”, conclude. “Basti pensare che scende il 30-40% in più di pioggia in un anno rispetto alla media. Lunedì in una sola ora sono scesi più di 40 millimetri di pioggia. I Comuni e il Consorzio hanno fatto già la loro parte per gli invasi con il finanziamento della progettualità, suddiviso in 400mila euro da parte del Consorzio e 110 mila euro dagli 11 Comuni”. Federico Franchin

Ciccarese: “Party notturni in cimitero”

Party notturni con pizza e birra vicino alla chiesetta, ma anche rapporti sessuali nel bagno dei disabili. E non solo, consumo di droga, furti di fiori e statuette votive. Il cimitero di Abano deve fare i conti da una parte con le bande di ragazzini, dall’altra con bontemponi che sono un colpo duro alla memoria dei defunti. La denuncia, fatta da alcuni cittadini aponensi al centro della discussione del consiglio comunale. Il consigliere di opposizione, Luigi Ciccarese, ha infatti depositato una interpellanza urgente sulla tematica, che sta facendo preoccupare e parlare i cittadini. “In questi giorni mi sono state riferite alcune significative lamentele da parte di cittadini che per motivi familiari ed affettivi frequentano con particolare assiduità l’area cimiteriale, per rendere omaggio ai propri defunti”, spiega Ciccarese. “E’ frequente il furto da parte di ignoti di fiori, rosari e statuine votive collocate dai parenti pres-

so i loculi dei propri defunti. Le auto parcheggiate sul piazzale antistante il cimitero sono oggetto di ‘attenzione’ da parte di ladri”. Ciccarese poi sottolinea come “i cassonetti posti a servizio del cimitero sono colmi di rifiuti che ignoti scaricano. Nelle immediate vicinanze dell’ingresso lato sinistra del cimitero, sono stati rinvenuti cucchiaini ed accendini utilizzati per l’assunzione di sostanze stupefacenti”. Il consigliere poi aggiunge sconsolato.

“Addirittura, è stato osservato che nella tarda serata ci sono giovani che oltrepassano il muro di cinta per consumare pizza e bevande alcoliche, vicino alla chiesetta posta in fondo al viale principale del cimitero, lasciando i residui di quanto consumato. Nel mese di aprile è stata verificata la presenza all’interno del bagno riservato ai portatori di handicap di una coppia di giovanissimi, che stavano consumando un rapporto sessuale”. (f.f.)

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Abano Terme, disagi da non sottovalutare “Ma la sicurezza non è solo repressione”

“Presidio del territorio e prevenzione, ma serve anche rafforzare il patto sociale nel segno della responsabilità condivisa”

Abano Terme, città votata al turismo e all’accoglienza, ma anche punto di riferimento per il territorio, si misura con la necessità di garantire la sicurezza, in tutti in sui aspetti, di lavorare sul fronte della prevenzione. Un fronte impegnativo, conferma il sindaco Federico Barbierato.

“La sicurezza urbana è un tema che sentiamo fortemente ad Abano Terme e che seguiamo con grande attenzione, in sinergia con le forze dell’ordine, polizia municipale e carabinieri. Complessivamente la nostra città resta una realtà con un buon livello di vivibilità, ma ciò non toglie che vi siano alcune tematiche da attenzionare. Penso ad esempio alla prevenzione, al presidio del territorio e soprattutto al rafforzamento di un patto educativo e sociale che coinvolga famiglie, scuole, servizi sociali e mondo associativo. La sicurezza non è solo un fatto di repressione: è anche coesione sociale, ascolto e responsabilità condivisa.

Avete riscontrato anche ad Aba-

no il fenomeno delle baby gang?

In che termini?

Ad Abano non possiamo parlare di vere e proprie “baby gang” come in altri contesti urbani più problematici, ma è vero che anche qui abbiamo osservato, in determinati periodi, comportamenti borderline da parte di gruppi di giovanissimi. Fenomeni di disagio, provocazioni, piccoli atti vandalici: segnali che non vanno sottovalutati. Abbiamo potenziato il lavoro di rete, coinvolgendo l’ufficio servizi sociali e l’assessore alle politiche giovanili, che hanno attivato percorsi individuali ed educativi con alcuni ragazzi. Ma sia chiaro: nessuna istituzione può sostituirsi completamente al ruolo educativo delle famiglie.

Cosa si può fare per i giovani che vivono in contesti di marginalità, tra violenza e microcriminalità?

Dobbiamo offrire alternative concrete e visibili. Per questo come Amministrazione abbiamo sostenuto progetti di inclusione

sociale, attività sportive, laboratori creativi e percorsi scolastici di reinserimento. L’obiettivo è dare senso di appartenenza, creare opportunità. La marginalità si combatte con la presenza, l’ascolto e la fiducia. E ancora una volta serve una comunità educante, dove il pubblico faccia la sua parte, ma dove anche la famiglia, la scuola e le realtà del territorio non vengano meno.

Con la comunità straniera ci sono problemi di integrazione?

Ad Abano vivono famiglie straniere ben integrate, che partecipano attivamente alla vita sociale, scolastica e lavorativa. Naturalmente non mancano difficoltà: ci sono ancora barriere culturali, linguistiche, e a volte situazioni di isolamento. Ma il nostro approccio è sempre stato chiaro: accoglienza e diritti vanno di pari passo con regole e doveri. Promuoviamo l’integrazione attraverso la scuola, i servizi sociali, le associazioni e gli eventi che favoriscono l’incontro. E continueremo su questa strada. Sono stati fatti investimenti sulla videosorveglianza, il servizio funziona? Sono previsti ulteriori potenziamenti?

Negli ultimi anni abbiamo potenziato significativamente il sistema di videosorveglianza urbana, anche grazie a contributi regionali. Oggi Abano può contare su una rete di oltre 160 telecamere attive, suddivise in telecamere lettura targhe, telecamere di contesto e telecamere di video sorveglianza posizionate nei punti sensibili della città, compresi parchi e i quartieri. Dal 2017 abbiamo quadruplicato il numero delle telecamere e questo ci consente un maggiore controllo del territorio e un utile

Scatta la movida estiva, i carabinieri intensificano i controlli nell’area termale

Con l’arrivo dell’estate si intensifica la “movida” nel cuore delle Terme, tra Abano e Montegrotto che ogni sera la meta di migliaia di persone, fra le quali molti giovani giovani. Gli eventi estivi si intensificano così come le occasioni per far tardi in piazza o nei principali luoghi di ritrovo. Proprio per garantire la sicurezza e prevenire risse, aggressioni, furti, danneggiamenti, disturbo

della quiete pubblica o altri episodi spiacevoli le forze dell’ordine hanno già intensificato l’attività di controllo, a partire dai fine settimana.

Ad Abano e Montegrotto già da alcune settimane vengono monitorati i parchi pubblici e i fast food, con un deciso aumento delle attività di pattugliamento nella fascia oraria pomeridiana e serale. A dare manforte ai

•Installazione pompe di calore ad alta efficienza

•Ventilazione meccanica

•Sostituzioni caldaie •Ristrutturazione Bagno

militari dell’Arma della compagnia di Abano in alcune occasioni sono anche le squadre del Battaglione Veneto di Mestre. L’attività consiste principalmente nel controllo di decine di persone e di veicoli ad ogni uscita, il che permette di identificare anche individui sospetti oppure persone legate all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. In queste occasioni vengono anche segnalate alla

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in Mano”

•Installazione prodotti delle migliori marche

supporto investigativo per le forze dell’ordine. Il servizio funziona e viene costantemente monitorato. Sono previsti ulteriori investimenti per potenziare sia la copertura che la qualità tecnologica delle immagini. Ma anche qui serve chiarezza: le telecamere aiutano, ma non possono sostituire la presenza umana, l’educazione e l’inclusione. Ringrazio quei cittadini impegnati nel controllo di vicinato che ci segnalano costantemente problemi di varia natura e che ci aiutano molto in questo senso. (n.s.)

Prefettura di Padova le persone trovate in possesso di droghe, a partire dall’hashish ma anche cocaina ed eroina. I servizi di vigilanza del territorio, che proseguiranno con maggiore frequenza per tutto il periodo estivo sta mostrando nell’area Termale un significativo effetto deterrente nei confronti della criminalità in generale, contribuendo a una maggiore sicurezza pubblica.

Micro criminalità e atti di vandalismo, occhi puntati su ogni angolo della città

Furti in appartamento, atti di vandalismo, ladri di biciclette per lo più nella zona della stazione: sono per lo più queste le problematiche legate alla sicurezza urbana che si riscontrano a Montegrotto Terme. A parte qualche eccezione, non ci sono particolari emergenze in città, puntualizza il sindaco Riccardo Mortandello:

“Stando ai dati diffusi periodicamente dal ministero dell’Interno Montegrotto è un’isola felice. Gli episodi di reato contano sulle dita di una mano e possiamo dire che non ci sono gravi problemi di insicurezza, perché il territorio è presidiato è molto sicuro. Ovviamente ci sono delle questioni aperte, come qualche furto in appartamento, oppure qualche furto di bicicletta in stazione, che vanno monitorate. Questi casi però presentano una criticità perché se un ladro di biciclette viene arrestato il giorno dopo è fuori, non c’è una normativa chiara che permetta di far pagare a queste persone il reato che commettono”.

Guardando al mondo giovanile Montegrotto non sembra risentire nemmeno del fenomeno delle baby gang, piuttosto si registrano atti di vandalismo, un fatto comune sul territorio padovano. “Si tratta soprattutto di giovani che arrivano da fuori città - continua il sindaco - e in questo senso abbiamo messo in atto delle azioni mirate con la polizia locale in coordinamento coi carabinieri, san-

zionando alcune volte anche le famiglie. Questi ragazzi spesso agiscono più per mettersi in mostra con delle bravate che per delinquere”. Montegrotto accoglie poi una nutrita comunità straniera da decenni e le criticità che si colgono nel capoluogo qui sono viste come lontane. Anche le tensioni legate all’arrivo di profughi sono ormai archiviate così come le polemiche e le proteste legate a questa forma di aiuto. “Non ci sono problemi di integrazione - aggiunge Mortandello - da sempre Montegrotto è una città accogliente, fin dai primi sbarchi degli albanesi negli anni 90 che oggi sono arrivati alla terza generazione. Sta danti i i suoi buoni frutti anche l’accoglienza diffusa dei profughi attraverso il progetto “Sai”. Questi arrivi inoltre forniscono forza lavoro agli alberghi alle prese con la crisi della manodopera”.

Per garantire la sicurezza pubblica, tanto dei residenti quanto delle migliaia di turisti e lavoratori

del settore termale che ogni giorno frequentano Montegrotto è in funzione una rete di sorveglianza sempre più estesa. “Siamo partiti nel 2016 con il progetto sicurezza - continua il sindaco - che ha portato notevoli investimenti sulla videosorveglianza e azioni in stretto coordinamento con le forze dell’ordine, con le quali andremo ad individuare anche nuovi siti di videosorveglianza. A questo si aggiunge il grande lavoro fatto con il controllo del vicinato che ci aiuta a monitorare tutto il nostro territorio”.

Nel rinnovato viale Stazione sono attive 8 telecamere con 4 sensori ciascuna e una telecamera bullett, per un totale di 33 punti di ripresa da Piazzale Stazione all’incrocio con Via degli Scavi. In totale Montegrotto Terme ci sono 91 telecamere, comprese una videotrappola e due fototrappole. Dieci di queste permettono la lettura delle targhe.

Stievano

Parco Mostar in prima linea per arginare disagio ed emarginazione

Gli episodi più gravi sono rari, si registrano furti in appartamento e danneggiamenti, zona stazione sorvegliata. Il sindaco Mortandello: “Con la comunità straniera non ci sono problemi di integrazione”

Avvicinare e incontrare i giovani con discrezione, favorire il dialogo senza imposizioni, intercettare le difficoltà e il disagio che non sempre è evidente. E’ un lavoro “nascosto” ma prezioso quello svolto nei confronti dei giovani di Montegrotto da parte di educatori, animatori di strada e professionisti che in vario modo entrano in contatto con questo mondo proprio per prevenire criticità ed emarginazione. “Si tratta di un’attività che spesso non salta all’occhio - spiega Elisabetta Roetta, vice sindaco e assessore al sociale - ma assai preziosa per avvicinare e conoscere meglio i giovani della nostra città e

arginare fenomeni come la droga, il vandalismo, la criminalità”. Il fulcro dell’attività “in prima linea” è il Parco Mostar, frequentato da tutte le generazioni, nel quale non è mancato qualche problema in passato. Nell’area verde il Comune ha attivato un punto di aggregazione pomeridiano per i ragazzi delle medie e delle superiori con l’intervento della cooperativa “La Bottega dei Ragazzi”. Gli educatori in maniera informale avvicinano i ragazzi, li ascoltano, costruiscono un dialogo e un rapporto di fiducia. “Così è possibile intercettare le criticità e i bisogni dei nostri giovani - aggiunge Roetta - attra-

verso attività ludiche e ricreative si arriva a parlare anche di droga, legalità, prevenzione sessuale, problemi a scuola. Quest’ultimo un aspetto molto sentito, considerata la dispersione scolastica, al quale si abbina l’aiuto per inserire nel mondo del lavoro i giovani che non vogliono proseguire gli studi. Queste attività singole o di gruppo permettono anche di attivare, in caso di necessità, esperti, psicologici o le forze dell’ordine”. Attraverso la partecipazione a bandi regionali Montegrotto organizza iniziative per i giovani legate al mondo della musica e propone attività di orientamento.

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Sociale. Ricca l’offerta di centri estivi, coordinati dall’Amministrazione e promossi dalle

GiocaEstate 2025: un’estate di crescita

e divertimento per i più piccoli

A

La succursale dell’Alberghiro pronta per primavera 2026

nche per l’estate 2025 il Comune di Abano Terme rinnova il proprio impegno nei confronti delle famiglie e dei più piccoli con l’attivazione di una ricca e articolata offerta di centri estivi, coordinati dall’Amministrazione Comunale e promossi dalle varie associazioni sportive e culturali, cooperative sociali e realtà educative del territorio. L’iniziativa, raccolta sotto il progetto “GiocaEstate 2025”, è pensata per garantire a bambini e ragazzi dai 2 ai 16 anni un’estate serena, stimolante e sicura. “I centri estivi rappresentano un momento fondamentale per la crescita dei nostri giovani –dichiara il Sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato –. Sono luoghi in cui gioco, educazione e socialità si intrecciano, offrendo non solo un servizio prezioso alle famiglie, ma anche un’opportunità educativa importante. Siamo orgogliosi della varietà e della qualità delle proposte che quest’anno mettiamo a disposizione, frutto di una rete territoriale attiva, coesa e attenta ai bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza”. I centri estivi 2025 saranno attivi dalla fine della scuola all’inizio del prossimo anno scolastico, garantendo almeno un’offerta in tutte le settimane estive. Le proposte spaziano dalle attività sportive e ludiche a quelle artistiche e culturali, dai laboratori all’aperto all’educazione ambientale, fino ai percorsi museali, agli sport acquatici e ai campus creativi. “Quest’anno abbiamo costruito un’offerta educativa inclusiva, flessibile e accessibile – afferma l’Assessora all’Istruzione, Virginia Gallocchio –. I centri estivi si differenziano per fasce d’età, orari, attività, così da permettere a ogni famiglia di scegliere la proposta più adatta alle proprie esigenze. Tutte le informazioni sui costi, le iscrizioni e i contatti sono disponibili presso i singoli enti gestori. Al fine di favorire la partecipazione di tutti i bambini e garantire la piena inclusività, l’Amministrazione Comunali ha scelto d’intervenire con risorse economiche proprie per ridurre le rette ai bambini con disabilità e che provengono da nuclei familiari in disagio economico”. Per tali agevolazioni economiche, i residenti possono rivolgersi ai Servizi Educativi del Comune (tel. 049 8245265) o ai Servizi Sociali (tel. 049 8245237).

“L’estate è un tempo prezioso per sperimentare, imparare e divertirsi – conclude l’Assessora Gallocchio – Con “GiocaEstate 2025” vogliamo offrire ai nostri bambini e ragazzi esperienze significative in ambienti sicuri, stimolanti e ricchi di valori educativi, culturali e sportivi. È questo lo spirito che anima la nostra azione educativa: costruire una comunità che cresce insieme”. Insomma è aperta la corsa all’iscrizione da parte delle famiglie per poter lasciare “in buone mani” i propri figli durante l’orario lavorativo anche durante la stagione estiva.

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Per la fine dell’anno scolastico 2025-2026 gli alunni potranno tornare nella sede succursale dell’Istituto Alberghiero Pietro d’Abano. Ad annunciarlo è stato il consigliere delegato all’Edilizia Scolastica della Provincia di Padova, Alessandro Luigi Bisato. Nella mattinata, in via Appia Monterosso, dove ha sede appunto la succursale, si è tenuto un sopralluogo al cantiere con presenti, oltre a Bisato, il sindaco Federico Barbierato, la dirigente scolastica, Assunta De Caro, e i tecnici provinciali e del cantiere. E’ stato spiegato come i lavori in corso si stiano svolgendo in

quattro filoni e che nel complesso la Provincia, grazie ai fondi del Pnrr, abbia messo sul piatto dell’Alberghiero ben 12 milioni di euro. “L’obiettivo è arrivare finalmente a togliere i tre container che hanno consentito alla scuola di ospitare gli alunni negli anni in cui le iscrizioni erano volate alle stelle”, ha detto Bisato. “Consegneremo ad Abano un plesso scolastico che sarà il fiore all’occhiello della Provincia di Padova”. In particolare sono già terminati i lavori di adeguamento sismico della sede succursale per 2.600.000 euro. In corso c’è poi l’ammodernamento del sistema antincendio. Il terzo step è la posa di due nuovi piani sopra all’ala esterna caratterizzata già dai laboratori di sala e cucina. “Sorgeranno 12 aule con servizi igienici”, dice ancora Bisato. “Infine, con un investimento di 2.2 milioni di euro stiamo costruendo una nuova palestra, che di mattina sarà a disposizione degli alunni della scuola, mentre di pomeriggio e di sera dei cittadini e delle associazioni sportive”. In attesa della chiusura dei lavori si è chiesta ospitalità per alcune aule ai patronati di San Lorenzo, ad Abano, e di Caselle di Selvazzano. “Fin da quanto ero in consiglio provinciale mi sono battuto affinchè questa scuola venisse rinnovata”, conclude Barbierato. (f.f.)

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previo appuntamento al numero 049-8666585. Si consiglia di leggere attentamente l’avviso di Bando prima di compilare la domanda online o di recarsi all’appuntamento presso il CAF. Troverete

Economia e turismo. Presentato il position paper di Federalberghi e Confindustria Veneto

Bacino Termale Euganeo: la strategia in 7 pilastri per un rilancio innovativo

N

el cuore del Bacino Termale Euganeo, a Abano Terme, Federalberghi Veneto e Confindustria Veneto hanno presentato un position paper strategico dal titolo “Nuove prospettive per il termalismo euganeo”, che disegna la roadmap per il futuro del più grande polo termale d’Europa. L’incontro ha visto la partecipazione delle principali istituzioni regionali e numerosi operatori del settore confermando l’importanza di un dialogo costante tra pubblico e privato. Il Bacino Termale Euganeo, che comprende località come Abano, Montegrotto, Battaglia e Galzignano Terme, è un patrimonio millenario inserito nel Parco Naturale dei Colli Euganei. Nonostante la sua fama mondiale, il settore termale sta attraversando una fase di trasformazione, con una significativa diminuzione delle presenze straniere (-19,5% rispetto al 2019), dovuta a mutamenti nei flussi turistici e a nuove esigenze di mercato. Secondo un’indagine dell’Osservatorio sull’Economia del Turi-

smo, oltre il 7% dei turisti italiani e stranieri sceglie l’Italia per motivi di benessere, con un impatto economico stimato di 1,4 miliardi di euro, ma il potenziale del termalismo sanitario è ancora largamente inespresso. I dati raccolti da Unioncamere Veneto rivelano una clientela con alta capacità di spesa e un tasso di fidelizzazione del 70%, ma sottolineano anche la necessità di investire in qualità e innovazione dei servizi per rispondere a una domanda in evoluzione.

Tra le esperienze di successo emerse spiccano Y-40 The Deep Joy, la piscina termale più profonda al mondo, e strutture come l’Hotel Leonardo, primo hotel termale europeo con certificazione di sostenibilità, e Terme Preistoriche Resort and Spa, esempio di integrazione tra tradizione e innovazione. Il position paper indica sette pilastri fondamentali per il rilancio: la revisione normativa e programmatica, l’innovazione e specializzazione dell’offerta, la

governance condivisa con la creazione di una Fondazione di partecipazione, l’adozione di tecnologie digitali avanzate, la valorizzazione della formazione e del lavoro qualificato, l’orientamento strategico dei fondi europei, e infine la rigenerazione urbana con il recupero delle strutture dismesse e la promozione della mobilità dolce.

Mauro Rosatti, Advisor Turismo di Confindustria Veneto, ha sottolineato come “la collaborazione tra Federalberghi e Confindustria rap-

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presenti un cambio di paradigma, un modello evoluto di sviluppo territoriale basato su integrazione, visione e coraggio”.

“Il turismo termale rappresenta circa il 5% dei flussi turistici regionali, ma ha un valore che va ben oltre i numeri - ha spiegato Massimiliano Schiavon, Presidente di Federalberghi Veneto -. È una destinazione unica nel suo genere, che combina salute e ospitalità. Considerata la crescente attenzione al benessere, è fondamentale

puntare su innovazione, ricerca e accessibilità delle strutture. Ma questo rilancio – se vogliamo che sia davvero incisivo – deve poggiare su una programmazione lungimirante, frutto di una visione ad ampio respiro e di una strategia complessa, che parta dall’offerta del territorio, la valorizzi e la faccia evolvere in un progetto regionale capace di attrarre investimenti pubblici e privati, con l’obiettivo concreto di riposizionare il termalismo veneto a livello di leadership europea”-

“Infine - conclude Schiavon -, è indispensabile aumentare le opportunità di marketing territoriale, superando ogni frammentazione e lavorando in una logica sinergica tra attori competenti: Regione, amministrazioni locali e operatori del settore devono fare sistema. Solo con una regia condivisa e una promozione coerente e continuativa potremo valorizzare appieno le eccellenze che il nostro bacino termale è in grado di offrire”.

Redazione Padova

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L’intervista. Il punto di vista del giovane dottorando Giovanni Guglielmi

Terremoti in Italia: la scienza cerca risposte mentre la prevenzione salva vite

09 morti, più di 1600 feriti, 70mila sfollati. È rimasto impresso nella memoria collettiva di ognuno di noi il violento terremoto che nel 2009 ha distrutto la città dell’Aquila, con conseguenze pesantissime anche sul patrimonio culturale e artistico. Una sorte analoga ma in tempi più recenti è toccata alle città di Amatrice e Norcia, con le terribili scosse magnitudo 6.0 e 6.5 del 2016. Ma cos’hanno in comune queste città? Si trovano in una delle zone più sismicamente attive d’Italia: l’Appennino. Un’area ad alto rischio, che proprio per la sua pericolosità rappresenta un campo fondamentale per tutti gli studiosi che cercano di comprendere il fenomeno. Ce lo conferma Giovanni Guglielmi, dottorando in Earth Sciences all’Università Sapienza di Roma, ma originario di Montegrotto.

Giovanni, partiamo dal suo lavoro: come si svolge una giornata tipo in laboratorio?

“Il mio campo di ricerca si concentra sullo studio in laboratorio

dei terremoti che colpiscono l’Appennino. Attraverso macchinari sofisticati, riproduciamo in piccola scala i processi che avvengono durante un terremoto utilizzando proprio le rocce che hanno generato il sisma di Norcia, prelevate a circa 4.5 km di profondità e le sottoponiamo alle stesse pressioni che subiscono all’interno della Terra, ma in ambiente controllato. L’obiettivo è migliorare sempre di più la nostra comprensione del fenomeno, con la speranza di arrivare un giorno a fare delle pre-

visioni accurate per poter salvare vite umane”.

Quanto siamo vicini oggi alla possibilità di prevedere un terremoto?

“La nostra capacità di previsione è limitata dalla complessità del fenomeno: i terremoti si originano a migliaia di metri di profondità nella crosta terrestre, con dinamiche estremamente difficili da osservare. Siamo ancora lontani dall’avere un quadro completo che ci permetta di fare previsioni, ma stiamo facendo piccoli e

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lenti passi in avanti, anche grazie a nuovi strumenti come l’intelligenza artificiale”.

In che modo?

“L’AI ci consente di osservare statisticamente una quantità enorme di dati, provenienti da sismometri e sensori posti in zone sismicamente attive come il Giappone e la California. Partendo da questi dati, l’AI è in grado di individuare pattern ricorrenti, che in futuro potrebbero essere utili a prevedere l’avvento di un terremoto”.

Parlando di prevenzione, quanto influisce l’edilizia?

“Moltissimo. Pensiamo al terremoto in Turchia e Siria del 2023: magnitudo 7.8, più di 60.000 vittime. Un anno dopo, una scossa molto simile in Giappone, ma le vittime erano poco più di 500. Stiamo parlando di numeri completamente diversi, e questo la dice lunga su quanto le infrastrutture possano fare la differenza in termini di sicurezza”.

E in Veneto possiamo conside-

rarci tranquilli?

“Quando si parla di terremoti non ci si può mai considerare tranquilli, nemmeno in zone che negli ultimi anni non sono state interessate da eventi particolari. Mai abbassare la guardia: le onde sismiche si possono propagare anche per centinaia di km. Basti pensare al terremoto dell’Emilia del 2012: nonostante il sisma si fosse generato a km di distanza, si è percepito chiaramente anche in Veneto, arrivando a danneggiare un certo numero di edifici. Avrebbe potuto avere conseguenze devastanti”.

E in caso di terremoto, cosa dovrebbe sapere un cittadino?

“La Protezione Civile redige linee guida molto dettagliate alle quali è necessario attenersi scrupolosamente. Le parole d’ordine, in un paese sismicamente attivo come l’Italia, sono sempre la prevenzione e la corretta informazione”.

Giulia Turato
Giovanni Guglielmi

Scintille di speranza: Fondazione Cassa di Risparmio

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brale raro ma molto aggressivo e che colpisce in età pediatrica. “Il nostro lavoro mira a comprendere i meccanismi di resistenza alle cure – spiega Persano – per individuare terapie più mirate, meno invasive e, soprattutto, più efficaci”.

Grazie al finanziamento della Fondazione, il progetto ha potuto progredire,

chiedono perseveranza, ma generano risultati duraturi.

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E mentre le storie raccontate da “Scintille” ci ricordano l’importanza dell’impegno quotidiano, la Fondazione Cariparo prosegue nel suo cammino, confermando che il benessere di una comunità passa anche dalla salute dei suoi bambini.

Appuntamento alla prossima uscita per continuare a scoprire le storie di idee, progetti e persone che, giorno dopo FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800

Dott. Luca Persano

È scomparso Natalino Dalla Bona, maestro pasticciere e cittadino benemerito

Si è spento a 85 anni Natalino Dalla Bona, figura simbolo della comunità sampietrina. Da garzone a imprenditore, ha costruito un’impresa familiare d’eccellenza e un’eredità fatta di generosità, passione e lavoro. A lui si devono anche anni di impegno in politica e nella solidarietà. Il sindaco: “Un esempio scolpito nella memoria della città”

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Èscomparso Natalino Dalla Bona, maestro pasticciere e cittadino benemerito di Montegrotto Terme. L’amministrazione comunale si fa portavoce del cordoglio della comunità e ricorda il maestro pasticcere, figura emblematica della città sampietrina Natalino Dalla Bona, classe 1939, fondò nel 1963 una delle pasticcerie più apprezzate di tutta la provincia di Padova, gestita assieme alla moglie Franca, e successivamente passata nelle mani dei figli Roberto e Sandro. Il 23 febbraio 2019 gli era stata conferita la cittadinanza benemerita di Montegrotto Terme. La sua storia imprenditoriale iniziò a soli 11 anni come garzone in una panetteria, e attraverso impegno, sacrificio e visione riuscì a creare un’attività che è diventata simbolo di eccellenza nel territorio. Oltre all’attività imprenditoriale, Dalla Bona ha servito la comunità come assessore nella giunta di Genesio Bellotto tra il 1978 e il 1983. Il sindaco Riccardo Mortandello: “Con profondo e sincero cordoglio apprendiamo della scomparsa del nostro illustre concittadino Natalino Dalla Bona, figura emblematica della nostra comunità”, dice. “Natalino non era semplicemente un grande imprenditore o un cittadino benemerito; chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo, an-

Devi solo passare da noi per scegliere le niture!

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che solo per un breve momento, può testimoniare la straordinaria grandezza del suo cuore. Partendo da umili origini, con tenacia e visione ha costruito un impero che ha offerto opportunità di lavoro a innumerevoli famiglie, distinguendosi sempre per la sua immensa e discreta generosità. La vita di Natalino meriterebbe di essere immortalata nella pietra, poiché rappresenta un fulgido esempio di sano dinamismo, intraprendenza, resilienza e determinazione nel perseguire i propri sogni”. Poi aggiunge. “Con la sua sublime arte dolciaria è entrato nelle nostre case, mentre con il suo animo nobile ha conquistato un posto speciale nel cuore di ciascuno di noi. Questo passaggio inevitabile dalla vita terrena lo proietta in una nuova dimensione e, nonostante il dolore della perdi-

Inaugurata l’isola ecologica H24

A Montegrotto è stata inaugurata l’isola ecologica H24, realizzata nel parcheggio di via San Mauro. A coordinare l’evento l’assessora Laura Zanotto, “L’isola sarà utilizzabile mediante tessera magnetica personalizzata 24h/24h, 7 giorni su 7”. Un sistema all’avanguardia che consentirà ai cittadini di conferire i rifiuti in qualsiasi momento, con un sistema di presse in grado di compattare il materiale subito dopo ogni conferimento. “Queste presse”, spiega ancora l’assessora, “permettono di guadagnare più spazio per i conferimenti successivi, specie nei periodi di maggiore afflusso. Inoltre, attraverso un sistema digitale, il presscontainer invierà un segnale direttamente ad Etra

che provvederà a svuotarlo prima che si esaurisca lo spazio disponibile, garantendo così un servizio efficiente e un maggior decoro urbano”. La realizzazione è stata possibile grazie a una convenzione tra il Comune, Etra Spa e il Consiglio di Bacino Brenta Rifiuti, con un investimento di quasi mezzo milione di euro. L’area, di 130 metri quadri, concessa gratuitamente dal Comune, è dotata di 3 press container, 3 campane per la raccolta differenziata e un’area dedicata alla raccolta dell’organico. L’accesso sarà riservato solo agli utenti autorizzati tramite tessera magnetica. Al taglio del nastro avvenuto ieri mattina c’erano anche il sindaco Riccardo Mortandello con gli assessori e alcuni

ta e del distacco, è nostro compito onorarne la memoria celebrando le sue straordinarie qualità. Era sempre il primo ad arrivare in negozio e l’ultimo ad andarsene, persino negli ultimi giorni della sua vita. La sua capacità e tenacia nel combattere la malattia lo hanno reso ancor più un esempio da seguire. Il suo impegno non si limitava all’ambito imprenditoriale, ma si estendeva al campo della solidarietà, come testimonia il prestigioso riconoscimento recentemente conferitogli dall’Avis di Montegrotto per la sua dedizione come donatore di sangue. Impossibile non ricordare anche il suo attivo impegno politico come Assessore durante l’amministrazione Bellotto, caratterizzato da un’azione costante e appassionata per il bene della collettività”. Federico Franchin

consiglieri, i tecnici di Etra Spa con il presidente Flavio Frasson. “Pensate che ogni contenitore gigante corrisponde a 80 cassonetti da strada”, ha tenuto a puntualizzare il capo dell’ufficio tecnico, Andrea Rinaldo. “Montegrotto sta cambiando e sta andando verso il futuro”, le parole del sindaco Mortandello. “Tutto l’utile di Etra viene investito in opere come questa”, ha concluso Frasson. (f.f.)

Natale dalla Bona

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da ETRA e Bacino Brenta per i rifiuti in collaborazione con Too Good To Go e Regusto.

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Urbanistica. Un percorso botanico-didattico alla scoperta dei tesori naturali e storici

A Villa Draghi nuovi percorsi naturalistici

U

n percorso botanico-didattico alla scoperta dei tesori naturali e storici: è l’essenza del progetto che sarà presto realizzato nel Parco di Villa Draghi, immerso nel Parco Regionale dei Colli Euganei, grazie all’importante finanziamento di 161 mila euro dalla Fondazione Cariparo assegnato al Comune di Montegrotto Terme nell’ambito del bando “Luoghi (non) comuni”. L’intervento, dal costo complessivo di 230mila euro, prevede la creazione di un percorso guidato nel bosco per far conoscere il patrimonio botanico, ambientale, ecologico e storico e che la natura ha costruito nel corso dei secoli.

Il progetto si articola in due sentieri ad anello: il primo, più lungo (2,15 km), richiede circa 90 minuti di percorrenza e sale fino a quota 120 metri, passando per l’antica ghiacciaia e attraversando un gruppo di querce rilevante per numero ed età; il secondo, più breve (1,8 km), richiede circa 40 minuti con dislivello minimo e comprende il nucleo botanico-paesaggistico che circonda l’attuale villa neogotica, compresa la Stua cinquecentesca (antico Calidarium). Lungo i sentieri saranno posizionati pannelli

informativi: alcuni di ampie dimensioni all’ingresso dei due percorsi, altri accanto ad ogni singolo albero monumentale e una terza tipologia a terra per descrivere le fioriture dei tappezzanti. Saranno inoltre predisposti luoghi di sosta con panchine ergonomiche ricavate da alberi caduti, posizionate in punti panoramici e vicino ai manufatti storici.

Il progetto è curato dal Comune di Montegrotto Terme e ha come partner l’associazione Villa Draghi e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova ed è stato possibile grazie anche alla collaborazione del Parco Regionale dei Colli Euganei.

“Dopo la valorizzazione del rustico con il Museo del termalismoafferma l’assessore Luca Fanton - e la sistemazione della Villa, abbiamo colto l’occasione per estendere la valorizzazione dell’intero bene intervenendo anche sul parco e questa è stata l’occasione giusta. È un percorso che parte da lontano, che sta portando e porterà valore aggiunto alla nostra destinazione turistica e ai nostri concittadini”.

“Si tratta - spiega il sindaco Riccardo Mortandello - di un in-

vestimento importante sia per gli ospiti delle terme e i turisti, sia per i sampietrini, soprattutto i giovani e famiglie con i bambini che sono i massimi fruitori del parco. Per apprezzare le bellezze che abbiamo intorno è importante coglierne il loro valore. Quando saranno svelati i caratteri eco-botanici del parco di Villa Draghi tutti avranno modo di percepirlo in maniera diversa e di comprendere quali valori inestimabili racchiude”. “Un luogo non addomesticato dall’uomo, dove si intrecciano fra loro arte, cultura natura, bellezza, dove domina la biodiversità, dove il paesaggio di architetture storiche” afferma Luisa De Biasio Calimani, Presidente dell’Associazione Villa Draghi. Federico Franchin

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Giancarlo Pastorello si è spento a 86 anni

Il mondo delle Terme perde una delle sue figure più rappresentative: Giancarlo Pastorello si è spento all’età di 86 anni, al termine di una lunga malattia. Storico titolare degli hotel Petrarca e Tergesteo, Pastorello è stato una colonna portante non solo del turismo termale di Montegrotto, ma anche dell’immagine internazionale della città. Due mesi fa a testimonianza della stima unanime, l’amministrazione comunale gli aveva conferito la cittadinanza benemerita. La sua scomparsa lascia un grande vuoto nella moglie Grazia Maria, nei figli Lukas ed Elisabetta, nei fratelli Gianni e Gabrielle, e in tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarne le doti umane e professionali. In un gesto di grande altruismo, la famiglia ha deciso di destinare eventuali donazioni alla Fondazione Città della Speranza. Per oltre cinquant’anni Pastorello ha guidato con passione l’hotel Petrarca, dirigendo per due decenni anche l’hotel Tergesteo, contribuendo con lungimiranza allo sviluppo del termalismo locale. Manager di grande visione, ha sempre mantenuto un forte legame con la sua terra, portando Montegrotto Terme nelle più importanti fiere internazionali e facendola conoscere come eccellenza mondiale del settore. Il suo stile di gestione, fondato su un rapporto di rispetto e fiducia con i dipendenti, è stato uno dei tratti distintivi della sua carriera. Per Pastorello ogni collaboratore era un anello fondamentale di una catena il cui successo dipendeva dall’armonia di tutte le sue parti. Particolarmente toccante il ricordo del sindaco Riccardo Mortandello: “Abbiamo appreso con grande costernazione della morte di Giancarlo Pastorello. In questo momento di dolore, lo ricordiamo come cittadino onorario, imprenditore eccezionale e pilastro della nostra Montegrotto. La sua instancabile dedizione ha trasformato il volto del turismo locale, portando la nostra città a essere conosciuta in tutto il mondo. La sua passione e il suo impegno nella solidarietà, soprattutto verso la città di Mostar e la BosniaErzegovina, rimarranno un esempio luminoso per le generazioni future. A nome dell’intera comunità, esprimo la nostra più profonda gratitudine e le più sentite condoglianze alla famiglia”. Giancarlo Pastorello lascia un’eredità che va oltre il successo imprenditoriale: ha insegnato il valore del lavoro di squadra, della solidarietà e dell’amore per la propria terra. Valori che continueranno a vivere nella memoria di chi lo ha conosciuto e di tutta Montegrotto Terme. (a.b)

L’evento. La manifestazione benefica unisce appassionati di motori e comunità

Solidarietà e generosità su quattro ruote Successo per “In pista per un sorriso”

S i chiama “In pista per un sorriso” ed è la manifestazione andata in scena venerdì 23 a sabato 24 maggio in piazza Mercato, a Montegrotto. L’evento a scopo benefico è stato organizzato dalla Polisportiva Montegrotto in collaborazione con il comune di Montegrotto e la Lega Italiana Fibrosi Cistica Veneto. A supportare l’evento anche gli imprenditori alberghieri termali. Si è trattato di un’iniziativa benefica per far trascorrere un momento di spensieratezza ai ragazzi e ragazze con disabilità e raccolta fondi per la Lega Italiana fibrosi cistica. In piazza Mercato si è potuto svolgere un giro in supercar per i bambini affetti da malattia, ma anche gli appassionati. C’è stata anche una esibizione speciale di Loris Rosati e il suo Ape Proto Honda 600. In piazza ci sono state in esposizione 10 auto, tra vetture storiche, da rally e auto delle forze dell’ordine. Erano presenti anche delle supercar come Ferrari, Lamborghini e Porsche che saranno guidate da un pilota, che farà provare l’ebbrezza di fare un paio di giri a chi ne avrà voglia. “La Polisportiva è sempre in prima linea quando c’è da fare beneficenza”, spiegano i membri della Polisportiva Montegrotto. “Dopo la cena per Telethon e il food fest ecco questo evento fortemente voluto da tutti noi. Ringraziamo quanti si sono prodigati per organizzare questo evento per raccogliere più fondi possibili per la lotta contro la fibrosi cistica”. “Siamo davvero felici di aderire a questa bellissima iniziativa che nasce dalla collaborazione di tante realtà diverse del nostro territorio riunite insieme l’obiettivo comune di sostenere la ricerca, per contribuire a curare una malattia genetica che colpisce un bambino ogni 2500 nati”, spiega Walter Poli, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto. “A livello personale coltivo una grande passione per le automobili, ho pensato di mettere a disposizione due mezzi, spero possano regalare qualche momento di spensieratezza ai bambini e contribuire a sostenere questa causa così importante”. “Abbiamo accolto con profondo entusiasmo e sincera gratitudine l’iniziativa organizzata dalla Polisportiva Montegrotto, un evento

che rappresenta perfettamente la sintesi tra passione sportiva e impegno sociale”, le parole del sindaco Riccardo Mortandello. “Questo

appuntamento, che unisce il fascino dei motori e il potere universale della musica, si distingue per la sua nobile finalità: tendere una mano

concreta verso chi vive quotidianamente situazioni di fragilità, con particolare attenzione alle persone con disabilità. Piazza Mercato, con la sua conformazione accogliente e versatile, si conferma location ideale per ospitare manifestazioni di questa portata, capaci di coinvolgere l’intera comunità in un abbraccio solidale. Il suo spazio aperto è diventato per due giorni un punto d’incontro dove sport, cultura e solidarietà si fonderanno in un’esperienza collettiva ricca di significato”, conclude Mortandello.

Franchin

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Il volley della Virtus cresce con la coach Volzone

Ivana Volzone, la coach che fa crescere il gruppo. Una stagione positiva, di crescita, per le ragazze dell’Under 16 della Virtus Abano di volley. La coach Ivana Volzone accoglie con soddisfazione l’annata delle sue ragazze. “Sono molto contenta di quanto fatto dalle mie ragazze, perché abbiamo fatto il salto di categoria e all’inizio non è stato facile”, dice l’allenatrice. “All’inizio siamo magari andati

un po’ a rilento, perché dovevamo apprendere la categoria, ma poi ci siamo tolte più di qualche soddisfazione. Abbiamo fatto un buon lavoro e sono contenta, perché le ragazze sono migliorate tanto e hanno voglia di apprendere e vincere. Credo che l’anno prossimo coglieremo ulteriori frutti di questo lavoro”. Sui risultati in campo. “Abbiamo anche sfiorato le semifinali del Csi, ma posso ritenermi soddisfatta. Ora ci attendono le ultime gare della stagione, che ci serviranno per divertirci e proseguire il processo di crescita”. La Volzone poi aggiunge. “Da un po’ di tempo siedono anche in panchina con la Prima Divisione nel ruolo di dirigente. Questo mi permette di aumentare le conoscenze e il bagaglio. In più una quindicina di giorni fa ho anche ottenuto il patentino di allievo allenatore della Fipav. Mi piace molto fare l’allenatrice, proseguirò su questa strada e, anzi, mi rammarico per non aver iniziato prima ad allenare”. Insomma nuovi talenti per il volley crescono nella Virtus Abano. (f.f.)

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va ha partecipato con cinque gelaterie, tra

noscimento importante per la qualità, la creatività e la capacità di innovazione del

ci, la proposta di Gelateria Gianni parla chiaro: “Il gelato può essere buono, sano, bello”. La qualità degli ingredienti, la cura in ogni fase del processo e l’attenzione al cliente raccontano un’idea autentica di artigianalità. Gelateria Gianni è più di una gelateria: è un laboratorio del gusto, una scelta di vita e una garanzia di eccellenza da oltre 20 anni. Scoprite il piacere di un

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Turismo. Gli arrivi internazionali crescono del +9,9%, le presenze del +9,7%

Padova oltre le mura: l’Europa tiene, Cina e Usa trainano i flussi oltreoceano

Tezzon (Federalberghi): “Il turismo non deve fermarsi a Padova, ma diventare un’occasione di crescita sostenibile per l’intera provincia”

Il 2024 segna un deciso rilancio del turismo straniero a Padova, che conferma la propria attrattività nel panorama culturale veneto. Gli arrivi internazionali crescono del +9,9%, le presenze del +9,7%, a fronte di un Veneto che supera i 21 milioni di arrivi e 73 milioni di presenze (dati Osservatorio Regionale Federato Veneto – STL Padova).

L’Europa resta il bacino principale – Germania e Francia crescono rispettivamente del +4,8% e +5,4% – ma sono Cina e Stati Uniti a trainare i flussi extraeuropei. In particolare, il mercato cinese raddoppia con +105% degli arrivi e 42.431 presenze, con una netta preferenza per le strutture 4 stelle (quasi 34.000 presenze), segno di un target medio-alto, attento alla

qualità. Decisivo il collegamento aereo diretto Shanghai–Venezia, operativo da settembre 2023. Gli Stati Uniti consolidano la loro presenza con +27,2% e oltre 81.000 pernottamenti.

Tra i mercati in crescita anche Belgio (+12,3%) e Romania (+6,7%). Flettono Irlanda, Danimarca, Russia e Corea del Sud. Il turismo italiano cresce in modo più moderato (+4,3% arrivi, +3,4% presenze), trainato da Lombardia (+5,3%) e Campania (+7,1%). Anche Padova riflette la tendenza regionale all’accorciamento dei soggiorni, in particolare da parte dei visitatori italiani. Gli stranieri invece mantengono una permanenza media stabile di circa 2 notti, coerente con l’identità della

città come tappa d’arte, benessere e spiritualità all’interno di itinerari regionali più ampi.

“Questi numeri – afferma Andrea Tezzon, vicepresidente Federalberghi Padova – ci dicono che Padova è sempre più attrattiva a livello internazionale. Ma ora la

vera sfida è trasformare questo slancio in un’opportunità per tutto il territorio provinciale. Serve una strategia integrata, capace di mettere in rete città d’arte, borghi, natura ed enogastronomia. Il turismo non deve fermarsi a Padova, ma diventare un’occasione

di crescita sostenibile per l’intera provincia.”

Tra le azioni proposte: itinerari tematici, promozione congiunta con tour operator, potenziamento della mobilità turistica, pacchetti esperienziali e il coinvolgimento attivo degli operatori locali.

“Padova deve essere la porta d’accesso a un universo culturale e paesaggistico ancora troppo poco noto – aggiunge Davide Moro, presidente OGD Terme e Colli Euganei -. Ora serve una regia ambiziosa per rendere tutto il territorio riconoscibile, competitivo e accogliente a livello internazionale. Di fronte a questo momento di slancio, appare evidente l’urgenza e la necessità di estendere i benefici di questo flusso turistico anche alla provincia padovana, ricca di patrimonio naturalistico, artistico e culturale, ma ancora poco conosciuta al grande pubblico internazionale”.

Vincenzo Gottardo

Cittadinanza per discendenza, la nuova legge mette un freno alle richieste che intasano gli uffici anagrafe

Arriva la legge che cambia le regole per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza, basta con gli automatismi che hanno intasato gli uffici anagrafe. Anche nel padovano negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria esplosione di richieste di cittadinanza italiana per discendenza da parte di cittadini sudamericani, in particolare argentini e brasiliani. Intere agenzie, con base all’estero, si sono specializzate nell’accompagnare discendenti di italiani – anche molto lontani – attraverso un percorso che spesso portava all’ot-

tenimento del passaporto italiano. Questo sistema, che si basava su una interpretazione ampia dello ius sanguinis, ha portato a conseguenze significative per molti comuni italiani, tra cui Padova. Sono state numerose le difficoltà degli uffici anagrafe dei comuni padovani, soprattutto quelli più piccoli con ridotto personale, nel trovarsi a ricostruire legami di parentela per discendenti che, spesso, non esistevano negli archivi.” Solo nella città di Padova si contano circa 800 richieste annue di cittadinanza per discendenza. Molti di questi

procedimenti si basano su legami genealogici deboli, talvolta risalenti all’Unità d’Italia, senza alcun legame attuale o concreto con il nostro Paese. Questo ha provocato un sovraccarico amministrativo per gli uffici comunali, ma anche la necessità di rivolgersi ai tribunali per ottenere riconoscimenti giudiziali, con conseguente intasamento del sistema, e l’introduzione di misure dissuasive, come le tariffe per le ricerche d’archivio.

La Camera dei Deputati di recente ha approvato in via definitiva il decreto cittadinanza, che introdu-

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ce modifiche significative alla normativa sulla cittadinanza italiana, in particolare per quanto riguarda gli oriundi e i minori stranieri apolidi. Il decreto limita la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per discendenza (ius sanguinis) ai soli individui che possono dimostrare un legame diretto con un genitore o un nonno italiano. Questo significa che gli oriundi di terza o quarta generazione non potranno più acquisire automaticamente la cittadinanza basandosi su avi lontani. “Con questo nuovo approccio l’Italia intende riequilibrare il rap-

porto tra diritto e appartenenza, ponendo fine a pratiche speculative e restituendo valore al concetto di cittadinanza come partecipazione consapevole a una comunità viva. Questa legge segna un cambio di paradigma importante. La cittadinanza non può più essere un diritto ereditato passivamente da persone che spesso non parlano italiano, non conoscono la nostra cultura e non hanno alcun legame con l’Italia. Deve tornare a essere ciò che è: un vincolo giuridico ma anche affettivo, culturale e civico. (v.g.)

La rassegna estiva. L’edizione 2025 tra Piazza Eremitani

Castello Festival: 22 spettacoli

e due location

Undici edizioni, due location, ventidue spettacoli: sono questi i numeri del Castello Festival 2025, la tradizionale rassegna culturale dell’estate padovana. Tutto è ormai pronto per la prima parte dell’edizione 2025, che si svolgerà in Piazza Eremitani e partirà il primo luglio per concludersi il primo agosto. La seconda parte della rassegna è invece prevista nel Teatro Giardino di Palazzo Zuckermann a partire dal 28 agosto, e ci accompagnerà fino a quasi il termine dell’estate, con l’ultimo appuntamento previsto per il 14 settembre.

Il programma già annunciato della prima tranche include performance musicali capaci di rappresentare diversi generi, spettacoli di danza, appuntamenti con la comicità, letture, approfondimenti storici. L’evento di apertura è affidato a Simona Molinari, cantautrice pop-jazz vincitrice per due volte della Targa Tenco, che accompagnerà gli spettatori in un viaggio nella sua musica, capace di raccontare con estrema intensità temi diversi, dall’amore all’impegno.

Il 2 luglio è la volta di un appuntamento particolarmente atteso, quello con Massimo Carlotto e Andrea Pennacchi, che portano sul palco di Piazza Eremitani uno spettacolo dedicato ai 30 anni di Alligatore, personaggio concepito dallo scrittore padovano. Una serata-evento che mescola parole, musica e atmosfere blues. Da non perdere nemmeno l’evento del 3 luglio, con protagonista l’Orchestra di Padova e del Veneto & Green Orchestra, impegnate nella prima assoluta di Beatles Today, con i brani rivisitati dei Fab 4 di Liverpool. Il 5 luglio arriva anche la danza, con lo spettacolo Tango para una ciudad. Omaggio ad Astor Piazzolla a cura di Hugo Aisemberg & Novitango, mentre l’11 luglio è la volta della stand-up comedy con Alice Mangione e il suo spettacolo Cruda e Nuda.

programma il 17 luglio. Si cambia registro il 18 luglio, con la prima assoluta de La geografia dei suoni, che vede protagonisti Paolo Mieli, i Solisti Veneti e Giuliano Carella, impegnati in un viaggio nell’immaginario settecentesco. La musica e la voce di Gegè Telesforo saranno protagonisti della serata del 19 luglio, con lo spettacolo Big Mama Legacy, mentre ad illuminare il palco il 22 luglio sarà il talento poliedrico di Maurizio Merluzzo, che presenterà lo spettacolo …e se facessi un tour?. Marco e Pippo Trio Comico & Maurizio Camardi faranno

ridere di gusto il pubblico con il loro Concerto Umorismo: il giro del mondo in 80 minuti. La prima parte del festival terminerà in bel-

lezza con il Gala Lirico Sonfonico (Da Ravel a Morricone) dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Francesca Tessarollo

Da segnare in agenda l’appuntamento del 16 luglio col Paolo Fresu Devil Quartet, con un intreccio di linguaggi che porta il jazz verso nuovi, creativi territori. Musica e parodia si mescolano nello spettacolo degli Oblivion, in

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Contaminazioni a Palazzo Zuckermann con gli studenti dei licei artistici padovani

Una mostra all’insegna dell’incontro è quella inaugurata di recente a Palazzo Zuckermann: “Contaminazioni d’Arte. Disegni e ricami dalle opere del Museo Bottacin” è un’esposizione nata dall’incontro e dalla contaminazione, appunto, fra diverse forme d’arte, capaci di mescolarsi ispirandosi a vicenda, ma anche fra attori di diverse epoche e background. Protagonisti della mostra sono infatti gli studenti e le studentesse dei licei artistici “Amedeo Modigliani” e “Pietro Selvatico” di Padova insieme all’associazione “Padova Ricama l’arte” uniti da un intento preciso: fornire una

reinterpretazione personale di quanto esposto al Museo Bottaccin, l’istituto museale che prende il nome dal suo fondatore, quel Nicola Bottacin che, nel 1865, donò a Padova la propria collezione artistica e numismatica. Il percorso che ha portato alla mostra, visitabile fino al prossimo 29 agosto, è partito da un lavoro preliminare di osservazione, studio e analisi effettuato dagli studenti e dalle studentesse direttamente nel Museo. A questa prima fase è seguita la realizzazione di opere d’arte originali, frutto di un lavoro di reinterpretazione attento e personale. Ma non finisce qui: di ispirazione in ispirazione, le tavole pittoriche così create sono state il punto di partenza per il lavoro di esperte ricamatrici, che hanno a loro volta fornito una propria reinterpretazione e rielaborazione delle opere con ago e filo. Il frutto del lavoro dei licei e dell’associazione sono ora visibili all’interno del percorso espositivo del Museo Bottacin: una prova lampante di quanto il linguaggio artistico non conosca confini e sia, al contrario, terreno di scambio e confronto. (f.t.) Abano. (f.f.)

Massimo Carlotto e Andrea Pennacchi (foto Fabio Di Lisa)

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ESAGERATI

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Corsa alle regionali

Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.

Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.

Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-

riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.

Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-

tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.

Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.

Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti

Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità

Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.

Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.

“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-

cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:

“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:

“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”

I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che

ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”

Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”

Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-

ficiale: www.energiaperilterritorio. it.

Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.

Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia

Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale

“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”

F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-

sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.

L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai

nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”.

Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale

Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.

Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”

Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il

fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.

L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-

mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e

amministrazioni locali”.

Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)

Flavio Zanonato e Flavio Convento

L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”

Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità

C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.

Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.

“È una scommessa iniziata nel

2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.

Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.

Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.

Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-

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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.

Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia

del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.

Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.

Riccardo Musacco

Il dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo

“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne

Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”

F

rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?

Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione

e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio. Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?

La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile.

Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.

Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?

Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-

mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.

Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?

Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.

Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?

Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in

cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia.

Com’è l’Italia vista da fuori?

Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si

abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

La scrittrice Francesca Chiesa

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Vent’anni di IOV, Padova celebra l’eccellenza oncologica veneta

Venti anni di impegno nella lotta contro il cancro, vent’anni in cui la ricerca e l’assistenza si sono intrecciate per costruire un modello d’eccellenza sanitaria. L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha celebrato oggi il proprio ventesimo anniversario con una cerimonia ufficiale a Padova, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, della direttrice generale Giuseppina Bonavina e di numerosi rappresentanti istituzionali. Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come i numeri dello IOV siano la dimostrazione concreta dell’alto livello raggiunto: oltre 7 mila pazienti curati ogni anno, 6.800 interventi chirurgici, 58 mila sedute di chemioterapia e 50 mila trattamenti radioterapici. Ha sottolineato che l’istituto rappresenta una delle eccellenze sanitarie regionali, capace di coniugare innovazione scientifica, attenzione alla persona e risposte efficaci ai bisogni dei malati oncologici.

Zaia ha ricordato che lo IOV è nato come progetto delle Ulss, ma si è trasformato nel tempo in un punto di riferimento nazionale, grazie al riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e all’adozione di protocolli e percorsi assistenziali (PDTA) tra i più avanzati a livello italiano.

Ha poi ricostruito le tappe principali dello sviluppo dell’istituto: dall’apertura della sede al Busonera nel 2006, all’attivazione dei laboratori nella Torre della Ricerca nel 2015, fino alle sedi di Castelfranco Veneto (2017) e di Schiavonia per la Radioterapia (2018). Secondo Zaia, si tratta di un percorso di successi continui che ha permesso di estendere la presenza dell’Istituto sul territorio e di rafforzarne la struttura organizzativa.

Il presidente ha voluto ringraziare pubblicamente tutto il personale dello IOV per aver contribuito alla crescita di una realtà diventata un pilastro della rete sanitaria regionale. Ha inoltre ribadito che, nel campo della sanità, è fondamentale non abbassare mai la guardia e non accontentarsi dei risultati già ottenuti, ma continuare ad alzare l’asticella.

Ha fatto riferimento ai più recenti progressi della medicina oncologica, come i farmaci monoclonali personalizzati sulla base del profilo genetico dei pazienti, e all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, in particolare nelle nuove mammografie. Secondo Zaia, tutto questo dimostra che l’impegno per una sanità più precisa e accessibile deve proseguire, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.

Redazione Salute

Una vita nuova a 96 anni grazie alla dialisi

Una paziente di 96 anni, in trattamento dialitico da quindici anni, si trova in buona salute e testimonia l’efficacia dell’uso di un rene artificiale. Questo dispositivo, indispensabile per filtrare il sangue e restituirlo purificato al circolo, non solo contribuisce a prolungare l’esistenza, ma garantisce anche un’elevata qualità della vita. La donna è sotto le cure dei professionisti dell’Unità Operativa Semplice (UOS) di Emodialisi presso l’Ospedale Sant’Antonio, guidata dal dottor Giuseppe Scaparrotta. Attualmente, l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia ha in carico 93 pazienti anziani e grandi anziani affetti da malattia renale cronica, per i quali gestisce la terapia conservativa a lungo termine. L’attività si svolge su tre sedi: presso l’Ospedale Sant’Antonio, che dispone di 28 posti letto per l’assistenza intensiva in tutte le tipologie di trattamento emodialitico; al Giustinianeo, con 12 posti letto per l’assistenza media; e al complesso socio-sanitario dell’Ospedale ai Colli, con 6 posti letto destinati ai trattamenti di emodialisi intermittente, alle visite nefrologiche e alle terapie educazionali. Nel corso dello scorso anno, la UOS ha registrato un totale di 40.500 prestazioni, di cui 26.500 sono state dedicate a trattamenti dialitici. Nel 2024 sono stati eseguiti oltre 1500 trattamenti in terapia intensiva e in totale più di 3300 trattamenti su pazienti acuti, di cui 1750 in emodialisi, soprattutto in situazioni complesse come il supporto a cuore e fegato artificiali. Cresce anche la dialisi peritoneale a distanza, grazie al controllo remoto, che migliora l’assistenza da casa. Il reparto conta sette ambulatori specialistici, con quasi 3700 visite nell’ultimo anno, in particolare per trapianti di rene, controlli post-operatori e valutazioni di donatori viventi. Importante anche l’attività ospedaliera: 831 ricoveri, di cui 77 in day hospital, e 65 biopsie renali per diagnosi approfondite.

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Il servizio. Un polo d’eccellenza per l’assistenza integrata ai bambini affetti da patologie complesse, tra cure e dignità

Il nuovo Hospice Pediatrico sarà il cuore pulsante delle cure palliative infantili in Italia

Un progetto all’avanguardia, nato in Veneto ma destinato a fare scuola in tutta Italia. È il nuovo Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, la cui realizzazione rappresenta un ulteriore passo avanti in un cammino iniziato più di vent’anni fa. Padova è stata infatti la prima città italiana a dotarsi di una rete specialistica per le cure palliative e la terapia del dolore dedicata esclusivamente all’età pediatrica. Oggi quella visione diventa un centro integrato, innovativo e a misura di bambino.

La struttura attuale, coordinata dalla professoressa Franca Benini, segue ogni giorno oltre 350 piccoli pazienti affetti da patologie gravi e complesse.

L’assistenza è capillare e si sviluppa su tre livelli: ospedaliero, domiciliare e residenziale. Ogni anno, il team effettua circa 15.000 reperibilità telefoniche, gestisce oltre 3.000 pazienti in terapia del dolore e accoglie 300 ricoveri annui.

Un’attività che va ben oltre la clinica e che si fonda su un approccio globale alla persona, alla famiglia, al contesto. Il nuovo Hospice Pediatrico sarà un polo di eccellenza di 3.000 metri quadrati,

con un’area verde esterna di 730 metri. Avrà otto stanze singole di degenza, quattro dedicate al “respite care” (accoglienza temporanea del bambino per dare sollievo alla famiglia), un ambulatorio per la somministrazione delle terapie, una cucina e un salotto polivalente per attività ludiche e relazionali. Ci saranno anche una palestra per la

riabilitazione e uno spazio spirituale, pensato come luogo di raccoglimento, conforto e supporto psicologico. Ogni ambiente sarà curato per accogliere e non solo per curare, offrendo protezione, normalità e dignità anche nei momenti più delicati della vita. A conferma dell’impatto straordinario di questo modello, parlano i dati: nei

bambini seguiti dalla rete pediatrica padovana, il numero medio di giornate in terapia intensiva si è ridotto da 19 a 5, mentre la frequenza scolastica è stata mantenuta nel 73% dei casi. Il 64% delle madri ha potuto riprendere il lavoro e l’85% dei decessi è avvenuto nel luogo scelto dalla famiglia, rispettando le volontà e le sensibilità individuali.

Il progetto è stato finanziato dallo Stato e dalla Regione Veneto con un investimento di 10 milioni di euro. A questi si aggiunge la generosità di soggetti privati: la Fondazione “La Miglior Vita Possibile” ha donato il progetto esecutivo, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha stanziato 1,1 milioni di euro per arredi e attrezzature sanitarie. Il cronoprogramma prevede la conclusione della progettazione a luglio 2025, la validazione entro settembre e l’avvio della gara d’appalto per i lavori entro ottobre. Non si tratta solo di costruire una struttura, ma di offrire una casa della cura dove ogni bambino venga accolto con la stessa attenzione, delicatezza e dedizione che si riserva ai propri figli. Il nuovo Hospice Pediatrico sarà la sintesi di un impegno corale tra istituzioni, professionisti, fondazioni e comunità. Un presidio simbolo di una sanità che guarda avanti, che mette davvero al centro la vita e che difende, con forza e dolcezza, il diritto di ogni bambino alla miglior vita possibile.

Il MUSME compie dieci anni, un viaggio tra storia, innovazione e futuro della medicina nel cuore di Padova

Dieci anni fa, il 5 maggio 2015, apriva le porte a Padova il MUSME, Museo di Storia della Medicina, situato nell’antico Ospedale di San Francesco Grande, considerato la culla della clinica medica moderna. Un luogo che ha saputo raccontare al mondo il ruolo centrale del Veneto nella storia della scienza medica, unendo passato e futuro in un percorso culturale di grande rilievo.

A celebrare questo importante anniversario è il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea come il MUSME rappresenti “una straordinaria avventura culturale e scientifica, capace di coniugare tradizione, innovazione e divulgazione”. Le mura storiche dell’ospedale, dove già dal Cinquecento i maestri dello Studium

Patavinum introducevano l’osservazione diretta del malato come metodo didattico, sono testimoni di una rivoluzione che ha cambiato per sempre il volto della medicina europea.

“Nel MUSME – afferma Zaia – si respira la grandezza della Scuola Medica Patavina, con figure illustri come Giovanni Battista Da Monte e Andrea Vesalio, che hanno segnato pagine fondamentali della scienza. Questo passato diventa memoria vivente e motore di ricerca, conoscenza e innovazione”. Il museo si distingue infatti per il suo approccio interattivo e immersivo, rivolto soprattutto ai giovani: migliaia di studenti provenienti da tutta Italia ogni anno imparano a conoscere il corpo umano, la storia della medicina e

le sue nuove frontiere, grazie all’uso di tecnologie avanzate e a una narrazione coinvolgente.

Un successo che si riflette anche nella gestione virtuosa del museo, frutto di una collaborazione pubblico-privato tra Regione, Comune di Padova, Università, Azienda Ospedaliera e ULSS 6, riuniti nella Fondazione MUSME, che ha affidato la direzione a una realtà manageriale privata garantendo così sostenibilità ed efficienza.

Padova si conferma così capitale europea della scienza e della medicina, con il MUSME che ne è ambasciatore d’eccellenza. Il museo, a dieci anni dalla sua nascita, continua a essere un ponte tra storia e futuro, un orgoglio per tutto il Veneto

L’onorevole Rachele Scarpa: «Trasformare in realtà il progetto Chiedimi come sto»

Arriva dal Parlamento un segnale importante per il futuro della salute mentale nelle scuole italiane. Con il parere favorevole all’ordine del giorno presentato dall’onorevole Rachele Scarpa, responsabile nazionale Giovani e Salute del Partito Democratico, si sollecita l’adozione del decreto attuativo indispensabile per avviare il servizio di sostegno psicologico negli istituti scolastici. Una misura attesa da anni, che punta a tutelare il benessere di studenti, docenti e dell’intera comunità educativa. «Accolgo con soddisfazione questo passaggio parlamentare – ha dichiarato Scarpa – ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Il decreto ministeriale va approvato al più presto, altrimenti tutto resta fermo sulla carta». L’iniziativa si inserisce nel quadro della proposta di legge Chiedimi come sto, di cui la deputata è prima firmataria. Il testo mira a rendere stabile e accessibile il supporto psicologico a scuola, con interventi di prevenzione e assistenza rivolti non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti. Secondo Scarpa, la salute mentale dei giovani è una delle grandi sfide del presente. «Oggi – spiega – l’accesso al supporto psicologico è ancora ostacolato da barriere culturali e da limiti economici.

Molte famiglie non possono permettersi percorsi di assistenza, e il disagio rimane nascosto, con conseguenze che possono essere gravi. Servono strumenti pubblici, universali, presenti nei luoghi di vita quotidiana dei ragazzi». Nonostante sia già stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per l’avvio del servizio nel 2025, a cui seguiranno 18,5 milioni annui dal 2026, senza il decreto attuativo le risorse non possono essere utilizzate. «Serve un’azione rapida ed efficace – ribadisce la deputata – per dare il via a una sperimentazione reale, che

diventi presto una misura strutturale e permanente. Non possiamo più permetterci ritardi». La proposta Chiedimi come sto ha un orizzonte ampio: non si limita a curare il disagio, ma vuole promuovere una cultura della prevenzione e del benessere, coinvolgendo l’intera comunità educante. «Anche i docenti – conclude Scarpa – si trovano spesso a fronteggiare situazioni complesse senza strumenti adeguati. Garantire loro un supporto psicologico significa rafforzare la scuola come luogo sicuro, accogliente e capace di ascoltare».

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Sangue e plasma, arriva la telemedicina

Ogni anno in Italia servono circa 2,5 milioni di unità di sangue intero e oltre 860.000 chili di plasma, risorse salvavita che, ad oggi, non esistono in forma artificiale. Solo la generosità dei donatori rende possibile curare migliaia di pazienti. Ma come incentivare nuove donazioni in un contesto di vite sempre più frenetiche e tempi sempre più stretti? L’Ulss 6 Euganea ha deciso di rispondere a questa sfida con un’iniziativa all’avanguardia: una piattaforma di telemedicina dedicata alla donazione del sangue e del plasma, che consente ai cittadini di effettuare da remoto la prima visita anamnestica necessaria per diventare donatori. Niente più spostamenti, file o giornate perse: tutto si svolge online, in pochi minuti, con un medico trasfusionista. In appena tre mesi – da febbraio a maggio – il nuovo servizio ha già portato a 672 televisite, segno di un interesse crescente e di una risposta concreta da parte dei cittadini. E i primi risultati sono incoraggianti: le donazioni sono in aumento, grazie a una maggiore accessibilità e a percorsi più snelli.

Il progetto è stato al centro dell’evento formativo in corso al MUSME di Padova, dal titolo “Digital transformation e nuove sfide della medicina trasfusionale: l’esperienza dell’azienda Ulss 6 con uno sguardo all’Europa”. Un momento di confronto tra istituzioni sanitarie, specialisti del settore e rappresentanti delle associazioni di volontariato, volto ad analizzare il futuro della sanità digitale nel campo della medicina trasfusionale. Sul tavolo, oltre ai dati incoraggianti dell’Ulss 6, anche il tema cruciale dell’integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale, l’importanza della rete di volontari e gli investimenti in tecnologia per garantire non solo la raccolta, ma anche la corretta conservazione e distribuzione del sangue. Tra i protagonisti della giornata, i vertici dell’Ulss 6: Paolo Fortuna, direttore generale, Aldo Mariotto, direttore sanitario, Alessandro Lanti, responsabile della UOC Medicina Trasfusionale, e Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue.

Oncologia. Tecnica non chirurgica allo IOV per superare il blocco tra stomaco e intestino

Una nuova tecnica mini-invasiva migliora la vita dei pazienti con tumori allo stomaco

All’Istituto Oncologico Veneto (IOV) è arrivata una nuova tecnica medica che migliora in modo significativo la qualità della vita dei pazienti oncologici con gravi problemi di stomaco causati dai tumori. Si chiama gastroenterostomia EUS-guidata ed è un trattamento mini-invasivo che permette di superare l’ostruzione gastrica – una condizione in cui il cibo non riesce più a passare normalmente dallo stomaco all’intestino a causa di un blocco.

Questa nuova procedura viene eseguita tramite un’endoscopia, cioè senza operazioni chirurgiche tradizionali, ed è già stata sperimentata con successo su centinaia di pazienti in tutto il mondo. Secondo recenti studi, funziona meglio della chirurgia, comporta meno rischi, tempi di ricovero più brevi e una ripresa più rapida. “La cosiddetta ‘ostruzione dello stomaco’ – spiega il dottor Alberto Fantin, responsabile della Gastroenterologia dello IOV – è una delle conseguenze più frequenti e fastidiose nei pazienti con tumori avanzati del pancreas o di altri organi vicini. Provoca nausea, vomito, senso di pienezza, perdita di peso e rende impossibile alimentarsi normalmente. Nei casi più gravi può impedire di continuare le terapie oncologiche. Per questo è fondamentale intervenire in modo efficace e sicuro.”

Fino a poco tempo fa, l’unica soluzione

era un’operazione chirurgica per creare un passaggio alternativo tra stomaco e intestino. Una tecnica efficace ma invasiva e con rischi, soprattutto per chi è già debilitato dalla malattia. Oggi, grazie alla gastroenterostomia EUS-guidata, è possibile ottenere lo stesso risultato senza bisturi. “È una tecnica che ha già dato ottimi risultati, con un successo superiore al 90% – continua il dottor Fantin –. I pazienti possono tornare ad alimentarsi più velocemente, restano meno giorni in ospedale e hanno meno complicazioni rispetto alla chirurgia classica.” La decisione di adottare questa innovazione è stata fortemente sostenuta dalla direzione dello IOV. “Abbiamo scelto di offrire questo intervento perché crediamo nel valore

delle tecnologie che migliorano concretamente la cura delle persone – afferma la Direttrice Generale, Maria Giuseppina Bonavina –. È una procedura che riduce la sofferenza e consente una ripresa più rapida. A vent’anni dalla nascita dell’Istituto, il nostro obiettivo resta lo stesso: mettere sempre al centro il paziente, con cure moderne e umane.”

L’Istituto Oncologico Veneto è oggi uno dei pochi centri in Italia a offrire questa procedura. Un’opportunità importante per i pazienti colpiti da tumori che rendono difficile o impossibile alimentarsi in modo normale. Con questa nuova tecnica, molti di loro potranno tornare a nutrirsi per bocca, affrontare meglio le terapie e vivere con maggiore dignità e sollievo.

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Camposampiero, studenti a lezione di primo soccorso

Diffondere tra i più giovani la cultura del primo soccorso e la consapevolezza dell’intervento tempestivo in caso di emergenza: è questo l’obiettivo di “Un cuore in mano”, il progetto promosso in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Parini di Camposampiero, che ha coinvolto gli studenti del secondo anno della scuola secondaria di primo grado. Nel corso dell’anno scolastico, medici, infermieri e autisti del Pronto Soccorso di Camposampiero hanno guidato i ragazzi in un percorso teorico-pratico sulle principali manovre salvavita. Gli studenti hanno potuto apprendere come eseguire un massaggio cardiaco su manichino e come utilizzare un defibrillatore automatico, vivendo un’esperienza formativa di grande impatto. “La giornata conclusiva del progetto si è svolta ieri – racconta la dottoressa Marica Perlati – e ha rappresentato un momento di forte condivisione. Abbiamo mostrato agli studenti i mezzi di soccorso e i presidi presenti a bordo delle ambulanze, trasmettendo non solo nozioni tecniche ma anche il senso profondo del lavoro in team, che è alla base dell’intervento in emergenza. Ringrazio il dirigente scolastico, gli insegnanti che ci hanno affiancato, i rappresentanti del Comune per la loro presenza e, soprattutto, i colleghi – infermieri, autisti e medici – che hanno reso possibile questa iniziativa”. A rappresentare l’equipe del Pronto Soccorso camposampierese durante le attività con gli studenti erano presenti gli autisti Michele Volpato e Simone Carraro; i medici Marica Perlati, Giorgia Betteto e Mario D’Agata; gli infermieri Jessica Rizzato, Salvatore La Rocca, Marlene Volpato, Valentina Massarotto, Giada Volpato, Massimo Beltrame e Silvia Marconati. L’iniziativa, accolta con entusiasmo dagli studenti, si è dimostrata un efficace esempio di come la collaborazione tra istituzioni scolastiche e sanitarie possa contribuire a costruire una cittadinanza più consapevole e responsabile.

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Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.

GAZPACHO DI POMODORO

Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.

Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe

Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.

POLPETTE DI MELANZANE

Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.

Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere

Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.

PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE

Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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TEATRO GOLDONI – VENEZIA

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