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Una pista ciclabile sull’Idrovia fino alla laguna

Turismo e recupero ambientale per la Riviera del Brenta: un corridoio ecologico lungo quasi 20 chilometri che corre sul tragitto dell’Idrovia Padova Venezia, con una pista ciclabile aree attrezzate per la sosta e il gioco e la piantumazione di alberi. Un percorso a piedi o in bicicletta che dall’area di Saonara arriverebbe direttamente a Giare di Mira, in laguna di Venezia. L’idea è di usare i terreni demaniali espropriati negli anni Sessanta e Settanta per l’Idrovia Padova Venezia. L’area dell’Idrovia per la sezione di Legambiente Saonara – Vigonovo, è da decenni importantissima per sviluppare un corridoio ecologico nella campagna. La richiesta di finanziare il progetto è rivolta alla Regione. In questi ultimi anni i Consorzi di Bonifica ad esempio nelle aree di Camponogara, Fossò e Dolo hanno creato invasi delle aree golenali utilizzabili sia in agricoltura per far fronte ai periodi di siccità, che come strumenti di regolazione di livelli dei fiumi e dei canali in caso di piene. Ora per Legambiente bisogna andare avanti su questa strada visto che ad ora non sembra sia sentita la necessità di completare l’Idrovia: ci vorrebbero troppi soldi e di fatto non rientrano le opere classificate come urgenti. L’idea è quella di creare una pista ciclabile che porti i turisti in bicicletta su percorsi sicuri. C’è però un grosso punto interrogativo per gli ideatori: a questo progetto dalla Regione e dal Genio Civile sembra però esserci un ostacolo al via libera perché “ancora non si saprebbe se il canale idroviario sarà completato almeno in funzione di scolmatore”. Si tratta di un paradosso per gli ideatori. “Da anni - concludono - chiediamo che l’idrovia sia completata. Abbiamo capito che non lo sarà. Si fanno progetti per valorizzare l’area e sorgono ostacoli. Il rischio è che alla fine non si faccia nulla”. Insomma è il tempo delle scelte, l’eterno rinvio delle decisioni blocca lo sviluppo del territorio.

Alessandro Abbadir

L’idea di Legambiente per creare un corridoio ecologico e turistico

Veneto fragile e contraddittorio

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Il problema è che con queste quantità d’acqua non c’è rete di scolo che tenga e il rischio di allagamenti ed esondazioni aumenta soprattutto nelle zone più a rischio. Per il Veneto significa ben il 55% del territorio, tanto che nella nostra regione sono 260 i comuni in situazione di pericolosità idraulica, da moderata a molto elevata. Se invece diamo uno sguardo al territorio saltano subito all’occhio le aree più in pericolo: lungo i fiumi Bacchiglione, Brenta e Adige in particolare, ma anche ai piedi dei rilievi o nelle zone in cui manca una rete di scolo efficiente. L’Ispra, inoltre, ha calcolato il numero di veneti che vivono in aree ad elevato rischio di alluvione: sono ben 568 mila, di cui più di un terzo ciascuno per le province di Venezia e Padova. Fin qui la fotografia, ma è giusto ricordare anche cosa è stato fatto in Veneto negli ultimi 15 anni, a partire dalle disastrose alluvioni del 2010: oltre 2,2 miliardi di euro sono stati investiti in 345 opere per la sicurezza idraulica, compresi dieci grandi bacini di laminazione, che hanno aumentato la capacità di invaso di oltre 21 milioni di metri cubi. Altri 13 sono in costruzione, per ulteriori 89 milioni di metri cubi. Senza contare poi le centinaia di cantieri aperti dai Consorzi di Bonifica e dai singoli comuni per proteggere ulteriori porzioni di territorio. Eppure il Veneto resta una regione fragile, perché il consumo di suolo degli ultimi decenni, il più vorace d’Italia, ha indebolito il territorio e accresciuto il rischio, perché alcuni interventi sono arrivati tardi o non sono ancora finanziati. Si potrebbe fare di più, ma non basta scavare canali o bacini, non basta rinforzare gli argini. Va superata anche la contraddizione che ha portato ad un progressivo indebolimento di un territorio già a rischio.

Il rischio alluvione in Veneto

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continua

Viabilità. Dopo le tragedie delle scorse settimane sulla statale 309 si riaccende il dibattito

”Nuovo tracciato della Romea? Prima

gli interventi per la sicurezza di quella attuale”

Dopo una serie di incidenti mortali, i sindaci della Riviera del Brenta chiedono che vengano realizzati immediatamente gli interventi promessi per la messa in sicurezza della Romea, con nuove rotonde in punti strategici

“N uovo tracciato della Romea? Non se ne parla nemmeno se prima non saranno fatti gli interventi per l’attuale messa in sicurezza della sede stradale che c’è ora”. Il presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta Marco Dori stronca sul nascere la possibilità che si discuta di nuovi tracciati e territori se prima non saranno realizzati realmente gli interventi promessi. La questione di un nuovo tracciato della Romea è salito di nuovo all’evidenza in queste settimane dopo che si sono verificati a causa di due incidenti, 4 morti nel giro di pochi giorni, nel tratto fra Lova di Campagna Lupia e Rosara di Codevigo. Ma incidenti mortali si erano verificati nei mesi scorsi anche a Mira e Chioggia. I sindaci della Riviera del Brenta si attendono nello specifico: nuove rotonde davanti l’area commerciale Lando a Dogaletto di Mira e a Giare e poi a Lughetto (l’opera è attesa a breve e sarà la prima ad essere realizzata secondo gli intenti dell’ Anas) e poi quelle a Lugo, e Lova, in quest’ultimi casi sempre nel Comune di Campagna Lupia. Contrari anche solo alla discussione di un nuovo tracciato della Romea è stato in questi mesi il Comitato Opzione Zero capeggiato da Mattia Donadel. Opzione zero

ha proposto in più di una occasione di deviare il traffico pesante di attraversamento sulla ss 309 sull’autostrada Padova – Bologna. In questo modo si toglierebbero dalla strada migliaia di camion che rischiano di provocare terribili tragedie. “Qui - sottolinea il sindaco Marco Dori - si parla di bretelle, tracciati e opere futuribili. Si facciano invece le opere già programmate e finanziate per rendere sicuro l’attuale tracciato. Le attendiamo da decenni. Poi cominceremo a parlare del resto, cioè del nuovo tracciato della Romea”.

Insomma un preciso altolà a chi, si fa capire in Riviera del Brenta, neanche tanto velatamente potrebbe sull’onda delle terribili tragedie accadute rilanciare sotto altre spoglie un’opera che potrebbe assomigliare alla Romea Commerciale progettualità che invece era stata bocciata negli anni scorsi dallo Stato. Il tema resta insomma aperto. Da un lato si rende necessaria la costruzione di una nuova opera che sgravi quella attuale dal traffico pesante. Dall’altro invece c’è la necessità dell’assoluta messa in sicurezza dell’attuale tracciato che produce continue tragedie a causa di sorpassi azzardati ed invasioni di corsia. Oltre alle tragedie ogni incidente, spesso anche

non grande, produce costantemente ritardi alle persone che si devono recare al lavoro che prendono gli autobus di linea provenienti da Chioggia o da Mestre. Ma non mancano anche problemi alle viabilità dei Comuni della zona che sono costantemente invasi da traffico dirottato sulla viabilità interna a causa degli ingorghi che si generano.

Alessandro Abbadir

Ambiente, un progetto per la raccolta dei rifiuti galleggianti

È stato presentato nelle scorse settimane a Venezia, nella sede della Regione, il progetto ministeriale Misp, che punta a realizzare una serie di misure per la raccolta delle plastiche dei rifiuti galleggianti sui fiumi. A mettere a terra il progetto saranno, per il bacino veneziano, Veritas e il Consorzio di bonifica Acque Risorgive. “Come Comune di Mira accogliamo con grande interesse questo progettospiega il sindaco Dori - dato che il tema dei rifiuti galleggianti è un problema che da anni segnaliamo sul Naviglio. Il progetto prevede una rete di sensori per raccogliere i dati dei rifiuti galleggianti, per monitorare il loro tragitto, ma anche rete di punti di raccolta/barriere che permetteranno una agevole rimozione dei rifiuti bloccati. Due di questi punti di raccolta sono a Mira e uno di questi sarà sulla stessa “corsia” d’acqua sulla quale anni come Comune avevamo fatto installare una barriera

provvisoria per dimostrare che i rifiuti provenivano da fuori territorio”. L’altro sarà su un corso d’acqua consortile utile per la gestione dei livelli idrici della rete minore.”Abbiamo appreso che uno di questi sistemi sperimentali - conclude Dori - sarà collocato lungo il canale Taglio, proprio sulla stessa direttrice che avevamo individuato noi

per intercettare i rifiuti provenienti dal Miranese. Questo secondo me vuol dire che quella intuizione di allora oggi si dimostra utile anche per un progetto più ampio che mira a tenere più pulito il nostro mare, ma anche a rendere tutti consapevoli che i rifiuti non sono un problema di un solo Comune, ma di tutta una comunità“. (a.a.)

SVENDITA SHOCK

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Bombe d’acqua e siccità, la paura è costante: “Servono nuovi invasi”

Una importante opera idraulica di mitigazione è da poco realizzata ad Arino, in sinergia con un privato: coinvolge oltre 130.000 mila metri quadrati di terreno

Siccità e bombe d’acqua sono le testimonianze che il clima è cambiato. Se un tempo la parola d’ordine nel governo delle acque meteoriche era quella di accelerare lo scorrimento dell’acqua piovana, oggi, al contrario, la modalità di gestione dell’acqua è quella di trattenerla. A fare il punto della situazione per il territorio di Dolo è il sindaco Gianluigi Naletto. “Complessivamente - dice Naletto - il territorio dolese presenta un buon equilibrio idraulico, ciò grazie ad importanti interventi che il Comune ha contribuito a realizzare, in collaborazione con i Consorzi di Bonifica, la Regione e privati. Opere come il potenziamento delle elettropompe nel canale

pensile Serraglio, la sistemazione dello scolo Comunetto nel distretto delle scuole secondarie di secondo grado e l’avvio del piano di manutenzione della rete comunale delle acque bianche e nere, garantiscono una buona gestione idrica del nostro ambiente urbano ed agricolo”. Una importante opera idraulica di mitigazione è da poco realizzata nella frazione di Arino, in sinergia con un soggetto privato, che coinvolge oltre 130.000 mila metri quadrati di terreno. Un intervento di laminazione capace di contenere oltre 100.000 mila metri cubi, pari a 100 milioni di litri d’acqua. “E’ - dice Naletto - una infrastruttura naturale, unica nel suo genere, programmata ed in

fase di approvazione dall’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali”. A sud del paese si sta lavorando, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Bacchiglione, all’estensione di un’area umida già presente, al confine con Camponogara, nel sedime dell’ex idrovia PadovaVenezia. Si tratta della costruzione di un invaso, fa sapere il Comune, di altri 100.000 mila metri cubi, su un’area di circa 10 ettari. Un intervento finanziato dalla Regione Veneto per circa 3,8 milioni di euro. Un progetto che realizzerà tra i più importanti parchi d’acqua e della biodiversità veneti, in cui l’idea di fondo è quella di raccogliere e gestire l’acqua durante i sempre più frequenti fenomeni piovosi torrenziali (bombe d’acqua), utilizzandola poi nei periodi più siccitosi. Il concetto è quello di un sistema di “laghetti”, nei quali far scorrere acqua corrente per la possibile

Criticità continue, sono necessari sempre più interventi a Mira

Contro il rischio idraulico, nel 2025 il Comune di Mira interverrà lungo via Valmarana, via Risorgimento e tra via Oberdan e via Toti, nella zona degli impianti sportivi e scolastici. Due aree critiche, dove nel 2024 si sono verificati disagi a causa delle forti piogge. Stanziati 250mila euro. “L’intervento riguarderà la pulizia e la ridefinizione di alcuni fossati - spiega il sindaco Marco Dori - essenziali per il corretto defluire delle acque, ma anche l’installa-

zione di nuove valvole idrauliche. Questo dovrebbe favorire il deflusso delle acque. Molto dipenderà dal funzionamento dell’intero sistema idraulico, compresa la capacità ricettiva. Nel 2024 c’è stato questo problema di sistema, che si verifica solo in condizioni meteo eccezionali”. Gli interventi individuati vanno in continuità con altri già attuati dal Comune di Mira e da quelli programmati da Consorzio e Veritas. Con questi enti, il Comune ha attivato un

tavolo di coordinamento. “Negli scorsi mesi - continua Dori - siamo intervenuti lungo il fossato di via Sabbiona, ma abbiamo manutentato anche fossati in zona Oriago Sud, i sottopassi il sistema di pompe. Abbiamo installato una pompa idrovora a Mira, in zona via dei Pioppi e via Savoldelli. Quasi completati gli interventi lungo via Rugoletto”. Rimane la pulizia di tombini e caditoie. Negli ultimi sei mesi, il Comune ha messo mano a 500 tombini

ricarica degli scoli irrigui e delle falde, prevedendo anche la realizzazione di impianti di produzione idroelettrica e fotovoltaica in grado di alimentare stazioni di pompaggio d’acqua nei momenti di criticità idrica. “Se sempre vivo deve restare - dice Nalettoil nostro appello alla Regione per la necessità di un piano di manutenzione straordinario del Na-

viglio, altrettanto costante deve essere il monitoraggio dei quasi 70 chilometri della rete idraulica minore, 66% privata, 20% comunale e 12% della Città metropolitana di Venezia. Si sta lavorando infine ad un piano per una collaborazione straordinaria con i privati, utile alla realizzazione delle manutenzioni necessarie” Alessandro Abbadir

distribuiti su tutto il territorio, che ne conta 6mila. “Quest’anno dovremo farne quasi mille - conclude. Abbiamo anche intenzione di intervenire con uno studio che affronti il nodo più complesso del quartiere di Mira che da via Pavese arriva a via Fratelli Bandiera. Abbiamo rinnovato l’ordinanza che obbliga i privati a tenere puliti e in ordine i fossati. Speriamo che arrivino fondi legati alla Legge Speciale, per ora non finanziata”. (a.a.)

L’invaso nell’area di Dolo
Il sindaco Marco Dori

Territorio. La decisione annunciata da presidente dell’Irvv Amerigo Restucci

Villa Venier Contarini apre le porte per visite gratuite per tutto il 2025

La struttura è composta da un complesso seicentesco, con rimaneggiamenti settecenteschi in cui primeggia il corpo centrale a tre piani

L’Istituto Regionale Ville Venete apre alle visite gratuite ogni prima domenica del mese di villa Venier Contarini che si trova lungo via Nazionale (sulla Brentana ma che ha l’ingresso in via Capitello Albrizzi) e villa Pojana nel vicentino. A presentare l’iniziativa all’attenzione dei sindaci dell’area e alla consigliera regionale Francesca Scatto è stato nelle scorse settimane il presidente dell’istituto ville Venete Amerigo Restucci. L’apertura al pubblico della propria sede, diventa un passaggio chiave per l’istituto regionale ville Venete per rendere fruibile il patrimonio che tutela da oltre 50 anni. “Villa Venier - ha spiegato nell’occasione il presidente - è composta da un complesso seicentesco, con rimaneggiamenti settecenteschi in cui primeggia il corpo centrale a tre piani (visitabile il piano terra), due barchesse collegate con portici a colonne ed un ampio parco secolare. Le foresterie/barchesse racchiudono un tesoro, con i loro cicli pittorici sui temi classici e di miti (il ciclo di Enea), ben conservati e di altissimo livello stilistico. Verrà inoltre dato spazio alla storia della fondazione dell’Irvv e del suo operato, in una sala dedicata. La grande novità di quest’anno sarà l’apertura gratuita ogni prima domenica del mese, un’opportunità per tutti i visitatori di vivere un’esperienza unica senza alcun costo”. Ma andiamo nel dettaglio: villa Contarini dei Leoni sarà aperta le prime domeniche del mese, fino gennaio 2026 dalle 11 alle 18, orario continuato con ingresso gratuito. Apertura ordinaria invece tutti i sabati e le domeniche nei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio, settembre e ottobre: dalle 15 alle 18, con ingresso a pagamento secondo il tariffario delle aperture. Ci saranno aperture straordinarie in occasione di festività: 1° novembre (Festa di

tutti i Santi), 8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione).

Orario continuato dalle 11 alle 18, con ingresso a pagamento secondo il tariffario. Ci sarà la chiusura della villa a febbraio e marzo. Aperture su richiesta in altri giorni e orari, dopo su richiesta entro i 10 giorni lavorativi precedenti. Recentemente in villa Venier Contarini sono stati inaugurati il nuovo

ingresso e il bookshop e visitabile il parco dove si trova l’arco recentemente restaurato, memoria di un tempo in cui la cinta muraria e gli ingressi da nord collegavano la proprietà con i terreni destinati alla “santa agricoltura”. Per villa Pojana, a Pojana Maggiore, l’apertura speciale le prime domeniche del mese fino a novembre 2025 dalle 10 alle 13: e dalle 15 alle 18 con ingresso gratuito. Contatti mail: villaveniercontarini@ scatolacultura.it, villapoiana@ scatolacultura.it.

Alessandro Abbadir

Tour sul Naviglio del Brenta, la stagione parte con un boom di presenze

Tour sul Naviglio del Brenta per questo inizio di primavera è stato un vero e proprio boom di presenze per le gite sui battelli da Malcontenta a Stra e a Noventa Padovana lungo il corso d’acqua che era meta delle vacanze estive dei nobili veneziani nei secoli passati. A spiegarlo è stato Rudy Toninato referente di Assonautica Veneto ed Emilia Romagna.

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“Per Pasquetta - racconta Toninato - ma anche per la festa del 25 aprile e del 1 maggio, per le società di battellieri che lavorano sul Naviglio del Brenta c’è stato un boom di prenotazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Abbiamo registrato un aumento complessivo delle presenze del 30 %”. Quest’anno sono aumentate le presenze soprattutto dei turisti italiani decisi a fare delle visite all’area della Riviera. Persone provenienti da ogni parte d’Italia ma soprattutto da Veneto, Emilia e Lombardia. Non mancano gli stranieri. Sono tornati dopo la pandemia da qualche anno soprattutto gli europei mentre americani ed asiatici fanno fatica a tornare ai livelli pre-pandemici. La tipologia del turista che viaggerà sui battelli lungo il Brenta? “Spesso coppie - spiega Toninato - ma durante il periodo festivo sono tante anche le famiglie con bambini al seguito”. I tour puntano a far sosta alle storiche dimore del Brenta e cioè villa Malcontenta, villa Widmann, villa Contarini dei Leoni ma anche villa Pisani a Stra e villa Giovannelli a Noventa Padovana, sempre lungo l’asta del Naviglio. La stagione turistica dei battellieri si annuncia insomma promettente. (a.a.)

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Politica. Il consigliere Paolo Lucarda all’attacco in consiglio comunale

“Il campo da calcio dello stadio Gazzetta è costantemente allagato”

S coppiano le proteste a Mira. La denuncia è stata fatta in consiglio comunale nelle scorse settimane da Paolo Lucarda, capogruppo della lista di minoranza Coraggio Italia. Il Comune di Mira ammette le criticità documentate e si dice pronto a verificare la situazione. “Il campo da calcio dello stadio Gazzetta di Mira, il principale del Comune - dice Lucarda - è allagato costantemente, così pure gli spogliatoi, il tutto dopo un’operazione di sistemazione degli impianti finita da qualche mese e costata centinaia di migliaia di euro”. “Ci sono simboli - ha detto Lucarda in consiglio - che raccontano, da soli, lo stato di salute di una comunità. Lo stadio “Ennio Gazzetta” è uno di questi. Un tempo luogo di sport, aggregazione e speranza per centinaia di giovani, oggi è un monumento al degrado, vittima di negligenza amministrativa. Le condizioni in cui versa lo stadio sono scandalose e documentate. Il campo da gioco è diventato un acquitrino dopo ogni pioggia, per l’assenza totale di drenaggio: un dettagli tecnico che, se ignorato, vanifica ogni possibilità di utilizzo dell’impianto. Non si tratta di un “problemino”: è una trappola per

gli atleti, un rischio per la sicurezza, un insulto al buon senso”. Ma i problemi non finiscono qui. “La pista di atletica adiacente presenta targhette metalliche sporgenti, sembrano lame a cielo aperto - continua Lucarda. Chi si prende la responsabilità di un incidente? Il Comune farà spallucce anche in quel caso? E poi c’è la gestione kafkiana dello spogliatoio nuovo, allagato. Costruito nel 2024

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con centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici, è inutilizzabile e mai consegnato. Un capolavoro di spreco, inefficienza e disprezzo verso la comunità sportiva locale”.

“Ci accusano di fare opposizione “gridata” - conclude Lucarda. Ma qui non si grida: si constata. Lo sport è un diritto ma Mira, sembra diventato un fastidio da ignorare. Non resteremo a guardare. Chi ha a cuore questa città, chi ha visto crescere generazioni dentro quei cancelli, non può più tacere”. Il Comune di Mira però ha compreso come la situazione dell’impianto mirese presenti delle evidenti criticità e ha deciso di fare un sopralluogo con una seduta ad hoc di una commissione consiliare. Coraggio Italia di fronte alla buona volontà del Comune ha ritirato una mozione sulla questione che aveva presentato. “Per capire cosa sta succedendo - dice il sindaco Marco Dori - saranno fatte delle verifiche ad hoc della terza commissione consiliare con tecnici comunali al seguito”. Insomma la vicenda non appare certo conclusa e promette degli sviluppi in queste settimane.

Alessandro Abbadir

Il Comune cerca nuovi volontari

A Mira sono tanti i progetti e le iniziative sociali che vivono grazie ad una rete di associazioni e di volontari che quotidianamente dedicano il proprio tempo per contribuire attivamente al benessere della comunità, abbattendo barriere e favorendo l’integrazione di tutti i cittadini, specialmente quelli più vulnerabili. “Diventa Volontario” - comunicano gli assessori Albino Pesce (centri civici/anziani) e Chiara Poppi (sociale) - è un progetto promosso dal Comune di Mira in collaborazione con i centro socio-ricreativi del territorio, per la ricerca di nuovi volontari disponibili a vivere nuove esperienze di servizio nel territorio. Diventando volontario si è di supporto a diverse associazioni che con il Comune realizzano attività di socializzazione per persone adulte o anziane in fragilità, laboratori, accompagnamenti e trasporti sociali, consegna pasti e mille altre iniziative per facilitare la vita di tante persone in difficoltà”. Diventare volontario è un modo per rendere prezioso parte del tempo libero, sviluppando le competenze e le passioni, creando nuove amicizie, provando nuove emozioni, imparando cose nuove, aiutando gli altri. “Alla fine si scoprirà - concludono gli assessori Pesce e Poppi - di aver ricevuto più di quanto si ha dato e allo stesso tempo ti sentirai di aver contribuito a migliorare il luogo in cui viviamo e la vita di altre persone”. Per informazioni e chiarimenti: servizisociali@comune.mira.ve.it 041/4266744 - dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e il martedì e giovedì anche dalle 14.30. (a.a.)

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dolese sta lavorando

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spiega: ‘Un nuovo modo, per la cittadinanza, di restare sempre aggiornati, potendo leggere notizie da tutto il mondo. Un servizio facile e gratuito, alla portata di tutti. Chi frequenta la nostra biblioteca comunale potrà leggere La Repubblica, Il Sole 24 ore, Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, ma anche Vanity Fair, The New York Times, La cucina italiana, Focus, Living e tante altre testate: comodamente, dal proprio smartphone, dal pc e – soprattutto –dovunque si trovi.

e audiolibri, che potranno essere sfogliati comodamente dal proprio computer, tablet o smartphone.

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rebbe strategica: libererebbe dal transito massiccio di mezzi il centro di Dolo e dei comuni della Rivera; consentirebbe un maggiore ed effettivo utilizzo delle bretelle est e ovest; dalla SP sarebbe velocemente connessa alla cosiddetta ‘strada dei vivai’. Per questo l’Amministrazione Comunale di Dolo si sta fortemente impegnando nella fattiva realizzazione della progettualità’.

Il caso. La Polizia Locale, pur evidenziando alcune criticità da correggere, conferma la regolarità

Parcheggi in via San Giovanni Bosco a norma

Dopo l’allarme lanciato da D’Agostino sulla sicurezza pedonale, la Polizia Locale rassicura: i parcheggi rispettano le norme, salvo alcune correzioni su segnaletica e incroci

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Iparcheggi che si trovano lungo via San Giovanni Bosco, laterale di via Cairoli, sono a norma. E’ quanto emerso dalle verifiche effettuate e confermate dal responsabile del Settore della Polizia Locale dell’Unione dei comuni della Riviera del Brenta’ Belinda Destro che così ha risposto ad una richiesta di approfondimento da parte del settore Lavori Pubblici del comune di Dolo. Il motivo era nato da una segnalazione scritta pervenuta all’ufficio comunale da parte dell’ex consigliere Vincenzo D’Agostino che metteva in evidenza come i parcheggi disposti nella via con percorrenza a senso unico, mancando un marciapiede, mettessero a rischio l’incolumità dei pedoni. “In via san Giovanni Bosco, - ha sottolineato D’Agostino - zona residenziale, sono stati installati 2 dossi in plastica e realizzati 10 posti parcheggio. Non c’erano mai stati su questa strada, a senso unico fin dal 1996. Nessuno ha pensato alla sicurezza dei pedoni – ha sottolineato D’Agostino - per i quali non ci sono marciapiedi e neanche lo spazio pedonale che é stato realizzato lungo tutta la strada”.

Sottoposti gli accertamenti alla competente Polizia Locale, questa ha evidenziato la non violazione delle norme con alcune eccezioni. “Lo stallo di sosta di fronte via S. Francesco deve essere eliminato

in quanto realizzato su area di incrocio, la segnaletica di attraversamento pedonale deve essere realizzata nelle aree di intersezione e non fronte i passi carrai, in corrispondenza delle intersezioni dovrà essere rinnovata la segnaletica di ‘dare precedenza’ o ‘fermarsi e dare precedenza’ a seguito realizzo dell’attraversamento pedonale e per quanto attiene all’ultimo tratto della via, si ritiene che, vista l’ampiezza della strada e l’assenza di marciapiede, sussistono ancora le motivazioni di istituzione del divieto di sosta ambo i lati tutt’ora vigente, considerato che difficilmente un pedone per recarsi in via Cairoli percorrerà il percorso

pedonale previsto in via Petrarca”. In merito alla vicenda il sindaco Gianluigi Naletto ha sottolineato. “Ho preso atto del parere favorevole della Polizia Locale relativo al riordino sperimentale dei parcheggi su via San Giovanni Bosco. Il Settore Lavori Pubblici ha realizzato la messa in ordine dei parcheggi, in un contesto non semplice da intervenire per la criticità degli spazi a disposizione, attuando tutte le prescrizioni stabilite dal Comando. A distanza di tempo, non si registrano osservazioni da parte dei residenti. Siamo comunque a disposizione per ascoltare e valutare altri possibili interventi migliorativi”. Lino Perini

Luigi Bettio eletto segretario di Forza Italia

Nelle scorse settimane si sono svolte le elezioni per la nomina del nuovo segretario della sezione dolese di Forza Italia che mancavano da una decina d’anni. All’unanimità l’assemblea ha eletto Luigi Bettio. Dolese, nato nel 1951, Bettio è stato considerato la persona giusta per guidare il partito per i prossimi tre anni. L’assemblea del partito ha nominato anche il direttivo che sarà composto da Elena Bragato, Giuliana Marcato, già consigliera comunale negli anni ‘80, Cristina Nardo, attuale assessore al Bilancio della Giunta Naletto, Raffaele Bucci, Andrea Furlanetto, Marco Golfetto, Marcello Grandesso e Marzo Zuin. All’assemblea erano presenti anche il segretario provinciale Gianluca Forcolin,

accompagnato da Renata Cester e Alberto Bottacin mentre ha svolto le funzioni di presidente

Martina Vesnaver, già sindaco di Spinea. Un saluto ai presenti è stato rivolto anche dalla consigliera metropolitana Deborah Onisto e dal segretario provinciale del movimento giovanile

del partito Andrea Furlanetto. Non era presente all’assemblea, ciò nonostante è stata eletta nel direttivo, l’assessora comunale Cristina Nardo che sembrerebbe non condividere la linea politica del direttivo. Il neo segretario Luigi Bettio, ha spiegato il suo programma. “ Puntiamo a portare avanti l’obiettivo della crescita degli iscritti e delle idee, nell’ottica del rafforzamento della presenza nel territorio comunale con concretezza ed ascolto delle problematiche dei cittadini. Ho ricevuto – ha aggiunto Luigi Bettio - l’avvallo dagli iscritti e dalla segreteria provinciale - per iniziare un confronto con le forze politiche di centrodestra in vista delle prossime elezioni comunali del 2026”. (l.p.)

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Sociale.

Crescono gli aiuti della San Vincenzo ai poveri, una mano tesa ogni mercoledì

Una rete di aiuto che coinvolge anche l’Emporio

Solidale, i supermercati locali, le scuole e i giovani volontari

Didattica inclusiva all’Istituto Comprensivo Tina Anselmi

G li aiuti e l’impegno che da anni viene profuso dall’associazione Conferenza San Vincenzo de Paoli indicano come la situazione di difficoltà sociale sia ancora molto diffusa e forse neppure completamente nota in tutto il territorio comunale dolese. La Conferenza San Vincenzo De Paoli, presieduta da Gloria Righetto che accoglie e distribuisce le donazioni nella sede di Porta Amica di via Dauli aperta ogni mercoledì dalle 9.30 alle 11.30, si rivolge in modo caritatevole per aiutare e sostenere le persone fragili, cercando di condividerne le problematiche e di puntellarle nelle difficoltà. Lo fa, come si evince dal rendiconto del 2024, distribuendo generi alimentari, supportandole nel pagamento delle bollette, con la consegna di buoni spesa, distribuendo indumenti, biancheria, stoviglie e oggetti per la casa, con visite domiciliari e attività didattiche. Un impegno condiviso perché le segnalazioni di famiglie in difficoltà, complessivamente 59, fra queste anche 21 italiane, vengono discusse con i Servizi sociali del Comune nelle riunioni periodiche. Lo scorso anno, in particolare, sono stati distribuiti 115 sacchetti di pane, di cui 58 ad extracomunitari e 47 ad italiani, sono stati dati contributi per il pagamento di 40 bollette per complessivi 3.854,93 euro, di cui 2.736,74 a famiglie extracomunitarie e 1.118,19, consegnati 223 buoni pasto per complessivi 9.700 euro, in gran parte (7.850 euro) a famiglie extracomunitarie. Ed ancora, consegnati 165 pacchi di indumenti e casalinghi e 171 borse di generi di prima necessità. Ciò è stato possibile grazie alla generosità di molti che hanno consegnato 2.755 chili di alimenti e generi di prima necessità oltre ad aver donato complessivamente 13.205 euro in offerte di denaro. Da evidenziare come durante il 2024 buona parte della raccolta e la distribuzione degli indumenti sia stata limitata ai bambini Per quanto riguarda i generi alimentari e di prima necessità, la San

Vincenzo ha usufruito anche della generosità dell’Emporio Solidale di Mirano e del carrello nel supermercato locale Alì, oltre ad una raccolta alimentare fatta in Duomo in primavera ed in autunno, e della raccolta porta a porta a cura dei giovani di Azione Cattolica. Fra le attività di supporto é stato anche dato inizio ad un corso di italiano per assistite straniere, che si è tenuto in primavera ed in autunno per un totale di 36 ore, come pure

si sono iniziate delle attività di doposcuola, in accordo con l’I.C. ‘Tina Anselmi’ di Dolo. Ed a Natale sono stati distribuiti numerosi pacchi dono, contenenti prodotti

per l’igiene personale, offerti dagli studenti dell’Istituto Maria Lazzari nell’ambito del Progetto d’Istituto EduCare4. Lino Perini

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È partita una nuova sperimentazione nell’ambito dell’istituto comprensivo Tina Anselmi che riguarda la didattica innovativa per ambienti di apprendimento. Ogni studenti ha ricevuto una chiave per chiudere gli armadietti. Lo spazio ‘privato’ a scuola che è stato assegnato a ciascun ragazzo rappresenta uno sprone per i giovanissimi perché imparino a gestirlo in ordine e con cura e si organizzino nell’uso dei materiali e nel lavoro scolastico ma è solo un dettaglio nel quadro delle innovazioni in atto. Grazie alla didattica innovativa i docenti costruiranno con fantasia e

intraprendenza degli spazi dedicati alle discipline e i ragazzi diventeranno protagonisti di tutto lo spazio della scuola. Il dirigente scolastico Luca Michielon, osserva: “Dobbiamo tornare ai principi fondamentali della relazione educativa. I minori oggi hanno bisogno di autostima e fiducia nel prossimo. Autostima, non autoesaltazione che maschera le paure ed i sensi inadeguatezza e si mostra aggressiva per timore di essere considerati deboli. La didattica innovativa è focalizzata sulla mediazione e sul dialogo. La compartecipazione di tutte le componenti della ‘comunità educante’ al processo educativo che vede tutti attori e protagonisti. L’uso degli spazi più intensivo e la ricerca di maggior autonomia dei minori nella gestione dei materiali e della didattica è un passo fondamentale che materialmente vede gli armadietti ad uso personale degli studenti della scuola secondaria e la trasformazione delle aule da appannaggio di un singolo gruppo a laboratorio per più gruppi che in quello spazio specializzato per discipline si alternano. Il regolamento per la gestione del nuovo modello didattico è provvisorio ed in evoluzione, proprio per questo”. (l.p.)

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L’evento.

Torna il Festival Organistico di Sambruson: un viaggio musicale tra storia e suoni celestiali

T

orna anche quest’anno il Festival Organistico Plebis Sancti Ambrosii di Sambruson, evento promosso dal Coro della Chiesa Arcipretale e Matrice Sant’Ambrogio diretto da Roberto Semenzato, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del comune di Dolo e con il contributo della Banca Prealpi San Biagio. ll Festival, iniziato nel 2023, si articolerà in tre appuntamenti, tutti di venerdì alle 20.45, con la partecipazione di organisti di fama internazionale e con un intermezzo proposto dal Coro della Chiesa Arcipretale e Matrice Sant’Ambrogio. Protagonista principale, comunque, il meraviglioso organo della chiesa Arcipretale di Sambruson frutto di un susseguirsi di interventi che hanno portato il complesso fonico a più di 1800 canne suddivise in tre corpi sonori, 44 registri. L’originalità di questo organo è la diversa collocazione dei corpi sonori (Grand’Organo ed Espressivo in controfacciata, in cantoria, entro elegante cassa lignea settecentesca e Positivo al centro dell’abside) che genera uno straordinario effetto stereofonico particolarmente apprezzato sia da chi lo suona e ancor di più da chi lo ascolta. Nota curiosa è che nell’attuale organo si conservano ancora le antiche e preziose canne dello strumento che Gaetano Callido costruì nel 1768. Gli appuntamenti con il festival prenderanno il via venerdì 23 maggio quando sarà ospite Giovanni Feltrin di Treviso che proporrà ‘Note di passaggio’. Feltrin è diplomato in Organo e Musica Liturgica Prepolifonica. E’ vincitore di quattro concorsi organistici nazionali ed ha conseguito il secondo premio assoluto al 5° concorso internazionale di Manchester. Svolge intensa attività concertistica partecipando a importanti Festivals in molti Paesi europei, sia come solista che collaborando all’organo e al cembalo con diverse formazioni cameristiche ed orchestrali e gruppi

corali. Il 6 giugno al Festival ambrosiano parteciperà Nicola Cittadin di Rovigo con ‘Un viaggio organistico in Italia e Francia tra ‘800 e ‘900’. Cittadin é diplomato in pianoforte ed in organo e composizione organistica. Come solista è inviato a partecipare ad importanti festival musicali ed organistici in Italia e all’estero: Infine il 20 giugno ospite della manifestazione sarà Enrico Zanovello di Vicenza che presenterà ‘Viaggio musicale tra forme e colori’. Assieme ai diplomi d’organo e clavicemba-

lo, Zanovello ha aggiunto gli studi universitari nella facoltà di Lettere e Filosofia all’Ateneo di Padova. La sua carriera artistica lo vede presente come direttore e concertista d’organo in prestigiosi festival europei e americani ed é membro di giuria di vari concorsi organistici internazionali ed ideatore ed è direttore artistico del Festival Concertistico Internazionale ‘Organi storici del vicentino un patrimonio da ascoltare’.

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Liceo Galilei: due studentesse premiate a Roma per il loro elaborato sulla violenza giovanile

Ancora grandi soddisfazioni per il liceo Galilei di Dolo grazie a due studentesse che sono state invitate a Roma nei giorni scorsi ed hanno ricevuto il premio per il loro elaborato che hanno presentato nell’ambito della XIV del Forum legalità e cultura dell’etica, evento promosso dal Rotary distretto 2080. Giovanna Albanese e Greta Maria Brieda, della classe terza del liceo statale Galileo Galilei Dolo, arrivate a Roma assieme alla docente Marilena Formilan, al momento della consegna del primo premio hanno ricevuto tanti applausi ed alla loro comprensibile ed evidente emozione si è unita anche quella dei genitori delle ragazze che non hanno voluto mancare a presenziare questo bellissimo evento così prestigioso per le ragazze e che testimonia la grande qualità educativa e didattica del liceo scientifico dolese. Il tema dell’evento era ‘Il culto della forza e dell’aggressività è in preoccupante aumento tra i giovani: la Società, la Scuola e la Famiglia sono chiamate a prevenire e affrontare il problema, contrastando la violenza giovanile anche attraverso la valorizzazione delle differenze di genere.’ Un argomento ed una tematica molto importante in un contesto socioculturale particolare che vede sempre più le giovani generazioni scontrarsi con una realtà fatta da un lato di aumento delinquenziale e dall’altro di perdita di valori sociali. A promuoverlo il Rotary del distretto 2080. Tra i relatori il professor Tonino Cantelmi, l’ Onorevole Paola Frassinetti, Sottosegretario del Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Senatore Francesco Paolo Sisto, Viceministro e Sottosegretario alla Giustizia. Riconoscimento molto ambito per le due studentesse del liceo dolese anche perché va ricordato che sono pervenuti alla Commissione esaminatrice oltre 2200 elaborati. (l.p.)

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Il dibattito. Acceso confronto fra maggioranza e opposizione sulla manovra di intervento

Emergenza abitativa, aumentano i bisogni ma sui fondi il Consiglio veneto si infiamma

L ’emergenza abitativa in Veneto, alla quale abbiamo dedicato il nostro approfondimento tematico il mese scorso, irrompe in consiglio regionale con tutte le sue contraddizioni e criticità e infiamma il dibattito politico. In occasione dell’esame del disegno di legge “Ordinamentale 2024, che contiene una serie di semplificazioni delle norme su trasporti, navigazione, edilizia residenziale pubblica, ambiente, difesa del suolo, la discussione si è concentrata in particolare sull’emergenza abitativa, per la quale i consiglieri di minoranza hanno chiesto una maggiore attenzione e risorse. Anna Maria Bigon, del Partito Democratico, ha seguito i lavori della seconda commissione che aveva messo a punto il provvedimento e osserva: “Sono emerse alcune implicazioni che non sono solo di natura sem-

plificativa che richiederebbero un maggiore coinvolgimento della commissione consiliare competente, il cui parere è fondamentale. Non può bastare una relazione annuale. Abbiamo un patrimonio di edilizia residenziale pubblica ormai vetusto, che va recuperato. Bisogna assolutamente intervenire sulla parte non utilizzata, da ricostruire in base a criteri socialmente utili e sostenibili, attraverso piani di rigenerazione urbana, con particolare attenzione alle fasce più fragili della popolazione”. In consiglio Renzo Masolo, di Europa Verde, mette l’accento sulla alienazione del patrimonio erp per recuperare altri alloggi: “Significa svilire, svendere un patrimonio necessario per far fronte alle necessità abitative delle fasce più fragili della popolazione. Serve una riforma dell’edilizia residenziale pubblica”.

I lettori ci scrivono dopo il nostro approfondimento

La capogruppo Pd Vanessa Camani è drastica: “Questo provvedimento, che tocca una serie di diverse materie, vede tra i nodi cruciali il fronte delle politiche abitative. Con risposte che, in assenza di efficaci modifiche normative, sono destinate a non risolvere l’attuale e dilagante situazione emergenziale. Stanno aumentando i bisogni, ma le risorse rimangono invariate. Addirittura, il patrimonio abitativo

pubblico si riduce, con richieste quasi quotidiane di alienazione da parte delle Ater. I casi di emergenza abitativa stanno infatti aumentando ovunque, soprattutto a causa dei tagli dei sostegni voluti dal governo, sia per quanto riguarda il Fondo affitti che quello per le morosità incolpevoli. Una riduzione che ha un impatto rilevantissimo, non solo per gli indigenti ma, a macchia d’olio, per la fascia media con un solo lavoratore. Non basta aumentare il numero di alloggi per emergenze abitative, togliendoli a quelli destinati all’edilizia popolare. Si cambi strategia, - conclude Camani - creando invece un fondo straordinario al quale i Comuni possono attingere nei casi di emergenza”.

Elena Ostanel, di Veneto che Vogliamo, aggiunge: “Sulla casa

“Rispetto della legalità, recupero dell’esistente e spazio al libero mercato per attrarre gli investitori”

Dopo aver letto la nostra inchiesta “Dentro la notizia” dedicata all’emergenza abitativa un lettore ci scrive per offrire un contributo interessante al dibattito su un tema molto sentito e sempre attuale. Ecco la sua lettera

Gentile direttore, ho letto con vivo interesse l’approfondimento riguardante il diritto alla casa e la carenza di immobili in affitto in alcuni comuni della Marca. Vorrei offrirLe un breve spunto dal punto di vista di chi, come me, sarebbe disposto a investire nel mercato immobiliare locale, anziché destinare capitali alla finanza internazionale.

Pur avendo condotto analisi accurate e individuato scenari economicamente sosteni-

bili, ho sempre rinunciato a procedere per un motivo preciso: l’incertezza normativa. L’impossibilità di tutelare il proprietario di fronte a inquilini morosi, spese condominiali inevase o danni non risarciti rappresenta un rischio inaccettabile per chi investe con serietà.

Non credo di essere un caso isolato: molti potenziali investitori si tengono alla larga da un sistema che, nel tentativo di tutelare i più fragili, finisce per scoraggiare chi potrebbe

contribuire ad aumentare l’offerta abitativa. Ritengo che una misura chiave potrebbe essere rendere certo e rapido il ripristino del diritto in caso di inadempienza contrattuale. In parallelo, sarebbe auspicabile incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, magari prevedendo sgravi fiscali o agevolazioni per gli affittuari che accettano contratti legati alla ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile. Questo approccio potrebbe dare nuova vita a interi quartieri

non è possibile che manchi, in discussione generale, l’assessore regionale competente. Serve una riforma seria, organica, dell’edilizia residenziale pubblica. Circa novemila veneti sono in attesa della casa e manca una strategia dell’Esecutivo regionale per mettere mano agli immobili vetusti. Non serve, non paga, l’alienazione di alloggi per ristrutturarne altri. Proponiamo che una percentuale di alloggi erp venga riservata agli under 35”. Andrea Zanoni, di Europa Verde, chiede piani che consentano una valutazione complessiva della situazione abitativa, provincia per provincia, comune per comune. Arturo Lorenzoni vede la necessità di uno strumento diverso e invita a “lavorare e investire su progettualità specifiche per valorizzare il patrimonio”.

senza ulteriore consumo di suolo. Infine, credo sia opportuno riflettere su quanto l’edilizia pubblica, pur animata da buone intenzioni, abbia spesso prodotto quartieri degradati e poco vivibili. Lasciare spazio al libero mercato, purché regolato con equilibrio, potrebbe rivelarsi molto più efficace nel garantire un’offerta abitativa variegata e dignitosa.

Cordialmente, AB

Vanessa Camani

La consultazione. Si vota l’8 e il 9 giugno, per la validità è necessario raggiungere il quorum

Referendum, cinque quesiti sulla scheda: dal mondo del lavoro alla cittadinanza

L ’appuntamento con le urne è per l’8 e il 9 giugno: i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari, quattro dedicati al mondo del lavoro e uno ai tempi per il riconoscimento della cittadinanza. Come sempre in Italia si tratta di referendum abrogativi, quindi si vota sì per cancellare e cambiare delle leggi in vigore mentre con il no rimane tutto come è. La validità è legata alla partecipazione degli elettori perché la consultazione sarà valida solo se verrà raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Nei comuni con più di 15 mila abitanti nei quali si è votato per le amministrative il 25 e 26 maggio il referendum potrebbe coincidere anche con l’eventuale ballottaggio. Sarà decisivo anzitutto il dato per l’affluenza e nelle ultime settimane si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione. I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.

Il cuore del referendum 2025 bat-

te su due fronti: il lavoro e la cittadinanza. I primi quattro quesiti, infatti, si concentrano su aspetti critici del mondo del lavoro, quali licenziamenti, contratti a termine e responsabilità negli appalti. Il quinto quesito, invece, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri.

Il primo quesito, in particolare, propone l’abrogazione delle regole introdotte dal Jobs Act nel 2015, che disciplinano i licenziamenti illegittimi, chiedendo se si vuole tornare a una maggiore possibilità di reintegro del lavoratore. Attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti è previsto un indennizzo economico tra le 6 e le 36 mensilità di stipendio. Se la norma attuale venisse abrogata sarebbe di nuovo possibile il reintegro della persona nel posto di lavoro, oltre al risarcimento economico. Il secondo quesito riguarda l’abolizione del tetto massimo all’indennità per i lavoratori delle piccole imprese licenziati senza giusta causa, permettendo

al giudice di decidere l’indennità senza limiti imposti. Con questa riforma non ci sarebbe più il limite delle sei mensilità e l’indennità andrebbe stabilita da un giudice sulla base di una serie di criteri sulla gravità della violazione ma anche la situazione familiare e la posizione economica dell’azienda.

Il terzo quesito mira a eliminare le norme che limitano la durata e le proroghe dei contratti a termine, e le motivazioni necessarie all’assunzione, chiedendo se si vuole obbligare le aziende a motivare sempre l’uso del contratto a termine. Oggi questi contratti possono essere stipulati fino a 12 mesi senza che un datore di lavoro debba indicare un motivo specifico. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, chiedendo se si vuole reintrodurre la responsabilità anche per il committente in caso di infortuni causati da rischi specifici dell’appaltatore. Il quinto quesito, infine, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri, chiedendo

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se si vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza necessario, anche se già adesso sono necessari ben più dei dieci anni previsti. Votando sì si cancella la legge el 1992 con cui si è alzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. Non vengono modificati invece gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non avere commesso reati.

Naturalmente le posizioni dei partiti differenziate. I partiti di governo, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono per l’astensione, Noi Moderati invece invita comunque gli elettori ad andare alle urne e a

votare no. Mobilitati per cinque sì invece il Partito Democratico insieme alle altre forze di sinistra. Il Movimento 5 Stelle distingue e invita a votare sì per quattro quesiti sul lavoro mentre lascia libertà di scelta sul tema della cittadinanza. Sul fronte sindacale la Cgil, tra i principali promotori dei referendum, in particolare quelli relativi al lavoro, invita perciò ad andare alle urne e a votare 5 sì, ponendo un forte accento sulla necessità di rafforzare la tutela dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro. Posizione opposta, infine, quella della Cisl che boccia i quattro quesiti sul lavoro ritenendo che potrebbero avere effetti dannosi proprio sui lavoratori. L’ultima parola ora tocca agli elettori.

La statistica. I dati del censimento permanente della popolazione

In tutto il Veneto nascite in costante calo, sono il 30% in meno rispetto a 25 anni fa

Calano le nascite ma anche la mortalità si riduce, l’età media continua a salire e sfiora i 47 anni: questa la prima fotografia che emerge dal censimento permanente della popolazione in Veneto che mette in fila i numeri del 2023 su popolazione, movimenti demografici e altri indicatori come il numero degli stranieri, la composizione delle famiglie e la distribuzione della popolazione. In Veneto le provincie che “pesano” di più sul fronte della popolazione sono Padova e Verona, ciascuna con oltre il 19% del totale, così da arrivare quasi al 40% di tutti in residenti in Veneto. Treviso, Vicenza e Venezia messe insieme raccolgono oltre la metà della popolazione mentre Rovigo e Belluno raccolgono l’8,8% dei veneti. In valori assoluti la popolazione è stabile e il dato a fine anno era di 4.852.216 persone, vale a dire l’8,2% della popolazione italiana. La longevità femminile si fa sentire sui numeri perché nella nostra regione le donne superano gli uomini di oltre 75 mila unità. Continua a crescere il numero degli stranieri, ormai oltre il 10,3% del totale dei residenti, poco più di mezzo milione, un quarto dei quali di provenienti dalla Romania, seguita da Marocco con il 9% e dalla Cina al 7,3%.

Scendendo nel dettaglio delle dinamiche demografiche la provincia di Rovigo presenta la perdita più consistente sia in valore assoluto (-493 residenti) sia in termini relativi (-0,2%); diminuisce la popolazione anche a Belluno (-0,2%) e Venezia (-0,1%). Le altre quattro province segnano un lieve incremento relativo positivo. In particolare, Venezia è la provincia con il più basso saldo naturale (-4.609), Padova ha i saldi

migratori, interno ed estero, più elevati (rispettivamente + 1.467 e + 3.601).

A preoccupare è il saldo naturale nella regione, che conferma la dinamica sfavorevole, con un eccesso dei decessi (51.071) sulle nascite (30.438). In Veneto, infatti, come nel resto d’Italia, si registra il nuovo minimo storico delle nascite, con una riduzione di quasi il 30 per cento rispetto ai 43mila nati di inizio millennio (anno 2000). La diminuzione del numero dei nati è determinata sia dalla contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazione femminile in età riproduttiva (15-49 anni). Prosegue il trend decrescente del tasso di natalità, dal 6,5 per mille del 2022 al 6,3 del 2023, mantenendosi di poco inferiore alla media nazionale (6,4 per mille abitanti). Tra le province il maggior decremento (da 6,4 a 6,1 per mille nel 2023) si riscontra a Padova; il valore minimo del tasso si riscontra a Rovigo (5,2 per mille), il valore massimo a Verona (6,7 per mille).

Rispetto all’anno precedente il numero dei morti diminuisce di 4.401 unità. Il decremento è del 7,9% sul 2022, superiore al valore nazionale (-6,1%), e riguarda soprattutto la componente più anziana della popolazione, all’interno della quale si concentra la maggior parte dei decessi.

Interessante anche la composizione dei Comuni veneti e le loro dimensioni.Il 44,6% dei 563 Comuni della nostra regione ha una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, dove risiede più del 14% degli abitanti. Il 17% della popolazione vive nei quattro comuni con oltre 100.000 abitanti (Verona,

Venezia, Padova, Vicenza); più di un quarto vive nei 95 comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti. Fra i comuni non capoluogo spiccano per numerosità della popolazione Chioggia (VE, 47.581 abitanti), Bassano del Grappa (VI, 42.405) e San Donà di Piave (VE, 41.848).

Guardando invece alle famiglie, quelle più numerose, con almeno tre componenti, rappresentano il 36,9% del totale. Tra le province venete, Treviso (2,36) ha il numero medio di componenti più alto e una percentuale significativa di famiglie con 4 e più componenti (20,8%). Anche Vicenza (2,31 componenti medi per famiglia) ha una percentuale di famiglie con 4 e più componenti superiore a quella regionale, seguita da Verona e Padova. Viceversa, Belluno è caratterizzata dalla più bassa dimensione familiare media (2,10) e un’alta incidenza di famiglie unipersonali (40,6).

Le trasformazioni socio-demografiche come i cambiamenti degli stili di vita, la contrazione della fecondità, la crescente instabilità delle relazioni di coppia e la maggiore longevità, si riflettono nei mutamenti delle forme di vita familiari, favorendo la formazione di famiglie con un minor numero di componenti e di strutture familiari più flessibili. In Veneto la coppia con figli rappresenta il 46,3% del totale, seguita dalla coppia senza figli (33,3%) e dai nuclei con un solo genitore. Le madri sole con figli rappresentano il 15,5%, i padri il 4,8%. A livello provinciale Treviso (47,9%) e Vicenza (47,8%) mostrano una percentuale più alta di coppie con figli rispetto alla media regionale e nazionale. Rovigo, Belluno e Venezia registrano valori più elevati di coppie senza figli o con un solo genitore.

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PRIMI CITTADINI

A cura di Vincenzo Gottardo

le interviste ai sindaci del Veneto dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35

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Il portale. Si possono trovare informazioni e condividere iniziative tra produttori e consumatori

Comunità energetiche rinnovabili, il Veneto ci crede

S

ul fronte delle energie rinnovabili il Veneto è sempre stato all’avanguardia, fin dai tempi dei primi impianti fotovoltaici sui tetti di abitazioni e aziende. Ora la nostra regione fa un balzo in avanti anche nella partita delle Comunità energetiche rinnovabili che si stanno via costituendo, nonostante le difficoltà e la burocrazia che accompagna le soluzioni innovative. Infatti in Veneto ci sono già 73 Cer, il 10 per cento del totale nazionale, con una capacità produttiva di 12,75 Megawatt di elettricità dal sole e benefici per chi ne fa parte. Ma cosa sono le comunità energetiche? Sono organizzazioni formate da soggetti privati, aziende e enti pubblici che si mettono insieme per condividere l’energia prodotta da impianti di energia rinnovabile. Oltre ai vantaggi sotto il profilo ambientale e di ottimizzazione della rete le comunità energetiche consentono di ricevere un incentivo dallo stato che poi viene suddiviso tra i partecipanti.

Attualmente in Veneto esistono diverse iniziative locali, ma molte di esse hanno difficoltà a entrare in contatto con cittadini e imprese interessati a partecipare. Allo stesso modo, chi vorrebbe aderire a una Cer spesso non dispone di un canale semplice ed efficace per individuare quella più adatta alle proprie esigenze. Inoltre, le informazioni sulle comunità energetiche sono spesso sparse su più fonti e non sempre coerenti tra loro. Non da ultimo, la costituzione di comunità energetiche necessita di competenze tecniche che rendono la fase di avvio assai complessa e impegnativa da portare a termine.

Ed è stata proprio la frammentazione delle informazioni e la mancanza di un canale centralizzato ad ostacolare la diffusione e l’aggregazione di queste iniziative.

Per superare queste criticità sia a livello informativo che organizzativo la Regione Veneto ha lanciato VenetoVerdeEnergia.it, un

portale pensato per dare impulso alle Comunità Energetiche Rinnovabili e agevolare la transizione verso un modello energetico più sostenibile. L’intenzione è quella di colmare il divario tra chi desidera partecipare a queste realtà e le stesse comunità, rendendo più semplice l’accesso a informazioni chiare e coordinate.

“Le comunità energetiche,spiegano gli esperti - rappresentano un modello innovativo che vede la collaborazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici per condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili. Questo approccio, oltre a offrire evidenti benefici ambientali, consente di ottenere incentivi statali, contribuendo al miglioramento della rete elettrica e alla riduzione dei costi per i partecipanti. L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema in cui ogni cittadino possa sentirsi parte attiva di un futuro energetico sostenibile, contribuendo in modo diretto alla crescita e al consolidamento delle comunità

energetiche sul territorio veneto”.

La consultazione del portale è semplice: basta inserire il proprio indirizzo per sapere quali sono le Cer attive in zona e avere i riferimenti per contattarle direttamente. Inoltre le comunità energetiche che si iscrivono al portale possono ampliare la propria rete di produttori e consumatori, favorendo così la crescita del modello di condivisione dell’energia rinnovabile. Questo strumento

non solo favorisce il dialogo e lo scambio tra le diverse realtà, ma rappresenta anche un incentivo per le stesse comunità energetiche che possono farsi conoscere e trovare sia nuovi produttori che consumatori. In queste settimane la Regione sta organizzando anche una serie di incontri pubblici per spiegare appunto cosa sono le Cer e quali potenzialità di risparmio offrono anche per i piccoli consumatori.

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L’intervista. Emanuele Apostolidis, autore del fumetto che è diventato una serie di successo tra i giovanissimi

Alla scoperta del passato (e del futuro) con le avventure dei “Paleo Hunters”

I n un panorama editoriale sempre più affollato, trovare fumetti capaci di intrattenere i più giovani senza rinunciare a qualità narrativa, contenuti educativi e un pizzico di profondità emotiva è diventata una vera e propria impresa. Ma “Paleo Stories: Estinzione” (BeccoGiallo Editore, 2025), terzo volume della serie a scritta da Emanuele Apostolidis, ci riesce con naturalezza sorprendente. La saga dei Paleo Hunters è un mix ben calibrato di avventura, fantascienza, amicizia e paleontologia, pensato per lettori tra i 8 e gli 12 anni ma capace di conquistare anche i genitori più esigenti. Con il terzo volume la storia entra in una fase più complessa e avvincente, mentre cresce l’interesse intorno a un franchise che non si limita alle pagine disegnate: Apostolidis sta infatti portando Paleo Stories in tour nelle scuole e nei festival, coinvolgendo centinaia di bambini in laboratori, letture e attività educative.

Abbiamo incontrato Emanuele per farci raccontare la genesi del progetto, i segreti dietro la scrittura per bambini e le nuove sfide che aspettano i suoi giurassici protagonisti.

Emanuele, come nasce “Paleo Stories”? Qual è stata la scintilla iniziale che ti ha portato a raccontare storie a fumetti per bambini sulla paleontologia?

L’idea di Paleo Stories nasce assieme alla paleontologa Elena Ghezzo. Elena voleva trovare un modo per divulgare il suo lavoro ancora molto sconosciuto e che spesso si confonde con un’altra figura professionale come quella dell’archeologo. Un altro degli obiettivi principali di Elena era far conoscere questo lavoro anche ad un pubblico femminile e far capire che non è un lavoro solo maschile. Elena mi invitò a visitare la grotta di Veja a Verona, luogo in cui stava svolgendo uno scavo. Andai alla grotta con moglie, figlia e disegnatrice al seguito. Fui subito folgorato dall’esperienza tanto che, una volta tornato a casa, il primo volume di Paleo stories si scrisse quasi da solo. Ci misi dentro tutta quella meraviglia che Elena era riuscita a farmi apprezzare,

dal guano di pipistrelli fino ai resti fossili del Museo di Paleontologia. Nel primo volume l’ingresso dei protagonisti in grotta ricalca quasi fedelmente quell’esperienza (tolto ovviamente l’incontro ravvicinato con lo Smilodonte).

Come si scrive una storia per bambini dagli 8 ai 12 anni senza mai cadere nella banalizzazione o negli stereotipi?

Non è mai facile scrivere una storia per bambini perché per farlo bisogna tornare ad esserlo. Ad esempio per scrivere Paleo Stories ho dovuto ricordare quello che da bambino mi piaceva del mondo della preistoria come i nomi dei dinosauri o le abitudini alimentari di molti di loro. E poi amavo le storie di avventura e di esplorazione come i Goonies. Ecco Paleo Stories nasce come un incrocio tra i Goonies e Jurassic park.

Estinzione è il terzo volume di quello che ormai sta diventando a tutti gli effetti un franchise: hai mai pensato di lavorare anche a una serie tv o a un film di Paleo Stories? Nel caso, a chi lo faresti dirigere?

Il successo di Paleo Stories ci ha sorpreso tutti. È stato ed è veramente bello continuare ad incrociare bambini (e tantissime bambine) che sanno quasi a memoria i primi due volumi. Una serie tv animata sarebbe veramente un sogno che si realizza e sia i personaggi che la storia si presterebbe benissimo ad una rappresentazione grafica di quel genere! Visti i film che ti ho citato prima dovrebbe per forza di cose dirigerla Steven Spielberg :))

Quali sono le sfide principali nel creare personaggi e trame che sappiano divertire, educare e stimolare la fantasia dei più piccoli?

Creare personaggi è forse la parte più difficile, perché influenzano di conseguenza poi tutta la storia. I personaggi, infatti, devono avere caratteristiche tutte diverse tra loro in modo che poi diventino utili all’occorrenza.Tali caratteristiche devono poi essere facilmente riconoscibili e utili anche l’immedesimazione del lettore che si deve ritrovare in uno o in tutti i personaggi della storia.

In Paleo Stories Gei è appassionata di paleontologia, Nara ha la passione per la tecnologia, Phil ama i videogiochi e le serie TV, mentre Mila è ribelle, modaiola e giornalista. Tutte queste caratteristiche hanno una funzione ben precisa nell’arco della storia e ce l’avranno anche nell’evoluzione e la crescita del personaggio. Ovviamente poi bisogna tradurre la descrizione in disegno e Michela Peloso (la disegnatrice dei primi due volumi) è stata molto brava a creare personaggi riconoscibili e simpatici. Come altrettanto brava è stata Blu Pieraccioli nel creare i nuovi “cattivi” del terzo volume adattandosi allo stile dei primi volumi.

Chi ha figli sa che i bambini adorano i dinosauri: dopo 3 volumi di Paleo Stories hai capito il perchè? E, soprattutto, come riesci a conciliare il dato scientifico con l’invenzione narrativa?

La scienza è estremamente affascinante e ogni volume di Paleo Stories nasce da una curiosità scientifica che Elena mi ha raccontato. Il secondo volume nasce dal racconto di Elena sulla leggenda degli unicorni e dei ciclopi, il terzo nasce dalla scoperta che gli squali piccoli vivono in delle specie di nursery. Queste curiosità scientifiche sono il cuore del progetto PAleo Stories perché non è solo un fumetto di avventura, ma soprattutto di divulgazione in cui le nozioni scientifiche sono metodo anche di risoluzione delle problematiche o veicolo di inclusione sociale. In tutti e tre i volumi sono presenti gli inserti che approfondiscono sia il lavoro del paleontologo che le nozioni scientifiche trattate nella storia. Nei primi volumi abbiamo inserito anche un elenco di musei da visitare e in coda al volume c’è ogni volta un’intervista ad un paleontologo diverso (dai paleobotanici fino ai paleo artisti). Insomma Paleo Stories è un libro a fumetti avventuroso, ma con un carattere estremamente scientifico e divulgativo che lo differenzia da altre serie per ragazzi presenti in commercio.

Il terzo volume segna un nuovo passo nella saga: puoi raccon-

tarci in che direzione si sta evolvendo la storia e quali novità ci aspettano?

“Estinzione” chiude una prima parte della saga, in cui si scopre un po’ di più il mistero della madre della protagonista. Con l’editore abbiamo già ipotizzato una seconda trilogia di volumi che tratterà tematiche diverse. Il primo volume era ambientato in grotta, il secondo tra i ghiacci e il terzo in mare. Il quarto volume di sicuro sarà ambientato in cielo, vista anche la scoperta che una parte dei dinosauri si è evoluta nei nostri uccelli.

Hai introdotto nuovi personaggi o tematiche nel terzo volume?

Qual è stato il feedback dei lettori più giovani?

Il terzo volume parla principalmente dell’importanza degli oceani e delle balene come grandi equilibratori della vita sulla Terra.

Tocca anche la tematica dell’amicizia e della fedeltà.

Sei uno sceneggiatore molto prolifico: stai lavorando su qualche altro progetto?

Mi sto divertendo molto a scrivere serie per ragazzi, in Estate sempre per Becco Giallo ne esce una nuova del titolo: Archeo Tales. E’ una serie che ricalca un po’ la struttura di Paleo stories solo con al centro il mondo dell’archeologia al posto della paleontologia. La storia ha un’ambientazione più fantasy ed è infatti ambientata in un mondo dove

è vietato studiare il passato e i ragazzi-protagonisti del volume dovranno riuscire a risvegliare i miti per far riscoprire il passato. Ma non ti racconto ulteriori dettagli perché altrimenti rischio di spoilerare troppo, ti lascio la curiosità per la prossima intervista. Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

L’autore Emanuele Apostolidis e la copertina del fumetto

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Y-40® Summer Camp

Campus estivo settimanale intensivo per ragazzi dagli 8 ai 14 anni a Y-40® 5 gior ni di immersioni, giochi, artworks e divertimento, con attività dentro e fuori dall'acqua termale! Da lunedì 9 a venerdì 13 giugno 2025

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Dipendenza da alcol: le ragazze veneziane superano i coetanei

L’alcol colpisce sempre più giovani donne, e lo fa in modo precoce. È l’allarme lanciato dall’Ulss 3 Serenissima in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025: oggi, le ragazze adolescenti veneziane stanno raggiungendo i coetanei maschi nella dipendenza da alcol, e in alcuni comportamenti a rischio li superano. Preoccupano anche i dati relativi a giovani donne ventenni e trentenni, che negli ultimi quattro anni sono passate dal rappresentare il 12,6% al 25% dei nuovi casi in carico al Serd dell’Ulss 3 per disturbo da uso di alcol. Nel solo 2024, i Serd di Mestre, Mirano e Dolo hanno preso in carico 250 donne con Disturbo da uso di alcol, accanto a 692 uomini. In aumento anche i casi in cui all’alcol si associa il consumo di cannabis, eroina, cocaina o altre sostanze: ragazze e ragazzi in trattamento per doppia dipendenza sono stati 225. Tra le minorenni, il numero dei nuovi accessi per problematiche legate all’alcol è ormai simile a quello dei ragazzi coetanei. A livello nazionale, nel consumo a rischio tra adolescenti si registra addirittura il sorpasso delle ragazze rispetto ai maschi. Un dato ancora più grave riguarda l’alcol in gravidanza. L’edizione 2025 dell’Alcohol Prevention Day, ospitata a Villa Leoni di Mira, ha infatti dedicato particolare attenzione alla Sindrome feto-alcolica e ai danni permanenti che l’alcol può causare al feto, anche in quantità minime. Secondo le stime, il 10% delle donne nel mondo assume alcol in gravidanza. I danni possono coinvolgere lo sviluppo cerebrale, la crescita e l’apparato gastrointestinale del bambino, con ricadute permanenti sul piano cognitivo e relazionale. Durante l’incontro è stato sottolineato che anche l’allattamento è una fase deli-

cata: l’alcol assunto in questo periodo può comunque passare al neonato attraverso il latte materno. Per questo si punta a diffondere una corretta informazione tra le future mamme fin dalla fase preconcezionale, per evitare esposizioni dannose già nelle prime settimane, spesso inconsapevoli. La diagnosi delle sindromi feto-alcoliche, inoltre, non è semplice: i sintomi possono essere sfumati e confusi con altre condizioni. La responsabile del Serd di Mirano e Dolo, Laura Suardi, ha evidenziato che “l’astensione completa dal consumo di alcol in gravidanza è l’unica prevenzione efficace. Eppure, il tema è stato a lungo trascurato rispetto ad altri comportamenti a rischio”. A ribadire il ruolo chiave della prevenzione è anche il direttore del Dipartimento dipendenze, Alessandro Pani: “È fondamentale aumentare la consapevolezza tra operatori sanitari, medici di base, ginecologi, ostetrici e pediatri, così da intercettare precocemente situazioni a rischio e promuovere la salute attraverso una corretta informazione”.

L’evento ha visto la partecipazione di esperti nazionali come Patrizia Riscica, presidente del Comitato scientifico dell’Associazione italiana disordini da esposizione fetale ad alcol e droghe, e degli operatori dell’Ulss 3 attivi nei consultori, nei servizi per l’infanzia e adolescenza, nel Dipartimento materno-infantile, nel privato sociale e nel progetto “1000 giorni di noi”. Obiettivo comune: proteggere la salute delle nuove generazioni, partendo dall’informazione e da una rete territoriale sempre più attiva.

Bigon

Infezioni chirurgiche, confronto tra specialisti all’Ospedale dell’Angelo

All’Ospedale di Mestre si è tenuto un convegno regionale dedicato a un tema di crescente rilevanza: le infezioni ospedaliere in ambito chirurgico. «È un problema sempre più evidente –ha spiegato il dottor Umberto Montin, primario di Chirurgia dell’Angelo – e richiede un’analisi costante per individuare strategie efficaci. Oggi siamo più consapevoli, e anche le équipe e le direzioni ospedaliere sono chiamate a fare la loro parte nella prevenzione». L’incontro, in forma di “one day focus”, ha coinvolto specialisti provenienti da tutto il Veneto e da altre regioni, con il titolo “Infezioni del sito chirurgico in chirurgia addominale: emergenza o maggiore consapevolezza?”. Oltre ai chirurghi, presenti anestesisti, infettivologi, farmacisti, tossicologi clinici, microbiologi, virologi, ematologi, gastroenterologi e pneumologi, in un’ottica multidisciplinare. «Lo scambio di esperienze tra professionisti – ha aggiunto Montin – è fondamentale per una gestione condivisa delle infezioni, che nel percorso di cura coinvolgono più figure e richiedono risorse importanti. Anche per questo il problema ha rilevanti implicazioni economiche e organizzative». Il convegno ha rappresentato una tappa del percorso che l’Ulss 3 Serenissima ha intrapreso da tempo per migliorare le pratiche di prevenzione. «Gli ospedali devono tenere alta la guardia – ha dichiarato il direttore sanitario Giovanni Carretta –. La nostra azienda è impegnata nell’attuazione di protocolli fondati su evidenze scientifiche, utilizzando anche le tecnologie più avanzate per la diagnosi e il trattamento delle infezioni». L’evento ha messo in evidenza anche il ruolo centrale della formazione continua, della sorveglianza attiva e dell’aggiornamento condiviso tra reparti. L’obiettivo è ridurre progressivamente la casistica e garantire standard di sicurezza sempre più elevati, nell’interesse dei pazienti e degli operatori.

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Da sinistra, Cecilia Sampaoli, assistente sociale del Serd di Dolo, Laura Suardi, responsabile del Serd di Mirano e Dolo, Annarosa Pettenò, psicologa e psicoterapeuta del Serd di Mestre e Alessandro Pani, direttore del Dipartimento dipendenze

Pet therapy. Entra nella Neuropsichiatria infantile dell’Ulss 3 Serenissima

Cani in corsia: sei “terapeuti” a quattro zampe aiutano i ragazzi di Dolo

Ventiquattro zampe camminano ogni settimana nei corridoi della Neuropsichiatria infantile di Dolo. Si chiamano Maciste, Mirtilla, Chanel, Calipso, Titù ed Elsa: sei cani che, da marzo, integrano la terapia dei giovani pazienti dell’Ulss 3 Serenissima. È la prima volta che la pet therapy entra in un reparto a così alta complessità, dove si affrontano i disagi neuropsichiatrici di adolescenti in situazioni critiche.

Gli incontri avvengono ogni settimana in uno spazio dedicato del reparto, dove i cani, accompagnati dai coadiutori dell’associazione “Cani per caso”, si mettono al servizio dei ragazzi in attività ludiche e relazionali. Si lavora sulla comunicazione non verbale, sull’autogestione, sulla cura dell’altro: dare da mangiare, spazzolare, osservare i movimenti degli animali per stimolare il problem solving. Un’ora di interazione che fa bene non solo agli adolescenti ma anche agli operatori sanitari coinvolti.

«Queste attività riducono ansia e stress, migliorano umore, autostima, capacità relazionali e comunicative – spiega Ambra Cappellari, primaria del reparto –. Il cane è un facilitatore di relazione e qui, più che altrove, è fondamentale per aiutare i ragazzi a raccontarsi e a stare con l’altro, senza giudizio».

Ogni animale è selezionato con cura. «I

protocolli di igiene, sicurezza e benessere sono rigorosi – chiarisce Carmine Guadagno, primario veterinario –. Maciste e Mirtilla hanno già conquistato tutti, grazie anche al lavoro attento delle coadiutrici Veruska, Silvia e Nicole». Soddisfatto anche l’educatore Fabio Tammiso: «Volevamo migliorare lo stato emotivo dei pazienti. Stiamo riuscendo: i ragazzi, le famiglie e tutta l’équipe ne sono felici. Grazie a chi ha creduto in questo progetto». Ogni incontro è preceduto e seguito da momenti di confronto tra operatori e coadiutori, per monitorare il benessere sia degli animali che dei ragazzi. Gli adolescenti trovano nel cane un alleato silenzioso capace di ascoltare senza giudicare,

e spesso iniziano ad aprirsi proprio grazie all’interazione con lui.

Anche il contesto protetto è pensato per creare serenità: i cani lavorano in un’area dedicata dove i pazienti vivono l’esperienza in modo controllato. Il setting terapeutico si adatta alle condizioni dei singoli ragazzi, con una gradualità che permette a tutti di trarne beneficio.

«La Neuropsichiatria infantile di Dolo è un fiore all’occhiello dell’Ulss 3 – conclude il direttore sanitario Giovanni Carretta –. Accoglie minori in momenti difficili, e l’integrazione con la pet therapy è un passo innovativo verso un’assistenza più umana e vicina al paziente».

Anna Bergantin

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Il Veneto in prima linea contro gli attacchi informatici

La Regione del Veneto si afferma come punto di riferimento nazionale nella difesa del settore sanitario dalle crescenti minacce informatiche. È quanto emerso oggi durante il convegno “La minaccia cibernetica al settore sanitario - strategie e strumenti per la sicurezza digitale”, tenutosi all’Auditorium Padiglione Rama di Mestre, con la partecipazione di figure istituzionali e tecniche di primo piano come Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e l’Assessore regionale all’Agenda Digitale, Francesco Calzavara. Cuore pulsante di questa strategia è il CERT Regionale (Computer Emergency Response Team), istituito nel 2023 e sostenuto da un investimento complessivo di 26 milioni di euro, di cui 16 a carico della Regione e 10 provenienti da fondi statali e dal PNRR. Il progetto coinvolge 13 aziende sanitarie e società in-house con l’obiettivo ambizioso di formare oltre 70mila dipendenti pubblici, rendendo le strutture sanitarie del Veneto più resilienti agli attacchi informatici. «Non bastano le macchine, non bastano le idee. Servono le persone», ha sottolineato Calzavara nel suo intervento, richiamando la centralità delle competenze umane nella difesa dei dati sensibili, in particolare quelli legati alla salute. Oltre al CERT, la Regione sta investendo su altri due fronti: il Polo Strategico Regionale (PSR) per la migrazione sicura al cloud degli enti pubblici (oltre 10 milioni di euro) e la rete quantistica per la cybersicurezza, sviluppata in collaborazione con CAV S.p.A. e l’Università di Padova, che posiziona il Veneto tra i protagonisti europei nel campo della crittografia quantistica, in linea con il programma EuroQC. «La cybersicurezza – ha concluso Calzavara – non è più un affare solo per tecnici. È una responsabilità collettiva che deve unire pubblico, privato e istituzioni per garantire protezione e fiducia nei servizi digitali. Il diritto alla salute passa anche dalla tutela del dato.»

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• Test di screening: Pap Test, Thin Prep, HPV DNA, Colposcopia e Tampone vaginale

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Direttore Sanitario: Dott. Stefano Puggina

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