laPiazza della Bassapadovana - Ottobre2025

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della Bassa Padovana

Il primato di Cardiologia in vetta alla classifica dell’eccellenza sanitaria in Italia fra 1300 centri

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Veneto2

Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

Due grandi progetti arrancano a Monselice, mentre ad Este la minoranza va all’attacco: “Occasione perduta”, ma Pajola non ci sta

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

L’intervento ha migliorato sicurezza, comfort e fruibilità degli spazi per le numerose attività che animano quotidianamente la struttura

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Successo per la 40esima Giostra della Rocca

La 40esima edizione della Giostra della Rocca si è chiusa tra entusiasmo, spettacolo e grandi emozioni, confermandosi come il più importante evento storico-rievocativo del territorio. Migliaia di spettatori hanno affollato piazza Mazzini e le vie del centro per assistere al corteo, alle sfide e alla tanto attesa Quintana. Ad aggiudicarsi il Palio 2025 è stata la contrada di San Martino, che con una prestazione impeccabile dei suoi cavalieri ha conquistato la Quintana, riportando a casa l’ambito premio. Per i colori gialloblù si tratta di una vittoria di grande valore, che li riporta al centro della scena dopo anni di attesa. Il corteo storico, con oltre 2.500 figuranti in costume, ha premiato per il terzo anno consecutivo la contrada di San Giacomo. La giuria ha riconosciuto la cura, la vivacità e la fedeltà storica della sfilata, capace di far rivivere scene di vita medievale tra dame, botteghe, soldati e giullari. La tenzone dei tamburi ha incoronato i giovani di San Bortolo, al quarto successo nella loro storia. Una prova energica e coinvolgente che ha trascinato piazza Mazzini, confermando la qualità di un gruppo che negli ultimi anni si è fatto notare e sentire. Sul fronte sportivo, la gara degli archi ha visto primeggiare San Martino, mentre la staffetta è stata vinta da Monticelli, che ha battuto San Martino e San Giacomo in una corsa serrata per le vie del centro. Grande spettacolo anche con gli scacchi viventi, dove la finale tra Sabino Brunello e Ilia Martinovici ha visto trionfare la contrada di San Cosma, che ha sorpreso tutti con tattica e precisione. A quarant’anni dalla sua nascita, la Giostra ha dimostrato ancora una volta la forza e la coesione di un’intera città, capace di unire tradizione, passione e spettacolo in un evento che cresce a ogni edizione.

Giada Zandonà

A

trionfare è stata la contrada San Martino

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento.

La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le prossime elezioni regionali del 23/24 novembre messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.

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(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).

>direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it<

La

protesta. Riduzione

giorni

Cittadini e sindaci contro i tagli ai Cup

iamo qui per difendere la sanità pubblica, gli anziani e fragili che utilizzano i Cup, i dipendenti che rischiano il licenziamento e il nostro diritto a essere curati nei tempi prestabiliti”. Hanno esordito così i rappresentanti del “Comitato difesa sanità pubblica - Bassa padovana”, promotori del sit-in di fine settembre davanti all’ex ospedale di Monselice dopo il protrarsi della riduzione dei giorni di apertura al pubblico degli sportelli Cup di Este, Monselice, Montagnana e Conselve. Accanto a loro i sindaci di Baone, Due Carrare, Stanghella ed Este, i consiglieri comunali di centrosinistra di Monselice e un centinaio di cittadini con car-

telli e striscioni per difendere i loro diritti sanitari. “Sono gli anziani e i fragili che hanno bisogno di accedere agli sportelli. L’altro giorno erano una ottantina le persone in fila da ore per utilizzare i Cup” spiega Giorgio Zanellato “Siamo stanchi di sentire che le liste di attesa sono ok, quando lo sappiamo bene che ci vogliono mesi o anni, per poter ottenere una visita specialistica prescritta dal medico in tempi rapidi”. Il consigliere Francesco Miazzi ha lanciato un appello “Chiamo ai sindaci di farsi portavoce delle esigenze dei cittadini e di sollecitare l’Usl di ripristinare immediatamente almeno il servizio esistente prima del 30 giugno e di

ottenere garanzie per i lavoratori, dato che sono in previsione 40 licenziamenti e di evitare ulteriori tagli agli sportelli decentrati”. Il primo cittadino Francesco Corso ha invece lanciato un allarme: “C’è disagio e preoccupazione, sono anni che si sta smantellando il nostro servizio ospedaliero e ora con questo ultimo schiaf-

fo abbiamo raggiunto un livello intollerabile”. L’assessora di Este Beatrice Andreose rimarca la presenza della sua amministrazione in ogni iniziativa per sostenere i diritti dei cittadini e la sanità pubblica: “Siamo preoccupati e continueremo a lottare per far ripristinare un servizio essenziale”.

Davide Moro, sindaco di Due Car-

Raccolta fondi legata al Giubileo per l’intervento negli Stati Uniti

La città murata si stringe attorno alla piccola Aurora, una bambina di un anno nata senza femore che dovrà affrontare negli Stati Uniti un delicato intervento chirurgico e un lungo percorso di riabilitazione. L’amministrazione comunale ha deciso di collegare agli eventi del Giubileo una raccolta fondi a sostegno della sua famiglia, che è stata attivata in occasione della presentazione del libro dello scrittore Aldo Cazzullo e della se-

rata con il giornalista Federico Buffa e proseguirà il 12 ottobre con il Giubileo della musica. “Venuti a conoscenza della vicenda” spiega la sindaca Giorgia Bedin “abbiamo incontrato la famiglia e proposto di attivarci per dare un aiuto concreto. Il Giubileo è un’occasione di fede, ma anche di comunità e di speranza e per ricordare ad Aurora e alla sua famiglia che non sono sole”. Nel frattempo, diverse realtà cittadine hanno deciso di

Il comune scommette su MooneyGo

Nuove modalità di pagamento per la sosta in città: anche a Monselice è attiva MooneyGo, l’app utilizzata in oltre 400 città italiane. Il servizio permette di attivare e terminare la sosta direttamente dal proprio smartphone, pagando solo i minuti effettivi senza dover cercare un parcometro o utilizzare contanti. Non solo sosta: la piattaforma consente anche l’acquisto di biglietti e abbonamenti per il trasporto pubblico e diversi servizi aggiuntivi. Per utilizzarla è sufficiente scaricare gratuitamente l’app e registrarsi. Una volta parcheggiata l’auto, la sosta si attiva selezionando la zona, riconosciuta anche via Gps, e impo-

affiancarsi all’iniziativa. A metà settembre, al palazzetto di Schiavonia, la società Monselice Volley 86’ ha riunito dirigenti e allenatori per lanciare il progetto “Monselice Volley 86 gioca con Aurora”. “Durante tutta la stagione sportiva e in tutte le manifestazioni della nostra attività sosterremo una raccolta fondi” ha spiegato il presidente Franco Ennio alla presenza di genitori che hanno raccontato la vicenda. (g.z.)

rare, assieme alla collega di Stanghella Cristina Belluco, ha spiegato come ci siano altri disservizi: “Le persone quando stanno male hanno bisogno di risposte rapide e certe. C’è una problematica più ampia nei servizi sanitari che deve essere risolta con urgenza”. Giada Zandonà

stando la durata desiderata. È possibile prolungarla o terminarla in anticipo direttamente da remoto, con addebito immediato dei soli minuti effettivamente utilizzati. MooneyGo accetta più metodi di pagamento: carta di credito, Satispay, PostePay e contante nei punti vendita convenzionati. “MooneyGo arricchisce l’offerta di servizi digitali per la sosta a Monselice” sottolinea la sindaca Giorgia Bedin “ed è uno strumento smart che si integra con il percorso di modernizzazione della città. Un servizio utile ai visitatori e ai residenti, accessibile a tutti, che semplifica la vita quotidiana senza lasciare indietro nessuno”. (g.z.)

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Focus PNRR/1. L’opposizione attacca, il sindaco difende l’operato e si appella al Prefetto

Monselice, grane per due cantieri chiave tra burocrazia, imprevisti e costi lievitati

AMonselice proseguono i lavori finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma due cantieri chiave, fra le opere in corso, fanno i conti con rallentamenti e i tempi della burocrazia. La città della Rocca si trova così a metà del guado: i progetti avanzano, ma i nodi burocratici e i costi imprevisti mettono alla prova la corsa contro il tempo verso il traguardo del 2026. Il caso è stato portato in consiglio comunale dai consiglieri di opposizione Niccolò Ruffin, Giannino Scanferla e Francesco Miazzi durante l’ultimo Consiglio comunale, chiedendo alla sindaca Giorgia Bedin chiarimenti sullo stato di avanzamento delle opere e sul rispetto delle scadenze, fissate dal PNRR al 31 dicembre 2026 per la rendicontazione finale dei fondi.

Le criticità, ricordano gli esponenti dell’opposizione, riguardano soprattutto la riqualificazione della ex chiesa di Santo Stefano e il percorso ciclopedonale sull’argine del Bisatto.

Per l’ex chiesa di Santo Stefano lo stanziamento complessivo ammonta a 2.880.000 euro, con conclusione inizialmente prevista nel

corso del 2024. “I lavori hanno tuttavia subito ritardi significativi - sottolineano i consiglieri - già nel primo stralcio, a causa dei tempi necessari per i pareri degli enti competenti, del rinvenimento di affreschi e delle operazioni di acquisizione di una parte della vecchia sacrestia, precedentemente di proprietà privata. Solo ora prende avvio il secondo stralcio, con un cronoprogramma che impone di accelerare fortemente per rispettare le scadenze imposte dal bando”.

Più complessa la situazione del percorso sull’argine del Bisatto, tra il ponte di ferro e la Cavana. “L’intervento, destinato a trasformare l’edificio, risalente alla fine del Cinquecento, in un centro servizi e museo del Parco, - continuano gli esponenti della minoranza - consentirà al momento solo una messa in sicurezza strutturale. Per rendere l’immobile pienamente fruibile dov’è peraltro prevista una sala polivalente, sarebbero necessari ulteriori 560.000 euro, non ancora disponibili. I lavori, affidati durante l’estate tramite gara d’appalto, dovranno procedere con rapidità per rispettare le tempistiche imposte

I dubbi degli artigiani:

dal PNRR”.

La sindaca Giorgia Bedin respinge però l’allarme: “I nostri progetti PNRR sono a posto e stanno procedendo secondo i programmi. È vero, le circolari cambiano e l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ma siamo fiduciosi di completare tutto nei tempi. L’argine del Bisatto - precisa - non può essere reso più sicuro di quanto già sia, e le richieste degli enti hanno solo aumentato tempi e costi”.

Bedin punta il dito contro l’ec-

cesso di burocrazia: “Servirebbe meno frammentazione tra Parco, Soprintendenza, Genio Civile e Consorzio. Per affrontare la situazione ho chiesto che sia convocata dal Prefetto una riunione con la Ragioneria dello Stato, per fare chiarezza sui passaggi tecnici e amministrativi”.

Intanto, altri interventi procedono più regolarmente. Tra questi, il restauro di Ca’ Emo, con un investimento di 856mila euro destinato alla messa in sicurezza dell’edificio

cinquecentesco e alla sua futura trasformazione in centro servizi e museo del Parco. Tuttavia, mancano ancora 560mila euro per renderlo pienamente operativo.

“Il nostro impegno - conclude Bedin - è garantire che ogni euro del PNRR produca risultati concreti per la città, anche se a volte siamo costretti ad anticipare risorse comunali, come già accaduto per Piazza Mazzini e Campo della Fiera”.

Nicola Stievano

“Fondi ingenti, ma si rischia di non rispondere alle esigenze delle imprese”

“Il PNRR ha consentito a molti Comuni di avviare investimenti importanti, ma non sempre le risorse sono state indirizzate verso interventi capaci di generare un reale impatto sull’economia locale”. A dirlo è Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova, che invita a una riflessione sull’effettiva ricaduta del Piano sulle imprese del territorio.

“Penso ai temi dell’energia e della viabili-

tà, che per le nostre aziende restano prioritari - spiega Dall’Aglio -. Da tempo chiediamo misure per incentivare il fotovoltaico sui tetti dei capannoni, un’occasione concreta per alleggerire le bollette e aumentare l’autonomia energetica. Allo stesso modo, la viabilità presenta ancora troppi nodi irrisolti: strade congestionate e tratti che attendono da anni un adeguamento”.

Il presidente di Confartigianato sottolinea

anche la mancanza di interventi strutturali contro gli eventi atmosferici estremi, un tema che preoccupa molte imprese: “A breve le aziende dovranno sostenere il costo di una polizza catastrofale, ma senza che siano stati attivati strumenti efficaci di prevenzione o mitigazione del rischio”.

Altro fronte critico, la ricerca e lo sviluppo tecnologico. “Le risorse del PNRR - aggiunge Dall’Aglio - potevano essere usate per so-

stenere l’innovazione e la competitività del nostro sistema produttivo. Invece continuiamo a dipendere dall’estero, con un deficit che penalizza soprattutto le piccole e medie imprese”.

Il rischio, conclude, è che “pur avendo mobilitato fondi ingenti, il PNRR non riesca davvero a sostenere la spina dorsale del Paese: il sistema produttivo diffuso delle imprese artigiane”.

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Este, corsa contro il tempo fra le polemiche, lo stato delle opere infiamma lo scontro

Il PNRR infiamma il dibattito politico a Este: anche dalle pagine de “La Piazza” il mese scorso le consigliere di minoranza Roberta Gallana e Lucia Mulato avevano attaccato aspramente l’avanzamento delle opere, denunciando “progetti fermi, incompiuti o gravemente in ritardo, con il rischio di perdere una grande occasione di sviluppo”.

Il Comune di Este partecipa al PNRR attraverso diversi progetti finanziati per la riqualificazione del territorio e l’efficienza energetica, come interventi su scuole, ciclovie, strutture sportive e culturali, oltre a progetti di rigenerazione urbana e infrastrutture energetiche, come la riqualificazione dell’ex Palazzetto dello Sport, di Palazzo Contarini e dell’ex deposito delle corriere, oltre alla realizzazione del Terzo Tempo del Rugby, ma anche il progetto per l’asilo nido Arcobalena, con la creazione di 30 nuovi posti e la ristrutturazione dei nuovi spogliatoi della piscina.

Alle critiche dell’opposizione il sindaco Matteo Pajola risponde ricordando che in quasi quattro anni di mandato l’amministrazione si è attivata con grande impegno per recuperare fondi ed attivare un numero molto elevato di iniziative. Il Comune sta gestendo 39 progetti Pnrr ciascuno con proprio Cup (codice unico di progetto). Fra questi 24 sono cantieri

per un valore di contributi ottenuti pari a circa 28 milioni di euro, dei quali fra anticipi e liquidazione degli stati di avanzamento dei lavori sono stati introitati circa 7 milioni di euro. “I lavori dei cantieri Pnrr in corso - ricorda Pajola - hanno in media superato il 40% con pagamenti già effettuati per oltre 10 milioni di euro, già tutti oggetto di rendicontazione secondo le procedure indicate dai ministeri. Siamo quindi quindi in vigile attesa di cifre importanti necessarie per continuare senza ritardi gli investimenti in corso. L’Amministrazione comunale sta rispettando i tempi molto stringenti dettati dalle normative europee e nazionali, come è stato anche confermato dal personale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che qualche mese fa ha svolto una verifica “in loco” di alcuni cantieri Pnrr”. Il sindaco continua dichiarandosi soddisfatto del lavoro svolto fino ad oggi. Resta forte

la consapevolezza che i prossimi mesi saranno complessi e, visto il numero di cantieri, sarà necessario lavorare con sempre maggiore impegno. “Per non incorrere in difficoltà o ritardi, - continua - è sicuramente auspicabile la maggiore tempestività possibile per l’invio dei contributi da parte degli enti regionali e nazionali competenti. Le ditte e tutti i professionisti che seguono le opere in corso, contribuendo ad una fase positiva di cambiamento per la nostra città come se ne erano mai viste nella storia di Este, devono giustamente essere pagate in pochi giorni nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa con uno sforzo di anticipo finanziario da parte dell’ente non secondario. Mai come in questo periodo storico la collaborazione fra enti di diverso livello è necessaria per cogliere in pieno le circostanze favorevoli che non si replicheranno tanto presto”.

Nicola Stievano

della comunità a Este e Monselice, investimento milionario

E’ la Casa della Comunità di Este ad impegnare le maggiori risorse del Pnrr: 1,9 milioni di euro di contributo a fronte di una spesa complessiva di poco inferiore ai 3 milioni di euro per convertire il vecchio ospedale nella nuova struttura territoriale. A Monselice invece la ristrutturazione è stata finanziata con 300 mila euro.

I lavori, assicura l’Uls 6 Euganea, sono ormai alle fasi conclusive e le aperture rispetteranno il cronoprogramma stabilito.

Le Case di Comunità sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a fare parte

del Servizio Sanitario Regionale. Dovranno costituire un punto di riferimento continuativo per i cittadini che possono accedere gratuitamente alle prestazioni sanitarie erogate. Le strutture garantiscono assistenza sanitaria primaria e attività di prevenzione. Saranno presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tra cui tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali. Si potranno eseguire prelievi

e vaccinazioni, cure primarie e continuità assistenziale, prevenzione e promozione della salute, servizi sociali.

Non mancano però le criticità: in più occasioni sindacati dei medici e degli infermieri hanno espresso preoccupazione che le Case di Comunitàrischino di diventare “scatole vuote” per la mancanza di personale medico e infermieristico, il rischio di una gestione inefficiente, e il possibile spostamento dell’attività medica verso studi privati, anziché diventare centri efficienti per la sanità pubblica.

L’opposizione: “progetti incompiuti o in ritardo”, la replica: “Completati pagamenti per oltre 10 milioni di euro e superate le verifiche del ministero, i prossimi mesi saranno decisivi”

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Interventi. Restauri,

4,7 milioni per la Rocca

U n piano degli interventi da oltre 4,7 milioni di euro, tra cantieri avviati, opere ultimate e nuovi progetti in fase di affidamento, accanto a scoperte archeologiche e studi accademici. I rappresentanti della Regione hanno presentato gli interventi per la Rocca di Monselice assieme alle linee guida per il futuro del complesso monumentale. La Regione, proprietaria dei beni, assieme ai collaboratori istituzionali e tecnici, ha illustrato le priorità per il Colle: della tutela e sicurezza del patrimonio monumentale attraverso consolidamenti e restauri, all’accessibilità e inclusione, fino alla valorizzazione culturale e turistica in un’ottica di turismo lento, religioso e sostenibile. “Monselice rappresenta un gioiello di cui essere orgogliosi, esempio di un territorio che ha saputo crescere e che oggi si proietta ad accogliere numeri importanti, sfruttando in positivo le opportunità dell’overtourism” ha spiegato l’assessore regionale al patrimonio Francesco Calzavara. “Oggi chiudiamo un grande tassello della programmazione, gestendo al meglio le risorse a disposizione”. Dopo la presentazione del bando di affidamento per la locanda Longobarda, inaugurata lo scorso luglio, e il riepilogo di tutti gli interventi da parte di Annalisa Nacchi, direttrice del patrimonio Regione Veneto, il primo cantiere illustrato è stato quello di Casa Salotto che prevede un investimento di 2 milioni di euro: “La destinazione del piccolo e prezioso stabile sarà a bed and breakfast” sottolinea l’architetto Giorgio Galeazzo. “Il piano interrato sarà dedicato alle cucine e alla colazione, il piano terra all’accoglienza, mentre il primo piano e l’ultimo accoglieranno tre camere da letto e una suite. Ora i lavori si stanno concentrando sulla parte strutturale e poi andremo avanti con i successivi step”.

La parola è passata poi all’architetta Gloria Malera che ha raccontato il progetto da 300mila euro per la scala di accesso al Mastio Federiciano, un’opera attesa dal 2028. Alberto Franceschini, della gestione del patrimonio Regione Veneto, ha presentato gli interventi di adeguamento del Castello Cini e del palazzo Biblioteca alle norme antincendio, il completamento del piano terra dell’ex biblioteca, la messa in sicurezza del

Castelletto e della Casa Romanica e la ricognizione delle mura delle Sette Chiesette, interventi per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. A chiudere l’incontro l’amministratore unico di Veneto Edifici Monumentali, Aldo Rozzi Marin, che ha presentato gli scavi archeologici in corso sulla sommità del Colle e le ricerche internazionali con le Università, attività che hanno aumentato i visitatori e l’importanza dei beni. La prima cittadina Giorgia Bedin ha portato i ringraziamenti dell’amministrazione comunale e ringraziato la Regione per la collaborazione e la valorizzazione della città.

Da “sala della Buona Morte” a Sala delle Confraternite

Nella goliardia delle celebrazioni si dice spesso che “il matrimonio è la tomba dell’amore”. E chi mai vorrebbe pronunciare il fatidico sì in una sala denominata “della Buona Morte”? Per questo l’amministrazione comunale ha deciso di cambiare nome all’ampio salone dell’ultimo piano del complesso monumentale San Paolo, che diventa ufficialmente “Sala delle Confraternite” e sarà adibito anche alla celebrazioni dei matrimoni civili. Un tempo lo spazio era davvero legato al tema della morte, perché destinato ad accogliere le salme dei defunti. Oggi però il nome non rispecchia più le funzioni attuali e crea qualche imbarazzo, soprattutto perché la sala, per posizione e

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caratteristiche architettoniche, è utilizzata per eventi culturali e presto potrà appunto ospitare anche matrimoni civili. “Era evidente che serviva un cambio” commenta l’assessore alla cultura Andrea Parolo “Ogni volta che nominavo la sala facevo i dovuti gesti scaramantici. Non era un nome adatto, soprattutto per chi viene da fuori”. Il nuovo titolo richiama invece la storia medievale di Monselice, periodo a cui la città è fortemente legata: “Con il professor Roberto Valandro abbiamo cercato un nome che rimanesse fedele al passato, ma che suonasse meglio e fosse più coerente con l’uso attuale. Le confraternite erano realtà laicoreligiose di preghiera e assistenza: un riferimento storico che dà dignità e identità a questo spazio” conclude l’assessore. Dal prossimo anno, dopo l’autorizzazione della Prefettura, la Sala delle Confraternite entrerà ufficialmente nell’elenco delle sedi civili autorizzate per le nozze, che comprende già la Loggetta, il municipio, il castello Cini e Villa Lispida. (g.z.)

L’intervista. Una storia di rinascita attraverso i libri

Melissa Garbin, la book influencer che ha conquistato migliaia di lettori

D i libri, Melissa Garbin ne ha sempre letti tanti. Talmente tanti che, alle scuole medie, c’era chi la prendeva in giro dicendole di smettere. Chissà se avrebbe mai immaginato che quel “basta leggere” sarebbe tornato, anni dopo, trasformato in un’identità. Oggi, su TikTok, è conosciuta come @melissabastaleggere e, con i suoi video di recensioni, ha fatto avvicinare alla lettura migliaia di persone. Ma quell’username, nato per caso, ha per lei un altro significato: “Mi è sempre bastato leggere per tirarmi fuori dai recessi più bui della mia testa”. Originaria di Monselice, 28 anni, Melissa lavora come receptionist nel bacino termale dei Colli Euganei. Nel 2023 si è laureata in Lingue, culture e civiltà dell’Asia e dell’Africa mediterranea all’Università di Venezia, con una tesi sul fenomeno BookTok e sulla ricezione della letteratura giapponese tra le nuove generazioni. Si definisce una persona estremamente riflessiva, un’overthinker. Nei contesti

Il Sindaco: “Un risultato frutto di anni di colloqui con RFI, passo fondamentale per il futuro della nostra città”

La stazione di Monselice, nodo strategico lungo la linea Bologna–Padova e capolinea della linea Mantova–Monselice, rappresenta un punto di riferimento per il trasporto ferroviario locale, con circa 1,48 milioni di passeggeri registrati nel 2023. L’impianto, di tipo passante, dispone di cinque binari per il servizio viaggiatori, distribuiti su tre marciapiedi, e comprende il fabbricato viaggiatori, edifici accessori, un’ampia area di parcheggio e uno scalo destinato all’esercizio ferroviario.

sociali si sente spesso fuori posto e prova a mascherarlo con una finta estroversione. Ma online ha trovato, piano piano, uno spazio dove sentirsi accolta: “Cerco sempre di infondere serenità in chi mi ascolta e di trasmettere qualcosa che valga la pena verbalizzare.” Il profilo TikTok nasce nel 2021, quasi per caso, dopo un periodo di crisi durante il primo lockdown. “Avevo bisogno di evadere dai pensieri orrendi cui la pandemia mi aveva condannato.” Ancora una volta, i libri sono stati la chiave della sua rinascita. Uno in particolare, che non poteva che appartenere alla letteratura giapponese: Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami. E così, Melissa riscopre una passione che in realtà ha sempre fatto parte di lei: “Leggo da quando ho memoria. Da bambina collezionavo i Librottini Disney, ho ancora il loro odore nelle narici.” Una passione traboccante, che ha fatto nascere in lei la voglia di condivisione: “Non avrei mai pensato che la mia interiorità potesse at-

tirare e risuonare in qualcun altro. E l’aver convinto anche solo una persona a leggere un libro è un regalo dal valore inestimabile. Mai avrei immaginato che mi fermassero per strada con gli occhi lucidi, ringraziandomi per quello che faccio”. Ha iniziato in punta di piedi, con video in cui si vedevano solo le sue mani che sfogliavano le pagine: “Avevo paura di espormi, anche a causa di forti problemi di autostima e dismorfismo. Ma poi ho iniziato a registrare vere recensioni, con la mia voce e il mio volto.” E la risposta non si è fatta attendere: oggi Melissa può contare su una community numerosa e affezionata. Nel vortice frenetico di TikTok, dove i contenuti si consumano senza sosta, lei sceglie di andare controcorrente: “Preferisco pubblicare meno video ma curarli, avere davvero qualcosa da dire che possa rimanere.” Lontana dai trend del “BookTok commerciale”, Melissa porta in scena storie spiazzanti, intense, che si addentrano nei meandri della salute

mentale, della solitudine, dell’identità: “Non sono letture leggere, ma io sono così, esattamente come i libri che amo, che sono la parte più importante di me. Cerco storie che mi facciano sentire compresa, perché certi libri rie-

scono a parlare di noi meglio di quanto sappiamo fare noi stessi”. Il sogno nel cassetto? Trasformare la passione in un lavoro e continuare a parlare di libri, suoi compagni di vita da sempre. Giulia Turato

La stazione rientra tra quelle oggetto del Piano Integrato Stazioni (PIS), volto alla riqualificazione di oltre 600 impianti su tutto il territorio nazionale. Nella seduta del Consiglio Comunale del 23 settembre, il Sindaco ha illustrato lo studio di fattibilità tecnico-economica predisposto dalla Direzioni Stazioni di RFI - Rete Ferroviaria Italiana - sottolineando come si tratti di un primo passo fondamentale, senza il quale non sarebbe possibile inserire l’intervento nella programmazione di RFI. «Questo intervento è frutto di una scelta già avviata dalla prima amministrazione Bedin – ha dichiarato il Sindaco Giorgia Bedin –. Nel 2019, durante i lavori per il sottopasso di via Valli, era emersa con chiarezza la criticità legata alla chiusura delle sbarre di via

Trento Trieste/San Vio, che avrebbe determinato una separazione tra due parti della città Carmine/Centro Storico. Grazie a un costante lavoro di confronto e collaborazione, siamo riusciti a ottenere che le Ferrovie facessero propria la questione e inserissero anche Monselice nel Piano Nazionale delle Stazioni sia per l’adeguamento relativo all’accessibilità sia per il prolungamento del sottopasso esistente che si ferma, oggi, al terzo binario. Per il raggiungimento di questo obiettivo si sono svolti numerosi incontri con la Direzione di RFI, finalizzati alla definizione dello studio di fattibilità oggi presentato. Non si tratta di un semplice intervento di adeguamento dell’accessibilità ferroviaria, limitato alla realizzazione di opere su marciapiedi, sotto-

passi o pensiline. Si configura, invece, come un vero e proprio riassetto del Piano Regolatore Generale del ferro, comprendente lo spostamento di binari e deviatoi, nonché la riprogettazione della linea di contatto della trazione elettrica e dell’intero sistema di segnalamento. Uno studio articolato e complesso, ma imprescindibile per garantire alla stazione di Monselice, da un lato standard moderni in termini di efficienza, sicurezza e qualità del servizio e dall’altro per consentire ai cittadini di fruire di nuovo di un comodo collegamento pedonale e ciclabile tra il Carmine e il centro e viceversa.».

Il Sindaco ha espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto, che affronta e risolve numerose problematiche dell’impianto e offre una visione concreta degli interventi necessari.

Il progetto prevede interventi volti a migliorare i locali aperti al pubblico, le aree esterne, l’intermodalità, la pedonalità e l’accessibilità per le persone a ridotta mobilità, secondo le norme vigenti.

In dettaglio, le principali ipotesi di intervento comprendono:

•Installazione di ascensori su entrambi i fronti della stazione e sulle banchine;

•Innalzamento dei marciapiedi a 55 cm dal piano

del ferro, per agevolare le operazioni di salita e discesa dai treni;

•Realizzazione di percorsi tattili per ipovedenti;

•Installazione di una nuova pensilina sulla terza banchina e manutenzione straordinaria di quelle esistenti;

•Prolungamento e restyling del sottopasso per l’accesso diretto a via Sottomonte;

•Adeguamento del piano del ferro per l’allargamento delle banchine centrali.

La redazione finale della progettazione di fattibilità tecnico-economica costituirà la base per la successiva conferenza dei servizi e per la programmazione degli interventi da parte di RFI.

La pianificazione attuale individua come possibile finestra per l’avvio dei lavori il biennio 2027–2028, subordinatamente alla disponibilità dei finanziamenti previsti. Il costo complessivo dell’intervento è stato stimato in oltre 20 milioni di euro.

Il Sindaco ha sottolineato come, pur essendo un intervento rilevante, non sia impossibile da realizzare, purché inserito correttamente nella programmazione di RFI e seguito da una gestione attenta e progressiva delle diverse fasi, compatibili con la circolazione ferroviaria.

Comune di Monselice - Ottobre 2025
Sindaco di Monselice AVV. GIORGIA BEDIN

Cento anni di trasformazioni

nei Colli Euganei

F otografie, mappe e paesaggi euganei di ieri e di oggi, lo “Lo sguardo sui Colli” del naturalista Toni Mazzetti è diventato un libro. Si tratta del volume realizzato dal Museo di Geografia dell’Università di Padova con una prefazione di Andrea Pase su “Le trasformazioni silenziose dei Colli”. Il Volume si compone di tre saggi: Cartografie di ieri e di oggi, di Giovanni Donadelli e Chiara Gallanti; Escursioni didattiche di ieri e di oggi, di Benedetta Castiglioni e Chiara Gallanti; Fotografie di ieri e di oggi, di Chiara Gallanti e Tania Rossetto. La Seconda parte: Rifotografare i Colli Euganei cent’anni dopo - con foto e schede comparative di Toni Mazzetti - propone un’operazione di repeat photography, per considerare le trasformazioni avvenute nel “tempo geografico”. Mazzetti infatti ha rifotografato nell’attualità i paesaggi euganei in bianco e nero che aveva impresso su lastre il giovane geografo Bruno Castiglioni attorno al 1920. “Mi piace riportare, dalla bella Prefazione del nostro Andrea Pase, il richiamo poetico alla “coppa del paesaggio”, ripresa dall’opera del poeta padovano Giuliano Scabia che “con la sua onirica immaginazione, l’ha disegnata, questa coppa” spiga Mazzetti “Non è stato difficile individuare i luoghi di ripresa. L’emozione è stata rivederli con l’oc-

chio di un’altra persona, che aveva cercato quella particolare prospettiva per rendere parlante il paesaggio, e chiedersi quali fossero stati, nel mosaico geografico, gli elementi d’interesse per la ripresa. Da questo punto di vista la ricerca è stata un’affascinante avventura intellettuale, che ha richiesto vari sopralluoghi e appunti fotografici, cercando, per quanto possibile, di ritrovare la luce e la stagione. Non ho rincorso la bellezza tecnica, ma la sostanza dell’immagine. A volte dovevo chiedere ai proprietari dei fondi il permesso d’entrare, giocando il jolly della foto originale per vincerne la perplessità iniziale: è sempre stato un successo che destava meraviglia e curiosità. Ho avuto così piacevoli

incontri umani ricchi di soddisfazione. Alla fine ne è uscito un libro didattico, facile e al tempo stesso complesso che, con foto, mappe, disegni e bibliografie, si risolve agilmente in 116 pagine magistralmente curate” conclude il professore “Il tempo che passa, e in fretta, è il nostro: il battito della Terra è altro, infinitamente più lento. Il senso di caducità che proviamo osservando le lastre, ben sapendo che tra un secolo altri giudicheranno con lo stesso sguardo stupito le nostre foto, è sano: ci aiuta a relativizzare il nostro posto nel mondo e forse così a contenere l’incauto orgoglio di ciò che siamo e del nostro presunto e presuntuoso potere sulla natura”.

Giada Zandonà

Una rassegna letteraria per riscoprire le emozioni tra poesia, filosofia e musica

Il Comune di Este, insieme al Patronato SS. Redentore e alla Libreria Gregoriana Estense, promuove la rassegna culturale Apro l’anima e gli occhi. Il codice delle emozioni, in programma nei giorni 15, 18, 24 e 25 ottobre 2025. L’iniziativa nasce da un’idea del docente e autore Marco Zungri e si ispira al filo poetico e filosofico che unisce le riflessioni di Clemente Rebora e dello psichiatra e saggista Eugenio Borgna, entrambi attenti al valore delle emozioni come linguaggio universale e strumento per comprendere la vita. Il programma propone incontri con autori e artisti di rilievo: il 15 ottobre Daniel Lumera presenta Ti lascio andare, il 18 ottobre Alberto Penna con Maschi che piangono poco, il 24 ottobre il filosofo Duccio Demetrio terrà Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, accompagnato da un momento musicale e poetico con Marco Zungri e Cristiano Gallian, e il 25 ottobre il cantautore Francesco Tricarico si esibirà nello spettacolo/concerto Buonasera, io sono Tricarico. “È un evento per aprire, appunto, l’anima e gli occhi – spiega l’ideatore Marco Zungri – sulle emozioni e sui sentimenti che attraversano la nostra vita, spesso distratta, e di cui siamo responsabili. È un invito a rallentare, a sostare, e a riconoscere che senza la dimensione emotiva non possiamo dirci davvero completi”. Per partecipare, gli interessati possono prenotare il proprio posto tramite il QR code presente sulla locandina ufficiale; l’ingresso rimane libero fino a esaurimento posti. (r.p.)

INFORMA

ste ha vissuto un settembre settimana ricco di appuntamenti, iniziati il weekend del 13 e 14 con Festa dello Sport, Este nel Cuore e Osservatorio dei cittadini in festa, culminati poi nella Festa Europea del progetto internazionale ACTION, a fine mese. Un calendario che ha unito prevenzione, benessere, sport e cittadinanza attiva, grazie alla collaborazione tra istituzioni, associazioni e volontari. La manifestazione si è aperta con “Este nel Cuore”, giunta alla terza edizione e dedicata alla prevenzione cardiaca. Oltre 40 cittadini hanno potuto sottoporsi a elettrocardiogrammi gratuiti, mentre studenti

dell’I.I.S. G. B. Ferrari, associazioni e cittadini hanno partecipato a esercitazioni di rianimazione cardiopolmonare con defibrillatore. In Sala Nassiriya si sono svolti laboratori di rilassamento e yoga della risata a cura di Happy Breathing and Relaxing Time. Un messaggio forte è emerso anche quest’anno dall’iniziativa: “Non si sbaglia mai a fare una rianimazione. L’unico errore è non farla.” Grande entusiasmo anche per l’incontro con Mauro Bergamasco, ospitato in una Sala Consiglio gremita. L’ex campione azzurro, attraverso la sua esperienza e con la sua “People in Training”, ha guidato il

pubblico in una riflessione sul valore educativo dello sport, coinvolgendo tutti i presenti in un appuntamento costruttivo e interessante. Un momento prezioso di dibattito e ispirazione che ha ribadito come lo sport sia una vera palestra di vita. Sempre sabato 13, la Protezione Civile di Este ha organizzato un’esercitazione in Piazza Maggiore, Municipio e Gabinetto di Lettura, con focus sul rischio alluvioni. Con il supporto dell’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali e esperti come Marco Rabito e Luca Mercalli, cittadini e scuole hanno potuto approfondire l’uso di CO-app, piattaforma dedicata all’Osservatorio dei Cittadini sulle Piene.

tolineato come l’evento sia occasione di crescita e coesione per tutta la comunità.

a BCC Veneta, sponsor ufficiale che ha sostenuto con entusiasmo questo progetto».

Domenica 14 settembre è stata invece dedicata allo sport con l’ottava edizione della Festa dello Sport: oltre 40 società hanno animato piazze, centro storico e giardini del Castello con esibizioni, prove aperte e momenti di divertimento. La Consigliera Provinciale Eleonora Mosco, presente all’inaugurazione e la Consigliera comunale delegata allo sport Carla Marigo hanno sot-

«La Festa dello Sport si conferma così non solo un’occasione di festa, ma anche di crescita e condivisione: un appuntamento che valorizza atleti, associazioni e cittadini, ricordando che lo sport è una grande scuola di vita e un punto di riferimento per l’intera comunità.» - è il commento del Consigliere Carla Marigo. «I nostri più sentiti ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione: i medici di Este nel Cuore, i volontari di S.O.G.IT Este, l’Associazione Amici del Cuore, l’I.I.S. G. B. Ferrari; Mauro Bergamasco con People in Training; i membri della Conferenza Permanente delle Realtà Sportive di Este, i tecnici, la presentatrice, Vertigo Works per il Tree Climbing, le numerose associazioni presenti e tutti i cittadini e visitatori che hanno animato l’evento. Un grazie alla Provincia di Padova, a ULSS6 e a IRC, che hanno patrocinato la manifestazione. - conclude il Sindaco Matteo Pajola. -Un grazie

Dal 25 al 29 settembre Este ha poi ospitato le delegazioni dei paesi gemellati nell’ambito del Progetto Europeo ACTION, che in due anni ha favorito incontri, scambi e nuove relazioni tra partner italiani e internazionali. Il weekend conclusivo è stato una vera “Festa Europea”, occasione di dialogo e confronto sul senso di appartenenza comune all’Unione Europea. Il settembre atestino si è così confermato un mese speciale, segnato da un filo rosso: vivere insieme in comunità, con attenzione al benessere, allo sport e alla cittadinanza attiva.

Il Comune di Este ha ottenuto 25.000 € dalla Fondazione Cariparo tramite il bando “Oltre la campanella” per il progetto “T.E.E.N. Lab – Tutoring Educ-Azioni Esperienze in Network”, realizzato con Fondazione IREA Morini Pedrina Pelà Tono ETS. L’iniziativa, rivolta agli studenti della scuola seconda-

ria di primo grado “G. Carducci”, offrirà doposcuola e laboratori ludico-ricreativi (teatro, musica, sport, mindfulness) per un massimo di 35 ragazzi, con attenzione ai minori in condizioni di fragilità socio-economica. L’assessore Luigia Businarolo ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione nel rafforzare la scuola come luogo di crescita e comunità, mentre Fondazione IREA e l’Istituto Comprensivo Pascoli hanno evidenziato il valore della collaborazione tra istituzioni ed enti per costruire una “Comunità Educante” inclusiva. Il progetto durerà per l’intero anno scolastico, arricchendo l’offerta formativa e sostenendo famiglie e studenti.

Il 18 settembre il Comune di Este ha aderito ufficialmente alla Rete delle Città di Carta, alleanza che oggi riunisce circa 50 Comuni italiani impegnati a valorizzare carta e cartone come risorsa ambientale, culturale ed economica. L’iniziativa, promossa da Comieco con Symbola, mira a rafforzare il legame tra storia industriale, innovazione ambientale e buone pratiche di raccolta diffe-

renziata. L’Italia è tra i Paesi leader nel riciclo con oltre 3,7 milioni di tonnellate annue e 64 kg pro capite, superando in anticipo i target UE 2030. «Abbiamo scelto di aderire perché crediamo che la sostenibilità passi anche attraverso gesti quotidiani e concreti come il riciclo – sottolineano il sindaco di Este, Matteo Pajola e l’Assessore alla Transizione Ecologica Beatrice Andreose–. La carta è un simbolo di cultura, storia e innovazione, e partecipare a questa rete significa mettere il nostro Comune al centro di un percorso che guarda al futuro con responsabilità». Con la firma del manifesto, i Comuni aderenti si impegnano a promuovere campagne di sensibilizzazione (come la Paper Week), creare sinergie per valorizzare il patrimonio culturale e sostenere innovazione e formazione sul riciclo. www.comune.este.pd.it

Sindaco Matteo Pajola
Messaggio

Lavori. Un investimento da oltre 55mila euro che rilancia il valore dello sport

Rinasce la palestra: spazi rinnovati per studenti e atleti

Il progetto, del valore di circa 56mila euro, ha migliorato sicurezza, funzionalità e comfort degli spazi. Un intervento strategico per sostenere lo sport e la socialità, come sottolineato dalla consigliera delegata allo sport Carla Marigo

Sintoniz zati sul

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche radio con una qualità audio per fetta.

La palestra Ghilardi si presenta con un volto completamente rinnovato, più sicuro e funzionale, dopo la conclusione dei lavori di riqualificazione che hanno interessato la struttura nelle ultime settimane. Un intervento atteso da tempo, che restituisce alla città uno spazio centrale e molto frequentato, utilizzato quotidianamente dagli studenti della scuola secondaria di primo grado Carducci e da numerose associazioni sportive atestine, impegnate in discipline che spaziano dal cheerleading all’atletica leggera, dal judo alla ginnastica ritmica, passando per la ginnastica dolce e le attività di rievocazione storica. Il progetto, dal valore complessivo di 55.847 euro, è stato articolato in più fasi. In primo luogo si è lavorato sulla sicurezza dell’edificio, con il rinforzo strutturale della copertura della palestra grande tramite l’inserimento di barre Dywidag. Un passaggio fondamentale per garantire stabilità e tranquillità a chi frequenta la struttura. Contestualmente è stato avviato il risanamento delle murature della palestra e degli spogliatoi laterali, con la rimozione delle parti ammalorate e l’impiego di prodotti specifici per bloccare la risalita capillare dell’u-

midità, problema che da tempo comprometteva l’agibilità degli ambienti. Per rendere gli spazi più funzionali, contenere i costi e migliorare l’efficienza energetica, nella palestra principale è stata posata una doppia lastra in cartongesso resistente, distanziata dalla parete e rialzata dal pavimento in modo da favorire una corretta aerazione. A completamento, si è provveduto alla tinteggiatura dell’intero complesso, che comprende palestra grande, corridoi, spogliatoi e parte basamentale esterna, alla posa dei battiscopa e alla sistemazione di alcune porzioni della pavimentazione in linoleum. Infine, una pulizia approfondita ha restituito agli utenti una struttura pronta e pienamente fruibile. Un lavoro non solo tecnico, ma con un forte significato per la comunità, come sottolinea la consigliera con delega allo sport Carla Marigo: “Una bella notizia per la nostra città! Con la

conclusione dei lavori, la palestra Ghilardi torna a disposizione di studenti, società sportive e di tutta la comunità, in uno spazio più sicuro, moderno e accogliente. Lo sport è un valore educativo e sociale fondamentale: investire in strutture come questa significa investire non solo nel benessere di atleti di ogni età, ma soprattutto nel futuro di Este”. L’amministrazione comunale evidenzia come la palestra Ghilardi non sia solo un luogo di allenamento, ma un punto di riferimento per centinaia di ragazzi e adulti che, ogni giorno, trovano nello sport un’occasione di crescita, socialità e inclusione. I lavori di riqualificazione permetteranno ora di accogliere in condizioni migliori le associazioni che animano la città con corsi, allenamenti ed eventi, rafforzando il ruolo di una struttura storica che da decenni accompagna la vita sportiva.

Piscina comunale abbandonata: l’opposizione arla di spreco e chiede chiarezza

Quattro anni di ritardi, spese extra e un impianto ancora inutilizzabile. È la fotografia della piscina comunale tracciata dai consiglieri di minoranza Roberta Gallana e Alberto Mulato, che parlano senza mezzi termini di “sperpero di denaro pubblico” e di “gestione disastrosa” da parte dell’amministrazione Pajola. All’inizio del mandato, spiegano, la giunta aveva trovato un project financing già avviato, che prevedeva la riqualificazione completa della struttura, dagli spogliatoi all’efficientamento energetico, a carico del gestore privato. “Invece di portare avanti quel percorso, si è scelto di recedere dal contratto pagando 800mila euro di indennizzo, fermando i lavori e

caricando sul Comune ogni rischio e costo” attacca Gallana. Da allora, la piscina è rimasta in stato di abbandono e il conto per le casse pubbliche è salito: “Fino a oggi sono stati spesi 2 milioni di euro senza avere ancora una data certa di fine lavori. Solo nel 2024, dopo una petizione promossa dagli stessi consiglieri, l’amministrazione ha approvato un nuovo progetto da 1,1 milioni di euro, promettendo la consegna entro ottobre 2025. Ma anche questo iter si è arenato”. Nel frattempo il Comune ha dovuto ricorrere a spogliatoi provvisori, con ulteriori spese: “Dopo quattro anni abbiamo una piscina semidistrutta, costi lievitati e nessuna certezza” rincara Mulato “Box in affitto, opere non previste, lavori sospesi: un’amministrazione che crea problemi invece di risolverli”. Gallana e Mulato promettono di vigilare e chiedono chiarezza su tempi e costi: “Scelte scellerate che pesano sulle tasche dei cittadini”. (g.z.)

L’Idrovora Vampadore, gioiello d’ingegneria

L ’impianto di Vampadore si segnala per la bellezza dell’edificio e per la superba perfezione ingegneristica dei suoi canali. L’idrovora un tempo faceva parte del Consorzio di bonifica Vampadore. Una delle sue caratteristiche più distintive era l’alta ciminiera collegata ai motori a vapore, oggi in parte demolita per ragioni di sicurezza dopo essere stata colpita dal fulmine. Sebbene ridotta in altezza, però, la ciminiera è ancora lì’ e ci ricorda il periodo in cui per pompare l’acqua lo stabilimento doveva accendere e mantenere vivo un grande fuoco che, produceva il vapore che azionava le macchine. Il complesso della idrovora Vampadore si trova nel comune di Megliadino S. Vitale; venne costruito nel 1882. In origine era costituito da due motrici gemelle a vapore per l’azionamento di quattro turbine ad asse verticale, della potenza massima complessiva di 294 KW e della portata di 800 litri al secondo ciascuna, alla prevalenza di 4.30 m., scaricando l’acqua nel fiume Fratta. Dopo l’ampliamento del perimetro consorziale e il nuovo sviluppo dell’agricoltura, l’estendersi delle strutture, la potenzialità degli impianti idrovori a vapore non risultò più sufficiente a smaltire le

acque di piena nei tempi necessari. Oramai vista la vetustà degli stessi impianti e l’innalzamento del fiume fratta che richiedeva un azionamento con maggior forza, si rendeva indispensabile l’ammodernamento e il potenziamento degli stessi. Una simile sistemazione della rete di canalizzazione richiedeva pure la ricostruzione di alcuni manufatti e inoltre l’ampliamento e la sistemazione di quelli già esistenti. Si palesò anche l’opportunità di provvedere alla costruzione di alcune strade e la sistemazione di quelle che già c’erano in base alle esigenze del consorzio.Nello stabilimento Vampadore nel 1931 vennero eseguite le seguenti opere: Vennero installati un “motore diesel a tre cilindri” a stantuffo; Una “pompa centrifuga” ad asse orizzontale.

In contemporanea vennero eseguiti dei fondamentali lavori in particolar modo alla platea e al sistema di fondazione ad archi; al pavimento della sala macchine per poter piazzare il primo gruppo di macchinari. Venne costruita ex novo la cabina elettrica di trasformazione; vennero costruiti muri di appoggio e travi in ferro per lo scorrimento del carro-ponte in sala macchine.

Venne provveduto alla demolizione e ricostruzione dei manufatti sfioratori di destra del collettore Vampadore sostituito da una chiavica a due luci munita di paratoie. Viene demolito il vecchio sfioratore esistente alla sinistra del Vampadore. Viene ripristinata la botte-sifone di collegamento tra le due controfosse e sottopassante il canale Vampadore, al fine di poter effettuare il pompaggio dell’acqua con entrambi gli stabilimenti idrovori.

Vennero rifatti i bacini di arrivo con pilastri in calcestruzzo e rivestimenti in sassi delle relative sponde. Tutto questo insieme di lavori effettuati tra il 1929 e il 1937 costituiscono ancor oggi lo scheletro di tutto l’insieme del comprensorio di Bonifica Vampadore del quale giustamente bisogna andar fieri.

Andrea Tobaldo

25mila euro dalla Fondazione Cariparo Un finanziamento per rafforzare le attività di doposcuola e i percorsi educativi pomeridiani dedicati a bambini e ragazzi: è in arrivo a Este un contributo di 25mila euro dalla Fondazione Cariparo, nell’ambito del bando “Oltre la campanella”. Le risorse sosterranno il progetto “T.e.e.n. Lab – Tutoring Educ-Azioni Esperienze in Network”, frutto di un percorso di co-progettazione con Fondazione Irea, che avrà come fulcro la scuola secondaria di primo grado Carducci. L’iniziativa prevede attività di supporto formativo e laboratori ludico-ricreativi, tra cui teatro, musica, sport e mindfulness, per un massimo di 35 partecipanti. Particolare attenzione sarà riservata ai ragazzi che vivono situazioni di svantaggio socio-economico, con l’obiettivo di offrire pari opportunità di crescita e inclusione. “Siamo orgogliosi di questo risultato, che conferma la volontà di investire sulla scuola come luogo di crescita e di comunità” sottolinea l’assessora alla pubblica istruzione, Luigia Businarolo “offriamo ai nostri ragazzi non solo supporto nello studio, ma anche occasioni di socialità, creatività e scoperta di sé. È un modo per sostenere le famiglie nel percorso educativo dei figli, ampliando i servizi scolastici e favorendo un sistema sempre più inclusivo, capace di rispondere ai bisogni del territorio”. Per Elena Littamè, direttrice generale della Fondazione Irea, si tratta di un passo importante verso il miglioramento dei servizi educativi. Dello stesso avviso Maria Immacolata Giannuzzi, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Pascoli: “Il progetto rappresenta un’opportunità preziosa per la comunità scolastica. I ragazzi della scuola secondaria vivono una fase delicata di crescita personale e sociale: offrire loro occasioni di sostegno allo studio e di espressione creativa significa accompagnarli nello sviluppo delle loro potenzialità e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità”. (g.z.)

L’esposizione. Alla Cattedrale ex Macello fino al primo febbraio, curatore il criminologo Andrea Pellegrino

Stregonerie, tra iconografica, riti e simboli

delle eretiche del sapere: mostra evento

Le nove sezioni espositive sono concepite come dei portali iniziatici, attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso cheaffonda le proprie origini nei culti antichi

F igure contrastate, percepite in modo diverso a seconda delle epoche, misteriose e paurose, le streghe sono le protagoniste della mostra-evento “Stregonerie. Iconografia, riti e simboli delle eretiche del sapere”.

La mostra, allestita alla Cattedrale ex Macello dal 24 ottobre al primo febbraio, è pensata per gettare una nuova luce su una figura spesso trattata in modo caricaturale e stereotipato, ma che può invece essere a diritto considerata come un simbolo contemporaneo di sapere, resistenza e rinascita.

Reduce del successo ottenuto nelle tappe di Monza e Bologna, la mostra organizzata da Vertigo Syndrome arriva a Padova con una curatela rinnovata sotto la guida dello storico dell’arte, scrittore e criminologo Andrea Pellegrino. Il

risultato è un percorso espositivo ripensato nel concept che diventa una vera e propria esperienza immersiva e trasformativa.

Le nove sezioni espositive in cui si sviluppa il percorso sono concepite come dei portali iniziatici, passando attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso che parte dalle radici del mito, che affonda le proprie origini nei culti antichi, permettendoci di conoscere le prime narrazioni dalle quali ha avuto origine l’archetipo della strega. La seconda sezione è invece dedicata al corpo, elemento che non si lascia normare ma che si muove piuttosto nel terreno del desiderio e della ribellione. Una dimensione diversa è quella cui si accede attraverso il terzo “por -

tale”: la dimensione dell’oblio, in cui i saperi popolari, dalla medicina naturale alle pratiche magiche, assumono una propria dignità culturale. Proseguendo in questo viaggio si giunge alla sala del marchio, in cui si può approfondire come l’immagine demoniaca della strega sia stata costruita da precise dinamiche storiche e iconografiche, soffermandosi in particolare sulle miniature medievali e sulla propaganda inquisitoria. Interessante è vedere poi come la figura della strega si sia evoluta nel corso dell’Ottocento, epoca in cui guadagna una nuova considerazione sociale, e nell’epoca presente, in cui attraverso l’arte contemporanea la strega passa da creatura marginale a vero e proprio simbolo di autonomia, rinascita e potere culturale. Il percorso espositivo comprende incisioni, testi esoterici risalenti al Cinquecento e talismani di diverse epoche ed è arricchito da esperienze immersivi particolarmente suggestive. La prima permette al visitatore di vivere un processo per stregoneria avvento nel

Sintoniz zati sul

1539, sedendo al banco degli imputati e empatizzando con la strega, continuamente pungolata da accuse e torture. La seconda, che conclude la mostra, si basa su un podio centrale su sui campeggia il Libro delle Ombre, normalmente usato dalle streghe ma che per l’occasione viene messo a disposizione dei visitatori per condividere pensieri e incantesimi personali. Francesca Tessarollo

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Elisa Seitzinger, Superego, arazzo

La riflessione. Spesso gli interventi si traducono in una progressiva privatizzazione del patrimonio pubblico

Dal caso del cubo nero di Firenze a Padova: il “riqualificazionismo” come paradigma italiano

L a vicenda dell’ex Teatro Comunale di Firenze, trasformato in un massiccio “cubo nero” sul Lungarno Vespucci, non è soltanto una questione locale. È il sintomo di una tendenza più ampia che attraversa l’Italia: un’idea di “riqualificazione” urbana che spesso si traduce in una progressiva privatizzazione del patrimonio pubblico, in operazioni immobiliari ad alto rendimento e in un’estetica che poco dialoga con il contesto.

A Firenze, la sostituzione di un luogo identitario come il Teatro Comunale con un complesso residenziale di lusso è stata accettata quasi senza resistenza, salvo indignazioni estetiche tardive. Ma la domanda vera è: quante altre città italiane stanno vivendo lo stesso processo, magari in forme meno eclatanti?

Padova, città dalla storia millena-

ria e oggi al centro di un crescente interesse internazionale, vive un momento cruciale. L’Università richiama ogni anno decine di migliaia di studenti, l’apertura del ciclo UNESCO dedicato agli affreschi trecenteschi ha portato a un incremento costante dei flussi turistici, le trasformazioni urbane – dalle aree industriali dismesse alle grandi infrastrutture – stanno cambiando il volto della città.

Tutto questo porta benefici evidenti: vitalità culturale, investimenti, maggiore visibilità globale. Ma comporta anche rischi: pressione sugli affitti, espulsione graduale dei residenti dai quartieri centrali, riduzione dello spazio pubblico a favore di logiche privatistiche. È la stessa dinamica che ha segnato Firenze e che rischia di ripetersi, in forme diverse, anche a Padova. Padova si trova così di fronte a

Campello Motors svela

nella

Tra tradizione e innovazione, la nuova Jeep Compass è andata in scena con una spettacolare presentazione nella sede mestrina di Campello Motors, svelata davanti a un pubblico numeroso. Presente all’evento anche Novella Varzi, alla guida del mercato Jeep Italia, che ha ricordato la doppia anima del marchio: americano per nascita, profondamente italiano per visione industriale. Dopo il caso Avenger, disegnata a Torino e incoronata Car of the Year, anche la nuova Compass nasce al Centro Stile di Torino e sarà prodotta a Melfi: una scelta che valorizza una filiera da oltre 5.000 addetti e una cura del dettaglio tutta italiana. Per Campello Motors la serata è anche l’occasione per ribadire il radicamento sul territorio: sei sedi ope-

un bivio: diventare laboratorio di un equilibrio virtuoso tra turismo, comunità e innovazione, oppure scivolare in una trasformazione che la riduca a palcoscenico per visitatori e investitori, a scapito della vita quotidiana dei suoi abitanti.

Da Bologna a Napoli, da Milano a Palermo, la retorica della “rigenerazione” si accompagna spesso a dinamiche che portano all’allontanamento dei residenti storici, alla crescita incontrollata del turismo di massa e alla perdita di spazi pubblici a favore di logiche di profitto privato. È una trasformazione che modifica in profondità il tessuto sociale ed economico delle nostre città, consegnandole a una monocultura del turismo e a una vulnerabilità che abbiamo già visto esplodere nei momenti di crisi globale. La riflessione che parte da Firenze e passa per Padova riguarda

sua sede la nuova Jeep Compass

rative tra Mestre (due), Mirano, Padova, Vigonza e Monselice, 14 marchi rappresentati e un’estensione nel mondo delle due ruote. Un modello d’impresa che, sottolineano dall’azienda, punta su serietà, affidabilità e solidità, ingredienti che fanno da cornice al debutto di un modello definito “inizio di un nuovo capitolo”, non un semplice restyling.

La nuova Compass riprende un linguaggio stilistico più pulito, in continuità con Avenger, e lo traduce in proporzioni più razionali: più spazio a bordo, finiture curate, assistenza alla guida di ultima generazione. In gamma, già ordinabili in anteprima, il Mild Hybrid da 145 CV e la versione Full Electric con autonomia dichiarata fino a 500 km; sono in arrivo il

tutti: vogliamo città che siano laboratori di vita, cultura e innovazione, oppure scenografie redditizie svuotate di cittadini?

Padova ha oggi un’occasione unica: dimostrare che è possibile crescere senza perdere la propria anima. Non basta accogliere turisti e studenti, bisogna proteggere la vita quotidiana dei residenti, custodire gli spazi pubblici e garantire che la città rimanga luogo di comu-

plug-in e il ritorno della trazione integrale, da sempre fiore all’occhiello del marchio.

“Sul fronte mercato - spiega Luca Dal Mas, responsabile commerciale della sede Campello Motors di Mestre Terraglio - il posizionamento annunciato “da 39.900 euro” apre la porta a un pubblico più ampio: dal nucleo familiare al cliente giovane, con l’aspirazione a diventare prima e unica auto di casa. I primi esemplari sono attesi tra novembre e l’inizio del nuovo anno, ma gli ordini non mancano già in questa fase di preview”. In uno scenario competitivo reso più duro dall’avanzata dei marchi cinesi, Compass sceglie la via dell’identità: un SUV che unisce tradizione e innovazione, prestazioni e sostenibilità, con radici italiane e ambizione globale.

nità, e non solo di consumo. Se Firenze ci consegna il monito del suo “cubo nero”, Padova rischia di cadere nella stessa trappola: interventi spot, rendita al posto della visione, cittadini messi ai margini. È il momento di scegliere se continuare lungo questa deriva o costruire finalmente un modello urbano che tenga insieme sviluppo e identità.

Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

Vincenzo Gottardo

Sintoniz zati

Vene t o 2 4 passa al sistema di ultim a gener a zione DAB che permette di as coltare an c h e la ra d io con una qualità audio pe r fe t ta .

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

L

a corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani.

“Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Vers0 le elezioni. Il referente Simone Contro: “Per noi il limite dei due mandati è colonna portante”

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

“N

oi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il

metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”. Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefani, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila

euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”.

Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto.

“Apriremo tutti i cassetti e faremo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di ge-

stione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi.

Va passata al setaccio la convenzione dei project financing voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

L’iniziativa. Terza edizione di Modello Veneto TeSeO, finora coinvolti oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

Dalla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Te-

atrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fat-

ti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni. Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di com-

pagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione.

Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi attori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltot-

to ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi disponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”.

Madeleine Palpella

Simone Contro, referente M5S in Veneto

Strukul e Silvia Gorgi

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è

Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

Infine,
Francesco Vidotto
Matteo Strukul
Alessia Gazzola

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Educazione e inclusione. Il progetto sostenuto da Fondazione Cariparo

Grazie al sostegno di Fondazione Cariparo e dell’impresa sociale “Con i bambini”, 150 posti gratuiti in 20 scuole dell’infanzia di Padova e Rovigo per combattere la povertà educativa e promuovere un’educazione davvero accessibile

C’anni, ha acceso nuove speranze per

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Benvenido: una scintilla che apre le porte del nido a tutte le famiglie

dagogista, educatore e operatore sociale. I tutor hanno accompagnato le famiglie pas-

go. Si chiama rimentale da 3 milioni di euro nato dalla collaborazione tra Fondazione Cariparo e l’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha aperto le porte di 20 scuole dell’infanzia con nido integrato, offrendo 150 posti gratuiti ai bambini dai 12 mesi appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro. Un’iniziativa semplice e rivoluzionaria insieme, che traduce in azione concreta la missione di Fondazione Cariparo: rendere l’educazione un diritto davvero universale, partendo proprio dai primi anni di vita. «L’obiettivo – spiega Alice Bruni, project manager del progetto – era ampliare l’accesso ai nidi anche per chi, pur non vivendo in condizioni di povertà estrema, incontra ostacoli economici, sociali o culturali. Volevamo offrire un’opportunità reale a chi altrimenti avrebbe rinunciato».

catrici ed educatori, coordinata dal Diparti-

La raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo – partner dell’iniziativa – ha raggiunto l’obiettivo di 100.000 euro, poi raddoppiati dalla Fondazione Cariparo. Le risorse sono tornate ai nidi e alle famiglie, generando nuove opportunità educative e nuovi posti per i

Il progetto, avviato nel 2022 e appena concluso, ha messo al centro il benessere del bambino e il sostegno alla famiglia. Accanto al contributo economico, è stata introdotta una figura innovativa, il tutor, a metà tra pe-

to comuni, nidi pubblici e privati, università, enti sociali e famiglie, in un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria comunità educante. Ma la visione della Fondazione è andata oltre la durata del progetto: accanto agli interventi diretti, è stato promosso un percorso di crowdfunding e marketing sociale. In due anni sono stati organizzati circa 50 eventi locali nei territori di Padova e Rovigo per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dei

zo Settore e il Governo. Per attuare i programmi del Fondo, nel 2016 è stata creata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud, che ha trovato un partner determinante in Fondazione Cariparo. Insieme hanno tradotto in azioni concrete un principio chiaro: la crescita dei più piccoli è la base di una comunità più equa. ed successo -

FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo,

La crescita. Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre

DCon l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

Sintoniz zati sul

ne per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali. gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-

Vene t o 2 4 passa al sistema di ultim a gener a zione DAB che permette di as coltare an c h e la ra d io con una qualità audio pe r fe t ta .

in Austria, casa madre di Despar

entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.

Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.

decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita

cità di adattamento in uno scenario

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

CURE TERMALI

ALLE TERME C’È UN MONDO DA VIVERE

Biosauna con ventilazione agli aromi

Stanza dei vapori termali con rituale scrub Trattamento vibrazionale di coppia

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Cardiologia di Padova: prima in Italia nei Best

Italian Hospitals Awards 2025

La Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova si conferma al vertice dell’eccellenza sanitaria italiana, conquistando il primo posto nella classifica dei Best Italian Hospitals Awards 2025 tra le strutture non IRCCS e al secondo posto assoluto nella classifica generale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la qualità delle cure offerte ma anche la capacità di coniugare assistenza, ricerca e formazione.

A guidare questo reparto d’eccellenza è il professor Domenico Corrado, che con la sua equipe ha saputo portare l’ospedale padovano a superare oltre 1.300 centri cardiologici in tutta Italia. Seguono nella graduatoria il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino.

La valutazione, curata da NExT Health, si basa su un sistema multiparametrico che integra dati clinici, attività scientifica, formazione, reputazione e

feedback degli operatori sanitari, utilizzando fonti ufficiali come il Ministero della Salute, PubMed e Agenas.

Il risultato ottenuto rappresenta una testimonianza della solidità e dell’innovazione del sistema sanitario pubblico veneto. La Cardiologia di Padova è considerata un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, frutto di un impegno quotidiano e di un lavoro di squadra straordinario. Un ringraziamento va al professor Corrado, al personale medico e infermieristico e alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che guidano questa realtà con professionalità e visione. l riconoscimento sottolinea la qualità delle prestazioni assistenziali, l’intensa attività scientifica e formativa, elementi che fanno della Cardiologia padovana un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale delle malattie cardiovascolari.

Padova: al via la campagna vaccinale contro la bronchiolite nei neonati

È partita nei giorni scorsi la campagna di prevenzione contro la bronchiolite nei neonati nei tre punti nascita dell’Ulss 6 Euganea: Cittadella, Camposampiero e Schiavonia. Ai primi piccoli pazienti della stagione 2025/2026 è stato somministrato l’anticorpo che, dopo anni di studi, si è rivelato capace di ridurre fino al 90% i ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale (VRS). Si tratta di un’infezione che colpisce soprattutto nei mesi freddi, da ottobre ad aprile, e che nei bambini molto piccoli può trasformarsi in polmonite o bronchiolite, con sintomi che partono da raffreddore e tosse e possono evolvere in difficoltà respiratorie. Nel Veneto, lo scorso inverno, oltre 28 mila neonati e lattanti sono stati protetti grazie a questo trattamento, con risultati definiti “storici” dagli specialisti: nell’Ulss 6 i ricoveri per bronchiolite sotto l’anno di vita sono calati del 65%. La campagna proseguirà nei prossimi mesi: l’anticorpo viene somministrato sia ai neonati che affrontano la prima stagione fredda, direttamente nei reparti di maternità, sia ai bambini nati in primavera ed estate, tramite i pediatri di base. L’obiettivo, spiegano dall’azienda sanitaria, è quello di estendere la protezione a tutti i nuovi nati, riducendo così la pressione sugli ospedali e soprattutto i rischi per i più piccoli.

Inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico di Padova, intitolata al Professor Rea

Da poco è stata inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, intitolata alla memoria del Professor Federico Rea, storica figura della chirurgia toracica e dei trapianti, noto per il suo impegno anche nella cura delle neoplasie polmonari. La cerimonia ha avuto un doppio momento simbolico: il taglio del nastro del reparto e la scopertura della targa commemorativa in ricordo del medico,

scomparso lo scorso luglio.

Presenti all’inaugurazione l’Assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova Giuseppe Dal Ben, e altre autorità, tra cui il Direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione Paolo Navalesi e la Magnifica Rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli.

Il nuovo reparto, di oltre 1.000 mq, è dotato di 11 posti letto, con strumentazioni all’avanguardia per la gestione di pazienti con insufficienza respiratoria, cardiorespiratoria, dialisi per insufficienza renale acuta e politraumi. Il progetto, che ha visto un investimento di 4,9 milioni di euro, si inserisce in un piano di potenziamento delle strutture sanitarie venete, mirato a rispondere alle sfide della sanità post-Covid.

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Oculistica. L’equipe

Impiantata a Schiavonia la prima lente telescopica intraoculare del Veneto

Un passo importante per l’oculistica veneta arriva dagli Ospedali Riuniti Padova Sud, dove è stato impiantato per la prima volta nel Veneto un dispositivo telescopico intraoculare su un paziente con grave maculopatia degenerativa. L’intervento, eseguito dall’équipe dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice, segna un traguardo di rilievo nell’offerta di cure avanzate per le persone con disturbi visivi invalidanti.

La lente telescopica SING IMT™ (Implantable Miniature Telescope) funziona come un minuscolo sistema ottico impiantato all’interno dell’occhio. Attraverso un meccanismo di ingrandimento, consente di spostare le immagini su porzioni di retina ancora sane, migliorando la visione centrale e restituendo al paziente la possibilità di leggere, guardare la televisione o riconoscere i volti dei propri cari. “Si tratta di un dispositivo rivoluzionario, sia dal punto di vista fisico che tecnologico – spiega il dottor Lo Giudice –. In pratica è come avere un piccolo cannocchiale dentro l’occhio. Permette di sfruttare le aree retiniche non danneggiate, offrendo ai pazienti una chance concreta di recupero visivo”.

Non tutti però possono sottoporsi a

questo tipo di impianto. “È necessario un percorso di valutazione e di allenamento preliminare – aggiunge Lo Giudice – per verificare che il paziente riesca a utilizzare efficacemente la lente e che questa apporti un reale beneficio senza compromettere l’occhio”. Dopo l’intervento, il paziente segue un programma di riabilitazione visiva presso il centro regionale di Ipovisione, mirato a imparare a sfruttare al meglio il nuovo schema ottico. Un secondo intervento analogo è già in programma.

La maculopatia degenerativa è una delle principali cause di perdita della vista negli anziani: in Italia colpisce circa un milione di persone, e in Veneto si stima che siano decine di migliaia i cittadini affetti da forme più o meno gravi. Fino a oggi le terapie si concentravano su farmaci e programmi riabilitativi capaci di rallentare il decorso, ma raramente in grado di restituire una visione utile. L’innovazione introdotta a Schiavonia testimonia anche la capacità della sanità veneta di restare al passo con le tecnologie più avanzate. “Credo che il Veneto non abbia nulla da invidiare nemmeno a molti Paesi esteri – sottolinea il direttore –. La qualità della gestione dei pazienti, unita alla possibilità di accedere a tecnologie d’avanguardia, pone la nostra sanità tra le migliori in assoluto”.

Durante l’intervista a Radio Veneto24, Lo Giudice ha anche parlato dei problemi legati alla vista nell’era digitale. “L’uso prolungato di smartphone e computer può provocare secchezza oculare e affaticamento visivo. Consiglio sempre ai pazienti la regola del 20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, fare al-

meno 20 secondi di pausa per rilassare l’occhio”.

Infine, un messaggio di prevenzione: “Mai sottovalutare i segnali di allarme, come l’offuscamento della vista o le linee che appaiono ondulate su una pagina – ricorda Lo Giudice –. Basta una semplice prova: chiudere un occhio e verificare se le righe restano dritte. Se

non lo sono, è bene rivolgersi subito a uno specialista”. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud confermano così la loro vocazione all’innovazione in campo oftalmologico, offrendo ai cittadini veneti la possibilità di migliorare autonomia e qualità della vita grazie a tecnologie finora riservate a pochi centri internazionali.

Il Dottor Lo Giudice

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