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Colonna della Libertà per gli ottant’anni della Liberazione

E’ stato accolto tra gli applausi il passaggio in centro a Conselve della “Colonna della Libertà”: oltre 100 veicoli storici militari angloamericani della seconda guerra mondiale, protagonisti della “Campagna d’Italia” hanno attraversato la nostra provincia e fatto tappa anche a Conselve. Il corteo lungo due chilometri è arrivato da Terrassa e ha percorso le vie del centro richiamando le immagini consegnate alla storia della fine della seconda guerra mondiale. Nei giorni in cui si celebrava l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo il corteo storico, composto da mezzi d’epoca conservati con passione, ha assunto un particolare significato e affiancato alla suggestiva rievocazione storica, grazie ai numerosi figuranti in divisa a bordo dei veicoli, anche richiamato i sentimenti che avevano accompagnato nel 1945 la liberazione dell’Italia e la fine della seconda guerra mondiale. Nel lungo serpentone che ha attraversato la nostra provincia c’erano camionette militari, automezzi militari, motociclette e sidecar, tutti condotti da persone in abiti militari del tempo. “Abbiamo voluto intercettare il passaggio della Colonna della Libertà - spiega il consigliere delegato Marco Casella - per far vivere ai nostri concittadini un evento unico nel nostro territorio, oltretutto in occasione di un anniversario significativo come l’ottantesimo anniversario della Liberazione”. Due giorni prima Conselve aveva celebrato come da tradizione il 25 aprile con il ritrovo davanti al municipio delle autorità e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, quindi la posa delle corone nei diversi luoghi della memoria dei Caduti, compreso l’omaggio in cimitero. Davanti al municipio si sono tenuti i discorsi ufficiali, l’alzabandiera e il corteo fino alla lapide commemorativa alla Loza. Qui si è svolta la preghiera ai Caduti con gli interventi del parroco don Claudio Zuin e del professor Davide Gobbo, storico dell’Anpi. Emozionante il ricordo di Papa Francesco come uomo di pace e la lettura di alcune testimonianze tratte da “Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana”.

Il lungo corteo storico di oltre cento veicoli militari d’epoca ha attraversato Conselve

Veneto fragile e contraddittorio

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Il problema è che con queste quantità d’acqua non c’è rete di scolo che tenga e il rischio di allagamenti ed esondazioni aumenta soprattutto nelle zone più a rischio. Per il Veneto significa ben il 55% del territorio, tanto che nella nostra regione sono 260 i comuni in situazione di pericolosità idraulica, da moderata a molto elevata. Se invece diamo uno sguardo al territorio saltano subito all’occhio le aree più in pericolo: lungo i fiumi Bacchiglione, Brenta e Adige in particolare, ma anche ai piedi dei rilievi o nelle zone in cui manca una rete di scolo efficiente. L’Ispra, inoltre, ha calcolato il numero di veneti che vivono in aree ad elevato rischio di alluvione: sono ben 568 mila, di cui più di un terzo ciascuno per le province di Venezia e Padova. Fin qui la fotografia, ma è giusto ricordare anche cosa è stato fatto in Veneto negli ultimi 15 anni, a partire dalle disastrose alluvioni del 2010: oltre 2,2 miliardi di euro sono stati investiti in 345 opere per la sicurezza idraulica, compresi dieci grandi bacini di laminazione, che hanno aumentato la capacità di invaso di oltre 21 milioni di metri cubi. Altri 13 sono in costruzione, per ulteriori 89 milioni di metri cubi. Senza contare poi le centinaia di cantieri aperti dai Consorzi di Bonifica e dai singoli comuni per proteggere ulteriori porzioni di territorio. Eppure il Veneto resta una regione fragile, perché il consumo di suolo degli ultimi decenni, il più vorace d’Italia, ha indebolito il territorio e accresciuto il rischio, perché alcuni interventi sono arrivati tardi o non sono ancora finanziati. Si potrebbe fare di più, ma non basta scavare canali o bacini, non basta rinforzare gli argini. Va superata anche la contraddizione che ha portato ad un progressivo indebolimento di un territorio già a rischio.

Il rischio alluvione in Veneto

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< Redazione >redazione@givemotions.it<

continua

Istruzione. Proseguono

Conselve scommette sulla formazione e punta ai corsi degli Istituti Tecnologici Superiori

L’assessore Stefania Mastellaro: “Stiamo cercando di avviare un servizio che potrebbe creare importanti sinergie con le realtà produttive del territorio”

L’obiettivo è ambizioso e impegnativo, l’esito tutt’altro che scontato, ma le potenzialità non mancano. Conselve guarda con interesse agli Its, gli Istituti Tecnologici Superiori, percorsi biennali post diploma che puntano alla specializzazione per preparare alle professioni più richieste dalle aziende. L’obiettivo è quello di avviare almeno un corso anche a Conselve, in modo da dare un’opportunità formativa in più agli studenti neo diplomati e creare quel contatto con il mondo del lavoro che favorisca l’occupazione e anche la formazione delle figure tecniche maggiormente richieste.

Sedi Its ormai sono presenti in tutti i principali centri della provincia e Conselve si candida per ampliare l’offerta formativa del territorio ma anche per dare una risposta alle aziende alla ricerca di giovani che si affacciano al mondo del lavoro con una adeguata preparazione e formazione orientata proprio sulle figure professionali di cui c’è maggior bisogno.

L’assessore all’istruzione Stefania Mastellaro aveva già accennato alla volontà di portare gli Its a Conselve nel corso dell’assemblea pubblica con l’intera amministrazione comunale. Da allora il percorso è proseguito e le prospettive sono incoraggianti.

“Stiamo lavorando in collaborazione con l’istituto Mattei Cattaneo - spiega Mastellaro - e con alcune aziende del territorio per avviare gli Its a Conselve. Di recen-

te abbiamo incontrato i referenti degli Its presenti nella provincia di Padova per capire quale tipologia di indirizzo potrebbe essere l’ideale per il nostro territorio. Nel frattempo alcuni docenti della scuola stanno cercando di capire quali sono anche le esigenze degli studenti. Non è un percorso facile, ma stiamo tentando di avviare un servizio che potrebbe creare importanti sinergie tra il mondo della scuola e le esigenze delle realtà produttive del nostro territorio. La presenza di un Its nel Conselvano garantirebbe la formazione tecnica di personale altamente specializzato, assai richiesto dalle nostre aziende. Ecco perché alcuni insegnanti del Mattei Cattaneo stanno lavorando su ipotesi di progettazione di un percorso che potrebbe essere molto utile alla tipologia di aziende presenti nella zona industriale del conselvano che, è bene ricordare, è seconda come dimensioni alla Zip di Padova”.

Anche l’assessore al bilancio Federica Silvoni guarda con intesse agli Its: “Il nostro territorio ne ha bisogno e questa attività formativa potrebbe coprire un ampio bacino”. Silvoni ricorda poi l’impegno che l’amministrazione comunale sta riservando proprio al mondo della scuola, in tutte le sue articolazioni, attraverso la prosecuzione dei lavori del Pnrr per le nuove primarie e medie, la ristrutturazione della scuola dell’infanzia e l’ampliamento del micronido al Palù, insieme ad altri interventi

di supporto e attenzione alle famiglie con bambini in età scolare. L’attivazione degli Its avrebbe delle conseguenze positive non solo nell’incontro fra giovani e mondo del lavoro ma anche sul

sistema scolastico superiore conselvano, che ne uscirebbe rafforzato. I percorsi Its sono pensati per i giovani diplomati che vogliono “imparare facendo”, acquisire competenze subito spendibili

Acquedotto, doppio aumento

e costruirsi una carriera solida in settori strategici come tecnologia, industria, turismo, moda, energia e molto altro. Il Diploma di Tecnico Superiore rilasciato dagli ITS Academy è un titolo di studio ufficialmente riconosciuto a livello nazionale e internazionale, equiparato al V livello del Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF). Un suo vero valore sta nelle opportunità concrete che offre: i diplomati ITS in Veneto possono accedere a posizioni tecniche e tecnico-manageriali in aziende di ogni settore, dalle piccole e medie alle grandi imprese. Sono in grado di ritagliare ruoli su misura per le competenze acquisite, garantire possibilità di crescita professionale e anche un più rapido ingresso nel mondo del lavoro.

in bolletta, anche per colpa dell’emergenza Pfas

L’aumento delle tariffe dell’acquedotto del 7,9% nel 2024, applicata retroattivamente, e ancora 7,9% anche nel 2025 fa discutere e non manca di sollevare aspre polemiche. Secondo la società Acquevenete, che ha comunicato l’aumento in bolletta agli utenti, il rincaro è dovuto all’aumento dei costi ma anche alle spese sostenute per far fronte all’emergenza Pfas. “L’impatto degli investimenti sulle tariffe - argomenta l’azienda - si manifesta dopo due anni dall’entrata in funzione delle opere. Ciò significa che gli interventi rilevanti già completati, come quelli per risolvere le criti-

cità legate alla presenza di Pfas e la dismissione delle centrali lungo il fiume Po, influiscono sulle tariffe odierne. Le nostre tariffe sono calcolate a livello nazionale dall’Arera e tengono conto di numerosi parametri. L’aumento del 7,9% è pari a circa 3 euro al mese per un nucleo familiare standard di tre componenti”.

Aspre le critiche dal Movimento 5 Stelle di Conselve insieme a Elena Baldin, capogruppo in consiglio regionale. “E’ un fatto senza dubbio increscioso, dopo il danno del Pfas ora c’è anche la beffa. L’ennesima conseguenza dannosa di un evento illecito non può

trasformarsi in una penalità per chi abita il basso Veneto”. Baldin ha depositato un’interrogazione alla giunta regionale per chiedere se intende farsi parte attiva per evitare gli aumenti. “Acquevenete è a capitale interamente pubblico - fa presente - e le quote sono versate da ciascuno dei 107 Comuni soci, che ne esercitano il controllo. E sono questi enti pubblici ad aver sostenuto le spese per ripristinare la normale agibilità idrica”. Secondo il Movimento 5 Stelle la Regione potrebbe alleviare il carico delle nuove bollette anche rimborsandole anche a pagamento avvenuto.

Massimo, anni 43 montatore di Tecno Crane da 34 anni.
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Canali al collasso con le bombe d’acqua

L’effetto dei cambiamenti climatici si fa sentire non solo sui grandi fiumi ma anche sui corsi d’acqua locali, dai canali consorziali agli scoli di privati. Nel Conselvano, in cui territorio si trova anche a quote molto basse, il problema è particolarmente sentito in occasione dei nubifragi sempre più frequenti, che scaricano una grande quantità d’acqua in poche ore. La rete di scolo locale va in crisi, così le zone più basse o soggette a ristagno finiscono sott’acqua: ad essere minacciate sono anche aree residenziali e produttive, dove gli allagamenti provocano danni milionari.

Per fare fronte a questo rischio a Tribano è in corso la progettazione di lavori di scavo e sistemazione di tre canali cruciali per un’ampia porzione di territorio. Si tratta della Fossa Monselesana, dello scopo Rovega e del canale Legnosa. Questi tre corsi d’acqua svolgono un ruolo fondamentale nella sicurezza idraulica di centri abitati più vasti, tra cui Monselice, Pozzonovo, San Pietro Viminario e parte dei territori di Solesino e Conselve.

Inoltre la loro funzionalità incide sulla sicurezza di importanti zone artigianali e produttive come quelle di Ca’ Oddo-San Bortolo, Tribano, Vanzo e Pozzonovo.

Il Comune di Tribano ha ottenuto 480 mila euro di contributo dal ministero dell’Interno e ha affidato la realizzazone al Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, che ha pre-

sentato i progetti di fattibilità. Per lo scolo Legnosa è preevisto un intervento di risezionamento del canale per un’estensione di circa 3 chilometri, insieme alla realizzazione di nuovi ponticelli campestri e stradali e alla sistemazione delle sponde, per un investimento complessivo stimato in 4 milioni e 250 mila euro. Per quanto riguarda lo scolo Rovega e la Fossa Monselesana, i progetti di fattibilità prevedono interventi di espurgo e rinforzo delle sponde, con un importo stimato di 800 mila euro per ciascun corso d’acqua.

Fabrizio Bertin, presidente del consorzio Adige Euganeo: “L’obiettivo primario è quello di rendere cantierabili queste opere di

fondamentale importanza per la sicurezza del territorio nel più breve tempo possibile”.

“Siamo i primi in Italia ad aver adottato questa procedura - aggiunge il sindaco di Tribano Massimo Cavazzna - nonostante le difficoltà incontrate. A Tribano inoltre, negli ultimi tre anni abbiamo realizzato lavori diretti per 1 milione e 100 mila euro: il nuovo Ponte di via Bragadine per 450 mila, la sistemazione ponti di Via Pocasso e Talpe per 350.000, la sistemazione idraulica del nuovo Bacino di Via Deledda e di via Corollo con impianti elettronici per 300 mila. Inoltre il Consorzio ha eseguito lavori per circa 100.000 euro”.

Nicola Stievano

L’allarme del mondo ambientalista: “In passato sottovalutate le aree a rischio allagamento”

Il mondo ambientalista del Conselvano guarda con preoccupazione allo sviluppo urbanistico, in particolare delle aree produttive. A farsene portavoce è Diego Boscarolo, già consigliere del consorzio Adige Euganeo e spesso in prima linea nelle battaglie per la sicurezza ambientale.

A Tribano occhi puntati su tre scoli dai quali dipende la sicurezza di un’ampia area. Consorzio di Bonifica Adige Euganeo e Comune hanno messo a punto i progetti di sistemazione per oltre 6 milioni di euro, serviranno a diminuire il rischio di allagamenti improvvisi

“A sud di Conselve, tra i comuni di Bagnoli, Arre e Tribano,ricorda - un tempo esistevano una estesa zona paludosa, le Valli del Palù e un grande lago. Nonostante le bonifiche eseguite tra il 1 500 – 1700 molte aree sono rimaste più basse , anche di qualche metro rispetto al piano campagna, soggette a ristagni

di acqua e allagamenti. Alla fine degli anni 60, la scelta di sviluppare la seconda zona industriale della provincia, ha comportato il riempimento delle parte più bassa con materiali di scarto e rifiuti, l’inclusione di aree a rischio idraulico nella pianificazione urbanistica e la costruzione di decine di capannoni vicino alle sponde di canali e scoli senza rispettarne i vincoli di distanza. Queste problematiche, all’epoca sottovalutate, oggi sono al centro dell’attenzione pubblica, sia per l’accresciuta sensibilità ambientale, per i rischi legati ai cambiamenti climatici e gli interventi delle autorità competenti”.

Eppure nel Conselvano negli ultimi anni si sono poste due questioni al centro di vivaci polemiche. A Bagnoli il parco fotovoltaico da 30 ettari è stato bocciato perché non rispettava le norme tecniche sull’area a rischio idrogeologico. Invece il progetto del polo logistico di Tribano, conclude Boscarolo: “risulta vincolato da un parere del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo che obbliga la proprietà ad un innalzamento di oltre 1 metro dell’ intera area, in totale 150.000 metri quadrati, e alla costruzione di due invasi di laminazione, in quanto presenta il deflusso delle acque difficoltoso”.

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Manutenzione sulla Fossa Monselesana

Il Friularo Bagnoli Docg festeggia in Senato gli 800 anni di storia e i successi nel mondo

P

er la prima volta i produttori dello storico vino Friularo di Bagnoli hanno varcato le porte del Senato, accompagnati da una folta delegazione di sindaci del Conselvano, per celebrare gli 800 anni di storia certificata e radicata nella cultura e nella tradizione del territori. Il celebre vino rosso, che da trent’anni si fregia del marchio di qualità Docg, è l’ambasciatore del vino padovano nel mondo, terzo in ordine di esportazione fra le Docg venete. Ogni anno le 35 aziende produttrici mettono sul mercato 250 mila bottiglie, destinate in gran parte ai mercati mondiali. Il senatore questore Antonio De Poli, che ha invitato a Palazzo Madama la delegazione del Friularo, sottolinea, ricordando il rischio dazi: “Le istituzioni hanno il dovere di essere concretamente a fianco di un settore che è strategico per la nostra economia, anche e soprattutto in questo difficile contesto internazionale legato alla questione dei dazi che va affrontata con equilibrio e pragmatismo, puntando sul dialogo con il peso dell’UE per tutelare il tessuto produttivo, le nostre imprese e la nostra economia. Il Friularo è proiettato verso un futuro in cui sarà sempre più importante coniugare tradizione e innovazione nel rispetto dell’ambiente. Questi produttori sono, infatti, i migliori alfieri della sostenibilità: grazie al loro lavoro, d’altronde, producono vini di qualità, custodiscono la biodiversità”.

“E’ una giornata storica per un duplice motivo: festeggiare i 75 anni dalla fondazione della cantina e celebrare i 30 anni del Consorzio di Tutela, - ha detto Roberto Lorin, presidente di Conselve Vigneti e Cantine-. Il Friularo è un vino con 800 anni di storia e un futuro che guarda alla sostenibilità, non solo dal punto di vista produttivo, ma anche economico e sociale”. Nicola Zaggia, presidente del Consorzio di Tutela Bagnoli, conclude: “Abbiamo l’eccellenza del nostro territorio nel più alto luogo istituzionale, offrendo spunti di riflessione e approfondimenti storici di grande valore”.

Conselve amico delle api, gli alunni decorano le arnie

L’appuntamento con l’apicoltura e tutti gli aspetti di questo affascinante mondo, indispensabile per la biodiversità, è ormai consolidato a Conselve, che non a caso è “Comune amico delle api”. Quest’anno gli apicoltori sono arrivati da tutto il nord Italia per i giorni di eventi dedicati al mondo delle api tra incontri, esposizioni e un originale concorso per le scuole. Per

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Presenti, fra gli altri, Nicola Zaggia (presidente del Consorzio Doc Bagnoli e Friularo di Bagnoli Docg); Filippo Torsello (vicepresidente del Consorzio Tutela Bagnoli e Friularo di Bagnoli Docg); Roberto Lorin (presidente Cooperativa Conselve Vigneti e Cantine); Nicolò Calore (storico) e numerosi sindaci e amministratori della Bassa Padovana tra cui Matteo Ruzzon (sindaco di Bagnoli); Massimo Cavazzana (sindaco di Tribano); Serenella Negrisolo (sindaco di Cartura); Filippo Silvestri (sindaco di Terrassa Padovana) ; Nicholas De Zuani (sindaco di San Pietro Viminario); Umberto Perilli (sindaco di Conselve); Alberto Moretto (assessore Agna); Gino Favaro (assessore Due Carrare); Mirco Merlini (consigliere Arre); Rossella Molon (assessore Monselice); Elisa Magagna (consigliere Candiana).

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l’occasione è stato inaugurato l’apiario didattico all’apicoltura creato dall’apicoltore Paolo Molon in via Fossalta. L’associazione Apat apicoltori in Veneto, insieme al sindaco Umberto Perilli, ha fatto visita agli apiari della laguna Veneta nelle isole di Sant’erasmo, Isola degli armeni e San Francesco. Momento centrale il convegno in sala dante su “Le api, il nostro benessere e l loro fragilità” con la sesta edizione della mostra dell’attrezzatura apistica allestita in sala Dante. Il sindaco Perilli ha presentato il progetto dell’apiario didattico e premiato gli alunni delle scuole primarie Valeri e Da Vinci che hanno partecipato al concorso “I colori dell’alveare” e dipinto con originalità e gusto artistico le arnie poi esposte in piazza Dante e molto ammirate per tutto il giorno. Il progetto del concorso ha avuto successo e risonanza, al punto che sarà riproposto anche dal Comune di Lazise, in provincia di Verona, il cui assessore Elena Buio è stata ospite a Conselve.

La delegazione del Conselvano al Senato per gli 800 anni del Friularo

L’iniziativa. La Provincia di Padova tra le venti vincitrici del bando nazionale

Incidenti stradali, più risorse per la prevenzione e la formazione con il progetto “Mobilità sicura”

L a Provincia di Padova è tra le venti vincitrici del bando nazionale “Mobilità Sicura” promosso dall’Unione Province Italiane e finanziato con il Fondo contro l’incidentalità notturna gestito dal Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il progetto inviato ha ottenuto infatti i 100.000 euro di finanziamento previsti dal bando: le risorse serviranno a sviluppare progettualità che prevedono eventi formativi e attività pratiche per insegnare ai cittadini, soprattutto ai giovani, le modalità per prevenire un incidente, conoscere i meccanismi fisici e psicologici che si innescano prima e dopo uno scontro, in sinergia con psicologici ed esperti, nonché per favorire la promozione di comportamenti sicuri al fine di contrastare ogni forma di incidentalità stradale correlata all’assunzione di alcol e droga. Questo progetto è fondamentale per sensibilizzare la comunità e creare una cultura della sicurezza stradale, con un focus

particolare sulle nuove generazioni, che sono spesso coinvolte in incidenti legati all’uso di sostanze.

Grazie alle risorse ottenute con il bando UPI, la Provincia potrà implementare ulteriormente le iniziative in tema di prevenzione, educazione e formazione, con l’obiettivo di ridurre i numerosi incidenti che purtroppo continuano a verificarsi nel territorio, molti dei quali causati dall’assunzione di sostanze stupefacenti. In questo senso, si punta ad organizzare eventi che sensibilizzino soprattutto i giovani, coloro che si accingono a prendere la patente, sulla sicurezza stradale.

Il progetto si svolgerà in collaborazione con il Comune di Padova nell’ambito dell’Scuola 2025, il 6-7-8 novembre in Fiera di Padova. Ci saranno laboratori interattivi per i ragazzi grazie alla presenza di appositi simulatori di guida affiancati da interventi di vari esperti del settore. Queste iniziative consentiranno di educare in modo pratico i giovani sui rischi

legati alla guida in stato di alterazione, contribuendo a costruire una società più consapevole e responsabile.

Gli incidenti stradali in Italia e anche nella nostra provincia rappresentano un problema significativo, con un impatto devastante in termini di vite umane, salute pubblica ed economia. Nonostan-

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te i progressi nelle politiche di sicurezza stradale e nelle tecnologie dei veicoli, il paese continua a registrare un numero elevato di incidenti, molti dei quali causati da comportamenti imprudenti come la guida sotto l’effetto di alcol e droghe. In questo contesto, iniziative come il progetto “Mobilità Sicura” sono cruciali per sensibilizzare la popolazione, in particolare i giovani, sui rischi legati alla guida irresponsabile e per promuovere una cultura della sicurezza stradale. La prevenzione, attraverso l’educazione e la formazione, è fondamentale per invertire la tendenza e ridurre il numero di vittime e feriti sulle strade.

Vincenzo Gottardo

Il caso. L’appello di Matteo Cesaretto, presidente della coop Il Tarassaco

Dopo l’errore del taglio attesa per il nuovo bosco di pianura

Il clamoroso errore lasciò tutti allibiti la scorsa estate, quanto furono tagliate per sbaglio oltre 1500 piantine messe a dimora un anno prima dai volontari, entusiasti nel creare un grande bosco di pianura nell’ex area di lancio della base di San Siro. Ora in questi mesi alcuni alberelli sono ricresciuti ma la maggior parte dovranno essere ripiantati e la cooperativa “Il Tarassaco” che aveva seguito tutte le fasi del progetto, lancia un appello.

Matteo Cesaretto, presidente della cooperativa, ricorda l’impegno profuso per la piantumazione di oltre 1600 alberelli su un terreno di 10 ettari. “Tutte le nostre attività - precisa - sono assolutamente volontarie: non abbiamo ricavato alcun profitto dalla realizzazione di questo impianto. Ciò che a noi interessa non è la gloria del momento ma il mantenere fede ai nostri obiettivi. Perciò per il tramite della Fondazione Yves Rocher avevamo recuperato 1600 alberi (materiale vivaistico di un anno con maggior possibilità di attecchimento) completi di tutti gli accessori e donati al Comune di Bagnoli per un valore economico di almeno 10.000 euro. Abbiamo speso ore

e ore per progettare l’impianto, coordinare le operazioni propedeutiche, recuperato il materiale, suddividerlo e ma-

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terialmente piantarlo nel corso di due iniziative a febbraio 2023 frequentate da tantissime persone e coinvolgendo i volontari di tantissime altre associazioni (WWF, Lipu, Lions Club, Plastic free, Retake, Wigwam, Slow food, Auser, Kaleidoscopio, Pro loco, ecc). In cambio non avevamo chiesto nulla se non un po’ di attenzione nel progetto. Il nostro guadagno stava nell’avere visto i bambini piantare con gioia quegli alberi con la speranza che entrambi mettessero radici. Invece sono stati in gran parte tagliati. Sto aspettando una risposta dal comune e soprattutto delle garanzie minime sulla ripresa del progetto, per il quale sto cercando dei sostenitori”.

Il sindaco Matteo Ruzzon spiega che, come già concordato lo scorso autunno, era necessario attendere la bella stagione per controllare quante piantine sarebbero ricresciute e quindi mettere a punto l’intervento di ripristino. “I nuovi alberelli saranno piantanti in autunnoconclude - nel frattempo valuteremo di nuovo lo stato dell’area e metteremo a punto delle variazioni per favorire anche gli interventi di manutenzione”.

Nicola Stievano

Pro Loco padovane in festa

E’ stata dedicata a “Le vie dell’acqua, le terre del vino” la venticinquesima edizione della Festa provinciale delle Pro Loco celebrata al Teatro Goldoni di Bagnoli e negli storici locali e cantine del Dominio. Tra gli ospiti intervenuti alla giornata il presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo Fabrizio Bertin, che si è soffermato appunto sul delicato equilibrio tra terra e acqua nel padovano, Ferruccio Ruzzante autore del libro su Angelo Beolco detto il Ruzante, letto dal fratello Remigio, il senatore Antonio De Poli, la consigliera regionale Elisa Venturini, il sindaco di Bagnoli Matteo Ruzzon che ha fatto gli onori di casa, i vertici dell’Unpli, l’unione provinciale delle Pro Loco di Padova e delle Pro Loco della provincia. “Compito del Comitato provinciale di Unpli Padova- ha ricordato il presidente Giuseppe Pengo - è di coordinare, l’azione delle 96 Pro Loco padovane organizzate in 5 consorzi, ciascuna caratterizzata dal proprio peculiare modo di agire. La festa è anche un’occasione perringraziare tutte le realtà e i volontari che costantemente riversano le proprie energie. Questo evento consente anche il confronto, lo scambio proficuo di punti di vista e di buone pratiche, azione quanto mai necessaria quando i direttivi si rinnovano”. Il titolo della festa lo spiega Stefania Venturini, presidente del Consorzio Pro Loco Padova Sud Est: “Le vie dell’acqua perché Piovese e Conselvano sono stati salvati dall’acqua nel corso dei secoli, e poi le terre del vino, perché questi sono i luoghi del Friularo, Docg antichissima che compie 800 anni”. “L’azione delle Pro Loco va di pari passo con la promozione e la valorizzazione del territorio”, ha commentato Elisa Venturini.

Un nuovo Centro Studi sui cambiamenti climatici: la sfida Sintoniz zati sul

sa vitale e al contempo come possibile « Il prof. Rinaldo ri dell’iniziativa e ha ribadito quanto sia cruciale studiare l’acqua in tutte le sue implicazioni, per proteggere la società e le

Con questo progetto, Fondazione Cassa ma il proprio impegno per lo sviluppo sostenibile e per la promozione del bene

sapevolezza rinnovata: solo partendo dalla conoscenza possiamo affrontare con lucidità e determinazione le grandi FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800

zati, ma devono considerare il territorio in tutta la sua complessità». Durante l’inaugurazione del Centro Studi è intervenuto anche il professor Andrea Rinaldo, vincitore dello Stockholm Water Prize 2023, considerato il Nobel per l’acqua. La sua presenza ha rafforzato l’importanza del progetto, riportando al centro il valore dell’acqua come risor-

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Interventi educativi a contrasto della violenza di genere

Sindaco Moro diffamato: condanna definitiva per Sgarbi

stati colpiti dalla quantità e dal tipo di curiosità che i propri figli hanno manifestato e le insegnanti hanno riportato la soddisfazione di aver visto i propri alunni e le proprie alunne impegnate con attenzione su tematiche che spesso suscitano imbarazzi e silenzi”. “I progetti sono stati molto apprezzati dalle studentesse e dagli studenti e dagli insegnanti, grazie alla professionalità e incisività degli esperti – commenta il dirigente Matteo Burattin -. Auspico la riproposizione anche il prossimo anno, magari in forma più estesa”.

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Dopo 8 anni si è conclusa la controversia legale tra il primo cittadino di Due Carrare, Davide Moro, e il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. La Corte di Cassazione di Roma ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Sgarbi avverso la sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta, che a sua volta aveva confermato la condanna per diffamazione emessa in primo grado dal tribunale di Enna. Sgarbi è stato condannato a pagare una multa di 3.600 euro e a farsi carico delle spese legali. Il terzo e ultimo grado di giudizio ha anche confermato la cancellazione dei video diffamatori di Sgarbi nei confronti di Moro presenti in rete. I fatti

L e classi quinte delle tre scuole primarie di Due Carrare e due classi della scuola secondaria di primo grado Aldo Moro hanno appena concluso due distinti progetti di educazione all’affettività e alla sessualità. Le due iniziative di contrasto alla violenza di genere sono il frutto della collaborazione tra Istituto comprensivo Carrarese Euganeo e Comune di Due Carrare, che ha stanziato per questa finalità 3mila euro. Seguiti da operatrici del Centro Veneto Progetti Donna, gli studenti delle medie hanno partecipato a tre incontri finalizzati a rendere loro comprensibile il fenomeno della violenza contro le donne e a definire le diverse forme in cui si manifesta, con un focus particolare sulla violenza psicologica. Le operatrici del Centro Veneto Progetti Donna hanno messo al servizio degli studenti la loro esperienza quotidiana di ascolto, accoglienza e presa in carico delle donne. “Per la scuola primaria si è trattato della seconda edizione del progetto, che le insegnanti avevano individuato nel 2023 e richiesto al Comune di finanziare, non riuscendo a inserirlo nell’offerta formativa tradizionale senza dover chiedere un contributo alle famiglie – spiega l’assessora alle Politiche sociali, della famiglia e pari opportunità Angela Lava -. C’è stato un primo incontro online con i genitori coinvolti, durante il quale la dottoressa Chiara Peraro della cooperativa La Bottega dei Ragazzi ha illustrato l’importanza di affrontare percorsi di educazione sessuale già nel corso della scuola primaria, in cui si manifestano le curiosità sessuali. I genitori hanno potuto fare domande e avere pieno accesso al programma del corso ed è stata lasciata loro la possibilità di non prendere parte al progetto”. Ognuna delle classi quinte ha avuto tre incontri con la dottoressa Peraro in cui sono stati affrontati i temi della percezione di sé e degli altri, del ciclo della vita, della maturazione sessuale e dell’educazione al consenso. “Vi è stato poi un incontro finale, in presenza – prosegue Lava -, prima con le insegnanti e successivamente con i genitori, di grande soddisfazione perché abbiamo potuto toccare con mano il risultato positivo della nostra scommessa educativa: i genitori sono

risalgono al 2017. In video pubblicati sui social e in un intervento a una trasmissione radiofonica, Vittorio Sgarbi aveva rivolto frasi ingiuriose al sindaco Moro, reo, a suo dire, di favorire l’insediamento di un mega centro commerciale nelle vicinanze del Castello del Catajo. Il progetto della grande struttura era stato poi definitivamente stoppato dal vincolo paesaggistico posto su quell’area dalla Soprintendenza. Nel frattempo il sindaco Moro aveva provveduto a sporgere querela, ottenendo la vittoria in primo grado nel 2023, confermata l’anno dopo in secondo grado. Nelle scorse settimane è arrivata la condanna definitiva di Sgarbi da parte della Cassazione. “Voglio pensare che questa sentenza riafferma un principio fondamentale – commenta Moro -; chi riveste un ruolo istituzionale, e a maggior ragione se detiene delle posizioni apicali nelle istituzioni culturali del nostro Paese, ha una grande responsabilità nell’usare il linguaggio come mezzo per costruire, per spiegare concetti, per comprendere una realtà che ci circonda e che a volte ci fa paura”. (f.s.)

Davide Moro

L’obiettivo

Economia. L’obiettivo è quello di rafforzare il tessuto economico locale

Al via il distretto urbano del commercio Firmato l’accordo di partenariato

Firmato l’accordo di partenariato

L’iniziativa mira a rafforzare l’economia territoriale, sostenendo le attività commerciali e favorendo una rete di collaborazione con i distretti vicini

L’Accordo di Partenariato tra il

Comune di Tribano e le Associazioni di categoria firmato ufficialmente, ha l’obiettivo di rafforzare il commercio locale, sancito dalla collaborazione tra Istituzioni e Associazioni. Si tratta di un momento cruciale per ottenere il riconoscimento come Distretto Urbano del Commercio, con l’obiettivo di valorizzare le attività locali e creare una rete di collaborazione con i territori vicini. Il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana vede in questa iniziativa un’importante occasione di crescita per Tribano e dichiara: “L’unione fa la forza contro la concorrenza del commercio online. Negli ultimi sei anni abbiamo ottenuto risultati inaspettati - afferma il primo cittadino -. Ora puntiamo al riconoscimento del Distretto come strumento per integrare e sviluppare il nostro centro e le nostre frazioni. Solo con una collaborazione stretta tra commercianti, istituzioni e cittadini possiamo far fronte alla concorrenza sempre più forte dei negozi online. L’unione fa la forza e lavorando insieme possiamo garantire un futuro prospero per il nostro commercio di prossimità”.

locale, integrandolo nel contesto economico e sociale del nostro territorio. I negozi di vicinato non sono solo un servizio, ma anche un punto di aggregazione e di riferimento per la comunità, soprattutto nei piccoli centri. È nostro dovere sostenerli per garantire la vivibilità e la coesione sociale del territorio”. Tribano si prepara dunque a un futuro di crescita

e innovazione, con l’obiettivo di rafforzare il commercio locale e promuovere la collaborazione tra Istituzioni e Associazioni. Un segnale positivo per tutta la comu-

nità, pronta a cogliere le opportunità offerte dal nuovo Distretto del Commercio.

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Il tribanese Enrico Marin è maestro del lavoro

Al Tribanese Enrico Marin è stata consegnata nei giorni scorsi la decorazione della “Stella al merito del lavoro”, la prestigiosa onorificenza, conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero del Lavoro, che premia i lavoratori, dipendenti di imprese private e pubbliche, che si sono distinti per particolari meriti lavorativi e condotta esemplare, nell’attività lavorativa e sociale. Nei giorni precedenti il sindaco è stato convocato a Padova dal Prefetto Giuseppe Forlezza per un incontro con il “Maestri del Lavoro “ che sono stati

Il nuovo Distretto non solo rafforzerà l’economia locale, ma creerà anche una rete di collaborazione con i distretti contermini, favorendo la crescita delle attività economiche nei territori limitrofi e rendendo l’area più attrattiva e dinamica. Il Consigliere delegato alle Attività Produttive, Nikolas Vigato sostiene che: “I negozi di vicinato hanno un ruolo sociale fondamentale”. Anche il Consigliere delegato alle Attività Produttive, Nikolas Vigato, evidenzia l’importanza della candidatura: “I distretti del commercio rappresentano uno dei principali strumenti di politica attiva a sostegno del settore, soprattutto nei centri storici e urbani. L’operazione che abbiamo intrapreso è finalizzata a valorizzare il tessuto commerciale

poi premiati a Venezia presso il Teatro Toniolo. Tra questi Enrico Marin che ha lavorato per 30 anni nella ditta Tmb Fondata nel 1961. La Tmb è stata fondata come Officina Meccanica da Betto Antonio a Pernumia per i servizi di lavorazione meccanica per conto terzi e divenuta un’azienda leader nel settore metalmeccanico con lavorazioni di precisione su alluminio su automotive. Il Prefetto ha espresso vivo apprezzamento nei confronti dei Maestri del Lavoro sottolineando come gli stessi, attraverso il proprio impegno professionale e la propria integrità morale, siano stati e continuino ad essere un esempio ed un insegnamento per le nuove generazioni che si affacciano oggi nel sempre più difficile e complesso mondo del lavoro. È stato sottolineato, in particolare, come il lavoro sia indubbiamente il motore dell’economia, ma altresì un elemento che sorregge il funzionamento della società: rappresenta esso stesso un valore su cui si basa la coesione di una comunità ed è la componente essenziale della dignità di ogni uomo. (c.l.)

L’opera. Il comune ha ufficialmente concesso l’area a due associazioni sportive dilettantistiche

Rinasce il Parco Falcone Borsellino: da area degradata a centro di sport e legalità

Da area dismessa a spazio di rinascita sociale: il

Parco Falcone Borsellino di Tribano è stato riqualificato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio e al lavoro dei volontari

U

n nuovo capitolo si apre per il Parco Urbano Falcone Borsellino di Tribano, che da area dismessa è diventata simbolo di rinascita e partecipazione. Grazie a un’importante opera di riqualificazione ambientale sostenuta dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e dal fondamentale impegno dei volontari, il parco – situato in viale Germania, accanto all’isola Ecologica – è ora pronto ad accogliere attività sportive, ricreative e culturali per tutta la cittadinanza. Il comune di Tribano ha ufficialmente concesso in comodato d’uso gratuito per

sei anni l’area a due associazioni sportive dilettantistiche: l’A.S.D. Compagnia Arcieri del Drago, gruppo dedicato al tiro con l’arco attivo dal 2014 e guidato dal Presidente Pericle Preliedis, e l’A.S.D. Pontiac S.A.T., fondata nel 2011 e specializzata in attività ludico-strategiche di softair, sotto la guida del Presidente Mattia Zuin. Durante la cerimonia di consegna, svoltasi alla presenza del sindaco Massimo Cavazzana, del vicesindaco Davide Nucibella e del consigliere delegato allo sport Nikolas Vigato, è stato sottolineato il valore simbolico e sociale dell’iniziati-

va. “Questo parco è il frutto di un grande lavoro collettivo – ha dichiarato il sindaco Cavazzana –. Abbiamo trasformato una ex area di degrado in uno spazio vitale grazie alla sinergia tra istituzioni, volontari e Fondazione Cassa di Risparmio. Oggi, con l’insediamento delle due associazioni, si compie un ulteriore passo: unire l’attività sportiva al recupero del territorio significa

Sì alla teleassistenza domiciliare grazie al Gal patavino

I Comuni di Pernumia, Barbona e Tribano hanno ottenuto il finanziamento da parte del Gal patavino per il “Progetto di teleassistenza domiciliare da remoto” di abitazioni private dove risiedono anziani soli, con il coinvolgimento dei famigliari e dei servizi sociali del territorio. A darne notizia il Sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, che spiega: “Il servizio di teleassistenza verrà svolto da personale diversamente abile reperito sul territorio coinvolgendo i servizi sociali. Il progetto ha ottenuto un finanziamento a fondo perduto di 100 mila euro. Solo I‘Iva sarà a carico dei Comuni. Questo importante progetto ci permetterà di dare un’assistenza puntuale ed efficiente 24 su 24 in particolar modo agli anziani

ultra 80enni che continuano a vivere in autonomia”. La paura di molti anziani che vivono da soli: cosa succede se cado e nessuno se ne accorge? Potrebbe capitare in ogni momento. Con l’avanzare dell’età aumentano i problemi di vista e udito. La forza muscolare, la coordinazione e la velocità di reazione si riducono e spesso la vita di molte persone anziane è resa più difficile anche da malattie croniche. Tuttavia, i sistemi di telesoccorso e teleassistenza offrono agli anziani la sicurezza necessaria per fronteggiare le situazioni di ogni giorno e ai familiari un senso di tranquillità anche se non si trovano nelle immediate vicinanze. Sia nel caso del salvavita associato al telefono fisso che di quello collegato alla rete

cellulare, gli anziani portano con sé un trasmettitore mobile con un pulsante da premere in caso di difficoltà. L’apparecchio invia quindi un allarme a una centrale di telesoccorso che cerca subito di contattare l’interessato. Se ciò non fosse possibile o in caso di emergenza i collaboratori del servizio di telesoccorso informano i familiari, il medico di base o il servizio di soccorso in base alle necessità. Il primo cittadino di Tribano spiega infatti che il progetto dei tre Comuni, che è stato finanziato dal Gal patavino prevede che “Gli enti pubblici locali si doteranno di dispositivi domotici che verranno poi installati nelle abitazioni di chi ne avrà bisogno”. La tecnologia degli ultimi anni, anche per l’assistenza e con-

costruire una società più coesa, partecipata e viva. L’intitolazione a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non è casuale: questo parco vuole essere un luogo in cui valori come la legalità, l’impegno e il rispetto si respirano ogni giorno, attraverso lo sport, l’amicizia e l’amore per la natura”. Il giovane arciere Davide Vascon, 13 anni, promessa della Compagnia Arcieri del Drago, è uno dei tanti esempi positivi che dimostrano come lo sport possa essere un importante strumento di crescita personale e comunitaria. Con l’arrivo di queste nuove realtà, il futuro del Parco Falcone Borsellino si prospetta ancora più verde, inclusivo e dinamico, un punto di riferimento per giovani, adulti e anziani del territorio.

Cristinas Lazzarin

trollo degli anziani a distanza, consente alle persone ancora autosufficienti di poter vivere nella propria abitazione, sapendo che in caso di bisogno l’intervento dall’esterno sarà rapido. (c.l.)

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Regionali d’autunno

Ormai non si contano più le interviste al vetriolo che i leader dei due partiti si scambiamo, ma soprattutto non si placano le voci di “transumanze” di consiglieri leghisti, preoccupati per la propria riconferma a fronte del calo dei consensi del proprio partito, verso Fratelli d’Italia. Nel frattempo anche l’attività amministrativa, tanto in regione quanto nei territori, subisce i contraccolpi di questo contrasto: le Commissioni Consiglieri si stanno riducendo a campi di battaglia e persino nell’indicazione dei presidenti dei Consorzi di Bonifica l’eco di quanto sta accaden-

do in campo politico si fa sentire.

Alberto Stefani, segretario regionale della Lega, presidente e assessori di peso ai Fratelli con bonus di candidati sindaci delle Città Capoluogo prossime al voto? Può essere uno schema, ma proprio dai Meloniani è giunta una secca smentita: chiedono la presidenza. Per la Lega perdere la guida del Veneto potrebbe voler dire la fine di una lunga, lunghissima storia, per Fratelli d’Italia non poter annoverare, nel momento di massima forza, neppure la presidenza di un regione del nord appare inaccettabile.

Andranno divisi e useranno le elezioni come una sorta di primarie? Anche in questo caso tutto può accadere, ma

sembra un’ipotesi estremamente remota: troppo delicati gli equilibri anche di carattere nazionale per potersi permettere un approccio di questo tipo. E in tutto questo cosa accade al centrosinistra? Il tavolo degli alleati continua a incontrarsi e a parlarsi. Di nomi ne sono usciti molti, ma di ufficiali ancora nulla. Chissà che adesso, fissata la data delle elezioni, ci sia un’accelerazione. Tutta da decifrare la posizione di Azione: il partito di Calenda non ha ancora deciso come comportarsi. Sembra vogliano attendere di comprendere se vi sarà veramente una spaccatura tra Lega e Fratelli d’Italia per poi costruire un’alleanza con gli stessi leghisti e magari Forza Italia. Staremo a vedere.

Verso le elezioni. A pochi mesi dal voto centrodestra e centrosinistra sono tutt’altro che pronti

Caos alle regionali:

i partiti ancora in alto mare, chi sarà il nuovo presidente del Veneto?

Il Conclave per eleggere Papa Leone XIV è stato decisamente veloce nonostante il numero record di cardinali da mettere d’accordo. Niente a che vedere con quello che sta accadendo dentro i partiti e le coalizioni per la scelta del candidato presidente della Regione Veneto. Il prossimo autunno, così ha chiarito il Consiglio di Stato, si andrà alle urne, ma al momento tanto il centrodestra quanto il centrosinistra sembrano tutt’altro che pronti.

CASA CENTRODESTRA, BRACCIO DI FERRO PER LA LEADERSHIP

Partiamo dal centrodestra che, numeri alle mano, parte ovviamente da favorito. L’impossibilità per Luca Zaia, il presidente più amato d’Italia, di ricandidarsi ha aperto una voragine. Non tanto, o quantomeno non soltanto, perché non ci siano candidati alla sua altezza, quanto per la sintesi che il suo nome è in grado di produrre. In buona sostanza: senza Zaia, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia rivendicano tutti la presidenza.

In qualche dichiarazione maggiormente aspra qualcuno arriva persino a dire che l’alleanza di centrodestra non sarebbe scontata e che i partiti che la compongono potrebbero addirittura arrivare a correre l’uno contro l’altro. Questo però appare uno scenario improbabile: troppi gli equilibri, compresi quelli di Go-

verno, che impongono agli alleati di stare tutti insieme.

Estremamente rappresentative del clima che si sta vivendo in casa centrodestra le parole di un big come il capogruppo della Lega in Consiglio Regionale, Alberto Villanova: “La decisione del Consiglio di Stato sgombra definitivamente il campo dai dubbi. Per noi, comunque, il punto è mai stato il quando, ma il come. I Veneti si attendono e sperano di essere governati da un presidente che dia continuità al buon governo di Luca Zaia, lui per noi sarà sempre il Doge. Grazie alla compattezza ritrovata con il lavoro di Alberto Stefani, schiereremo tra le nostre fila gli amministratori più capaci e radicati sul territorio. Siamo pronti, prontissimi quindi, per la prossima campagna elettorale e per difendere la nostra linea del Piave”. Dove per “linea del Piave” la Lega intende proprio il mantenere la presidenza del Veneto. Il numero uno di Fratelli d’Italia in Veneto, il Senatore Luca De Carlo però non ci sta: “l’indiscrezione secondo cui il Veneto sarebbe stato assegnato alla Lega è priva di fondamento. Una bugia. Probabilmente con una strategia alla base: più ripeti e diffondi una cosa falsa e più matura il convincimento che sia vera. Ma non è così. Siamo il partito maggioritario non solo a livello nazionale, ma anche a livello veneto e quindi avremo un ruolo importante

nella scelta e nell’individuazione del migliore candidato presidente della Regione”. Staremo a vedere se i tavoli romani dirimeranno la questione e se il futuro del Veneto, alla fine, si deciderà nella Capitale sopendo che, pronto a scattare, c’è anche Forza Italia con il suo leader regionale, Flavio Tosi pronto a candidarsi.

CASA CENTROSINISTRA,

ALLA RICERCA DI UN CANDIDATO

Nel centrosinistra continuano gli incontri del tavolo di coalizione, ma di nomi del candidato, nel momento in cui scriviamo, ancora non se ne vedono. O meglio: se ne vedono molti, ma sono tutti frutto di indiscrezioni, rumor o supposizioni. Nello spe-

cifico sono stati passati in rassegna, senza successo, la scienziata Antonella Viola, l’ex sindaco di Vicenza, Achille Variati, l’attuale capogruppo PD, Vanessa Camani, la consigliera regionale PD vicentina, Chiara Luisetto. E la lista potrebbe continuare. Fatto sta che al momento il nome che tenga insieme i partiti che fanno parte della coalizione e le diverse anime all’interno degli stessi, ancora non si vede. Chiaro in questo senso il pensiero del segretario regionale del Pd, il senatore Andrea Martella: “Il lavoro del centrosinistra veneto prosegue in modo unitario, con il massimo della condivisione tra tutte le forze della coalizione. E non solo perché l’unità è un valore assoluto tanto per il

PD quanto per la coalizione, ma anche come precisa scelta politica. Nessuno strappo, nessuna polemica, a differenza di quello che vediamo succedere tutti i giorni in casa del centrodestra: il nostro è un confronto serio, rispettoso e concentrato sull’obiettivo comune. E cioè costruire un’alternativa credibile e vincente al governo della destra, dopo trent’anni di potere ininterrotto. Stiamo riflettendo insieme su diversi profili e su persone di qualità, in grado di interpretare con autorevolezza la sfida che stiamo costruendo. Una sfida che non è una spartizione tra partiti come invece vediamo nel centrodestra. È una sfida sulle idee, sui progetti, sui problemi da risolvere”. Staremo a vedere.

Luca De Carlo
Alberto Villanova
Andrea Martella

Emergenza abitativa, aumentano i bisogni ma sui fondi il Consiglio veneto si infiamma

L ’emergenza abitativa in Veneto, alla quale abbiamo dedicato il nostro approfondimento tematico il mese scorso, irrompe in consiglio regionale con tutte le sue contraddizioni e criticità e infiamma il dibattito politico. In occasione dell’esame del disegno di legge “Ordinamentale 2024, che contiene una serie di semplificazioni delle norme su trasporti, navigazione, edilizia residenziale pubblica, ambiente, difesa del suolo, la discussione si è concentrata in particolare sull’emergenza abitativa, per la quale i consiglieri di minoranza hanno chiesto una maggiore attenzione e risorse. Anna Maria Bigon, del Partito Democratico, ha seguito i lavori della seconda commissione che aveva messo a punto il provvedimento e osserva: “Sono emerse alcune implicazioni che non sono solo di natura sem-

plificativa che richiederebbero un maggiore coinvolgimento della commissione consiliare competente, il cui parere è fondamentale. Non può bastare una relazione annuale. Abbiamo un patrimonio di edilizia residenziale pubblica ormai vetusto, che va recuperato. Bisogna assolutamente intervenire sulla parte non utilizzata, da ricostruire in base a criteri socialmente utili e sostenibili, attraverso piani di rigenerazione urbana, con particolare attenzione alle fasce più fragili della popolazione”. In consiglio Renzo Masolo, di Europa Verde, mette l’accento sulla alienazione del patrimonio erp per recuperare altri alloggi: “Significa svilire, svendere un patrimonio necessario per far fronte alle necessità abitative delle fasce più fragili della popolazione. Serve una riforma dell’edilizia residenziale pubblica”.

I lettori ci scrivono dopo il nostro approfondimento

La capogruppo Pd Vanessa Camani è drastica: “Questo provvedimento, che tocca una serie di diverse materie, vede tra i nodi cruciali il fronte delle politiche abitative. Con risposte che, in assenza di efficaci modifiche normative, sono destinate a non risolvere l’attuale e dilagante situazione emergenziale. Stanno aumentando i bisogni, ma le risorse rimangono invariate. Addirittura, il patrimonio abitativo

pubblico si riduce, con richieste quasi quotidiane di alienazione da parte delle Ater. I casi di emergenza abitativa stanno infatti aumentando ovunque, soprattutto a causa dei tagli dei sostegni voluti dal governo, sia per quanto riguarda il Fondo affitti che quello per le morosità incolpevoli. Una riduzione che ha un impatto rilevantissimo, non solo per gli indigenti ma, a macchia d’olio, per la fascia media con un solo lavoratore. Non basta aumentare il numero di alloggi per emergenze abitative, togliendoli a quelli destinati all’edilizia popolare. Si cambi strategia, - conclude Camani - creando invece un fondo straordinario al quale i Comuni possono attingere nei casi di emergenza”. Elena Ostanel, di Veneto che Vogliamo, aggiunge: “Sulla casa

“Rispetto della legalità, recupero dell’esistente e spazio al libero mercato per attrarre gli investitori”

Dopo aver letto la nostra inchiesta “Dentro la notizia” dedicata all’emergenza abitativa un lettore ci scrive per offrire un contributo interessante al dibattito su un tema molto sentito e sempre attuale. Ecco la sua lettera

Gentile direttore, ho letto con vivo interesse l’approfondimento riguardante il diritto alla casa e la carenza di immobili in affitto in alcuni comuni della Marca. Vorrei offrirLe un breve spunto dal punto di vista di chi, come me, sarebbe disposto a investire nel mercato immobiliare locale, anziché destinare capitali alla finanza internazionale.

Pur avendo condotto analisi accurate e individuato scenari economicamente sosteni-

bili, ho sempre rinunciato a procedere per un motivo preciso: l’incertezza normativa. L’impossibilità di tutelare il proprietario di fronte a inquilini morosi, spese condominiali inevase o danni non risarciti rappresenta un rischio inaccettabile per chi investe con serietà.

Non credo di essere un caso isolato: molti potenziali investitori si tengono alla larga da un sistema che, nel tentativo di tutelare i più fragili, finisce per scoraggiare chi potrebbe

contribuire ad aumentare l’offerta abitativa. Ritengo che una misura chiave potrebbe essere rendere certo e rapido il ripristino del diritto in caso di inadempienza contrattuale. In parallelo, sarebbe auspicabile incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, magari prevedendo sgravi fiscali o agevolazioni per gli affittuari che accettano contratti legati alla ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile. Questo approccio potrebbe dare nuova vita a interi quartieri

non è possibile che manchi, in discussione generale, l’assessore regionale competente. Serve una riforma seria, organica, dell’edilizia residenziale pubblica. Circa novemila veneti sono in attesa della casa e manca una strategia dell’Esecutivo regionale per mettere mano agli immobili vetusti. Non serve, non paga, l’alienazione di alloggi per ristrutturarne altri. Proponiamo che una percentuale di alloggi erp venga riservata agli under 35”. Andrea Zanoni, di Europa Verde, chiede piani che consentano una valutazione complessiva della situazione abitativa, provincia per provincia, comune per comune. Arturo Lorenzoni vede la necessità di uno strumento diverso e invita a “lavorare e investire su progettualità specifiche per valorizzare il patrimonio”.

senza ulteriore consumo di suolo. Infine, credo sia opportuno riflettere su quanto l’edilizia pubblica, pur animata da buone intenzioni, abbia spesso prodotto quartieri degradati e poco vivibili. Lasciare spazio al libero mercato, purché regolato con equilibrio, potrebbe rivelarsi molto più efficace nel garantire un’offerta abitativa variegata e dignitosa.

Cordialmente, AB

Vanessa Camani

La consultazione. Si vota l’8 e il 9 giugno, per la validità è necessario raggiungere il quorum

Referendum, cinque quesiti sulla scheda: dal mondo del lavoro alla cittadinanza

L ’appuntamento con le urne è per l’8 e il 9 giugno: i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari, quattro dedicati al mondo del lavoro e uno ai tempi per il riconoscimento della cittadinanza. Come sempre in Italia si tratta di referendum abrogativi, quindi si vota sì per cancellare e cambiare delle leggi in vigore mentre con il no rimane tutto come è. La validità è legata alla partecipazione degli elettori perché la consultazione sarà valida solo se verrà raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Nei comuni con più di 15 mila abitanti nei quali si è votato per le amministrative il 25 e 26 maggio il referendum potrebbe coincidere anche con l’eventuale ballottaggio. Sarà decisivo anzitutto il dato per l’affluenza e nelle ultime settimane si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione. I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.

Il cuore del referendum 2025 bat-

te su due fronti: il lavoro e la cittadinanza. I primi quattro quesiti, infatti, si concentrano su aspetti critici del mondo del lavoro, quali licenziamenti, contratti a termine e responsabilità negli appalti. Il quinto quesito, invece, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri.

Il primo quesito, in particolare, propone l’abrogazione delle regole introdotte dal Jobs Act nel 2015, che disciplinano i licenziamenti illegittimi, chiedendo se si vuole tornare a una maggiore possibilità di reintegro del lavoratore. Attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti è previsto un indennizzo economico tra le 6 e le 36 mensilità di stipendio. Se la norma attuale venisse abrogata sarebbe di nuovo possibile il reintegro della persona nel posto di lavoro, oltre al risarcimento economico. Il secondo quesito riguarda l’abolizione del tetto massimo all’indennità per i lavoratori delle piccole imprese licenziati senza giusta causa, permettendo

al giudice di decidere l’indennità senza limiti imposti. Con questa riforma non ci sarebbe più il limite delle sei mensilità e l’indennità andrebbe stabilita da un giudice sulla base di una serie di criteri sulla gravità della violazione ma anche la situazione familiare e la posizione economica dell’azienda.

Il terzo quesito mira a eliminare le norme che limitano la durata e le proroghe dei contratti a termine, e le motivazioni necessarie all’assunzione, chiedendo se si vuole obbligare le aziende a motivare sempre l’uso del contratto a termine. Oggi questi contratti possono essere stipulati fino a 12 mesi senza che un datore di lavoro debba indicare un motivo specifico. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, chiedendo se si vuole reintrodurre la responsabilità anche per il committente in caso di infortuni causati da rischi specifici dell’appaltatore.

Il quinto quesito, infine, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri, chiedendo

se si vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza necessario, anche se già adesso sono necessari ben più dei dieci anni previsti. Votando sì si cancella la legge el 1992 con cui si è alzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. Non vengono modificati invece gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non avere commesso reati.

Naturalmente le posizioni dei partiti differenziate. I partiti di governo, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono per l’astensione, Noi Moderati invece invita comunque gli elettori ad andare alle urne e a

votare no. Mobilitati per cinque sì invece il Partito Democratico insieme alle altre forze di sinistra. Il Movimento 5 Stelle distingue e invita a votare sì per quattro quesiti sul lavoro mentre lascia libertà di scelta sul tema della cittadinanza. Sul fronte sindacale la Cgil, tra i principali promotori dei referendum, in particolare quelli relativi al lavoro, invita perciò ad andare alle urne e a votare 5 sì, ponendo un forte accento sulla necessità di rafforzare la tutela dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro. Posizione opposta, infine, quella della Cisl che boccia i quattro quesiti sul lavoro ritenendo che potrebbero avere effetti dannosi proprio sui lavoratori. L’ultima parola ora tocca agli elettori.

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Il portale. Si possono trovare informazioni e condividere iniziative tra produttori e consumatori

Comunità energetiche rinnovabili, il Veneto ci crede

S

ul fronte delle energie rinnovabili il Veneto è sempre stato all’avanguardia, fin dai tempi dei primi impianti fotovoltaici sui tetti di abitazioni e aziende. Ora la nostra regione fa un balzo in avanti anche nella partita delle Comunità energetiche rinnovabili che si stanno via costituendo, nonostante le difficoltà e la burocrazia che accompagna le soluzioni innovative. Infatti in Veneto ci sono già 73 Cer, il 10 per cento del totale nazionale, con una capacità produttiva di 12,75 Megawatt di elettricità dal sole e benefici per chi ne fa parte. Ma cosa sono le comunità energetiche? Sono organizzazioni formate da soggetti privati, aziende e enti pubblici che si mettono insieme per condividere l’energia prodotta da impianti di energia rinnovabile. Oltre ai vantaggi sotto il profilo ambientale e di ottimizzazione della rete le comunità energetiche consentono di ricevere un incentivo dallo stato che poi viene suddiviso tra i partecipanti.

Attualmente in Veneto esistono diverse iniziative locali, ma molte di esse hanno difficoltà a entrare in contatto con cittadini e imprese interessati a partecipare. Allo stesso modo, chi vorrebbe aderire a una Cer spesso non dispone di un canale semplice ed efficace per individuare quella più adatta alle proprie esigenze. Inoltre, le informazioni sulle comunità energetiche sono spesso sparse su più fonti e non sempre coerenti tra loro. Non da ultimo, la costituzione di comunità energetiche necessita di competenze tecniche che rendono la fase di avvio assai complessa e impegnativa da portare a termine.

Ed è stata proprio la frammentazione delle informazioni e la mancanza di un canale centralizzato ad ostacolare la diffusione e l’aggregazione di queste iniziative.

Per superare queste criticità sia a livello informativo che organizzativo la Regione Veneto ha lanciato VenetoVerdeEnergia.it, un

portale pensato per dare impulso alle Comunità Energetiche Rinnovabili e agevolare la transizione verso un modello energetico più sostenibile. L’intenzione è quella di colmare il divario tra chi desidera partecipare a queste realtà e le stesse comunità, rendendo più semplice l’accesso a informazioni chiare e coordinate.

“Le comunità energetiche,spiegano gli esperti - rappresentano un modello innovativo che vede la collaborazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici per condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili. Questo approccio, oltre a offrire evidenti benefici ambientali, consente di ottenere incentivi statali, contribuendo al miglioramento della rete elettrica e alla riduzione dei costi per i partecipanti. L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema in cui ogni cittadino possa sentirsi parte attiva di un futuro energetico sostenibile, contribuendo in modo diretto alla crescita e al consolidamento delle comunità

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energetiche sul territorio veneto”.

La consultazione del portale è semplice: basta inserire il proprio indirizzo per sapere quali sono le Cer attive in zona e avere i riferimenti per contattarle direttamente. Inoltre le comunità energetiche che si iscrivono al portale possono ampliare la propria rete di produttori e consumatori, favorendo così la crescita del modello di condivisione dell’energia rinnovabile. Questo strumento

non solo favorisce il dialogo e lo scambio tra le diverse realtà, ma rappresenta anche un incentivo per le stesse comunità energetiche che possono farsi conoscere e trovare sia nuovi produttori che consumatori. In queste settimane la Regione sta organizzando anche una serie di incontri pubblici per spiegare appunto cosa sono le Cer e quali potenzialità di risparmio offrono anche per i piccoli consumatori.

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SALUTE

Campagna di immunizzazione in Veneto: crollano i ricoveri per bronchiolite nei bambini

Un drastico calo dei ricoveri pediatrici in Veneto. Cos’è successo? La risposta risiede in una campagna di immunizzazione senza precedenti contro il virus respiratorio sinciziale (VRS), che ha portato a risultati sorprendenti. Presentati a Padova, i dati mostrano un significativo miglioramento nella gestione delle infezioni respiratorie nei bambini, grazie all’uso dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab. L’assessore alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, ha illustrato i risultati della campagna durante un evento tenutosi il 28 aprile presso l’Azienda Ospedale Università di Padova. “Abbiamo assistito a una riduzione del 74% dei ricoveri e dell’83% dell’occupazione delle terapie intensive neonatali”, ha dichiarato Lanzarin. Questi numeri rappresentano un traguardo straordinario per la sanità pubblica veneta, che ha visto i ricoveri passare da 1.003 nella stagione 2023/2024 a soli 260 nella stagione 2024/2025.

La chiave di questo successo è stata la somministrazione del Nirsevimab, un anticorpo monoclonale disponibile in Veneto da novembre 2024. Questo trattamento ha immunizzato l’83,5% dei nati tra novembre 2024 e marzo 2025, e il 70,5% dei nati da gennaio a ottobre 2024. Grazie a questa strategia, le giornate di degenza sono diminuite del 78% rispetto al triennio 2021-2024. Il successo della campagna è stato possibile anche grazie a un’efficace comunicazio-

ne e collaborazione tra famiglie, pediatri e professionisti sanitari. “Un ringraziamento doveroso va a tutti i professionisti che hanno collaborato al raggiungimento di questo importantissimo risultato”, ha sottolineato Lanzarin. La campagna ha raggiunto capillarmente tutti gli interessati, dimostrando l’importanza di un approccio integrato nella sanità pubblica.

Nella Pediatria dell’Azienda Ospedale Università di Padova, gli accessi al Pronto soccorso per bronchite nei bambini sotto un anno sono scesi da 123 a dicembre 2023 a soli 10 a dicembre 2024. I ricoveri pediatrici per bronchite acuta da VRS sono passati da 73 nel 2023-2024 a 9 nel 2024-2025. Questi dati evidenziano l’efficacia della prevenzione, soprattutto considerando che per la bronchiolite causata dal VRS non esiste una terapia specifica, se non l’ossigeno in ospedale.

La prevenzione si conferma l’unico strumento efficace contro il VRS, un’infezione che, se contratta nei primi mesi di vita, può contribuire allo sviluppo dell’asma. Ogni anno, tra novembre e aprile, si registravano in Veneto oltre 90 ricoveri, soprattutto nei lattanti sotto i sei mesi. Grazie alla campagna di immunizzazione, questi numeri sono drasticamente diminuiti, migliorando la qualità della vita dei bambini e riducendo il carico sulle strutture sanitarie.

Padova Est: messa in sicurezza e tempi rispettati per il nuovo ospedale

La realizzazione del Nuovo Ospedale di Padova Est compie un passo decisivo. La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, il testo dell’accordo attuativo tra Regione, Azienda Ospedale-Università di Padova e Comune di Padova per la messa in sicurezza idraulica e geotecnica degli argini dei canali Piovego e San Gregorio.

“Il rinforzo e il rialzo degli argini – spiega Lanzarin – garantiranno la sicurezza idraulica di Padova Est, con effetti positivi anche su Noventa Padovana, dove si trovano importanti aree industriali, commerciali e residenziali”. L’accordo stabilisce che tutte le fasi – dalla progettazione all’esecuzione, fino al collaudo –dovranno essere concluse entro il 31 dicembre 2027. Tempistiche pienamente compatibili con quelle previste per la realizzazione del nuovo polo ospedaliero. Superare le criticità idrauliche nell’area permetterà all’Azienda Ospedale-Università di Padova di rispettare il calendario per la progettazione definitiva, la cui consegna è prevista entro il mese di giugno. Inoltre, saranno messe in sicurezza anche le aree dove sorgerà il terminal della nuova linea tramviaria che collegherà l’ospedale al centro città. L’intervento ha già ottenuto un finanziamento complessivo di 800 milioni di euro tramite piani di investimento INAIL: 450 milioni con decreto della Presidenza del Consiglio (dicembre 2018) e altri 350 milioni con decreto del Ministero della Salute (novembre 2024).

Nel frattempo, l’Azienda ha già trasmesso a INAIL i primi documenti relativi alla progettazione, nel pieno rispetto della tempistica. Si rafforza così l’impegno per un’infrastruttura moderna, sostenibile e a forte impatto sociale, destinata a diventare un punto di riferimento per la sanità veneta e nazionale.

In occasione della Giornata nazionale pDare una cornice stabile alle collaborazioni già in atto tra pubblico e Terzo Settore per rafforzare l’accesso alle cure delle persone più vulnerabili: è questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato tra l’Ulss 6 Euganea e sette realtà attive nel territorio padovano, tra cui Fondazione Nervo Pasini, Croce Rossa Italiana Comitato di Padova, Medici in Strada, Medici con l’Africa CUAMM, Anteas, Adam ETS e Caritas Diocesana. Il Distretto socio-sanitario Padova Bacchiglione, dove da oltre vent’anni è attivo il Servizio Immigrazione, riconosce il valore degli Enti del Terzo Settore nel sistema di welfare. L’intesa firmata rappresenta un passo importante per garantire servizi sanitari più efficaci, coordinati e accessibili alle persone in situazione di fragilità. Si tratta di una sperimentazione concreta del principio di sussidiarietà,

che consente alla sanità pubblica di integrarsi con chi già opera sul territorio in modo capillare, evitando duplicazioni e dispersioni.

I destinatari sono anziani soli, disabili, donne in gravidanza, genitori soli con figli, migranti, senza fissa dimora, cittadini non iscritti al SSN o privi di documenti.

Il protocollo prevede l’erogazione di assistenza medica di base, cure ambulatoriali e ospedaliere, vaccinazioni, consulenze, rilascio di tessere STP ed ENI, prestazioni specialistiche e supporto amministrativo.

«Vogliamo definire procedure condivise – spiega il direttore dell’Ulss 6, Paolo Fortuna – e valorizzare le risorse di ciascuno per risposte più tempestive ed efficaci, evitando sovrapposizioni e frammentazioni».

Don Luca Facco (Fondazione Nervo Pasini) parla di “un’alleanza che riduce le

L’ULSS 6 Euganea approva il bilancio 2024

L’ULSS 6 Euganea ha approvato oggi il bilancio d’esercizio per il 2024, segnando un risultato straordinario che si traduce nel miglior risultato degli ultimi cinque anni. Con un valore della produzione di oltre 2 miliardi di euro (2.044.205.864 euro), l’azienda ha registrato una perdita contenuta di 15 milioni di euro, una cifra ben inferiore ai 85 milioni previsti nel bilancio previsionale, e decisamente ridotta rispetto al deficit medio di 40 milioni degli ultimi quattro anni.

della spesa e all’ottimizzazione delle risorse.

disuguaglianze e costruisce comunità solidali”. Giampietro Rupolo (CRI Padova) sottolinea l’importanza di “una rete organizzativa capace di offrire risposte concrete, in modo strutturato e continuativo”.

Medici in Strada, attiva anche con un ambulatorio fisso in via Tonzig, ribadisce l’importanza dell’incontro umano. Don Dante Carraro (CUAMM) ricorda l’esperienza maturata in Africa come valore da restituire anche sul territorio locale. Un Gruppo interistituzionale coordinato dall’Ulss garantirà il monitoraggio delle azioni. L’obiettivo comune è chiaro: nessuno dev’essere lasciato indietro. Ogni azione sarà condivisa, documentata e orientata al miglioramento costante della presa in carico, con particolare attenzione ai percorsi di prevenzione, inclusione e prossimità.

Anna Bergantin

Ulss 6 Euganea e Terzo Settore uniti per garantire cure accessibili ai più fragili: firmato un protocollo per integrare servizi e ridurre le disuguaglianze

Il Direttore Amministrativo, dr.ssa Michela Barbiero, ha sottolineato che il risultato ottenuto è frutto di un grande impegno organizzativo, in un contesto caratterizzato da fattori esterni sfavorevoli come l’inflazione, le difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali e la crescente domanda sanitaria. Nonostante tali difficoltà, l’azienda è riuscita a fronteggiare l’aumento delle prestazioni sia ospedaliere (+2,4% nei ricoveri) che territoriali (+5,8% nelle prestazioni ambulatoriali), garantendo un’efficienza operativa grazie alla razionalizzazione

Il Direttore Generale, dr. Paolo Fortuna, ha confermato l’andamento positivo, evidenziando un incremento significativo delle prestazioni offerte: i ricoveri sono aumentati del 2,4% per un totale di 46.554, le prestazioni ambulatoriali sono cresciute del 5,8% raggiungendo oltre 11 milioni, mentre gli accessi ai pronto soccorso sono aumentati del 3%, con un totale di 176.876 accessi. Anche il settore territoriale ha visto un aumento: l’assistenza residenziale temporanea ha registrato un +13,6%, passando da 2.356 a 2.676 utenti.

Oltre a queste performance, l’azienda ha intensificato gli interventi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra i risultati più significativi, il completamento del primo milestone del PNRR, con il rinnovo delle attrezzature tecnologiche e l’ammodernamento dei sistemi digitali, ha permesso l’acquisizione di nuove apparecchiature, tra cui TAC, risonanze magnetiche e angiogra-

fi. Inoltre, sono stati avviati importanti lavori sul territorio, come la creazione delle “Case della Comunità” e il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia, con la realizzazione di nuovi ospedali di comunità e l’attivazione di centrali operative territoriali.

Sul fronte della sicurezza, sono proseguiti i lavori di adeguamento normativo, con interventi significativi nel presidio ospedaliero di Camposampiero e Cittadella per la prevenzione incendi, oltre al rafforzamento delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, in risposta anche al crescente fenomeno delle aggressioni al personale sanitario.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Con l’arrivo di maggio, iniziamo a preferire piatti più leggeri e facili da preparare.

QUICHE ALLE ZUCCHINE, FIORI DI ZUCCA E MOZZARELLA

Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Perfetta in questa stagione con l’arrivo delle prime zucchine e i fiori di zucca. Ottima soluzione come antipasto o come piatto unico. Per un sapore un po’ più intenso utilizzate la mozzarella di bufala.

Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di zucchine scure; 250 g di mozzarella; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; 6 fiori di zucca; spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe

Preparazione: Affettare le zucchine a rondelle sottili. In una padella antiaderente spadellate per dieci minuti con olio e spicchio d’aglio. Aggiungete sale, pepe e fate raffreddare. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al parmigiano. Aggiungere le zucchine cotte e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Prendere la pasta sfoglia e versate il composto con le zucchine. Aggiungere la mozzarella tagliata a fette e i fiori di zucca privati di pistillo e gambo. Cuocere in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti

RISOTTO AL PESTO CON GAMBERI

Il pesto si usa spesso con la pasta, soprattutto con le trofie. In questa ricetta, invece, lo abbiniamo al riso, che si dimostra un ingrediente molto versatile. Il risultato è un piatto semplice, gustoso e invitante.

Ingredienti: : 350 gr Riso Carnaroli; 500 gr Gamberi; 3 cucchiai Pesto alla Genovese; 1 Scalogno; Vino bianco secco; Brodo vegetale; Olio extravergine d’oliva; Sale e Pepe nero

Preparazione: Spuntare e lessare i fagiolini e tagliarli a pezzetti. Frullare le foglie di basilico con i pinoli, uno spicchio di aglio e un pizzico di sale e l’olio, poi trasferire il composto in una ciotola e mescolatelo con la grana. Scaldate sul fuoco una casseruola versate il riso e tostatelo per un minuto; proseguite la cottura con il brodo vegetale bollente, versandone poco alla volta. Il risotto sarà pronto al dente in 16-17 minuti. Nel frattempo, sgusciate le code di gambero, dividetele in due per il lungo, saltatele in padella con un filo d’olio. Aggiungete i fagiolini e le code di gambero, tagliandone alcune a pezzetti; completate con una macinata di pepe.

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PANCAKE

AI FRUTTI DI BOSCO

Le tradizionali frittelle dolci di tradizione americana sono la perfetta colazione della domenica ma anche per il brunch o come merenda dei bambini. Il gusto dolce del pancake si sposa bene con il sapore acidulo dei frutti di bosco. Ingredienti per 8 pancake: 220 gr farina 00 per dolci; 200 gr Latte; 30 gr Zucchero; 6 gr di lievito 2 Uova; pizzico di Sale; Olio di semi | Ingredienti per fare la salsa ai frutti di bosco: 250 grammi di Frutti di bosco vari;2 cucchiai di Zucchero a velo e succo di mezzo limone

Preparazione: Per la salsa ai frutti di bosco, in una pentola con i bordi alti inserire i frutti scelti e fateli cucinare a fiamma bassa. Aggiungere lo zucchero e mescolare in modo deciso con la frusta fino a far diventare una cremina omogenea. Spegnere la fiamma e setacciare la crema ottenendo una salsa senza semi. Per la preparazione dei pancake: in una ciotola rompere le uova, aggiungere zucchero, latte, farina e lievito, mescolare fino ad ottenere un impasto non troppo liquido, omogeneo e senza grumi. In una pentola antiaderente versare un mestolo di composto e cuocetelo a fiamma non troppo alta. Quando il fondo sarà ben dorato e in superficie si formeranno delle bollicine, servendovi di una spatola, giratelo sull’altro lato e cuocete finché anche questo lato non si sarà ben colorito.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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