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Lo IOV compie 20 anni: ricerca, cura e innovazione al servizio dei pazienti

Nuovo Hospice pediatrico centro d’eccellenza delle cure palliative infantili a Padova

Corsa alle regionali

Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?

Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.

E invece?

Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.

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Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:

“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”

Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche

A Fontaniva Fatos Cenaj è stato ucciso da un colpo di pistola, in circostanze che restano oscure. In attesa di risposte il paese è scosso da un senso di incertezza e di insicurezza profonda

“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile

GRANDINATA DEL 2023, STANZIATI I RISTORI: OLTRE 380MILA EURO PER CARMIGNANO

Colpiti oltre 350 immobili, 100 veicoli e numerose attività produttive. I fondi saranno destinati alle famiglie che hanno chiesto un risarcimento.

GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO

Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”

Veneto2

ATra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.

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Erica Brugnolaro alla guida di “Vivi Cittadella”

“C’è voglia di fare”, dice Erica Brugnolaro, con l’entusiasmo di chi guarda avanti e il coraggio di chi ha già costruito molto. È lei il nuovo volto alla guida di “Vivi Cittadella”, l’associazione che da anni unisce esercenti e commercianti della città murata, pronta a rilanciare con un direttivo rinnovato ma ben radicato sul territorio. Accanto a lei, Andrea Lago, vicepresidente e vero pilastro del gruppo dopo nove anni da presidente, insieme a Cristian Conte, Laura Munari e Alessandra Zen. Una squadra giovane, compatta, motivata: “Vogliamo unire, coinvolgere, rilanciare”, dice Brugnolaro. Il passaggio di testimone con Edoardo Michelini, presidente uscente, non è una semplice formalità: è il simbolo di una continuità fatta di radicamento, impegno quotidiano e presenza attiva tra le vie del centro. L’obiettivo è chiaro: trasformare Cittadella in un sistema dove ogni negozio, ogni bottega, ogni attività sia un tassello prezioso di una comunità viva e attrattiva. “Vogliamo coinvolgere il maggior numero di colleghi, dentro e fuori le mura”, spiega la presidente, “e rendere ancora più efficace la nostra comunicazione, intercettando bandi e fondi per portare valore concreto al tessuto commerciale locale, valorizzando le eccellenze e costruendo una rete forte e collaborativa”. Intanto, uno dei prossimi eventi è la Notte dei Saldi dell’11 luglio. Occasione per accendere il centro storico e offrire esperienze di qualità. E il Comune ci crede: “Il nostro è un centro commerciale naturale”, dichiarano il sindaco Luca Pierobon e l’assessore al commercio Filippo De Rossi, “acquistare a Cittadella significa trovare competenza, assistenza e sorrisi che nessuna piattaforma online può offrire, oltre a sostenere direttamente l’economia del territorio”.

Commercio locale più unito e innovativo, con eventi che accendono il centro storico

Tra violenza concreta e insicurezza percepita Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.

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Silvia Bergamin
dell’Alta Padovana

Sicurezza Urbana /1. Gli investigatori esplorano ogni pista, dall’incidente al gesto volontario

Sparo misterioso in via Casoni Basse Fontaniva come il Far West

Fatos Cenaj, ex agente di polizia penitenziaria, colpito alla testa mentre si trovava non lontano da casa, è morto dopo qualche giorno. Nessun movente chiaro emerge finora, mentre i carabinieri setacciano la zona alla ricerca di risposte

U

n silenzio carico di paura e sconcerto avvolge il comune di Fontaniva, dove in data di stampa del nostro giornale si cerca di fare luce su un gravissimo episodio di violenza che ha lasciato la comunità attonita. Fatos Cenaj, 58 anni, di origine albanese e residente da alcuni anni in paese, è stato colpito da un colpo di proiettile alla testa mentre si trovava in via Casoni Basse, a poca distanza dalla sua abitazione. Il fatto è avvenuto domenica mattina, 8 giugno, intorno alle 8. L’11 giugno, tre giorni dopo il ricovero in ospedale in condizioni disperate, Cenaj è morto . Ex agente della polizia penitenziaria in Albania, ora in pensione, descritto da chi lo conosce come

un uomo tranquillo e riservato, senza precedenti né nemici, è al centro di un’indagine dai contorni ancora oscuri.

A occuparsi delle indagini sono i carabinieri del Nucleo Investigativo di Padova, coordinati dal tenente colonnello Enrico Zampolli, che stanno battendo ogni pista possibile. La matrice del gesto non sarebbe legata a vendette o dissapori: nessuna faida, nessun rancore noto. Anche la moglie della vittima è stata ascoltata a lungo, ma l’ipotesi di tensioni familiari è stata esclusa. L’interrogativo principale resta: chi ha premuto il grilletto? E perché? Gli inquirenti non scartano l’ipotesi di un incidente. Una delle piste più battute è quella secondo

cui i colpi sarebbero partiti accidentalmente da un’abitazione vicina, magari nel tentativo imprudente di testare un’arma da fuoco. In tal senso, i carabinieri stanno controllando tutti i residenti della zona in possesso di porto d’armi, per verificare se qualcuno possa aver compiuto il gesto inconsapevolmente. Parallelamente, si stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nei dintorni per raccogliere elementi utili. Ogni casa, ogni angolo di via Casoni Basse è ora sotto la lente degli investigatori. Nonostante l’intensificazione delle ricerche, nessuno si è ancora presentato spontaneamente alle forze dell’ordine. Un dettaglio che rende ancora più difficile e preoccupante la ricostruzione dei fatti. Intanto, mentre la famiglia Cenaj ha vissuto ore di apprensione fino al drammatico epilogo, la comunità di Fontaniva ha assistito incredula ad un

caso che ha sconvolto la quotidianità di un paese tranquillo. Questo gravissimo episodio lascia un’amara sensazione di vulnerabilità e di spaesamento in una comunità abituata a vivere con tranquillità. Fontaniva, come tanti piccoli centri, sembra oggi messa a dura prova da un gesto

In aumento le truffe agli anziani, violenza di genere e baby gang

Nell’ultimo anno le chiamate al numero di emergenza dei Carabinieri sono aumentate del 10%, un dato che indica una maggiore fiducia dei cittadini nell’Arma e una crescente propensione a denunciare. Tuttavia, ciò che colpisce maggiormente nei dati relativi alla criminalità nella provincia di Padova è l’aumento dei reati violenti: in particolare, si registra un incremento delle rapine, degli atti vandalici e, soprattutto, delle aggressioni.

Molti degli episodi vedono coinvolti anche giovani, spesso protagonisti di comportamenti aggressivi. “Sono esposti a contenuti violenti in rete, legati a ideologie estreme – spiega il generale Michele Cucuglielli, comandante provinciale – e questo può influenzare soprattutto chi ha fragilità sociali o familiari. Il tema va seguito con attenzione”. Tra le tipologie di reato in crescita spiccano anche le truffe ai danni di anziani e persone fragi-

li, aumentate del 51%. A questo incremento corrisponde però un’intensificazione dell’attività investigativa e dell’efficacia repressiva, con un numero crescente di arresti nei confronti dei truffatori. “Registriamo un aumento dei furti e dei reati contro i più vulnerabili – aggiunge Cucuglielli – ma anche un contrasto più deciso allo spaccio di droga”. Allarmanti anche i dati sulla violenza di genere: +62% di denunce, con 743 casi seguiti

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dai Carabinieri e 39 braccialetti elettronici applicati. “Crescono le persone arrestate e denunciate per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori – conclude Cucuglielli – con un aumento degli arresti. Questo dimostra una maggiore consapevolezza delle vittime, che sempre più spesso trovano il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine, riconoscendo di essere vittime di violenza”. (sa. bu.)

che sfugge a ogni logica comune e che mette in discussione il senso di sicurezza che tutti diamo per scontato. La paura nasce non solo dall’atto stesso, ma dall’assenza di risposte e dall’incertezza che accompagna un crimine il cui movente resta oscuro. Redazione Padova

Sicurezza Urbana /2. Tra vandalismi, rifiuti e urla notturne, il Comune di Cittadella prova a cambiare rotta

Basta riqualificare un parco per renderlo sicuro e vivibile?

La sicurezza urbana a Cittadella passa anche attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici, con un progetto che mira a trasformare aree degradate in centri di aggregazione e socializzazione. L’amministrazione comunale interviene con un piano da 70mila euro per rigenerare Contrà Corte Tosoni, in Borgo Treviso, un’area spesso segnata da atti vandalici e schiamazzi notturni. L’assessore Diego Galli sottolinea come l’obiettivo primario sia restituire questi spazi alla cittadinanza, rendendoli vissuti, belli e frequentati. “È l’unico modo per tenerli vivi e al sicuro dal degrado e dai vandali”, afferma. L’intervento si concentra sulla sistemazione dei campi da basket e calcio, oltre alla creazione di un parco giochi “colorato e accogliente”. Non si tratta solo di opere strutturali, ma di una vera e propria visione di trasformazione: “Il nostro obiettivo è trasformare questi luoghi in punti di aggregazione positiva, dove i ragazzi possano ritrovarsi per fare sport, per socializzare, per vivere il quartiere in modo sano”. Il progetto, affidato tecnicamente all’ingegnera Samuela Reginato, include anche un aspetto artistico e partecipativo. La riqualificazione

del campo polivalente sarà curata dalla ditta HG80 Impresa Sociale, selezionata per la sua metodologia che prevede il coinvolgimento dei giovani del territorio nella coprogettazione dell’intervento artistico. La necessità di un intervento risolutivo nasce da una situazione di degrado ben nota ai residenti, caratterizzata da bottiglie rotte, rifiuti, urla notturne e danni alle strutture. Sebbene l’amministrazione abbia già adottato misure restrittive e un

sistema di videosorveglianza per contrastare gli episodi di inciviltà, l’assessore Galli evidenzia come ciò non basti: “Servono progetti, bellezza, presenza”. L’idea è infatti quella di dare vita a uno spazio polifunzionale che non sia solo esteticamente gradevole, ma anche ricco di attività. Si stanno già pianificando tornei, partite e laboratori per i mesi estivi, nella convinzione che “se un luogo è frequentato, è anche protetto”.

Silvia Bergamin

La provincia di Padova tra reati in crescita e insicurezza diffusa

Dopo anni di vandalismi e abbandono, Contrà Corte Tosoni diventa il simbolo della sfida tra degrado urbano e rigenerazione partecipata. Il Comune investe 70mila euro in un progetto che promette sicurezza attraverso sport, arte e socialità

Ogni anno Il Sole 24 Ore pubblica l’indice di criminalità delle 1 06 province italiane, un termometro impietoso che misura il numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti. È un dato che dovrebbe far riflettere e allarmare: dietro ai numeri ci sono furti, rapine, truffe, violenze. E la situazione, lungi dal migliorare, continua a peggiorare. Le grandi città restano epicentridella criminalità, ma anche in province di medie dimensioni la sicurezza scricchiola visibilmente. È il caso di Padova, che nel 2023 si piazza al quarantesimo posto della classifica nazionale, con oltre 30mila reati denunciati ogni 100mila abitanti. Un dato che non può essere ignorato e che racconta di un terri-

torio sempre più vulnerabile, dove la sensazione di insicurezza cresce. L’indice, aggiornato annualmente,

non è solo una fotografia statistica: è il sintomo di un’emergenza che richiede risposte urgenti, investimenti in forze dell’ordine, controlli più efficaci e una politica seria sulla sicurezza urbana. Nel solo 2023 sono

state segnalate 280 rapine, mentre i furti hanno toccato quota 13.752, un dato che testimonia una pressione costante e crescente sul tessuto sociale e urbano. A preoccupare in modo ancora più grave è il capitolo degli omicidi: i delitti volontari sono raddoppiati, passando da tre a sei casi, con un netto incremento delle segnalazioni da parte delle forze dell’ordine all’autorità giudiziaria. Non meno grave il dato sugli omicidi colposi, saliti a 1 9 episodi nel 2023. Numeri che non possono essere derubricati a semplici statistiche: indicano un’escalation che richiede un intervento immediato e incisivo da parte delle istituzioni. (sa.bu.)

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Scuola. Approvato il regolamento che consente l’uso del nome elettivo

L’istituto Meucci apre alla carriera alias “Un ambiente scolastico sereno e inclusivo”

U

na scuola che riconosce il nome “vero” di una persona, prima che lo facciano una sentenza e l’anagrafe. L’istituto Meucci di Cittadella è la prima scuola della città murata ad attivare la “carriera alias”, con l’obiettivo di “garantire il benessere psicofisico degli studenti e delle studentesse in transizione di genere mediante la realizzazione di un ambiente di studio

complesso e delicato come quello della transizione. La carriera alias consiste nella creazione di un profilo burocratico parallelo, che permette l’utilizzo di un nome elettivo, diverso da quello anagrafico, all’interno della vita scolastica quotidiana: registro elettronico, badge, libretto scolastico, account e-mail. Tutto questo, pur mantenendo inalterata la validità dei documenti ufficiali

sereno ed inclusivo, basato sul rispetto reciproco e sulla pari dignità delle persone”. Un passo importante verso l’inclusività e il rispetto delle identità personali, un Istituto che sceglie di andare oltre le formalità burocratiche e incontrare le urgenze di ragazze e ragazzi che non si riconoscono nel genere certificato alla nascita. Con il pieno sostegno del dirigente scolastico Roberto Turetta, il Consiglio d’Istituto ha approvato a fine maggio il regolamento che istituisce un percorso amministrativo dedicato agli studenti e alle studentesse in transizione di genere. Il regolamento sancisce un impegno concreto a favore di chi attraversa un percorso

destinati all’esterno, come certificati, diplomi e pagelle, che continueranno a riportare il nome anagrafico fino a una eventuale sentenza definitiva di rettifica. L’iniziativa si rivolge a studentesse e studenti che abbiano intrapreso un percorso medico-legale o psicologico finalizzato alla rettifica del nome e dell’identità di genere. Per attivare la carriera alias, occorre presentare al dirigente scolastico un’apposita istanza, corredata da documentazione e da un documento d’identità. Nel caso di minorenni, la richiesta deve essere firmata dalla famiglia o da chi ne esercita la potestà genitoriale. Una volta valutata la documentazione, il

dirigente e lo studente sottoscrivono un accordo di riservatezza che tutela il diritto alla privacy e al rispetto della persona.

La “carriera alias” ha natura provvisoria e può essere disattivata su richiesta della persona interessata o in caso di violazione del regolamento. In ogni caso, decade automaticamente con l’emissione della sentenza

di rettifica anagrafica. Il collegamento tra identità alias e identità anagrafica è gestito in modo riservato dalla segreteria didattica, che diventa punto di riferimento amministrativo per l’intero percorso. Con questa scelta, il Meucci si pone quindi come esempio virtuoso di scuola attenta ai bisogni reali dei propri studenti. In un contesto socia-

Aperto ufficialmente il nuovo servizio: Sportello Tutela Persone Vulnerabili

Un aiuto concreto per chi è più fragile. A Cittadella è attivo dal 28 maggio lo Sportello Tutela Persone Vulnerabili, un nuovo servizio gratuito pensato per sostenere cittadini over 75, persone con disabilità e famiglie in difficoltà economica. Lo sportello nasce per orientare e supportare gli utenti nell’accesso al Servizio a Tutele Graduali (Stg), un regime protetto che consente un significativo risparmio sulle bollette di luce e gas.

L’obiettivo è semplice ma cruciale: permettere ai cittadini vulnerabili di risparmiare fino a 150 euro all’anno sulle spese energetiche, una cifra che rappresenta anche il 20-30% della spesa media annua, stimata attorno agli 800 euro. Il vantaggio deriva dalla proroga dei termini per l’adesione allo Stg, che consente ai potenziali beneficiari di non restare esclusi per mancata informazione o difficoltà burocratiche. “A Cittadella, lo sportello è uno strumento fondamentale”, afferma il sottosegre-

tario Massimo Bitonci, promotore dell’iniziativa insieme all’onorevole Alberto Gusmeroli. “In Italia ci sono quasi 12 milioni di persone che rientrano nella categoria dei vulnerabili, ma molte non sono consapevoli di poter accedere a queste agevolazioni. Questo sportello nasce proprio per colmare quel divario informativo e offrire un sostegno pratico”.

Il servizio sarà attivo all’interno degli spazi comunali al piano terra del municipio e verrà gestito dal coordinamento delle associazioni cittadellesi. L’accesso è possibile solo su appuntamento, contattando il numero 389-0937335 ogni mercoledì dalle 10 alle 12.

“Ci impegniamo a fornire assistenza personalizzata, in base alla condizione di ciascun utente”, spiega la vicesindaca Marina Beltrame. “I documenti richiesti sono pochi ma fondamentali: per gli over 75 bastano carta d’identità e ultima bolletta; per chi si trova in una condizione economica svantaggiata serve l’Isee 2025; per

le in cui la consapevolezza e il rispetto per le diversità identitarie stanno diventando sempre più centrali, l’attivazione della “carriera alias” rappresenta una risposta concreta a un’esigenza sempre più sentita: quella di essere riconosciuti per ciò che si è, non solo per ciò che sta scritto nei documenti.

le persone con disabilità, è necessario il certificato di invalidità. L’obiettivo è rendere tutto il più semplice e accessibile possibile”. Il Servizio a Tutele Graduali si rivolge ai clienti domestici vulnerabili, sia nel mercato libero che in quello di maggior tutela. Si tratta di un sistema studiato per garantire condizioni vantaggiose e tutelare chi, per ragioni anagrafiche, economiche o sanitarie, potrebbe avere più difficoltà a orientarsi tra le offerte del libero mercato. “Attraverso lo sportello istituito dal Comune, si garantisce un accesso diretto, rapido ed efficace alle agevolazioni previste. È un aiuto reale per contenere i costi delle forniture energetiche, in un momento in cui ogni euro risparmiato può fare la differenza”, continua Bitonci. Il sindaco Luca Pierobon conclude: “Questo sportello rappresenta un gesto concreto di attenzione verso le fasce più deboli della nostra comunità. Un servizio che unisce sostegno economico e inclusione sociale”. (s.b.)

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tramontabili di Queen, U2, Led Zeppelin, Europe, Stevie Wonder, Ennio Morricone, Vasco Rossi e molti altri, il tutto riletto in chiave corale-orchestrale. L’evento è a sostegno della Città della Speranza, da trent’anni impegnata nella lotta contro le malattie pediatriche che mettono a rischio la vita dei bambini. Sarà un’estate all’insegna della bellezza, della cultura e della condivisione, che vedrà ancora una volta Cittadella protagonista. Un’estate da vivere insieme, con entusiasmo e partecipazione, certi che ogni evento contribuirà a rendere la nostra Città sempre più viva, accogliente e capace di guardare con fiducia al futuro.

Il progetto “ESISTO – DI SCELTA IN SCELTA” è un progetto promosso dal Comune di Cittadella in collaborazione con Rete Maranatha, che si inserisce all’interno del Piano di intervento della Regione Veneto in materia di politiche giovanili “parola ai giovani”. Grazie ai colloqui di orientamento individuali, personalizzati e gratuiti, condotti da educatori e formatori della Cooperativa Maranatha, riser-

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vati ai giovani residenti nel Comune di Cittadella che hanno tra i 14 e i 35 anni, si può ricevere aiuto nelle scelte formative e lavorative, ri-orientamento alle scelte scolastiche, supporto per la ricerca attiva del lavoro.

Si può inoltre usufruire di consulenze e supporto nelle scelte riguardo i percorsi universitari, tirocini, stage, volontariato, servizio civile universale ed esperienze all’estero.

Per informazioni: Beatrice Mingatti 344 0879484 giovanipolitiche@retemaranatha.it

Il dibattito. “Grazie sindaci” e accuse: cresce la tensione attorno al progetto di via dell’Olmo

Proteste anonime: il maxi-polo logistico infiamma la politica locale e i residenti

S critte anonime contro una colata di cemento, si infiamma il dibattito politico all’ombra delle mura. Nelle settimane scorse due striscioni di protesta sono apparsi sul cavalcaferrovia di via Nova e hanno acceso i riflettori sulla discussione in corso a Cittadella sul nuovo polo logistico di via dell’Olmo, nella zona industriale al confine con Tombolo. “Grazie sindaci” e “Ecco l’ecomostro, a quando la pista ciclabile?”, recitavano i messaggi, accompagnati dalle immagini del sindaco Luca Pierobon e dell’assessore ai lavori pubblici Andrea Bertollo.

Un gesto anonimo ma dal forte peso politico e simbolico, subito rimosso lunedì mattina dal personale comunale, ma ormai destinato a restare nella memoria collettiva. Non è il primo episodio: già un paio di mesi fa, un volantino in formato A4, prima cartaceo e poi diffuso via chat, aveva diffuso lo stesso messaggio, corredato dal rendering del nuovo centro logistico e dalle facce dei due amministratori, con la scritta rossa “Grazie sindaci”.

Un’ironia diretta, pungente, che ha centrato il bersaglio. Al centro delle critiche c’è il maxi-polo logistico di P3 Logistic Parks, colosso della logistica, che sorgerà su 160 mila metri quadrati, con oltre 80 baie di carico, 100 parcheggi auto e 65 per mezzi pesanti. La gestione sarà affidata, secondo indiscrezioni, al gruppo Bracchi, tra i principali player nazionali del trasporto merci. Un’opera destinata a cambiare ra-

dicalmente via Nova, finora area a vocazione agricola. Le preoccupazioni si concentrano su traffico, inquinamento, rumore, qualità della vita e uno squilibrio urbanistico sempre più marcato.

La zona, secondo i residenti, rischia di trasformarsi in un crocevia di camion e tir, con conseguenze pesanti per chi vive lì. Il sindaco Pierobon, finito nel mirino delle critiche, non si tira indietro: “Ho

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già fatto tre riunioni con Confindustria, categorie economiche e residenti di via dell’Olmo”, dichiara. “Abbiamo illustrato nel dettaglio la nuova viabilità: elimineremo il traffico pesante davanti a via dell’Olmo e via Rometta, creeremo un disassamento stradale per proteggere le abitazioni e realizzeremo una pista ciclabile dietro Villa Favaretti. Stiamo cercando i finanziamenti”. Difende il suo operato con fermezza: “Il mio ufficio è sempre aperto, pronto a fornire chiarimenti, ma si lavori sui fatti, non sugli slogan”. Sul volantino e gli striscioni, Pierobon si mostra cauto, ma lascia intendere di avere un’idea precisa su chi ci sia dietro, pur senza entrare nei dettagli. E dietro le quinte si intrecciano scenari politici: Bertollo, oggi assessore, è già visto da molti come possibile candidato sindaco nel 2027, quando Pierobon, al termine del secondo mandato, non potrà ricandidarsi. Anche in questa luce, le proteste sembrano il preludio di una battaglia politica appena iniziata.

Silvia Bergamin

Al via il “Progetto D’uomo”

Un milione e seicentomila euro per salvare il cuore di Cittadella. È questa la cifra stanziata per il “Progetto D’uomo”, il grande intervento di restauro e messa in sicurezza del Duomo dedicato ai Santi Prosdocimo e Donato. Il progetto vedrà il via ai lavori a giugno e durerà circa sei mesi. Durante questo periodo, il Duomo resterà accessibile solo nelle giornate festive per le celebrazioni liturgiche, mentre nei giorni feriali si tornerà a utilizzare il Duomo vecchio. I funerali saranno celebrati nella chiesa dei frati in Borgo Treviso. Un cantiere che coinvolgerà l’intera città, modificando abitudini e spazi, ma che andrà a restituire alla collettività un bene prezioso in forma rinnovata e sicura. Il Duomo, consacrato nel 1826, è da sempre il baricentro spirituale e artistico di Cittadella. Ma il tempo ha lasciato i suoi segni: dopo i restauri degli anni Sessanta, oggi è la copertura a necessitare un deciso consolidamento. Il piano finanziario conta su contributi pubblici e privati, ma anche sulla generosità dei cittadini. Ed è proprio ai cittadini che si rivolge uno dei progetti collaterali più significativi: “Memoria e comunità”, curato da Paola Pierobon.(s.b.)

L’anniversario.

Una serata di emozioni e memoria per celebrare il secolo di vita del club

Carmenta Calcio, un secolo a tinte rosso-blu

All’Auditorium Comunale “Marcello

Tonta” ha ospitato la grande festa in occasione del centenario dell’Asd Carmenta Calcio: 100 anni di storia, di ricordi e di passione per i colori rosso blu. Per l’occasione è stato presentato il libro “Il rosso & il blu”, scritto da Michele Perrone, Roberto Pivato, Alberto Golin, Diego Mariga e Daniele Biffanti, che ha permesso di raccontare la storia del Carmenta Calcio attraverso le testimonianze dei già presidenti, ex giocatori e dirigenti di questi lunghi e significativi 100 anni di Carmenta Calcio.

Grazie al lavoro attento dello storico Alberto Golin possiamo risalire al 1925 come anno di debutto della squadra carmignanese che ha visto alcuni impiegati della Cartiera di Carmignano di Brenta disputare le prime partite in un terreno adiacente allo stabilimento. Le prime foto infatti risalgono agli anni venti in cui si vedono ritratti i giocatori con la divisa bianco-celeste per poi passare, durante il periodo fascista, al colore nero. Solo nel 1949 il Carmenta iniziò ad adottare i colori rosso-blu. Tra i personaggi di spicco della società carmignanese non possiamo non citare i cugini Cervato: Sergio fece la storia con la Fiorentina e con la Juventus mentre Cristiano debuttò con il grande Padova di Rocco. Il 1954 invece fu l’anno dello storico accesso alla Promozione. Il Carmenta vi giocherà tre stagioni senza mai retrocedere de-

cretando il punto più alto fino ad ora mai raggiunto dalla società. Inoltre, grazie alle testimonianze dei già presidenti Gabriele Gava, Luciano Golin e Valeriano Volpato, gli ex dirigenti Lorenzo Gori e Angelo Dalla Valentina e gli ex giocatori Gianni Finato, Umberto Carli e Federico Vezzaro sono stati raccontati i successi e le vittorie della compagine rosso blu in questi 100 anni di storia con l’occasione di ricordare anche alcuni personaggi purtroppo scomparsi come il Presidente Francesco Bordignon e il campione Carlo Stocco. Il Sindaco di Carmignano di Brenta Eric Pasqualon afferma “ci congratuliamo con Asd Carmenta Calcio per lo storico traguardo raggiunto che celebra un secolo di storia, impegno e dedizione allo sport e per il lavoro svolto in questi anni nel far crescere le future generazioni del settore giovanile con la passione per i colori rossoblu. Come Amministrazione Comunale crediamo fortemente in tutte le realtà sportive del nostro territorio ed è per questo che sosteniamo economicamente le loro attività annuali oltre che ad investire sull’impiantistica sportiva. Ne sono un esempio il nuovo campo da calciotto inaugurato quest’anno e dato in concessione al Carmenta Calcio e la progettazione ambiziosa della riqualificazione dello stadio di via Trento”.

Il trasporto sociale “Ivo Mangoni” Odv compie 25 anni

Alcune settimane fa, l’Amministrazione Comunale ha partecipato ai festeggiamenti in occasione del 25esimo anno di fondazione dell’Associazione Trasporto Sociale “Ivo Mangoni” Odv. Il Trasporto Sociale rappresenta da sempre una delle realtà sociale con maggiore impatto sulla comunità di Carmignano di Brenta per il sistema di servizi e di persone che beneficiano di questo tipo di accompagnamento rivolto a persone in condizioni di disagio psichico, fisico o economico; prevalentemente anziani, persone con disabilità o minori, privi di idonea rete familiare di supporto e/o non in grado di muoversi in modo autonomo. L’Associazione ha a disposizione tre mezzi, uno di sua proprietà, uno di proprietà comunale e uno acquisito da Avis, che hanno percorso fino ad ora oltre 300.000 chilometri. Alcuni dati: nella annualità 2024 sono state trasportate in 235 giorni complessivamente 189 persone con l’impiego di oltre 60 volontari tra autisti, accompagnatori e referenti di segreteria. Il Sindaco del Comune di Carmignano di Brenta Eric Pasqualon dichiara: “Ci congratuliamo si congratula con l’Associazione Trasporto Sociale ‘Ivo Mangoni’ Odv per l’attività di volontariato svolta in questi anni con dedizione, impegno e generosità nel garantire un servizio fondamentale di supporto alle persone più fragili rendendo possibile a tutti l’accesso alle prestazioni socio- sanitarie essenziali”. (r.p)

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Risarcimento. Un contributo economico per le famiglie colpite dalla devastante grandinata di due anni fa

Danni da maltempo: 380mila euro dalla Regione

U n aiuto concreto per risollevare le famiglie duramente colpite dal maltempo. Il Comune di Carmignano di Brenta ha ricevuto un contributo regionale di 380.251,25 euro per far fronte ai gravi danni provocati dalla eccezionale grandinata del 19 luglio 2023, un evento atmosferico senza precedenti che ha devastato gran parte del territorio comunale. L’ondata di maltempo ha causato ingenti danni agli immobili pubblici e privati, con stime complessive che superano il milione e mezzo di euro. Oltre 350 abitazioni hanno subito gravi conseguenze, tra tetti scoperchiati, infiltrazioni d’acqua e allagamenti. A queste si aggiungono oltre 100 veicoli danneggiati, con carrozzerie e vetri completamente distrutti. Non sono state risparmiate nemmeno le attività produttive: aziende agricole e industriali hanno ripor-

tato danni significativi agli impianti, con pesanti ricadute sul lavoro e sulla produzione. In risposta immediata all’emergenza, il Comune ha attivato il Centro Operativo Comunale (Coc) e, tramite delibera di Giunta, ha richiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale. La Regione Veneto ha accolto la richiesta, nominando un commissario delegato con l’ordinanza n. 1025/2023, incaricato di quantificare i danni e pianificare gli interventi di sostegno. Le procedure per l’assegnazione dei fondi sono proseguite nei mesi successivi. Il Comune ha raccolto la documentazione dei cittadini colpiti, inviandola tramite Anci alla Regione. Con decreto n. 84 del 6 maggio 2025, è stata disposta l’erogazione dei fondi, affidando al Comune la gestione delle liquidazioni. “Ringrazio gli uffici comunali per il grande impegno dimostrato nella gestione delle pratiche - ha dichiarato il Sindaco Eric Pasqualon -. Questo contributo regionale rappresenta un sostegno fondamentale per molte famiglie carmignanesi che hanno vissuto momenti drammatici. La prontezza e la precisione nel lavoro amministrativo hanno fatto la differenza”. I fondi saranno ora distribuiti ai cittadini che hanno presentato correttamente la documentazione necessaria per ottenere il primo sostegno.

Redazione Padova

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Grande successo per la “Giornata della Salute”

Una vera e propria festa della salute ha animato qualche settimana fa la piazza Marconi di Carmignano di Brenta, dove si è svolta la quarta edizione della “Giornata della salute”. L’iniziativa, promossa dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con la consulta comunale alla sanità, ha visto la partecipazione attiva di oltre 300 residenti, che hanno avuto l’opportunità di usufruire di servizi sanitari gratuiti, tra cui visite, screening e consulenze dedicate alla prevenzione. Durante la mattinata, diverse realtà locali e associazioni socio-sanitarie hanno messo a disposizione dei cittadini una serie di attività informative e di controllo. Tra queste, l’Associazione Altre Parole e Insieme per Mano, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e Canon Medical, hanno offerto visite senologiche ed ecografie gratuite, mirate alla prevenzione del tumore al seno. Presso la Sala Consiliare del Municipio, invece, l’Associazione Amici del Cuore di Cittadella ha effettuato misurazioni gratuite di pressione, battito cardiaco, glicemia e girovita. Anche l’Associazione Piccoli Punti Ets ha contribuito alla giornata con prime visite di nevi per la prevenzione del melanoma, nonché con attività didattiche per sensibilizzare i bambini sulla salute della pelle. In aggiunta, sono stati attivi anche altri punti di consulenza per la prevenzione dell’alopecia, il controllo dell’udito e il screening per l’osteoporosi. Un aspetto importante della giornata è stato il focus sulla donazione di sangue e midollo osseo, con la presenza delle Associazioni Avis e Ail, che hanno diffuso la cultura della solidarietà e dell’importanza della donazione. Il Sindaco del Comune di Carmignano di Brenta, nel commentare l’evento, ha sottolineato l’importanza di questa giornata, dichiarando: “Questa iniziativa rappresenta un’occasione preziosa per sensibilizzare la comunità su tematiche vitali come la salute e la prevenzione. La salute è il primo dovere della vita e, attraverso queste attività, offriamo ai nostri cittadini la possibilità di prendersi cura di sé in modo consapevole”. (r.p.)

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sull’involucro edilizio. E’ stato posizionato il cappotto esterno con spessore adeguato e il conseguente rifacimento dei serramenti, oltre a degli interventi delle stanze interne come la sostituzione dei corpi illuminanti esistenti con modelli dotati di lampade a led. Per quanto riguarda invece la parte di ampliamento, è stato realizzato un nuovo manufatto edilizio di circa 264 mq destinato a nuovi ambulatori e

mieri domiciliari, gli infermieri di comunità, punto prelievi, attività specialista medica, ambulatorio infermieristico, assistenza sociale e servizio assistenza domiciliare. Un ringraziamento doveroso all’azienda ULSS6 Euganea, alla Regione Veneto e a tutti i medici del gruppo di medicina integrata per la collaborazione e per l’ottimo servizio che ogni giorno garantiscono a tutta la comunità carmignanese e dei paesi limitrofi . “

La novità. Uno spazio che mette al centro la persona e costruisce alleanze con il mondo dello sport

Nuovi servizi per la Farmacia Comunale

Non solo farmaci, ma anche ascolto, prevenzione e assistenza personalizzata: la farmacia comunale di Fontaniva si trasforma in uno spazio dedicato alla salute a 360 gradi, con un’attenzione particolare ai percorsi oncologici e allo sport come stile di vita

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n nuovo inizio, con una maggiore offerta di cura e salute. La Farmacia Comunale Beato Bertrando di Fontaniva si è trasformata in uno spazio nuovo, vicino alle persone e capace di rispondere ai bisogni concreti della comunità. Un cambiamento che va oltre l’estetica: non si tratta solo di un luogo più moderno, ma di una visione rinnovata della farmacia come presidio di salute, prevenzione e benessere. Non più un semplice punto vendita di farmaci, ma un centro di ascolto, supporto e orientamento per chi vive sul territorio. La vera rivoluzione si concentra sull’attenzione alla persona. In questi giorni la Farmacia Comunale è diventata la prima dell’Ulss 6 Euganea a ospitare spazi dedicati all’assistenza infermieristica e al supporto personalizzato per chi affronta un percorso oncologico. Un’iniziativa che ha un significato profondo: rendere più umano il cammino di chi combatte una battaglia delicata come quella contro il cancro, offrendo non solo cure, ma anche presenza, ascolto e comprensione. Accanto a questo impegno, c’è un altro tassello fondamentale: la prevenzione. La Farmacia Comunale è in prima linea anche a supporto delle campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita e sull’importanza della diagnosi

precoce, in collaborazione con il Comune e le realtà associative del territorio. Non manca uno sguardo speciale al mondo dello sport, alleato prezioso per una vita sana e attiva. L’obiettivo è essere un punto di incontro per atleti, società sportive, famiglie e giovani, offrendo consulenze mirate, supporto personalizzato e progetti condivisi. In collaborazione con medici e specialisti locali, la farmacia si propone come un luogo in cui lo sport diventa una componente fondamentale del benessere globale. Per celebrare questo nuovo ini-

zio, domenica 8 giugno la Beato Bertrando ha aperto le sue porte alla cittadinanza: è stato possibile scoprire da vicino tutte le novità e vivere insieme questo momento di festa. Un’occasione preziosa, che ha consentito di toccare con mano il progetto, conoscere i professionisti che lavorano per il bene del paese e capire come la Farmacia Comunale stia diventando sempre più uno spazio a misura di cittadino. Un luogo dove salute e benessere si intrecciano.

Silvia Bergamin

Un’estate di impegno e cittadinanza attiva per i giovani protagonisti del territorio

Un’estate diversa, che profuma di impegno, crescita e voglia di fare la differenza per la comunità. Attraverso il progetto “Ci sto? Affare fatica!” il Comune di Fontaniva si rivolge ai ragazzi dai 14 ai 19 anni e li invita a diventare protagonisti attivi del proprio territorio, scoprendo il valore della cittadinanza attiva e del volontariato. Non si tratta solo di tenere puliti i parchi o sistemare una staccionata: è un’esperienza che insegna a prendersi cura dei luoghi

che viviamo ogni giorno, a fare squadra e a trasformare il tempo libero in qualcosa di speciale. Dal 7 all’11 luglio, ogni mattina dalle 8.30 alle 12.30, giovani e tutor lavoreranno fianco a fianco, con entusiasmo e spirito di collaborazione. Al termine, il “buono fatica” da 50 euro non sarà solo una gratificazione, ma un simbolo di riconoscimento per chi ha scelto di mettersi in gioco per Fontaniva. Un’opportunità per stringere legami, imparare a collaborare e fare del bene, insieme. Info: www. cistoaffarefatica.it. (s.b.)

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degli incentivi per realizzare un nuovo impianto fotovoltaico, ottimizza l’autoconsumo e riduce la spesa energetica. Anche chi partecipa solo come consumatore può beneficiare di energia rinnovabile, sostenendo attivamente un progetto che valorizza Fontaniva e ricevendo una piccola parte dei ricavi della CER. In più, CER Fenix rafforza i legami locali, promuovendo una collaborazione concreta tra cittadini e territorio: attraverso questo meccanismo, in-

segnarlo, completo di firma, all’indirizzo e-mail cer.fenix@comune. fontaniva.pd.it. Assieme al modulo di Richiesta di Adesione, sarà necessario allegare una bolletta elettrica in cui siano indicati i dati relativi al consumo elettrico mensile degli ultimi 12 mesi, divisi per fasce di consumo (F1, F2, F3). Una volta arrivata la richiesta di adesione, riceverai una lettera con l’esito della tua richiesta di partecipazione. Cosa aspetti? Partecipa al cambiamento!

moderna degli atti anagrafici. Ogni intervento è stato pensato per offrire ai cittadini un Comune più semplice da raggiungere, anche online, e più vicino alle esigenze quotidiane. L’innovazione non è fine a sé stessa: è uno strumento per rendere il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino più diretto, chiaro e funzionale. Il percorso di transizione digitale è ancora in corso, e l’Amministrazione continuerà ad affrontarlo con impegno e responsabilità. La direzione è chiara: fare di Fontaniva una comunità sempre più moderna e connessa, senza lasciare indietro nessuno.

Sicurezza stradale. Il sindaco: “La zona resta prioritaria, lavoriamo a nuove soluzioni”

Addio all’autovelox voluto dai cittadini la tecnologia cede alla burocrazia

Èrimasto lì poco più di un anno. Un presidio silenzioso, ma fondamentale, che controllava entrambi i sensi di marcia in via Casoni Nuova a Fontaniva. Ma l’autovelox che tanti cittadini avevano chiesto, e che l’amministrazione comunale aveva posizionato a febbraio di un anno fa per migliorare la sicurezza stradale, non c’è più. È stato rimosso: la tecnologia si è dovuta arrendere alla burocrazia e alle nuove normative. La decisione non è stata facile e ha scatenato una valanga di proteste tra i residenti. C’è chi parla di “passo indietro” e chi si dice “deluso” dopo aver firmato quella petizione, sottoscritta da 420 cittadini, che chiedeva un intervento urgente per limitare la velocità su una delle strade più trafficate e pericolose del Comune. Ma il sindaco Alberto Trento chiarisce: “È stata una necessità tecnica, priva di qualsiasi discrezionalità da parte nostra. Non si tratta di una scelta politica, né tantomeno di un cambio di rotta rispetto alla volontà di garantire la sicurezza stradale”.

Il problema, spiega il primo cittadino, è normativo. “Il dispositivo risultava non funzionante già dal 27 giugno 2024, per effetto del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dell’11 aprile 2024, che ha vietato l’uso di apparecchiature di questo tipo in modalità presidiata. Di fatto – prosegue – l’autovelox non era più conforme alla legge e non poteva essere usato per

accertare le violazioni. La situazione non ha subito evoluzioni favorevoli nei mesi successivi, così siamo stati costretti a risolvere il contratto con la ditta fornitrice e a procedere con la rimozione”. Ma il sentimento dei cittadini è un misto di frustrazione e amarezza. “Dopo tutto il lavoro fatto da chi questa strada la vive ogni giorno”, racconta una residente, “scoprire che l’autovelox

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è stato tolto è stato un colpo. Chi ha preso questa decisione sa com’è via Casoni Nuova? Ci ha mai camminato, magari con dei bambini al seguito? Perché vi assicuro che è pericolosa, e non sono pochi i casi in cui si sono sfiorate vere tragedie”. Il sindaco non nega le criticità della zona, anzi: “Siamo consapevoli delle difficoltà e dell’esigenza di protezione per chi percorre via Casoni Nuova a piedi, in bici o in auto. Proprio per questo”, conclude, “stiamo già lavorando a nuove soluzioni alternative e compatibili con la normativa vigente. La sicurezza resta una priorità assoluta per questa amministrazione”. Tra le opzioni allo studio, si valutano interventi di moderazione del traffico, segnaletica migliorata e possibili sistemi tecnologici innovativi che rispettino le nuove disposizioni ministeriali. Un percorso che punta a garantire protezione e tranquillità ai cittadini, senza però incorrere nei problemi normativi che hanno portato alla rimozione dell’autovelox.

Silvia Bergamin

Rinasce il parco inclusivo

A Fontaniva si respira aria di comunità e impegno grazie alla conclusione dei lavori di ripristino al parco inclusivo di via delle Acacie. Dopo settimane di interventi, il parco è finalmente pronto ad accogliere bambini, famiglie e cittadini: sono stati sostituiti una trentina di pali in legno, deteriorati e ormai pericolanti, e l’intera area è stata sottoposta a una profonda pulizia e a un’accurata rasatura dell’erba. Un intervento atteso, necessario per garantire la sicurezza di uno spazio che ha un valore speciale per la comunità, un luogo pensato per l’inclusione e l’accessibilità. Il parco ha riaperto ufficialmente il 17 maggio e sarà accessibile tutti i sabati e le domeniche di sole, dalle 15.30 alle 18.30. Un segnale importante per Fontaniva, dove i cittadini possono finalmente tornare a vivere appieno uno dei luoghi più amati del paese. Ma non è solo un traguardo per l’amministrazione: dietro questa riapertura c’è il lavoro silenzioso e prezioso dei volontari civici, che con il loro tempo e la loro dedizione hanno contribuito a restituire il parco alla comunità. Un esempio concreto di cosa significhi prendersi cura del proprio territorio. Per chi volesse mettersi in gioco, c’è la possibilità di entrare a far parte dell’Albo del volontariato civico e dare una mano in futuro.(s.b.)

Calcio. Arriva la retrocessione per il Citta dopo 9 anni in cadetteria

Cittadella, da profondo granata a profondo rosso: è Serie C

Cittadella: da profondo granata a profondo rosso. É arrivato il baratro della Serie C. Il campo si è pronunciato e ha detto di una squadra non all’altezza del campionato. L’ultimo atto, con la sconfitta contro la Salernitana in un Tombolato gremito, è lo specchio della stagione. É mancato tutto in quella triste serata primaverile. La squadra non è mai riuscita ad entrare in gara, con un gol per tempo che ha spento ogni entusiasmo sugli spalti. Bello, però, il finale. Si avvicina il novantesimo, si avvicina la condanna definitiva e in quel momento cresce l’amore della gente granata che inizia ad avvicinarsi a bordo campo per stare vicina ai propri giocatori. Una retrocessione tra gli applausi e i cori dei giovani ultras. Rimangono le lacrime di Vita, capitano e leader della piazza. Rimane quindi una sconfitta sul campo, ma non sul piano della sportività e del fair play. Questa è la lezione che lascia il popolo granata. Sarà Serie C a Cittadella, ma si ricomincerà con gli stessi ideali e valori come da queste parti si è sempre fatto. Ma cosa è andato storto durante l’annata? I presagi erano funesti sin dalle prime battute: per la prima volta in carriera il dg Stefano Marchetti ha esonerato un allenatore a stagione in corso.

Edoardo Gorini, infatti, è stato sollevato dall’incarico dopo la roboante sconfitta per 6-1 contro il Sassuolo. Si è dunque ripartiti da Alessandro Dal Canto. La situazione, in ogni caso, sembrava essere sotto controllo, con il “Citta” che strizzava l’occhio ai playoff. Piano piano, però, qualcosa si è rotto e i limiti tecnici della squadra sono emersi. Si è a lungo combattuto con l’enorme problema dell’aridità offensiva: pochi gol e poco gioco prodotto. Nel mercato di gennaio si è corso ai ripari con gli innesti di Davide Diaw e di Orji Okwonkwo su tutti. Il primo

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non è praticamente mai sceso in campo per un calvario legato a problemi fisici. Il secondo ha provato a dare il suo contributo, con tre reti all’attivo. Non è bastato. Un altra grande difficoltà, che accompagna i granata da ormai due anni, è stata quella del tabù Tombolato. I padovani hanno vinto tra il 2024 e il 2025 appena tre partite tra le mura amiche, cedendo rovinosamente in tutti gli scontri diretti per la salvezza. Spicca tra tutti l’inspiegabile sconfitta per 5-1 contro il Sudtirol con 5 reti incassate in 18 minuti nella ripresa. La terza causa del tracollo degli uomini di Dal Canto è stata poi la tenuta mentale. Oltre agli evidenti limiti tecnici, è subentrata una crisi psicologica. Paura e poca confidenza nei propri mezzi, è mancata la mente libera che ha sempre contraddistinto l’ambiente Cittadella negli anni passati. Si ripartirà dalla Serie C. Il dg Marchetti è già al lavoro per il futuro. I granata ripartiranno dalle idee della mente che ha portato questa realtà a diventare una certezza del calcio dei grandi. E soprattutto ricominceranno dagli applausi della propria gente proprio nel giorno più difficile, quello della retrocessione contro la Salernitana.

Stefano Parpajola

Michele Tombolan, cuore granata: 28 anni d’amore per l’hockey e per il Cittadella

Ventotto anni con la stessa maglia. È la storia di Michele Tombolan, fedele a vita ai colori del Cittadella Hockey. “Tutto è cominciato con un paio di pattini”, racconta Michele. “Avevo tre anni e mio padre, ex pattinatore di velocità, mi ha trasmesso la passione. A sei anni, quasi per caso, sono entrato in una palestra: da lì non ho più smesso”. La costante nella vita di Tombolan è sempre stato il granata: “Gioco qui da sempre. La società è una famiglia, fondata su persone che danno tutto spinti solo dall’amore per questo sport. Il Presidente e tutti i dirigenti sono l’anima del progetto”. Il bilancio dell’ultima annata è agrodolce. “Il gruppo era molto affiatato, sia dentro che fuori dal campo. Un mix di locali e stranieri. Abbiamo conquistato una medaglia in Coppa Italia, ma potevamo fare di più. Purtroppo abbiamo chiuso ultimi in Coppa Europea. Non eravamo al livello delle big, ma qualche soddisfazione in più poteva arrivare. È stata una delusione. Non mi era mai successo di stare così male per una sconfitta”. Lo sport è così, momenti bui e momenti di luce: “La prima convocazione in Nazionale è stato la migliore esperienza della mia carriera. Rappresentare l’Italia è stato un onore indescrivibile”. Il tempo, però, passa, e anche Michele lo sa: “Il mio percorso si avvicina alla fine. Non penso giocherò ancora a lungo. Voglio chiudere senza rimpianti e smettere sapendo di aver dato tutto”. E alla domanda se il futuro lo vedrà ancora a Cittadella, non ha dubbi: “Non ho mai cambiato squadra e non credo lo farò ora. Sono troppo legato a questi colori”. (s.p.)

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Corsa alle regionali

Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.

Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.

Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-

riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.

Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-

tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.

Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.

Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti

Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità

Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.

Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.

“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-

cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:

“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:

“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”

I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che

ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”

Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”

Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-

ficiale: www.energiaperilterritorio. it.

Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.

Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia

Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale

“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”

F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-

sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.

L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai

nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”.

Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale

Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.

Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti

del commercio impulso alle iniziative”

Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il

fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.

L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-

mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e

amministrazioni locali”.

Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)

Flavio Zanonato e Flavio Convento

L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”

Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità

C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.

Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.

“È una scommessa iniziata nel

2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.

Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.

Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.

Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-

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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.

Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia

del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.

Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.

Riccardo Musacco

Il dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo

“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne

Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”

F

rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?

Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione

e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.

Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?

La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.

Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?

Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-

mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.

Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?

Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.

Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?

Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in

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cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia.

Com’è l’Italia vista da fuori? Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si

abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

La scrittrice Francesca Chiesa

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L’intervista. Il consigliere regionale fa il punto sulle azioni realizzate e rilancia la sfida dell’autonomia

Giuseppe Pan: “Cinque anni al servizio del Veneto”

Apochi mesi dalla fine della legislatura, Giuseppe Pan, capogruppo di Liga Veneta per Salvini Premier in Consiglio Regionale, traccia un bilancio del lavoro svolto. Dalla sanità alla tutela dell’identità veneta, dai servizi sociali al sostegno alle imprese, il consigliere evidenzia gli interventi realizzati e ribadisce la centralità della battaglia per l’autonomia del Veneto.

Consigliere Pan, ci traccia un bilancio di questi cinque anni?

“In questi anni, da consigliere regionale e capogruppo, ho avuto l’onore di rappresentare il nostro Veneto e lavorare per portare benefici reali alla nostra gente. Parliamo di sanità, servizi sociali, agricoltura, identità e, naturalmente, autonomia. Oggi possiamo dire con orgoglio che tanti traguardi sono stati raggiunti”.

Partiamo dalla sanità. Quali sono gli interventi più significativi nel padovano?

“A Cittadella, ad esempio, stiamo costruendo una nuova piastra ospedaliera per le degenze e le attività ambulatoriali: un investimento

da quasi 50 milioni di euro, cofinanziato con fondi Pnrr e regionali. La struttura, moderna e integrata, porterà 250 nuovi posti letto in camere singole e doppie. Il tutto sarà collegato con la piastra emergenze, completando un processo di riqualificazione già avviato”.

Anche Camposampiero è stato interessato da interventi?

“Sì, lì abbiamo realizzato una elisuperficie in quota,destinata all’elisoccorso, posizionata sopra il nono piano dell’ospedale, direttamente collegata al pronto soccorso, alla radiologia e alle sale operatorie. Una soluzione innovativa che migliora i tempi di intervento e rafforza l’intero sistema di emergenza”.

E per quanto riguarda i servizi sociali?

“Anche qui il Veneto ha fatto scuola. Siamo stati i primi in Italia a normare l’organizzazione dei servizi sociali territoriali secondo i Leps. Abbiamo introdotto gli Ats, gli Ambiti Territoriali Sociali, enti composti dai Comuni, che garantiscono una gestione più stabile, efficiente e professionale, vicina ai

bisogni reali dei cittadini”.

Una particolare attenzione anche alla casa di riposo di Cittadella “In Viale della Stazione è stata realizzata una nuova ala grazie a un investimento di 7 milioni di euro. Una struttura all’altezza delle esigenze crescenti della nostra popolazione anziana, moderna, funzionale e in linea con gli standard più elevati”.

Un altro tema che ha toccato è stato quello dell’identità veneta, attraverso la “Via della Seta Vene-

ta”

“È un progetto a cui tengo moltissimo. La legge sulla “Via della Seta Veneta” rilancia la gelsibachicoltura, tutelando una tradizione agricola storica. La norma valorizza il gelso all’interno delle politiche ambientali e promuove innovazione nel settore. Il primo bando regionale ha già finanziato quattro progetti per un totale di 1 00mila euro”.

Parliamo di Autonomia. È ancora una priorità?

“L’autonomia è la chiave per gestire le nostre risorse, decidere il nostro futuro e garantire servizi migliori. Continueremo a batterci per un Veneto più libero, efficiente e capace di camminare con le proprie gambe. È una battaglia che riguarda tutti: famiglie, imprese, amministratori locali”.

Uno sguardo all’industria. Cosa sta facendo la Regione per il futuro economico?

“Stiamo investendo nell’industria 4.0, nella digitalizzazione, nella formazione avanzata e nei poli di innovazione tecnologica. Abbiamo un modello che unisce le nostre radici a una visione globale. Vogliamo creare occupazione di qualità, valorizzare il capitale umano e rendere il Veneto protagonista nella nuova economia digitale”.

Qual è il messaggio ai cittadini?

“Che non stiamo facendo promesse, ma stiamo lavorando con serietà e visione. Il nostro Veneto sta crescendo, con risultati concreti e un’identità forte. E noi continueremo a difenderlo, con passione e responsabilità”.

Cittadinanza per discendenza, la nuova legge mette un freno alle richieste che intasano gli uffici anagrafe

Arriva la legge che cambia le regole per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza, basta con gli automatismi che hanno intasato gli uffici anagrafe. Anche nel padovano negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria esplosione di richieste di cittadinanza italiana per discendenza da parte di cittadini sudamericani, in particolare argentini e brasiliani. Intere agenzie, con base all’estero, si sono specializzate nell’accompagnare discendenti di italiani – anche molto lontani – attraverso un percorso che spesso portava all’ot-

tenimento del passaporto italiano. Questo sistema, che si basava su una interpretazione ampia dello ius sanguinis, ha portato a conseguenze significative per molti comuni italiani, tra cui Padova. Sono state numerose le difficoltà degli uffici anagrafe dei comuni padovani, soprattutto quelli più piccoli con ridotto personale, nel trovarsi a ricostruire legami di parentela per discendenti che, spesso, non esistevano negli archivi.” Solo nella città di Padova si contano circa 800 richieste annue di cittadinanza per discendenza. Molti di questi

procedimenti si basano su legami genealogici deboli, talvolta risalenti all’Unità d’Italia, senza alcun legame attuale o concreto con il nostro Paese. Questo ha provocato un sovraccarico amministrativo per gli uffici comunali, ma anche la necessità di rivolgersi ai tribunali per ottenere riconoscimenti giudiziali, con conseguente intasamento del sistema, e l’introduzione di misure dissuasive, come le tariffe per le ricerche d’archivio.

La Camera dei Deputati di recente ha approvato in via definitiva il decreto cittadinanza, che introdu-

zati sul Veneto2 4 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta.

il commento alle notizie del giorno dalle 17:00 con

ce modifiche significative alla normativa sulla cittadinanza italiana, in particolare per quanto riguarda gli oriundi e i minori stranieri apolidi. Il decreto limita la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per discendenza (ius sanguinis) ai soli individui che possono dimostrare un legame diretto con un genitore o un nonno italiano. Questo significa che gli oriundi di terza o quarta generazione non potranno più acquisire automaticamente la cittadinanza basandosi su avi lontani. “Con questo nuovo approccio l’Italia intende riequilibrare il rap-

porto tra diritto e appartenenza, ponendo fine a pratiche speculative e restituendo valore al concetto di cittadinanza come partecipazione consapevole a una comunità viva. Questa legge segna un cambio di paradigma importante. La cittadinanza non può più essere un diritto ereditato passivamente da persone che spesso non parlano italiano, non conoscono la nostra cultura e non hanno alcun legame con l’Italia. Deve tornare a essere ciò che è: un vincolo giuridico ma anche affettivo, culturale e civico. (v.g.)

Giuseppe Pan

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Vent’anni di IOV, Padova celebra l’eccellenza oncologica veneta

Venti anni di impegno nella lotta contro il cancro, vent’anni in cui la ricerca e l’assistenza si sono intrecciate per costruire un modello d’eccellenza sanitaria. L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha celebrato oggi il proprio ventesimo anniversario con una cerimonia ufficiale a Padova, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, della direttrice generale Giuseppina Bonavina e di numerosi rappresentanti istituzionali. Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come i numeri dello IOV siano la dimostrazione concreta dell’alto livello raggiunto: oltre 7 mila pazienti curati ogni anno, 6.800 interventi chirurgici, 58 mila sedute di chemioterapia e 50 mila trattamenti radioterapici. Ha sottolineato che l’istituto rappresenta una delle eccellenze sanitarie regionali, capace di coniugare innovazione scientifica, attenzione alla persona e risposte efficaci ai bisogni dei malati oncologici.

Zaia ha ricordato che lo IOV è nato come progetto delle Ulss, ma si è trasformato nel tempo in un punto di riferimento nazionale, grazie al riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e all’adozione di protocolli e percorsi assistenziali (PDTA) tra i più avanzati a livello italiano.

Ha poi ricostruito le tappe principali dello sviluppo dell’istituto: dall’apertura della sede al Busonera nel 2006, all’attivazione dei laboratori nella Torre della Ricerca nel 2015, fino alle sedi di Castelfranco Veneto (2017) e di Schiavonia per la Radioterapia (2018). Secondo Zaia, si tratta di un percorso di successi continui che ha permesso di estendere la presenza dell’Istituto sul territorio e di rafforzarne la struttura organizzativa.

Il presidente ha voluto ringraziare pubblicamente tutto il personale dello IOV per aver contribuito alla crescita di una realtà diventata un pilastro della rete sanitaria regionale. Ha inoltre ribadito che, nel campo della sanità, è fondamentale non abbassare mai la guardia e non accontentarsi dei risultati già ottenuti, ma continuare ad alzare l’asticella.

Ha fatto riferimento ai più recenti progressi della medicina oncologica, come i farmaci monoclonali personalizzati sulla base del profilo genetico dei pazienti, e all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, in particolare nelle nuove mammografie. Secondo Zaia, tutto questo dimostra che l’impegno per una sanità più precisa e accessibile deve proseguire, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.

Redazione Salute

Una vita nuova a 96 anni grazie alla dialisi

Una paziente di 96 anni, in trattamento dialitico da quindici anni, si trova in buona salute e testimonia l’efficacia dell’uso di un rene artificiale. Questo dispositivo, indispensabile per filtrare il sangue e restituirlo purificato al circolo, non solo contribuisce a prolungare l’esistenza, ma garantisce anche un’elevata qualità della vita. La donna è sotto le cure dei professionisti dell’Unità Operativa Semplice (UOS) di Emodialisi presso l’Ospedale Sant’Antonio, guidata dal dottor Giuseppe Scaparrotta. Attualmente, l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia ha in carico 93 pazienti anziani e grandi anziani affetti da malattia renale cronica, per i quali gestisce la terapia conservativa a lungo termine. L’attività si svolge su tre sedi: presso l’Ospedale Sant’Antonio, che dispone di 28 posti letto per l’assistenza intensiva in tutte le tipologie di trattamento emodialitico; al Giustinianeo, con 12 posti letto per l’assistenza media; e al complesso socio-sanitario dell’Ospedale ai Colli, con 6 posti letto destinati ai trattamenti di emodialisi intermittente, alle visite nefrologiche e alle terapie educazionali. Nel corso dello scorso anno, la UOS ha registrato un totale di 40.500 prestazioni, di cui 26.500 sono state dedicate a trattamenti dialitici. Nel 2024 sono stati eseguiti oltre 1500 trattamenti in terapia intensiva e in totale più di 3300 trattamenti su pazienti acuti, di cui 1750 in emodialisi, soprattutto in situazioni complesse come il supporto a cuore e fegato artificiali. Cresce anche la dialisi peritoneale a distanza, grazie al controllo remoto, che migliora l’assistenza da casa. Il reparto conta sette ambulatori specialistici, con quasi 3700 visite nell’ultimo anno, in particolare per trapianti di rene, controlli post-operatori e valutazioni di donatori viventi. Importante anche l’attività ospedaliera: 831 ricoveri, di cui 77 in day hospital, e 65 biopsie renali per diagnosi approfondite.

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Salute mentale a scuola. Il Parlamento sollecita il decreto per il sostegno psicologico

L’onorevole Rachele Scarpa: «Trasformare in realtà il progetto Chiedimi come sto»

Sangue e plasma, arriva la telemedicina

Un passo avanti per la salute mentale nelle scuole: il Parlamento sollecita il decreto attuativo per avviare il supporto psicologico. La deputata Rachele Scarpa chiede interventi urgenti per garantire benessere a studenti e docenti

Arriva dal Parlamento un segnale importante per il futuro della salute mentale nelle scuole italiane. Con il parere favorevole all’ordine del giorno presentato dall’onorevole Rachele Scarpa, responsabile nazionale Giovani e Salute del Partito Democratico, si sollecita l’adozione del decreto attuativo indispensabile per avviare il servizio di sostegno psicologico negli istituti scolastici. Una misura attesa da anni, che punta a tutelare il benessere di studenti, docenti e dell’intera comunità educativa. «Accolgo con soddisfazione questo passaggio parlamentare – ha dichiarato Scarpa –ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Il decreto ministeriale va approvato al più presto, altrimenti tutto resta fermo sulla carta». L’iniziativa si inserisce nel quadro della proposta di legge Chiedimi come sto, di cui la deputata è prima firmataria. Il testo mira a rendere stabile e accessibile il supporto psicologico a scuola, con interventi di prevenzione e assistenza rivolti non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti. Secondo Scarpa, la salute mentale dei giovani è una delle grandi sfide del presente. «Oggi – spiega – l’accesso al supporto psicologico è ancora ostacolato da barriere culturali e da limiti economici. Molte famiglie non possono permettersi percorsi di assistenza, e il disagio rimane nascosto, con conseguenze che possono essere gravi. Servono strumenti pubblici, universali, presenti nei luoghi di vita quotidiana dei ragazzi». Nonostante sia già stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per l’avvio del servizio nel 2025, a cui seguiranno 18,5 milioni annui dal 2026, senza il decreto attuativo le risorse non possono essere utilizzate. «Serve un’azione rapida ed efficace – ribadisce la deputata – per dare il via a una sperimentazione reale, che diventi presto una misura strutturale e permanente. Non possiamo più permetterci ritardi». La proposta Chiedimi come sto ha un orizzonte ampio: non si limita a curare il disagio, ma vuole promuovere una cultura della prevenzione e del benessere, coinvolgendo l’intera comunità educante. «Anche i docenti – conclude Scarpa – si trovano spesso a fronteggiare si-

tuazioni complesse senza strumenti adeguati. Garantire loro un supporto psicologico significa rafforzare la scuola come luogo sicuro, accogliente e capace di ascoltare».

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Ogni anno in Italia servono circa 2,5 milioni di unità di sangue intero e oltre 860.000 chili di plasma, risorse salvavita che, ad oggi, non esistono in forma artificiale. Solo la generosità dei donatori rende possibile curare migliaia di pazienti. Ma come incentivare nuove donazioni in un contesto di vite sempre più frenetiche e tempi sempre più stretti? L’Ulss 6 Euganea ha deciso di rispondere a questa sfida con un’iniziativa all’avanguardia: una piattaforma di telemedicina dedicata alla donazione del sangue e del plasma, che consente ai cittadini di effettuare da remoto la prima visita anamnestica necessaria per diventare donatori. Niente più spostamenti, file o giornate perse: tutto si svolge online, in pochi minuti, con un medico trasfusionista. In appena tre mesi – da febbraio a maggio – il nuovo servizio ha già portato a 672 televisite, segno di un interesse crescente e di una risposta concreta da parte dei cittadini. E i primi risultati sono incoraggianti: le donazioni sono in aumento, grazie a una maggiore accessibilità e a percorsi più snelli. Il progetto è stato al centro dell’evento formativo in corso al MUSME di Padova, dal titolo “Digital transformation e nuove sfide della medicina trasfusionale: l’esperienza dell’azienda Ulss 6 con uno sguardo all’Europa”. Un momento di confronto tra istituzioni sanitarie, specialisti del settore e rappresentanti delle associazioni di volontariato, volto ad analizzare il futuro della sanità digitale nel campo della medicina trasfusionale. Sul tavolo, oltre ai dati incoraggianti dell’Ulss 6, anche il tema cruciale dell’integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale, l’importanza della rete di volontari e gli investimenti in tecnologia per garantire non solo la raccolta, ma anche la corretta conservazione e distribuzione del sangue. Tra i protagonisti della giornata, i vertici dell’Ulss 6: Paolo Fortuna, direttore generale, Aldo Mariotto, direttore sanitario, Alessandro Lanti, responsabile della UOC Medicina Trasfusionale, e Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue.

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Paola Bigon

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.

GAZPACHO DI POMODORO

Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.

Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe

Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.

POLPETTE DI MELANZANE

Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.

Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere

Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.

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PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE

Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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TEATRO GOLDONI – VENEZIA

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