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La parola “rimborso” attrae l’attenzione del contribuente come sanno bene i malviventi del web. Da qui è partita anche nel Miranese l’ultima truffa, dove si “scomoda” il Sistema sanitario nazionale (Ssn) per ingannare gli utenti. Il tutto inviando una semplice e-mail dove sta scritto: “A seguito di una recente verifica sui tuoi versamenti, abbiamo rilevato un pagamento in eccesso relativo a due mensilità al Sistema Sanitario Nazionale (Ssn). Di conseguenza, ti spetta un rimborso pari a 234,40 eur (scritto così)!”?. Inoltre la mail invita “a richiedere il rimborso al più presto” perché “trascorso un certo tempo” si potrebbe perdere il diritto alla restituzione. “Niente di più falso – riferisce la presidente di Adiconsum Venezia Jacqueline Temporin Gruer –. Una “fake news” bella e buona. L’invito è chiaro: cancellare l’email. Questa, infatti, promette di ricevere la cifra ma per farlo, serve “fornire i dati necessari” per poter trasferire il denaro il prima possibile nel conto corrente della vittima. Dei cittadini si sono rivolti a noi allarmati da questo messaggio giunto alla loro posta elettronica. Purtroppo non è il primo caso segnalato nelle ultime settimane, perché oltre al falso rimborso del Ministero della sanità, ci sono pure le truffe legate al curriculum e allo Spid. Dunque c’è un aumento di episodi. I malviventi cercano sempre più di affinarsi, allargano la platea di chi possono colpire ma, lo ricordo, nessun ente o istituto bancario invia comunicazioni del genere. Nessuno. Non rispondere a mail sospette, non fornire alcun dato ma, al contrario, avvisate le forze dell’ordine oppure consultateci”.
Anche
Veneto fragile e contraddittorio
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Il problema è che con queste quantità d’acqua non c’è rete di scolo che tenga e il rischio di allagamenti ed esondazioni aumenta soprattutto nelle zone più a rischio. Per il Veneto significa ben il 55% del territorio, tanto che nella nostra regione sono 260 i comuni in situazione di pericolosità idraulica, da moderata a molto elevata. Se invece diamo uno sguardo al territorio saltano subito all’occhio le aree più in pericolo: lungo i fiumi Bacchiglione, Brenta e Adige in particolare, ma anche ai piedi dei rilievi o nelle zone in cui manca una rete di scolo efficiente. L’Ispra, inoltre, ha calcolato il numero di veneti che vivono in aree ad elevato rischio di alluvione: sono ben 568 mila, di cui più di un terzo ciascuno per le province di Venezia e Padova. Fin qui la fotografia, ma è giusto ricordare anche cosa è stato fatto in Veneto negli ultimi 15 anni, a partire dalle disastrose alluvioni del 2010: oltre 2,2 miliardi di euro sono stati investiti in 345 opere per la sicurezza idraulica, compresi dieci grandi bacini di laminazione, che hanno aumentato la capacità di invaso di oltre 21 milioni di metri cubi. Altri 13 sono in costruzione, per ulteriori 89 milioni di metri cubi. Senza contare poi le centinaia di cantieri aperti dai Consorzi di Bonifica e dai singoli comuni per proteggere ulteriori porzioni di territorio. Eppure il Veneto resta una regione fragile, perché il consumo di suolo degli ultimi decenni, il più vorace d’Italia, ha indebolito il territorio e accresciuto il rischio, perché alcuni interventi sono arrivati tardi o non sono ancora finanziati. Si potrebbe fare di più, ma non basta scavare canali o bacini, non basta rinforzare gli argini. Va superata anche la contraddizione che ha portato ad un progressivo indebolimento di un territorio già a rischio.


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Massimo Tonizzo
continua
Il rischio alluvione in Veneto
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Allagamenti, allarme senza sosta, i canali non reggono l’onda d’urto
Il presidente Federico Zanchin: “Acque Risorgive ha realizzato e sta progettando nel comprensorio opere per un importo di oltre 17milioni di euro”
I l Consorzio di bonifica Acque Risorgive ha realizzato e sta progettando nel territorio del Miranese, opere per un importo di oltre 17milioni di euro. Si tratta di interventi importanti per la sicurezza idraulica che si aggiungono all’opera di manutenzione ordinaria e straordinaria che il Consorzio svolge annualmente. L’attività che il Consorzio di bonifica svolge va dallo sfalcio dei corsi d’acqua e delle arginature al ripristino di tratti franati delle sponde (anche a causa della presenza sempre più numerose delle nutrie), dal risezionamento dei canali alla realizzazione di nuove opere, grazie a finanziamenti stanziati dai Comuni, dalla Regione o dallo Stato. E prosegue gli interventi di riapertura corsi d’acqua demaniali e riapertura di percorsi manutentivi lungo i corsi d’acqua, rimuovendo quegli impedimenti al transito
che rendono difficoltosa o impossibile l’azione manutentiva ordinaria.“Un’attività - osserva il presidente Federico Zanchinche svolgiamo in stretto contatto con le amministrazioni locali, sindaci ed altri enti, a partire dalla redazione dei Piani delle

acque, e loro aggiornamento, per evidenziare le criticità presenti e programmare gli interventi. Con i sindaci ci stiamo anche confrontando sul progetto di realizzazione di invasi che trattengano le acque durante gli eventi alluvionali e che diventino preziosi serbatoi nei periodi di siccità”. Il Consorzio è pure impegnato in un’opera di ammodernamento, anche informatico, delle opere di derivazione e regimazione delle acque ai fini irrigui. “Nel rapido scenario di cambiamento climatico che caratterizza l’inizio di questo secolo - continua il presidente Zanchin - è indispensabile operare con celerità per farsi trovare pronti ad una gestione quanto più possibile flessibile della risorsa idrica”. Nello specifico, il Consorzio di recente ha realizzato nell’area del miranese sud: il completamento della sistemazione idraulica dello scolo Lusore a monte della botte a sifone del Taglio di Mirano in Comune di Santa Maria di Sala. I lavori hanno permesso di completare
la nuova area umida. Sono stati fatti lavori di installazione di sistemi di automazione e telecontrollo per il prelievo di acque ad uso irriguo su derivazioni di Favariego, Mazzacavallo e Musonello sul Muson Vecchio. Lavori di ripristino delle frane e degli scoscendimenti di sponda sul Muson Vecchio nei Comuni di Santa Maria di Sala e Mirano. Lavori di realizzazione di diaframmi antisifonamento sono stati fatti per impedire le infiltrazioni sul Muson Vecchio nei Comuni di Mirano e Santa Maria di Sala. E’ stata realizzazione una cassa di espansione e laminazione per la riduzione dei picchi di piena e fitodepurazione delle acque del Marzenego nella zona di Salzano-Mirano. A breve partirà il secondo stralcio. Alessandro Abbadir

A Spinea Rio Cimetto e Menegon, corsi d’acqua sorvegliati speciali
Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno intensificato la frequenza e la violenza degli eventi atmosferici, ponendo sfide significative alla sicurezza e alla gestione del territorio. Il Comune di Spinea da tempo ha avviato una serie di interventi mirati alla prevenzione del rischio idraulico e alla

tutela del verde urbano. “Nel corso degli anni - spiega l’assessore Paolo Barbiero (in foto) - ai tempi dell’amministrazione Checchin, è stato avviato un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria per prevenire il rischio idraulico e idrogeologico, che include la pulizia periodica di fossi, canali e caditoie.
Un impegno che ha permesso di aumentare la capacità di assorbimento e smaltimento delle acque piovane. Il Comune opera inoltre in stretta collaborazione con il Consorzio di Bonifica e con gli enti preposti al controllo, per garantire un monitoraggio continuo del territorio. Fortunatamente comunque Spinea
non è mai stata soggetta ad allagamenti importanti, nemmeno durante i fenomeni atmosferici più estremi degli ultimi anni”. “Fra i corsi d’acqua - aggiunge - il Rio Cimetto richiede una sorveglianza attenta. Viene sottoposto a pulizia regolare e controlli puntuali per garantirne il funzionamento, soprattutto in
occasione di piogge abbondanti. Va inoltre segnalato il Menegon, un corso proveniente dal Comune di Mirano, dove in passato si sono verificati episodi critici. Anche se a Spinea non si sono mai registrati problemi legati a questo corso d’acqua, viene comunque monitorato con particolare attenzione”. (a.a.)




Premiata Erboristeria Ceccato nasce dall’esigenza di far conoscere a più persone possibili l’e�ficacia dei rimedi naturali. L’esperienza ventennale, la conoscenza e la professionalità o�frono la possibilità di rendere popolare l’uso di prodotti naturali









Federico Zanchin
Bomba d’acqua, Mirano finisce allagata
Sono passati appena 7 mesi e Mirano e l’area del Miranese sono stati investiti da un’altra “bomba d’acqua” che ha provocato danni e disagi soprattutto a Spinea e Mirano. La “bomba d’acqua” a inizio maggio ha investito il centro di Mirano con grandine e pioggia e intere strade, compresa la piazza centrale del paese sono finite sott’acqua. Non sono mancate le polemiche da parte di residenti, commercianti e forze politiche sul fatto che ad un certo punto i tombini non ricevevano più la pioggia e le strade si siano trasformate in piscine. Il Comune con il sindaco Tiziano Baggio però sottolinea come siano caduti su Mirano 55 millimetri di pioggia in meno di un ora. Ne cadono 1100 in un anno mediamente in zona, 110 in un un mese. 55 millimetri significa che è caduta tanta pioggia, tanta quanto quella che cade in 15 giorni. La maggioranza degli allagamenti, fa notare il Comune si è verificata in strade in cui c’è la presenza di alberi. Le foglie strappate dalla grandine hanno fatto tappo sui tombini. Le strade che sono state allagate sono: via

Porara, nel tratto fino alla rotonda che porta a Marano di Mira, via Wolf Ferrari, via Nazario Sauro, via Matteotti e via Saragat, l’area del parco delle Rimembranze. In via Ferrari e via Matteotti sono andati sott’acqua i garage interrati di due palazzine coinvolgendo complessivamente una ventina di famiglie. Anche via Padova Belluno e Treviso sono finite sott’acqua. E’ stata fatta intervenire la protezione civile in aiuto ai residenti in difficoltà. Ma le proteste non sono mancate sia da parte dei residenti, che dei commercianti e degli esponenti politici di opposizione. Le caditoie sono state pulite, hanno fatto notare dei
residenti, appena a luglio scorso “è evidente che sono le tubature che sono ostruite”. I danni alle colture fortunatamente non sono stati ingenti. Pesante la presa di posizione del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Matteo Baldan.“Dopo la conta dei danni per il sindaco è il momento delle responsabilitàdice. Nonostante il maltempo previsto, per l’ennesima volta giunta e sindaco si sono dimostrati impreparati, non organizzando nemmeno la normale pulizia delle caditoie e tombini, una leggerezza che ha contribuito a mandare ancor di più sott’acqua mezzo comune. I danni causati da questa ondata di piogge potevano sicuramente essere limitati, perchè le risorse per fare i lavori minimi di controllo e pulizia per preparare la rete alla sua massima efficienza c’erano”. Anche a Spinea i problemi non sono mancati. La grandine ha colpito la città e alcune strade che a causa della pioggia sono finite sott’acqua. Anche la scuola Calvino ha avuto delle infiltrazioni ma la situazione si è risolta in breve tempo.
Alessandro Abbadir
L’allarme di Opzione Zero:“ cementificazione selvaggia, si va verso il disastro”
Sono caduti su Mirano 55 millimetri di pioggia in meno di un ora. Scoppiano le polemiche. Anche a Spinea diversi disagi, infiltrazioni alla scuola Calvino.

Dagli ultimi dati Ispra oltre mezzo milione di persone (568.131) sono a rischio alluvioni in Veneto. Questo è il principale rischio idrogeologico soprattutto per il padovano e il veneziano. A legare questo rischio, al cambiamento climatico anche nel Miranese, è il Comitato Opzione Zero. “Dai dati - spiega il referente Mattia Donadel - emerge che dagli anni Ottanta dello scorso secolo il continente europeo si è riscaldato a una velocità doppia rispetto alla media mondiale. L’istituto nazionale Ispra segnala che il Veneto è la seconda regione più cementificata d’Italia con l’11,88% della superficie regionale consumata (891 gli ettari persi nel 2023). Del resto che continuino a spuntare palazzine o supermercati al posto di casette, oppure centri commerciali e poli logistici là dove prima c’erano campi, è sotto gli occhi di tutti anche nel Miranese”. Il Comitato fa denunce precise. “Si torna a parlare di “Romea commerciale”,
di un nuovo casello ad Albarea fra la Riviera e il Miranese, mentre in zona incombono altri progetti - dice Donadel - di cemento e asfalto. In un territorio così compromesso, a fronte di precipitazioni sempre più abbondanti e intense, la vulnerabilità idraulica è una delle conseguenze più gravi e immediate. Le vasche di contenimento intorno alle nuove lottizzazioni sono solo una foglia di fico, e le opere idrauliche come le vasche di espansione costruite in questi anni sono poca cosa. Le reti per la raccolta delle acque nere e delle acque bianche sono sottodimensionate o assenti. I Piani delle Acque comunali rimangono in buona parte solo sulla carta. Non va meglio per i corsi d’acqua principali, dove gli interventi di messa in si-

curezza sono insufficienti“. Quali le soluzioni? “Gli amministratori degli enti locali potrebbero - conclude - fare la loro parte: puntare sul consumo di suolo zero, privilegiando la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, destinare e reclamare più fondi per l’adeguamento delle reti fognarie e scolanti, investire sullo sviluppo e sulla gestione del “verde urbano”, sulla riforestazione del territorio e su una agricoltura a basso impatto”. (a.a.)

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Arte. Da questi studi è uscito il volume “Domenico Tiepolo. A new Testament”
Acquisite dal Centro Studi Tiepolo le ultime ricerche sui disegni religiosi dell’artista
RRifugi climatici: un nuovo paradigma di resilienza urbana

tra la famiglia Tiepolo e la città di Mirano è stata storicamente profonda e simbolica.
Le opere della famiglia sono ancora ammirate in diverse chiese e ville nel territorio, come testimonianze viventi del passato artistico e culturale della regione. La parrocchia di Zianigo conserva alcuni dei capolavori di Giandomenico, mentre la chiesa di San Michele Arcangelo ospita un’importante pala d’altare di suo padre, Giambattista Tiepolo. L’Amministrazione Comunale di Mirano non nasconde l’intenzione di utilizzare
queste scoperte per rinvigorire l’interesse verso il patrimonio tiepolesco della zona. Si prevede di celebrare nel 2027 il 300º anniversario della nascita di Giandomenico con eventi e commemorazioni che punteranno i riflettori su questa ricca eredità artistica. In tal modo, si spera di stimolare una nuova ondata di entusiasmo e studi volti a esplorare ulteriormente l’opera e la visione di questi straordinari artisti veneziani, rafforzando il legame duraturo che unisce i Tiepolo a Mirano. Riccardo Musacco

ecenti scoperte nel mondo dell’arte hanno portato alla luce la straordinaria opera di Giandomenico Tiepolo, in particolare i suoi disegni religiosi realizzati nella villa di famiglia a Zianigo, frazione di Mirano. Questo corpus artistico, a lungo trascurato e disperso, rappresenta un significativo contributo all’interpretazione visiva dei primi anni del Cristianesimo, un racconto che parte da Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, fino agli atti degli apostoli Pietro e Paolo. Dietro questa riscoperta c’è un lavoro meticoloso guidato dalla dottoressa Adelheid M. Gealt, illustre studiosa dell’opera tiepolesca e presidente onoraria del Centro Studi e Documentazione Tiepolo di Mirano. Le sue indagini culminano nella pubblicazione di un libro che raccoglie i disegni, finalmente riuniti e ordinati secondo la narrazione del Nuovo Testamento. La pubblicazione, il volume “Domenico Tiepolo. A New Testament”, è arricchita con riproduzioni a colori che ne facilitano la fruizione e l’apprezzamento, offrendo una visione unitaria di ciò che era destinato a essere un’unica grande narrazione visiva. Questi disegni, noti per la loro profondità artistica e spirituale, combinano raffinata erudizione con una semplicità toccante, richiamando gli antichi mosaici della Basilica di San Marco. Mostrano inoltre una maestria nell’arte sacra che riflette la sensibilità e l’abilità di Giandomenico nel coniugare tradizione iconografica e innovazione personale. Sfortunatamente, a causa della dispersione postuma di questi disegni, molti di essi sono stati separati nel tempo e nello spazio. Un significativo insieme di 138 fogli è conservato al Museo del Louvre, in un album che porta il nome di Recueil Fayet, mentre altri 169 si sparpagliarono grazie a Victor Luzarche. Questa frammentarietà aveva minato l’apprezzamento della serie come un’opera completa, ma grazie al lavoro instancabile della dottoressa Gealt, oggi vengono finalmente riconosciuti nella loro interezza. La relazione

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A Mirano ha preso vita un progetto innovativo che unisce sostenibilità ambientale, comunità e cultura. Si chiama “Rifugi Climatici”, ed è un’iniziativa sostenuta dal Cavv-Csv di Venezia, in collaborazione con l’Università Iuav di Venezia e una congerie di associazioni locali. A guidare il progetto è Cesvitem Ets, con partner come Fiab Miranese e Riviera del Brenta, Legambiente Miranese, il Comitato Quartiere Aldo Moro e il Comune di Mirano. L’obiettivo? Trasformare il Centro Civico Masenello e il Parco Rabin in un “rifugio climatico”, uno spazio sicuro e accogliente per la comunità. Il progetto non si limita a mitigare gli impatti del riscaldamento globale. Intende, piuttosto, costruire un punto di riferimento polifunzionale per tutti i cittadini. La presenza di ampi spazi verdi, combinata con un centro riscaldato, offre un rifugio sia dal caldo estivo che dal freddo invernale. Ma la visione è ancora più ampia: il rifugio climatico diventerà un fulcro di attività culturali, didattiche e associative. L’amministrazione locale ha accolto con favore l’iniziativa, appoggiata fermamente dall’assessora al verde e rigenerazione urbana Elena Spolaore e dalla consigliera comunale Nadia Jasmin Salviato. Entrambe si sono dimostrate entusiaste promotrici, sottolineando come il rifugio possa rappresentare un modello per altre comunità. In concomitanza con la Giornata Mondiale della Terra, nelle scorse settimane il progetto “Rifugi Climatici” è culminato in un evento di pulizia del territorio intitolato “Puliamo il Mondo”. Oltre 250 studenti della Scuola Primaria “Dante Alighieri” di Mirano hanno partecipato attivamente, mettendo in luce la centralità dell’educazione ambientale. Durante l’evento, una mostra a tema “Il Mondo che vorrei” ha preso vita nei totem lignei del Parco Rabin, offrendo una visione collettiva di speranza e cambiamento. Questo progetto rappresenta un passo significativo verso una società più resiliente e consapevole dell’importanza della sostenibilità, dimostrando che il cambiamento inizia dalla comunità locale, ma ha il potenziale di risuonare ben oltre i suoi confini. (r.m.)
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Sanità. L’apparecchio rivoluzionerà le diagnosi e il trattamento dei pazienti
Consegnato all’Ospedale un ecografo portatile grazie a La Colonna Aps
N
elle scorse settimane l’ospedale di Mirano è stato teatro di un importante evento: la consegna di un ecografo portatile multidisciplinare, ad ultrasuoni, all’avanguardia e completamente digitale, del valore di 15.330,00 euro, donato da La Colonna Aps, l’associazione fondata da Giancarlo Volpato che si occupa di sostenere la ricerca sulle lesioni spinali, a favore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia. Questo strumento rappresenta molto più di un semplice aiuto economico perché promette di rivoluzionare la diagnosi e il trattamento dei pazienti, garantendo cure più rapide e precise, specialmente in situazioni di emergenza. Adriana Critelli, Direttrice dell’Unità di Neurologia, ha evidenziato come questo strumento permetterà di espandere le capacità diagnostiche del reparto, specialmente in contesti complessi. È un supporto fondamentale per i pazienti affetti da patologie cerebrovascolari, offrendo un intervento tempestivo e mirato. Alla cerimonia erano presenti il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, il Sindaco di Mirano Tiziano Baggio con la Vicesindaca Maria Giovanna Boldrin, e altri membri del consiglio comunale, sottoli-

neando l’importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni locali. Anche i rappresentanti di La Colonna APS hanno partecipato, insieme ai partner storici come Kardines Walking, Mirano Nuoto e Gelateria L’Arte di Mauro, che attraverso iniziative di raccolta fondi come “100km per Gianca” e “Swim Day” hanno dato un contributo decisivo alla realizzazione del progetto. Contato ha espresso gratitudine verso l’associazione ribadendo il valore inestimabile del volontariato. Giancarlo Simionato, in rappresentanza del presi-
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dente Giancarlo Volpato, ha sottolineato come dietro ogni donazione ci sia l’obiettivo di realizzare progetti che rispondano ai bisogni della comunità. L’evento ha sottolineato la forza di una rete solidale che unisce volontariato, istituzioni e cittadini per generare un impatto positivo e tangibile. La Colonna Aps continua a migliorare la qualità della vita di chi convive con una lesione spinale, confermandosi come un pilastro fondamentale di solidarietà e innovazione.
Riccardo Musacco
Ricominciano i viaggi della Memoria ad Auschwitz Riprende quest’anno il “Progetto Memoria Auschwitz Birkenau” presentato nelle scorse settimane presso l’oratorio della Parrocchia di San Leopoldo Mandic. L’iniziativa è promossa da Giuseppe “Beppe” Bovo, noto autore teatrale e regista miranese impegnato da anni nella divulgazione storica e nella conservazione della memoria. Bovo, che ha già accompagnato 11 gruppi eterogenei di studenti e adulti in pellegrinaggio nei campi di sterminio, annuncia con entusiasmo il prossimo viaggio, programmato dal 14 al 18 novembre. La modalità scelta è il viaggio in pullman, per favorire la coesione del gruppo e incentivare scambi di idee e riflessioni durante il viaggio. I partecipanti previsti saranno circa 50 e dovranno confermare la loro adesione con un anticipo di tre mesi. Nei mesi antecedenti al viaggio, sono previsti ulteriori incontri di approfondimento sul tema. Durante la serata di presentazione, Bovo ha illustrato alla platea la storia di Auschwitz-Birkenau, dalla trasformazione della vecchia caserma polacca in un campo di sterminio all’ampliamento dell’area di Birkenau, dove le tradotte dei deportati arrivavano sotto la supervisione dell’SS Adolf Eichmann. Il sindaco Tiziano Baggio, presente all’evento, ha sottolineato l’importanza di continuare a interrogarsi su quanto accaduto. Questa iniziativa si inserisce nel programma commemorativo “(R)esistenze”, organizzato dal Comune di Mirano. (r.m.)

Il caso. La società di Leone Cera non paga le multe dell’intero anno
Calcio cittadino: si rischia la mancata iscrizione ai prossimi campionati
S i chiude nel modo peggiore la stagione (ma forse anche parte della storia) dello Spinea Calcio: Ultima gara nemmeno disputata per debiti con la Federazione (multe mai pagate) e il presidente Paolo Leone Cera inibito per 10 mesi, colpevole di aver intascato le rette di giovani calciatori, tuttavia mai tesserati in quanto non è stata svolta attività di settore giovanile, non restituendo poi i soldi ai genitori. Da fine campionato, Cera ha ridato le chiavi degli impianti in gestione al comune, che ora ha tempi ristrettissimi per effettuare un nuovo bando di gestione, con l’incognita della società alla quale eventualmente affidarlo dato che - per lo meno virtualmente - il calcio Spinea ancora esiste. “Si è giunti alla fine di una vicenda che, purtroppo, era partita male fin dall’inizio - commenta il sindaco Franco Bevilacqua - come Amministrazione siamo molto amareggiati per questo epilogo, soprattutto per l’impegno che abbiamo messo nel tentativo di trovare una soluzione. In ogni caso, non resteremo con le mani in mano. All’interno della Commissione, istituita proprio per affrontare questa situazione, abbiamo già iniziato a lavorare sui problemi e su un nuovo progetto di gestione, che ci consenta di non tenere bloccati gli impianti per un anno in attesa di un bando che richiederebbe tempi lunghi. Stiamo valutando la possibilità di assegnazioni degli impianti con una manifestazione di interesse temporanea di un anno, che prepareremo in modo che chi fosse disponibile a ricostruire un’attività polisportiva si faccia avanti. Posso già dire che abbiamo ricevuto alcune manifestazioni di interesse che valuteremo in tempi brevi. Non dobbiamo dimenticare che lo stadio potrà essere utilizzato non solo per il calcio, ma anche per l’atletica. Abbiamo inoltre stanziato dei fondi per la manutenzione della struttura, con priorità all’impianto di irrigazione e al rifacimento del manto erboso. Per quanto riguarda gli altri impianti, stiamo valutando l’entità dei costi, che, soprattutto per il “Tonello”, si preannunciano ingenti”.


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La camminata ecologica conquista la città
Buon successo per la seconda edizione di Viviamo gli argini a Spinea, indetta da Fiab Spinea AmicaBici - Sezione di Mestre e Cdat Ets Spinea che, grazie al consenso dei proprietari e del Consorzio di Bonifica, ha fatto conoscere e apprezzare ai cittadini parti di territorio che attualmente non sono accessibili. “Va considerato che il Rio Cimettospiegano gli organizzatori - che




prosegue il suo corso ad est, oltre la stazione, passando per Chirignago, anche se per molti tratti tombato, prosegue per Gazzera fino in Via Olimpia a Mestre. Fatto a ritroso può essere quindi considerato un percorso di congiunzione tra Mestre e Spinea alternativo alla Miranese. Abbiamo deciso per un percorso lungo circa 10 chilometri di camminata con lo scopo di far conoscere il territorio ai cittadini e scoprire l’importanza strategica, ambientale e paesaggistica dei tragitti acquei. Tale itinerario è già stato individuato e segnalato nel nostro Biciplan, presentato nel 2021, e attualmente preso in considerazione dall’attuale Giunta che ne sta facendo oggetto di studio”. (m.t.)
Massimo Tonizzo
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La riqualificazione. Primi a beneficiare i residenti, poi toccherà alle case sfitte
Al Villaggio parte la vendita degli appartamenti
Il Comune di Venezia avvia il piano di vendita
degli alloggi popolari al Villaggio dei Fiori di Spinea:
circa 100 appartamenti saranno offerti in via prioritaria agli affittuari regolari, mentre per gli immobili occupati abusivamente si prevede sgombero e riqualificazione
I


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n arrivo a breve il primo passo della riqualificazione degli appartamenti del comune di Venezia al Villaggio dei Fiori a Spinea. Con l’annuncio da parte del comune di Venezia il mese scorso di una prima operazione di vendita di case popolari, è stata concretizzata anche l’ipotesi che questa operazione coinvolgerà le case del comune di Venezia del Villaggio dei Fiori che dalle prime notizie potrebbero essere tra le prime ad essere “liberate”. Il piano del comune di Venezia prevedrebbe la possibilità come prioritaria di acquisto per circa 100 appartamenti agli attuali affittuari “regolari” con le agevolazioni previste dalla legge e sconti ulteriori da valutare eventualmente fino a un ulteriore ribasso del quaranta per cento. Discorso diverso, invece, per i quasi cinquanta appartamenti sfitti e occupati abusivamente, che verrebbero prima restaurati e messi a norma per poi essere assegnati alla vendita sul libero mercato. L’iter sarà


ovviamente lungo e necessiterà di almeno tre passaggi: l’accordo tra i due comuni e il vaglio prima del consiglio comunale e poi della Regione, ma la decisione sembra essere ormai stata presa. “Una decisione che apprezziamo”, il primo commento dei residenti degli alloggi, che nei mesi scorsi avevano lamentato alcune carenze gestionali da parte del comune di Venezia, “Perchè va a premiare quelli che sono residenti effettivi e regolari da anni. La speranza è
che ovviamente prima della vendita sia il comune stesso a sistemare infiltrazioni, finestre e tutto quello che serve per vivere bene e che stiamo ormai segnalando da anni”. Gli alloggi del Villaggio dei Fiori sono da anni fonte di discussione tra le amministrazioni di Venezia e Spinea, scontri aumentati negli ultimi mesi dopo la denuncia da parte di alcuni residenti di un numero preoccupante di abusivi, a volte anche violenti. Massimo Tonizzo
Al via gli incontri per le Comunità Energetiche
Sono iniziati a Spinea gli incontri di presentazione della nuova Comunità energetica Cer. Le serate, organizzate in diverse zone del territorio comunale, saranno l’occasione per conoscere da vicino i vantaggi della Comunità energetica, comprendere il significato dell’elettrificazione dei consumi e dell’autonomia energetica, e ricevere aggiornamenti sul contributo a fondo perduto del 40% previsto dal PNRR per chi installa impianti fotovoltaici. Durante gli incontri sarà inoltre pos-
sibile aderire alla CER e al gruppo di lavoro in fase di costituzione. Le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) sono associazioni tra cittadini, imprese e istituzioni locali che collaborano per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo è duplice: da un lato favorire l’autonomia energetica e il risparmio in bolletta, dall’altro ridurre l’impatto ambientale e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. L’energia prodotta in eccesso può essere redistribuita

all’interno della comunità, garantendo benefici ambientali, economici e sociali, anche per i consumatori più vulnerabili. (m.t.)
Solidarietà e impegno contro la violenza di genere: i sindaci del Miranese al fianco dell’assessora di Dolo
I sindaci dei comuni dell’Unione del Miranese esprimono la loro solidarietà all’assessora di Dolo, Chiara Iuliano, vittima di un’aggressione che ha sconvolto la comunità. In una dichiarazione comune, i primi cittadini hanno condannato fermamente l’accaduto e ribadito l’importanza di un impegno collettivo per combattere la violenza di
genere, che ancora segna le nostre società. Franco Bevilacqua (Spinea), Tiziano Baggio (Mirano), Stefano Sorino (Noale), Andrea Saccarola (Martellago) e Luciano Betteto (Salzano) hanno sottolineato come ogni forma di violenza contro le donne rappresenti una ferita profonda per l’intera collettività, che deve reagire con forza. “Non possiamo
rimanere indifferenti - si legge nel comunicato -, è necessario rafforzare le reti di prevenzione, sostenere le vittime e promuovere una cultura di rispetto che ponga fine a ogni sopruso”. In occasione di questo drammatico episodio, i sindaci rinnovano il loro impegno contro ogni forma di abuso, discriminazione e sopraffazione. (a.b.)






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L’intervista. Il sindaco affronta varie tematiche dalla sicurezza urbana al traffico in città
Franco Bevilacqua: “Basta attacchi, ecco quello che stiamo facendo”
Il sindaco risponde alle recenti critiche sulla sua presunta assenza e sull’operato dell’amministrazione, ribadendo il valore del lavoro di squadra e il costante impegno sul territorio. Dal tema sicurezza alla mobilità urbana, fino alle tensioni politiche in vista delle regionali, il primo cittadino fa il punto sulla situazione e lancia un appello alla responsabilità
I l sindaco di Spinea Franco Bevilacqua commenta la situazione della sua città e si tira fuori non pochi sassolini dalle scarpe contro chi - a suo parere ingiustamente - negli ultimi tempi lo ha accusato di tutto, ma soprattutto di non essere mai presente in città e di delegare qualsiasi dichiarazione agli altri membri della maggioranza. “Nei primi mesi del mandato - spiega - siamo stati impegnati a riprendere le redini di un Comune commissariato e da inizio anno abbiamo lavorato per intensificare la comunicazione. Siamo consapevoli dell’importanza di informare e comunicare con la cittadinanza e cerchiamo di farlo in modo corretto, tenendo conto che spesso i social si riempiono di comunicazioni faziose a cui, per scelta, non rispondiamo. Per quanto riguarda la mia presenza, sottolineo che le accuse mi sono state mosse non da “semplici” cittadini ma da persone non estranee alla politica. Io sono sul territorio ogni giorno, incontro e rispondo a tutti. Ma noi siamo una squadra, il lavoro è di gruppo e io non sono un presenzialista, non ho bisogno né intenzione di apparire come uomo solo al comand”.
La delinquenza: i dati parlano di nessun aumento, ma la realtà sembra contraddire questi fatti: cosa succede a Spinea? Cosa si fa per risolvere i problemi?
glianza”.
Ztl e traffico: quale il futuro della città?
“L’ipotesi di una Ztl, intesa come una chiusura dell’area centrale della città, è una bufala. Ricordo però anche che la chiusura di parte di via Roma è
stata già sperimentata con successo durante le manifestazioni, senza drammi. Lo studio per la revisione del Piano urbano della mobilità sostenibile e del correlato Piano urbano del traffico rientra nelle misure al vaglio per la mitigazione del traffico di attraversamento e la riduzione dell’inquinamento. Ma si tratta, appunto, di uno studio”.
Dopo un inizio che sembrava essere tranquillo, adesso parte dell’opposizione attacca da tutti i fronti. Cosa è cambiato e perché?
“Immagino che in vista delle
elezioni regionali ci sia un inasprimento degli attacchi, purtroppo legati a mera campagna elettorale. Mi sento però di invitare tutti a non strumentalizzare Spinea, ma di continuare a lavorare insieme per il bene della città. Da parte nostra il dialogo è sempre positivo e attento, però avviso fin d’ora che non accetteremo attacchi strumentali e non intendiamo perdere tempo a rispondere a critiche futili. La nostra attenzione è tutta sull’impegno a portare a termine ciò per cui siamo stati eletti”.
Massimo Tonizzo

“Torno a rassicurare la comunità rispetto alla sicurezza della città. Non siamo in una situazione di emergenza ma l’attenzione è alta e il rapporto con le forze dell’ordine, che ringrazio, è quotidiano. Noi siamo impegnati a evitare che ci siano aree di degrado: lo stiamo facendo anche potenziando la pubblica illuminazione e la videosorve-

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Piazzi: “Non bastano gli ambiti territoriali sociali”
Gli ambiti territoriali sociali non sono sufficienti, e a Spinea ci vuole di più per renderla una città a misura di famiglie e bambini. Edmondo Piazzi, già vicesindaco cittadino, ha presentato dalle file dell’opposizione una “raccomandazione” alla nuova giunta esprimendo le sue

preoccupazioni. “In diverse occasioni - spiega Piazzi - Nelle sedi istituzionali e durante i confronti con tutte le forze politiche, abbiamo sottolineato il preoccupante aumento dei casi sociali nel nostro comune. Questo fenomeno è accompagnato da una crescita altrettanto allarmante della spesa sociale, che risulta ormai tra le più alte dell’ambito territoriale. È un fatto noto che Spinea sia l’unico comune, assieme a Mira, dell’ambito di bacino a non rispettare il parametro minimo previsto dalla normativa in conformità con i Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep e Leps). Spinea, attualmente, con i suoi 3,83 assistenti sociali (una a part time) in servizio ha un rapporto di 1 assistente sociale ogni 7.240 abitanti; pertanto, dovremmo quantomeno raggiungere lo step minimo di 1 / 6.500 abitanti. Non possiamo pensare di risolvere il problema con l’istituzione degli Ambiti territoriali sociali che ne disciplina l’organizzazione: l’operatività deve essere garantita anche tramite l’assegnazione temporanea di personale comunale. Peccato che i comuni del Miranese e della Riviera del Brenta stiano ancora discutendo con quale forma giuridica”. (m.t.)
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Elezioni. Arpi, Iovine e Rocchi in campo. In 14mila chiamati alle urne il 25-26 maggio
Verso il voto, manca sempre meno In tre a contendersi la poltrona da sindaco
Dopo Arpi per il Centrodestra e Iovine per il Centrosonistra-5 Stelle, Rocchi ci riprova con Forza Italia e due liste civiche
L o scenario politico a Santa Maria di Sala si appresta a vivere un periodo di vivace fermento in vista delle elezioni comunali previste il 25 e 26 maggio. Tre infatti i candidati sindaci che si contenderanno la guida del comune. Il primo è Alessandro Arpi, ex vicesindaco, che rappresenta la parte più consistente del centrodestra. I suoi sostenitori includono Fratelli d’Italia, Lega, la lista civica “Generazioni per crescere” e la lista Indipendenza Veneta. Tra i volti noti delle sue fila ci sono gli ex assessori Silvia Casari, Daniel Basso e Luigino Miele. Giuseppe Sambati, consigliere uscente, e Gioia Basso, ex capogruppo di Indipendenza Veneta, correranno anch’essi sotto il suo vessillo.
Dall’altro lato del panorama politico, il centrosinistra schiera il giovane consigliere uscente Massimo Iovine, un “millennial”, di soli 24 anni, come candidato sindaco. La sua corsa sarà soste-

nuta dalla lista civica “Insieme”, che riceve l’appoggio di partiti come il Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Avs. Iovine ha annunciato che tra i suoi candidati consiglieri ci saranno ex volti noti della politica locale, tra cui Cristian Giordan, ex consigliere del Movimento 5 Stelle, insieme agli ex consiglieri di cen-

trosinistra Beatrice Damin e Leandro Favaro. L’ultima candidatura è quella dell’ex sindaca Natascia Rocchi, che torna in campo dopo essere stata sfiduciata dalla maggioranza consiliare lo scorso dicembre, una mossa che portò alla gestione commissariale del comune da parte di Paola de Palma. La

Premiata a Venezia un’eccellenza salese, Premio San Marco a Manuela Marzaro
Nella splendida cornice della Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, luogo simbolo della storia e della cultura veneta, è stato conferito alla dottoressa Manuela Marzaro il Premio Festa di San Marco come Eccellenza del Comune di Santa Maria di Sala. Un riconoscimento prestigioso, consegnato dalla mani della Commissaria prefettizia Paola De Palma, riservato a chi ha saputo distinguersi per impegno, generosità e spirito di servizio verso la comunità. La dot-
toressa Marzaro ha dedicato quasi quarant’anni della sua vita professionale al benessere dei più piccoli, lavorando come pediatra di base nel territorio comunale fino al pensionamento, avvenuto nel 2020. Una figura amata da intere generazioni di famiglie, che hanno trovato in lei non solo una professionista competente, ma anche un punto di riferimento umano, sempre disponibile all’ascolto e al consiglio. Anche dopo la conclusione della sua carriera lavorativa, Manuela Marzaro non ha mai
smesso di mettersi al servizio del prossimo. Attiva nel volontariato parrocchiale a Caltana, partecipa con costanza alle iniziative per la raccolta di farmaci e materiale di prima necessità, destinati a sostenere le missioni in difficoltà. Un impegno silenzioso ma concreto, che racconta molto più di mille parole. Il premio ricevuto a Venezia non è solo un riconoscimento simbolico, ma il segno tangibile della gratitudine di un’intera comunità per una vita vissuta con dedizione e cuore. (r.m.)
Rocchi sarà sostenuta da tre liste: Forza Italia-Lista Salese, Alternativa Civica e Progetto Rinascita Comune. Nonostante iniziali esitazioni, l’ex sindaca ha deciso di ricandidarsi, spinta dal supporto di numerosi cittadini che continuano a riporre fiducia in lei. La partecipazione elettorale non sembrerebbe essere ostacolata dalla raccolta delle firme necessarie, in quanto tutte le liste hanno ottenuto il numero sufficiente di sottoscrizioni per entrare ufficialmente in gara. Questo segnale indica un forte impegno da parte delle forze politiche locali, pronte ad affrontare la competizione elettorale senza intoppi. Santa Maria di Sala si prepara quindi a una campagna elettorale intensa e sfaccettata, con protagonisti nuovi e ritorni inaspettati, segno di una vitalità politica che anima il territorio.
Riccardo Musacco




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Il dibattito. Acceso confronto fra maggioranza e opposizione sulla manovra di intervento
Emergenza abitativa, aumentano i bisogni ma sui fondi il Consiglio veneto si infiamma
L
’emergenza abitativa in Veneto, alla quale abbiamo dedicato il nostro approfondimento tematico il mese scorso, irrompe in consiglio regionale con tutte le sue contraddizioni e criticità e infiamma il dibattito politico. In occasione dell’esame del disegno di legge “Ordinamentale 2024, che contiene una serie di semplificazioni delle norme su trasporti, navigazione, edilizia residenziale pubblica, ambiente, difesa del suolo, la discussione si è concentrata in particolare sull’emergenza abitativa, per la quale i consiglieri di minoranza hanno chiesto una maggiore attenzione e risorse. Anna Maria Bigon, del Partito Democratico, ha seguito i lavori della seconda commissione che aveva messo a punto il provvedimento e osserva: “Sono emerse alcune implicazioni che non sono solo di natura sem-
plificativa che richiederebbero un maggiore coinvolgimento della commissione consiliare competente, il cui parere è fondamentale. Non può bastare una relazione annuale. Abbiamo un patrimonio di edilizia residenziale pubblica ormai vetusto, che va recuperato. Bisogna assolutamente intervenire sulla parte non utilizzata, da ricostruire in base a criteri socialmente utili e sostenibili, attraverso piani di rigenerazione urbana, con particolare attenzione alle fasce più fragili della popolazione”. In consiglio Renzo Masolo, di Europa Verde, mette l’accento sulla alienazione del patrimonio erp per recuperare altri alloggi: “Significa svilire, svendere un patrimonio necessario per far fronte alle necessità abitative delle fasce più fragili della popolazione. Serve una riforma dell’edilizia residenziale pubblica”.
I lettori ci scrivono dopo il nostro approfondimento

La capogruppo Pd Vanessa Camani è drastica: “Questo provvedimento, che tocca una serie di diverse materie, vede tra i nodi cruciali il fronte delle politiche abitative. Con risposte che, in assenza di efficaci modifiche normative, sono destinate a non risolvere l’attuale e dilagante situazione emergenziale. Stanno aumentando i bisogni, ma le risorse rimangono invariate. Addirittura, il patrimonio abitativo
pubblico si riduce, con richieste quasi quotidiane di alienazione da parte delle Ater. I casi di emergenza abitativa stanno infatti aumentando ovunque, soprattutto a causa dei tagli dei sostegni voluti dal governo, sia per quanto riguarda il Fondo affitti che quello per le morosità incolpevoli. Una riduzione che ha un impatto rilevantissimo, non solo per gli indigenti ma, a macchia d’olio, per la fascia media con un solo lavoratore. Non basta aumentare il numero di alloggi per emergenze abitative, togliendoli a quelli destinati all’edilizia popolare. Si cambi strategia, - conclude Camani - creando invece un fondo straordinario al quale i Comuni possono attingere nei casi di emergenza”. Elena Ostanel, di Veneto che Vogliamo, aggiunge: “Sulla casa
“Rispetto della legalità, recupero dell’esistente e spazio al libero mercato per attrarre gli investitori”
Dopo aver letto la nostra inchiesta “Dentro la notizia” dedicata all’emergenza abitativa un lettore ci scrive per offrire un contributo interessante al dibattito su un tema molto sentito e sempre attuale. Ecco la sua lettera
Gentile direttore, ho letto con vivo interesse l’approfondimento riguardante il diritto alla casa e la carenza di immobili in affitto in alcuni comuni della Marca. Vorrei offrirLe un breve spunto dal punto di vista di chi, come me, sarebbe disposto a investire nel mercato immobiliare locale, anziché destinare capitali alla finanza internazionale.
Pur avendo condotto analisi accurate e individuato scenari economicamente sosteni-
bili, ho sempre rinunciato a procedere per un motivo preciso: l’incertezza normativa. L’impossibilità di tutelare il proprietario di fronte a inquilini morosi, spese condominiali inevase o danni non risarciti rappresenta un rischio inaccettabile per chi investe con serietà.
Non credo di essere un caso isolato: molti potenziali investitori si tengono alla larga da un sistema che, nel tentativo di tutelare i più fragili, finisce per scoraggiare chi potrebbe


contribuire ad aumentare l’offerta abitativa. Ritengo che una misura chiave potrebbe essere rendere certo e rapido il ripristino del diritto in caso di inadempienza contrattuale. In parallelo, sarebbe auspicabile incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, magari prevedendo sgravi fiscali o agevolazioni per gli affittuari che accettano contratti legati alla ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile. Questo approccio potrebbe dare nuova vita a interi quartieri

non è possibile che manchi, in discussione generale, l’assessore regionale competente. Serve una riforma seria, organica, dell’edilizia residenziale pubblica. Circa novemila veneti sono in attesa della casa e manca una strategia dell’Esecutivo regionale per mettere mano agli immobili vetusti. Non serve, non paga, l’alienazione di alloggi per ristrutturarne altri. Proponiamo che una percentuale di alloggi erp venga riservata agli under 35”. Andrea Zanoni, di Europa Verde, chiede piani che consentano una valutazione complessiva della situazione abitativa, provincia per provincia, comune per comune. Arturo Lorenzoni vede la necessità di uno strumento diverso e invita a “lavorare e investire su progettualità specifiche per valorizzare il patrimonio”.
senza ulteriore consumo di suolo. Infine, credo sia opportuno riflettere su quanto l’edilizia pubblica, pur animata da buone intenzioni, abbia spesso prodotto quartieri degradati e poco vivibili. Lasciare spazio al libero mercato, purché regolato con equilibrio, potrebbe rivelarsi molto più efficace nel garantire un’offerta abitativa variegata e dignitosa.
Cordialmente, AB

Vanessa Camani
La consultazione. Si vota l’8 e il 9 giugno, per la validità è necessario raggiungere il quorum
Referendum, cinque quesiti sulla scheda: dal mondo del lavoro alla cittadinanza
L ’appuntamento con le urne è per l’8 e il 9 giugno: i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari, quattro dedicati al mondo del lavoro e uno ai tempi per il riconoscimento della cittadinanza. Come sempre in Italia si tratta di referendum abrogativi, quindi si vota sì per cancellare e cambiare delle leggi in vigore mentre con il no rimane tutto come è. La validità è legata alla partecipazione degli elettori perché la consultazione sarà valida solo se verrà raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Nei comuni con più di 15 mila abitanti nei quali si è votato per le amministrative il 25 e 26 maggio il referendum potrebbe coincidere anche con l’eventuale ballottaggio. Sarà decisivo anzitutto il dato per l’affluenza e nelle ultime settimane si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione. I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.
Il cuore del referendum 2025 bat-
te su due fronti: il lavoro e la cittadinanza. I primi quattro quesiti, infatti, si concentrano su aspetti critici del mondo del lavoro, quali licenziamenti, contratti a termine e responsabilità negli appalti. Il quinto quesito, invece, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri.
Il primo quesito, in particolare, propone l’abrogazione delle regole introdotte dal Jobs Act nel 2015, che disciplinano i licenziamenti illegittimi, chiedendo se si vuole tornare a una maggiore possibilità di reintegro del lavoratore. Attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti è previsto un indennizzo economico tra le 6 e le 36 mensilità di stipendio. Se la norma attuale venisse abrogata sarebbe di nuovo possibile il reintegro della persona nel posto di lavoro, oltre al risarcimento economico. Il secondo quesito riguarda l’abolizione del tetto massimo all’indennità per i lavoratori delle piccole imprese licenziati senza giusta causa, permettendo
al giudice di decidere l’indennità senza limiti imposti. Con questa riforma non ci sarebbe più il limite delle sei mensilità e l’indennità andrebbe stabilita da un giudice sulla base di una serie di criteri sulla gravità della violazione ma anche la situazione familiare e la posizione economica dell’azienda.
Il terzo quesito mira a eliminare le norme che limitano la durata e le proroghe dei contratti a termine, e le motivazioni necessarie all’assunzione, chiedendo se si vuole obbligare le aziende a motivare sempre l’uso del contratto a termine. Oggi questi contratti possono essere stipulati fino a 12 mesi senza che un datore di lavoro debba indicare un motivo specifico. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, chiedendo se si vuole reintrodurre la responsabilità anche per il committente in caso di infortuni causati da rischi specifici dell’appaltatore. Il quinto quesito, infine, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri, chiedendo

se si vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza necessario, anche se già adesso sono necessari ben più dei dieci anni previsti. Votando sì si cancella la legge el 1992 con cui si è alzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. Non vengono modificati invece gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non avere commesso reati.
Naturalmente le posizioni dei partiti differenziate. I partiti di governo, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono per l’astensione, Noi Moderati invece invita comunque gli elettori ad andare alle urne e a
votare no. Mobilitati per cinque sì invece il Partito Democratico insieme alle altre forze di sinistra. Il Movimento 5 Stelle distingue e invita a votare sì per quattro quesiti sul lavoro mentre lascia libertà di scelta sul tema della cittadinanza. Sul fronte sindacale la Cgil, tra i principali promotori dei referendum, in particolare quelli relativi al lavoro, invita perciò ad andare alle urne e a votare 5 sì, ponendo un forte accento sulla necessità di rafforzare la tutela dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro. Posizione opposta, infine, quella della Cisl che boccia i quattro quesiti sul lavoro ritenendo che potrebbero avere effetti dannosi proprio sui lavoratori. L’ultima parola ora tocca agli elettori.



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La statistica. I dati del censimento permanente della popolazione
In tutto il Veneto nascite in costante calo, sono il 30% in meno rispetto a 25 anni fa
Calano le nascite ma anche la mortalità si riduce, l’età media continua a salire e sfiora i 47 anni: questa la prima fotografia che emerge dal censimento permanente della popolazione in Veneto che mette in fila i numeri del 2023 su popolazione, movimenti demografici e altri indicatori come il numero degli stranieri, la composizione delle famiglie e la distribuzione della popolazione.
In Veneto le provincie che “pesano” di più sul fronte della popolazione sono Padova e Verona, ciascuna con oltre il 19% del totale, così da arrivare quasi al 40% di tutti in residenti in Veneto. Treviso, Vicenza e Venezia messe insieme raccolgono oltre la metà della popolazione mentre Rovigo e Belluno raccolgono l’8,8% dei veneti. In valori assoluti la popolazione è stabile e il dato a fine anno era di 4.852.216 persone, vale a dire l’8,2% della popolazione italiana. La longevità femminile si fa sentire sui numeri perché nella nostra regione le donne superano gli uomini di oltre 75 mila unità. Continua a crescere il numero degli stranieri, ormai oltre il 10,3% del totale dei residenti, poco più di mezzo milione, un quarto dei quali di provenienti dalla Romania, seguita da Marocco con il 9% e dalla Cina al 7,3%.
Scendendo nel dettaglio delle dinamiche demografiche la provincia di Rovigo presenta la perdita più consistente sia in valore assoluto (-493 residenti) sia in termini relativi (-0,2%); diminuisce la popolazione anche a Belluno (-0,2%) e Venezia (-0,1%). Le altre quattro province segnano un lieve incremento relativo positivo. In particolare, Venezia è la provincia con il più basso saldo naturale (-4.609), Padova ha i saldi migratori, interno ed estero, più elevati (rispettivamente + 1.467 e + 3.601).

di quasi il 30 per cento rispetto ai 43mila nati di inizio millennio (anno 2000). La diminuzione del numero dei nati è determinata sia dalla contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazio-
ne femminile in età riproduttiva (15-49 anni). Prosegue il trend decrescente del tasso di natalità, dal 6,5 per mille del 2022 al 6,3 del 2023, mantenendosi di poco inferiore alla media naziona-
le (6,4 per mille abitanti). Tra le province il maggior decremento (da 6,4 a 6,1 per mille nel 2023) si riscontra a Padova; il valore minimo del tasso si riscontra a Rovigo (5,2 per mille), il valore massimo a Verona (6,7 per mille). Rispetto all’anno precedente il numero dei morti diminuisce di 4.401 unità. Il decremento è del 7,9% sul 2022, superiore al valore nazionale (-6,1%), e riguarda soprattutto la componente più anziana della popolazione, all’interno della quale si concentra la maggior parte dei decessi.

A preoccupare è il saldo naturale nella regione, che conferma la dinamica sfavorevole, con un eccesso dei decessi (51.071) sulle nascite (30.438). In Veneto, infatti, come nel resto d’Italia, si registra il nuovo minimo storico delle nascite, con una riduzione
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Interessante anche la composizione dei Comuni veneti e le loro dimensioni.Il 44,6% dei 563 Comuni della nostra regione ha una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, dove risiede più del 14% degli abitanti. Il 17% della popolazione vive nei quattro comuni con oltre 100.000 abitanti (Verona, Venezia, Padova, Vicenza); più di un quarto vive nei 95 comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti. Fra i comuni non capoluogo spiccano per numerosità della popolazione Chioggia (VE, 47.581 abitanti), Bassano del Grappa (VI, 42.405) e San Donà di Piave (VE, 41.848).
Guardando invece alle famiglie, quelle più numerose, con almeno tre componenti, rappresentano il 36,9% del totale. Tra le province venete, Treviso (2,36) ha il numero medio di componenti più alto e una percentuale significativa di famiglie con 4 e più componenti (20,8%). Anche Vicenza (2,31 componenti medi per famiglia) ha una percentuale di famiglie con 4 e più componenti superiore a quella regionale, seguita da Verona e Padova. Viceversa, Belluno è caratterizzata dalla più bassa dimensione familiare media (2,10) e un’alta incidenza di famiglie unipersonali (40,6).
Le trasformazioni socio-demografiche come i cambiamenti degli stili di vita, la contrazione della fecondità, la crescente instabilità delle relazioni di coppia e la maggiore longevità, si riflettono nei mutamenti delle forme di vita familiari, favorendo la formazione di famiglie con un minor numero di componenti e di strutture familiari più flessibili. In Veneto la coppia con figli rappresenta il 46,3% del totale, seguita dalla coppia senza figli (33,3%) e dai nuclei con un solo genitore. Le madri sole con figli rappresentano il 15,5%, i padri il 4,8%. A livello provinciale Treviso (47,9%) e Vicenza (47,8%) mostrano una percentuale più alta di coppie con figli rispetto alla media regionale e nazionale. Rovigo, Belluno e Venezia registrano valori più elevati di coppie senza figli o con un solo genitore.
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Il portale. Si possono trovare informazioni e condividere iniziative tra produttori e consumatori
Comunità energetiche rinnovabili, il Veneto ci crede
S
ul fronte delle energie rinnovabili il Veneto è sempre stato all’avanguardia, fin dai tempi dei primi impianti fotovoltaici sui tetti di abitazioni e aziende. Ora la nostra regione fa un balzo in avanti anche nella partita delle Comunità energetiche rinnovabili che si stanno via costituendo, nonostante le difficoltà e la burocrazia che accompagna le soluzioni innovative. Infatti in Veneto ci sono già 73 Cer, il 10 per cento del totale nazionale, con una capacità produttiva di 12,75 Megawatt di elettricità dal sole e benefici per chi ne fa parte. Ma cosa sono le comunità energetiche? Sono organizzazioni formate da soggetti privati, aziende e enti pubblici che si mettono insieme per condividere l’energia prodotta da impianti di energia rinnovabile. Oltre ai vantaggi sotto il profilo ambientale e di ottimizzazione della rete le comunità energetiche consentono di ricevere un incentivo dallo stato che poi viene suddiviso tra i partecipanti.
Attualmente in Veneto esistono diverse iniziative locali, ma molte di esse hanno difficoltà a entrare in contatto con cittadini e imprese interessati a partecipare. Allo stesso modo, chi vorrebbe aderire a una Cer spesso non dispone di un canale semplice ed efficace per individuare quella più adatta alle proprie esigenze. Inoltre, le informazioni sulle comunità energetiche sono spesso sparse su più fonti e non sempre coerenti tra loro. Non da ultimo, la costituzione di comunità energetiche necessita di competenze tecniche che rendono la fase di avvio assai complessa e impegnativa da portare a termine.
Ed è stata proprio la frammentazione delle informazioni e la mancanza di un canale centralizzato ad ostacolare la diffusione e l’aggregazione di queste iniziative.
Per superare queste criticità sia a livello informativo che organizzativo la Regione Veneto ha lanciato VenetoVerdeEnergia.it, un
portale pensato per dare impulso alle Comunità Energetiche Rinnovabili e agevolare la transizione verso un modello energetico più sostenibile. L’intenzione è quella di colmare il divario tra chi desidera partecipare a queste realtà e le stesse comunità, rendendo più semplice l’accesso a informazioni chiare e coordinate.
“Le comunità energetiche,spiegano gli esperti - rappresentano un modello innovativo che vede la collaborazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici per condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili. Questo approccio, oltre a offrire evidenti benefici ambientali, consente di ottenere incentivi statali, contribuendo al miglioramento della rete elettrica e alla riduzione dei costi per i partecipanti. L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema in cui ogni cittadino possa sentirsi parte attiva di un futuro energetico sostenibile, contribuendo in modo diretto alla crescita e al consolidamento delle comunità
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energetiche sul territorio veneto”.
La consultazione del portale è semplice: basta inserire il proprio indirizzo per sapere quali sono le Cer attive in zona e avere i riferimenti per contattarle direttamente. Inoltre le comunità energetiche che si iscrivono al portale possono ampliare la propria rete di produttori e consumatori, favorendo così la crescita del modello di condivisione dell’energia rinnovabile. Questo strumento
non solo favorisce il dialogo e lo scambio tra le diverse realtà, ma rappresenta anche un incentivo per le stesse comunità energetiche che possono farsi conoscere e trovare sia nuovi produttori che consumatori. In queste settimane la Regione sta organizzando anche una serie di incontri pubblici per spiegare appunto cosa sono le Cer e quali potenzialità di risparmio offrono anche per i piccoli consumatori.


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Dipendenza da alcol: le ragazze veneziane superano i coetanei
L’alcol colpisce sempre più giovani donne, e lo fa in modo precoce. È l’allarme lanciato dall’Ulss 3 Serenissima in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025: oggi, le ragazze adolescenti veneziane stanno raggiungendo i coetanei maschi nella dipendenza da alcol, e in alcuni comportamenti a rischio li superano. Preoccupano anche i dati relativi a giovani donne ventenni e trentenni, che negli ultimi quattro anni sono passate dal rappresentare il 12,6% al 25% dei nuovi casi in carico al Serd dell’Ulss 3 per disturbo da uso di alcol. Nel solo 2024, i Serd di Mestre, Mirano e Dolo hanno preso in carico 250 donne con Disturbo da uso di alcol, accanto a 692 uomini. In aumento anche i casi in cui all’alcol si associa il consumo di cannabis, eroina, cocaina o altre sostanze: ragazze e ragazzi in trattamento per doppia dipendenza sono stati 225. Tra le minorenni, il numero dei nuovi accessi per problematiche legate all’alcol è ormai simile a quello dei ragazzi coetanei. A livello nazionale, nel consumo a rischio tra adolescenti si registra addirittura il sorpasso delle ragazze rispetto ai maschi. Un dato ancora più grave riguarda l’alcol in gravidanza. L’edizione 2025 dell’Alcohol Prevention Day, ospitata a Villa Leoni di Mira, ha infatti dedicato particolare attenzione alla Sindrome feto-alcolica e ai danni permanenti che l’alcol può causare al feto, anche in quantità minime. Secondo le stime, il 10% delle donne nel mondo assume alcol in gravidanza. I danni possono coinvolgere lo sviluppo cerebrale, la crescita e l’apparato gastrointestinale del bambino, con ricadute permanenti sul piano cognitivo e relazionale. Durante l’incontro è stato sottolineato che anche l’allattamento è una fase deli-
cata: l’alcol assunto in questo periodo può comunque passare al neonato attraverso il latte materno. Per questo si punta a diffondere una corretta informazione tra le future mamme fin dalla fase preconcezionale, per evitare esposizioni dannose già nelle prime settimane, spesso inconsapevoli. La diagnosi delle sindromi feto-alcoliche, inoltre, non è semplice: i sintomi possono essere sfumati e confusi con altre condizioni. La responsabile del Serd di Mirano e Dolo, Laura Suardi, ha evidenziato che “l’astensione completa dal consumo di alcol in gravidanza è l’unica prevenzione efficace. Eppure, il tema è stato a lungo trascurato rispetto ad altri comportamenti a rischio”. A ribadire il ruolo chiave della prevenzione è anche il direttore del Dipartimento dipendenze, Alessandro Pani: “È fondamentale aumentare la consapevolezza tra operatori sanitari, medici di base, ginecologi, ostetrici e pediatri, così da intercettare precocemente situazioni a rischio e promuovere la salute attraverso una corretta informazione”.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti nazionali come Patrizia Riscica, presidente del Comitato scientifico dell’Associazione italiana disordini da esposizione fetale ad alcol e droghe, e degli operatori dell’Ulss 3 attivi nei consultori, nei servizi per l’infanzia e adolescenza, nel Dipartimento materno-infantile, nel privato sociale e nel progetto “1000 giorni di noi”. Obiettivo comune: proteggere la salute delle nuove generazioni, partendo dall’informazione e da una rete territoriale sempre più attiva.
Paola
Bigon
Infezioni chirurgiche, confronto tra specialisti all’Ospedale dell’Angelo
All’Ospedale di Mestre si è tenuto un convegno regionale dedicato a un tema di crescente rilevanza: le infezioni ospedaliere in ambito chirurgico. «È un problema sempre più evidente –ha spiegato il dottor Umberto Montin, primario di Chirurgia dell’Angelo – e richiede un’analisi costante per individuare strategie efficaci. Oggi siamo più consapevoli, e anche le équipe e le direzioni ospedaliere sono chiamate a fare la loro parte nella prevenzione». L’incontro, in forma di “one day focus”, ha coinvolto specialisti provenienti da tutto il Veneto e da altre regioni, con il titolo “Infezioni del sito chirurgico in chirurgia addominale: emergenza o maggiore consapevolezza?”. Oltre ai chirurghi, presenti anestesisti, infettivologi, farmacisti, tossicologi clinici, microbiologi, virologi, ematologi, gastroenterologi e pneumologi, in un’ottica multidisciplinare. «Lo scambio di esperienze tra professionisti – ha aggiunto Montin – è fondamentale per una gestione condivisa delle infezioni, che nel percorso di cura coinvolgono più figure e richiedono risorse importanti. Anche per questo il problema ha rilevanti implicazioni economiche e organizzative». Il convegno ha rappresentato una tappa del percorso che l’Ulss 3 Serenissima ha intrapreso da tempo per migliorare le pratiche di prevenzione. «Gli ospedali devono tenere alta la guardia – ha dichiarato il direttore sanitario Giovanni Carretta –. La nostra azienda è impegnata nell’attuazione di protocolli fondati su evidenze scientifiche, utilizzando anche le tecnologie più avanzate per la diagnosi e il trattamento delle infezioni». L’evento ha messo in evidenza anche il ruolo centrale della formazione continua, della sorveglianza attiva e dell’aggiornamento condiviso tra reparti. L’obiettivo è ridurre progressivamente la casistica e garantire standard di sicurezza sempre più elevati, nell’interesse dei pazienti e degli operatori.



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Da sinistra, Cecilia Sampaoli, assistente sociale del Serd di Dolo, Laura Suardi, responsabile del Serd di Mirano e Dolo, Annarosa Pettenò, psicologa e psicoterapeuta del Serd di Mestre e Alessandro Pani, direttore del Dipartimento dipendenze
Pet therapy. Entra nella Neuropsichiatria infantile dell’Ulss 3 Serenissima
Cani in corsia: sei “terapeuti” a quattro zampe aiutano i ragazzi di Dolo
L’Istituto Città della Speranza si impegna nella ricerca pediatrica, ottenendo importanti risultati e collaborando con aziende per nuove terapie.
Ventiquattro zampe camminano ogni settimana nei corridoi della Neuropsichiatria infantile di Dolo. Si chiamano Maciste, Mirtilla, Chanel, Calipso, Titù ed Elsa: sei cani che, da marzo, integrano la terapia dei giovani pazienti dell’Ulss 3 Serenissima. È la prima volta che la pet therapy entra in un reparto a così alta complessità, dove si affrontano i disagi neuropsichiatrici di adolescenti in situazioni critiche.


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Gli incontri avvengono ogni settimana in uno spazio dedicato del reparto, dove i cani, accompagnati dai coadiutori dell’associazione “Cani per caso”, si mettono al servizio dei ragazzi in attività ludiche e relazionali. Si lavora sulla comunicazione non verbale, sull’autogestione, sulla cura dell’altro: dare da mangiare, spazzolare, osservare i movimenti degli animali per stimolare il problem solving. Un’ora di interazione che fa bene non solo agli adolescenti ma anche agli operatori sanitari coinvolti.
«Queste attività riducono ansia e stress, migliorano umore, autostima, capacità relazionali e comunicative – spiega Ambra Cappellari, primaria del reparto –. Il cane è un facilitatore di relazione e qui, più che altrove, è fondamentale per aiutare i ragazzi a raccontarsi e a stare con l’altro, senza giudizio».
Ogni animale è selezionato con cura. «I protocolli di igiene, sicurezza e benessere sono rigorosi – chiarisce Carmine Guadagno, primario veterinario –. Maciste e Mirtilla hanno già conquistato tutti, grazie anche al lavoro attento delle coadiutrici Veruska, Silvia e Nicole». Soddisfatto anche l’educatore Fabio Tammiso: «Voleva-


mo migliorare lo stato emotivo dei pazienti. Stiamo riuscendo: i ragazzi, le famiglie e tutta l’équipe ne sono felici. Grazie a chi ha creduto in questo progetto». Ogni incontro è preceduto e seguito da momenti di confronto tra operatori e coadiutori, per monitorare il benessere sia degli animali che dei ragazzi. Gli adolescenti trovano nel cane un alleato silenzioso capace di ascoltare senza giudicare, e spesso iniziano ad aprirsi proprio grazie all’interazione con lui. Anche il contesto protetto è pensato per creare serenità: i cani lavorano in un’area
dedicata dove i pazienti vivono l’esperienza in modo controllato. Il setting terapeutico si adatta alle condizioni dei singoli ragazzi, con una gradualità che permette a tutti di trarne beneficio.
«La Neuropsichiatria infantile di Dolo è un fiore all’occhiello dell’Ulss 3 – conclude il direttore sanitario Giovanni Carretta –. Accoglie minori in momenti difficili, e l’integrazione con la pet therapy è un passo innovativo verso un’assistenza più umana e vicina al paziente».
Anna Bergantin
Il Veneto in prima linea contro gli attacchi informatici
La Regione del Veneto si afferma come punto di riferimento nazionale nella difesa del settore sanitario dalle crescenti minacce informatiche. È quanto emerso oggi durante il convegno “La minaccia cibernetica al settore sanitario - strategie e strumenti per la sicurezza digitale”, tenutosi all’Auditorium Padiglione Rama di Mestre, con la partecipazione di figure istituzionali e tecniche di primo piano come Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e l’Assessore regionale all’Agenda Digitale, Francesco Calzavara. Cuore pulsante di questa strategia è il CERT Regionale (Computer Emergency Response Team), istituito nel 2023 e sostenuto da un investimento complessivo di 26 milioni di euro, di cui 16 a carico della Regione e 10 provenienti da fondi statali e dal PNRR. Il progetto coinvolge 13 aziende sanitarie e società in-house con l’obiettivo ambizioso di formare oltre 70mila dipendenti pubblici, rendendo le strutture sanitarie del Veneto più resi-

lienti agli attacchi informatici. «Non bastano le macchine, non bastano le idee. Servono le persone», ha sottolineato Calzavara nel suo intervento, richiamando la centralità delle competenze umane nella difesa dei dati sensibili, in particolare quelli legati alla salute. Oltre al CERT, la Regione sta investendo su altri due fronti: il Polo Strategico Regionale (PSR) per la migrazione sicura al cloud degli enti pubblici (oltre 10 milioni di euro) e la rete quantistica per la cybersicurez-
za, sviluppata in collaborazione con CAV S.p.A. e l’Università di Padova, che posiziona il Veneto tra i protagonisti europei nel campo della crittografia quantistica, in linea con il programma EuroQC. «La cybersicurezza – ha concluso Calzavara – non è più un affare solo per tecnici. È una responsabilità collettiva che deve unire pubblico, privato e istituzioni per garantire protezione e fiducia nei servizi digitali. Il diritto alla salute passa anche dalla tutela del dato.»
A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Con l’arrivo di maggio, iniziamo a preferire piatti più leggeri e facili da preparare.
QUICHE ALLE ZUCCHINE, FIORI DI ZUCCA E MOZZARELLA
Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Perfetta in questa stagione con l’arrivo delle prime zucchine e i fiori di zucca. Ottima soluzione come antipasto o come piatto unico. Per un sapore un po’ più intenso utilizzate la mozzarella di bufala.
Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di zucchine scure; 250 g di mozzarella; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; 6 fiori di zucca; spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe
Preparazione: Affettare le zucchine a rondelle sottili. In una padella antiaderente spadellate per dieci minuti con olio e spicchio d’aglio. Aggiungete sale, pepe e fate raffreddare. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al parmigiano. Aggiungere le zucchine cotte e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Prendere la pasta sfoglia e versate il composto con le zucchine. Aggiungere la mozzarella tagliata a fette e i fiori di zucca privati di pistillo e gambo. Cuocere in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti


RISOTTO AL PESTO CON GAMBERI
Il pesto si usa spesso con la pasta, soprattutto con le trofie. In questa ricetta, invece, lo abbiniamo al riso, che si dimostra un ingrediente molto versatile. Il risultato è un piatto semplice, gustoso e invitante.
Ingredienti: : 350 gr Riso Carnaroli; 500 gr Gamberi; 3 cucchiai Pesto alla Genovese; 1 Scalogno; Vino bianco secco; Brodo vegetale; Olio extravergine d’oliva; Sale e Pepe nero
Preparazione: Spuntare e lessare i fagiolini e tagliarli a pezzetti. Frullare le foglie di basilico con i pinoli, uno spicchio di aglio e un pizzico di sale e l’olio, poi trasferire il composto in una ciotola e mescolatelo con la grana. Scaldate sul fuoco una casseruola versate il riso e tostatelo per un minuto; proseguite la cottura con il brodo vegetale bollente, versandone poco alla volta. Il risotto sarà pronto al dente in 16-17 minuti. Nel frattempo, sgusciate le code di gambero, dividetele in due per il lungo, saltatele in padella con un filo d’olio. Aggiungete i fagiolini e le code di gambero, tagliandone alcune a pezzetti; completate con una macinata di pepe.

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PANCAKE
AI FRUTTI DI BOSCO
Le tradizionali frittelle dolci di tradizione americana sono la perfetta colazione della domenica ma anche per il brunch o come merenda dei bambini. Il gusto dolce del pancake si sposa bene con il sapore acidulo dei frutti di bosco. Ingredienti per 8 pancake: 220 gr farina 00 per dolci; 200 gr Latte; 30 gr Zucchero; 6 gr di lievito 2 Uova; pizzico di Sale; Olio di semi | Ingredienti per fare la salsa ai frutti di bosco: 250 grammi di Frutti di bosco vari;2 cucchiai di Zucchero a velo e succo di mezzo limone
Preparazione: Per la salsa ai frutti di bosco, in una pentola con i bordi alti inserire i frutti scelti e fateli cucinare a fiamma bassa. Aggiungere lo zucchero e mescolare in modo deciso con la frusta fino a far diventare una cremina omogenea. Spegnere la fiamma e setacciare la crema ottenendo una salsa senza semi. Per la preparazione dei pancake: in una ciotola rompere le uova, aggiungere zucchero, latte, farina e lievito, mescolare fino ad ottenere un impasto non troppo liquido, omogeneo e senza grumi. In una pentola antiaderente versare un mestolo di composto e cuocetelo a fiamma non troppo alta. Quando il fondo sarà ben dorato e in superficie si formeranno delle bollicine, servendovi di una spatola, giratelo sull’altro lato e cuocete finché anche questo lato non si sarà ben colorito.





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Rubrica a cura di Sara Busato
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