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Politica. Il consigliere comunale si dimette dopo una mail di richiamo

Il consigliere Pelosin lascia il direttivo dopo lo scontro con Pellizzon

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ifficoltà interne nella maggioranza a Noale, con il circolo Nicola Pasetto di Fratelli d’Italia in primo piano. Il coordinatore del circolo Walter Pellizzon di fresca nomina e in carica solo dallo scorso febbraio ha inviato ai consiglieri comunali e assessori di Fratelli d’Italia una mail molto esplicita e con poche possibilità di replica per un chiaro richiamo al rispetto delle linee programmatiche di coalizione. La risposta, però, forse non è stata quella attesa dal commissario, dato che tempo pochissimi giorni di riflessione e il consigliere comunale Vinicio Pelosin ha rassegnato le proprie

dimissioni da componente del direttivo del circolo, accusando Pellizon di aver effettuato “Un vero e proprio attacco all’attuale amministrazione di cui io faccio parte come consigliere di maggioranza e dal quale mi dissocio”. In realtà, fin da febbraio era evidente che qualche problema nel circolo locale era presente. Tutto inizia quando, sotto la direzione del commissario Raffaele Speranzon, il circolo elegge come coordinatore comunale Walter Pellizzon e come componenti del coordinamento Domenico Felice, Andrea Muffato, Vinicio Pelosin (anche consigliere comunale),

La città ricorda i Caduti di Nassiriya

Noale può esibire con orgoglio un nuovo Monumento ai Caduti di Nassiriya. Lo hanno inaugurato sabato 1 0 maggio le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e delle forze dell’ordine. Il monumento è un cippo opera in cui sono incisi i nomi dei dodici carabinieri, cinque militari dell’esercito e due civili,

Francesco Cagnin, Claudio Manente (vice sindaco e assessore) e Francesco De Lorenzo. Le prime difficoltà interne si evidenziano già ad aprile, dopo un incontro con il sindaco Stefano Sorino, in cui vengono sottoposte alla sua attenzione una serie di proposte alle quali seguono a fine mese un richiamo del coordinatore Pellizzon ai consiglieri con il quale specifica che “Ogni deviazione dal percorso tracciato deve essere obbligatoriamente sottoposta a discussione preventiva all’interno del circolo. Tali comportamenti non saranno più giustificabili”. Sentendosi tirato in causa, Pelosin

che persero la vita nell’attentato del 12 novembre 2003, in cui morirono 28 persone tra italiani e iracheni. Quel giorno un camion pieno di esplosivo scoppiò davanti alla caserma Maestrale, presidiata dai militari italiani. Fu la Strage di Nassiriya. Un atto doveroso che segue la recente intitolazione a Noale di un’area di circolazione

Multe a raffica in piazza Castello

Una vera e propria raffica di multe in piazza Castello a Noale, e per lo più nel corso di una normale giornata lavorativa e con l’utenza che sembra, almeno a sentire loro, quasi del tutto incolpevole. A denunciare quanto accaduto in città i banchi dell’opposizione con la voce di Michele Celeghin: “La vicenda inizia a fine marzo - spiegaquando decine di cittadini che parcheggiavano in piazza Castello si sono ritrovati con un verbale per violazione del codice della

strada. In quella zona è attivo il parcheggio con disco orario, ma non sono presenti le strisce che segnalano chiaramente gli spazi destinati alla sosta. Mi hanno chiamato in tantissimi segnalandomi una razzia di multe in piazza. È vero che c’è l’obbligo del disco orario, ma è anche vero che le strisce di delimitazione dei parcheggi non ci sono. Prima vanno fatte le strisce, e poi le multe. Bisogna sapere dove parcheggiare, perché altrimenti è il solito sistema per fare cassa. E vero che

intitolata sempre alle vittime di Nassiriya. L’opera è stata posta nell’area verde di Via del Tezzon, in prossimità dei campi da calcio, luogo di passaggio di giovani e famiglie. E’ opera del marmista, carabiniere in congedo Marconato Renato. Sotto la supervisione del generale Maurizio Stefanizzi, la cerimonia di inaugurazione

rassegna le proprie dimissioni. “Ribadisco di essere favorevole alle linee blu nelle piazze e allo studio delle comunità energetiche rinnovabili - spiega la sua decisione -. Ma certo, non posso essere d’accordo con il metodo usato dall’amministrazione nel portarle avanti. Ma il confronto, fa presente, avrebbe dovuto svolgersi con altre modalità. Non certo le minacce e gli ultimatum”. Dopo le dimissioni dal circolo di FdI, Pelosin potrebbe passare ora al Gruppo Misto o dimettersi da consigliere comunale, ma non è ancora certa la sua decisione.

Massimo Tonizzo

esiste il ricorso, ma i cittadini non si mettono a intraprendere un percorso che non si sa come vada a finire, e pagano la sanzione. Finché non si fanno le strisce è normale che la gente poi parcheggi dove vuole. Non mi sembra questo il modo giusto per fare prevenzione. Ecco che mentre la maggioranza discute di installare i parcheggi a pagamento nelle piazze, i vigili multano i cittadini”. La protesta è pronta ad approdare anche in consiglio comunale. (m.t.)

vede l’alzabandiera e gli interventi delle autorità e del Sindaco della Città di Noale Stefano Sorino: A seguire, la doppia cerimonia davanti al nuovo monumento: inaugurazione, benedizione del Parroco Don Sandro Dalle Fratte e deposizione di una corona d’alloro in memoria delle vittime dell’attentato. (m.t.)

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Emergenza idraulica. Il Comune della Città dei Tempesta punta a mettere in sicurezza il territorio

Muson e Marzenego e Draganziolo, incubo esondazione a Noale

Il bacino di fitodepurazione dell’Oasi Wwf ha la funzione di abbattere i picchi di piena del Draganziolo grazie ai 320mila metri cubi di invaso

L’incubo esondazione dei corsi d’acqua a Noale non è una ipotesi remota: lo scorso autunno quando l’acqua del Muson e del Marzenego, è tracimata in alcuni punti in cui i corsi d’acqua attraversano il centro storico della Città dei Tempesta, la paura per residenti e negozianti è stata reale. Un tema su cui hanno puntato l’accento anche le forze di minoranza in consiglio comunale. Il Comune di Noale con l’assessore all’ambiente Francesco Caravello è però chiaro nell’indicare gli interventi necessari per scongiurare un pericolo che appare davvero importante. “Noale - dice Caravello - ha una rilevante rete idraulica, in quanto la città è attraversata da fiumi come il Marzenego, il Draganziolo e per un

breve tratto dal Muson Vecchio. La rete idraulica minore, svolge un ruolo indispensabile per lo scarico delle acque meteoriche provenienti dai fondi agricoli e rappresenta da sempre una fonte di approvvigionamento idrico per l’irrigazione delle colture”. Grazie alla collaborazione con il Consorzio di bonifica Acque Risorgive, sottolinea il Comune, sono stati realizzati importanti interventi di consolidamento arginale dei corsi principali permettendo di evitare rischi idraulici soprattutto del fiume Marzenego. ”Quest’ultimo - aggiunge Caravello - ha visto la realizzazione del canale scolmatore con la funzione di collegare il Marzenego al Rio Roviego andando a ridurre la portata in caso di piena

e mettendo in sicurezza il tratto che attraversa il centro storico di Noale”. Va riconosciuto per il Comune, un altro intervento realizzato con fondi della Regione e realizzato dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive anche nell’area Oasi Wwf: opere realizzate tra il 2007 e il 2022 con importo tota-

le di circa 4 milioni di euro con la la costituzione di un bacino di fitodepurazione. “Attraverso le piante e i microrganismi presenti nell’area Sic - sottolinea Caravello - vengono assimilati i nutrienti presenti nelle acque come azoto e fosforo che altrimenti andrebbero sversati in laguna. Il baci-

“Global Warming, sempre più alluvioni e maltempo estremo anche nel Miranese”

Cambiamento climatico e maltempo il legame per il Comitato Opzione Zero è ormai provato dai dati scientifici e provoca disastri anche nel comprensorio della Riviera del Brenta e del Miranese.“La relazione “Global Climate Highlights 2024” di Copernicus - spiega Mattia Donadel per Opzione Zero - pubblicata nel gennaio 2025, conferma che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e il primo che ha fatto segnare un aumento nella temperatura media annua globale di più di 1,5ºC rispetto ai livelli preindustriali. Le temperature della superficie del mare

sono rimaste elevate. Questo spiega l’aumento della frequenza e della gravità dei fenomeni meteorologici estremi, e la “tropicalizzazione” del clima. Nel nostro territorio, il tornado che ha devastato la Riviera del Brenta nel 2015 è forse l’evento che più è rimasto nella memoria collettiva, ma sono sempre più frequenti ondate di calore, periodi siccitosi e soprattutto le alluvioni, ormai all’ordine del giorno anche nel Miranese. Con buona pace dei negazionisti climatici è ormai assodato a livello scientifico internazionale che la causa del “global warming” è l’aumento

della concentrazione di gas serra in atmosfera (in particolare Co2 e metano) dovuto in primo luogo al consumo smisurato di combustibili fossile, all’agricoltura e agli allevamenti intensivi. Allo stato attuale le proiezioni indicano un riscaldamento globale di + 3-5°C al 2100”. “Uno scenario disastroso - conclude Donadel - che potremmo solo in parte evitare, e solo a condizione di cambiare radicalmente oggi un modello di “sviluppo” con un modello energetico che punti alla riduzione degli sprechi, sulle rinnovabili, non sul nucleare” (a.a.)

no di fitodepurazione ha inoltre rilevante funzione di abbattere il picco di piena del Draganziolo grazie ai 320mila metri cubi di invaso, e ciò va a ridurre in modo sensibile il rischio idraulico del territorio circostante”. Sono in previsione nuove opere di rinforzo delle sponde dei nostri argini per contrastare i danni provocati dalle nutrie. ”In ottica di salute del sistema idrico - conclude Caravello - va ricordata l’importanza della manutenzione dei fossati privati i quali garantiscono il deflusso delle acque piovane e riducono il rischio di allagamenti anche nelle vie di comunicazione secondaria. L’amministrazione comunale inizierà a breve lo scavo di alcuni fossati. In programma abbiamo inoltro il rinnovo del piano delle acque, ormai risalente al 2016, strumento tecnico indispensabile per conoscere le criticità idrauliche presenti nel territorio”.

Abbadir

Esondazione del Muson in centro a Noale

Degrado urbano. Appello all’amministrazione per più controlli e tutela del decoro

Vandalismi nei parchi cittadini, arte sfregiata e cittadini esasperati

Ancora atti di vandalismo inutile a Noale, con vittime incolpevoli le strutture pubbliche. Ed ora, visto il dilagare di atti simili soprattutto da parte di giovani e giovanissimi, i residenti chiedono a gran voce maggiori controlli e soluzioni rapide e soprattutto non provvisorie. Non sembrano purtroppo arrestarsi gli atti vandalici nei parchi pubblici di Noale, quasi sempre a sentire i residenti ed i testimoni messi a segno da bande di ragazzini per lo più minorenni o appena maggiorenni. Ultimo caso segnalato dai residenti quello successo nei giardini di via Gagliardi, dove è stata imbrattata la fontana-scultura dell’artista Olindo Malvisi, coperta in parte con una vernice rossa, mentre i muri vicini, con altre opere dell’artista, sono stati a loro volta sporcati. Il primo a rendersi conto della situazione è stato il tributarista Alberto De Franceschi, che ha subito scritto una lettera all’assessore comunale Francesco Caravello.

“Da appassionato di street art”, dice nella sua lettera “Mi permetto una riflessione: il rispetto per l’arte urbana è cosa ben diversa dal vandalismo. Vedere scarabocchi tracciati sopra le opere di Olindo Malvisi non è solo mancanza di decoro, ma anche di cultura. Serve un segnale chiaro da parte dell’amministrazione: salvaguardare, vigilare, valorizzare. Vorrei anche ricordare che quel giardino ospita una fontana, l’unica a Noale, dotata di giochi di luce e acqua: perché viene lasciata spenta, trasformata di fatto in un contenitore di rifiuti?”.

sima settimana il secondo sfalcio per permettere così di avere i nostri prati in ordine per la metà di maggio”. Infine atti di vandalismo si sono verificati nella biblioteca di Salzano e a denunciarli è la consigliera di opposizione Maria Grazia Vecchiato. “Negli ultimi mesi - dice - è accaduto più volte che alcuni adolescenti verso l’orario di chiusura si siano introdotti nei locali e sparpagliati per le stanze anche al piano superiore in completa autonomia mettendo a soqquadro libri e danneggiandoli”.

Tonizzo

Immediata è arrivata la risposta da parte dello stesso assessore Caravello che ha anche risposto alle contestazioni arrivate relative ai parchi e allo sfalcio dell’erba. “Relativamente agli imbrattamenti dei muri e della situazione di degrado”, la risposta dell’assessore, “Purtroppo è una situazione a cui stiamo cercando di dare una risposta. Effettueremo un sopralluogo con l’area tecnica e trovare le soluzioni migliori per ridare valore a un parco che è tra i più suggestivi e simbolici della nostra Noale. Per quanto riguarda gli sfalci, ho già dato disposizione alla ditta di iniziare già dalla pros-

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Il comune aderisce alla campagna contro gli sprechi cittadini Il Comune di Noale è impegnato in questi mesi nell’avviare il progetto #noalerifiutalospreco per ridurre lo spreco alimentare delle utenze legate ai circuiti del food (bar, ristoranti e tutti i locali che offrono ristorazione) sul territorio comunale. Lo scorso mese una rappresentanza degli esercenti aderenti al progetto “Nolale rifiuta lo psreco”, ha firmato il protocollo d’intesa con l’Amministrazione comunale rappresentata dall’Assessore all’ambiente Francesco Caravello e dall’Assessore al commercio Claudio Manente. Con la firma del protocollo gli esercenti si sono impegnati a informare e sensibilizzare il proprio personale sulle finalità del progetto #noalerifiutalospreco e sulle modalità di adesione, proporre ai propri clienti di portare a casa gli eventuali avanzi di cibo, utilizzando le family bag fornite dal Comune o altri contenitori idonei, proseguire nella promozione di tale pratica anche ad esaurimento delle family bag fornite dal Comune, al fine di renderla una consuetudine. L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere tra la cittadinanza l’adozione di pratiche di buon comportamento per ridurre lo spreco alimentare. Ogni anno, milioni di tonnellate di cibo vengono gettate via in tutto il mondo. “Non parliamo solo degli avanzi dei pasti - dicono dal comune -. Ma anche di prodotti che non arrivano mai sulle nostre tavole: frutta e verdura scartate perché brutte, cibo invenduto nei supermercati, porzioni eccessive nei ristoranti. E tutto questo accade mentre milioni di persone soffrono la fame. Sprecare cibo significa sprecare anche tutte le risorse necessarie per produrlo: acqua, energia, lavoro umano. È uno spreco non solo economico, ma anche ambientale. Inoltre, il cibo buttato finisce nelle discariche, dove produce gas serra che aggravano il cambiamento climatico”. (m.t.)

messaggio elettorale a pagamanento
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L’opera. Potenziato il nido con nuovi spazi e una mensa finanziati con le risorse del Pnrr

L’asilo “Il Pulcino” si allarga grazie ai fondi stanziati dal Comune

Il Comune di Martellago investe 709.600 euro per l’ampliamento del nido “Il Pulcino”, con fondi PNRR e propri. In arrivo una mensa moderna e una sezione aggiuntiva. Lavori fermi in attesa di variante, ma apertura prevista per settembre

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Martellago guarda al futuro con un nuovo impulso per i lavori di ampliamento del nido comunale “Il Pulcino”, situato in via Aldo Moro nella frazione di Maerne. L’amministrazione comunale ha recentemente approvato una variazione di bilancio che stanzia ulteriori 40.000 euro per completare i lavori, grazie anche ai fondi del Pnrr. Tuttavia, la strada è stata tutt’altro che facile e lineare. Il progetto, che prevede la creazione di una nuova ala di 160 metri quadrati adibita a mensa, era stato avviato con un contributo iniziale di 435.600 euro sempre dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Fin dal principio, però, le risorse si erano dimostrate insufficienti per coprire tutti i costi associati all’ampliamento. Il Comune di Martellago, grazie a un’attenta pianificazione e ripetute revisione del budget, ha dovuto integrare il finanziamento con fondi propri, portando l’investimento complessivo a 709.600 euro. La nuova mensa sarà un miglioramento significativo rispetto alla situazione attuale e consentirà, una volta liberati gli spazi esistenti, di creare una sezione aggiuntiva che porterà la capacità totale del nido da 50 a 60 posti. Con l’apertura prevista per set-

tembre, il prossimo anno scolastico si prospetta più agevole per le famiglie della zona. Ma il percorso per giungere a questo punto non è stato privo di sfide. Il direttore dei lavori ha richiesto una perizia di variante, resasi necessaria per interventi migliorativi, in particolare sul fronte impiantistico, e per affrontare imprevisti emersi durante i lavori. Nonostante i cantieri siano attualmente fermi in attesa dell’approvazione della variante, si conta di concludere i lavori entro maggio. Questa vicenda è un esempio emblematico di come i fondi del PNRR possano rappresentare sia una croce che una delizia per le amministrazioni locali.

Sebbene offrano un’opportunità unica per migliorare le infrastrutture pubbliche, pongono anche notevoli sfide finanziare, costringendo i comuni a destreg-

Moretti: “Sull’acquisto

giarsi tra i vincoli di bilancio e le necessità di cofinanziamento. In parallelo, l’amministrazione comunale di Martellago ha affrontato la scadenza di diverse polizze assicurative obbligatorie, tra cui quella per la Responsabilità Civile verso Terzi e il patrimonio immobiliare e mobiliare. Nonostante un leggero aumento dei premi assicurativi, con costi che continueranno a crescere nel prossimo triennio, il Comune mantiene una linea prudente nella gestione del proprio patrimonio, assicurando al contempo una protezione adeguata. In sintesi, gli ultimi sviluppi nella gestione del nido “Il Pulcino” e degli obblighi assicurativi del Comune riflettono un prudente equilibrio tra innovazione e responsabilità finanziaria, con l’obiettivo finale di fornire migliori servizi ai cittadini.

Riccardo Musacco

di Ca’ della Nave il Comune indica un referendum”

La comunità di Martellago si trova al centro di un dibattito su un tema cruciale per il Comune. L’occasione in questione è l’acquisizione di Ca’ della Nave, una struttura che potrebbe trasformarsi in un importante centro per attività pubbliche e associazioni locali. Tuttavia, la decisione non è semplice. Secondo Cosimo Moretti, Presidente dell’Associazione Culturale L’Esde, infatti, esitazioni e mancanza di lungimiranza minacciano di far sfumare questa opportunità. Da un lato, l’acquisizione di Ca’ della Nave potrebbe essere la risposta al bisogno cronico di strutture per le associazioni e per l’Amministrazione, che quotidianamente incoraggiano la vita

sociale e culturale delle tre comunità comunali. Dall’altro, vi sono resistenze significative all’interno della comunità stessa, che teme un impegno economico troppo gravoso o inefficace. Moretti ha proposto una soluzione che potrebbe chiarificare le posizioni e le responsabilità di coloro che sono favorevoli e contrari all’acquisizione, ossia una mozione in Consiglio comunale che sfoci in un referendum sulla questione. Per indirlo, è necessario il voto favorevole di due terzi del Consiglio comunale. Un voto a favore del referendum non solo darebbe voce ai cittadini, permettendo loro di esprimersi direttamente sulla questione, ma stabilirebbe anche un precedente per la gestione partecipativa delle decisioni cruciali. Qualora il Consiglio non raggiungesse il quorum richiesto, lo Statuto permette la creazione di un Comitato civico che avrà il compito di raccogliere, entro un mese, le firme di un decimo degli aventi diritto al voto per indire il referendum. Questo scenario si configura come un banco di prova per i rappresentanti e per la comunità stessa. (r.m.)

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Territorio. Nelle scorse settimane a Palazzo Ducale a Venezia

Alla maestra Anna Berto va il Premio San Marco

FilandEstate, una rassegna di 6 serate all’insegna del divertimento

“FilandEstate-La Festa del Filo Magico”. Questa la rassegna in programma da metà maggio a inizio giugno a Salzano, organizzata dal Comune.

L a maestra Anna Berto , storica insegnante di Salzano, ha ricevuto nelle scorse settimane il premio San Marco a Palazzo Ducale a Venezia. Un premio che il Comune di Salzano ha fortemente voluto considerando la sua carriera e il suo impegno per il territorio e candidandola. Nel 1954 la signora Anna Berto, ora novantenne, si è diplomata alla scuola delle Suore Canossiane di Mestre e ha lavorato per 4 anni nel Comune di Salzano. Ha iniziato la carriera di insegnante nel Comune di Cavarzere dove ha prestato la propria opera per tre anni. Dal 1961 al 1995 è stata maestra elementare di ben tre generazioni di ragazzi nel Comune di Salzano. Negli anni ‘70, è stata molto attiva per quanto riguarda l’inserimento dei ragazzi con disabilità nella scuola pubblica in paese, in quanto all’epoca vi erano scuole dedicate solo a loro. Del 1983, conserva una targa del Provveditorato agli studi di Venezia con la quale è stata premiata insieme alle classi delle scuole di Robegano per un ciclo di rappresentazioni teatrali nell’ambito dei primi esperimenti di introduzione del teatro nella scuola. Negli anni ‘97/98, con lungimiranza, è stata l’ideatrice dell’ asilo nido parrocchiale di Robegano del quale è stata anche la prima coordinatrice. L’accoglienza dei bambini avveniva da parte della maestra Anna, in forma esclusivamente di volontario, nell’orario che attualmente corrisponde al pre-scuola. Nei primi anni del 2000, è stata una delle fondatrici del gruppo culturale Vivere Robegano, attivo nella promozione e diffusione delle tradizioni culturali nel territorio locale, con attenzione particolare alle rievocazioni storiche. Ugualmente, è stata sempre attiva nel volontariato e in maniera particolare nell’assistenza alle persone disabili e ai ragazzi con difficoltà scolastica. Una particolarità: la signora Anna Berto gode di ottima forma, grazie anche al fatto che ogni giorno si dedica all’attività fisica all’aria aperta con 40 minuti precisi di passeggiata, qualunque siano le condizioni atmosferiche, esempio di promozione

del benessere psico-fisico per i nostri anziani, incontrando tanti compaesani ai quali sempre dà consigli utili. “Pur essendo novantenne - spiega il sindaco Luciano Betteto - la maestra Anna, come viene chiamata affettuosamente, ha dato personalmente al Sindaco la disponibilità per l’aiuto alle persone della comunità, soprattutto a quelle in difficoltà. Questo, insieme a tutto ciò che ha fatto per la crescita del nostro paese, la rende degna del premio che ha ricevuto dalla Città Metropolitana lo scorso aprile”.

Alessandro Abbadir

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“Saranno - spiega l’ente locale - sei serate speciali pensate per celebrare la nostra comunità, i suoi giovani, lo sport e la musica in un luogo dal fascino unico: la corte della Filanda RomaninJacur, che si prepara a tornare a nuova vita”. Il 25 maggio ci sarà la Festa della Filatura: Una giornata tra arte, musica e tradizione, alla scoperta della magia della Filanda, con l’opportunità per i più piccoli di partecipare alla “Caccia Al Tesoro” organizzata dall’Associazione TerraViva. Visite guidate all’interno del museo della Filanda. La sera, spettacolo

teatrale del gruppo DeSidera in collaborazione con il coro El Moraro. Il 30 maggio la Notte Lilla che accende il centro di Salzano in un insieme di eventi che andranno ad animare la serata. I negozi rimarranno aperti fino alle 24 e ci saranno spettacoli d’intrattenimento e musica dal vivo. L’1-2 giugno, Aperitivo in Villa: due serate all’insegna del gusto, della musica e della bellezza sotto le stelle. Il 6 giugno la “Festa di fine anno scolastico”. Sarà una serata dedicata alla scuola. Durante la serata il Consiglio Comunale dei Ragazzi presenterà i progetti realizzati durante l’anno. Gran finale con lo spettacolo di Carlo e Giorgio. Il 7 giugno, “Sport, premi e musica” con una serata per tutte le società sportive del territorio. A seguire, DJ set Mirame per ballare e celebrare l’inizio dell’estate. L’8 giugno Concerto in Villa. In mattinata ci sarà una dimostrazione di cani da soccorso e salvataggio. Gran finale in serata con il “Festival Internazionale di Musica del Veneto edizione 2025”, con il concerto “La musica da film”, interpretato da I Solisti dell’Orchestra d’archi del Veneto. Per tutte le sere ci sarà uno stand gastronomico. (a.a.)

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Il caso. Il sindaco denuncia l’episodio e annuncia che le indagini in corso

Cipressi nel mirino: nuovo tentato furto al cimitero ma nessuna denuncia

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on si placano i colpi contro i nuovi cipressi del cimitero di Scorzè. Dopo gli episodi vandalici registrati a febbraio sul lato ovest del camposanto, lo scorso 3 maggio un altro albero è stato sradicato, questa volta lungo il lato est. Ma rispetto al passato, la natura del gesto appare diversa: non più solo vandalismo, ma un vero e proprio tentativo di furto.

Il cipresso colpito si trovava in una zona appartata, poco frequentata, alla fine del filare sul lato orientale, una scelta che sembra tutt’altro che casuale.

Chi ha agito, infatti, ha mostrato una certa precisione: l’albero è stato rimosso con cura, senza spezzarne le radici, segno che l’autore sapeva cosa stava facendo, e anche la struttura in legno che lo sosteneva è stata smontata ordinatamente. Ma l’albero non è stato portato via subito: è stato nascosto in una rientranza tra le mura del cimitero, probabilmente con l’intenzione di recuperarlo con il favore del buio.

tista Mestriner, con un post su Facebook, in cui ha denunciato pubblicamente il fatto manifestando tutta la sua rabbia: “Oggi non avevamo tempo e non abbiamo aspettato che con le tenebre il nostro ladro arrivasse a prendere il cipresso. Lo abbiamo reimpiantato subito. La prossima volta però davvero ci arrabbiamo molto. Rubare è brutto. Rubare in un cimitero è vergognoso”.

L’episodio si aggiunge ad altri danneggiamenti che hanno interessato i cipressi messi a dimora lo scorso febbraio. Le

nuove piante, scelte per sostituire una varietà più impegnativa da mantenere, erano state vandalizzate già poche settimane dopo la loro piantumazione. In particolare, nella zona dell’area sgambamento cani, alcuni alberi erano stati sradicati e sistemati con ordine fuori dalla recinzione, forse da qualcuno infastidito dalla loro presenza. Il fatto di sabato, invece, coinvolge i nuovi filari esterni. Stavolta, però, l’intento non sembra contestare, ma piuttosto appropriarsi della pianta. “Oltre ad essere un costo per la comu-

nità, perché le piante comunque costano, un furto del genere è vergognoso, e se riusciremo a scoprire il responsabile procederemo con una denuncia”, ha aggiunto ancora il primo cittadino. L’area è sorvegliata da alcune videocamere, i cui filmati saranno analizzati per eventualmente rintracciare il responsabile. Alcuni cittadini avrebbero inoltre fornito delle indicazioni utili a un’identificazione, ma per ora tutto rimane nel campo delle ipotesi e non è stata sporta alcuna denuncia ufficiale. Le indagini quindi restano aperte.

Tuttavia, l’albero è stato ritrovato prima che ciò accadesse ed è stato rimesso al suo posto poco dopo, prima che il responsabile potesse tornare a prenderlo. A raccontare l’accaduto è stato il sindaco Giovanni Bat-

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AperiCuore 2025 fa tappa in città: musica, solidarietà e inclusione È Scorzè la location scelta per ospitare Apericuore 2025, festival di musica e beneficienza. Dal 22 al 25 maggio, piazza Donatori di sangue ha fatto da sfondo all’evento di musica, food truck, esibizioni artistiche e sportive e attività in collaborazione con le scuole del territorio. Inoltre, sono state coinvolte 500 persone con disabilità durante una giornata dedicata al tema, focus dell’edizione di quest’anno. Sin dalla sua nascita il festival, organizzato dall’associazione AperIGiovani, ha come pilastro la beneficenza: nel 2024, con 15mila partecipanti l’evento ha raccolto 46mila euro, donati a progetti specifici. Quest’anno, verranno sostenuti il progetto “Glicine” dell’associazione Casa Respiro di Morgano e il progetto ”Una casa green costruita con amore e sogni” di Amici di casa famiglia di Mestre. Il primo servirà a dare autonomia abitativa a persone con disagi correlati alle dipendenze, e il contributo servirà alla sistemazione di un bilocale con questo scopo. Il secondo invece accoglie mamme vittime di violenza con i loro figli, e prevede la realizzazione di una nuova casa a Marghera, per offrire nuovi spazi a famiglie bisognose. “Dal 2017 al 2024 abbiamo raccolto oltre 150 mila euro che si sono trasformati in donazioni a sostegno di 10 progetti che hanno avuto una ricaduta sociale concreta – spiega Lucrezia Mazzonetto, presidente di AperIGiovani - Insomma, partecipare ad AperiCuore significa non solo trascorrere momenti di svago e divertimento, ma anche contribuire ad offrire una vita più serena a molte persone”. Con 70 associati e un’ampia rete di volontari, AperIGiovani è diventata nel tempo un aggregatore di interesse e partecipazione, quest’anno ancor di più grazie ad AperiTalk, ciclo di incontri informali in cui sono stati trattati diversi temi vicini alla componente giovanile. (d.g.)

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Il cipresso sradicato e nascosto nel cimitero

Il dibattito. Le opposizioni in consiglio chiedono un riesame del progetto per la nuova infrastruttura

Sottostazione Terna a Rio San Martino: in consiglio però rimangono i dubbi

Le opposizioni consiliari chiedono all’amministrazione comunale di convocare urgentemente un tavolo con Terna per rivedere il progetto della sottostazione di Rio San Martino, ritenuto impattante per l’ambiente. Possibile il ricorso al Tar

A

Scorzè, i progetti di Terna per la costruzione della sottostazione di Rio San Martino continuano a far discutere: il 3 maggio, le opposizioni consiliari hanno inviato un ordine del giorno sollecitando l’amministrazione ad avviare un confronto con l’azienda, a ribadire la contrarietà all’opera e a “difendere il territorio da scelte calate dall’alto”. Dei progetti di Terna sul territorio di Scorzè si parla da anni. Inizialmente, era previsto un elettrodotto da 380kv tra Volpago del Montello a Scorzè, progetto poi rivisto e abbandonato. Negli ultimi anni, la proposta è quella di una nuova stazione elettrica a Volpago e il riassetto della rete associata, opera da 100 milioni che interesserà vari comuni nelle provincie di Treviso e Venezia. Tra questi ci sarà

Scorzè, con la costruzione di una sottostazione da 132kv a Rio San Martino, nei pressi dell’azienda San Benedetto. Secondo Terna, il progetto complessivo servirà ad adeguare la capacità di trasporto della rete all’elevato fabbisogno richiesto dal trevigiano e dal veneziano, limitando il rischio di disservizi. A Scorzè, la sottostazione dovrebbe servire a mettere in sicurezza un nodo elettrico a “T” che attualmente collega San Benedetto alla linea elettrica, aumentando la resilienza della rete e riducendo i tempi fuori servizio in caso di guasto. È prevista inoltre la rimozione di una linea aerea di 3,6km composta da 11 tralicci, che attraversa il centro di Scorzè. In consiglio comunale però, le opposizioni sono preoccupate per l’impatto ambientale dell’opera, che “an-

drebbe ad aggravare la difficile situazione del nostro territorio, già pesantemente compromesso dalla presenza di numerose linee e tralicci”, si legge nel comunicato firmato dai consiglieri Gatto, Losetti, Marcon, Pamio, Scattolin e Zugno. L’opera, dicono, “è stata dichiarata di rilevante interesse strategico nazionale” e pertanto la sua autorizzazione ministeriale ha valore di variante urbanistica. Le opposizioni però sostengono che la sottostazione sia piuttosto una scelta aziendale di Terna relativa alla fornitura di un privato, cioè San Benedetto, e che esistano alternative meno impattanti “come l’automatizzazione delle manovre nella rete esistente e l’interramento dei cavi”. Nell’ordine del giorno inviato in comune quindi, si chiede che l’amministrazione convochi

La città corre veloce: inaugurata la nuova pista di atletica

Il panorama dell’atletica leggera regionale ora può fare affidamento su una nuova struttura d’alto livello. È la nuova pista della Libertas atletica Scorzé, inaugurata lo scorso 13 aprile durante una giornata dedicata alle discipline su pista, tra momenti cerimoniali e tante gare che hanno visto impegnati oltre 450 atleti.

L’apertura si è svolta alle 13, con il taglio del nastro che ha messo fine ai lavori di rinnovamento della struttura, che hanno previsto anche il rifacimento del manto. Per l’occasione il taglio del tricolore è stato affidato a un’icona dell’atletica leggera, la

velocista Manuela Levorato, vicepresidente nazionale Fidal (la Federazione italiana atletica leggera), che ha salutato gli atleti e ha aperto le cerimonie con il suo intervento: “Vogliamo tutti che questo spazio diventi una certezza e un riferimento per tutti i giovani, anche magari quelli di fuori paese, che potranno calcando questa pista sognare in grande”. Al suo fianco Giovanni Lazzaro, atleta trevigiano che gareggia per l’Aeronautica Militare. Presenti per la storica occasione anche il presidente di Fidal Veneto Sergio Baldo e i vertici della Libertas, guidata dal presidente Mario Pollon,

con urgenza un tavolo di confronto con Terna per rivedere il progetto ed eventualmente fare ricorso al Tar, per escludere la sottostazione dal progetto.

“Attendiamo il tavolo tecnico tra Terna e i comuni interessati, che si terrà in regione - ha risposto l’assessore Federico Michielan -. Noi ribadiamo la no-

oltre alla rappresentanza dell’amministrazione comunale.

L’inaugurazione ha compreso anche l’apertura della stagione regionale su pista all’aperto, per cui è stata prodotta una speciale medaglia, conferita ai primi tre classificati ad ogni gara del pomeriggio. La giornata è infatti proseguita con una serie di sfide in varie discipline: 200 e 400 metri, corsa a ostacoli, mezzofondo, salto in alto e lancio del peso. Un appuntamento storico, che segna una nuovo traguardo per la Libertas e per il mondo sportivo del territorio. (d.g.)

stra contrarietà all’opera, come espresso nella precedente amministrazione: Scorzè ha già troppe linee che Terna ha dimostrato di non voler togliere con questo progetto, e questa sarebbe la terza stazione nel territorio comunale”. Tutto in sospeso quindi, in attesa del vertice tra le parti. Davide Grosoli

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Il taglio del nastro con la campionessa Manuela Levorato

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Regionali d’autunno

Ormai non si contano più le interviste al vetriolo che i leader dei due partiti si scambiamo, ma soprattutto non si placano le voci di “transumanze” di consiglieri leghisti, preoccupati per la propria riconferma a fronte del calo dei consensi del proprio partito, verso Fratelli d’Italia. Nel frattempo anche l’attività amministrativa, tanto in regione quanto nei territori, subisce i contraccolpi di questo contrasto: le Commissioni Consiglieri si stanno riducendo a campi di battaglia e persino nell’indicazione dei presidenti dei Consorzi di Bonifica l’eco di quanto sta accaden-

do in campo politico si fa sentire.

Alberto Stefani, segretario regionale della Lega, presidente e assessori di peso ai Fratelli con bonus di candidati sindaci delle Città Capoluogo prossime al voto? Può essere uno schema, ma proprio dai Meloniani è giunta una secca smentita: chiedono la presidenza. Per la Lega perdere la guida del Veneto potrebbe voler dire la fine di una lunga, lunghissima storia, per Fratelli d’Italia non poter annoverare, nel momento di massima forza, neppure la presidenza di un regione del nord appare inaccettabile.

Andranno divisi e useranno le elezioni come una sorta di primarie? Anche in questo caso tutto può accadere, ma

sembra un’ipotesi estremamente remota: troppo delicati gli equilibri anche di carattere nazionale per potersi permettere un approccio di questo tipo. E in tutto questo cosa accade al centrosinistra? Il tavolo degli alleati continua a incontrarsi e a parlarsi. Di nomi ne sono usciti molti, ma di ufficiali ancora nulla. Chissà che adesso, fissata la data delle elezioni, ci sia un’accelerazione. Tutta da decifrare la posizione di Azione: il partito di Calenda non ha ancora deciso come comportarsi. Sembra vogliano attendere di comprendere se vi sarà veramente una spaccatura tra Lega e Fratelli d’Italia per poi costruire un’alleanza con gli stessi leghisti e magari Forza Italia. Staremo a vedere.

Verso le elezioni. A pochi mesi dal voto centrodestra e centrosinistra sono tutt’altro che pronti

Caos alle regionali:

i partiti ancora in alto mare, chi sarà il nuovo presidente del Veneto?

Il Conclave per eleggere Papa Leone XIV è stato decisamente veloce nonostante il numero record di cardinali da mettere d’accordo. Niente a che vedere con quello che sta accadendo dentro i partiti e le coalizioni per la scelta del candidato presidente della Regione Veneto. Il prossimo autunno, così ha chiarito il Consiglio di Stato, si andrà alle urne, ma al momento tanto il centrodestra quanto il centrosinistra sembrano tutt’altro che pronti.

CASA CENTRODESTRA, BRACCIO DI FERRO PER LA LEADERSHIP

Partiamo dal centrodestra che, numeri alle mano, parte ovviamente da favorito. L’impossibilità per Luca Zaia, il presidente più amato d’Italia, di ricandidarsi ha aperto una voragine. Non tanto, o quantomeno non soltanto, perché non ci siano candidati alla sua altezza, quanto per la sintesi che il suo nome è in grado di produrre. In buona sostanza: senza Zaia, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia rivendicano tutti la presidenza.

In qualche dichiarazione maggiormente aspra qualcuno arriva persino a dire che l’alleanza di centrodestra non sarebbe scontata e che i partiti che la compongono potrebbero addirittura arrivare a correre l’uno contro l’altro. Questo però appare uno scenario improbabile: troppi gli equilibri, compresi quelli di Go-

verno, che impongono agli alleati di stare tutti insieme.

Estremamente rappresentative del clima che si sta vivendo in casa centrodestra le parole di un big come il capogruppo della Lega in Consiglio Regionale, Alberto Villanova: “La decisione del Consiglio di Stato sgombra definitivamente il campo dai dubbi. Per noi, comunque, il punto è mai stato il quando, ma il come. I Veneti si attendono e sperano di essere governati da un presidente che dia continuità al buon governo di Luca Zaia, lui per noi sarà sempre il Doge. Grazie alla compattezza ritrovata con il lavoro di Alberto Stefani, schiereremo tra le nostre fila gli amministratori più capaci e radicati sul territorio. Siamo pronti, prontissimi quindi, per la prossima campagna elettorale e per difendere la nostra linea del Piave”. Dove per “linea del Piave” la Lega intende proprio il mantenere la presidenza del Veneto. Il numero uno di Fratelli d’Italia in Veneto, il Senatore Luca De Carlo però non ci sta: “l’indiscrezione secondo cui il Veneto sarebbe stato assegnato alla Lega è priva di fondamento. Una bugia. Probabilmente con una strategia alla base: più ripeti e diffondi una cosa falsa e più matura il convincimento che sia vera. Ma non è così. Siamo il partito maggioritario non solo a livello nazionale, ma anche a livello veneto e quindi avremo un ruolo importante

nella scelta e nell’individuazione del migliore candidato presidente della Regione”. Staremo a vedere se i tavoli romani dirimeranno la questione e se il futuro del Veneto, alla fine, si deciderà nella Capitale sopendo che, pronto a scattare, c’è anche Forza Italia con il suo leader regionale, Flavio Tosi pronto a candidarsi.

CASA CENTROSINISTRA,

ALLA RICERCA DI UN CANDIDATO

Nel centrosinistra continuano gli incontri del tavolo di coalizione, ma di nomi del candidato, nel momento in cui scriviamo, ancora non se ne vedono. O meglio: se ne vedono molti, ma sono tutti frutto di indiscrezioni, rumor o supposizioni. Nello spe-

cifico sono stati passati in rassegna, senza successo, la scienziata Antonella Viola, l’ex sindaco di Vicenza, Achille Variati, l’attuale capogruppo PD, Vanessa Camani, la consigliera regionale PD vicentina, Chiara Luisetto. E la lista potrebbe continuare. Fatto sta che al momento il nome che tenga insieme i partiti che fanno parte della coalizione e le diverse anime all’interno degli stessi, ancora non si vede. Chiaro in questo senso il pensiero del segretario regionale del Pd, il senatore Andrea Martella: “Il lavoro del centrosinistra veneto prosegue in modo unitario, con il massimo della condivisione tra tutte le forze della coalizione. E non solo perché l’unità è un valore assoluto tanto per il

PD quanto per la coalizione, ma anche come precisa scelta politica. Nessuno strappo, nessuna polemica, a differenza di quello che vediamo succedere tutti i giorni in casa del centrodestra: il nostro è un confronto serio, rispettoso e concentrato sull’obiettivo comune. E cioè costruire un’alternativa credibile e vincente al governo della destra, dopo trent’anni di potere ininterrotto. Stiamo riflettendo insieme su diversi profili e su persone di qualità, in grado di interpretare con autorevolezza la sfida che stiamo costruendo. Una sfida che non è una spartizione tra partiti come invece vediamo nel centrodestra. È una sfida sulle idee, sui progetti, sui problemi da risolvere”. Staremo a vedere.

Luca De Carlo
Alberto Villanova
Andrea Martella

Il dibattito. Acceso confronto fra maggioranza e opposizione sulla manovra di intervento

Emergenza abitativa, aumentano i bisogni

ma sui fondi il Consiglio veneto si infiamma

L ’emergenza abitativa in Veneto, alla quale abbiamo dedicato il nostro approfondimento tematico il mese scorso, irrompe in consiglio regionale con tutte le sue contraddizioni e criticità e infiamma il dibattito politico. In occasione dell’esame del disegno di legge “Ordinamentale 2024, che contiene una serie di semplificazioni delle norme su trasporti, navigazione, edilizia residenziale pubblica, ambiente, difesa del suolo, la discussione si è concentrata in particolare sull’emergenza abitativa, per la quale i consiglieri di minoranza hanno chiesto una maggiore attenzione e risorse. Anna Maria Bigon, del Partito Democratico, ha seguito i lavori della seconda commissione che aveva messo a punto il provvedimento e osserva: “Sono emerse alcune implicazioni che non sono solo di natura sem-

plificativa che richiederebbero un maggiore coinvolgimento della commissione consiliare competente, il cui parere è fondamentale. Non può bastare una relazione annuale. Abbiamo un patrimonio di edilizia residenziale pubblica ormai vetusto, che va recuperato. Bisogna assolutamente intervenire sulla parte non utilizzata, da ricostruire in base a criteri socialmente utili e sostenibili, attraverso piani di rigenerazione urbana, con particolare attenzione alle fasce più fragili della popolazione”. In consiglio Renzo Masolo, di Europa Verde, mette l’accento sulla alienazione del patrimonio erp per recuperare altri alloggi: “Significa svilire, svendere un patrimonio necessario per far fronte alle necessità abitative delle fasce più fragili della popolazione. Serve una riforma dell’edilizia residenziale pubblica”.

I lettori ci scrivono dopo il nostro approfondimento

La capogruppo Pd Vanessa Camani è drastica: “Questo provvedimento, che tocca una serie di diverse materie, vede tra i nodi cruciali il fronte delle politiche abitative. Con risposte che, in assenza di efficaci modifiche normative, sono destinate a non risolvere l’attuale e dilagante situazione emergenziale. Stanno aumentando i bisogni, ma le risorse rimangono invariate. Addirittura, il patrimonio abitativo

pubblico si riduce, con richieste quasi quotidiane di alienazione da parte delle Ater. I casi di emergenza abitativa stanno infatti aumentando ovunque, soprattutto a causa dei tagli dei sostegni voluti dal governo, sia per quanto riguarda il Fondo affitti che quello per le morosità incolpevoli.

Una riduzione che ha un impatto rilevantissimo, non solo per gli indigenti ma, a macchia d’olio, per la fascia media con un solo lavoratore. Non basta aumentare il numero di alloggi per emergenze abitative, togliendoli a quelli destinati all’edilizia popolare. Si cambi strategia, - conclude Camani - creando invece un fondo straordinario al quale i Comuni possono attingere nei casi di emergenza”.

Elena Ostanel, di Veneto che Vogliamo, aggiunge: “Sulla casa

“Rispetto della legalità, recupero dell’esistente e spazio al libero mercato per attrarre gli investitori”

Dopo aver letto la nostra inchiesta “Dentro la notizia” dedicata all’emergenza abitativa un lettore ci scrive per offrire un contributo interessante al dibattito su un tema molto sentito e sempre attuale. Ecco la sua lettera

Gentile direttore, ho letto con vivo interesse l’approfondimento riguardante il diritto alla casa e la carenza di immobili in affitto in alcuni comuni della Marca. Vorrei offrirLe un breve spunto dal punto di vista di chi, come me, sarebbe disposto a investire nel mercato immobiliare locale, anziché destinare capitali alla finanza internazionale.

Pur avendo condotto analisi accurate e individuato scenari economicamente sosteni-

bili, ho sempre rinunciato a procedere per un motivo preciso: l’incertezza normativa. L’impossibilità di tutelare il proprietario di fronte a inquilini morosi, spese condominiali inevase o danni non risarciti rappresenta un rischio inaccettabile per chi investe con serietà.

Non credo di essere un caso isolato: molti potenziali investitori si tengono alla larga da un sistema che, nel tentativo di tutelare i più fragili, finisce per scoraggiare chi potrebbe

contribuire ad aumentare l’offerta abitativa. Ritengo che una misura chiave potrebbe essere rendere certo e rapido il ripristino del diritto in caso di inadempienza contrattuale. In parallelo, sarebbe auspicabile incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, magari prevedendo sgravi fiscali o agevolazioni per gli affittuari che accettano contratti legati alla ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile. Questo approccio potrebbe dare nuova vita a interi quartieri

non è possibile che manchi, in discussione generale, l’assessore regionale competente. Serve una riforma seria, organica, dell’edilizia residenziale pubblica. Circa novemila veneti sono in attesa della casa e manca una strategia dell’Esecutivo regionale per mettere mano agli immobili vetusti. Non serve, non paga, l’alienazione di alloggi per ristrutturarne altri. Proponiamo che una percentuale di alloggi erp venga riservata agli under 35”. Andrea Zanoni, di Europa Verde, chiede piani che consentano una valutazione complessiva della situazione abitativa, provincia per provincia, comune per comune. Arturo Lorenzoni vede la necessità di uno strumento diverso e invita a “lavorare e investire su progettualità specifiche per valorizzare il patrimonio”.

senza ulteriore consumo di suolo. Infine, credo sia opportuno riflettere su quanto l’edilizia pubblica, pur animata da buone intenzioni, abbia spesso prodotto quartieri degradati e poco vivibili. Lasciare spazio al libero mercato, purché regolato con equilibrio, potrebbe rivelarsi molto più efficace nel garantire un’offerta abitativa variegata e dignitosa.

Cordialmente, AB

Vanessa Camani

La consultazione. Si vota l’8 e il 9 giugno, per la validità è necessario raggiungere il quorum

Referendum, cinque quesiti sulla scheda: dal mondo del lavoro alla cittadinanza

L ’appuntamento con le urne è per l’8 e il 9 giugno: i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari, quattro dedicati al mondo del lavoro e uno ai tempi per il riconoscimento della cittadinanza. Come sempre in Italia si tratta di referendum abrogativi, quindi si vota sì per cancellare e cambiare delle leggi in vigore mentre con il no rimane tutto come è. La validità è legata alla partecipazione degli elettori perché la consultazione sarà valida solo se verrà raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Nei comuni con più di 15 mila abitanti nei quali si è votato per le amministrative il 25 e 26 maggio il referendum potrebbe coincidere anche con l’eventuale ballottaggio. Sarà decisivo anzitutto il dato per l’affluenza e nelle ultime settimane si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione. I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.

Il cuore del referendum 2025 bat-

te su due fronti: il lavoro e la cittadinanza. I primi quattro quesiti, infatti, si concentrano su aspetti critici del mondo del lavoro, quali licenziamenti, contratti a termine e responsabilità negli appalti. Il quinto quesito, invece, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri.

Il primo quesito, in particolare, propone l’abrogazione delle regole introdotte dal Jobs Act nel 2015, che disciplinano i licenziamenti illegittimi, chiedendo se si vuole tornare a una maggiore possibilità di reintegro del lavoratore. Attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti è previsto un indennizzo economico tra le 6 e le 36 mensilità di stipendio. Se la norma attuale venisse abrogata sarebbe di nuovo possibile il reintegro della persona nel posto di lavoro, oltre al risarcimento economico. Il secondo quesito riguarda l’abolizione del tetto massimo all’indennità per i lavoratori delle piccole imprese licenziati senza giusta causa, permettendo

al giudice di decidere l’indennità senza limiti imposti. Con questa riforma non ci sarebbe più il limite delle sei mensilità e l’indennità andrebbe stabilita da un giudice sulla base di una serie di criteri sulla gravità della violazione ma anche la situazione familiare e la posizione economica dell’azienda.

Il terzo quesito mira a eliminare le norme che limitano la durata e le proroghe dei contratti a termine, e le motivazioni necessarie all’assunzione, chiedendo se si vuole obbligare le aziende a motivare sempre l’uso del contratto a termine. Oggi questi contratti possono essere stipulati fino a 12 mesi senza che un datore di lavoro debba indicare un motivo specifico. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, chiedendo se si vuole reintrodurre la responsabilità anche per il committente in caso di infortuni causati da rischi specifici dell’appaltatore. Il quinto quesito, infine, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri, chiedendo

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se si vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza necessario, anche se già adesso sono necessari ben più dei dieci anni previsti. Votando sì si cancella la legge el 1992 con cui si è alzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. Non vengono modificati invece gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non avere commesso reati.

Naturalmente le posizioni dei partiti differenziate. I partiti di governo, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono per l’astensione, Noi Moderati invece invita comunque gli elettori ad andare alle urne e a

votare no. Mobilitati per cinque sì invece il Partito Democratico insieme alle altre forze di sinistra. Il Movimento 5 Stelle distingue e invita a votare sì per quattro quesiti sul lavoro mentre lascia libertà di scelta sul tema della cittadinanza. Sul fronte sindacale la Cgil, tra i principali promotori dei referendum, in particolare quelli relativi al lavoro, invita perciò ad andare alle urne e a votare 5 sì, ponendo un forte accento sulla necessità di rafforzare la tutela dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro. Posizione opposta, infine, quella della Cisl che boccia i quattro quesiti sul lavoro ritenendo che potrebbero avere effetti dannosi proprio sui lavoratori. L’ultima parola ora tocca agli elettori.

Il portale. Si possono trovare informazioni e condividere iniziative tra produttori e consumatori

Comunità energetiche rinnovabili, il Veneto ci crede

S

ul fronte delle energie rinnovabili il Veneto è sempre stato all’avanguardia, fin dai tempi dei primi impianti fotovoltaici sui tetti di abitazioni e aziende. Ora la nostra regione fa un balzo in avanti anche nella partita delle Comunità energetiche rinnovabili che si stanno via costituendo, nonostante le difficoltà e la burocrazia che accompagna le soluzioni innovative. Infatti in Veneto ci sono già 73 Cer, il 10 per cento del totale nazionale, con una capacità produttiva di 12,75 Megawatt di elettricità dal sole e benefici per chi ne fa parte. Ma cosa sono le comunità energetiche? Sono organizzazioni formate da soggetti privati, aziende e enti pubblici che si mettono insieme per condividere l’energia prodotta da impianti di energia rinnovabile. Oltre ai vantaggi sotto il profilo ambientale e di ottimizzazione della rete le comunità energetiche consentono di ricevere un incentivo dallo stato che poi viene suddiviso tra i partecipanti.

Attualmente in Veneto esistono diverse iniziative locali, ma molte di esse hanno difficoltà a entrare in contatto con cittadini e imprese interessati a partecipare. Allo stesso modo, chi vorrebbe aderire a una Cer spesso non dispone di un canale semplice ed efficace per individuare quella più adatta alle proprie esigenze. Inoltre, le informazioni sulle comunità energetiche sono spesso sparse su più fonti e non sempre coerenti tra loro. Non da ultimo, la costituzione di comunità energetiche necessita di competenze tecniche che rendono la fase di avvio assai complessa e impegnativa da portare a termine.

Ed è stata proprio la frammentazione delle informazioni e la mancanza di un canale centralizzato ad ostacolare la diffusione e l’aggregazione di queste iniziative.

Per superare queste criticità sia a livello informativo che organizzativo la Regione Veneto ha lanciato VenetoVerdeEnergia.it, un

portale pensato per dare impulso alle Comunità Energetiche Rinnovabili e agevolare la transizione verso un modello energetico più sostenibile. L’intenzione è quella di colmare il divario tra chi desidera partecipare a queste realtà e le stesse comunità, rendendo più semplice l’accesso a informazioni chiare e coordinate.

“Le comunità energetiche,spiegano gli esperti - rappresentano un modello innovativo che vede la collaborazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici per condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili. Questo approccio, oltre a offrire evidenti benefici ambientali, consente di ottenere incentivi statali, contribuendo al miglioramento della rete elettrica e alla riduzione dei costi per i partecipanti. L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema in cui ogni cittadino possa sentirsi parte attiva di un futuro energetico sostenibile, contribuendo in modo diretto alla crescita e al consolidamento delle comunità

energetiche sul territorio veneto”.

La consultazione del portale è semplice: basta inserire il proprio indirizzo per sapere quali sono le Cer attive in zona e avere i riferimenti per contattarle direttamente. Inoltre le comunità energetiche che si iscrivono al portale possono ampliare la propria rete di produttori e consumatori, favorendo così la crescita del modello di condivisione dell’energia rinnovabile. Questo strumento

non solo favorisce il dialogo e lo scambio tra le diverse realtà, ma rappresenta anche un incentivo per le stesse comunità energetiche che possono farsi conoscere e trovare sia nuovi produttori che consumatori. In queste settimane la Regione sta organizzando anche una serie di incontri pubblici per spiegare appunto cosa sono le Cer e quali potenzialità di risparmio offrono anche per i piccoli consumatori.

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Autonomia a lavoro. Sei assunzioni grazie a iDem, il progetto inclusivo nato nel 2020

Il progetto iDem di Despar Nord e Cooperativa

Vite Vere Down Dadi cresce e si allarga

Favorire l’inclusione e l’inserimento lavorativo per le persone con disabilità: con queste finalità Despar Nord e la Cooperativa Vite Vere Down Dadi hanno dato vita al progetto iDem che, dal suo avvio, ha già permesso di inserire nel mondo del lavoro sei persone con disabilità. Il progetto è nato nel 2020 dalla volontà condivisa della Cooperativa padovana Vite Vere Down Dadi e di Despar Nord di valorizzare al massimo gli strumenti normativi disponibili – andando ben oltre il semplice obbligo di legge – per dar vita a un’iniziativa concreta a favore dell’inclusione e dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Con l’applicazione dell’art.14 del D.lgs. 276 del 2003 e dell’accordo quadro approvato nel 2018 dalla Regione Veneto per favorire l’inserimento lavorativo delle persone fragili e grazie al supporto di Veneto Lavoro, Despar Nord ha così stipulato un accordo con la Cooperativa Vite Vere Down Dadi affidando a questa realtà commesse di lavoro che sono state svolte attraverso l’assunzione di lavoratori appartenenti alle categorie protette. iDem ha così aperto le porte del mondo del lavoro a sei persone con sindrome

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di Down e disabilità intellettiva facenti parte della Cooperativa Vite Vere Down Dadi. Con il supporto di tre tutor specializzati, i lavoratori si sono dedicati alla grafica, ideazione e pittura di shopper in cotone, borse uniche e autentiche in vendita in tre negozi Interspar del padovano, diventando anche promotori delle loro creazioni attraverso stand promozionali allestiti appositamente all’interno dei punti di vendita dell’Abete. I l progetto è diventato una case history di successo che ora si arricchisce con nuove progettualità e iniziative presentate nelle scorse settimane in occasione di una conferenza stampa presso la sede della Regione Veneto alla presenza anche dell’Assessore Regionale a Istruzione, Lavoro, Formazione e Pari Opportunità Valeria Mantovan, del Direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone, oltre ai rappresentanti dell’azienda e della Cooperativa. L’iniziativa punta ora ad estendersi oltre la provincia di Padova: nei prossimi mesi, infatti, partirà “iDem in Tour”, un viaggio che porterà l’attività promozionale legata al progetto presso diversi punti vendita Despar del Veneto con laboratori creativi aperti al pubblico guidati dai lavo-

ratori con disabilità del progetto iDem che insegneranno ai partecipanti la tecnica di decorazione delle shopper. Un’iniziativa che rappresenta un passo ulteriore per l’inclusione, permettendo ai partecipanti al progetto di uscire dall’ambiente produttivo per interagire direttamente con il pubblico, sviluppando maggiore autonomia e valorizzando il proprio

lavoro e le competenze acquisite. Altra importante novità riguarda l’introduzione di una nuova tecnica di decorazione delle shopper che consentirà, da un lato, di ampliare la gamma dei prodotti che potranno essere realizzati e, dall’altro, di offrire ai lavoratori con disabilità ulteriori competenze e possibilità di crescita professionale e di sviluppo delle loro

iDem, perché questo nome così evocativo e che cosa rappresenta questo progetto?

Idem perché il lavoro della persona con disabilità ha la stessa dignità e valore degli altri lavori, perché la disabilità non sia un marchio da applicare ad ogni aspetto della vita delle persone, ma un pregiudizio da superare.

capacità. A cinque anni dal suo avvio, il progetto iDem cresce diventando sempre di più non una semplice opportunità lavorativa, ma l’occasione di creare percorsi di crescita, autonomia e realizzazione personale delle persone con disabilità e una testimonianza tangibile dell’impegno di Despar Nord per l’inclusione sociale e lavorativa.

3 Domande a... Patrizia Tolot, Presidente della Cooperativa Vite Vere Down Dadi

Inclusione significa in primo luogo abbattere le barriere culturali, in che modo iDem ha creato inclusione e che valore aggiunto ha per i ragazzi della Cooperativa?

Per parlare di inclusione dobbiamo prima capire il risvolto concreto che questo concetto può avere nelle vite delle persone con disabilità. Inclusione nel caso delle nostre persone con disabilità significa creare le condizioni necessarie per far sì che le persone con disabilità vivano nei vari contesti della quotidianità usufruendo, ma anche creando a loro volta, tutta quella serie di relazioni sociali che fanno parte della vita di tutti noi. In questo senso, iDem porta un reale valore aggiunto: non si limita a supportare l’aspetto puramente lavorativo, ma abbraccia anche la quotidianità di chi lavora. Dall’utilizzo

dei mezzi pubblici per raggiungere la sede e i punti vendita, alla gestione della pausa pranzo, fino alla capacità di adattare costantemente le tecniche di lavoro in base alle richieste dei clienti. In altre parole, iDem

accompagna la vita reale.

Sinergia è la parola chiave di questo progetto: quali i prossimi obiettivi?

Sinergia è davvero la parola chiave che ha reso possibile questo progetto e l’inserimen-

to lavorativo di queste persone, grazie alla collaborazione tra il settore pubblico, con Veneto Lavoro, il privato sociale, con la Cooperativa Vite Vere, e il mondo dell’impresa, rappresentato in questo caso da Despar Nord.

La vera novità sta proprio nel ruolo dell’azienda, che in questo progetto acquista un nuovo impulso: spesso, infatti, l’obbligo di assumere persone con disabilità viene vissuto come una difficoltà, soprattutto quando emergono problemi nell’individuare mansioni adeguate. Questo può tradursi in inserimenti fallimentari o insoddisfacenti, generando frustrazione da entrambe le parti e alimentando la percezione della persona con disabilità come un peso per il gruppo di lavoro.

Con iDem, questo schema si capovolge: l’esperienza di Despar Nord dimostra come sia possibile trasformare un vincolo normativo in un esempio virtuoso di Responsabilità Sociale d’Impresa. Un modello che apre la strada alla possibilità di applicare iDem anche in altri contesti lavorativi, a beneficio di tutti.

C’è giardino e giardino, tutti i volti e le funzioni degli spazi verdi, sia domestici che pubblici

Il giardino dell’acqua

Un piccolo specchio d’acqua può cambiare radicalmente l’aspetto e l’atmosfera di un giardino. Creare uno stagno o inserire una fontana significa portare un elemento di vita e movimento nello spazio verde, offrendo anche un rifugio naturale a numerose specie. Per realizzare uno stagno basta una buca impermeabilizzata, con telo o vasca preformata, profonda almeno 40-50 cm. Il fondo va ricoperto di ghiaia e piante acquatiche, alternando varietà sommerse, galleggianti e marginali. Le ninfee donano eleganza, il papiro aggiunge verticalità, mentre le piante ossigenanti mantengono l’acqua pulita. Un ecosistema acquatico favorisce l’arrivo di libellule, rane, uccelli e insetti utili. Inoltre, l’acqua regola il microclima e crea un ambiente rilassante. Attenzione alla sicurezza: se ci sono bambini o animali, si possono usare griglie di protezione invisibili. Per la manutenzione, serve controllare alghe e detriti, rabboccare l’acqua e, in inverno, evitare il completo congelamento. Inserire l’elemento acqua nel giardino significa unire estetica, natura e benessere in un solo gesto progettuale.

Il tuo giardino è “animal friendly”?

Un giardino vivo è un giardino che ospita vita. Api, farfalle, uccellini e ricci non solo rendono lo spazio più interessante, ma svolgono anche un ruolo fondamentale per l’equilibrio naturale. Per attrarre impollinatori, si possono piantare lavanda, timo, calendula, echinacea e girasoli. Lasciali fiorire liberamente e non usare pesticidi. Le siepi fitte, come biancospino o ligustro, offrono rifugio e cibo agli uccelli. Posizionare una mangiatoia o un piccolo abbeveratoio aumenterà le visite. Per le api solitarie, è possibile costruire un bee hotel con canne di bambù. Ogni gesto, anche piccolo, contribuisce alla biodiversità urbana. Anche chi vive in appartamento può contribuire: sui terrazzi si possono allestire vasi con piante mellifere, installare piccole casette-nido o creare mini-abbeveratoi con sottovasi d’acqua e ciottoli. Anche in pochi metri quadri si può costruire un piccolo habitat che aiuta la natura e rende il balcone più vivo e poetico

Tecnologia e giardinaggio

Anche il giardinaggio diventa smart. La tecnologia offre strumenti semplici per rendere il verde più sostenibile e facile da gestire. Il primo alleato è la centralina di irrigazione connessa: si programma da app, si regola in base al meteo e consente un risparmio d’acqua notevole. Poi ci sono i sensori ambientali da inserire nel terreno: misurano umidità, temperatura e luminosità, suggerendo quando irrigare o spostare le piante. Infine, esistono app per identificare piante, diagnosticare malattie e creare veri e propri diari di giardinaggio. Con pochi strumenti digitali, anche chi non ha il pollice verde può coltivare con successo

Gardini temporanei

In città, dove lo spazio è prezioso, nascono i giardini temporanei. Spazi verdi effimeri, mobili, nati per trasformare parcheggi, piazze e aree abbandonate in oasi di verde urbano. Un’idea che sta prendendo piede anche nei contesti domestici e condominiali.

Un giardino pop-up può essere allestito su pallet, cassette o contenitori, con piante stagionali, erbe aromatiche, fioriture e micro-orti. Perfetto per chi vive in affitto o ha spazi ridotti: si monta, si smonta, si trasforma. Anche il guerrilla gardening – il giardinaggio spontaneo in aree trascurate – è parte di questa filosofia. L’obiettivo non è solo estetico, ma anche sociale e ambientale: restituire verde dove manca, anche solo per un tempo limitato

Land art in giardino

La Land Art nasce negli anni ‘60 come forma d’arte che dialoga con il paesaggio, e oggi ispira anche chi vuole rendere il proprio giardino un luogo unico. Non servono opere monumentali: bastano creatività, materiali naturali e uno sguardo nuovo.

Rami intrecciati, pietre posizionate con cura, tronchi scolpiti, mosaici di foglie, cerchi di fiori: tutto può diventare espressione artistica. Una spirale di sassi tra il prato, una panchina costruita con tronchi riciclati, un sentiero di legno o di vecchie mattonelle possono trasformare uno spazio ordinario in un racconto personale.

La bellezza della Land Art in giardino sta nella sua semplicità e nella capacità di mutare con le stagioni.

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Dipendenza da alcol: le ragazze veneziane superano i coetanei

L’alcol colpisce sempre più giovani donne, e lo fa in modo precoce. È l’allarme lanciato dall’Ulss 3 Serenissima in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025: oggi, le ragazze adolescenti veneziane stanno raggiungendo i coetanei maschi nella dipendenza da alcol, e in alcuni comportamenti a rischio li superano. Preoccupano anche i dati relativi a giovani donne ventenni e trentenni, che negli ultimi quattro anni sono passate dal rappresentare il 12,6% al 25% dei nuovi casi in carico al Serd dell’Ulss 3 per disturbo da uso di alcol. Nel solo 2024, i Serd di Mestre, Mirano e Dolo hanno preso in carico 250 donne con Disturbo da uso di alcol, accanto a 692 uomini. In aumento anche i casi in cui all’alcol si associa il consumo di cannabis, eroina, cocaina o altre sostanze: ragazze e ragazzi in trattamento per doppia dipendenza sono stati 225. Tra le minorenni, il numero dei nuovi accessi per problematiche legate all’alcol è ormai simile a quello dei ragazzi coetanei. A livello nazionale, nel consumo a rischio tra adolescenti si registra addirittura il sorpasso delle ragazze rispetto ai maschi. Un dato ancora più grave riguarda l’alcol in gravidanza. L’edizione 2025 dell’Alcohol Prevention Day, ospitata a Villa Leoni di Mira, ha infatti dedicato particolare attenzione alla Sindrome feto-alcolica e ai danni permanenti che l’alcol può causare al feto, anche in quantità minime. Secondo le stime, il 10% delle donne nel mondo assume alcol in gravidanza. I danni possono coinvolgere lo sviluppo cerebrale, la crescita e l’apparato gastrointestinale del bambino, con ricadute permanenti sul piano cognitivo e relazionale. Durante l’incontro è stato sottolineato che anche l’allattamento è una fase delicata: l’alcol assunto in questo periodo può comunque passare al neonato attraverso il latte materno. Per questo si punta a diffondere una corretta informazione tra le future mamme fin dalla fase preconcezionale, per evitare esposizioni dannose già nelle prime settimane, spesso inconsapevoli. La diagnosi delle sindromi feto-alcoliche, inoltre, non è semplice: i sintomi possono essere sfumati e confusi con altre condizioni. La responsabile del Serd di Mirano e Dolo,

Laura Suardi, ha evidenziato che “l’astensione completa dal consumo di alcol in gravidanza è l’unica prevenzione efficace. Eppure, il tema è stato a lungo trascurato rispetto ad altri comportamenti a rischio”. A ribadire il ruolo chiave della prevenzione è anche il direttore del Dipartimento dipendenze, Alessandro Pani: “È fondamentale aumentare la consapevolezza tra operatori sanitari, medici di base, ginecologi, ostetrici e pediatri, così da intercettare precocemente situazioni a rischio e promuovere la salute attraverso una corretta informazione”. L’evento ha visto la partecipazione di esperti nazionali come Patrizia Riscica, presidente del Comitato scientifico dell’Associazione italiana disordini da esposizione fetale ad alcol e droghe, e degli operatori dell’Ulss 3 attivi nei consultori, nei servizi per l’infanzia e adolescenza, nel Dipartimento materno-infantile, nel privato sociale e nel progetto “1000 giorni di noi”. Obiettivo comune: proteggere la salute delle nuove generazioni, partendo dall’informazione e da una rete territoriale sempre più attiva.

Paola Bigon

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Infezioni chirurgiche, confronto tra specialisti all’Ospedale dell’Angelo

All’Ospedale di Mestre si è tenuto un convegno regionale dedicato a un tema di crescente rilevanza: le infezioni ospedaliere in ambito chirurgico. «È un problema sempre più evidente –ha spiegato il dottor Umberto Montin, primario di Chirurgia dell’Angelo – e richiede un’analisi costante per individuare strategie efficaci. Oggi siamo più consapevoli, e anche le équipe e le direzioni ospedaliere sono chiamate a fare la loro parte nella prevenzione». L’incontro, in forma di “one day focus”, ha coinvolto specialisti provenienti da tutto il Veneto e da altre regioni, con il titolo “Infezioni del sito chirurgico in chirurgia addominale: emergenza o maggiore consapevolezza?”. Oltre ai chirurghi, presenti anestesisti, infettivologi, farmacisti, tossicologi clinici, microbiologi, virologi, ematologi, gastroenterologi e pneumologi, in un’ottica multidisciplinare. «Lo scambio di esperienze tra professionisti – ha aggiunto Montin – è fondamentale per una gestione condivisa delle infezioni, che nel percorso di cura coinvolgono più figure e richiedono risorse importanti. Anche per questo il problema ha rilevanti implicazioni economiche e organizzative». Il convegno ha rappresentato una tappa del percorso che l’Ulss 3 Serenissima ha intrapreso da tempo per migliorare le pratiche di prevenzione. «Gli ospedali devono tenere alta la guardia – ha dichiarato il direttore sanitario Giovanni Carretta –. La nostra azienda è impegnata nell’attuazione di protocolli fondati su evidenze scientifiche, utilizzando anche le tecnologie più avanzate per la diagnosi e il trattamento delle infezioni». L’evento ha messo in evidenza anche il ruolo centrale della formazione continua, della sorveglianza attiva e dell’aggiornamento condiviso tra reparti. L’obiettivo è ridurre progressivamente la casistica e garantire standard di sicurezza sempre più elevati, nell’interesse dei pazienti e degli operatori.

Da sinistra, Cecilia Sampaoli, assistente sociale del Serd di Dolo, Laura Suardi, responsabile del Serd di Mirano e Dolo, Annarosa Pettenò, psicologa e psicoterapeuta del Serd di Mestre e Alessandro Pani, direttore del Dipartimento dipendenze

Sanità pubblica. In Veneto drastico calo delle terapie intensive neonatali per il VRS

Campagna di immunizzazione in Veneto: crollano i ricoveri per bronchiolite nei bambini

In Veneto i ricoveri pediatrici da VRS crollano grazie a una campagna di immunizzazione con Nirsevimab: -74% di ospedalizzazioni e -83% in terapia intensiva. Un successo reso possibile da prevenzione e collaborazione tra famiglie e sanitari.

Un drastico calo dei ricoveri pediatrici in Veneto. Cos’è successo? La risposta risiede in una campagna di immunizzazione senza precedenti contro il virus respiratorio sinciziale (VRS), che ha portato a risultati sorprendenti. Presentati a Padova, i dati mostrano un significativo miglioramento nella gestione delle infezioni respiratorie nei bambini, grazie all’uso dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab.

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L’assessore alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, ha illustrato i risultati della campagna durante un evento tenutosi il 28 aprile presso l’Azienda Ospedale Università di Padova. “Abbiamo assistito a una riduzione del 74% dei ricoveri e dell’83% dell’occupazione delle terapie intensive neonatali”, ha dichiarato Lanzarin. Questi numeri rappresentano un traguardo straordinario per la sanità pubblica veneta, che ha visto i ricoveri passare da 1.003 nella stagione 2023/2024 a soli 260 nella stagione 2024/2025.

La chiave di questo successo è stata la somministrazione del Nirsevimab, un anticorpo monoclonale disponibile in Veneto da novembre 2024. Questo trattamento ha immunizzato l’83,5% dei nati tra novembre 2024 e marzo 2025, e il 70,5% dei nati da gennaio a ottobre 2024. Grazie a questa strategia, le giornate di degenza sono diminuite del 78% rispetto al triennio 2021-2024.

Il successo della campagna è stato possibile anche grazie a un’efficace comunicazione e collaborazione tra famiglie, pediatri e professionisti sanitari. “Un ringraziamento

doveroso va a tutti i professionisti che hanno collaborato al raggiungimento di questo importantissimo risultato”, ha sottolineato Lanzarin. La campagna ha raggiunto capillarmente tutti gli interessati, dimostrando l’importanza di un approccio integrato nella sanità pubblica.

Nella Pediatria dell’Azienda Ospedale Università di Padova, gli accessi al Pronto soccorso per bronchite nei bambini sotto un anno sono scesi da 123 a dicembre 2023 a soli 10 a dicembre 2024. I ricoveri pediatrici per bronchite acuta da VRS sono passati da 73 nel 2023-2024 a 9 nel 2024-2025.

Questi dati evidenziano l’efficacia della prevenzione, soprattutto considerando che per la bronchiolite causata dal VRS non esiste una terapia specifica, se non l’ossigeno in ospedale.

La prevenzione si conferma l’unico strumento efficace contro il VRS, un’infezione che, se contratta nei primi mesi di vita, può contribuire allo sviluppo dell’asma. Ogni

anno, tra novembre e aprile, si registravano in Veneto oltre 90 ricoveri, soprattutto nei lattanti sotto i sei mesi. Grazie alla campagna di immunizzazione, questi numeri sono drasticamente diminuiti, migliorando la qualità della vita dei bambini e riducendo il carico sulle strutture sanitarie. Anna Bergantin

Un chilometro al giorno: a Chioggia il benessere si misura camminando

La città di Chioggia entra nel progetto regionale “1 KM al giorno nel tuo Comune”, dedicato alla promozione della salute attraverso il movimento quotidiano. Il progetto invita i cittadini a camminare ogni giorno su un percorso tracciato, facilmente accessibile e gratuito. Il tracciato scelto si sviluppa lungo l’area pedonale di Isola dell’Unione Est, partendo dal parcheggio Multipiano e seguendo Riva Lusenzo. Cartelli posizionati ogni 250 metri guidano i camminatori fino al termine del percorso, ai piedi delle scale che conducono alla strada. Un itinerario semplice e panoramico, pensato per tutte le età. La realizzazione è frutto della collaborazione tra Comune di Chioggia e Associazione Italiana Diabetici, sezione locale. Obiettivo: incoraggiare l’attività fisica come strumento di prevenzione e benessere, coinvolgendo scuole e cittadini nell’ambito del programma “5 Km di Meraviglia – Scopri, Cammina, Rispetta”. “L’iniziativa – spiega l’assessore Sandro Marangon – fa parte delle politiche pubbliche per la salute. Abbiamo già adottato il

Manifesto ‘La salute nelle città’ e oggi possiamo contare su un Health City Manager, figura di riferimento per le azioni di promozione della salute a Chioggia”. Soddisfatto anche il sindaco Mauro Armelao, che ha ringraziato l’Associazione Diabetici per l’impegno. “Chioggia è una città attiva e inclusiva – ha dichiarato – e questo progetto lo dimostra”. Tra i partecipanti anche Manuela Bertaggia,

presidente nazionale FAND, che ha ribadito il valore dell’attività fisica nella prevenzione. Il sostegno della Ulss 3 Serenissima e dell’Ufficio Prevenzione dell’Ospedale di Chioggia è stato decisivo per la riuscita dell’iniziativa. La passeggiata quotidiana rappresenta un’opportunità semplice ma concreta per migliorare la qualità della vita, riducendo i rischi legati alla sedentarietà.

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Con l’arrivo di maggio, iniziamo a preferire piatti più leggeri e facili da preparare.

QUICHE ALLE ZUCCHINE, FIORI DI ZUCCA E MOZZARELLA

Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Perfetta in questa stagione con l’arrivo delle prime zucchine e i fiori di zucca. Ottima soluzione come antipasto o come piatto unico. Per un sapore un po’ più intenso utilizzate la mozzarella di bufala.

Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di zucchine scure; 250 g di mozzarella; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; 6 fiori di zucca; spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe

Preparazione: Affettare le zucchine a rondelle sottili. In una padella antiaderente spadellate per dieci minuti con olio e spicchio d’aglio. Aggiungete sale, pepe e fate raffreddare. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al parmigiano. Aggiungere le zucchine cotte e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Prendere la pasta sfoglia e versate il composto con le zucchine. Aggiungere la mozzarella tagliata a fette e i fiori di zucca privati di pistillo e gambo. Cuocere in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti

RISOTTO AL PESTO CON GAMBERI

Il pesto si usa spesso con la pasta, soprattutto con le trofie. In questa ricetta, invece, lo abbiniamo al riso, che si dimostra un ingrediente molto versatile. Il risultato è un piatto semplice, gustoso e invitante.

Ingredienti: : 350 gr Riso Carnaroli; 500 gr Gamberi; 3 cucchiai Pesto alla Genovese; 1 Scalogno; Vino bianco secco; Brodo vegetale; Olio extravergine d’oliva; Sale e Pepe nero

Preparazione: Spuntare e lessare i fagiolini e tagliarli a pezzetti. Frullare le foglie di basilico con i pinoli, uno spicchio di aglio e un pizzico di sale e l’olio, poi trasferire il composto in una ciotola e mescolatelo con la grana. Scaldate sul fuoco una casseruola versate il riso e tostatelo per un minuto; proseguite la cottura con il brodo vegetale bollente, versandone poco alla volta. Il risotto sarà pronto al dente in 16-17 minuti. Nel frattempo, sgusciate le code di gambero, dividetele in due per il lungo, saltatele in padella con un filo d’olio. Aggiungete i fagiolini e le code di gambero, tagliandone alcune a pezzetti; completate con una macinata di pepe.

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PANCAKE

AI FRUTTI DI BOSCO

Le tradizionali frittelle dolci di tradizione americana sono la perfetta colazione della domenica ma anche per il brunch o come merenda dei bambini. Il gusto dolce del pancake si sposa bene con il sapore acidulo dei frutti di bosco. Ingredienti per 8 pancake: 220 gr farina 00 per dolci; 200 gr Latte; 30 gr Zucchero; 6 gr di lievito 2 Uova; pizzico di Sale; Olio di semi | Ingredienti per fare la salsa ai frutti di bosco: 250 grammi di Frutti di bosco vari;2 cucchiai di Zucchero a velo e succo di mezzo limone

Preparazione: Per la salsa ai frutti di bosco, in una pentola con i bordi alti inserire i frutti scelti e fateli cucinare a fiamma bassa. Aggiungere lo zucchero e mescolare in modo deciso con la frusta fino a far diventare una cremina omogenea. Spegnere la fiamma e setacciare la crema ottenendo una salsa senza semi. Per la preparazione dei pancake: in una ciotola rompere le uova, aggiungere zucchero, latte, farina e lievito, mescolare fino ad ottenere un impasto non troppo liquido, omogeneo e senza grumi. In una pentola antiaderente versare un mestolo di composto e cuocetelo a fiamma non troppo alta. Quando il fondo sarà ben dorato e in superficie si formeranno delle bollicine, servendovi di una spatola, giratelo sull’altro lato e cuocete finché anche questo lato non si sarà ben colorito.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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