Nuovo Hospice pediatrico centro d’eccellenza delle cure palliative infantili a Padova
del Conselvano
Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”



Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile
Corsa alle regionali
Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Nel Conselvano con l’arrivo dell’estate cresce la paura per le razzie in abitazione ma anche per gli atti di vandalismo o le risse fra gruppi di giovani: sorveglianza potenziata


CONSELVE: AVANZO DA UN MILIONE DI EURO IL CONSIGLIO COMUNALE SI
L’amministrazione tira le somme del 2024 e guarda agli impegni futuri, dall’opposizione aspre critiche
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”

via Palù, 33/b tel. e fax 049 5384181 35026 Conselve (Pd) autorimessa.italia@tiscali.it
ATra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.


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L’Istituto Canossiano salvato dalla tenacia dei genitori
La tenacia e la determinazione dei genitori degli alunni dell’Istituto Canossiano è stata ripagata: la scuola paritaria dell’infanzia e primaria non chiuderà. Sarà una cooperativa a subentrare alle religiose nella gestione della scuola dal prossimo settembre. L’intesa fra Congregazione delle Figlie della Carità, che resta proprietaria dell’edificio e la cooperativa Start di Vigevano è stata formalizzata e ora si lavora per garantire la continuità. Anche il personale in servizio a tempo indeterminato è stato confermato, così come la partenza della classe prima elementare, fino a qualche mese fa nell’incertezza. La classe invece si farà con qualsiasi numero di iscritti, è stato spiegato ai genitori. In questi mesi l’associazione dei genitori e amici dell’Istituto Canossiano ha cercato e trovato una soluzione alla chiusura, fino a prendere contatti con la Start, cooperativa di Vigevano che ha già all’attivo la gestione di 17 scuole paritarie rilevate da istituti religiosi. Una volta riscontrata la disponibilità e portata a termine la selezione si è arrivati a sottoscrivere l’accordo e a “salvare” ufficialmente l’istituto presente a Conselve dal lontano 1901.
“La retta rimarrà invariata ed è confermata anche la mensa interna, - spiegano i genitori - uno dei fiori all’occhiello del nostro istituto per la qualità del cibo e del servizio. Una volta raggiunto e formalizzato l’accordo abbiamo informato tutti i genitori che avevano comunque dato il proprio appoggio all’iniziativa, perché intenzionati a proseguire l’esperienza in questa scuola per i loro figli. Inoltre c’è anche un’altra novità che è anche un segnale di speranza per il futuro. Dal gennaio 2026 dovrebbe partire anche il servizio di asilo nido, in modo da ampliare l’offerta della nostra scuola. Lo spazio c’è e la possibilità di avviare questo nuovo servizio, sempre molto richiesto dalle famiglie, sicuramente rappresenta un indubbio valore aggiunto per il nostro Istituto”.
Una cooperativa subentra nella gestione delle scuole dell’infanzia e
primaria
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.


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Il rendiconto. L’assessore Federica Silvoni tira le somme del bilancio, accesa discussione in consiglio
Un milione di euro di avanzo: “Anno positivo” ma l’opposizione passa i numeri sotto la lente
Il 2024 si è chiuso con un avanzo di amministrazione di poco inferiore al milione di euro per il Comune di Conselve, mentre la parte destinata agli investimenti ammonta a 719 mila euro. Sui numeri del rendiconto di gestione la discussione in consiglio è stata particolarmente vivace, con i consiglieri di opposizione che hanno passato ai raggi X i vari capitoli del conto economico, sollevando numerosi interrogativi e richieste di chiarimenti. Al termine il documento è passato a maggioranza, con l’astensione del gruppo di minoranza “Idea Comune” e il voto contrario dei consiglieri di “Noi per Conselve”. L’assessore al bilancio Federica Silvoni ha tirato le somme del 2024 sotto il profilo dei conti del comune: “Per quanto riguarda il risultato di amministrazione, al primo gennaio del 2024 la gestione prevedeva 5 milioni 607 mila euro, al saldo del 31 dicembre 3 milioni 166 mila euro. Abbiamo 4,6 milioni di residui attivi, cioè somme accertate ma non ancora riscosse residui passivi invece per 3,2 milioni, vale a dire spese impegnate ma non ancora pagate. Nella parte del fondo pluriennale vincolato abbiamo la parte capitale di quasi 2,2 milioni. Come risultato generale di amministrazione abbiamo 2 milioni 247 mila euro. La parte accantonata è relativa a 385.000 mila euro, oltre a 192 mila per vincoli. Il 2024 è stato un anno positivo - ha aggiunto l’assessore - all’insegna dello sviluppo e le entrate tributarie sono state buone, anche leggermente superiori alla previsione, mentre abbiamo
avuto meno trasferimenti correnti. Alcuni servizi infatti non sono stati finanziati dallo Stato, come ad esempio l’emergenza abitativa, e il contributo della Regione per le unioni è stato comunicato molto dopo e quindi non è stato un trasferimento accertato.
Il bilancio soprattutto sulla parte capitale permette di mantenere tutti i servizi che vanno dal nido all’infanzia, sostegno alle famiglie al lotta al disagio e attività per gli anziani. Abbiamo cercato di recuperare somme per i servizi che non sono stati finanziati dallo Stato a causa dei minori trasferimenti in entrata. Tutti i consiglieri si sono dati molto da fare per ricercare bandi e opportunità, sia per quanto riguarda gli investimenti che per quanto riguarda i servizi. Questo ci permette di gestire i servizi come previsto”.
L’assessore ha ricordato poi che in questo rendiconto del bilancio è fondamentale l’impulso agli investimenti per le opere pubbliche: l’ammontare generale è aumentato negli ultimi anni grazie ai progetti delle scuole che si stanno realizzando e ad altre opere. “Questo naturalmente richiede di essere sostenuto, - ha aggiungo - e anche l’anno scorso una buona parte di avanzo è stata usata proprio per le opere pubbliche. Da una parte per assicurare la parte assegnata dal conto termico che non era stata garantita dal GSE per quanto riguarda sia la scuola primaria che la scuola secondaria di primo grado e anche per implementare i lavori della scuola dell’infanzia.
Questo tipo di investimenti devono sempre prevedere da parte dell’amministrazione la possibilità di coprire con il bilancio le spese che possono emergere in corso d’anno. Allo stesso modo i contributi che stiamo cercando di ottenere necessitano sempre di compartecipazione da parte del Comune.
E’ stato un anno anche molto intenso per quanto riguarda le assunzioni e il cambio del personale, in particolare in aree come la polizia locale e l’ufficio tecnico. Per la polizia locale nel corso dell’anno siamo riusciti ad avere un comandante e ad integrare completamente gli agenti. All’uf-

ficio tecnico, dopo alcuni mesi difficili per scarsità di personale, va un plauso per essere riuscito a portare avanti anche tutti gli
Bortoletto: “Oltre 2,2 milioni non spesi, il triste
copione si ripete”
E’ netta la stroncatura del gruppo di minoranza “Noi per Conselve” che ha votato contro il rendiconto di gestione. “Al peggio non c’è mai fine - attacca Melania Bortoletto dai banchi dell’opposizione - e da anni assistiamo ad un copione che si ripete. Il bilancio 2024 chiude con 2.247.555 euro non spesi. Per la verità a questa somma andrebbero aggiunti altri 529.040 euro utilizzati, seppur non necessari, per sopperire alla perdita degli incentivi dei conti termici del GSE, perdita dovuta al mancato invio della documentazione dallo stesso richiesta. Come andrebbero aggiunti altri 55.057 spesi per il progetto mensa e restituiti al ministero per rinuncia al finanziamento di euro 550.578. E
la lista potrebbe continuare”. Bortoletto non condivide nemmeno le osservazioni dell’assessore al bilancio sulla chiusura di alcuni mutui entro l’anno. “A noi viene il dubbio che l’assessore non sia bene informata su quanto ammontavano le rate dei mutui accesi dall’amministrazione Sguotti tra il 2002 e il 2007, che hanno veramente ingessato il bilancio del Comune fino al 2021 . Le rate superavano i 700.000 euro e solo grazie all’impegno e alla capacità di reperire risorse a fondo perduto delle precedenti amministrazioni si è comunque amministrato il comune. Nel 2024 sono state rimborsati 162.407 euro che per un Comune come Conselve sono una vera inezia. Oggi
impegni per le opere pubbliche e nelle fasi definite del Pnrr che hanno scadenze non derogabili”.

Melania Bortoletto
di fronte a risorse milionarie non spese, questa amministrazione accende un mutuo di due milioni per realizzare la palestra, spacciata per palazzetto dello sport, che inserirà nel realizzando complesso scolastico caratterizzato da una orrenda compattazione volumetrica senza spazi vitali e infrastrutturali”.








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Sicurezza urbana
Isole di degrado e incursioni in abitazioni
Conselve rinforza la sorveglianza estiva
N
el Conselvano sono i furti in abitazione e i danni al patrimonio a spaventare i cittadini, insieme al rischio di risse fra gruppi di giovani. Sono questi gli episodi più temuti, per i quali la preoccupazione è sempre viva nella cittadina e nel territorio circostante. I furti in casa sono senza dubbio il timore più grande, sia per chi abita in condominio che in abitazioni indipendenti: con l’arrivo dell’estate c’è chi teme che i ladri si possano introdurre approfittando di un attimo di distrazione dei proprietari, di una finestra aperta, di una breve assenza. Anche in questi ultimi mesi non sono mancati alcuni episodi spiacevoli, insieme a tentativi di furto non riusciti. Nel periodo estivo sia la polizia locale che i carabinieri intensificano la sorveglianza, specie nelle ore serali e notturne, proprio per scoraggiare le incursioni dei ladri, così come per tenere a bada i gruppetti di giovani che potrebbero creare dei problemi di ordine pubblico o compiere atti di vandalismo. In questi mesi uno dei luoghi più sorvegliati di Conselve è il Prato Comunale, aperto fino a
tarda sera e per settimane teatro di numerosi eventi, dal Summer Prà di questa seconda metà di giugno alla Fiera di Sant’Agostino. In passato non sono mancate risse e momenti di tensione e proprio per prevenire questi episodi la sorveglianza sarà continua e capillare, in particolare in tarda serata per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.
Sorvegliate speciali anche alcune “isole del degrado” che gli anni scorsi avevano sollevato le preoccupazioni e le proteste dei residenti, su tutte l’area dell’ex hotel Oasi, frequentata da gruppi di ragazzi e anche da intrusi che riuscivano ad entrare nella struttura. Ora la situazione sembra essere sotto controllo anche se una svolta per il recupero del grande fabbricato in abbandono in pieno centro sembra sempre più difficile. Sul fronte della sicurezza urbana il sindaco Umberto Perilli ricorda che Conselve è il punto di riferimento per un ampio territorio che conta quasi trentamila abitanti. “Così come è attrattivo per tutta un serie di servizi che offre - aggiunge - purtroppo in alcuni casi attira anche l’attenzione
di qualche malintenzionato. Va detto che grazie all’opera delle forze dell’ordine tutto sommato non registriamo particolari fenomeni di delinquenza. Alcune zone del nostro paese nei mesi passati sono state oggetto di furti o per lo più tentativi non riusciti”. Per quanto riguarda il mondo giovanile, continua Perilli, la situazione è sotto controllo: “Anche il comandante della nostra stazione dei carabinieri mi segnalava che Conselve per questi fenomeni è al di sotto della media provinciale. Ovviamente nemmeno noi siamo esenti da fenomeni di questo tipo, ma tutto sommato la situazione è sotto controllo”. Sul fronte giovanile la tendenza, però, è quella di un abbassamento dell’età dei componenti delle “baby gang”, la cui media è tra i 14 e i 15 anni ormai. Come prevenire questa deriva e tutelare i ragazzi di Conselve? “La sensazione è che questi giovanissimi - continua il sindaco - cerchino delle risposte alle loro esigenze o rifugio in qualche in qualche attività estrema che regala loro la sensazione erronea e fasulla e fallace di un momento di gloria. Noi
Occhi elettronici sempre aperti, in arrivo le nuove fototrappole
Il controllo del territorio a Conselve è garantito anzitutto con il pattugliamento attivo delle forze dell’ordine nelle aree centrali e nei quartieri. Marco Casella, consigliere con delega alla polizia locale, ricorda che dopo l’entrata in servizio dei nuovi agenti di polizia locale i controlli, eseguiti a rotazione in tutti i quartieri, “sono stati ulteriormente estesi all’accertamento del-
la presenza di eventuali soggetti sospetti, circolanti per le pubbliche vie cittadine, sia principali che periferiche, al punto da costituire costanti ed assidui servizi di pattugliamento, con cadenza quotidiana”. In centro è stato costituito un presidio fisso della Polizia Locale per individuare persone che potrebbero creare dei problemi di ordine pubblico. I carabinieri proseguono



stiamo intervenendo su diversi fronti, cercando di avvicinare i ragazzi anche tramite la collaborazione degli psicologi di strada, quindi di persone che sono specializzate professionalmente formate in questo settore, per creare un dialogo. D’altro canto, oltre alla repressione, per quanto può servire come risposta immediata, dobbiamo dare loro un’alternativa rispetto alla strada, che li porta a combinare qualche guaio o qualcosa di più grave”. Conselve conta poi una nutrita popolazione straniera, che si aggi-
a pieno ritmo anche nell’attività di contrasto allo spaccio di droga, specie fra i giovani.
Sul fronte della lotta al degrado sono utili anche le telecamere di videosorveglianza sia come deterrente che come strumento di indagine. “Il Comune - ricorda Casellaha partecipato al bando regionale grazie al quale sarà possibile potenziare il sistema

ra ormai sul 10%, quindi poco più di un migliaio di persone, molte delle quali ben integrate, spiega il sindaco. “Fortunatamente non viviamo gli episodi estremi delle grandi città, - conclude Perilliqui gli stranieri sono per lo più integrate nel tessuto della comunità, hanno un posto di lavoro fisso e parecchi anche l’abitazione di proprietà. Loro stessi poi tendono ad isolare gli individui più scorretti perché ci tengono a non rovinare quel che hanno costruito in anni di lavoro e permanenza in Italia”. (n.s.)
di videosorveglianza in zona industriale, per reprimere il problema dell’abbandono dei rifiuti. Con una variazione di bilancio acquisteremo delle fototrappole di alta qualità, in grado quindi ad individuare agilmente chi commette illeciti, a partire dall’abbandono dei rifiuti. Siamo fermamente determinati a mettere fine a questo problema”.

L’esperta. L’analisi della psicologa Serena Banzato sulla realtà del Conselvano
Giovani perduti tra solitudine e violenza, criminalità tentazione per essere “famosi”
Serena Banzato ha lavorato per tanti anni come educatrice e operatrice di strada, è stata a contatto, nel Conselvano e non solo, con adolescenti e giovani a rischio. Da psicologa le abbiamo chiesto un’analisi sulle difficoltà delle nuove generazioni, sul rischio di scivolare dalle bravate all’illegalità, di perdersi nel mondo della droga, una presenza concreta anche in questo territorio. “Anzitutto è necessario riconoscere per tempo i “segnali bianchi” che indicano un certo malessere - spiega - a partire dai bambini. Li definiamo segnali “bianchi” prima che diventino acuti e portino a problemi più gravi. E qui le famiglie e la scuola giocano un ruolo fondamentale, ma servono gli strumenti adatti per riconoscere, ad esempio, un ragazzino che non riesce a gestire la gelosia, la solitudine, la musica che ascolta, il rapporto con il cibo e l’alimentazione. Sono tanti campanelli d’allarme che richiedono attenzione”. A scuola, poi, ricorda l’esperta, le classi sono sempre più multietniche, questa è una risorsa ma può rappresentare anche un problema, se questo incontro fra culture non viene ben gestito. “Parliamo spesso di integrazione ma il cammino è ancora lungo. I ragazzi, poi, hanno bisogno di esempi positivi, invece andiamo avanti a feedback negativi. Purtroppo non fanno notizia i tanti giovani impegnati nello sport o nel volontariato, la maggioranza che conduce

una vita serena e ricca di relazioni e successi. Balzano subito all’occhio invece i vandali, chi porta un coltello a scuola, il bullo, il violento. Tutti hanno bisogno di sentirsi speciali e il vandalismo è un modo negativo per dire ‘io esisto’. Nei casi più difficili, la criminalità diventa il mezzo per diventare ‘famosi’. Ma sono altri i modelli di cui hanno bisogno i nostri giovani, per questo c’è bisogno di esempi concreti di civiltà, di rispetto, di scelte di vita coerenti. Prima che un ragazzo cada in certi tunnel - prosegue Banzato - si dovrebbe attivare una reale comunità educante, ma c’è da lavorare anche sugli adulti e tutto è più complesso, non si crede nei percorsi psicologici e tutto è più faticoso e complesso”. Rivolgersi agli adolescenti e ai giovani è sempre più impegnativo e va garantita anche la loro libertà. Ma questo implica una responsabilità
Contro droga e disagio la ricetta di Tribano con

da parte degli adulti: “I ragazzi sono le nostre forze nuove - conclude la psicologa - e io credo tantissimo nelle loro energie e potenzialità. Va rispettata la loro libertà ma allo stesso tempo dobbiamo esserci, la nostra presenza di adulti non può mancare, così come il nostro esempio. Ma per farlo dobbiamo ritrovare anche noi il senso di comunità e di collaborazione reciproca”.
Nicola Stievano
Gli episodi di vandalismo minorile diventano un mezzo per affermare, nel modo sbagliato, la propria identità. “C’è bisogno di una comunità educante che sappia riconoscere i segnali di malessere dei ragazzi”

Non passa settimana senza che i carabinieri, impegnati assiduamente nel contrasto delle attività legate allo spaccio di droga, non denuncino o non arrestino qualche spacciatore locale, segnalando gli assuntori alla Prefettura, come previsto dalla legge. Fra loro ci sono molti giovani, anche minorenni. Il Conselvano non è immune da questa piaga, come ricorda il sindaco di Tribano Massimo Cavazzana, da tempo impegnato proprio a strappare i giovani dalla strada, ad offrire loro delle alternative che li allontanino dal rischio della criminalità e dell’uso di droghe. “Dob-
biamo mettere in campo la capacità di contrastare questo fenomeno - spiega Cavazzana - e la capacità di incidere sul territorio e di avvicinare i giovani attraverso esperienze personali. Noi da qualche anno abbiamo promosso l’iniziativa “Giovani custodi” per coinvolgere gli adolescenti in attività di volontariato, farli sentire protagonisti della loro vita attraverso esperienze formative che aiutano a crescere e a costruire relazioni sane. Poi è fondamentale promuovere anche uno stile di via sano, invitare i giovani a non fumare a non bere, ad aver cura del proprio corpo e della pro-
pria persona”. Accanto agli adolescenti a Tribano ci sono le iniziative per le famiglie. “Da sei mesi abbiamo avviato il progetto ‘Benessere in comune’ rivolto a genitori e figli dai 7 ai 14 anni, - continua Cavazzana - che hanno la possibilità di condividere alcuni momenti insieme, come cucinare e giocare, fare attività sportive e affrontare anche un percorso di legalità grazie alla disponibilità di alcuni avvocati in prima linea per affrontare il disagio dei ragazzi nei tribunali. Nel nostro piccolo vogliamo dare una mano e continueremo con questo progetto anche il prossimo anno”. (n.s.)

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L’intervento. La partecipazione al bando regionale ha portato ad un contributo di 45 mila euro
Impianto di illuminazione da 100 mila euro, novità per il campo sportivo San Lorenzo
Installato un nuovo impianto al campo San Lorenzo con fondi regionali e comunali per ridurre i consumi e migliorare l’esperienza sportiva dei giovani
I
l campo sportivo San Lorenzo ha un nuovo impianto di illuminazione all’avanguardia grazie all’aggiudicazione di contributi derivanti dalla partecipazione al bando regionale “Sostegno finanziario a favore di opere di miglioria, anche strutturale, di impianti sportivi” indetto dalla Regione Veneto nel 2024. Il Comune di Conselve ha completato i lavori di sostituzione del vecchio impianto di illuminazione del campo sportivo di via Vettorato con un impianto di nuova generazione.
I vecchi fari alogeni sono stati sostituiti con più moderne luci a led, più performanti sia sotto l’aspetto dell’illuminazione che dal punto di vista dell’efficientamento energetico.
Grazie ad un contributo regionale di 45 mila euro, e con l’integrazione di 64 mila euro da parte dell’amministrazione comunale di Conselve, si sono potuti realizzare lavori per un importo totale di 109 mila euro.
“Partecipare al bando regionale – spiega il consigliere con delega allo sport e alle politiche giovanili Luca Bissacco - ci ha permesso di rendere il campo sportivo San Lorenzo, attualmente gestito dalla Polisportiva Canossa, più prestante dal punto di vista energetico consentendo ai gestori di spendere meno soldi per le bollette di energia elettrica. Il campo è frequentato da centinaia di bambini e ragazzi che praticano calcio dall’età di 6 anni. Stiamo lavorando per cercare di migliorare tutte le strutture sportive esistenti nel nostro territorio”.
attesa di riscontro da parte della Regione.
“In questo periodo – conclude Bissacco – stiamo progettando tutta una serie di interventi per migliorare tutta l’impiantistica sportiva comunale. E’ un lavoro molto complesso e articolato ma che porterà benefici a tutta la comunità, e non solo ai numerosi atleti conselvani”.


La Polisportiva Canossa gestisce anche lo stadio che si trova dall’altra parte della strada del campo San Lorenzo e che ospita soprattutto le partite della squadra del Canossa che milita in Seconda Categoria. Il Comune di Conselve ha partecipato anche ad un bando per la sistemazione del Palamascagni, dove si pratica pattinaggio e pallavolo, ed è in


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Puli’amo Conselve, mobilitazione generale per il decoro della città
L’invito a contribuire al decoro di Conselve si è trasformato in una vera e propria mobilitazione.
“Puli’amo Conselve”, nell’ambito della giornata ecologica nazionale, su iniziativa del Comune, ha richiamato numerosi volontari, tra singoli cittadini e gruppi, che hanno contribuito a pulire le strade e le piazze di Conselve, raccogliendo rifiuti abbandonati ma contribuendo anche alle

iniziative di raccolta di altro materiale per aiutare chi si trova in situazioni di disagio e difficoltà. In poche ore sono stati raccolti oltre venti sacchi di ogni genere di rifiuti, un bel contributo a mantenere pulita e in ordine la città. E’ stat presentato anche il progetto “Adotta una via”. “Un grazie particolare - affermano gli amministratori comunali - agli scout, che indubbiamente hanno fatto la differenza), i volontari del Banco Alimentare, dei Bersaglieri, dei Lions, di Diamoci una mano, dell’associazione “L’albero” e di tutti i cittadini che in qualche modo hanno partecipato. Un grazie anche a Sesa per la fondamentale collaborazione e alla Proloco e FreeRadio Conselve per il supporto. Sono state pulite molte vie del centro, raccolti più di venti sacchi di rifiuti di vario tipo; inoltre sono stati raccolti tappi di plastica e di sughero, occhiali, cellulari e cavi elettrici da donare ad onlus, distribuito materiale informativo per promuovere la cultura della raccolta differenziata e del riciclaggio. Insieme abbiamo dato un grande esempio di civiltà, grazie a tutte e tutti”.
Bagnoli. Esperienza unica per gli studenti della scuola media
Lezione concerto con la Nord Sud Ovest Band
Gli studenti della scuola media di Bagnoli hanno avuto l’opportunità di vivere un’esperienza musicale straordinaria e indimenticabile grazie alla visita della tribute band ufficiale degli 883 e Max Pezzali, la Nord Sud Ovest Band. L’evento, organizzato con grande entusiasmo dagli insegnanti del plesso, ha visto i giovani ascoltatori immersi in un vero e proprio viaggio tra le note e le storie di uno dei gruppi più amati degli anni ’90. Ma non si è trattato di un semplice concerto: gli artisti hanno coinvolto gli studenti in una lezione di musica interattiva, spiegando e mostrando dal vivo gli strumenti utilizzati per creare le melodie che hanno fatto sognare intere generazioni.
Gli studenti hanno potuto ascoltare da vicino il suono di chitarre, tastiere, batteria e bassi, con spiegazioni chiare e appassionate che hanno reso ancora più vivo il rapporto tra musica e strumenti. Gli artisti della Nord Sud Ovest Band si sono dimostrati non solo musicisti di grande talento, ma anche insegnanti generosi, capaci di trasmettere l’amore per la musica e il rispetto per il mestiere.
“Non smettete mai di studiare!” ha consigliato agli studenti il frontman Michele Gallo, che con la sua voce so-

lista ha incantato alunni e insegnanti riproducendo fedelmente in ogni canzone la voce di Max Pezzali. È stato un momento di condivisione e di crescita culturale, che ha rafforzato il legame tra musica e formazione scolastica”.
La band haregalato ai giovani un’esperienza coinvolgente e educativa,

grazie agli insegnanti che hanno promosso l’iniziativa in cui divertimento apprendimento si sono abbinati in modo efficace. La giornata rimarrà impressa nei ricordi degli studenti perché la musica può essere uno strumento di educazione e di emozione.
Il 13 giugno la Nord Sud Ovest Band sarà al Summer Pra di Conselve.
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Bovolenta, lottizzazione mancata: dopo vent’anni il Comune deve risarcire
Si è conclusa con sentenza del Consiglio di Stato la lunga vertenza legale su una mancata lottizzazione accanto al quartiere Italia. Il Comune deve risarciere i proprietari del terreno 400 mila euro più rivalutazione e interessi. Una cifra importante stabilita dopo una causa legale durata quasi vent’anni. Risale a 2002 infatti l’accordo tra il Comune e i privati per la lottizzazione “Bacchiglione”, ma due anni dopo il terreno fu dichiarato inedificabile perché l’Autorità di Bacino dei fiumi Brenta Bacchiglione aveva inserito la zona fra quelle ad elevata pericolosità idraulica, vale a dire a forte rischio di allagamento. La lottizzazione naufragò, la convenzione venne cancellata ma qualche anno dopo i lottizzanti si appellarono al giudice per chiedere i danni.
La sentenza di primo grado nel 2016 riconobbe le ragioni del Comune ma ora il Consiglio di Stato ha ribaltato il verdetto e condannato l’amministrazione a pagare. “Non abbiamo a disposizione una simile somma, - spiega il sindaco Anna Pittarello - sapendo di questa causa che abbiamo ereditato avevamo accantonato 200 mila euro. Una volta conclusi i conteggi da parte dei legali e stabilita la somma da versare incontreremo gli interessati per cercare di arrivare ad un accordo. Inoltre stiamo informando anche i cittadini in occasione delle assemblee pubbliche di queste settimane”.




Opera
pubblica. Genitori e docenti critici verso l’opera da 940mila euro
Al via il cantiere della nuova mensa
Sono partiti i lavori di costruzione della mensa scolastica a servizio della scuola primaria “San Giovanni Bosco”. Il nuovo edificio, che sorgerà nel giardino della scuola secondaria di primo grado, a circa un centinaio di metri dalla primaria, occuperà una superficie di circa 450 metri quadri. Il costo dell’intervento ammonta a 940mila euro interamente finanziati con fondi del Pnrr. L’apertura del cantiere, i cui lavori per i vincoli del Pnrr dovranno essere ultimati entro la prima metà del 2026, è stata accompagnata da una ridda di proteste. Docenti e genitori degli studenti carturani hanno sollevato critiche riguardo l’operazione pianificata dall’amministrazione comunale, esprimendo il loro disappunto per non essere stati coinvolti in questo progetto. Genitori e insegnanti hanno manifestato la loro contrarietà verso un’opera destinata a sottrarre parte della superficie del giardino della scuola media, che ospita anche delle aule didattiche all’aperto. Nei giorni antecedenti l’apertura del cantiere, i familiari degli studenti hanno promosso una petizione on-line contro la costruzione della mensa nel parco della scuola secondaria, che in pochi giorni ha superato le 150 adesioni. “Ad agosto l’amministrazione comunale ha partecipato e vinto un bando per la costruzione di una mensa scolastica ad uso esclusivo per i primi cinque anni della scuola primaria – riporta il testo della petizione -. Questa mensa verrà costruita nel giardino della secondaria nella

zona dell’aula didattica esterna. La scuola è stata informata a fine marzo e non ha avuto nessuna partecipazione o voce in capitolo.
L’attività didattica della scuola primaria di Cartura si svolge dal lunedì al venerdì con un unico rientro al martedì gestito con il pranzo al sacco”. L’amministrazione comunale ha precisato che aveva affrontato il tema del progetto della nuova mensa nell’incontro pubblico tenuto a inizio novembre. “Attualmente il giardino della scuola secondaria di primo grado copre una metratura di 4.900 metri quadrati. La metratura, una volta conclusa la costruzione della mensa, sarà pari a
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4.400 metri quadrati – ha dichiarato il sindaco Serenella Negrisolo nel consiglio comunale di aprile -. Gli alunni della scuola primaria già si spostano per raggiungere la palestra. La mensa è a disposizione degli alunni tutti i giorni della settimana e nel bando è previsto che dopo cinque anni l’edificio possa essere utilizzato anche per finalità diverse da mensa, trattandosi quindi di un’opera a servizio della comunità di Cartura che va al di là dell’attuale destinazione. Le due aule esterne, fortemente volute dall’amministrazione, non vengono eliminate ma solo spostate”.
Francesco Sturaro
Ex sindaci critici sull’ubicazione della mensa
La decisione dell’amministrazione comunale di costruire il nuovo refettorio scolastico nel giardino della scuola secondaria di primo grado è stata criticata dai consiglieri di minoranza, Pasqualina Franzolin e Massimo Zanardo. I due ex sindaci di Cartura non si dicono contrari a priori alla realizzazione della nuova mensa, ma sollevano perplessità sull’ubicazione scelta dalla compagine di governo del Comune. Secondo Franzolin e Zanardo, il refettorio avrebbe dovuto essere realizzato in contiguità con la nuova scuola primaria, opera concepita e concretizzata nel corso dei loro mandati amministrativi. “Nella primaria è già presente un’aula che può e in parte è già utilizzata come mensa o aula per attività motoria di base – spiegano i consiglieri di opposizione -. Pertanto logica, buon senso ed economicità portano a pensare che tale intervento dovesse essere fatto presso le scuole primarie e non nel giardino delle scuole secondarie. Sempre che l’interesse sia fare la mensa e non altro che non si sa bene cosa, perché un paio di settimane fa in consiglio comunale da parte dell’amministrazione è stato dichiarato che lo stabile potrà essere utilizzato tra cinque anni per altro uso, senza specificare per quale. La mensa della primaria si poteva e doveva fare a nord dell’attuale plesso scolastico. Lo spazio c’era e la scuola è stata predisposta per essere ampliata, indipendentemente dal bacino di contenimento che si trova a sud”. (f.s.)



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TEATRO GOLDONI – VENEZIA
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A lezione di legalità con i ragazzi delle medie
Studenti e insegnanti protagonisti di un percorso formativo contro il bullismo e per la promozione della legalità. Confronti con esperti, carabinieri e psicologi, ma anche teatro e laboratori per crescere nella consapevolezza

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urante l’anno scolastico gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Aldo Moro” di Due Carrare hanno seguito un percorso di sensibilizzazione al bullismo, cyberbullismo e di educazione alla legalità. È il secondo anno consecutivo che amministrazione comunale e Istituto comprensivo Carrarese Euganeo, in collaborazione con l’Associazione Esculapio di Padova, promuovono questa iniziativa articolata in laboratori, attività di immedesimazione teatrale e confronti tra esperienze e idee dei ragazzi. Gli studenti hanno anche assistito alla rappresentazione della pièce teatrale “LegaliTour”, che raffigura un Veneto laborioso ricco sia di arte e bellezze naturali sia di infiltrazioni mafiose. Oltre ad affrontare gli argomenti in classe con i docenti, è stata organizzata una mattinata di confronto alla presenza di una psicologa e dei carabinieri della stazione di Battaglia Terme. Gli studenti hanno ascoltato la spiegazione dei carabinieri sull’importanza della legalità, del rispetto delle regole per la convivenza civile e sulle conseguenze degli atti di bullismo e cyberbullismo. In un secondo momento, con la psicologa hanno cercato di comprendere tramite un gioco di ruolo le dinamiche che il bullismo innesca. “Riteniamo sia importante insistere con que-

sta tipologia di interventi per scoraggiare l’insorgere di episodi di bullismo e allo stesso tempo rassicurare le eventuali vittime che la soglia di attenzione della comunità è alta, che possono e devono rivolgersi agli adulti e chiedere aiuto”, afferma l’assessora alle Politiche sociali Angela Lava. Un incontro simile è stato organizzato all’inizio di maggio per i genitori di tutto l’Istituto comprensivo Carrarese Euganeo. Agli interventi delle forze dell’ordine e della psicologa si è aggiunto quello di un esperto informatico sull’uso consapevole dei social. Nel corso del dibattito è emersa la volontà di creare gruppi di auto-aiuto tra genitori, uno spazio in cui recuperare il dialogo e il confronto costruttivo per elaborare delle comuni strategie, efficaci per aiutare
i ragazzi nel processo di crescita. Con la cooperativa sociale La Ginestra di Padova è stato anche attuato un progetto per la creazione di spazi di mediazione dei conflitti tra studenti e con i professori. La stessa cooperativa ha svolto due incontri con la quarta della scuola primaria “Leonardo da Vinci” di “educazione alla mediazione dei conflitti”. “Fin dall’insediamento - commenta l’assessore all’Istruzione Gino Favero - la nostra amministrazione ci ha tenuto a portare nella nostra scuola una riflessione sui temi della legalità, perché è importante capire che le scorciatoie, anche se possono sembrare allettanti, prima o poi comportano costi molto più alti dei vantaggi immediati che se ne possono ricavare”.
Francesco Sturaro
Un sorso di libri: connubio letteratura-vino
all’evento, cui segue la degustazione accompagnata dalle note di una band. L’aspetto musicale della manifestazione è curato dalla Banda Musicale San Giorgio che festeggia i cento anni”.







Torna “Un sorso di Libri”, rassegna letteraria ospitata in angoli suggestivi di Due Carrare che coniuga letteratura, enogastronomia e musica. L’evento, giunto alla sua quarta edizione, è organizzato da Comune e Libreria Gregoriana Estense, in collaborazione con Pro Loco e Gruppo Alpini Battaglia Terme e Due Carrare e il coinvolgimento delle aziende vinicole del territorio. Quattro gli appuntamenti in programma con protagonisti autori del panorama letterario nazionale. “Il format della rassegna è collaudato – spiega l’assessora al Turismo Alice Carpanese -. In ogni serata (dalle 21 ndr), dopo la presentazione del libro dell’autore ospite e firmacopie, un sommelier spiega due vini della cantina partecipante
“Un sorso di libri” prende il via il 6 giugno a Villa La Mincana con Piergiorgio Pulixi e il suo “Se i gatti potessero parlare”. L’evento è abbinato a due vini della cantina La Mincana. Il 20 giugno la rassegna si sposterà nell’Azienda Agricola Dofiné, dove Alessandra Selmi parlerà di “La prima regina”. A seguire i partecipanti potranno degustare due vini della cantina Dofiné.
“Un sorso di libri” si concluderà il 25 giugno all’Abbazia di Santo Stefano con Paolo Lanzotti (“L’enigma della maschera”) e degustazione di vini delle canti-

ne Toniolo e Carraro. Quest’anno è stato introdotto un contributo simbolico di 3 euro per la degustazione. (f.s.)
La Via Romea Germanica come volano per il turismo lento e la rigenerazione
I
l comune di Tribano ha ospitato il Convegno Nazionale sulla Via Romea Germanica, un evento di rilevanza nazionale che ha visto riuniti rappresentanti istituzionali, amministratori locali, esperti del settore turistico e culturale e associazioni provenienti da numerose regioni italiane, lungo il tracciato dell’antico cammino che collega il Nord Europa a Roma. E’ stata una mattinata ricca di spunti e di confronti. Le “idee e i progetti” si sono incontrati per dare piena operatività al Cammino della “Via Romea Germanica”. Il Convegno ha previsto una serie di interventi di grande qualità per spunti e prospettive concrete sul ruolo dei cammini nella promozione turistica e nella rigenerazione dei territori: erano presenti Federico Miotto, Presidente del Gal Patavino, Monica Franco, content creator specializzata in turismo lento e autrice dell’“Enciclopedia dei cammini del Nord Italia”, Stefano Benetton, guida ambientale escursionistica, che ha portato la sua testimonianza di accompagnatore turistico con l’Impresa naturalistica “A perdifiato”, Laura Schiff, già dirigente del settore Turismo della Regione EmiliaRomagna, Mattia Saorin che ha offerto una riflessione sul posizionamento strategico dei cammini all’interno dell’offerta turistica nazionale e Maurizio Rosellini, Presidente e Fondatore di Final Furlong. Riccardo Ghidotti, storico e Presidente di “Città dei Cammini” e “Amici dei Musei”, ha evidenziato il valore storico e identitario della Via Romea Germanica come bene culturale. Adelmo Lazzari, architetto e Progettista del “Bando Borghi – Tribano Piccolo Borgo”, ha illustrato il progetto di rigenerazione urbana e paesaggistica finanziato con fondi Pnrr, in cui il cammino rappresenta uno degli assi portanti. Non sono mancati i saluti istituzionali delle autorità locali, tra cui Consiglieri regionali, rappresentanti provinciali e figure religiose del territorio, e una sessione dedicata alle testimonianze degli enti locali provenienti dalle regioni attraversate dalla Romea Germanica: Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Trentino-Alto Adige e Bolzano. “Siamo pronti, a livello nazionale, regionale e locale, a va-
lorizzare e cogliere le opportunità di questo importante cammino di valenza europea. Una grande opportunità per gestire questa via di fede e di cultura, che costituisce il prezioso patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico del Veneto e delle Regioni che questa via attraversa. Grazie al supporto della Camera di Commercio di Padova, del Gal Patavino, delle Province di Padova, Rovigo e Vicenza e di tanti sindaci e amministratori intervenuti. Grazie alla Pro Loco Tribano e a Radio Noi per aver creduto e supportato questo eccezionale evento. “Lo sviluppo di questa iniziativa si

inserisce pienamente nel percorso strategico che la nostra Amministrazione porta avanti da anni per fare di Tribano un punto di riferimento per il turismo lento e sostenibile,” afferma il Sindaco Massimo
Cavazzana, anche in qualità di Presidente del Coordinamento degli Enti Pubblici della Via Romea Germanica.
Cristina
Lazzarin

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Inaugurata la rinnovata area feste di via Grazia Deledda: costo 200mila euro
Ufficialmente inaugurata la rinnovata area Feste di via Grazia Deledda, che ha accolto la 42esima edizione della tradizionale Festa dell’Asparago. L’intervento, del valore complessivo di 200mila euro, è stato reso possibile grazie ai fondi del bando Pnrr “Piccoli Borghi” (95mila euro), a risorse comunali (55mila euro) e al prezioso contributo della Pro Loco Tribano (50mila euro). Alla cerimonia del taglio del nastro hanno preso parte il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, il vicesindaco e assessore all’associazionismo Davide Nucibella, il consigliere delegato all’ambiente e all’agricoltura, Massimo Meneghesso, l’intera giunta comunale e i rappresentanti della Pro Loco Tribano e delle numerose associazioni che animano la vita civica del paese. “Con l’inaugurazione di questa rinnovata Area Feste – ha dichiarato il Sindaco –portiamo a compimento un percorso che comprende anche la nuova area camper, i due ostelli (uno comunale e uno parrocchiale), la riqualificazione della Torre Civica e l’apertura della Casa dell’Angelina, dove oggi ha sede l’associazione Romea Germanica. Un insieme di interventi strategici che rendono Tribano un centro capace di attrarre visitatori da realtà diverse, rispondendo alle esigenze di chi cerca cultura, natura, tradizione ed esperienze autentiche”. La giornata si è conclusa con un momento conviviale e un brindisi alla presenza della comunità e dei rappresentanti delle Istituzioni.
Un’inaugurazione che non celebra solo un’infrastruttura, ma un’idea di comunità viva e accogliente, pronta ad affrontare con entusiasmo le sfide del futuro. (c.l.)
Rigenerazione urbana. Un progetto che restituisce vita a uno spazio abbandonato da oltre quarant’anni
Sala Navarrini rinasce: dal cinema parrocchiale al cuore culturale del borgo
C i sono parti dei nostri comuni che racchiudono ricordi indimenticabili. Sala Navarrini ne è un esempio a Tribano perché era il cinema parrocchiale di un tempo. In disarmo da oltre quarant’anni ora, in accordo con la parrocchia, l’amministrazione sta completando il percorso che prevede la cessione al comune e il recupero ed il restauro con un progetto concreto di rigenerazione. Il Sindaco ha voluto subito ringraziare il parroco Don Andrea per aver creduto fino in fondo a questo progetto che si inserisce all’interno della riqualificazione del Piccolo Borgo di Tribano. Il borgo storico di Tribano si sviluppa infatti attorno al “polo religioso”, caratterizzato dalla presenza della chiesa risalente attorno al Mille, riedificata in stile tardo barocco con il campanile, e ad un “polo laico” contraddistinto da Villa Brazolo e dalla Torre Civica alta 27 metri, l’unica superstite delle tre e del castello costruito dagli Estensi. Il cinquecentesco Palazzo Brazo-
lo era casa di villeggiatura della nobile famiglia padovana, ora Municipio e in passato Scuola Elementare.
I conti Brazolo, trasferitisi nel corso dell’‘800 definitivamente a Tribano, per curare le loro proprietà, parteciparono attivamente alla vita civile del borgo: non a caso il primo sindaco dopo l’unificazione fu Pietro Brazolo. Con la scomparsa della contessa Irene si estinse la nobile famiglia che per più di cinquecento anni segnò la storia di Tribano e la configurazione del borgo. Infatti la vita sociale, economica, religiosa e culturale del borgo si svolgeva tra lo spazio religioso della chiesa e campanile e il complesso della villa con barchessa e brolo, che era altresì chiuso e definito dalla mura di recinzione.
La barchessa Brazolo, ex Scuola Elementare ora sede dell’Auser è uno degli spazi identitari più significativi, già luogo di incontri intergenerazionali, il cui piano è in corso di restauro per desti-

narlo ad ostello. L’ostello diverrà riferimento per i pellegrini della Via Romea-Germanica, per quel turismo lento dei cammini spesso religioso e supporto per dormire per gli ospiti di tutte quelle iniziative che coinvolgono i giovani e le associazioni che hanno aderito all’iniziativa di rigenerazione. Dopo l’ approvazione da parte del Consiglio Comunale il parere della Soprintendenza che ne ha determinato il vincolo storico, sarà possibile procedere all’acquisto di Sala Navarini.
Cristina Lazzarin
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Al via il “Grest 2025”, i Centri Estivi e altre iniziative Sono pronte a partire le attività estive 2025 dedicate ai bambini e ai ragazzi del territorio. In collaborazione con le Parrocchie di Tribano, Olmo e San Luca e il Centro Parrocchiale NOI a Tribano, prenderanno il via due importanti iniziative: il “Grest 2025”, in programma dal 9 al 20 giugno, e i “Centri Estivi”, che si svolgeranno dal 23 giugno all’ 8 agosto e dal 25 agosto al 5 settembre. Il Grest sarà attivo dalle 8.00 alle 12:30 e dalle 15.00 alle 18.00; sarà possibile l’ingresso anticipato; si ricorda che sono previste due uscite nel territorio. I “Centri Estivi” partiranno alle 7.30 e termineranno alle 16.30 con possibilità di prolungamento fino alle 17.30. Sarà possibile anche integrarli con i laboratori scolastici del Piano Estate 2025 previsti dal 30 giugno al 9 luglio. Le attività rappresentano un’opportunità unica di svago, crescita personale e socializzazione, sotto la guida di educatori e animatori qualificati, in un ambiente sereno e sicuro. Per illustrare nel dettaglio le proposte e rispondere a eventuali domande, è stata fatta una riunione informativa aperta a tutte le famiglie interessate, che ha visto numerose persone partecipare. Inoltre, la Scuola dell’Infanzia “Madonna di Fatima” propone il suo centro estivo 2025, intitolato “Un’Estate da Favola” che accoglierà i bambini dal 30 giugno al 1° agosto. “Siamo felici di poter offrire anche quest’anno un’estate ricca di esperienze educative e divertenti per i nostri giovani cittadini”, dichiara il Sindaco Massimo Cavazzana. Inoltre con la Parrocchia, l’Associazione Naturalistica “A Perdifiato”, la Pro Loco di Tribano e con il patrocinio del Comune di Tribano, parte la nuova edizione di “Estate a Costo Zero 2025”, un ricco calendario di appuntamenti pensato per offrire alla comunità momenti di svago, cultura, spiritualità e condivisione. (c.l.)

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Scintille di speranza: Fondazione Cassa di Risparmio

Appuntamento alla prossima uscita per continuare a scoprire le storie di idee, progetti e persone che, giorno dopo






brale raro ma molto aggressivo e che colpisce in età pediatrica. “Il nostro lavoro mira a comprendere i meccanismi di resistenza alle cure – spiega Persano – per individuare terapie più mirate, meno invasive e, soprattutto, più efficaci”.
Grazie al finanziamento della Fondazione, il progetto ha potuto progredire,







chiedono perseveranza, ma generano risultati duraturi.
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E mentre le storie raccontate da “Scintille” ci ricordano l’importanza dell’impegno quotidiano, la Fondazione Cariparo prosegue nel suo cammino, confermando che il benessere di una comunità passa anche dalla salute dei suoi bambini.
FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800



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Turismo. Gli arrivi internazionali crescono del +9,9%, le presenze del +9,7%
Padova oltre le mura: l’Europa tiene, Cina e Usa trainano i flussi oltreoceano
Tezzon (Federalberghi): “Il turismo non deve fermarsi a Padova, ma diventare un’occasione di crescita sostenibile per l’intera provincia”
Il 2024 segna un deciso rilancio del turismo straniero a Padova, che conferma la propria attrattività nel panorama culturale veneto. Gli arrivi internazionali crescono del +9,9%, le presenze del +9,7%, a fronte di un Veneto che supera i 21 milioni di arrivi e 73 milioni di presenze (dati Osservatorio Regionale Federato Veneto – STL Padova).
L’Europa resta il bacino principale – Germania e Francia crescono rispettivamente del +4,8% e +5,4% – ma sono Cina e Stati Uniti a trainare i flussi extraeuropei. In particolare, il mercato cinese raddoppia con +105% degli arrivi e 42.431 presenze, con una netta preferenza per le strutture 4 stelle (quasi 34.000 presenze), segno di un target medio-alto, attento alla
qualità. Decisivo il collegamento aereo diretto Shanghai–Venezia, operativo da settembre 2023. Gli Stati Uniti consolidano la loro presenza con +27,2% e oltre 81.000 pernottamenti.
Tra i mercati in crescita anche Belgio (+12,3%) e Romania (+6,7%). Flettono Irlanda, Danimarca, Russia e Corea del Sud. Il turismo italiano cresce in modo più moderato (+4,3% arrivi, +3,4% presenze), trainato da Lombardia (+5,3%) e Campania (+7,1%).
Anche Padova riflette la tendenza regionale all’accorciamento dei soggiorni, in particolare da parte dei visitatori italiani. Gli stranieri invece mantengono una permanenza media stabile di circa 2 notti, coerente con l’identità della

città come tappa d’arte, benessere e spiritualità all’interno di itinerari regionali più ampi.
“Questi numeri – afferma Andrea Tezzon, vicepresidente Federalberghi Padova – ci dicono che Padova è sempre più attrattiva a livello internazionale. Ma ora la
vera sfida è trasformare questo slancio in un’opportunità per tutto il territorio provinciale. Serve una strategia integrata, capace di mettere in rete città d’arte, borghi, natura ed enogastronomia. Il turismo non deve fermarsi a Padova, ma diventare un’occasione
di crescita sostenibile per l’intera provincia.”
Tra le azioni proposte: itinerari tematici, promozione congiunta con tour operator, potenziamento della mobilità turistica, pacchetti esperienziali e il coinvolgimento attivo degli operatori locali.
“Padova deve essere la porta d’accesso a un universo culturale e paesaggistico ancora troppo poco noto – aggiunge Davide Moro, presidente OGD Terme e Colli Euganei -. Ora serve una regia ambiziosa per rendere tutto il territorio riconoscibile, competitivo e accogliente a livello internazionale. Di fronte a questo momento di slancio, appare evidente l’urgenza e la necessità di estendere i benefici di questo flusso turistico anche alla provincia padovana, ricca di patrimonio naturalistico, artistico e culturale, ma ancora poco conosciuta al grande pubblico internazionale”.
Vincenzo Gottardo
Cittadinanza per discendenza, la nuova legge mette un freno alle richieste che intasano gli uffici anagrafe
Arriva la legge che cambia le regole per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza, basta con gli automatismi che hanno intasato gli uffici anagrafe. Anche nel padovano negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria esplosione di richieste di cittadinanza italiana per discendenza da parte di cittadini sudamericani, in particolare argentini e brasiliani. Intere agenzie, con base all’estero, si sono specializzate nell’accompagnare discendenti di italiani – anche molto lontani – attraverso un percorso che spesso portava all’ot-
tenimento del passaporto italiano. Questo sistema, che si basava su una interpretazione ampia dello ius sanguinis, ha portato a conseguenze significative per molti comuni italiani, tra cui Padova. Sono state numerose le difficoltà degli uffici anagrafe dei comuni padovani, soprattutto quelli più piccoli con ridotto personale, nel trovarsi a ricostruire legami di parentela per discendenti che, spesso, non esistevano negli archivi.” Solo nella città di Padova si contano circa 800 richieste annue di cittadinanza per discendenza. Molti di questi
procedimenti si basano su legami genealogici deboli, talvolta risalenti all’Unità d’Italia, senza alcun legame attuale o concreto con il nostro Paese. Questo ha provocato un sovraccarico amministrativo per gli uffici comunali, ma anche la necessità di rivolgersi ai tribunali per ottenere riconoscimenti giudiziali, con conseguente intasamento del sistema, e l’introduzione di misure dissuasive, come le tariffe per le ricerche d’archivio.
La Camera dei Deputati di recente ha approvato in via definitiva il decreto cittadinanza, che introdu-

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ce modifiche significative alla normativa sulla cittadinanza italiana, in particolare per quanto riguarda gli oriundi e i minori stranieri apolidi. Il decreto limita la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per discendenza (ius sanguinis) ai soli individui che possono dimostrare un legame diretto con un genitore o un nonno italiano. Questo significa che gli oriundi di terza o quarta generazione non potranno più acquisire automaticamente la cittadinanza basandosi su avi lontani. “Con questo nuovo approccio l’Italia intende riequilibrare il rap-
porto tra diritto e appartenenza, ponendo fine a pratiche speculative e restituendo valore al concetto di cittadinanza come partecipazione consapevole a una comunità viva. Questa legge segna un cambio di paradigma importante. La cittadinanza non può più essere un diritto ereditato passivamente da persone che spesso non parlano italiano, non conoscono la nostra cultura e non hanno alcun legame con l’Italia. Deve tornare a essere ciò che è: un vincolo giuridico ma anche affettivo, culturale e civico. (v.g.)

il commento alle notizie del giorno dalle 17:00 con
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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”.
Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti
del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-

mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e

amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)

L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”
Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità
C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.
“È una scommessa iniziata nel
2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.
Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.
Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.
Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-
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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.
Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia
del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.
Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.
Riccardo Musacco


Il dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F
rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.
Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in



cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia.
Com’è l’Italia vista da fuori?
Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

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Vent’anni di IOV, Padova celebra l’eccellenza oncologica veneta
Venti anni di impegno nella lotta contro il cancro, vent’anni in cui la ricerca e l’assistenza si sono intrecciate per costruire un modello d’eccellenza sanitaria. L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha celebrato oggi il proprio ventesimo anniversario con una cerimonia ufficiale a Padova, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, della direttrice generale Giuseppina Bonavina e di numerosi rappresentanti istituzionali. Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come i numeri dello IOV siano la dimostrazione concreta dell’alto livello raggiunto: oltre 7 mila pazienti curati ogni anno, 6.800 interventi chirurgici, 58 mila sedute di chemioterapia e 50 mila trattamenti radioterapici. Ha sottolineato che l’istituto rappresenta una delle eccellenze sanitarie regionali, capace di coniugare innovazione scientifica, attenzione alla persona e risposte efficaci ai bisogni dei malati oncologici.
Zaia ha ricordato che lo IOV è nato come progetto delle Ulss, ma si è trasformato nel tempo in un punto di riferimento nazionale, grazie al riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e all’adozione di protocolli e percorsi assistenziali (PDTA) tra i più avanzati a livello italiano.
Ha poi ricostruito le tappe principali dello sviluppo dell’istituto: dall’apertura della sede al Busonera nel 2006, all’attivazione dei laboratori nella Torre della Ricerca nel 2015, fino alle sedi di Castelfranco Veneto (2017) e di Schiavonia per la Radioterapia (2018). Secondo Zaia, si tratta di un percorso di successi continui che ha permesso di estendere la presenza dell’Istituto sul territorio e di rafforzarne la struttura organizzativa.
Il presidente ha voluto ringraziare pubblicamente tutto il personale dello IOV per aver contribuito alla crescita di una realtà diventata un pilastro della rete sanitaria regionale. Ha inoltre ribadito che, nel campo della sanità, è fondamentale non abbassare mai la guardia e non accontentarsi dei risultati già ottenuti, ma continuare ad alzare l’asticella.
Ha fatto riferimento ai più recenti progressi della medicina oncologica, come i farmaci monoclonali personalizzati sulla base del profilo genetico dei pazienti, e all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, in particolare nelle nuove mammografie. Secondo Zaia, tutto questo dimostra che l’impegno per una sanità più precisa e accessibile deve proseguire, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.
Redazione Salute
Una vita nuova a 96 anni grazie alla dialisi
Una paziente di 96 anni, in trattamento dialitico da quindici anni, si trova in buona salute e testimonia l’efficacia dell’uso di un rene artificiale. Questo dispositivo, indispensabile per filtrare il sangue e restituirlo purificato al circolo, non solo contribuisce a prolungare l’esistenza, ma garantisce anche un’elevata qualità della vita. La donna è sotto le cure dei professionisti dell’Unità Operativa Semplice (UOS) di Emodialisi presso l’Ospedale Sant’Antonio, guidata dal dottor Giuseppe Scaparrotta. Attualmente, l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia ha in carico 93 pazienti anziani e grandi anziani affetti da malattia renale cronica, per i quali gestisce la terapia conservativa a lungo termine. L’attività si svolge su tre sedi: presso l’Ospedale Sant’Antonio, che dispone di 28 posti letto per l’assistenza intensiva in tutte le tipologie di trattamento emodialitico; al Giustinianeo, con 12 posti letto per l’assistenza media; e al complesso socio-sanitario dell’Ospedale ai Colli, con 6 posti letto destinati ai trattamenti di emodialisi intermittente, alle visite nefrologiche e alle terapie educazionali. Nel corso dello scorso anno, la UOS ha registrato un totale di 40.500 prestazioni, di cui 26.500 sono state dedicate a trattamenti dialitici. Nel 2024 sono stati eseguiti oltre 1500 trattamenti in terapia intensiva e in totale più di 3300 trattamenti su pazienti acuti, di cui 1750 in emodialisi, soprattutto in situazioni complesse come il supporto a cuore e fegato artificiali. Cresce anche la dialisi peritoneale a distanza, grazie al controllo remoto, che migliora l’assistenza da casa. Il reparto conta sette ambulatori specialistici, con quasi 3700 visite nell’ultimo anno, in particolare per trapianti di rene, controlli post-operatori e valutazioni di donatori viventi. Importante anche l’attività ospedaliera: 831 ricoveri, di cui 77 in day hospital, e 65 biopsie renali per diagnosi approfondite.



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Il servizio. Un polo d’eccellenza per l’assistenza integrata ai bambini affetti da patologie complesse, tra cure e dignità
Il nuovo Hospice Pediatrico sarà il cuore pulsante delle cure palliative infantili in Italia
Un progetto all’avanguardia, nato in Veneto ma destinato a fare scuola in tutta Italia. È il nuovo Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, la cui realizzazione rappresenta un ulteriore passo avanti in un cammino iniziato più di vent’anni fa. Padova è stata infatti la prima città italiana a dotarsi di una rete specialistica per le cure palliative e la terapia del dolore dedicata esclusivamente all’età pediatrica. Oggi quella visione diventa un centro integrato, innovativo e a misura di bambino.
La struttura attuale, coordinata dalla professoressa Franca Benini, segue ogni giorno oltre 350 piccoli pazienti affetti da patologie gravi e complesse. L’assistenza è capillare e si sviluppa su tre livelli: ospedaliero, domiciliare e residenziale. Ogni anno, il team effettua circa 15.000 reperibilità telefoniche, gestisce oltre 3.000 pazienti in terapia del dolore e accoglie 300 ricoveri annui. Un’attività che va ben oltre la clinica e che si fonda su un approccio globale alla persona, alla famiglia, al contesto.
Il nuovo Hospice Pediatrico sarà un polo di eccellenza di 3.000 metri quadrati, con un’area verde esterna di 730 metri. Avrà otto stanze singole di degenza, quattro dedicate al “respite care” (accoglienza temporanea del bambino per dare sollievo alla famiglia), un ambulatorio per la somministrazione delle terapie, una cucina e un salotto polivalente per attività ludiche e relazionali. Ci sa-

ranno anche una palestra per la riabilitazione e uno spazio spirituale, pensato come luogo di raccoglimento, conforto e supporto psicologico. Ogni ambiente sarà curato per accogliere e non solo per curare, offrendo protezione, normalità e dignità anche nei momenti più delicati della vita.
A conferma dell’impatto straordinario di questo modello, parlano i dati: nei
Il MUSME compie dieci anni, un viaggio tra storia, innovazione e futuro
Dieci anni fa, il 5 maggio 2015, apriva le porte a Padova il MUSME, Museo di Storia della Medicina, situato nell’antico Ospedale di San Francesco Grande, considerato la culla della clinica medica moderna. Un luogo che ha saputo raccontare al mondo il ruolo centrale del Veneto nella storia della scienza medica, unendo passato e futuro in un percorso culturale di grande rilievo.
A celebrare questo importante anniversario è il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea come il MUSME rappresenti “una straordinaria avventura culturale e scientifica, capace di coniugare tradizione, innovazione e divulgazione”. Le mura storiche dell’ospedale, dove già dal Cinquecento i maestri dello
Studium Patavinum introducevano l’osservazione diretta del malato come metodo didattico, sono testimoni di una rivoluzione che ha cambiato per sempre il volto della medicina europea.
“Nel MUSME – afferma Zaia – si respira la grandezza della Scuola Medica Patavina, con figure illustri come Giovanni Battista Da Monte e Andrea Vesalio, che hanno segnato pagine fondamentali della scienza. Questo passato diventa memoria vivente e motore di ricerca, conoscenza e innovazione”. Il museo si distingue infatti per il suo approccio interattivo e immersivo, rivolto soprattutto ai giovani: migliaia di studenti provenienti da tutta Italia ogni anno imparano a conoscere il corpo umano, la storia della medicina e le sue
Sangue e plasma, arriva la telemedicina
Ogni anno in Italia servono circa 2,5 milioni di unità di sangue intero e oltre 860.000 chili di plasma, risorse salvavita che, ad oggi, non esistono in forma artificiale. Solo la generosità dei donatori rende possibile curare migliaia di pazienti. Ma come incentivare nuove donazioni in un contesto di vite sempre più frenetiche e tempi sempre più stretti? L’Ulss 6 Euganea ha deciso di rispondere a questa sfida con un’iniziativa all’avanguardia: una piattaforma di telemedicina dedicata alla donazione del sangue e del plasma, che consente ai cittadini di effettuare da remoto la prima visita anamnestica necessaria per diventare donatori. Niente più spostamenti, file o giornate perse: tutto si svol-

bambini seguiti dalla rete pediatrica padovana, il numero medio di giornate in terapia intensiva si è ridotto da 19 a 5, mentre la frequenza scolastica è stata mantenuta nel 73% dei casi. Il 64% delle madri ha potuto riprendere il lavoro e l’85% dei decessi è avvenuto nel luogo scelto dalla famiglia, rispettando le volontà e le sensibilità individuali.
Il progetto è stato finanziato dallo Stato e dalla Regione Veneto con un investimento di 10 milioni di euro. A questi si aggiunge la generosità di soggetti privati: la Fondazione “La Miglior Vita Possibile” ha donato il progetto esecutivo, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha stanziato 1,1 milioni di euro per arredi e attrezzature sanitarie. Il cronoprogramma prevede la conclusione della progettazione a luglio 2025, la validazione entro settembre e l’avvio della gara d’appalto per i lavori entro ottobre. Non si tratta solo di costruire una struttura, ma di offrire una casa della cura dove ogni bambino venga accolto con la stessa attenzione, delicatezza e dedizione che si riserva ai propri figli. Il nuovo Hospice Pediatrico sarà la sintesi di un impegno corale tra istituzioni, professionisti, fondazioni e comunità. Un presidio simbolo di una sanità che guarda avanti, che mette davvero al centro la vita e che difende, con forza e dolcezza, il diritto di ogni bambino alla miglior vita possibile.
Paola Bigon
della medicina nel cuore di Padova
nuove frontiere, grazie all’uso di tecnologie avanzate e a una narrazione coinvolgente.
Un successo che si riflette anche nella gestione virtuosa del museo, frutto di una collaborazione pubblico-privato tra Regione, Comune di Padova, Università, Azienda Ospedaliera e ULSS 6, riuniti nella Fondazione MUSME, che ha affidato la direzione a una realtà manageriale privata garantendo così sostenibilità ed efficienza.
Padova si conferma così capitale europea della scienza e della medicina, con il MUSME che ne è ambasciatore d’eccellenza. Il museo, a dieci anni dalla sua nascita, continua a essere un ponte tra storia e futuro, un orgoglio per tutto il Veneto




ge online, in pochi minuti, con un medico trasfusionista. In appena tre mesi – da febbraio a maggio – il nuovo servizio ha già portato a 672 televisite, segno di un interesse crescente e di una risposta concreta da parte dei cittadini. E i primi risultati sono incoraggianti: le donazioni sono in aumento, grazie a una maggiore accessibilità e a percorsi più snelli. Il progetto è stato al centro dell’evento formativo in corso al MUSME di Padova, dal titolo “Digital transformation e nuove sfide della medicina trasfusionale: l’esperienza dell’azienda Ulss 6 con uno sguardo all’Europa”. Un momento di confronto tra istituzioni sanitarie, specialisti del settore e rappresentanti delle associazioni di volonta-




riato, volto ad analizzare il futuro della sanità digitale nel campo della medicina trasfusionale. Sul tavolo, oltre ai dati incoraggianti dell’Ulss 6, anche il tema cruciale dell’integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale, l’importanza della rete di volontari e gli investimenti in tecnologia per garantire non solo la raccolta, ma anche la corretta conservazione e distribuzione del sangue. Tra i protagonisti della giornata, i vertici dell’Ulss 6: Paolo Fortuna, direttore generale, Aldo Mariotto, direttore sanitario, Alessandro Lanti, responsabile della UOC Medicina Trasfusionale, e Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue.



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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.
GAZPACHO DI POMODORO
Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.
Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe
Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.

POLPETTE DI MELANZANE
Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.
Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere
Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.

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PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE
Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.


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