Nuovo Hospice pediatrico centro d’eccellenza delle cure palliative infantili a Padova
Corsa alle regionali
Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Commercio di quartiere da salvare. Confesercenti:
del Piovese
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”
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Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
TRA PAURA E CONTROLLO: LE CITTÀ SI TRASFORMANO
A Piove l’opposizione di centrodestra all’attacco: “Furti a raffica, droga a fiumi, movida selvaggia e aggressioni, situazione fuori controllo”. Reati in aumento in tutto il padovano
“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile
BILANCIO IN ATTIVO MA SCATTANO CRITICHE SULLE PRIORITÀ CITTADINE
Pizzo: “Scelte chiare e cantieri visibili”, ma Lega e Fratelli d’Italia chiedono più attenzione ai bisogni
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
A ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.
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Facciamo il punto
La musica trionfa: oltre 330 giovani talenti al concorso nazionale
Musica e talento ancora una volta hanno caratterizzato il concorso nazionale di esecuzione musicale “Città di Piove di Sacco”, giunto alla sua diciottesima edizione. Un traguardo significativo, che testimonia la solidità di un progetto nato per valorizzare il talento musicale giovanile, promosso dall’Orchestra Giovanile della Saccisica, in collaborazione con l’assessorato alla cultura e con il sostegno di realtà come Bcc Veneta, Lions Club e i mecenati americani Westby. Una settimana di musica a porte aperte, con audizioni e concerti aperti a tutti. Ideato e curato dalla direzione artistica di Renata Benvegnù, il concorso ha saputo distinguersi negli anni non solo per la qualità dell’organizzazione e della giuria – composta da figure autorevoli del panorama musicale nazionale – ma anche per lo spirito con cui è stato pensato: un’occasione di crescita, confronto e condivisione, ben oltre la semplice competizione. Numeri importanti anche quest’anno: oltre 330 partecipanti da tutta Italia, suddivisi in fasce d’età e per strumento. Premiati giovani interpreti nelle sezioni solisti, scuole medie a indirizzo musicale, musica da camera e pianoforte. Tra loro, spiccano Zoe Birnbaum Zanivan e Mattia Tomat (violino e sax), entrambi con punteggio pieno, e l’ensemble “The Flute Family”, ottetto formato da studenti delle scuole di Mira e Mirano. Il premio Lions intitolato a Manuela Perin è andato a Mattia Tomat, mentre Chiara Bleve ha ricevuto il premio Westby, consegnato come da tradizione dai coniugi Jim e Sharon Westby. Ai vincitori anche buoni acquisto per pianoforti, offerti dalla ditta Zanta, e concerti in importanti rassegne nazionali e internazionali, da Asolo a Londra. Un’edizione, ancora una volta, segnata dalla qualità e dalla passione.
Alessandro Cesarato
Trionfano Zoe Birnbaum
Zanivan e Mattia Tomat
Tra violenza concreta e insicurezza percepita Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.
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Piovese
Politica. Bilancio con oltre 12 milioni, ma le opposizioni chiedono più servizi concreti
Approvato il rendiconto 2024: risultato in crescita e debito in netto calo
A pprovato in consiglio comunale il rendiconto di gestione per l’anno 2024. Il risultato di amministrazione supera i 12 milioni di euro, con una parte disponibile che si assesta sui 4,5 milioni, in crescita rispetto ai 3,2 milioni del bilancio precedente. Saldo positivo anche per il conto economico, che raggiunge i 3,5 milioni. Continua a scendere l’indebitamento, passato da 313 a 256 euro pro capite (nel 2013 era di 980 euro). “È un rendiconto importante” commenta la sindaca Lucia Pizzo, “in una fase in cui questo Comune, nella sua storia, si trova ad affrontare cantieri estremamente significativi. Ritengo siano servizi visibili, concreti, che testimoniano una visione chiara, comprensibile dai cittadini. È bene ricordare che abbiamo finanziato — e stiamo finanziando — con risorse proprie tutti gli aumenti legati ai cantieri del Pnrr, saldando le fatture alle ditte prima dei 30 giorni previsti, per una questione di correttezza. Le criticità riguardano la cassa, perché gli stanziamenti statali tardano ad arrivare. Davanti a una progettualità così importante, che sta rigenerando la città, non possiamo permetterci di non avere a disposizione le risorse necessarie per coprire in via prudenziale le quote di competenza degli enti superiori. In generale, tutti gli investimenti previsti sono stati rispettati”. Conti in ordine e bilancio sano, dunque, ma che non soddisfano le opposizioni, le quali hanno espresso voto contrario in consiglio. “Il rendiconto dovrebbe essere anche un’occasione di riflessione politica sull’efficacia della spesa pubblica e sulle priorità dell’amministrazione. Pur riconoscendo la correttezza
formale del documento” dichiarano Silvia Doro e Antonio Zorzi della Lega, “rileviamo un risultato di amministrazione in crescita. Ci chiediamo: è davvero un motivo di vanto accumulare risorse senza dare risposte concrete ai bisogni della cittadinanza? Dove sono finiti i progetti per giovani, disabili e famiglie? Dove sono le risposte sull’abbattimento della tassazione e sulla sicurezza urbana? L’opposizione ha più volte chiesto interventi strutturali contro il degrado urbano e per la manutenzione di strade e illuminazione. Non possiamo accettare una gestione che, seppur formalmente corretta, non porta risultati tangibili. Non vogliamo avallare un modello amministrativo che accumula risorse senza rispondere ai bisogni primari dei cittadini e senza ascoltare le proposte dell’opposizione. Le famiglie chiedono più servizi, le imprese maggiore supporto, il centro storico e le frazioni necessitano di illuminazione e manutenzione delle strade. I cittadini vogliono più sicurezza, tutela dell’ordine pubblico, valorizzazione dei beni culturali, investimenti nelle politiche per giovani, anziani e disabili”.
“Non c’è dubbio che ci troviamo davanti a un documento tecnicamente valido” aggiunge Filippo Favarin di Fratelli d’Italia, “che tuttavia evidenzia alcune contraddizioni. Ancora una volta le famiglie e le imprese di Piove di Sacco si troveranno a pagare di più, senza un corrispondente miglioramento nei servizi offerti. I cittadini hanno dimostrato grande senso di responsabilità: il tasso di riscossione è elevato, le entrate tributarie nel 2024 hanno superato le previsioni. No-
nostante questo, la maggioranza continua a scaricare nuovi rincari su chi già affronta quotidiane difficoltà economiche. Servono strategie che riescano concretamente a contenere i costi, razionalizzare le spese e tutelare davvero chi produce valore nella nostra comunità. Soprattutto, emerge la difficoltà dell’amministrazione nel tradurre le risorse disponibili in benefici concreti per i cittadini. Le risorse economiche non mancano: i cittadini meritano di più di un semplice bilancio sano”.
Sbloccati 570 mila euro per investimenti su scuola, verde pubblico e sicurezza stradale
Varata una variazioni bilancio da 570mila euro per proseguire con il programma di governo. L’amministrazione della sindaca Lucia Pizzo ha approvato, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, una manovra con la quale ha subito rimesso in gioco una parte dell’avanzo risultante dalla rendicontazione dell’anno 2024. Una prima parte, pari a 334 mila euro, arriva dall’avanzo specificatamente destinato agli investimenti.
“Mettiamo 200mila euro per i lavori di demolizione e ricostruzione della nuova scuola dell’infanzia Borgo Rossi” spiega l’assessore al bilancio Francesca Betto “a seguito dell’incremento dovuto ad una serie di ulteriori migliorie da apportare all’opera riscontrate dal direttori lavori come la sostituzione del rivestimento di facciata con soluzioni in terracotta, il comple-
tamento del sistema di climatizzazione e raffrescamento e la costruzione di un piazzale da gioco esterno. Altri 70 mila euro sono necessari per i lavori di manutenzione, richiesti dalla legge, all’impianto antincendio dell’archivio comunale. Infine mettiamo a disposizione 15 mila euro per il restauro del mobilio antico presente a Palazzo Jappelli e per altre migliorie nella sede del Polisportello”. Sempre dalla parte vincolata dell’avanzo sono stati poi liberati altri 237mila euro che servono a finanziare alcuni interventi inerenti la gestione del verde pubblico, la sistemazione di strade bianche, alcune spese per la sicurezza stradale e viaria inerenti il ripristino di segnaletica orizzontale e verticale, oltre alla sistemazione della pensilina per gli autobus di via Borgo Padova. Con la variazione di bi-
lancio sono poi stati “ricostruiti” alcuni contributi relativi ai progetti Pnrr digitalizzazione relativi all’anno 2024 e ne sono stati recepiti di nuovi. “Dal reparto Polizia Locale sono anche state recepite le richieste di maggiori stanziamenti in entrata per un importo di 170mila euro” aggiunge Betto “che saranno utilizzate per alcuni canoni di manutenzione e gestione delle apparecchiature per il controllo dei limiti di velocità, per software operativi, per spese operative di gestione dei ruoli stessi e per altre strumentazioni di lavoro”. (a.c.)
Alessandro Cesarato Lucia Pizzo, sindaco di Piove di Sacco
Francesca Betto
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Sicurezza urbana/1. Dal bilancio annuale dell’attività dei carabinieri, un quadro preoccupante
Reati in forte aumento il tutto il territorio Boom degli arresti per spaccio di droga
Sono in aumento i reati commessi nell’area della provincia di Padova. A certificarlo la relazione annuale dei carabinieri del comando provinciale di Padova che ha fatto il bilancio dell’attività in occasione dei festeggiamenti 211° anniversario della fondazione dell’Arma. Carabinieri che hanno operato con efficacia anche nell’area del Piovese. Negli ultimi 12 mesi i militari dell’Arma hanno proceduto per 31.377 reati che rappresentano il 91,5 % del totale di quelli rilevati in provincia di Padova. Il dato va detto, è in aumento del 7,4 % rispetto al periodo precedente. Sono in aumento le attività di controllo del territorio. Sono stati svolti 38.531 servizi di controllo del territorio per 105 pattuglie al giorno e 216.887 ore di servizio esterno, nel corso dei quali sono state complessivamente controllate su strada:
133.454 persone, 365 al giorno (+8 % rispetto a 123.450 del periodo precedente); 82.064 mezzi, 225 al giorno (+6,7 % rispetto a 76.965 del periodo precedente). Sono state gestite 245.018 chiamate arrivate al 112, in aumento del 10 % rispetto al periodo precedente. E poi sono state accolte nelle caserme della provincia, 123.579 persone per una media di 338 al giorno, in aumento del 18,9 % rispetto al periodo precedente. A fronte di questa efficacia e operatività dei militari dell’Arma di Padova, è rilevante l’aggressività nei confronti dei carabinieri, testimoniata dai 24 militari feriti durante le attività di controllo del territorio. Nel periodo precedente erano stati 25. Sono state arrestate complessivamente 626 persone (- 3 % rispetto alle 644 del periodo precedente). Deferite in stato di libertà 6514 persone (+ 0,5 %
rispetto alle 6496 del periodo precedente). Sequestrate e ritirate 234 armi e 3.458 munizioni. I militari dell’Arma stanno facendo anche molta attenzione ai casi di violenza di genere. Dal 1° di giugno 2024, l’Arma dei Carabinieri ha proceduto
A Legnaro un gruppo di ragazzi crea danneggiamenti continui
Contro furti nelle case e vandalismi il Comune di Legnaro combatte in prima linea da anni. A dirlo è direttamente il sindaco Vincenzo Danieletto. Il fenomeno delle gang dei ragazzi c’è anche qui. “Purtroppo da qualche anno – dice Danieletto - abbiamo un gruppo di ragazzini che crea situazioni di disagio e danni nel territorio. Tavoli, sedie rotte oppure bidoni distrutti, maleducazione e atteggiamenti arroganti nei luoghi pubblici come ad esempio nei parchi. Abbiamo provato a contattare le famiglie ma
abbiamo riscontrato forti difficoltà di dialogo con i genitori, mancano in tanti casi i valori della famiglia. Molto spesso i genitori non sono il pilastro ma sono complici, amici, pensando di fare bene ai propri figli. Abbiamo un progetto “ci sto a fare fatica” dedicato a tutti i ragazzi e ragazze dove possono vivere un’esperienza di gruppo e contribuire al bene comune”. Il sindaco sottolinea però che la comunità straniera che è numerosa è ben integrata e non crea problemi. “La comunità –dice Danieletto - è ben coesa e con
complessivamente per 743 casi. Il dato è sovrapponibile a quello del periodo precedente. Sul versante dello spaccio di droga sono 156 gli arrestati (+ 23,8 % rispetto ai 126 del periodo precedente). Ma è il problema dei reati minorili il fenomeno che
le famiglie di origine straniera c’è un buon rapporto. Ottima è anche la nostra collaborazione con le forze dell’ordine, abbiamo la caserma dei carabinieri in paese, un presidio costante nel territorio che genera senso di sicurezza tra la popolazione”. “Contro i furti la videosorveglianza a è stata implementata – conclude il sindaco - abbiamo un programma di continuità per i prossimi anni per aumentare il servizio. Il tutto funziona e molto spesso viene utilizzato per indagini da parte dei carabinieri”.(a.a)
inquieta di più e che vede un aumento percentuale davvero alto nel padovano. Negli ultimi 12 mesi infatti, si è registrato un aumento dei casi di devianza minorile, che per competenza sono stati denunciati alla Procura dei minori di Venezia. Sono stati 39 minori arrestati (+34,5 % rispetto all’anno precedente); 535 minori denunciati in stato di libertà (+ 48,2 % rispetto all’anno precedente). Il 25,4% di essi ha dovuto rispondere di reati contro la persona (minacce, percosse, lesioni), il 33,6% di reati contro il patrimonio (furti, rapine, estorsioni, ricettazioni), 3,6 % sono poi reati in materia di stupefacenti, mentre 7 sono i minori denunciati per porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere. L’87,7 % dei reati sono stati fatti da ragazzi, il 12,3 % da ragazze. Alessandro Abbadir
Sicurezza urbana/2. Il centrodestra all’attacco del Comune a Piove di Sacco
“Furti a raffica, droga a fiumi, movida selvaggia e aggressioni, una situazione fuori controllo”
“Sulla sicurezza a Piove di Sacco è tempo di guardare in faccia la realtà” A dirlo è di Paolo Mazzetto, consigliere comunale di minoranza, ed ex candidato sindaco per il centrodestra. Il quadro che descrive Mazzetto con altri consiglieri di opposizione (Silvia Doro e Antonio Zorzi della Lega, Filippo Favarin capogruppo di Fratelli d’Italia, Moreno Cipriotto capogruppo di Forza Italia e Orlando Zecchin, gruppo misto) è davvero preoccupante. “Sin dall’inizio di questo mandato - dice Mazzettocome gruppo di minoranza in consiglio, abbiamo posto con decisione il tema della sicurezza tra le priorità da affrontare. Si è trattato di un grido d’allarme raccolto dai cittadini. Il Comune, invece, ha sempre minimizzato. Ha parlato di episodi isolati, di percezione soggettiva. Ma i fatti purtroppo raccontano un’altra verità”. Negli ultimi mesi si sono susseguiti episodi che confermano l’esistenza per l’opposizione di un problema grave e strutturato: ingenti sequestri di droga da parte delle forze dell’ordine e furti notturni in abitazioni e attività commerciali. Mazzetto racconta che circolano poi in rete scene di vera e propria “sballomovida”: giovani ubriachi, liti, consumo palese di sostanze, violenza gratuita. “Si registra - dice - la presenza di gruppi di cosiddetti “maranza”, ragazzi che
intimidiscono coetanei, spesso studenti minorenni, instaurando una cultura della sopraffazione e del disprezzo delle regole”. Per l’opposizione nelle sere in cui vengono effettuati controlli mirati, luoghi critici come i giardini pubblici, si svuotano improvvisamente “segno che la presenza delle divise è un deterrente efficace”. “Piove di Sacco sta cambiando - dice la minoranza. Cresce il numero di abitanti, aumentano le attività commerciali, si moltiplicano le entrate fiscali. Ma stanno emergendo anche problematiche tipiche delle città medie, che richiedono strumenti e risposte adeguate. Non basta vedere le piazze piene per parlare di vivacità urbana. Dobbiamo chiederci: chi popola quelle piazze”? Arrivano così
delle proposte precise. “Le nostre proposte - dice - sono chiare: incremento della videosorveglianza alle zone non coperte, e vanno estesi gli orari di illuminazione pubblica nei luoghi sensibili. E poi: controlli serali costanti con il supporto della Polizia Locale. Patti di legalità con le scuole, le famiglie e le associazioni del territorio per prevenire derive giovanili. Servono azioni dissuasive contro la mala-movida contro l’abuso di alcol e sostanze. Riqualificazione degli spazi pubblici delle zone più critiche come Sant’Anna. Subito più pattugliamenti, più videosorveglianza, tolleranza zero verso chi non rispetta le regole. La sicurezza deve tornare al centro dell’agenda politica locale”. Alessandro Abbadir
La ricetta del sindaco Lazzarin:“Ad Arzergrande abbiamo ridotto
il fenomeno dei
vandalismi”
“Servono subito più pattugliamenti, più videosorveglianza, tolleranza zero verso chi non rispetta le regole”.
Sicurezza urbana e videosorveglianza: un impegno concreto ad Arzergrande. A sottolineare quali sono i problemi del territorio è direttamente il sindaco del paese Filippo Lazzarin. “La situazione sul fronte della sicurezza è oggi sotto controllo e nettamente migliorata rispetto agli anni passati - dice. Abbiamo installato nuove telecamere in diversi punti strategici, soprattutto nel centro cittadino e in aree sensibili come nei pressi dei monumenti, dove in passato si erano verificati episodi di vandalismo. In alcuni casi sono intervenuto personalmente, anche lanciando pubblicamente appelli alla collaborazione per identificare i responsabili. Le nuove tecnologie
sono efficaci e pienamente operative, nel rispetto di tutte le norme sulla privacy”. Lazzarin però ammette che la sicurezza non passa solo attraverso il controllo. “Il miglior investimento - racconta - è dare alternative sane ai ragazzi. Per questo abbiamo realizzato nuovi spazi pubblici come i parchi, i campi da calcio nella frazione di Vallonga e il nuovo campo da basket ad Arzergrande, frequentatissimi ogni giorno. Abbiamo anche ampliato l’offerta sportiva, sostenendo le associazioni locali e promuovendo l’attività fisica come forma di crescita personale e sociale”. Per fermare il fenomeno dei vandalismi si è coinvolta anche la scuola. La
collaborazione con la scuola e tanta prevenzione e collaborazione fra le le istituzioni è alla base di una ricetta di successo. “Insieme alle forze dell’ordine - dice Lazzarin - in particolare con l’Arma dei Carabinieri e con la nostra Polizia Locale, portiamo avanti numerose attività di sensibilizzazione nelle scuole contro bullismo, violenza e microcriminalità. Episodi isolati sono stati affrontati tempestivamente, grazie alla presenza e alla reattività delle istituzioni. Ringrazio anche le associazioni, in particolare quella degli Alpini, che con grande spirito di servizio organizzano momenti di educazione civica coinvolgendo studenti e famiglie”. (a.a.)
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Prevenzione. L’impresa di Claudia e Valentina per promuovere la solidarietà
Da Padova a Roma: un viaggio in bici di 770 km per la ricerca contro le leucemie
D a Padova a Roma, in bicicletta, spinte dalla forza della solidarietà e dal desiderio di sostenere concretamente la ricerca scientifica contro le leucemie. È l’impresa portata a termine da Claudia Meneghello, 31enne di Piove di Sacco, e dalla trevigiana Valentina De Pizzol, 41 anni, che nelle settimane scorse hanno percorso sui pedali oltre 770 chilometri. Le due cicliste sono partite simbolicamente dalla sede dell’Ail Padova, salutate dal presidente don Marco Eugenio Brusutti, con l’obiettivo di promuovere la campagna “Con cuore e gambe, pedaliamo insieme per la ricerca”. Un’iniziativa pensata non solo per raccogliere fondi a favore dell’Ail – l’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mielomi – ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della prevenzione e sul ruolo fondamentale della ricerca scientifica nel combattere queste gravi malattie. Il loro percorso ha attraversato Veneto, EmiliaRomagna, Toscana e infine il Lazio, dove l’arrivo è avvenuto in piazza San Pietro, a Roma. Un tragitto impegnativo, con quasi 8.000 metri di dislivello, che le ha messe alla prova non solo sul piano fisico, ma anche umano ed emotivo. “Non è stata una gara a tempo” raccontano Claudia e Valentina, “ma un viaggio interiore, un modo per riconnetterci con noi stesse e con gli altri. Ogni sosta, ogni incontro lungo il percorso è stato un tassello prezioso di questa esperienza”. Entrambe hanno alle spalle esperienze personali complesse: la bici è diventata per loro uno strumento di riscatto e rinascita. Claudia, triatleta, ha superato in passato un periodo segnato dall’anoressia; Valentina, mamma di Motta di Livenza e campionessa italiana Acsi 2024, ha trasformato lo sport in una leva per il benessere psico-fisico. “Abbiamo scelto l’Ail perché crediamo profondamente nell’importanza della ricerca scientifica” spiegano. “Volevamo che questo viaggio lanciasse un messaggio di speranza a chi oggi si trova ad affrontare una malattia, ma an-
che a chi cerca motivazioni per ripartire nella vita”. Il progetto punta anche a dare vita a una rete solidale più ampia. “Stiamo cercando di creare un team di ciclisti che possa diventare partner in future iniziative benefiche, legando l’impegno sportivo a campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi” raccontano ancora. “Ovunque ci siamo fermate abbiamo ricevuto accoglienza, affetto, curiosità. Ci hanno ascoltate, incoraggiate, e in qualche caso ci hanno anche offerto un aperitivo”. L’intero tragitto è stato documentato in tempo reale
sui loro profili social, con aggiornamenti e immagini condivisi anche dalle pagine ufficiali di Ail Padova, per coinvolgere la comunità in modo diretto e traspa-
rente. Un viaggio fatto di fatica e bellezza, ma soprattutto di cuore e gambe, proprio come il nome del progetto.
Alessandro
Cesarato
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Scene di Paglia 2025: il teatro oltre i confini tra i paesaggi suggestivi della Saccisica
Scene di Paglia 2025: “Margini al vivo” tra confini che sfumano e orizzonti che si dilatano. Dal 18 giugno al 6 luglio torna Scene di Paglia – Festival dei casoni e delle acque, la rassegna teatrale itinerante che da sedici anni porta lo spettacolo dal vivo nei luoghi più suggestivi e meno convenzionali della Saccisica e del territorio limitrofo. A inaugurare l’edizione di quest’anno saranno Elio
Germano e Teho Teardo, protagonisti de “Il sogno di una cosa” al Casone Ramei. Il gran finale è invece, come ormai da tradizione, ai Casoni della Fogolona, nella gronda lagunare di Conche di Codevigo. Il titolo scelto per questa edizione è “Margini al vivo”, una suggestione potente che si fa subito manifesto. A spiegarne il significato è l’assessore alla cultura Paola Ranzato: “Nel linguaggio tipografico si parla di margini al vivo quando un’immagine arriva a filo pagina, senza bordo bianco. Fare teatro, anche da spettatori, vuol dire abitare i margini, dove le differenze trovano espressione e riparo, dove i confini sfumano e le identità si mettono in gioco”. Scene di Paglia nasce nel 2009 e da allora ha saputo crescere, coinvolgendo una rete sempre più ampia di comuni tra Padova e Venezia, Cuore pulsante resta la vocazione a portare il teatro dove di solito non arriva: negli argini, nei campi, nei casoni da pesca, nelle idrovore. Ogni sera, un’ambientazione diversa: il paesaggio entra nello spettacolo, il pubblico diventa parte del rito. Il programma completo del festival è disponibile sul sito ufficiale: www.scenedipaglia.net. (a.c.)
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Innovazione. Una finestra digitale per contribuire allo sviluppo del territorio
La Fondazione della Saccisica lancia il nuovo sito internet
U
na Fondazione giovane, ma con idee chiare e visione ampia. La Fondazione della Saccisica si presenta ufficialmente online con il nuovo sito internet www.fondazionesaccisica.it: una finestra digitale sul futuro del territorio, costruita per raccontare ambizioni, progetti e identità. Nel portale, pensato per essere uno strumento di trasparenza e partecipazione, si trovano le radici della Fondazione, la sua vision – promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo – e la missione concreta che punta a una Saccisica forte, innovativa, cooperativa, in grado di affrontare le sfide dei tempi con le proprie risorse, messe a sistema. Spazio anche al racconto dei Comuni coinvolti, delle imprese fondatrici, dei soci e degli organi direttivi. Il cuore pulsante del sito è dedicato alla progettualità, ai quattro i pilastri su cui si sta costruendo l’azione della Fondazione. Il primo è la transizione energetica, con l’obiettivo di dar vita a una comunità energetica per ogni Comune della Saccisica. Il secondo è la valorizzazione del territorio, con la nascita di una vera organizzazione turistica che sappia raccontare e pro-
muovere le bellezze artistiche, culturali e rurali. Il terzo è il Welfare Generativo Territoriale, un patto innovativo tra pubblico e privato, aziende, istituzioni
e associazioni di categoria, per sostenere allo stesso tempo imprese e cittadini. Il quarto è la lotta alle povertà, non solo quelle note e storiche, ma anche le nuove fragilità. Il sito ospiterà una newsletter rivolta agli opinion leader del Veneto, una rassegna stampa e una sezione dedicata agli eventi più significativi del territorio. Per chi volesse contribuire in prima persona, è attiva una sezione per diventare socio sostenitore. Soddisfatto il presidente Luigi Rossi Luciani: “La Fondazione è nata per favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale della Saccisica. Il sito è uno strumento fondamentale per comunicare le nostre progettualità, sensibilizzare l’opinione pubblica e agire con la massima trasparenza. Un grazie particolare a Luca Carnio, che ha seguito con passione la realizzazione e i contenuti della piattaforma”. Gli fa eco il direttore Luciano Gallo: “Oggi più che mai comunicazione e progettazione devono andare a braccetto. Il coinvolgimento delle persone è un valore aggiunto che vogliamo coltivare nel tempo”.
Alessandro Cesarato
Successo per la Giornata della Salute
Prevenzione in piazza con la Giornata della Salute. Grande partecipazione qualche settimana fa nell’area antistante il municipio per l’iniziativa promossa dai medici dell’Usl 6 Euganea e organizzata dal Lions Club di Piove di Sacco con il patrocinio del Comune. Cittadini di tutte le età hanno potuto sottoporsi gratuitamente a esami e screening: ecografie alla tiroide e agli arti inferiori, elettrocardiogramma, controllo della pressione, glicemia, igiene dentale e misurazione dell’udito. Nessuna prenotazione, solo voglia di prendersi cura di sé. Al centro,
l’idea dell’ “ospedale tra la gente”, che porta la prevenzione fuori dagli ambulatori e la rende un gesto semplice, alla portata di tutti. “Come per la Giornata del Dono” ha commentato la sindaca Lucia Pizzo “anche in questa circostanza il cuore dell’iniziativa sono i volontari, medici e paramedici che donano tempo e competenze per un territorio che guarda alla prevenzione come strumento di qualità di vita. C’è stata una risposta forte della comunità, grazie all’impegno del Lions Club e della nostra Usl”. (a.c.)
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Il ricordo. E’ stata dedicata una lapide commemorativa su iniziativa del Ctg Saccisica
L’eredità silenziosa di Demetrio Alpago, l’artista-sacerdote veneto
C
’è un nome che ha lasciato un segno silenzioso ma profondo sulle pareti di chiese, cappelle e santuari del Veneto, e da oggi ha finalmente un segno anche sulla pietra. È quello di Demetrio Alpago, artista e sacerdote, cui è stata dedicata, per iniziativa del Ctg Saccisica, una lapide commemorativa nel cimitero del capoluogo dove è sepolto. Una posa discreta, come fu la vita di quest’uomo che trasformò il proprio talento pittorico in missione spirituale. Nato a Colle Umberto nel 1870, Alpago era un ragazzo inquieto, con le mani chiamate al mestiere ma l’anima affamata di bellezza. Iniziò giovanissimo come falegname, ma il richiamo del disegno era troppo forte. Così, di nascosto, prendeva lezioni da un professore del luogo. A vent’anni, dopo il servizio militare, scelse di abbandonare i ritratti da cavalletto per dedicarsi alla decorazione delle chiese, alla grande pittura murale, spingendosi ovunque fosse richiesto. Le sue opere – spesso non firmate – parlano ancora oggi attraverso santi, Madonne, episodi biblici e cieli affrescati che raccontano un’arte devota, mai esibita, sempre al servizio
della fede. Dalla “Traslazione della Santa Casa di Loreto” nel locale santuario della Madonna delle Grazie, al Duomo cittadino, da Cona a Polverara, da Solagna a Crespano del Grappa, la geografia della sua arte è disseminata in decine di comuni veneti. Fu proprio dipingendo, a soli 38 anni, che Alpago trovò la morte. Cadde da un’impalcatura a Megliadino San Fidenzio, mentre in chiesa stava ultimando una decorazione. Ma non fu solo pittore: fu anche uomo
di Dio. Il pennello lo guidò alla tonaca. La sua arte, intrisa di spiritualità, lo portò naturalmente al sacerdozio. Un percorso inverso, singolare: prima l’artista, poi il prete. E in entrambi i ruoli, coerente, rigoroso, profondamente ispirato. Grazie a questa lapide, Piove di Sacco non dimentica, restituendo, con un semplice gesto di pietra, ciò che Alpago ha donato con la sua vita: colore, luce e fede.
Alessandro Cesarato
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Successo per la 13esima edizione della “Corri che... Piove!”
Una festa di sport e comunità. Qualche settimana fa città si è colorata di entusiasmo e movimento con la 13esima edizione della “Corri che… Piove!”, manifestazione podistica organizzata dall’asd Rain Runners sotto l’egida della Fiasp di Padova. Quasi 2mila tra podisti e camminatori hanno preso parte all’iniziativa, distribuiti lungo i percorsi di 7, 14 e 19 chilometri, tracciati per valorizzare il territorio e scanditi da numerosi punti ristoro. Grande anche la partecipazione dei più giovani. Circa 400 tra bambini e ragazzi, provenienti dalle scuole piovesi e dei comuni limitrofi, hanno risposto all’invito degli organizzatori prendendo parte con entusiasmo alla Mini Run di 5 chilometri. Le scuole più numerose sono state premiate con buoni per l’acquisto di materiale didattico. “La Corri che… Piove! è sempre una grande festa” ha dichiarato il presidente dei Rain Runners Mauro Conte “con i sorrisi dei partecipanti lungo il percorso che ripagano l’impegno organizzativo. Un ringraziamento speciale va ai nostri sponsor, alle associazioni partner e all’amministrazione”. L’attività dei Rain Runners non si ferma. Il 25 luglio torna la “Corri che… Isola!”, gara serale nel centro cittadino. Intanto, ogni martedì sera, appuntamento fisso con l’allenamento aperto a tutti. (a.c.)
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Il ricordo. Commemorato l’81esimo anniversario del bombardamento del ’44
Una scultura per non dimenticare
Durante la cerimonia, è stata ufficializzata la donazione di un’opera simbolica raffigurante una bomba stilizzata: un gesto artistico e civile che trasforma il dolore in memoria condivisa. La Giunta comunale ne ha deliberato l’acquisizione
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ell’81esimo anniversario del bombardamento del 14 maggio 1944, la comunità si è stretta attorno al proprio passato, trasformando il dolore in memoria condivisa, e la memoria in gesto concreto. Una nuova opera d’arte entra a fare parte del patrimonio comunale, come simbolo di ciò che è stato e di ciò che non deve più accadere. Nel corso della cerimonia commemorativa, carica di emozione e partecipazione, è stata ufficializzata la donazione da parte dello scultore Carluccio Zangirolami di una scultura che raffigura in forma stilizzata una bomba, proprio come quelle che, alle 11 di una domenica di primavera del 1944, piombarono sul paese, straziando case, fabbriche e vite. Un ordigno simbolico, di 210 mm, che non esplode ma fa riflettere. La Giunta della sindaca Lisa Bregantin ha accolto con riconoscenza questo gesto, deliberando l’acquisizione dell’opera,
che sarà valorizzata come testimonianza artistica e civile. Il bombardamento del 14 maggio 1944 cambiò per sempre il volto e l’anima di Pontelongo. L’aviazione alleata scelse il paese come obiettivo strategico per la presenza dei ponti e degli stabilimenti agroalimentari come lo zuccherificio. Le bombe colpirono al cuore la comunità: 33 le vittime, decine i feriti, danni ingenti a edifici e infrastrutture. Un attacco che rimane scolpito nella memoria collettiva e che ogni anno viene ricordato con rispetto e con-
sapevolezza. In via Indipendenza, nel quartiere del Volo, c’è un cippo a memoria a cui nel 2013 è stata riportata anche una dignità decorativa. Alla commemorazione di quest’anno erano presenti le autorità civili, militari e religiose, oltre ai ragazzi delle scuole. Un ringraziamento speciale è andato all’Associazione nazionale combattenti e reduci, al Gruppo alpini, ai Lagunari, alla Protezione civile e al gruppo K.F., custodi del ricordo e della dignità di quei momenti. Alessandro Cesarato
Il Comune di Sant’Angelo di Piove lancia il servizio pre scuola
Il Comune di Sant’Angelo di Piove propone in via sperimentale, per il prossimo anno scolastico, un servizio di pre scuola per gli istituti primari “Don Milani” di Sant’Angelo, “Collodi” di Vigorovea e “Marconi” di Celeseo. Servono almeno dieci iscritti per plesso. Il servizio, se confermato, sarà attivo dal secondo giorno di scuola con ingresso in aula dalle 7.30. “L’iniziativa - spiega l’assessore alla Scuola, Daniele Bertin -, nasce dall’esigenza di rispondere alle richieste di numerose fami-
glie, sia con figli già frequentanti l’Istituto comprensivo, sia con bambini attualmente iscritti alle scuole dell’infanzia del territorio che inizieranno la scuola primaria il prossimo anno”. “Si tratta di un esempio concreto di ascolto attivo e collaborazione con la comunitàevidenzia - con l’obiettivo di offrire un supporto concreto alle famiglie, in particolare in un momento delicato di transizione come l’ingresso nella scuola primaria”. “L’attivazione del servizio - ricorda - è subordinata al raggiungimento di un
numero minimo di dieci iscrizioni per ciascun plesso. Qualora il numero di adesioni risultasse lievemente inferiore alla soglia prevista, l’amministrazione si riserva la facoltà di procedere comunque all’attivazione del servizio, garantendone la sostenibilità attraverso l’impiego di risorse proprie”. Online i moduli per l’adesione e sul sito www.dafneweb.it. La quota di partecipazione annuale è di 160 euro a bambino, ridotta a 145 se i figli iscritti sono più di uno. Adesioni entro il prossimo 31 luglio. (m.m.)
Incontri speciali con Filippo Borile e Andrea Pennacchi
Pennacchi e Borile: il teatro che parla ai ragazzi. Due mattinate speciali hanno portato il teatro tra i banchi della scuola media Regina Margherita di via De André, nel polo scolastico del quartiere di Sant’Anna. Gli studenti delle classi seconde hanno incontrato due volti noti della scena veneta: Filippo Borile, comico del trio “Marco e Pippo”, e Andrea Pennacchi, attore, autore e regista padovano. Borile ha aperto la rassegna con un intervento giocato sull’improvvisazione, il ritmo comico e la riflessione. Tra sketch e battute, ha saputo catturare l’attenzione dei ragazzi, alternando leggerezza e
contenuti, in un dialogo vivace e partecipato. Diverso, ma altrettanto coinvolgente, il tono dell’incontro con Pennacchi. L’attore ha condiviso il proprio percorso umano e artistico, parlando di passione, scelte e ostacoli, con autenticità e semplicità. Gli studenti hanno ascoltato con attenzione, ponendo domande e riflettendo su quanto ascoltato. Gli incontri rientrano nel progetto “Teatro Sì”, ormai parte stabile dell’offerta formativa dell’istituto. Ogni classe seconda partecipa a un laboratorio teatrale curricolare, con l’obiettivo di realizzare uno spettacolo e sperimentare le basi della recitazione
e del lavoro di gruppo. Il progetto è stato reso possibile grazie al concreto sostegno di aziende private del territorio. Gli spettacoli finali andranno in scena al Teatro Filarmonico, in centro storico. Un’esperienza che lascia il segno, dimostrando quanto il teatro possa ancora parlare ai giovani. (a.c.)
Il progetto. La Provincia vince il bando e ottiene il sostegno di Fondazione Cariparo
300mila euro per riqualificare il cuore lagunare
Grazie al bando “Luoghi (non) comuni”, parte un progetto per rigenerare e rendere accessibile la laguna sud di Venezia, tutelando l’ecosistema tra Isola Millecampi e Casone delle Sacche.
Pronti 300mila euro da investire su Valle Millecampi grazie alla Fondazione Cariparo e alla Provincia. Un progetto inclusivo, pensato per rendere più fruibile e valorizzare il sito patrimonio Unesco che gravita attorno alla gronda lagunare di Conche, con fulcro nei casoni Millecampi e delle Sacche. La Provincia ha vinto il bando “Luoghi (non) comuni”, promosso dalla Fondazione Cariparo, che ha stanziato complessivamente 3 milioni di euro per sostenere progetti territoriali di rigenerazione incentrati sulla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. L’ente provinciale riceverà un contributo di 200mila euro, cui si aggiungeranno altri 100mila euro di cofinanziamento, per un intervento ad alta valenza culturale che mira anzitutto a ripristinare il collegamento via acqua tra l’Isola Millecampi e il Casone delle Sacche. L’obiettivo è renderli accessibili a un pubblico più ampio, tutelandone al contempo l’inestimabile valore naturalistico e paesaggistico. Tra gli interventi previsti, spicca la realizzazione di un pontile galleggiante dotato di rampa mobile, per consentire l’accesso in sicurezza anche a persone con difficoltà motorie o che presentano limitazioni nei movimenti – come bambini e anziani – anche in condizioni di marea sfavorevoli.
cia si impegnerà a sostenere le spese di pulizia, sanificazione e manutenzione, nonché a promuovere attività di divulgazione e sensibilizzazione, nell’ottica di un turismo outdoor, sostenibile e responsabile. In programma anche proposte culturali, didattiche ed enogastronomiche capaci di coinvolgere le nuove generazioni attraverso esperienze, workshop, laboratori e altri
momenti dedicati alla formazione.
“Tutti questi interventi” prosegue Canella “rappresentano un ulteriore passo in avanti nel percorso di valorizzazione del sito. Comune e Provincia stanno inoltre lavorando per ottenere in tempi rapidi, da parte dell’Autorità per la Laguna
del Provveditorato alle Opere Pubbliche, l’autorizzazione alla pianificazione dell’escavazione dei canali di collegamento tra i due siti, così da garantirne la navigabilità anche in caso di bassa marea, dopo anni di progressivo interramento”.
Alessandro Cesarato
Martina Amato sindaca dei ragazzi
Un’aula consiliare gremita e un clima di entusiasmo hanno fatto da cornice, a metà maggio, all’insediamento ufficiale del primo consiglio comunale dei ragazzi. A guidarlo sarà Martina Amato, studentessa della 1A della scuola secondaria di primo grado “Giovanni Pascoli”, eletta sindaco dai compagni. La sua vice è Rebecca Fincato. Nominati anche otto assessori e una ventina di consiglieri. Alla giovane sindaca il sindaco Ettore Lazzaro ha consegnato la fascia tricolore, la Costituzione italiana e una copia del regolamento che guiderà i lavori del nuovo consiglio. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione in collaborazione con l’Istituto comprensivo diretto dalla dirigente Maria Bonapersona, rappresenta un progetto educativo
“Lavorando in sinergia con gli uffici della Provincia e con le realtà che gestiscono i casoni di nostra proprietà” sottolinea Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia “siamo riusciti a costruire una proposta progettuale condivisa che ci ha permesso di ottenere questo importante risultato. A darci una grossa mano è stata anche l’unicità del luogo: stiamo parlando dell’angolo più suggestivo della laguna veneta, patrimonio Unesco, dove la Provincia detiene due immobili di valore unico al mondo. Questa opportunità consentirà di valorizzare il territorio come merita, attraverso una serie di investimenti infrastrutturali mirati”. Oltre agli interventi strutturali, la Provin-
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che punta a sviluppare nei più giovani il senso di responsabilità e di partecipazione alla vita pubblica. “È una data storica” ha dichiarato il sindaco Lazzaro durante il suo discorso “perché per la prima volta il municipio si apre ai ragazzi, veri cittadini di oggi con idee e visioni che meritano attenzione. È un momento straordinario per tutta la comunità”. Tra gli obiettivi del nuovo consiglio ci sono l’attenzione all’ambiente, la cura degli spazi comuni, il benessere scolastico, lo sport e la cultura. Un modo concreto per far crescere nei ragazzi la consapevolezza del bene comune. “Vogliamo trasmettere ai giovani” ha aggiunto la vicesindaco Debora Friso “lo spirito di comunità che caratterizza Codevigo. Noi amministratori saremo al loro fianco, per ascoltare e sostenere le loro proposte”. (a.c.)
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Ettore Lazzaro, sindaco di Codevigo
Arzergrande - Legnaro
L’approvazione unanime del Piano Urbanistico “Le Arelle” segna l’inizio di una nuova era
U
n’attesa lunga decenni si è finalmente conclusa. Con voto unanime, la Giunta ha approvato il Piano Urbanistico Attuativo per la lottizzazione privata “Le Arelle”, intervento che andrà a rigenerare l’area Coin, un terreno di 20mila metri quadrati in pieno centro, tra via Roma e via Tiepolo, a pochi passi dal municipio e dalla scuola media. “Un traguardo epocale per la nostra comunità” dichiara con soddisfazione il sindaco Filippo Lazzarin “che va a chiudere una stagione di immobilismo, aprendo al contempo una fase di sviluppo sostenibile. È stato un lavoro d’orchestra che ha richiesto pazienza, ascolto e determinazione. Ringrazio i tecnici comunali, gli eredi Coin e tutti i professionisti coinvolti. Oggi abbiamo una visione condivisa, concreta e finalmente attuabile. La delibera approvata non è solo un atto amministrativo, ma un passo concreto verso un’Arzergrande più moderna, vivibile e sostenibile, grazie anche alla previsione di percorsi ciclopedonali, verde pubblico e nuovi spazi per la collettività. Avere trovato una sintesi oggi, dopo oltre quattro decenni, è per me motivo di orgoglio personale e politico, come sindaco e come cittadino”. Il progetto, atteso da decenni, era rimasto intrappolato per lungo tempo in una fitta rete di contenziosi ereditari, incomprensioni familiari e ostacoli amministrativi. L’area, legata alla figura dell’imprenditore Roberto Coin, scomparso prematuramente nel 1974, è stata al centro di una saga urbanistica costellata di piani sfumati, ordinanze di bonifica dall’amianto (completata solo nel 2017) e degrado urbano visibile: edifici fatiscenti, terreni incolti e nessuna prospettiva chiara. Un primo tentativo di riqualificazione risale al 2006, quando l’allora sindaca Cesarina Foresti cercò di rilanciare l’area con il piano “Consorzio Arzergrande Nuova”, naufragato poi nel nulla. Diversa la strategia dell’attuale amministrazione, che già nel 2016 ha iniziato un percorso più inclusivo e tecnico, puntando su un’urbanizzazione armonica, con nuove abitazioni, aree commerciali, una piazza e una sala civica da 200 metri quadrati, adiacente a piazza Don Segala. Determinante la mediazione della famiglia Coin,
in particolare di Angelo Coin, figlio di Roberto, che ha seguito in prima persona l’evoluzione del progetto e adesso commenta: “Grazie al Piano Urbanistico “Le Arelle” il centro del paese troverà finalmente il suo giusto sviluppo e i cittadini tutti potranno beneficiare anche di una sala polivalente che, realizzata per intero dalla proprietà e donata al Comune, sarà intitolata a mio papà. Anche il nome “Le Arelle” è un omaggio alla nostra storia: ricorda le grisole, attività di famiglia fin dall’Ottocento”.
Alessandro Cesarato
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“Innofarm”: una mattinata all’insegna dell’innovazione
Una mattinata all’insegna dell’innovazione in agricoltura: “Innofarm – Alla scoperta dell’agricoltura del futuro” è l’iniziativa che il Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse naturali e Ambiente (Dafnae) dell’università di Padova ha realizzato in collaborazione con l’Azienda Agraria Sperimentale dell’Ateneo. Lo scorso 11 maggio il Campus di Agripolis ha aperto le porte alla cittadinanza per mostrare dal vivo le ricerche che stanno trasformando il mondo dell’agricoltura. Guidati da ricercatrici e ricercatori, i visitatori hanno potuto passeggiare tra prati, orti e campi coltivati, scoprendo come la scienza opera ogni giorno per rendere le produzioni agricole più sostenibili, resilienti e di qualità. Dalle tecniche più avanzate di coltivazione – a terra e fuori suolo, come l’idroponica – fino alle soluzioni innovative per affrontare le grandi sfide ambientali e produttive del nostro tempo: cambiamenti climatici, scarsità d’acqua, crescente domanda alimentare. I partecipanti hanno potuto esplorare le serre dove si coltivano ortaggi con tecniche all’avanguardia, camminare tra orti, frutteti didattici e arbusteti, sostare all’ombra vicino agli apiari e scoprire i tappeti erbosi urbani ed il giardino pluviale, che unisce la bellezza delle fioriture con il servizio ecosistemico della gestione sostenibile dell’acqua. Gli adulti hanno potuto esplorare le “tappe dell’innovazione” che dalla terra arrivano fino al piatto mentre i più piccoli hanno partecipato ad attività ed esperienze a tema, visitando l’apiario e costruendo l’hotel degli insetti. “Innovare in agricoltura vuol dire coniugare tradizione e scienza per coltivare un futuro più sostenibile, resiliente e consapevole” ha affermato il professor Gianni Barcaccia, direttore del Dipartimento Dafnae. “Rendere le persone più consapevoli di tutto ciò che sta dietro alla produzione del cibo che consumiamo ogni giorno” ha aggiunto “è il primo passo per costruire una società più attenta e informata”. L’iniziativa rientra nel progetto Rinasco che coinvolge sei dipartimenti dell’università patavina. (m.m.)
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Padova oltre le mura: l’Europa tiene, Cina e Usa trainano i flussi oltreoceano
Tezzon (Federalberghi): “Il turismo non deve fermarsi a Padova, ma diventare un’occasione di crescita sostenibile per l’intera provincia”
I l 2024 segna un deciso rilancio del turismo straniero a Padova, che conferma la propria attrattività nel panorama culturale veneto. Gli arrivi internazionali crescono del +9,9%, le presenze del +9,7%, a fronte di un Veneto che supera i 21 milioni di arrivi e 73 milioni di presenze (dati Osservatorio Regionale Federato Veneto – STL Padova).
L’Europa resta il bacino principale – Germania e Francia crescono rispettivamente del +4,8% e +5,4% – ma sono Cina e Stati Uniti a trainare i flussi extraeuropei. In particolare, il mercato cinese raddoppia con +105% degli arrivi e 42.431 presenze, con una netta preferenza per le strutture 4 stelle (quasi 34.000
presenze), segno di un target medio-alto, attento alla qualità. Decisivo il collegamento aereo diretto Shanghai–Venezia, operativo da settembre 2023. Gli Stati Uniti consolidano la loro presenza con +27,2% e oltre 81.000 pernottamenti.
Tra i mercati in crescita anche Belgio (+12,3%) e Romania (+6,7%). Flettono Irlanda, Danimarca, Russia e Corea del Sud. Il turismo italiano cresce in modo più moderato (+4,3% arrivi, +3,4% presenze), trainato da Lombardia (+5,3%) e Campania (+7,1%). Anche Padova riflette la tendenza regionale all’accorciamento dei soggiorni, in particolare da parte dei visitatori italiani. Gli stranieri invece mantengono
una permanenza media stabile di circa 2 notti, coerente con l’identità della città come tappa d’arte, benessere e spiritualità all’interno di itinerari regionali più ampi.
“Questi numeri – afferma Andrea Tezzon, vicepresidente Federalberghi Padova – ci dicono che Padova è sempre più attrattiva a livello internazionale. Ma
ora la vera sfida è trasformare questo slancio in un’opportunità per tutto il territorio provinciale. Serve una strategia integrata, capace di mettere in rete città d’arte, borghi, natura ed enogastronomia. Il turismo non deve fermarsi a Padova, ma diventare un’occasione di crescita sostenibile per l’intera provincia.”
Visita del vescovo per la benedizione della restaurata chiesa
Visita del vescovo Claudio Cipolla a Brugine che qualche settimana fa ha celebrato la messa prefestiva e benedetto la restaurata chiesa del Santissimo Salvatore e l’annesso campanile. L’intervento ha interessato in via principale la facciata settecentesca dell’edificio dove si è proceduto al restauro degli intonaci per ritornare alla finitura a marmorino originaria. Il campanile invece è stato risanato negli esterni con interventi conservativi nella parte alta intonacata e
nel fusto in mattoni faccia vista. “Sono stati lavori impegnativi, anche dal punto di vista finanziario, che abbiamo potuto affrontare sia grazie al contributo della Cei, che del bonus facciate, che hanno contribuito ad alleggerire il peso finanziario che la comunità ha sostenuto” ha dichiarato don Francesco Malaman, parroco di Brugine. “Siamo partiti ormai diversi anni fa” ricorda “con l’idea di sistemare la cripta della chiesa, che era divenuta malsana e umida. poi si
sono aggiunti man mano altri lavori, anche grazie a una fortunata combinazione di bonus e contributi”. Un ruolo importante nella sistemazione degli spazi parrocchiali l’ha giocata anche il Comune con l’acquisto dell’ex canonica. “La sinergia è sempre stata forte, perché entrambi, il Comune come amministrazione e la parrocchia come spiritualità, abbiamo l’obiettivo di far crescere la nostra comunità” ha dichiarato il sindaco Michele Giraldo. “A partire dalla scuola ma-
terna” ha aggiunto “passando per l’ex canonica, la collaborazione sull’uso del patronato, come sede alternativa alla scuola media durante i lavori di ricostruzione, le attività fatte insieme sono innumerevoli”. “Sono sicuro” ha concluso “che ci saranno molte altre attività che faremo assieme, perché solo con la collaborazione e
Tra le azioni proposte: itinerari tematici, promozione congiunta con tour operator, potenziamento della mobilità turistica, pacchetti esperienziali e il coinvolgimento attivo degli operatori locali.
“Padova deve essere la porta d’accesso a un universo culturale e paesaggistico ancora troppo poco noto – aggiunge Davide Moro, presidente OGD Terme e Colli Euganei -. Ora serve una regia ambiziosa per rendere tutto il territorio riconoscibile, competitivo e accogliente a livello internazionale. Di fronte a questo momento di slancio, appare evidente l’urgenza e la necessità di estendere i benefici di questo flusso turistico anche alla provincia padovana, ricca di patrimonio naturalistico, artistico e culturale, ma ancora poco conosciuta al grande pubblico internazionale”.
Vincenzo Gottardo
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l’aiuto reciproco potremmo rendere sempre di più Brugine un riferimento per l’intero territorio della Saccisica”. (m.m.)
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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei
costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia
Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”.
Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma
se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
Convento (Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-
mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e
amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)
Flavio Zanonato e Flavio Convento
L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”
Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità
C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.
“È una scommessa iniziata nel
2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.
Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto
anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.
Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.
Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-
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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.
Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia
del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.
Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.
Riccardo Musacco
Il dialogo. Francesca Chiesa
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F
rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.
Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in
cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia. Com’è l’Italia vista da fuori?
Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
La scrittrice Francesca Chiesa
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Vent’anni di IOV, Padova celebra l’eccellenza oncologica veneta
Venti anni di impegno nella lotta contro il cancro, vent’anni in cui la ricerca e l’assistenza si sono intrecciate per costruire un modello d’eccellenza sanitaria. L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha celebrato oggi il proprio ventesimo anniversario con una cerimonia ufficiale a Padova, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, della direttrice generale Giuseppina Bonavina e di numerosi rappresentanti istituzionali. Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come i numeri dello IOV siano la dimostrazione concreta dell’alto livello raggiunto: oltre 7 mila pazienti curati ogni anno, 6.800 interventi chirurgici, 58 mila sedute di chemioterapia e 50 mila trattamenti radioterapici. Ha sottolineato che l’istituto rappresenta una delle eccellenze sanitarie regionali, capace di coniugare innovazione scientifica, attenzione alla persona e risposte efficaci ai bisogni dei malati oncologici.
Zaia ha ricordato che lo IOV è nato come progetto delle Ulss, ma si è trasformato nel tempo in un punto di riferimento nazionale, grazie al riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e all’adozione di protocolli e percorsi assistenziali (PDTA) tra i più avanzati a livello italiano.
Ha poi ricostruito le tappe principali dello sviluppo dell’istituto: dall’apertura della sede al Busonera nel 2006, all’attivazione dei laboratori nella Torre della Ricerca nel 2015, fino alle sedi di Castelfranco Veneto (2017) e di Schiavonia per la Radioterapia (2018). Secondo Zaia, si tratta di un percorso di successi continui che ha permesso di estendere la presenza dell’Istituto sul territorio e di rafforzarne la struttura organizzativa. Il presidente ha voluto ringraziare pubblicamente tutto il personale dello IOV per aver contribuito alla crescita di una realtà diventata un pilastro della rete sanitaria regionale. Ha inoltre ribadito che, nel campo della sanità, è fondamentale non abbassare mai la guardia e non accontentarsi dei risultati già ottenuti, ma continuare ad alzare l’asticella. Ha fatto riferimento ai più recenti progressi della medicina oncologica, come i farmaci monoclonali personalizzati sulla base del profilo genetico dei pazienti, e all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, in particolare nelle nuove mammografie. Secondo Zaia, tutto questo dimostra che l’impegno per una sanità più precisa e accessibile deve proseguire, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.
Redazione Salute
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Una vita nuova a 96 anni grazie alla dialisi
Una paziente di 96 anni, in trattamento dialitico da quindici anni, si trova in buona salute e testimonia l’efficacia dell’uso di un rene artificiale. Questo dispositivo, indispensabile per filtrare il sangue e restituirlo purificato al circolo, non solo contribuisce a prolungare l’esistenza, ma garantisce anche un’elevata qualità della vita. La donna è sotto le cure dei professionisti dell’Unità Operativa Semplice (UOS) di Emodialisi presso l’Ospedale Sant’Antonio, guidata dal dottor Giuseppe Scaparrotta. Attualmente, l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia ha in carico 93 pazienti anziani e grandi anziani affetti da malattia renale cronica, per i quali gestisce la terapia conservativa a lungo termine. L’attività si svolge su tre sedi: presso l’Ospedale Sant’Antonio, che dispone di 28 posti letto per l’assistenza intensiva in tutte le tipologie di trattamento emodialitico; al Giustinianeo, con 12 posti letto per l’assistenza media; e al complesso socio-sanitario dell’Ospedale ai Colli, con 6 posti letto destinati ai trattamenti di emodialisi intermittente, alle visite nefrologiche e alle terapie educazionali. Nel corso dello scorso anno, la UOS ha registrato un totale di 40.500 prestazioni, di cui 26.500 sono state dedicate a trattamenti dialitici. Nel 2024 sono stati eseguiti oltre 1500 trattamenti in terapia intensiva e in totale più di 3300 trattamenti su pazienti acuti, di cui 1750 in emodialisi, soprattutto in situazioni complesse come il supporto a cuore e fegato artificiali. Cresce anche la dialisi peritoneale a distanza, grazie al controllo remoto, che migliora l’assistenza da casa. Il reparto conta sette ambulatori specialistici, con quasi 3700 visite nell’ultimo anno, in particolare per trapianti di rene, controlli post-operatori e valutazioni di donatori viventi. Importante anche l’attività ospedaliera: 831 ricoveri, di cui 77 in day hospital, e 65 biopsie renali per diagnosi approfondite.
Il servizio. Un polo d’eccellenza per l’assistenza integrata ai bambini affetti da patologie complesse, tra cure e dignità
Il nuovo Hospice Pediatrico sarà il cuore pulsante delle cure palliative infantili in Italia
Un progetto all’avanguardia, nato in Veneto ma destinato a fare scuola in tutta Italia. È il nuovo Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, la cui realizzazione rappresenta un ulteriore passo avanti in un cammino iniziato più di vent’anni fa. Padova è stata infatti la prima città italiana a dotarsi di una rete specialistica per le cure palliative e la terapia del dolore dedicata esclusivamente all’età pediatrica. Oggi quella visione diventa un centro integrato, innovativo e a misura di bambino.
La struttura attuale, coordinata dalla professoressa Franca Benini, segue ogni giorno oltre 350 piccoli pazienti affetti da patologie gravi e complesse. L’assistenza è capillare e si sviluppa su tre livelli: ospedaliero, domiciliare e residenziale. Ogni anno, il team effettua circa 15.000 reperibilità telefoniche, gestisce oltre 3.000 pazienti in terapia del dolore e accoglie 300 ricoveri annui. Un’attività che va ben oltre la clinica e che si fonda su un approccio globale alla persona, alla famiglia, al contesto.
Il nuovo Hospice Pediatrico sarà un polo di eccellenza di 3.000 metri quadrati, con un’area verde esterna di 730 metri. Avrà otto stanze singole di degenza, quattro dedicate al “respite care” (accoglienza temporanea del bambino per dare sollievo alla famiglia), un ambulatorio per la somministrazione delle terapie, una cucina e
un salotto polivalente per attività ludiche e relazionali. Ci saranno anche una palestra per la riabilitazione e uno spazio spirituale, pensato come luogo di raccoglimento, conforto e supporto psicologico. Ogni ambiente sarà curato per accogliere e non solo per curare, offrendo protezione, normalità e dignità anche nei momenti più delicati della vita.
A conferma dell’impatto straordinario di questo modello, parlano i dati: nei bambini seguiti dalla rete pediatrica padovana, il numero medio di giornate in terapia intensiva si è ridotto da 19 a 5, mentre la frequenza scolastica è stata mantenuta nel 73% dei casi. Il 64% delle madri ha potuto riprendere il lavoro e l’85% dei decessi è avvenuto nel luogo scelto dalla famiglia, rispettando le volontà e le sensibilità individuali. Il progetto è stato finanziato dallo Stato e dalla Regione Veneto con un investimento di 10 milioni di euro. A questi si aggiunge la
generosità di soggetti privati: la Fondazione “La Miglior Vita Possibile” ha donato il progetto esecutivo, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha stanziato 1,1 milioni di euro per arredi e attrezzature sanitarie. Il cronoprogramma prevede la conclusione della progettazione a luglio 2025, la validazione entro settembre e l’avvio della gara d’appalto per i lavori entro ottobre. Non si tratta solo di costruire una struttura, ma di offrire una casa della cura dove ogni bambino venga accolto con la stessa attenzione, delicatezza e dedizione che si riserva ai propri figli. Il nuovo Hospice Pediatrico sarà la sintesi di un impegno corale tra istituzioni, professionisti, fondazioni e comunità. Un presidio simbolo di una sanità che guarda avanti, che mette davvero al centro la vita e che difende, con forza e dolcezza, il diritto di ogni bambino alla miglior vita possibile.
Paola Bigon
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Il MUSME compie dieci anni, un viaggio tra storia, innovazione e futuro della medicina nel cuore di Padova
Dieci anni fa, il 5 maggio 2015, apriva le porte a Padova il MUSME, Museo di Storia della Medicina, situato nell’antico Ospedale di San Francesco Grande, considerato la culla della clinica medica moderna. Un luogo che ha saputo raccontare al mondo il ruolo centrale del Veneto nella storia della scienza medica, unendo passato e futuro in un percorso culturale di grande rilievo. A celebrare questo importante anniversario è il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea come il MUSME rappresenti “una straordinaria avventura culturale e scientifica, capace di coniugare tradizione, innovazione e divulgazione”. Le mura storiche dell’ospedale, dove già dal Cinquecento i maestri dello Studium Patavinum introducevano l’osservazione diretta del malato come metodo didattico, sono testimoni di una rivoluzione che ha cambiato per sempre il volto della medicina europea. “Nel MUSME – afferma Zaia – si respira la grandezza della Scuola Medica Patavina, con figure illustri come Giovanni Battista Da Monte e Andrea Vesalio, che hanno segnato pagine fondamentali della scienza. Questo passato diventa memoria vivente e motore di ricerca, conoscenza e innovazione”. Il museo si distingue infatti per il suo approccio interattivo e immersivo, rivolto soprattutto ai giovani: migliaia di studenti provenienti da tutta Italia ogni anno imparano a conoscere il corpo umano, la storia della medicina e le sue nuove frontiere, grazie all’uso di tecnologie avanzate e a una narrazione coinvolgente. Un successo che si riflette anche nella gestione virtuosa del museo, frutto di una collaborazione pubblico-privato tra Regione, Comune di Padova, Università, Azienda Ospedaliera e ULSS 6, riuniti nella Fondazione MUSME, che ha affidato la direzione a una realtà manageriale privata garantendo così sostenibilità ed efficienza. Padova si conferma così capitale europea della scienza e della medicina, con il MUSME che ne è ambasciatore d’eccellenza. Il museo, a dieci anni dalla sua nascita, continua a essere un ponte tra storia e futuro, un orgoglio per tutto il Veneto.
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Dott. Luca Persano
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